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I 5 tramonti più indimenticabili a Milano

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Credits: @milanoeprovincia IG

Milano è piatta come la superficie del mare, questo consente di poter vivere tutta la bellezza del tramonto come si fosse su un’isola deserta. O quasi. 

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I 5 tramonti più indimenticabili a Milano

#1 Collina Parco Lambro (Milano est)

tramonto collina parco lambro
tramonto collina parco lambro

Il Parco Lambro fu realizzato nel 1936 su progetto dell’architetto Enrico Casiraghi che creò tre colline artificiali e due laghetti (oggi prosciugati e conservati come avvallamenti nel terreno), disegnando un sistema di viali di circa 4000 metri.
Più o meno al centro del parco c’è la vetta più elevata della parte est della città, da cui si godono scorci stupendi.

Vedi anche: I segreti del Lambro

#2 Monte Stella (Milano ovest)

tramonto monte stella
tramonto monte stella

Altra montagnetta artificiale di Milano è il Monte Stella costruito sopra le macerie della seconda guerra mondiale e intitolato alla compagna del progettista. Ha il vantaggio di essere ad ovest e quindi più “vicino” al tramonto, consentendo di godere uno spettacolo più nitido di quello al parco Lambro, anche se in questo casa manca lo spettacolo di vedere il sole che si inabissa dietro la città.

Leggi anche: Monte Stella: una storia d’amore gli dà il nome

#3 Ceresio 7

tramonto ceresio 7
tramonto ceresio 7

Il tramonto più pettinato della città. Sul tetto del palazzo di via Ceresio 7 tra Chinatown e il Monumentale, accompagnandosi con un aperitivo ai bordi della piscina, sentendosi a Formentera.

#4 Radio Roof Top Bar

tramonto radio roof top
tramonto radio roof top

Terrazza di tendenza di Milano, in stile newyorkese. In piazza della Repubblica ospita spesso dj set e feste esclusive. Particolarmente indicato per chi ama i tramonti metropolitani.

#5 Navigli

tramonto navigli
tramonto navigli

Ma forse il tramonto più romantico di tutto è quello sui navigli. Perchè il sole all’orizzonte lo possono ammirare in tutto il mondo, ma la sua luce riflessa sui navigli ce la possiamo godere solo noi.

tramonto navigli
tramonto navigli

E per chi vuole avventurarsi fuori Milano, il luogo simbolo e più esoterico è certamente il Montevecchia, il “monte di Milano”

Continua la lettura con: I segreti del Montevecchia, il monte di Milano

MILANO CITTA’ STATO

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Caro-vita: a Milano ci sarà un salario minimo cittadino? Londra lo ha già…

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Milano è vittima di un divario economico sempre più crescente. Il costo della vita continua ad aumentare e colpisce soprattutto chi ha redditi più bassi. È giunta l’ora di introdurre un salario minimo locale a Milano? Londra lo ha già fatto.

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Caro-vita: a Milano ci sarà un salario minimo cittadino? Londra lo ha già…

# Quanto costa vivere a Milano?

Credits: www.blogsicilia.it

Una recente ricerca condotta dal think-tank Tortuga, in collaborazione con Adesso!, evidenzia come il caro-vita milanese impatti soprattutto sui giovani, sugli operai e sulle persone con un basso livello di istruzione. Mentre la “classe ricca” della città guadagna mediamente il 43% in più rispetto alla media nazionale, molti giovani fanno fatica a sostenere le spese, pur avendo stipendi più alti rispetto ad altre aree italiane. Il salario medio lordo orario a Milano è infatti di 13,21 euro, superiore del 9% rispetto alla media nazionale. Tuttavia, i costi elevati erodono rapidamente i benefici di questa differenza salariale.

Il costo della vita per un giovane single tra i 18 e i 29 anni è del 23% più alto rispetto ad altre città metropolitane italiane, secondo i dati di Tortuga. Questo significa che anche chi ha un buon lavoro può trovarsi in difficoltà nel far fronte alle spese quotidiane. L’Istat stima che un single sotto i 30 anni necessiti di almeno 1.175 euro al mese per coprire i bisogni essenziali, contro i 952 euro richiesti in altre città metropolitane. Per una coppia con un figlio, il minimo sale a 1.831 euro. Questi dati confermano che il costo della vita a Milano è significativamente più alto rispetto ad altre zone d’Italia, mettendo sotto pressione soprattutto chi ha redditi medio-bassi.

# Il modello londinese del “living wage”, basato sul costo della vita: un esempio per Milano?

Per affrontare il problema del caro-vita, lo studio “Per un salario giusto a Milano” propone di ispirarsi al modello inglese del London Living Wage. Nel Regno Unito, oltre al salario minimo nazionale, esiste un salario di sussistenza per le zone con un costo della vita elevato, come Londra. Questo “living wage” viene adottato volontariamente dalle imprese che desiderano garantire un livello di vita dignitoso ai propri dipendenti.

In Italia, il dibattito sul salario minimo legale è ancora in fase di stallo. La discussione verte su diversi punti controversi, come la cifra oraria adeguata e l’efficacia della contrattazione collettiva. Tuttavia, a livello locale, il dibattito si sta sviluppando: Firenze ha recentemente introdotto un minimo salariale per le imprese che partecipano agli appalti pubblici, fissandolo a 9 euro l’ora. Milano potrebbe seguire questa strada, puntando però a una soluzione ancora più ambiziosa.

La proposta per Milano prevede l’introduzione di un salario minimo locale, a partire da una soglia di 8,3 euro l’ora per i lavoratori più vulnerabili, come i giovani single sotto i 30 anni. Questa cifra, seppur inferiore al salario medio cittadino, è calcolata in base al costo reale della vita e rappresenterebbe un passo concreto verso una maggiore equità salariale. L’obiettivo è colmare la distanza tra i salari attuali e il costo della vita, offrendo un sostegno economico a chi si trova ai margini del mercato del lavoro.

# Un’opportunità per le Imprese?

Un salario minimo volontario potrebbe anche stimolare il miglioramento della qualità del lavoro e della produttività. Nel modello londinese, il 70% delle imprese che hanno adottato il London Living Wage ha riportato miglioramenti nella reputazione aziendale, mentre l’80% ha osservato un aumento della qualità del lavoro dei dipendenti. Questo suggerisce che un intervento mirato potrebbe portare vantaggi sia ai lavoratori che alle aziende, creando un circolo virtuoso che favorisca la crescita economica.

A Milano, dove la competizione per i talenti è elevata, l’adozione di un salario minimo cittadino potrebbe contribuire a rendere più attrattivo il mercato del lavoro, migliorando le condizioni per i lavoratori e incentivando le aziende a investire nella città.

Continua la lettura con: L’andamento lento dell’inflazione a Milano: tra le meno colpite in Italia. Eppure è seconda per caro vita

MATTEO RESPINTI

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Quando passa il Milano-Mortara di Trenord

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La regione a 30 all’ora. 

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Continua con: Quando esci dalla metro a Duomo

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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I 7 borghi più “intelligenti” della Lombardia

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Il City Vision Index, realizzato da Blum e Prokalos per City Vision, ha confermato Milano come la città più smart d’Italia. Non solo: la Lombardia è la regione leader in innovazione urbana e trasformazione digitale. Ma quali sono le 7 località lombarde a ruota di Milano?

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I 7 borghi più “intelligenti” della Lombardia

# City Vision Score 2024: aumenta il divario tra Nord e Sud

Il City Vision Score valuta il livello di “intelligenza” dei Comuni italiani sulla base di 30 indicatori, raggruppati in sei aree chiave: Smart governance, Smart economy, Smart environment, Smart living, Smart mobility e Smart people.

I dati, raccolti da fonti istituzionali, offrono una panoramica approfondita del grado di innovazione di ogni città e borgo. Grazie all’adozione di tecnologie digitali e a politiche mirate alla sostenibilità, la Lombardia dimostra di essere una delle regioni più avanzate a livello nazionale.

Il City Vision Score 2024 ha riconfermato il divario cronico Nord-Sud: nessuna città del Centro o Sud Italia compare nella top 10 dei comuni più smart, con Roma al 46° posto tra i capoluoghi e al 1.412° su tutti i comuni italiani. Il primo comune del Sud Italia che si incontra in classifica è Fara San Martino, in Abruzzo, al 163° posto.

Questi sono i comuni che, dopo Milano, eccellono nel City Vision Index. Punto in comune: sono tutti molto piccoli. 

#1 Credera Rubbiano (Cremona) – 2° posto nazionale

Con soli 1.500 abitanti, Credera Rubbiano si posiziona subito dopo Milano a livello nazionale. Questo borgo, situato nel cremonese, ha saputo valorizzare la sostenibilità e la digitalizzazione dei servizi pubblici.

Credera Rubbiano si distingue per l’eccellente gestione dei rifiuti, l’efficienza amministrativa e l’offerta di servizi online ai cittadini. Questi risultati dimostrano come anche i piccoli centri possano competere con le grandi città sul fronte dell’innovazione e della qualità della vita.

#2 Casaletto Vaprio (Cremona) – 5° posto nazionale

A pochi chilometri da Credera Rubbiano, il comune di Casaletto Vaprio, con 1.700 abitanti, si posiziona quinto in Italia. Oltre alla digitalizzazione dei servizi, Casaletto Vaprio promuove iniziative sociali innovative, come programmi di integrazione per gli anziani e borse di studio per studenti meritevoli.

Questi progetti confermano l’impegno della comunità nel favorire il benessere e l’inclusione sociale, rendendo Casaletto Vaprio un modello di smart governance.

#3 Collebeato (Brescia) – 9° posto nazionale

 

Situato nel bresciano, Collebeato (4.500 abitanti) è uno dei comuni più avanzati in Lombardia grazie all’introduzione di un’agenda smart che consente ai cittadini di prenotare appuntamenti per i servizi comunali online.

Oltre alla digitalizzazione, il comune ha lanciato iniziative per la sostenibilità, come la raccolta differenziata avanzata e corsi di formazione professionale per i disoccupati, mirati a migliorare l’inclusione nel mondo del lavoro attraverso nuove competenze.

#4 Ripalta Cremasca (Cremona) – 10° posto nazionale

Ripalta Cremasca, piccolo comune con 3.400 abitanti, ha ottenuto una posizione di rilievo per la sua aula digitale innovativa presso la scuola primaria Giovanni Pascoli.

Questo progetto, finanziato dalla Regione Lombardia, integra tecnologie avanzate per un apprendimento interattivo e digitale, con 20 Chromebook e attrezzature all’avanguardia. Inoltre, il comune ha partecipato al progetto P.i.c.c.o.l.i., un’iniziativa ministeriale che coinvolge 32 comuni, mirata all’ottimizzazione dei servizi digitali.

#5 Montevecchia (Lecco) – 12° posto nazionale

Con 1.700 abitanti, Montevecchia, in Brianza, ha sviluppato numerosi progetti smart. Grazie all’app IO, i cittadini possono accedere facilmente a diversi servizi pubblici digitali, inclusi quelli legati alla mobilità sostenibile e ai pagamenti elettronici.

Montevecchia sta anche lavorando su “Game On”, un’iniziativa che coinvolge i giovani in una mappatura digitale della parte storica del comune, promuovendo la conoscenza e l’attaccamento al territorio locale.

#6 Montanaso Lombardo (Lodi) – 13° posto nazionale

Montanaso Lombardo (2.200 abitanti) si distingue per l’impegno in campo ambientale e tecnologico. Il comune ha implementato un sistema avanzato di gestione dei rifiuti, che include l’uso di eco-isole e cassonetti smart per monitorare i livelli di riempimento in tempo reale.

Questo consente di ottimizzare la raccolta dei rifiuti e ridurre l’impatto ambientale. Inoltre, è stato potenziato l’accesso alla rete Wi-Fi pubblica gratuita nelle aree strategiche del paese.

#7 Nosate (Milano) – 15° posto nazionale

Nosate, piccolo comune nel milanese, ha introdotto diverse innovazioni nel campo della sostenibilità e dell’accessibilità dei servizi. Le iniziative del comune mirano a rendere più efficienti i servizi pubblici e a migliorare la qualità della vita dei suoi 1.000 abitanti attraverso una gestione mirata delle risorse. L’impegno nella sostenibilità ha contribuito a rendere Nosate uno dei comuni più avanzati in Lombardia.

Continua la lettura con: 7 paesi dell’hinterland che sono entrati a far parte di Milano

MATTEO RESPINTI

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Sicurezza a Milano: «più telecamere dove lo chiedono i cittadini». Perché non un’app dedicata?

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Credits: Ideogram.AI
La sicurezza è il problema numero uno di Milano, l’amministrazione comunale ha accolto l’idea dell’opposizione di posizionare maggiori telecamere dove lo richiedono i cittadini. Tutto ciò basterà a rendere Milano più sicura?
 
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Sicurezza a Milano: «più telecamere dove lo chiedono i cittadini». Perché non un’app dedicata?

# Il problema di Milano: la sicurezza

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La sicurezza è il problema principale che attanaglia la città di Milano. Secondo quanto rilevato dal Sole 24 Ore, con un indice di 6.991,3 denunce ogni 100.000 abitanti, la città si trova al primo posto tra le più insicure d’Italia.

Il report mostra un quadro preoccupante per il capoluogo lombardo: 3.489 denunce per minacce, 1.229 per percosse, 3.832 per lesioni dolose, 29.720 per danneggiamenti, 124.631 per furti, 4.123 per rapine, 20.029 per frodi informatiche e 76 per omicidi colposi, su 298 omicidi totali registrati in Italia.

# La soluzione dell’opposizione? Più telecamere dove vogliono i cittadini

In questo contesto, il Consiglio comunale di Milano ha approvato un ordine del giorno, presentato dalla Lega, volto a intensificare la videosorveglianza nelle periferie cittadine. L’idea è stata accolta positivamente dall’Assessore alla sicurezza, Marco Granelli, che ha evidenziato l’importanza di ascoltare le segnalazioni dei residenti per stabilire le aree da coprire con i nuovi “occhi elettronici”.

Con un ampio consenso di 29 voti a favore e 4 astensioni, la proposta ha guadagnato il via libera, dimostrando, forse per la prima volta, un’attenzione trasversale al tema sicurezza nelle zone più sensibili e vulnerabili della città.

# Anche la maggioranza lavora per una Milano più sicura

A dire il vero, l’aumento delle telecamere di videosorveglianza non è l’unica misura in campo: il Comune ha investito significativamente anche nel rafforzamento delle forze dell’ordine.

L’assessore Granelli ha sottolineato come la sicurezza sia una priorità anche per l’amministrazione locale e ciò è testimoniato dall’assunzione di 707 nuovi agenti, quasi il doppio rispetto ai pensionamenti, che ha portato a un incremento netto di circa 250 effettivi. Si tratta di una risposta parziale ma concreta alle problematiche che affliggono la città.

In più, a metà ottobre, Palazzo Marino ha approvato un nuovo regolamento sulle telecamere di videosorveglianza che favorisce l’integrazione con i diversi sistemi di sicurezza privata presenti a Milano. Questo strumento faciliterà l’uso delle immagini da parte dei soggetti autorizzati, grazie alla collaborazione tra Comune, prefettura e altri enti, incluse le forze dell’ordine e i vigili del fuoco. Si promuoverà, inoltre, un’intesa con i soggetti di sicurezza privata, garantendo un controllo del territorio più capillare.

# Potrebbe un’applicazione risolvere il problema sicurezza?

Sebbene l’incremento delle telecamere e delle forze di polizia rappresenti un passo avanti, una reale e duratura percezione di sicurezza richiede ulteriori soluzioni innovative. Tra queste, si potrebbe immaginare un sistema che integri le telecamere di sorveglianza con una app accessibile ai cittadini.

L’applicazione, concepita come strumento bidirezionale, potrebbe consentire alle forze dell’ordine di inviare notifiche agli utenti in caso di pericolo nelle vicinanze, basandosi su dati in continuo aggiornamento. I cittadini, dal canto loro, avrebbero la possibilità di segnalare immediatamente situazioni sospette, reati subiti o comportamenti violenti a cui stanno assistendo, rendendo le informazioni in tempo reale accessibili a chi di dovere.

# La soluzione definitiva che però fa un po’ paura

Guardando oltre le misure immediate, ci si potrebbe interrogare su tecnologie di sorveglianza ancora più avanzate, come le telecamere dotate di riconoscimento facciale, già in uso in città come Pechino e Singapore. Questi dispositivi futuristici consentono un controllo estremamente efficiente e puntuale, ma sollevano questioni rilevanti in merito alla privacy e al rispetto delle libertà individuali.

L’utilizzo sistematico di questi sistemi senza dubbio, a lungo andare, migliorerebbe il problema della sicurezza, rendendo, però, Milano una città sotto sorveglianza perenne, con il rischio di una deriva distopica. Una soluzione del genere potrebbe trovare il favore di coloro che cercano una maggiore protezione, ma solleverebbe le perplessità di chi teme un controllo eccessivo da parte delle autorità.

Continua la lettura con: Sicurezza a Milano? “La gran parte non denuncia neanche”

MATTEO RESPINTI

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Nuovi poteri ai municipi di Milano: quelli in arrivo e quelli che dovrebbero avere

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Municipio 9 FB - Sede Municipio 9

In Italia ogni territorio è autonomista con il potere che ha sopra, ma centralista con quello che sta sotto. Un esempio? Regione Lombardia vuole più autonomia da Roma, ma poi non ci sente quando si parla di dare più poteri alle città che la compongono. Lo stesso vale per Milano: vuole più poteri dalla Regione ma tiene i municipi al guinzaglio con risorse e libertà a livello di condominio, anche se si parla di territori grandi come le principali città della regione. Ma qualcosa forse inizia a cambiare. 

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Nuovi poteri ai municipi di Milano: quelli in arrivo e quelli che dovrebbero avere

# L’obiettivo è valorizzare il ruolo dei “parlamentini” di zona 

ph. Affaritaliani – aula consiliare Palazzo Marino

Il 28 ottobre 2024 sono state approvate alcune modifiche al regolamento dei municipi milanesi da parte del consiglio comunale di Palazzo Marino. L’obiettivo principale è quello di valorizzare il ruolo dei “parlamentini” di zona come “portatori di esigenze e bisogni delle comunità territoriali rappresentate”. La delibera, firmata dall’Assessore al decentramento Gaia Romani, intende portare a una «valorizzazione di deleghe, competenze e responsabilità dei nove municipi di Milano» e «proseguire la revisione dei processi che regolano i rapporti decisionali tra istituzione centrale e organismi decentrati» per arrivare a un «riassetto dell’architettura istituzionale con riferimento sia alla governance sia alle competenze dei municipi, in particolare in tema di rigenerazione urbana e viabilità».

# I due gruppi di modifiche approvate a Palazzo Marino

Credits: wikipedia.org – Municipi di Milano

Quali sono le modifiche approvate nel dettaglio? Nel primo gruppo rientrano i procedimenti nei quali è contemplata la consultazione obbligatoria dei municipi:

  • il provvedimento finale, da parte della giunta o del consiglio comunale, deve ora richiamare i pareri dei municipi, con l’obbligo di motivazione in caso di scostamento dei pareri;
  • i municipi possono ora deliberare l’interesse civico di iniziative locali in autonomia.

Nel secondo gruppo trovano spazio nuove funzioni per i municipi:

  • il rilascio dei permessi temporanei di suolo pubblico per iniziative di intrattenimento e socio-culturali;
  • la formulazione di proposte di itinerari e piste ciclabili nel territorio del municipio;
  • la gestione delle pagine del municipio sui social network;
  • l’istituzione in via permanente dei “consigli delle ragazze e dei ragazzi”;
  • il parere sul rilascio di autorizzazioni in deroga ai limiti di legge per emissioni sonore, agli eventi con finalità di “esclusiva rilevanza municipale” con interesse pubblico, il parere obbligatorio (non vincolante) sullo schema di bilancio e sul bilancio di previsione.

# Quali altri poteri dovrebbero essere assegnati ai municipi

Municipio 9 FB – Sede Municipio 9

Un piccolo passo, anche se si è ancora molto lontani da un decentramento vero e proprio. Il compimento della riforma territoriale della Città Metropolitana di Milano che prevedeva, tra le ipotesi, lo scioglimento del Comune di Milano e la parificazione dei Municipi agli altri comuni dell’hinterland, non è all’orizzonte e ancora di meno quella di dare a Milano gli stessi poteri di una città stato da distribuire a cascata nei parlamentini. Ci sono però altri poteri che nel frattempo Palazzo Marino potrebbe assegnare ai Municipi:

  • individuazione di aree dove realizzare parcheggi;
  • gestione del verde con relative risorse;
  • manutenzione dell’arredo urbano e delle strade sempre con relative risorse;
  • monitoraggio della soddisfazione dei cittadini per i servizi comunali;
  • monitoraggio, anche con aiuto di segnalazioni dei cittadini, dei lavori pubblici e di interesse pubblico;
  • budget per la realizzazione di manifestazioni culturali;
  • coordinamento di progetti di rigenerazione urbana, anche partecipando a bandi nazionali e a concorsi internazionali.

Continua la lettura con: 20 miliardi l’anno da Milano a Roma: con quei fondi Milano potrebbe risolvere tutti i suoi problemi

FABIO MARCOMIN

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L'”uomo nudo di Porta Nuova”: il monumento più “osceno” di Milano?

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Credits sandro89kr IG - Condizione Umana

Nel cuore del business district di Porta Nuova, tra grattacieli iconici e scintillanti, spunta un’opera che fa molto discutere i milanesi. Viene definito in modo dispregiativo, ad esempio come “il monumento più osceno della città”. Vediamo come è fatto e cosa rappresenta.

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L'”uomo nudo di Porta Nuova”: il monumento più “osceno” di Milano?

# Un uomo nudo in bella mostra su Viale della Liberazione

Condizione umana di Agenore Fabbri

Nel nuovo avveniristico quartiere di Porta Nuova, il business district milanese, con il grattacielo più alto d’Italia e altri tra i più iconici della città, c’è un monumento a prima vista alquanto sgraziato. Si tratta di una scultura di un uomo nudo in bronzo e acciaio inox proteso in avanti e scolpito nei minimi dettagli, compreso l’apparato genitale. Posizionata nel 1983 nei giardini di Piazza Einaudi, oggi è in bella mostra sul manto erboso a lato del parterre pedonale di Viale della Liberazione. Ma qual è il suo significato?

Leggi anche: 5 Monumenti di Milano da ABBATTERE

# Rappresenta la “condizione umana”

sandro89kr IG – Condizione Umana

Intitolata “Condizione Umana” e realizzata da Agenore Fabbri, la scultura rappresenta la figura drammatica di un uomo nudo martoriato da profonde ferite nell’atto di liberarsi da barre d’acciaio che lo imprigionano. Una raffigurazione che simboleggia le difficoltà dell’uomo nel contrapporsi alle limitazioni della libertà e dell’autorealizzazione imposte dalla società.

Un tema quanto mai attuale di questi tempi. 

 

Leggi anche: 10 MONUMENTI da ABBATTERE in ITALIA

Continua la lettura con: La STRADA RINASCIMENTALE di Milano

FABIO MARCOMIN

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Halloween era un’antica festa milanese: la sua storia segreta

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Molti rifuggono Halloween considerandola una festa pagana importata dagli Stati Uniti come San Valentino, i flash mob e le code fuori dagli Apple store. In realtà, forse non tutti sanno che Halloween era una antica festa milanese, anzi, una delle quattro feste centrali dell’anno di Medhelan o Medhelon, Milano in celtico.
Così come proprio dalle nostre parti gli americani hanno preso la tradizione dell’intagliare le zucche… ma andiamo con ordine!

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Halloween era un’antica festa milanese: la sua storia segreta

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# Quando Milano era dei celti…

Numerosi storici ormai sono concordi sul fatto che l’origine del nome di Milano non sia romana.

Alcune ricerche hanno documentato che prima che Mediolanum Milano era Medhelan o Medhelon, una terra di mezzo fondata dai celti, dove sorgeva un potentissimo santuario. Siamo nel VI secolo a.C. e Medhelan o Medhelon era un luogo mitico, mistico.

# La fine dell’anno cadeva con il termine di ottobre

Quello era il momento dell’alternarsi del ciclo delle stagioni, un periodo assai propizio, anzi, quello considerato il migliore per intraprendere ogni tipo di attività.

Solo allora si apriva la comunicazione fra il mondo sotterraneo dei morti e quello dei vivi.
E solo durante il Capodanno, che allora si chiamava Samain, si celebrava l’arrivo della nuova stagione con una grande festa fatta di spade, focolari, musiche, banchetti, danze all’ombra degli accampamenti.

# Un Halloween lunghissimo

Per i Celti Halloween non durava solo una notte ma proseguiva per tre giorni, dal 30 ottobre al 1° novembre. Erano le cosiddette “Tre Notti di Samain” in cui poteva accadere qualunque cosa.

# Il Capodanno celtico rivisitato a Milano

Fino a una decina di anni fa anche il pubblico contemporaneo di Milano poteva rivivere quella tradizione grazie alle rievocazioni storiche, danze irlandesi e concerti di numerosi gruppi di cosplayers e amanti del tempo dei Celti. Era usanza – e approvazione del Comune – che ad Halloween Piazza Castello si trasformasse in un grande accampamento costellati di gruppi folk nazionali e internazionali impegnati con corni, violini, arpe e cornamuse, mentre artigiani impartivano lezioni sugli antichi mestieri (come la lavorazione del feltro e la bulinatura del metallo, ma anche il conio della moneta) e impavidi Bravehearts si sfidavano in duelli all’ultimo sangue.

capodanno_celtico_halloween_milano_2010Da qualche anno, purtroppo, questa fiera non si organizza più.

# Misticismo e leggenda? 

Nel dubbio, due autori, Bruno Balzano e Daniel Conci, ci hanno scritto una saga: La Saga di Medhelan. La foto di copertina è l’interpretazione di quelle suggestioni fatta dal Blog Urbanfile. Qui sotto invece vi proponiamo altre tre immagini di una città fantasy, tratta da questa epopea ambientata in una Milano celtica, da scoprire ancora oggi, libro in mano.

E c’è perfino qualche indizio che dimostrerebbe che i Celti abbiano fatto nascere proprio a Milano se non l’idea di Halloween, alcune sue caratteristiche che sono state poi diffuse nel mondo. Halloween infatti riprende alcuni usi e costumi tramandati di generazione in generazione a Milano e in buona parte della Brianza.

Come possono confermare i nostri nonni, infatti, non sono mica stati gli americani a creare l’usanza di intagliare delle zucche arancioni con facce buffe o mostruose!

A Milano quelle zucche, coltivate nelle ‘melonere’, erano dette “Lumere”. Cave all’interno, proprio come avviene oggi, venivano riempite e illuminate con alcune candele accese che venivano imbracciate come armi dai meneghini coraggiosi. Costoro andavano di porta in porta per spaventare i vicini in cambio di noci, nocciole, castagne, che erano i frutti più dolci degli autunni a Milano. Una tradizione troppo simile ad Halloween per sembrare un fatto casuale.

Continua la lettura con: La trattoria più economica nel centro di Milano

PAOLA PERFETTI

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La trattoria più economica in centro a Milano

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Credits: @adoro_cornetti La Crota - Trattoria con pizza

Milano è la città più cara d’Italia, i prezzi sono altissimi e man mano che ci si avvicina verso il centro aumentano. Ormai per mangiare un buon piatto in un ristorantino in centro città bisogna aprire un mutuo, o almeno questo è quello che ci si dice scherzando. Se si conoscono però le zone e i locali giusti, anche Milano sa essere economica. Allora, ecco la trattoria in centro dove mangi con 10 euro.

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La trattoria più economica in centro a Milano

# Locale storico dal 1948: a pranzo niente prenotazioni

Credits: @squonk1966
La Crota – Trattoria con pizza

Aperto tutti i giorni tranne la domenica, in centro a Milano, precisamente in via Gian Giacomo Mora, 9, zona Colonne, c’è quella che potrebbe essere definita la trattoria più economica in centro città. Il locale nasce nel 1948 come Crota Piemunteisa in piazza Beccaria, dietro al Duomo, dove veniva proposta appunto cucina piemontese. Dal 1994 ha perso l’aggettivo “piemunteisa” e si è trasferita vicino alle Colonne di San Lorenzo, ma ha mantenuto il suo essere trattoria e locale storico, continuando a proporre piatti del Nord Italia, non esclusivamente piemontesi ma anche ricette lombarde e di altre regioni. Ma La Crota non era solo una trattoria, era famosa anche per i suoi panini wurstel-e-crauti e panzerotti.

# Primi piatti a 7 euro

Credits: @La Crota – Trattoria con pizza (FB)
Menù La Crota

Oggi si può mangiare a La Crota con 10 euro ed è questo che la rende una delle trattorie meno care della città e sicuramente del centro storico. Il menù propone primi piatti a 7 euro e secondi a 8,50. Tra le scelte dei primi ci sono gnocchi al ragù, maccheroni alla puttanesca, spaghetti al pomodoro e ravioli. Mentre per i secondi si può scegliere tra arrosto, polpette, cotolette e altre ricette di carne. C’è poi anche la scelta vegetariana per il secondo, si può prendere infatti uno strudel di verdure con patate al forno. Il menù comunque cambia periodicamente e a pranzo viene anche proposto il “menù del giorno” per i lavoratori, in generale tra le scelte ci sono anche tranci di pizza. All’interno della trattoria, l’atmosfera è molto familiare e dall’allestimento semplice, e sui muri si trovano le locandine dei film più celebri di sempre.

# Orari di apertura e prezzi di acqua e coperto

Credits: @la_crota
La Crota – Trattoria con pizza

La Crota – Trattoria e pizzeria è aperta martedì, mercoledì, giovedì e venerdì 12-15 e 19-23, il lunedì serve le proprie pietanze solo a pranzo, mentre il sabato fa dalle 12 alle 14:30 e dalle 20 alle 23:30, la domenica invece è chiuso. Il locale è molto apprezzato dai suoi frequentatori più assidui e una piacevole scoperta per chi ci mette piede la prima volta. Nelle recensioni Tripadvisor si legge infatti “Il locale è stata una scoperta piacevolissima: tutti i piatti erano gustosi, nella giusta quantità, serviti velocemente”, a cui fa seguito qualche indicazione sul prezzo: “Abbiamo preso una pasta alla norma, un maltagliato alle come di rapa, una bresaola rucola e grana ed una cotoletta con patate al forno. Nel cestino del pane c’erano anche tanti bei ritagli di focaccia calda! Da bere un’acqua frizzante da un litro: totale 33€ in due”, questo significa che per acqua e coperto la coppia di clienti ha pagato 1€ a testa ciascuna. Le recensioni non sono però tutte positive, c’è infatti chi non apprezza l’atmosfera troppo spartana. Una cosa però è certa, difficilmente si trovano i prezzi de “La Crota” in una zona così centrale.

Continua la lettura con: Il RISTORANTE più PAZZO di Milano (dove si può MANGIARE GRATIS)

BEATRICE BARAZZETTI

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I semafori che accendono anche i pali: quando arriveranno anche a Milano? E quali sono le innovazioni per rendere più sicura la circolazione?

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indiamart.com - Semafori con pali led illuminati

Dopo il primo semaforo italiano, a Milano arriverà anche quello con i pali a led? Come funziona e quali criticità risolve.

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I semafori che accendono anche i pali: quando arriveranno anche a Milano? E quali sono le innovazioni per rendere più sicura la circolazione?

# Dopo il primo semaforo italiano, a Milano arriverà anche quello con i pali a led?

credits: avvenire.it

Milano è sempre stata una città all’avanguardia in Italia, sono molti infatti i primati di precocità rispetto al resto del Paese. Uno di questi riguarda l’entrata in funzione del primo semaforo il primo aprile 1925. Posizionato all’incrocio tra Piazza Duomo, via Orefici e via Torino, tre anni dopo la prima accensione europea a Parigi, ha comportato anche un cambio delle regole di circolazione: i pedoni solo sui marciapiedi, i veicoli sulla parte sinistra della strada e il movimento di entrambi fosse regolato dalle segnalazioni luminose del semaforo centrale. Un impianto semaforico diverso da quelli attuali, era regolato dai vigili urbani e, trovandosi all’incrocio tra cinque strade, era regolato dai vigili urbani, era composto da cinque colonne luminose, una per ogni direzione delle strade coinvolte, e oltre al verde, giallo e rosso aveva anche una luce di colore bianco.

Leggi anche: Il primo SEMAFORO italiano comparve a Milano il 1° aprile 1925: con quattro colori. UrbanFile: trasformiamolo in MONUMENTO

# I nuovi modelli di semaforo usati in città come Mumbai e Tirana

indiamart.com – Semafori con pali led illuminati

L’introduzione del nuovo Codice della Strada nel 1960 ha normato la disposizione dei colori come li conosciamo oggi, con il rosso in cima e il verde in basso subito dopo il giallo. Nel frattempo sono però seguite innovazioni tecnologiche negli impianti semaforici, come il conto alla rovescia per segnalare il cambio di colore. Una delle più recenti riguarda i pali del semaforo, che integrano al loro interno delle strisce LED illuminate del colore del luce accesa nella lanterna semaforica. Tra le città che lo stanno sperimentando ci sono diverse città dell’India, come Mumbai, e la capitale dell’Albania, Tirana.

# Le criticità che vengono risolte adottando questa soluzione

indiamart.com – Semaforo led verde

Questo modello di semaforo è pensato per aumentare la visibilità, in particolare nelle aree con traffico intenso o nelle situazioni dove veicoli di grandi dimensioni come camion e autobus possono ostacolare la vista dei semafori tradizionali. I conducenti riescono a vedere meglio i segnali stradali e di conseguenza migliora la sicurezza stradale.

# Altre innovazioni per migliorare la sicurezza urbana: semafori sull’asfalto, strisce pedonali luminose e carreggiata flourescente

Michele Dotto Fb

Ci sono poi altre innovazioni utili a migliorare la sicurezza urbana. A Dubai ad esempio i LED semaforici sono integrati nella linea di arresto prima delle strisce pedonali per gli autisti.

fiammettaphotos IG – Strisce led sui marciapiedi

In altri casi sono state sperimentate le strisce pedonali luminose o illuminate, anche in Italia, quelle con i led per gli utenti e quelle in 3D, oppure che cambiano colore in sincro con il semaforo, anche per aiutare i pedoni in caso di distrazione da smartphone a causa dello sguardo rivolto verso il basso. Infine le strisce di carreggiata fluorescenti e anche le ciclabili fluorescenti, per consentire di rimanere in strada anche in assenza di illuminazione pubblica.

Leggi anche: PANCHINE RISCALDATE, FERMATE INTELLIGENTI, STRISCE LED per chi GUARDA il CELLULARE: il futuro prossimo di Milano?

Continua la lettura con: Le STRISCE PEDONALI più creative del mondo da realizzare anche a Milano

FABIO MARCOMIN

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Quando esci dalla metro a Duomo

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Dovevo scendere a San Babila.

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Continua con: Cosa succede a Milano quando il semaforo è rosso

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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In arrivo il treno low cost in alta velocità da Milano a Barcellona

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rail_away IG - Nuovi treni Nightjet

Una nuova tratta si aggiunge alla rete europea di treni notturni. Quando è prevista l’attivazione del servizio, le caratteristiche dei treni e i prezzi dei biglietti.

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In arrivo il treno low cost in alta velocità da Milano a Barcellona

# Cresce la rete di Nightjet, la rete europea di treni notturni

Credits nightjet – Treni notturni

Il numero dei viaggiatori europei che ama muoversi in treno è in crescita costante e anche per questo è in espansione l’offerta di nuovi servizi e linee. Su tutte quella di Nightjet, e di Euronight, un’iniziativa delle compagnie ferroviarie di Francia (SNCF), Germania (DB), Austria (ÖBB) e Svizzera (CFF) già attiva da tempo e che mette in collegamento molte città europee. Nel 2021 sono state attivate le prime due linee di treni low cost notturni, da Vienna a Monaco e a Zurigo ad Amsterdam passando per Colonia, nel Nel 2023 quella da Bruxelles a Parigi. Il servizio è presente anche a Milano, con partenze e arrivi nella stazione di Rogoredo e come destinazioni Vienna e Monaco.

Leggi anche: Treni di notte: bella l’idea ma la realtà può essere un incubo

# La nuova tratta per Barcellona passando per Milano

Credits alexman89-pixabay – Barcellona

Prossima fermata Barcellona. Si attende infatti l’avvio del collegamento della capitale della Catalogna con Zurigo, da dicembre 2024 dovrebbero essere raggiunte altre 12 città europee tra cui Amsterdam e le italiane Milano e Roma, dove è previsto il capolinea a sud della linea.

Mappa Nightjet

La stazione di Zurigo è lo snodo per la prosecuzione dei treni della nuova linea verso l’Italia.

Leggi anche: I TRANS-EUROP EXPRESS 2.0: i nuovi treni notturni per viaggiare tra le città europee

# I treni possono viaggiare fino a 230 km/h, dispongono di più di 250 posti e anche di cabine letto private

rail_away IG – Nuovi treni Nightjet

I treni possono raggiungere una velocità di 230 km/h, la tratta Berlino-Parigi è percorsa in circa 5 ore, e i prezzi dei biglietti partono da 30 euro e variano in base alla destinazione prescelta.

Ogni convoglio mette a disposizione circa 254 posti, con diverse tipologie di sistemazioni: vagoni letto, cabine con letti a castello condivise, con spazi individuali che garantiscono privacy ai viaggiatori, e cabine letto private per un’esperienza più esclusiva oltre ai sedili normali. Tutte le cabine, dagli scompartimenti singoli fino alle camere per famiglie, sono dotate di lavandino.

Leggi anche: I treni notturni di European Sleeper arrivano in Italia: in futuro anche a Milano?

Continua la lettura con: In partenza il primo treno ad alta velocità Parigi-Berlino: ecco quanto ci metterà

FABIO MARCOMIN

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In Svizzera «il treno regionale più lussuoso al mondo»: come saranno i treni del futuro (anche in Italia)?

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La Svizzera è da sempre sinonimo di lusso, precisione e paesaggi spettacolari. Queste caratteristiche si riflettono perfettamente nel GoldenPass Express, che è stato definito “il treno regionale più lussuoso del mondo” dal National Geographic. La Svizzera confina con la Lombardia e per molti aspetti ci assomigliamo: che cosa potrebbero prendere a modello i nostri treni?

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In Svizzera «il treno regionale più lussuoso al mondo»: come saranno i treni del futuro (anche in Italia)?

# Il GoldenPass Express: sedili panoramici e pasti a caviale e champagne

Il treno collega Montreux, nel cantone Vaud, a Interlaken, nel cantone Berna, attraversando alcuni dei paesaggi più affascinanti delle Alpi svizzere.

Gestito dalla società ferroviaria MOB (Montreux Oberland Bernois), il GoldenPass Express rappresenta il massimo dell’eleganza su rotaia, offrendo un’esperienza di viaggio unica tra vigneti, vallate profonde e ghiacciai scintillanti. Il treno viaggia quattro volte al giorno lungo una tratta panoramica di 3 ore e 15 minuti, offrendo ai passeggeri viste ininterrotte delle meraviglie naturali svizzere.

La classe “Prestige” è il fiore all’occhiello del GoldenPass Express. I sedili in pelle, riscaldati e reclinabili, sono rialzati di 40 cm rispetto a quelli delle altre classi e possono ruotare di 180 gradi per offrire la migliore visuale possibile. Il comfort è accompagnato da un’offerta culinaria d’eccellenza: i passeggeri possono degustare caviale locale di Frutigen e Champagne, immergendosi in un’atmosfera esclusiva che solo un treno di lusso può offrire.

La tariffa per un biglietto di sola andata tra Montreux e Interlaken è di 138 franchi (circa 140 euro), un prezzo relativamente accessibile rispetto ad altri treni di lusso come il Royal Scotsman in Scozia o il Venice Simplon-Orient-Express.

# Un treno di lusso in Lombardia: un sogno realizzabile?

Se si volesse portare l’esperienza del GoldenPass Express in Italia, la Lombardia sarebbe senza dubbio la regione ideale. Una possibile tratta panoramica potrebbe collegare Milano a Tirano, passando per Varenna e Sondrio lungo la sponda orientale del Lago di Como. Questo percorso offre già scenari mozzafiato che includono il lago, le montagne circostanti e i caratteristici borghi italiani.

Per rendere un treno lombardo all’altezza del GoldenPass Express, si potrebbero introdurre alcune migliorie:

  • Classe Prestige con viste panoramiche: si potrebbero installare sedili in pelle reclinabili, riscaldati e rotanti, proprio come sul GoldenPass Express. Questi sedili potrebbero essere posizionati in modo da offrire una vista ottimale sulle montagne e sul lago, garantendo ai passeggeri un’immersione totale nel paesaggio.
  • Offerta gastronomica a bordo: collaborando con produttori locali, il treno potrebbe offrire specialità culinarie lombarde come formaggi della Valtellina, vini della Franciacorta e bresaola. Una sezione del menu potrebbe essere dedicata a piatti di alta gastronomia per chi desidera un’esperienza esclusiva, mentre per gli altri passeggeri sarebbero disponibili opzioni più semplici ma sempre di qualità.
  • Carrozze panoramiche con tetti trasparenti: come già adottato in alcuni treni panoramici, le carrozze potrebbero essere dotate di tetti in vetro per una visione a 360 gradi del paesaggio, arricchendo l’esperienza visiva e rendendo il viaggio indimenticabile.
  • Servizi di lusso su richiesta: i passeggeri potrebbero prenotare in anticipo pacchetti di lusso, che includano degustazioni di vini, trattamenti benessere a bordo o addirittura escursioni esclusive una volta raggiunta la destinazione.

# Il futuro dei treni: lusso estremo e viaggi quotidiani migliorati

Il mondo dei trasporti ferroviari sta evolvendo rapidamente, non solo per rispondere alle esigenze di lusso, ma anche per migliorare i viaggi quotidiani. Le innovazioni future riguarderanno sia i treni di super lusso, sia quelli destinati all’uso quotidiano. Ecco alcune ipotesi su come potrebbero evolvere i treni nei prossimi decenni.

#1 Treni di super lusso: viaggi a cinque stelle su rotaia

  1. Suite private e spa a bordo: i treni di lusso del futuro potrebbero offrire vere e proprie suite con bagno privato, lettini matrimoniali e salotti. Alcune carrozze potrebbero essere attrezzate con centri benessere, dove i passeggeri possano usufruire di trattamenti spa, saune e massaggi durante il viaggio.
  2. Esperienze culturali e tematiche: i treni di lusso potrebbero diventare vere e proprie piattaforme culturali itineranti, con concerti di musica classica, spettacoli teatrali o degustazioni enogastronomiche a tema. Ad esempio, un treno che viaggia attraverso la Toscana potrebbe offrire un tour delle cantine direttamente a bordo, con sommelier che raccontano le caratteristiche dei vini locali.
  3. Carrozze a energia solare e sostenibilità: i treni del futuro potrebbero essere progettati per essere completamente autosufficienti dal punto di vista energetico, utilizzando pannelli solari sul tetto e sistemi di recupero energetico avanzati. Il lusso potrebbe quindi essere anche ecologico, con materiali di alta qualità ma sostenibili.

#2 Migliorare i treni quotidiani: comfort e efficienza per tutti

  1. Wi-Fi e spazi di lavoro migliorati: i treni pendolari potrebbero offrire postazioni di lavoro ben attrezzate, con prese di corrente, connessione Wi-Fi ad alta velocità e addirittura cabine insonorizzate per chi necessita di fare chiamate in tranquillità. L’idea sarebbe quella di trasformare il viaggio in treno in un’estensione dell’ufficio, per i molti che lavorano in smart working o devono viaggiare per lavoro.
  2. Spazi per il relax e la socialità: oltre ai vagoni standard, si potrebbero prevedere spazi comuni dove i viaggiatori possano socializzare o semplicemente rilassarsi. Aree lounge, piccoli bar e zone di lettura arricchirebbero l’esperienza del pendolare, rendendo il viaggio più piacevole e meno stressante.
  3. Efficienza energetica e materiali sostenibili: anche i treni quotidiani potrebbero adottare tecnologie che riducono il consumo energetico, utilizzando materiali riciclati per gli interni e motori elettrici di ultima generazione che garantiscono prestazioni elevate con un basso impatto ambientale.
  4. Personalizzazione del viaggio: Un’altra possibilità per migliorare i treni quotidiani riguarda la personalizzazione dell’esperienza di viaggio. Tramite app dedicate, i passeggeri potrebbero prenotare in anticipo il loro posto, scegliere il tipo di seduta (ad esempio, per dormire o lavorare), e persino ordinare snack o bevande da ricevere direttamente al posto.

Continua la lettura con: Per unire Milano a hinterland e periferie? Trasformare i treni in metropolitane

MATTEO RESPINTI

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7 cose che forse non sapevi delle tangenziali di Milano

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Milano ha la tangenziale. Roma ha il grande raccordo anulare. C’è chi dice che questa differenza mostri le diverse mentalità delle due principali città italiane. Ma vediamo quali sono le sette cose che non tutti sanno delle tangenziali milanesi.

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7 cose che forse non sapevi delle tangenziali di Milano

#1 Il sistema di tangenziali più esteso d’Italia con 106 km: superano anche il GRA di Roma

Credit: business online

Tangenziale Ovest, Tangenziale Est, Nord e l’ultima Tangenziale Est esterne compongono insieme il più esteso sistema italiano di tangenziali intorno ad una città, per una lunghezza complessiva di 106 km. Il Grande Raccordo Anulare di Roma, ad esempio, non arriva ai 70 chilometri.

Leggi anche: La Grande Burla: il GRA di Roma

#2 Gli svincoli invertiti sulla tangenziale est

Una particolarità che caratterizzava la tangenziale Est è stata la presenza di uno svincolo, quello di viale Forlanini-Linate, con rampe d’uscita sul lato sinistro della carreggiata, in entrambi i sensi di marcia. Da marzo 2008 le due uscite dalla prima corsia di sorpasso sono smantellate e rimpiazzate da svincoli sulla destra.

#3 La tangenziale nord è rimasta a lungo monca al centro

A52 – Tangenziale Nord

La tangenziale nord che nel progetto complessivo doveva unire le due tangenziali est e ovest è restata a lungo incompleta. Mancava infatti il tratto centrale e il collegamento tra A52 e le A50 e A51 è stato per anni garantito da due strade provinciali.

#4 La tangenziale ovest fu la prima

Tangenziale Ovest Esterna
Credits: quattroruote.it – Tangenziale Ovest Esterna

Conclusa nel 1968, l’A50 si snoda per una lunghezza di 33 km ed è la prima tangenziale milanese ad esser stata realizzata e la più estesa di tutto il sistema di tangenziali.

#5 L’unica tangenziale poetica

Credits: artespecialday.it – Alda Merini

La poetessa dei Navigli Alda Merini le ha regalato una poesia. Ecco l’incipit: “Tangenziale dell’ovest, scendi dai tuoi vertici profondi, squarta questi ponti di rovina, allunga il passo e rimuovi le antiche macerie della Porta, sicché si tendano gli ampi valloni e la campagna si schiuda.” (…)

#6 Un set per video musicali

Oltre a Fabio Rovazzi  e Morandi con “Volare”, anche J-ax con Elio nel video “La Tangenziale” e Alessandra Amoroso per “Ovunque andare” hanno utilizzato la A58 come set per i loro clip musicali.

#7 Tangenziale visionaria: già previsto l’arrivo della M3 a Paullo

Tavola Paullo Teem

Il sogno della metro M3 fino a Paullo è un sogno che dura da 30 anni e che ancora sembra molto lontano, ma chi ha progettato la A58, ovvero la Tangenziale Est Esterna, è convinto che si farà. Infatti dove sorge lo svincolo di interconnessione tra TEEM, Paullese e casello autostradale con la statale Paullese, la nuova configurazione del cosiddetto nodo di Paullo, è stato tenuto in considerazione il progettato prolungamento della linea M3 della metropolitana fino a Paullo lasciando gli spazi adeguati alla sua realizzazione.

Leggi anche: TANGENZIALI 2, IL SEQUEL: altre 7 CURIOSITÀ che forse non sapete

Continua la lettura con: Le grandi opere che servono per le infrastrutture milanesi

FABIO MARCOMIN

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Le 7 cose di Milano che ci mancano di più quando siamo via

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In questo sondaggio abbiamo chiesto ai milanesi: “Se non ci vivi che cosa ti manca di più di Milano? Oppure: se dovessi andare via da Milano che cosa ti mancherebbe di più?” Queste le risposte che hanno ricevuto più like.

Le 7 cose di Milano che ci mancano di più quando siamo via

#7 Camminare per le vie guardando i negozi

Credits: Andrea Cherchi – Galleria Vittorio Emaunuele affollata di gente

Mi sono trasferita in Piemonte da 16 anni…cosa mi manca di Milano? Tutto dalle strade trafficate ai bellissimi palazzi al camminare per le vie guardando i negozi, alla gente per strada i tram i parchi tutto ….Pia O. 

#6 La mentalità

La cosa che mi mancherebbe di più è la mentalità! Il rispetto della privacy di ognuno. Sei rispettato per quello che fai nel sociale non nel tuo privatoLiliana G.

#5 L’efficienza e la voglia di crescere

L’ordine, l’efficienza e la voglia di crescere del traino del PIL del paese.Giacomo V.

#4 Le donne milanesi

credits: elle.com

Le milanesi… che sono mondialiJohnny F.

Leggi anche: 7 cose che LE MILANESI AMANO delle MILANESI

#3 I ristoranti migliori al mondo

Credits: living.corriere.it

I ristoranti: i migliori del mondo, in ogni “categoria”!Massimo M.

#2 Prendere la metro e girare la città

Credits: milano.repubblica.it – Metro Milano

Sarà una cosa molto banale , però mi manca prendere la metro e girare tutta Milano a piedi e fare chilometri in giro per la città . Mi manca MilanoGiuseppe M.

#1 L’anonimato della metropoli

La cosa che mi mancherebbe di più se andassi in provincia è l’anonimato. Adoro non essere nessuno, essere anonima. Cosa che accade solo nelle grandi città. Uscire di casa senza che nessuno si interessi di come sono vestita e a chi mi accompagno. Che pace.Paola M. 

Continua la lettura con: Se avessi la BACCHETTA MAGICA che cosa faresti per Milano? Le 10 proposte TOP

MILANO CITTA’ STATO

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Il “treno fantasma” di Milano: il passante che non passa mai

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Credits: thedifferentgroup.com treno fantasma

I mezzi di trasporto pubblico a Milano funzionano, non si può dire altro. A parte qualche pecca, qualche ritardo di troppo e qualche sciopero che incasina tutto in un giorno che altrimenti sarebbe stato un giorno qualunque, ATM è efficiente. Tutto questo se ci si concentra su Milano Milano, sul centro città o nella sua immediata periferia. Sì perché la provincia meneghina non è poi sempre così ben servita, anche perché non è solo ATM che serve Milano, ci sono anche Trenitalia e Trenord per esempio.

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Il “treno fantasma” di Milano: il passante che non passa mai

Facciamo l’esempio della tanto amata/odiata Trenord che ha introdotto il famoso passante, treno che avrebbe collegato le linee provenienti da nord-ovest con quelle provenienti da est e sud-est, passando sotto il centro urbano di Milano. Linee comodissime se non fosse per i suoi abituali ritardi. Une delle sue linee è anche conosciuta come una linea fantasma. Ma, perché è chiamata così? Ecco la sfortuna di chi prende l’S9.

# La linea Suburbana S9 Saronno – Seregno – Milano – Albairate

Credits: commons.wikimedia.org
S9

Trenord sul proprio sito riporta: “La linea Suburbana S9 Saronno – Seregno – Milano – Albairate circonda la città di Milano e l’attraversa nei quartieri a sud. I treni della linea S9 partono ogni 30 minuti ed effettuano tutte le fermate, esclusa Ceriano Laghetto Groane. Le prime corse del mattino e le ultime alla sera sono limitate a Milano Porta Garibaldi.”

# Albairate, che era costei?

Iniziamo ad analizzare questo S9… già i suoi capolinea sono tutto un mistero, o meglio, se Saronno è ben conosciuto e per la sua stazione passano numerosi treni, sorge il dubbio di dove sia, o cosa sia Albairate. Precisiamo quindi che Albairate è un comune di meno di 5 mila anime in provincia di Milano e vicino ad Abbiategrasso.

Avviso ritardo

# Soprannominato il treno fantasma

Ma il vero problema non sono i capolinea dell’S9. Tra i pendolari che prendono il treno in una delle fermate dell’S9, questo treno non ha per nulla una buona fama. La chiamano una linea del passante, ma il vero problema è SE passa. Sì perché l’S9, conosciuto anche come l’Albairate o il Saronno, è famoso per i suoi ritardi e per le sue cancellazioni.  Per questo motivo è chiamato da molti: il Treno Fantasma.

# E’ addirittura nata una solidarietà tra pendolari

Credits: en.wikipedia.org
S9

Leggere sul tabellone luminoso che il treno S9 è in orario è quasi un miracolo, ma non c’è neanche molto da sperare, perché le probabilità che arrivi seriamente in orario sono veramente basse. All’S9 piace fermarsi, piace prendersela con comodo e non ama mai arrivare puntuale. E se tra Lambrate e Forlanini per sbaglio ha recuperato i suoi minuti di ritardo, preferisce attendere e accumularli nuovamente, magari poco prima dei binari, così da poter tener le porte ben chiuse e far perdere la coincidenza alle povere persone che ci sono su.

L’S9 è così “famoso” tra chi lo prende (o tenta di prenderlo) e chi invece sente annunciare tutti i giorni i suoi ritardi ringraziando che non è il suo treno, che a volte quando capita di scambiare due parole con il pendolare vicino a te, la conversazione potrebbe essere “Che treno prendi?” “L’S9 te?” “Oh mi dispiace, no io no fortunatamente”. È nata una sorta di solidarietà tra pendolari.

Insomma, se si può evitare, consigliamo vivamente di non organizzare i propri spostamenti con il treno fantasma, oppure partire almeno mezz’ora prima.

Continua la lettura con: IL PASSANTE STRATEGICO: le tratte in città dove il treno è più rapido della metro (anche se pochi lo sanno)

BEATRICE BARAZZETTI

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I locali dei single di Milano

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credits: www.fridaisola.it - Bar Frida Isola

Milano è la capitale dei single:  il 57% dei milanesi vivono soli. Per chi è alla ricerca di un locale dove bere e fare aperitivo in solitaria, con l’idea di mettersi in gioco, e magari incontrare un altro cuore solitario, questa selezione può fornire degli ottimi spunti. Gli indirizzi sono stati raccolti dall’app di dating Inner Circle che ha individuato i locali più amati dai single milanesi tra i suoi iscritti.

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I locali dei single di Milano

# N’Ombra de Vin: seduzione evergreen

Credits enricoboiardi IG – Un’Ombra de Vin

N’Ombra de Vin ha una storia pluridecennale: le sue cantine si trovano negli antichi sotterranei della Basilica di San Marco e risalgono al 1973, e si presenta come un locale romantico e raffinato grazie anche alle bellissme colonne al suo interno. C’è spazio anche all’esterno dove mangiare oppure fare aperitivo. In questa realtà veneta vengono proposti vini e liquori provenienti da tutto il mondo e piatti unici come il riso al salto alla milanese con gorgonzola.

Indirizzo: via San Marco, 2

# Deus Cafè: per incontri dal sapore vintage

credits: IG @alessia6308

Un altro dei locali più amati dai single milanesi secondo i dati raccolti dall’app è il Deus Cafè, nell’intrigante quartiere di Isola. Il cortile posizionato all’ingresso è il luogo ideale per fare nuovi incontri avvolti dall’ambientazione ricca di piante e addobbi stravaganti. Un locale dallo stile vintage e un bar ristorante dall’impronta industriale dove bere ottimi drink, ma anche fare brunch o apericena. 

Indirizzo: via Thaon di Revel, 3

# Frida: sarà un’avventura

credits: www.fridaisola.it

Rimaniano sempre all’Isola, in un dei locali più apprezzati dai milanesi in generale: il Frida. Si caratterizza per uno stile un pò retrò e un pò hippie, con impianti a vista e soffitto in vetro che danno quel tocco di industriale. Una sorta di oasi in città grazie al suo cortile ricolmo di piante dove sorseggiare ottimi spritz, in tutte le sue varianti, o un calice di vino. Secondo la ricerca dell’app di dating è il luogo ideale per un incontro intimo ma avventuroso.

Indirizzo: Via Pollaiuolo, 3 

# oTTo: ideale per un primo appuntamento senza impegno

credits: IG @townflavour

Anche oTTo in Chinatown è tra gli indirizzi segnalati per chi è single a Milano. Il cortile privato trasporta in un’ambientazione nuova e piacevole. Agli ottimi drink si possono abbinare taglieri con assaggi particolari, anche vegetariani. Da provare l’accoppiata spritz e quadrotti.

Indirizzo: via Paolo Sarpi, 10

# Fonderie milanesi: perfetto per nuove conoscenze

credits: IG @francesca.vertucio

A dieci minuti a piedi della Darsena c’è Fonderie Milanesi. Circondato dalle case a ringhiera, che contribuiscono a creare un ambiente intimo e raccolto, accoglie i clienti in un cortile incantevole o nel suo spazio interno arredato in modo ricercato e dal sapore di una volta. I drink vengono serviti da gustose pizze e focacce. 

Indirizzo: via Giovenale, 7

# B cafè: voglia di cose nuove

Credits francescatalia IG – Bcafè

In zona cinque vie c’è B cafè, sia bar che ristorante, da provare dalla colazione al cocktail serale. Per chi preferisse altro, c’è una grande selezione di distillati di vario tipo e distillati rigorosamente milanesi. Un ambiente accogliente e rilassante che diventa intimo dopo cena grazie all’atmosfera calda e soffusa che si viene a creare.

Indirizzo: via San Maurilio, 20

Continua la lettura: NAPA: attrazioni e locali del primo DISTRETTO a TEMA di Milano

FABIO MARCOMIN

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L’estate a Milano all’inizio degli anni Sessanta (video a colori)

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Breve documentario a colori sulla Milano del 1962 realizzato da Carlo Borroni, Antonio Baroni e Ferruccio Lorenzoni. Video pubblicato da Marco Rossetti

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10 ghost town da visitare in Italia

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Credits: @volgoitalia

Da una recente ricerca pare siano oltre mille i paesi o borghi italiani in completo stato di abbandono e le motivazioni sono le più disparate. Va da sé che chi si trovi nelle vicinanze di uno di queste ghost town dovrebbe fare una visita per calarsi in un’atmosfera spettrale di grande impatto visivo.

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10 ghost town da visitare in Italia

# Savogno (Lombardia)

Credits: @andrea_paleari

Gli oltre 2800 scalini necessari per raggiungere il paese sono probabilmente il motivo principale del lento ma inesorabile spopolamento.
La chiesa del XV secolo è la prova tangibile dell’importanza che ha rivestito il borgo fin dal medioevo. La posizione che incrocia numerose vie di percorrenza che si utilizzavano per spostarsi tra i borghi allora esistenti diede a Savogno una certa importanza.

Alcune cavità naturali (i crotti) che consentono una temperatura fresca stabile e una bassa umidità sempre costante erano utilizzate per la stagionatura dei formaggi e la conservazione di molti alimenti.
Come già detto però, i molti gradini o le vie alternative certamente più impervie hanno fatto sì che il paese si svuotasse fino ad arrivare al completo abbandono verso la fine degli anni ’60.

Ora una strada percorribile solo con un permesso fa sì che in alcuni periodi dell’anno il borgo riprenda vita grazie ad un rifugio e una cooperativa di consumo che offre prodotti a km zero.

# Poveglia (o Poveggia – Veneto)

Credits: @muertecuriosa

Assunse una importanza strategica quando Venezia si trovò a fronteggiare l’avanzata dei Franchi. Una successiva costruzione di difesa, l’Ottagono di Poveglia, fu utile per resistere a varie incursioni straniere e la posizione di privilegio nella Laguna permisero all’isola di essere sempre utilizzata per vari scopi.

Dopo alcune tormentate vicissitudini divenne un lazzaretto e, arrivando fino al dopoguerra, sede di un ospedale geriatrico e psichiatrico.

Chiamata anche isola maledetta in quanto, oltre a contare numerose migliaia di sepolture di persone morte per peste e altre malattie contagiose, fu teatro di alcuni esperimenti da parte del dottor Sarles che praticò per anni l’inumana lobotomia a numerosi pazienti.

Proprio su questa isola il dottore si suicidò buttandosi dal campanile aumentando la nomea di isola maledetta.

# Castel d’Alfero (Emilia Romagna)

Credits: @martigaddi

Collegamenti quasi inesistenti col resto del mondo e soggetta a frequenti scosse di terremoto la piccola cittadina, sede di un castello fortificato e che vanta una storia centenaria, venne via via abbandonata al destino fino a diventare completamente disabitata.

Protetta dal Ministero dei Beni culturali per la sua bellezza e la sua particolarità di essere tutta costruita su una unica strada, Castel d’Alfero presenta alcune costruzioni risalenti dal 500 in poi in un discreto stato conservativo.

# Canale Monterano (Lazio)

Credits: @discover.lazio

Una storia altalenante tra grandi fasti e periodi di oblio hanno caratterizzato questo borgo.

Certamente il periodo di massimo splendore fu raggiunto quando, prima gli Orsini e poi la famiglia degli Altieri che diedero i natali al futuro Papa Clemente X, acquistarono il borgo portando ricchezza e grande vitalità tra le mura di Monterano.

La fortune discontinue svanirono del tutto in occasione del saccheggio da parte delle truppe borboniche a fine 800. Da quel momento il centro abitato si spopolò fino a rimanere un insieme di case abbandonate.

In questa città fantasma, come già premesso, la fortuna è sempre stata altalenante al punto che, grazie al suo aspetto che si presta perfettamente come set cinematografico, la cittadella divenne sede di molte scene in film famosi.

Mario Monicelli utilizzò Monterano per alcune scene del Marchese del Grillo e Brancaleone alle crociate ma l’apice fu toccato con la produzione del kolossal Ben Hur che proprio nel borgo girò alcune scene.

# Craco (Basilicata)

Credits: @volgoitalia

Mentre la parte nuova è abitata e sede di alcune attività commerciali, la parte vecchia è in completo stato di abbandono. Il terreno franoso sul quale poggia la parte vecchia ha reso obbligatorio lo sgombero della cittadina originale anche se le case appaiono ancora intatte.

Per questa particolarità anche Craco si è prestata a numerosi set cinematografici, da Cristo si è fermato a Eboli con uno straordinario Gian Maria Volontè a Quantum of Solace, una delle avventure dell’agente segreto più famoso del mondo uscito nel 2008.

Costruzioni di ottima fattura e grande impatto architettonico, una torre normanna e Palazzo Grossi che all’interno mostra i suoi bellissimi affreschi sono lì, pronte per essere visitate con tour organizzati. Al ritorno nella parte nuova si può avere la fortuna di imbattersi in qualche anziano residente che ha avuto la fortuna di avervi abitato prima dello sgombero forzato.

# Ischiazza (Trentino)

Credits: @andrea.mattevi

Fatale fu l’alluvione del 1966 che costrinse gli abitanti a trasferirsi altrove abbandonando case e attività produttive. Un borgo rurale con laboratori per metalli, i mulini di macinazione e le fornaci per la produzione di calce per la costruzione (le calchère) rimangono a testimoniare una vita di montagna dura e molto povera che solo la gente che nasce e cresce in quei posti è in grado di affrontare.

# Apice Vecchia (Campania)

Credits: @mariacira88

Anche Apice Vecchia ha la sfortuna di essere stata edificata in un luogo ad alta concentrazione sismica. Nel 1962 si ebbe la prima violentissima serie di scosse di terremoto e i quasi 6.500 abitanti furono costretti ad evacuare il paese.

Nonostante l’imposizione delle autorità alcuni caparbi cittadini resistettero sia alle scosse che all’obbligo di abbandono del paese. Fatale fu il terremoto del 1980 che sconvolse l’intera Irpinia.

A quel punto non fu più possibile continuare ad abitare ad Apice Vecchia che divenne una delle più famose ghost town in Italia.

# Gessopalena (Abruzzo)

Credits: @mark.trob

Situato nella Maiella e diviso in due parti il paese presenta la parte vecchia in completo stato di abbandono.

Sia un terremoto nel 1933 che una scellerata azione militare eseguita dai tedeschi in ritirata verso la fine del secondo conflitto mondiale hanno condannato quella frazione del paese all’oblio.

Circondate da case di nuova costruzione, le vecchie mura fanno fatica a definire il loro aspetto originale e rimangono a testimoniare quanto la natura e la follia della guerra possano essere determinanti per l’uomo.

# Gairo Vecchio (Sardegna)

Credits: @sihmels

Mentre dal paese originale sono sorte tre “frazioni”: Gairo Sant’Elena, Gairo Taquisara e Gairo Cardedu, a Gairo non c’è più un solo abitante.

Stretti nelle vecchia mura mentre alcune alluvioni nel corso dei secoli provocavano danni sempre più ingenti, cedettero all’ultima e più imponente alluvione del 1963 decidendo di spostarsi altrove.

Già nel 1951 un nubifragio aveva messo a dura prova i pochi rimasti ma quella del ’63 mise la parola fine a ogni possibile ulteriore tentativo. In realtà delle tre frazioni solo Gairo Sant’Elena è stata edificata poco più in alto ma in una posizione decisamente più sicura mentre le altre due distano alcuni km e poco hanno a che fare con la parte vecchia del paese.

Anche se non ha un grande valore storico è probabilmente la ghost town più visitata della Sardegna (Borgo Sant’angelo e le varie miniere abbandonate sono comunque una valida alternativa nella meravigliosa isola)

# Consonno (Lombardia)

Credits: @andre_deutzmann

Molte righe sono state scritte sulla “Città dei Balocchi” nata da una idea di un imprenditore milanese sulle ceneri di un antico borgo, frazione di Olginate.

Rase al suolo le vecchie abitazioni ad eccezion fatta per la chiesa, si costruirono numerose e appariscenti costruzioni che avrebbero dovuto essere la parte iniziale di un progetto ben più ampio. Nel momento di massimo splendore si pensò anche di edificare un autodromo che se pur di dimensioni ridotte avrebbe avuto, stando all’ideatore della città dei Balocchi, alcune caratteristiche uniche al mondo.

Due frane avvenute a pochi anni di distanza e che interruppero l’unica via di collegamento col mondo esterno indussero gli investitori di rinunciare al loro sogno mentre il paese si spopolava fino a non vedere una sola anima viva girare per le vie e i palazzi.

Rimangono gli scheletri delle costruzioni a testimoniare un breve ma intenso passato.

Continua la lettura con: C’era una volta… i BORGHI STORICI di Milano

ROBERTO BINAGHI

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Il viaggio in treno più lungo partendo da Milano

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Credits: viaggi-lowcost.info - Nizza-Mosca

Se non ci fossero guerre ed altre menate quale sarebbe il viaggio più lungo che si potrebbe fare in treno da Milano? E in Italia? 

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Il viaggio in treno più lungo partendo da Milano

# Il viaggio più lungo in assoluto partendo da Milano è a bordo di treni russi: 40 ore di viaggio, 5 Paesi attraversati lungo oltre 3.000 km

Credits: viaggi-lowcost.info

È il lussuoso Milano-Mosca il viaggio in treno più lungo che si può fare partendo da Milano senza cambiare treni. Si tratta di un viaggio mitico che al momento risulta interrotto a causa del conflitto in Ucraina e delle sanzioni contro la Russia. Ma lo ricordiamo bene nella speranza che venga ripristinato. La partenza da Milano Rogoredo era alle 4.37, per una durata complessiva del viaggio fino alla capitale russa di 40 ore. In realtà la tratta completa era Nizza-Mosca che in 47 ore copriva 3.315 chilometri passando anche da Milano Rogoredo.  Tutti i giovedì, il treno composto da 12 vagoni di cui 2 vagoni ristorante, lasciava Mosca dalla stazione di Belorussky per arrivare a Nizza il sabato alle sera. Il ritorno da Nizza avveniva tutte le domeniche con arrivo a Mosca il martedì sera.

Credits: viaggi-lowcost.info

Lasciandosi alle spalle la Francia il treno attraversava altri 4 Paesi oltre all’Italia prima di arrivare a destinazione: Austria, Repubblica Ceca, Polonia e Bielorussia. Fa scalo complessivamente in 26 stazioni, fra cui appunto Milano, dopo SanRemo e Genova, Verona in Italia e Innsbruck e Vienna in Austria. 

Leggi anche: Una volta alla settimana da Rogoredo parte un treno diretto per MOSCA

# E rimanendo in Italia? Il viaggio più lungo partendo da Milano sfiora i 1000 km lungo lo stivale: poco meno di 10 ore di treno e 16 fermate intermedie

Rimanendo in Italia da quest’estate è in servizio il treno ad alta velocità Milano-Reggio Calabria, con 16 fermate intermedie, esclusi i capolinea. Impiega poco meno di 10 ore per percorrere un tragitto di circa 977 km lungo la dorsale tirrenica

Milano Reggio Calabria in treno

# Nel mondo il viaggio più lungo è tra Mosca e Pyongyang: quasi 8 giorni per percorrere oltre 10.000 km, oltre 10 volte il Milano-Reggio Calabria e più di 3 volte la tratta Milano-Mosca

Credits: pinterest

Nel mondo il viaggio più lungo che si possa fare in treno rimanendo sempre sullo stesso convoglio ferroviario è quello che parte dalla stazione di Mosca Yaroslavski e arriva a Pyongyang, capitale della Corea del Nord. Impiega 7 giorni, 20 ore e 25 minuti per percorrere 10.267 chilometri, quasi un migliaio in più del Mosca–Vladivostok, la mitica Transiberiana. Nel tragitto ci sono ben 157 fermate.

Credits: half as interesting YT – Pyongyang-Mosca

Continua la lettura con: I 10 viaggi in TRENO da fare almeno una volta nella VITA

MILANO CITTA’ STATO

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