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10+1 situazioni imbarazzanti sulla metro di Milano

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Credits tdbledsoe IG - Addormentarsi in metropolitana

Viaggiare in metropolitana dovrebbe essere una delle cose più semplici, eppure anche i più assidui utilizzatori incorrono a volte in situazioni spiacevoli e imbarazzanti. Vediamo quali sono le più frequenti.

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10+1 situazioni imbarazzanti sulla metro di Milano

#1 Quando il lettore del tornello non prende il Qr code o il contactless e si sbatte sulle porte bloccate 

Ufficio Stampa Atm – Tornello metrò contactless tessera

Il biglietto della metropolitana si può acquistare anche tramite l’app di Atm. Si paga e si scarica un biglietto virtuale in formato Qr Code che deve essere passato sul lettore del tornello per accedere alla banchina. Spesso capita che non venga letto perché lo smartphone è troppo vicino, la luminosità dello schermo non è al massimo oppure semplicemente non funziona. Per questo, convinti che tutto fili liscio, si passa il Qr Code e inesorabilmente si sbatte contro le porte del tornello rimaste chiuse.

Leggi anche: I TIPI da METRO: i personaggi ci fanno compagnia in metropolitana

#2 Dover scavalcare perché non viene letto il biglietto

Credits gorgo_n_zola_shitposting IG – Salto del tornello

A mali estremi, estremi rimedi. Sia che si tratti di un biglietto cartaceo o digitale, se non viene letto e il tornello rimane bloccato si ha solo una soluzione soprattutto quando si è di fretta: scavalcare. Di certo una situazione imbarazzante e contro le regole.

#3 Non avere il biglietto

Affrettarsi a raggiungere il tornello e accorgersi solo all’ultimo momento di essere sprovvisti di biglietto è un’altra situazione imbarazzante. Soprattutto se alle spalle si trova una coda imbufalita di altri utenti della metropolitana in attesa di entrare.

#4 Perdere l’equilibrio sulla metro e cadere addosso a una persona

Una delle abilità richieste a chi prende la metropolitana è quella di rimanere in piedi, magari senza attaccarsi ai sostegni anche se rischioso, ma capita a volte di perdere l’equilibrio e di cadere addosso a un’altra persona.

#5 Sbagliare direzione 

Tra le situazioni imbarazzanti non può mancare quella di scendere sul piano banchina, attendere l’arrivo del treno, salire a bordo e accorgersi di avere preso la direzione sbagliata. E’ anche imbarazzante accorgersi prima di salire a bordo di essere dalla parta sbagliata. 

Leggi anche: Le 7 COSE che IMBARAZZANO i MILANESI

#6 Rimanere incastrati nella porta

Credits subwaycreatures IG – Chiusi nella porta della metro

Prendere una metro al volo può riservare delle brutte sorprese. Tra quelle peggiori c’è sicuramente quella di rimanere incastrati nella porta. Un classico, soprattutto nelle ore di punta. Con quegli istanti di terrore che si vivono sperando che la porta si riapra prima di ripartire. 

#7 Parlare al telefono e non accorgersi di urlare

Credits michael_schueller-pixabay- Urlare al telefono

Può capitare di essere così presi da una telefonata mentre si è dentro il treno della metropolitana da non accorgersi che si sta urlando. Basta incrociare qualche sguardo infastidito per provare immediato imbarazzo. 

#8 Fare la figura del guardone

A volte essere curiosi non è un bene perché si rischia di fare delle pessime figure. Una delle occasioni è quando si viene colti in flagrante a guardare il cellulare o il libro di un passeggero seduto al nostro fianco.

#9 Addormentarsi sulla spalla di un altro passeggero

Credits tdbledsoe IG – Addormentarsi in metropolitana

La stanchezza può giocare brutti scherzi. Di ritorno da una lunga giornata di lavoro può capitare di addormentarsi sulla metropolitana, soprattutto se il tragitto è abbastanza lungo. Non ci sarebbe nulla di male se non si finisse con la testa appoggiata alla spalla di chi ci è vicino.

#10 Sbagliare lato all’apertura porte

Anche se la maggior parte delle fermate della metro sono dallo stesso lato, a volte capita che invece le porte si aprano dal lato opposto. Sapere in anticipo il lato corretto di apertura della porta del treno non è sempre possibile, anche se spesso viene indicato da una freccia luminosa all’interno del vagone. Farsi sorprendere dal lato sbagliato mentre si è pronti ad uscire è una situazione alquanto imbarazzante, soprattutto in caso di vagoni affollati. 

#10+1 Stare impalati sul lato sinistro della scala mobile

Tenere la destra

Come ultimo c’è anche quello più frequente. Non solo. E’ anche un modo per distinguere chi non è milanese. Stare impalati sul lato sinistro della scala mobile intralciando il cammino di chi va a velocità superiore è forse il crimine peggiore che si può commettere sulla metro di Milano. Su questo il milanese non transige e si sente di dover manifestare la sua insofferenza anche quando si trova sulla metro di altre città. 

Leggi anche: I 7 TIPI da PASSANTE: chi sono i suoi abituali frequentatori?

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I «villaggi urbani»: saranno il futuro di Milano?

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Credits: Atrium Ljungberg/Invest Stockholm

Da Stoccolma arriva un’interessante ipotesi di come potrebbero essere ripensati i quartieri delle metropoli del futuro. Il futuro potrebbe essere di città che diventano aggregati di “villaggi urbani”, dove si potranno avere i vantaggi dei piccoli paesi senza perdere quelli di una grande città. Ma vediamo il progetto e quali potranno essere le caratteristiche delle città del futuro. 

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I «villaggi urbani»: saranno il futuro di Milano?

Traduzione di “The Local.se” – Why ‘urban villages’ are the future in Stockholm

Le città si trasformeranno in “villaggi urbani” che avranno queste cinque caratteristiche fondamentali: 

#1 Più senso di comunità

Conosci i tuoi vicini!” Åsa Mällström non esita a rispondere quando gli viene chiesto cosa le abbia insegnato vivere durante la pandemia, a riguardo di come potremmo cambiare in meglio la vita in città.
È una delle tante persone di Stoccolma convinte che essere un abitante della città possa essere compatibile con un senso di comunità e preoccupazione per l’ambiente. Le sue opinioni stanno rivelando una tendenza più ampia che sta prendendo piede nella capitale svedese: un approccio che vede la sostenibilità come un problema sociale che richiede il collegamento delle persone. (…)

#2 Mutuo soccorso: in ogni quartiere ci saranno più persone che chiedono aiuto e più persone che offrono aiuto 

Ci sono più persone di quanto pensi che vorrebbero aiutare nella tua zona“, afferma Åsa, che vive a Solberga, nel sud di Stoccolma, coltivando ortaggi sul suo balcone e nel suo appartamento. “Non abbiate paura di chiedere aiuto.” Nel suo sviluppo, la società di edilizia residenziale pubblica Stockholmshem offre un’area in cui le piccole imprese e le organizzazioni possono testare nuove soluzioni sostenibili – con l’aiuto degli inquilini – prima di commercializzarle in modo più ampio.

I progetti nell’ambito del programma, condotti insieme all’istituto ambientale IVL, si concentrano su tutto, dalla raccolta di più rifiuti alimentari dalle famiglie alla gestione dell’acqua piovana per evitare inondazioni. “Puoi anche prendere in affitto una stanza della società immobiliare nella zona vicina se hai bisogno di un posto per riparare una vecchia sedia, ricamare i vestiti o ripiantare i fiori“, aggiunge Åsa. “Le camere sono convenienti e disponibili tutto l’anno.”

#3 Aumenteranno gli spazi e i servizi condivisi per migliorare la comunità

Gli spazi condivisi che migliorano la comunità sono una delle principali aree di interesse dell’Atrium Ljungberg, uno sviluppatore di proprietà svedese che crea nuovi quartieri cittadini. “Penso alla sostenibilità nella pianificazione urbana in modo incentrato sull’uomo“, afferma Linus Kjellberg, responsabile dello sviluppo aziendale dell’Atrium Ljungberg. “Consideriamo sia l’ambiente che l’aspetto psicologico di come viene vissuta la vita in città.” I progetti di Stoccolma dell’azienda riflettono una visione della vita urbana che migliora la qualità della vita e allo stesso tempo facilita la vita sostenibile delle persone.

In un momento di profonda preoccupazione per i cambiamenti climatici e il nostro senso di comunità, Åsa, che lavora per le vendite di TV4, si concentra su soluzioni locali che aiutano gli individui ad agire su entrambi. “Abbiamo un piccolo gruppo che condivide cose e servizi tra loro, dagli strumenti per aiutare con lo shopping durante il coronavirus“, afferma. “Sono anche membro di un gruppo di Facebook che ti consente di prendere in prestito oggetti, ricevere assistenza per il trasporto di oggetti, noleggiare l’auto di qualcuno e chiedere aiuto per rinnovare la tua casa“. A Stoccolma, gli sviluppatori lungimiranti stanno progettando case future e le aree circostanti per incoraggiare maggiormente questo tipo di mix. Lo sviluppo dell’Atrium Ljungberg Nobelberget, che conserverà alcuni vecchi edifici insieme a quelli nuovi, ne è un esempio.

Una “cucina comunitaria” sarà condivisa da diversi edifici residenziali con circa 550 appartamenti e resi disponibili attraverso un semplice sistema di prenotazione digitale. Ospiterà 50 persone o ospiterà quasi il doppio di quello in totale. Gli utenti possono prenotare uno chef per entrare e cucinare per loro, dando alla gente locale la possibilità di stare insieme, distendersi e condividere – che si tratti di storie, cose o forse anche di assistenza all’infanzia.

In molti condomini, l’80% delle persone non conosce il nome di nessun altro che abita lì“, afferma Jon Allesson, responsabile dello sviluppo aziendale per l’innovazione urbana, presso l’Atrium Ljungberg. “Si tratta di creare vicinanza in modo che le persone si sentano a proprio agio. Ci vuole un villaggio per crescere un bambino, come si suol dire.”

#4 Co-creazione e connessione digitale

Quando i primi residenti si trasferiranno in 68 appartamenti a Nobelberget questo novembre, saranno in grado di utilizzare una piattaforma e un’app di community digitali. L’idea è nata dal processo di “co-creazione” per l’area: l’uso di focus group e le opinioni delle persone con un interesse diretto nell’area per modellare i nuovi piani di sviluppo.

Metterà in contatto le persone se sono alla ricerca di un compagno di tennis o di un tuttofare locale“, afferma Linus Kjellberg. Attualmente in una fase pilota, la soluzione potrebbe potenzialmente consentire ai residenti di riunirsi su tutto, dal car-sharing alle consegne di cibo al servizio di babysitter. Le persone che lavorano solo nell’area saranno in grado di registrarsi a una versione diversa dell’app per soddisfare le loro esigenze.

#5 Gli uffici diventeranno spazi di incontro e di creatività invece che luoghi fissi dove lavorare

Il distretto del confezionamento di carne (“Slakthusområdet” in svedese) è una zona industriale nel sud di Stoccolma che vedrà una grande rigenerazione guidata dall’Atrium Ljungberg tra oggi e il 2030. Una nuova stazione della metropolitana verrà aperta e l’area accoglierà più di 10.000 nuovi residenti , con altre 10.000 persone che lavorano nella zona. Al centro dei nuovi appartamenti e uffici ci sarà un centro culturale incentrato sulla musica e sui locali locali, mercati alimentari, mercati, cibo di strada e ristoranti raffinati, insieme a torrefazioni di caffè e birrerie.

Guardando oltre i negozi e i ristoranti, Linus Kjellberg afferma che il concetto di cosa dovrebbe essere un luogo di lavoro si sta evolvendo, con il coronavirus che “accelera” l’attenzione su idee radicali. “Gli uffici diventeranno luoghi di incontro e spazi creativi in ​​cui scegli di stare piuttosto che lavorare da casa“, afferma. “Avere una bella area all’esterno e creare la propria atmosfera diventa più importante.”

Åsa, vegetariano, crede che ognuno di noi abbia un “dovere nei confronti delle giovani generazioni” di promuovere le piccole imprese sostenibili ora. “Sono quelli che spenderanno soldi per frutta e verdura coltivate localmente e passeranno a prodotti non a base di carne e non caseari“, afferma. “Dovrebbero avere la possibilità di farlo senza compromettere la qualità o il prezzo.” A Stoccolma, il compromesso non è sempre un must: i “villaggi urbani” che nasceranno potrebbero offrire il meglio di entrambi i mondi.

Articolo originale: The Local.se

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Isolino Virginia, l’isola di loto a un’ora da Milano

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Credits gabrieleframa IG - Isolino Virginia

Una piccola isola caratterizzata da una natura verdeggiante e una storia millenaria, con un museo unico al mondo. Scopriamo dove si trova e come visitarla.

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Milano – Isolino Virginia

Isolino Virginia, l’isola di loto a un’ora da Milano

# Un isolotto triangolare patrimonio Unesco nel Lago di Varese 

@gabrieleframa IG – Isolino Virginia

A pochi metri dalla riva del Comune di Biandronno, sul lago di Varese, c’è una piccola e caratteristica isoletta di 9.200 mq e dalla forma triangolare: Isolino Virginia. Inserita nel sito seriale UNESCO “Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino”, dal 1863 è uno dei siti più rilevanti della preistoria europea.

alexandra_urbanistica_mistica IG – Reperto museo sulle civiltà delle palafitte

Qui infatti sono conservati i resti del più antico insediamento palafitticolo dell’arco alpino risalenti a 7.000 anni fa.

# Una distesa di fior di loto e una natura verdeggiante

rikired1223 IG – Isolino Virginia

L’Isolino Virginia è principalmente un’oasi di tranquillità, legata strettamente alla bellezza ambientale del lago, alla vegetazione e alla fauna. Caratteristica la distesa di fiori di loto e ninfee sull’acqua e una natura verdeggiante dove vivono anatre, germani, gallinelle.

# Appena un’ora di auto da Milano

rikired1223 IG – Battello per Isolino Virginia

Per arrivare da Milano ci vuole solo un’ora di auto. Il tragitto più rapido è tramite l’autostrada A8 con uscita a Azzate-Buguggiate, dove si prende la SP1 per poi proseguire sulla SP36 in direzione di via Marconi a Biandronno. Qui si trova un piccolo attracco da dove partono i battelli per il tour sull’isola. Tutti i sabati e le domeniche, nel periodo da aprile a novembre, si può visitarla insieme al museo al costo di 7 euro, con sconti bambini e famiglie.

Continua la lettura con: Le località del giorno (per una gita da Milano)

FABIO MARCOMIN

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Dove osano le aquile: questo è il punto geografico più alto della città metropolitana

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Credits: groupon.com - TreeExperience, Parco Avventura Rescaldina

Qual è il punto più alto della città metropolitana di Milano? Un luogo sconosciuto ai più. 

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Dove osano le aquile: questo è il punto geografico più alto della città metropolitana

# Svetta a 220 metri di altezza

Rescaldina è un comune di 14.211 abitanti a circa 25 km da Milano al confine nord occidentale della città metropolitana. La sua principale particolarità è che è il punto più alto della città metropolitana: sorge infatti a 220 metri sul livello del mare.

# Il più basso? San Colombano. Il più alto della Lombardia è Livigno

Dopo Rescaldina il secondo comune più alto della città metropolitana è Solaro, a 211 metri. Il più basso è San Colombano. In Lombardia il Comune più alto è Livigno, davanti a Foppolo e Madesimo. Il più basso è Magnacavallo, in provincia di Mantova, a 11 metri. 

# Lo strano stemma

Curioso lo stemma del Comune che descrive un lupo che fugge da una torre. Riguarda infatti la fuga di Lupo da Limonta dalla prigionia nella torre di Rescaldina, posta in Via Roma 7 che ancora conserva lo stemma visconteo. Durante le contese tra Scorza e Visconti il nobile Lupo da Limonta venne imprigionato e la fuga fu possibile grazie ad uno stratagemma: il giullare Tremacoldo chiese di partecipare alla giostra-torneo, cui in realtà si presentò, camuffato, Lupo da Limonta che, balzato in sella al cavallo, invece di dirigersi lancia in resta contro la sagoma del saraceno si diede alla fuga.

# Luoghi di interesse: la più grande raccolta al mondo di blocchi per stampa a mano

Credits: groupon.com – TreeExperience, Parco Avventura Rescaldina

La Chiesa di Santa Maria Assunta, localizzata a Rescalda, fu costruita nel 1300 e al suo interno è conservata una tela settecentesca con raffigurata la Sacra Famiglia. La Chiesa della Madonna della Neve risale invece alla metà del novecento e al suo interno vi sono affreschi rinascimentali, tra i quali la Madonna con Bambino di Bernardino Luini.

La Bassetti (ora parte del Gruppo Zucchi), nella sede di Rescaldina custodisce il Museo “Zucchi Collection”, la più grande raccolta al mondo di blocchi per stampa a mano sul tessuto in legno e metallo, dalla fine del ‘700 al 1930.

A Rescaldina si trova anche TreeExperience, un parco avventura di percorsi tra gli alberi. 

# Il Palio

Credits rossellaimbello IG – Rescaldina

A Rescaldina viene organizzato nel periodo autunnale il palio delle contrade. L’evento rievoca le vicende della fuga del lupo dal castello. L’evento consiste in una grande rievocazione storica e vede come protagoniste le quattro contrade cittadine: Torre, indicata con i colori rosso e blu, Croce, associata al verde e al giallo, Rescalda, rappresentata in bianco e rosso, e Ravello, a cui si fa riferimento con i colori bianco e azzurro. 

# Un primato nazionale

Rescaldina vanta un particolare primato. E’ l’unico comune italiano con meno di 15.000 abitanti ad aver dato i natali a due giocatori nella Nazionale italiana di calcio: Ignazio Abate e Matteo Darmian, entrambi parte della spedizione italiana ai Mondiali del 2014 in Brasile. 

Continua la lettura con: Record e curiosità dei grattacieli di Milano

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Io, torinese innamorato di Milano, vi spiego perché questa città è magica

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Credit: Andrea Cherchi

Se qualcuno mi avesse detto che una città venisse prima del destino di una persona gli avrei dato del matto. Sì perché le città solitamente sono città. Ex villaggi divenuti città, ma con il DNA di un accampamento creato per asservire bisogni. Nulla di più. Ma non Milano.

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Io, torinese innamorato di Milano, vi spiego perché questa città è magica

# Il primo appuntamento con Milano

All’inizio di questo lungo periodo durato ad oggi 27 anni Milano la pensavo in modo diverso. A me che venivo da Torino, città collinare, verdissima e bagnata dal Po, Milano appariva grigia, disordinata, senza prospettive collinari: in due parole senza cornice. Un quadro non finito senza una cornice che lo possa impreziosire. Sono andato avanti due anni, pensate due anni!, nel raccontare ai miei amici di Torino questa mia verità.

# L’innamoramento

Poi un giorno così dal nulla ebbi un’illuminazione. Mi sono innamorato a tal punto di Milano che i miei stessi amici non riuscivano a capire come così d’un tratto non solo non tornassi più con regolarità nei week end a Torino, ma soprattutto parlassi con piglio di gelosia, come se loro potessero capire, di questo mio sentimento per la città. Così ho inventato una mia storiella per spiegare Milano e da allora la utilizzo ogni volta per spiegare cosa sia Milano a chiunque me lo domandi.

# Milano ti conduce

Milano è come la giostrina di ferro per i bambini che trovate ai giardinetti pubblici con i sedili in ferro e la grande ruota da afferrare per darsi la spinta. Se cerchi di salirci al volo ti rompi le ginocchia perché non c’è possibilità di fermarla. Allora scopri che puoi fare una cosa, correre più veloce di lei fino al momento in cui ti sembrerà immobile. A quel punto potrai salirci e scoprirai che da quel momento in poi sarà lei a trasportarti. Milano è magica per questo. Non lo puoi raccontare e non vuoi neanche farlo per non umiliare coloro che non hanno avuto la fortuna di vivere questa occasione. Ma questo spiega il perché del successo dei milanesi agli occhi del mondo.

# Essere di Milano vuol dire provare la sensazione di essere di tutti

Milano ti impone un sacrificio iniziale: ti chiede l’umiltà di accettare che la tua velocità a cui sei abituato non è sufficiente alla richiesta minima di questo microstato. Solo questo: la mancanza di altri requisiti se non appunto l’umiltà nel riconoscere i propri limiti dimostra alla radice la totale democraticità di questa città. Che è poi alla base di un successo che altrimenti non si sarebbe mai potuto edificare se non coltivando il meglio di ogni etnia o cultura terrestre. Essere di Milano vuol dire smettere di essere di qualcosa in particolare e cominciare a provare la sensazione di essere di tutti.

Milano, grazie.

Continua la lettura con: Milano è brutta

ANTONIO CHIMIENTI

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L’aperitivo in agriturismo a pochi minuti da Milano

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Credits lumebistrot IG

Un agriturismo che è anche bistrot, cantina e fattoria degli animali. 

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L’aperitivo in agriturismo a pochi minuti da Milano

# L’agriturismo nel cuore della Brianza

Credits uberto1988 IG – Agriturismo La Camilla

Nel cuore della Brianza, a 30 minuti dal centro di Milano, c’è l’Agriturismo La Camilla. Immerso in 10.000 mq di verde e aperto nel 2000, propone nel suo ristorante una cucina lombarda dagli antipasti, con salumi tipici, ai primi piatti di pasta fresca e specialità a base di carne.

Credits lumebistrot IG

Le materie prime utilizzate sono di produzione dell’agriturismo, come ortaggi, frutta e frutti di bosco, miele, carni di manzo, e provenienti da aziende agricole certificate. 

# L’aperitivo tutti i giorni della settimana

Credits lacamillagriturismo IG – Aperitivo

Oltre a ristorante c’è anche una cantina, camere per il soggiorno e sale meeting. A questo si aggiunge un bar bistrot aperto dal lunedì al sabato fino alle 22.00 e la domenica per il brunch, tranne maggio e agosto, che consente di fare un aperitivo “bucolico”. Nel costo di 10 euro, obbligatoria la prenotazione, è compreso un drink e un tagliere con salumi e formaggi di produzione locale da gustare nel locale interno o nel giardino all’ombra degli alberi.

# C’è anche la fattoria con gli animali

Credits lacamillagriturismo IG – Cavalli

Dopo l’aperitivo si può fare un giro nella fattoria con gli animali dell’azienda. Ci sono animali da cortile, pecore brianzole, maiali, manzette e cavalli. Il tour può proseguire poi tra gli orti, il frutteto e il vivaio.

Credits massimo_spallarossa IG – Carrozze dei cavalli

Ci sono persino carrozze d’epoca nella corte e sotto i porticati.

Indirizzo: Via Dante Alighieri 267, Concorrezzo (MB)

Continua la lettura con: L’APERITIVO a TRE METRI di ALTEZZA: la nuova social experience di Milano

FABIO MARCOMIN

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Dove comprare la vera mozzarella a Milano

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Botteghe e indirizzi dove trovare la vera mozzarella DOP a Milano.

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Dove comprare la vera mozzarella a Milano

# Cirispaccio, la bottega con cucina a 2 passi da Chinatown 

In via Luigi Canonica 74, a pochi passi da Chinatown e dall’arco della Pace, una bottega con bistrot e forno a legna. Qui la mozzarella arriva fresca ogni giorno direttamente dalla Campania e si può assaggiare come ingredienti di piatti iconici come parmigiana di melanzane, pizza, ma anche bocconcini e provole da acquistare o degustare in loco. 

# Ciro Amodio, pane prosciutto e mozzarella nel pieno centro di Milano 

A 2 passi dal Duomo, in via Spadari 8, una bottega celebre in città per i prodotti caseari campani di ottima qualità. Da non perdere il cuoppo ripieno di bocconcini di mozzarella, la treccia da 500 grammi, i nodini, la provola.
Non manca una accurata selezione di prodotti campani, pane fresco, salame Napoli e ciccioli napoletani.

# ‘A Masseria, la patria della mozzarella di bufala campana DOP

Due le sedi per questo locale, in viale Abruzzi 20 e in via Vitruvio 38, dove regnano i prodotti caseari tipici campani come provola affumicata, caciocavallo, ricotta salata e poi la regina, ossia la mozzarella di bufala campana DOP.
Altre chicche? La figliata, una mozzarella gigante con all’interno bocconcini di mozzarella avvolti dalla panna di bufala e la zizzona di Battipaglia ossia una mozzarella da 1 chilo

# La Perla Bianca, la mozzarella a chilometro zero

Un caseificio milanese più unico che raro situato in viale Monza. Qui si producono e vendono svariati formati di mozzarella di bufala, stracciatelle e ricottine al forno, tutto fresco di giornata e a chilometro zero.

# Bufalalab, la nuova bottega in corso Vercelli

Di recente apertura in corso Vercelli, questo locale serve anche gelato artigianale preparato con latte di bufala. Ricca la selezione di prodotti campani, in primis la mozzarella che arriva freschissima direttamente da Paestum, ma anche formaggi, salumi di bufalo, yogurt e tanti altri prodotti tipici da portare a casa o da assaggiare sul posto.
 

Continua la lettura con: Milanesi al Sud: che ci venite a fare?

ALESSANDRA GURRIERI
 

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A rischio 80 chilometri di ciclabili a Milano?

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Si sta dibattendo sul nuovo Codice della Strada. Una delle norme contenute potrebbe modificare radicalmente le strategie del Comune di Milano. Si tratta di una norma per aumentare la sicurezza oppure per penalizzare l’uso della bici?

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A rischio 80 chilometri di ciclabili a Milano?

# Stop alle ciclabili solo disegnate: più economiche ma più pericolose

Credits: ilgazzettinometropolitano.it
pista ciclabile Milano

Ottanta chilometri di corsie ciclabili di Milano potrebbero essere a rischio. Se il nuovo Codice della strada venisse approvato, i progetti realizzati e numerosi di quelli in corso potrebbero essere rivisti. La riforma potrebbe mettere al bando le bike lane, ossia i percorsi per le biciclette che i Comuni, come Milano, realizzano con una semplice tracciatura sull’asfalto. In questo modo la ciclabile risulta separata dal resto della carreggiata solo dalla segnaletica orizzontale. Il vantaggio è che sono più economiche da realizzare, basta una semplice tracciatura, il problema è che risultano assai più pericolose, perché niente difende chi va in bicicletta dalle automobili che scorrono sulla stessa carreggiata. 

# Stop alle bici nelle corsie preferenziali degli autobus

Rendering preferenziale 90-91

Il testo della riforma del Codice è già stato approvato dalla Camera e verrà dunque discusso al Senato per diventare legge. Il punto controverso è l’eliminazione nell’articolo 8, in materia di corsie ciclabili, della tracciatura bianca continua o discontinua, cancellando così la possibilità di disegnare le ciclabili sull’asfalto. Non è l’unico punto dibattutto dagli urban biker: sarà abrogata anche la norma che consente alle bici di circolare nelle corsie riservate ai mezzi pubblici.

 
Se il nuovo Codice della strada sarà approvato così come è attualmente formulato, le bike lane potrebbero non essere più a norma. Non solo: significherà rivedere i progetti che Palazzo Marino ha nel cassetto. Si dovrebbe sostituire le strisce sull’asfalto con altro tipo di segnaletica, con dei cartelli stradali o con dei cordoli. 
A Milano le corsie tratteggiate sull’asfalto sono circa 80 chilometri: da viale Monza a via Lampugnano, via Novara, via Melchiorre Gioia, via Padova, viale Tunisia fino alla più recente ciclabile dei Navigli, che sta per essere conclusa. Rappresentano circa un terzo del totale dei percorsi ciclabili che oggi sono 328 chilometri, di cui quasi cento piste ciclabili, 80 corsie e la parte rimanente sono strade urbane condivise con pedoni o veicoli.

# «Ancor più grave se venisse confermata la corsia ciclabile per doppio senso ciclabile»

Credits Urbanfile – Ciclabile VenTo Milano

La riforma del Codice — spiega Andrea Colombo, esperto legale di sicurezza stradale che lavora con le associazioni dei familiari delle vittime della strada — mette pesantemente a rischio le corsie ciclabili, prevedendo che un futuro regolamento del ministro dei trasporti, contro ogni autonomia locale, da Roma deciderà se, come e dove i Comuni possono o meno realizzarle. Questa stretta è motivata da presunte finalità di sicurezza, ma i dati reali sia europei che italiani, come ad esempio quelli di Bologna, dicono che le bike lanes fanno aumentare i flussi di bici senza nessun incremento di incidenti».

Secondo Enrico Bonizzoli, esperto di sicurezza stradale, le corsie ciclabili andrebbero riformate, ma le modifiche previste dal nuovo Codice sono peggiorative: «Il decreto legge 34 del 2020 aveva introdotto la definizione di corsia ciclabile, mai peraltro normata, in molti le hanno realizzate, ognuno secondo il proprio metro di giudizio non essendo mai stato fatto un decreto attuativo. Con la proposta di modifica al Codice della strada, a mio avviso si peggiora ulteriormente la questione in quanto viene eliminata la linea tratteggiata o continua. Ancor più grave se venisse confermata la corsia ciclabile per doppio senso ciclabile, già di per sé pericolosissima e da abrogare, ma ancor più pericoloso se venisse eliminata la delimitazione della stessa».
 
 

Continua la lettura con: Parcheggi gratis dalle metro per incentivare i trasporti pubblici?

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7 curiosità sulla Milano-Genova: l’A7 è molto di più di un’autostrada

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Con i suoi 135,5 km che collega i capoluoghi di Lombardia e Liguria, l’A7 è molto più di un’autostrada. Tra primati e particolarità insolite racconta a suo modo la storia dell’Italia dal fascismo al boom economico.

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7 curiosità sulla Milano-Genova: l’A7 è molto di più di un’autostrada

#1 Il progetto della sua realizzazione fu disposto da Mussolini nel 1932

L’obiettivo in origine era costruire una strada ad alto scorrimento che collegasse nel più breve tempo possibile Milano con Torino. 

#2 Il tratto iniziale fu inaugurato da Vittorio Emanuele III: sostituì la strada costruita da Napoleone

Inaugurazione della Milano Genova

La tratta Genova-Serravalle venne inaugurata il 29 ottobre 1935 dal re Vittorio Emanuele III, arrivato a Serravalle in treno da San Rossore. Partì da Serravalle Scrivia su un’auto scoperta con tutto il corteo reale. La nuova strada soppiantò la vecchia statale dei Giovi, iniziata da Napoleone nel 1810 ed aperta al traffico nel 1821.

#3 Era nota come “la Camionale”

Chiamata “autocamionale Genova-Valle del Po” o “camionale dei Giovi”, per l’indicazione ed indirizzo prevalente al traffico pesante e di merci, tramite camion da trasporto a nafta, atti a fornire un più rapido smaltimento delle derrate da e per l’entroterra lombardo-piemontese.

#4 Interruppe l’isolamento di Genova

credits: mumi-ecomuseo.it

La caratteristica innovativa della nuova infrastruttura stradale fu essere la prima ad attraversare gli appennini in galleria, rompendo l’isolamento di Genova.

#5 Le due carreggiate non corrono quasi mai parallele

Una particolarità di questa parte autostradale è che nel tratto Genova-Serravalle le due carreggiate quasi mai corrono parallele. A causa della conformazione del terreno, e poiché deriva dalla vecchia camionale costruita in epoca fascista, il tratto in discesa verso Genova è molto più curvilineo rispetto alla carreggiata opposta, costruita in epoca più recente.

#6 Il tratto Genova-Milano è più breve di quello Milano-Genova

Da questo fatto deriva che il percorso da Genova a Milano è più breve di quello da Milano a Genova, sul quale è calcolato il chilometraggio ufficiale. Nel tratto fra Genova e Serravalle la carreggiata Nord, costruita successivamente (negli anni Sessanta) mediante l’uso di importanti opere ingegneristiche quali gallerie e viadotti, ha un andamento più diretto della carreggiata Sud, che corrisponde appunto alla vecchia Camionale d’età fascista. 

#7 Solo nel1966 divenne una “vera” autostrada

In pieno boom economico, nel 1962 iniziarono i raddoppi della carreggiate da Serravalle verso Milano e tre anni dopo quelli verso Genova. Solo al termine di questi lavori e il contestuale prolungamento fino a Milano, nel 1966, l’attuale A7 prese la denominazione di autostrada.

Continua la lettura con: La prima autostrada del mondo parte da Milano

FABIO MARCOMIN

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La prostituta che finanziò la costruzione del Duomo

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Marta De Codevachi - Il Duomo

Il suo mestiere la rese ricca. Per questo quando si ammalò in modo grave decise di dare il suo contributo sostenendo la Fabbrica del Duomo, intenta a realizzare quello che sarebbe diventato il simbolo principale di Milano nel mondo. Ecco la storia affascinante della prostituta benefattrice.

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La prostituta che finanziò la costruzione del Duomo

Henri Gervex, Rolla, 1878

# Marta de Codevachi, conosciuta come Donona, prostituta pentita

Si chiamava Marta de Codevachi ed era giunta da Padova a Milano dove era conosciuta come Donona, di professione prostituta.

Grazie al suo mestiere era diventata ricca, acquistando pure diverse abitazioni, ma a un certo punto si era pentita e aveva deciso di cambiar vita e di donare quanto accumulato durante la sua vita. Divenne infatti benefattrice dei poveri e adottò Venturina, una bimba che era stata lasciata alla ruota degli esposti, dove vengono lasciati i bambini le cui madri non hanno la possibilità di crescere. 

# Lasciò i suoi averi alla Fabbrica del Duomo insieme a somme per Venturina e per un’altra prostituta

Nel febbraio del 1394 Marta si ammalò gravemente e il suo pensiero si rivolse alla Madonna e alla nuova chiesa che si stava erigendo in suo onore nel centro della città. Per questo motivo chiamò il notaio e nel suo testamento decise di destinare i suoi averi alla Fabbrica del Duomo e dare il suo contributo alla costruzione del Duomo.

Fece aggiungere un paio di clausole: la prima che gli officiali si prendessero cura di Venturina, a cui destinava 100 fiorini, la seconda che si impegnassero a trovar marito alla sua amica Margherita, conosciuta al bordello come Novella de Mandello, alla quale lasciava anche 200 fiorini come dote per iniziare una nuova vita casta e onesta.

# Un lungo corteo le diede l’ultimo saluto

Morì non molto dopo e la Fabbrica del Duomo le organizzò un funerale degno di una nobildonna. Il lungo corteo di chierici e presbiteri accompagnò il feretro percorrendo le strade dove tempo prima la donna esercitava la sua professione.

Tra le numerose statue del Duomo c’è anche il suo volto. 

Marta De Codevachi – Il Duomo

Continua la lettura con: Il Duomo voluto dal Diavolo

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Quando a Milano per far prendere i mezzi pubblici, i parcheggi erano gratis: un’idea da rilanciare?

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Se l’obiettivo è quello di ridurre il numero di automobili che circolano a Milano, perché non rendere gratuiti i parcheggi delle metro? 

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Quando a Milano per far prendere i mezzi pubblici, i parcheggi erano gratis: un’idea da rilanciare?

# «Negli anni ’70 invogliavano a prendere i mezzi pubblici dando il posteggio gratuito, ora lo fanno pagare ottenendo il risultato contrario»

Lo spunto arriva da Angelo Bon sul Gruppo Facebook NATI A MILANO: «negli anni ’70 invogliavano a prendere i mezzi pubblici dando il posteggio gratuito, ora lo fanno pagare ottenendo il risultato contrario, se devo pagare il parcheggio per prendere la metro, allora continuo il viaggio in auto e pago sulle strisce blu quando arrivo a destinazione…». Bon lo scrive pubblicando l’immagine che riportiamo in copertina. Quali sono i commenti alla sua proposta? Come spesso succede sono divisi in due. 

# «Non solo parcheggi gratis servono mezzi pubblici più efficienti»

Molti plaudono la proposta. Soprattutto sottolineando che se davvero questo è l’obiettivo che viene sempre sbandierato, quello di ridurre l’uso dei mezzi privati, allora il Comune dovrebbe anche usare la carota, non solo il bastone. Come scrive Poma Fermo, «se veramente non vuole inquinare, parcheggi in periferia GRATIS e mezzi pubblici efficienti e frequenti senza aspettare, così si evita ingresso in città». Anche perché la rete di mezzi pubblici ha anche delle lacune, soprattutto per anziani o disabili o per chi deve muoversi in orari diversi da quelli più coperti, come scrive Sergio Roj: «certo se puoi cambiare più volte i mezzi va bene, ma se hai qualche difficoltà di movimento è quasi impossibile. Su quasi tutti i tram salire è difficile, per scendere sulle MM non ci sono scale mobili e pochissimi ascensori. Senza contare i tempi necessari per raggiungere la metà, se è troppo presto o tardi alla sera è impossibile. Le problematiche vanno valutate a 90 gradi e non solo da un punto di vista». C’è anche chi sostiene che la lotta all’inquinamento sia solo una scusa per fare fare cassa: «come mai a Milano durante il lock down marzo e aprile 2020 con zero traffico c’era più inquinamento rispetto al 2019?», scrive Andre Vecchi.

# «I mezzi pubblici si devono prendere per senso civico non per una questione di costi»

Ph. Pexels

L’altra “squadra” di milanesi è invece del parere che non servono i parcheggi gratuiti. Ma si deve andare avanti con la linea delle “punizioni” contro gli automobilisti oppure di far leva sul senso civico: «non si prendono i mezzi pubblici perché costano meno, si prendono perché è meglio per il nostro mondo», scrive Claudio Muzzini. «Si chiamano “dissuasori”», rilancia Giovanna Falvella,«Via le auto dalle città! Le citta’ sono servite e Milano si percorre benissimo a piedi».

Continua la lettura con: Area C a pagamento: “colpa del governo!”

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Il “City Pop” di Milano: la rivoluzione dei micro appartamenti con affitto “all inclusive”

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Interni Ciypop

Un concetto innovativo di abitare, soprattutto in Italia, un edificio caratterizzato da piccoli appartamenti con un canone che comprende ogni servizio possibile. Ecco come è fatto e come funziona il sistema.

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Il “City Pop” di Milano: la rivoluzione dei micro appartamenti con affitto “all inclusive”

# Al posto dell’albergo 300 micro appartamenti dedicati agli affitti brevi

credit: aziendabanca.it – Ex hotel viale Monza

Dopo due anni di lavori è arrivato al termine il cantiere per la trasformazione dello stabile degli anni ’60 al civico 137/39 di Viale Monza, ex proprietà del Gruppo Unipol, grazie ad un investimento di circa 30 milioni di euro. Un radicale “cambio di destinazione” per le circa 300 unità che sono state ottimizzate, rinnovate, arredate e provviste di ogni comodità, con un pacchetto tutto compreso.

Quelle che un tempo erano stanze d’albergo sono diventati dei micro appartamenti con metrature comprese tra 25 ai 60 mq, dedicati agli affitti brevi, da minimo 4 a massimo 52 settimane.

# Il concetto rivoluzionario del Citypop

Interni Ciypop

Il City Pop, noto come “micro case”, rappresenta un concetto innovativo di abitare, particolarmente in Italia. Ideato dalla società immobiliare svizzera Artisa, già attivo in diverse città della Svizzera e della Germania, il progetto offre abitazioni che forniscono un servizio completo e integrato, trasformando l’idea di vivere in spazi funzionali e ben organizzati.

La prenotazione dell’appartamento si effettua tramite un’app dedicata, e il costo dell’affitto viene determinato da un algoritmo che considera le tariffe dei monolocali semi-arredati nella zona. Questo servizio è rivolto a studenti, giovani coppie e professionisti che necessitano di soggiorni brevi in città, offrendo un’alternativa economica agli hotel.

# Canoni a partire da 1.280 al mese compresivi di ogni servizio e spesa

Il rifacimento dell’edificio ha prodotto un risultato decisamente migliore rispetto alla situazione precedente. Da diversi mesi gli appartamenti sono abitabili. I prezzi partono dai 1.280 euro, per il taglio più piccolo, e comprendono tutti i servizi necessari: cucina attrezzata, arredamento completo, smart tv, biancheria confortevole, wifi, utenze, lavanderia, supporto h24, manutenzione, parcheggio interrato, spazi comuni, servizi di pulizia, palestra, monopattini e car sharing. 

FABIO MARCOMIN

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New York avrà presto una super piscina galleggiante: perché non anche a Milano?

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Artribune - Piscina galleggiante NY

Iniziati i test per filtrare l’acqua da utilizzare nella piscina. New York segue la scia di Parigi per rendere balneabile l’acqua del suo fiume. Scopriamo il progetto e quando dovrebbe inaugurare.

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New York avrà presto una super piscina galleggiante: perché non anche a Milano?

# La piscina galleggiante a Manhattan sulle acque dell’East River

Piscina galleggiante Ny

Fra poco tempo si potrà fare il bagno con vista skyline in una piscina galleggiante a Manhattan, sul fiume Hudson. Proprio le acque dell’East River saranno utilizzate, dopo essere state filtrate, per riempire la struttura. Friends of + POOL, in collaborazione con la società di consulenza globale Arup, ha sviluppato un sistema di filtraggio all’avanguardia che tratta l’acqua del fiume per soddisfare rigorosi standard microbiologici, il tutto senza l’uso di sostanze chimiche. Sarà in grado di “pulire” fino a circa 4milioni di mq di acqua al giorno. La piscina sarà collegata alla riva attraverso passerelle, al Pier 35, vicino al Lower East Side di Manhattan. Previsto un investimento di 16 milioni di dollari, 12 da parte dello Stato e 4 da parte della città. 

# + POOL è stata pensata con un design flessibile per accogliere diversi tipi di attività, per un totale di 836 mq balneabili

Artribune – Piscina galleggiante NY

Uno spazio ludico spettacolare a disposizione di cittadini e turisti ribattezzato + POOL per la la sua forma, che richiama il segno “+”. La piscina è stata pensata con un design flessibile per accogliere diversi tipi di attività, dagli sport acquatici al nuoto olimpionico, oltre a garantire comfort e relax. Ogni spazio potrà essere configurato in modo autonomo oppure essere lasciata interamente ad uso libero per un totale di 836 mq balneabili. 

# Entrato in funzione il prototipo del sistema di filtraggio, la piscina dovrebbe essere inaugurata nel 2025

1_PlusPool-Rendering-And-Filtration-Barge-2024

La versione in scala del sistema di filtraggio è stato montato su una chiatta galleggiante di 33 metri per 10 nella zona in cui verrà costruita la piscina galleggiante. Se i test saranno positivi, avranno una durata di 3 mesi e saranno resi pubblici, dovrebbe inaugurare nell’estate del 2025. L’obiettivo dei promotori del progetto è quello di vedere sempre più persone nuotare a New York e lungo il fiume Hudson, come si sta facendo a Parigi con la Senna seppur al momento con risultati non troppo soddisfacenti.

Milano ha già reso balneabile una parte dell’Idroscalo, perchè quindi non prendere spunto dall’idea della Grande Mela per aggiungere un’ulteriore attrazione per milanesi e turisti?

Continua la lettura con: La PISCINA GALLEGGIANTE sul LAGO a solo un’ora da Milano

FABIO MARCOMIN

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I 7 cibi del Nord Italia che sono diventati più famosi nel mondo

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Credtis: cookido.it - Polenta con fonduta

La cucina italiana risulta in quasi tutte le classifiche internazionali la più amata al mondo, nonché la più imitata e contraffatta: basta andare oltre frontiera per imbattersi in ristoranti fintamente italiani dai nomi improbabili o prodotti nei supermercati che richiamano all’Italia ma che sono prodotti altrove.

Nel nostro Paese è nata la dieta mediterranea, considerata la più completa grazie anche alla varietà di clima, da Nord a Sud, che lo stivale italico è in grado di offrire. Ma tra i piatti del nord, quali sono i più amati all’estero? 

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I 7 cibi del Nord Italia che sono diventati più famosi nel mondo

#1 Lasagna alla bolognese

Credits: ladietapersonalizzata.it – Lasagna alla bolognese

È la pasta fresca accompagnata da un condimento tra i più conosciuti al mondo: il ragù alla bolognese. Bologna culla di una delle cucine regionali più ricche e allettanti del nostro Paese è la capitale del ragù. La ricetta delle lasagne al forno alla bolognese prevede una salsa fatta partendo da un soffritto di sedano, cipolla e carota alla quale vengono poi aggiunte carni di manzo finemente tritate e spesso piccole aggiunte di maiale e pomodoro concentrato. La composizione della lasagna è quindi un’insieme di strati di pasta porosa e sottile all’uovo alternati a ragù di carne, besciamella e parmigiano.

#2 Trofie al pesto

Credits: gustoincucina.com – Trofie al Pesto

Le trofie al pesto sono uno dei piatti italiani più invidiati ed emulati della storia della cucina. La salsa a base di basilico è la vera bandiera gastronomica della Liguria, che organizza ogni anno il Campionato Mondiale che premia colui che è capace di realizzare il pesto migliore. Oltre alla trofie fatte a mano, la ricetta prevede prevede olio extravergine di oliva, basilico pestato nel mortaio, pinoli, parmigiano reggiano, pecorino dop e aglio. Gli intenditori, poi, si dividono sull’origine del miglior pesto al mondo. Celebre quello di Genova Prà, da cui si dice sia nato, c’è chi sostiene che quello migliore lo si trovi nel Levante ligure, dal colore più chiaro rispetto a quello di Ponente. 

#3 Il risotto

Credits: ricettamania.it – Risotto alla milanese

Nella cucina del Nord Italia è presente ovunque. Lo si trova anche sconfinando:  il risotto alla ticinese, con vino rosso, formaggio, luganighetta o funghi porcini. Un’eccellenza è quello con la zucca di Mantova oppure quelli veneti al radicchio rosso trevigiano o ai piselli “Risi e Bisi”.

Il risotto forse più rappresentativo della cucina italiana, sicuramente di quella lombarda e milanese, è comunque il risotto alla milanese, riconosciuto nel mondo come il risotto allo zafferano per eccellenza. La caratteristiche che lo contraddistingue è soprattutto la presenza del midollo. Gli ingredienti per realizzare questa prelibata pietanza sono riso, formaggio grattugiato, burro, midollo di vitello, brodo di carne, cipolla e zafferano meglio se estratto direttamente dai pistilli messi in infusione.

# 4 Le paste ripiene: tortellini, ravioli, agnolotti

Credits: cucchiaio.it – Cappelletti in brodo

I più famosi piatti di paste ripiene sono sicuramente quelli emiliani di solito serviti in brodo di carne, dai tortellini bolognesi o modenesi con ripieno di carne e salumi, alla variante dei cappelletti ferraresi sempre di carne o i cappellacci alla zucca che sconfinano anche nel mantovano, fino agli agnolotti del plin piemontesi con carni miste e verdure. Da non tralasciare la versione ligure che vede anche i riavoli ripieni di pesce, già presente nei ricettari tradizionali di fine ‘800. Ogni tipo di pasta fresca ripiena si differenzia anche per forma e dimensione. 

#5 Ossobuco 

Credits: kung-food – Ossobuco alla gremolada

Le prime tracce scritte, di questo piatto di origine lombarda o meglio ancora milanese, risalgono a testi dell’ottocento, dove si evince che l’ossobuco era la pietanza delle festività consumata dai borghesi. Si tratta di un piatto unico completo, in quanto secondo la ricetta tradizionale la carne di vitello dev’essere servita con il risotto alla milanese e l’indispensabile gremolada, ovvero la salsa ottenuta mescolando buccia di limone, prezzemolo, aglio, e acciughe.

#6 Polenta: classica, taragna o con fonduta 

Credtis: cookido.it – Polenta con fonduta

E’ un piatto di origine italiana, e nasce come alimento consumato principalmente tra la fascia della popolazione più povera. Se un tempo veniva ottenuto a partire dalla lavorazione del farro e del segale, oggi il colore che caratterizza il piatto è il giallo, sicché viene preparato utilizzando la farina di mais. Viene usato come accompagnamento di secondi piatti come gli stufati o i brasati, oppure come piatto unico come la polenta taragna oppure assieme a fondute di formaggi, funghi, oppure selvaggina “polenta e osei”. Diffusa in tutto il Nord dal Piemonte al Friuli Venezia Giulia.

#7 Il Tiramisù

Credits: discoveritaly.alitalia.com – Tiramisù

Il dolce italiano più amato al mondo vede contendersi da decenni la sua paternità, principalmente tra Veneto e Friuli Venezia Giulia. Infatti se la ricetta tradizionale friulana è  stata inserita dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali friulani, a Treviso, dove i veneti affermano sia stato concepito il dolce, si svolge da qualche anno la Tiramisù World Cup. Gli ingredienti principali sono: i biscotti savoiardi, mascarpone, caffè e cacao.

Continua la lettura con: Le città più belle del Nord Italia

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La quercia rossa del Ticinese: l’albero più antico di Milano

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L’unico monumento storico arboreo della città che resiste dalla prima guerra mondiale. Scopriamo perché è stato piantato e come è riuscito a resistere al passare del tempo.

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La quercia rossa del Ticinese: l’albero più antico di Milano

# La quercia, nata negli Usa nel 1895, è stata trapiantata a Milano in onore agli alpini caduti nella Grande Guerra

Le operazioni di salvataggio e messa in sicurezza della storica quercia

La Quercia Rossa di Piazza XXIV Maggio è un gigante buono della storia italiana e in particolare di quella milanese, anche se è nata nel 1895 in America e festeggia quest’anno 125 anni di vita. Si tratta di un esemplare di quercia rossa americana. L’albero fu trapiantato qui alla fine della Prima Guerra Mondiale da Giunio Capè in onore del figlio Giuseppe Capè, giovane alpino sopravvissuto a quel terribile periodo, e di tutti gli alpini che invece non ce l’hanno fatta. Successivamente alla morte di Giunio Capè la cura della quercia è stata affidata al comune di Milano, grazie anche ad un lascito dello stesso prima della scomparsa.

# L’unico monumento storico arboreo di Milano

Credits: tripadvisor.it – Ceppo commemorativo

Nonostante la sua età è ancora molto affascinante e desta la curiosità di molte persone che passando vicino alla Darsena la fotografano. Ad oggi è l’unico monumento arboreo a Milano a rappresentare un avvenimento storico.

# Nel 2019 un imponente opera di rafforzamento strutturale per preservarlo più a lungo possibile

Le operazioni di salvataggio e messa in sicurezza della storica quercia

Nel suo secolo di vita la quercia ha subito dei cambiamenti, come la piazza in cui si trova. Una buona parte delle radici sono state rimosse per fare spazio alla strada e ai marciapiedi, molti cavi sono finiti tra i suoi rami e l’aiuola che lo conteneva si è ristretta. Nel 2019 è stata compiuta un’operazione di rafforzamento strutturale con putrelle in acciaio per sostenere i rami più grandi e rovinati dal passare degli anni e dal maltempo. Questo ci fa capire l’importanza della cura di questi monumenti viventi che stanno là a ricordarci del nostro passato ma guardando con le foglie al futuro.

Continua la lettura con: la casa più antica di Milano

ANDRA STEFANIA GATU

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7+1 eventi di Milano da non perdere a settembre

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Area Coca Cola - Pizza Village Milano 2023

Settembre è il mese dei nuovi inizi e delle novità. Anche per gli eventi. 

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7+1 eventi di Milano da non perdere a settembre

#1 Highline Milano, il percorso pedonale sopraelevato in Galleria 

galleriaalbertosordi IG

Dal 3 al 29 settembre è possibile effettuare una passeggiata sul percorso pedonale sopraelevato che si snoda sui tetti della Galleria Vittorio Emanuele II 

Un salto indietro nel tempo tra decori, tettoie in ferro e una visione inedita su Milano 
 

#2 One dance: si balla con Bolle

Roberto Bolle – Credits Indyca

Non importa essere provetti ballerini, ma è sufficiente essere amanti della danza per lasciarsi travolgere da questo evento che già lo scorso anno ha ottenuto un grande successo trasmesso sulla tv nazionale . Appuntamento l’8 settembre dunque, con Roberto Bolle davanti al Duomo.

 

#3 Bubbles Party: l’evento aperitivo per gli amanti del gin

Gin & Sound – Credits: John Fornander, Unsplash

Nell’art garden del Superstudiopiù, torna il Bubbles party dove bere cocktails a base di gin e assaggiare varie sfiziosità. In combinata c’è il theginday, evento dedicato al gin l’8 e il 9 settembre sempre presso il Superstudiopiù.

 

#4 Back to the city concert: la kermesse musicale alla Biblioteca degli alberi

Credits Andrea Cherchi – BAM e Porta Nuova

Quinta edizione per questo evento tutto dedicato alla musica di Mozart presso il parco della Biblioteca degli alberi che inizia il 15 settembre con musica, iniziative culturali, attività e percorsi di educazione alla musica.

 

#5 MiTo settembre musica: la musica nei teatri milanesi

 
Due settimane di spettacoli musicali che si aprono l’8 settembre con la Filarmonica del Teatro alla Scala e si chiuderanno il 22 settembre con la Turandot al Piccolo Teatro Strehler. Ospiti internazionali, musica in tanti teatri della città o in location inedite come il Parco delle Cave.
 

#6 Milano fashion week: l’evento più chic della città

Credits: @mb__projects
Milano Fashion Week

Dal 17 al 23 settembre la Milano fashion week torna a rendere Milano ancora una volta protagonista della moda, del buon gusto e dello stile italiano, con le sfilate donna dedicate alla primavera estate 2025. Sfilate, eventi glamour, moda, lusso spalmati in 7 imperdibili giorni.

 

#7 Milano beauty week: la settimana dedicata alla bellezza 

Fonte: wastelandfashion.wordpress.com (c)
Fonte: wastelandfashion.wordpress.com (c)

Dal 25 al 29 settembre, una settimana tutta dedicata alla bellezza presso Palazzo Giureconsulti e presso Palazzo Castiglioni.

Numerosi saranno gli eventi, le iniziative, i beauty tram per un concetto di bellezza itinerante, ma anche attenzione a temi importanti come l’innovazione e la sostenibilità.
 

#7+1  Coca-Cola Pizza Village: la più grande kermesse dedicata alla pizza in Italia

Ingresso Pizza Village 2023

Ai piedi delle Tre Torri di Citiylife, la più grande kermesse dedicata alla pizza in Italia: Coca-Cola Pizza Village. La manifestazione vede all’opera i maestri pizzaioli partenopei di alcune delle migliori pizzerie napoletane al mondo. Rispetto all’anno scorso aumentano le giornate, che diventano cinque dal 4 all’8 settembre. L’accesso al villaggio è libero. Tra le novità c’è anche la modalità di acquisto. Basta andare sul sitowww.pizzavillage.ite scegliere.

Si possono vincere 2 menu pizza partecipando al concorso a premi questo link indetto dal premium partner A2A e attivo fino al 3 settembre: in palio 50 coppie di “Menu pizza” e 25 coppie di “Menu pizza con hospitality”.

Continua la lettura con: Arriva a Milano il più importante evento del mondo sulla pizza

ALESSANDRA GURRIERI
 

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Gli effetti collaterali di M4: così cambieranno le linee di bus e tram

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credits: @atm_milano su IG

Modifiche per 50, 14, 58, 64 a causa dei lavori delle nuove stazioni a Lorenteggio e Giambellino. Ma lo choc sarà un altro: Atm prepara un altro round di tagli su tutta la rete di superficie. 

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Gli effetti collaterali di M4: così cambieranno le linee di bus e tram

# Aumenterà l’attesa: dai 7 ai 10 minuti in media

Credits ilgiorno.it – Coda fuori dalla fermata Pasteur

Tra fine settembre e inizio ottobre sono previste nuove modifiche alle linee. La bella notizia è che è confermata l’apertura dell’intera M4 tra fine mese e inizio del prossimo, come confermato dal Sindaco. Ma resta caldo anche il problema della carenza di personale e autisti alla guida dei mezzi di superficie. Questo porterà a nuovi interventi di ATM. Le attese dovrebbero diventare di qualche minuto più lunghe: dai 7 ai 10 minuti di media.

In più, con l’apertura di San Babila-San Cristoforo, lungo la tratta centro e ovest di Milano, alcuni mezzi di superficie cambieranno percorsi, per evitare la sovrapposizione con la M4 e indurre i passeggeri a trasferirsi sulla nuova metro. Mercoledì 4 settembre è previsto un incontro tra l’azienda Atm e i sindacati delle Rsu, in cui verrà discusso il piano. 

# Le modifiche per gli autobus

Linea 91

La revisione più sostanziale dovrebbe riguardare la 94: la linea della circolare interna. L’autobus che dai Bastioni di Porta Volta arriva in Sant’Ambrogio dovrebbe essere soppresso. Al suo posto, dovrebbero tornare le linee 96 e 97, di capienza più ridotta. Dovrebbero essere ridotte anche le frequenze della linea, con intervalli di 10-12 minuti.

La 50 dovrebbe subire una deviazione: da via Lorenteggio alla parallela Soderini. La 58, che oggi da Baggio arriva a Cadorna, dovrebbe attestare il capolinea prima, in via San Vittore. La 64 potrebbe non servire più il quartiere Lavagna. Il suo percorso dovrebbe fermarsi lungo Lorenteggio. Per coprire la zona di Corsico dovrebbe arrivare un altro autobus in sostituzione.
Anche l’85 potrebbe anticipare il suo capolinea: l’idea è quella di attestare l’ultima fermata in Cadorna. L’autobus 351, che da Buccinasco (via Emilia) arriva a Romolo, potrebbe fermarsi in piazzale Negrelli. La 352 potrebbe perdere le ultime due fermate verso piazza Europa a Corsico.

# Le modifiche per i tram

Tram Milano Velette FB

Modifiche in arrivo anche per i tram.  La linea 3, che oggi passa dalle Colonne di San Lorenzo fino in Duomo, dovrebbe fermare la sua corsa in piazza 24 Maggio. In questo modo, le uniche linee di tram a entrare in centro dovrebbero restare l’1, il 19 e il 2. Anche per il 16 è allo studio un percorso differente: anziché arrivare a Missori, dovrebbe deviare verso Cadorna e il suo capolinea potrebbe diventare Roserio, invece che Monte Velino. Su Monte Velino verrebbe dirottato il 12. Anche la tratta del 14 che attraversa Giambellino e Lorenteggio dovrebbe essere soppressa. 

Intanto da lunedì è entrato in vigore l’orario intermedio invernale su autobus e metrò: dalla prossima settimana saranno incrementate le corse scolastiche. I cambiamenti, invece, sono attesi per la fine del mese.

Fonte: Repubblica Milano

Continua la lettura con: Area C a pagamento nei week end: “colpa del governo”

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Ufficiale! Area C a pagamento anche nei week end: «Colpa del Governo»

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Come anticipato in questo nostro articolo arriva ormai l’ufficialità nelle parole dello stesso sindaco. E non sarà l’unica novità: i SUV pagheranno di più. Queste le prossime tappe della vicenda e quando diventerà operativa. 

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Ufficiale! Area C a pagamento anche nei week end: «Per mettere in ordine un bilancio che fa sempre più fatica»

# Area C a pagamento: «Noi continuiamo a investire sul trasporto pubblico ma stiamo ricevendo sempre meno soldi dal governo»

Area C

Area C a pagamento anche nel week end. Non solo: il pagamento della sosta differenziata in base al peso della vettura, leggi Suv. E’ il sindaco a fare chiarezza: «Pensiamo di andare avanti nella direzione di estendere Area C anche nel weekend. Non è questione di fare cassa, ma di cercare di mettere in ordine un bilancio che fa sempre più fatica. E questo per un solo motivo: noi continuiamo a investire sul trasporto pubblico e stiamo ricevendo sempre meno soldi dal governo. È qualcosa sui cui bisogna riflettere perché se si invitano le amministrazioni ad andare avanti a migliorare il trasporto pubblico è chiaro che bisogna aiutarle altrimenti non ce la si fa». Così conclude il Sindaco: «È un fatto oggettivo di cui mi lamento con il governo, ma se devo essere sincero è una storia che dura da anni».

# L’entrata in vigore forse per Primavera 2025

Credits auto.it – Retro nuovo suv Alfa Romeo

Non c’è ancora una data fissata. L’ipotesi più probabile è la prossima primavera. Anche se Fdi, Lega e Forza Italia sono già sulle barricate: «Operazione dannosa, solo per fare cassa». Il segretario provinciale della Lega, Samuele Piscina, annuncia una petizione contro la decisione della Giunta. Ma non è la sola novità al’orizzonte.
Il Sindaco prospetta anche un altro provvedimento: la sosta differenziata in base al peso delle auto. Come a Parigi e a Londra anche a Milano le auto che superano un certo peso, potrebbero pagare di più per la sosta. Significa che i proprietari dei Suv potrebbero pagare di più per la sosta sulle strisce blu. «Stiamo vedendo — spiega ancora il sindaco — però il vero tema che voglio spiegare ai cittadini è che dobbiamo fare pagare l’Area C anche durante i weekend».

Continua la lettura con: Area B e Area C: le nuove modifiche in arrivo

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Milano 2125: come sarà Milano tra un secolo

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Un milanese ci scrive dalla Milano del 2125.

Milano 2125: come sarà Milano tra un secolo

# La città più sostenibile d’Europa 

tipico palazzo milanese del 2125

“Se più di cento anni fa era la capitale mondiale indiscussa di Moda, Design e molto altro ancora, nel 2125 Milano ha conservato tali primati, ma è diventata al contempo la città più sostenibile d’Europa, scavalcando anche le capitali scandinave. È stato proprio qui che, fra il 2080 e il 2090, Milano ha chiesto e ottenuto la condivisione con Roma del ruolo di capitale italiana, grazie alla brillante intuizione di costituire il Ministero della Sostenibilità, la cui sede si trova presso Piazza Dei Dieci Grattacieli, dove un tempo sorgevano le fontane luminose di piazza Gae Aulenti.”

“Da decenni, l’utilizzo di auto-volanti esclusivamente elettriche, le politiche di governance protagoniste di inclusione sociale, l’eliminazione pressoché totale dello spreco di cibo e una raccolta differenziata al 100%, hanno conferito a Milano un ruolo d’avanguardia mondiale. Fra le innovazioni più di impatto ricordiamo l’ideazione negli anni’60 del modello Climbing Plant Office. Ovvero uffici ricoperti di verde, dove non ci sono scale o ascensori ma dei rampicanti che permettono una salita ai piani superiori dai muri esterni. Per impiegati di ambo i sessi appassionati di climbing e non solo. Un modello di wellness che si è sparso poi a macchia d’olio a partire da Londra, per poi sbarcare negli Stati Uniti.”

# Nella città stato (ce l’abbiamo fatta nel 2040) ci sono auto volanti elettriche e piste volo-ciclabili

“A Milano si guidano prevalentemente auto-volanti elettriche. Grazie all’affermazione giuridica di Città Stato ottenuta nel lontano 2040, il capoluogo lombardo ha bandito progressivamente l’utilizzo di vetture volanti a benzina. Precedentemente, nel 2030 c’stata la celebre passerella fra lacrime e applausi dell’ultima auto su strada guidata dal sindaco lungo corso Venezia. Dal 2031, infatti, le vecchie strade di Milano sono state trasformate in percorsi pedonali e piste volo/ciclabili, ed è recente la notizia che presso l’Idroscalopark si terranno i primi campionati italiani di FlyBoard, la moto d’aria compressa inventata e messa in commercio nel 2109.”

# Arte e cultura: la quinquennale ospita la rassegna “Ologrammi a Milano”

“La Quinquennale di Milano rappresenta da un paio di decenni la più importante istituzione culturale d’Europa. Fondata sull’eredità della Triennale e nel rispetto numerico della Quadriennale di Roma, la Quinquennale ha introdotto fra i suoi palazzi e atelier un nuovo e attualissimo progetto artistico: la rassegna Ologrammi a Milano, dove artisti digitali di mezzo mondo si esibiscono in una miriade di forme e colori sfavillanti. Prossimamente, inoltre, sono previsti nuovi corsi di Meditazione Digitale, un nuovissimo metodo per la riscoperta di sé stessi importato da ingegneri buddisti della scuola di Todaiji, Giappone.”

# Quattro squadre milanesi nella Downtown Arena

“Sono lontani i tempi in cui a Milano esistevano solo due squadre cittadine e un mitico, unico, grande stadio, che grazie al cielo non è mai stato demolito, come sembrava dovesse succedere negli anni ’20 del secolo scorso. Anzi è stato ristrutturato per ospitare il Museo del Calcio Mondiale FIFA, racchiudendo cimeli italiani e intercontinentali di tutto il XXI secolo. Oggi Milano è diventata la nuova Londra del calcio, con ben più di un derby a fare da palcoscenico agli appassionati di pallone.”

“La stracittadina fra il “Brera Calcio” e il “Sempione FC”, che proprio quest’anno ha ottenuto la prima promozione in serie A della sua storia, si gioca presso la nuova Downtown Arena, la vecchia Arena di Milano, impianto che ospita anche le due formazioni meneghine di serie B, il “Racing Ticinese” e “l’Alcione”. Quattro squadre professionistiche nel cuore di Milano, che in occasione di ogni derby offrono spettacolo assicurato di tifo, fumogeni e folklore.”

“L’Inter e il Milan, invece, rispetto agli anni a San Siro giocano oggi nei due impianti Snakes Stadium nella zona di Pero e Devil Arena, a sud di Rozzano, ambedue costruiti fra il 2030 e il 2035 e con una capienza di quasi 100mila spettatori.”

# Nightlife: Negroni Sbagliato su vassoi volanti e happy hour in mongolfiera

“I Negroni Sbagliato, ormai, si servono su vassoi volanti, che tanto ricordano lo skateboard di Marty nel già citato Ritorno al Futuro parte seconda. Se la Milano da bere è cresciuta soprattutto nel numero di clubs e locali panoramici, all’epoca c’erano solo il Radio Rooftop o il Ceresio7, a farla da padrone oggi sono i nuovi locali nati nella riqualificazione di aree un tempo considerate periferia ricoperte ora di prati colorati.”

“Come ad esempio il Flying Food District di Città Studi, l’AperiBalloon, per gustare happy hour al Parco Nord su minimongolfiere da due posti e, soprattutto, i Nuovi Murazzi dell’IdroscaloPark. Una meravigliosa opera d’architettura moderna, infarcita di cocktail bar, dj set e ristoranti in stile Barceloneta anni ‘2000, diventata nel tempo il punto di riferimento per i giovani milanesi e per la vita notturna di tutta Europa che con i mezzi volanti e treni in tubi a pressione possono raggiungere Milano da ovunque in meno di un’ora.”

# Il Social intertemporale

“Ma forse la grande innovazione è quella di aver infranto i limiti del tempo. Si è diffuso a Milano come in tutto il mondo il Neverending-Social un social network che mette in comunicazione persone di ogni epoca consentendo di viaggiare nel tempo restando in connessione per sempre. E’ grazie a questa scoperta che vi sto scrivendo. 

Ciao Milano. Ti aspetto tra un secolo.”

Continua la lettura con: Milano 2030

CARLO CHIODO

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Il cavalcavia Serra-Monteceneri finirà in un tubo?

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Ancora non si è deciso quale sarà il destino della strada sopraelevata che dal Portello porta alla Ghisolfa, tra ipotesi di abbattimento e riqualificazione. Nel frattempo continua ad essere un problema per via dell’inquinamento atmosferico e dei rumori molesti provocati dalle auto. Tre ipotesi sul suo futuro: l’ultima è di infilarlo in un tubo. 

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Il cavalcavia Serra-Monteceneri finirà in un tubo?

Credits: corriere.it – Cavalcavia Monteceneri

Il cavalcavia Serra-Monteceneri è senz’altro figlio di un’altra epoca quando negli anni ’50 ci fu l’obiettivo di snellire la viabilità che gravitava attorno alla fiera. La strada sopraelevata infatti parte dal Portello zona ex-Fiera per terminare di fatto poco prima di Piazzale Lugano. 

È indubbio che oggi ha perso la funzione di un tempo, visto lo spostamento dei padiglioni fieristici a Rho, con un impatto estetico sgradevole oltre a produrre inquinamento sonoro e ambientale. Cosa farne quindi del cavalcavia?

#1 high line verde

Alcune ipotesi prevedevano l’abbattimento, come per altri cavalcavia in città, altri invece la riqualificazione in una sorta di High Line verde stile newyorkese, ovvero trasformare il ponte in una passeggiata pedonale con panchine e vegetazione rigogliosa.

Credits: wikipedia.org – Highline New York

#2: La ferrovia per le biciclette

Un’altra opzione, come da progetto ipotizzato qualche anno fa dall’architetto americano Richard Moreta Castillo, potrebbe essere di trasformarlo in una “ferrovia per le biciclette”, lasciando transitare le auto solo nel viale sottostante. Un’idea per risolvere l’impossibilità di muoversi con la bicicletta nelle grandi città trafficate e consisterebbe in un tubo sopraelevato, con doppio binario per le due direzioni di marcia, caratterizzato da pareti trasparenti: all’interno ci si sposterebbe con la propria bicicletta in tutta sicurezza e fuori da smog e traffico. Un’infrastruttura green dove ogni meccanismo che necessita di energia, come le passerelle e l’illuminazione, sfrutta le energie rinnovabili di turbine a vento e pannelli fotovoltaici.

“Ferrovia per le biciclette”

#3 un tubo sopraelevato per “incapsulare” le auto o le biciclette

L’ultima ipotesi è quella più visionaria proposta qualche tempo fa da Gianclaudio Andreoli.  Realizzare un tubo che inglobi il cavalcavia o meglio “mezzo-tubo” sulla parte superiore che svolga una triplice funzione: coprirlo alla vista degli abitanti, insonorizzarlo in modo da non far sentire il rumore delle auto in transito all’esterno, bloccare l’emissione di gas di scarico e del particolato prodotto dagli pneumatici e dai freni riducendo quindi l’inquinamento atmosferico. 

Nel progetto di Andreoli ci sarebbero in esterno giardini, un passaggio pedonale e ciclabile e delle piccole fontane. Diverrebbe un’attrazione di design, utile e sostenibile anche perchè fatta di materiale leggero ed ecologico. 

Continua la lettura con: Il Mostro verrà abbattuto?

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