Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
A Milano, dal 10 al 12 ottobre, si è svolta un’importante iniziativa per sensibilizzare la città sul tema del cambiamento climatico. Per promuovere l’evento, Helvetia ha immaginato i Navigli colpiti dalla glaciazione. Anche noi abbiamo voluto immaginare come potrebbero apparire 10 luoghi iconici di Milano se fossero trasformati da una glaciazione.
Milano colpita dalla glaciazione: cosa succederebbe a questi 10 luoghi iconici?
# Istinto di Protezione: l’evento di sensibilizzazione sul cambiamento climatico
Helvetia ha recentemente lanciato un’importante iniziativa a Milano per sensibilizzare il pubblico sul tema del cambiamento climatico. Dal 10 al 12 ottobre, il Barcone Milano sul Naviglio Grande ha ospitato Istinto di protezione, un evento phygital che combinava una mostra fotografica sui danni causati ai ghiacciai e un’esperienza immersiva di realtà aumentata. L’evento intendeva promuovere una riflessione critica su un tema cruciale per il futuro del pianeta.
Con l’ausilio della tecnologia AR e ghiaccio 3D, i visitatori avranno l’opportunità di vivere un’esperienza che unisce brand awareness, innovazione e tutela del patrimonio ambientale, grazie alla collaborazione con Take e Progettoimmagine.
Ispirati dall’immagine che pubblicizza questa iniziativa, anche noi di Milano Città Stato abbiamo voluto immaginare come sarebbe la nostra città se fosse colpita da una violenta glaciazione. Di seguito, presentiamo dieci luoghi iconici di Milano reinterpretati in chiave glaciale.
#1 Il Duomo: la cattedrale del ghiaccio
Questa immagine e le immagini che seguono provengono da Ideogram.AI
Probabilmente, questa immagine raffigura ancora la fase iniziale della glaciazione. Sul piazzale possiamo osservare uno strato di neve, sembra che qualcuno abbia anche provato a rimuoverla. Il Duomo è più luminoso, al bianco del marmo si sono sostituiti il bianco e il riflesso del ghiaccio. Il cielo promette pioggia e si intuisce che faccia parecchio freddo, ma ci sono ancora i turisti e, come al solito, osservano, sbalorditi, la cattedrale di Milano.
#2 Il Castello Sforzesco: una fortezza nel gelo
Chissà se qualcuno dei suoi costruttori, o magari uno degli Sforza che lo ha abitato, ha mai pensato all’ipotesi di una glaciazione… Comunque, l’immagine ci rende un castello che ha resistito al gelo. Il parco, tutt’intorno, è coperto da un alto strato di neve, gli alberi sono morti congelati, ma il castello, almeno da questa prospettiva, non sembra aver subito danni. Poca neve sulla struttura, un po’ di più sui tetti delle torri, come se qualche milanese vi avesse trovato rifugio durante la glaciazione e ora ne stesse continuando la pulizia e la manutenzione.
#3 I Navigli: la movida congelata
I Navigli, che in un tempo remoto sono stati uno dei centri della movida Milanese, giacciono ora in un silenzio spettrale. L’acqua dei canali è immobile, stretta nella morsa del gelo. Le barche, che probabilmente hanno navigato il fiume senza passeggeri e spinte dalla corrente, sono anch’esse immobili. Il bianco della neve e il riflesso del ghiaccio contrastano con i palazzi color pastello, in lontananza alcuni alberi spogli si ergono come fossero sentinelle congelate. La glaciazione ha reso i Navigli un luogo di quiete.
#4 Corso Como: vento e gelo tra le vetrine
Corso Como, altro centro (un tempo) della vita notturna, si presenta ora come un viale deserto e silenzioso. Le boutique, i caffè e i locali non ci sono più. La via, già piena di neve, è colpita da una pesante bufera. A giudicare dalla posizione della neve, il vento deve soffiare costante, probabilmente tavoli e sedie sono stati spazzati via da tempo. La glaciazione è arrivata parecchio tempo fa, come testimonia la presenza di alcuni alberi che, mai, prima d’ora, si erano visti in Corso Como.
#5 Parco Sempione: un ritorno alla preistoria
Parco Sempione non è più lo stesso, altro che glaciazione futura, qui il tempo sembra tornato indietro fino alla preistoria. Gli alberi, spogli da tempo, sono tutti morti. I tronchi rimangono in piedi in attesa che un buffo di vento li spezzi o li faccia cadere. Il freddo è tale che anche il terreno si è ghiacciato, non un filo d’erba è sopravvissuto. Al centro del parco, in una pozza, si accumula l’acqua piovana e la neve che si sta sciogliendo, che la glaciazione stia creando un lago dove una volta sorgeva Parco Sempione?
#6 Cimitero Monumentale di Milano: il regno del ghiaccio
Il Cimitero Monumentale di Milano è avvolto dalla nebbia, trasformato in un regno di ghiaccio. Statue incappucciate emergono dalla foschia, mentre la neve ha coperto ogni segno di vita passata. Il terreno è un manto bianco, interrotto da crepe nel ghiaccio, mentre la sagoma di una cappella gotica si staglia contro il cielo plumbeo. Questo luogo, un tempo di memoria, è diventato un monumento alla forza della natura, congelando secoli di storia milanese.
#7 Teatro alla Scala: un palazzo di ghiaccio
Il Teatro alla Scala di Milano si presenta come un palazzo di cristallo, con colonne corinzie coperte di ghiaccio. Il frontone, ornato da stalattiti, sembra una grotta glaciale, mentre le finestre sono oscurate dal gelo. La facciata neoclassica è ora una tela su cui la natura dipinge con la brina. Questo monumento alla creatività umana si erge immobile, in attesa del ritorno della vita.
#8 Basilica di Sant’Ambrogio: La chiesa congelata
La Basilica di Sant’Ambrogio, cuore della fede milanese, giace ora in un silenzio glaciale. Le arcate in mattoni rossi si ergono come sentinelle, mentre il gelo avanza tra le navate.
Le colonne, fredde e rigide, sono circondate da cumuli di neve, creando un paesaggio lunare. La luce invernale filtra attraverso le vetrate, proiettando ombre sulle pareti, mentre l’eco di antiche liturgie sembra risuonare in questo luogo di culto trasformato in un tempio freddo lunare.
#9 Galleria Vittorio Emanuele: Il pavimento ghiacciato
Il pavimento della Galleria Vittorio Emanuele è stato colpito da un fenomeno naturale mai visto prima, una serie di blocchi di ghiaccio, caduti dal cielo, ha sfondato il soffitto e si è accumulata in modo irregolare, creando una struttura surreale.
I blocchi di ghiaccio sembrano formare delle piccole colline o cumuli, dando l’impressione che la galleria sia stata abbandonata e inghiottita dal gelo. La cupola di vetro, lasciando filtrare la luce naturale che illumina il paesaggio glaciale sottostante, accentua il contrasto tra la grandiosità della struttura e la forza della natura.
#10 CityLife: un paesaggio artico futuristico
City Life, simbolo di modernità, si presenta come un paesaggio artico futuristico. I grattacieli, un tempo segno dell’ambizione umana, sono ora giganti di ghiaccio, le cui facciate ricoperte di brina riflettono la luce pallida.
Tra questi colossi congelati, un fiume di ghiaccio scorre lentamente, creando un effetto ipnotico. Le strade bianche sono ora un monumento silenzioso alla fragilità delle ambizioni umane di fronte alla potenza della natura.
# Un’autentica esperienza di cucina tradizionale…fuori dagli schemi
Trattoria Sole FB
In zona Lambrate c’è un luogo insolito rispetto alle solite trattorie, dove provare un’autentica esperienza di cucina tradizionale: la Trattoria Sole. Un ambiente accogliente e familiare, perfetto per chi desidera un pasto genuino e fatto in casa, con piatti che spaziano dai classici della tradizione italiana, come lasagne al ragù e melanzane alla parmigiana, a quelli meno conosciuti come fusilli con crema di zucca al rosmarino o il pastrami. Tra i dolci lo strudel di mele e il salame al cioccolato.
# “Sembra un appartamento ma invece è un ristorante”
tizipaz2018 IG – Trattoria Sole
Proprio la conformazione del locale rende ancora più casalinga l’atmosfera. Nella descrizione sulla pagina facebook c’è scritto così “Sembra un appartamento ma invece è un ristorante. Atmosfera tranquilla e cucina casalinga a pranzo e a cena.” Lo stile retrò e vintage contribuisce a rendere affascinante questo luogo. A questo si aggiungono prezzi abbordabili per chiunque, gentilezza e nessun brusio mentre si è a tavola dati gli ampi spazi e i tavoli sono ben distanziati, alcuni persino divisi da separe’.
# Nei periodi più caldi si può mangiare in un delizioso spazio esterno
barbara_corradi IG – Trattoria Sole
Nei periodi più caldi si può anche mangiare all’aperto nel camminamento coperto da una tettoia, che si sviluppa dal cancello d’ingresso alla porta del locale, affiancati da una siepe e con l’affaccio sul parco circostante.
# Ogni giorno menu diverso, a pranzo si ordina all’ingresso
maybefederica IG – Trattoria Sole
Il menu cambia ogni giorno. A pranzo si ordina all’ingresso, ci sono tre scelte di primi, di secondi e di dolci. Si riceve poi un dischetto che segnala quando è pronto l’ordinativo da andare a ritirare in cucina. La sera il servizio è tradizionale, al tavolo, e la proposta è più ampia.
Milano è una città costosa e frenetica, dove per mantenersi si rischia di raschiare il fondo delle tasche. Eppure, chi ci abita conosce dei trucchetti per cavarsela anche gratis. Questi i suggerimenti dei milanesi emersi da un sondaggio sulla “Milano gratuita”.
#1 I draghi verdi: un simbolo della Milano col coeur in man
Il primo tesoro gratuito per i milanesi è uno dei simboli storici della città: le sue rinomate fontanelle pubbliche, conosciute come “Draghi verdi” o “Vedovelle“.
Le fontanelle, pulite e sempre aperte, sono una vera benedizione nei caldi giorni estivi. Infatti, permettono di dissetarsi senza spendere un centesimo e sono anche un chiaro simbolo dell’impegno della città per il bene pubblico.
La tradizione delle fontanelle è stata rilanciata dalle Case dell’acqua, dove, muniti di documento, è possibile riempire bottiglie gratuitamente, anche con acquea frizzante.
#2 I parcheggi free: la caccia al tesoro più ambita
Altra risposta gettonatissima tra i cittadini. Effettivamente i parcheggi sono pochi e costosissimi, ed è una scelta precisa più che un caso.
Chi ha mai tentato di trovare un posto auto nei pressi del centro sa di cosa si parla, la battaglia per un parcheggio può trasformarsi in un’esperienza epica, a tratti comica e, alle volte, tragica. Perfino per quelli a pagamento, figurarsi per quelli gratis.
Tralasciando quelli per i residenti, trovare un parcheggio gratuito e “legale”, a Milano è ormai un’impresa titanica, anche in periferia. Per questo un parcheggio gratuito oggi ha un valore inestimabile.
L’ironia dei milanesi è spesso sferzante. Specie se si tratta di mezzi pubblici. Un tempo si definivano “portoghesi” quelli che salivano sugli autobus senza biglietto. Oggi sono visti in modo molto meno romantico: soprattutto quelli che usano saltare i tornelli della metropolitana. Recentemente Atm ha implementato misure come i tornelli anti-salto nelle stazioni per contrastare l’evasione tariffaria, che però, va notato, si attesta al solo 2,6% degli utilizzi totali.
Il sindaco Giuseppe Sala ha anche annunciato un aumento dei controllori, ora 150 in tutta Milano, per rafforzare la sorveglianza. Tuttavia, va notato, che, se per alcuni è un brutto vizio, per altri può rappresentare realmente un modo indispensabile per ammortizzare le spese quotidiane. E, poi, chi non ha mai provato a prendere un mezzo pubblico a Milano senza biglietto in tutta la sua vita, scagli la prima pietra.
Si torna nella piena legalità. Milano è un crocevia di eventi culturali spesso gratuiti che animano la città durante tutto l’anno. Tra questi, Book City è una manifestazione di grande richiamo, che trasforma l’intera metropoli in un palcoscenico letterario. Durante questo evento, librerie, biblioteche e spazi pubblici diventano sedi di presentazioni, dibattiti e incontri con autori, offrendo l’opportunità di avvicinarsi alla letteratura in modo interattivo, coinvolgente e gratuito.
Ma la manifestazione principe a Milano è certamente il Fuorisalone, che trasforma ogni primavera Milano in una passerella di design, creatività e innovazione. Durante questa settimana, le strade si animano con installazioni artistiche, mostre e presentazioni, per lo più ad accesso libero, che celebrano il mondo del design in tutte le sue forme.
Anche le “Week”, le settimane a tema, sono di solito caratterizzate da eventi gratis, spesso di alta qualità che rappresentano anche un’opportunità per i milanesi e i turisti di esplorare la città da una prospettiva diversa.
#5 Godere della bellezza della città: Navigli, Castello, parchi, chiese
Credits: mondointasca.it – Castello Sforzesco
Diversi cittadini hanno riportato la nostra attenzione sul fatto che del molto che Milano ha da dare, in termini di arte e bellezza, moltissimo è gratuito. Sembrerà banale, ma in diversi lo hanno sottolineato, passeggiare per i Navigli, visitare il Parco Sempione o farsi un giro per chiese di Milano sono attività completamente gratuite e che arricchiscono l’esperienza di vita nella città.
A ciò che è gratuito perché all’aperto si aggiungono una serie di musei e luoghi permanentemente gratuiti: Mudec – Museo delle culture (collezione permanente), Palazzo Morando (Costume Moda Immagine), Palazzo Moriggia (Museo del Risorgimento), Casa-Museo Boschi di Stefano, Spazio Alda Merini, Casa Verdi (prenotazione obbligatoria), Museo Mangini Bonomi (prenotazione obbligatoria) e Pirelli HangarBicocca.
E una serie di luoghi e musei gratuiti le prime domeniche del mese: Museo del Novecento, Musei del Castello Sforzesco, Civico Museo Archeologico, GAM (Galleria d’Arte Moderna), Museo di Storia Naturale, Acquario Civico, Pinacoteca di Brera, Museo del Cenacolo Vinciano.
Si torna all’ironia con le piste ciclabili. Qui i milanesi si dividono, se alcuni parlano di ciclabili per lamentarsi, in alcuni casi legittimamente, del modo in cui le ciclabili incidono sulla viabilità, altri si chiedono proprio come mai, in una città così trafficata, le piste ciclabili siano gratuite.
Questo potrebbe suggerire una cosa, apparentemente ovvia, ma spesso sottovalutata: le piste ciclabili sono un asset strategico per spostamenti a basso costo. Secondo il Sole 24 Ore, a Milano, solo il 29% degli spostamenti viene fatto a piedi o in bici.
# 4 Trucchi e trucchetti per vivere (quasi) gratis a Milano
A questo elenco, a tratti ironico, che ci hanno fatto i milanesi, vogliamo aggiungere alcune delle risorse gratuite o quasi di Milano. Ecco alcuni trucchi e trucchetti per vivere nella città della Madonnina senza svuotare del tutto il portafoglio.
Progetti dedicati: Il più noto è Milano da scrocco che, creato da dei giovani milanesi, raccoglie eventi gratuiti e offre suggerimenti su come approfittare delle occasioni culturali e gastronomiche. Basta seguire le pagine social dedicate per essere aggiornati su concerti, mostre e manifestazioni a cui accedere gratis e alle quali, magari, scroccare aperitivi e buffet.
Luoghi di lavoro alternativi: per chi studia o lavora, ci sono numerosi spazi di coworking e bar open space che consentono di utilizzare il Wi-Fi gratuitamente.Citiamo i quattro più notyi: Urban Hive (Moscova), Fondazione Prada (Lodi Tibb), Officina Design Café (Monumentale), Fuorimano (Ca’ Granda), questi luoghi non solo offrono un ambiente stimolante, ma permettono anche di fare networking con altri professionisti o studenti.
Cibo low-cost: un’altra strategia è approfittare degli aperitivi a buffet. Molti locali offrono cibo gratuito con l’acquisto di una bevanda, permettendo così di socializzare e riempirsi lo stomaco a costo contenuto.
Mercatini di zona: per chi ama fare shopping senza spendere troppo, i mercatini di zona sono un’ottima alternativa. Qui si possono trovare capi d’abbigliamento a prezzi stracciati e, perché no, magari anche qualche pezzo unico di antiquariato. Non solo: esistono anche mercatini basati sul barato, dove i soldi non servono.
Nella corsa verso il cielo continua lo sviluppo di progetti di grattacieli incredibili. Tra questi il più panoramico, il più alto del mondo e la spirale elicoidale. Ecco dove e quando verranno realizzati.
I 7 grattacieli più impressionanti in realizzazione nel mondo
#1 Il grattacielo a forma elicoidale con colonne a spirale a San Pietroburgo
collateral.al – Lakta II
Lahkta Centre, sede di Gazprom a San Pietroburgo, dovrebbe essere affiancato fra qualche anno da un nuovo grattacielo: il Lahkta Center II. Progettato dallo studio di architettura scozzese Kettle Collective, diventerà il grattacielo più alto della Russia con i suoi 703 metri di altezza e 150 piani. Inoltre, sarà il secondo edificio più alto del mondo, il grattacielo contorto più alto e il primo mega-edificio al di fuori dell’Asia. Il design prevede una forma elicoidale in vetro, descritta come un “involucro esterno composto da colonne a spirale che creano una struttura diagria elicoidale organica e aperta, mentre l’interno è caratterizzato da una serie di atri a spirale con spazi pubblici verticali condivisi”. L’obiettivo dei costruttori è di consegnare l’edificio entro il 2030.
#2 One Tower a Mosca, un prisma smussato con facciate in vetro sfumato da oltre 100 piani
Credits: Sergey Skuratov Architects – One Tower Mosca
Restiamo in Russia. Nel quartiere Presnensky di Mosca, lungo il MIBC, è in costruzione il grattacielo residenziale One Tower, con i lavori iniziati nel 2019 anche se attualmente in stallo. Questo edificio, caratterizzato da una forma prismatica smussata e da facciate in vetro sfumato, si appresta a stabilire diversi primati grazie alla sua altezza di 404 metri e 102 piani, alcune informazioni riportano addirittura 442,8 metri distribuiti su 109 piani.
Ecco quali sono:
sarà l’edificio più alto di Mosca e il secondo edificio più alto in Russia e in Europa, in attesa della costruzione del Lahkta Center II;
il primo edificio in Europa con più di 100 piani fuori terra;
avrà il ponte di osservazione più alto d’Europa al 100° piano;
sarà inoltreil più alto edificio residenziale d’Europa e il secondo più alto del mondo dopo la Central Park Tower di New York City.
L’inaugurazione prevista entro la fine del 2025, slitterà di qualche anno.
#3 Torch Tower a Tokyo: il grattacielo che “illuminerà” il Giappone
dezeen – Torch Tower
A Tokyo, è in costruzione il grattacielo Torch Tower, destinato a diventare il simbolo di un quartiere in fase di riqualificazione chiamato Tokyo Torch. Il design dell’edificio è ispirato alla forma di una torcia, con l’auspicio che la torre possa “illuminare” il Giappone. Tra gli elementi più distintivi del progetto vi è un ampio parco interno, arricchito da alberi e colline, che offrirà una vista panoramica sulla città. Al suo completamento diventerò l’edificio più alto del Giappone con i suoi 390 metri di altezza, superando i 300 metri dell’Abeno Harukas di Osaka. L’inaugurazione è prevista per il 2027.
#4 Rizhao Center, il nuovo grattacielo simbolo della città da 495 metri con terrazze verdi nell’est della Cina
Beijing Tsinghua Tongheng Urban Planning & Design Institute Co., Ltd – Rizhao Center
Situata sulla costa del Mar Giallo in Cina, nella città di Rizhao, è in fase di costruzione un grattacielo che raggiungerà i 485 metri di altezza e 94 piani. L’edificio avrà una facciata in vetro con blocchi disposti a livelli sfalsati, ciascuno dotato di terrazze verdi, e sarà coronato da una guglia con antenna. I lavori, iniziati ufficialmente nel 2023, sono previsti per essere completati entro il 2028.
#5 Rise Tower, punta a diventare uno dei più alti delle due Americhe
risetower.mx – Rise Tower
Diventerà uno dei grattacieli più alti delle Americhe il grattacielo in costruzione in Messico, a Monterrey. Rise Tower, questo il nome del progetto, prevede un’altezza di 475 metri, 99 piani, di cui 94 destinati a un uso misto, includendo un hotel con 180 camere, uffici, appartamenti, spazi commerciali e un punto di osservazione panoramico. I cantieri sono stati avviati nel 2022 e dovrebbero concludersi entro la fine del 2026.
#6 “The Tower”, il grattacielo di Dubai da 930 metri: in cima una “Pinnacle Room” a forma di bocciolo con terrazze panoramiche
Credits: archpostdecostruttivista.altervista.org – The Tower a Dubai
“The Tower” o “Dubai Creek Tower” progettata dall’architetto Calatrava, è destinata a diventare la torre più alta di Dubai, con un’altezza di circa 930 metri, superando di 100 metri il Burj Khalifa. Il design dell’edificio è ispirato al fiore del giglio e presenta un bocciolo ovale sulla sommità, che accoglierà diverse terrazze panoramiche. Sulla cima saranno situati un faro e la “Pinnacle Room” offrendo una vista a 360 gradi sulla città. I lavori sono stati avviati nel 2018, ma hanno subito un’interruzione a causa di presunti casi di corruzione tra i principali finanziatori. Ripresi nel 2020, sono stati nuovamente fermati a causa della pandemia. Nel frattempo, a febbraio 2024, il presidente della società che sta sviluppando il progetto ha dichiarato che il grattacielo sarà ridisegnato e sarà più basso del Burj Khalifa. In attesa di avere informazioni più precisa la costruzione è ripresa a marzo 2024.
#7 Riattivi i cantieri per la “Kingdom Tower” o “Mile Tower” in Arabia Saudita: sarà il più alto grattacielo al mondo con oltre 1 km di altezza e 200 piani
Credits: wisebizrealty – Jeddah Tower
Il progetto più incredibile arriva sempre dal Medio Oriente. La Kingdom Tower, attualmente in fase di costruzione a Jeddah, una città portuale chiave sulla costa del Mar Rosso in Arabia Saudita, è destinata a diventare l’edificio più alto del mondo. Con un’altezza di 1.008 metri e 200 piani, supererà il Burj Khalifa di Dubai di ben 180 metri, vantando anche il punto di osservazione più elevato al mondo, una terrazza di 30 metri di diametro al 157esimo piano. Al suo interno sono previsti 59 ascensori che si muoveranno a 10 metri al secondo.
Dopo una pausa di oltre sei anni a causa di problemi di corruzione tra le aziende appaltatrici, che ha portato all’arresto del miliardario Al-Waleed bin Talal, proprietario della Kingdom Holding, i cantieri sono ripartiti alla fine del 2023.
Milano, una città sempre lanciata verso il futuro e la modernità ma che mantiene viva la memoria della sua storia e del suo passato. Perché Milano non dimentica. È così che per le sue strade si possono incontrare alcune “stranezze” che, però, nascondono un significato importante per la città.
Migliaia di persone camminano ogni giorno per Piazza Repubblica, ma saranno poche quelle che si sono accorte di questi segni, o meglio buchi, sui pali che sorreggono i cavi elettrici dei tram. Una singolarità che può lasciare perplessi ma, riflettendo, si può intuire il motivo per niente banale di questi squarci. La Piazza porta con sé la testimonianza della Seconda Guerra Mondiale e dei bombardamenti su Milano.
# Quando Milano si spense sotto le bombe
credits: linkiesta.it
Per accelerare la resa dell’Italia, le Forze Alleate intensificarono i bombardamenti e gli attacchi aerei sulla città, un obiettivo raggiunto poi l’8 settembre, in seguito alla firma dell’armistizio da parte del Governo Badoglio. Le notti dell’8, del 13, del 15 e del 16 agosto furono segnate da pesanti bombardamenti che causarono centinaia di vittime e portarono distruzione per tutta la città, colpendo anche gran parte del patrimonio artistico-culturale di Milano, come il Duomo, il Castello, la Galleria e il Teatro alla Scala.
# La testimonianza della guerra incisa sui pali
credits: milano.repubblica.it
I bombardamenti, purtroppo, non terminarono con l’armistizio ma proseguirono fino al giorno della liberazione dai nazifascisti (25 aprile 1945). Una volta cessata la guerra, proprio come una fenice, Milano è risorta dalle sue ceneri e in poco tempo è diventata il simbolo del boom economico. Di quel terribile periodo della guerra rimangono poche tracce, le più evidenti sui pali della Piazza, posizionati verso viale Monte Santo (a sinistra della piazza guardando in direzione della Stazione Centrale), nell’area delle rotaie dei tram. Enormi e impressionanti squarci lasciati dalle schegge delle bombe che riportano a galla vecchi e dolorosi ricordi.
Altri segni come questi sono visibili anche sul porticato dell’Università Statale e sul portone d’ingresso del Duomo.
La sua forma dall’alto ricorda un quadrifoglio. Eppure non è accompagnata da una fama fortunata: per molti milanesi è un simbolo di violenza e disagio. Anche conosciuta come Rozzangeles, per le dinamiche da periferia con cui viene spesso rappresentata, è situata nella zona sud di Milano ed è facilmente raggiungibile dal centro città con il tram 15, oltre che ad essere ben collegata tramite le tangenziali. Al di là degli ultimi episodi di cronaca nera, esistono anche dei motivi di attrazione.
Rozzangeles, ultima frontiera: le 10 meraviglie del “Bronx di Milano”
# La nostra Trafalgar: la grande vittoria contro Barbarossa
Cominciamo con la storia. Il nome ha provenienza romana, da Rotius, il soldato di legione al quale fu donata l’area. Rozzano ha ospitato la battaglia tra Federico II di Svevia e l’esercito milanese. La presenza dei canali di irrigazione nel territorio ha guidato i milanesi a una vittoria spianata: allagando le campagne delle zone circostanti riuscirono a fermare l’imperatore.
Rozzano ha vissuto il boom economico nei primi anni ’60 grazie alla localizzazione di attività artigianali ed industriali nel territorio. Fattore determinante che ha favorito l’incremento della popolazione fino a superare il numero di 34.000 abitanti.
Si può dire che Rozzano ha potuto distinguersi e spiccare tra le altre realtà dell’hinterland milanese. I principali fattori sono stati lo sviluppo del tessuto urbano ed il forte orientamento alle iniziative sull’ambiente. Si può raffigurare come paladina nel rispetto per l’ambiente, come indicano i numerosi piani di recupero urbani a cui partecipa. Rozzano è anche attenta ai suoi cittadini e mostra costanza ed impegno in modo efficace nei servizi inerenti all’individuo ed il welfare.
È culla nativa di personaggi famosi, come ad esempio il cantautore italiano Biagio Antonacci, ha visto nascere il leggendario pilota di formula uno Michele Alboreto ed il comune ha ospitato il matrimonio civile del rapper Federico Leonardo Lucia, più noto sotto il nome di Fedez, che si fregia di essere di Rozzano anche se in realtà è di Buccinasco. Ma questa è un’altra storia.
Le 10 meraviglie di Rozzano
#1 Sant’Ambrogio
Anche Rozzano ha la sua chiesa di Sant’Ambrogio. Merita di certo visita per la sua identità, piccola ma accogliente, e per il suo stile architettonico gotico, che aumenta il fascino ed accende la curiosità del visitatore. Un luogo d’incontro per i fedeli, vicino ai giovani ed aperto a chiunque voglia usufruire dei servizi alla comunità. All’interno della chiesa sono presenti affreschi dei celeberrimi pittori Luini, Morazzone e Bergognone. Un vero gioiello l’antico organo risalente all’anno 1874, fu realizzato dal grande costruttore Bernasconi: a garanzia, anche la notorietà della sua famiglia.
#2 Cascina Grande
Risale all’anno 1881, costruita dal marchese Zanoletti. Questa cascina rappresenta l’esempio ideale di restauro edilizio. Viene utilizzata dal comune come centro culturale ed offre ai cittadini di Rozzano un luogo sereno dove trascorrere il pomeriggio oltre che un luogo di studio, usufruendo dello spazio della ricca biblioteca al suo interno.
#3 Castello di Cassino Scanasio
Castello degno di nota per le famiglie che lo hanno posseduto. In primis la famiglia Trivulzio: proprietaria per lungo tempo, finchè poi cedette il tutto ai Visconti di Vimodrone. Loro furono molto appassionati al castello e ne finanziarono i lavori di ristrutturazione. Il castello è oggi integrato nel parco di una zona residenziale, ma purtroppo si può ammirare solo da fuori per mancanza di agibilità negli interni.
#4 Torre di Telecom Italia
La torre è diventata un simbolo di riferimento per la cittadina. Con i suoi 187 metri di altezza si aggiudica il quarto posto in classifica tra gli edifici più alti d’Italia. Appartiene al gruppo delle telecomunicazioni di Telecom Italia. Nell’area circostante, oltre agli edifici residenziali, sono adibiti data center ed un auditorium dove si tengono i consigli di amministrazione dell’azienda.
#5 Visita del Presidente Jefferson
la visita di Jefferson (https://www.lavocedinewyork.com)
Il terzo Presidente degli Stati Uniti, durante il suo viaggio in Europa nel lontano 1787, ha messo piede in suolo rozzanese. Si trova materiale che testimonia l’evento in vari documenti. Prima traccia il suo libro “Jefferson On Wine”, in cui descrive la sua accesa curiosità nel capire il funzionamento delle ghiacciaie e la scoperta della produzione del Parmigiano.
Divenuto celebre, anche tra chi non è appassionato di corse, per la battuta del Dogui “Alboreto is nothing”, pochi sanno che lo sfortunato pilota era di Rozzano. La scultura si trova all’interno del centro culturale di Cascina Grande. I 4 metri di altezza sono indice dell’immenso rispetto al pilota ed alla sua carriera. Il progetto nacque da una mostra fotografica, fino all’anno 2003 anno in cui venne scelta l’opera di Silvio Fiorenzi. Vincitrice tra i 70 bozzetti candidati.
#7 Museo dell’Automobile (Quattroruote)
Questo museo rappresenta il desiderio di raccontare la passione di Gianni Mazzocchi, direttore del magazine di motori Quattroruote. All’interno dello spazio ci sono preziosi modelli di automobili nazionali e marche estere, che appartenevano a collezioni private.
#8 Istituto Clinico Humanitas
Forse il principale valore aggiunto per la Rozzano di oggi. L’ospedale è stato fondato nel 1996, ospita 700 posti letto ed dà impiego a 1900 lavoratori. L’Humanitas è un punto di riferimento per i pazienti affetti da tumori e malattie immunodegenerative. Non solo: è anche un centro di ricerca clinica e scientifica, nonché sede di insegnamento dell’Università Humanitas.
#9 Il Giardino Verticale
Un agglomerato di ben 200 specie vegetali esteso su una parete lunga 8 metri. La particolarità è la posizione verticale delle piante, che va così a ricoprire una parete esterna del centro commerciale Fiordaliso. Il muschio a fibra lunga proveniente dal Cile è la base di questa combinazione di ecologia del futuro.
#10 Kartodromo di Rozzano
La pista è in outdoor, è stata rinnovata da qualche anno e l’asfalto nuovo permette di sfrecciare e divertirsi con i propri amici in tutta sicurezza. C’è il servizio di noleggio kart oppure si può correre con il proprio mezzo. A fine corsa c’è la possibilità di intrattenersi nell’area ristoro.
Chi ha girato in mondo è convinto che le toilette svizzerepubbliche siano le migliori in assoluto. Di Milano non si può dire lo stesso, anche se in alcuni casi si può rimanere sorpresi.
Le toilette più belle e pulite di Milano: quasi come in Svizzera?
# L’eccellenza dei bagni pubblici svizzeri
Credit: Giuseppe Marzagalli
Per valutare una casa o un appartamento si guardano i bagni. Per capire un ristorante è sempre bene fare una visita alla toilette. Per comprendere un paese è significativo utilizzare i suoi gabinetti pubblici. Sotto questo aspetto la Svizzera non ha rivali: quando si entra la prima volta in uno di questi locali, chiamarli gabinetti è un po’ riduttivo e soprattutto non rende a pieno l’idea di dove ci si trova.
Credit: Giuseppe Marzagalli
Locali multifunzionali in acciaio a specchio con tanti pulsanti illuminati di diversi colori, tutte le possibili funzioni e servizi accessori che si possono avere in un bagno, compresa anche la funzione doccia. In questo Milano sembra distante anni luce dal confine. Ma ci sono delle eccezioni.
# Le toilette più belle di Milano: da Cracco a Fondazione Prada
Tripadvisor – Bagno ristorante Cracco
A Milano non si può dire altrettanto dei bagni pubblici, spesso sono fuori uso o in pessime condizioni. Ci sono però dei locali e dei ristoranti dove questi sono davvero uno spettacolo. Eccone alcuni segnalati dai nostri lettori sullafanpage di Milanocittàstato.
I bagni del Ristorante Cracco o della Pasticceria Marchesi in Galleria Vittorio Emanuele e della vicina Rinascente.
Credits blendtheopposite IG – Lamo restaurant
Tra le toilette da “provare” in città ci sono anche quelle di Lamo Restaurant, dell’Hotel Principe di Savoia, del Ralph Lauren Bar.
Credits ljubica b tripadvisor – Bagni Starbucks
Apprezzamenti anche per quelli di Starbucks in piazza Cordusio o del Cipriani in Corso Venezia.
La quinta linea metropolitana di Milano è stata inaugurata. E’ tempo di concentrarsi su quello che si potrebbe realizzare in futuro. Entro l’autunno, in teoria per la fine del mese di ottobre, dovrebbero essere rese pubbliche le ipotesi di tracciato per la prossima metropolitana: la M6. Il progetto preliminare per individuare il tracciato migliore e capire se il rapporto costi/benefici possa risultare favorevole è stato finanziato nel 2022 dal governo, con prima ipotesi di Palazzo Marino solo per il lato sud della linea: come potrebbe essere se proseguisse verso nord?
Metro rosa, come immaginare il lato nord? I tre possibili tracciati
# Il nuovo tracciato della futura M6: da sud-est a sud-ovest e 12 stazioni con interscambi con M2, M3 e passante/circle line
Credits metromilano – Nuova M6
Nel 2022 il Comune di Milano ha ottenuto 4,5 milioni di euro dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili per studiare un percorso per la linea M6 che invece di andare lungo la direttrice nord-sud, come da ipotesi iniziale, colleghi la zona di sud-est della città con quella di sud-ovest. Si tratta di un tracciato di 12 stazioni, dal capolinea ad est a Ponte Lambro, anche se ancora da definire e con alcune fermate possibili a servire: l’Arena di Santa Giulia in costruzione, il quartiere di Morsenchio, Zama intersecando il passante e la futura Circle Line, Piazzale Cuoco e Lodi T.I.B.B. a interscambiare con la linea M3.
Verso ovest dovrebbe avere ulteriori stazioni lungo viale Ortles, nel quartiere Fatima e nell’area tra via Ferrari e via Monte Sabini, incrociare la M2 a Piazza Abbiategrasso per terminare con la fermata nei pressi delle Cartiere Binda e infine fare capolinea ad ovest all’Ospedale San Paolo in zona Barona.
Un formulazione che andrebbe a favorire soprattutto il Municipio 5, oggi nella parte sud raggiunto solo dalla M2 in piazza Abbiategrasso, in attesa di conoscere i sei tracciati allo studio per servirlo e che dovrebbero essere presentati entro la fine di ottobre. Ma in molti protestano: perchè lasciare sguarnita la parte nord di Milano?
Si potrebbero ipotizzare due alternative per la prosecuzione della nuova linea M6 verso nord oppure una terza alternativa con un tracciato con due diramazioni.
#1 Prosecuzione su Corso Sempione e Viale Certosa fino a Baranzate
Tracciato M6 ipotesi interna
Prima ipotesi: un percorso più interno. Questo includerebbe: l’incrocio con la stazione San Cristoforo M4-FS, seguita da una fermata nel quartiere Ebraico, poi prosecuzione da Pagano, dove incontrerebbe la linea M1, per collegare il bivio tra Bisceglie e Rho Fiera. Procedendo verso nord una fermata vicino all’Arco della Pace, una all’incrocio con Domodossola M5 FN e altre in Piazza Firenze e Piazzale Accursio lungo Corso Sempione, fino a viale Certosa, dove ci sarebbe anche una fermata al Cimitero Maggiore.
L’ultimo tratto della linea metropolitana includerebbe una stazione nel quartiere Stephenson, con interscambio alla futura Circle Line, una nei pressi dell’Ospedale Sacco, con il capolinea nel comune di Baranzate, a servizio degli utenti provenienti dalla Tangenziale Nord.
#2 Un tracciato più esterno, affiancato alla tangenziale ovest, con capolinea a Rho Fiera
Ipotesi M6 esterna
Seconda ipotesi: tracciato più esterno, sempre con interscambio con la stazione di San Cristoforo M4-FS per poi puntare al nuovo capolinea della M1 nel quartiere Olmi nei pressi della tangenziale ovest, con una fermata nel Comune di Cesano Boscone.
La linea potrebbe poi proseguire coprendo l’area ovest esclusa dalla futura Circle Line, affiancando la tangenziale e includendo una fermata vicino al Parco delle Cave, tra Baggio e Quinto Romano. Successivamente, si potrebbe prevedere una fermata su via Novara, utile per servire Figino e con possibilità di interscambio con la linea M5, qualora fosse estesa verso Settimo Milanese. Il tracciato infine si attesterebbe al capolinea della linea M1 Rho Fiera, già nodo di treni regionali, suburbani e ad alta velocità, e probabile terminal nord per la Circle Line nei prossimi anni.
#3 Un tratto comune fino a San Cristoforo e poi una biforcazione interna e una esterna
Ipotesi alternative M6 verso nord
Infine un’altra possibilità sarebbe quella di tenere il tratto comune della linea fino a San Cristoforo M4-FS e realizzare una biforcazione che contempli entrambe le prime due ipotesi: un ramo terminerebbe a Rho Fiera e l’altro nel comune di Baranzate.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Chi si cela dietro il fenomeno social del momento che prende il giro il boomer “bauscia” milanese? Come è nato il personaggio e quali sono i video più divertenti.
# Il fenomeno comico che sta spopolando sui social newtork
boomer milanese IG – Screenshot
Un fenomeno social scoppiato negli ultimi mesi: il boomer milanese. Si presenta con camicia con i bottoni slacciati, catena tamarra d’oro al collo, o vestito elegante, e un fortissimo accento milanese con i classici intercalari “figa” e “cazzo”. Nei suoi video su Instagram e TikTok, dove ha raggiunto rispettivamente i 60 e 100mila follower, nascosto da un filtro che altera in modo esagerato i lineamenti del volto, si cimenta nei racconti tipici del baüscia che si pavoneggia con storie smaccatamente inventate.
# Chi si nasconde dietro il “Boomer milanese”
boome milanese IG
La sua identità è ancora segreta, ma grazie all’intervista realizzata da Alessandro Gemme per Milano Todaysi scopre qualche indizio su chi si nasconde dietro il personaggio. Innanzitutto il nome di battesimo: il vero nome del boomer è Gabriele. Poi l’età che non è da boomer: 38 anni. Come il personaggio che incarna, anche il suo creatore si è laureato in Bocconi. Poi si sa che di professione fa il consulente, ma è anche un creatore di opere d’arte. La sua scelta di non svelarsi è dettata dal non sapere se i suoi video continueranno ad avere successo, trasformandosi in lavoro, o se tutto scoppierà come un bolla di sapone. Tutto è nato per gioco in vacanza, in momento di noia, e per ricordare il padre, ricalcato in parte dal personaggio, scomparso un anno fa.
«Faccio finta di essere quel 60enne che si trova in ogni famiglia e che racconta un pacco di avventure miste a cazzate»
Screenshot
Il Buslaghi e il Giangi, presenti nei suo racconti, sono due maschere con la personalità di suoi amici. Gabriele spiega così invece il personaggio del Bauscia: «Interpreto un personaggio che a Milano è presente ovunque», «Sostanzialmente faccio finta di essere quel 60enne che si trova in ogni famiglia, quello zio che racconta un pacco di avventure miste a cazzate. Non gli credi, ma te le racconta così bene che alla fin fine ti lasci imbambolare e lo ascolti per ore».
Sul suo profilo IG“il_boomer_milanese_official” con sottotitolo “Col Giangi ed il Buslaghi a far baldoria nella Milano degli anni ‘80” sono una quarantina i video caricati. Eccone alcuni tra i più divertenti:
Prosegue la realizzazione di un nuovo centro dedicato alla ristorazione dinamica e sostenibile all’interno di un’area industriale abbandonata, ora in fase di riqualificazione. Ecco come si sta completando e l’obiettivo del progetto.
Il Milano Food District: 20 nuovi ristoranti dentro un unico quartiere con un’oasi verde
# Certosa District: “il distretto del cibo autentico, dei ristoratori, degli chef”
certosadistrict-slider-12. – Certosa district
Il Milano Certosa District sta emergendo come un nuovo polo per la ristorazione dinamica e sostenibile. Un progetto che ha avuto inizio dalla rigenerazione di un’area industriale abbandonata, trasformata grazie a La Forgiatura in un campus integrato di 30.000 mq. Situato tra via Varesina, via Mac Mahon e via Oriani, questo nuovo quartiere, sviluppato dalla società immobiliare RealStep, era in passato la sede dei gruppi Koelliker e Sandvik. Come sottolineato dal direttore generale Vincenzo Giannico, il distretto è dedicato «al cibo autentico, ai ristoratori, agli chef e agli imprenditori che valorizzano la stagionalità, rispettano prodotti e ambiente e si dedicano alla ricerca.»
# Un’estensione complessiva di 100.000 mq, di cui 6.000 mq riservati a 20 locali di ristorazione
Area Certosa District
Attualmente, l’area destinata al nuovo “quartiere” si estende per circa 100.000 mq, con un possibile ampliamento previsto nei prossimi anni. Nelle ex aree industriali in fase di rigenerazione, trovano e troveranno spazio anche uffici, spazi di co-living e 20 locali dedicati a ristoranti, caffè e luoghi per il dopocena, insieme a zone verdi e aziende multinazionali. Un esempio è la nuova sede europea di Whirlpool, situata in questo contesto. Gli spazi riservati alla ristorazione coprono una superficie di 6.000 mq e sono dislocati tra Via Varesina, Via Brunetti e Via Giovanni da Udine.
# Le prime cinque inaugurazioni tra il 2023 e il 2024, l’assegnazione di tutti gli spazi entro il 2026
certosadistrict.com – Certosa district
Finora sono stati inaugurati cinque spazi: i primi due nel 2023, June Collection e Loste Café (una bakery di Lorenzo Cioli e Stefano Ferraro, entrambi formati a Copenhagen). Sono seguiti poi Crosta (un forno e pizzeria di Simone Lombardi e Giovanni Mineo), Lafa, che offre cucina araba e mediorientale ed è gestito da Hippolyte Vautrin, titolare di Røst e Kanpai, e Ape Cesare. I brand che hanno già aperto e quelli che apriranno sono già presenti a Milano in altre location e hanno a disposizione spazi che variano tra gli 80 e i 900 mq. Entro il 2026, si prevede di assegnare tutti gli spazi rimanenti.
# L’obiettivo è creare una comunità attiva, con eventi aperti alla zona seguendo gli esempi di Parigi e New York
Lafa interni
L’obiettivo del progetto è quello di creare una comunità attiva, organizzando eventi che coinvolgano la zona grazie alla partecipazione di noti esponenti della ristorazione, prendendo spunto da esperienze di successo in città come Parigi, Copenhagen e New York.
# Nel 2026 pronta un’oasi verde di 6.000 mq con orti condivisi e spazi di inclusione sociale
ingenio – Parco Barella
Il processo di rigenerazione dell’area prevede la riapertura di un’area vede di oltre 6.000 mq, con orti condivisi e spazi di inclusione sociale. Il progetto è curato da Parcnouveau e prevede al suo interno una piazza alberata dedicata al relax, playground polifunzionali, un’area attrezzata per lo sport outdoor, spazi gioco pensati per i più piccoli e un campo bocce. L’inaugurazione è programmata per il 2026.
I 10 posti in Italia da vedere almeno una volta nella vita
#1 Burano, l’isola dei colori
Photo by Ramon Perucho from Pexels – Burano
La sorella minore delle isolette della laguna veneziana famose per l’artigianato, Burano è conosciuta per le sue pittoresche casette dai colori vivaci che si riflettono nei canali. Se a Murano si lavora il vetro, qui è presente una lunga tradizione della lavorazione del merletto, un’arte che ancora oggi attira artigiani e visitatori. Passeggiando tra le vie strette e silenziose dell’isola si può ancora percepire il suo fascino autentico, è come immergersi in un dipinto vivente.
#2 Venezia, la città dei canali e dell’amore
Venezia- Ph. matteoangeloni, by Pixabay
Riconosciuta come la città dell’amore. Unica al mondo, per via della sua costruzione su un intrico di canali e ponti, Venezia è ricca in ogni angolo di bellezze da ammirare: Piazza San Marco con la sua basilica, il Ponte di Rialto, palazzi storici, chiese affrescate e piazzette nascoste. Il giro in gondola è d’obbligo, altrimenti si perde metà della magia, ma per scoprire la sua anima autentica vale la pena perdersi tra le sue calli.
#3 Firenze, un concentrato di arte, storia e cultura.
Credits Azamat Esmurziyev-unsplash – Firenze
Una città magica, ancora di più la sera quando le luci si specchiano nell’Arno, con il centro storico che parla di grandi artisti come Michelangelo e Leonardo da Vinci. Firenze, culla del Rinascimento, è un infatti un concentrato di arte, storia e cultura. Dalla Galleria degli Uffizi al Duomo con la cupola del Brunelleschi, dal Ponte Vecchio a piazza della Signoria. C’è solo l’imbarazzo della scelta.
#4 Vernazza, una delle perle delle Cinque Terre
Credits: @bapt_ou – Vernazza
Famosa per i suoi colori pastello e l’atmosfera rilassata, Vernazza è una delle perle delle Cinque Terre, oltre che tappa obbligata per chi è in visita alla Riviera di Levante. Il piccolo porto e le stradine ripide regalano scorci indimenticabili, mentre il mare cristallino invita a fare un tuffo rinfrescante. Un perfetto connubio tra mare, tradizioni e un panorama unico.
#5 Portofino, la perla del Tigullio
valentina_in_ct IG – Portofino
Un’altra perla ligure, in questo caso del Tigullio. Sinonimo di lusso e bellezza senza tempo, Portofino è uno dei luoghi più fotografati del nostro Paese e meta indiscussa dai super ricchi. Riconoscibile per il suo porticciolo costellato di yacht e case colorate, è anche un luogo perfetto per gli amanti della natura. Partendo dalla mitica piazzetta inizia un percorso all’interno dell’omonimo Parco Regionale che culmina al faro, da dove godere di una vista mozzafiato sul mare e la costa circostante.
#6 Sirmione, uno dei borghi lacustri più belli
ph. Michelle_Raponi from Pixabay – Sirmione
Uno dei borghi lacustri più belli d’Italia. Sulla sponda meridionale del Lago di Garda, Sirmione è celebre per il suo castello medievale e le rovine delle Grotte di Catullo. Offre una perfetta combinazione di storia e natura. Le sue terme, già note in epoca romana, sono ideali per una giornata di relax, mentre le stradine lastricate invitano a piacevoli passeggiate.
#7 Lago di Como, il più glamour dei laghi italiani
Credits: @lagodicomoitaly – Lago di Como
Dal Lago di Garda al Lago di Como, incastonato tra le montagne, è uno dei laghi più spettacolari d’Italia oltre che il più cool e gettonato dal jet set internazionale. Sulle sue placide acque si specchiano ville storiche e giardini rigogliosi, come Villa Carlotta e Balbianello, e sulle sue rive sono adagiati borghi suggestivi come Bellagio e Varenna. Una meta perfetta per chi cerca un mix di natura, relax e un pizzico di glamour.
#8 Lago di Braies, il lago alpino più bello del mondo
dariaboronina IG – Lago di Braies
Uno dei laghi alpini più fotografati al mondo per i suoi colori che variano dal verde al turchese. Incastonato nelle Dolomiti, il Lago di Braies, potrebbe essere la location ideale per un film ambientato in un mondo fiabesco. È perfetto per escursioni in estate o per una semplice passeggiata attorno al lago, che regala panorami da cartolina in ogni stagione. La quiete e la bellezza del luogo lo rendono un’attrazione da non perdere per chi visita il Trentino Alto Adige.
Rimaniamo nelle Dolomiti, Patrimonio dell’Unesco, precisamente nel gruppo delle Odle. Seceda è una meta imperdibile per gli amanti della montagna grazie alle sue vette frastagliate, la sua cima arriva a 2.519 metri, e i panorami mozzafiato sulla Val Gardena. Perfetta per escursioni estive e sciate invernali, ci sono diversi spettacolari sentieri panoramici da percorrere, è possibile esplorare questa meraviglia naturale e ammirare i colori che cambiano con le stagioni, dal verde brillante dei prati al bianco della neve.
#10 Alpe di Siusi, il più grande altopiano d’Europa
Credits masmac76 IG – Alpe di Siusi
Concludiamo con un’altra località di montagna: l’Alpe di Siusi. Si tratta del più grande altopiano d’Europa e offre panorami straordinari sulle Dolomiti. L’aria pura e i vasti spazi aperti lo rendono un luogo perfetto per rigenerarsi e godere della natura incontaminata. Durante l’estate, i suoi prati fioriti sono un paradiso per gli escursionisti, mentre in inverno si trasforma in una rinomata località sciistica.
Credits Melissa & Chris Bruntlett FB - Tunnel Bergen uscita
Dal 1° ottobre 2024, la città di Parigi ha introdotto un divieto alla vendita di diesel in alcune stazioni di servizio situate sulle principali arterie della città, come la circonvallazione e le aree periferiche. Milano seguirà ancora una volta il modello parigino? O, invece, cercherà finalmente di trovare un’alternativa ai divieti?
Parigi vieta il diesel: ma l’alternativa rivoluzionaria che dovrebbe adottare Milano è un’altra
# Il divieto per alcuni distributori di vendere diesel
Quattro stazioni di TotalEnergies hanno cessato la vendita di questo carburante, ritenuto eccessivamente inquinante. Il provvedimento fa parte di una strategia comunale più ampia per ridurre l’inquinamento atmosferico nella capitale francese, dove l’aria è spesso contaminata da ossidi di azoto e particolati, sostanze emesse dai veicoli diesel.
Questa decisione rientra nel piano del sindaco Anne Hidalgo, che mira a ridurre il ruolo dell’automobile in città. Già in passato, la città ha adottato misure restrittive per il traffico, come l’ampliamento delle piste ciclabili, la riduzione dei limiti di velocità a 30 all’ora (e a 50 sulla peripherique, la tangenziale parigina) e la riduzione delle strade aperte ai veicoli. Anche il nuovo divieto ha suscitato malcontento tra i residenti e i pendolari che dipendono dai veicoli diesel, soprattutto perché le alternative, come le auto elettriche e ibride, non sono ancora accessibili a tutti.
Inoltre, la restrizione rischia di creare ingorghi nelle stazioni periferiche dove il diesel è ancora disponibile, poiché non tutte le infrastrutture sono pronte a gestire l’aumento previsto del traffico.
# Il progetto europeo e francese per vietare il diesel
Le restrizioni parigine si inseriscono in un contesto europeo più ampio, che mira a eliminare i veicoli a combustione interna entro il 2035. L’Unione Europea ha previsto il divieto di vendita di nuove auto a benzina e diesel a partire da quella data, parte degli sforzi per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. In Francia, l’obiettivo è di vietare la circolazione delle auto diesel nelle città entro il 2030, anticipando le direttive europee.
# Milano deve scegliere: continuare nell’ostinata lotta alle auto o trovare una sua strada?
Milano ha già adottato politiche “parigine”, come l’introduzione delle strade a 30 km/h. La scelta di vietare il diesel potrebbe essere replicata, anche se una volta ancora l’imitazione potrebbe alimentare problemi ancora più grandi, per il fatto che a Milano non esistono infrastrutture di mobilità pubblica a livello della capitale francese. Forse potrebbe essere il momento della presa di coscienza che per molti a Milano la scelta di muoversi in auto non presenta alternative, a meno di gravi sacrifici in termini di tempo e di risorse economiche. Potrebbe Milano scegliere una sua strada, fatta di decisioni che creino armonia tra i diversi mezzi di trasporto?
Una gestione più equilibrata di restrizioni insieme a investimenti significativi per migliorare il trasporto pubblico, in particolare per i collegamenti con l’hinterland, e a un piano di incentivi per rendere abbordabile l’elettrico potrebbero rappresentare una via più sostenibile per i cittadini milanesi. Ma nella pratica cosa si potrebbe fare?
# La rivoluzione della mobilità: creare più livelli verticali per i diversi mezzi di trasporto
Credits: Ideogram.AI
Molto probabilmente, la soluzione strutturale a traffico e inquinamento arriverà dall’innovazione piuttosto che dal divieto di circolazione, di distribuzione o dalle ZTL.
Al centro di questa visione ci potrebbe essere un vasto complesso di strade sotterranee, ispirato ai moderni parcheggi di City Life e a quanto avviene in numerose città del mondo, come Marsiglia dove dall’autostrada si entra in una rete di tunnel che portano a un sistema ramificato di parcheggi per poi accedere a piedi sulle strade cittadine. Questi tunnel sotterranei non solo risolverebbero il fattore traffico a Milano, ma potrebbero addirittura essere progettati con un sistema di purificazione dell’aria interno, o, in alternativa, con un sistema che sigilli l’aria inquinante al proprio interno, garantendo così che le emissioni inquinanti restino imprigionate sotto terra.
L’accesso a questi tunnel da parte delle automobili potrebbe avvenire tramite ingressi strategici dislocati in tutta la città, mentre l’uscita, una volta parcheggiata l’auto in uno dei numerosi silos sotterranei che si andrebbero a costruire, potrebbe avvenire da comodi ascensori dislocati in tutta la città.
Il traffico cittadino sarebbe ridotto, mentre le uniche zone di possibile traffico e emissioni inquinanti potrebbero essere i punti di accesso. Bisogna considerare, però, che questi punti di accesso sarebbero dislocati al di fuori della città e, comunque, con l’abbondanza di parcheggi interrati, la stragrande maggioranza delle vetture usufruirebbe raramente dei varchi di accesso.
Ma la vera rivoluzione consiste nel guadagnare spazi per la mobilità creando diversi livelli di movimento. Sottoterra ci andrebbero le auto. Mentre si potrebbero creare via di mobilità sospese al di sopra della superficie: ad esempio una rete di passerelle sospese, collegate tra i palazzi, permetterebbe ai pedoni di muoversi liberamente e, senza ostacoli, laddove si decidesse di destinare il “piano terra” ai ciclisti e ai mezzi, escluse le automobili, elettrici. Queste passerelle, realizzate con materiali leggeri e trasparenti, potrebbero ospitare giardini verticali, aree di sosta con punti di ricarica per biciclette elettriche e spazi dedicati a eventi culturali e sociali. Immaginate un percorso verde che attraversa i quartieri, incoraggiando la comunità a esplorare la città da un’altra prospettiva.
Infine, un’app comunale potrebbe aggiornare in tempo reale i cittadini sullo stato di traffico di tutte queste soluzioni, permettendo una pianificazione del viaggio intelligente, combinando le diverse modalità di trasporto.
Abbiamo chiesto ai milanesi in cosa è diversa la città da come si presentava e si percepiva alcuni anni fa. Scopriamo le risposte più gettonate. Foto cover: Ph. @davide_bossi_modellismo IG
“Milano dei navigli, vecchi ma puliti e dignitosi, dei negozi commerciali pieni di vita, di una società media piena di vita e di futuro, ormai è tutto globalizzato, ottimizzato, sintetico e privo di anima pulsante. La Milano dei milanesi, anche di adozione con la voglia di fare e di lavorare non esiste più.” – Paolo Pellegrini
# E’ diventata una città di ingrati
Emiliano Orsi Fb – Degrado Darsena
“Troppe persone che dovrebbero ringraziare l’accoglienza e la possibilità che i loro genitori hanno avuto!!! Io figlio di emigrati ho vissuto nei, chiamiamoli sobborghi, però ho avuto la possibilità di integrarmi e di crescere!” – Gabriele Riccioni
# Ha smarrito il fascino della sua identità
Credits: @alpa.ca_travelphoto – Starbucks Milano
“Il fascino e l’identità: è diventata la città di tutti tranne di chi l’ha vissuta veramente nella sua natura più vera, fatta di possibilità, lavoro di qualità, divertimento e il piacere di passeggiare la sera tardi senza provare terrore.” – Cinzia Manuti
# Più costosa e più arrogante
Credits Mathias Reding-unsplah – Grattacieli residenziali Porta Nuova
“Più costosa, più arrogante. Per carità, rimane una città in cui trovi quello che vuoi, ma a volte ho l’impressione che abbia perso la sua identità, in favore di un’attitudine “wannabe” che strizza l’occhio a città come Londra o Parigi.” – Frank Dee
# Manca il profumo della libertà
La “statua della libertà” del Duomo di Milano. Foto di Andrea Cherchi (c)
“Milano era la città dei lavoratori, della rivendicazione sociale dei diritti, della cultura accessibile a tutti. Era il profumo di libertà” – Nunzia Rubino
# Non c’è più la semplicità delle cose genuine
Credits: milanoalquadrato.it
“In tutto: manca la semplicità, le vecchie trattorie, le vinerie, la scighera, il dialetto, le drogherie, il rispetto.” – Annamaria Chiappetti
# Ha perso la nebbia e l’eleganza
A milano c’era la nebbia
“La scighera e l’eleganza, ahimè.” – Marco Ghizzoni
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Quando l’attrazione di Londra era il Duomo di Milano
# La Grande esposizione di Londra del 1862
wikipedia.org – Expo 1862 Londra
Dopo l’Expo 1851, la prima esposizione universale organizzata nella storia, anche quella del 1862 venne realizzata a Londra. Fu sponsorizzata dalla Royal Society of Arts e si svolse su un’area di 9 ettari nei pressi dei giardini della Royal Horticultural Society a South Kensington. In quella stessa area sorsero successivamente alcuni dei musei più famosi della metropoli, come quello di storia naturale e quello della scienza. Tra le 36 nazioni e 28.000 espositori partecipanti ci fu anche l’Italia. Con Milano protagonista.
Credits teacheasy.br IG – Macchina analitica di Charles Babbage
Lo spazio espositivo era destinato ai ritrovati dell’industria e della tecnologia. Tra quelli più rivoluzionari ci fu la macchina analitica di Charles Babbage, primo prototipo di un computer meccanico progettato per compiere operazioni generiche, la prima gomma prodotta con l’uso del caucciù e il convertitore Bessemer, un particolare forno a forma di pera inventato per la produzione industriale di acciaio.
# La riproduzione in argento del Duomo di Milano
milanoperpochi ig – Riproduzione Duomo di Milano
In mezzo alle scoperte più innovative c’era un’attrazione che ha sorpreso molti dei 6 milioni di visitatori della Grande Esposizione Universale: il Duomo di Milano. Si trattava in realtà di una riproduzione gigante dalla cattedrale milanese esposta all’interno del padiglione italiano insieme alle altre bellezze della penisola. Per tante persone fu la prima occasione di vederlo dal vivo, anche se in scala ridotta. Fu realizzato in argento ma nessuno sa che fine fece dopo l’esposizione, probabilmente i componenti del modellino furono smontati e riutilizzati per altri scopi.
Oggi se ne può vedere uno simile nel negozio della Lego, costruito in mattoncini, e soprattutto all’interno del Museo del Duomo, in legno di tiglio, noce e cirmolo, con integrazioni d’abete, detto il Modellone e in scala 1:20.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Bagni sotterranei Giardini Porta Venezia. Credits: corriere.it
Da troppo tempo Milano non è curata come si dovrebbe. Lo si nota sia nelle piccole che nelle grandi cose. Ecco perché non è all’altezza di una città della bellezza e dove bisogna intervenire per risollevarla.
5 cambiamenti perché Milano diventi la Grande Bellezza
#1 Arredo urbano approssimativo e pessima manutenzione
Credits: @ chiarettami88 IG
L’arredo urbano approssimativo e una manutenzione pessima è forse una delle note più dolenti sull’impatto estetico della città. Cartelli arrugginiti, strisce pedonali sbiadite o cancellate, pali in bilico, pavé dissestato e spesso sostituito da catrame di scarsa qualità, lo stesso usato sui marciapiedi che infatti è spesso rovinato. A questo si aggiunge l’eccessiva palificazione ad ogni nuova riqualificazione. Ci sono città come Praga dove l’arredo urbano è diventato uno dei tratti distintivi: Milano deve tornare a essere elegante anche nelle cose pubbliche.
Praga
#2 Illuminazione notturna da città del socialismo reale
Le nuove zone riqualificate della città possono giovare di un’illuminazione diffusa e con impianti ad alta efficienza. Lo stesso non si può dire per tutto il resto di Milano, iniziando dal centro storico dove vie e piazze scarsamente illuminate sono la prassi, così come molti palazzi storici e monumenti sono tenuti al buio. Inoltre anche quando è presente la qualità non è certo delle migliori e forse non ha giovato la sostituzione delle luci calde con quelle fredde a neon. Altre città risplendono ancora di più con le luci nella notte. Addirittura a Stoccolma si usa mettere un abat jour vicino alla finestra per contribuire alla luce nella notte.
Stoccolma – Ph. www.kevitafarelamamma.it
#3 Scarsa pulizia di strade e marciapiedi
Credits: slasch16.wordpress.org – Milano sporca
Salvo alcune aree del centro e nonostante sia una delle grandi città più pulite d’Italia, Milanoè lontana anni luce da quasi tutte le altre metropoli europee. Cartacce, mozziconi, vetri rotti per terra, tombini occlusi e cestini stracolmi. L’Amsa è un’eccellenza ma non basta a dare il giusto decoro a Milano, serve fare molto di più.
#4 Stazioni dei treni e dei bus sciatte e mal curate
Lampugnano
Salvo la Stazione Centrale e quella di Porta Garibaldi FS, tralasciando l’orrendo parcheggio antistante, le stazioni dei treni ma così come quelle di attestazione di bus anche provenienti dall’estero, come Lampugnano, sono spesso luoghi di disagio. Invece di essere un biglietto da visita per chi arriva in città sono poco curati e brutti da vedere. Andrebbe ripensato sia l’impatto visivo delle stazioni che gli ambienti circostanti.
Nelle grandi città del mondo gli spazi verdi sono più valorizzati e vivi, spesso sono il centro di attività creative e un punto di riferimento costante per i cittadini. A Milano invece sono poco curati, sia il verde che l’arredo urbano e le attrezzatture all’interno. Lo stesso discorso vale per la maggior parte delle aiuole in città, troppo spesso lasciate a loro stesse, con erba e piante secche e rifiuti di incivili a peggiorare la situazione. Se anche a Milano venissero portate al centro di iniziative di incontro e di cultura, potrebbero essere curate e valorizzate di più.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Il 12 ottobre 2024 è una data storica per Milano. Alle ore 10:00 il viaggio inaugurale per istituzioni e stampa, alle 13.30 l’entrata in funzione di tutta la linea M4 da Linate a San Cristoforo Fs per tutti i milanesi. Ecco le immagini e i video dell’inaugurazione.
Festa M4: immagini e video dell’inaugurazione della linea fino a San Cristoforo FS
# L’ingresso a San Cristoforo Fs
Fabio Marcomin - InaugurazionE M4
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Ingresso a San Cristoforo
Targa in memoria di Raffaele Ielpo, operaio deceduto durante i lavori di costruzione della linea
Mezzanino
Banda musicale
Prima dell’inaugurazione è stata scoperta una targa in memoria di Raffaelo Ielpo, operaio deceduto durante i lavori per la realizzazione della linea M4.
# Le nuove mappe
Fabio Marcomin - Le nuove mappe
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Mappa Atm
Mappa Comune di Milano
Mappa trasporti Lombardia
Le nuove mappe aggiornate con l’aggiunta della linea M4 completata: da sinistra a destra la la mappa ATM, quella del Comune di Milano con tutte le linee dei mezzi di trasporto e quella di Regione Lombardia.
# Le immagini del viaggio da San Cristoforo FS a Linate
Fabio Marcomin - Il viaggio da San Cristoforo fs a Linate
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.