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Cosa resterà a Milano dei Giochi Olimpici? Le 7+1 scommesse per il futuro

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Si avvicina sempre di più l’appuntamento con i cinque cerchi olimpici di Milano-Cortina: mancano meno di 500 giorni all’inaugurazione dell’evento allo Stadio Meazza. Cosa si sta costruendo e cosa rimarrà come lascito negli anni a venire? Succederà come per Expo, con un effetto booster per gli anni successivi?

Cosa resterà a Milano dei Giochi Olimpici? Le 7+1 scommesse per il futuro

# Un ulteriore boost per il turismo

Credits Maxim Klimashin-unsplah – Turisti Milano

Come Expo2015 ha rilanciato il brand Milano come meta turistica, si è passati dai 5 milioni di arrivi del 2005 in prevalenza business agli 8,5 milioni del 2023, le Olimpiadi Invernali del 2026 potrebbero dare un ulteriore boost alla città come meta internazionale. Il 2024 si prospetta già un altro anno record per il turismo, si viaggia in media a 750mila presenze al mese, con quello leisure che ha superato quello business cubando il 65% sul totale. 

# Il Villaggio Olimpico diventa uno studentato e nasce un nuovo quartiere con un “bosco sospeso”

Nuovi rendering Villaggio Olimpico

Il tassello più importante e tangibile nel lascito complessivo delle Olimpiadi Invernali del 2026 è la rigenerazione urbana dello Scalo Romana e la nascita di un nuovo quartiere. Fulcro di tutto è il Villaggio Olimpicodisegnato come tutto il masterplan dallo studio di architettura Skidmore, Owings & Merrill, che si sviluppa su sei stecche, parallele ai binari ferroviari, unite tra loro in gruppi di tre tramite delle strutture aeree e delle piccole torri. Al suo interno dormiranno 1.400 atleti olimpici e paralimpici.

Fabio Marcomin – Villaggio Olimpico

La costruzione è affidata a Coima Sgr, Covivio e Prada Holding, con i cantieri in anticipo di tre mesi e consegna prevista a luglio 2025. I sei edifici dopo l’evento, ad ottobre 2026, diventeranno una residenza universitaria per 1.700 studenti, la più grande d’Italia. All’interno di quelli lato parco e ferrovia nell’area dell’Olympic Village Plaza, la nuova piazza del quartiere con negozi e esercizi al piano strada, è prevista residenza libera e agevolata. 

scaloportaromana.com – Nuovo masterplan

Previsto inoltre un grande parco pubblico di circa 100 mila mq nel mezzo con un “Bosco sospeso’’ sopra la ferrovia, entro il 2028, e una nuova piazza su più livelli con alcuni palazzi per uffici, negozi e ristoranti in prossimità di piazzale Lodi entro il 2031.

# Torre Faro: la nuova sede con belvederi panoramici di A2A

Rendering Acpv – Torre Faro

Non direttamente collegato alle Olimpiadi, ma comunque in costruzione sul perimetro dell’ex Scalo Romana, è la Torre Faro”, futura sede di A2A, multiutility di energia e rifiuti di Milano e Brescia, oltre che primo vero grattacielo sul sud Milano. L’altezza prevista è di circa 144 metri per 28 piani complessivi e viene realizzata con innovativi sistemi di efficienza energetica ed eco sostenibilità. Progettato dallo studio di architettura Antonio Citterio – Patricia Viel è stato pensato per distinguersi tra gli edifici della città per la sua forma tubolare, con una pianta circolare, e un’originale spaccatura a circa 61 metri di altezza con dei giardini pensili: lo Sky Garden con un’altezza di 3 metri. Previsto anche un cortile verde che collegherà la nuova sede al Museo dell’Energia, accoglierà entro il 2026 i 1.500 dipendenti sparsi in altri edifici in città.

# Il “Milano Ice Park” nei padiglioni di Rho Fiera: riutilizzabile come spazio polifunzionali per eventi sportivi e concerti al coperto fino a 30.000 posti

notizieedintorni.it – Padiglioni 13 e 15

Svanita la possibilità di disputare le gare di speed skating sul ghiaccio a Baselga di Pinè e quelle di hockey femminile nella Milano Arena Hockey (ex Pala Sharp) la scelta è ricaduta per tenerle entrambe nei padiglioni di Rho Fiera Milano.  I lavori sono partiti il 22 maggio 2023 e dovrebbero terminare il il 31 luglio 2025, per un investimento complessivo di 25 milioni di euro. Sono in costruzione un “palazzetto” da 6.500 spettatori per lo speed skating unendo i padiglioni 13 e 15 e uno “stadio” da 5mila posti per l’hockey nei padiglioni 22 e 24.

Al termine nei giochi il “Milano Ice Park” sarà uno spazio da 35mila mq utilizzabile come “una sede polifunzionale per eventi del tutto nuovi”. Nello specifico concerti fino a 30mila posti al coperto, eventi e gare sportive di varia natura come tennis e padel, e congressi fino a 12.500 posti.

Saranno temporanei invece: il media center all’Allianz Mico, l’allestimento per le gare di short track e pattinaggio di figura al Forum di Assago e la Medas Plaza in piazza del Duomo.

# Il PalaItalia da arena per l’hockey a nuovo palazzetto per la città da 16.000 posti a sedere

pH. area-arch.it – PalaItalia

La singola opera più attesa è di sicuro il Pala Italia: l’arena ospiterà infatti le gare di hockey maschili ai giochi olimpici di Milano-Cortina 2026. Terminato l’evento, all’inizio del 2027, diventerà location per eventi sportivi come basket, oltre a spettacoli teatrali e musica dal vivo, andando a riempire il vuoto creato dalla demolizione del palazzetto di San Siro in seguito alla nevicata del 1985. 

Onirism – Pala Italia

A curare il progetto è lo studio di architettura Onirism Studio di David Chipperfield, su incarico ricevuto dalla società Eventim CTS vincitrice del bando. Preeisto un palazzetto che con 10.000 mq di superficie e 16.000 posti, sarà tra i grandi d’Italia. Un capolavoro architettonico di forma ellittica sospeso da terra e che si sviluppa in altezza e ampiezza grazie a 3 cerchi che di notte faranno parte dello spettacolo, con i LED che illuminandosi proietteranno effetti multimediali. 

# Il nuovo quartiere Santa Giulia Nord con il masterplan che richiama una foglia e la metrotranvia tra M3 e M4

MCA_Milano Santa Giulia_birds-eye view_Visual by MCA VIsual

La struttura fa parte di un progetto, quello della rigenerazione di Santa Giulia Nord ad opera di Lendlease, che si sviluppa su 1,1 milioni di mq. Previsto nel dettaglio: un grande parco urbano di 270.000 mq, tra i più grandi della città, un laghetto, l’area commerciale Soul a cielo aperto di 55.000 mq, un flagshipstore Esselunga, un waterfront di 400 metri lineari e 3.500 nuove abitazioni, con Spark Living in costruzione entro fine anno e consegna nel 2027. Tutto il progetto dovrebbe essere completato nel 2032.

Percorso Metrotranvia 13

Per giugno 2027 è prevista l’inaugurazione della nuova metrotranvia 13, con una fermata nei pressi dell’arena ma non utilizzabile dai tifosi dell’Olimpiadi in quanto in ritardo e quindi attiva solo dopo l’evento. Si tratta di tracciato di 4,7 km con 17 fermate che attraversa il quartiere di Santa Giullia e collega M4 Repetti alla stazione di Rogoredo M3 FS.

Leggi anche: La “Foglia” la Foresta Sospesa, il grattacielo in legno più alto d’Italia: le 5 cose più interessanti in arrivo nelle periferie di Milano

# San Siro location inaugurale prima della parziale demolizione con nuovo stadio di Milan e Inter?

Credits dpstadiomilano.it – Masterplan Nuovo stadio

Arriviamo all’ultima, ma non per importanza, location delle Olimpiadi Invernali di Milano Cortina: lo Stadio Meazza in San Siro. Il 6 febbraio 2026 al suo interno si terrà la cerimonia inaugurale, e diffusa nelle altre località italiane coinvolte, mentre il futuro rimane incerto e per questo l’Uefa ha deciso di revocare l’assegnazione della finale di Champions del 2027. Bocciata la ristrutturazione da parte di Inter e Milan si è riaperta nuovamente la possibilità di una sua demolizione, seppur parziale in particolare per il secondo anello a causa del vincolo, per trasformarlo in un luogo con negozi, spazi museali e sportivi. Accanto il nuovo stadio delle squadre e una riqualificazione delle aree rimanenti a verde e spazi pedonali. Nulla è però ancora deciso.

# Piena accessibilità sulle linee M1, M2 ed M3 in tempo per l’evento

Urbanfile – Rendering Ascensore M2 Sant’Agostino

In tempo per l’evento dovrebbe poi concludersi il corposo piano per garantire piena accessibilità a tutte le prime tre linee metropolitane: M1, M2 e M3. Previsto nel dettaglio l’installazione di 24 ascensori sulle linee M1 e M2 e la sostituzione/installazione di 48 ascensori e 52 scale mobili nella metropolitana gialla, con i lavori partiti nelle prime tre stazioni di San Donato, Brenta e Duomo. Per quanto riguarda le linee più vecchie sono in corso i lavori alle fermate di: Sant’Agostino, Lambrate, Cascina Gobba, San Leonardo, Uruguay, Turro e Sesto Rondò, mentre partiranno entro la fine dell’anno quelli nelle stazioni di Garibaldi, Lanza, Moscova, De Angeli e Inganni. In totale l’investimento è di oltre 82 milioni di euro.

Leggi anche: Come diventerà Milano quando gli attuali cantieri saranno terminati

Continua la lettura con: 5 progetti grandiosi in arrivo in Italia

FABIO MARCOMIN

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La cosa più spettacolare che c’è a Milano? Le 5+1 tappe di un percorso da pelle d’oca

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tramonto navigli
tramonto navigli

Milano può rivelarsi uno spettacolo a sorpresa. Lo abbiamo chiesto direttamente ai milanesi: qual è la cosa più spettacolare di Milano? Queste le 5+1 risposte più spettacolari.

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La cosa più spettacolare che c’è a Milano? Le 5+1 tappe di un percorso da pelle d’oca

#1 Il primo spettacolo: la Stazione Centrale

Credits Andrea Cherchi – Stazione Centrale

Il primo spettacolo che appare a chi arriva a Milano è la Stazione Centrale, progettata da progettata da Ulisse Stacchini come “Cattedrale del Movimento“ e inaugurata nel 1931, con uno stile definito popolarmente “Assiro Milanese”. Una definizione ironica scelta per sottolineare la monumentalità della struttura e lo sfarzo ornamentale, ricco di immagini di animali. Senza dubbio una delle stazioni ferroviarie più spettacolari del mondo.

Leggi anche: La CATTEDRALE del MOVIMENTO: la STAZIONE CENTRALE fu progettata in stile “ASSIRO MILANESE”

#2 La sorpresa dei fenicotteri rosa in pieno centro

Foto redazione – Fenicotteri Villa Invernizzi

I fenicotteri rosa nel giardino del meraviglioso cortile di Villa Invernizzi in Via Cappuccini 9. La villa è privata non visitabile, ma basta affacciarsi dalla cancellata in ferro battuto per ammirare una colonia di queste splendide creature voluti fatti arrivare dal Cile dal proprietario della villa e dell’omonima fabbrica di formaggi negli anni ’70. Un luogo fuori dal tempo a Milano, all’interno del Quadrilatero del Silenzio.

Leggi anche: 7 cose che forse non sapete dei FENICOTTERI di Villa Invernizzi, una delle meraviglie più sorprendenti di Milano

#3 La pelle d’oca sul tetto del Duomo 

credits: IG @visit_milano

Milano è uno spettacolo soprattutto se vista dall’alto. Tipo dalla cima di uno dei grattacieli dello Skyline, da una delle terrazze dei locali in cima ai palazzi, ma forse l’esperienza più toccante rimane salire sul tetto del Duomo. Soprattutto in una giornata di cielo terso. 

Leggi anche: Inaugurata la doppia terrazza spettacolo

#4 Vertigini urbane sopra la Galleria Vittorio Emanuele II

Credits Andrea Cherchi – Tetto Galleria e Duomo

Restiamo in alto, nelle vicinanze. Dopo anni di ristrutturazione, a settembre 2024 è stata riaperta ai milanesi una delle esperienze più incredibili in città, soprattutto di sera: camminare sui tetti della Galleria Vittorio Emanuele II e osservare Milano dall’alto. I tetti degli edifici, la piazza del Duomo dall’alto e in lontananza gli skyline di Porta Nuova e Citylife. La Highline Galleria è una passerella pedonale lunga circa 250 metri che corre lungo il braccio principale dell’edificio. Non solo: si può anche godere di uno scorcio di Milano da una posizione privilegiata cenando nella terrazza del ristorante “i 12 gatti” situato all’estremità del braccio verso Piazza della Scala.

Leggi anche: RIAPRE il RISTORANTE sul tetto della galleria con “VISTA sui GATTI”

#5 La meraviglia di San Maurizio al Monastero Maggiore, la “Cappella Sistina” di Milano

Credits Andrea Cherchi – San Maurizio al Monastero

Si prosegue con la chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore. Nonostante la sua anonima facciata di corso Magenta non sembri promettere grandi cose, questa chiesa di origine paleocristiana è decorata internamente con un vasto ciclo affreschi di scuola leonardesca così spettacolare da farle valere l’appellativo di “Cappella Sistina” di Milano. Una curiosità di questo edificio religioso è la sua suddivisione in due metà in quanto un tempo era il più vasto e antico cenobio femminile della città. Alle monache di clausura non era consentito il contatto con il pubblico e quindi stavano nella parte più interna. Un’altra curiosità? Nei dipinti c’è anche anche il Leocorno. 

Leggi anche: 7 TESORI di Milano che farebbero una GRANDE FIGURA in tutto il MONDO, ma molti milanesi non sanno apprezzare

#5+1 Alcuni tramonti sul Naviglio

tramonto navigli
tramonto navigli

Completiamo questo percorso tra gli spettacoli di Milano con un momento in cui si deve essere fortunati. Milano non avrà il mare o il lago, ma anche sui Navigli si può assistere a dei tramonti suggestivi e romantici. La luce che si riflette nell’acqua dei nostri canali e della Darsena, e fa splendere le case colorate che si affacciano sulle alzaie, è uno spettacolo che possono godersi solo i milanesi. Il modo migliore per completare una giornata spettacolare a Milano. 

Continua la lettura con: Il TOUR delle STATUE più BELLE e CURIOSE di MILANO

FABIO MARCOMIN

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La casetta verde «intrappolata» nel grattacielo della Regione

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Credits: ilcinemadelcarbone.it

Dalla Porziuncola di Santa Maria degli Angeli alla Casetta Verde di Milano: l’effetto matrioska dei palazzi d’Italia. Chi per motivi storici e chi per mancati accordi. Di cosa stiamo parlando?

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La casetta verde «intrappolata» nel grattacielo della Regione

# Lo storico precedente: la Porziuncola, la “Chiesa nella Chiesa”

Credits: avvenire.it

La piccola chiesa di Porziuncola è situata all’interno della Basilica di Santa Maria degli Angeli, ad Assisi. Conosciuta in tutto il mondo per essere stata la chiesa in cui San Francesco comprese la sua vocazione, accolse Santa Chiara e i primi frati francescani e dove ricevette il Perdono di Assisi. La particolarità di questa chiesa, tralasciando i motivi storici e religiosi, è il fatto che si trovi all’interno di un’altra chiesa, più precisamente di una Basilica che fu costruita successivamente. Infatti se la chiesa di Porziuncola risale al 1200, la Basilica di Santa Maria degli Angeli è stata costruita negli anni che vanno dal 1569 al 1679. 

Questo precedente storico celebre in tutto il mondo è il riferimento più alto per passare a questa bizzarra storia della Milano dei nostri giorni. 

# La Casetta Verde di via Bellani: anche Milano ha la sua Porziuncola

Credits: regione.lombardia.it

Non si tratta di una chiesa in una chiesa, bensì di una casa rimasta intrappolata in un grattacielo. Stiamo parlando della Casetta Verde di via Bellani, inglobata nel grattacielo della Regione Lombardia. Sono 14 i condomini residenti all’interno di questa costruzione che tutt’a un tratto si ritrovò stretta su tre lati dalle braccia dell’incombente Palazzo Lombardia. In realtà si fece di tutto per fare mandare via i condomini, lasciando spazio così al grattacielo: inizialmente venne proposta una valutazione di 1.000 euro al metro quadro, giudicata molto al di sotto dei valori di mercato, poi una permuta con appartamenti di pari superficie, in zone però considerate non congrue. Le famiglie rifiutarono ogni offerta, affezionati alla loro abitazione.

# Conflitti e risoluzioni tra cittadini e regione. La casa verde non molla

Credits: ilcinemadelcarbone.it

«Ormai siamo abituati a essere circondati da queste propaggini del grattacielo. Non vedo più il tramonto, la Grigna o il Resegone ma i vetri di fronte riflettono il sole, le nuvole, la nostra casa. C’è uno spiraglio su Porta Nuova. I danni al cortile ancora non ce li hanno sistemati. Solo adesso abbiamo trovato l’accordo» è ciò che afferma Milena Porcari, una dei condomini del palazzo verde. Dal periodo della costruzione del grattacielo alle conseguenze successive come il calcare nelle tubature o i danni al cortile. Sono numerosi i problemi causati dall’enorme costruzione attorno alla casetta verde, ad esempio le curve vetrate fanno convergere i raggi solari sulla palazzina come in uno specchio parabolico, ma ciononostante i residenti non mollano.

Continua la lettura con: Il MISTERO sulle VILLE TUDOR in zona Navigli: sono INGLESI o TEDESCHE? 

MARCO ABATE

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Ultima Cena: Gesù e Giuda sono la stessa persona

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Ph. Ronsa06

L’Ultima Cena è considerata il dipinto più celebre del mondo anche per i misteri che la circondano. 

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Ultima Cena: Gesù e Giuda sono la stessa persona

leonardo
leonardo

# La descrizione dell’attimo in cui Gesù disse: “Qualcuno di voi mi tradirà!”

L’idea di Leonardo è stata di rappresentare il momento della reazione degli apostoli alla frase di Gesù: Qualcuno di voi mi tradirà! Tra tutti spicca Pietro che cerca di scoprire chi sia, tenendo stretto in pugno un coltello per fare giustizia. Esistono molte leggende sul più celebre affresco del mondo. Non tutti sanno invece quello che accadde nella ricerca di Leonardo dei modelli per impersonare i personaggi rappresentati. 

# Gesù e Giuda: i due volti di una stessa persona

Per rappresentare i personaggi Leonardo si avvalse di modelli reali. In un caso utilizzò lo stesso modello per i due personaggi agli antipodi: Gesù e Giuda. Il modello per Gesù fu trovato da Leonardo in persona in una piazza di Roma. Era un ragazzo di 19 anni che colpì il maestro per la purezza e il candore dei suoi lineamenti.

Giuda fu l’ultimo a essere ritratto. Leonardo scovò due anni dopo in una taverna un uomo dissoluto con il volto trasfigurato dai vizi. Quando Leonardo gli propose di fargli da modello per Giuda, l’uomo rispose: «Non mi riconosci? Sono lo stesso che avevi scelto per Gesù.» Dopo due anni di vita viziosa il suo volto era risultato deformato. 

Fonte: Milano insolita e segreta di Massimo Polidoro (Jonglez editore)

Continua la lettura con: Perché l’Ultima Cena è un capolavoro unico al mondo

MILANO CITTA’ STATO

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La scommessa M6: le zone dove investire in immobili sul possibile percorso della linea rosa

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Credits milanodeimilanesi-ig - Vigentino

Inaugurato un tratto importante della M4, da Linate a San Babila, e in attesa dell’ormai imminente apertura definitiva, i milanesi sognano già la prossima linea metropolitana: la M6. Un tracciato definito non c’è ancora ma già si conoscono le probabili aree dove potrebbero ricadere le stazioni e per le quali può tornare utile conoscere l’evoluzione del mercato immobiliare. 

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La scommessa M6: le zone dove investire in immobili sul possibile percorso della linea rosa

# Il mercato immobiliare lungo il tracciato della futura linea metropolitana

Credits progettimmobilimilano IG – Gallaratese

La linea M4 apre l’intero tratto fino a San Cristoforo FS: i suoi effetti si sono visti oltre che sul cambiamento negli spostamenti nei milanesi anche nel mercato immobiliare. I valori delle zone interessate dalle nuove fermate sono infatti saliti ancora prima dell’inaugurazione della linea. Lo stesso trend con molta probabilità si registrerà in quelle aree di Milano ancora non servite dalla metropolitana, su tutte Certosa e Vigentino, e che potrebbero esserle con la futura M6. In queste due zone già nel 2022, come emerso da uno studio del portale di ricerca immobiliare wikicasa, è stato venduto più del 10% degli immobili di tutta la città e nel futuro è probabile un aumento ancora più sensibile delle transazioni.

Leggi anche: Le 5 FERMATE della METRO dove COSTA MENO prendere una casa in AFFITTO 

# Le previsioni per il tratto “certo” della M6: i quartieri del prossimo boom

Credits metromilano – Nuova M6

Nelle intenzioni del Comune di Milano il primo tratto “certo” pur senza una definitiva scelta delle fermate, per il quale sono state stanziate le risorse per uno studio di fattibilità, è quello ricadente nel Municipio 5 da Ponte Lambro a sud est passando per il Vigentino per proseguire verso sud ovest fino all’Ospedale San Paolo in zona Famagosta. Nonostante i suoi 126mila abitanti questo Municipio è il meno servito dalle metropolitane con appena 3 stazioni su due linee. A beneficiare in particolare della nuova metropolitana, secondo l’ultimo studio di wikicasa, sarebbero soprattutto:

  • i quartieri di Morivione, Vigentino con quotazioni attuali di 4.385 euro al mq e Quintosole con 3.368 euro al mq dove potrebbero ricadere le stazioni di Ortles e Fatima-Vigentino. La realizzazione del nuovo quartiere di Scalo Romana con annesso Villaggio Olimpico contribuirà ulteriormente a far crescere il costo al mq di tutta la zona
  • Stessa sorte toccherebbe a Ponte Lambro, storico quartiere fuori dalla Tangenziale Est oltre che uno dei principali esperimenti di edilizia popolare a Milano, che più volte si è provato a riqualificare senza successo. La M6 lo collegherebbe velocemente alla città portando con sè una significativa rivalutazione del valore delle case.

Leggi anche: Le ZONE di Milano MEGLIO SERVITE dai MEZZI

# A nord è attesa una crescita dei prezzi delle abitazioni in zona Certosa

Credits Urbanfile – M6 lato ovest

La linea M6 dovrebbe poi proseguire verso nord, chiudendo idealmente il percorso della Circle Line a ovest, per terminare in zona Certosa, Quarto Oggiario e MIND. Proprio per la zona Certosa, dove si registrano valori immobiliari di molto inferiori rispetto alla media cittadina attestandosi a 3.605 euro al mq, si attende un profondo rinnovo dello stock immobiliare e un drastico cambiamento urbanistico dell’area con conseguente crescita dei prezzi per il nuovo e l’usato. 

Leggi anche: “Il GOVERNO investirà sulla M6”: il PERCORSO della LINEA ROSA

Continua la lettura con: La grande SCOMMESSA: le 4 FERMATE della M4 più CONVENIENTI dove COMPRARE CASA

FABIO MARCOMIN

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10 ristoranti di Milano dove mangiare almeno una volta nella vita

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credit: Quatarob Pavia

Dopo i migliori bar dove bere almeno una volta della vita e dopo la Restaurant Map (un ristorante per ogni fermata della metro) non poteva mancare la selezione di ristoranti di Milano in cui bisogna mangiare almeno una volta nella vita.

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10 ristoranti di Milano dove mangiare almeno una volta nella vita

# ATMosfera: si cena sul tram

E’ il “ristorante più visto di Milano”. Perchè si mangiano specialità della cucina milanese su un tram in stile retrò che gira per le strade della città. Bisogna prenotare in grande anticipo. Si sale davanti al Castello.

Leggi anche: ATMosfera: tutte le cose da sapere per cenare sul TRAM nella Milano di notte

# Bice: il locale della Milano da bere

Negli anni ottanta e novanta tutta la Milano che contava passava dal ristorante fondato da Beatrice Mungai, detta Bice. Locale storico della “Milano bene”. Aperto sette giorni su sette in Via Borgospesso 12 (zona Brera-Montenapoleone).

# Ceresio7: la terrazza più “milanese style” di Milano

Uno dei ristoranti dove forse si respira di più l’atmosfera dello stile milanese. Molto quotato anche per gli aperitivi, specie nelle serate più piacevoli, ai bordi di una delle due piscina. Via Ceresio 7 (zona Monumentale).

# Da Oscar: a tavola con il Duce

Locale straniante, borderline, al limite dell’apologia al fascismo. Oscar, il titolare, si aggira tra i banconi per trovare qualche cliente con cui litigare. Ma è un tipo bonario e tutto risulta più folkloristico che revanscista. Cucina semplice e genuina. Via Lazzaro Palazzi 4 (zona Buenos Aires).

# D’O: cucina pop stellata

Ristorante pluristellato anche se con una cultura pop. E’ la creatura di Davide Oldani, uno degli chef più celebri ma di profilo più minimal. Il locale è sobrio e posizionato oltre la periferia ovest. Occorre prenotare molto tempo prima.
Piazza della chiesa, 14, 20010 San Pietro all’Olmo, Cornaredo.

# Joia: il vegetariano più chic

Una dieta sana come filosofia di vita è la filosofia di Pietro Leeman che offre cibo di “alta cucina vegetariana” in un ambiente molto raffinato. L’unico vegetariano stellato d’Italia. Via Panfilo Castaldi 18 (zona Buenos Aires).

# Da Giacomo, il mini impero di Sottocorno

Da oltre 60 anni è un simbolo della gastronomia milanese. Il nome viene dal fondatore: Giacomo Bulleri. Più che un ristorante si tratta di un mini impero che ha conquistato la via Sottocorno, dove si susseguono con lo stesso nome: ristorante, pasticceria, rosticceria, bistrot e, perfino, la tabaccheria. Non solo: sempre della stessa “famiglia” ci sono il ristorante Arengario nel Museo del Novecento, con vista Duomo, e il Caffè si trova all’interno di Palazzo Reale. Suggestiva la villetta nel verde che accoglie i clienti della rosticceria. Via Sottocorno e Museo del Novecento. 

# Il luogo di Aimo e Nadia: da sempre in vetta alle classifiche

E’ la storia di una grande amore, nato addirittura nell’infanzia, da Aimo e Nadia che nel 1962 hanno aperto in una zona defilata un ristorante leggendario. La loro forza sono le materie prime proposte in modo non tradizionale. Via Privata Raimondo Montecuccoli 6 (Lorenteggio).

# Al Garghet: cucina tipica in atmosfere bohémienne

credit: Quatarob Pavia

L’edificio del XIII secolo che lo ospita ha un variegato passato. E’ stato monastero, dimora di campagna, caserma, osteria con balera. Ma anche il presente è davvero suggestivo: Al Garghet  è un ristorante milanese DOC nella zona sud della città, in cui si assapora cucina tipica in atmosfere bohémienne. In dialetto, il nome indica il gracidare delle rane: suono che accompagna i commensali nelle serate estive. Emanuela Cipolla, la proprietaria, lo definisce un rifugio country chic: c’è la sala provenzale, il cottage inglese, il terrazzo affacciato sul verde della campagna lombarda e un magnifico giardino che in questa stagione si riempie di colori. Via Selvanesco 36.

# Luini: l’icona dello street food milanese

Coa da Lui

Premiato anche con l’Ambrogino d’oro, è un’icona di Milano a due passi dal Duomo. Leggendari sono i suoi panzerotti come le sue code fuori dal negozio. E’ in cima a ogni classifica e punto fisso da provare per chi arriva a Milano. Ad agosto si concede il lusso di chiudere per oltre un mese. Via Santa Radegonda 16.

 

Continua la lettura con: La cosa più spettacolare a Milano

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L’ultimo «Sign» di Milano con due super terrazze panoramiche: le immagini dal cantiere

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Courtesy Covivio, photographer Diego De Pol

Agli sgoccioli il cantiere per l’ultimo edificio del distretto The Sign, a ridosso del “Romolo Hub”. Ospiterà la sede di L’Oréal Italia e dispone di due mega terrazze con vista su tutto lo skyline milanese: dalla Torre Velasca ai grattacieli di Citylife. Ecco la nostra visita al cantiere.

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L’ultimo «Sign» di Milano con due super terrazze panoramiche: le immagini dal cantiere

# Si completa The Sign: agli sgoccioli il cantiere per l’ultimo edificio

Mappa The Sign

The Sign è un progetto di riqualificazione urbana promosso da Covivio e firmato da Progetto CMR, a ridosso del “Romolo Hub”, e connesso al tessuto urbano grazie alla vicina linea M2, al passante ferroviario e alle linee di bus e filovia. Si sviluppa su un’area di 40.000 mq al posto dell’ex fonderia Vedani, completando un quartiere a destinazione direzionale e universitaria, che conterà ogni giorno sul passaggio di oltre 2.800 persone. Operativi da tempo i primi tre edifici, che ospitano le sedi di NTT Data e Aon, entro novembre 2024 è previsto il completamento del quarto, il D, pronto ad accogliere la nuova sede di L’Oréal Italia in trasferimento da Primaticcio. Alla fine di settembre la consegna dei primi spazi per l’allestimento degli uffici, nei primi mesi 2025 l’ingresso di tutti i dipendenti.

# La nuova sede L’Oréal Italia di 13mila mq e 9 piani fuori terra

La futura sede di L’Oréal Italia chiude la nuova piazza Fernanda Pivano e del Parco IULM, ed è costituita da 9 piani fuori terra per una superficie totale di 13mila mq. 

Si presenta con una facciata continua con un’alternanza vetro-opaco in cui la parte opaca è caratterizzata da elementi metallici dalla superficie cangiante, mentre gli spazi interni sono stati studiati per accogliere uffici flessibili, con facile accesso alla tecnologia, ambienti dedicati al lavoro collaborativo e aree comuni e ibride per migliorare la creatività e la qualità del tempo trascorso nei nuovi spazi.

# Due mega terrazze panoramiche con vista a 360 gradi sullo skyline milanese: dal Duomo alla Torre Velasca fino ai grattacieli di Porta Nuova 

Spettacolari le due ampie terrazze, poste al quarto e all’ottavo piano, che offrono una vista panoramica sul centro della città e affacciano sia su piazza Fernanda Pivano sia sulla nuova piazza del Parterre, uno spazio privato di futura realizzazione che sarà aperto al pubblico.

Si possono vedere: il Duomo, la Torre del Filarete, la Torre Velasca, i due skyline di Porta Nuova e Citylife e il nuovo grattacielo in costruzione alla Barona, TheTris. Al piano terra previsti negozi e ristoranti.

# Il segno di luce che attraversa i due lotti connessi da un portale scenografico

agcglasseurope IG – The Sign

The Sign è il segno di luce, una striscia luminosa che accompagna il visitatore lungo tutto il sistema degli spazi aperti e che connette i due lotti costruttivi, fino alla nuova piazza del Parterre. Nelle facciate si ritrova nel curtain wall luminoso vetrato tra le interruzioni nella ‘pelle’ metallica, nella pavimentazione chiara in una vena luminosa scura realizzata con led.

Fabio Marcomin – Tunnel di luce

La connessione tra le due piazze, la seconda ancora senza nome, avviene tramite un ampio varco alla base del nuovo immobile, un “portale” scenografico caratterizzato da un controsoffitto metallico specchiante, come un’onda, che riflette il segno di luce a terra.

# Le certificazioni del distretto green e tecnologico

Fabio Marcomin – Parco con laghetto

L’immobile dispone di infrastrutture per la connettività, gestione intelligente degli spazi e dispositivi per ottimizzare le risorse energetiche, supportato da un sistema BMS integrato. Grazie a queste caratteristiche, ha ottenuto la certificazione LEED Platino. L’intero distretto si distingue per sostenibilità e benessere, con il primo lotto certificato BiodiverCity® e il secondo in attesa.

Il progetto è il primo in Italia a ottenere tale riconoscimento, grazie alla realizzazione di un ambiente naturale che favorisce la biodiversità: nell’area verde già realizzata e popolata di animali e insetti, come germani reali e scoiattoli, sono presenti anche un laghetto, spazi per le farfalle e nidi per le api. Prevista inoltre una nuova area alberata, una zona dedicata al relax, lo svago e il tempo libero, piantumata di betulle. Tutto il complesso mira a raggiungere anche la certificazione WELL.

# Progetto CMR festeggia i 30 dalla sua fondazione

L’Architetto Massimo Roj, CEO, vincitore del Compasso D’Oro ADI 2024 e Fondatore di Progetto CMR, società di progettazione integrata che fa capo alla Holding Progetto CMR International, ha firmato l’architettura e la direzione artistica dei lavori della futura sede di L’Oréal Italia. Nel 2024 Progetto CMR celebra i 30 anni di attività, tra le altre recenti costruzioni a Milano c’è il Villaggio Olimpico in Porta Romana, con ricavi consolidati per la holding nel 2023 di 45 milioni di euro e un utile di 2,4 milioni di euro. 

Continua la lettura con: The Sign: una “scossa elettrica” trasforma lo skyline del sud Milano

FABIO MARCOMIN

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«Terme a San Siro»: come potrebbero cambiare il quartiere?

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Credits: Montel Terme, modellino

Il quartiere di San Siro si prepara a una trasformazione importante: nel 2025 aprirà al pubblico il nuovo complesso termale De Montel – Terme di Milano. Dal punto di vista sociale, questo progetto punta sulla rigenerazione urbana e sulla sostenibilità, promettendo di rafforzare i legami con la comunità locale.

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«Terme a San Siro»: come potrebbero cambiare il quartiere?

# Il nuovo capitolo per le storiche scuderie De Montel: un’opportunità per San Siro?

Credits: Montel Terme

Il progetto De Montel – Terme Milano segna una svolta significativa per il quartiere di San Siro, trasformando le ex Scuderie De Montel, un edificio storico in stile Liberty, in un moderno parco termale metropolitano. Inaugurato idealmente a inizio 2025, questo centro sarà il più grande parco termale urbano d’Italia, estendendosi su una superficie di oltre 16.000 mq. L’accesso a sorgenti termali profonde fino a 396 metri promette un’esperienza unica di benessere, con acque ricche di minerali e solfuri.

De Montel offrirà un’ampia gamma di servizi per il relax e il recupero del corpo e della mente. Gli ospiti potranno godere di 10 piscine, 16 sale massaggi, 4 saune, un bagno di vapore e un grande hammam.

# Rinascita architettonica: la struttura Liberty sarà valorizzata

Credits alesabi54 IG – Scuderie de Montel

La rinascita delle Scuderie De Montel è un esempio di come l’architettura storica possa essere valorizzata attraverso un uso innovativo. La riqualificazione ha rispettato il patrimonio artistico del luogo, preservando gli elementi architettonici originali. L’intervento non solo recupera un gioiello dimenticato, ma offre anche un nuovo spazio pubblico che arricchirà il quartiere.

I progetti architettonici sono stati concepiti per creare ambienti eleganti e rilassanti, dove il tempo sembra fermarsi. Accanto alle strutture termali, un raffinato ristorante bistrot e spazi all’aperto completeranno l’esperienza, rendendo De Montel un punto di riferimento non solo per i residenti, ma anche per visitatori da tutta Milano e oltre.

# Quale sarà l’impatto sull’ambiente e come si integrerà con il quartiere?

Pianta progetto ex scuderie de Montel

Oltre alla sua funzione di centro benessere, De Montel si propone come un progetto socialmente responsabile. Attraverso un protocollo di intesa con il Comune di Milano, il complesso intende promuovere iniziative a favore delle categorie più fragili, offrendo tariffe agevolate per anziani e disabili. Saranno organizzati eventi e incontri con le scuole, al fine di educare le nuove generazioni sulla cultura del benessere e della sostenibilità ambientale.

Il progetto non si limita a offrire benessere, ma rappresenta anche un esempio di sostenibilità ambientale. L’edificio sarà dotato di pannelli solari e soluzioni per la gestione delle acque piovane, contribuendo a ridurre l’impatto ecologico. Inoltre, il complesso sarà autosufficiente grazie all’uso di tecnologie di recupero energetico, rendendolo uno dei primi centri termali “green” in Europa.

# Una nuova era per San Siro: cosa si potrebbe fare di più?

Credits: fondazioneveronesi.it

Una proposta ulteriore, che non fa parte del progetto, per arricchire l’esperienza dei visitatori e, insieme, rinnovare il quartiere, potrebbe essere lo sviluppo di un mercato gastronomico per il benessere alimentare nei pressi del complesso termale.

Questo “Termal-Market” potrebbe offrire prodotti biologici locali (provenienti da tutta la Lombardia), dagli ortaggi freschi ai superfood, creando un legame diretto tra salute e alimentazione. Gli ospiti, inoltre, potrebbero assistere a dimostrazioni culinarie da parte di chef locali e partecipare a laboratori pratici per imparare a cucinare pasti equilibrati e gustosi.

In aggiunta, questo polo gastronomico potrebbe fungere da spazio comunitario per eventi legati alla nutrizione, organizzando corsi di cucina sana, seminari e incontri con esperti del settore. L’iniziativa potrebbe non solo arricchire l’esperienza termale, ma, promuovendo la cultura del benessere attraverso l’alimentazione, potrebbe rendere San Siro un punto di riferimento italiano ed europeo.

La realizzazione di De Montel – Terme Milano potrebbe segnare l’inizio di una nuova era per il quartiere di San Siro. La struttura potrebbe avere il potenziale necessario per stimolare l’economia locale, attrarre visitatori e migliorare la qualità della vita dei residenti.

Continua la lettura con: San Siro sarà «il Colosseo di Milano»? Ringhierone, nuovi sport, arena supergreen…

MATTEO RESPINTI

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I locali simbolo di Milano

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Credits fruttomike IG - Nephenta

Solo a sentirli nominare riportano alla mente piacevoli momenti. Ecco quelli che ancora oggi sono un punto di riferimento… secondo il giudizio insindacabile dei nostri lettori.

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I locali simbolo di Milano

# Nepentha, il club iconico per serate fuori dagli schemi in pieno centro

Credits fruttomike IG – Nepentha

Il Nepentha Milano è il club iconico situato nel cuore di Milano, dove arte e cultura si fondono in un ambiente caratterizzato da pareti ricoperte di dipinti e illustrazioni, colori accesi e una selezione musicale curata. Da oltre 40 anni, questo locale, a pochi passi da Piazza del Duomo, precisamente al numero 1 di piazza Diaz, rappresenta un punto di ritrovo per i milanesi e non solo, alla ricerca di divertimento e serate fuori dagli schemi. Perfetto per gli ex Yuppies e i Peter Pan che non vogliono mai smettere di sognare.

Indirizzo: piazza Diaz 1

Leggi anche: La febbre del sabato sera: le 10 discoteche di ogni epoca più amate dai milanesi

# Bar Cova, la tradizione nella via dello shopping di lusso

Credits guglielmogiustini_ IG – Cova Milano

Fondato nel 1817, lo storico bar e pasticceria nella via dello shopping di lusso per eccellenza, è uno dei simboli dell’eleganza milanese. Sinonimo di classe e stille offre un’atmosfera raffinata e senza tempo, il bar Cova è famoso per le sue deliziose creazioni artigianali, dai pasticcini ai panettoni. Perfetto per una pausa esclusiva nel cuore del Quadrilatero della Moda. 

Indirizzo: Via Montenapoleone 8

# Bar Magenta, uno dei bar più storici della città

Credits Andrea Cherchi – Bar Magenta

A parlare in questo caso è la sua storia, che affonda le radici in profondità: il Bar Magenta ha aperto nel 1907, quasi 120 anni fa. In perfetto stile Liberty, con il bancone retrò, i lampadari di vetro ricercati e quell’atmosfera della Milano di una volta fanno di questo bar. Uno dei luoghi simbolo di Milano, 

Indirizzo: via Giosue Carducci, 13

# Camparino, dove è nato l’aperitivo

Credits: @travelus876 – Il camparino

Dalla storia all’eleganza sofisticata. Non è che il Camparino sia uno degli ultimi arrivati, l’inaugurazione è data 1915, ma perchè a spiccare è il suo stile: arredi Liberty realizzati da famosi artisti e artigiani italiani, in linea con i canoni estetici dell’Art Nouveau, in una location scenografica nel cuore della città, con vista Duomo e Galleria. L’allure dei bar di un tempo è rimasta intatta, proprio dove è nato l’aperitivo. 

Indirizzo: piazza del Duomo, 21

# Bar Jamaica, il ritrovo bohemién per intellettuali e artisti

Credits Andrea Cherchi – Bar Jamaica

Storico punto di ritrovo per artisti, intellettuali e bohémien sin dagli anni ’40. Il Bar Jamaica in Brera, con la sua atmosfera informale e il fascino rétro, è stato frequentato da figure di spicco del mondo dell’arte e della cultura. Ancora oggi mantiene il suo spirito autentico, rappresentando un pezzo di storia milanese e un luogo iconico per chi cerca un caffè in un ambiente ricco di carattere e storia.

Indirizzo: Via Brera 32

Leggi anche: Il BAR JAMAICA: il leggendario ritrovo dei grandi artisti di Milano

# Bar Basso, un’icona della mixology dove è stato inventato il “Negroni sbagliato”

Ph. @hallemardahl IG

In questo elenco non poteva mancare il mitico Bar Basso, re indiscusso dell’aperitivo e del dopocena, oltre che un’icona della mixology milanese: è stato inventato qui negli anni ’70 il Negroni sbagliato. Famoso per i suoi cocktail serviti in bicchieri oversize e per l’atmosfera vintage, è frequentato da designer e creativi, nella bella stagione riempie di gente anche le vie limitrofe, ed è un punto di riferimento per chi ama gustare ottimi drink di qualità in un ambiente dal fascino senza tempo.

Indirizzo: via Plinio, 39

# I locali che non ci sono più

Bar Rattazzo

Per il momento nostalgia è giusto ricordare anche quelli che non ci sono più, come il Bar Rattazzo in Porta Ticinese con le sue indimenticabili polpette, e le discoteche Rolling Stones, Old Fashion e il vecchio Plastic, che hanno visto passare gente del calibro di Madonna e Andy Warhol.

Leggi anche: I locali mitici che a Milano non ci sono più

Continua la lettura con: I locali più instagrammabili di Milano

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Un «nuovo Politecnico» da 68 milioni: come sarà il Polimi del futuro?

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Credits: Ideogram.AI

Regione Lombardia ha stanziato quasi 30 milioni di euro per finanziare il nuovo campus del Politecnico di Milano, che sarà situato nell’area di Bovisa-Goccia. Oltre agli investimenti della Regione, come evolverà il Politecnico? Ecco 5 idee per il PoliMI del futuro.

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Un «nuovo Politecnico» da 68 milioni: come sarà il Polimi del futuro?

# Il progetto da 68 milioni: un nuovo campus per Bovisa-Goccia:

Il Campus Bovisa visto dall’alto

Il progetto, dal costo complessivo di 68 milioni, rappresenta una pietra miliare per il futuro dell’istituzione milanese e lombarda. Oltre alla costruzione di nuove aule e spazi dedicati all’apprendimento, il progetto avrà un impatto significativo anche sul quartiere Bovisa, con la realizzazione di un parco scientifico e un polo per l’innovazione.

Il nuovo Campus universitario includerà anche la Foresta Urbana, un grande parco che servirà sia gli studenti che la comunità locale, e migliorerà le connessioni con le stazioni di Bovisa e Villapizzone. Questo progetto ambizioso punta a rigenerare l’intero quartiere, promuovendo una sinergia tra università, città e imprese.

Ma come sarà il Politecnico del futuro? Oltre agli investimenti, come potrà evolvere in un ambiente davvero innovativo e stimolante per le prossime generazioni? Ecco 5 idee per il Campus PoliMI del futuro.

Continua la lettura con: Nuova SEDE del POLITECNICO a Bovisa: il progetto di Renzo Piano

#1 Le aule del futuro: intelligenti, modulari e reattive

Credits: Ideogram.AI

Le aule del futuro potrebbero non essere più statiche, ma spazi modulari che si potrebbero trasformare, in tempo reale, per adattarsi alle esigenze didattiche.

Utilizzando tecnologie innovative, come pareti mobili e pannelli intelligenti, ogni spazio potrebbe cambiare configurazione con pochi clic, consentendo di passare da lezioni frontali a lavori di gruppo o, addirittura, a laboratori pratici in pochi minuti. Questi ambienti dinamici permetterebbero una maggiore flessibilità nella didattica, con ambienti che si adattano sia al numero degli studenti che alla tipologia di lezione.

Immagina una stanza che può espandersi, contrarsi o suddividersi in più sottospazi, grazie a pareti robotizzate, e superfici digitali, che proiettano contenuti didattici interattivi. La realtà aumentata potrebbe, poi, arricchire ulteriormente le lezioni, offrendo schemi tridimensionali dei progetti tecnici o simulazioni virtuali direttamente negli ambienti di apprendimento.

#2 Le residenze del futuro: coliving integrati con natura e quartiere

Credits: Free Pick

Il futuro del Politecnico potrebbe andare oltre la classica concezione del campus, introducendo la formula del coliving sostenibile. Questo modello abitativo potrebbe prevedere spazi condivisi tra gli studenti, i ricercatori e i professori, integrati all’interno del verde urbano, come la Foresta Urbana, già parte del progetto finanziato dalla Regione.

I nuovi edifici potrebbero essere alimentati da fonti di energia rinnovabile e le aree di coliving potrebbero essere costruite con materiali sostenibili, garantendo un basso impatto ambientale e promuovendo l’idea di una comunità universitaria a zero emissioni.

Questi spazi non sarebbero solo dedicati all’abitazione, ma integrerebbero anche laboratori per il lavoro di gruppo, aule studio all’aperto e zone di relax immerse nel verde. Unire vita, studio e innovazione in un ambiente che promuove la sostenibilità potrebbe diventare il modello educativo del futuro.

#3 Sarà un polo di innovazione aperto ai cittadini?

Credits: Ideogram.AI

Un centro universitario non dovrebbe essere chiuso solo agli studenti: il Politecnico del futuro potrebbe aprire i suoi laboratori di innovazione ai cittadini, creando una sorta di polo ingegneristico accessibile per la cittadinanza, le imprese e le start-up. Immagina laboratori aperti, dove cittadini curiosi, inventori indipendenti e imprenditori possono collaborare con studenti e ricercatori, utilizzando tecnologie all’avanguardia come le stampanti 3D e simulatori di realtà virtuale.

Questi spazi potrebbero accelerare l’innovazione cittadina a tutti i livelli, il PoliMi potrebbe diventare non solo una realtà accademica, ma una vera e propria fucina di idee che collega Milano al mondo.

#4 Nel Campus ci saranno aule completamente digitali e internazionali?

Se il futuro del lavoro sarà sempre più ibrido e virtuale, anche il Politecnico potrebbe abbracciare questa rivoluzione con aule in realtà virtuale. Gli studenti potrebbero partecipare a lezioni immersive indossando visori VR che permettono loro di “trovarsi” in ambienti simulati iper-realistici: dalla progettazione della città del futuro al controllo di impianti industriali, fino a esperimenti di fisica in ambienti che sfidano le leggi della gravità.

Questo approccio migliorerebbe notevolmente la qualità dell’insegnamento tecnico, studenti di tutto il mondo potrebbero trovarsi a condividere la stessa aula virtuale, senza mai lasciare il proprio paese.

#5 La biblioteca del futuro: interattiva, personalizzata e “senziente”

Infine, un’ottima novità da introdurre nel Politecnico del futuro, potrebbe essere la “biblioteca senziente”, alimentata da un’intelligenza artificiale in grado di comprendere i bisogni di ciascun studente, offrendo contenuti personalizzati e percorsi di studio su misura. Gli studenti non cercherebbero più semplicemente libri o articoli, ma potrebbero dialogare con una vera e propria IA bibliotecaria, che suggerisce articoli, libri, video, e persino corsi online basati sugli interessi degli studenti e sul loro livello di preparazione.

Questa biblioteca cognitiva potrebbe archiviare non solo le risorse classiche, ma potrebbe essere in grado di integrare gli studi più recenti e le nuove scoperte provenienti da tutto il mondo, aggiornando continuamente i suoi database.

Continua la lettura: Affitti, Comune e Governo si dividono su Milano

MATTEO RESPINTI

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Soldi & Tempo: quanto ci vorrà per portare la metro a Monza?

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Linea M5 diretta a Monza

Una delle opere più attese per l’impatto che dovrebbe sulla riduzione del traffico di veicoli privati verso Milano oltre che per servire un’area popolosa come Monza. Le difficoltà però non mancano e i lavori sono ancora lontani. Gli ostacoli da superare, gli attori coinvolti nel progetto e quando potrebbe esserci il primo viaggio.

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Soldi & Tempo: quanto ci vorrà per portare la metro a Monza?

# Lo scoglio più grosso: 400 milioni di extra costi richiesti dal Comune di Milano

Tracciato M5 wikipedia

Un’opera essenziale per la Brianza e per tutta Milano, dato che una volta in funzione dovrebbe ridurre sensibilmente il traffico di veicoli privati provenienti dall’hinterland nord. Al momento però è in stallo. Il progetto del raddoppio a nord fino a Monza Polo Istituzionale della M5, 11 fermate e 13 chilometri, è in realtà già stato approvato e in teoria anche finanziato prima dell’aumento del costo delle materie prime. Il Comune di Milano ha comunicato al governo italiano la necessità di recuperare circa 400 milioni di extracosti, per procedere con la gara d’appalto, anche se l’importo potrebbe però non essere quello definitivo. Si tratta di un aumento di circa il 40% su un totale erogato di quasi 1,3 miliardi di euro. 

Leggi anche: I 5 prolungamenti più attesi per la metropolitana di Milano: a che punto siamo?

# Regione Lombardia e Ministero dei Trasporti non hanno però ricevuto le carte che giustificano tale richiesta

credits-alle-more-ig-palazzo-lombardia

L’Associazione Hq Monza, che da anni porta avanti le istanze per realizzare quanto prima il prolungamento, si dice stupita pe la richiesta di un importo così elevato, tenuto conto delle valutazioni ufficiose (più o meno la metà) circolate negli enti pubblici e tra i tecnici coinvolti.” L’assessore alle Infrastrutture della Lombardia, Claudia Maria Terzi, ha infatti spiegato come dal Comune di Milano non siano ancora arrivati i dati richiesti in base ai quali si chiedono altre risorse aggiuntive e che “né tantomeno conosce per altra via i dettagli sull’aumento dei costi”. Anche dal Ministero dei Trasporti, su informazioni richieste dalla stessa associazione, fanno sapere che è arrivata solo una richiesta generica.

A questo si affianca quella della proroga di altri due anni del termine ultimo per l’assunzione dell’obbligazione giuridicamente vincolante, da spostare quindi a dicembre 2026. Su entrambe le questioni il Sindaco di Monza si dice ottimista visto il dialogo costante tra tutti gli enti interessati.

# Cosa è stato fatto

Di passi in avanti ne sono stati comunque fatti. Il 30 novembre 2023 era stato pubblicato l‘avvio del procedimento degli espropri dei terreni lungo il tracciato, il 21 giugno 2024 l’annuncio dell’esito favorevole al PAUR, il Provvedimento Autorizzatorio Unico, da parte della Conferenza dei Servizi radunata presso la sede di Regione Lombardia. il passo successivo avrebbe dovuto essere il bando di gara.

# Cosa rimane da risolvere oltre alla questione dei fondi aggiuntivi

M1 e M5

C’è però un altro problema da risolvere, collegato alla realizzazione della M5: quello del nodo di Bettola, dove è in costruzione da oltre 12 anni il nuovo capolinea nord di M1 e dove è previsto l’interscambio tra le due linee. In questo caso è stata trovata la copertura per i 38 milioni di euro di extra costi mancanti, ma non è stato ancora pubblicato il bando per trovare la nuova azienda incaricata al completamento dell’estensione della linea rossa di due fermate. Una situazione che se non risolta nei prossimi mesi rischia di allungare ulteriormente l’avvio o almeno la conclusione dei futuri cantieri per la M5.

# Primo treno nel 2033?

Credits simopulp IG – Linea M5

Arriviamo quindi ai tempi, quello che più interessa a pendolari e milanesi. La pubblicazione del bando di gara difficilmente avrà luogo entro la fine del 2024, vista anche la proroga dell’assunzione dell’obbligazione giuridicamente vincolante da part del Comune di Milano. Si andrà con molta probabilità al 2025, con avvio dei cantieri non prima della fine dello stesso anno e più verosimilmente all’inizio del 2026. 

I lavori hanno una durata stimata in 7 anni, necessari tra i 1.400 e i 1.700 giorni per la realizzazione di ogni stazione. Il primo viaggio, se si troverà la quadra nei prossimi mesi, potrebbe quindi avvenire entro la fine del 2033.

Continua la lettura con: La «rivoluzione sotterranea»: come rendere bella la metro di Milano

FABIO MARCOMIN

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Questi sono i sette quartieri migliori dove cercare casa a Milano (secondo Esquire)

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Quartieri dove vivere

Una mini-guida elaborata dalla rivista Esquire con i quartieri migliori dove andare a vivere a Milano. Scopriamo quali sono e perchè sceglierli.

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Questi sono i sette quartieri migliori dove cercare casa a Milano (secondo Esquire)

#1 Brera, il quartiere bohémien di Milano

Credits sonia_spadaccino IG – Brera di sera

Partiamo da Brera, il quartiere dall’anima bohémien che se non fosse a Milano potrebbe benissimo trovarsi a Parigi. Caratterizzato da strade acciottolate, ristorantini ricercati, gallerie d’arte e i caffè pittoreschi, è uno dei più storici, affascinanti e celebri della città. Tutto questo però ha un prezzo e infatti solo pochi possono permettersi di prendere una casa in affitto o di acquistarla.

#2 Porta Nuova, la nuova “city”

Credits Andrea Cherchi – Skyline Porta Nuova notturno

La vera “city” di Milano. Un quartiere che ha trovato la sua nuova identità solo nell’ultimo decennio grazie a una maxi rigenerazione che ha visto sorgere numerosi grattacieli, dalla Torre Unicredit e all’ultima arrivata della Torre Unipol, attorno al grande parco della Biblioteca degli Alberi. Porta Nuova è il simbolo della Milano moderna, cosmopolita e della vita notturna. Anche qui i prezzi non sono accessibili a chiunque.

#3 Navigli, tra vita notturna e arte

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Altro quartiere dove è il divertimento serale a fare da padrone è quello identificato dai Navigli e dalla Darsena. Ricco di locali lungo i canali e l’ex porto cittadino, è sicuramente una delle zone più suggestive della città anche per via del suo “lato artistico”: all’interno dei cortili di alcuni palazzi si nascondo infatti ancora gli atelier di pittori e artisti che mettono in mostra le loro opere, come essere a Montmartre. 

#4 Isola, il quartiere più “cool” del mondo

Credits Andrea Cherchi – Isola

Ai confini di Porta Nuova troviamo Isola, un tempo quartiere operaio e oggi uno dei più cool del mondo secondo la rivista Time Out. Il fascino di antico quartiere diviso dalla ferrovia, da qui deriva il suo nome, è rimasto nelle botteghe e nei luoghi dove il tempo sembra essersi fermato, come nel giardino condiviso Isola Pepe Verde. Una zona che si è riscoperta di recente, grazie anche alla nascita del vicino centro direzionale, con spazi verdi, locali iconici come il Frida, aree residenziali e stupendi appartamenti per famiglie.  

Leggi anche: Un QUARTIERE di MILANO è uno dei più COOL del MONDO secondo Time Out

#5 Città Studi, il quartiere universitario

Città Studi Credits: @amacittastudi IG

Città studi, il quartiere universitario per eccellenza di Milano. Qui infatti hanno sede il Politecnico di Milano e varie facoltà dell’Università degli Studi di Milano. Presenti tra gli altri i dipartimenti di ingegneria, architettura, fisica, chimica e matematica. Caratterizzato da un’atmosfera vivace e giovanile, è una delle zone maggiormente frequentate da studenti e non solo, con numerosi locali tra cui il mitico Bar Basso. 

Leggi anche: Gli EDIFICI più belli e più curiosi di CITTÀ STUDI (Gallery Fotografica)

#6 Nolo, la “Soho” milanese 

Credits duende_san IG – Nolo

Un quartiere nato per gioco, anzi per un’iniziativa di marketing. NoLo, acrononimo di North of Loreto, prende infatti spunto da SoHo a New York che sta per South of Houston. Ricco di multiculturalità e prezzi leggermente sotto la media della città, con una trasformazione da zona popolare a una delle preferite da studenti, giovani professionisti e creativi. La trasformazione della zona si è vista anche nel boom di locali e iniziative, con negozi tradizionali reinventati in moderni e trendy “concept store”.

Leggi anche: NOLO è diventato la nuova ISOLA?

#7 MIND, la città nella città

foodserviceweb.it – MIND

La città nella città. L’ex area Expo si sta poco alla volta convertendo in un nuovo quartiere di Milano, ai confini con Rho, dal nome di MIND: Milan Innovation District. Operativi già l’Ospedale Galeazzi, parte dello Human Tecnopole, un teatro e il supermercato del futuro marchiato Esselunga, è da poco partita la costruzione del nuovo campus scientifico della Statale e per un’area ad uso uffici e residenziale sul lato ovest del sito. Nel 2029 si prevede che ospiterà circa 60 mila persone fra residenti e lavoratori.

Leggi anche: I 7 nuovi quartieri che trasformeranno Milano nel futuro

Fonte: Esquire

Continua la lettura con: L’«Atlante dei quartieri» per il futuro di Milano: dall’Highline su Monte Ceneri alle nuove piazze

FABIO MARCOMIN

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7+1 mete non banali per un weekend d’autunno sul lago di Como

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sostasullago IG - Lezzeno

Per un fine settimana a colori, tra borghi, montagne e natura. Ecco 7 +1 suggerimenti per gite fuori porta a meno di due ore da Milano.

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7+1 mete non banali per un weekend d’autunno sul lago di Como

#1 Lezzeno. La magia dei 17 borghi

sostasullago IG – Lezzeno

Un borgo che si sviluppa attraverso 17 frazioni e che si snoda attraverso il lago di Como tra Nesso e Bellagio. Tra le chicche il ponte del Diavolo e la via Regia che collega Como e Bellagio.

#2 Val d’Intelvi. La valle color oro e rubino

Credits RobertoSFR-pixabay – Valle d’Intelvi

Una vallata incantevole che durante l’autunno si tinge di rosso rubino e oro, regalando panorami di sublime bellezza, sita tra il lago di Como e il lago di Ceresio. Natura incontaminata, arte e cultura ne fanno una valle di grande fascino.

#3 Onzanigo. Il microcosmo sul lago di Como 

proloco_nesso IG – Onzanigo

Un borgo silenzioso, lontano dal turismo di massa, raggiungibile lungo la strada che sale a Zelbro e poi a Pian del Tivano. Perfettamente conservato, il borgo è ricco di vicoli con insegne che ricordano antichi mestieri ormai scomparsi. Da non perdere l’orrido di Nesso, luogo incontaminato dalle acque cristalline.

#4 Careno. Il borgo a picco sul lago 

valterauster IG – Careno

Un borgo diventato famoso per il turismo religioso che porta alla Chiesa di San Martino, una struttura antichissima di architettura romanica ricca di dipinti del 500. Da qui si gode di una spettacolare vista sul lago di Como.  

#5 Brienno. Il gioiello del Lario 

Credits katyamangano IG – Bienno

Un borgo pittoresco affacciato sul lago che si raggiunge da Como attraverso la statale Regina. Stradine, scale ripide, vecchie abitazioni perfettamente conservate. Dalla Chiesa di Santi Nazario e Celso, si gode di una vista mozzafiato sul lago. 

#6 Osteno. Il borgo sul versante italiano del lago di Lugano

bi.nicoletta IG – Claino con Osteno

Raggiungibile da Porlezza e situato a 280 metri di altitudine, il borgo si trova sul versante italiano del lago di Lugano. È formato da varie frazioni, alcune sul lago e altre in quota. Da non perdere il borgo di Claino, pieno di dipinti in tutto il centro storico. Un vero e proprio museo a cielo aperto. 

#7 Suira. La distesa verde che domina il lago di Como

freddi.marco59 IG – Suira

Adagiata su un Poggio, è raggiungibile tramite le stradine che corrono appena sopra Bellagio, partendo da Villa Giulia oppure da Villa Melzi. Un angolo di paradiso che domina il lago di Como da un altopiano che é una distesa verde di incredibile bellezza. Nel borgo, spicca la Chiesa dei santi Gervaso e Protasio. 

#7+1 Rifugi lariani. Sulle vette dei monti 

tisselian IG – Rifugio Dalco

Per chi ha buone gambe e un paio di scarponcini da montagna, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Ad esempio il rifugio Dalco, a 1000 metri di altitudine dove si può sostare a dormire ma anche per assaporare l’ottima cucina locale presso il ristorante. In Val d’Intelvi, a 1576 metri di altitudine si trova il Rifugio Venini: sala con camino, ampia terrazza esterna e ottima cucina a base di taglieri, pizzoccheri, polenta o spezzatino con funghi.

Continua la lettura con: I mille colori della Val Brembana: i 4 percorsi d’autunno

ALESSANDRA GURRIERI

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Buche, sicurezza, aria e le altre «Anti Week» per risolvere i problemi di Milano

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Progetto senza titolo - 1

Ogni settimana Milano è una week. Bella scoperta, direte voi, Milano è international… No, intendiamo che non è una settimana in inglese, è proprio una week. Una serie di eventi a tema lungo l’arco dei sette giorni. Fashion, Design, Green eccetera, eccetera, gli argomenti sono scelti per incensare Milano. Tutto bene? Forse. Perché c’è chi lancia la proposta di dedicare le week non a ciò che va bene, ma a quello che va male. Per coinvolgere i milanesi sui problemi che si dovrebbero risolvere. Queste le «Anti Week» proposte dai profili instagram di @torcha e @milanosays.  

Buche, sicurezza, aria e le altre «Anti Week» per risolvere i problemi di Milano

# La fotogallery delle «Anti Week»

# Buche superstar

# Sicurezza: affrontiamola di petto

# Milano ha fame d’aria

# La sfida al caro affitti

# Per una vera bike city

# Il baby problema 

# Attacchiamoci al taxi

# Parcheggio: chi lo ha visto?

Credits: @torcha e @milanosays (Instagram)

Continua la lettura con: Milanesi che se ne vanno: in un anno 35 mila residenti hanno lasciato la città

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Una futuristica metropolitana a levitazione magnetica: l’idea giusta per la nuova Circle Line di Milano?

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Fonte: berlinomagazine.com

Come riportato da Berlinomagazine.com a Berlino si parla da qualche tempo di una futuristica metropolitana a levitazione magnetica. L’analisi costi-benefici sembra mostrarla come soluzione ideale anche per una nostra circle line.

Una futuristica metropolitana a levitazione magnetica: l’idea giusta per la nuova Circle Line di Milano?

La proposta è partita dal partito CDU per modificare il futuro della mobilità. “Quando la rete di trasporto pubblico viene ampliata vogliamo garantire che il sistema di trasporto ecologico e silenzioso venga utilizzato”. L’intento è di fare di Berlino un “pioniere della moderna mobilità urbana”, ha detto Kai Wegner, presidente dello Stato e membro del Bundestag, che ha proposto la costruzione di una ferrovia sopraelevata con tecnologia di levitazione magnetica.  Si tratta di un mezzo quasi silenzioso e molto rispettoso dell’ambiente.

# Caratteristiche della ferrovia: più agile, veloce ed economica della normale metropolitana

La ferrovia sopraelevata con tecnologia di levitazione magnetica ha veicoli lunghi dodici metri e larghi quasi tre metri e può trasportare 121 passeggeri per sezione di veicolo. Secondo le informazioni, è senza conducente e può raggiungere una velocità fino a 150 chilometri all’ora. Il treno può essere costruito a livello del suolo o come ferrovia sopraelevata. Secondo la CDU, il costo per chilometro è di circa 30 milioni di euro. Il  mezzo è quindi notevolmente più economico delle nuove linee metropolitane con costi per chilometro di oltre 200 milioni di euro.

# L’idea non è nuova

Un’idea rilanciata a Berlino fin dal 2020. Ma in realtà si torna ancora più indietro nel tempo. Gli anni Novanta hanno visto l’inizio della progettazione del treno a levitazione magnetica chiamato Transrapid, che avrebbe collegato Berlino e Amburgo. Nel 2000, tuttavia, questo progetto si è concluso anche perché i costi previsti erano aumentati costantemente e l’ampliamento della linea ferroviaria esistente era più economico. Nel 2016 l’impresa di costruzioni Max Bögl dell’Alto Palatinato ha proposto di collegare il futuro aeroporto BER di Schönefeld e la stazione della metropolitana di Rudow con un treno a levitazione magnetica. Nel frattempo, A Chengdu, in Cina, il sistema TBS sarà in funzione su una pista di prova lunga oltre tre chilometri a partire da quest’estate. A Shanghai, una linea è entrata in servizio già nel 2003.

Fonte: Berlinomagazine.com 

# Una proposta da valutare per una nuova circle line di Milano?

Ipotesi delle 3 Circle line
Ipotesi delle 3 Circle line

Come Londra, Parigi, Berlino o Mosca anche Milano avrebbe bisogno di una circle line. Il vantaggio sarebbe di ridurre il traffico in città aumentando le connessioni tra le periferie e i collegamenti tra le diverse linee della metro senza dover passare dal centro della città. I tre possibili percorsi potrebbero essere i seguenti: 

  • trasformare la circolare filoviaria 90-91 in una vera e propria circle line
  • Interna: seguendo il percorso delle tangenziali nord, est e ovest.
  • Esterna: seguendo il percorso della TEEM e della superstrada che sostituisce il progetto della TOEM.

Continua la lettura con: CIRCLE LINE: tutta la verità sul progetto più sognato dai milanesi

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5 progetti grandiosi in arrivo in Italia

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Credits mobilita.org - Napoli-Bari

Da nord a sud ecco alcune le opere che rivoluzioneranno l’Italia. Il video di GeoPop

5 progetti grandiosi in arrivo in Italia

#1 La nuova diga foranea di Genova, una delle più profonde al mondo

Credits webuildgroup – Diga foranea Genova

La nuova diga foranea di Genova sarà una delle più profonde del mondo. Sarà realizzata a circa 450 metri più al largo rispetto a quella attuale, che verrà demolita, ed è stata progettata per consentire al Porto di Genova di ospitare e far manovrare senza problemi navi dalle dimensioni più grandi, fino a 450 metri di lunghezza. Il suo sviluppo complessivo sarà di 6,2 km, poggerà su fondali profondi fino a 50 metri con un basamento composto da 7 milioni di tonnellate di materiale roccioso e una struttura composta da 100 cassoni cellulari prefabbricati di cemento armato alti fino a 33 metri, larghi fino a 35 e lunghi fino a 67.

#2 L’Alta Velocità da Brescia a Padova: Milano accelera a Est

Credits Ego l’hub – corriere – Tav veneta

Per completare l’Alta Velocità tra Milano e Padova è in costruzione la tratta di 48 km da Brescia, precisamente da Mazzano dove un nuovo bivio separerà la nuova ferrovia dalla linea convenzionale Milano – Venezia affiancandola per 2 km, fino al bivio di Verona Ovest all’altezza di Sommacampagna dove i binari dell’AV/AC torneranno ad affiancare la linea ferroviaria convenzionale Milano-Venezia connettendosi ad essa. I treni passeranno sotto l’autostrada A4 e in parte viaggeranno in galleria, trincea e viadotto. A questa si aggiunge la tratta successiva tra Verona e Padova di 76,5 km per un un investimento complessivo è di 4,8 milioni di euro e la conclusione dei lavori entro il 2026.

#3 Potenziamento ferroviario della linea Venezia-Trieste: prossima fermata, la Slovenia

Il Sole 24ore – Venezia – Trieste

Per consentire un collegamento ferroviario veloce da Milano fino a Trieste, il tratto Padova-Venezia è già attivo da anni, manca l’ultima tratta tra il capoluogo di regione veneto e quello friulano che è al momento in fase di potenziamento infrastrutturale. Il risparmio potenziale sarà fino a 30 minuti grazie all’innalzamento della velocità di percorrenza fino a 200 km/h. Le nuove fermate previste dovrebbero essere tre e i lavori dovrebbero concludersi nel 2025.

Leggi anche: Da MILANO a TRIESTE a 200 Km all’ora: a che punto siamo

#4 Alta Velocità da Napoli a Bari: dimezzato il tempo di percorrenza

Credits mobilita.org – Napoli-Bari

Fra qualche anno Napoli e Bari saranno collegate tramite una linea ad Alta Velocità-Alta capacità ferroviaria, consentendo un collegamento veloce anche con il resto d’Italia, che sarà parte integrante del Corridoio ferroviario europeo TEN-T Scandinavia – Mediterraneo. L’investimento complessivo per il progetto è di 6,1 miliardi di euro. La linea sarà lunga 145 km e i treni viaggeranno a una velocità massima compresa tra i 200 e 250 km/h. A conclusione dei lavori si dimezzerà il tempo di percorrenza tra le due città, passando dalle attuali 4 ore e sole 2 ore, da Roma a Bari si passerà da 5 a 3 ore. L’inaugurazione dovrebbe avvenire entro il 2027.

#5 Raddoppio dei binari da Palermo a Catania: opera attesa da un secolo

Credits mobilita.org – Palermo-Catania

Rimanendo al sud, sono in corso i lavori per il potenziamento del collegamento ferroviario Palermo – Catania con adeguamento a doppio binario elettrificato su quasi tutti i tratti ancora oggi a binario singolo, a cui si aggiunge quello su tutto il tratto Fiumefreddo-Giampilieri tra Catania e Messina. Il tempo di percorrenza tra Palermo e Catania passerà dalle attuali 3 ore a 2, mentre tra Messina e Catania da 1 ora e 15 minuti a 45 minuti. Tutte le opere dovrebbero concludersi tra il 2025 e il 2030.

Guarda il video di GeoPop

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Un milanese a Genova

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Una GIORNATA ALTERNATIVA a Milano

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Nel regno delle zucche alle porte di Milano

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Le intrusioni dei maranza

I nuovi poveri di Milano

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Street Style a Milano

Da Milano a Londra con una moto super sportiva

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NavigaMi, in CROCIERA a MILANO

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Cose da NON FARE per trovare una CASA in AFFITTO a Milano

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INSEGUO le BORSEGGIATRICI sulla METRO

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Manzoni occupato contro Giorgia Meloni

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La domenica di Milano vs di Roma

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Tutte le stazioni della metro di Milano in un giorno

Il mio primo mese a Milano: quanto ho speso?

M6 – Il percorso della futura metropolitana di Milano

La mostra più INSTAGRAMMABILE di Milano

Mi sono trasferita a Milano

Gli Ultras della Dinamo Zagabria in giro per Milano

Tour dei chiostri notturni di Milano

Evoluzione animata della metro di Milano

Milano e Vincenzo

I locali più instagrammabili di Milanoa

DA MILANO A CAPO NORD IN BICI A FIN DI BENE

IL MODO PIU’ ECONOMICO DI MANGIARE A MILANO

Lezioni di danza in Piazza Duomo

Lo spot della Milano da Bere

LA CODA per la FAME

UN ROMANTICO A MILANO

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Il «mostro», il cavalcavia Monteceneri- Serra: va abbattuto?

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Credits: corriere.it - Cavalcavia Monteceneri

Per alcuni è uno snodo fondamentali alla viabilità, per altri solo un mostro da abbattere. Tra queste due posizioni chi scrive non ha alcun dubbio da che parte stare.

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Il «mostro», il cavalcavia Monteceneri- Serra: va abbattuto?

Tra gli orrori partoriti nel pieno della speculazione edilizia post bellica che ha devastato Milano, sfregiandola in maniera indelebile, merita senza dubbio una menzione speciale l’agghiacciante cavalcavia Monteceneri-Serra, frutto di una mentalità malata che vedeva nell’auto il massimo simbolo di sviluppo e per la quale tutto poteva essere sacrificato

# La nascita del mostro

Credits: corriere.it – Cavalcavia Monteceneri

Nel 1959, amministratori, urbanisti e architetti dell’epoca, diedero il via al mastodontico cavalcavia dopo aver demolito quanto rimaneva dell’antichissimo Bottonuto, di antiche cascine, di vecchie case di ringhiera e dopo aver edificato orrendi palazzoni dalle periferie al centro.

Totalmente incuranti dello smog, del rumore, della mancanza di verde, di valutazioni estetiche e soprattutto del disagio per gli abitanti delle case attigue, portarono avanti quest’opera che si estende tuttora per più di un chilometro. Decisamente poco rispetto al progetto iniziale, che prevedeva una strada sopraelevata lungo buona parte di tutta la circonvallazione esterna, ma decisamente troppo per i tempi attuali.

# “Un asino vestito da cavallo, prima o poi raglia”

Credit: milano.repubblica.it

Nel 1965 i lavori si conclusero, e non dubitiamo minimamente che il tutto sia stato fatto a regola d’arte. Un’ingombrante costruzione che si sviluppa da piazza Stuparich fino al Ponte della Ghisolfa, storico ponte citato in “Rocco e i suoi fratelli” del grande Luchino Visconti, che nulla ha a che vedere con questo orrore.

Nel 2021 ci ritroviamo ancora questa eredità di un periodo passato che di bello ha lasciato davvero poco. Negli anni si è parlato di demolizione ma l’unico intervento è stato un restyling con divieto di accesso notturno, rendendolo ancora più inutile e anacronistico, oltre che dannoso.

Si è vaneggiato altresì di strampalate proposte, ispirate a città decisamente molto diverse e lontane da Milano che lo vedrebbero trasformato in highline o meglio in giardino pensile sopraelevato, più vicino forse al modello babilonese.

A mio avviso una cagata resta tale anche se pronunciata in inglese, poiché del progetto realizzato nella grande mela avrebbe davvero poco.
Senza considerare poi la difficoltà e i costi per la realizzazione e la manutenzione di un simile giardino pensile su modello di quelli babilo-newyorkesi, con conseguenti infiltrazioni e perdite d’acqua dappertutto. Mi domando chi avrebbe voglia di salirci su per andarci a passeggio. Inoltre, un eventuale riutilizzo senza auto aumenterebbe il traffico nel viale sottostante, con conseguente aumento di smog, ingorghi e traffico.

# La morte del mostro è (si spera) vicina

credit: mitomorrow.it

Milano soffoca di cemento, ha una densità abitativa estremamente alta e un’aria mefitica. L’unica soluzione per questa sopraelevata resta la dinamite e la sua sostituzione con una corsia preferenziale alberata, come già in essere lungo tutta la circonvallazione, con la possibilità, a differenza di adesso, di non trovarci (Dio ce ne scampi!) enormi blocchi stradali causa di incidenti senza possibilità di intervento dei mezzi di soccorso.

Non ci sarebbe però da stupirsi se qualche urbanista o professore si impuntasse, insistendo nella sua conservazione come importante testimonianza di “viabilità sopraelevata futuristica”, meritevole di salvaguardia poiché progettata da un grande luminare.

Aspettiamo risposte chiare dalla giunta attuale o da canditati dell’opposizione, quando ne troverà uno.

Continua la lettura con: I progetti in arrivo per i cavalcavia di Milano

ANDREA URBANO

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità. 

Critical Mass: la storia e le 10 regole dell’onda anomala di biciclette

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Da Critical Mass Milano (FB)

Se sei in giro il giovedì sera in zona Darsena e dintorni ti trovi circondato da un’onda di bici, monocicli, pattini, gente che va e gente che viene in ogni modo, pure col risciò, sempre su due ruote, rigorosamente non a motore e non a piedi, tutta insieme sulle strade normalmente percorse dalle auto,e con la musica a palla.

Se vai sulla loro pagina Facebook trovi quasi 18.000 membri, tutti a vario titolo appassionati di biciclette, cultori delle bicistazioni, paladini degli spostamenti green, meglio se a colpi di pedale.

Sono quelli della Critical Mass, evento nato spontaneo a San Francisco nel 1992, organizzata dal tal Chris Carlsson, e da trent’anni è esplosa in ogni parte del mondo, sempre con il suo stile di “incontro non organizzato”.

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Critical Mass: la storia e le 10 regole dell’onda anomala di biciclette

Dal 2001 ha attecchito pure a Milano, e nel tempo è diventato un fenomeno di costume: la Critical Mass è una di quelle cose uniche nel proprio genere, che non puoi non vedere se vieni a Milano e cerchi qualcosa di poco posh e autenticamente meneghino.

Qualcuno, sempre online, si diverte a cercare le radici di questo gruppo autogenerato e autorigenerante in cartoline d’epoca scattate sotto la Madonnina, quando l’ausilio della pedalata assistita non era nemmeno nella testa dei genitori della bici (pare corresse l’anno 1945). Però la domanda rimane:

# La Critical Mass, da dove arriva?

@ Jaya Shanty- Critical Mass ante litteram - Facebook
@ Jaya Shanty- Critical Mass ante litteram – Facebook

Il termine, inglese, significa letteralmente massa critica. In questo caso la massa coincide con un numero straordinario di biciclette che Critico lo diventa quando le due ruote che si incontrano sono così da bloccare il traffico non ciclistico su viali o sulle grandi strade urbane.

# Critical Mass a  Milano: come ci è arrivata?

Mi sembra di essere per strada a fare domande ai passanti di un corteo, e invece sono online ad ascoltare tutti i fans del Gruppo Facebook di Critical Mass che ‘passano’ dalla mia domanda e mi rispondono veloci, prima di continuare a fluire nel mare del www.

Intercetto Francesco, che mi spiega: «A Milano é nata nel 2001 assieme alla Ciclofficina Popolare nel Centro Sociale Bulk». Il Centro Sociale Bulk era uno spazio occupato di 8000 metri quadri collocato tra via Bramante e Cimitero Monumentale, molto attivo come acceleratore sociale e luogo di concerti e attività varie, tra il 1999 e il 2005 e poi demolito definitivamente nel 2013.

Lo placco: «La Ciclofficina Popolare aveva sentito parlare di questa cosa della Critical Mass a san Francisco e l’ha voluta riportare a Milano? Era una manifestazione?» – «Boh» risponde, «la Critical Mass non é una manifestazione organizzata: é alimentata dal disagio dei ciclisti in strade dominate dalle auto, qualcuno inizia a girare in gruppo e poi diventa un appuntamento sociale».

Prima di filare via mi fa un regalo: il link al sito originale della Critical Mass datato 2002, dal quale scopro il manifesto originale ante-Facebook [foto qui sotto] e le città italiane in cui la Critical Mass, già vent’anni fa, aveva attecchito (eccole nell’ordine in cui le abbiamo trovate): Torino, Milano, Bologna, Roma, Pisa, Brescia, Genova, Cagliari, Bergamo, Padova, Pavia, Siracusa, Firenze, Andria, Catania, Vicenza, Varese, Verona, Reggio Emilia, Gallarate, Vigevano, Ravenna, Abbiategrasso.

Critical Mass: manifesto dal sito del 2002
Critical Mass: manifesto dal sito del 2002

# Critical Mass: Massa Critica per cosa?

Partecipare ai raduni della Critical Mass a Milano è diventato ormai un evento, una di quelle 101 cose da fare in città per sentirsi un po’ internazionali, ma il messaggio alla base resta fortemente critico. I ciclisti vogliono convincere l’opinione pubblica che la strada è di tutti, mentre il traffico a motore dequalifica la qualità della vita tra inquinamento acustico e atmosferico. Il desiderio è che la circolazione diventi sicura anche per chi si vuole muovere pedalando, facendo degli spostamenti su e giù per le città un’occasione per condurre una vita più sostenibile, ecologica, meno rumorosa, più sana.

# Chi partecipa alla Critical Mass?

C’è di tutto: studenti, casalinghe, giovani manager, compiti uomini d’affari, anziane signore; in sella a modernissime mountain-bike, biciclette d’altri tempi, vecchie grazielle, fiammanti bici da corsa. E allora, come si organizzano?

# Prima regola della Critical Mass: non si organizza una Critical Mass

Così mi risponde Andrea, appena oso affacciarmi alla porta della ricca pagina Facebook a caccia di approfondimenti.

# Seconda regola della Critical Mass: Non esistono organizzatori o capibanda. Ma se proprio vuoi saperne di più potresti chiedere ai due ragazzi che vengono con il risciò

Pure il risciò? Certo, eccoli su YouTube dove i video su queste serate del giovedì sembrano infiniti:

Cerco di farmi strada tra biciclette e ciclisti, e le informazioni postate dal social network mi forniscono qualche spunto in più.

#1 Critical Mass, o CM, è un incontro occasionale di biciclette e ciclisti che si svolge tutti i giovedì dell’anno

#2 NOI NON BLOCCHIAMO IL TRAFFICO…NOI SIAMO IL TRAFFICO!

titolano a chiare lettere. La massa critica di gente che pedala, pattina, corre può ri-prendere possesso della strada, in sicurezza.

#3 OGNUNO È RESPONSABILE DI SE STESSO

Regola basilare se ci si deve muovere insieme, senza organizzazione e in modo spontaneo.

#4 RICORDA CHE SI DEVE ANDARE PIANO IN MODO CHE TUTTI POSSANO STARE COMPATTI, SIA CHI HA BICICLETTE SUPER TECNOLOGICHE ED AMMORTIZZATE SIA CHI HA I PATTINI, ED È COSTRETTO A PATTINARE SUL PAVÈ!

#5 Non ci sono differenze di genere, sesso, religione, politica; nessuna pubblicità commerciale

#6 La Critical Mass è libera e aperta a tutti, con ritrovo

ogni giovedì dalle 21:45 e partenza alle 22:00 in piazza dei Mercanti (di fronte al Duomo) ed arrivo nello stesso luogo più o meno alle 00:30. Ovviamente con qualsiasi condizione meteorologica, anche con la pioggia. 

#7 Dopo ogni Critical Mass si fa festa

“È consuetudine che ognuno porti qualcosa da mangiare o da bere per la festicciola/banchetto finale in piazza dei Mercanti. Basta una cosa a testa e ci sarà cibo e beveraggio per tutti (torte, salumi, vino, biscotti, pane, formaggi, birra, tè, caffè, succhi di frutta, salatini, caramelle, frutta, verdura….usate la fantasia)”, trovo postato online.

#8 C’è anche un’altra Critical Mass, quella del venerdì

Il ritrovo è ogni ultimo venerdì del mese in piazza Cadorna alle 18:00. “Forse esiste ancora, ma non lo sappiamo: chiedilo nel gruppo”, si trova scritto su Facebook. 

#9 Esistono molti libri sul fenomeno

Critical Mass. L’uso sovversivo della bicicletta edito da  La Feltrinelli e Critical Mass – Noi siamo il traffico dal ‘fondatore’ Chris Carlsson. Entrambi trattano l’argomento nei vent’anni della bike revolution. 

#10 E c’è pure il Mercatino

Qui, lo scambio, compro, vendo, rottamo ha un sacco di regole ed un preciso nome: Critical Mass Market. Si organizza in rete attraverso un altro Gruppo di Facebook ed un’altra serie di evento. Insomma, tutta un’altra storia, ma sempre sfrecciante su due ruote.

Continua la lettura con: Le 5 zone di Milano dove perdersi in bicicletta

PAOLA PERFETTI (Articolo originale del 4 maggio 2017, aggiornato dalla redazione)

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Milanesi che se ne vanno: in un anno 35 mila residenti hanno lasciato la città

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Milano dà segni di schizofrenia. Gli affitti delle case sono alle stelle, tutti cercano casa. Ma c’è anche chi fugge: nel 2023 sono oltre 35 mila che hanno cancellato la residenza a Milano. Che sta succedendo?

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Milanesi che se ne vanno: in un anno 35 mila residenti hanno lasciato la città

# «Il mio palazzo 10 anni fa era tutto abitato, ora siamo rimasti in due»

Tra chi è rientrato a Milano c’è Antonio. Dopo 10 anni a Malta ha deciso di ritornare nella città madre. Che stenta a riconoscere: «Il mio palazzo di corso Magenta», racconta, «quando sono partito era tutto abitato. Ora a viverci siamo in due.» Il resto? «Sono vuoti o lasciati ad affitti brevi». E aggiunge: «Ho notato che questo è abbastanza frequente. Soprattutto nei palazzi del centro». Alle impressioni individuali si aggiungono gli ultimi dati Istat relativi al 2023: in un anno hanno lasciato Milano 35 mila residenti. 

# In un anno hanno cancellato la residenza il 2,6% di milanesi

Il 2,6% dei residenti, oltre 35 mila persone, hanno cancellato la residenza nel 2023 per trasferirsi altrove. Questi gli ultimi dati ISTAT che mostrano come il fenomeno sia diffuso in tutta la Lombardia. Le prime per “fuga di residenti” sono Como e Pavia con il 3,8% di residenti in meno, seguite da Mantova e Varese. Meglio va per Milano che però conferma la stessa tendenza che potrebbe rinforzare il luogo comune che a Milano di milanesi ce ne siano sempre meno.

Ma dove vanno i milanesi? Pochi scelgono l’estero (sotto il 5% di chi se ne va), più o meno il doppio si trasferiscono fuori regione. La maggioranza si sposta poco: nell’hinterland o in altre province lombarde. Aumenta il numero di milanesi che vanno a vivere in paesi più piccoli. Tra i motivi principali ci sono la ricerca di una migliore qualità della vita, la maggiore libertà consentita dallo smart working e, naturalmente, i minori costi. Tra l’altro si tratta di un dato probabilmente sotto stimato: sono numerosi i milanesi che mantengono la residenza in città pur scegliendo di vivere altrove. 

# Milano sta diventando una città di ricchi e di turisti?

Un’altra tendenza, infatti, è di trasferirsi in una seconda casa o in affitto in località meno care, ma mantenendo la residenza a Milano. In questo modo si può lasciare l’appartamento di proprietà per affitti brevi o comunque mantenerlo come pied-à-terre occasionale, ma scegliendo di vivere in luoghi più congeniali per costi o qualità della vita, conservando comunque i vantaggi della residenza soprattutto per poter entrare, muoversi e uscire con una maggiore libertà dalla città, aggirando le limitazioni per Area B, area C e parcheggi per i non residenti.

Se quello che rileva la testimonianza di Antonio sia un fenomeno in crescita potrebbe segnalare un allarme per il futuro di Milano. Che potrebbe lentamente trasformarsi da città motore dell’economia a una città d’arte vissuta da turisti e da ricchi proprietari immobiliari. Fatto che rischia di compromettere numerosi punti di forza della città, oltre che modificare fortemente il tessuto sociale. Se si tratta di un fenomeno occasionale o di un trend strutturale lo si capirà nei prossimi anni. Sempre che la politica non riesca a mettere in atto delle soluzioni che evitino di avere una Milano di soli abitanti occasionali. 

Continua la lettura: Affitti, Comune e Governo si dividono su Milano

ANDREA ZOPPOLATO

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Video: il «muro invisibile» che divide Milano est e Milano ovest

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Una delle definizioni più calzanti per descrivere Milano potrebbe essere: “due anime, una sola città”. Sotto la frenetica vitalità che caratterizza il capoluogo lombardo, si cela infatti una sorta di muro invisibile: non si tratta di una barriera fisica, ma di una linea simbolica che separa – in modo sottile ma percepibile – Milano Est da Milano Ovest. In questo video spieghiamo da dove passa esattamente questo confine e quali sono le differenze tra Est e Ovest.

Il nuovo video di Milano Città Stato di Francesca Monterisi. Iscriviti al canale su YouTube per i video esclusivi di Milano Città Stato.

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FRANCESCA MONTERISI

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Sciare in Porta Nuova

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Le 10 moto più belle a EICMA

La protesta degli studenti contro la legge anti-rave

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Un milanese a Genova

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Ultima corsa della Milano – Limbiate

Le reazioni degli automobilisti al blocca di via Palmanova

Street Style a Milano

Da Milano a Londra con una moto super sportiva

L’incrocio con semaforo rotto e il senso civico dei milanesi

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Cose da NON FARE per trovare una CASA in AFFITTO a Milano

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INSEGUO le BORSEGGIATRICI sulla METRO

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Lo show di Moncler in Piazza Duomo

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Milano del Futuro: 16+ edifici in arrivo 

Milano alla fine degli ANNI OTTANTA

10 ATTRICI MILANESI che hanno fatto la storia del cinema e del teatro

Tutte le stazioni della metro di Milano in un giorno

Il mio primo mese a Milano: quanto ho speso?

M6 – Il percorso della futura metropolitana di Milano

La mostra più INSTAGRAMMABILE di Milano

Mi sono trasferita a Milano

Gli Ultras della Dinamo Zagabria in giro per Milano

Tour dei chiostri notturni di Milano

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Milano e Vincenzo

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DA MILANO A CAPO NORD IN BICI A FIN DI BENE

IL MODO PIU’ ECONOMICO DI MANGIARE A MILANO

Lezioni di danza in Piazza Duomo

Lo spot della Milano da Bere

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UN ROMANTICO A MILANO

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