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La «CityLife di periferia»: il quartiere delle Olimpiadi a Milano

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Credits: ideogram.ai

Il quartiere Santa Giulia, ex area industriale, ambisce a conquistare un posto nella lista delle zone che, come CityLife, rendono Milano una città d’avanguardia. L’occasione ghiotta sono le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026

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La «CityLife di periferia»: il quartiere delle Olimpiadi a Milano

# Il quartiere dei Giochi Olimpici

Credits: amat-mi.it

Per Santa Giulia le Olimpiadi sono una grande opportunità, ma anche un rischio. Il quartiere è al centro di un radicale processo di riqualificazione proprio in vista dei Giochi Olimpici e si candida a essere il luogo dove avranno luogo appuntamenti culturali e di intrattenimento collegati con la manifestazione. Non bisogna però limitarsi a vedere Santa Giulia solo come il quartiere “usa e getta” delle Olimpiadi. Come potrebbero le Olimpiadi diventare un volano per il quartiere, come è successo con Expo a Milano?

# Le Olimpiadi come trampolino di lancio per il quartiere

MCA_Milano Santa Giulia_birds-eye view_Visual by MCA VIsual

A partire dalla competizione sportiva, in tutta l’area potrebbero sorgere centri avanzati che sfruttino tecnologie d’avanguardia per il monitoraggio delle prestazioni fisiche. Certo, si partirebbe con gli atleti delle Olimpiadi, ma ai residenti (e a tutti i cittadini di Milano) rimarrebbero in eredità strutture para-sanitarie di altissimo livello.

Anche le palestre, i campi da gioco e i centri fitness, costruiti per la competizione del 2026, potrebbero essere dotati di sensori intelligenti e realtà aumentata, per offrire feedback in tempo reale agli atleti. Certo, queste strutture potrebbero non essere immediatamente utili per i cittadini, ma chi dice che, con simili innovazioni, gli atleti di tutto il mondo non possano scegliere Santa Giulia per allenarsi?

Il cuore pulsante della rinascita di Santa Giulia sarà il PalaItalia. Fortunatamente, non sarà progettato solo come arena per gli eventi olimpici, ma come struttura permanente che possa ospitare una varietà di discipline. Con il Pala Italia, connesso ai centri sportivi intelligenti, forse Santa Giulia potrebbe persino competere con San Siro.

Continua la lettura con: MILANO CORTINA: quando era anche un TRENO. Perché non RIPRISTINARLO per le OLIMPIADI?

# Dopo le Olimpiadi: We Are MSG, una comunità viva

Credits: primochef.it

Un altro elemento chiave della trasformazione di Santa Giulia è il progetto We Are MSG, che, attraverso un programma biennale di eventi e iniziative, mira a generare coesione sociale attorno al quartiere.

Il progetto è interessante proprio perché parte dalle Olimpiadi per costruire una nuova identità. Iniziative di valore che potrebbero essere implementate includono:

  • Museo dello Sport e dell’Industria: il retaggio industriale del quartiere sarebbe rivalutato attraverso un Museo dello Sport e dell’Industria, un centro culturale immersivo, magari con stanze che simulino le competizioni del passato. Questo luogo potrebbe anche ospitare mostre temporanee in occasione delle Olimpiadi, aggiungendo valore alla zona.
  • Laboratori urbani di intelligenza artificiale: questo polo tecnologico avanzato potrebbe ospitare una serie di laboratori, aperti a residenti e cittadini di Milano, dedicati alla sperimentazione con l’intelligenza artificiale. Gli studenti, i ricercatori e gli appassionati potrebbero lavorare insieme su progetti IA per risolvere problemi quotidiani. Le potenzialità per la nascita di start-up legate all’idea di smart city sarebbero molto ampie.
  • Villaggio culinario multiculturale: insieme all’avanguardia tecnologica e all’ipotesi di atleti da tutto il mondo, non può mancare l’idea di uno spazio dedicato alle nuove esperienze gastronomiche. Il progetto potrebbe svilupparsi in collaborazione con le comunità straniere già presenti sul territorio e, soprattutto, in base alla provenienza degli atleti internazionali che potrebbero scegliere Santa Giulia per allenarsi. Da qui, potrebbe nascere un mercato multietnico con laboratori di cucina, showcooking e degustazioni, un’area ancora poco sviluppata a Milano.

Continua la lettura con: Sport, musica e tempo libero: le OPERE che TRASFORMERANNO il quartiere di SANTA GIULIA

# Il trasporto merci del futuro: medicine via drone?

Credits: trasportivirdo.it

Una rivoluzione urbana non è tale se non pensa anche ai trasporti. A Santa Giulia si potrebbe sperimentare (per la prima volta a Milano) un sistema di droni per il trasporto leggero.

I droni, alimentati da energia solare e dotati di intelligenza artificiale, potrebbero trasportare piccole merci, come medicinali e integratori, o documenti come esiti di analisi mediche. L’utilizzo dei droni ridurrebbe la necessità di veicoli tradizionali, migliorando l’efficienza logistica e contribuendo alla sostenibilità urbana.

Continua la lettura con: Taxi volanti tra Lombardia e Canton Ticino: nasce il primo vertiporto

Santa Giulia è pronta a rinascere come zona di avanguardia tecnologica, sportiva e culturale. Con il progetto We Are MSG e le innovazioni in ambito trasportistico, sportivo e gastronomico, il quartiere potrebbe diventare un modello internazionale di innovazione urbanistica, contribuendo a proiettare Milano come esempio europeo di città all’avanguardia.

Continua la lettura con: Un nuovo BUSINESS DISTRICT cambia il volto di SANTA GIULIA. Sarà la CityLife della periferia?

MATTEO RESPINTI

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Quel pasticciaccio brutto della M3 fino a Paullo: MM e Regione Lombardia divise sul progetto

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L’inaugurazione di tutta la M4 rischia di essere un lampo nel buio. Non è, infatti, un buono momento per i nuovi lavori della metropolitana di Milano. Il bando per portare la M1 verso Baggio è da rifare, quello per estendere la M5 fino a Monza è in attesa perchè mancano circa 400 milioni di euro di fondi per realizzare l’opera. Sul fronte M3 si attende invece da oltre 30 anni di allungarla fino a Paullo. Finalmente la situazione sembrava sbloccata, con la scelta di un percorso misto metro/metrotranvia, ma Regione Lombardia vuole rivedere l’ultimo progetto di MM con i sindaci interessati dall’infrastruttura. Vediamo il punto sul progetto. 

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Quel pasticciaccio brutto della M3 fino a Paullo: MM e Regione Lombardia divise sul progetto

# Da oltre 30 anni si attende l’estensione della linea gialla fino a Paullo

Credits: wikipedia.org – Linea M3

Dopo anni di stasi, nel 2022 erano stati destinati 5,5 milioni per la redazione del PFTE, il progetto di fattibilità tecnico economico, per prolungare la linea M3 in direzione di Paullo. Un’opera attesa da oltre 30 anni, con diversi tentativi andati a vuoto, e con l’ultimo progetto, realizzato da MM presentato dal Comune di Milano al Ministero dei Trasporti, da far partire nei prossimi anni. 

# Il tracciato elaborato da MM: 15 km di linea tra metro e metrotranvia

Tracciato M3 fino a Paullo

Nel dettaglio si prevede la prosecuzione del tracciato della M3 in una doppia modalità: circa 15 km, suddivisi tra metropolitana e metrotranvia. La prosecuzione come metro è di di 4,4 km con due nuove fermate: San Donato-De Gasperi e Peschiera Sud.

Da quest’ultima stazione partirebbe un servizio di metrotranvia, in sede protetta, di 10,9 km e 8 fermate: Peschiera Sud, Peschiera Bettola, Pantigliate-Vigliano, Mediglia Mombretto, Settala-Caleppio. Le ultime 3 fermate nel comune di Paullo con Paullo Centro, Paullo Conterico e Paullo TEEM all’intersezione con la Tangenziale Est Esterna. La frequenza della tratta in metrotranvia sarebbe di un mezzo ogni 7,5 minuti, con velocità commerciale dei tram di 30 km/h.

# Un investimento complessivo salito da 700 a 850 milioni di euro 

Credits hopefulbeers IG – Linea M3

Per realizzare tutto il progetto era stato stimato un investimento complessivo pari a 700 milioni di euro, di cui 435 milioni per la tratta di metropolitana e 265 milioni per la tratta di metrotranvia. L’importo è salito nel frattempo a 850 milioni di euro a causa dell’aumento dei costi delle materie prime e delle energie, e non detto che non lieviti ulteriormente.

# Attesa per i risultati dell’analisi costi-benefici, lo studio di fattibilità non prima del 2025

La prima delibera regionale, che stanziava parte dei fondi per lo studio di fattibilità, è del 2017. Alla fine del 2023 era attesa la conclusione dell’analisi costi-benefici, della quale al momento non sono stati pubblicati i risultati, mentre nelle intenzioni del Comune di Milano lo studio di fattibilità tecnico-economica elaborato da parte di Mm Spa dovrebbe arrivare entro il 2025 per dare avvio ai lavori nel 2028. C’è però chi non è d’accordo.

# Regione Lombardia non è accordo: previsto incontro con i sindaci per portare la metropolitana fino a Mediglia

Credits lombardianotizie IG – Palazzo Lombardia

Quando tutto sembrava puntare verso un progetto misto metro/metrotranvia, l’Assessore ai Trasporti di Regione Lombardia, Franco Lucente, ha dichiarato la sua contrarietà, come riportato a fine agosto da “Il Cittadino”: «A me non piace il prolungamento con una metropolitana leggera fino a Paullo: o la si porta all’interno delle città, altrimenti non ha senso». La sua intenzione è realizzare un percorso più breve, fino a Vigliano di Mediglia, ma tutto come metropolitana. In totale le fermate di metro salirebbero da due a quattro. 

M3 fino a Vigliano

Entro la fine di settembre dovrebbe esserci un incontro con tutti i sindaci dell’asse della 415 per illustrare l’idea: «Questo prolungamento richiederebbe, addirittura, meno investimenti rispetto alla metrotranvia e garantirebbe un servizio più efficiente. I costi stimati per la metrotranvia superano di quasi 200 milioni di euro quelli del prolungamento della metropolitana fino a Vigliano con due fermate in più rispetto al capolinea di Peschiera». L’obiettivo è garantire un collegamento efficiente e completo, cosa che non sarebbe con la metrotranvia dato che raggiungerebbe una velocità massima di 30 chilometri all’ora su varie fermate: «Una soluzione che risulta poco pratica per i cittadini, che preferirebbero salire sull’auto per coprire la stessa tratta più velocemente e raggiungere direttamente il capolinea del metrò». 

Continua la lettura con: La metro a Monza resta un miraggio: perché tutto è bloccato?

FABIO MARCOMIN

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I 5 prolungamenti più attesi per la metropolitana di Milano: a che punto siamo?

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ar-architettiroma.it - Estensioni metro a Milano

Il 12 ottobre 2024 apre integralmente tutto il tracciato della linea M4, completando tutte le cinque linee milanesi. La rete metropolitana di Milano continua ad espandersi e tra i progetti futuri è prevista la realizzazione della linea M6: a ottobre è attesa la presentazione pubblica delle sei ipotesi di tracciato. Grande importanza per i milanesi lo rivestono i prolungamenti, approvati e ipotizzati da tempo, delle linee esistenti. A che punto sono quelli più attesi?

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I 5 prolungamenti più attesi per la metropolitana di Milano: a che punto siamo?

#1 M1 fino a Baggio: un prolungamento di circa 3,5 km fino alla tangenziale ovest. Un flop la prima gara d’appalto, si attende la seconda. L’inaugurazione non prima del 2031

Comune di Milano – Prolungamento M1 Baggio

Il prolungamento previsto per la linea M1 ad ovest è di circa 3,5 chilometri dall’attuale capolinea di Bisceglie. Tre nuove stazioni: Parri-Valsesia, Baggio e Olmi, tutte interrate e all’interno del territorio comunale, che porteranno a 10 quelle del ramo verso sud per un totale di 43 stazioni e 32 chilometri di lunghezza su tutta la linea.  

Il progetto definitivo è stato realizzato nel 2021. La gara di appalto invece, attesa inizialmente per l’autunno 2022 e poi entro la fine del 2023, si è tenuta nel 2024 a causa della necessità di trovare 145 milioni di euro di extra costi, in seguito stanziati. Il costo complessivo è salito così a circa 543 milioni di euro. Purtroppo non è stata ricevuta nessuna offerta congrua, le aziende sul mercato hanno ritenuto troppo bassa l’offerta economica. Si attende pertanto una seconda gara d’appalto per lo stesso importo, stralciando però il deposito, che verrò messo a gara separatamente, per un valore di circa 50-60 milioni di euro e le cui risorse sono ancora da recuperare. Slittano quindi anche i lavori, per una durata di 5-6 anni, attesi per l’inizio del 2025 e che non inizieranno prima della fine dello stesso anno o all’inizio del 2026. L’inaugurazione non avverrà prima del 2032.

A nord, invece, per prolungare fino a Monza Bettola, i lavori sono iniziati oltre 12 anni fa. Confermato lo stanziamento di circa 30 milioni di extracosti, si attende il bando di gara per dare l’incarico alla nuova ditta per portare a termine la tratta di 1,9 km.

Leggi anche: Una rete di 200 km di METROPOLITANA a Milano entro il 2030: sarà più estesa di quella di Berlino?

#2 M2 da Cologno Nord a Vimercate: sbloccate le risorse per completare il “mini” studio di fattibilità del prolungamento con una metropolitana leggera

Il vecchio progetto di prolungamento della linea M2 prevedeva la connessione di Cologno Nord con Vimercate attraverso 5 fermate. In base alle ultime indicazioni si dovrebbe virare su una Light Rail o metrotranvia veloce, con le caratteristiche della metropolitana classica, anche se con un percorso meno intenso di fermate e una velocità commerciale inferiore.

Un tracciato di circa 12 km di nuova linea dovrebbe quindi partire da Cologno Nord, facendo una rottura di carico dall’attuale capolinea, e con treni di dimensioni più ridotte rispetto a quelli della metropolitana, simili a un tram-treno. In base a questa soluzione tutti i comuni interessati, Brugherio, Carugate, Agrate, Concorezzo e Vimercate, dovrebbero avere almeno una stazione nel loro territorio.

Lo studio di fattibilità è stato affidato a MM, per definire gli standard infrastrutturali del sistema, effettuare un’analisi planoaltimetrica del tracciato, verificare le principali interferenze e vincoli. Nelle scorse settimane sono state sbloccate le risorse per procedere al “mini” studio di fattibilità tecnica-economica, prodromico a quello completo per il quale bisognerà trovare i fondi.

M2 a Rozzano

Nel PUMS, tra le destinazioni interessanti da raggiungere, era stata inserita anche l’estensione verso a sud con nuovo capolinea a Rozzano partendo dalla fermata di Assago Forum. Al momento rimane solo una suggestione.

Leggi anche: Le ESTENSIONI FUTURE delle linee della METROPOLITANA

#3 Paullo M3: finanziato nuovo studio di fattibilità per un’estensione mista metro-metrotranvia di 10 fermate

Tracciato M3 fino a Paullo

Dopo un’attesa di oltre 30 anni, che sembra destinata a prolungarsi ancora nonostante i progressi compiuti, il prolungamento della linea M3 verso est continua a rimanere un obiettivo lontano. Attualmente la linea si ferma a Milano, al confine con San Donato, e la sua estensione intercetterebbe i flussi di pendolari provenienti da Cremona e Crema, alleggerendo il traffico di una delle arterie più congestionate: la Paullese.

L’ultimo progetto sviluppato da MM e presentato dal Comune di Milano al Ministero dei Trasporti prevede l’estensione della M3 con un percorso misto: 15 km suddivisi tra metropolitana e metrotranvia. Il tratto della metropolitana sarà di 4,4 km con due nuove fermate, San Donato-De Gasperi e Peschiera Sud. Il restante tratto di 10,9 km sarà servito dalla metrotranvia, che aggiungerà altre otto fermate: Peschiera Sud, Peschiera Bettola, Pantigliate-Vigliano, Mediglia Mombretto, Settala-Caleppio e, nel comune di Paullo, Paullo Centro, Paullo Conterico e Paullo TEEM, quest’ultima in corrispondenza della Tangenziale Est Esterna.

Lo studio di fattibilità tecnico-economica, finanziato con 5,5 milioni di euro dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, dovrebbe concludersi entro il 2025. Se questa scadenza sarà rispettata, la progettazione definitiva e il bando di gara potrebbero essere pronti per l’inizio dei lavori nel 2028. Tuttavia, il principale ostacolo rimane il reperimento delle risorse necessarie per realizzare l’opera, il cui costo è aumentato da 700 a 850 milioni di euro a causa dell’incremento dei prezzi delle materie prime e dell’energia. Dalla maggioranza in Regione Lombardia si dicono però perplessi riguardo la soluzione mista metro-metrotranvia.

Leggi anche: LINEA GIALLA fino a PAULLO: l’ultimo tracciato e le nuove FERMATE previste

#4 M4 a sud-ovest in direzione Trezzano sul Naviglio e ad est fino a Segrate

Credits: giornaledeinavigli.it – Diverse ipotesi di prolungamento M4 a ovest

Si sta studiando per estendere la linea M4 anche ad ovest, oltre la futura stazione di San Cristoforo FS. Sono in valutazione 6 ipotesi, la numero 4 spingerebbe la linea fino a Trezzano sul Naviglio con fermate con fermate che toccherebbero i comuni di Corsico, Buccinasco e Cesano Boscone. Gli altri scenari prevedono il prolungamento di una/due fermate a Buccinasco e Corsico. Al momento però Comune di Milano e Regione Lombardia opterebbero per una sola fermata aggiuntiva dal costo di 150 milioni di euro, perché meno impattante a livello di costi di realizzazione e di successivi costi di esercizio. Da tempo però non ci sono aggiornamenti.

Credits mm – Tracciato M4 Segrate

Più avanti invece il progetto per allungare la linea ad est di 3,1 km con 2 fermate, Idroscalo e Segrate. Nel mese di dicembre 2023 la giunta di Milano ha approvato il Piano di fattibilità tecnica ed economica, anche se ai 420 milioni di euro già finanziati ne servono altri 44 milioni di extra costi dovuti all’incremento delle materie prime. Previsto al nuovo capolinea l’interscambio con la futura stazione dell’Alta Velocità Porta Est.  I passi successivi saranno nell’ordine: progetto definitivo, esecutivo, indizione bando e avvio lavori. Al netto della necessaria copertura finanziaria integrale, l’inaugurazione non avverrà prima del 2032.

Leggi anche: Perché è stata costruita l’M5 PRIMA dell’M4?

#5 Mancano 400 milioni per la M5 fino a Monza. Attesi gli studi di fattibilità per portare la M5 fino a Quinto Romano, Settimo Milanese e oltre fino a Magenta. 

Prolungamento M5 Settimo Milanese

Il progetto del raddoppio a nord fino a Monza Polo Istituzionale della M5, 11 fermate e 13 chilometri, è già stato approvato e in teoria anche finanziato prima dell’aumento del costo delle materie prime. Vanno infatti trovati circa 400 milioni di extracosticome comunicato di recente dal Comune di Milano al Governo, per procedere con la gara d’appalto, ma l’estensione non è in discussione anche perchè la procedure per gli espropri è partita alla fine del 2023. Difficilmente si riusciranno a fare partire i cantieri entro il 2025, Palazzo Marino ha chiesto anche la proroga del termine ultimo per l’assunzione dell’obbligazione giuridicamente vincolante, con molta probabilità si andrà al 2026. L’inaugurazione potrebbe avvenire quindi tra il 2033 e il 2034. 

Un primo studio preliminare di fattibilità realizzato nel 2019 immaginava invece un prolungamento fino a Settimo Milanese, per un totale di 5 fermate. Una successiva delibera aveva dato il via libera a realizzarne uno per spingersi fino a Magenta, per un totale di quasi 20 km di nuovo tracciato. La soluzione più accreditata rimarrebbe comunque quella di arrivare con la metropolitana fino a Settimo Milanese e poi proseguire con una metrotranvia o un sistema di BRT (Bus rapid transit).

Oggi l’ipotesi quella più concreta sarebbe un percorso più breve di 2,5 km e due fermate ad ovest: Quarto Cagnino e Quinto Romano. Per questo progetto si attende lo studio di fattibilità, l’investimento necessario è stato stimato in circa 350 milioni di euro

Attualmente è in corso un’indagine geognostica finalizzata a definire i “caratteri geotecnici” del sottosuolo in vista della progettazione del prolungamento della linea metropolitana M5 da San Siro Stadio fino a Settimo Milanese. Tra i comuni dell’hinterland interessati all’opera c’è il Comune di Bareggio che di recente, tramite il suo sindaco, ha ricordato a tutti gli enti coinvolti, MM e il Ministero dei trasporti l‘importanza dell’estensione della M5. L’orizzonte minimo per l’avvio dei cantieri è il 2030.

Leggi anche: M5 punta verso Settimo: le ultime novità

Continua la lettura con: Metro: le estensioni e le nuove linee più desiderate dai milanesi

FABIO MARCOMIN

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1 milanese su 5 è straniero: quali sono e dove vivono le comunità straniere più numerose?

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Credits: Chiesa di Milano

A Milano ci sono 301.149 residenti di nazionalità straniera, sono il 21% della popolazione (2023). Scopriamo quali sono le comunità più presenti.

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1 milanese su 5 è straniero: quali sono e dove vivono le comunità straniere più numerose?

#1 Egiziani: i più numerosi

Credits: Pete Linforth – Pixabay

15,3%. La comunità egiziana è la più numerosa a Milano. I milanesi di nazionalità egiziana sono distribuiti in modo uniforme sul territorio cittadino, ciò è dovuto alla loro presenza in tutti i settori del lavoro (industria, commercio, servizi…).

Gli egiziani a Milano parlano principalmente arabo (e dialetti locali), la religione più diffusa è l’Islam sunnita, ma sono numerosi anche i cristiani copti.

L’Egitto ha una storia millenaria e una grande cultura, le celebrazioni religiose e le festività come l’Eid sono fondamentali per la comunità. Pur essendo una delle economie più avanzate del Medio Oriente e del Nord Africa, il loro paese d’origine soffre alti tassi di disoccupazione e un’inflazione molto elevata.

Leggi anche: I 7 gruppi ETNICI che si sono INTEGRATI MEGLIO a Milano

#2 Filippini: c’è del vero nel luogo comune 

14,2%. La comunità filippina è la seconda comunità straniera più numerosa a Milano. I milanesi di origine filippina tendono ad abitare concentrati in zone centrali (come Porta Romana e Porta Venezia), nelle quali spesso sono impiegati nei lavori domestici o di assistenza.

Oltre l’italiano, i filippini a Milano parlano principalmente il tagalog e l’inglese. La cultura filippina è influenzata da una combinazione di tradizioni indigene, spagnole e americane ed è caratterizzata da una forte enfasi sulla famiglia, le celebrazioni festose come il Sinulog e il Natale, e una cucina che include piatti come adobo e lechon.

La migrazione dal paese del Sud-Est asiatico è alimentata dalla ricerca di opportunità di lavoro migliori, ancorché le Filippine vivano una situazione di generale stabilità economica e politica.

Leggi anche: La prima comunità straniera di Milano sono i FILIPPINI

#3 Cinesi: più chiusi, ma meglio organizzati

Credits: cosafareamilano.it

12,4%. La comunità cinese è l’unica che mostra una concentrazione abitativa significativa in aree specifiche della città. I milanesi lo sanno, Paolo Sarpi, conosciuta anche come Chinatown, è il cuore di questa comunità: qui è sorto una vera e propria enclave economica.

In Paolo Sarpi, la cucina cinese, con piatti come i dim sum e il riso fritto, ha conosciuto l’imprenditorialità milanese ed è diventata a pieno titolo parte integrante della vita di tanti giovani milanesi.

I membri della comunità parlano principalmente cinese mandarino e cantonese. La cultura cinese è ricca di tradizioni millenarie, con un forte valore posto sulla famiglia, sull’educazione e il rispetto per le tradizioni. Le fedi professate sono principalmente taoismo, buddismo e Confucianesimo.

La Repubblica Popolare Cinese è la seconda economia mondiale, negli ultimi anni ha vissuto una crescita economica importante sebbene il governo del paese non sia democratico. Per i cinesi, Milano è una meta molto ambita soprattutto per le opportunità che offre la comunità già consolidata.

Leggi anche: Via Paolo Sarpi e le chicche di Chinatown: breve guida al quartiere più di tendenza nel cuore di Milano

#4 Cingalesi: food e assistenza 

Credits: Chiesa di Milano

5,9%. La comunità srilankese di Milano si concentra principalmente nella zona Bicocca, ed è legata a quella di Sesto San Giovanni, dove gli alloggi sono più economici ed è presente una fitta rete di attività gestite da srilankesi.

Le lingue parlate sono il singalese e il tamil, la cultura è fortemente influenzata dal buddismo e la cucina, non molto diffusa a Milano, è caratterizzata da piatti come il rice and curry e gli hoppers (cavallette). Le condizioni dello Sri Lanka, segnato da un lungo conflitto interno, spingono molti srilankesi a cercare opportunità migliori all’estero.

Leggi anche: Il MISTERO che avvolge lo “Stargate” in Sri Lanka

#5 Peruviani: il Sudamerica a Milano

5,9%. La comunità peruviana è concentrata nelle zone di Lambrate e Niguarda, dove gli alloggi sono moderatamente accessibili e vi è un’ampia rete di impieghi nei settori del commercio e dei servizi. Gli appartenenti alla comunità parlano principalmente spagnolo e la loro cultura è una fusione di tradizioni indigene e spagnole.

Le festività come l’Inti Raymi e il Día de la Independencia sono celebrate con fervore, ancorché non abbiano fatto presa sui milanesi come è, invece, per il capodanno cinese.

 

Credits: tuttitalia.it

Le altre comunità che vale menzionare per numero di componenti sono: Romania (5,2%), Bangladesh (4,3%), Equador (3,3%) e Ucraina (3,3%).

Continua la lettura con: Milano sempre più international: 4 nuovi abitanti su 5 saranno stranieri

MATTEO RESPINTI

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Come sono cambiate nel tempo le sciure milanesi

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Miriam McMoura IG - Sciure milanesi

Tendenze, mode, stili che hanno fatto della Sciura milanese un vero e proprio marchio di fabbrica a Milano.

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Come sono cambiate nel tempo le sciure milanesi

# Gli anni ’80 – ’90

bircide_il_paninaro IG – Moda anni ’80

Siamo negli anni della Milano da bere, dei paninari e di San Babila. Impossibile non notare una sciura: elegante, persino appariscente, passeggiava nelle vie della moda con borsa, gioielli e pelliccia. Capi must che identificavano più la classe sociale di appartenenza che lo stile. Era necessario apparire, farsi notare ed esserci a tutti i costi. 

# L’evoluzione 

damokpotomilano IG – Sciure milanesi

Oggi le sciure si percepiscono. Meno appariscenti e più attente agli aspetti Green del vivere quotidiano. Scelte oculate, abiti dai colori neutri, gioielli appena accennati. Un look studiato ma non troppo fatto di caspita semplici e quasi austerity, ma che conferiscono una classe ed eleganza senza pari. Forse è per questo che la loro attitude si nota ancora di più. 

# Vintage che passione

Vintage market – Credits: Jon Tyson, Unsplash

Grande attenzione per i capi vintage, il riuso, la scelta di capi immutabili nel tempo e soprattutto durevoli. Niente esibizione ma borsa piccola, tacco basso, capi comodi e di qualità non necessariamente iper costosi e non necessariamente acquistati nelle boutiques di lusso.

# Il tocco in più 

Credits sciuraglam IG

Quindi per essere una vera Sciura basta l’abito giusto? Assolutamente no. Occorre un tocco in più, tipo fregarsene altamente del giudizio altrui, riuscire ad essere chic scovando negli armadi della nonna, piazzare un foulard colorato su un look spento e anonimo, indossare una camicia Dior su un paio di jeans Zara. Lei è Sciura perché ha stile, non perché è schiava della moda. Ma soprattutto non lo fa apposta, è nata così.

Continua la lettura con: Il mercatino di classe delle sciure milanesi

ALESSANDRA GURRIERI

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Il mare in autunno: dove in Italia l’estate non è ancora finita

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Siamo entrati nell’autunno con l’equinozio del 21 settembre. Possiamo dire addio all’estate astronomica, ma, per quanto riguarda temperature e bagni al mare, non è ancora giunto il momento di mettere la parole FINE.

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Il mare in autunno: dove in Italia l’estate non è ancora finita

# Le vacanze d’autunno

Credits: sardegnanews.it
mare autunno

È ora di concentrarsi sul lavoro a testa bassa, oppure vale la pena guardarsi intorno, per un ultimo bagno di sole e di mare? Le giornate si stanno accorciando e non c’è più la canicola estiva, ma le spiagge sono deserte e silenziose. Soprattutto in alcune regioni del Sud Italia, le temperature permettono anche a settembre e ottobre di prendere il sole e fare il bagno, regalando tutto lo spettro delle piacevoli sensazioni da vacanza estiva senza la corsa ad acchiappare l’ombrellone più vicino al bagnasciuga e, ancor meglio, senza la calura soffocante o la calca di turisti in fila per un gelato o un panino all’ombra. Scopriamo dove si può andare in spiaggia fino a novembre.

# Sicilia protagonista assoluta

Credits: @real_mondello
Mondello

Per la posizione geografica e il mare che circonda l’isola, la Sicilia, in questa speciale classifica, può esercitare la parte del leone. È possibile abbandonarsi sulle spiagge migliori dell’isola principale, perché località come Mondello, Capo D’Orlando o Giardini Naxos, sono ancora in piena trance estiva, almeno per le temperature dell’aria e del mare. Meglio addirittura optare per un viaggetto nelle isole che circondano la Sicilia, che in alta stagione, sono letteralmente in overbooking.

# Isole Eolie

Credits: @pillole.di.sicilia
Filicudi

Raggiungibili in traghetto con partenza dal porto di Milazzo, le isole Eolie sono una vera gioia per gli occhi. L’arcipelago di origine vulcanica rappresenta, infatti, uno scorcio autunnale da non perdere. Oltre a Lipari, la principale delle isole, le più ricercate sono Panarea, Salina e Vulcano, con le sue fumarole e per gli stabilimenti termali. Per gli amanti del paesaggio e del turismo meno attrezzato, Alicudi e Filicudi, che sono le più lontane, offrono un soggiorno più ruspante nella natura incontaminata di rara bellezza.

# Isole Egadi

Credits: siviaggia.it
Favignana

Le Egadi sono un altro delizioso arcipelago raggiungibile dalla punta di Marsala e Trapani.
La più famosa isola della famiglia è senza dubbio Favignana, con coste a strapiombo sul mare limpido e cristallino e con un territorio brullo, quasi aspro. Favignana si è specializzata nel turismo slow, con percorsi a piedi e in mountain bike, lungo itinerari che portano a scoprire gli angoli più preziosi e nascosti dell’isola.

Per rilassarsi nel silenzio, a Favignana c’è l’imbarazzo della scelta tra le spiagge e il bel mare. Le migliori marine e calette sono nella parte meridionale dell’isola, ma intorno a Favignana sono tutte balneabili. Perché concentrarsi solo da una parte? Ancora più selvaggia e incontaminata è Marettimo, l’isola più lontana di tutte, con coste altissime e arenili di fine sabbia bianca.

# Lampedusa

Credits: @we_lovelampedusa
Lampedusa

La casa italiana a Sud, in pieno Mar Mediterraneo, così lontana dalla Sicilia da avere un fascino selvaggio tutto personale. Lampedusa fa parte delle Pelagie, arcipelago che comprende anche Linosa, L’Isola dei Conigli e lo Scoglio di Sacramento. Tutto fa parte di una riserva naturale, dedicata alle tartarughe, di cui si possono incontrare le tracce lasciate sulla sabbia.

# Pantelleria

Credits: @the_italyedit
Pantelleria

Più vicina geograficamente alla Tunisia, Pantelleria è un mondo da scoprire lentamente. Non adatta per il turismo di massa estivo, questo è il periodo ideale per esplorare il mondo brullo e senza tempo dell’isola. Il mare si raggiunge dopo camminate più o meno impervie e lunghe, necessarie per attraversare l’entroterra di formazione vulcanica. Una volta arrivati al mare, però, ogni sforzo verrà ricompensato.

# Salento, Puglia

Credits: @lola_milan94
Punta Prosciutto

Uno dei modi per godere appieno del mare e delle coste salentine, è proprio l’autunno. La penisola è conosciuta per le spiagge più belle d’Italia, alcune tra le più belle al mondo. Vale la pena visitare Punta Prosciutto, le zone del litorale di Otranto, fino a proseguire e raggiungere Lecce o Gallipoli. Per un tramonto romantico a strapiombo sul mare, conviene arrivare a Roca Vecchia, per una pausa di silenzio e relax sui ruderi di un vecchio castello.

# Maratea, Basilicata

Credits: siviaggia.it
Maratea

Conosciuta come la Perla del Tirreno, Maratea offre al turista un sapiente mix di calette e spiagge che affacciano su un mare cristallino e blu intenso, intervallato da costoni di roccia a strapiombo sul mare. Una sapiente gestione ha saputo evitare la speculazione edilizia, pertanto il borgo presenta deliziosi vicoli che portano ad antiche chiesette, fino ad arrivare in cima al Monte San Biagio dove svetta la statua di un enorme Cristo Redentore, 21 metri di marmo di Carrara, che veglia e protegge tutto il Golfo di Sapri. Al tramonto, il cielo e il Cristo si tingono di rosa, ed è il momento più bello della giornata.

# Cilento e il Golfo di Napoli

Credits: @wonderland_palinuro
Palinuro

La Campania, prendendo spunto dalla continuità geografica con Maratea, offre alcune mete che in ottobre sono perfettamente accessibili, cosa non facile in alta stagione. Per chi preferisce la terra ferma, invece, la Magna Grecia o la Città di Nettuno, Poseidonia, il Cilento è la gita perfetta per unire l’ultimo bagno, cultura e relax.

Nel Cilento è possibile visitare Paestum, o camminare nella natura dei Parchi cilentano e del Vallo di Diano, oppure spiaggiarsi a Palinuro, Scario, Cala Bianca e Marina di Camerota. Le isole del Golfo di Napoli, Procida, Capri e Ischia, sono solo le prime di una lunga wishlist universale: tutti ci vorremmo andare. I Faraglioni, Capri e Anacapri, le casette, la pace e i colori delle coste, il piccolo ponte che unisce Procida a Vivara, sono solo alcune tra le più famose esperienze che si possono fare in questo piccolo arcipelago al largo del capoluogo campano. 

# Sardegna

Credits: sardegnanews.it
Sardegna

Non deve mancare un pensierino alla meta balneare più ambita: la Sardegna. Le calette e le spiagge di sabbia candida, il mare dei Caraibi di casa nostra è perfetto per una vacanza autunnale. Difficile scegliere tra le migliori spiagge d’Italia, quindi meglio partire avendo già chiara la meta cui arrivare, semmai optare per qualche gita alla ricerca dei lidi circostanti. La spiaggia di Arenas Biancas, senza la folla dei turisti, è l’oasi perfetta per rilassarsi e prendere la tintarella o per un tuffo fuori stagione. Che poi così fuori stagione non è, visto che sono previste temperature medie piuttosto comode in questo periodo, con punte di 29°C.

Fonte: Zingarate.com

Continua la lettura con: Le 7 migliori DESTINAZIONI ITALIANE per l’AUTUNNO

LAURA LIONTI

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

La trasformazione di Zavattari: come cambia la piazza meno glam di Milano

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Un nuovo progetto di riqualificazione immobiliare di Coima per rigenerare un edificio degli anni ’50, parte dello stabilimento della Isotta Fraschini, con terrazze verdi e un design dinamico. Insieme alla realizzazione della preferenziale della 90/91 contribuirà a dare una nuova vita ad una piazza assai poco quotata e nota solo per il passaggio del filobus.

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La trasformazione di Zavattari: come sta cambiando la piazza più brutta di Milano

# Coima recupera un edificio degli anni ’50, parte dello stabilimento della Isotta Fraschini, con il progetto Ivory

Piazzale Zavattari 12

Una piazza da riqualificare, soprattutto per il degrado della preferenziale mai realizzata all’imbocco con viale Migliara, con i lavori partiti da pochi mesi. Un progetto che sta trasformando Piazzale Zavattari: il recupero di un edificio degli anni ’50, parte dello stabilimento della fabbrica automobilistica Isotta Fraschini da parte di Coima.

Piuarchivory – Vista d’insieme

Ivory, questo il nome scelto per il nuovo complesso al civico 12 della piazza, consiste nella riqualificazione di una superficie di circa 14.000 mq su 12 piani fuori terra, con circa 1.400 mq di terrazze panoramiche, oltre a spazi polifunzionali e retail. A destinazione direzionale, è stato progettato per raggiungere i massimi livelli di benessere nel rispetto dei più alti standard ESG.

# Previsto il recupero di elementi architettonici della struttura originale 

Coima – Ivory

Nell’intervento è in programma il recupero di alcuni elementi architettonici della struttura originale, mantenuta, alleggerita e ampliata con l’integrazione di una seconda maglia di pilastri che va a creare ampie balconate e terrazze ogni due piani, fruibili come estensioni all’aperto degli uffici. Ampie vetrate incastonate tra elementi metallici e linee verticali slanciano l’intera struttura, mentre le diverse altezze della facciata, l’alternanza delle logge e il gioco di riflessi fra le vetrate donano movimento e dinamicità al progetto architettonico. 

# Due grandi terrazze verdi con vista Citylife

Piuarchivory – Terrazza

All’ottavo e decimo piano due grandi terrazze verdi con elementi di rinaturalizzazione che hanno l’obiettivo di migliorare il microclima dell’area e creare un dialogo con il contesto cittadino anche attraverso un ripensamento delle aree esterne al piano terra, aperte alla comunità.

# Partiti i lavori per la preferenziale della 90/91: ciclabili, 240 alberi e 11mila mq di aree pedonali

Al progetto di riqualificazione si affianca quello della realizzazione della preferenziale della 90/91. Dopo mille rinvii, in ultimo stop burocratici, autorizzazioni da ottenere e interlocuzioni con i commercianti, sono finalmente partiti nel mese di luglio i lavori per un’opera attesa da oltre 10 anni.

L’intervento interessa un tracciato di poco meno di 1 km tra Piazzale Zavattari e Piazza Stuparich, comprende Viale Migliara e Viale Enrico Elia, che oggi è nel più totale degrado. 

Nel dettaglio sono previsti:

  • lavori su tre rotonde, di cui due da realizzare ex novo;
  • 2.300 metri quadrati di verde permeabile;
  • 240 alberi;
  • un anello ciclabile bidirezionale perimetrale;
  • una coppia di piste ciclabili monodirezionali;
  • una corsia riservata;
  • circa 11 mila mq di aree pedonali;
  • rifacimento sistema fognario.

# Chiusure al traffico e deviazioni di linee di bus

I cantieri sono entrati nel vivo. Da sabato 21 settembre per una durata di 9 mesi chiudono al traffico veicoli gli accessi su piazza Stuparich delle vie Algardi, Albani e Salmoiraghi, mentre via Algardi diventa a doppio senso di marcia al posto dell’attuale senso unico. Prevista la creazione di percorsi pedonali provvisori per consentire gli attraversamenti di piazza Stuparich in tutte le direzioni e deviazione della linea 68 e del servizio notturno sostitutivo M1 deviati lungo la direttrice Vigliani-Lotto-Diomede. Nel percorso del 68 è compreso anche il passaggio da piazza Santa Maria Nascente, rimane percorribile via Elia.

# Un investimento di oltre 23 milioni di euro, fine lavori nel 2027

L’investimento è di 23,4 milioni di euro, di cui 3,5 da fondi Pinqua, 9 dal ministero Infrastrutture e il resto a carico del Comune di Milano, mentre la durata dei lavori è stata stimata in circa 3 anni.

Continua la lettura con: 7 aree di Milano da riqualificare alla grande

FABIO MARCOMIN

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Dove sono i Ciclo-Parcheggi? 5 idee per una città da vivere su due ruote (Video: parcheggio Hi-Tech)

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Ph. credits: www.continental-tires.com

Bello incentivare l’uso delle biciclette con bonus e piste ciclabili, ma poi dove le mettiamo? Questo è uno dei problemi che noi ciclisti conosciamo da tempo e in cui i nuovi ciclisti si imbatteranno. Come si pone la questione dei parcheggi delle auto e moto, bisogna riflettere anche su quella delle bici. I ciclo-parcheggi sono un elemento indispensabile da offrire a chi si muove su due ruote soprattutto in una città congestionata di spazi.
Queste sono 5 idee per dare uno stop definitivo al parcheggio selvaggio di biciclette, con qualche suggerimento per migliorare la vita dei ciclisti.

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Dove sono i Ciclo-Parcheggi? 5 idee per una città da vivere su due ruote (Video: parcheggio Hi-Tech)

Ciclo-parcheggi adeguati risolverebbero la questione “ordine“, rappresenterebbero un elemento di arredo urbano piacevole, ma darebbero una risposta anche al problema della sicurezza. Non è cosa così rara parcheggiare la propria bici all’esterno e non ritrovarla più. O ancora decidere di lasciarla dove la si è parcheggiata perché ha cominciato a piovere, o si è bucata una ruota, o per un qualsiasi altro cambio di programma.

In generale i pochi ciclo-parcheggi disponibili hanno come problematiche:

  • assenza di capillarità
  • assenza di sicurezza
  • strutture non compatibili con tutte le bici
  • estetica poco gradevole per il contesto urbano

Ad oggi non ci risultano progetti concreti in tal senso: abbiamo visto tracciare le famose piste ciclabili in Porta Venezia e vari rendering, ma sulla questione posteggi bici poco o nulla.

Leggi anche: La nuova ciclabile di Porta Venezia

#1 L’abc: il modello Verona

Ph. credits: portabiciclettemodelloverona.it

Fiab (Federazione Italiana Amici della bicicletta) propone il modello Verona come ciclo-parcheggio di qualità.
Caratteristica principale, quella di poter legare con facilità il telaio della bici alla struttura del ciclo-parcheggio, al fine di evitare che la bicicletta possa essere facilmente asportata.
Inoltre è delimitato da segnaletica orizzontale.

Le sue caratteristiche originali?

# E’ semplice da usare perché i manubri che non si toccano e perché la posizione delle biciclette è alternata alta e bassa. Perciò, anche le bici con cestini non hanno problemi di alloggiamento
# E’ sicuro contro il furto
# E’ adattabile a tutte le tipologie di biciclette
# Consente il massimo utilizzo dello spazio e una sistemazione ordinata delle bici
# Rende possibile un’agevole pulizia sotto il portabiciclette

#2 Spazi custoditi a pagamento

Ph. credits: laprovinciadicomo.it

Alcuni autosili o garage potrebbero offrire un servizio a pagamento, come per auto e moto: certe bici costano molto, quasi quanto uno scooter!

#3 I Commercial Bike Lockers

Ph. credits: cyclesafe.com

Soluzioni di deposito privato che potrebbero essere installate per esempio nelle stazioni, nei centri commerciali, presso i supermercati, i negozi, i ristoranti e i bar, oppure negli edifici ad uso prevalentemente commerciale dove gli uffici sono molti.

#4 Un parcheggio biciclette da record

Ph. credits: www.continental-tires.com

Oppure si potrebbe guardare i grandi esempi già realizzati e imitarli. Come il più grande parcheggio di biciclette al mondo, situato presso la stazione centrale di Utrecht, nei Paesi Bassi: Stationsplein ha spazi per ben 12.500 biciclette.

#5 Il parcheggio futuristico giapponese

Ph. credits: greenstyle.it

A crearlo è stata l’azienda Masanori Mitobe ed è un parcheggio sotterraneo e automatico: basta avvicinare una tessera magnetica al lettore per veder scomparire in pochi secondi la propria bici e fare altrettanto per poterla riprendere.


#5+1 I servizi da pensare per supportare i ciclisti

Infine, sarebbe importante ampliare la gamma di servizi per i ciclisti:  

  • il soccorso stradale
  • taxi speciali attrezzati per trasporto bici
  • treni e metropolitane, con spazi attrezzati
  • assicurazione ad hoc: se vogliamo rendere le bici un mezzo urbano equiparato alle auto e le moto, è necessario anche richiedere un’assicurazione di responsabilità civile che copra gli eventuali danni causati a terzi in un incidente con la bicicletta.   

Continua la lettura con: Milano nella TOP 10 delle CITTÀ MENO SANE per vivere

MICHELA PARLATO

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Perché vivere a Milano? Le 5+1 ragioni per restare qui

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Ph. @eleonoraingrid IG

Sembra che molti milanesi stiano pensando di andare via: riscopriamo i motivi per cui resteremo (quasi) tutti a Milano. La parola a chi ha scelto Milano. Foto cover:  @eleonoraingrid IG

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Perché vivere a Milano? Le 5+1 ragioni per restare qui

#1 La provincia ci sta stretta

Credits: @cinramp
Bar di paese

«Perché ho vissuto in una città di provincia per 35 anni e mi è sempre stata molto stretta, vivo a Milano da 27 anni e mi piace moltissimo, amo questa città.» – Elisabetta 

#2 Le opportunità sono qui

Credits: milanotoday.it – Fuorisalone

«Milano è la città delle opportunità. Mi ospita da sei anni e ci siamo capiti.» – Gionathan 

#3 Si respira aria di libertà

La nostra statua della libertà (Duomo di Milano)

«Milano è la mia città, la amo e ci sto bene. Qui si respira aria di libertà, più che nel resto d’Italia.» – Cecilia

#4 Accoglie a braccia aperte chiunque si dia da fare

Credits: mitomorrow.it

«La città più accogliente che esista in Italia, trovi le tue radici anche se non sei nato li. Ma ti chiede impegno e sbatti (per fortuna).» – Francesca 

#5 Una metropoli in miniatura

Credits: @sardiniamood
Brera

«Francese, ho scelto Milano x vivere ( da Parigi)….ci vivo da più di 50 anni..mi sento Milanese…Milano è cosmopolita, sufficientemente grande, ma abbastanza piccola x essere vivibile» – Marie Josè 

#5+1 Siamo una vera comunità: se hai bisogno, l’aiuto arriva

Credits: www.comunitanuovacoop.it

«Vivo a Milano da 12 anni…l’ho scelta. Potrei vivere ovunque visto che lavoro da casa ma Milano mi ha subito fatta sentire a casa con la sua eleganza, discrezione e attenzione ai dettagli. A Milano ognuno si fa i fatti suoi ma se hai bisogno ci sono 1000 persone pronte a darti un’occasione. Milano è unica.» – Samanta 

Continua la lettura con: Non puoi VIVERE A MILANO se non capisci l’importanza di…

FABIO MARCOMIN

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Mike Bongiorno, da San Vittore a “Re dei telequiz”

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Mike Buongiorno

Sono passati cento anni dalla nascita di Mike Bongiorno e la città di Milano ha voluto dedicare una mostra, dal titolo “Mike Bongiorno 1924-2024”, con l’esposizione che ripercorre l’immensa carriera del “Re dei telequiz”.

Mike Bongiorno, da San Vittore a “Re dei telequiz”

# La mostra “Mike Bongiorno 1924-2024”

Mostra Mike B

L’iniziativa, che si tiene a Palazzo Reale, è stata inaugurata martedì scorso e si chiuderà il 17 novembreBongiorno, pur non essendo nato a Milano, con la nostra città ha sempre avuto un legame forte, infatti, per circa cinquant’anni, ha abitato in un palazzone, al settimo piano, in via San Giovanni da Procida 10.

Ma il suo primo contatto con la città della Madonnina fu in un’occasione drammatica: era il 1944 quando andò in prigione a San Vittore, dopo la cattura ad opera della Gestapo, in quanto partigiano. Nel 1954 invece Milano rappresenta l’inizio della immensa carriera da presentatore, con la conduzione di “Arrivi e partenze”, prima trasmissione Rai, che veniva trasmessa dagli studi allestiti alla Triennale; un anno dopo inizia “Lascia o raddoppia?”, in diretta Tv, sempre dal Teatro dell’Arte. Anche la seconda stagione di “Rischiatutto” (1970), veniva realizzata nella nostra città. Nel 1976 c’è l’esordio di “Scommettiamo ?”, quello del cavallino Mike, presentato dai locali del Fiera 2.

# Il passaggio dalla Rai a Fininvest dopo la corte di Berlusconi

via mike bongiorno

Verso la fine del 1977 c’è stato l’incontro con Silvio Berlusconi, presso il ristorante Club 44, in via Cino del Duca, a 150 metri da San Babila. Alla presenza di Fedele Confalonieri, il Cavaliere voleva a tutti i costi convincere Bongiorno a lasciare la Rai per la Fininvest. Ecco qui un’altra pagina milanese di Mike che, dopo molte titubanze, rispose di “sì”, dando il via al fitto passaggio di vip della Rai, dalla Tv di Stato al mondo dell’homo novus della Tv commerciale.

# Da New York a Milano passando per Torino 

Quanta Milano c’è nella carriera e nella vita di Mike Bongiorno! Anche se lui nacque a New York, figlio di una torinese (Enrica Carello) e di Philip, un nativo degli Usa, ma di origine siciliana. I genitori si separarono quando Mike ha soltanto cinque anni e la madre decide di tornare in Italia con il figlio, andando a vivere a Torino. Bongiorno inizia il Liceo e, al momento di ultimarlo, deve sospendere gli studi per la guerra, per poi diplomarsi un po’ dopo.

# La gavetta nella redazione della Stampa

Credits: radiolombardia.it

A livello lavorativo, entra nella redazione della Stampa, iniziando la gavetta. Ma il conflitto bellico incombe e Mike Bongiorno decide di aderire alla lotta partigiana, tenendo i contatti tra i resistenti piemontesi del Verbano e coloro che avevano sconfinato in Svizzera. Viene catturato dalla Gestapo e messo al muro per la fucilazione, ma all’ultimo momento, prima degli spari, l’esecuzione viene sospesa, perchè i tedeschi scoprono che ha il passaporto americano e ciò potrebbe tornare utile per proporre scambi di prigionieri con gli americani. Viene così condotto a San Vittore, dove subisce  torture, poi conosce la tragica realtà del campo di concentramento.

# Una carriera con 11 film, 82 programmi tv e 15 trasmissioni radiofoniche

Mike Buongiorno

Dopo la guerra inizia la straordinaria carriera, che lo vedrà anche attore in undici pellicole, tra cui “Giudizio universale” di Vittorio De Sica. Tra il 1953 e il 2009, condusse 82 programmi TV e, tra il 1946 e il 1972, 15 trasmissioni radiofoniche. Pensate che Bongiorno fu anche autore di 15 canzoni (una su tutte, “L’amico è”, cantata da Dario Baldan Bembo) e doppiatore in un episodio della serie animata “I Simpson”. Pochi giorni fa c’è stato il 15° anniversario della morte, avvenuta l’8 settembre 2009.

FABIO BUFFA 

Continua la lettura con altri milanesi d’autore:

I 50 anni di “Romanzo Popolare” e la canzone “Vincenzina e la fabbrica”, uno degli inni della classe operaia

“Il Vedovo”: la “black comedy” milanese con Alberto Sordi e Franca Valeri

Rosetta, la prostituta della Ligera uccisa in circostanze misteriose

Renato Scarpa, il “caratterista” milanese diventato famoso nel cinema romano e napoletano

Leonardo Re Cecconi, in arte Leopardo: un pioniere delle radio libere

Gruppo Italiano, la band più tropical di Milano

Mario Cavallè, il papà delle case Igloo alla Maggiolina

Enrico Molaschi, el “Barbapedana”di Milano

Ines Pellegrini, la “Mangano nera” di Pasolini

Serafino, il “supertifoso” dello sport italiano

Giorgio Porcaro, l’inventore del “terrunciello”

Gianni Bonagura, il maestro milanese del doppiaggio

Pietro Annigoni, il “pittore delle regine”

I “Gufi”, il gruppo musicale, dialettale e cabarettistico milanese più famoso di sempre

Gian Maria Volontè, l’attore impegnato “al di sopra di ogni sospetto”

Pierina Legnani, la prima milanese a diventare “prima ballerina assoluta”

Vera Vergani, l’attrice più amata del teatro degli anni ’20

Enrico Longone e Giacomo Campi, i due milanesi che portarono in occidente le ombre cinesi

BRUNO CANFORA, l’autore delle hit evergreen per TV, cinema e i grandi della musica italiana

LELLA LOMBARDI, l’unica donna a punti in FORMULA UNO

DIDI PEREGO, la Sofia del film italiano candidato all’Oscar

MARCO MIGNANI, l’autore della pubblicità diventata FILOSOFIA di VITA a Milano

AMBROGIO FOGAR, l’ “Ulisse” di Milano

MARIA PIA ARCANGELI, “quella che canta le canzoni milanesi”

LUIGI MARANGONI, l’ultima vittima delle Brigate Rosse a Milano

SANDRA RAVEL, l’attrice-soubrette madre di Maurizio Gucci

PIPPO STARNAZZA, il jazzista che “milanesizzava” l’inglese

PAOLO GIORZA, il papà della “bella Gigogin”

I BALORDI, i precursori della “canzone demenziale”

D’ANZI, il papà della “bela Madunina”

GASPARE, ZUZZURRO e la brioche più celebre della TV

LUISELLA VISCONTI, la voce più bella del CINEMA

ANNA CARENA, la signora Marta in “Miracolo a Milano”

GAETANO SBODIO: il guerrigliero del dialetto

DINO RISI, uno dei grandi della commedia italiana

CINI BOERI, l’architettura come impegno sociale

TONY DE VITA, il re delle sigle televisive

LUCIA BOSÈ, la “tosa de Milàn”

JOHNNY DORELLI, una vita al massimo

EZIO BARBIERI, il Robin Hood di Isola

RENZO PALMER, la voce milanese dei grandi divi di Hollywood

MONTICELLI e MARCHESI, i due grandi “cantori evirati” della storia milanese

MARIA GAETANA AGNESI, la “donna più intelligente del Settecento”

GIUSEPPINA PIZZIGONI, la fondatrice della SCUOLA RINNOVATA

PIERO MAZZARELLA, personaggio simbolo di una Milano che non c’è più

LUCIANO BERETTA: “il POETA del CLAN CELENTANO”

ANTONIA POZZI: la POETESSA negli ABISSI dell’ANIMO UMANO

Elio FIORUCCI: the place to be nel cuore di MILANO

AGOSTINA BELLI, la “bella tosa” del cinema italiano

Enrico BERUSCHI…e allooora???

GIANRICO TEDESCHI, l’attore milanese “che parla, comunica e ti INCANTA”

Fabio CONCATO: il lato romantico e “bestiale” della musica milanese

Dina GALLI, l’eccentrica monella: la prima attrice COMICA italiana

Gino LANDI, il mago delle COREOGRAFIE della TELEVISIONE ITALIANA

Adolfo WILDT, l’artista “eccessivo e inquieto”, alieno di avanguardie e conformismo

Domenico BARBAJA: l’inventore della tipica BEVANDA milanese

Quando a Milano c’erano i BEATLES

UGO BOLOGNA, il grande BAUSCIA del cinema e del teatro italiano

ENRICO RUGGERI: contro corrente da sempre

FRANCA VALERI: la signorina snob dello spettacolo

Nuto NAVARRINI: il grande attore milanese ormai dimenticato

Liliana FELDMANN: la VOCE di Milano

VALENTINA CORTESE: la stella milanese di Hollywood

 ERMINIO SPALLA, il PUGILE ARTISTA adottato da Milano

EDOARDO FERRAVILLA: uno degli ATTORI del teatro DIALETTALE più importanti di sempre

MARIA MONTI, la prima “CANTAUTRICE” della storia

ENZO JANNACCI, il cardiologo chansonnier

LIÙ BOSISIO, l’artista milanese con viso e voce più CELEBRI del nome

Quando, a Milano, VISCONTI girava “ROCCO E I SUOI FRATELLI”

MARCELLO MARCHESI, un ciclone di ironia

NANNI SVAMPA, l’ironico artista della canzone milanese

ADRIANO CELENTANO, il “molleggiato” nato a due passi dalla CENTRALE

GINO BRAMIERI, il RE delle BARZELLETTE

CLAUDIO ABBADO, il GENIO eternamente insoddisfatto

Quelli di VIA OSOPPO: la STANGATA di Milano

GIORGIO GABER, l’inventore del TEATRO CANZONE

ADRIANA ASTI, l’artista ribelle amata dai grandi del cinema e del teatro

GIANLUIGI BONELLI, il creatore di TEX WILLER, sempre in lotta contro il POTERE

LUISA AMMAN: un’OPERA d’ARTE di Milano

LUCIANO LUTRING: il bandito più popolare di Milano

BRUNO ARENA, il fico di Milano

Sandra MONDAINI: uno dei punti fermi della televisione italiana

TINO SCOTTI, il milanese del “Ghe pensi mi”

ORNELLA VANONI, Milano e Settembre

MARIANGELA MELATO, da “ranocchietta” a mito del cinema

MARTA ABBA: la musa di Pirandello

Quelle DIABOLIKE sorelle GIUSSANI

GIANNI MAGNI: il re del cabaret milanese

COCHI e RENATO: una coppia diventata il MARCHIO del CABARET

Giorgio AMBROSOLI: il RIVOLUZIONARIO in GIACCA e CRAVATTA che sfidò anche lo Stato

Peppin MEAZZA: il più grande MITO MILANESE del calcio mondiale

FRANCO CERRI: quel genio che partì suonando nei cortili

I KRISMA: la coppia più PUNK della storia di Milano

LILIANA SEGRE, la testimonianza milanese dell’Olocausto

MARIA CALLAS, la Scala e BIKI, quel legame che ha fatto la storia dell’arte

WALTER VALDI, cintura nera di dialetto milanese

LORENZO BANDINI, lo sfortunato campione adottato da Milano

ALEX BARONI, il “chimico” prodigio della musica

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BEPPE VIOLA: il geniale raccontatore del calcio

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Fusione Atm-FNM: una strada possibile o necessaria? I pro e i contro

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Credits: @atm_milano M1

Sono anni che si parla di fusione tra Atm e Trenord. Più favorevoli a Palazzo Lombardia, più refrattari a Palazzo Marino. Ci sono però anche i conti da guardare e nei prossimi mesi la situazione dell’Azienda Trasporti Milanesi non sarà delle migliori. Per questo motivo Fabio Massa su “Il Foglio” spiega come la creazione di un unico polo del trasporto pubblico con Fnm, non Trenord, potrebbe essere l’unica soluzione disponibile, in assenza di aiuti dal governo.

Fusione Atm-FNM: una strada possibile o necessaria? I pro e i contro

# Conti Atm a rischio esplosione: 200 milioni da trovare nel 2025 per mutui e gestione M4 e M5

Credits: @atm_milano – M1

Arianna Censi, Assessore alla Mobilità di Milano, ha denunciato la mancanza di risorse per coprire i costi del trasporto pubblico cittadino. Finora sono state messe in campo diverse misure, su tutte l’aumento del costo dei biglietti, la riduzione del servizio di superficie e tagli ai fondi di altri servizi per i milanesi.

Tutto questo a breve non basterà più, lo spiega Fabio Massa su “Il Foglio” nell’articolo “C’è una bomba nel metrò di Milano: i conti che Atm dovrà pagare”.

«Milano ha da molto tempo percorso la via del potenziamento del mezzo pubblico», scrive Massa, aggiungendo che «Se esiste un motivo per cui i grandi fondi amano Milano è proprio il suo sistema di trasporti: di superficie, sotterranei e anche aerei, con un city airport all’avanguardia e un aeroporto internazionale ben connesso. Il problema è che tutto questo costa, e costa caro. Costerà ancor di più quando entreranno in funzione completamente le due nuove linee della metro, la 4 e la 5». La stima è di 200 milioni l’anno, tra il pagamento dei mutui accesi per realizzarle e la gestione si tratta, nel 2025, 100 per M4 e 105 milioni per M5.

# L’unica leva per il bilancio ATM: parcheggi a pagamento, Area C e B

Credits: it.blastingnews.com

Atm non ha troppe possibilità di manovra all’interno del suo bilancio, chiuso nel 2023 con poco più di 700mila euro di utile, la stessa cifra destinata per il solo servizio sul totale dei 819mila riconosciuti dal Comune di Milano. Può sfruttare le risorse derivante dai proventi di strisce blu, parcheggi, Area C (26 milioni nel 2022, 29,6 nel 2023). In futuro quelle provenienti dall’eventuale pedaggio per l’ingresso in Are B e dalla razionalizzazione del welfare, riducendo le categorie di milanesi a cui vengono destinati gli abbonamenti gratuiti. Queste ultime sono solo delle possibilità.

# I pro e i contro di un’eventuale fusione con FNM

trenord_discoverytrain IG

L’altro player in difficoltà, in questo caso dal punto di vista dell’efficienza del servizio, è Trenord, che però fa parte della galassia di FNM che «controlla tutto il sistema dei trasporti lombardo, da Serravalle a Pedemontana ai treni, con interessi anche fuori Regione». Una soluzione quindi, spiega Massa, potrebbe essere una fusione tra quest’ultima e Atm. La prima ha un valore inferiore all’Azienda Trasporti Milanesi, ma una cassa più florida e con Trenord che ha un contratto di servizio da poco rinnovato da Regione Lombardia fino al 2034. 

Una fusione porterebbe alla creazione «del quinto polo europeo per dimensione, con un fatturato di oltre i due miliardi di euro» e «grazie alla successiva quotazione in Borsa arriverebbe in Comune una bella sommetta (si ipotizza oltre 100 milioni) da poter spendere in investimenti». Tra il dire e il fare, al netto della necessaria apertura di chi siede a Palazzo Marino, manca però al momento un azione richiesta al governo: la cessione dell’1 per cento di Trenord a FNM per fare in modo che Regione Lombardia possa controllare la società di trasporto.

# La gara europea del 2026 per il trasporto pubblico milanese

Avrebbe dovuto essere pubblicato nel 2017 il bando di gara d’appalto europeo per la gestione del trasporto pubblico del Comune di Milano. Il “problema” è stato posticipato di anno in anno, ma nel 2026 non si potrà evitare. La possibilità di ricorrere alla creazione di un consorzio di operatori sotto il nome di Next, con Atm al suo interno e con diritto di prelazione, non esiste più. Per questo motivo la fusione tra Atm e Fnm, per dar vita a un player di rilievo internazionale, potrebbe essere l’unica via per contrastare gli altri colossi quali Bahn, Ratp e Arriva, ex Deutsche Bahn, pronti a rimpiazzare l’Azienda Trasporti Milanesi.

Continua la lettura con: Metro: le estensioni e le nuove linee più desiderate dai milanesi

FABIO MARCOMIN

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Armani: «Milano centro del mio mondo». La moda uscirà dal Quadrilatero?

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Credits: Ideogram.AI

Giorgio Armani ha dichiarato: «Milano centro del mio mondo». Milano è la capitale della moda, ma questa moda, troppo spesso, rimane chiusa nel cosiddetto Quadrilatero. A questo proposito, ci siamo chiesti quali potrebbero essere i modi per portare la moda in tutta la città.

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Armani: «Milano centro del mio mondo». La moda uscirà dal Quadrilatero?

# Sfilate itineranti nei quartieri di Milano: moda a passeggio per la città

Una delle soluzioni più immediate è organizzare sfilate mobili nei quartieri, favorendo l’incontro tra moda e vita quotidiana. Quartieri come i Navigli, con la loro atmosfera vibrante e creativa, o zone in ascesa come Dergano e Isola, rappresentano luoghi ideali per ospitare sfilate all’aperto. Questi eventi porterebbero la moda direttamente nelle strade, trasformandola in un’esperienza accessibile ai cittadini e contribuendo a far percepire la moda come parte del tessuto urbano, piuttosto che qualcosa di distante.

Sfilate ben organizzate in contesti non convenzionali potrebbero anche diventare trampolini di lancio per giovani designer, che avrebbero l’opportunità di emergere al di fuori delle passerelle tradizionali. Piazze, parchi o persino tetti ristrutturati potrebbero diventare scenari inediti e suggestivi, promuovendo l’innovazione architettonica dei quartieri e rendendo ogni sfilata un evento irripetibile. In questo modo, la moda non solo esce dal Quadrilatero, ma diventa parte della rigenerazione urbana.

Leggi anche: Le città più “alla moda” del mondo: c’è anche Milano?

# Le grandi boutique in Bovisa e Bicocca?

Credits: Boutique 10 CORSO COMO

Un’altra idea è quella di creare boutique temporanee interattive in aree emergenti come Bovisa e Bicocca. Questi spazi effimeri potrebbero non solo offrire capi esclusivi, ma anche coinvolgere i visitatori in workshop creativi, dove si possono personalizzare abiti o interagire direttamente con stilisti e designer. Questo porterebbe la moda più vicino ai milanesi, trasformando l’atto di acquisto in un’esperienza interattiva e personale.

Inoltre, l’integrazione di tecnologie avanzate come la realtà aumentata e la realtà virtuale renderebbe le boutique ancora più coinvolgenti. Immagina la possibilità di “provare” vestiti digitalmente o di creare outfit personalizzati in tempo reale: ciò porterebbe una dimensione ludica e futuristica allo shopping. Queste boutique temporanee, collocate in quartieri fuori dal centro, sarebbero un ponte tra moda, tecnologia e residenti, consolidando il legame tra creatività e vita urbana.

Leggi anche: MARANZA, TAMARRO e SCIURA GLAM: cosa li distingue dai MILANESI alla MODA

# Gli artisti di strada: il futuro della moda tradizionale?

L’idea di far collaborare stilisti e artisti di strada potrebbe sembrare inusuale, ma è un’opportunità per dar vita a collezioni uniche, ispirate all’estetica urbana. Quartieri come Porta Romana e Corvetto, ricchi di energia creativa e con un forte legame con l’arte di strada, potrebbero diventare spazi di sperimentazione, dove moda e street art si incontrano per dare vita a nuove narrazioni visive. Le creazioni frutto di queste collaborazioni potrebbero essere esposte su facciate di edifici, in stazioni della metropolitana o lungo le strade principali, trasformando intere zone in veri e propri “percorsi della moda”.

Questa sinergia non solo promuoverebbe una moda più inclusiva e radicata nel territorio, ma permetterebbe anche di valorizzare le periferie attraverso progetti culturali, creando un dialogo tra la moda e le storie locali. La città diventerebbe una tela vivente, in cui la moda si fonde con la vita urbana e sociale.

# E se i grandi marchi facessero un Mercato popolare della moda?

Credits: ©studiograndouest / 123rf.com

I mercati popolari della moda potrebbero portare l’energia dei giovani designer e dei marchi indipendenti in quartieri periferici come Gratosoglio o Quarto Oggiaro, dove l’accesso agli eventi del settore è generalmente limitato. Utilizzare la formula del mercato, che è già parte della routine settimanale di molti residenti, renderebbe la moda più intima e accessibile, senza perdere in qualità e creatività.

Questi mercati potrebbero anche diventare spazi di scambio creativo, con workshop di sartoria e incontri tra artigiani e designer. Un’iniziativa di questo tipo stimolerebbe la moda locale, promuovendo anche una nuova ondata di design sostenibile. Inoltre, portare i mercati della moda in quartieri meno centrali darebbe una spinta significativa all’economia locale, creando una maggiore coesione sociale e facendo della moda un elemento catalizzatore per il cambiamento urbano.

# Il Museo diffuso della moda: un percorso dal centro alla periferia

Credits: Museo della Moda e della Arti Applicate di Gorizia

Un concetto radicale e innovativo potrebbe essere la creazione di un museo della moda diffuso. Invece di concentrarsi in un unico edificio, il museo si estenderebbe per tutta la città, con installazioni temporanee in diversi quartieri. Ogni zona di Milano potrebbe ospitare mostre tematiche: ad esempio, i Navigli potrebbero dedicarsi alla moda degli anni ’60, mentre Porta Nuova potrebbe esplorare il futuro della moda sostenibile.

Questo approccio creerebbe una relazione costante tra moda e città, trasformando Milano in una galleria vivente, dove residenti e turisti possono immergersi nella storia e nelle tendenze della moda semplicemente camminando per le strade. Un museo diffuso permetterebbe alla moda di diventare parte integrante della quotidianità urbana, celebrando il passato e il futuro in un dialogo costante tra arte, cultura e società.

Continua la lettura con: ALTA MODA ma USATA: ABBIGLIAMENTO e ACCESSORI FIRMATI di seconda mano a MILANO

MATTEO RESPINTI

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Festa d’inaugurazione M4: questa la data ufficiale. E in arrivo maxi gara per i bus dell’hinterland

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L’avevamo anticipato in questo articolo, ora è arrivata anche l’ufficialità da parte del Sindaco Sala: la M4 è pronta a far viaggiare i treni su tutta linea fino al nuovo capolinea di San Cristoforo Fs. Entro l’anno è attesa invece una gara per il servizio del trasporto pubblico di tutta l’area metropolitana, nel 2026 sarà il turno di Milano.

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Festa d’inaugurazione M4: questa la data ufficiale. E in arrivo maxi gara per i bus dell’hinterland

# M4: tutta la linea operativa dal 12 ottobre

Credits Andrea Cherchi – Cerimonia di presentazione M4 San Babila

Dopo le indiscrezioni e la comunicazione sul sito del Comune di Milano, anche il Sindaco Sala ha ufficializzato la data di apertura di tutta la linea M4: sabato 12 ottobre. Lo ha fatto a margine della presentazione di Jannik Sinner come Ambassador e primo volontario delle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026. Prevista una giornata di festa, come lo è stato quando la linea si estesa fino a San Babila nell’estate 2023.

Per l’occasione si può andare gratis in alcuni cinema e teatri, disponibili infatti 17 spettacoli gratuiti, situati nei pressi delle nuove fermate. 

# Un tracciato di 15 km e 21 fermate

Tracciato M4

Oggi la linea è in funzione lungo circa 7 km e 8 fermate, da Linate a San Babila. In arrivo altri 8 km, per un totale di 15 km, e altre 13 fermate per un totale di 21: Sforza Policlinico (in futuro con collegamento pedonale con Missori M3), Santa Sofia, Vetra , De Amicis, Sant’Ambrogio che interscambia con la M2, Coni Zugna, California, Bolivar, Tolstoj, Frattini, Gelsomini, Segneri e San Cristoforo. 

# Entro fine anno la gara europea per il servizio di bus dell’area metropolitana

Mappa zone tariffarie Atm

Non solo metropolitana. Entro la fine dell’anno è previsto un importante appuntamento per il servizio pubblico di superficie dell’area metropolitana milanese. L’Agenzia del Trasporto Pubblico del Bacino della Città Metropolitana di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia metterà a gara pubblica la riassegnazione dei “servizi interurbani di Milano, della Provincia di Monza e Brianza e della Provincia di Lodi e i servizi urbani del Comune di Lodi e dei Comuni non capoluogo inclusi nella Città Metropolitana di Milano, nelle Province di Monza e della Brianza e di Lodi” come specificato nella nota del 18 settembre. 

# 4 lotti in partenza per un affidamento dei servizi di 7 anni e un valore complessivo di 1,3 miliardi di euro

Credits ohmywheels IG – Bus 701

Il bando in fase di avvio riguarda 4 lotti su 6, per un valore complessivo di 180 milioni di euro annui e una produzione-obiettivo di 48 milioni di vetture- chilometri, sempre su base annuale. La durata dell’affidamento dei servizi è prevista per 7 anni e quindi per un totale di 1,3 miliardi di euro. Questi i servizi su gomma a gara:

  • Nord-Ovest milanese e della Brianza occidentale (Castanese, Legnanese, Rho e Bollate, Groane);
  • Nord-Est milanese e della Brianza centrale (Seregno, Vimercatese, Valle dell’Adda);
  • Sud Est milanese e della Provincia di Lodi (Martesana, Paullo, Zelo Buon Persico, Melegnanese, Lodigiano, Lodi, Bassa Lodigiana);
  • Magentino;
  • Abbiatense;
  • Binaschino.

# A dicembre 2026 in programma la gara europea il trasporto pubblico di Milano

Mappa metro Atm

La patata bollente è in programma però solo il prossimo anno. A dicembre 2026, se non ci saranno ulteriori rinvii, prevista la maxi gara per tutto il trasporto pubblico del Comune di Milano: bus, filobus, tram e metropolitane.

Fonte: Il Giorno Milano

Continua la lettura con: Ufficiale! M4: c’è la data del primo viaggio tutto blu…e si fa festa con spettacoli gratis lungo il percorso

FABIO MARCOMIN

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Una giornata a Roma: lo choc di una milanese nella Capitale

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Credits Dmitry Zvolskiy-pexels - Guardare Roma

La giornata di una milanese a Roma. Raccontata sul Corriere.it. Un’esperienza da film horror…

Una giornata a Roma: lo choc di una milanese nella Capitale

Estratti da La giornata di una milanese a Roma: «Taxi inesistenti e bus senza orario, 90 minuti per fare 4,8 km. Avrei fatto prima a piedi» di Rita Querzè

# Un taxi a Roma? «Come chiedere un elicottero»

Roma, mattina del 19 ottobre. Foto di M.Z.

Roma promette una giornata splendida. (…). Ma tutto volge al peggio quando, alla reception, chiedo un taxi. L’addetto mi guarda come se stessi pretendendo un passaggio in elicottero: «Signora, si metta in coda». Prima di me c’è già un distinto signore che spera nella risposta del radiotaxi: «Sono in attesa da 20 minuti, nessun segno di vita». (…)

# «A Termini una fila tale che non arriverebbe più»

Roma, mattina del 19 ottobre. Foto di M.Z.

Il receptionist: «Signora, non mi guardi così!». «Lo so, lei non c’entra nulla, ma mi dia almeno un consiglio, che cosa posso fare? Vado a mettermi in coda per un taxi davanti alla stazione Termini che è qui a due passi?». «Ma no signora!», mi rispondono con compatimento da dietro il bancone. «C’è una fila tale, talmente lunga a quest’ora, che non arriverebbe più!». Intanto il radiotaxi continua a produrre solo la musichetta dell’attesa. Una addetta della reception che ha seguito tutta la conversazione si avvicina: «Guardi che dal piazzale della stazione parte il 910 che va proprio all’auditorium parco della musica. Io abito nei pressi, ci mette 25 minuti». Sicura? «Si, 25 minuti. E di solito è anche mezzo vuoto».

# La fermata del bus «doppia»

Credits odisseaquotidiana IG – Bus a fuoco a Roma

(…) Di corsa attraverso il piazzale, compro il biglietto. «Dove è la fermata?». «Laggiù». Peccato che sia segnalata in due punti diversi. «Scusi, parte da qui il 910 direzione auditorium?». «Si, corretto, devo prenderlo anch’io». (…) Ma l’autobus non arriva, nonostante Google Maps dica che dovrebbe passare alle 9.25. E sono le 9.25. Allora mentre aspetto mi metto al telefono e chiamo il radiotaxi. Ovviamente c’e la solita musichetta ma nessuno risponde. L’idea è: se arriva il bus bene, ma se il radiotaxi risponde cambio al volo i piani. Finalmente dal cellulare emerge una voce femminile. Spiego dove devo andare. «Resti in attesa». Credo di essere ormai a un passo dalla terra promessa ma torna la musichetta, la signorina all’altro capo del filo si è data alla macchia. La beffa è che una quantità di macchine bianche sfreccia davanti a noi.

# L’assalto ai taxi

I TASSISTI NON RAGGIUNGONO L_ACCORDO CON IL CAMPIDOGLIO E SCENDONO SPONTANEAMENTE IN PIAZZA, BLOCCANDO IL CENTRO DI ROMA – Fotografo: benvegnù-guaitoli

Un signore tenta il tutto per tutto, cioè di bloccare i taxi di passaggio nella speranza di beccarne uno libero. La disperazione è disperazione: lo raggiungo insieme con la signorina di prima. Scopriamo che andiamo tutti nella stessa direzione e allora facciamo un piano: lui si apposta su una corsia, io sull’altra. Il primo che riesce a beccare un taxi libero chiama gli altri due e si va insieme. Intanto la ragazza che ci vede meglio di noi scruta i bus in arrivò: «310, non è il nostro». Tutto questo con la musichetta del radiotaxi attaccata alle orecchie. Finalmente torna a farsi viva la voce femminile: «Mi scusi, ma non riusciamo a trovare un taxi per lei». «Come non riuscite, insista! Io resto qui». Sono le 9.45. Ormai è chiaro: non arriverò in tempo.

# «Non era scontato che il 910 arrivasse»

Credits matteobasile-pexels – Trasporti Roma

Al top dello scoramento si leva alta la voce della giovane compagna di sventure: «910 in arrivo!». Non ci speravo più. A questo punto interrompo dopo 30 minuti l’inutile telefonata con il radio taxi. Saliamo accatastati uno sull’altro, il lato positivo è che, invece della lotta di tutti contro tutti è scattata una sorta di solidarietà: «Oggi il meteo metteva pioggia, invece c’è il sole – dice un passeggero -. Con il brutto tempo sarebbe stato anche peggio. E poi non era scontato che il 910 arrivasse, invece è passato. E poi vedrà che la faranno entrare lo stesso anche se un po’ in ritardo». È la dimostrazione che le difficoltà temprano. E rendono saggi. Bilancio della giornata: sono arrivata alle 10.20, per fortuna mi hanno fatto entrare nonostante il ritardo. Ma resta il fatto che ci ho messo un’ora e mezza per fare 4,8 chilometri. Avrei fatto molto prima a piedi.

Fonte: La giornata di una milanese a Roma: «Taxi inesistenti e bus senza orario, 90 minuti per fare 4,8 km. Avrei fatto prima a piedi» di Rita Querzè

Continua la lettura con: Il treno più veloce del mondo: farebbe Milano – Roma in un’ora 

MILANO CITTA’ STATO

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Il Tgv «low cost» Milano – Parigi: iniziata la vendita dei biglietti per l’inverno. E c’è una novità per la tratta interrotta

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trainline - Parigi-Milano

Anche per l’autunno e l’inverno viene rinnovata l’offerta per viaggiare a prezzi scontati da Milano e Parigi con l’Alta Velocità del Tgv. Una buona novità arriva invece per la tratta interrotta a seguito della frana avvenuta nell’agosto 2023. Come cambia il servizio, quanto costano i biglietti e dove si possono comprare.

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Il Tgv «low cost» Milano – Parigi: iniziata la vendita dei biglietti per l’inverno. E c’è una novità per la tratta interrotta

# Da Milano a Parigi a soli 39 euro

sncfvoyageurs IG – Nuovi treni TGV

Dopo il debutto nella primavera di quest’anno, aprono le vendite dei biglietti low cost  per andare con l’Alta Velocità da Milano a Parigi con TGV INOUI anche per la stagione autunno-inverno. Dal 18 al 29 settembre è attiva l’offerta per viaggiare dall’1 al 14 dicembre con biglietti per la seconda classe da 39 euro. Rimane valida anche la promozione per spostarsi con il TGV sulla tratta italiana tra Milano-Torino-Oulx, con biglietti in seconda classe a partire da 10 euro.

# Dove si posso comprare i biglietti

Sncf connect

Ci sono diverse modalità per l’acquisto dei biglietti. Online sul sito e sulla app SNCF CONNECT, fisicamente presso le agenzie di viaggio autorizzate SNCF. Per i possessori di della Carta Avantage resta attiva la promozione per comprare con il 30% di sconto sulle tariffe di prima e seconda classe, chi viaggia con i bambini dai 4 agli 11 anni compiuti può approfittare di uno sconto del 50% sul biglietto, sia sul viaggio singolo che su andata e ritorno. Per i bambini con età inferiore a 4 anni è previsto inoltre un pacchetto a 9 euro o il viaggio gratuito senza posto assegnato.

# Dal 15 dicembre si riducono i tempi di viaggio in attesa del ripristino integrale della linea

trainline – Parigi-Milano

A seguito della frana che si è abbattuta sui binari e sull’autostrada tra Modane e Saint-Jean-de-Maurienne, il 27 agosto 2023, la linea dell’alta velocità tra Milano e Parigi è stata interrotta. Al suo posto è stato introdotto un servizio misto treno/bus con bus sostitutivo da Oulx, in Val di Susa, che in due ore conduce a Saint-Jean-de-Maurienne. Da quel punto si sale nuovamente a bordo del treno. In attesa del ripristino integrale del collegamento ferroviario, dal 15 dicembre è previsto però un miglioramento. Il servizio di bus partirà da Modane in Francia, e non più da Oulx in Italia, consentendo una riduzione del tragitto da 1 ora e 30 minuti a soli 30 minuti e di conseguenza anche i tempi di percorrenza di tutto il viaggio da Milano a Parigi.

Continua la lettura con: Il TGV FRANCESE alla conquista dei milanesi: da ora in vendita i BIGLIETTI super CONVENIENTI per portarci via da MILANO

FABIO MARCOMIN

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Perchè a Milano non c’è Via Roma? Non è una dimenticanza ma un atto di ribellione

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In ogni città italiana, piccola o grande, c’è una via Roma, di solito in una zona centrale. A Roma esiste una via Milano, in pieno centro, nei pressi del Quirinale.
Ma a Milano via Roma non c’è.

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Perchè a Milano non c’è Via Roma? Non è una dimenticanza ma un atto di ribellione

Il fatto è diventato materia di cronache e di piccola controversia politica nel 2005 quando l’allora sindaco di Roma, Walter Veltroni, fece notare in modo un po’ piccato l’assenza di una via Roma al suo omologo di Milano, Gabriele Albertini.
Il sindaco di Milano apparve sorpreso e si impegnò a verificare e, nel caso, a intervenire: «Non credo», disse poi, «ma se Veltroni ha verificato quest’assenza la faremo.»

La mancanza di una via Roma a Milano la si giustifica di solito dicendo che c’è però corso di Porta Romana, che ricorda la capitale. Forse non tutti sanno che in realtà proprio questo nostro corso di antica memoria per un certo periodo (quello fascista) fu ribattezzato Corso Roma. Ciò avvenne in ottemperanza al Regio Decreto che voleva celebrare il decennale della marcia su Roma.

Dal 1931/1932, quindi, il Podestà di Milano Marcello Visconti di Modrone cambiò la toponomastica per accontentare il duce dell’impero. Corso Roma finì così sulle mappe stradali (come quella che qui riproduciamo dell’istituto Militare Italiano, del 1937) e sulle cartoline stampate nel ventennio (come questa, scattata all’altezza della crocetta e del teatro Carcano).

Caduto il fascismo e finita la guerra, le cose vennero presto rimesse a posto, e Milano tornò ad avere Corso di Porta Romana e non più una via dedicata alla capitale.

Con buona pace dei romani che hanno ben altro cui pensare.

Continua la lettura con: BREVE STORIA della MICHETTA, il pane di Milano

MILANO CITTA’ STATO

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Quale lingua straniera suona come il milanese?

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Università Bocconi. Esame spagnolo 1, seconda lingua. Avevo studiato poco, mi sono presentato all’orale forte di un consiglio di un amico: per l’accento è facile, parla con accento veneto e andrai alla grande. E’ uguale.

Così mi sono presentato e ho seguito il consiglio alla lettera, parlando in spagnolo calcando l’accento che ho ereditato dalla famiglia di mio padre. Calcavo talmente tanto che dopo ogni frase mi veniva da concludere con “ostrega”. Alla fine ho strappato una sufficienza risicata, ma non dimenticherò mai il commento del docente: la grammatica spagnola non la sai, ma ti ha salvato l’accento.

E’ stata un’esperienza utile che poi ho replicato nei miei soggiorni in Spagna, accorgendomi che è proprio così. Lo spagnolo e il veneto come accento sono identici.

E dopo aver vissuto diversi anni all’estero, mi sono reso conto che le assonanze delle lingue straniere con i nostri dialetti non finiscono qui, anzi. Ci sono delle somiglianze dei suoni a volte sorprendenti.

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Le affinità principali tra lingue straniere e accenti delle diverse parti d’Italia

#1 Spagnolo = Veneto

Credits: ahero_madrid IG

Mi immagino legioni e legioni romane proveniente dalle terre del Veneto che fondano l’Iberia, insegnando le versioni latine ai nativi. Il risultato è che se un veronese sente dire da uno spagnolo “se podrìa” o sentirsi augurare “Bon Nadal” a Barcellona, si può sentire a casa propria.

Dal punto di vista linguistico gli analisti dicono che lo spagnolo presenta delle affinità col veneto per le apocopi vocaliche finali, la sonorizzazione di consonanti intervocaliche e per alcune morfologie verbali.

#2 Portoghese = Genovese

Credits: carolr.lua IG

A 18 anni avevo un amico di Chiavari che si preparava all’esame di maturità. Cercava di convincerci che il francese era identico al genovese. Ne era tanto sicuro da puntare tutto sulla prova di francese. Il mio amico è stato bocciato e mi ha fatto capire che francese e genovese non erano poi così simili, specie nell’accento. Quello francese è raffinato, quasi spocchioso, il genovese è timido, fantozziano. No, non ci azzeccano nulla.

Invece mi sono accorto sentendo le interviste dei calciatori brasiliani che erano loro a sembrare portoghesi. Conferma maggiore l’ho avuta a Lisbona, quando mi sono trovato in una città che per suoni e mentalità sembrava la copia perfetta di Genova. Quella stessa cadenza un po’ malinconica, che forse tradisce per entrambi il senso di tristezza verso un mare che porta via i loro figli migliori, alla ricerca di terre nuove da popolare.

#3 Svedese = Piemontese

Credits: AFP PHOTO/ THOMAS KIENZLE – Svezia

Altro mito da sfatare è che il piemontese sia simile al francese. Sì, certo ci sono affinità storiche e vicinanze di parole e di grammatica, ma il suono è diverso. Invece ho avuto una grande sorpresa vivendo per alcuni mesi a Stoccolma. Ogni volta che in metropolitana sentivo nominare la fermata sgranavo gli occhi e mi sembrava di essere a Torino. Quelle ondulazioni nella penultima sillaba sono identiche. E mi bastava ripetere qualche parola di quella lingua a metà tra il tedesco e l’inglese da ricevere apprezzamenti dai locali per la pronuncia. Ma loro non sapevano che non stavo parlando in svedese: scimmiottavo il piemontese.

#4 Tedesco = Bergamasco

Su questo sono ferrato. Ho vissuto sette anni in Germania a lottare con la loro lingua e, a volte, con i loro abitanti. Ero nella città che era nata come una città caserma e che, quando ci vivevo io, era diventata la capitale degli scansafatiche: Berlino. Ho capito subito che la grammatica era una cosa impossibile, così ho iniziato a fare come i bambini, ripetendo i suoni. Mi sono accorto che soprattutto i tedeschi del sud, come i bavaresi e in parte anche gli svizzeri, assomigliano alla gente delle nostre montagne. Sarebbe facile a dire che sono come gli altoatesini, bella forza. La verità è che sono molto simili ai bergamaschi, lo stesso accento ruvido, scontroso, definitivo. E anche come mentalità ho trovato molte somiglianze.

#5 Milanese = Americano

Credits: ilgiorno.it – Seamen Football Americano Milano

In una classifica internazionale non possiamo di certo mancare noi. Questa affinità l’ho scoperta durante un’estate nel sud della Francia. Eravamo un gruppone di persone di tutti i paesi e ci si divertiva a prenderci in giro a vicenda. La lingua che usavamo per parlare tra di noi era l’inglese, ovviamente. Molti stranieri mi facevano notare che il mio era un accento americano e mi chiedevano se avessi vissuto là. La mia risposta era no, ma quando ho visto che davano dell’americano anche ad altri due amici milanesi che mi avevano raggiunto per qualche giorno, ho capito che il milanese quando parla in inglese diventa americano. Quel modo di dire “I’m from Milaaaan” è identico a come loro dicono “I’m Americaaaan”. E forse anche un po’ anche come mentalità: noi e loro convinti entrambi di essere i Number One.

Continua la lettura con: Parole in milanese intraducibili in italiano

ANDREA ZOPPOLATO

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La «stazione fantasma»: si scende dal treno e ci ritrova in mezzo al nulla

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credit: ehabitat.it

Il Giappone ha costruito una stazione in mezzo al nulla: è Seiryu Miharashi Eki, la stazione fantasma. Scopriamo il significato di questa stazione unica al mondo. 

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La «stazione fantasma»: si scende dal treno e ci ritrova in mezzo al nulla

Nel Giappone che tutti immaginiamo il lavoro è una parte fondamentale della vita degli individui, sino a diventare una vera e propria ossessione. I “karoshi”, così chiamati i lavoratori che si suicidano o che vivono in condizione di forte stress a causa del lavoro, sono un simbolo della concezione giapponese della laboriosità. Proprio per questo si è individuata la necessità di costruire una stazione fantasma, che porti in mezzo al nulla, per potersi fermare dalla routine travolgente.

# Seiryu Miharashi Eki: “la piattaforma di vista del fiume”

credit: ehabitat.it

Il 17 marzo 2019 è stata inaugurata la stazione di Seiryu Miharashi Eki, letteralmente piattaforma di vista del fiume, collocata tra la fitta vegetazione di una montagna e un fiume. Dalla banchina della stazione non si può raggiungere alcun paese, non ci sono rampe, cancelli o percorsi che conducano a una destinazione, non si può neppure prendere un caffè al bar perché nelle vicinanze non c’è assolutamente nulla se non la natura incontaminata. Rimanere senza niente da fare non è dunque una scelta ma un obbligo, l’unico modo per lasciare la stazione è aspettare il convoglio successivo e, nell’attesa, si può solo osservare la natura circostante per dimenticarsi momentaneamente dello stress legato alla frenetica routine lavorativa.

# Una cultura capitalistica distruttiva

credit: ehabitat.it

Potrebbe sembrare uno scherzo oppure un errore, invece è stata costruita dopo una profonda riflessione a seguito di un’analisi pubblicata dal governo di Tokyo nel 2016: da un sondaggio svolto su 10.000 lavoratori giapponesi, è emerso che circa il 23% delle persone lavora almeno 80 ore di straordinari al mese e la metà di tutti gli intervistati ha dichiarato di non prendere vacanze pagate. Questi preoccupanti dati sono il risultato di una cultura capitalistica molto radicata in Giappone, che non permette ai cittadini di considerare normale prendersi una vacanza o semplicemente una pausa.

# Il simbolo di una silenziosa ribellione

credit: ehabitat.it

E allora non sembra estremamente necessaria l’esistenza di un luogo in cui non c’è niente da fare? Non sembra necessario costruire una stazione in cui si fermano i treni ma soprattutto i pensieri? Seiryu Miharashi Eki è il simbolo di una silenziosa ribellione verso quella cultura che rappresenta allo stesso tempo il punto di forza e il tallone di Achille della società giapponese.

In questa stazione da un lato si perde lo sguardo tra il verde della vegetazione montana e, dall’altro, il rumore dell’acqua del fiume libera la mente dai pensieri negativi. Ma la cultura capitalistica non è un’esclusiva giapponese e un luogo in cui c’è spazio solo per la bellezza della natura servirebbe in ogni Nazione.

Leggi anche: La STAZIONE CENTRALE è la stazione più GRANDE d’Europa

ROSITA GIULIANO (Articolo originale del febbraio 2021, aggiornato dalla redazione)

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Le 10 più tipiche gite dei milanesi in autunno

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Il treno del foliage - Ph. @chi_viaggia_trova IG

L’autunno a Milano è fantastico. Soprattutto per chi può andare via. Foto cover: Il treno del foliage – Ph. @chi_viaggia_trova IG

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Le 10 più tipiche gite dei milanesi in autunno

#1 In una valle per funghi o per castagne

credits: @valleintelviturismo IG

Puntare a nord, va bene dappertutto. Tra i nostri posti preferiti suggeriamo la Valle del Curone (Lecco), la Val Camonica (Brescia), Parco Castagne (Bergamo) e Valle d’Intelvi (sopra Como). Ottimi anche i boschi di Appiano Gentile o i monti del lago Maggiore.

#2 Assistere all’estate indiana in Valdobbia (Valsesia)

Estate indiana
Estate indiana

L’estate indiana è un periodo che di solito va da inizio ottobre a metà novembre. E’ caratterizzata da giornate di nuovo calde che fanno seguito a giorni più freddi con le prime gelate. Ma l’aspetto più affascinante di questo fenomeno viene dalla natura con gli alberi che esplodono di colori prima di perdere le foglie. Lo spettacolo del foliage si può ammirare nelle valli alpine, come la Valdobbia (Valsesia).

Leggi anche: il treno del foliage

#3 Gita in teleferica sul Resegone

Resegone rifugio Azzoni
Resegone rifugio Azzoni

Il punto di partenza è situato in località Versasio. In 5 minuti permette di raggiungere i 1300m dei Piani d’Erna, sul Monte Resegone. Per gli amanti del brivido si può fare trekking fino alla cima del monte, un vero e proprio balcone da cui godere di una vista mozzafiato prima di rifocillarsi al rifugio Azzoni. Altre funivie o funicolari che portano sopra il lago di Como si trovano anche a Barzio con i Piani di Bobbio, Moggio con i Piani di Artavaggio, Pigra da Argegno e Margno con il Pian delle Betulle.

#4 Parchi avventura

Credtis: tree.experience.it – Parco Avventura Corvetto

I più arditi possono provare una scarica di adrenalina nei diversi parchi avventura presenti nelle vicinanze di Milano. C’è chi offre un volo sopra un canyon, la camminata sospesi su un filo o il bungee jumping. Settembre e ottobre sono ottimali prima della pausa invernale.
Segnaliamo il più grande parco della Lombardia (www.jungleraiderpark.com) o quelli più vicini: Rescaldina (Via Pietro Nenni, 20027 Rescaldina MI) o quello di Caglio (Lecco) con un percorso di circa due ore (www.jrpxtreme.com/). Per chi invece vuole fare poca strada c’è il parco avventura Corvetto. 

#5 Gita in barca sul lago di Como

Credits: @best_hotelsandresorts
Lago di Como

Già i laghi di per sé esprimono una romantica malinconia. L’atmosfera tipica per cogliere l’essenza del lago è proprio l’autunno, in una di quelle ultime giornate di sole che contengono già le avvisaglie dell’inverno. E vicino a Milano c’è uno dei laghi più belli del mondo. 

#6 Andar per tartufi (e vino) nell’Oltrepò pavese

credits: @teamoltrepo su IG

L’autunno è la stagione del vino. Basta fare qualche chilometro per vivere le atmosfere dell’Oltrepò la cui terra in questo periodo offre frutti squisiti. Gli amanti dei tartufi si possono spingere fino alla zona di Alba.

#7 Ultimo bagno in Liguria

Camogli

Niente di meglio che vivere una domenica dell’estate di San Martino al mare, facendo un ultimo bagno, senza la ressa del periodo estivo ma godendo di un mare ancora caldo. A ponente suggeriamo Varazze o Varigotti. A levante Camogli, Santa margherita e Recco con focaccia. 

#8 La gita per i ritardatari della Biennale di Venezia

theplan – Modulo alla Biennale di Venezia

Resterà aperta sino al 24 novembre: è il periodo giusto per la mostra internazionale d’arte di Venezia. Il meglio arriva alla fine, un po’ come per Expo.

#9 La biciclettata lungo l’Adda

Il classico punto di partenza è a Trezzo. Si può andare sino a Brivio (17,5 Km), a Garlate (28,5 Km) o a Lecco (34 Km).

#10 Gita culinaria nel parco del Ticino

Credits nicola_farise – Parco del Ticino

L’unico periodo che nel Ticino si possono trovare sia le zanzare che la nebbia.

MILANO CITTA’ STATO

Continua la lettura con: I 5 luoghi del paradiso per BAMBINI e RAGAZZINI nella Milano degli anni ‘70-‘80

FABIO MARCOMIN

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Milano è più grande di Parigi e di Barcellona

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Milano - Parigi

181,8 km²: è la dimensione di Milano. Per un confronto con altre città…

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Milano è più grande di Parigi e di Barcellona

# Milano è più grande di:

Zurigo (87,88 km²)
Copenaghen (88,25 km²)
Barcellona (101,9 km²)
Parigi (105,4 km²)
Napoli (117,3 km²)
Torino (130,2 km²)

credit: teleambiente.it – Parigi – Champs-Elisées

# Ma più piccola di:

Stoccolma (188 km²)
Monaco di Baviera (310,4 km²)
Vienna (414,6 km²)
Praga (496 km²)
Budapest (525,2 km²)
Madrid (604,3 km²)
Singapore (719,1 km²)
Amburgo (755,2 km²)
New York (789 km²)
Berlino (891,8 km²)
Hong Kong (1.104 km²)
Roma (1.285 km²)
Los Angeles (1.302 km²)
Città del Messico (1.485 km²)
Londra (1.572 km²)
Tokyo (2.188 km²)

Continua la lettura con: Quanti abitanti ha Milano?

MILANO CITTA’ STATO

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