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Troppo traffico a Milano? La soluzione è creare questi tre hub sotterranei

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A Milano la politica contro il traffico è stata definita quella della “guerra contro le auto”, che consiste nel moltiplicare i disagi per chi si muove in auto. Una di queste strategie riguarda la riduzione dei parcheggi. Meno parcheggi, meno auto? Non sempre è così. Anzi. Spesso la mancanza di parcheggi porta più auto a ingolfare il traffico proprio per cercare dove lasciare l’auto. La classica proposta è di aumentare i parcheggi di interscambio in periferia, ma se invece fosse un’altra la soluzione ottimale?

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Troppo traffico a Milano? La soluzione è creare questi tre hub sotterranei

# La soluzione? Tre hub sotterranei tra centro e periferia, come a City Life

Il problema dei parcheggi in periferia presso i capolinea della metro è evidente. Per capirlo basta mettersi nei panni di un automobilista che arrivi da fuori. Difficile pensare che si liberi della macchina in una zona lontana dal centro, per poi doversi muoversi con i mezzi pubblici magari per andare dall’altra parte della città. Non è invece un mistero che più ci si avvicina dal centro più diventa agile muoversi con i mezzi pubblici a Milano. E allora l’idea è questa: creare quattro parcheggi sotterranei posizionati a ridosso della cerchia dei Navigli, ciascuno in una direzione diversa, nord, sud, est e ovest (dove esiste già a CityLife).

La distanza dal centro di questi hub sarebbe simile a quella di CityLife, permettendo alle persone di lasciare l’auto e muoversi facilmente verso il cuore della città. I parcheggi sarebbero interrati, riducendo l’impatto visivo e ambientale, e potrebbero essere collegati alle principali arterie stradali tramite tunnel, evitando di aggiungere traffico sulle strade urbane. Esattamente come avviene per il parcheggio di CityLife che si può raggiungere facilmente dall’autostrada dei laghi e dalla Milano Torino anche grazie a un sistema di strade interrate e si sottopassaggi. Ma vediamo dove potrebbero essere. 

#1 Nord: Porta Volta/Parco Sempione

Per la zona nord, un’area adatta potrebbe trovarsi in prossimità di Porta Volta. Questo punto sarebbe strategicamente posizionato per chi arriva dalla A8 o dalla A9, grazie al collegamento veloce con la tangenziale nord.

Il parcheggio sotterraneo potrebbe estendersi sotto il verde del parco, con accesso diretto da un tunnel che parte dalla tangenziale, riducendo al minimo l’ingombro del traffico in superficie. La vicinanza alla metropolitana (linea M2 e M5) e ai tram storici permetterebbe agli automobilisti di proseguire il viaggio comodamente verso le destinazioni centrali.

#2 Sud: Ex Scalo Romana

A sud, l’area dell’Ex Scalo Romana è ideale per ospitare un altro hub di parcheggio sotterraneo. Situata lungo la direttrice della via Ripamonti, questa posizione servirebbe non solo chi arriva da sud e dall’A1, ma anche i pendolari delle zone limitrofe.

Come nel caso di CityLife, si potrebbe aggiungere alle attuali costruzioni in corso un tunnel di collegamento con l’autostrada, consentendo agli automobilisti di raggiungere il parcheggio direttamente, senza dover attraversare le vie più trafficate della città.

Inoltre, l’area è ben servita dalle linee della metropolitana M3 e dai nuovi sviluppi urbani, che la rendono un nodo perfetto per proseguire verso il centro.

#3 Est: Lambrate – Città Studi

Per la zona est, un hub sotterraneo potrebbe essere situato tra Lambrate e Città Studi, due quartieri in pieno sviluppo. Questo parcheggio sarebbe facilmente accessibile per chi arriva dalla A4 e dalle strade statali che portano verso Milano da est.

La vicinanza con la stazione ferroviaria di Lambrate e con la linea della metropolitana M2 favorirebbe un rapido accesso al centro città, offrendo una soluzione comoda e ben collegata.

# Quali benefici per traffico e mobilità?

La creazione di questi hub di parcheggio sotterraneo avrebbe diversi benefici immediati: innanzitutto, permetterebbe di ridurre la congestione nel centro, spostando i parcheggi in aree strategiche senza dover relegare le auto in periferia.

La possibilità di lasciare il veicolo in un punto facilmente raggiungibile e ben collegato renderebbe più fluida la circolazione dei mezzi privati, riducendo l’inquinamento dovuto al traffico cittadino. L’integrazione con la rete metropolitana e i trasporti di superficie permetterebbe una mobilità multimodale efficiente, incentivando gli automobilisti a lasciare l’auto e utilizzare mezzi pubblici o servizi di mobilità condivisa.

L’idea dei tunnel, simili a quello che già collega l’autostrada dei Laghi alla ex Fiera, risponde anche alla necessità di una viabilità più fluida, evitando i colli di bottiglia nelle aree centrali.

Questo tipo di infrastruttura, benché richieda investimenti iniziali importanti, potrebbe essere realizzata con l’aiuto di partnership pubblico-private, che permettano di ripartire i costi tra pubblico e privato. Inoltre, il costo dell’uso dei parcheggi potrebbe contribuire a finanziare la manutenzione delle infrastrutture.

Continua la lettura con: Il «modello CityLife» da estendere a Milano: persone nel verde, traffico sotto terra

MATTEO RESPINTI

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Cosa succede a Milano quando il semaforo è rosso

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Chi resta fermo è perduto. 

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Continua con: Quando ascolti per più di un’ora i bonghi al Sempione

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Addio alla storica sabbiera di Milano

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Credits ufficio stampa Atm - sabbiera deposito messina

Un patrimonio storico che i milanesi non vedranno più circolare per le strade della città.

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Addio alla storica sabbiera di Milano

# Lo stop a uno dei monumenti in movimento della città

Credits ufficio stampa ATM – Dettaglio Sabbiera

ATM impone lo stop alla circolabilità dei tram a due assi sui binari della città. La decisione, secondo passionetrasporti.com, sarebbe una conseguenza dalla mancata conformità ai nuovi requisiti imposti da ANSFISA, l’agenzia che norma le reti tranviarie in Italia. Le vetture della serie 700 rimaste in circolazione sinora sono tra i pochi esemplari rimasti a memoria di un’epoca lontana un secolo: dei veri e propri monumenti in movimento. Riadattate con il passare del tempo a spazzaneve e soprattutto a sabbiere, avevano trovato una nuova vita durante i mesi invernali o in condizioni meteorologiche difficili. 

Leggi anche: L’EVOLUZIONE del TRAM a Milano

# La mitica “Sabbiera” che puliva i binari del tram

Credits ufficio stampa Atm – sabbiera deposito messina

Cala il sipario quindi sulla mitica Sabbiera, il primo tram ogni mattina a transitare sui binari, da ottobre a marzo, per consentire ai mezzi in servizio regolare di funzionare senza problemi. La sabbia, di tipo siliceo, finissima e selezionata per le sue qualità meccaniche, incrementa l’aderenza dei tram di linea, evitando quindi le perdite di attrito ruota-rotaia in presenza di ghiaccio o umidità.

Nate dalla ricostruzione di alcuni esemplari di tram serie 600 costruiti nei primi anni ‘20, molti danneggiati e distrutti dai bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale, si caratterizzano per una robusta cassa in acciaio, motori che consentono di raggiungere una velocità di 38 km/h, tramogge e il relativo sistema elettropneumatico per spargere la sabbia al posto di sedute e “bigliettario”.  

Leggi anche: La «Sabbiera»: il tram che percorre tutte le linee di Milano, l’unico senza passeggeri

# Al loro posto moderni e anonimi veicoli bimodali strada-rotaia

passionetrasporti.com – Veicoli bimodali

Solo sette sabbiere erano rimaste in servizio: la 704 con il classico colore bi-verde, la 705 di color arancio ministeriale, la 706, 712 e 718 del deposito Baggio, la 713 al deposito Messina e la 719 al deposito Precotto. I tram Sabbiera sono stati progressivamente sostituiti da moderni e meno affascinanti veicoli bimodali strada-rotaia, utili anche allo spazzamento neve o al traino vetture che necessitano soccorso sono state progressivamente sostituite, anche se forse non così affidabili a livello di pulizia dei binari come gli storici mezzi. Un patrimonio storico inestimabile che milanesi e turisti non vedranno più circolare per le strade della città: li vedremo in futuro in un museo dedicato al trasporto pubblico milanese?

Leggi anche: A Berlino c’è il «Museo della Metropolitana»: perché a Milano no? Cosa ci potrebbe essere

Continua la lettura con: La mitica storia del «Gamba de Legn», il primo tram d’Italia

FABIO MARCOMIN

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Le 10 parole più strane usate dai ragazzini milanesi

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Credits: Ideogram.ai

Pensate che il linguaggio si sia fermato a “figo” e “sbroccare”? Preparatevi, il vocabolario dei ragazzini milanesi di oggi farebbe impallidire perfino un veterano della settimana della moda. Ecco 10 parole per entrare nel magico mondo del lessico della Gen Alpha.

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Le 10 parole più strane usate dai ragazzini milanesi

#1 Cringe

Non stiamo parlando del rumore di una vecchia porta che cigola: qualcosa “cringe” è qualcosa talmente imbarazzante da far venire i brividi (quelli brutti). È quando un adulto prova a ballare la Macarena in discoteca o si mette a dire “bella zio” con l’entusiasmo di un vecchio DJ fuori servizio. In pratica, tutto ciò che fa vivere secondi di imbarazzo infinito.

#2 NPC

No, non è l’ultima sigla inventata dall’ATM per le linee della metropolitana. “NPC” sta per “Non-Player Character”, termine preso in prestito dai videogiochi, e si usa per indicare una persona che sembra muoversi nella vita come un personaggio secondario di un videogioco. Sempre lì, sempre uguale, che ripete le stesse cose senza mai fare nulla di interessante. In poche parole, qualcuno che vive a ripetere le sue routine senza mai una scintilla di novità o follia.

#3 Glow Up

Fonte: Youtube – @KING HENRY RN

Non si tratta di una crema per illuminare la pelle. “Glow up” indica una trasformazione positiva, fisica o mentale, quella che di solito avviene dopo la pubertà. Il classico brutto anatroccolo che diventa un cigno.

Quindi, se un amico vi dice che avete avuto un “glow up”, è un gran bel complimento (anche se potrebbe darsi che, per lui, prima, potreste aver avuto l’aspetto di Shrek).

#4 BAE

Qui andiamo sull’internazionale: “BAE” sta per “Before Anyone Else”, che significa “prima di chiunque altro”. È un modo carino per chiamare il proprio partner, o la persona che si ama (sì, anche il vostro gatto può essere il vostro BAE). Chiamarsi per nome non basta più: ora ci vuole un acronimo in stile CIA.

#5 Ratio

Nel linguaggio di Twitter e TikTok, “ratio” è quando una risposta a un post riceve più like del post originale, sottintendendo che la replica abbia surclassato il commento iniziale. Nella vita di tutti i giorni, però, “ratio” può essere usato anche per dire che qualcuno ha preso una brutta “batosta” in una discussione.

#6 Dissing

Fonte: Youtube – @The Sauce, Tony Effe, Fedez e Kid Yugi, protagonisti dell’ultimo dissing più noto.

Il “dissing” è la versione moderna delle vecchie risse nei bar, ma fatta con le parole. È una critica feroce, spesso nei confronti di un’altra persona, celebrità o artista, di solito in ambito musicale. Pensate a due rapper che si lanciano frecciatine (non proprio carine) a colpi di rime taglienti. Insomma, il “dissing” è l’arte di mandare a quel paese qualcuno, ma in modo “poetico”.

#7 Ghostare

No, non significa diventare un fantasma per Halloween. “Ghostare” è far sparire nel nulla, specialmente durante una conversazione digitale. Quando smetti di rispondere ai messaggi, blocchi qualcuno o, semplicemente, lo trasformi in un fantasma nell’etere digitale.

È la versione 2.0 del classico “ti richiamo chiamare dopo” e, poi, non farlo mai più. Attenzione, però: ghostare può avere effetti collaterali… come non essere mai più invitato a uscire con la compagnia.

#8 Sus

“Tu sembri sospetto”

Se vi suona come l’abbreviazione di “sushi”, siete completamente fuori strada. “Sus” sta per “suspicious” (sospetto). Si usa per descrivere qualcuno o qualcosa che sembra strano, sospetto, o poco affidabile. Ad esempio, se il vostro amico inizia a parlarvi con troppo entusiasmo di una nuova dieta a base di gelato e peperoni, beh, è un po’ “sus”, no?

#9 Karen

Povera Karen, non ha fatto nulla di male, eppure il suo nome è diventato sinonimo di quella classica persona che si lamenta di tutto e pretende sempre di parlare con il manager. Una “Karen” è la tipica signora che, al supermercato, magari in orario di punta, pianta grane perché la coda è troppo lunga. O che al ristorante critica il cameriere per l’acqua “troppo fredda”. Se conoscete una Karen, magari non diteglielo in faccia, ok?

#10 Chad

Il “Chad” è l’opposto della Karen: un maschio alfa, sicuro di sé, e forse un po’ troppo arrogante, che sembra sempre uscire da una pubblicità di profumi. È il tipo che si allena in palestra come se dovesse gareggiare alle Olimpiadi, con un fascino spavaldo e un pizzico di egoismo. Insomma, il “Chad” è il classico ragazzo che non ha mai ricevuto un “cringe” nella sua vita (anche se, a pensarci bene, forse se lo meriterebbe ogni tanto).

Continua la lettura con: Le 7 parole che si usano in tutta Italia… ma che arrivano da Milano

MATTEO RESPINTI

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La desertificazione commerciale di Milano: al posto dei negozi case per affitti brevi

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tgrlombardia - Negozi trasformati in case

Una tendenza in atto da un po’ di tempo a Milano. Sempre più negozi chiusi, soprattutto le piccole attività, sostituiti da appartamenti, utilizzati anche per affitti brevi. 

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La desertificazione commerciale di Milano: al posto dei negozi case per affitti brevi

# In Lombardia previsti quasi 5.000 negozi in meno nel 2024

Credits Urbanfile – Negozi chiusi in centro a Milano

Un fenomeno in atto ormai da decenni, quello della chiusura delle piccole attività e dei negozi di quartieri nelle piccole e nelle grandi città: mercerie, drogherie, panifici e molto altro. Sopravvivono solo gli esercizi commerciali in cui è necessaria la presenza del cliente, come bar, ristoranti, estetiste. Per il 2024 se ne stimano 4.600 in meno in Lombardia, in base all’ultimo studio di Confesercenti. In primis i grandi supermercati, poi i centri commerciali e infine l’e-commerce hanno decretato l’abbassamento delle serrande. A Milano ha influito negativamente anche l’alto costo degli affitti e delle spese in generale. Al loro posto tendenzialmente attività in franchising, punti vendita dei colossi del fast fashion e catene di ristoranti o fast food. Nell’ultimo periodo però sta cambiando qualcosa.

# I negozi chiusi trasformati in abitazioni da vivere o per affitti brevi

tgrlombardia – Negozi trasformati in case

Una tendenza che sta prendendo sempre più piede a Milano, in modo silenzioso perchè solo chi vive in una determinata via se ne accorge, è la trasformazione dei locali un tempo adibiti a negozi in abitazioni. Capita infatti sempre più di frequente di vedere locali a piano strada dove al posto delle vetrine ci sono finestre e le porte d’ingresso con insegne sono sostituite da classiche porte blindate. Non solo case dove vivere, ma come investimenti da far fruttare spesso in affitti brevi, molto più redditizi delle classiche locazioni. Tra gli esempi illustrati dal Presidente di Confesercenti di Milano, Andrea Painini, al Tgr Lombardia ci sono sono via Devoto in Zona delle Regioni, con 4 appartamenti al posto di un ristorante siciliano, e via Sirtori in Porta Venezia, con un negozio di un fiorista diventato abitazione. 

# La turistificazione mette a rischio l’anima di Milano?

Regione Lombardia

Se la sostituzione dei negozi di quartiere, delle botteghe e dei piccoli ristoranti con catene di brand presenti in tutte le città del mondo sta facendo vacillare l’anima di Milano e la sua unicità, la mazzata finale potrebbe arrivare dalla crescita incontrollata degli appartamenti destinati agli affitti brevi. Il rischio è una città  sempre più invasa dai turisti, che mangiano e acquistano negli stessi locali che potrebbero trovare anche a Londra e New York, e sempre meno milanesi, esclusi dalla mancanza di abitazioni e dal costo della vita fuori controllo.

Leggi anche: AIRBNB spopola: le CASE di MILANO sempre più SOLO per TURISTI

Continua la lettura con: I nomi più belli dei negozi di Milano

FABIO MARCOMIN

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Milano, capitale delle multe: ma i milanesi sono davvero i più indisciplinati d’Italia?

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A Milano multe come in tutto il Lazio. Non solo: in città la metà delle multe dell’intera Lombardia. Sempre più in testa alla classifica nazionale delle multe, forse dell’intera Europa. Ma i milanesi sono davvero così tremendi?

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Milano, capitale delle multe: ma i milanesi sono davvero i più indisciplinati d’Italia?

# In Lombardia 32 euro di multe pro capite, in Campania meno di 10: I milanesi sono così indisciplinati?

Credits: milano.repubblica.it – Multe su auto parcheggiate su strisce blu

Nei primi 10 mesi i milanesi hanno pagato circa 130 milioni di euro in multe stradali. La metà del totale della Lombardia. Più del 50% sopra quello che pagano i romani, pur con un numero inferiore di abitanti, la stessa cifra pagata dall’intero Lazio o dell’Emilia Romagna. I torinesi pagano “appena” 43 milioni. Impressionanti le differenze se si calcola la spesa pro capite: un campano paga in multe 9,9 euro contro i 32,3 euro di un lombardo. Gli ultimi dati del Codacons puntano il dito sull’indisciplina degli automobilisti milanesi. O su come siano invece vessati dalle autorità milanesi.

# Milano da “città da bere” a “città da stangare”

Multe a ciclisti di Milano

«Era la città del fare, ora è la città che fa più multe», questo scrive Antonio Ruzzo nel suo editoriale del 28 ottobre. Il problema, a suo avviso, è nell’atteggiamento della politica cittadina «che da qualche lustro ormai ha individuato nei “disgraziati” proprietari di auto una facile risorse». E questo atteggiamento si inserisce in una visione più radicale: «negli ultimi anni la città dove tutto o quasi si poteva fare si è trasformata in quella dove quasi tutto è vietato». Una città dove non si può più circolare in un numero sempre maggiore di strade, dove si pongono limiti a chi può entrare, dove il parcheggio è diventato una chimera. E, forse, il fine che insinua l’autore potrebbe essere proprio questo: «poco c’entrano ambiente e sicurezza», il vero obiettivo è stangare il milanese. 

# Dove vanno a finire i soldi delle multe?

Ph. Intellectual – Pixabay

«Le multe rappresentano una immensa fonte di guadagno per gli enti locali», afferma il presidente di Codacons, Carlo Rienzi, che fa notare però come «la trasparenza sull’utilizzo di tali risorse da parte delle amministrazioni locali non solo non aumenta, ma sembra addirittura ostacolata». Per capire dove vanno a finire i soldi degli automobilisti puniti il MIT ha introdotto per decreto l’ “Osservatorio delle multe stradali” che doveva entrare in funzione nel 2023. Ma dell’Osservatorio non c’è traccia. E come al solito quando a sbagliare è la Pubblica Amministrazione non c’è nessuno a fare multe.

Continua la lettura con: Milano 2040: questi saranno mezzi e linee di trasporto

ANDREA ZOPPOLATO

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10 situazioni assurde che capitano solo a Milano (e che ti possono fare uscire di testa)

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Ci sono situazioni stranianti che possono capitare ovunque, come quella di entrare nell’auto di un altro oppure di entrare in un bar ordinando un caffé solo per fare pipì e poi scoprire che non c’è il bagno e uscire ancora più nervoso. Ma ci sono situazioni assurde che possono capitare solo a Milano.

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10 situazioni assurde che capitano solo a Milano (e che ti possono fare uscire di testa)

#1 Sbagliare il verso della 90/91

Credits: fanpage.it

Circolare destra o circolare sinistra? La 90 o la 91? Già è straniante chiamare un autobus con un doppio numero (“prendo la 90/91”) e il rischio di sbagliare il verso è molto alto. Comunque alla fine si torna allo stesso punto.

Leggi anche: 7 fatti che non conoscevi sulla 90/91

#2 Le entrate della metro che di sera si chiudono a orari diversi

Metro chiusa

Forse l’ATM ha disposto un conto alla rovescia: più ci si avvicina al termine delle corse più gli ingressi iniziano a chiudersi. Prima uno, poi un altro, secondo regole sconosciute. Rischi di vagare per trovare l’entrata ancora aperta.

#3 Entrare in auto nella Stretta Bagnera

Eccitante come andare a 130 sulla Genova Serravalle. Si dice che sia la strada percorribile in automobile più stretta d’Italia. Sembra larga, poi si restringe, poi si allarga e si restringe ancora in prossimità della curva finale. Alto rischio di lasciarci la fiancata.

#4 Rimanere senza batteria dello smartphone durante il noleggio del car sharing

Carsharing al mercato

E’ capitato. Si arriva a destinazione e il telefono è kaputt. E’ capitato anche il contrario. Entrare in auto con il telefono che si spegne prima di attivare il noleggio.
Nota: a chi scrive per questo hanno sospeso il servizio car2go.

#5 Il bivio trappola accanto allo Strehler

Stai percorrendo Foro Buonaparte in senso antiorario, superi largo Cairoli, ti dirigi verso Porta Nuova, vai sempre dritto sul pavé sconnesso, in mezzo hai binari del tram, arrivato a Lanza, con il teatro Strehler sulla destra, invece di andare dritto devi fare una brusca sterzata sulla sinistra: se non lo fai finisci sulla corsia dei tram, ben mimetizzata. Molti sbagliano, spesso di sera, soprattutto stranieri.

#6 Capire nelle rotonde a chi dare la precedenza

Credits milanoportagenova IG – Piazzale Porta Genova

All’estero nelle rotonde si dà sempre la precedenza a chi sta girando. A Milano qualche volta è così, altre volte nelle rotonde bisogna dare la precedenza a chi entra. La confusione aumenta ancora di più di notte.

#7 Capire se un marciapiede è un marciapiede da multa oppure no

no multa
no multa

Uno dei grandi misteri di Milano. Ci sono marciapiedi dove puoi lasciare la macchina parcheggiata per mesi senza che succeda niente ed altri dove la multa è sicura. Ci sono poi i marciapiedi dove puoi parcheggiare ma solo se ti tieni a una certa distanza dagli alberi.

#8 Capire se i binari del tram sono vivi o morti

Andrea Urbano – Auto sui binari del tram

Sono il pericolo numero uno di chi gira sulle due ruote. I binari del tram. Oltre a quelli in funzione c’è un reticolo infinito di binari fuori uso ma restano sulla strada o sui marciapiedi solo per far cadere i ciclisti.

#9 La guardia giurata che apre e chiude i cancelli del parco Sempione

central park, milano
central park, milano

Chi fa jogging in centro la mattina presto o la sera tardi lo conosce bene. In un mondo iperconnesso e supertecnologico è rimasto un residuo di umanità al Parco Sempione. I cancelli vengono aperti e chiusi da una guardia giurata che fa il giro degli ingressi con una Fiat bianca. C’è chi non si è accorto ed è entrato da una parte ritrovandosi poi chiuso dentro. Ha dovuto scavalcare.

#10 Gli orologi da strada che hanno orari diversi

Servono solo per la pubblicità delle pompe funebri. Non ce n’è uno che segna l’ora giusta. Tempus fugit.

Ad memoriam: l’uscita della tangenziale a sinistra (uscita Linate/Forlanini)

uscita linate e forlanini a sinistra (dalla corsia di sorpasso). Grazie a: Alessandro Manassero
uscita linate e forlanini a sinistra (dalla corsia di sorpasso). Grazie a: Alessandro Manassero

Per uscire bisognava mettersi sulla corsia di sorpasso. Unica in Italia, forse al mondo.

Continua la lettura con: 10 curiosità sulla metro di Milano che pochi conoscono

MILANO CITTA’ STATO

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Via Larga: dove un tempo c’era una laguna, ora c’è un errore di traduzione

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credits: @mfphotography.cloud (Instg)

Se ti è capitato di passare in Via Larga ti sarai chiesto almeno una volta “perché si chiama così?” No, la risposta non c’entra con la sua larghezza ma con una questione buffa di traduzione. Andiamo a scoprirlo.

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Via Larga: dove un tempo c’era una laguna, ora c’è un errore di traduzione

# In origine questa via era una specie di laguna, poi i romani realizzarono le mura difensive della città

credits: blog.urbanlife.org

In origine la via Larga era il punto in cui il Seveso formava una specie di laguna. Poi i romani costruirono le mura difensive e ai suoi piedi una banchina per far approdare le barche (dagli scavi in epoche successive è stata rinvenuta la banchina). Successivamente vennero edificate altre mura, abitazioni e canali per ingrandire la città. L’acqua piano piano è diventata sempre meno importante per questa via fino a scomparire del tutto.

# La via Larga prende questo nome durante la dominazione spagnola nel ‘500: ma il significato non è quello che sembra

A partire dal 1535 gli spagnoli iniziarono un periodo di dominazione su Milano che durò circa 170 anni. Durante questi anni la città subì grandi modifiche ed è proprio in questo momento che via Larga acquisì il suo nome attuale, non perché fosse effettivamente una strada dalle larghe dimensioni ma perché all’epoca era una delle vie più lunghe. Allora perché questo nome? Il fatto è che “largo” in spagnolo significa “lungo”, confuso? Gli spagnoli avevano dato il nome Larga a questa via per sottolineare che fosse la più lunga della città. E largo in spagnolo? Ovviamente si dice “amplio”.

E tu sapevi perché via Larga si chiama così? Faccelo sapere nei commenti qui sotto o sotto il post di Facebook.

Fonte: urbanlife

Continua la lettura con: 10 parole e soprannomi geniali INVENTATI da GIANNI BRERA e diventati di uso comune

ANDRA STEFANIA GATU

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La linea della metro che passa dentro un condominio

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Credits _zhangaoxuan_ IG - Metro nel condominio

All’interno dell’edificio c’è persino una stazione dedicata. Ma che ne pensano gli inquilini? E potrebbe accadere un giorno anche a Milano? Ecco dove si trova e come è stata realizzata.

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La linea della METRO che passa DENTRO un CONDOMINIO

# Lo Stato delle metropolitane da record

Mappa metro Pechino 2022

Dove potrebbe trovarsi una soluzione del genere se non in Cina, dove vengono costruite metropolitane a ritmi impressionanti? Ormai tra le prime dieci reti per lunghezza c’è un dominio delle metropoli dello Stato del Dragone, con Pechino in testa per distacco con oltre 800 km. In questo caso però non parliamo di record di estensione ma di una linea davvero bizzarra che attraversa letteralmente un condominio, con anche una stazione dedicata. Siamo a Chongqing, città di oltre 32 milioni di abitanti nella Cina centro-meridionale, una delle quattro municipalità autonome della Repubblica Popolare Cinese.

Leggi anche: La più GRANDE METROPOLITANA del MONDO registra un NUOVO RECORD: le nuove linee aperte e l’obiettivo “impossibile”

# La linea di metro più assurda del mondo

Credits masterpayne IG – Metro dentro il condominio

La linea in questione è la numero 2 che collega i tre distretti del centro cittadino e fa parte di una rete composta in totale da 4 linee, di cui due monorotaie a sella tra cui proprio la linea 2, per 87,8 km di rete. Altre tre metropolitane sono in costruzione e apriranno nei prossimi anni.

Di 云淡风轻 – Opera propria, CC BY-SA 3.0 – wikipedia – Stazione di Libiza

Sul tracciato sono presenti 25 stazioni e una di queste, quella di Liziba, è stata realizzata all’interno di un condominio tra il sesto e l’ottavo piano. I convogli transitano quindi attraverso due piani con buona pace dei residenti.

# Perché è stata costruita dentro un condominio

Credits _zhangaoxuan_ IG – Metro nel condominio

In realtà gli inquilini e i proprietari degli appartamenti dell’edificio hanno dato, a quanto pare, il loro consenso alla costruzione della stazione perché hanno potuto godere di un doppio beneficio: la comodità di avere la metropolitana fuori dall’uscio di casa e l’impennata del valore immobiliare delle proprie abitazioni. La scelta dei progettisti di far passare il tracciato proprio in quel punto ha permesso di guadagnare spazio nella città oltre a evitare di demolire il quartiere. La sua costruzione è terminata nel 2005 ed è stata realizzata in modo da limitare al minimo le vibrazioni e i rumori generati dal passaggio dei convogli. In base ai rilevamenti acustici non vengono superati i 60 decibel, equivalenti circa al disturbo causato da una lavastoviglie accesa. 

 

 
 
 
 
 
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Continua la lettura con: La M5 a MONZA: una metro che si chiama desiderio

FABIO MARCOMIN

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Le stazioni più scomode di Milano: dove se sei di fretta, perderai il treno

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Credits ariel_dicaro IG - Stazione Porta Garibaldi

A volte prendere un treno diventa una missione impossibile se hai i minuti contati. Soprattutto in queste stazioni di Milano.  

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Le stazioni più scomode di Milano: dove se sei di fretta, perderai il treno

#1 In Centrale: il freno dei tapis roulant

Credits: @milano_south
Stazione Centrale

Chi si è occupato di progettare i percorsi per andare a prendere un treno o una metropolitana in Stazione Centrale si deve essere divertito parecchio. Sia che si provenga dalla stazione dei treni o si esca dalla linea M2 o M3, salire su un treno può diventare un percorso ad ostacoli. Tra tunnel, tapis roulant e scale mobili che si intersecano in modo perpendicolare e parallelo perdersi è un attimo e arrivare in ritardo è quasi una certezza.

Soprattutto i tapis roulant sembrano fatti apposta per frenare chi è in ritardo. Invece di arrivare in linea retta al piano superiore, procedono a zig zag. E se sono affollati (quasi sempre) invece di accelerare, frenano. Molto meglio le care vecchie scale. 

#2 Porta Garibaldi: l’enigma dei binari

Credits ariel_dicaro IG – Stazione Porta Garibaldi

La stazione di Porta Garibaldi è fatta di lunghi rettilinei, corridoi incrociati e binari nascosti. Sbagliare binario diventa quasi inevitabile. Per non perdere il treno è consigliato arrivare in tempo perché è molto probabile scegliere la direzione sbagliata e trovarsi esattamente dal lato opposto della stazione. Le banchine dell’alta velocità, dei treni regionali e di quelli del passante sono infatti dislocate tutte in luoghi diversi, senza alcun nesso apparente.

Leggi anche: Le STAZIONI TRAPPOLA di Milano

#3 Missori M3: la discesa infinita verso la banchina della metro (senza ascensori e scale mobili) 

Credits pess_cb IG – Scale Missori M3

La stazione Missori, con entrata dalla piazza o lato Corso Italia, è una delle trappole per chi ha fretta di prendere la linea gialla in direzione Comasina. Soprattutto se non si è in perfetta forma fisica. Infatti, passati i tornelli, l’unica possibilità per andare al piano banchina è scendere per due rampe di scale fino a meno 20 metri: non esistono scale mobili o ascensori. Solo la stazione Duomo M3 scende più in profondità tra quelle della linea gialla, ma al contrario di Missori è dotata sia di ascensori che di scale mobili.

#4 Porta Venezia: occhio al corridoio “trappola”, utilizzato come pista da ballo

Credits: @eustacestephen
IG

Nella fermata di Porta Venezia M1 si rischia di finire di rimanere intrappolati in una pista da ballo. Nel mezzanino, che collega l’ingresso alla metro sotto Piazza Oberdan e le uscite di Corso Buenos Aires, giovani ballerini e ballerine di Milano ogni pomeriggio si danno appuntamento per ballare. In certi momenti diventa un ingorgo fatto di persone ferme. Non solo, nel caos perdere l’orientamento tra direzione passante o metro è davvero molto facile.

Leggi anche: Le SORPRESE della METRO di Milano

#5 Loreto: la distanza infinita tra rossa e verde 

Credits areccofrancesco IG – M2 Loreto

Gli interscambi tra linee metropolitane diverse sono pensati per velocizzare il trasbordo dei passeggeri rimanendo nel sottosuolo. Non sempre però sono così comodi e vicini. Uno di questi è l’incrocio tra linea verde e rossa nella stazione di Loreto. La prima infatti passa sotto piazza Argentina, la seconda, pur intersecando la linea verde nello stesso punto, ha l’accesso ai binari da piazzale Loreto. Pertanto per passare velocemente da una all’altra, o per accedere alla M2 dall’entrata della M1 o viceversa e prendere la metro, bisogna correre e scegliere al volo la giusta destinazione.

Continua la lettura con: Linee METROPOLITANE IMMAGINARIE utilizzando le stazioni di Milano

FABIO MARCOMIN

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Immobili: dove vivere all’insegna del benessere a Milano?

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uptown-milano.it - Vista Uptown

Negli ultimi anni Milano ha avviato un importante intervento di trasformazione della città, un programma ambizioso incentrato sulla sostenibilità, il verde e la riqualificazione delle periferie. Si tratta di un processo alla base dell’evoluzione positiva del capoluogo lombardo, per disegnare la Milano del futuro e allinearla agli standard internazionali.

Una parte rilevante di questo impegno è finalizzato alla realizzazione di spazi urbani in grado di assicurare un elevato benessere a tutti gli abitanti. Questo modello abitativo innovativo prevede la presenza di residenze moderne e all’avanguardia, ma anche di servizi interamente dedicati al benessere, un connubio imprescindibile per vivere la quotidianità in modo più contemporaneo.

In parte questo cambiamento è già realtà, soprattutto grazie agli interventi che stanno interessando alcuni quartieri simbolo della trasformazione abitativa della città come UpTown.

Immobili: dove vivere all’insegna del benessere a Milano?

# UpTown Milano: la wellbeing city è già una realtà

uptown-milano.it – Uptown

Gli appartamenti proposti da UpTown sono delle residenze di pregio progettate dai migliori studi di architettura e situate nel nuovo distretto del luxury living del capoluogo lombardo, un quartiere in avanzata fase di realizzazione che insieme a MIND e Merlata Bloom Milano è un esempio di successo di rigenerazione urbana.

UpTown è un luogo all’avanguardia ricco di servizi, progettato appositamente per garantire un maggiore equilibrio tra la vita privata e professionale assicurando al contempo il massimo benessere degli abitanti.

La proposta abitativa mette al centro la qualità della vita dei residenti, offrendo una nuova cultura dell’abitare a Milano che non ha eguali in Italia. Oltre a un grande parco urbano di 30 ettari, con percorsi ciclopedonali, zone dedicate ai cani e aree gioco sicure per i bambini, UpTown propone edifici moderni a ridotto impatto ambientale dotati di ogni comfort.

I quattro complessi residenziali del distretto mettono a disposizione appartamenti prestigiosi ed eleganti, dotati di ampi terrazzi e logge che danno priorità al contatto con la natura, agli spazi aperti e al benessere personale.

L’offerta abitativa comprende varie tipologie di immobili come bilocali, trilocali, quadrilocali, pentalocali, ville urbane e attici, dislocati nei progetti residenziali Feel UpTown e Inspire UpTown, mentre gli appartamenti degli edifici East UpTown e South UpTown sono andati rapidamente sold out riscuotendo un immediato successo.

# Le caratteristiche distintive del nuovo benessere abitativo a Milano

uptown-milano.it – Villa

Vivere in una wellbeing city significa usufruire di una serie di servizi e soluzioni che garantiscono un elevato benessere nella quotidianità. Per esempio, con UpTown significa abitare in una residenza di classe A++, in grado di garantire alti standard di efficienza energetica e un ridotto impatto ambientale. Questo si traduce in minori costi energetici e un maggiore comfort domestico, per esempio utilizzando energie rinnovabili per la climatizzazione estiva e invernale per diminuire l’inquinamento atmosferico e migliorare la qualità dell’aria indoor e outdoor.

Le soluzioni abitative come UpTown offrono anche un comfort elevato e personalizzato, grazie a tecnologie innovative che includono dispositivi smart come i cronotermostati ambiente modulanti e sistemi domotici di ultima generazione. Allo stesso tempo, le abitazioni sono progettate per vivere lo spazio domestico in modo sereno e piacevole attraverso un design ricercato, zone living accoglienti e luminose, una cura impeccabile dei dettagli, cucine moderne e funzionali e bagni dotati di tutti i comfort per un benessere completo.

uptown-milano.it – Spazi benessere

Un contributo fondamentale al comfort abitativo è dato dai servizi condominiali dedicati al benessere, con amenities per il tempo libero, l’attività fisica, il relax e l’attività lavorativa come aree fitness, sale cinema, spazi coworking, parking indoor per le biciclette, concierge evolute, zone spa, piscine al chiuso e wellness floor. Inoltre nelle residenze East UpTown è stato adottato il car sharing di comunità, in collaborazione con E-vai. Questo modello offre la possibilità di vivere appieno non solo la residenza privata ma anche gli spazi condominiali, trasformandoli in elemento integrante dell’esperienza abitativa per semplificare la quotidianità e migliorare la qualità della vita.

I distretti del benessere, come UpTown a Milano, propongono anche importanti servizi di prossimità che conferiscono un valore aggiunto allo spazio abitativo, tra cui ospedali, centri di ricerca e innovazione, attività commerciali, scuole, lifestyle center e ristoranti. A completare l’offerta sono le attività culturali indispensabili per una quotidianità ricca e piacevole, con progetti e iniziative che animano il quartiere e lo rendono un luogo di aggregazione che rafforza i legami sociali e arricchisce la vita dei residenti.

Continua la lettura con: La scommessa M6: dove conviene investire

REDAZIONE

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Milano 2040: questi saranno i mezzi e le linee di trasporto nel futuro prossimo

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Ideogram AI - Milano in futuro

Back to the future. Il titolo in lingua originale di Ritorno al Futuro, la famosa trilogia di film che mette al centro i viaggi indietro e avanti nel tempo. Se si potesse salire a bordo di una DeLorean e andare direttamente nella Milano del 2040, su quali mezzi di trasporto e linee della metro vedremo muoversi a Milano?  

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Milano 2040: questi saranno i mezzi e le linee di trasporto nel futuro prossimo

# Sei linee metropolitane che sfiorano i 200 chilometri: interscambi con l’alta velocità fino a Genova

Urbanfile – Estensioni Metro

Siamo nel 2040 e tutti i progetti riguardanti il trasporto pubblico, finanziati, allo studio e ipotizzati nei decenni precedenti, sono stati realizzati. Partiamo dalle linee metropolitane. La rete si compone di 6 linee, con la linea rosa inaugurata da poco di circa 25 km da Merlata-Mind a Ponte Lambro e con la biforcazione a sud lungo via Ripamonti verso Opera da dove si può interscambiare con la stazione dell’alta velocità e andare in meno di un’ora a Genova.

La linea M1 arriva ad ovest fino al Quartiere Olmi, a nord fino a Cinisello Bettola dove incrocia la linea M5 che da Bignami è stata estesa fino al Polo Istituzionale di Monza Brianza e da San Siro fino a Settimo Milanese

La linea M3 ha raggiunto Peschiera Borromeo, la M4 serve l’Idroscalo e la nuova stazione dell’alta velocità di Segrate Porta Est con il mall commerciale Westfield, a est invece arriva fino a Trezzano sul Naviglio. In totale ci sono circa 180 km di rete.

# Due passanti ferroviari e una circle line ferroviaria

Di Arbalete – openstreetmap.org, CC BY-SA 2.0, httpscommons.wikimedia.orgwindex.phpcurid – Tracciato Circle Line

Rimaniamo in parte in sotterranea e in parte in superficie. Operativo da qualche anno il servizio della Circle Line, non è stato mai progettato il lato ovest coperto idealmente dalla M6, da Rho Fiera a San Cristoforo Fs, con i nuovi interscambi a Istria M5, Dergano M3 e MIND Merlata M6. In funzione anche una seconda stazione passante, in aggiunta al passante ferroviario aperto nel 2008, per sgravare il traffico delle stazioni principali di Milano. Finalmente Passante e Metro si saranno integrati sia come tempi che come mappa.

# Una rete di tram e metrotranvie di oltre 240 km

Metrotranvie

Nella Milano del 2040 ci sono oltre 240 km complessivi contando tram e metrotranvie. Ai 157 km e 17 linee di rete tranviaria esistenti si sono aggiunti 2 km di tram e 83 km e 6 nuove linee di metrotranvie:

Leggi anche: La Gronda Nord e le altre metrotranvie: i 5 progetti che trasformeranno la mobilità attorno a Milano

# La circolare 90/91 tutta in corsia preferenziale con filobus a guida autonoma

preferenziale scomparsa

I filobus della circolare 90/91 viaggiano tutti in corsia preferenziale grazie ai lavori realizzati nel tratto mancante Stuparich-Zavattari in zona Lotto e in quello lungo viale Umbria, dove la linea è stata trasferita al posto della 92 spostata sul viale più esterno. Inoltre dopo diversi anni test i mezzi si muovono senza conducente grazie alla tecnologia della guida autonoma.

Leggi anche: La 90-91 sarà a GUIDA AUTONOMA: dove si faranno i PRIMI TEST

# Le linee di navigazione con battelli nella Cerchia dei Navigli, dalla Martesana alla Darsena

Rendering riapertura Navigli Comune di Milano

Quando il progetto sembrava essere destinato a rimanere per sempre il sogno in un cassetto, dall’Europa sono arrivati i fondi per riaprire i canali interrati nella Cerchia dei Navigli. Milano ha seguito quindi l’esempio di altre città internazionali, da Utrecht a Seul. In questo modo è stata ripristinata la connessione tra il Naviglio della Martesana e la Darsena e potenzialmente in futuro tra Pavia, i laghi e il mare.

naviglireloading – Navigli riaperti

I lavori per realizzare la M4 hanno tenuto conto della possibile riapertura, lasciando lo spazio necessario, e così i turisti e chiunque voglia spostarsi senza fretta a Milano può prendere una delle linee di navigazione. Invece di salire sulla M2 per andare da Porta Nuova a Porta Genova si sale sul battello a Porta Nuova, oppure fermarsi a Vetra e prendere la M4 per l’aeroporto.

Leggi anche: I Navigli riaperti nella Milano del futuro? Tutte le risposte sul progetto più desiderato dai milanesi

# La “metro del cielo”: le quattro fermate dei taxi volanti per spostarsi dal centro città agli aeroporti

Taxi volanti Milano

Dall’acqua, a livello strada, al cielo. Poco dopo le Olimpiadi 2026, che hanno lasciato a Milano un palazzetto per concerti ed eventi sportivi, sono state attivate le prime linee di taxi volanti. Sono quattro le fermate disponibili al momento: una allo scalo di Malpensa, una a quello di Linate, una nel quartiere di Citylife e un’altra a Porta Romana. Le tariffe non sono ancora alla portata di tutti ma il servizio è diventata per molti un’alternativa al taxi e all’auto private, oltre che il modo più rapido per spostarsi dal centro città agli aeroporti e viceversa.

Leggi anche: C’è l’accordo: i taxi volanti a Milano saranno realtà. Ecco quando e quale sarà la prima tratta della “metro del cielo”

Continua la lettura con: La mappa dei trasporti di Milano…tra 10 anni

FABIO MARCOMIN

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Una Paneuropea come la Panamericana? Questa potrebbe essere la strada più affascinante del mondo

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Maps - Autostrada Paneuropea

Le America sono attraversate dalla Panamericana. L’Africa sta progettando una Panafricana. E l’Europa? Ecco come potrebbe essere il progetto.

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Una Paneuropea come la Panamericana? Questa potrebbe essere la strada più affascinante del mondo

# La international E-road network 

wikipedia.org – International_E_Road_Network_green

L‘Europa ha una sua rete stradale internazionale: l’international E-road network, analoga alla alle Autostrade Asiatiche in Asia, e alle Autostrade Africane in Africa, ma niente a che vedere con la Panamericana in America. Le arterie sono numerate a partire da E1, Europa1, e in gran parte attraversano i confini nazionali ricadendo sotto la responsabilità della Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite. 

# Come è strutturata: l’esempio della E35

wikipedia.org – E35

In Europa ogni nazione ha le proprie arterie stradali con la propria numerazione, come l’A1 da Milano a Napoli, a cui si aggiunge quella europea nel cui percorso si inserisce, con una sigla che per molti non ha alcun significato.

960px-A1_(A14_Bologna_B.go_Panigale)

Esistono le due dorsali principali, quella nord-sud e quella est-ovest, le strade intermedie e quelle di classe B. Tra le prime c’è la E35 da Amsterdam a Roma, lunga 1646 km, che attraversa Paesi Bassi, Germania, Svizzera e Italia, dove comprende i percorsi della A9, A8, Tangenziale ovest di Milano e l’autostrada A1 fino a Roma.

Di Arbalete – Opera propria, derivata da:, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=39879335 – Rete europea in Italia

Non tutti i Paesi si comportano però in modo uguale sulla cartellonistica stradale: la Svezia ha solo la numerazione europea, la Germania ha i doppi cartelli su tutte le strade, l’Italia solo sulle autostrade e in alcune strade di primaria importanza. Questo unito al fatto che molti percorsi sono su strade statali, non solo autostrade, rende il sistema di strade europeo non riconocoscibile.

# Perchè non creare un’autostrada Paneuropea?

Maps – Autostrada Paneuropea

Un’autostrada identificata in modo univoco come la Panamerica quindi non c’è. E pensare che non è questione di mancanza di infrastruttura. Basterebbe infatti poco per realizzarla sfruttando la rete esistente, apportando solo piccole ma sostanziali modifiche. Come queste: 

#1 Una cartellonistica adeguata che renda riconoscibile l’infrastruttura.
La classificazione delle strade nazionali dovrebbe essere relegata in modo subordinato a quella europea, un po’ come avviene per le leggi nazionali. O, addirittura, non essere presente come in Svezia. Su tutto il percorso dovrebbe essere prioritaria la sigla della Paneuropea che potrebbe essere risaltata magari con un suo specifico colore, in modo che chiunque la percorra si renda conto di dove si trova e delle infinite opportunità che si aprono sul suo cammino. 

#2 Uniformare le strade della rete.
La Paneuropea dovrebbe prevedere uno standard uniforme per le strade che la costituiscono.

#3 Tracciare un percorso completo (collegando almeno le principali città continentali)
Infine il percorso: la Paneuropea dovrebbe mettere in connessione tutte le capitali e alcune tra le principali città d’Europa. Partendo a sud da Napoli (se non da Reggio Calabria), a seguire dovrebbe passare per Roma e Milano, toccando tutte le nazioni, con tracciati tangenziali e radiali, realizzando i tratti autostradali mancanti se fosse necessario. Una rete di almeno 20.000 km per collegare su gomma il Vecchio Continente. Con il percorso più affascinante ed evocativo del mondo. 

Continua la lettura con: La panafricana: il progetto per collegare l’intera Africa

FABIO MARCOMIN

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Quando ascolti per più di un’ora i bonghi al Sempione

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Ho un lieve giramento di testa. 

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Continua con: Quando i milanesi si avventurano nell’hinterland

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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La casa di Hänsel e Gretel a Milano

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Non si trova sperduta in un bosco, ma le sue fattezze ricordano molto la casa immaginata dai fratelli Grimm. Ecco dove si trova questo gioiellino nascosto che pochi milanesi conoscono.

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La casa di Hänsel e Gretel a Milano

# Direttamente dalla favola dei fratelli Grimm

Maurizio Monti FB – Rifondazione Milano Policroma

Una casetta incantata fatta di marzapane, il tetto di cioccolato, finestre di zucchero trasparente e decorata con dolci colorati e caramelle. Questa è la descrizione fatta per la casa di Hänsel e Gretel, nella celebre fiaba dei fratelli Grimm, che proprio per le sue caratteristiche diventa una calamita per i due bambini protagonisti, affamati e dispersi nel bosco.

A Milano c’è una piccola villetta a due piani che potrebbe benissimo aderire alla rappresentazione estetica immaginata nella favola, pur non essendo fatta di dolci. Il tetto spiovente che richiama le atmosfere magiche delle fiabe e il suo colore quello del cioccolato, le decorazioni, le grondaie, il terrazzo e le finestre di un colore tra il rosa e il rosso porpora che ricorda caramelle alla fragola o al lampone. Ma dove si trova?

# Non sta in un bosco, ma all’interno di una corte

Maps – Casa di Hänsel e Gretel

Non è fatta di dolci. L’altra differenza con la favola è la localizzazione. Non la troviamo nascosta in mezzo a un bosco, anche se comunque non è visibile ai passanti dato che si trova in una corte interna affiancata da entrambi i lati da due edifici a ringhiera. La zona è quella di piazzale Baiamonti, non distante dalle piramidi di Herzog & de Meuron che ospita le sedi Microsoft e Feltrinelli, al civico due di via Farini.

# Un tempo era una casa di piacere?

Non si sa quasi nulla della sua storia, chi l’ha progettata e quando è stata costruita. Pare che in passato fosse una casa di piacere, anche se non ci sono prove a riguardo. Rimane comunque un piccolo gioiellino nascosto, attualmente abitato, che per ora non ha subito il destino di altre piccole dimore fuori contesto, rispetto al costruito circostante, abbattute senza batter ciglio per far spazio a volte a palazzi dallo stile anonimo e discutibile.

Continua la lettura con: La CASA delle FATE: un presente fiabesco, un passato piccante

FABIO MARCOMIN

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Milano è sporca? La soluzione coraggiosa per renderla pulita

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L’AMSA è sicuramente un’ottima azienda, a Milano funzionano molto bene sia lo smaltimento dei rifiuti sia il ritiro degli ingombranti. Eppure Milano è sporca. Cosa si dovrebbe fare per renderla all’altezza di una città civile?

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Milano è sporca? La soluzione coraggiosa per renderla pulita

credits: @alecallalecall2 IG

# La raccolta differenziata della spazzatura di Milano viene presa a modello da altre città (tra queste New York)

Il lavaggio delle strade viene effettuato in maniera capillare e regolare. Rispetto ad altre realtà urbane italiane siamo decisamente molto avanti. Difficilmente si vedono ratti fare la spesa nell’immondizia o bidoni straripanti di scarti maleodoranti. La raccolta differenziata viene eseguita in maniera regolare tanto da essere presa da esempio anche da New York.

# Milano però appare una città sporca

Credits: slasch16.wordpress.org – Milano sporca

Alcune zone del centro sono pulite con zelo e costanza ma Milano nel suo insieme, appare una città sporca. Non lo si può negare. Più ci si sposta in periferia e più lungo i marciapiedi sono accumulati cumuli di immondizia. I cestini sono spesso mancanti, stracolmi o danneggiati, non parliamo dei giardinetti dove forse nemmeno si effettua una pulizia regolare.

Appurato che la città sia sporca a causa delle persone incivili restano due soluzioni: sanzionare e pulire di più.

#1 Sanzionare di più

Credits Urbanfile – Porta Venezia degrado

La prima soluzione spetterebbe alle forze dell’ordine compenti ma sappiamo che Italia la tolleranza delle autorità è molto alta verso certi comportamenti “fuori legge” e sappiamo bene che le stesse forze dell’ordine sono purtroppo impegnate in attività ben più urgenti. Forse si dovrebbero sperimentare altre forme di controllo e sanzione contro chi sporca la città. In attesa di trovarle, si può intervenire sul secondo punto. 

#2 Pulire di più

Spazzatura via Calabria – ph. Andrea Urbano

La seconda soluzione spetta invece chi ha il compito di pulire. Mozziconi di sigarette, cartacce, lattine, stracci… sono disseminati dappertutto.

Anni fa si vedevano i netturbini armati di scopa in sella a biciclette dotate di bidone. Ora siamo decisamente più tecnologici ma la sensazione è che i marciapiedi fossero più puliti a quei tempi. Quindi cosa bisognerebbe fare? 

Per prima cosa se è insufficiente, bisogna assumere personale. Parliamo di una azienda che serve quasi 2 milioni di cittadini distribuiti su 18 comuni in una area di 383 km 2, i dipendenti sono 3.097. Una azienda che ha un utile netto di 24.8 mln di € (2018). Davvero non si possono assumere 200 / 300 netturbini oltre agli attuali da affiancare ai mezzi meccanici per poi suddividerli per ogni quartiere? Soprattutto nelle zone maggiormente problematiche? Possibile dover aspettare giorni prima che la strada, il marciapiede o il giardino pubblico vengano puliti?

Milano è oramai una meta turistica sempre più consolidata a livello internazionale è un biglietto da visita del paese nel mondo. Transitano milioni di visitatori pertanto una città ben tenuta non va a solo vantaggio dei suoi cittadini che pagano la TARI.

# No a una Milano di serie B

Credits: milanopost.info – Degrado San Siro

E’ il minimo. Pretendere di vedere la città pulita in egual modo da piazza del Duomo alla stradina di periferia di Ponte Lambro. Già si va delineando sempre di più una Milano di serie A e una di serie B, zone servitissime e bene illuminate con parcheggi riservati a zone marginalizzate dove la sera si ha paura a girare, dove la spazzatura tende ad accumularsi,  una città pulita a macchia di leopardo non è accettabile. 

# La soluzione coraggiosa: in attesa degli androidi reclutiamo i carcerati?

In attesa che si possano utilizzare androidi in servizio h 24 e nel  caso l’ AMSA non possa permettersi di assumere netturbini perchè non reclutare detenuti che bighellonano tutto il giorno in celle sovraffollate? Un modo molto utile per gratificarli e rendere un servizio alla città creando anche l’anticamera al complicato reintegro una volta scontata la pena. 

Hai cose da segnalare che a Milano non vanno o che potrebbero andare meglio? Scrivici su info@milanocittastato.it

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FABIO MARCOMIN

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7 cose che si potrebbero fare nella piazza più grande (e più sottovalutata) di Milano

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Ph. @federicoleffe IG

La piazza più grande di Milano è una distesa di cemento: utilizzata come passaggio dai lavoratori delle aziende della zona e da chi vuole raggiungere il Parco del Portello. Non ha mai trovato una sua identità. Cosa si potrebbe fare per portarla al centro della vita di Milano? Foto cover: @federicoleffe IG

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7 cose che si potrebbero fare nella piazza più grande (e più sottovalutata) di Milano

#1 Il più grande skatepark urbano del mondo

Le piste per chi si allena con lo skateboard sono poco più di una decina in città: quella più grande è forse il piazzale della Stazione Centrale che viene impropriamente usato da anni per quell’utilizzo. Piazza Gino Valle si estende per 27.000 mq: potrebbe diventare il più grande skatepark urbano del mondo. In generale potrebbe diventare il riferimento per i giovani sportivi e creativi della città. 

#2 Mega schermo per i grandi eventi mondiali

In diretta dal mondo. Piazza Gino Valle si potrebbe adibire ad area con uno o più maxi schermi per trasmettere partite della nazionale agli europei o ai mondiali, sfilate di moda e grandi eventi internazionali. Potrebbe diventare il luogo di collegamento di Milano con il resto del mondo. 

Leggi anche: La RIVOLUZIONE delle PIAZZE di MILANO: come dare più identità a 5 luoghi simbolo

#3 Arena di concerti open-air gratuiti 

Credits: onstage.com – U2 al Forum

L’alternativa più funzionale a Piazza Duomo per i grandi concerti dal vivo all’aperto. Con la suggestiva vista sui grattacieli di Citylife.

#4 Pista di pattinaggio permanente sul ghiaccio 

Credits: milanopost.info – Pista di pattinaggio

Per gli amanti del pattinaggio sul ghiaccio manca a Milano una grande pista da poter utilizzare in ogni stagione. Nei 27.000 mq di superficie di Piazza Gino Valle ci starebbe un pista da guinness oppure diverse piste in base all’esperienza dei pattinatori: una per i più piccoli, una per i principianti, una per gli esperti e una per le competizioni internazionali. Alternativa estiva? Trasformarla in piscina pubblica super glam. 

#5 Una ruota panoramica per ammirare dall’alto la città

Credits: milano.gaiaitalia.it – Ruota panoramica

Milano è una delle poche metropoli mondiali senza una ruota panoramica da cui osservare la città dall’alto, se si esclude quella periferica dell’Idroscalo. Mettendola al centro di Piazza Gino Valle si avrebbe un punto di vista privilegiato dall’alto di Milano: il parco del Portello, Citylife, il Monte Stella, lo stadio di San Siro e persino le Alpi.

#6 Il più bel “Mondo in miniatura”

Credits: miniaturwunderlan.de – Mondo in miniatura

In Emilia Romagna è famoso il parco tematico “Italia in miniatura” che riproduce in piccolo tutto lo stivale con le principali attrazioni naturalistiche e i monumenti della città, con un breve divagazione in Europa. Ad Amburgo c’è il “Miniatur Wunderland” che riproduce alcune delle bellezze italiane, europee e del mondo. Nella Piazza Gino Valle potrebbe trovare spazio la versione italiana del mondo in miniatura, più bello di quello tedesco grazie all’indiscussa eccellenza dei nostri artigiani

#7 Comizi no stop

Credits: blastingnews.com – Comizio in Piazza Duomo

I comizi politici o di rappresentanti delle diverse categorie sociali si tengono solitamente in Piazza del Duomo, il luogo più amato dai turisti e dai milanesi. Per lasciare libero il cuore dalla città Piazza Gino Valle potrebbe essere la location più adatta, poco distante dalla metropolitana e dalla circonvallazione esterna oltre ad avere tutte le vie di fuga necessarie per fare defluire le persone.

 

Leggi anche: Piazza Gino Valle è la più grande della città

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FABIO MARCOMIN

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Le «Sette Meraviglie» dell’hinterland di Milano

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amicivillalitta IG

Quando si pensa a Milano, ci si concentra sulle sue icone urbane storiche, come il Duomo o la Galleria Vittorio Emanuele, o quelle moderne come i grattacieli di Citylife e Porta Nuova. Tuttavia, basta allontanarsi di qualche chilometro per scoprire un patrimonio artistico, culturale e naturale altrettanto affascinante. Queste si possono considerare le «sette meraviglie» fuori dai confini comunali ma presenti nella città metropolitana di Milano

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Le «Sette Meraviglie» dell’hinterland di Milano

#1 Museo Alfa Romeo: il racconto di oltre un secolo di storia dell’iconico marchio di auto milanese

Collezione Alfa Romeo – Credits: Museo Cozzi Legnano

Il Museo Alfa Romeo di Arese è una tappa imperdibile per gli appassionati di motori e design. Si trova nei pressi dell’ex “Centro Direzionale”, nell’area un tempo occupata da uno degli stabilimenti produttivi. Aperto nel 1976 e rinnovato nel 2015, in occasione del 105esimo anniversario del marchio, il museo racconta oltre un secolo di storia dell’iconico marchio milanese su una superficie di circa 4.600 mq. I visitatori possono ammirare vetture storiche che hanno fatto la storia dell’automobilismo, dai modelli più antichi agli esemplari di auto da corsa, come la 24 HP del 1910, la prima Alfa prodotta, l’Alfetta 158, che vinse il primo campionato mondiale di Formula 1 con Nino Farina nel 1950 o la Giulietta Spider. Oltre alle auto, all’interno del museo è presente anche una collezione di motori aeronautici e marini, dimostrando l’evoluzione tecnologica dell’Alfa Romeo, e altre attrazioni interattive come le simulazioni di guida.

Leggi anche: Il Museo delle Cere di Milano che non è più a Milano: ecco dove è finito!

#2 Abbazia di Morimondo: pace e spiritualità in uno dei “borghi più belli d’Italia”

chiarainpentola IG – Morimondo

Fondata nel 1134 dai monaci cistercensi provenienti dalla Francia, l’Abbazia di Morimondo è un luogo di pace e spiritualità in uno dei “borghi più belli d’Italia”. Circondata da una campagna rigogliosa, la chiesa romanica colpisce per la sua semplicità e per le linee sobrie che richiamano lo spirito contemplativo dei monaci: pianta a croce latina e una facciata sobria in mattoni rossi, un materiale tipico della Lombardia. Uno degli elementi più suggestivi è il chiostro, attorno al quale si sviluppano gli altri edifici della vita monastica, come il capitolo, il refettorio e il dormitorio. All’interno invece spiccano alcuni cicli di affreschi, tra cui quello quattrocentesco che rappresenta scene della vita di Gesù e della Vergine Maria. Oltre all’aspetto spirituale, l’abbazia ospita un museo che narra la vita quotidiana dei monaci e la storia di questo affascinante complesso religioso.

Leggi anche: I DUE BORGHI dell’HINTERLAND di Milano inseriti tra i “più BELLI d’ITALIA”

#3 Parco del Ticino: il primo parco fluviale d’Europa

Credits nicola_farise – Parco del Ticino

Uno dei parchi fluviali più grandi d’Europa, il primo ad essere istituito oltre che primo parco regionale italiano a partire dal 1974. Il Parco del Ticino è un’area naturale protetta di oltre 90.000 ettari, si estende interamente in Lombardia, e rappresenta un’oasi di biodiversità in cui è possibile ammirare specie rare come la lontra, il falco pescatore e molte altre. Per gli amanti della natura è possibile esplorarlo attraverso sentieri immersi nel verde, ideali per escursioni a piedi, in bicicletta o a cavallo. Tra le attrazioni c’è lo storico ponte di chiatte a Bereguardo, Ideato e realizzato dai cinesi, cinesi, e il suo delizioso e antico borgo con il Castello Visconteo Quadrato e il piccolo naviglio.

Leggi anche: #14 – Le 10 MERAVIGLIE del fiume ADDA

#4 Villa Arconati: la “piccola Versailles” lombarda

Credits: @villaarconati_official
Villa Arconati

A Castellazzo di Bollate c’è Villa Arconati, soprannominata la “piccola Versailles” lombarda. Oggi sede di eventi culturali, concerti e mostre d’arte, questo magnifico esempio di architettura barocca risale al XVII secolo ed è circondato da un vasto giardino all’italiana, con statue, fontane e persino un labirinto. All’interno della villa, le stanze sono decorate con affreschi e opere d’arte che testimoniano il fasto e il prestigio delle famiglie nobili che vi risiedevano e che celebrano temi mitologici, storici e naturalistici. Tra questi troviamo quelli di Alessandro Maria Melzi nella Sala della Caccia. Uno dei saloni più sontuosi della villa è uno il Salone dei Fasti Romani, da menzionare poi la Galleria degli Stucchi e la Sala delle Colonne.

Leggi anche: Villa Scheibler, la PICCOLA VERSAILLES di Milano

#5 Palazzo Arese Borromeo a Cesano Maderno: uno dei più bei palazzi nobiliari della Lombardia

amicipalazzoareseborromeo.it – Palazzo Arese Borromeo

Nel centro storico di Cesano Maderno c’è uno dei più bei palazzi nobiliari della Lombardia: Palazzo Arese Borromeo. Costruito nel XVII secolo, questo edificio rinascimentale in stile tardo-barocco lombardo, colpisce per l’eleganza delle sue linee architettoniche e per la ricchezza delle decorazioni interne. A caratterizzare le sale sono gli affreschi raffiguranti scene mitologiche e allegoriche, che riflettono i gusti sofisticati delle famiglie Arese e Borromeo. All’esterno è presente un splendido parco di oltre 8 ettari progettato in stile all’italiana, con viali alberati, statue, fontane e un sistema di percorsi geometrici che esaltano la bellezza naturale del luogo. Si trovano poi anche un ninfeo e un boschetto e aree più “selvagge”, a bilanciare l’architettura formale e simmetrica della villa. La villa è visitabile tutto l’anno a pagamento, il parco è sempre accessibile gratuitamente.

#6 Villa Visconti Borromeo Litta a Lainate: il capolavoro rinascimentale noto per il suo scenografico Ninfeo

amicivillalitta IG

Uno dei capolavori rinascimentali più sorprendenti dell’hinterland milanese. Costruita alla fine del XVI secolo, Villa Visconti Borromeo Litta a Lainate è famosa soprattutto per il suo Ninfeo, un luogo incantevole con giochi d’acqua, grotte artificiali e statue di grande pregio artistico. Voluto da Pirro I Visconti Borromeo, è una delle attrazioni principali e regala ai visitatori un’esperienza sensoriale unica, grazie agli elaborati giochi d’acqua e agli effetti scenografici. Altro elemento di rilievo è il suo parco di tre ettari, forse già suddiviso in origine per ricavarne orti, giardini ed agrumeti, con alcune serre. Nel Cinquecento era già presente un “teatro di verzura”, un teatro naturale realizzato con tassi a piramide tronca e destinato a rappresentazioni musicali e teatrali. La villa non è aperta al pubblico solo per la scoperta della sua bellezza architettonica e della sua storia, ma anche per eventi culturali quali concerti e mostre.

Leggi anche: Le più belle VILLE STORICHE nei dintorni di MILANO (con MAPPA)

#7 Bosco di Legnano: uno dei primi esempi di bosco urbano

antonio.schiano79 IG – Bosco di Legnano

Ai piedi del Castello Visconteo di Legnano troviamo uno dei primi esempi di bosco urbano. Conosciuto anche come “Parco del Castello”, è nato negli anni ’70 quando quando i rimboschimenti non venivano attuati sulla base della conoscenza delle specie tipiche locali e per questo motivo sembra più un vivaio di conifere che un bosco di pianura. Un’oasi di tranquillità immersa nel verde con una superficie di 22 ettari dove l’acqua è protagonista grazie a un sistema di esteso sistema di ruscelli, laghetti, lanche e paludi alimentato da acque di falda realizzato a partire dal 1981. Nel corso dei decenni si è popolato di diverse specie di fauna tra cui uccelli acquatici quali fistioni turchi, moriglioni, martin pescatori, germani reali, morette tabaccate, aironi, gallinelle d’acqua e pesci come lucci e carpe.

Continua la lettura con: Le 7 meraviglie della Lombardia

FABIO MARCOMIN

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20 miliardi l’anno da Milano a Roma: con quei fondi Milano potrebbe risolvere tutti i suoi problemi

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Milano rappresenta il cuore pulsante dell’economia italiana, contribuendo ogni anno con ben 20 miliardi di euro in tasse destinate allo Stato centrale. Come potremmo usare quei soldi?

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20 miliardi l’anno da Milano a Roma: con quei fondi Milano potrebbe risolvere tutti i suoi problemi

# Milano e il suo contributo poco conosciuto

Milano rappresenta il cuore pulsante dell’economia italiana, contribuendo ogni anno con ben 20 miliardi di euro in tasse destinate allo Stato centrale. Questa realtà è stata ribadita dal sindaco Beppe Sala durante l’assemblea generale di Assolombarda, dove ha voluto sottolineare, con un “filo di polemica positiva”, l’importanza di riconoscere il valore della nostra metropoli. Con un PIL in crescita del 7% rispetto ai periodi pre-pandemia, Milano non è solo il motore economico del Paese, ma un simbolo di resilienza e innovazione, grazie soprattutto agli investimenti delle imprese lombarde, aumentati del 20% dal 2019 al 2023.

Eppure, la domanda è inevitabile: dove finiscono questi miliardi? Milano genera ricchezze e sviluppo, ma sembra evidente che il supporto che riceve dalle istituzioni centrali non sia all’altezza delle sue contribuzioni. Sala ha chiesto maggiore attenzione per il trasporto pubblico e le infrastrutture locali, segnalando una profonda disconnessione tra l’enorme capitale economico generato e gli investimenti effettivamente ricevuti. Questa disparità solleva interrogativi inquietanti sulla gestione delle risorse e sulla capacità del governo centrale di investire adeguatamente in una delle città più vitali del paese.

#1 Progetti bloccati per mancanza di fondi

Nonostante le ambizioni di Milano di diventare un modello di innovazione e progresso, la città si trova bloccata in un limbo di progetti necessari ma fermi a causa di costi insostenibili, su tutti quelli dei prolungamenti delle linee metropolitane. Tutti progetti che, se completati, avrebbero il potenziale di migliorare notevolmente la vita dei milanesi e dei cittadini dell’hinterland, ma sono attualmente in stallo a causa di difficoltà finanziarie.

L’estensione della linea M5, che prevede 13 km di nuovi binari e 11 fermate aggiuntive, collegherebbe Milano a Cinisello Balsamo e Monza alleviando il traffico e migliorando l’accessibilità, con fermate strategiche come Campania, Monza Fs e Villa Reale. Lo stanziamento iniziale di 1,265 miliardi di euro si sono rivelati insufficienti a causa dell’inflazione, dell’aumento dei prezzi dei materiali e della crisi energetica che ha comportato la necessità di recuperare circa 400 milioni di euro di extra costi.

Sempre verso Monza il prolungamento della linea M1 è rimasto bloccato per poco meno di 40 milioni di euro, ora assegnati, e si attende il nuovo bando per le ripresa dei lavori aperti da oltre 12 anni e che non si concluderanno prima della fine del 2033. 

Per la M4 verso Segrate, 3,1 km e 2 fermate passando sotto l’Idroscalo, mancano circa 44 milioni di euro di extra costi per la copertura finanziaria totale, dopo che il Comune ha approvato lo Studio di Fattibilità. Ne servono circa altri 60 per l’estensione della linea M1 di 3 fermate e 3,3 km fino al Quartiere Olmi, il primo bando non ha avuto successo, e per questo il deposito dovrebbe essere escluso dal prossimo bando e inserito in un altro dedicato.

#2 Infrastrutture faraoniche come a Parigi, Londra e Mosca

Ipotesi delle 3 Circle line
Ipotesi delle 3 Circle line

Ci sono poi progetti attesi da decenni e ancora senza uno studio di fattibilità e altri molto più ambiziosi che si potrebbero realizzare. Tra i primi troviamo la M3, che dovrebbe estendersi fino a Paullo, con due fermate di metropolitana e 8 di metrotranvia, per un investimento richiesto di 850 milioni di euro.  Lo stesso discorso vale per la M2 fino a Vimercate, si è optato per un percorso in metrotranvia, per l’eventuale M5 fino a Magenta, con la metropolitana solo fino a Settimo Milanese. Con 20 miliardi di euro potrebbero essere realizzate tutte come metropolitane.

Si potrebbe però fare molto, basti pensare che la linea M4 è costata 2,3 miliardi di euro, per 15 km di percorso, e che quindi se ne potrebbero realizzare dieci di linee così con tutte le risorse trattenute. Tra queste la M6 allo studio, una vera circle metropolitana sul percorso della 90/91 o sull’anello delle tangenziale. Milano potrebbe affrontare i costi di questo e altri progetti cruciali se trattenesse una parte dei fondi che attualmente invia allo Stato centrale.

#3 Affrontare il caro-affitti

Qualche tempo fa il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha proposto di vendere lo stadio di San Siro per finanziare la costruzione di case a prezzi accessibili. La proposta ha sollevato un dibattito acceso tra i cittadini, noi abbiamo accolto la provocazione in un articolo, ma, riflettendoci, alla luce dei 20 miliardi che Milano da allo Stato centrale, ora ci chiediamo se possa essere veramente necessario. Anche se la strada sembra essere obbligata per evitare che le due società di calcio lascino il quartiere per costruire un impianto fuori città.

Considerando che l’area di San Siro, insieme allo storico stadio, potrebbe essere ceduta a Milan e Inter, per una cifra che potrebbe aggirarsi attorno ai 200 milioni di euro e che considerando un costo medio di 4.400 € al metro quadro, con la vendita di San Siro si potrebbero edificare, all’incirca 45.455 metri quadrati. Invece, ipotizzando di impiegare così tutti i 20 miliardi più volte nominati, i metri quadri edificabili salirebbero a 4.545.455. Una cifra che consentirebbe di risolvere il problema abitativo su larga scala.

Nel frattempo, il Comune ha rinunciato a un’opportunità unica: accedere a 1,2 miliardi di euro del PNRR destinati alla creazione di 60.000 nuovi posti letto per studenti e questa scelta, ovviamente, ha sollevato interrogativi sulla strategia complessiva di Sala, che avrebbe avuto l’occasione di recuperare da parte Roma parte di quanto versato.

# Milano può farcela da sola

Milano è una città che ha sempre dimostrato di sapersela cavare, con la sua capacità di produrre ricchezza, innovazione e cultura. Non ha neanche bisogno di piani calati dall’alto o di soluzioni imposte dal governo centrale, ha tutte le carte in regola per risolvere autonomamente i propri problemi, ma per farlo è necessario che le risorse generate localmente rimangano sul territorio.

Una maggiore sinergia tra Stato e città è fondamentale, ma deve basarsi sul principio di sussidiarietà: dove Milano può arrivare da sola, lo Stato non deve intromettersi. La valorizzazione dell’autonomia locale e la devoluzione fiscale sono strumenti essenziali per garantire che le risorse economiche siano allocate in maniera più efficiente e con maggiore attenzione alle esigenze del territorio.

Milano ha dimostrato di essere il motore dell’Italia, contribuendo in modo decisivo alla crescita e al benessere del Paese. È giunto il momento di riconoscerne il ruolo centrale e di permettere alla città di utilizzare i fondi che essa stessa genera per finanziare il proprio sviluppo.

Continua la lettura con: Una CENTRALE NUCLEARE a MILANO? Ecco dove si potrebbe COSTRUIRE

MATTEO RESPINTI

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Quando i milanesi si avventurano nell’hinterland

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Come una spedizione di Magellano.

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