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La panafricana: il progetto per collegare l’intera Africa

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By Abdelrhman 1990 - Wikimedia Commons - modification of previous map, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=140456901 - Mappa Panafricana

Un’infrastruttura che punta a rivoluzionare la mobilità del continente e a migliorare le condizioni economiche degli africani. Come si sviluppa, i Paesi attraversati e il punto sulla sua realizzazione.

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La panafricana: il progetto per collegare l’intera Africa

# Gli obiettivi del progetto

dkwere IG – TransAfricanHighwaynetwork

Dopo la Panamericana ci sarà la Panafricana? Un progetto ambizioso e complicato, in realizzazione dagli anni ’70, dal nome ufficiale Trans-African Highway Network (TAH) e che ha tre obiettivi:

  • integrazione regionale: punta a creare una rete di autostrade che mettano in collegamento le diverse regioni dell’Africa, facilitando il commercio e il trasporto tra i paesi;
  • sviluppo economico: facilitando il movimento di beni e persone;
  • riduzione della Povertà: la migliore accessibilità può consentire un accesso più facile a mercati, servizi e opportunità lavorative.

# Una rete di circa 60.000 km che collega oltre 30 Paesi e le principali città e porti dell’Africa

Panafricana

Il progetto prevede diverse rotte che collegano le principali città e porti dell’Africa, attraverso una rete di nove autostrade. La lunghezza complessiva è di circa 56.683 km e sono toccati tutti gli Stati africani eccetto: Burundi, Eritrea, Eswatini, Somalia, Guinea Equatoriale (Rio Muni), Lesotho, Malawi, Ruanda e Sudan del Sud.

# Le nove rotte: sei est-ovest e tre nord-sud

By Abdelrhman 1990 – Wikimedia Commons – modification of previous map, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=140456901 – Mappa Panafricana

Ci sono sei rotte principali est-ovest e tre rotte principali nord-sud, una quarta rotta nord-sud è formata dalle estremità di due rotte est-ovest.

Tra le prime ci sono:

  • TAH 1 (Cairo–Dakar Highway): 8.636 km di collegamento tra la costa mediterranea del Nord Africa e la costa atlantica dell’Africa occidentale. Quasi completata, ma il confine tra Algeria e Marocco è chiuso.
  • TAH 5 (Dakar–N’Djamena Highway): 4.496 km di tracciato, conosciuto anche come Autostrada Transsaheliana, collega i paesi del Sahel in Africa occidentale. Il completamento è arrivao all’80%.
  • TAH 6 (N’Djamena–Djibouti Highway): 4.219 km, è la prosecuzione di TAH 5 fino al porto di Gibuti.
  • TAH 7 (Dakar–Lagos Highway): 4.010 km, Nota anche come Trans-West African Coastal Road, si unisce alla TAH 1 per formare una rotta nord-sud ed è completata all’80%.
  • TAH 8 (Lagos–Mombasa Highway): 6.259 km, contigua alla TAH 7, forma un attraversamento est-ovest di 10.269 km. Realizzata la parte orientale, mancano collegamenti nella Repubblica Democratica del Congo.
  • TAH 9 (Beira-Lobito Highway): 3.523 km, terminata la parte orientale, da ricostruire la metà occidentale in Angola e Repubblica Democratica del Congo.

Tra i percorsi Nord-Sud ci sono:

  • TAH 2 (Algeri-Lagos Highway): 4.504 km, quasi completata con solo 200 km nel deserto da asfaltare e conosciuta come Autostrada Trans-Sahara.
  • TAH 3 (Tripoli–Windhoek Highway): 10.808 km, include solo strade nazionali asfaltate in alcuni paesi e molti tratti sono mancanti.
  • TAH 4 (Cairo–Gaborone Highway): 10.228 km, completato tra Dongola e Abu Simbel è completato; 

Infine TAH 1 e TAH 7 s uniscono per formare una rotta nord-sud attorno all’estremità occidentale del continente tra Monrovia e Rabat.

# Il punto sui lavori

Il progetto è supportato dalla Commissione economica per l’Africa delle Nazioni Unite (UNECA), dalla Banca africana di sviluppo (ADB) e dall’Unione africana in collaborazione con le comunità internazionali regionali. Attualmente è ancora in fase di sviluppo, alcune rotte o percorsi possono variare, con alcune sezioni completate e altre in costruzione o in progettazione. Tra i problemi più grandi per la riuscita di tutta l’infrastruttura ci sono le questioni di sicurezza in alcune regioni in guerra, le difficoltà politiche e la risorse economiche da recuperare.

# E dopo America e Africa, ci sarà anche una Panaeuropea?

Credits Back-on-Track.eu – Mappa treni notturni Europa

Ci sarà un giorno anche un’autostrada che colleghi tutti i paesi d’Europa? Anche se, vista la rete stradale continentale, forse non c’è bisogno. O no?

Continua la lettura con: Il VIAGGIO più LUNGO SENZA INTERRUZIONI che si può fare in AUTO

FABIO MARCOMIN

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Un quartiere a luci rosse a Milano?

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Ph. PublicDomainPictures - Pixabay

Paesi come l’Olanda, la Francia e il Giappone ne hanno almeno uno nelle loro città più importanti: Amsterdam, Parigi, Tokio. Ma qui da noi, a Milano, dove potrebbe essere collocato un quartiere a luci rosse?

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Un quartiere a luci rosse a Milano?

www.hellotickets.it/

In un universo parallelo, in Italia potrebbe nascere un quartiere a luci rosse, e Milano potrebbe essere la città adatta ad ospitarlo. Però, nel contesto milanese, è difficile immaginare delle vere e proprie vetrine come ad Amsterdam, in cui le lavoratrici si mettono in mostra e cercano di ammaliare il passante. Infatti, un quartiere a luci rosse milanese, idealmente, dovrebbe essere in grado di inserirsi senza troppa fatica, quindi adattarsi allo stile e alla mentalità del luogo. Eppure, se si dovesse scegliere una zona, tra le prime a venire alla mente non può che essere lei. 

# Poco più giù verso la Pinacoteca

Ma dove? Un’idea potrebbe essere la zona di Brera, dove una volta c’erano le famose case chiuse. Gli edifici in stile liberty potrebbero ospitare, come allora, queste attività, con l’enorme differenza di un ambiente più sicuro e rassicurante, in cui i diritti di tutti verrebbero tutelati. Nella zona dell’arte, si può immaginare un quartiere a luci rosse elegante, che rimane sobrio e non troppo dominato dai led e dalle insegne luminose.

Se colorare di rosso il cuore di Milano può avere un senso per la tradizione ma meno per la nuova Milano, forse un po’ bigotta, meglio puntare al di fuori della circonvallazione. Tipo?

# La cittadella rossa di periferia

Un’altra opzione è collocarlo verso la periferia, creando da zero un intero quartiere luogo di sfizio e vizio: casinò, bar ammalianti, stanze e locali per ospitare i clienti. Ci sarebbe anche qui sufficiente spazio e opportunità per assicurare strutture per garantire una sicurezza sanitaria e generale. Creare una piccola cittadella a luci rosse, con tanti e svariati servizi – da quelli più espliciti a quelli più sobri, come i sexy shop – per creare un’esperienza completa, anche solo per il curioso o il turista che vuole semplicemente farsi un giro per scoprire un mondo al “limite della moralità”. Si potrebbe fare a Est o a Sud dove di spazio ce n’è parecchio. Oppure…

# La fiera a luci rosse

www.storeis.it/it/

Ulteriore alternativa potrebbe essere anche quella di, invece che creare un quartiere, adibire dei padiglioni di Rho Fiera, a questo tipo di attività commerciale. Anche solo temporaneamente, qualche settimana l’anno. Esattamente come la Fiera dell’Artigianato o qualsiasi altro evento annuale. Questo potrebbe rendere piccante Mind, il quartiere del futuro di Milano. 

# Ma come verrebbe accolto un quartiere a luci rosse?

Il popolo italiano è un popolo particolare, spesso parecchio chiuso e perbenista, spesso passivo e moralista. Però forse, gli anni migliori per questo tipo di novità sono proprio questi. E Milano, in quanto città italiana internazionale e globalizzata, sarebbe la città giusta per unire il frizzantino dell’eros con la raffinatezza made in Milano. Il risultato non può che essere il rosso shocking, il colore più chic delle metropoli del mondo. 

Leggi anche: In partenza i CANTIERI per il QUARTIERE “LOW COST” di Milano

Continua la lettura con: MTV Italia, Milano è in fermento

ALICE COLAPIETRA

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Le fermate della metro che fanno più sorridere i milanesi

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METRO GORGONZOLA
Gorgonzola

In un recente sondaggio abbiamo posto questa domanda ai milanesi: “La fermata della metro che ti fa più simpatia?”. Vediamo la classifica con le dieci fermate più simpatiche. Nota: sondaggio fatto prima dell’apertura integrale della M4.

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Le fermate della metro che fanno più sorridere i milanesi

#10 Gioia M2: nome omen

@ciuccina28 IG – Gioia M2

Con un nome così non può che mettere allegria. Svalorizzata per molti decenni anche a causa dell’interramento del Naviglio è stata rilanciata dalla rivoluzione di Porta Nuova diventando da fermata un po’ dimessa a centro della City, tra i grattacieli e la Stazione Centrale. 

Gioia perché tutte le volte penso “mai na gioiaClaudia Barcelli

#9 Porto di Mare M3: il grande sogno dei milanesi

Fabio Marcomin – Porto di Mare M3 esterno scale

Il grande sogno dei milanesi. In attesa del mare, abbiamo il porto. O, almeno, una fermata che richiama quello che doveva essere il porto di collegamento con il mare attraverso un canale che avrebbe condotto al Po.  

“Porto di mare, dove il mare è l’ultima delle cose che potresti immaginare in quel posto” Vale Forgio

#8 Gorgonzola M2: l’appetito vien scendendo

METRO GORGONZOLA
Gorgonzola

Slurp! Una fermata che mette appetito. Non solo per il nome: è anche il luogo dove è nato uno dei formaggi più celebri del mondo. C’è chi sostiene che l’odore del formaggio si senta fin dalla stazione. Ma forse è qualcos’altro…

“Gorgonzola perché ci porterei i grissini” Cit. Mery Sà 

#7 Porta Venezia M1: la stazione arcobaleno

@eustacestephen
IG

La fermata “arcobaleno” non può che trasmettere allegria e gaiezza, come si diceva un tempo. Anche il quartiere è uno dei più vivaci della città, il riferimento della comunità LGBT e il più multiculturale di Milano. Non guasta anche la vicinanza al centro. 

#6 Inganni M1: la fermata dei dubbi

Guilhelm Vellut – Inganni M1

Dov’è la fregatura? Una fermata che si chiama così semina dubbi, diffidenza. Ma soprattutto fa simpatia immaginare la faccia di chi arriva da fuori quando il treno si ferma alla stazione. Apri l’occhio, guardati attorno, stai sempre accorto. Perché a Inganni non si scherza.  

“La più strana che mi ricorda i governi italiani è inganni” Andrea Camillò

#5 Comasina M3: le scorribande della Mala

wikipedia.org – Comasina

Altro nome che fa simpatia. Comasina fa sorridere al semplice nominarla. Sembra un vezzeggiativo riferito a Como. Fa pensare a una fuga sul lago oppure alle scorribande della mala negli anni settanta. 

“Comasina…. mi ricorda i tempi del Vallanzasca” Cit.  Pamela Sormani

#4 Cascina Burrona M2: atmosfere felliniane

mappetz IG – Cascina Burrona

Più che un nome sembra un’esagerazione. Un luogo mitico, felliniano, fatto di mucche, pecore in un mare di burro. Sfiora il podio. 

“Una volta presi la metro nella direzione sbagliata, ero sovrappensiero e mi trovai a Cascina Burrona!! non l’avevo mai sentita e non ero andata mai oltre Crescenzago, mi sentii talmente disorientata che ho creduto di aver vagato in chissà quale treno in stato di trance” Paola Carta 

#3 QT8 M1: la fermata galattica

Beatrice Barazzetti – QT8 M1 interno

Di colpo sembra di essere proiettati in un universo galattico, tra personaggi da Star Wars, R2-D2, C1-P8, QT8. Dove sorge il “quartiere sperimentale” concepito nell’ambito dell’ottava edizione della Triennale di Milano del 1947, ai piedi della montagnetta. Tanta, tanta simpatia per questa fermata. 

“QT8 – sembra più un codice segreto” Cit. Veronica Sommariva Price 

#2 Precotto M1: al forno o alla brace?

Joaquin008-wikipedia – Precotto M1

Più che un sorriso strappa una risata. Anche se nasconde una leggenda piuttosto macabra. Quella di un prete cotto sul fuoco. Vero o falso, un’immagine che a molti diverte. Soprattutto se laici. 

“Precotto… che mi fa venire appetito” Cit. Elena Marina Taglialatela

#1 Cimiano M2: si torna a veder le stelle

Arbalete – wikipedia – Cimiano M2

Vince, forse a sorpresa Cimiano sulla linea verde. Non è per il nome ma perchè è la prima all’aperto proveniendo dal centro città. Passare dai bassifondi di Milano a un panorama di montagne in lontananza tonifica e mette buonumore. 

“A me piace sempre quando la metro esce a riveder le stelle tra Udine e
Cimiano” Cit. Paola Doria

Continua la lettura con: 10+1 SITUAZIONI IMBARAZZANTI sulla METRO

FABIO MARCOMIN

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La costruzione più alta in ogni quartiere di Milano

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Credits erikflatmo IG - Torre di Porta Romana

Vediamo quali sono gli edifici da record di ogni municipio cittadino, quanto misurano e quando sono stati inaugurati.

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La costruzione più alta in ogni quartiere di Milano

# Municipio 1: Torre Velasca, 106 metri per 26 piani

Credits: @amilanopuoi su IG

L’edificio più alto del Municipio 1 è uno dei più controversi di Milano, la Torre Velasca. Progettato dallo studio BBPR rappresenta una citazione moderna della Torre del Filarete al Castello Sforzesco. Inaugurata nel 1957, si mostra con una caratteristica forma a fungo e  nel 2011 l’edificio fa parte dei beni architettonici sottoposti a vincolo dalla Soprintendenza ai Beni Culturali. La sua altezza è di 106 metri, per non superare l’altezza della Madonnina del Duomo, e conta 26 piani.

 

Indirizzo: Piazza Velasca, 3/5

Leggi anche: TORRE VELASCA: capolavoro o obbrobrio?

# Municipio 2: Grattacielo Pirelli, 127 metri e 32 piani

Credits Andrea Cherchi – Pirellone

L’edificio più alto del Municipio 2, per anni il grattacielo più alto di Milano e d’Italia, è il Grattacielo Pirelli progettato da Gio Ponti e inaugurato nel 1960. È uno dei simboli della città nel mondo, misura 127 metri per 32 piani. Fu commissionato dalla storica azienda di pneumatici milanese Pirelli per essere la nuova sede, e realizzato infatti nei pressi della vecchia fabbrica, ma fu venduto nel 1974 a Regione Lombardia per gli elevati costi di gestione.

 

Indirizzo: Via Fabio Filzi, 22

Leggi anche: Milano non fa schifo ma… il MARCIAPIEDE di Via Pirelli e il SOTTOPASSO del Pirellino?

# Municipio 3: la torre RCS Headquarter, 80 metri e 19 piani

Credits mrcpsv IG – Torre RCS

La torre RCS Headquarter è l’edificio più alto del Municipio 3 . Costruito sul disegno dell’architetto Stefano Boeri è inaugurato nel 2008, si trova in via Angelo Rizzoli nel quartiere di Crescenzago e ospita il quartiere generale di RCS Mediagroup insieme ad altri stabili. La sua altezza di 80 metri per 19 piani.

 

Indirizzo: via Angelo Rizzoli, 8

# Municipio 4: Mangoni Tower, 65 metri e 21 piani

Credits emacr95 IG – Mangoni Tower

Nel Municipio 4 è la Mangoni Tower, dal cognome dell’architetto milanese che l’ha progettata, a svettare tra tutti gli altri edifici. Conosciuta anche come torre “Paradiso”, è ad uso residenziale, raggiunge l’altezza di 65 metri e conta 21 piani. L’anno di inaugurazione è stato il 2000.

 

Indirizzo: Via Leo Longanesi, 20

# Municipio 5: Torre di Porta Romana, 89 metri e 25 piani

Credits erikflatmo IG – Torre di Porta Romana

La Torre di Porta Romana è il palazzo più alto del Municipio 5 con i suoi 89 metri e 25 piani. Realizzata tra il 1962 e il 1963, su progetto dell’architetto Paolo Chiolini, è stata aperta nel 1965 e ospita solo appartamenti. Domina i Bastioni della città, nei pressi di piazzale Medaglie d’oro.

 

Indirizzo: viale Angelo Filippetti 25 con ingresso da viale Sabotino 19/2

# Municipio 6: le due torri del Gemini Center, 96 metri e 21 piani

Credits omnitex_schermature IG – Gemini Center

Nel Municipio 6 c’è una coppia di edifici a detenere il record di altezza: la Torre 1 e 2 del Gemini Center, un complesso direzionale nel quartiere di Lorenteggio. Progettate dagli Studio Prp, Rolando Gantes, Roberto Morisi, sono stati inaugurati nel 1995 e si elevano per 96 metri e 21 piani. Fino al 14 piano sono collegate da un terzo edificio che fa da ponte tra le due torri.

 

Indirizzo: Via Koch Roberto, 1/2

# Municipio 7: Torre Trianto, 63 metri e 20 piani

Credtis tempocasa – Torre Trianto

L’edificio che si spinge più in alto nel Municipio 7 è Torre Trianto. Si trova tra le fermate della M1 di De Angeli e Gambara, è di tipo residenziale ed è stato terminato e inaugurato nel 2003. Tocca i 63 metri e conta 20 piani.

 

Indirizzo: Via Trivulzio Antonio Tolomeo, 18

# Municipio 8: Torre Allianz, 209 metri e 50 piani

Credits Andrea Cherchi – Grattacielo Allianz

La Torre Isozaki o “Dritto” è l’edificio più alto del Municipio 8 con i suoi 209 metri, ma non solo. È il secondo più alto di Milano e d’Italia, il più alto al tetto più alto e anche considerando l’altezza massima del piano calpestabile di 200,5 metri. Detiene inoltre il record italiano per il numero di piani: 50

 

Indirizzo: Piazza Tre Torri, 3

Leggi anche: Chi è più ALTO: l’Unicredit o la torre Allianz? Svelato l’arcano

# Municipio 9: Torre Unicredit, 231 metri e 30 piani

Credits Andrea Cherchi – Torre Unicredit dall’alto

L’edificio più alto del Municipio 9 è anche il grattacielo più alto d’Italia in base alla sua altezza strutturale: Torre Unicredit in zona Porta Nuova. Si eleva per 231 metri, contando la guglia di 80,5 metri, e 30 piani e sovrasta la piazza Gae Aulenti. L’altezza al tetto è di 160 metri. Progettato dall’architetto César Pelli, l’edificio in vetro e cemento fa parte di un complesso semicircolare attorno alla piazza che ne comprende altri due più bassi.

 

Indirizzo: Piazza Gae Aulenti, 3

Continua la lettura con: Quale è il GRATTACIELO più ALTO d’Italia?

FABIO MARCOMIN

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In Svizzera non paghi una multa? Finisci in galera (anche se vivi in Italia)

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«Rientrato alla mia vecchia residenza mi è venuto un colpo: due giorni di carcere per una multa di eccesso di velocità in Svizzera». Così inizia la testimonianza di R. B., milanese che ha vissuto alcune ore di angoscia. Ecco come è andata. 

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In Svizzera non paghi una multa? Finisci in galera (anche se vivi in Italia)

# La politica elvetica: fare cassa (soprattutto con gli italiani)

Ph. Ben_Kerckx

Un’esperienza vissuta da chiunque si sia recato in auto in Svizzera. Basta superare la dogana di Chiasso per intuire la strategia elvetica: fare cassa con gli italiani. Anche se si prende una volta sola le autostrade svizzere bisogna pagare la vignetta, in pratica un abbonamento annuale, di 40 franchi (poco meno di 50 euro). Ma non è finita, anzi. Dopo un paio di chilometri, infatti, ecco subito un autovelox, senza alcun cartello che avverta l’installazione di apparecchi di controllo velocità, come invece avviene per legge in Italia. Non solo: il tratto di autostrada presenta un limite “cangiante”. Sì, perché il limite di velocità cambia da un giorno a un altro, senza una logica apparente. Proseguendo verso Lugano, dopo un’altra dozzina di chilometri, ecco un altro autovelox. E le cose non vanno meglio se si percorrono le strade cantonali: anche in questo caso più si è vicini al confine più aumenta la frequenza degli apparecchi fissi o mobili. E se c’è chi pensa di fare come gli stranieri che fanno collezione di multe in Italia restando impuniti, si sbaglia di grosso. Perché in Svizzera chi non paga una multa finisce dritto dritto in prigione. Anche se vive all’estero. 

# Non paghi? Vai in carcere: la testimonianza di un milanese

Occhio soprattutto se si cambia residenza. Lo ha scoperto R. B. di Milano. Rientrato alla vecchia residenza ha scoperto di rischiare la galera: «Mi è venuto un colpo: due giorni di carcere per una multa di eccesso di velocità in Svizzera». Ci ha allegato il documento di notifica in cui è scritto che non avendo pagato una multa di velocità di 240 franchi, «la pena detentiva sostitutiva è già stata fissata in 2 giorni», pari a un giorno di galera ogni 100 franchi non versati. Da una ricerca lo stesso R. B. ha scoperto che se non si paga una multa stradale per le autorità svizzere l’illecito amministrativo si trasforma automaticamente in penale. E non serve vivere all’estero: dato che l’Italia ha stipulato degli accordi bilaterali con Berna, le multe vengono recapitate a casa dei trasgressori anche per piccole violazioni del codice della strada. Questi accordi consentono alla polizia elvetica di accedere direttamente alla banca dati italiana. Quindi chi non paga per volontà o distrazione, nel caso si ripresenti al confine elvetico può finire in galera, senza processo. Non solo: anche per chi non mette piede in Svizzera la vita rischia di non essere tranquilla. Le autorità elvetiche possono procedere perfino a una rogatoria internazionale per i trasgressori, richiedendo l’arresto in Italia del trasgressore ad opera delle forze dell’ordine italiane. 

# Gli altri Paesi difendono i loro cittadini da questo sistema. Ma non l’Italia

Credits Andrea Cherchi – Carroarmato Fuorisalone

Ci sono Paesi che rispondono per le rime a questa muscolarità della Confederazione Svizzera. La Germania, ad esempio, assiste ogni suo cittadino che riceva una multa dalla Svizzera eseguendo la difesa d’ufficio del presunto trasgressore, rimandando di fatto al mittente ogni accusa. Così però non accade in Italia. Non solo: la beffa è che mentre gli automobilisti italiani vengono perseguiti per ogni infrazione dalle autorità elvetiche, questo non è reciproco. Non è un mistero che gli automobilisti svizzeri, oltre a quelli di targa straniera, guidino in Italia in un regime di impunità, senza alcun rischio di poter essere raggiunti a casa propria da una multa proveniente dallo Stivale. Ma quello che accade in Svizzera ci solleva anche una domanda: e se si facesse anche in Italia lo stesso con chiunque non paghi una multa?

# E se anche l’Italia usasse la mano pesante contro chi non paga le multe?

Arresto di Babbo Natale in via Tortona - Foto di Andrea Cherchi (c)
Arresto di Babbo Natale in via Tortona – Foto di Andrea Cherchi (c)

C’è però l’altro lato della medaglia di questo sistema. I grandi introiti che arrivano dai trasgressori, nazionali e stranieri. L’Italia è il Paese del garantismo: ma forse si esagera. E se anche da noi si utilizzasse la mano pesante contro i trasgressori? Se non con tutti, almeno con gli svizzeri, per un principio di reciprocità. 

# Il finale della storia

Ma come è finita la storia di R. B.? Con un finale lieto anche se salato. E soprattutto con beffa. Ci ha scritto che ha telefonato al numero indicato sulla notifica e, dopo diversi passaggi, ha scoperto che per estinguere la multa nella notifica venivano indicati due diversi IBAN. Entrambi sbagliati. Alla fine gli è stato dato via telefono un terzo IBAN e ha proceduto al pagamento. Augurandosi che la pratica venga davvero estinta e che non abbia invece altre brutte sorprese alla vecchia residenza. O, peggio, varcato il confine. 

Continua la lettura: Viaggiare con il treno in Svizzera

MILANO CITTA’ STATO

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A Milano c’è un incrocio da incubo

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Maps - Incrocio Antonini-Ferrari

A Milano ci sono tanti incroci da picchi ipertensivi. Ma forse questo li batte tutti. Si trasforma in un vero e proprio delirio urbano nelle ore di punta, ma non va meglio negli altri momenti della giornata. Sono tre le vie che si incrociano. Questi i problemi principali e come si potrebbe migliorare la viabilità della zona.

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A Milano c’è un incrocio da incubo

# Nelle ore di punta si viaggia a passo d’uomo

Maps – Incrocio da incubo

Zona sud di Milano, tra i quartieri Stadera, Morivione, Vigentino e le ultime propaggini del Parco Agricolo Sud. Nelle ore di punta, l’incrocio tra via Virgilio Ferrari, via Antonini e via Giovanni da Cermenate diventa un inferno. La prima strada arriva da sud e porta il traffico proveniente da Opera e dall’uscita della tangenziale ovest, le altre due sono una la prosecuzione dell’altra, lungo l’asse circolare più esterno della città, quello percorso dalle linee 95 e 98 diretto verso la Barona ad ovest e il Corvetto ad est. In breve: è un caos. 

# Una rotonda con 6 semafori (con “tappo” finale)

Maps – Incrocio Antonini-Ferrari

L’incrocio si presenta con una rotonda ovale al centro e sei semafori così distribuiti:

  • uno su via Antonini provenendo da est all’incrocio con via Ferrari;
  • un altro a poche decine di metri più avanti per chi deve svoltare verso via Ferrari in direzione sud;
  • due su via Antonini direzione est, uno dopo l’incrocio con via Ferrari verso sud e l’altro prima dell’incrocio con la stessa via in ingresso a Milano;
  • due su via Ferrari in direzione di via Antonini, uno prima dell’intersecazione con la carreggiata diretta ad est e uno pochi metri più avanti prima di quella diretta ad ovest.

A questi se ne aggiunge un settimo all’incrocio con via da Cermenate, che contribuisce a fare da tappo e peggiorare ulteriormente la viabilità nell’intersecazione tra via Ferrari e via Antonini.

# Troppi semafori in pochi metri e sette corsie di auto ristrette in tre

I problemi di questo incrocio da incubo sono sostanzialmente due:

Maps – Vista da via Ferrari in direzione nord
  • i tre semafori tra via Ferrari e via Antonini in sole poche decine di metri, con la luce verde che si accende per tutti quanti quasi in contemporanea e comunque senza attendere che le auto in arrivo da una delle strade abbiano liberato l’incrocio;
Maps – Incrocio Antonini-Cermenate
  • le 4 corsie provenienti da via Ferrari che si aggiungono alle tre provenienti da via Antonini, per un totale di 7 corsie da distribuirsi in sole tre prima dell’incrocio con via Giovanni da Cermenate, di cui una per la svolta a sinistra.

# Le possibili soluzioni: riduzione delle corsie in ingresso e modifica temporizzazione dei semafori

Maps – Svincolo Famagosta-A7

Una soluzione potrebbe essere quella di ridurre il numero di corsie della via Ferrari da 4 a 2, nell’ultimo tratto prima di via Antonini, e da tre a due di quest’ultima prima del semaforo in direzione ovest. Un intervento simile è stato realizzato anche all’altezza dello svincolo a Famagosta verso Assago.

Oltre a questo si potrebbe regolare diversamente la temporizzazione dei semafori all’incrocio, consentendo di fluidificare il traffico attraverso l’accensione del verde a intervalli più lunghi o in modo più ottimale usando telecamere per analizzare il flusso dei veicoli e decidere il momento opportuno per dare il via libera alle auto di una strada o dell’altra.

Continua la lettura con: Le 10 strade di Milano da incubo

FABIO MARCOMIN

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Consigli per un viaggio d’affari a Milano

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pixabay - Milano, Galleria Vittorio Emanuele

Pianificare un viaggio per motivi di lavoro a Milano richiede particolare attenzione a ogni singolo dettaglio. La metropoli lombarda, capitale economica d’Italia, propone un mix ben assortito di infrastrutture moderne e servizi per un viaggio d’affari. Per scoprire come sfruttare al meglio il tuo tempo libero e gestire gli appuntamenti, ecco alcuni suggerimenti pratici per ottimizzare la tua visita a Milano.

Consigli per un viaggio d’affari a Milano

# I quartieri più noti

clotildebrera

Se dovrai prenotare un hotel per il tuo prossimo business trip a Milano, dovrai necessariamente conoscere le aree della città per poterti orientare al meglio. Queste sono le zone di Milano più bazzicate dai viaggiatori d’affari:

  • Centro: si estende dalla zona del Duomo fino a San Babila. Include anche quartieri e vie note come Montenapoleone, Corso Como e Via della Spiga.
  • Quartiere Brera: è conosciuto per la Pinacoteca e le gallerie d’arte. Inoltre ci sono molteplici boutique di lusso che rievocano lo stile parigino.
  • Navigli: la zona più vivace di Milano. Caratterizzata da canali storici, locali, ristorantini e mercatini di ogni genere.
  • Ticinese: quartiere bohémien, situato nei pressi delle Colonne di San Lorenzo e ricco di locali alternativi.

# Come arrivare al centro città dagli aeroporti

Credits deliluna IG – Malpensa

Innanzitutto è importante ricordare che Milano è servita da due aeroporti principali: Linate e Malpensa. Il primo è più vicino al centro città e serve principalmente i voli dall’Italia. In particolare, Milano Linate (LIN) si trova a 15 minuti di taxi dal centro cittadino. Milano Malpensa (MXP), invece, è il terminal per i voli internazionali e dista 52 chilometri dal centro urbano. Il treno da Milano Centrale a Malpensa Aeroporto è indubbiamente il mezzo più veloce e comodo da usare. La tariffa per un biglietto di sola andata è mediamente di 15 € con il treno regionale Malpensa Express. Il convoglio impiega solitamente intorno ai 50 minuti, senza cambi e con frequenza ogni 30 minuti. Il primo treno è alle 5:25 del mattino, mentre l’ultimo parte alle 23:25.

# Co-working e uffici

Credits: @flora.labora spazio coworking flora et labora

Se necessiti di una postazione per lavorare, un ufficio per una sola giornata o semplicemente di una sala riunioni per una conferenza, Milano è la città ideale per queste necessità. Troverai posti di lavoro confortevoli e puliti, con Internet ad alta velocità e servizi di stampa. Inoltre, potrai socializzare e fare networking con altri viaggiatori d’affari come te che sono in visita alla Madonnina.

# Cosa fare nel tempo libero a Milano

credits: @andreacherchi_foto

Milano è rinomata per essere la capitale della moda, quindi optare per lo shopping sfrenato è un’opzione percorribile. L’area dei centri commerciali di City Life è ben fornita, con marchi più o meno lussuosi. La zona Brera è ideale per una piacevole passeggiata e qui troverai solo i bar più intriganti di Milano per una pausa caffè. In alternativa, si può facilmente esplorare a piedi l’area del Parco Sempione, anche soltanto per ammirare l’Arco della Pace.

# Milano e dintorni

GPoulsen-pixabay – Lago di Como

Per chi vuole staccare un po’ la spina dalla caotica città, si possono visitare le campagne nelle vicinanze per poter saggiare le eccellenze culinarie della tradizione milanese. Anche il Lago di Como non è poi così distante da Milano, infatti si può raggiungere in poco meno di un’ora in macchina oppure in treno. Anche se c’è stato un colpo di fulmine del National Geographic per la Lombardia, se sei disposto a guidare per circa 2 ore, puoi dirigerti in Valle d’Aosta per la montagna o in Liguria per una giornata di mare.

# Esperienze da provare a Milano

Quanto COSTA salire sul DUOMO di Milano?
Credits Andrea Cherchi – Vista dalle Terrazze del Duomo

Mangiare un’orecchia di elefante, la tipica cotoletta meneghina in uno dei ristoranti di Milano e prendere un caffè con cornetto in piedi al bancone in uno dei bar in centro, permettono di vivere la città “like a local”. E poi non si può salutare Milano senza aver provato uno Spritz in una terrazza. Molti locali offrono ricche apericene anche a chi ordina un solo drink, permettendo a tutti di sperimentare il meglio che la ristorazione milanese ha da offrire. Ovviamente non ci si può esimere dal visitare e salire gli scalini del Duomo. A seconda del periodo, a Milano vengono organizzate molte mostre. Infine, che tu sia un appassionato o meno, vale sempre la pena una volta nella vita vedere un’opera o un balletto al famoso Teatro alla Scala.

Continua la lettura con: I Navigli di Milano

REDAZIONE

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I Navigli di Milano: passato, presente e… futuro? (video)

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Scopri la storia affascinante dei Navigli di Milano, dalle prime opere romane fino alla chiusura della Cerchia dei Navigli. Come si è trasformata la città nel tempo e cosa ci resta oggi di quell’epoca fluviale? Riviviamo i momenti di splendore e declino. C’è ancora speranza per riportare in vita i Navigli di un tempo? 

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Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)

MATTEO RESPINTI

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La giunta di Milano presenta le nuove mosse contro gli automobilisti

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 Nome in codice “Argonauta“.

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Continua con: Come in Area C immaginano la vita a Quarto OggiaroAvvistato un Diesel euro 2 in area C

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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Questa è l’isola più pericolosa d’Italia: perché e dove si trova

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enrico.e.stella IG - Isola dall'alto

Ancora oggi vige il divieto di avvicinarsi. Scopriamo insieme perchè e dove si trova.

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Questa è l’isola più pericolosa d’Italia: perché e dove si trova

# La storia di questa piccola isola

hotelpacebrenzone IG – Isola del Trimelone

Un piccolo isolotto della lunghezza di circa 250 metri e della larghezza massima di 70 metri. In teoria quindi apparentemente insignificante se non fosse per l’utilizzo che ne è stato fatto nel corso dei secoli e per un evento che avrebbe potuto trasformarsi in tragedia. Stiamo parlando dell’Isola del Trimelone nel Lago di Garda, di fronte alla località di Assenza di Brenzone in provincia di Verona, a 300 metri dalla riva.

Un’isola con radici antiche, ma che ha iniziato ad avere un ruolo cruciale nell’800 quando durante l’occupazione austriaca venne fortificata per la sua posizione strategica. In seguito all’annessione del Veneto al Regno d’Italia divenne un deposito di munizioni per l’esercito italiano, furono costruiti 100mila ordigni, sfruttato anche durante la Prima e la Seconda guerra mondiale. 

# Perché è considerata la più pericolosa d’Italia

enrico.e.stella IG – Isola dall’alto

Con il passare degli anni, il suo utilizzo militare divenne sempre più intenso, trasformando l’isola in un arsenale galleggiante. Questo accumulo di armamenti portò a un avvenimento disastroso: nel 1954 ci fu un’esplosione devastante udita a 3 km di distanza, a causa dell’enorme quantità di munizioni e materiale bellico incustodito e mal conservato sull’isola dopo la Seconda guerra mondiale, tra cui munizioni inesplose e materiali altamente pericolosi. Morì il guardiano e vennero dispersi in acqua tonnellate di pericoloso materiale bellico e oltre 15 tonnellate di rocce e manufatti. Un evento che contribuì a consolidarne la pessima reputazione di isola più pericolosa d’Italia.

# Nonostante le bonifiche, con decine di migliaia di ordigni rimossi, è ancora off limits

gardapost.it – Ordigni

La concentrazione di esplosivi non disinnescati l’ha resa estremamente rischiosa e inaccessibile al pubblico. Dal 2004 al 2021 sono stati rimossi 24.700 ordigni tra bombe, granate, materiale plastico e T4. L’isola è quindi oggi completamente bonificata ma è ancora interdetta ad ogni attività. Quello che rimane oggi sono gli edifici della vecchia caserma, del forte e del porto. L’obiettivo è trasformarla in un eco museo, un sito storico-turistico-ambientale. Al momento mancano però ancora le autorizzazioni necessarie.

 

Continua la lettura con: Isolino Virginia, l’isola di loto a un’ora da Milano

FABIO MARCOMIN

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La città più futuristica del pianeta: queste le sue straordinarie innovazioni. Le vedremo un giorno a Milano?

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vincentlehane IG - Raffles City Chongqing

In questa città ci sono delle infrastrutture incredibili, che vanno oltre la logica urbana convenzionale. Scopriamo il motivo, dove si trova e quali sono le attrazioni che lasciano a bocca aperta. E che magari un giorno vedremo anche da noi. 

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La città più futuristica del pianeta: queste le sue straordinarie innovazioni. Le vedremo un giorno a Milano?

# La singola città più popolosa ed estesa del mondo: è grande come l’intera Austria

Maps – Chongqing

La città del futuro si trova nella Cina centro-meridionale. Chongqing è una delle quattro municipalità autonome della Repubblica Popolare Cinese, oltre che la singola città più popolosa del mondo con 32 milioni di residenti, che diventano 39 contando l’hinterland. È anche la più estesa del mondo: ricopre una superficie simile a quella dell’intera Austria anche se circa il 70% della sua popolazione vive in aree rurali, la zona urbana vera e propria conta 8 milioni e mezzo di abitanti.

# La metropoli montuosa: si sviluppa in verticale

cime IG – Hongyadong, ChongQing

La città è conosciuta per la sua posizione tra colline e fiumi, il che le conferisce un aspetto unico rispetto ad altre grandi città cinesi e che le è valso l’appellativo di “metropoli montuosa”. Gli edifici sono infatti costruiti su colline e strade che si snodano su più livelli, dando alla città un senso di verticalità davvero unico, e molte costruzioni sembrano sfidare la logica urbana convenzionale. Uno di questi è l’Hongya Cave, un complesso architettonico di 11 piani che si sviluppa lungo una parete rocciosa, con edifici simili a palafitte che sembrano uscite da un film di animazione. All’ultimo piano c’è  piazza panoramica dove si può osservare il fiume Jialing, mentre di notte le luci lo trasformano in uno spettacolo luminoso.

# La piazza al 22esimo piano di un edificio

journeyofjackson Tik Tok – Piazza al 22esimo piano

Di fatto il pianoterra non esiste per come lo concepiamo di solito. Ogni piano è infatti il pianoterra di un altro piano. Per questo motivo si può trovare una piazza che sembra al livello stradale mentre in realtà è al 22esimo piano di un edificio. 

# La passeggiata sospesa tra i grattacieli con giardini, bar e ristoranti

vincentlehane IG – Raffles City Chongqing

Il Raffles City Chongqing è un complesso architettonico avveniristico di 8 grattacieli, progettato da Moshe Safdie, il cui elemento caratteristico è una passeggiata sospesa coperta di vetro chiamata “The Crystal” lunga 300 metri. Collega gli edifici al 36esimo piano a circa 250 metri dal suolo, ma non è solo camminamento dal quale avere una vista panoramica mozzafiato. Al suo interno ci anche giardini, bar e ristoranti. Per un’esperienza adrenalinica si può provare l’esperienza di “camminare nel vuoto” grazie a una sezione a pavimento trasparente.

# Il bus viaggia su una strada ad un’altezza di 20 piani

journeyofjackson Tik Tok – Bus che viaggia a un’altezza di un’edificio di 20 piani

Una città inadatta a chi soffre di vertigini. Anche prendendo l’autobus ci si può infatti ritrovare a viaggiare ad un’altezza pari a quella di un edificio di 20 piani.

# La metro che attraversa un condominio

Credits _zhangaoxuan_ IG – Metro nel condominio

Un’altra infrastruttura incredibile è la linea metropolitana 2 dell’estesa rete cittadina, la sesta del mondo con i suoi 523,7 km. Lunga 87,8 km di rete e realizzata come monorotaie a sella, ha una stazione che è diventata diventata un’icona per i turisti: stiamo parlando di Liziba, realizzata all’interno di un condominio tra il sesto e l’ottavo piano, con convogli che attraversano letteralmente l’edificio. 

Leggi anche: La linea della metro che passa dentro un condominio

# Il distributore di carburante sul tetto di un parcheggio multipiano

ikigai.motivazione IG – Stazione di servizio su tetto

A Chongqing si può anche fare benzina sul tetto di un palazzo, nello specifico un parcheggio multipiano nel distretto di Nan’an, un’area situata a sud del fiume Yangtze. I veicoli possono accedervi tramite una rampa. La soluzione insolita è dovuta alla particolare topografia collinare della metropoli cinese, che ha spinto gli urbanisti e gli ingegneri a trovare soluzioni innovative per sfruttare al massimo lo spazio verticale.

# Lo scambio stradale più complesso del mondo

r101.it – Svincolo Yuzhong

Passiamo alle infrastrutture stradali. A Chongqing si trova forse lo svincolo stradale più complesso del mondo, nella zona di Yuzhong. Questo interscambio si caratterizza per un intricato labirinto di strade e ponti sovrapposti, 5 livelli, 20 rampe e 8 direzioni diverse, progettati per gestire un elevato volume di traffico in un’area montuosa. Un design innovativo che consente ai veicoli possono di muoversi in diverse direzioni senza incrociarsi, facilitando l’accesso ai principali distretti commerciali e residenziali. L’interscambio è anche un’attrazione turistica per la sua architettura imponente e il suo design innovativo, attirando fotografi e appassionati di ingegneria, 

# Il ponte ad arco in acciaio con la maggior luce al mondo

major_koenig IG – Chaotianmen Bridge

La città ha anche un ponte da record. Inaugurato nel 2010, il ponte di Chaotianmen è il ponte ad arco in acciaio con la maggiore luce al mondo. Ha un’apertura principale di 1.700 metri, che lo rende non solo un’importante struttura di collegamento, ma anche un simbolo dell’innovazione ingegneristica.

Piazze poste a cinquanta metri di altezza, metropolitane che attraversano i palazzi, stazioni di benzina in cima ai parcheggi, bus che scorrono a 20 metri di altezza, ponti pedonali in cima ai grattacieli: che cosa vedremo un giorno a Milano?

Continua la lettura con: Le 7 città straniere più simili a Milano

FABIO MARCOMIN

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A Roma il primo metro della metro “vietato” ai cellulari: da fare anche a Milano?

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Rai.it - Ogni libro è un viaggio

L’iniziativa ha una durata di tre settimane. Questi gli obiettivi e cosa si trova all’interno del treno. Un’idea da replicare anche a Milano?

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A Roma il primo metro della metro “vietato” ai cellulari: da fare anche a Milano?

# Il “treno letterario” in viaggio sulla linea A, con un genere diverso per ogni vagone

Ufficio stampa Rai – Eterno treno Letterario

Il 15 ottobre è partito il primo viaggio il “treno letterario” sui binari della linea A della metropolitana di Roma. Per tre settimane questo convoglio arricchito e colorato su sedili e soffitti con citazioni e relative opere dei grandi autori, da Pirandello a Stendhal, accoglie a bordo romani e turisti.

Ufficio Stampa Rai – Soffitto vagone

Ognuno dei sei vagoni rappresenta un diverso genere letterario: letteratura internazionale, romanzo storico, epica e avventura, infanzia, giallo e fantascienza, poesia e teatro. L’iniziativa si chiama “Ogni Libro è un Viaggio” ed è promossa da Rai e il Centro per il Libro e la Lettura del Ministero della Cultura, in collaborazione con Atac. 

# L’obiettivo dell’iniziativa è spegnere il cellulare e leggere un libro

L’obiettivo è trasformare un viaggio anche di sole poche fermate in un’opportunità di lettura, offrendo un’alternativa all’uso dei cellulari. Consigliato pertanto salire con lo smartphone spento per evitare distrazioni.

Rai.it – Ogni libro è un viaggio

Queste le parole del direttore Area Creativa e direzione Comunicazione della Rai, Pierluigi Colantoni, sulla genesi dell’idea: “È una campagna importante. È nata un giorno entrando in metropolitana, dove eravamo in pochissimi a leggere. Tante persone, me compreso, fanno un consumo importante di digitale, di cellulare, per tantissime ragioni”.

# Le card con i testi delle opere da portarsi a casa

Atac – Treno letterario altra vista

All’interno dei vagoni sono inoltre distribuite delle card con brevi testi o estratti di opere letterarie, appese alle barre di sostegno sopra i sedili, che i viaggiatori possono portare via per proseguire la lettura in un altro momento. 

Fonte: Atac

Continua la lettura con: Per unire Milano a hinterland e periferie? Trasformare i treni in metropolitane

FABIO MARCOMIN

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Metro di notte a Milano: perchè no?

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All’inizio del suo secondo mandato abbiamo chiesto ai milanesi cosa vorrebbero in regalo da Beppe Sala: al primo posto ha vinto la metro di notte.
Molti ai tempi hanno chiesto che il sindaco chiedesse uno scambio ad ATM: l’aumento del biglietto in cambio della metro 24h, almeno del week end. In questo modo si sarebbe potuto compensare i cittadini del prezzo più alto dando non più lo stesso servizio ma qualcosa in più. Non solo: potenziare la metro sarebbe anche un modo per ripagare i cittadini per i sacrifici richiesti a usare meno l’automobile a Milano. Alla fine sappiamo tutti cosa è successo: il biglietto è aumentato ma del miglioramento del servizio non c’è stata traccia. 
Ma l’idea dei milanesi è così assurda? Per capirlo facciamo un breve giro del mondo.

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Metro di notte a Milano: perchè no?

# Berlino: 24h nel week end, senza tornelli

Nella città stato (StaadStadt) di Berlino la metropolitana prende il nome di U-bahn o di S-Bahn a seconda che, rispettivamente, scorra sotto oppure sopra la superficie. La Sbahn assomiglia un po’ al passante, anche se in realtà i treni sono identici a quelli della Ubahn.
La rete, che ha anche una cirlce line, ha 10 linee ed è estesa 482 chilometri, circa 5 volte più di Milano. Nei giorni feriali, la maggior parte delle linee della metropolitana è in funzione dalle 4:00 del mattino fino all’1:00 circa della notte, con corse di media ogni 5 minuti durante il giorno e ogni 10 minuti la sera. Nel fine settimana la metropolitane funziona 24 ore, ogni 15 minuti durante la notte.
Il prezzo del biglietto va da un minimo di 2,20 euro per una breve corsa singola, a 3,20 o 4 euro con validità di due ore, a seconda dell’ampiezza di zona di percorrenza, ma in entrambi i casi senza mai però tornare indietro. La metropolitana di Berlino non ha tornelli né in ingresso né in uscita: questo la rende molto bike friendly. I controlli vengono fatti da personale in borghese che “terrorizza” i passeggeri.

# Londra: 24h nei week end e per eventi speciali

La più antica e più estesa d’Europa con 274 stazioni su 11 linee che corrono su oltre 400 chilometri di rete. Venerdì e sabato funziona, su alcune linee, 24 ore al giorno. Negli altri giorni l’orario è 5 di mattina – una di notte. Tutte le linee della metro rimangono aperte la notte di Capodanno, e il trasporto, dalle 01.00 alle 06.00 del primo gennaio, è gratuito su tutta la rete. In occasioni speciali, come i Giochi olimpici, la Tube funziona 24h anche negli altri giorni della settimana.
La tariffa dipende dalla zona di destinazione: la città è divisa in 9 zone tariffarie.

# Parigi: estensione di un’ora nei week end

La rete metropolitana è lunga 219,9 km, con 14 linee perlopiù sotterranee e 303 stazioni. È la quarta rete metropolitana per estensione in Europa, dopo la metropolitana di Londra, di Mosca e di Madrid. Il servizio passeggeri inizia attorno alle 5.30 e termina alle 1.15. In media nelle ore di punta c’è un treno ogni 2 minuti, che salgono a 8 minuti la sera. Il venerdì e sabato sera il servizio è prolungato di un’ora, l’ultimo treno è tra 01:30 e le 01:40.
Il biglietto base singolo Ticket t+ costa 1,90 €.

# Mosca: ha anche una linea segreta

La metropolitana di Mosca “città regione” è la più trafficata d’Europa ed è costituita da 14 linee, per una lunghezza totale di 379,1 km. L’attesa tra due treni è di 90 secondi, 10 minuti la notte, con percentuale di puntualità del 99,98%. Il biglietto base costa meno di un euro.
La metropolitana di Mosca apre alle 05.30 del mattino e chiude alle 01.00 di notte. Ha anche una circle line (CCM).
Oltre alla metropolitana di uso pubblico, esistere anche una rete separata di linee segrete, destinata al collegamento tra istituzioni governative e bunker sotterranei riservati (molti dei quali si trovano fuori dalla città). Questa rete viene chiamata solitamente “Metro 2”, ma il suo nome effettivo è sconosciuto, e si trova su un livello più profondo rispetto alla rete ufficiale.

Leggi anche: da Rogoredo parte un treno per Mosca

# New York: l’unica al mondo (insieme a Copenaghen) 24h tutti i giorni

Ne York 32 linee per una lunghezza di 380 chilometri. Tra le metropolitane delle grandi città del mondo è, insieme a Copenaghen, l’unica a garantire un servizio effettuato 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno. Una curiosità? La metro di Copenaghen è gestita da ATM Milano dal primo gennaio del 2008. 

Continua la lettura con: Le strisce in galleria nella metro: che cosa significano?

ANDREA ZOPPOLATO

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Il “Liberty District” di Milano

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Motivi floreali e decorazioni ispirate alla natura, balconi geometrici, ferri battuti… I palazzi in stile Liberty a Milano non mancano di certo. Abbiamo già parlato di Casa Felisari, del Palazzo Berri Meregalli e del discusso restyling del palazzo liberty in via Plinio.

Ma c’è una zona di Milano dove non ci si aspetterebbe mai di trovare edifici ispirati all’Art Nouveau parigina. Si tratta di zona Fiera e, anche qui, il movimento artistico e filosofico sviluppatosi alla fine dell’Ottocento ha lasciato le sue tracce.

Ecco quali sono le costruzioni Liberty meno conosciute a Milano.

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Il “Liberty District” di Milano

#1 Villino Maria Luisa

Credits: @sciuralella IG

Ciò che colpisce subito della palazzina in via Pietro Tamburini 8 è la facciata. Riproduce, con una tecnica a mosaico ispirata al neogotico, uno splendido cielo stellato.

Costruito nel 1906, il Villino Maria Luisa presenta tutte le contaminazioni eclettiche che caratterizzano la maggior parte delle opere Liberty a Milano.

Infatti, il suo balcone in ferro battuto con motivi floreali riprende sicuramente le trame Liberty. E anche il suo cancello presenta elementi tipici di questo stile, sebbene si noti una certa influenza da parte dell’Art Decò.

#2 Casa Donzelli

Credits: @milano_mirabilia IG

La realizzazione di Casa Donzelli risale al 1913 e segue il progetto in stile Liberty di Enrico Zanoni. Questo palazzo è costituito da tre partiture verticali con due bovindi laterali.

Il suo portale ad arco ribassato è sormontato da un balcone retto da alcune mensole e decorato con motivi floreali in ferro battuto. È particolare anche la porta-finestra: l’arco ribassato è interrotto dal busto di Torquato Tasso.

#3 Casa Dugnani

Credits: @b.verrina IG

Questo palazzo risale al 1902 ed è uno dei simboli del Liberty. Stile artistico si manifesta nella parte alta dell’edificio dove, per quanto riguarda i primi due piani, si può osservare un bugnato liscio in cemento, finestre con cornici curvilinee e un fregio con motivi floreali.

Invece, il terzo piano è realizzato in cotto a vista, un elemento tipico dell’architettura padana. Questo contrasta molto con l’ultimo piano, decorato con piastrelle di ceramiche raffiguranti dei girasoli.

#4 Casa Apostolo

Credits: @francescarosa IG

Fu eretta in via Tasso 10/12 nel 1906-7 dal futuro architetto della Stazione Centrale, il noto Ulisse Stacchini. E, anch’essa, è totalmente ispirata dal Liberty: presenta finestre inquadrate da cornici in muratura e balconi con balaustre in cemento e ferro battuto.

Sono molto particolari anche i fregi ispirati all’arte egizia.

#5 Casa Castelli

Credits: @_philhus IG

Si tratta di un edificio realizzato nel 1907 da Dino Castelli. Con i suoi contrasti cromatici, gli ornamenti floreali in cemento, l’utilizzo del ferro battuto e dei mattoni per la facciata, presenta sicuramente tutti gli elementi dello stile Liberty.

È legato all’Art Nouveau anche il balcone centrale, con una balaustra in pietra lavorata e la chiusura “bow-window” in ferro e vetro.

#6 Casa Agostoni

Credits: @b.verrina IG

Casa Agostoni fu realizzata nel 1908 con progetto di Alfredo Menni dallo stile Liberty molto sobrio, con rimandi alla Secessione Viennese e all’ecletticismo. Osservandola, si possono notare finestre e balconi al primo e al terzo piano e, ovviamente, una balconata centrale del piano nobile, impreziosita con diverse decorazioni.

Attorno al portale d’ingresso sono ben visibili i bassorilievi di figure femminili in stile liberty, mentre la parte superiore del primo piano è arricchita da figure fitomorfe, decorazioni artistiche con l’aspetto o la forma vegetale.

Continua la lettura con: COVA, il “castello Disney” di Milano: è il palazzo più bello della città?

ALESSIA LONATI

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Nostalgia dei vecchi autobus di Milano? Li trovate a Cuba

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Credits passionetrasporti - Alberto Jori - Bus Menarini Milano a Cuva

Dopo i tram a San Francisco, i bus a L’Avana. Ecco quando sono arrivati e perché sono lì.

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Nostalgia dei vecchi autobus di Milano? Li trovate a Cuba

# Per le strade di L’Avana girano i bus di Milano

Credits passionetrasporti – Alberto Jori – Bus Menarini Milano per le strade di Cuba

Per sentirsi a casa a un milanese in vacanza a Cuba basta poco. Deve solo attendere a una fermata dell’autobus. Per le strade de L’Avana girano infatti una serie di bus un tempo in servizio per le vie di Milano. Nel 2007 l’ATM aveva deciso di fornire un aiuto concreto ai paesi in via di sviluppo traferendo oltre-oceano, tramite navi partite dal porto italiano di Genova, alcuni mezzi di trasporto pubblico su ruota ritirati dal servizio. Tra questi ci sono dei Menarini Monocar M 201/1 LS e una decina di Iveco 580.12.22 Mauri che erano state ritirati dal servizio. Nella foto si vede un Menarini della serie “5207” riportante ancora la veletta con destinazione p.za 24 Maggio.

# I tram a San Francisco

Credits rozanovtv IG – Tram Milano a San Francisco

Non è il primo caso di mezzi di trasporto milanesi trasferiti dall’altra parte dell’Oceano. Dagli anni ’80 tra i saliscendi di San Francisco si muovono sui binari una decina di tram 28 prodotti dalla ditta meneghina Carminati e Toselli e donati dall’ATM di Milano. Ogni giorno lungo la linea F fanno la spola dal Presidio a Richmond passando per il Fisherman’s Wharf.

Leggi anche: I 5 TRAM più curiosi del MONDO

Fonte: passionetrasporti IG 

Continua la lettura con: Tramlink in arrivo a Milano!

FABIO MARCOMIN

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«Lavoro guadagno pago pretendo» e le altre mitiche frasi del Dogui

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Tomba Dogui

Guido Nicheli detto Dogui è uno dei milanesi più amati in Italia. E questo nonostante l’handicap di non essere nato a Milano bensì a Bergamo.

Sicuramente la sua fisionomia si imponeva e lo rendeva simpatico, ma non è la sua estetica il dettaglio più dirompente di questo personaggio. Ciò che lo ha reso celebre sono i suoi aforismi degni di un Oscar Wilde solo un po’ più alto e pop.

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I 20 migliori aforismi del Dogui

credit: remember8090.it

#1 Ma la libidine è qui, amore: sole, whisky e sei in pole position!

#2 Tu spari via un trecentomila… e sei nel burro tutta la vacanza… testa!

#3 La sua promozione…la vedo molto in danger…caro il mio bel faccia di cazzo.

#4 Non mi toccare il gazebo chiaro? È una libidine mia e la inauguro io… chiaro?!

#5 Ma guarda questi proletari… ma cosa fate voi a Montecarlo? Voi dovete restare a Pietra Ligure… testa!

 
Scherzo al Dogui

#6 Ue marenostrum… dai ordine al tuo Shangai di aiutarmi!

#7 Il mio non è un punto di vista… è un teorema! Chiaro?

#8 Uno nella vita sopporta di tutto: una moglie di nome Nives, il Milan in B, la figlia che sposa un deficiente! Ma i pupazzetti sulla torta no!!!!

#9 Via della Spiga Hotel Cristallo di Cortina 2 ore e 54 minuti! Alboreto is nothing!

#10 Sole whisky e sei in pole position!

il dogui, il principe, (anche se non era di Milano)

#11 Ma che bustarelle… io regalo affettati perché deve sapere che il prosciutto è molto più stabile della lira!

#12 Wè, ma cos’è successo qua? La rivolta degli schiavi?!

#13 Ma scendi dalla pianta animale!

#14 Lavoro guadagno pago pretendo!

#15 Mi stai pattinando sul filo del vaffa!

#16 Cambiar car è una scelta di vita… believe me!

#17 Al giorno d’oggi andare a fare il weekend costa più di una vacanza in Polinesia.

#18 Quando penso che a sta bestia qui gli han dato la maturità divento razzista!

#19 NCS non ci siamo!

#20 See you later (scritto sulla sua lapide)

Continua la lettura:  5 cose che fanno ridere solo i milanesi

FRANCESCO BOZ

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Campioni del mondo: i record storici dell’Italia (che solo pochi conoscono)

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Credits: @igveneto_ Orto botanico di Padova

Se si pensa all’Italia è inevitabile immaginare un paese dalla grande storia e testimone dell’evoluzione del mondo. È per questo che quando sono stati stilati dei record storici mondiali o europei: non tutti conoscono questi primati che possono rendere gli italiani orgogliosi del proprio Paese.

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Campioni del mondo: i record storici dell’Italia (che solo pochi conoscono)

# L’orto botanico più antico del mondo

Credits: @igveneto_
Orto botanico di Padova

Con circa 2,2 ettari di area, l’orto botanico di Padova detiene il record del più antico orto botanico del mondo. Risalente al 1545, contiene più di 6000 piante di 3500 specie diverse: troviamo piante per rimedi naturali, alcune velenose e altre molto pregiate, tanto che spesso l’orto è soggetto a furti. Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO dal 1997, l’orto botanico era stato creato per coltivare le piante medicinali, ai tempi chiamate i “semplici”, a tal proposito prima l’orto era soprannominato il “Giardino dei Semplici”. Alcuni ritengono che sia Pisa, con il suo orto botanico, ad avere questo record, ma quest’ultimo, costruito l’anno prima di quello di Padova, ha la sua posizione attuale “solo” dal 1591. In qualsiasi caso il primato rimane sempre in Italia.

# La più antica farmacia d’Europa

Credits: @haruka_tajima
Officina Profumo-Farmaceutica di Santa Maria Novella

L’Officina profumo-farmaceutica di Santa Maria Novella a Firenze, aperta al pubblico per la prima volta nel 1612, è la farmacia più antica d’Europa. Ebbe subito grande notorietà in tutto il Continente ed i suoi prodotti furono esportati anche in Cina. Seppure sembrerebbe che le farmacie di Tallinn e altre città europee siano precedenti al 1612, bisogna precisare che le prime testimonianze sulle attività della farmacia fiorentina risalgono al 1221 con la vendita di erbe curative da parte dei frati domenicani. Oggi l’erboristeria mantiene ancora la sua storicità e, in certi casi, vengono ancora seguite le ricette tradizionali e i metodi di preparazione dei frati. In questo modo Firenze si conquista il record.

# La biblioteca più antica del mondo

Credits: @zenatowinery
Biblioteca Capitolare Verona

Pochi sanno che la biblioteca più antica del mondo è in Italia e non è la biblioteca di Alessandria d’Egitto o quella di Pergamo. Nel 2017, infatti, la Biblioteca Capitolare di Verona ha spento 15 centinaia di candeline. Fondata nel 571 d.C. e con i sui 15 secoli di attività, la biblioteca di Verona è quella rimasta sempre aperta al pubblico (quella di Alessandria d’Egitto e di Pergamo furono infatti chiuse più volte). La Biblioteca Capitolare è famosa per la preziosità dei sui manoscritti, contiene anche il celebre Indovinello Veronese, probabilmente il primo documento in italiano volgare. Testimonianza anche della storia ecclesiastica, è stata definita come “la Regina delle collezioni Ecclesiastiche”. Per non parlare dei grandi che studiarono in questo edificio: il figlio di Carlo Magno, Pipino, ma soprattutto Dante Alighieri e Francesco Petrarca.

# La più antica università 

Credits: @moroshki
Università di Bologna

L’Italia ospita la più antica Università occidentale ancora in funzione e forse è il primato più conosciuto tra questi. Stiamo parlando dell’Università di Bologna, soprannominata “la dotta”, fondata nel 1088. Con il suo motto latino “Madre nutrice degli studi”, ha insegnato a numerosi uomini illustri. Se Oxford, fondata nel 1096, deve lasciare il primo posto all’Italia, si precisa come sia stata una donna, Fatima Al-Fihriya, ad aver fondato la prima istituzione educativa esistente e ancora in funzione a Fez, in Marocco.

# La più antica banca al mondo ancora in attività

Credits: @paolobalsamo
Banca Monte dei Paschi di Siena

È il Monte dei Paschi di Siena, fondato dal Consiglio Generale della Repubblica di Siena, ad essere la banca più antica del mondo tutt’oggi esistente. Istituita nel 1472 come monte di pietà per prestare denaro alle classi disagiate della popolazione, oggi è fra i  principali gruppi bancari italiani e quotata alla Borsa di Milano. Nell 1624, inoltre, la banca si aggiudica un altro record: fu infatti la prima ad adottare un sistema di protezione dei depositi usati per dare fiducia ai risparmiatori. Durante la sua attività, la banca finanziò molti enti ma soprattutto il celebre Palio di Siena.

# La più antica enoteca del mondo

Credits: @rayfilippo
Al Brindisi, Ferrara

Indubbiamente famosa per i suoi vini, in Italia, precisamente a Ferrara, c’è l’enoteca più antica al mondo. Aperta nel 1435, in passato si chiamava “Hostaria del Chiuchiolino” (da “ciuc“, ubriaco), ma oggi è conosciuta come “Al Brindisi”. È sicuramente l’enoteca dai grandi nomi, qui vi si recarono infatti Torquato Tasso, Tiziano e Ludovico Ariosto. Inoltre sopra l’edificio Nicolò Copernico compì i suoi studi.

# L’azienda familiare più antica

Credits: Molise Turismo
Fonderia Morinelli

Ancora oggi l’economia italiana è caratterizzata principalmente da aziende familiari e non ci stupiamo, quindi, se questo record lo detengono alcune imprese italiane. Sei delle prime dieci aziende familiari più antiche in Europa si trovano infatti nel nostro Paese; e in cima alla classifica c’è la Fonderia Marinelli di Agnone, in Molise. Questa, che produce campane artigianali, è ancora in funzione e fu fondata nell’anno mille.

# La mappa più antica del mondo occidentale

Credits: focus.it
Mappa messapica

In questo caso, per alcune incongruenze storiche, non si è sicuri di poter attribuire il record all’Italia, ma, secondo alcuni archeologici nel 2003, a Soleto in Puglia, fu scoperto un frammento di vaso in terracotta con incisi nomi di città italiane. Scritto in lingua greca e risalente a oltre 2500 anni fa, il disegno sembra la riproduzione della costa salentina e tra le città è possibile trovare Taranto e Otranto.

# La più antica città del mondo ancora abitata

Credits: @vit_sud Matera

Oltre a essere stata Capitale della Cultura europea nel 2020, Matera con i suoi “sassi” è una delle città più antiche al mondo. Gli studiosi credono che le sue grotte scolpite nella roccia siano le prime abitazioni risalenti al Paleolitico, quindi a circa 9000 anni fa. Considerando, inoltre, che queste grotte sono sempre state abitante, la città risulta essere anche quella dove si è vissuto più a lungo.

# Il maggiore produttore di caviale al mondo

Lavorazione del caviale

L’Italia detiene un record in campo alimentare che pochi conoscono: è il maggiore produttore al mondo di caviale battendo di gran lunga la Russia. In Lombardia, vicino Brescia, c’è infatti uno dei più grandi allevamenti al mondo di storioni, da dove le pregiatissime uova partono per soddisfare i palati più sopraffini.

Leggi anche: Il CAVIALE più VENDUTO al mondo è di Brescia

# L’opera d’arte più lunga del mondo: oltre 5 chilometri 

katiuscia_sacchelli IG – The walk of peace

“The Walk of Peace” (La Passeggiata della Pace) è l’opera d’arte più lunga del mondo realizzata da un solo individuo. Il lavoro è stato fatto nel maggio 2021 dell’artista Luca Fruzzetti, in arte Dale, a Massa: la lunghezza certificata di 5.310 metri ha battuto il precedente primato statunitense di 3.300 metri.

Leggi anche: L’Italia e i suoi 9 RECORD STORICI (che solo pochi conoscono)

# Il più alto numero di aziende di lusso nella top 100 mondiale: un quarto del totale del pianeta

conoscimilano.it – Prada in Galleria

Nell’elenco delle prime 100 aziende al mondo per fatturato, nel settore del lusso, l’Italia si piazza al primo posto con quasi il 25% delle posizioni ricoperte, ben 24 imprese. Una su quattro delle grandi aziende del lusso al mondo sono in Italia. 

# Prima al mondo per produzione di yacht: uno su due costruito in Italia

ferrettigroup IG – Yacht

Il nostro Paese è al primo posto al mondo per produzione di imbarcazioni di lusso: nel 2023 ha ottenuto il 50% degli ordini. Nella nautica da diporto l’Italia non ha rivali, in termini di bilancia commerciale, con ricavi che sfiorano i due miliardi di dollari.

# L’Albero di Natale più grande del mondo 

flaviogaggiotti IG – Albero Gubbio

Dal 1991 l’Albero di Natale di Gubbio fa parte del Guinness dei Primati. Grazie ai suoi 650 metri di altezza e ai suoi 350 di larghezza è infatti il più grande del mondo. Nessuno è riuscito a scalfire questo primato da oltre 40 anni.

Continua la lettura con: le più antiche città del mondo

BEATRICE BARAZZETTI

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Fontana: «Sì al nucleare in Lombardia»: Milano avrà dei minireattori, come Google?

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Credits: Ideogram.AI

Il Presidente Fontana ha aperto alla possibilità di centrali nucleari in Lombardia. Ma il nucleare è sicuro? Altrove ne sono sicuri: in particolare Google che preme sull’acceleratore con una innovazione che potrebbe anche cambiare il futuro di Milano. 

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Fontana: «Sì al nucleare in Lombardia»: Milano avrà dei minireattori, come Google?

# Fontana: Lombardia pronta ad accogliere il nucleare

Il Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha dichiarato la disponibilità della Regione ad accogliere il nucleare e a individuare siti idonei per la costruzione di centrali sul territorio. La proposta è stata rilanciata in occasione dell’assemblea generale di Assolombarda, durante la quale il presidente dell’associazione, Alessandro Spada, ha sottolineato l’importanza del nucleare per lo sviluppo economico e la transizione energetica della regione.

Fontana ha affermato che la Lombardia è pronta a esplorare questa possibilità, che potrebbe rappresentare un’opportunità per abbattere i costi energetici per cittadini e imprese. La posizione di Fontana è in linea con quella del vicepremier Matteo Salvini, il quale ha già espresso più volte il proprio sostegno per il ritorno del nucleare in Italia, definendolo “un dovere” per garantire energia più pulita e conveniente.

# La risposta dell’opposizione

Le dichiarazioni del presidente lombardo hanno suscitato immediate reazioni da parte dell’opposizione. Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Partito Democratico in Regione, ha commentato: «Fontana dice che è disponibile a trovare siti per il nucleare in Lombardia. È un’affermazione interessante. Sia coerente, allora, e dica in che città o in quali territori intende realizzare questi siti.» Anche il Movimento Cinque Stelle ha criticato duramente l’apertura al nucleare, accusando la giunta regionale di “sparare grosse” senza una reale pianificazione. Ma prima di capire quale potrebbe essere la strategia, la vera domanda da farsi è: il nucleare oggi è sicuro?

# Dal disastro di Chernobyl alle nuove generazioni di centrali nucleari

La tecnologia nucleare ha attraversato importanti evoluzioni nel corso degli ultimi decenni. Dalla prima generazione di centrali, che ha visto incidenti significativi, comunque attribuibili alla mala manutenzione e all’errore umano, come quelli di Three Mile Island (1979) e Chernobyl (1986), si è passati a modelli generalmente più sicuri e avanzati. È fondamentale comprendere le differenze tra le varie generazioni per valutare le potenzialità del nucleare moderno.

# Generazione 1 e 2: Il passato del nucleare

Le prime centrali nucleari, costruite negli anni ’50 e ’60, utilizzavano uranio arricchito come combustibile e acqua normale come refrigerante e moderatore. Questi impianti non disponevano di sistemi di sicurezza avanzati, come il contenimento primario, che sarebbe poi diventato uno standard. La tragedia di Chernobyl, avvenuta nel 1986, fu un chiaro esempio dei rischi associati a tali impianti. Il reattore esploso era un modello di prima generazione privo di adeguate misure di sicurezza, e il disastro provocò gravi conseguenze ambientali e sanitarie.

La seconda generazione di centrali, sviluppata negli anni ’70 e ’80, ha introdotto significative migliorie in termini di sicurezza ed efficienza. I reattori di questa generazione sono dotati di contenimenti primari di sicurezza e sistemi di controllo avanzati, rendendoli nettamente più affidabili rispetto ai loro predecessori.

# Generazioni 3 e 3+: Sicurezza integrata

Negli anni ’90 è stata sviluppata la terza generazione di centrali nucleari, che ha continuato a migliorare la sicurezza degli impianti. A differenza delle centrali di seconda generazione, questi reattori sono progettati fin dall’inizio per gestire eventi accidentali gravi, con strutture capaci di resistere a esplosioni, incendi e terremoti. La terza generazione avanzata (3+) rappresenta un ulteriore passo avanti, con reattori che utilizzano combustibile meno pericoloso e tecnologie di raffreddamento passive, che non richiedono interventi umani in caso di emergenza.

# Generazione 4: i mini reattori

La quarta generazione di reattori, attualmente in fase di sviluppo, promette una rivoluzione tecnologica nel settore. Questi impianti includono tecnologie come i mini reattori modulari (SMR), progettati per essere più sicuri, efficienti e versatili. I mini reattori possono essere trasportati con camion e installati in serie per soddisfare diverse esigenze energetiche. Anche se non ancora pronti per la diffusione su larga scala, i reattori di quarta generazione potrebbero rappresentare una soluzione interessante per il futuro dell’energia nucleare.

# Il futuro? Mini centrali nucleari in ogni quartiere di Milano

Credits: Ideogram.AI

La crescente domanda di energia, soprattutto con l’espansione dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie digitali, sta spingendo molte aziende a esplorare fonti di energia alternative. Google, ad esempio, intende acquistare energia da sette mini-reattori nucleari entro il 2035 per alimentare i suoi centri dati con fonti a basse emissioni di carbonio. Questo esempio apre la strada a un’ipotesi provocatoria: e se in Lombardia, e a Milano in particolare, si installassero mini centrali nucleari per soddisfare il fabbisogno energetico locale?

I reattori modulari sono già in fase di sperimentazione in vari paesi e potrebbero rappresentare una risposta efficace alla crescente richiesta di energia delle città moderne. L’idea potrebbe sembrare avveniristica, ma è tutt’altro che impossibile. Ecco tre ipotesi per Milano:

#1 Mini reattori di campagna

Una soluzione potrebbe consistere nel posizionare i mini reattori modulari nelle aree rurali intorno a Milano, ad esempio nelle campagne del Parco Agricolo Sud o vicino alla Brianza. Questi reattori fornirebbero energia alle case e agli edifici urbani attraverso reti di distribuzione ad alta efficienza, riducendo l’impatto diretto della presenza dei reattori in città. Questa opzione consentirebbe di sfruttare spazi più ampi e meno densamente abitati per ospitare i mini reattori, garantendo al contempo una gestione centralizzata e sicura. Inoltre, collegando i reattori rurali alla rete cittadina, si potrebbe sostenere la domanda crescente di energia, specialmente per i quartieri più tecnologicamente avanzati o i nuovi progetti urbani come Porta Romana e il futuro Villaggio Olimpico.

#2 Mini reattori di quartiere

Si tratterebbe di installare piccoli reattori modulari direttamente nei quartieri, in aree come Porta Nuova, CityLife, Isola o Bicocca. Ogni quartiere avrebbe il proprio mini reattore dedicato, capace di alimentare residenze, uffici e attività commerciali con energia pulita e stabile. L’energia nucleare, grazie alla capacità di adattarsi alla domanda variabile e alle tecnologie di sicurezza avanzate, potrebbe garantire l’approvvigionamento continuo riducendo la dipendenza dalle reti di trasmissione tradizionali. Questa opzione decentralizzata, con mini centrali dislocate nei punti strategici della città, permetterebbe una gestione locale e immediata dell’energia, potenziando l’efficienza energetica e riducendo le perdite di trasmissione.

#3 Mini reattori condominiali

L’opzione ancora più radicale sarebbe l’installazione di mini reattori nucleari direttamente sotto gli edifici residenziali. Questa soluzione sfrutterebbe gli spazi sotterranei per alloggiare piccoli reattori modulari, garantendo una fornitura energetica continua ai condomini. La tecnologia avanzata dei mini reattori moderni, caratterizzata da sistemi di raffreddamento passivi e contenimento potenziato, li renderebbe adatti per l’installazione in aree densamente popolate. Oltre a garantire la sicurezza, questa scelta eliminerebbe la necessità di costruire infrastrutture energetiche esterne, riducendo l’impatto visivo e rendendo autonomi dal punto di vista energetico gli edifici.

# Un’opzione sostenibile e sicura?

Il principale vantaggio dei mini reattori modulari risiede nella loro capacità di ridurre le emissioni di carbonio rispetto alle centrali elettriche a combustibili fossili. Inoltre, grazie alle dimensioni ridotte e alla produzione modulare, queste centrali potrebbero essere installate rapidamente e adattate alle esigenze specifiche di ciascun quartiere. Le preoccupazioni sulla sicurezza rimangono, ma le tecnologie di quarta generazione mirano proprio a superare definitivamente questa sfida, con sistemi che limitano drasticamente i rischi di incidenti e contaminazioni.

Continua la lettura con: Una CENTRALE NUCLEARE a MILANO? Ecco dove si potrebbe COSTRUIRE

MATTEO RESPINTI

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Per unire Milano a hinterland e periferie? Trasformare i treni in metropolitane

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lara_sbahn_berlin_481 ig - S-Bahn

Mentre si dibatte sul progetto di una sesta linea metropolitana, prevista comunque all’interno dei confini comunali della città, non si è fatto abbastanza per realizzare servizi metropolitani nell’hinterland. Al netto dell’estensione della M5 fino a Monza, per il quale si attende la copertura degli extra costi per il bando di gara, non sono state ipotizzate soluzioni alternative. E se si facesse come a Berlino, Parigi e Londra?

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Per unire Milano a hinterland e periferie? Trasformare i treni in metropolitane

# Milano e il suo hinterland sono due entità separate a causa di un trasporto pubblico poco frequente e caotico

ar-architettiroma.it – Estensioni metro Milano

Uno dei problemi cronici del trasporto pubblico milanese è la connessione tra città e hinterland. Inaugurata la M4, che rimane dentro i confini di Milano, anche la futura linea M6 in fase di studio è previsto che non esca dal territorio comunale. Al netto della linea M1, con due fermate in costruzioni di oltre 13 anni, e della M4 verso Segrate, sempre con due fermate, l‘unico progetto importante riguarda l’estensione della linea M5 verso Monza, progetto per il quale sono necessari circa 400 milioni di euro di extra costi per indire il bando. Stiamo parlando di investimenti elevati, 1,7 miliardi di euro solo per la M5, e di progetti a lunga gestazione e realizzazione. Perchè quindi non prendere esempio dall’estero per collegare i centri dell’area metropolitana con servizi metropolitani sfruttando le ferrovie?

# Trasformiamo le linee ferroviarie urbane in metropolitane come fanno a Berlino, Parigi e Londra

lara_sbahn_berlin_481 ig – S-Bahn

Il primo è più facile esempio da prendere in considerazione è quello di Berlino e della S-Bahn, pioniera nell’elettrificazione del trasporto ferroviario suburbano e che ha dato il via all’espansione di un modello di trasporto urbano su ferro che poi si sarebbe diffuso in altre città tedesche ed europee. Nella capitale tedesca non c’è alcuna differenza tra prendere la metropolitana U-Bahn, che viaggia prevalentemente in sotterranea, e la S-Bahn, i cui treni corrono invece soprattutto in superficie, perchè entrambe rientrano nel concetto di Metro di Berlino, nonostante siano gestite da società differenti: BGV la prima e S-Bahn Berlin GmbH la seconda, società appositamente creata controllata dalla Deutsche Bahn.

S-Bahn Berlino

La rete S-Bahn è separata da quella nazionale della Deutsche Bahn e il servizio è esercitato da materiale rotabile appositamente progettato simile a quelli delle linee metropolitane, con presa di corrente a terza rotaia. La distanza media tra le fermate è molto ridotta e la frequenza è molto alta. Inoltre sia i treni della U-Bahn che della S-Bahn sono normalmente in funzione dalle prime ore del mattino fino a tarda notte e mentre il venerdì e il sabato restano in servizio ad orario continuato. 

Sistemi simili li troviamo a Parigi con la RER, e in parte con il Transilien, e Londra con Crossrail/Elizabeth line e forse Thameslink. La caratteristica comune di questi servizi è una serie di collegamenti interurbani che si collegano alle infrastrutture ferroviarie preesistenti fuori dal centro della città.

Leggi anche: Una “vera” stazione dei treni a Malpensa? Come nei grandi aeroporti del mondo

# La differenza tra il servizio ferroviario suburbano di Milano e la S-Bahn di Berlino 

Mappa Ferrovie suburbane e passante 2023

A Milano è presente il Servizio Ferroviario Suburbano, con 12 linee linee S, che si ispira al modello delle S-Bahn ma con alcune sostanziali differenze. Ecco le principali:

  • il sistema milanese è più concentrato sulla Lombardia, mentre quello berlinese ha una buona copertura urbana e suburbana;
  • condivide spesso binari con altri treni regionali o nazionali, mentre la S-Bahn di Berlino utilizza principalmente binari propri;
  • a Milano la connessione con la rete metropolitana è significativa ma non totale: sono appena 7 le fermate nel tratto del passante ferroviario dove passano tutte le linee, a cui se ne aggiungono altre a sud e a nord;
  • quando si passa da una fermata della metropolitana a una del passante ci si accorge di come sia due infrastrutture e servizi totalmente differenti per una serie di motivi:
    • la differente identità visiva, per colori, caratteri delle segnaletica, conformazione della stazione, e della stazione in generale a partire dai tornelli di ingresso;
    • la tipologia dei treni utilizzati;
    • la frequenza che solo nel tratto comune è paragonabile a quello di una metropolitana;
    • integrazione tariffaria lacunosa nonostante l’introduzione dello STIBM, il sistema tariffario integrato dei mezzi pubblici. L’abbonamento copre infatti solo il perimetro comunale e l’accesso fatto con la carta di credito in metropolitana non vale come biglietto per accedere al passante e usufruire delle linee S, ma è valido se si utilizza il classico titolo di viaggio oggi caricato sullo biglietto ricaricabile “Ricaricami”.

# Le prime linee da realizzare

 

In attesa di un secondo passante ferroviario e di eliminare le differenze esistenti tra il al servizio delle S-Bahn e quello delle linee S, si potrebbe pensare di attestare alcune linee qualche decina di chilometri fuori dai confini comunali comunali e da quel punto utilizzare i binari che arrivano in città solo come servizio metropolitano, inizialmente anche utilizzando gli stessi treni. Si potrebbero avere ad esempio queste linee: 

  • M7 utilizzando il tracciato della linea S1 Saronno-Lodi nel tratto tra Garbagnate Milanese e Melegnano;
  • M8 utilizzando il tracciato della linea S3 Saronno-Cadorna, con 5/6 fermate intermedie più altre da realizzare lungo il tracciato con capolinea a nord a Garbagnate Milanese e a sud nella stazione di Cadorna;
  • M9 usano i binari della linea S4, da Cesano Maderno dove interscambia con l’attuale S9, a Milano, con aggiunta di fermate intermedie dopo Domodossola M5.
  • M10 raddoppiando i binari utilizzati da S9 e futura circle line da Rho fino a Lambrate.

Leggi anche: Le 4 nuove linee della metro che ci sarebbero a Milano utilizzando i binari delle ferrovie

Spunto: velocipiedi

Continua la lettura con: Le zone di Milano più servite dai mezzi pubblici: cosa cambia con l’apertura della M4?

FABIO MARCOMIN

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Le mini-vacanze nei bar e nei caffé: la nuova frontiera del lavoro intelligente?

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theofflineclub_milano IG

Al termine di un’intensa settimana di lavoro capita spesso di sentire l’esigenza di una fuga fuori porta nel weekend per liberare la mente e allievare lo stress. Da Amsterdam è arrivata anche a Milano una soluzione che potrebbe limitare questo bisogno e al tempo stesso far trascorrere momenti piacevoli e di relax rimanendo in città. Ma si potrebbe renderla ancora più efficace.

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Le mini-vacanze nei bar e nei caffé: la nuova frontiera del lavoro intelligente?

# Una soluzione per allievare lo stress senza fuggire il weekend da Milano?

Stress al lavoro (immagine da pixabay.com)

La mole di lavoro, la pressione e lo stress, che si accumulano durante le giornate trascorse in azienda o in ufficio, portano spesso a voler fuggire dalla città durante il weekend per ricaricare le pile. Una gita fuori porta al lago, in montagna, in un centro termale o in un agriturismo, qualsiasi meta e attività che possa essere utile al riposo della mente e del corpo. Un movimento partito da Amsterdam propone una soluzione che potrebbe alla lunga limitare il desiderio di scappare e al tempo stesso far trascorrere momenti piacevoli e di relax rimanendo in città, ma ancora perfezionabile.

# Il network partito da Amsterdam delle mini-vacanze nel cuore delle città

theofflineclubbarcellona IG

A febbraio 2024 tre ragazzi di Amsterdam hanno fondato l’offline club, una community di persone che valorizza maggiormente la vita reale rispetto a quella virtuale. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di aiutare le persone a disconnettersi dai loro telefoni e favorire autentiche connessioni umane. Sono nati così i primi eventi offline in librerie e caffè per consentire a chiunque ne sentisse l’esigenza di staccare, prendersi una pausa rigenerante, dedicare del tempo per se stessi e fare nuove conoscenze.

# Il primo evento a Milano nella libreria indipendente Googol Company

theofflineclub_milano IG

In poco tempo si è diffuso in diverse città del mondo, Londra, Parigi, Dubai e Barcellona fino ad arrivare a Milano. Il 7 ottobre 2024 alle ore 19 si è tenuto il primo evento, organizzato dalla libreria indipendente Googol Company, un secondo il 21 ottobre alla pasticceria Gelsomina, famosa per i suoi maritozzi. 

Leggi anche: I bar più intriganti di Milano per una pausa caffè

# Come funziona

theofflineclub_milano IG – Arpa

I telefoni vengono bloccati per due-tre ore e il tempo viene dedicato alla lettura, al disegno, al gioco, a nuove attività come l’uncinetto, e all’incontro con nuove persone, come se fosse una mini-vacanza quotidiana nel cuore del città, magari mentre si fa beve e mangia qualcosa insieme agli altri a colazione o al momento dell’aperitivo. Ci possono essere poi spazi dedicati alla musica, come concerti di arpa o di piano. 

# E se si facesse durante l’orario di lavoro?

L’iniziativa al momento viene organizzata solitamente di venerdì sera o nei weekend quindi, pur essendo efficace nel liberare la creatività, creare connessioni con altre persone e prendersi del tempo per se stessi, non contribuisce a ridurre in modo significativo lo stress lavorativo. La soluzione potrebbe essere quella di inserire questi momenti durante la giornata di lavoro, istituzionalizzandoli come delle vere “mini-vacanze”: una sorta di welfare aziendale per migliorare la qualità lavorativa e di vita del dipendente, un modo alternativo per riequilibrare la vita privata e il lavoro aumentando il benessere personale e al contempo la produttività in ufficio.

Continua la lettura con: A Berlino si può viaggiare con la metro cabriolet: un’idea per Milano?

FABIO MARCOMIN

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