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Ci entri ma non ne esci più: la «foresta paranormale»

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È questa la foresta più infestata del pianeta.

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Ci entri ma non ne esci più: la «foresta paranormale»

# Nel solco delle leggende di Transilvania

SiViaggia

C’è una foresta della Transilvania che non  si sottrae né alla fama della regione Nord della Romania, né alla leggendaria storia dei fenomeni paranormali avvenuti nei boschi.
È la foresta di Hoia Baciu che estende il proprio alone di mistero su una superficie di 300 ettari, nei pressi di Cluj Napoca.

Come se non bastasse la fama della Transilvania, la foresta di Hoia Baciu è soprannominata Triangolo delle Bermude di Romania, per una serie di fenomeni che non riescono ad essere spiegati razionalmente.
Dopotutto siamo in Transilvania, le strane leggende da queste parti sono la norma. E la popolazione locale non si sottrae al racconto.

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# “State alla larga da quella terra”

Cave Adsum – WP

Chi abita da queste parti evita di mettere piede a Hoia Baciu. Da secoli una raccomandazione si fa strada nelle generazioni nate a Cluj Napoca: “State alla larga da quella terra, presenze maligne la abitano”.
Ancora oggi questo antichissimo avvertimento è scandito dalla popolazione locale, con l’intento di trasmetterlo per secoli nel futuro.

La foresta ha un aspetto molto curioso: sebbene abbia un’età secolare, gli alberi sembrano giovani, presentano il tronco piccolo e – in alcuni casi – deformato, ricurvo, con un aspetto poco naturale.
Per non farsi mancare nulla, nel cuore della foresta di Hoia Baciu, c’è una formazione circolare, dove non riesce a crescere nessun tipo di vegetazione.

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# Una serie di strane sparizioni

Rimborsoalvolo

Sebbene gli abitanti si tramandano da secoli la reputazione di Hoia Baciu, è soltanto dagli anni ’60 che si hanno le prime prove documentali dei fenomeni paranormali. Quelle precedenti sono infatti solo nella tradizione orale della popolazione.
Il caposaldo è legato alla sparizione di un pastore con tutto il suo gregge di oltre 200 pecore, entrati nella foresta a pascolare e mai più ritrovati. Dopo la scomparsa gli abitanti di tutte le città vicine hanno setacciato l’intera zona, ma del pastore e degli animali non si è avuta più alcuna notizia.
Pare che anche un gruppo di contadini abbia fatto l’ingresso tra questi alberi, senza uscirne mai più e si siano trasformati in quegli alberi ricurvi dalla forma innaturale.

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# I viaggi nel tempo

Conoscenze Al Confine

Inspiegabile l’episodio accaduto ad una donna, entrata nella foresta con in tasca una moneta del XV secolo: ritrovata giorni dopo, aveva lo stesso aspetto di quando è scomparsa, compresa la moneta in tasca.

Ancora più strano il resoconto di una bambina di 5 anni, smarrita a Hoia Baciu. Per anni c’è chi ha giurato di udire nella foresta le urla di una bambina. Forse si trattava di una bimba di 5 anni, scomparsa nella foresta e ritrovata 5 anni dopo. Dopo tutto quel tempo indossava gli stessi abiti del giorno della sparizione e, soprattutto, senza alcun segno del tempo trascorso.
Per qualche strano motivo la bambina era convinta di aver vagato per qualche ora, mentre erano passati 5 lunghi anni.

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# La foresta è abitata anche dagli UFO

Clarìn

Hoia Baciu è anche uno dei luoghi in cui gli avvistamenti di UFO sono meglio documentati. Le prime testimonianze risalgono all’agosto del 1968, quando l’ex ufficiale Emil Barnea ha scattato la foto di un misterioso disco volante avvistato nel cielo sopra la foresta.
La foto di Barnea è poi diventata celebre, oggetto di approfonditi studi da parte della comunità internazionale.
Il direttore dell’osservatorio di Cluj disse all’epoca che si trattava dell’immagine di un pallone aerostatico, immortalato da prospettiva particolare.
Gli esperti hanno comunque giudicato la foto autentica, un reperto indispensabile per chi crede agli UFO e alla connessione con forme di vita extraterrestri.

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# I malesseri degli escursionisti

Indiacom

Chi si avventura, nonostante tutto, nella foresta di Hoia Baciu, racconta le sue strane sensazioni.
C’è chi si sente osservato, che nota strane presenze rannicchiate tra le fronde degli alberi, chi denuncia un malessere generale e un mal di testa invalidante e chi presenta delle eruzioni cutanee simili ad ustioni.

Il primo a notare queste ustioni, è stato il biologo Alexander Sift. Andato nella radura circolare per studiare il fenomeno dell’infertilità di quel tratto di foresta, ha sviluppato ustioni e avuto febbre alta per oltre 2 settimane.
Tornato in zona deciso a trovare una spiegazione, ha scoperto un elevato tasso di radioattività. L’uranio presente nel sottosuolo, potrebbe essere responsabile delle cheratosi.

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# Altre leggende della foresta

361magazine

Ci sono poi immagini di fotografie al paesaggio, che ritraggono volti, umani e sinistri, che prendono forma tra gli alberi o compaiono improvvisamente.
Si narra che con l’aurora, una strana nebbia sale nella foresta e, con essa, centinaia di occhi verdi.

Infine ci sono anche quelli che non si lasciano suggestionare da questi racconti, e scelgono Hoia Baciu per effettuare escursioni all’aperto o per  praticare un gran numero di attività sportive, grazie ad una pista ciclabile, campi attrezzati per il sotfball e il tiro con l’arco.
Magari con la speranza di assistere ad un fenomeno paranormale, ma non da protagonisti delle sparizioni, ovviamente.

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LAURA LIONTI

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Quelli che ai milanesi non piacciono: gli abitanti dei 7 luoghi italiani con si va meno d’accordo

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L’articolo più antipatico della storia di Milano Città Stato. Abbiamo chiesto ai milanesi quali siano gli abitanti con cui vanno meno d’accordo. Abbiamo ordinato le risposte con le principali motivazioni in questa classifica che ci attirerà un diluvio di critiche.  

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Quelli che ai milanesi non piacciono: gli abitanti dei 7 luoghi italiani con si va meno d’accordo

#7 Valtellinesi: “freddi, chiusi e diffidenti”

Il rapporto dei milanesi con la Valtellina è di amore e odio. Molti la amano per i paesaggi e per le località da sci. Però non sempre c’è simpatia tra i villeggianti e gli abitanti del luogo. Sarà per il loro essere montanari, freddi, chiusi e diffidenti, ma non pochi milanesi lamentano uno scarso feeling con loro. D’altronde pare che il sentimento sia reciproco: ai valtellinesi i milanesi spesso evocano code di auto nel week end, folla nei loro impianti e un atteggiamento un po’ snob e altezzoso. 

#6 Foggiani: gli abitanti più “schivi e scontrosi” della Puglia

Un po’ a sorpresa il sesto posto è occupato dai foggiani. Milano è una colonia della Puglia, se avesse il mare sarebbe una piccola Bari, e forse conta il peso di persone originari di questa regione che per campanilismo dileggiano Foggia. I loro abitanti vengono definiti più scontrosi e schivi degli altri pugliesi, e vivono pure “nella città più brutta della regione”, come ci ha indicato un leccese. Famoso il proverbio “fuggi da Foggia”: per i milanesi diventa anche dai foggiani?

#5 Fiorentini: “spocchiosi e indisponenti”

Meno sorprese nella quinta posizione. Si sa che tra Milano e Firenze non corra molto simpatia. In questo caso spesso per un atteggiamento tradizionalmente supponente degli abitanti del Granducato, che tendono a guardare chiunque dall’alto in basso. Fieri del loro passato, di avere “inventato l’italiano”, di vivere nella “città più bella della mondo”. E poi “hanno quell’inflessione così fastidiosa” e quell'”h” aspirata forzata da un’ironia spesso da gradassi e tutt’altro che in linea con la sobrietà meneghina. 

#4 Calabresi: “i più chiusi del Sud”

Clan dei calabresi

Sarà il ricordo del clan dei calabresi e della malavita degli anni Settanta ma a Milano non sempre calabrese fa rima con simpatia. Certo l’immagine della regione è probabilmente migliorata anche grazie ai suoi luoghi spettacolari, anche se non sempre i milanesi trovano la massima ospitalità. I calabresi, infatti, vengono considerati spesso come più chiusi degli altri abitanti del Sud Italia. Bisogna aprire il loro cuore e non sempre il milanese risulta il più adatto per farlo. 

#3 Lombardi: “invidiosi di Milano”

Spesso la vicinanza genera le peggiori antipatie. Forse è il caso anche per Milano e le città della sua stessa regione. Non è un mistero che molti abitanti di altri centri lombardi stimino Milano ma non la amino affatto. Un po’ di invidia, un po’ di tipica diffidenza lombarda, però è un fatto che anche chi viene a Milano per lavoro non veda l’ora di tornarsene a casa. Un atteggiamento che piace poco ai milanesi.  

#2 Torinesi: “una Milano che non ce l’ha fatta”

Tra Milano e Torino c’è una rivalità di lunga data. Ancora in molti a Milano non hanno digerito l’annessione e l’imposizione del centralismo: vorrebbero fare come Carlo Cattaneo e riparare in Svizzera piuttosto che cedere alla burocrazia di eredità savoiarda. Oggi a molti sembra che Torino sia una Milano che non ce l’ha fatta. E questo porta i torinesi ad accentuare in peggio alcune loro caratteristiche, in particolare quelle del detto che li accompagna “falsi ma cortesi”. Ed è difficile trovare un torinese che ami realmente Milano e i milanesi. 

Leggi anche: Carlo Cattaneo disprezzava i Savoia

#1 Liguri: “lasciateci i soldi e tornatevene a Milano”

Il primo posto non poteva che andare a loro. Gli abitanti di quelli che i milanesi considerano il “loro mare”. Un rapporto che si fa intenso d’estate e nei week end, quando i liguri assistono a una vera e propria invasione dei “milanesi”, il termine con cui identificano chiunque arrivi da fuori, foss’anche dal Kazakistan. Esistono anche gruppi e siti che in Liguria prendono in giro i milanesi. “Lasciateci i vostri i soldi e tornatevene a Milano” è un detto tipico, condito dal mugugno genovese e dalla tradizionale ospitalità ligure. Quella per cui “preso il caffé potreste lasciare il tavolo, grazie”. 

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Continua a leggere con: MILANESI vs PROVINCIALI: le 5 principali DIFFERENZE tra chi vive in città e chi sta nei dintorni

MILANO CITTA’ STATO

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I tre castelli più infestati dai fantasmi nei dintorni di Milano

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Ph. @silviatonsi IG

Anime in cerca di pace, protagoniste di inquietanti assassinii o tragici incidenti, vagano per i castelli della Lombardia. Sono molte le leggende da brivido tramandate nella regione, storie che, prendendo spunto da fatti realmente accaduti, si tingono di mistero alimentando l’immaginazione di locali e visitatori. Quali sono i tre castelli, facilmente raggiungibili da Milano, infestati dai fantasmi? E quali spettri abitano le loro mura?

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I tre castelli più infestati dai fantasmi nei dintorni di Milano

#1 Il Castello di Trezzo sull’Adda: un’intera corte di fantasmi 

credits: bassabergamascaorientale.it

Nella provincia nord-est di Milano, a Trezzo sull’Adda, sorge un imponente castello, costruito dalla famiglia Visconti nel Trecento. La fortezza è stata teatro di grandi battaglie, congiure ed assassinii. Il più celebre è sicuramente quello del suo proprietario, Barnabò Visconti, il sanguinario signore di Milano, noto per aver commesso atroci omicidi, tra cui quello di una delle figlie, che venne murata viva per aver tradito il marito.

Barnabò venne assassinato nelle segrete del suo castello, nel 1385, da suo nipote Gian Galeazzo che, dopo averlo imprigionato, lo avvelenò. Da allora, il maniero sembra essere infestato, ciò che sorprende però è da chi.

Infatti, non è solo il fantasma del padrone ad abitare tra le mura, ma anche quelli di tutta la sua corte. Secondo la leggenda, durante la Seconda Guerra Mondiale, un intero commando tedesco vide, tra le sale del castello, diversi spettri di dame, cavalieri e saltimbanchi.

Ma non finisce qui, non mancano gli avvistamenti del fantasma di una giovane donna che ogni notte si getta dalle torri del castello, svanendo prima di toccare il suolo. Sembra infine che nel 2004, un gruppo di appassionati ricercatori di fenomeni paranormali abbia fotografato una “presenza”: che fosse lo spirito di Barnabò Visconti?

#2 Il Castello di Zavattarello e l’omicidio di Pietro Dal Verme

credits: fotopavia IG

Luogo ideale per le storiche rievocazioni medioevali, nell’Oltrepò pavese, il Castello di Zavattarello è anche il luogo giusto per gli amanti del brivido. Le sue mura infatti sono state lo scenario di una storia di amore e morte ambientata nel Rinascimento.

Il proprietario del Castello era Pietro dal Verme, un condottiero promesso sposo di Chiara Sforza, la nipote del potentissimo Ludovico il Moro, signore di Milano. Dal Verme era però innamorato di un’altra donna, Cecilia del Maino, e fu proprio lei che sposò, rompendo il patto con gli Sforza.

Quasi come uno scherzo del destino, il matrimonio tra i due amanti non durò molto, Cecilia infatti morì molto presto per alcune complicazioni del parto. Fu così che Pietro, tornando sui suoi passi, acconsentì a sposare in seconde nozze Chiara Sforza. La giovane però non prese bene il fatto di essere solo la seconda scelta e, approfittando anche delle mire politiche dello zio verso i possedimenti del novello sposo, avvelenò la cena del marito, uccidendolo.

Sembra che da quel giorno, lo spirito di Pietro dal Verme si aggiri per le mura del suo castello e sono molte le testimonianze di eventi inspiegabili accaduti tra le sale della fortezza: sedie che si muovono da sole, porte aperte misteriosamente ed echi di voci maschili.

#3 La Dama Bianca del Castello di Padernello

Ph. @silviatonsi IG

L’ultima leggenda di cui vogliamo parlare vede come protagonista una figura eterea, soprannominata la Dama Bianca.

Nella Brescia del XV secolo nacque, in un castello ormai scomparso, la piccola Biancamaria, figlia di Caterina Colleoni e del conte Gaspare Martinengo. La ragazzina aveva uno spirito malinconico e una salute cagionevole, amava il silenzio e la solitudine, per questo nel 1479 si trasferì nella residenza di campagna della famiglia, nel borgo di Padernello.

La leggenda narra che la sera del 20 luglio 1480, Biancamaria stesse ammirando il paesaggio a cavalcioni sui merli del castello e, incantata da un gruppo di lucciole, credette di poter volare insieme a loro. Così, ad appena 13 anni, Biancamaria morì cadendo dalla cima del palazzo.

Si racconta che ogni dieci anni, la piccola ritorni sotto le sembianze di una Dama Bianca, con in mano un libro dorato che contiene un segreto. Che cosa ci sia scritto in questo libro, però, nessuno lo sa.

E chi vuole invece scoprire qual è la villa più infestata dai fantasmi a un’ora da Milano, clicchi qui sotto. 

Continua a leggere: La VILLA più infestata dai FANTASMI è a un’ora da Milano 

CHIARA BARONE

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Il disastro annunciato degli interscambi della M4 (specie se piove)

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Cantiere Urbanfile - Roberto Majello - Passaggio via Pantano-università

Fin dalla presentazione del progetto iniziale, approvato dal CIPE, diverse testate, tra cui la nostra, avevano sottolineato il principale punto debole di M4: l’assenza di connessione tra le linee M3 e M4. Con la formula scelta del project financing che ha obbligato il doppio tornello in tutti gli interscambi per il conteggio degli utenti, risultando per ovvi motivi scomodo. Insomma un disastro annunciato. Vedi qui: Scoppia lo scandalo M4: 100 milioni per un interscambio fantasma. 

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Il disastro annunciato degli interscambi della M4 (specie se piove)

# Il “collegamento agevolato” come ripiego per il mancato tunnel tra M3 e M4

M4-M3 l'interscambio mancante (fonte: urban file)
M4-M3 l’interscambio mancante (fonte: urban file)

Tutto parte dal progetto approvato dal CIPE nel 2009, che non prevedeva alcun collegamento tra M3 e M4. Inizialmente sembrava si potesse realizzare un collegamento sotterraneo utilizzando corridoi sotto il Policlinico, ma l’uso promiscuo dei cunicoli non è stato ritenuto possibile. In alternativa, l’istituto ospedaliero avrebbe offerto le sue aree, prima della cantierizzazione del nuovo polo, per realizzare un tunnel in direzione Crocetta, ma il presidente di Metro4 disse che non erano pervenute risposte a tale richiesta. Poi è stata avanzata l’idea di un collegamento interamente in superficie attraverso dei tapis roulant tra Missori M3 e Sforza-Policlinico della M4, ma anche questa è tramontata. Così come l’ultima ipotesi di un unico tunnel: bocciata per la presenza di reperti archeologici e perchè ritenuta troppo lunga. 

Infine la scelta finale di un cosiddetto “corridoio di indirizzamento”. Nello specifico si sta costruendo un breve tunnel dalla stazione M3 Missori fino all’incrocio di via Pantano, via Albricci e via Larga dove è prevista una nuova uscita per la linea. I lavori sono stati finanziati con circa 10 milioni di euro e riguardano anche la realizzazione delle sistemazioni delle aree in superficie. Dalla nuova uscita su via Larga è prevista, nella prima parte del 2025, la pedonalizzazione di via Pantano, con panchine anche a protezione dalle auto dei residenti che hanno l’accesso carrabile lungo la via. Ma intanto, complice la pioggia, cresce il malcontento. 

Leggi anche: Gli INTERSCAMBI da BRIVIDO nella METRO di Milano

# Il disastro annunciato: via Pantano è un pantano d’acqua e fango 

Cantiere Urbanfile – Roberto Majello – Passaggio via Pantano-università

La soluzione individuata si era rivelata sin da subito poco sensata o comunque di dubbia utilità, dato che gli utenti della metropolitana avrebbero dovuto percorrere circa 10 minuti magari sotto la pioggia e con i bagagli per arrivare alla stazione di M4.  Questo perché una parte di loro arriva da una delle stazioni ferroviarie dell’alta velocità sulla M3, Centrale e Rogoredo, per poi recarsi in aeroporto o fare il percorso inverso. La conferma di quanto previsto si è puntualmente verificato alla prima pioggia.

Nella foto in alto si può vedere il tratto di strada a lato dell’Università tra via Pantano e la stazione di Sforza Policlinico M4 trasformato in un vero e proprio pantano: allagato, colmo di foglie e fanghiglia. Una situazione che si è sempre verificata, solo che prima questo passaggio era utilizzato dagli studenti e di sera era chiuso, ora anche da migliaia di viaggiatori e con valigie al seguito, sotto gli alberi non potati e senza alcuna illuminazione, cartelli e indicazioni.

Maps – Marciapiedi corso di Porta Romana

L’alternativa arrivando da Crocetta M3 è più breve, ma i marciapiedi di corso di Porta Romana sono troppo stretti per accogliere il flusso di utenti.

# Non va meglio a Sant’Ambrogio: ora e in futuro si esce allo scoperto

Maps – M2 – M4

Non va tanto meglio per la connessione con la linea M2 a Sant’Ambrogio. Anche in questo caso si è costretti a uscire in superficie e camminare per qualche minuto all’esterno per cambiare linea. Da M2 a M4 poi mancano le indicazioni e, anche se la tratta da percorrere è breve, sotto la pioggia diventa tutto più difficile. 

Valter Repossi – Urbanfile – M4 Sant’Ambrogio

Al completamento dei lavori il collegamento è previsto comunque all’aperto, dopo essere obbligati ad uscire e rientrare dai tornelli come a San Babila per interscambiare con la M1, pur se coperti da una tettoia. Purtroppo però, anche in questo caso, la soluzione non sembra la più ottimale come si può vedere dalla foto: con vento e forte pioggia il rischio di bagnarsi uscendo e rientrando dai tornelli è molto alto.

Continua la lettura con: L’ “INTERSCAMBIO FANTASMA” M3-M4: il punto sui lavori

FABIO MARCOMIN

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Il tuo mindset quando esci la notte a Milano

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Pronti per il week end?

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Continua con: I ticinesi entrano in Area B

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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L’insostenibile lentezza di Stuparich, la piazza dove il tempo non passa mai

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Cartello lavori piazza Stuparich

In piazza Stuparich il tempo scorre lento. C’è voluta un’attesa di oltre 10 anni per l’avvio dei cantieri. In realtà erano partiti una prima volta, nel 2013, ma subito interrotti a causa di tangenti e possibili infiltrazioni mafiose. Finalmente il disco verde Ma la domanda che molti milanesi si fanno è: non sono un po’ troppi tre anni per fare qualche modifica a una piazza così strategica per il traffico milanese?  

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L’insostenibile lentezza di Stuparich, la piazza dove il tempo non passa mai

# Il progetto completo: un chilometro di tracciato di preferenziale da Stuparich a Zavattari  

Un cantiere atteso da oltre 10 anni, in realtà partito ma poi fermato a causa di tangenti e possibili infiltrazioni mafiose, per chiudere finalmente il percorso circolare protetto della 90/91 sul lato ovest. Dai 6 milioni di euro iniziali la spesa è salita a 23,4 milioni di euro, come deliberato dalla giunta nel 30 giugno 2023, di cui 3,5 da fondi Pinqua, 9 dal ministero Infrastrutture e il resto a carico del Comune di Milano. L’intervento interessa un tracciato di poco meno di 1 km tra Piazzale Zavattari e Piazza Stuparich, comprende Viale Migliara e Viale Enrico Elia, che oggi è nel più totale degrado.

Rendering preferenziale 90-91

Questi tutti gli interventi previsti:

  • lavori su tre rotonde, di cui due da realizzare ex novo, Stuparich e Zavattari;
  • oltre 3mila mq di verde;
  • 9mila mq di superfici drenanti;
  • 240 alberi;
  • un anello ciclabile bidirezionale perimetrale;
  • una coppia di piste ciclabili monodirezionali per un totale di quattro chilometri di piste in sede protetta;
  • una corsia riservata;
  • circa 11 mila mq di aree pedonali;
  • rifacimento sistema fognario con nuove tubazioni interrate.

# In arrivo 3 anni di grandi disagi

Cartello cantiere piazza Stuparich

I cantieri sono ufficialmente entrati nel vivo il 21 settembre di quest’anno con una durata prevista di 3 anni: la conclusione è stata fissata per il 21 settembre 2027. I lavori comportano disagi enormi per i residenti della zona e per chi deve transitare in quell’area con mezzi privati o il trasporto pubblico. Sono chiusi infatti al traffico veicolare gli imbocchi su piazza Stuparich delle vie Algardi, Albani e Salmoiraghi per una durata di circa di nove mesi, via Algardi diventa a doppio senso di marcia e sono creati percorsi pedonali provvisori per consentire gli attraversamenti di piazza Stuparich in tutte le direzioni.

Per quanto il trasporto pubblico la linea 68 e il servizio notturno sostitutivo M1 sono deviati lungo l’itinerario Vigliani-Lotto-Diomede, con un percorso che comprende anche il passaggio da piazza Santa Maria Nascente. Ma tre anni non sono un po’ troppi per queste modifiche sul piazzale?

# In Cina per costruire un’intera stazione ci mettono… 9 ore!

Lavori stazione Cina

Tre anni per un’opera del genere sono un tempo biblico: possibile non riesca a concludere prima? Basta fare un confronto con altre infrastrutture realizzate in passato e ai giorni nostri, all’estero e in Italia, per capire che forse si potrebbe fare meglio.

Partiamo dalla Cina, famosa per costruire qualsiasi cosa in tempi record. In soli dieci anni la città di Hangzhou ha realizzato una rete metropolitana di 516,2 km, 12 linee e 302 stazioni.  Nel 2015 lo Sanyuan Bridge è stato ricostruito integralmente in sole 43 ore, nonostante grossi imprevisti altrimenti i lavori sarebbero stati ultimati in 12 ore. Di pochi giorni fa la notizia della costruzione di una stazione ferroviaria in meno di 9 oreInfine nel 2019 un ponte da 46mila tonnellate lungo 263 metri è stato posizionato in soli 68 minuti grazie al metodo di costruzione girevole, riducendo in quel caso al minimo l’interferenza dei lavori sul traffico ferroviario e la durata stessa dell’intervento.

Leggi anche: La mega stazione costruita in 9 ore

# Il passato glorioso: la Milano Laghi costruita in 15 mesi

Di Anonimo – SkyScraperCity – Milano Sparita (http://www.skyscrapercity.com/showthread.php?t=1232367&page=252), Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=19840422 – Casello Milano Laghi

Se prendere lo Stato del Dragone come esempio può essere azzardato, vista la mole di operai presenti in ogni singola opera, anche guardando cosa è stato fatto nel nostro Paese viene da pensare. La Milano-Laghi negli anni ’20 del ‘900, il tratto di poco più di 20 km dell’odierna A8 tra Lainate a Gallarate, è stata costruita in appena 15 mesi. Spostandoci a livello nazionale gli 800 km dell’Autostrada del Sole, completata nel 1964, sono stati realizzati in soli 8 anni con un’apertura progressiva una sezione per volta in corso d’opera.

Possibile che per un breve tratto di preferenziale non si riesca a metterci meno tempo di quello preventivato, tenendo anche conto che le nuove metrotranvie extraurbane in costruzione hanno una durata simile dei cantieri con tracciati più lunghi di almeno dieci volte?

Leggi anche: Inaugurazione M4: il video della prima corsa

Continua la lettura con: La mega stazione ferroviaria costruita in 9 ore (non anni, ore!): le 4 grandi opere che si dovrebbero costruire a Milano con la stessa tecnologia

FABIO MARCOMIN

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Il posto a Milano che trasmette più serenità ai milanesi

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Abbiamo posto ai milanesi una domanda semplice ma profonda: “Qual è il posto a Milano che ti trasmette più serenità?” Le risposte sono state sorprendenti e variegate, rivelando non solo i luoghi più amati, ma anche la particolare percezione di serenità che ognuno. Scopriamo insieme alcuni degli angoli di pace Milano.

 

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Il posto a Milano che trasmette più serenità ai milanesi

#1 L’orto botanico in Brera: un luogo magico e ricco di poesia

In cima alle preferenze troviamo l’orto botanico di Brera. Questo angolo nascosto nel cuore di Milano è un vero e proprio rifugio per chi cerca un po’ di tranquillità. Immerso nel verde e circondato da piante e fiori rari, l’orto offre un’oasi di pace lontana dal traffico e dal rumore della città. La bellezza dei suoi sentieri, delle aiuole e delle statue antiche invita a passeggiare e meditare. Qui, il tempo sembra rallentare e i milanesi possono immergersi in un’atmosfera quasi magica, dove la poesia e la natura si fondono in un abbraccio rigenerante.

#2 Giardini Guastalla: il primo giardino pubblico di Milano 

Credits: @anpe4965
Giardini della Guastalla

Al secondo posto tra le oasi della serenità ci sono i Giardini Guastalla. Questi giardini storici, situati in pieno centro, sono un perfetto esempio di bellezza e tranquillità. Con le loro aiuole fiorite, i sentieri alberati e le statue artistiche, i Giardini Guastalla offrono un rifugio incantevole nel cuore della città.

Qui, si può passeggiare, leggere un libro su una panchina o semplicemente godere del paesaggio, immergendosi in un’atmosfera di calma e serenità. La presenza di famiglie e bambini che giocano aggiunge un tocco di vivacità a questo angolo di pace, creando un equilibrio perfetto tra vita urbana e natura.

#3 In Sant’Ambrogio: accuditi dal Santo Patrono

Credits: @milano_south
Sant’Ambrogio

Sull’ultimo gradino del podio c’è il patrono di Milano. O meglio la sua casa: la Basilica di Sant’Ambrogio. Questo splendido esempio di architettura romanica è non solo un luogo di culto, ma anche un rifugio di pace e riflessione. L’atmosfera che si respira all’interno della basilica è di grande tranquillità, favorendo la meditazione e la contemplazione.

Molti visitatori affermano di sentirsi avvolti da un senso di pace e spiritualità, lontani dal trambusto della vita quotidiana. La bellezza dei mosaici, delle opere d’arte e della struttura architettonica rende la basilica un luogo unico dove rifugiarsi per ritrovare se stessi.

#4 Parco Sempione: il luogo dei ricordi 

kanaka98 IG – Tramonto Parco Sempione

Chi non ha ricordi del passato ambientati al Parco Sempione? “Ho trascorso la mia giovinezza qui… bei ricordi”, ci racconta un lettore. Questo parco, situato proprio dietro il Castello Sforzesco, è un grande polmone verde della città, dove ci si può immergere nella natura, fare jogging, o semplicemente rilassarsi su un prato.

Le immagini di pic-nic con amici, di pomeriggi passati a leggere un libro all’ombra degli alberi e di eventi culturali che animano il parco restano vive nella memoria di molti. Sempione è un luogo di incontri, di sorrisi e di momenti indimenticabili, che rappresentano una parte importante della vita di chi è cresciuto a Milano.

#5 Piazza Sant’Eustorgio e la sua magica atmosfera

Credits danieladifebbraio IG – Basilica di Sant’Eustorgio

Piazza Sant’Eustorgio, in particolare in una giornata di sole, è un altro angolo sereno scelto dai milanesi. Questo spazio, con la sua storica basilica e l’atmosfera rilassata, è perfetto per una passeggiata o per fermarsi a prendere un caffè.

Altre piazze come Piazza della Scala, in una notte d’estate, dice qualcuno, e Corso Garibaldi, in un affollato venerdì sera, dice qualcun altro, offrono un mix di bellezza e vivacità. Sebbene il centro di Milano sia indubbiamente bello, è facile sentirsi sereni qui, immersi nella sua atmosfera magica, circondati da musica e luci.

#6 Una passeggiata al Parco delle Cave

Credits: @stefidellestefi
Parco delle Cave

Andare via senza uscire da Milano. Il Parco delle Cave è un altro dei luoghi menzionati dai milanesi. Questo parco, uno dei più grandi della città, è un angolo di natura selvaggia che offre la possibilità di staccare dalla routine quotidiana. Tra laghetti, sentieri e boschetti, si può passeggiare immersi nella natura, osservando la fauna selvatica e godendo della bellezza del paesaggio.

È il luogo ideale per una passeggiata contemplativa, un pic-nic con gli amici o semplicemente per rifugiarsi dal frastuono urbano. Qui, ci si può sentire lontani dal mondo, respirando a pieni polmoni la freschezza dell’aria e ascoltando il canto degli uccelli.

#7 CityLife: la tranquillità contemporanea

O più in generale il trittico De Angeli, Buonarroti e CityLife, che rappresentano una fusione perfetta di modernità e tranquillità. Questa aree sono caratterizzate da ampi viali, spazi verdi e architetture contemporanee che si integrano armoniosamente. Passeggiando tra i parchi e le piazze, si può godere di un’atmosfera serena, ideale per una passeggiata dopo lavoro o un pomeriggio di relax.

CityLife, in particolare, offre spazi aperti e aree attrezzate per il tempo libero, creando un ambiente dove è facile sentirsi a proprio agio e lontani dal caos della vita milanese.

#8 Il Naviglio Grande: il fascino di un lungo fiume

@associazionedelnavigliogrande

I milanesi non si scordano certo del Naviglio Grande, un simbolo di Milano e un luogo amato da molti. Qui, il suono dell’acqua che scorre e la vista dei canali creano un’atmosfera incantevole, perfetta per una passeggiata serale.

I locali e i ristoranti che si affacciano sul naviglio offrono l’opportunità di gustare un aperitivo mentre si osserva il tramonto riflettersi sull’acqua. La bellezza del paesaggio e la vivacità delle persone che si incontrano lungo il cammino contribuiscono a creare un senso di serenità e convivialità.

#9 Bonus centro: la terrazza al 5° piano

Credits Andrea Cherchi – Duomo dall’alto

Ecco, questo ce lo ha suggerito un milanese a cui piace vincere facile: “Nella mia spaziosa terrazza al 5° e ultimo piano, dove di sera si vede la Madonnina illuminata…” Questo è un esempio perfetto di come la vita urbana possa essere serena.

Affacciarsi sulla città, osservare le luci che si accendono e godere di una vista mozzafiato è senza dubbio un’esperienza unica. Anche se, bisogna dirlo, è facile sentirsi sereni in un contesto così splendido, circondati dalla bellezza architettonica e dalle vibrazioni della vita milanese.

#10 Bonus ironico: il boschetto di Rogoredo

I milanesi amano l’ironia. Così al decimo posto entra anche un luogo che forse rappresenta l’esatto opposto della serenità: “Il boschetto di Rogoredo. Lì, altro che serenità, ti fai di quei viaggi…”, ed effettivamente, questa osservazione ci ci riporta con i piedi per terra.

In un contesto come Milano, dove si cerca serenità nei luoghi più belli, zone come Rogoredo rappresentano una realtà completamente diversa. Qui, il degrado e la situazione di difficoltà sociale sono evidenti, e ricercare la pace risulterà sicuramente difficile ai agli abitanti. La sagacia di questa affermazione mette in luce il fatto che la nostra città, per quanto offra bellezza e tranquillità, ha anche le sue zone d’ombra, dove la serenità è una parola sconosciuta.

Continua la lettura con: I 5 paesi dei dintorni da annettere a Milano… e la soluzione per collegare l’hinterland con la città

MATTEO RESPINTI

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M6, M7 fino all’M11: i percorsi delle sei linee della metro che… ancora non ci sono

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Credits http://furettofurbetto.blogspot.com/ - Le estensioni delle metropolitana mancanti a Milano

Milano ha in cantiere e in progetto numerosi prolungamenti della rete metropolitana nei prossimi anni. Inaugurata la nuova M4, si sta procedendo a numerosi estensioni delle linee esistenti ma ci sono delle direttrici che sarebbero molto utili a Milano. Ecco quali potrebbero essere le nuove linee da prevedere oltre il 2040.

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M6, M7 fino all’M11: i percorsi delle sei linee della metro che… ancora non ci sono

# M6, la linea rosa: da Baranzate a Noverasco-Opera

La linea M6 con le varianti previste nel PUMS
La linea M6 con le varianti previste nel PUMS

La M6 è la “linea rosa”, prospettata fin dai tempi della giunta Moratti. Concepita inizialmente per essere realizzata prima di Expo, al momento sono stati inseriti in finanziaria 2022 le risorse per la progettazione del tratto sud, che intersecherebbe le linee M2 e M3. Per essere davvero utile, e coprire un quadrante della città scoperto dalla linea metropolitana, dovrebbe arrivare a nord fino Baranzate e a sud avere una diramazione fino a Opera o a San Donato, oltre alla direttrice verso Noverasco

Leggi anche: M6: la favola della metropolitana ROSA

# M7, la linea celeste: la tratta orizzontale a nord, da Domodossola M5 a Cascina Gobba M2

Credits http://furettofurbetto.blogspot.com/ – Le estensioni delle metropolitana mancanti a Milano

La linea celeste o M7 collegherebbe in orizzontale la periferia Nord di Milano, in un percorso compreso che toccherebbe Domodossola, Bovisa, Affori, Bicocca, Greco, Precotto, Cascina Gobba.

# M8, la Circle Line con l’anello chiuso ad ovest

Circle line Milano
Credits: wikipedia.org – Circle line Milano

La M8 potrebbe spettare alla Circle Line, non solo il tratto in realizzazione e previsto dal Pums che da Rho Fiera-MIND arriva fino a San Cristoforo Fs, ma prevedendo la chiusura dell’anello a ovest.

# M9, la linea fucsia: la tratta orizzontale a sud, da San Cristoforo M4 a Rogoredo M3

La M9 o linea fucsia potrebbe servire in orizzontale la periferia sud della città da San Cristoforo M4 a Rogoredo M3.

# M10, la linea smeraldo: la metro di Milano Est, da Segrate a Noverasco M6

M10

La M10, o linea smeraldo, potrebbe mettere in connessione il Comune di Segrate con Lambrate M2, Porta Venezia, proseguire lungo il tratto est della filoviaria per giungere fino a Noverasco magari sfruttando i binari della M6.

# M11, la linea bordeaux: da Molino Dorino all’Ospedale Sacco

La M11, o linea bordeaux, collegherebbe la stazione di Molino Dorino M1 con l’ospedale Sacco interscambiando con la linea M6 e allungandosi per intercettare la linea M5 prolungata fino a Settimo Milanese e la M1 fino a Baggio.

Ringraziamento speciale a: Furetto Furbetto (Blog)

Continua la lettura con: Le ESTENSIONI FUTURE delle linee della METROPOLITANA

FABIO MARCOMIN

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L’hinterland di Milano sta diventando il regno dei campus data center

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ilcittadino - Progetto campus Melegnano

Milano e in particolare il suo hinterland sono ormai riconosciuti come uno dei principali hub digitali in Europa grazie agli investimenti infrastrutturali, come la realizzazione di nuovi data center, e alla diffusione delle reti in fibra ottica. Ecco la situazione attuale e i progetti di sviluppo futuri.

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L’hinterland di Milano sta diventando il regno dei data center

# Una crescita costante negli ultimi anni: il 50% dei poli digitali italiani sono nel milanese

datacenter_cornaredo

Se a Milano e in buon parte d’Italia i servizi e siti web funzionano gran parte del merito è va dato all’hinterland milanese e ai campus data center operativi, in costruzione o in progetto. Queste infrastrutture contengono i sistemi IT, come server, unità di archiviazione di dati e apparecchiature di rete per archiviare i dati digitali delle aziende e consentire agli utenti stessi di lavorare o accedere a dati, applicazioni e servizi digitali. Attualmente ne sono censiti 39 tra città e hinterland, quasi la metà del totale nazionale, e il 43% delle nuove aperture previste in Italia saranno nel milaneseLe aree scelte per questi centri da parte dei colossi internazionali sono in prevalenza quelle industriali dismesse nei comuni fuori Milano come Segrate, Settimo Milanese, Cornaredo e Vittuone con investimenti miliardari. Solo Data 4 ha 8 ettari di infrastrutture, con obiettivo di superare i 20 ettari nel 2030. 

# A Melegnano in arrivo uno dei campus data center più grandi d’Europa

ilcittadino – Progetto campus Melegnano

Uno dei prossimi in arrivo è il datacenter di Melegnano, che con i suoi 120mila mq di superficie sarà uno dei più grandi d’Europa. L’investimento previsto è di 70 milioni di euro e a realizzarlo è il colosso americano Vantage, alla fine di via per Carpiano. Il primo dei quattro lotti è alla fasi finali e dovrebbe essere operativo entro la fine del 2024. Per la sua gestione si sono interessati Meta e Google. Sempre nel comune nel sud di Milano dovrebbe sorgerne un altro più piccolo, dato che la società ha acquistato un’altra area di 40mila mq. Accanto la rigenerazione del sito si affianca la riqualificazione dei cortili delle scuole, dove saranno piantati alberi, creati spazi didattici e sistemate le aree giochi.

# A Peschiera il maxi datacenter di Microsoft

Attesa in questi giorni la presentazione di un altro progetto, quello di Microsoft nel Comune di Peschiera Borromeo, sull’area dell’ex Postalmarket a San Bovio, lungo l’asse della Paullese a ridosso dell’A1, della linea dell’Alta velocità e delle tangenziali. Come per quello di Melegnano sono previste delle opere pubbliche a beneficio dei residenti.

# Nel 2027 Data4: 77mila mq a Vittuone 

datacenter_cornaredo

Data4, che gestisce già un campus a Cornaredo in procinto di raddoppiare, prevede la costruzione di un nuovo maxi campus data center per un investimento di 500 milioni di euro nel Comune di Vittuone. L’area è di 77mila mq, l’inaugurazione è programmata per il 2027.

# A Redecesio investimento di 800 milioni di euro e “regalata” un’area verde di 700mila mq

Cyrus One ha individuato l’ex area industriale chiamata “ex Cise” a Redecesio, vicino a Segrate, di circa 75mila mq per il suo nuovo data center. L’investimento in questo caso è di circa 800 milioni di euro. La 2C Sviluppo Immobiliare, incaricata della costruzione del polo digitale, nell’ambito di una più ampia operazione di perequazione, ha acquistato i terreni dagli storici proprietari dell’area verde “Golfo Agricolo” di 700mila mq per cederli al Comune di Segrate come patrimonio pubblico a verde.

Fonte: Il Cittadino

Continua la lettura con: Per unire Milano a hinterland e periferie? Trasformare i treni in metropolitane

FABIO MARCOMIN

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L'”estate indiana” a un’ora da Milano: 5 luoghi imperdibili per lo spettacolo del foliage

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Foliage a Erbonne - Val d'Intelvi

L’autunno regala paesaggi d’incanto con i suoi colori caldi e intensi. Una delle grandi passioni dei milanesi in questo periodo è assistere allo spettacolo del foliage, l’ “estate indiana”. Queste le cinque località imperdibili a un’ora di distanza, dove la natura si veste di rosso, arancio e oro.

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L'”estate indiana” a un’ora da Milano: 5 luoghi imperdibili per lo spettacolo del foliage

#1 Lago di Sartirana in Brianza – Lecco

maurinho__17 IG – Lago di Sartirana

Un piccolo specchio d’acqua nel cuore della Brianza, a un’ora di Milano. Il Lago di Sartirana a Merate, in provincia di Lecco tra il Parco regionale dell’Adda Nord e il Parco regionale di Montevecchia e della Valle di Curone, è circondato da una vegetazione rigogliosa che in autunno si tinge di colori straordinari. Il percorso che circonda il lago è ideale per una passeggiata rilassante, immersi nei riflessi autunnali delle foglie e delle montagne che si specchiano nell’acqua. Perfetto per una fuga dalla città per ammirare il foliage senza fare troppo strada, il lago è anche una riserva naturale dal 1983, offrendo l’opportunità di avvistare diverse specie di uccelli. 

Milano-Lago di Sartirana

#2 Colma di Sormano – Como

amedellis IG – Colma di Sormano

In provincia di Como c’è la Colma di Sormano, caratterizzata da foreste di faggi e castagni che in autunno si trasformano in un tripudio di colori, dal rosso all’oro, rendendo la salita particolarmente suggestiva. Tra le mete preferite dagli amanti della montagna e della natura, regala vedute panoramiche spettacolari sul Lago di Como e sulla Brianza, sulle Prealpi e sulle verdi sommità del Cornizzolo, del Palanzone e del S.Primo. Oltre alle escursioni immersi nei toni caldi della stagione autunnale è possibile anche fare una sosta all’Osservatorio Astronomico di Sormano per osservare pianeti e costellazioni.

Milano-Colma di Sormano

#3 Sentiero Spirito del Bosco a Canzo – Como

credits: @sinthoras_il_ramingo – IG

Nei pressi di Canzo, sempre in provincia di Como, c’è un sentiero magico: il Sentiero Spirito del Bosco che si sviluppa in una splendida foresta decidua a 800 metri d’altitudine. Combina il fascino della natura con un tocco di arte e fantasia grazie alle sculture in legno decorate che sembrano emergere direttamente dagli alberi, come gnomi, elfi, folletti, fauni ed uomini albero, creando un’atmosfera fiabesca. Un percorso adatto alla famiglie, con la luce dorata che in autunno filtra tra le foglie a rendere ancora più immersiva e incantata la passeggiata tra gli alberi.  

Milano-Sentiero Spirito del Bosco

#4 Sentiero delle Espressioni nella Val d’Intelvi – Como

credits: @andrealess13 IG

Nella località di Posa a Schignano, nella pittoresca Val d’Intelvi in provincia di Como, c’è il Sentiero delle Espressioni. Un percorso unico, dove l’arte e la natura si fondono in un’esperienza coinvolgente, con opere scolpite direttamente nei tronchi degli alberi e che raffigurano volti ed espressioni integrano alla perfezione con il paesaggio circostante. A realizzarle l’Associazione M.A.S.C.H.E.R.A., famosa per le creazioni delle maschere di Carnevale, con il patrocinio del Comune di Schignano. Il foliage autunnale aggiunge un tocco magico, con gli alberi che assumono tonalità calde, creando un contrasto spettacolare con le opere d’arte. 

Milano-Sentiero delle Espressioni

Leggi anche: Gnomi, fate, creature misteriose: i boschi incantati della Lombardia

#5 Laghetasc di Brebbia, un angolo di Louisiana – Varese

ylefranzi IG – Laghetasc

Lasciamo il Lago di Como per spostarsi in direzione del Lago Maggiore, in provincia di Varese. Siamo al Laghetasc di Brebbia, un piccolo e suggestivo laghetto, circondato da una natura incontaminata lungo il Sentiero Verbano. Si tratta di una torbiera paludosa caratterizzata dal cipresso calvo delle paludiconifera d’acqua diffusa negli Stati Uniti d’America e conosciuta come tassodio. Un’atmosfera che richiama quelle tipiche bayou della Louisiana. All’arrivo dell’autunno gli alberi si accendono di colori vivaci, creando uno scenario perfetto per una giornata all’insegna del relax e della tranquillità. 

Maps – Milano-Laghetasc

Leggi anche: Il bosco sommerso dalle acque a un’ora da Milano

Spunto: giteinlombardia IG

Continua la lettura con: Riparte il «Treno del Foliage»: le date dell’unico treno in funzione solo un mese all’anno

FABIO MARCOMIN

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Milano – Berlino col Frecciarossa? L’annuncio: quando sarà possibile e quanto ci metteremo

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Dalla Centrale di Milano alla Centrale (Hauptbahnhof) di Berlino? Non è solo un sogno: si sta lavorando per farlo diventare realtà. 

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Milano – Berlino col Frecciarossa? L’annuncio: quando sarà possibile e quanto ci metteremo

La prima grande capitale europea collegata con l’alta velocità con Milano è Parigi. Ma sembra che questo sia solo il primo passo: l’ultima notizia è il progetto di connessione veloce tra Milano e la sua “cugina tedesca”, Monaco di Baviera. Successivamente la linea dovrebbe arrivare anche fino a Berlino.

# L’annuncio delle ferrovie tedesche e italiane: la nuova tratta in sei ore tra Milano a Monaco entro fine 2026

Freepic – Monaco di Baviera

L’annuncio di Deutsche Bahn, ÖBB e Ferrovie dello Stato italiane FS è stato riportato dal quotidiano “Muenchner Merkur”: un nuovo collegamento con treni veloci e diretti tra Monaco di Baviera e Milano (fino a Roma) entro fine 2026. L’obiettivo è ridurre i tempi di percorrenza: oggi il viaggio da Milano a Monaco può durare fino a 9 ore mezza e con un cambio obbligatorio, portando la durata del viaggio a 6 ore e mezza grazie all’impiego dei convogli Frecciarossa

Leggi anche: I TRANS-EUROP EXPRESS 2.0: i nuovi treni notturni per viaggiare tra le città europee

# Berlino, ultima fermata 

Credits ralfskysegel-pixabay – Stazione Centrale Berlino

Le ultime novità riguardano la possibilità di estendere la linea oltre Monaco sempre entro il 2026. Come riportato da Berlino Magazine sono in corso infatti delle trattative per istituire una linea diretta di Frecciarossa che porti da Milano a Berlino sempre passando per Verona e un’altra che metta in collegamento anche Roma alla capitale tedesca.

A renderlo possibile sarà l’Unione Europea grazie alla risorse economiche messe in campo per sviluppare una rete europea di treni ad alta velocità e in particolare per 10 nuovi collegamenti ferroviari transfrontalieri tra cui quelli appunto tra l’Italia e la Germania. Tempo previsto per percorrere i circa 1.000 chilometri da Milano alla capitale tedesca? Meno di 9 ore. Significherebbe partire per l’ora di pranzo e arrivare per cena. 

Leggi anche: Dopo Parigi, le 5 CITTÀ STRANIERE da collegare a Milano con un treno d’alta velocità

Continua la lettura: Dopo PARIGI un’ALTRA CITTÀ europea sarà collegata con l’ALTA VELOCITÀ a Milano

FABIO MARCOMIN

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I tre aeroporti di Milano collegati su rotaia? La linea c’è già!

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Una linea per mettere a sistema i tre aeroporti del bacino milanese. I due passi necessari per trasformarla in realtà sono molto meno impegnativi di quello che si potrebbe immaginare.

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I tre aeroporti di Milano collegati su rotaia? La linea c’è già!

# Il primo passo: portare il Malpensa Express fino a Milano Forlanini (collegamento diretto Malpensa – Linate)

Maps – Stazione Forlanini

Il primo passo è far fermare i treni provenienti dalla Stazione Centrale in quella di Milano Forlanini. Attualmente infatti una coppia di binari affianca esternamente quelli operativi nella stazione che interscambia con la M4 ma proseguono senza fare servizio. Si dovrebbe farli passare all’interno oppure realizzare delle banchine e i relativi sottopassi per consentire l’accesso ai treni dei passeggeri.

Percorso Malpensa Express

Così facendo si potrebbe creare una nuova fermata per il Malpensa Express che allungherebbe quindi il suo percorso verso est e ai passeggeri diretti a Linate basterebbe salire sulla M4 per andare allo scalo cittadino.

# Secondo passo: attivare i binari sulla direttrice Forlanini/Bergamo/Venezia (collegando anche Orio al Serio)

Da Malpensa a Orio al Serio

Lo step successivo dovrebbe essere l’attivazione dei binari diretti verso est. In particolare secondo Marco Figura si potrebbero utilizzare i binari che arrivano fino Melzo, in ottica di dismissione graduale dello scalo merci del comune dell’hinterland, e realizzare così un servizio passeggeri fino a Treviglio. Così facendo la Stazione di Milano Forlanini, e quindi anche Rogoredo dato che i binari provengono da sud, potrebbe essere collegata alla parte est della Lombardia, a Bergamo, Orio al Serio fino al cuore del Veneto a Venezia.

Da Malpensa si potrebbe andare in treno quindi fino alla Stazione di Milano Forlanini, che diventerebbe un hub per le connessioni est e sud della città e della Regione Lombardia e collegata a Linate in 3 minuti con la M4, per poi proseguire verso l’Aeroporto di Orio al Serio e dar vita alla “linea dei tre aeroporti“.

# La prima mossa già nel 2027?

Foto redazione – Stazione Forlanini

Rfi sta mettendo a punto un piano per intervenire proprio sulla Stazione di Milano Forlanini. Michele Rabino, responsabile dello Sviluppo delle Infrastrutture di Rfi, ha anticipato in breve il progetto durante il convegno “Tutti a bordo“ organizzato dal Pd lombardo al Pirellone di fine gennaio 2024. Si prevede di costruire nuovi marciapiedi che separino i binari esistenti per consentire la salita e la discesa dei passeggeri. Nello specifico fermerebbero qui i treni provenienti da Genova e da Bologna, mettendo a sistema trasporti locali, regionali e nazionali: linea M4, passante ferroviario, rotte nazionali e traffico merci. Tra il 2026 e il 2027 l’intervento potrebbe già essere concluso.

# Un mega hub dei trasporti metro-treno-aereo

Credits segratecitylab – Hub segrate

A quel punto si dovrebbe operare sui binari verso la Stazione Centrale e quelli verso Bergamo/Venezia per completare il progetto. Inoltre, con la futura nuova Stazione di Segrate Porta Est, collegata a Linate con il prolungamento di M4, si verrebbe a creare un mega hub dei trasporti metro-treno-aereo. 

Leggi anche: La M4 punta a EST: il CAPOLINEA sarà oltre LINATE

Continua la lettura con: La FRONTIERA OVEST della M4: dove costruire il CAPOLINEA della METRO?

MILANO CITTA’ STATO in collaborazione con MARCO FIGURA

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Le incredibili meraviglie del centro commerciale più grande del mondo

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Ph. @ella.indubai IG

Il centro commerciale più grande del mondo si trova accanto al palazzo più alto del mondo e non offre solo servizi di shopping ma numerose attività ricreative, tra le quali si trova l’acquario coperto più grande del mondo.

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Le incredibili meraviglie del centro commerciale più grande del mondo

# Edifici da record

@visit.dubai
Dubai

Proprio accanto al Burj Khalifa, il palazzo più alto del mondo, a Dubai si trova un altro palazzo da record: il centro commerciale più grande del mondo. Il Dubai Mall occupa una superficie di oltre un milione di metri quadri, che equivale allo spazio occupato da circa 200 campi da calcio.

All’interno di questo edificio si trovano 1.200 negozi, ma non solo: c’è anche una pista di pattinaggio, un centro giochi SEGA, un hotel a cinque stelle, 120 tra ristoranti e caffè e 22 schermi da cinema. Il Dubai Mall, inoltre, è collegato al Burj Khalifa, attraverso il più grande acquario coperto del mondo.

Leggi anche: I 5 PROGETTI più PAZZESCHI in arrivo a Dubai entro TRE ANNI

pixabay

Come tutti i grandi edifici di Dubai anche il centro commerciale ospita spazi di lusso, in questo caso sono 70 punti vendita esclusivi, tra cui i grandi magazzini Bloomingdale e il primo Galeries de Lafayette del Medio Oriente. Nel centro commerciale si possono trovare i marchi di vestiti più alla moda, come Versace, Burberry e altri, nel settore che si chiama Fashion Avenue. Per quanto riguarda le calzature c’è Level Shoes, mentre se si è attirati da oggetti Kitch si può fare un giro da Gold Souk, il negozio dalle maniglie d’oro, proprio così, vero oro. Per favorire lo shopping, il centro commerciale è collegato direttamente all’hotel cinque stelle Address Dubai Mall, così i consumatori possono svolgere le attività di svago senza uscire dalla loro residenza temporanea.

Leggi anche: Dubai, Parigi, Cina e Silicon Valley: tutti imitano Milano

# Attrazioni

pixabay.com

Il Dubai Mall è famoso anche per essere, oltre ad un centro commerciale, un luogo di intrattenimento. Le attività che si possono svolgere all’interno del grande edificio sono molteplici: oltre al più grande acquario coperto del mondo, Dubai Aquarium and Underwater Zoo, c’è una pista da pattinaggio olimpica, la Dubai Ice Rink, un multisala e il centro per l’intrattenimento educativo Kidzania. Tra le attrazioni c’è la grande fontana centrale, uno dei soggetti più fotografati del centro e The Village, il settore il cui tetto, durante l’inverno, si apre, permettendo di fare shopping all’aria aperta.

Continua la lettura con: La mega stazione ferroviaria costruita in 9 ore

SARAH IORI

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La «stradina dei misteri» di Milano

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milanosuitacchi.it - Vicolo Pusterla

Ci sono strade a Milano che racchiudono storie straordinarie. Una di queste è tanto piccola quanto grande il mistero che nasconde.  

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La «stradina dei misteri» di Milano

# La famiglia che gli ha dato il nome

 

Una corta stradina di circa 36 metri a fondo chiuso: si trova in Piazza Sant’Alessandro all’incrocio con Via della Palla. Il nome proviene da una nobile famiglia di origine longobarda, i Pusterla: proprio qui avevano la propria abitazione, nel palazzo in mattoni sulla sinistra del vicolo. La famiglia fu al centro di un’intrigata e drammatica vicenda. Ma procediamo un passo alla volta. 

# La tradizione della “Facchinata del cavallazzo”

Cavallo di Troia

La “Facchinata del cavallazzo” era una stravagante usanza della famiglia Pusterla: si facevano trasportare in Piazza del Duomo all’interno di un enorme cavallo di legno, come quello dell’Iliade di Omero. Il cavallo si apriva e ne uscivano i componenti della famiglia che elargivano doni per i milanesi.⁣ Si trattava di una famiglia molto appariscente. Forse troppo. 

# La sterminio dei Pusterla

Fi_decorso tripadvisor – Vicolo Pusterla

La famiglia ebbe una fine disgraziata. Non per l’usanza del cavallo ma per motivi di cuore. Il Signore di Milano Luchino Visconti si innamorò di Margherita, moglie di Francesco Pusterla. Lei lo rifiutò e informò il marito il quale mise in atto una congiura per uccidere il rivale. Quest’ultimo venne a conoscenza del piano e fece incarcerare i due sposi per poi ucciderli con un’orrenda decapitazione. Non solo: fece fare la stessa fine a chiunque facesse parte della famiglia dei Pusterla, sequestrando anche i beni in loro possesso.

# La Vergine del Facchini, l’antico affresco abbandonato

milanosuitacchi.it – Vicolo Pusterla

Questo vicolo intitolato alla storica famiglia oggi è utilizzato come retro delle attività di Via Torino e imbruttito dagli impianti di climatizzazione. Si può comunque ammirare un antico affresco di Madonna con Bambino che la tradizione ha soprannominato “La Vergine dei facchini”, risalente al Cinquecento. Si trova in uno stato di apparente abbandono a cui si aggiunge, a peggiorare la situazione, un inutile cartello di divieto di sosta dato che nessuno lo rispetta.

Continua la lettura con: Il PRIMO CASTELLO di Milano

FABIO MARCOMIN

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La mega stazione ferroviaria costruita in 9 ore (non anni, ore!): le 4 grandi opere che si dovrebbero costruire a Milano con la stessa tecnologia

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Lavori stazione Cina

Immaginate una notte, l’oscurità avvolge il cantiere e il frastuono delle macchine da costruzione riempie l’aria. In 9 ore, 1.500 operai cinesi completano la costruzione di una stazione ferroviaria. Sì, avete capito bene: una stazione ferroviaria è stata edificata in sole 9 ore.

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La mega stazione ferroviaria costruita in 9 ore (non anni, ore!): le 4 grandi opere che si dovrebbero costruire a Milano con la stessa tecnologia

# La costruzione della stazione

Questo straordinario evento è avvenuto nella provincia di Fujian, dove il polo di Nanlong è diventato un simbolo della rapidità e dell’efficienza che caratterizzano i progetti infrastrutturali in Cina.

L’operazione ha visto un’organizzazione militare, con i lavoratori divisi in sette squadre, ognuna impegnata in compiti specifici. Il progetto ha avuto inizio venerdì alle 18:30 e, in un susseguirsi frenetico di attività, è terminato alle 3:30 di sabato mattina. La stazione non è solo un capolavoro di ingegneria, ma rappresenta anche un passo fondamentale nel migliorare la connettività ferroviaria nella regione, collegando le città di Nanping e Longyan tramite una nuova linea ferroviaria di 246,55 km, in grado di ospitare treni a una velocità di 200 km/h.

La rapidità con cui è stata realizzata la stazione di Nanlong offre spunti di riflessione su ciò che potrebbe essere realizzato a Milano, una città nota per le sue sfide infrastrutturali e urbanistiche. Se fosse possibile applicare la stessa logica e organizzazione al contesto milanese, potremmo immaginare progetti di grande impatto. Ecco 4 progetti rispetto ai quali potrebbe essere utile adottare il modello cinese.

#1 Il complesso residenziale comunale 

Complesso residenziale in via De Cristoforis

Immaginate un vasto complesso residenziale, costruito in tempi record con l’obiettivo di risolvere il caro affitti che affligge la città. Questo progetto, di proprietà del Comune, avrebbe l’intento di vendere le abitazioni al solo costo di costruzione. La zona ideale per questo complesso potrebbe essere Greco, attualmente in fase di riqualificazione e ben collegata con i mezzi pubblici.

Utilizzando tecnologie di costruzione modulari e un’organizzazione efficiente, anche il complesso potrebbe sorgere in poco più di nove ore. Gli edifici potrebbero essere dotati di sistemi di domotica per ottimizzare l’efficienza energetica e garantire comfort agli abitanti. Pensate a un’architettura che non solo risponde a standard elevati di sostenibilità, ma integra anche spazi per la comunità, come aree verdi e spazi per eventi.

Inoltre, le abitazioni potrebbero includere aree comuni dotate di spazi verdi verticali, spazi per coworking e punti di ricarica per veicoli elettrici. Questa iniziativa non solo fornirebbe una risposta immediata all’emergenza abitativa, ma costituirebbe anche un nuovo modello di edilizia sociale, in cui il Comune gioca un ruolo attivo nel garantire case a prezzi accessibili. Le tecnologie modulari possono ridurre i costi e il tempo di costruzione, rendendo il progetto non solo sostenibile ma anche economicamente vantaggioso per l’amministrazione comunale.

Immaginate una comunità dove ogni abitante ha accesso a spazi verdi e aree per socializzare. Gli eventi comunitari, come mercati di quartiere e festival culturali, potrebbero essere facilmente organizzati, favorendo l’integrazione sociale e un senso di appartenenza. In un contesto milanese dove il costo della vita è in costante aumento, un progetto simile potrebbe davvero fare la differenza per molte famiglie e giovani professionisti.

#2 Il nuovo San Siro 

Credits nuovostadiomilano.it – Stadio Popolus

Negli ultimi anni, l’idea di abbattere il celebre stadio San Siro ha suscitato polemiche. Ma cosa accadrebbe se questo progetto potesse realizzarsi in poco più di nove ore? Immaginate di utilizzare il modello della stazione ferroviaria cinese per costruire un nuovo San Siro, mantenendo intatta la tradizione sportiva di Milano ma in una forma modernizzata e funzionale.

La nuova struttura potrebbe sorgere nel quartiere di San Siro, su terreni già destinati a impianti sportivi, integrando spazi per eventi, negozi e aree verdi. Grazie a tecnologie di costruzione robotizzate e a un’ottima organizzazione del lavoro, il nuovo stadio potrebbe includere elementi futuristici come un sistema di realtà aumentata per i tifosi e strutture che permettano eventi molto diversi tra loro.

Incorporando tecnologie eco-compatibili, il nuovo San Siro potrebbe essere progettato per ridurre l’impatto ambientale, con sistemi di raccolta delle acque piovane e pannelli solari. Il design potrebbe anche ispirarsi ai modelli di architettura sostenibile, creando un esempio da seguire per altri progetti nella città.

In questo contesto, il coinvolgimento della comunità sarebbe essenziale. Le scuole e le associazioni locali potrebbero essere invitate a partecipare attivamente alla progettazione di spazi destinati a eventi e manifestazioni, rendendo il nuovo stadio non solo un luogo di sport, ma anche un punto di riferimento culturale e sociale per tutti i cittadini milanesi.

#3 Ristrutturazione e riqualificazione di spazi pubblici in 24 Ore

Immaginate un’iniziativa in cui squadre di operai e volontari si uniscono per riqualificare aree pubbliche in 24 ore. Utilizzando una logica simile a quella della stazione di Nanlong, diversi gruppi potrebbero specializzarsi in vari aspetti della riqualificazione: dalla pulizia e decorazione dei parchi alla creazione di spazi ludici per bambini e aree di incontro per giovani.

Questo progetto potrebbe non solo abbellire la città, ma anche creare un forte senso di comunità e partecipazione attiva tra i cittadini. Potremmo immaginare maratone di riqualificazione, in cui i milanesi si uniscono per rendere i loro quartieri più vivibili, creando spazi che riflettano la cultura e l’identità locale.

Immaginate il potere di una comunità unita per trasformare i propri spazi, creando un ambiente più accogliente e attraente. Potrebbero sorgere nuove opportunità per artisti locali, che avrebbero l’occasione di esporre le proprie opere, e per i commercianti, che potrebbero beneficiare del maggiore afflusso di visitatori. La riqualificazione degli spazi pubblici può stimolare un senso di appartenenza, incoraggiando la collaborazione tra i cittadini e promuovendo una maggiore responsabilità verso il proprio quartiere.

Le aree ripensate potrebbero anche ospitare eventi culturali, mercati contadini e festival, favorendo l’incontro tra persone e la valorizzazione delle tradizioni locali. Questo non solo migliora la qualità della vita, ma contribuisce anche a costruire una rete di relazioni sociali più forte e resiliente.

#4 Una Circle Line metropolitana per collegare Milano e l’hinterland

Metropolitana Milano

Immaginate una nuova Circle Line metropolitana che giri intorno all’Hinterland milanese, con collegamenti a raggio verso i mezzi di trasporto già esistenti. Sebbene non si possa realizzare in sole 9 ore, adottare un approccio ispirato al modello cinese potrebbe essere l’unica soluzione per un processo di progettazione lungo e impegnativo.

Il comune potrebbe dedicare una giornata alla settimana, secondo il modello cinese, a un grande cantiere collettivo, coinvolgendo ingegneri, architetti e operai, per dare vita a questa linea di trasporto fondamentale. Immaginate una rete metropolitana che non solo migliora l’accessibilità, ma contribuisce anche a ridurre il traffico e l’inquinamento.

Un’idea affascinante sarebbe quella di creare stazioni tematiche lungo il percorso, ognuna delle quali rappresenta una diversa parte della cultura milanese, dall’arte alla gastronomia, creando così un’esperienza di viaggio unica per i pendolari e i turisti. Inoltre, questa nuova linea potrebbe essere integrata con piste ciclabili e percorsi pedonali, incentivando un approccio più sostenibile alla mobilità.

La realizzazione di questa Circle Line non solo migliorerebbe la connettività tra le aree metropolitane, ma potrebbe anche stimolare lo sviluppo economico, creando nuovi posti di lavoro durante e dopo la costruzione.

Continua la lettura con: Le opere incompiute che Milano aspetta da anni

MATTEO RESPINTI

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La mappa dei trasporti di Milano… tra 10 anni

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CityrailMAP futura

Archiviata l’apertura della linea M4 da San Babila a San Cristoforo FS, con la nuova mappa ATM aggiornata con le cinque linee complete, è ora di guardare al futuro e alle prossime estensioni della rete. Ecco come dovrebbe essere tra 10 anni.

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La mappa dei trasporti di Milano… tra 10 anni

# L’attuale mappa con linea M4 completata

Cityrailmap 2024

Una rete con 5 linee metropolitane complete. Si presenta così il trasporto pubblico di Milano dal 12 ottobre 2024, quando la M4 è stata inaugurata anche nella tratta San Babila- San Cristoforo FS. Lo si può vedere nella mappa aggiornata di ATM e anche in quella di CityRailways in alto, che riporta anche il sistema tariffario ad anelli STIBM e le fermate delle linee suburbane anche oltre i confini della Città Metropolitana di Milano. Il portale specializzato con notizie e approfondimenti su ferrovie e sistemi urbani di trasporto guarda però già oltre, a quando le nuove estensioni con progetti già definiti saranno operativi.

# La mappa della rete del trasporto pubblico milanese fra 10 anni

CityrailMAP futura

Come dovrebbe essere la mappa del trasporto pubblico su rotaia di Milano tra dieci anni? Nel realizzare la mappa del futuro CityRailways ha inserito le estensioni di metropolitana già in costruzione o con un progetto definitivo. Ecco quali sono:

# M1 verso nord: due fermate e 1,9 km di tracciato

M1 Monza

Troviamo quindi la linea M1 con due nuove fermate a nord, Sesto Restellone e Cinisello/Monza Bettola, e 1,9 km di tracciato aggiuntivo. In costruzione da oltre 13 anni, con lavori fermati a più riprese, attende un nuovo bando per incaricare l’azienda preposta a concludere il cantiere. Obiettivo inaugurazione 2029.

# M1 verso ovest: 3 fermate e 3,3 km di tracciato

Comune di Milano – M1 fino a Quartiere Olmi

Sempre per la M1 è previsto un prolungamento di 3 fermate ad ovest, Parri, Baggio e Quartiere Olmi, per 3,3 km di tracciato. Il primo bando non è andato a buon fine, perchè insufficienti le risorse per realizzare l’opera secondo i grandi gruppi industriali e l’unica offerta è arrivata da una piccola azienda edile senza i sufficienti requisiti tecnici. Si attende un secondo stralciato del deposito, da realizzare con un bando ad hoc. L’obiettivo è far viaggiare i primi treni tra il 2031 e il 2032.

# M5 verso nord: 11 fermate e 13 km

Credits ascuoladiopencoesione.it – Tracciato M5

Infine la linea M5, per la quale è previsto l’estensione verso nord in direzione Monza con 11 fermate e 13 km, raddoppiando il percorso attuale con interscambio con la linea M1 a Monza/Cinisello Bettola.

Hub m1-m5 a Monza Bettola

Il progetto è completato, mancano attualmente circa 400 milioni di euro extra costi da trovare per andare a bando di gara. Il 2033 potrebbe essere l’anno buono per vedere la linea in funzione.

In tutto 16 nuove fermate e 18,2 km aggiuntivi di metropolitana, per totale di 150 fermate e 130 km.

Leggi anche: Effetto M4: la metro di Milano entra nella top europea

# Cosa manca nella mappa: M4 fino a Segrate

Comune di Milano – Schema del tracciato del prolungamento M4 da Linate a Segrate

Tra i prolungamenti di linea non presenti c’è quello della M4 fino a Segrate, con 2 nuove fermate, Idroscalo – San Felice e Segrate Porta Est, ad interscambiare con la nuova stazione dell’alta velocità. Nel mese di dicembre 2023 la giunta di Milano ha approvato il Piano di fattibilità tecnica ed economica, ma mancano 44 milioni di euro di extra costi da recuperare, il progetto definitivo dell’opera e l‘inserimento nel piano delle opere triennali per avere la conferma che venga realizzata. 

Continua la lettura con: A Roma il primo metro della metro “vietato” ai cellulari: da fare anche a Milano?

FABIO MARCOMIN

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I ticinesi entrano in Area B

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Milano no limits per i targati CH.

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Continua con: La giunta di Milano presenta le nuove mosse contro gli automobilisti

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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Il ristorante di Milano ispirato al mitico Piper che fa ogni giorno una serata a tema

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piperita IG - Roller Music

Il locale dove si mangia, si canta e ci si scatena a ritmo di musica con una serata a tema differente tutti i giorni della settimana. 

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Il ristorante di Milano ispirato al mitico Piper che fa ogni giorno una serata a tema

# Il locale ispirato al Piper di Roma dove ci si scatena con le musiche anni ’70

Piperita

Ha inaugurato poco più di anno fa il locale dal nome di Piperita come omaggio al mitico Piper di Roma e con arredamento pop, super colorato e oggetti curiosi. Su tutti una giraffa che dal piano terra sbuca con la testa al primo piano “sfondando” il pavimento, tappeti zebrati, scritte neon e palle stroboscopiche persino nei bagni.

piperitamilano IG – Giraffa

Si trova a due passi delle Cinque Vie, il nucleo più antico della città, ed è stato pensato per essere “il luogo della gioia di vivere, della condivisione e del bello, per celebrare la vita alla grande” in ogni serata trasporta i milanesi nelle atmosfere ruggenti degli anni ’70. 

Leggi anche: L’ultima moda a Milano: I RISTORANTI dove si fa FESTA, cantando e ballando. Quali sono

# Dalla cena al dopocena nel cocktail bar ‘the flight’ realizzato con i resti di un Boeing 747

piperita IG – Cucina

Al piano inferiore si cena, con una proposta tutta italiana compresi i grandi classici della tradizione come il risotto, la cotoletta alla milanese e la pasta alla nerano, e versioni dei piatti senza glutine o senza lattosio oltre a un menu vegano.

piperita IG – Cucina

Dal giovedì al sabato la cucina è aperta fino alle 2 di notte, il resto della settimana fino alla mezzanotte. Ma soprattutto ci si scatena a partire dalle 19 con cene cantate, cene spettacolo, liveshow, musica jazz, serate karaoke e disco.

piperita IG – Cocktail bar

Al piano superiore c’è il cocktail bar ‘the flight’ perfetto per fare aperitivo o il dopo cena con cicchetti e tapas, realizzato con i resti di un Boeing 747 recuperati dal deserto dell’Arizona.

# Cene cantate con musica anni ’70 e ’80, live show e serate disco: le cinque serate a tema

piperita IG

Ci si può fare coinvolgere dalle canzoni che hanno fatto la storia degli anni ’70, e anche degli anni ’80, con alcune sale che riportano luci a neon con le frasi più celebri. Ogni sera ci sono serata a tema, alcune fisse ogni mese, altre a rotazione.

Scostumata

Si parte il martedì con “Mai dire scostumata”, dove chi ordina la speciale Amatriciana Flambé con il Brandy ne riceve una in omaggio se si grida “Scostumata”.

Il mercoledì e il giovedì il turno di Cantajukebox. Le serata in questo caso si caratterizzano per cibo delizioso, show-cooking e musica live, con i successi italiani di tutti i tempi da cantare a squarciagola.

piperita IG – Roller Music

Tutti i venerdì sera il tema è Roller Music anni ’80 con Showcooking, Karaoke sui pattini e tanto divertimento. Infine il sabato sera c’è Sabato Italiano in collaborazione con Belli Freschi: una cena cantata seguita da deejay set e Tiki Bar dalle ore 21.00.

Leggi anche: Il “DISCO RESTAURANT”: il locale di Milano dove a CENA si CANTA e si BALLA

Indirizzo: Via San Sisto 3 

Continua la lettura con: I 5 ristoranti milanesi simbolo della cucina tradizionale (secondo il Gambero Rosso)

FABIO MARCOMIN

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Cresce il malessere nel Nord Est: «diamo allo Stato molto più di ciò che ci restituisce»

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In crescita il malessere nel Nord Est verso lo Stato. Uno studio di Demos mostra dati in crescita: 8 su 10 pensano di dare troppo allo Stato centrale. 

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Cresce il malessere nel Nord Est: «diamo allo Stato molto più di ciò che ci restituisce»

# Per 8 su 10 nel Triveneto si sta dando troppo a Roma

NordEst, terra di confine. Ecco tre portali che lo raccontano a 360 gradi - Sara Carboni

Chi vive nel Nord Est lavora e dà allo Stato molto più di quel che restituisce? A dare risposta affermativa, secondo i dati elaborati da Demos, è il 78% degli intervistati. Guardando alla serie storica dell’Osservatorio sul Nord Est, si può affermare che dal 1998, la crescita di questo numero è di ben 11 punti percentuali.

# Lo pensano soprattutto i veneti e gli imprenditori

Dal punto di vista territoriale, l’80% dei Veneti sostiene l’idea che i cittadini diano più di quel che ricevono. La percentuale raggiunge comunque il 73% di chi abita la Regione Autonoma del Friuli-Venezia Giulia e il 70% di chi vive nella Provincia Autonoma di Trento.

Dal punto di vista anagrafico, a condividere questa idea sono soprattutto le persone di età centrale (35-54 anni) (86-88%). Giovani e adulti (entrambi 76%), insieme a quanti hanno tra i 25 e i 34 anni (80%), si attestano intorno alla media dell’area, mentre si fermano al di sotto di questa soglia gli over-65 (66%).

Il fattore socioprofessionale, vede i pensionati come la categoria che meno aderisce alla proposta, fermandosi al 64%. In linea con un valore medio ricadono studenti (76%) e impiegati (77%). Liberi professionisti (83%) e casalinghe (85%) superano questa soglia. I più sensibili nei confronti di questa questione sono imprenditori e lavoratori autonomi (90% di adesione), operai (91%) e disoccupati (92%).

Analizzando invece l’orientamento politico degli intervistati, vediamo che gli elettori meno propensi a condividere l’idea dello studio sono quelli che guardano al Partito Democratico (54%) o a formazioni minori (74%). I sostenitori del Movimento 5 Stelle si fermano intorno alla media dell’area, con una percentuale del 79%. Al di sopra di questo valore si trovano gli elettori di Forza Italia (82%), di Fratelli d’Italia (83%) o della Lega (85%).

# Idea condivisa in pieno

Questo senso di deprivazione relativa, dunque, è diffuso in maniera ampia e trasversale tra gli abitanti del Nord Est. Provenendo da un territorio che da tempo pone istanze autonomiste, sembra un sentimento che Roma, a dispetto delle sue tendenze centraliste, non dovrebbe di certo sottovalutare.

Credits: demos.it

Continua la lettura con: “Milano paga 19 MILIARDI di imposte a Roma e riceve 500 MILIONI”: Sala alza la voce sull’AUTONOMIA della città, anche se sbaglia per difetto

LUCIO BARDELLE

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La panafricana: il progetto per collegare l’intera Africa

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By Abdelrhman 1990 - Wikimedia Commons - modification of previous map, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=140456901 - Mappa Panafricana

Un’infrastruttura che punta a rivoluzionare la mobilità del continente e a migliorare le condizioni economiche degli africani. Come si sviluppa, i Paesi attraversati e il punto sulla sua realizzazione.

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La panafricana: il progetto per collegare l’intera Africa

# Gli obiettivi del progetto

dkwere IG – TransAfricanHighwaynetwork

Dopo la Panamericana ci sarà la Panafricana? Un progetto ambizioso e complicato, in realizzazione dagli anni ’70, dal nome ufficiale Trans-African Highway Network (TAH) e che ha tre obiettivi:

  • integrazione regionale: punta a creare una rete di autostrade che mettano in collegamento le diverse regioni dell’Africa, facilitando il commercio e il trasporto tra i paesi;
  • sviluppo economico: facilitando il movimento di beni e persone;
  • riduzione della Povertà: la migliore accessibilità può consentire un accesso più facile a mercati, servizi e opportunità lavorative.

# Una rete di circa 60.000 km che collega oltre 30 Paesi e le principali città e porti dell’Africa

Panafricana

Il progetto prevede diverse rotte che collegano le principali città e porti dell’Africa, attraverso una rete di nove autostrade. La lunghezza complessiva è di circa 56.683 km e sono toccati tutti gli Stati africani eccetto: Burundi, Eritrea, Eswatini, Somalia, Guinea Equatoriale (Rio Muni), Lesotho, Malawi, Ruanda e Sudan del Sud.

# Le nove rotte: sei est-ovest e tre nord-sud

By Abdelrhman 1990 – Wikimedia Commons – modification of previous map, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=140456901 – Mappa Panafricana

Ci sono sei rotte principali est-ovest e tre rotte principali nord-sud, una quarta rotta nord-sud è formata dalle estremità di due rotte est-ovest.

Tra le prime ci sono:

  • TAH 1 (Cairo–Dakar Highway): 8.636 km di collegamento tra la costa mediterranea del Nord Africa e la costa atlantica dell’Africa occidentale. Quasi completata, ma il confine tra Algeria e Marocco è chiuso.
  • TAH 5 (Dakar–N’Djamena Highway): 4.496 km di tracciato, conosciuto anche come Autostrada Transsaheliana, collega i paesi del Sahel in Africa occidentale. Il completamento è arrivao all’80%.
  • TAH 6 (N’Djamena–Djibouti Highway): 4.219 km, è la prosecuzione di TAH 5 fino al porto di Gibuti.
  • TAH 7 (Dakar–Lagos Highway): 4.010 km, Nota anche come Trans-West African Coastal Road, si unisce alla TAH 1 per formare una rotta nord-sud ed è completata all’80%.
  • TAH 8 (Lagos–Mombasa Highway): 6.259 km, contigua alla TAH 7, forma un attraversamento est-ovest di 10.269 km. Realizzata la parte orientale, mancano collegamenti nella Repubblica Democratica del Congo.
  • TAH 9 (Beira-Lobito Highway): 3.523 km, terminata la parte orientale, da ricostruire la metà occidentale in Angola e Repubblica Democratica del Congo.

Tra i percorsi Nord-Sud ci sono:

  • TAH 2 (Algeri-Lagos Highway): 4.504 km, quasi completata con solo 200 km nel deserto da asfaltare e conosciuta come Autostrada Trans-Sahara.
  • TAH 3 (Tripoli–Windhoek Highway): 10.808 km, include solo strade nazionali asfaltate in alcuni paesi e molti tratti sono mancanti.
  • TAH 4 (Cairo–Gaborone Highway): 10.228 km, completato tra Dongola e Abu Simbel è completato; 

Infine TAH 1 e TAH 7 s uniscono per formare una rotta nord-sud attorno all’estremità occidentale del continente tra Monrovia e Rabat.

# Il punto sui lavori

Il progetto è supportato dalla Commissione economica per l’Africa delle Nazioni Unite (UNECA), dalla Banca africana di sviluppo (ADB) e dall’Unione africana in collaborazione con le comunità internazionali regionali. Attualmente è ancora in fase di sviluppo, alcune rotte o percorsi possono variare, con alcune sezioni completate e altre in costruzione o in progettazione. Tra i problemi più grandi per la riuscita di tutta l’infrastruttura ci sono le questioni di sicurezza in alcune regioni in guerra, le difficoltà politiche e la risorse economiche da recuperare.

# E dopo America e Africa, ci sarà anche una Panaeuropea?

Credits Back-on-Track.eu – Mappa treni notturni Europa

Ci sarà un giorno anche un’autostrada che colleghi tutti i paesi d’Europa? Anche se, vista la rete stradale continentale, forse non c’è bisogno. O no?

Continua la lettura con: Il VIAGGIO più LUNGO SENZA INTERRUZIONI che si può fare in AUTO

FABIO MARCOMIN

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