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Video: il «muro invisibile» che divide Milano est e Milano ovest

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Una delle definizioni più calzanti per descrivere Milano potrebbe essere: “due anime, una sola città”. Sotto la frenetica vitalità che caratterizza il capoluogo lombardo, si cela infatti una sorta di muro invisibile: non si tratta di una barriera fisica, ma di una linea simbolica che separa – in modo sottile ma percepibile – Milano Est da Milano Ovest. In questo video spieghiamo da dove passa esattamente questo confine e quali sono le differenze tra Est e Ovest.

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FRANCESCA MONTERISI

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«Via i caselli» sulla Milano-Torino: le 4 grandi innovazioni all’orizzonte per l’autostrada del futuro

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Credits: Ideogram.ai

La Milano – Torino sta per entrare nel futuro. Con l’abolizione dei caselli tradizionali e l’implementazione di tecnologie avanzate, il viaggio su questa arteria nazionale diventerà più rapido e fluido. Scopriamo come cambierà l’A4 e come potrebbe cambiare ancora di più.

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«Via i caselli» sulla Milano-Torino: le 4 grandi innovazioni all’orizzonte per l’autostrada del futuro

# La Trasformazione dell’A4: pagamento automatico e strada intelligente

Credits: wikipedia

La storica autostrada A4, che collega Milano a Torino, sta per subire una trasformazione radicale. Un progetto innovativo è stato presentato da Astm durante la Climate Week di New York: l’autostrada non solo abbandonerà i caselli tradizionali, ma si trasformerà in un modello di infrastruttura “connessa, resiliente e sostenibile”.

Il cambiamento prevede l’introduzione di un sistema di pagamento automatico, basato su portali elettronici, pensato per eliminare le code e rendere il viaggio più tranquillo, fluido e rapido. Le auto passeranno sotto i portali (i nuovi caselli), che calcoleranno il pedaggio dovuto, senza che il conducente debba fermarsi. Non c’è da preoccuparsi: la modalità di pagamento spazierà dal Telepass all’addebito su carta di credito, tramite lettura della targa, come già succede sulla Pedemontana

In più, le opere di ripavimentazione, già in corso, utilizzeranno un asfalto innovativo, realizzato con materiali riciclati, che ridurrà significativamente le emissioni di CO2 e i consumi energetici per i viaggiatori.

Insieme, queste due novità rappresentano sia un passo importante verso la sostenibilità ambientale, sia un miglioramento nell’efficienza dell’infrastruttura di cui gli automobilisti potranno godere. A questo proposito, il progetto include anche sistemi avanzati di monitoraggio del traffico (sensori e tecnologie di comunicazione veicolo-infrastruttura) per garantire una mobilità sempre più sicura. Quali altre innovazioni potrebbero rendere le nostre autostrade ancora più all’avanguardia?

Continua la lettura con: Inaugurata la prima “autostrada marina” del mondo

# L’Autostrada del futuro: 4 idee innovative per spingersi oltre

Credits: Ideogram.ai

Le novità della Milano-Torino non sono che un assaggio dell’autostrada del futuro, che sarà infinitamente più avanzata e innovativa. Quello dell’A4 è un “laboratorio di innovazione” a partire dal quale bisogna trasformare radicalmente il modo in cui concepiamo la mobilità stradale. Ecco alcune idee rivoluzionarie che potrebbero trasformare ulteriormente le autostrade italiane e globali.

#1 Le strisce fosforescenti: più sicuri anche di notte

Strisce luminose (a vernice)

L’implementazione di strisce fosforescenti lungo i percorsi autostradali rappresenterebbe un grande passo avanti per la sicurezza stradale. Queste strisce, ricaricate dalla luce solare durante il giorno, potrebbero migliorare significativamente la visibilità notturna, riducendo gli incidenti e aumentando il comfort degli automobilisti.

L’adozione di questa tecnologia prende spunto dal Sentiero di Chennevieres (1 km di collegamento pedonale e ciclabile in Francia), dove è stata applicata una vernice fosforescente per migliorare la visibilità del percorso al buio. E, paradossalmente, potrebbe anche contribuire a conferire alle autostrade un’estetica futuristica, trasformando l’esperienza di guida notturna in qualcosa di visivamente attraente.

A proposito della ricarica delle luci direttamente in autostrada, in che modo la ricarica potrebbe essere implementata per i veicoli?

Continua la lettura con: Inaugurata la prima “autostrada marina” del mondo

#2 Ricarica in movimento per i veicoli elettrici: fine ansia da autonomia

brebemi.it – Come funziona il sistema di ricarica wireless

Ispirandosi ai progetti sperimentali in Svezia e all’ “Arena del Futuro” in Lombardia, l’idea di ricaricare i veicoli elettrici mentre percorrono l’autostrada, su modello di quanto riescono a fare, per esempio, i veicoli Tesla in discesa, tramite un sistema di induzione dinamica è affascinante e si prospetta molto conveniente.

Questo sistema permetterebbe ai veicoli di rimanere carichi senza necessità di fermarsi, o quantomeno riducendo drasticamente le soste, e renderebbe la transizione verso la mobilità elettrica più desiderabile, pratica e accessibile. In più, ridurrebbe l’ “ansia da autonomia”. Se la ricarica in strada permetterà di risparmiare più tempo, rimane sempre il tema traffico. Come risolverlo?

Continua la lettura con: In Lombardia l’AUTOSTRADA del FUTURO: ricarica i veicoli mentre la PERCORRONO

#3 Corsie di sorpasso a pagamento: il prezzo della velocità

metroexpresslanes.net – Express lanes

L’introduzione di corsie di sorpasso a pagamento, simili alle express lanes, già presenti negli Stati Uniti, potrebbe essere una soluzione efficace per ridurre il congestionamento da traffico.

Queste corsie, accessibili solo a pagamento, permetterebbero a chi ha fretta di spostarsi più rapidamente, contribuendo a velocizzare il traffico nelle ore di punta. Target principale di questo servizio potrebbero essere i pendolari e i professionisti, che sarebbero disposti a pagare per risparmiare tempo. Per questo motivo, il luogo ideale dove testarlo potrebbero essere tratti strategici, come la Tangenziale Esterna di Milano.

Oltre all’introduzione di una corsia rapida a pagamento, per velocizzare il traffico, potrebbe essere necessario allontanare i camion dalle autostrade. Come si potrebbe fare?

Continua la lettura con: In arrivo anche in Italia l’ultima novità delle autostrade: le preferenziali a pagamento

#4 Nastri trasportatori per il traffico merci: camion fuori dalle autostrade

supercarblondie – Autostrada tapis roulants

Un’altra idea futuristica, proveniente dal Giappone, che potrebbe portare ottimi risultati è la creazione di una rete autostradale automatizzata, parallela alle autostrade tradizionali, con nastri trasportatori per il traffico merci.

Questo sistema, progettato in Giappone per compensare la carenza di autisti, qui da noi potrebbe essere molto efficace nell’alleviare la congestione stradale, rimuovendo la maggior parte dei camion dalla circolazione in autostrada. Va da sé che, con questa novità, oltre a migliorare l’efficienza logistica dell’autostrada, si ridurrebbero notevolmente le emissioni inquinanti.

Continua la lettura con: L’autostrada automatizzata con nastri trasportatori: la rivoluzione per il traffico merci

Continua la lettura con: “Vengo a vivere a Milano: dove mi consigli di cercare casa?”

MATTEO RESPINTI

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The Sign: una “scossa elettrica” trasforma lo skyline del sud Milano

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agcglasseurope IG - The Sign

Nel contesto delle contraddizioni che caratterizzano l’incontro tra periferia e centro, dove convivono fattorie didattiche e design, case popolari e loft, è nato il nuovo polo “The Sign” sui terreni dell’ex fonderia Vedani. Questo sviluppo sta trasformando radicalmente lo skyline milanese, con gli ultimi elementi ancora in fase di costruzione.

The Sign: una “scossa elettrica” sui Navigli sta trasformando lo skyline del sud Milano

# The Sign, il complesso che di notte sembra una continua scossa elettrica

Credits ulmaarchitectural IG – The Sign

Difficile non notarlo, sia per la forma che per i materiali utilizzati. Il nuovo complesso direzionale The Sign, progettato da Progetto CMR per Covivio sui terreni dell’ex fonderia Vedani, nel distretto della Barona vicino alla M2 e alla stazione FS di Romolo, è stato in gran parte completato ed è già sede di due multinazionali. Nei 40.000 mq di uffici e spazi flessibili si sono insediate la società assicurativa Aon e l’azienda di information technology Ntt Data.

agcglasseurope IG – The Sign

Il fulcro del progetto è costituito da tre grandi edifici, caratterizzati da facciate che alternano vetrate a elementi dorati. Al centro spicca il “segno”, l’elemento simbolico che ha ispirato il nome del complesso: una struttura trasparente che si snoda lungo le facciate, rappresentando il flusso costante dei lavoratori. Di notte, questo movimento si illumina, evocando l’immagine di una scossa elettrica continua.

# In costruzione il quarto edificio che ospiterà al nuova sede di L’Oréal entro il 2025

Credits Urbanfile – Nuova sede L’Oreal

Ad arricchire il nuovo complesso per uffici del sud Milano sta arrivando un quarto edificio, il D. Si aggiunge ai tre già esistenti e ospiterà la nuova sede italiana di L’Oréal, che ha in programma il trasferimento da quella attuale nel quartiere Primaticcio.

Mappa The Sign

Il nuovo edificio segue lo stesso schema degli altri tre del complesso, caratterizzato da un’alternanza ritmica di vetro e materiali opachi che creano una facciata dinamica con tonalità che sfumano verso il blu. È stato progettato per ottenere le certificazioni LEED Platinum, WELL e Wiredscore, l’ultimo tassello porta la firma dell’architetto Massimo Roj in collaborazione con Progetto CMR e B.Cube srl – Milano.

L’ultimo reportage fotografico di Urbanfile mostra lo stato del cantiere, con il palazzo di 9 piani arrivato già alla vetta e quasi interamente rivestito. La consegna dovrebbe avvenire entro la prima parte del 2025. 

Continua la lettura con: I grattacieli di Milano: storia, curiosità e record poco noti delle torri dello skyline

FABIO MARCOMIN

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Mezzo secolo di Boscoincittà: 7 curiosità e segreti che non conoscevi sulla piccola foresta di Milano

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Ph. @rs76_ingenium IG

Mezzo secolo di vita per una delle più suggestive aree verdi di Milano nate da un’idea visionaria. Si ha la sensazione di essere lontano dalla città e di entrare in luogo che è sempre stato naturale, ma che in realtà è il risultato di una scrupolosa progettazione. Scopriamo come è nato, come è fatto e alcune curiosità sconosciute ai più. Foto cover: Ph. rs76_ingenium IG

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Mezzo secolo di Boscoincittà: 7 curiosità e segreti che non conoscevi sulla piccola foresta di Milano

#1 Un bosco “artificiale”: un’idea visionaria nata durante la crisi petrolifera degli anni ’70

Mappa Boscoincittà

Boscoincittà, nel Municipio 7, il 21 settembre ha festeggiato il mezzo secolo di vita con una grande festa aperta ai milanesi. Tutto nasce da un’idea visionaria di Italia Nostra, l’associazione ambientalista che si occupa di recuperare aree degradate come successo più di recente con il Boschetto di Rogoredo, in piena crisi petrolifera e con le prime domeniche a piedi. L’esigenza di verde da parte dei cittadini spinge l’associazione nel 1974 a chiedere in gestione al Comune di Milano una prima porzione di terreno di 35 ettari per realizzare un bosco, tra le via Novara e Lucio Cornelio Silla, e farla diventare una delle aree verdi più suggestive della città.

#2 Il primo progetto italiano di riforestazione urbana

boscoincitta.it – Bosco dall’alto

Si tratta del primo progetto italiano di riforestazione urbana che ha visto e vede coinvolti tuttora scuole, associazione, enti di volontariato e cittadini. Per farlo è stata creata una sezione apposita di Italia Nostra chiamata Centro per la Forestazione Urbana.

#3 Un “parco che cresce”: unito al Parco delle Cave è uno dei parchi più estesi della città 

Ph. corv71_ultrarunner IG

Nel corso degli anni il parco ha esteso la sua superficie. Dai primi 35 ettari ha raggiunto i 120 mq, che hanno consentito di congiungerlo con il Parco delle Cave e che ne fanno il quarto per grandezza in città. Fa parte del Parco Agricolo Sud.

Leggi anche: Qual è il PARCO più GRANDE di Milano?

#4 Al suo interno 200 orti coltivati dai cittadini

Boscoincitta.it – Orti solidali

Un parco di tutti i cittadini curato dagli operatori del Centro per la forestazione urbana di Italia Nostra e da chiunque voglia essere d’aiuto. Nello specifico ci sono circa 200 orti assegnati ai milanesi che ne hanno fatto richiesta e che coltivano con grande cura. Dall’estate 2021, viste le code in aumento davanti alle mense sociali, alcuni ortisti e alcune ortiste hanno deciso di iniziare a destinare parte delle verdure raccolte ad associazioni impegnate nella distribuzione di pacchi alimentari a famiglie fragili.

#5 C’è persino un apiario

Centro Forestazione Urbana YT- Apiario

Oltre a radure, alberi e orti, nel Boscoincittà ci sono un laghetto progettato per migliorare il microclima favorendo sviluppo di flora e fauna e formato da diversi fontanili che si intrecciano nel parco, una zona umida con una serie di bacini d’acqua, un frutteto, un vivaio e persino un apiario. Presente nel parco da 15 anni è diventato un punto di riferimento per l’apicoltura urbana nei parchi. Italia Nostra propone a riguardo corsi-laboratorio, attività per i bambini e opportunità per le aziende apistiche che praticano nomadismo e desiderano far bottinare le proprie api anche tra le fioriture del parco.

#6 Ospita un’antica cascina del ‘400 

cascineapertemilano.it – Cascina San Romano

Non solo natura ma anche storia. All’interno del parco c’è anche la quattrocentesca cascina San Romano. L’edificio è stato ristrutturato e ospita la Sede del Centro Forestazione Urbana, una biblioteca e delle aree coperte messe a disposizione a titolo gratuito.

#7 Riconosciuto dall’Unesco “Tesoro del Mondo”

Associazioni Club Unesco

Nel 2003 il Boscoincittà insieme al Parco delle Cave hanno ricevuto il titolo di “Tesoro del Mondo” dalla rete internazionale dei Club Unesco. È stato attribuito come riconoscimento «alle istituzioni pubbliche e alle associazioni di Milano per la progettualità, l’impegno e il sostegno che hanno saputo dare in questi anni al sistema del verde nella zona Ovest della città e come ricompensa ai cittadini che ogni giorno vivono e difendono queste aree verdi».  

Continua la lettura con: Nella periferia di Milano c’è un nuovo «Bosco Verticale»

FABIO MARCOMIN

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Perché a Milano il tram è maschio e l’autobus è femmina?

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Credits Andrea Cherchi - Tram a Milano

Ancora oggi mi ricordo quando ero molto più piccolo e con i miei genitori ogni qualvolta tornavamo dalle vacanze, si arrivava in stazione centrale e per tornare a casa si prendeva la 60. Gli anni poi sono passati e quella linea di autobus è sempre stata collegata al viaggio, alla partenza. Quando sono poi cresciuto, ho iniziato ad uscire con gli amici e quella linea ha iniziato ad assumere un altro significato: il centro, il Duomo.

Ad ogni modo nella mia esistenza altre linee dell’ATM, hanno segnato il mio percorso vitale: il 23 e il 12 la scuola, la 62 i primi amori e così via discorrendo. Però c’è una domanda che mi sono sempre fatto e vale a dire perché, ad esempio, la 60, la 62, la 90, la 91, insomma tutti mezzi maschili vengono chiamati aggiungendo l’articolo femminile? Non sentirai mai un milanese che dice: prendo il 60, ma: prendo la 60. Cerchiamo di capire le ragioni.

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Perché a Milano il tram è maschio e l’autobus è femmina?

# I milanesi amano gli articoli determinativi

Credits Andrea Cherchi – Tram a Milano

È un tratto distintivo di tutti milanesi, usare l’articolo determinativo (il/lo/la) davanti a qualsiasi nome, poco importa se si tratta di una cosa o di una persona. Anche se la regola ufficiale della grammatica italiana impone che l’articolo davanti ai nomi di persona sia sbagliato, è difficile non sentire parlare un meneghino e sentirlo dire: il Ludovico, la Monica, ma questa usanza è stata allargata anche ai cognomi soprattutto quelli noti (il Manzoni), ai quartieri, alle strade (la gallaratese, la Milano-Laghi) e infine alle linee del’ATM. In quest’ultimo caso però c’è una particolarità e vale a dire che se le linee tranviarie hanno mantenuto il loro articolo determinativo, quelle degli autobus e filobus, nonostante siano sostantivi maschili, vengono menzionati usando un articolo al femminile.

# In origine era una lettera

Credits atm-farabola – Linea D autobus

I primi mezzi di trasporto a Milano risalgono ai primi anni del ‘900 e all’inizio erano gestiti direttamente dal Comune di Milano, fino ai primi anni Trenta quando viene fondata la società ATM che prenderà in gestione il servizio fino ai giorni nostri. Fino al 1969 i tram sono sempre stati contraddistinti dai numeri, mentre gli autobus da lettere, la società che gestisce il servizio decide di cambiare le carte in tavola e omologare tutti mezzi con i numeri e quindi se il 23, il 12, il 15, il 10 restano invariati l’autobus assume un numero usato al femminile perché si riferisce alla sua linea, anche perché la N (attuale 61) non poteva essere trasformata in il N.

# Milano non è l’America

Nonostante gli anni siano passati, Milano si è vista splendere, cadere nel baratro e risollevarsi più bella, più funzionale, più europea, più vicino all’innovazione e attenta alle nuove tendenze, fa sorridere, anche in maniera un po’ malinconica, pensare che alcune tradizioni come quelle degli autobus siano ancora radicati non solo nelle vecchie, ma anche nelle nuove generazioni. Milano non è l’America cantavano i Timoria alcuni anni fa e permettetemi di dire con orgoglio milanese: MENO MALE!

Continua la lettura con: Le NUOVE LINEE di TRAM VELOCI da fare a Milano (al posto degli autobus)

MICHELE LAROTONDA

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La prima automobile della storia? Fu inventata a Milano (cinque secoli prima della Mercedes)

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I tedeschi si vantano di averla inventata loro. Nel 1886 nasce la prima automobile col motore a scoppio prodotta dalla Benz & Cie. E invece non è così. Come è accaduto per tanti altri progetti, il telefono, la televisione, perfino l’aeroplano, il primo progetto è stato realizzato in Italia. E in questo caso addirittura a Milano, opera di Guido da Vigevano nel 1335.

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La prima automobile della storia? Fu inventata a Milano (cinque secoli prima della Mercedes)

guido da vigevano
guido da vigevano

E’ quello che ha messo in luce Serafino Bona dell’associazione DucualiA-onlus con il progetto “The First Car”, in cui ha coinvolto l’università di Pavia, il Politecnico di Milano e quello di Torino.

Era il 1335 quando Guido da Vigevano scrisse il Texaurus, un trattato completo di progetti e schizzi, indirizzato a Filippo VI re di Francia. All’interno in un capitolo dedicato all’ingegneria militare atta a sconfiggere gli infedeli nelle crociate, l’autore spiega in dettaglio la costruzione di un “carro a vento”, un carro di legno e metallo in grado di muoversi senza animali, ma con lo sfruttamento dell’energia eolica.

prototipo in 3d
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Continua la lettura con: L’auto più costosa del mondo ha origini milanesi

MILANO CITTA’ STATO

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Affitti, Sala: «Piano da 10.000 case», ma il Comune rifiuta i soldi del Governo

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Una studentesca protesta contro il caro-affitti al Politecnico di Milano
L’anno studentesco è ripreso, molti studenti sono ritornati in città e la questione del caro-affitti torna a farsi pressante. Il sindaco Sala annuncia un Piano casa da 10.000 abitazioni, ma Comune e Governo si muovono su strade completamente diverse. Esistono soluzioni per arginare la gentrificazione e garantire alloggi accessibili a tutti?
 

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Affitti, Sala: «Piano da 10.000 case», ma il Comune rifiuta i soldi del Governo

# Comune e Governo: due approcci diversi (anche) per la crisi degli affitti

Ripreso l’anno accademico, il dibattito sul caro-affitti a Milano si è riacceso rapidamente. Nella città della madonnina trovare una casa a prezzi accessibili è sempre più difficile.
Per questo motivo potrebbe stupire che la Giunta comunale abbia scelto di non partecipare al bando governativo (promosso dal Ministero dell’Università) che stanzia 1,2 miliardi di euro, provenienti dal PNRR, per realizzare 60.000 nuovi posti letto per studenti in tutta Italia.

Per tentare di risolvere l’emergenza, il Governo ha puntato sulla costruzione di nuovi studentati e sulla semplificazione burocratica per accelerare i progetti, mentre l’amministrazione comunale ha preferito esplorare altre soluzioni, mettendo in discussione l’efficacia reale del piano governativo. 
Ma qual è invece la linea scelta dal Comune per affrontare il problema?

Continua la lettura con: indietro 500 MILIONI: il GOVERNO ci aiuti sul TRASPORTO PUBBLICO”

# Sala e il «Piano» per 10.000 nuovi appartamenti a Milano

Credits: Ansa

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha dichiarato che la soluzione al problema abitativo cittadino potrebbe essere un “Piano casa“, che preveda la costruzione di 10.000 nuovi appartamenti, con affitti compresi tra 40 e 80 euro al metro quadro.
Questa iniziativa, secondo Sala, potrebbe andare incontro alle esigenze di chi fatica a trovare un’abitazione a Milano, senza però compromettere i profitti degli investitori immobiliari.

“Se c’è una fuga di investitori da Milano non l’abbiamo ancora vista, però è chiaro che il mercato si è fermato. Anche i dati in generale, passato il periodo del super bonus, indicano una decrescita significativa tra il 7 e l’8% dovuta anche a queste problematiche. Certamente non si può parlare oggi di un settore florido”, ha dichiarato il Sindaco a margine dell’assemblea generale di Assimpredil Ance.

“Stiamo lavorando con i privati per capire come realizzare questo progetto, che deve garantire un ritorno economico adeguato per chi costruisce,” ha affermato il sindaco.
La sfida principale resta trovare un equilibrio tra sostenibilità economica (per costruttori e affittuari) e accessibilità, specialmente in un mercato immobiliare che si è quasi fermato dopo la fine degli incentivi del Superbonus.

Queste le linee strategiche di Governo e Comune: ma quali potrebbero essere le altre azioni per risolvere un problema che sta zavorrando Milano?

Continua la lettura con: Prezzi delle case: questa l’area di Milano con il rialzo record degli ultimi 10 anni

#1 La priorità: reimmettere sul mercato gli appartamenti lasciati sfitti

Una studentesca protesta contro il caro-affitti al Politecnico di Milano

La gentrificazione, quel processo per cui i quartieri popolari vengono riqualificati al solo fine di aumentarne i prezzi, colpisce per definizione le fasce più deboli della cittadinanza.

Se da una parte il Comune propone la costruzione di nuovi alloggi, una delle cause principali della crisi abitativa è l’enorme quantità di appartamenti sfitti, detenuti da privati e imprese. Come si potrebbero reintrodurre sul mercato questi spazi?

  • Riqualificazione degli immobili sfitti: una strategia chiave per affrontare la crisi abitativa a Milano è la riqualificazione degli immobili sfitti, che riguarda sia edifici residenziali che commerciali. Si potrebbero introdurre incentivi fiscali mirati per i proprietari che decidono di ristrutturare gli appartamenti vuoti e metterli a disposizione a canoni calmierati. Gli incentivi potrebbero includere riduzioni dell’IMU o agevolazioni sulle imposte di registro per i contratti di locazione a lungo termine.In parallelo, si potrebbero creare fondi pubblici o partenariati pubblico-privati per sostenere i costi di ristrutturazione, con l’obbligo di affittare gli appartamenti a prezzi inferiori al mercato per un certo numero di anni. Questo meccanismo ridurrebbe la scarsità di abitazioni disponibili e consentirebbe di riallocare immobili sottoutilizzati in aree strategiche della città, favorendo così una maggiore equità nell’accesso agli alloggi.
Credits: citybureau.org
  • Housing cooperativo, una via alternativa: l’housing cooperativo è un modello abitativo che combina proprietà collettiva e gestione condivisa, nel quale i residenti diventano in parte proprietari delle abitazioni. Questa soluzione è particolarmente efficace in contesti di alta pressione abitativa, poiché permette di abbassare i costi degli affitti o degli acquisti, dividendo le spese tra i membri della cooperativa.L’housing cooperativo rafforza la coesione sociale e il senso di comunità, e può fungere da barriera contro la gentrificazione, perché evita che gli immobili vengano utilizzati a scopo puramente speculativo. In questo modello, le cooperative potrebbero essere sostenute da finanziamenti pubblici o da fondi etici, promuovendo così la sostenibilità e l’inclusione sociale.

Continua la lettura con: A Milano le case sfitte sono più della metà di quelle affittate: “questa è la causa principale della crisi degli affitti”

#2 Collegamenti migliori con l’hinterland: una soluzione a lungo termine

Metropolitana Milano

Potenziando i collegamenti tra Milano e l’hinterland, si potrebbe alleviare la pressione abitativa all’interno della città e incentivare una distribuzione più equilibrata della popolazione nella Grande Milano. Gli studenti e i lavoratori potrebbero scegliere di vivere in comuni limitrofi, dove gli affitti sono più accessibili, senza dover rinunciare a un facile accesso al capoluogo.

Questa soluzione prevede non solo il potenziamento della rete ferroviaria e metropolitana, ma anche lo sviluppo di nuove forme di trasporto, parcheggi di interscambio e agevolazioni per l’acquisto di abbonamenti ai mezzi pubblici.

Si potrebbe anche incentivare l’urbanizzazione sostenibile dei comuni dell’hinterland, sviluppando poli abitativi integrati con servizi e infrastrutture. Così facendo, si decongestionerebbe il mercato immobiliare di Milano senza sacrificare la connessione quotidiana con la città.

Continua la lettura con: “Vengo a vivere a Milano: dove mi consigli di cercare casa?”

MATTEO RESPINTI

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L’«Atlante dei quartieri» per il futuro di Milano: dall’Highline su Monte Ceneri alle nuove piazze

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Ideogram Ai - Highline Monteceneri

Un nuovo modo per cambiare volto alla città, partendo dai desiderata dei singoli municipi: questo è l’«Atlante dei quartieri». Una mappa degli interventi prioritari da realizzare nei singoli quadranti di Milano da allegare al Pgt in corso di aggiornamento. Come funziona e quali sono alcune delle azioni prioritarie richieste, tra possibilità concrete e sogni.

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L’«Atlante dei quartieri» per il futuro di Milano: dall’Highline su Monte Ceneri alle nuove piazze

# La mappa degli interventi prioritari da realizzare nei singoli quadranti della città

Pim – pgtmilano2030

Palazzo Marino sta aggiornando il Pgt (Piano di Governo del Territorioper plasmare il futuro della città. Tra i nuovi strumenti previsti ce l’Atlante di quartieri. Si tratta di una mappa degli interventi prioritari da realizzare nei singoli quadranti della città, frutto delle richieste dei singoli municipi, e pensati per progettare lo spazio pubblico in funzione dei cittadini. 

# Le nuove regole per ridisegnare Milano

Atlante dei quartieri

Rispetto agli Studi d’area, meri documenti di indirizzo, questo strumento è una vera e propria norma in quanto inserito nel Pgt e che ogni ente pubblico o investitore privato è chiamato a rispettare. L’Atlante dei quartieri assolve a una duplice funzione:

1. predisporre una progettazione più coerente della città,

2. mettere il Comune di Milano lontano da accuse di discrezionalità urbanistica dato che le indicazioni su come trasformare un luogo vengono proposte dai municipi, gli organi d’indirizzo e controllo amministrativo più vicini ai quartieri oggetto di intervento.

In sintesi, questo strumento specifica quali interventi sono previsti per una determinata area, come ad esempio piazze, scuole o piste ciclabili, da realizzare a scomputo oneri da parte di chi sta sviluppando un progetto immobiliare o di rigenerazione, cedendo le aree o attraverso altre forme.

# Dalla High Line sul Monte Ceneri alla riqualificazione di verde e spazio pubblico

Ideogram Ai – Highline Monteceneri

Al momento l’Atlante deve essere ancora presentato in via ufficiale ma sono già molte le richieste inviate dai Municipi, con ogni quartiere con il suo elenco e con due priorità ciascuno da scegliere per essere realizzate per prime. Tra quelli già definiti prioritari troviamo:

  • nel Municipio 1 la ciclabilità di tutta la circonvallazione interna, con viale Majno senza illuminazione  interrotto dalle barriere architettoniche, e a sistemazione del verde tra viale Monte Nero e via Lattuada per trasformarlo in un giardino e quella di viale Filippetti;
  • nel Municipio 3 al Rubattino la riqualificazione dello spazio pubblico e della viabilità, con l’esplosione del traffico a seguito dell’urbanizzazione spinta degli ultimi anni;
  • nel Municipio 5 la realizzazione di una continuità tra il Parco Agricolo Sud gli altri parchi del quadrante, attraverso percorsi alberati, pedonali e ciclopedonali, come il parco Bottoni, il parco Ravizza e il nuovo verde previsto per compensare la riqualificazione del deposito Atm di viale Toscana;
  • tra il Municipio 5 e il 6 la rigenerazione delle aree attorno del Lambro Meridionale;
  • nel Municipio 7 il recupero e la rigenerazione di piazza d’Armi e delle aree servite in futuro dal prolungamento della M1, piazza Axum e piazzale dello Sport, queste ultime anche grazie agli oneri dell’ex trotto;
  • nel Municipio 8 il sogno della riqualificazione del cavalcavia di viale Monte Ceneri trasformato in una grande passeggiata pedonale sopraelevata sul modello della High Line di New York

# Le piazze, oggi incroci trafficati, da rendere più pedonali

travelling.bogan IG – Piazza Medaglie d’Oro

Infine, alcune piazze che lo sono solo in teoria ma che in pratica sono dei non luoghi: incroci trafficati, disordinati e attraversati da binari tramviari, come piazzale Aquileia, piazza Medaglie d’Oro, piazzale Baiamonti, piazza Cantore.

Fonte: Repubblica Milano

Continua la lettura con: Cavalcavia, ponti, sottopassi: il super piano per 500 interventi entro il 2027

FABIO MARCOMIN

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Il tunnel nascosto in piazza Duomo che conduce a un labirinto segreto

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Ph. @raffaele_pugliano IG

Milano non la si smette mai di scoprire. Sono sempre tante le cose da fare, i luoghi e i monumenti da visitare in questa grande metropoli e sono altrettanti quelli ancora tutti da scoprire. E così è stato. Un posto segreto è stato scovato proprio sotto al Duomo ed ha una storia incredibile. Foto cover: @raffaele_pugliano IG

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Il tunnel nascosto in piazza Duomo che conduce a un labirinto segreto

# Un segreto sotto Vittorio Emanuele II 

credits: industriadelturismo.com

Delle ispezioni comunali hanno riportato alla luce un cunicolo segreto proprio sotto la scultura di Vittorio Emanuele II. La statua, inaugurata nel 1896 e dedicata all’allora Re d’Italia, ha un bisogno urgente di restauro in quanto “non risponde a condizioni sufficienti di sicurezza statica, la pietra è lesionata e i perni in metallo sono gravemente ossidati” ed è in seguito ai rilevamenti e controlli del comune che il tunnel è stato individuato nel 2021. La domanda però rimane: perché c’è un passaggio nascosto?

# Sotto alla statua si nasconde un labirinto

credits: industriadelturismo.com

Questo passaggio è rimasto sepolto e completamente dimenticato per oltre cent’anni, cancellato dagli archivi. Secondo gli archeologi, questa galleria sotterranea larga un metro per tre a quattordici metri di profondità, risale al 1894. Venne utilizzata per l’ultima volta dai muratori di Vittorio Emanuele II proprio per le stesse ragioni di oggi: bloccare la statua equestre con dei mattoni.

Il sottopassaggio non è la sola sorpresa: al suo interno si cela un labirinto di sette stanze con soffitti voltati a sesto ribassato che risalgono alla fine dell’800. Le stanze sono tutte collegate tra loro e riconducono al cavedio centrale il quale era stato utilizzato dagli operai di Vittorio Emanuele II.

# La statua scaccia i piccioni?

credits: touring club

Questi lavori di restauro, oltre a rimettere in sesto la scultura e riportarla al suo antico splendore, sono serviti anche per scacciare i piccioni. Al suo interno, un dispositivo anti-piccione ad ultrasuoni per scacciare questi uccelli e lasciare libera, e più pulita, la piazza Duomo.

Continua a leggere con: La LIBRERIA più ANTICA d’Italia è a Milano: quando ha aperto l’AMERICA era una colonia britannica, in EUROPA si bruciavano le streghe

SELENE MANGIAROTTI

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Anche a Milano c’è Campo dei Fiori

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Da: Milano sparita e da ricordare

Il nome deriva dal villaggio costruito nel 1919 dall’Istituto Autonomo Case Popolari per rispondere alla necessità abitativa della crescente popolazione milanese.

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Anche a Milano c’è Campo dei Fiori

# Il villaggio dei fiori che è stato cancellato

Credits: skyscrapercity.com – Il Villaggio Campo dei Fiori

Il villaggio era composto di villette monofamiliari attraversato da strade che portavano ciascuna il nome di un albero, e che proprio quella specie ne caratterizzasse l’arredo floreale. Le case erano di fattura modesta, di un piano e con un piccolo giardino, realizzate per i reduci di guerra e mutilati, successivamente assegnati ai pensionati delle ferrovie dello stato.

Foto aerea quartiere Campo dei Fiori
Credits: milano.biblioteche.it – Foto aerea quartiere Campo dei Fiori

Dopo la guerra, risultarono inadatte alle mutate le condizioni socio-economiche del paese.  Si attuò quindi un nuovo piano urbanistico, con la demolizione delle villette e la realizzazione di unità abitative di piccola e media dimensione ai lati del quartiere, venduti ai privati.

Dopo le proteste degli abitanti sfrattati dalle case abbattute, i primi condomini costruiti, e non ancora venduti e abitati, furono soggetti ad una delle prime occupazioni politiche di case vuote in Italia ad opera di Lotta Continua, Sinistra Proletaria e altre associazioni.

# Il quartiere Campo dei fiori oggi

Credits: wikipedia.org – Il quartiere oggi

È un quartiere di estensione modesta situato tra Villapizzone e la Ghisolfa, delimitato dalla tratto di ferrovia Milano Porta Garibaldi – Milano Certosa e segna il confine con la Bovisa, rappresenta la linea di demarcazione tra il Municipio 8 e il Municipio 9.

Ha la conformazione del tipico quartiere residenziale, ben ordinato, con una serie di piccole palazzine condominiali ai lati del parco e gli edifici più alti affacciati in via Mac Mahon.

Continua la lettura con: I due chilometri di via Mac Mahon

FABIO MARCOMIN

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I palazzi più belli della «via dei nobili» di Milano (Foto)

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Ph. @stellapileci IG

Il corso dei nobili milanesi. Dove si trovano alcuni dei palazzi più belli di Milano. Lo percorriamo da piazza San Babila fino a Porta Venezia. 

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I palazzi più belli della «via dei nobili» di Milano (Foto)

# Corso Venezia: la «via dei nobili» di Milano

Corso Venezia

Corso Venezia è una delle vie più eleganti di Milano: un tempo era infatti la via delle famiglie nobili della città che qui costruirono le loro dimore di grande pregio architettonico ancora oggi rimaste allo splendore originario. Unisce piazza San Babila con Porta Venezia ed è una delle quattro vie che formano il Quadrilatero della Moda, insieme a via Montenapoleone, via della Spiga e via Manzoni.

# Casa Fontana – Silvestri, la più antica di Milano

Casa Fontana-Silvestri è uno dei pochissimi palazzi rinascimentali che sono stati risparmiati dalla distruzione per far spazio ad altre architetture in città. Si trova all’inizio della strada, a pochi metri da Piazza San Babila, in Corso Venezia 10 dove fu costruita nel XII secolo.

Il suo aspetto misto gotico-rinascimentale lo si deve però ai lavori eseguiti alla fine del 1300. Ha avuto numerosi inquilini. Tra i più famosi Angelo Fontana custode della scomparsa Porta Orientale, attigua all’abitazione, che vi ha vissuto quasi fino alla fine del 1400 e motivo per cui la Casa Fontana-Silvestri era chiamata anche “Ca’ del Guardian” e Francesco Fontana, senatore degli Sforza. Tra i proprietari i Pirovano, gli Stampa i Castiglioni e il senatore Silvestri.

Leggi anche: La casa più antica di Milano

# Palazzo Serbelloni, ispirazione dell’Operà di Parigi

Credits iviaggidimeryterry IG – Palazzo Serbelloni

Proseguendo verso Porta Venezia, al civico 16 di Corso Venezia fu uno dei primi palazzi patrizi costruiti e anche uno dei più importanti edifici del neoclassicismo milanese. Al primo piano accoglie una stupefacente sala da ballo dell’epoca nel salone napoleonico, mentre all’esterno fanno bella mostra quattro colonne sormontate da un timpano. Ha ospitato tra gli altri oltre alla famiglia Serbelloni, da cui prende il nome, anche personaggi come Napoleone e Giuseppina Bonaparte, il principe di Metternich, Vittorio Emanuele II e Napoleone III.  Si racconta che la facciata dell’edificio abbia ispirato l’architetto francese Charles Garnier nella realizzazione dell’Opera di Parigi. Palazzo Serbelloni è stato utilizzato come location per “Il Gattopardo” di Luchino Visconti.

Leggi anche: I palazzi più belli di Milano

# Villa Invernizzi e i suoi fenicotteri

Si sviluppa invece tra Corso Venezia, al civico 32 dove si trova l’ingresso, e via dei Cappuccini, la Villa Invernizzi realizzata dal fondatore dell’omonima fabbrica casearia e famosa per il giardino popolato da fenicotteri rosa originari del Venezuela.

Leggi anche: 7 cose che forse non sapete dei FENICOTTERI di Villa Invernizzi, una delle meraviglie più sorprendenti di Milano

# Palazzo Chiesa dalle influenze genovesi

Foto redazione – Palazzo Chiesa

In Corso Venezia 36 Palazzo Chiesa fu costruito a partire dal 1899, al posto dei giardini di un convento di frati Cappuccini soppresso dal governo austriaco, in uno stile eclettico ispirato all’architettura rinascimentale genovese. Sopra il portale d’ingresso c’è un monumentale pronao di ordine dorico che regge il balcone principale del piano nobile.

# Palazzo Saporiti e le 10 statue

Al civico numero 40 troviamo Palazzo Saporiti, edificio storico dalle forme neoclassiche di ispirazione Palladiana. La facciata si caratterizza per grande colonnato in stile ionico che forma la scenografica loggia a tribuna e per 10 statue corrispondenti alla parata degli Dei Consenti a coronare la tribuna su una balaustra.

# Hotel Cipriani, superlusso nella via dei nobili

Foto redazione – Hotel Cipriani

Elegante anche l’edificio, con ingresso su via Palestro, di Casa Cipriani, il nuovo hotel cinque stelle lusso approdato da poco a Milano.

# GAM, la Galleria d’Arte Moderna, e la Villa Reale

Non si può poi non citare la Galleria d’Arte Moderna, sempre su via Palestro, ospitata all’interno del maestoso edificio della Villa Reale di cui una parte del giardino è accessibile dagli adulti solo se accompagnati da bambini inferiori ai 12 anni.

Leggi anche: I GIARDINI SEGRETI di MILANO

# Museo di Storia Naturale, tra Londra e Vienna

Foto Redazione – Museo di Storia Naturale

Il Museo di Storia Naturale, nato nel 1838, è considerato uno dei più importanti musei naturalistici d’Europa. L’attuale sede all’interno dei Giardini Indro Montanelli venne edificata in seguito alla grande Esposizione Nazionale di Milano del 1881 ed è la prima architettura museale italiana in stile neogotico che fa riferimento al British Museum Natural History di Londra, mentre la pianta ad anello riproduce fedelmente la nuova sede del Naturhistorisches Museum di Vienna.

# Planetario Ulrico Hoepli

Il Civico planetario “Ulrico Hoepli” meglio conosciuto come Planetario di Milano, a un centinaio di metri dal museo, è stato invece progettato dal Portaluppi e inaugurato 20 maggio del 1930. Disegnato in forme classicheggianti, è dotato di una grande cupola e la sua struttura a forma ottagonale è stata costruita in muratura continua, con solaio e cupola emisferica in calcestruzzo. La sala di proiezione misura 19,6 metri di diametro per una capienza complessiva di 375 posti facendo del planetario di Milano il più grande in Italia.

Leggi anche: Le curiosità che pochi conoscono sul PLANETARIO di Milano, il più GRANDE D’ITALIA

# Palazzo della società Buonarroti-Carpaccio-Giotto con il più celebre arco residenziale di Milano

Tra gli edifici più riconoscibili c’è sicuramente quello della società Buonarroti-Carpaccio-Giotto, di fronte ai Giardini Pubblici Indro Montanelli, progettato dal Portaluppi in uno stile secessionista e Art déco. Si compone di due corpi simmetrici e contrapposti caratterizzata da un’architettura imponente e su cui spicca un grande arco a tutto sesto che è l’ingresso di un passaggio coperto che attraversa il suo interno.

# Gli edifici di piazza Eleonora Duse

Passati sotto l’arco si arriva in piazza Eleonora Duse dove si viene “accerchiati” da edifici di stili differenti.

Leggi anche: Il QUADRILATERO del SILENZIO e i suoi sei luoghi unici al mondo

# Casa Berri Meregalli

Proseguendo verso destra si arriva in via dei Cappuccini dove, al civico 8, c’è Palazzo Berri Meregalli, un museo di stili diversi a cielo aperto. Progettato dell’architetto Giulio Ulisse Arata e costruito nel 1914 è probabilmente l’edificio più eclettico di Milano. Si mescolano romanico dei mattoni a vista e degli archi, il Gotico, il Rinascimento e il tardo stile Liberty degli affreschi e dei ferri battuti a riccio del maestro Mazzucotelli.

Leggi anche: Berri-Meregalli, il palazzo più eclettico di Milano

# Altri edifici significativi in via dei Cappuccini

# Altri edifici lungo Corso venezia

# Palazzo Bocconi

In Corso Venezia 48 si trova invece Palazzo Bocconi, edificio in stile in neo-manierista, progettato dall’architetto Angelo Savoldi e costruito tra il 1908 e il 1913. La sua sontuosa e imponente facciata imponente servì come dimostrazione dell’avvenuta scalata sociale della famiglia Bocconi. Oggi è sede della Fondazione dell’Università Bocconi che la utilizza per mostre, esposizioni ed eventi. 

# Palazzo Bocconi-Rizzoli-Carraro

Foto redazione – Fondazione Luigi Rovati

Al civico 52 troviamo il Palazzo Bocconi-Rizzoli-Carraro, edificato nel 1871 e che nel corso degli anni numerosi interventi. Oggi di proprietà della della Fondazione Luigi Rovati, ha visto inaugurare nel 2022 il Museo d’Arte che raccoglie opere che vanno dal periodo degli Etruschi al ‘900.

Leggi anche: Il nuovo MUSEO d’ARTE in corso Venezia: da 3.000 anni fa al Novecento

# Torre Rasini

Foto redazione – Torre Rasini

Arrivando alla fine del corso troviamo la coppia di edifici del Palazzo Rasini in marmo bianco, di sei piani, con attaccata una torre di mattoni a vista di dodici piani progettato da Gio Ponti e da Emilio Lancia nei primi anni trenta.

Leggi anche: La TORRE E IL PALAZZO RASINI, il capolavoro a due facce in Porta Venezia

# Caselli daziari

Foto redazione – Caselli daziari

I Caselli Daziari di Porta Venezia chiudono simbolicamente il corso. Si trovano in piazza Oberdan e sono stati realizzati fra il 1827 ed il 1828 su progetto dell’architetto bresciano Rodolfo Vantini e sono in stile neoclassico di ordine dorico con statue, bassorilievi e nicchie.  

Leggi anche: Le 13 PORTE di Milano

Continua la lettura: Le VILLE più BELLE di VIA VENTI SETTEMBRE, la Kensington High Street di Milano

FABIO MARCOMIN

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La «rivoluzione sotterranea»: come rendere bella la metro di Milano

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Credits: Ideogram.ai

La metropolitana di Milano non spicca per bellezza in Europa. Cosa si potrebbe fare per migliorarla? 

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La «rivoluzione sotterranea»: come rendere bella la metro di Milano

# Galleria d’arte sotterranea: il Futurismo scende sulla metro

Credits: paesionline.it – Metropolitana di Mosca

Le stazioni della metropolitana potrebbero essere reinventate come spazi per l’esposizione di opere d’arte. Ispirandosi alla bellissima metropolitana di Mosca, si potrebbero introdurre due innovazioni significative:

  • L’innovazione tecnologica: per quanto possano essere ben controllate, esporre opere d’arte in una stazione della metropolitana sarebbe una mossa molto rischiosa. Le opere potrebbero consistere in fotografie di altissima qualità, o addirittura in riproduzioni di grande maestria, proiettate su schermi di ultima generazione. Volendo, i vetri di protezione potrebbero essere resi compatibili con la tecnologia touch screen per fornire, a richiesta, informazioni sulle opere di cui proteggono le riproduzioni.
  • Un percorso turistico metropolitano: forse Picasso con il Duomo di Milano centrerebbe poco, ma posizionare opere di grandi autori futuristi, come Boccioni, sarebbe più che adeguato e in linea con la grande tradizione milanese. Milano è stata patria di una marea di correnti e artisti: un percorso metropolitano che guidi alla scoperta di nuove opere d’arte potrebbe essere una grande attrazione per i turisti e una novità curiosa per i milanesi. Non solo: si potrebbero pubblicizzare le Grandi Mostre temporanee, lasciando una delle opere in una delle fermate della metro. 

Continua la lettura con: In Russia i TRENI diventano GALLERIE D’ARTE. Un’idea anche per Milano?

# Vagoni modulari con design immersivi: più belli e più comodi

Credits: freepik.com

Il decoro di una stazione passa anche, e soprattutto, dai treni. I treni di Milano risultano spesso vecchi, ma senza il fascino dei tram. Ecco alcune idee per abbellirli e innovarli:

  • Vagoni modulari: i vagoni del futuro potrebbero essere progettati come capsule modulari, che possono cambiare configurazione per adattarsi a diverse esigenze. Questa modularità permetterebbe di creare ambienti variabili all’interno dei vagoni, offrendo esperienze uniche a seconda del momento della giornata o della stagione.
  • Esperienze interattive: Sebbene la realizzazione di treni modulari possa essere costosa, esistono alternative più economiche. Ad esempio, l’introduzione di occhiali per realtà aumentata inclusi nell’abbonamento annuale ATM potrebbe offrire ai passeggeri esperienze immersive, come gallerie d’arte mobili o aree relax con aromaterapia. Ogni viaggio potrebbe così diventare un’avventura unica.
  • Ambienti regolabili: Infine, sedili e pavimenti riposizionabili, insieme a sistemi di controllo ambientale per regolare luci, suoni e temperature, potrebbero migliorare il comfort dei treni. Trovare soluzioni che soddisfino le esigenze di tutti i passeggeri rappresenterebbe una sfida, ma contribuirebbe a rendere la metropolitana di Milano una delle più moderne e accoglienti del mondo.

Continua la lettura con: In Russia i TRENI diventano GALLERIE D’ARTE. Un’idea anche per Milano?

# Biblioteche e giardini in metropolitana?

Credits: Ideogram.ai

Alcune metropolitane del mondo, come Tokyo, Seoul e New York, hanno integrato spazi multifunzionali e architettonicamente gradevoli nelle loro stazioni. Milano potrebbe seguire questo esempio, trasformando alcune stazioni in veri e propri centri culturali. Questi spazi non solo migliorerebbero l’estetica della metropolitana, ma offrirebbero anche un valore aggiunto per i passeggeri, rendendo ogni viaggio più interessante e coinvolgente.

Un’opzione sarebbe integrare biblioteche e caffè all’interno delle stazioni, ispirandosi alla metropolitana di Tokyo. Milano potrebbe includere piccole biblioteche con una selezione di libri e riviste, creando angoli dedicati alla lettura e al relax. Accanto a queste biblioteche, caffè accoglienti potrebbero offrire bevande e snack, rendendo l’attesa più piacevole e produttiva. Questi spazi rappresenterebbero un’opportunità per trasformare la metropolitana in un ambiente dove i passeggeri possono trascorrere il tempo in modo più gratificante.

In aggiunta, si potrebbero creare giardini verticali e spazi verdi urbani nelle stazioni, ispirandosi a progetti simili di altre città. Le pareti verdi e i piccoli giardini all’interno delle stazioni non solo abbellirebbero l’ambiente, ma contribuirebbero anche alla qualità dell’aria e al benessere dei passeggeri. Questi elementi naturali, combinati con installazioni artistiche, renderebbero ogni stazione un punto di riferimento visivamente stimolante e rilassante.

Implementare queste idee potrebbe non solo rendere la metropolitana di Milano più affascinante e accogliente, ma anche trasformarla in un esempio di innovazione e cultura urbana.

Continua la lettura con: 7 città al mondo dove non immagineresti mai che ci sia una metropolitana

MATTEO RESPINTI

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Riparte il «Treno del Foliage»: le date dell’unico treno in funzione solo un mese all’anno

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vigezzinacentovalli.it - Treno del Foliage

Il treno percorre 52 km, attraversando 83 ponti e 31 gallerie, e collega l’Italia alla Svizzera, offrendo viste spettacolari su paesaggi incantevoli. Dai finestrini panoramici si possono osservare i boschi colorati con sfumature vibranti di rosso, giallo e arancione, capaci di creare uno scenario mozzafiato. Un’esperienza imperdibile che si può fare solo un mese all’anno. Ecco le date per il 2024 e tutte le informazioni sui biglietti.

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Riparte il «Treno del Foliage»: le date dell’unico treno in funzione solo un mese all’anno

# Il treno panoramico che in circa 2 ore attraversa 83 ponti e 31 gallerie, tra Italia e Svizzera 

Percorso Treno del Foliage

Anche per l’autunno 2024 torna sui binari il suggestivo “Treno del foliage”. Stiamo parlando della storica linea del percorso della Vigezzina – Centovalli presente dal 1923, da Domodossola in Piemonte a Locarno in Svizzera. Lungo il tragitto il convoglio attraversa ben 83 ponti e 31 gallerie in poco meno di due ore lungo un percorso di 52 chilometri di binari e 24 fermate, oltre i due capolinea, con vedute mozzafiato.

vigezzinacentovalli.it – Treno del Foliage su ponte

Attraversa la Val d’Ossola, la Valle Vigezzo, detta anche “Valle dei pittori” per i suoi scorci pittoreschi, e le Centovalli, così chiamate per via delle numerose valli laterali molto amate dagli escursionisti. Un viaggio romantico e allo stesso tempo adrenalinico.

Leggi anche: I 3 luoghi dove ammirare il più bel foliage nel Nord Italia

# Tra le dieci ferrovie più belle del mondo secondo Lonely Planet

vigezzinacentovalli.it – Treno del Foliage

A certificare l’unicità di questo meraviglioso percorso è stato la famosa guida turistica Lonely Planet che l’ha incoronata tra le dieci ferrovie più belle del mondo e a ragione. Durante il viaggio si può ammirare attraverso i vetri panoramici un paesaggio dai mille colori, con i boschi che si tingono di tutte le tonalità del rosso, giallo e arancione, e alcuni dei paesini più caratteristici dell’alto Piemonte. Uno spettacolo della natura da vivere sugli storici treni bicolori attraverso boschi e vallate selvagge.

# Una visita ai due capolinea: Domodossola e Locarno

Piazza Mercato – Domodossola

Domodossola non è solo celebre per “nomi, cose, animali”, l’unica città italiana che inizia per la “D”. E’ anche città dall’antico fascino medievale, con un centro storico di pregevole fattura, adagiata nel fondovalle del fiume Toce, all’imbocco di sette valli alpine.

Piazza Grande – Locarno (Ph. Hermann – pixabay)

Locarno celebre per il Festival del Cinema, è posta sulla parte svizzera del lago Maggiore. Circondata dalle montagne ha una deliziosa città vecchia con le sue pittoresche viuzze e la suggestiva Piazza Grande. Raggiungibile a piedi c’è anche Ascona, soprannominata la St. Tropez della Svizzera. 

# Le date del 2024 e tutte le informazioni sui biglietti

lacasaviaggiante IG – Centovalli

Il “Treno del Foliage” riparte il 12 ottobre ed è operativo fino al 17 novembre compreso. Le prenotazioni sono già aperte e i biglietti possono essere acquistati online, al prezzo di 36 euro durante la settimana e 40 euro per il sabato e la domenica.

Queste tutte le caratteristiche del ticket:

  • è valido un giorno, diventano due se si pernotta in una struttura presente in uno dei due capolinea;
  • include la prenotazione del posto a sedere (obbligatoria);
  • bambini e ragazzi dai 6 ai 16 anni non compiuti pagano la metà;
  • sotto i 6 anni viaggiano gratis se non occupano un posto a sedere;
  • comprende un viaggio di andata e ritorno Domodossola – Locarno o viceversa;
  • consente una sola fermata intermedia all’andato o al ritorno, da inserire in fase di acquisto, per visitare anche una delle pittoresche località che costellano il percorso ferroviario;
  • il viaggio può iniziare, a libera scelta, da Domodossola o Locarno: per i viaggiatori in arrivo dalla Lombardia, è consigliabile intraprendere il viaggio della Ferrovia Vigezzina-Centovalli partendo dal capolinea svizzero di Locarno, la cui stazione è raggiungibile con il treno diretto TILO RE80 che collega quotidianamente Milano Centrale a Locarno.

Considerando l’elevata affluenza la prenotazione è obbligatoria.

Qui trovate tutte le informazioni necessarie. Oppure si può contattare:

LOCARNO
+41 91 7518731
labiglietteria@centovalli.ch

DOMODOSSOLA
+39 0324 242055
info@vigezzinacentovalli.com

Continua la lettura con: I viaggi in treno più lunghi partendo da Milano

MILANO CITTA’ STATO

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Cavalcavia, ponti, sottopassi: il super piano per 500 interventi entro il 2027

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funksoul71 IG - Cavalcavia Bussa

Non solo maxi riqualificazioni. Milano si prepara a un triennio di cantieri su cavalcavia, ponti e passerelle in tutti i 9 municipi della città. Ecco cosa prevede il dossier della Direzione Mobilità e gli interventi programmati.

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Cavalcavia, ponti, sottopassi: il super piano per 500 interventi entro il 2027

# I 4 obiettivi del dossier della Direzione Mobilità

Life-Of-Pix-pixabay – Cantiere

Milano non è solo maxi riqualificazioni. Ci sono tante infrastrutture esistenti che hanno bisogno di manutenzione. Per questo motivo, terminata la ricognizione nei 9 municipi di cavalcavia, i ponti, le passerelle e altri manufatti, il Comune di Milano tramite la Direzione Mobilità ha realizzato un dossier sugli interventi necessari nei prossimi tre anni. I tempi 

Gli obiettivi previsti da questo super piano da realizzare entro il 2027, salvo che non insorgano intoppi di vario genere, sono:

  • incremento della vita utile delle strutture;
  • miglioramento della fruibilità delle aree pubbliche;
  • miglioramento del decoro urbano;
  • eliminazione dei pericoli.

# 500 manufatti interessati

amarmariani IG – Cavalcavia Bussa

In totale sono 500 i manufatti inseriti nel dossier. Tra questi spicca il cavalcavia intitolato a don Eugenio Bussa, dal quale sia una vista dello skyline milanese di Porta Nuova comprese le due Torri Garibaldi, che «oltre al distacco del copriferro e la presenza di ferri di armatura esposti e ossidati, dalle prove di carotaggio si è riscontrato, in alcuni casi, un grado di carbonatazione del copriferro che compromette l’integrità delle armature; in alcune carote di calcestruzzo si è riscontrata la presenza di cloruri. Tali situazioni potrebbero essere ancora più gravose in corrispondenza dei giunti di dilatazione tra i vari tronchi in quanto le acque di scolo dell’impalcato sono penetrate nel giunto stesso».

Nell’elenco dei cavalcavia da sistemare ci sono quelli, tra gli altri, di: via Marie Curie, via De Marchi, viale Brianza, piazza Carbonari, viale Monza, via Padova, via Sammartini, viale Sarca e via Bassini.

# Tra i ponti ce ne sono 21 nel parco Lambro

Parco Lambro – Andrea Cherchi.jpg

Capitolo ponti. Troviamo quelli di piazza Piccoli Martiri e via Palmanova, 21 nell’area del parco Lambro, colpiti dalle esondazioni del fiume e che dovranno essere rinforzati negli archi o prevedere la sostituzione dei tubi, e altri nel quadrante dei Navigli. In questo caso gli interventi riguarderanno anche tunnel, passerelle pedonali e cavalcavia.

Fonte: Corriere Milano

Continua la lettura con: 7 aree di Milano da riqualificare alla grande

FABIO MARCOMIN

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Le due “Tangenzialine” della Grande Milano

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Tangenziali di Gessate

Una novità che migliorerà la mobilità urbana, agevolando in maniera particolare gli spostamenti casa-lavoro. Il punto sul progetto e sui lavori.

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Le due “Tangenzialine” della Grande Milano

# Le tangenziali che azzerano il traffico

credits: motociclismo.it

Avanza il progetto di completamento dell’anello di tangenziale nel territorio di Gessate, estremo hinterland milanese. Grazie alla realizzazione di queste due nuove “tangenzialine”, la TEEM, un tracciato di 33 chilometri che mette in connessione con A4 Torino-Trieste, A35-BreBeMi e A1 Milano-Napoli, potrà agevolare gli spostamenti casa-lavoro della maggior parte dei milanesi pendolari e fruitori dell’interscambio auto-metro.

# Dimezzati i tempi di percorrenza con due tracciati per un totale di 4,5 km

Tangenzialine Gessate

Queste due piccole tangenziali, nord e ovest, accorciano il tratto Casello Gessate di A58-Teem e la stazione della MM2 con effetto decongestionante sul traffico. Si prevede la connessione di aree ad ovest verso Pessano e la zona industriale direttamente con la ex S.S. 11 Padana Superiore e la S.P. 176 verso Cambiago, così come ad est procedendo verso Basiano sulla S.P. 216, escludendo così il traffico di passaggio dal centro abitato di Gessate. Un tracciato di 4,5 chilometri di direttissima tra il casello di A58-Teem e la fermata della Metropolitana, capace di snellire la circolazione e dimezzare tempi. Dall’attuale quarto d’ora, il tempo di percorrenza diminuirà a ben 7 minuti, in condizioni ottimali di traffico. 

# A settembre 2023 approvato progetto definitivo per il secondo lotto

Tangenziali di Gessate

Il 20 settembre 2023 si è conclusa con parere favorevole la Conferenza dei Servizi per l’approvazione del progetto definitivo della “Variante nord alla S.P. 216 Masate – Gessate – Pessano e variante ovest alla S.P. 176 Gessate – Bellusco in Comune di Gessate – LOTTO 2″. Per la costruzione delle nuove arterie di Gessate, sono stati stanziati 10 milioni di euro da parte di Regione Lombardia e 2 milioni di euro da parte di Città Metropolitana di Milano. Nei primi mesi del 2024 è stata avviata la fase conclusiva per arrivare a concludere l’anello di tangenziali a nord del territorio comunale.

Continua la lettura con: La corsia dinamica sulla tangenziale si “allunga”

Articolo di SELENE MANGIAROTTI aggiornato dalla redazione

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Ufficiale: Tramlink in arrivo! Quando entrano in servizio i nuovi tram super tecnologici di Milano

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Il nuovo tram Atm Tramlink in deposito Precotto

All’inizio di quest’estate ci eravamo chiesti che fine avessero fatto i tram bidirezionali Tramlink. Primi test partiti a maggio 2023, attesi in servizio per l’estate dello stesso anno e poi ancora prima dell’inizio del 2024. Nessuna data è stata però rispettata, ma ora dovrebbe mancare poco per vederli girare sui binari della città. Ecco come sono fatti e quando è programmato il primo viaggio.

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Ufficiale: Tramlink in arrivo! Quando entrano in servizio i nuovi tram super tecnologici di Milano

# La prime prove tecniche notturne per il nuovo tram a maggio 2023

Prove in linea notturne tram Atm Tramlink

Dalla prima prova tecnica notturna è passato oltre un anno e mezzo. La vettura “Tramlink” numero 7201, parte del parco degli 80 tram di nuova generazione prodotti nello stabilimento Stadler di Valencia, ha infatti iniziato a circolare sui binari cittadini a maggio 2023. I test sono serviti a misurare le prestazioni e le funzionalità dei sistemi di controllo di guida e di sicurezza, mentre di girono sono stati effettuati check up a 360 gradi con verifiche a tutti i dispositivi elettronici e meccanici, dalla cabina di guida agli impianti di videosorveglianza. L’alto livello tecnologia e la doppia ha però richiesto molti più controlli e test rispetto ai classici tram e questo è stato uno dei motivi del ritardo della messa in esercizio. 

Leggi anche: I Tramlink bidirezionali: che fine hanno fatto i nuovi tram milanesi?

# Attesi nell’estate 2023, poi prima dell’inizio del 2024, ma questi intoppi ne hanno fermato la messa in servizio

Il nuovo tram Atm Tramlink in uscita dal deposito

I nuovi tram avrebbero dovuto circolare già nell’estate 2023, poi a ottobre 2023 e infine entro l’ultimo mese dell’anno, ma oltre alla maggior durata richiesta nei test ci sono stati alcuni imprevisti che al momento non hanno ancora consentito di vederli in servizio. In primis perché è necessaria la percorrenza di 5.000 km senza guasti come richiesto da Ansfisa, l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali, e tutte le autorizzazioni del caso. Poi una serie di problemi tecnici, tra cui a quanto pare la difficoltà di trazione sul cavalcavia Grassi con la vettura rimasta ferma in salita per mancanza di corrente, come spiegato nel gruppo facebook “I tram di Milano”. Finalmente però i test si sono conclusi e si attende il via libera ufficiale.

# Le caratteristiche dei Tramlink

Nuovo tram Atm Tramlink dettaglio cabina guida

Ma come sono fatti i nuovi tram? Si caratterizzano per la caratteristica livrea giallo Milano e sono due i modelli approvati: quelli lunghi 25 metri con tre carrozze e quelli lunghi 35 metri con cinque. Per i primi è stato fatto un ordine nel 2019 di 80 mezzi, di cui 60 già acquistati, con un secondo nel 2023 se ne prevedono un massimo di altri 50 tram, di cui ordinati 14 veicoli ad alta capacità. Dei primi 80 mezzi previsti, infatti, 18 verranno impiegati sulla futura metrotranvia Milano-Seregno FS in costruzione.

Il nuovo tram Atm Tramlink in deposito Precotto

Queste le caratteristiche nel dettaglio:

  • il primo tram urbano bidirezionale di Milano, consentendo l’inversione di marcia in caso di necessità e di realizzare nuovi capolinea occupando meno superficie, eliminando la necessità di costruire l’anello di binari;
  • pianale ribassato per garantire massima accessibilità, il primo tram urbano bidirezionale di Milano, 
  • resistenti alla corrosione;
  • a bordo un sistema di videosorveglianza con 10 telecamere interne monitorate dalla centrale Security di Atm;
  • dotati anche di un sistema di infomobilità in tempo reale e schermi che indicano fermate, percorso e informazioni sulla mobilità cittadina
  • prese USB per ricaricare gli smartphone;
  • sistema di climatizzazione.

# Quando e su quale linea è previsto il primo viaggio

Linea 31

Per vederli circolare sui binari mancano solo le autorizzazioni necessarie, attese nei prossimi mesi. Entro la fine del 2024 dovrebbe quindi avvenire il primo viaggio sulla linea 31, che collega la fermata di Bicocca M5 al Comune di Cinisello Balsamo. I tram di nuova generazione andranno poi progressivamente a rimpiazzare tutti quelli più datati, eccetto le 125 storiche vetture Carelli, per migliorare l’accessibilità e il comfort della rete milanese ma di quella extraurbana.

Fonte: Repubblica Milano

Continua la lettura con: Quel pasticciaccio brutto della M3 fino a Paullo: MM e Regione Lombardia divise sul progetto

FABIO MARCOMIN

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La «Rivoluzione di Via Padova»: dal Tunnel Boulevard alle 8 nuove piazze

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Riqualificazione via Padova

Il concept di città dei 15 minuti si applica a Via Padova, oggetto di una profonda trasformazione, in continuità con gli interventi già realizzati e con il progetto “LOC” che riguarda anche il futuro piazzale Loreto. Si prevede la creazione di “8 nuove piazze”, la piantumazione di 230 alberi e l’ampliamento dei marciapiedi con l’uso di granito. Ecco nel dettaglio le opere previste e i tempi di completamento.

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La «Rivoluzione di Via Padova»: dal Tunnel Boulevard alle 8 nuove piazze

# Avviata la rigenerazione di tutti i 2 km della via e dei passaggi pedonali del tunnel ferroviario

Credits: Comune di Milano – Fasi di intervento via Padova

Un intervento che segue la logica della città dei 15 minuti adottata dal Comune di Milano da altre città europee, come Parigi. Nato e sviluppatosi attraverso il Bilancio partecipativo, il progetto di trasformazione di via Padova ha previsto un investimento complessivo di 10 milioni di euro, per metà coperto dalle risorse del Patto per Milano. I primi cantieri si sono aperti nel 2023.

# La rivoluzione slow: la strada a 30 all’ora

Credits: blog.urbanfile.org da via Anacreonte a via Arici

L’intero tratto di due chilometri di via Padova, compreso tra via Arici, nei pressi di Crescenzago, e via Giacosa, è coinvolto nei lavori di riqualificazione urbanistica. Questa area fa parte di una più ampia zona con limite di velocità a 30 km/h, che si estende da piazzale Loreto fino a Crescenzago Nord. Gli interventi puntano a ridurre lo spazio riservato al traffico automobilistico, ampliando quello destinato ai pedoni e ai cittadini.

# Il progetto del Tunnel Boulevard e la riqualificazione di altri sottopassi ferroviari

Credits: Urbanfile – Sottopasso ferroviario

L’inizio della riqualificazione ha avuto origine con il progetto Tunnel Boulevard, realizzato grazie a un patto di collaborazione e al supporto della Fondazione Cariplo. Il progetto prevede la trasformazione dei passaggi pedonali sotto il sottopasso ferroviario in una galleria d’arte pubblica.

La prima fase del progetto Tunnel Boulevard è stata inaugurata nel dicembre 2021 con una mostra di poster art dell’artista Pablo Pinxit, esposta nei tunnel di via Padova. Le opere affrontano temi legati a culture, questioni sociali, attualità, ambiente, arti, letteratura e filosofia, e sono parte del progetto intitolato “Via Padova come il mondo”. La direzione artistica di questa esposizione è stata curata da Christian Gangitano, concepita come un diario di viaggio.

Credits tunnelboulevard Fb – I tunnel che verranno riqualificati

Nel progetto complessivo è inclusa la riqualificazione di altri quattro sottopassi ferroviari, fino all’intersezione con viale Monza, anche se i tempi di realizzazione sono incerti.

# 8 nuove piazze, 230 alberi e marciapiedi allargati e in granito

Riqualificazione via Padova

I primi interventi sono già stati eseguiti e includono la realizzazione di nuovi parcheggi, previsti all’incrocio con via Ancreonte e lungo le vie Esterle e Cambini, che diventeranno a senso unico per compensare i posti auto eliminati su via Padova. Inoltre, è previsto un aumento delle aree verdi.

Credits Comune di Milano-MM – Via Padova – Giacosa

L’allargamento dei marciapiedi rappresenta uno degli elementi chiave della trasformazione di via Padova. Finora, i marciapiedi sono stati asfaltati fino a via Fanfulla da Lodi, mentre nel tratto successivo sono stati rifatti con lastre di pietra e cubetti di granito. Inoltre, sono stati parzialmente piantati 230 alberi, tra cui magnolie, ginkgo biloba e corbezzoli greci, collocati in grandi vasi. Complessivamente, saranno riqualificati 22 incroci e realizzati 35 attraversamenti pedonali rialzati.

Alcuni incroci vedranno la creazione di nuovi spazi pedonali, arricchiti con aree verdi e panchine, dando vita a “otto nuove piazze di quartiere” per migliorare la sicurezza dei pedoni e favorire la socialità. Inoltre, è stato rimosso il parcheggio taxi di fronte alla chiesa di San Crisostomo, sostituito con un maggiore numero di alberi.

# Il punto sull’avvio dei cantieri e quando è prevista la conclusione dei lavori

Ipotesi di sedute via Padova

La partenza dei lavori è avvenuta all’inizio del 2023 e prevedono una durata approssimativa di 185 giorni

Urbanfile – Aggiornamento cantiere via Padova settembre 2024

I cantieri procedono a rilento. Attualmente è attivo quello nel tratto da via Giacosa a via Leonardo Cambini, di fronte alla chiesa di San Giovanni Crisostomo, dove sono stati rifatti i marciapiedi in pietra e posati i grandi vasi per la piantumazione delle alberature.

Urbanfile – Cantiere Via Padova

Il lato pari della via è stato quasi completato, mentre quello sul lato dispari è in piena attività.  

Urbanfile – Vasi con rifiuti in via Padova

Purtroppo si intravede quello che potrà essere lo stato futuro della via: marciapiedi già sporchi vasi pieni di rifiuti, ancora prima di essere arricchiti da piante. Per quanto riguarda la consegna definitiva della via riqualificata, questa non avverrà probabilmente prima del 2025. 

Continua la lettura con: 7 aree di Milano da riqualificare alla grande

FABIO MARCOMIN

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I 10 sogni proibiti dei milanesi

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Chi è di Milano non si accontenta mai. Aspira al massimo, è insoddisfatto, vuole sempre fare qualcosa di nuovo per vincere la noia. Una via di mezzo tra Donald Trump e il puffo brontolone. Questi sono i 10 sogni proibiti che ogni milanese vorrebbe fare almeno una volta nella vita.

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I 10 sogni proibiti dei milanesi

# Come Dick Dastardly sulla Serravalle Genova

Il milanese considera l’introduzione del tutor sulla Serravalle Genova come un crimine contro l’umanità. Per fortuna pare che non funzionino. Quindi, passata l’uscita di Serravalle di Serravalle molti sognano di premere sul gas sfidando le altre auto in una gara stile Dick Dastardly. «Muttleeeeey. Fai qualcosa!!!!!»

Leggi anche: 7 curiosità sulla Genova Serravalle

# Aprire un chiosco a Formentera

Ognuno di noi lo ha pensato, almeno una volta nella vita. Di solito dopo essere stato trattato a pesci in faccia da un cliente o dal principale.

# L’attraversata dell’oceano in barca a vela

Credits samboat.it – Barca a vela

Santa – New York in meno di due giorni, taaac!

# La transiberiana

Non si può mancare di provare la più lunga ferrovia del mondo. Di questi tempi un sogno ancora più proibito. 

# Trasferirsi in Australia

Brisbane, Milano
Brisbane, Milano

Per disperazione o come minaccia è un’altra frase tipica del milanese. Ciò che attrae dell’Australia è poter svolgere i lavori più umili, come raccogliere frutta in una fattoria o pulire i cessi di un ostello, sentendosi però molto fighi.

# Fare il giro del mondo

I sogni dei milanesi riguardano quasi sempre un viaggio, o comunque andarsene via. Il massimo è un giro del mondo in stile Jules Verne. Forse no, meglio in prima classe.

# Farsi la barca

Credits: nautica.news

E poi imprecare perché costa troppo.

# Prendersi un anno sabbatico

Il sogno dei sogni. Levare le tende per un anno. Via a vivere in giro per il mondo esperienze estreme. Sapendo che più te ne vai da Milano e più ti riassale la voglia di ritornarci.

# Fare la Parigi Dakar o la Marathon de Sable

Runner

Il milanese è un grande sportivo. E sogna sempre il top. Prima o poi la farà, la Parigi Dakar, anche se ora il fatto che si faccia in Sudamerica suona un po’ da sfigati. La Marathon de Sable è invece per uomini e donne vere. Giorni di corsa sul deserto potendo contare solo su se stessi. Nessuno la fa ma quasi tutti quelli che corrono al parco ogni tanto ci pensano.

# Mettersi in proprio

credit: businesstoday.in

Il milanese è nato imprenditore anche se fa il dipendente comunale. Prima o poi ci pensa: mettersi in proprio. Poi basta che si documenti su burocrazia e tassazione e gli scappa la voglia.

Continua la lettura con: L’isola dei sogni in vendita in Lombardia

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La rivoluzione dei grattacieli di legno: la nuova frontiera per Milano?

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Ph. credits: studio motterle

La rivoluzione dei grattacieli in legno è in atto. La prova che il legno può essere un’alternativa valida e sostenibile al cemento e all’acciaio ora c’è. Come potrebbe in futuro questo tipo di materiale impattare su Milano? I 5 perché del legno come materiale nell’edilizia, i 5 più grandi esempi internazionali di architettura multipiano e 5 aree milanesi in cui sarebbe auspicabile un intervento di questo tipo.

La rivoluzione dei grattacieli di legno: la nuova frontiera per Milano?

# Se Milano diventasse di legno? 5 motivi per convertirsi e i quartieri dove farlo

Ph. credits: studio motterle

L’industria delle costruzioni in cemento è responsabile di oltre un terzo delle emissioni totali di carbonio e produce un terzo dei rifiuti in tutto il mondo. 
Si quantificano in 3 miliardi le persone che richiederanno soluzioni abitative entro il 2030, anche in città in cui mancano spazi edificabili. Ecco perché l’unica soluzione accessibile è l’edilizia multipiano con materiali ecologicamente sostenibili.

# I 5 perchè del legno nell’edilizia moderna

#1 Perchè il carbonio assorbito dagli alberi nella loro vita rimane incorporato nel legname durante il suo utilizzo. E il legname può essere riutilizzato e riciclato diverse volte prima di essere scartato come biomassa per produrre energia. Vari studi sostengono che 1 metro cubo di legno può immagazzinare più di una tonnellata di anidride carbonica.
Per esempio, gli sviluppatori del complesso di appartamenti Ascent di Milwaukee affermano che, in termini di inquinamento, la quantità di legno usata per il progetto equivale all’eliminazione di 2.100 auto dalla strada.

#2 I grattacieli di legno sono più leggeri di quelli in cemento, hanno fondamenta meno profonde e un impatto ambientale minore: ciò consente una maggior velocità costruttiva.

#3 Gli edifici costruiti in legno hanno ottime caratteristiche in termini di resistenza sismica, durabilità, prestazioni energetiche, di resistenza al fuoco. I sostenitori di questa nuova tendenza costruttiva sostengono che in caso di incendio il legno è più sicuro perchè brucia in modo più prevedibile.

#4 La ricerca in termini di vivibilità degli interni ha dimostrato che essere in ambienti organici può avere una serie di benefici sulla salute. Uno studio austriaco del 2010 ha scoperto che gli studenti nelle aule in legno erano più rilassati e dormivano meglio di quelli nelle stanze costruite con materiali tradizionali.

#5 I passi in avanti nell’ingegneria del legno sono tanti, basti pensare alle innovazione come il CLT (legno lamellare a strati incrociati), il LVL (legno lamellare per impiallacciatura) e il glulam (legno lamellare a colla), tanto che i costi sono più o meno equiparabili a quelli del cemento.
Inoltre, i risparmi possono essere trovati in altri modi: la capacità di prefabbricare o costruire componenti in legno significa che altri costi di costruzione possono diminuire, un cantiere più snello e più veloce è anche più economico, dare alla luce un edificio in tempi più brevi significa monetizzare prima e ottenere un ritorno sugli investimenti più rapidamente.

# 5 esempi internazionali

Ph. credits: infobuidenergia

#1 Torre Mjøstårnet, Norvegia
Situata a Brumunddal, è alta 18 piani e contiene appartamenti, spazi per uffici e il Wood Hotel.
#2 HoHo, Austria
L’edificio a uso misto si trova a Vienna, ha 24 piani ed è alto oltre 70 metri.
#3 Residenza per studenti, Canada
A Vancouver, presso la University of British Columbia, si trova una struttura di 18 piani, terminata in poco più di due mesi nell’estate del 2017, grazie a una struttura in pannelli prefabbricati.
#4 Complesso residenziale FORTE, Australia
Sorto a Melbourne, vanta 12 piani e una struttura in X-lam, costituita da 760 pannelli.
#5 Cross Lam Tower, Italia
A pochi passi dal mare, sorge una struttura di 12 piani realizzata secondo i principi della bioarchitettura.

# I quartieri di Milano da riconvertire al legno

Ph. credits: zeroeu

Ma quali potrebbero essere le aree interessate da interventi architettonici di questo tipo? Dove far sorgere grattacieli in legno avrebbe senso?

Ecco 5 ipotesi:

#1 Le aree che coinvolgono la riqualificazione degli scali ferroviari, dove previsti interventi residenziali, come per esempio lo Scalo Greco-Breda. L’Innesto è il progetto di housing sociale collaborativo e sostenibile e un nuovo modo di abitare a zero emissioni, che già prevede l’uso del legno per la realizzazione di solai e tamponamenti e per gli interni potrebbe prevedere una riduzione ancora più consistente dell’uso del cemento armato previsto per travi e pilastri.

#2 Le case popolari Aler dei quartieri più degradati, come Giambellino, San Siro-Selinunte, Mecenate e Quarto Oggiaro, da far rivivere con un progetto di riqualificazione, integrazione sociale e collaborazione, con standard di vita più elevati per i residenti e per l’intera città, a fronte di graduatorie efficaci e tutelative.

#3 Il primo tratto di via Imbonati. Se l’area che ha accolto la Giax Tower, la torre residenziale sorta dietro il Maciachini Center, ha cambiato aspetto e identità, un intervento di questo tipo potrebbe bonificare l’intero tratto della via, in gran parte ancora degradata, ma ad un passo dal quartiere Isola e dall’ex scalo Farini, prossimo alla trasformazione.

#4 Il tratto di Corso Lodi non coinvolto dalla riqualificazione dell’ex scalo ferroviario di porta Romana. Nonostante la vicinanza alla metropolitana questa è l’area in cui si concentrano meno gli interessi, mentre un progetto ecosostenibile e di grande impatto architettonico potrebbe far brillare la zona.

#5 La zona Stephenson dove un intervento di grande impatto architettonico rappresenterebbe un ottimo anello di congiunzione tra l’area Expo con lo Human Technopole, il centro di ricerca high-tech e Roserio, Villapizzone e Bovisa, tre zone che verrano coinvolte dall’influsso del maxi progetto, ma che ancora non hanno ricevuto le giuste attenzioni.

Continua la lettura con: Il quartiere delle Olimpiadi

BARBARA VOLPINI

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I 7 colli di Milano

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Credits Andrea Cherchi - Parco Portello dall'alto

Non solo Roma. Anche Milano vanta 7 magnifici colli.

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#1 Monte Stella: frutto della guerra e dell’amore

7 colli

 

 

 

 

 

 

Conosciuta anche come Montagnetta di San Siro, è forse il più conosciuto tra i colli milanesi. Si trova nella zona nord-ovest della città, precisamente nel quartiere QT8.

Fu costruita artificialmente con l’accumulo di detriti e macerie a seguito dei bombardamenti che colpirono Milano nella Seconda Guerra Mondiale. Il progetto fu affidato all’architetto Piero Bottoni che dedicò la montagnetta alla moglie Elsa Stella. Ancora oggi ne conserviamo il nome originario. Con i suoi 50 metri, anche se il progetto originario ne prevedeva il doppio, è il punto più alto della città. Infatti, nei giorni più limpidi si può facilmente osservare la città, l’hinterland, parte dell’Arco Alpino e parte dell’Appennino.

tramonto monte stella
tramonto monte stella

Curiosità: Per tre inverni consecutivi, 1982-83-84, la Montagnetta fu dotata di impianti di risalita, illuminazione e neve artificiale e una pista da sci di 250 metri.  Qui nel 1984 il celebre sciatore Alberto Tomba vinse lo slalom della gara chiamata “Parallelo di Natale”.

Campionati italiani di sci al Monte Stella

Leggi anche: Il Monte Stella: una storia d’amore gli dà il nome

#2 La Collina dei Ciliegi (Bicocca)

7 colli

 

 

 

 

 

 

Anche chiamata Collina dei Ciliegi. È una collinetta artificiale alta circa 25 metri, eretta a ovest del quartiere Bicocca con parte dei detriti di scavo della ristrutturazione della Pirelli.

La collinetta oggi è un parco attraversato da un percorso elicoidale e da una rampa di scale che portano fino alla cima. I versanti sono ricchi di vegetazione, alberi e arbusti. Ma non solo. La grande caratteristica, come suggerisce il nome, è che la maggior parte degli alberi piantumati sono ciliegi che danno fiori di diversa varietà e colore creando un ambiente molto suggestivo ed affascinante nel periodo della fioritura.

#3 Il Colle Zen e il viaggio nel tempo del Portello

7 colli

 

 

 

 

 

 

Si trova nell’area milanese del Portello che per oltre 100 anni ha ospitato la celebre industria automobilistica Alfa Romeo da cui nel 2015 il parco ha preso il nome.

Il parco segna l’ingresso nella città per chi arriva da nord ed è davvero difficile non rimanerne affascinati. Ha infatti forme molto particolari che lo rendono per molti il parco più zen di Milano. Si sviluppa su tre alture, chiamate “sculture verdi”, di diversa quota collegate da un percorso chiamato “TimeWalk” proprio perché le diverse alture rappresentano le varie scansioni del tempo: la Preistoria, la Storia, il Presente e il tempo individuale.

A queste creazioni circolari si affianca una geometria ricca e articolata con cerchi, archi e spicchi di luna che caratterizzano per esempio le pavimentazioni.

Leggi anche: Le mille facce del Portello

#4 Colle di San Colombano, emerso dal mare

7 colli

 

 

 

 

 

 

Famoso per la coltivazione delle viti sui suoi versanti sempre esposti al sole, il colle fa parte del comune San Colombano al Lambro della città metropolitana di Milano.

Si erge tra le sponde del fiume Lambro e del Po e secondo alcuni studi è solo il residuo di un rilievo ben più alto, ma poi eroso ai lati dai due fiumi. Altri studi, forti del ritrovamento sul colle di alcune conchiglie e coralli, sostengono che sia emerso dal mare tra i 5 e 20 milioni di anni fa.

Curiosità: ogni anno, tra la fine di agosto e gli inizi di agosto, viene qui organizzata una sessione di Birdwatching, ovvero un’occasione per i più appassionati di conteggio degli uccelli migratori minori che transitano da questa zona dalle temperature favorevoli partendo dalla Scandinavia per arrivare in Africa.

Leggi anche: San Colombano: la colonia di Milano

 

#5 Monte Tordo: nel cuore di Milano

7 colliFacilmente riconoscibile dalla statua di Napoleone posta sulla sua cima, Monte Tordo è la celebre altura situata all’interno del parco Sempione, dove oggi si trova anche la Biblioteca Rionale.

Curiosità: da qui, partiva la prima seggiovia “urbana” che fu realizzata a Milano nel 1951 in occasione della IX Triennale. Una vignetta della Domenica del Corriere ritrae una coppia a bordo della seggiovia.

(fonte: www.mountcity.it)

#6 Piazza Carbonari: il colle della Maggiolina

7 colli

 

 

 

 

 

 

 

Si tratta di una piazza sopraelevata, creata artificialmente nel 1912 per permettere la continuità della Circonvallazione delle Regioni scavalcando la ferrovia. In foto è la collinetta in basso.

Oggi la piazza è un esempio eccellente di riprogettazione urbana. La sua messa a nuovo è avvenuta nel 2012, esattamente 100 anni dopo la sua costruzione: è stata aumentata la superficie dedicata al verde ed è stata realizzata una pista ciclabile in ordine e simmetria con i nuovi parcheggi.

Leggi anche: 10 cose da vedere nella Maggiolina: il quartiere dell’architettura sperimentale

#7 Monte Tabor e le prime montagne russe di Milano

7 colli

 

 

 

 

 

 

Lo si trova in Via Caldara. È un’altura di pochi metri costruita con i resti, le pietre e la terra delle Mura Spagnole.

Era uno dei luoghi più famosi e frequentati nella Milano degli anni Venti dell’Ottocento perché proprio su questa altura vi era un’Osteria e un Luna Park che ospitò le prime montagne russe di Milano. Inutile dirlo, l’attrazione riscosse un forte successo soprattutto tra i giovani che qui vi trovavano compagne anche per avventure di una notte. Fu poi fatto chiudere dalla polizia austriaca per motivi di decoro.

Continua la lettura con: VIA GEROLAMO MORONE: da Manzoni a Madama Butterfly la strada al centro della storia di Milano

LETIZIA DEHÒ

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