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Milano è una città che…? Le 7 definizioni usate dai milanesi per presentarla a chi non la conosce

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Ph. @nebulosa_simonastucchi IG

I risultati di un sondaggio tra i milanesi: come presentereste Milano a chi non la conosce? Queste le 7 risposte che hanno guadagnato più like. 

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Milano è una città che…? Le 7 definizioni usate dai milanesi per presentarla a chi non la conosce

#1 «Non è più quella di una volta» 

Ph. Martina Colombo

La definizione dei nostalgici. Quelli che Milano non è quella degli anni Novanta, Ottanta o Settanta fino a tornare ancora più indietro fino alla Città Stato dei Visconti e degli Sforza. 

#2 «Stupenda e affascinante» 

Difficile sostenere che sia bella, anche perchè nel Paese ci sono altri modelli estetici forse più vincenti. Ma Milano affascina, è stupenda, questo sì. Almeno secondo i molti milanesi che hanno approvato questo modo di presentarla. 

#3 «Dinamica ed efficiente» 

Fuorisalone – ph. @alessandro85f IG

Chi invece vuole sottolineare l’energia che è forse la caratteristica più tipica di Milano. Quella dinamica magica costituita da efficienza e voglia di fare. Unica. Almeno in Italia. 

#4 «Elegante e sempre alla moda» 

Una presentazione che oggettivamente si presta a poche obiezioni. La capitale della moda è sempre in prima linea a dettare le nuove avanguardie dello stile. 

#5 «Ormai impraticabile, in auto rischi di tornare con 3-4 multe, con i mezzi di essere scippata»

Ztl a San Siro

Qui si entra nel reparto lamentela. Tra le diverse opzioni, questa le racchiude in po’ tutte, in modo chiaro e sintetico. Il messaggio è questo: occhio che se entri a Milano rischi di uscirne alleggerito. Inteso come soldi in tasca o beni di valore. Tra zone a traffico limitato, l’ultima quella in arrivo a San Siro, aumento dei costi della mobilità e problemi di sicurezza, per alcuni Milano sta diventando una città sempre più difficile da vivere.

Leggi anche: Ztl San Siro: «solo un modo per fare altri soldi»: la denuncia e le reazioni

#6 «Accogliente e respingente»

lubnamilano IG

Che la caratteristica di Milano sia proprio il suo essere double face? Può essere una città accogliente come poche al mondo: qui se hai un’idea in testa e tanta voglia di fare puoi farti aprire tutte le porte. Però allo stesso tempo sa essere respingente, spietata, a volte perfino senza cuore. 

#7 «O la ami o la odi» 

Credits Andrea Cherchi – Scorcio Porta Nuova dalle terrazze del Duomo

E simile alla precedente, anche in questo caso c’è una presentazione per dire che Milano può essere tutto o niente, a seconda di come la guardi. Una città che sta mettendo in luce tutte le contraddizioni, anche se queste spesso sono uno specchio di chi la vive. Come cantavano gli Articolo 31, «Milano quando sono lontano voglio tornare Milano quando ci sono voglio scappare».

Continua la lettura con: I 7 luoghi preferiti dai milanesi per trascorrere una serata fuori Milano

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Alta velocità Milano Parigi: numeri e dati della nuova sfida TGV – Frecciarossa

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gab_onrail IG - Frecciarossa e TGV

Dopo un’interruzione durata 18 mesi il collegamento ferroviario ad alta velocità tra Milano e Parigi riprende il servizio regolare. Il Frecciarossa di Trenitalia e il TGV di SNCF tornano a sfrecciare sui binari, offrendo ai viaggiatori un’alternativa rapida all’aereo,​ in attesa che il terreno di sfida si allarghi nel 2026 all’Italia.

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Alta velocità Milano-Parigi: numeri e dati della nuova sfida TGV – Frecciarossa

# La ripartenza del collegamento dopo la frana sul versante francese nel 2023

Maps – Comune di Freney dove si è verificata la frana in Francia

Era il 27 agosto 2023 quando una frana nella valle della Maurienne, sul versante francese, causò l’interruzione del traforo ferroviario del Frejus, bloccando di fatto i collegamenti diretti tra Italia e Francia. Le forti piogge di quei giorni provocarono una caduta di massi sui binari, rendendo necessarie complesse operazioni di messa in sicurezza della montagna. La paralisi dei collegamenti si è protratta ben oltre le previsioni iniziali. Finalmente, tra il 31 marzo e il 1° aprile 2025, i treni ad alta velocità riprendono a collegare Milano, Torino e Parigi, segnando la fine di un lungo periodo di isolamento ferroviario.

# L’offerta di Trenitalia: 4 corse giornaliere, 1.840 posti e prezzi a partire da 35 euro

Credits frecciarossaofficial IG – Frecciarossa a Parigi

Trenitalia, attraverso il suo Frecciarossa, martedì 1 aprile riprende il servizio con quattro corse giornaliere: due partenze da Milano Centrale alle 6:25 e alle 15:23, e due da Parigi Gare de Lyon alle 7:30 e alle 15:20. Il tempo di percorrenza è di poco meno di 7 ore, con fermate intermedie a Lione, Chambéry, Saint-Jean-de-Maurienne, Modane, Oulx e Torino Porta Susa. Ogni giorno sono offerti complessivamente 1.840 posti, con tariffe a partire da 35 euro. I biglietti sono disponibili sui canali di vendita Trenitalia, nelle biglietterie delle stazioni italiane e francesi, e presso partner di distribuzione.

Dal lancio del servizio nel dicembre 2021, Trenitalia France ha trasportato oltre 3 milioni di passeggeri, con un tasso di soddisfazione del 98%. Inoltre, dal 15 giugno 2025 è programmata l’attivazione di un nuovo collegamento Frecciarossa tra Parigi e Marsiglia, con tre corse giornaliere e un tempo di viaggio di 3 ore e 20 minuti. ​

Leggi anche: Frecciarossa parla francese: iniziata la vendita dei biglietti per la Costa Azzurra

# Le caratteristiche del Frecciarossa 1000: il più veloce della flotta italiana

fsnews.it – Nuovo Frecciarossa 1000 interni

Il Frecciarossa 1000, il treno di punta di Trenitalia, è un concentrato di tecnologia ed efficienza. Con una velocità massima di 400 km/h (anche se attualmente limitata a 300 km/h in servizio commerciale), è il treno più veloce mai costruito in Italia. La sua struttura in leghe leggere e il design aerodinamico riducono consumi e vibrazioni, garantendo un viaggio incredibilmente fluido e silenzioso. Si compone di 8 carrozze con una capacità totale di 457 posti a sedere e 4 classi di servizio: Executive, Business, Premium e Standard. A bordo è presente Wi-Fi ad alta velocità, prese di corrente individuali, illuminazione a LED, climatizzazione intelligente e sedili ergonomici in tutte le classi. 

# L’offerta di SNCF con il TGV: 3 collegamenti e prezzi a partire da 29 euro

Nuovi Tgv M – Olivier Schindler

SNCF risponde con il suo TGV INOUI, offrendo tre collegamenti giornalieri tra Milano e Parigi a partire dal 31 marzo 2025. Il tempo di viaggio è di 7 ore e 7 minuti tra le due città. Le fermate includono Modane, Saint-Jean-de-Maurienne, Chambéry e Mâcon. Le tariffe partono da 29 euro a tratta, con diverse classi di viaggio disponibili, tra cui la prima classe e la Business Première. Per chi desidera viaggiare a prezzi ridotti, SNCF offre carte sconto come le “Cartes Avantage”, che garantiscono tariffe agevolate sui TGV INOUI. ​

# Il TGV INOUI: il treno icona di SNCF

Da oltre 40 anni, il TGV è il simbolo della velocità su ferro in Francia e, con l’offerta INOUI, SNCF ha alzato ancora di più l’asticella del comfort. A bordo dei suoi convogli, che viaggiano a 320 km/h, l’esperienza di viaggio è stata rivoluzionata per offrire maggiore spazio, silenziosità e servizi di alto livello. Queste le dotazioni interne: sedili ergonomici, connessione Wi-Fi gratuita, prese elettriche individuali, spazi bagagli ottimizzati e un bar-bistrot per uno snack in movimento. Nel 2026 è previsto il debutto su alcune tratte italiane dei nuovi TGV M a due piani (15 più altri 15 prodotti nel 2022), per provare a scalfire il dominio di Trenitalia e NTV, con Italo, arrivando a 13 viaggi al giorno, andata e ritorno, distribuiti tra Torino/Milano e fino a Roma e Napoli (9 corse) e tra Torino e Venezia (4 corse). Rispetto al modello precedente il numero dei passeggeri aumenta del 20%, arrivando a 740 nelle configurazione a 9 carrozze.

Continua la lettura con: I Tgv del futuro che sfideranno Italo e Frecciarossa in Italia (fotogallery)

FABIO MARCOMIN

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Quanto costa realmente la Bocconi

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credits unibocconi ig

Milano è una città che offre molte possibilità. Una di queste è sicuramente studiare, magari alla Bocconi, uno dei simboli della città.Andiamo a vedere quindi i costi di questa università. Al di là delle dicerie e dei pettegolezzi.

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Quanto costa realmente la Bocconi

# Un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo

credits unibocconi ig

La Bocconi è una delle migliori università italiane. Ma è anche riconosciuta tra le più rinomate e importanti al mondo. I suoi cavalli di battaglia sono una preparazione eccellente nei campi delle materie finanziarie, economiche e gestionali. I percorsi di studio includono la legislazione per l’impresa, il marketing, le scienze sociali, e i corsi innovativi dedicati all’intelligenza artificiale. Ma quanto costa studiarci?

# Rette da urlo

credits unibocconi ig

La retta per chi si iscrive ad una triennale in Bocconi ammonta a circa 16.700 euro all’anno, cifra che può ridursi fino al 20% secondo la condizione economico-patrimoniale della famiglia dello studente. Lo stesso importo annuale è previsto anche per la laurea in giurisprudenza.

Cifre ancor più alte se si pensa alle lauree specialistiche. Per gli studenti del primo anno che si iscrivono alla magistrale, la retta ammonta a 18.500 euro l’anno. Ma anche in questo caso sono previste agevolazioni.

Anche i master hanno dei prezzi da capogiro. Escludendo la possibilità di accedervi con una borsa di studio, il prezzo da considerare non è inferiore ai 16.000 euro, cifra richiesta per frequentare il master in Marketing e Comunicazione alla Bocconi.

# Stipendi: ecco il motivo per scegliere la Bocconi

credits la bussola economica ig

Ma perchè tutti sognano di studiare alla Bocconi? Molto semplice. Per il ritorno economico garantito. Un “bocconiano” appena laureato, infatti. prende in media 38.390 euro all’anno, cifra che lievita a 66.638 euro dopo i 45 anni d’età. Tuttavia, anche diversi atenei statali permettono di togliersi molte soddisfazioni. Per esempio, l’università di Reggio Calabria Mediterranea o quella di Brescia garantiscono un guadagno di oltre 60.000 euro l’anno, se si considerano diversi anni di esperienza.

Da citare anche i Politecnici. Quelli di Milano e Torino possono assicurare bonifici superiori a 55.000 euro l’anno, mentre i laureati alla Sapienza di Roma offrono un guadagno di 53.000 euro annuali.

Continua la lettura con: Le 5 curiosità incredibili sulle università milanesi

ANDREA PARRINO

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Per andare in Giappone basta la metro: kimono, ceramiche e bijoux nel mini quartiere di Milano

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Ph. @khaorivintage IG

Quanto ci vuole per andare in Giappone? Un biglietto della metro. Sì, perchè basta scendere alla fermata Isola della M5 per trovarsi immersi nelle atmosfere del Sol Levante. Tutto gratis. Ma solo per due giorni. 

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Per andare in Giappone basta la metro: kimono, ceramiche e bijoux nel Sol Levante di Milano

Sabato 29 e domenica 30 marzo il Giappone si trova a Milano. Con il mercatino dedicato all’artigianato giapponese, sono tante le chicche originali in arrivo dal Sol Levante.

Nelle bancarelle “Gam Giappone a Milano” da Pergola15 si trovano dai kimono ai bijoux, passando per le specialità enogastronomiche e le celebri ceramiche orientali. Perfetto per chi ama il Giappone e la sua cultura o anche è curioso di conoscerla.

PERGOLA15
Via Angelo della Pergola 11/4

Sabato 29/03/2025 dalle 10:00 alle 19:00

Domenica 30/03/2025 dalle 10:00 alle 18:00

Ingresso gratuito

Credits: newassetmanagement.it

Continua la lettura con:  Dopo Chinatown Milano avrà anche Japan Town?

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Top 5 provvedimenti inutili della giunta Gualtieri a Roma

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Ph: roma - Instagram

Eletta nel 2021, l’amministrazione Gualtieri si è distinta anche per grandi periodi di assenza e un’importante produzione social del sindaco. Le sfide che questa giunta doveva e deve affrontare, tra cui il Giubileo, sono sicuramente molto grandi e complesse, ma la raccolta di provvedimenti inutili per la città supera le aspettative. Ecco di seguito alcuni esempi.

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Top 5 provvedimenti inutili della giunta Gualtieri a Roma

Ph: robertogualtieri – Instagram

# Restyling di Metro Spagna… cos’è cambiato?

Ph: michele_cucuzza – Instagram

Sicuramente l’aspetto fatiscente e un po’ inquietante che aveva la stazione della metro Spagna non era un ottimo biglietto da visita per turisti e pendolari. Questa però non è una condizione che affliggeva solo questa stazione della Linea A o delle altre linee metropolitane della Capitale, sicuramente non la peggiore. L’intervento di restyling, pur essendo esteticamente interessante, non risolve i problemi strutturali della metro e il fatto che dopo 80 giorni di lavori le infiltrazioni d’acqua fossero ancora presenti lo dimostra. Col sistema di trasporti al collasso, l’abbellimento di una singola stazione è un lusso che sembra un nonsense.

# Autobus col parquet… ma perché?

Ph: mirko_e652 – Instagram

Per rimanere ancora in tema trasporti, Roma può vantare il fatto di essere la prima città d’Italia ad avere gli autobus col parquet. Poco importa se insieme a questi, ce ne sono altri che ancora rischiano di andare a fuoco da un momento all’altro. Il sistema dei mezzi pubblici capitolino avrebbe bisogno di investire sull’efficienza e sulla quantità, non solo sui fattori estetici che, con la condizione di disagio attuale, non rispondono alle reali esigenze della cittadinanza.

# Campagna “Frank, l’amic* che ti rovina la serata”

Ph: roma – Instagram

L’intenzione della campagna lanciata sulla sensibilizzazione per “una buona movida” è sicuramente positiva. D’altra parte, la sicurezza notturna è un tema su cui i romani sono particolarmente sensibili. Ma la mancanza di contenuti concreti e di misure efficienti non fa altro che presentare alla cittadinanza una sterile e vuota campagna pubblicitaria, un palliativo inutile che allontana i giovani e delude gli adulti. Rispetto a questo tema si potrebbe pensare invece a creare una rete di supporto e allertamento efficiente, sfruttando la presenza capillare dei taxi, che velocizzi gli interventi di pronto soccorso o di prevenzione dei danni collegati all’abuso di alcol.

# Ponte di legno sul Tevere

Ph: theromanpost – Instagram

Presentato come il primo parco d’affaccio sul Tevere, la struttura in legno sorge ai piedi del quartiere Flaminio. Si tratta della prima di una serie di altre oasi ecologiche sul biondo Tevere e l’idea di valorizzare gli spazi verdi lungo il fiume è certamente positiva. Tuttavia una struttura simile è solo temporanea ed estetica e la sua scarsa utilità pratica e il costo sproporzionato rispetto ai benefici fanno capire che, almeno ora, ci si poteva risparmiare un provvedimento simile. Non solo, la necessità di continua manutenzione rischia di farlo diventare un simbolo di inefficienza.

# 270.000 euro dei romani spesi per “Una Piazza per l’Europa”

Ph: democraziasolidale – Instagram

Senza voler indagare la validità o meno delle posizioni politiche assunte dalla piazza, bisogna dire che il finanziamento con soldi pubblici per l’organizzazione di un evento di parte è forse il provvedimento più divisivo preso sinora. Come può un evento legato a un’agenda ideologica e di parte rappresentare un beneficio per i romani? Ancora una volta si sta parlando di una misura lontana dalle reali esigenze dei cittadini, senza un ritorno pratico, con l’aggravante di sostenere una determinata posizione a scapito delle altre. Il tutto pagato con i soldi dei cittadini. 

Continua la lettura con: Il termovalorizzatore in «stile Copenaghen» a Roma è sparito nel nulla

RAFFAELE PERGOLIZZI

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«I cordoli sulle ciclabili sono la peggior cosa da fare…»

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Ph. (sfondo) @giannicongiu_ IG

Buongiorno,

I cordoli sulle ciclabili sono la peggior cosa da fare. Chi dice il contrario, non va in bici, o non le percorre.

Non esiste via di fuga, devi comunque andare dritto, e se ti capita qualcosa, non puoi sterzare per uscire dalla situazione. Frenare, poi!?

GB S

________________________________

Nel CV ho anche un paio di ruzzoloni da cordolo.
 
 
 
IL POSTINO
 
Vuoi segnalare qualcosa, fare una domanda, sfogare la tua creatività o la tua disperazione? Manda una mail a info@milanocittastato.it (Oggetto: I fatti nostri). 

Continua la lettura con: «Come nuovo collegamento, dalla stazione di Milano Centrale suggerirei anche…»

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7+1 terme a poca distanza da Milano da provare una volta nella vita

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Ph. @gretaminato IG

Non c’è niente di più rilassante che godersi una giornata alle terme. Queste sono le 7+1, poco distanti da Milano, che merita una giornata. 

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7+1 terme a poca distanza da Milano da provare una volta nella vita

#1 Cascina Caremma

credits Cascina Caremma Instagram

Cascina Caremma si trova a meno di un’ora da Milano, e qui si incontrano agriturismo, azienda agricola e nature SPA. La Spa ha a disposizione piscine riscaldate esterne e interne, idromassaggio, sauna, doccia aromatica sensoriale, getti verticali, solarium, aree relax e tanto altro. I prezzi partono da 32 euro per 3 ore durante i giorni feriali e 39 euro durante quelli festivi e prefestivi. È anche possibile pernottare e provare il loro ristorante.

Indirizzo: Via Cascina Caremma 2, Besate MI

#2 Monticello Spa & Fit

Credits monticellospa IG – Aperitivo

A una sola ora da Milano, Monticello Spa offre un’esperienza del tutto luxury, che accomuna Spa, fitness e relax. La struttura ha 7 vasche interne ed esterne, 17 ambienti sensoriali diversi in cui immergersi e rigenerarsi, e oltre 40 massaggi e trattamenti per il corpo praticati da esperti. Monticello Spa offre anche un’area fitness dove potersi allenare e un bistrot dove gustare piatti ricercati e sani. Il costo dell’ingresso da 4 ore ammonta a 49 euro, massaggi e trattamenti vanno acquistati a parte, ma sono disponibili pacchetti benessere con diverse esperienze per chi vuole davvero viziarsi.

Indirizzo: Via San Michele 16D Monticello LC

#3 Terme di Miradolo

credits Terme di Miradolo ig

Le Terme di Miradolo sono molto vicine da Milano e si trovano sulle colline del lodigiano. Il dettaglio interessante è che l’acqua che arriva alle terme è alimentata da ben 4 fonti diverse: Cà de Rho, San Pietro, Vittoria e Saline Santa Maria. Le terapie che vengono fatte in queste terme vengono riconosciute e garantite dal SSN e sono efficaci nel trattamento delle patologie delle vie respiratorie, dell’orecchio, dell’apparato osteoarticolare, vascolare, gastroenterico, urinarico e della pelle. Inoltre, nella struttura c’è anche una zona spa dedicata al benessere, con diversi percorsi e trattamenti estetici.

Indirizzo: Via dei Colli 7, Miradolo Terme PV

#4 Mandarin Oriental Lago di Como

credits Mandarin Oriental ig

Il Mandarin Oriental Lago di Como ha preso il posto del CastaDiva Resort & Spa, e ha riaperto le porte nell’aprile del 2019 dopo una profonda ristrutturazione. La struttura è ispirata alle acque del lago di Como su cui si affaccia ed offre una vasta scelta di percorsi di vapore, aria tiepida, giochi d’acqua e un approccio olistico al benessere. Questa centro offre due cabine trattamenti, un salone di bellezza e un centro fitness con macchinari di ultima generazione. In estate c’è anche la possibilità di rilassarsi a bordo della piscina esterna situata su una piattaforma che galleggia sul lago.

Indirizzo: Via E.Caronti 69 Como

#5 QC Terme San Pellegrino

credits QC Terme ig

Nel cuore della Val Brembana si trova una delle strutture più famose del gruppo QC. Le terme di questo gruppo sono tra le più amate e popolari per il loro servizio di altissimo livello, il comfort e il lusso di ciascuna location. Le terme a San Pellegrino sono le più vicine da Milano, e risultano quindi perfette per fughe di una giornata alll’insegna del relax. Molto interessante è la struttura termale, un edificio liberty spettacolare che vale la pena visitare. Il prezzo degli ingressi è variabile ma si aggira sui €50 per tutta la giornata. È anche possibile acquistare trattamenti, prenotare aperitivi e pranzare in loco.

Indirizzo: Viale della Vittoria 53, San Pellegrino BG

#6 Cella Grande

Ph. @gretaminato IG

Azienda agricola, cantina, bistrot e Spa. A Cella Grande puoi trovare questo e molto altro. Cella Grande si trova in Piemonte e da Milano dista 1 ora e mezza. Queste terme sono completamente immerse nella natura, e offrono un pacchetto di 3 ore con percorso benessere, accesso a tutte le aree relax e aperitivo con degustazione di vino di loro produzione, a 47 euro a persona.

Indirizzo: Via Cascina di Ponente 21, Viverone BI

#7 Parco Termale del Garda di Villa dei Cedri

credits villa dei cedri ig

Il Lago di Garda è una delle migliori località turistiche italiane per molti motivi: vita notturna, divertimento e paesaggi stupendi. Non tutti sanno, però, che sulle rive del lago c’è anche un bellissimo parco termale naturale. Villa dei Cedri è infatti una Spa naturale di 13 ettari tra alberi secolari, cascate, fontane e piscine termali. Insomma, un vero e proprio paradiso naturale. E la buona notizia è che è a meno di due ore da Milano! L’acqua termale del parco è alcalina e con un ph molto alto, caratteristiche che la rendono particolarmente benefica e con effetti antinfiammatori. Il biglietto giornaliero di ingresso al parco costa €35 per gli adulti e non è necessario prenotare.

Indirizzo: Via Madonna, 23, Lazise VR

#7+1 Terme di Boario

credits Michele Magliocca Ig

Tra le terme più frequentate del nord Italia. Le terme di Boario sono immerse in un parco da 130.000 metri quadrati in Val Camonica. I recenti restauri hanno dotato queste terme della ciliegina sulla torta: un centro wellness & Beauty invidiabile, con due piscine con acqua termale interne e una piscina esterna a contatto con la natura del parco. La struttura è dotata poi di bagno turco, sauna finlandese, bagno mediterraneo, stanza del sale, docce emozionali, percorso Kneipp e area relax. Gli ospiti possono avere a disposizione anche acqua, tisane e il kit di benvenuto (accappatoio, ciabatte, cuffia).

Indirizzo: Corso Italia, 91 Boario BS

Continua la lettura con: Le nuove maxi terme di Milano

ANDREA PARRINO

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La foto del giorno: dove siamo?

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Ph. @andreacherchi_foto IG

La foto del giorno: oggi siamo in via Carlo Farini 2 

Ph. @andreacherchi_foto IG

Ph. @andreacherchi_foto IG

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Continua la lettura con: La foto del Giorno: 27 marzo 

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Quando sei in Vittorio Emanuele e ti assale il ricordo delle serate al Rolling

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Una serata al Rolling è per sempre. 
 

Qui il video: Quando sei in Vittorio Emanuele e ti assale il ricordo delle serate al Rolling 

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Continua con: Hai trovato come reagire a quelli che ti danno volantini nei mercati di Milano

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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Le zone rosse di Milano salgono a otto: succederà come con il Covid?

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Le zone rosse di Milano

Il tema della sicurezza a Milano è da anni al centro di un acceso dibattito politico: chi minimizza il problema e chi denuncia una situazione sempre più inquietante. La recente decisione del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica di prorogare ed estendere le cosiddette “zone rosse” sembra dare ragione a chi ritiene che il problema non sia solo di percezione, ma una realtà concreta. Ma il recente passato delle zone rosse nate proprio a Milano e dintorni solleva un interrogativo ancora più drammatico: potrebbe essere l’inizio di norme ancora più restrittive per la libertà di tutti i cittadini come capitato con la pandemia?

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Le zone rosse di Milano salgono a otto: succederà come con il Covid?

# Otto zone rosse: Milano alza il livello dell’allerta

elasilop IG – Stazione Centrale Milano

La Prefettura di Milano ha deciso di prorogare fino al 30 settembre le cinque “zone rosse” già esistenti e di aggiungerne altre tre, portando così il totale a otto aree soggette a misure speciali di controllo. Le zone rosse già operative dal 30 dicembre comprendono le aree intorno alle principali stazioni ferroviarie (Centrale, Garibaldi e Rogoredo), oltre a quelle di piazza del Duomo, della Darsena e dei Navigli. A queste si aggiungono ora via Padova, le Colonne di San Lorenzo e il quartiere dei Fiori a Rozzano.

Ma cosa significa zona rossa? Sono zone da cui, persone ritenute pericolose per la sicurezza pubblica e con precedenti per reati contro la persona, danneggiamento e possesso di armi, devono tenersi alla larga

# Le tre nuove aree critiche: Via Padova, Colonne e Rozzano

Credits nolo.district IG – Via Padova

La decisione di ampliare il perimetro delle zone rosse è arrivata dopo un’attenta valutazione da parte del Comitato per la Sicurezza, che ha analizzato i dati dei primi tre mesi di applicazione del provvedimento. I numeri mostrano un’intensa attività di controllo: oltre 132.000 persone identificate e più di 1.300 ordini di allontanamento emessi, con un’alta incidenza di reati legati a droga, aggressioni e furti. 

Se le prime cinque zone rosse erano già considerate punti sensibili per la sicurezza, le nuove aree aggiunte non sorprendono chi conosce la realtà urbana milanese. Via Padova è da anni una delle strade più complesse della città, teatro di episodi di violenza e spaccio. Già dal 10 marzo, in seguito a una riunione in Prefettura con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, è stato rafforzato il presidio delle forze dell’ordine con unità mobili e squadre di intervento operativo. In due settimane, i controlli hanno portato all’identificazione di oltre 3.000 persone, al fermo di numerosi veicoli e all’arresto di tre individui, oltre all’adozione di sette provvedimenti di espulsione.

Ph. @Marco1260fm IG

Le Colonne di San Lorenzo, storicamente un punto di ritrovo per i giovani, sono finite sotto la lente d’ingrandimento per l’aumento di episodi di degrado e criminalità. Anche Rozzano, in particolare il quartiere dei Fiori, è da tempo un’area ad alta criticità per spaccio e microcriminalità. L’obiettivo dichiarato della Prefettura è migliorare la vivibilità di queste zone, anche in vista dell’estate, periodo in cui aumentano sia il turismo che la movida serale.

Leggi anche: Queste sono le 5 zone più sicure di Milano

# Più controlli per tutti: e se fosse l’inizio di una restrizione per la mobilità di tutti i cittadini?

polizia_locale_fp IG

L’estensione delle zone rosse è un segnale chiaro: la sicurezza è un tema centrale per l’amministrazione e per le forze dell’ordine. Tuttavia, la misura solleva anche alcuni interrogativi. Aumentare i controlli e rafforzare la presenza delle forze dell’ordine può migliorare la sicurezza reale della città, ma non basta a risolvere il problema alla radice. Il rischio è che queste azioni abbiano solo un effetto temporaneo, senza incidere sulle cause profonde del degrado urbano e della criminalità. Con l’estensione delle zone rosse, Milano è davvero più sicura o solo più controllata? Inoltre, il concetto stesso di “zone rosse” può risultare divisivo: se da una parte è vero che garantiscono un maggior presidio delle aree critiche, dall’altra potrebbero creare una sorta di ghettizzazione di alcune parti della città. Da ultimo serpeggia anche la più grande preoccupazione originata anche dall’utilizzo dello stesso termine per delimitare le zone di lockdown durante il Covid. Anche con la pandemia inizialmente i limiti di circolazione erano finalizzati ai contagiati per poi estendersi a tutti: potrebbe succedere qualcosa di simile anche per la sicurezza che, in caso di incapacità di porre un freno, si pongano delle restrizioni per tutti i cittadini?  

Continua la lettura con: Il futuro della Montello: sarà la «Cittadella della Sicurezza» a difesa dei milanesi

FABIO MARCOMIN

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28 marzo 1896. La prima proiezione cinematografica di Milano (una delle prime al mondo): venne trasmesso questo

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28 marzo 1896. A Milano è di scena la prima proiezione cinematografica della storia della città. Che cosa è stato trasmesso? E qual è stata la reazione dei milanesi?

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28 marzo 1896. La prima proiezione cinematografica di Milano (una delle prime al mondo): venne trasmesso questo

28 marzo 1896. A Milano è di scena la prima proiezione cinematografica della storia della città. Non solo: si tratta di una delle prime al mondo. Ci troviamo al Circolo Fotografico della odierna via Turati, al tempo si chiamava via Principe Umberto. In sala sono seduti un ristretto gruppo di persone, tra cui diversi giornalisti. Ma cosa viene trasmesso?

Sullo schermo vengono proiettate immagini della vita quotidiana francese immortalate dai fratelli Lumiere. Le cronache riportano l’entusiasmo del pubblico davanti alle riprese animate di “bimbi che giuocano” o di “bagni di mare” a Nizza.

Il giorno successivo il “cinematografo Lumiere” si sposta al Teatro Milanese in corso Vittorio Emanuele: le proiezioni sono aperte al pubblico e durano circa un quarto d’ora. Il titolo è “spettacolo di fotografia animata”. Il successo è grandioso, anche se tra molti milanesi serpeggia la diffidenza: sarà “un’arte senza futuro”, “El dura minga” è la sintesi dei loro commenti. 

Fonte: Milano d’Italia, Alberto Pezzotta- Anna Gilardelli, Bompiani

Continua la lettura con: 26 marzo: viene inaugurata la stazione di Affori

MILANO CITTA’ STATO

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Quello che ci manca di più della nostra adolescenza (secondo i milanesi)

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Ph. @ bircide_il_paninaro IG

Ricordi dei milanesi. Le 7 cose di quando si era ragazzi che ci mancano di più. 

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Quello che ci manca di più della nostra adolescenza (secondo i milanesi)

# La spensieratezza

Quando li vivi sembra di essere sul filo del rasoio. Ma il ricordo li rende leggeri come una piuma. 

Natale 1974 – ph. @giovyortu IG

# Le mega compagnie

«E le uscite in motorino sempre in due» (883)

Ph. @
bircide_il_paninaro IG

# L’età

L’energia, la vitalità, la velocità di recupero. A ripensarci ora, sembravamo dei Supermen e delle Wonder Women. 

Via Palermo 1980 – ph. Tiziano Calzolari

# Le farfalle nello stomaco

«Ci batteva il cuore. Eh, sì! Mi sembra di ricordare che ci batteva il cuore» (Sapore di Mare)

Ph. @
bircide_il_paninaro IG

# I sogni 

Quando dietro ogni tramonto appariva un futuro scintillante

Piazza Duomo Aprile 1983 – ph. @averageitaliankid IG

# Eravamo felici e non lo sapevamo

Spesso si piangeva, ci si disperava per un nonnulla, sembrava di vivere la fine del mondo. Ma con il passare degli anni si guadagna la consapevolezza. E ogni ricordo acquista un sapore di miele. 

Ph. @
bircide_il_paninaro IG

# Mamma e papà

Le persone che non ci sono più. Nonni, amici, i genitori. Un vuoto incolmabile. «Mia mamma e mio papà che non ci sono più. La loro voce, le loro battute, i loro sorrisi. Pagherei qualsiasi cosa per riaverli qui 5 minuti, abbracciarli e chiedere loro scusa per tutte le volte che mi sono comportato male. La loro mancanza, anche dopo anni, è un dolore che non passa mai e che può risvegliarsi, inaspettatamente, anche ascoltando una canzone o guardando una fotografia.» (Giulio)

Ph. @
giorgio.brancaglion IG

Continua la lettura con: Quello che resta dei celti a Milano

ANDREA ZOPPOLATO

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Niente metro di notte? 5 idee per utilizzare i tunnel

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La metro chiusa di notte? Perché non utilizzare i tunnel lasciati liberi? Cinque idee per dare nuova vita ai tunnel della metro, senza compromettere la sicurezza e rispettando il buon senso, che potrebbero rivoluzionare l’uso di questi spazi durante la notte.
 

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Niente metro di notte? 5 idee per utilizzare i tunnel

Le metropolitane sono le arterie vitali di Milano, ma quando cala la notte, i tunnel, per la maggior parte del tempo, restano vuoti, uno spreco di spazi preziosi che potrebbero essere meglio sfruttati.

In molte grandi città del mondo, la metropolitana è attiva 24 ore su 24, e poiché Milano non si è ancora ancora decisa per una trasformazione simile, ci sono diverse soluzioni che potrebbero migliorare l’utilizzo della rete sotterranea anche durante le ore notturne. Ecco 5 idee.

#1 Ristoranti notturni in stazioni e fermate

Le linee della metropolitana trasformate in mercati gastronomici coperti, veri e propri luoghi dove assaporare prelibatezze culinarie. Ogni linea della metro potrebbe ospitare ristoranti e mercati notturni, in corrispondenza delle fermate, creando un’esperienza unica. Ogni fermata potrebbe diventare una “stazione culinaria” diversa, con cucine mobili che offrono piatti provenienti da tutto il mondo.

Per garantire la sicurezza, sarebbe necessario installare pedane, facilmente rimovibili al mattino, sopra i binari per separare le aree dedicate alla ristorazione. Anche l’areazione, fondamentale in ambienti sotterranei, dovrebbe essere migliorata. Le cucine mobili, dotate di impianti per la gestione dei rifiuti e delle necessità sanitarie, potrebbero essere facilmente trasportate e montate, offrendo una varietà di piatti freschi e gustosi.

Con una configurazione simile a mercati coperti come quelli di Barcellona o al Mercato Centrale della Stazione, i tunnel della metro potrebbero diventare un vivace centro gastronomico. I visitatori si sposterebbero tra diverse “stazioni” culinarie, esplorando vari tipi di cucina, questo tipo di spazio, che unisce l’architettura sotterranea al dinamismo di un mercato notturno, potrebbe trasformarsi in una meta imperdibile per residenti e turisti.

#2 Locali notturni, discoteche, safe-rave e aree concerti

I tunnel della metropolitana, spesso considerati luoghi bui e misteriosi, potrebbero essere trasformati in veri e propri locali notturni o spazi per concerti, creando un’atmosfera unica che attirerebbe giovani e appassionati di musica da tutta Europa. Se Parigi ha le catacombe, Milano avrebbe i tunnel, l’idea di un “rave sotterraneo” potrebbe suscitare preoccupazione, ma progetto un simile potrebbe diventare una delle esperienze più coinvolgenti per la vita notturna della città.

Immaginate di entrare in una stazione della metro trasformata in una discoteca, con luci soffuse, DJ set, e impianti stereo all’avanguardia. Ogni fermata potrebbe ospitare un evento diverso, creando un “circuito musicale sotterraneo” che si sposta da una stazione all’altra, con diversi generi musicali che cambiano da fermata a fermata. Questo tipo di locale notturno avrebbe il vantaggio di trovarsi in un ambiente sicuro, lontano dai rischi legati ai locali tradizionali in superficie. Gli eventi potrebbero essere supervisionati da personale qualificato, garantendo un’esperienza sicura e divertente per tutti.

Con un’attenta gestione e l’utilizzo di tecnologie moderne, i tunnel della metro potrebbero diventare il cuore pulsante della vita notturna, offrendo una nuova dimensione all’intrattenimento cittadino.

#3 Area comunale per accogliere i senza tetto

Uno degli usi più umanitari dei tunnel della metro sarebbe quello di trasformarli in spazi sicuri per accogliere persone senza fissa dimora durante la notte. In molte grandi città, Milano compresa, i senza tetto sono costretti a vagabondare per le strade, spesso in condizioni precarie e rischiose. Utilizzare le stazioni e i tunnel della metro come rifugi temporanei potrebbe rappresentare una soluzione efficace e sicura.

Le stazioni della metropolitana potrebbero essere attrezzate con letti, bagni e spazi per l’assistenza sociale e sanitaria di base. Sarebbero gestiti da enti locali o organizzazioni di beneficenza, con l’aiuto di professionisti in grado di offrire supporto psicologico, consulenza legale e orientamento verso opportunità di reinserimento lavorativo e abitativo.

In questo ambiente protetto, le persone senza fissa dimora potrebbero sentirsi al sicuro, lontano dai pericoli delle strade. Un’iniziativa del genere rappresenterebbe un importante passo verso l’inclusione sociale, risolvendo al contempo un problema che affligge molte metropoli.

#4 Spazio di coworking notturno per chi soffre di insonnia

L’insonnia, così come il lavoro notturno, è un disturbo che colpisce milioni di persone… Perché non trasformare i tunnel della metro in spazi di coworking notturno per chi cerca un ambiente tranquillo dove concentrarsi e lavorare? Lontano dal caos della città, i tunnel sotterranei potrebbero diventare il luogo ideale per lavorare, studiare o portare avanti progetti personali.

Le stazioni della metro potrebbero essere dotate di scrivanie, connessioni internet veloci, e aree per riunioni, in modo che le persone possano usufruire di un ambiente silenzioso e protetto. Questo spazio potrebbe risultare particolarmente utile per studenti, freelance e professionisti che trovano più produttivo lavorare di notte. L’atmosfera sotterranea e silenziosa favorirebbe la concentrazione e renderebbe questi spazi ancora più adatti a chi cerca serenità per lavorare a qualsiasi ora della notte.

#5 Maratona notturna: “Milano Sotterranea”

Infine, i tunnel della metropolitana potrebbero diventare il luogo perfetto per organizzare eventi sportivi, come una maratona notturna. Immaginate una “Milano Sotterranea”, dove i partecipanti corrono attraverso i tunnel e le stazioni della metro, illuminati da luci fluorescenti, con un’atmosfera unica e stimolante.

Ogni mese, una maratona sotterranea potrebbe essere organizzata, con un percorso che cambia ogni volta, attraversando vari tunnel e stazioni lungo le diverse linee e gli interscambi.

Questa maratona non solo sarebbe un evento sportivo entusiasmante, ma rappresenterebbe anche un’opportunità per scoprire la città da una prospettiva del tutto inedita. Correndo nei sotterranei, gli atleti potrebbero godere di un’esperienza unica e sicura, senza il pericolo del traffico o delle condizioni meteorologiche avverse, rendendo l’evento ancora più speciale.

Continua la lettura con: 7 linee metropolitane per le 7 aree dell’hinterland di Milano

MATTEO RESPINTI

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I tre «quartieri della moda» di Milano

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vitalfi.84 IG - Via Montenapoleone

La Milano della moda è una e trina. Sì, perché non è più solo Quadrilatero. 

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I tre «quartieri della moda» di Milano

#1 Quadrilatero della Moda: il tempio del lusso

vitalfi.84 IG – Via Montenapoleone

Il cuore pulsante della moda milanese, il Quadrilatero della Moda è la zona che più di tutte incarna il lusso tradizionale. Qui si concentrano le vetrine dei marchi storici, le griffe che hanno fatto la storia della moda mondiale: da Prada a Gucci, da Versace a Bulgari. Le eleganti vie, come via Gesu e Via della Spiga, sono fiancheggiate da boutique che rappresentano il massimo della raffinatezza. Via Montenapoleone, incoronata la strada più costosa del mondo, è la più sfacciata. Il Quadrilatero è sinonimo di alta moda, di sfilate, di shopping esclusivo, ed è il palcoscenico delle collezioni più prestigiose durante la Milano Fashion Week. Qui sorge il polo di Armani, con hotel 5 stelle, maxi store e ristoranti, non distante dalla sede in Brera.

Quadrilatero della Moda

#2 Tortona: il cuore della moda più creativa

ciccia_ciccio_andfriends IG – White Milano, Tortona

A pochi passi dai Navigli, Tortona è il quartiere che ha saputo evolversi in un centro di sperimentazione e creatività, soprattutto in ambito design e moda. Con il suo mix di spazi industriali riconvertiti in showroom e gallerie, è diventato il punto di riferimento per i giovani designer e le realtà più innovative. L’area ospita eventi come la Milano Design Week e presenta al pubblico marchi emergenti e alternative al lusso tradizionale. L’iconico Armani/Silos, con la sua esposizione permanente delle collezioni di Giorgio Armani, rappresenta la sintesi perfetta di questo contrasto tra tradizione e innovazione. A questo si aggiunge il teatro della maison dove si tengono le sfilate. Tra i brand con sede nel quartiere ci sono anche: LiuJo, BluGirl, Antony Morato, Kocca, Diesel e Zegna.

Maps – Tortona

#3 SoPra: la nuova frontiera del fashion

Fondazione Prada a Gamboloita Credits: @paoloscarpazgandolfi IG

Tutto è iniziato a cambiare nel 2015 quando la maison milanese Prada ha acquisito il complesso delle ex distillerie ricomprese tra largo Isarco, via Lorenzini e via Adamello, per trasformarle nel suo quartier generale. Diventando così il centro di gravità della zona. Al suo interno sono ospitati museo, cinema, bar e ristorante con due torre iconiche, una dorata e un’altra con terrazza panoramica. Attorno si è sviluppato il progetto Symbiosis, con nuovi edifici scelti dal ramo beauty di Louis Vuitton oltre che da Jil Sander e Marni. Tra via Gargano e viale Ortles è in completamento la nuova sede di Moncler, a 900 metri da Fondazione Prada. Molti scommettono che questo sarà il quartiere della moda del futuro. Neppure così lontano. Per rendere il quartiere ancora più cool è stato anche coniato un nuovo nome: SoPra.

Maps – Soupra, Milano

Leggi anche: SoPra, sarà il nuovo quartiere glam-chic di Milano?

Continua la lettura con: Il quartiere di Milano dove non ci va nessuno

FABIO MARCOMIN

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Questo è il mercato più bello ogni giorno a Milano secondo i milanesi

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Ph. @giuliazulylombardi IG

I milanesi amano i mercati. Anche perché a Milano i mercati non sono una cosa banale. Anzi. Abbiamo realizzato un sondaggio, per chiedere ai milanesi qual è il mercato più bello di Milano. Questi sono risultati i preferiti giorno per giorno. 

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Questo è il mercato più bello ogni giorno a Milano secondo i milanesi

#Lunedì: Via San Marco 

Ph. @giuliazulylombardi IG

È il il mercato rionale di Brera, conta una quarantina di espositori, forse il più stiloso tra quelli temporanei in città. 

#Martedì: Via Papiniano 

Credits: @laurelevans
Il Mercato Di Viale Papiniano

Un nobile forse un po’ decaduto, come spiega Tulsi R: «Una volta era quello di viale Papiniano (…) dove compravi capi firmati con poche lire; ricordo che comprai una cifra di capi tra i quali un paio di bermuda di GMV spettacolari in tutto, tessuto in primis e fantasia a 5000 lire nuovi con il cartellino ovvio, ricordo che mi chiedevano se li avessi acquistati in India nei miei viaggi, macché firmati italian style!! Lo adoravo quel mercato… ma ci sono tornata dopo vari anni e non mi era sembrato più lo stesso: allora c’erano dei banchi super stilosi, a prezzi ottimi, tutto firmato, migliori stilisti, Milano Moda!»

#Mercoledì: Piazza Martini 

Credits andirivieni__ IG – 

In Piazzale Ferdinando Martini a Calvairate. Una buona occasione per girare tra le bancarelle trovando prodotti internazionali. Ad esempio in frutta e verdura ci sono prodotti presenti nella cucina di arabi e indiani, molte bancarelle sono gestite da stranieri. C’è chi lamenta che i prezzi ormai sono poco più bassi di quelli dei negozi. 

#Giovedì: Via Calvi 

Ph. @mgiovanna_romano IG

Il mercato di Porta Vittoria. Per il titolo di preferito del giovedì la spunta di misura su quello di via Osoppo. 

#Venerdì: Via Crema 

Ph. @mimusfranz IG

Il mercato open air di Porta Romana che si estende lungo tre strade. Si trovano diverse occasioni di moda, con capi firmati. Ottimo assortimento di ortofrutta. Qualità medio alta. Anche i prezzi però sono tra i più alti dei mercati cittadini. 

#Sabato: Via Fauché 

Credits: ViviMilano.it – mercato Fauchè

Si conclude con il re indiscusso dei mercati all’aperto di Milano. Quello del martedì è considerato più sottotono. Ma il sabato è l’appuntamento preferito dai milanesi, soprattutto quelli del quadrante ovest. Si estende lungo la parallela di corso Sempione, costeggiando l’Esselunga. Prima, provenendo da Gerusalemme, si trova la grande offerta di prodotti alimentari, seguono i capi di abbigliamento. 

Continua la lettura con: I supermercati più amati dai milanesi

ANDREA ZOPPOLATO

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Apericena top: dove si mangia e si beve… a basso prezzo

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credits spritz navigli

A Milano è nato il rito dell’aperitivo. Scegliere un locale dove bere e mangiare bene, e in quantità, non è però facile. Eccone dieci dove spendere meno di 15 euro.

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Apericena top: dove si mangia e si beve… a basso prezzo

#1 Cafè Metropolis

credits Roberto A

Inaugurato nel 2008, il Cafè Metropolis è un progetto ambizioso, divenuto realtà grazie alla sinergia tra alcuni dei migliori PR di Milano, che hanno deciso di unire le proprie forze per creare un nuovo concetto di locale. I prezzi del Metropolis sono all’apice della convenienza. Tra le chicche troviamo la pizza a partire da soli 5 euro, oltre ad una vasta selezione di champagne e spumanti.

Indirizzo: Via Vittor Pisani, 5

#2 Ciu’s

credits ciu’s bar

Locale molto particolare, caratterizzato da un corridoio di treno, arredato come un pub e gestito come un lounge bar. Situato tra Corso Buenos Aires e Città Studi, il menù parte dalle 17:30, cioè quando escono le prime portate, da aggiungere al buffet già disponibile, fino alle 22:30. Il costo è fisso ed è di 14 euro (13 con una birra ed una bibita). Si può mangiare a piacimento scegliendo tra piatti caldi e freddi, primi di pasta o riso e secondi di carne e pesce, verdure grigliate, affettati, pizzette e tramezzini.

Indirizzo: via Gaspare Spontini, 6

#3 Bhangrabar

credits bhangrabar

Tutti i giorni della settimana, dalle 18 alle 22, al Bhangrabar in zona Arco della Pace si può gustare un corposo aperitivo immersi in un’atmosfera etnica. La prenotazione è obbligatoria, ma si può comodamente fare attraverso il sito tutti i giorni, 24/7. L’aperitivo classico parte da 14 euro a persona, include un accesso al buffet e un drink regular incluso. L’aperitivo più costoso costa invece 50 euro a persona, e include due drink regular, l’accesso al buffet, una torta a scelta con 1 bottiglia di prosecco ogni 5 persone e il tavolo per tutta la serata.

Indirizzo: corso Sempione, 1

#4 Deseo

credits deseo

Situato nella suggestiva cornice dell‘Arco della Pace, il Deseo è un locale esclusivo ed elegante, dove si fondono uno stile Dèco Meneghino e un design contemporaneo e raffinato. Ogni domenica il Deseo organizza un brunch dalle ore 12 alle ore 16. Ma questo locale è perfetto anche per organizzare i compleanni, come specifica un utente tra le recensioni. Abbiamo poi il buffet unito a numerosi drink.

Indirizzo: corso Sempione, 2

#5 Spritz Navigli

Credits: @spritznaviglimilano – Bar Navigli

È probabilmente il primo (e unico) spritz-locale a Milano, situato nella movimentosa zona dei Navigli. Il locale è aperto tutti i giorni, dalle 16 alle 02:00. ed è colorato da mattoni rossi, tubi post moderni e atmosfera relax, tutto ciò che serve per gustare uno spritz finito il lavoro. È un ottimo luogo anche per consumare semplicemente antipasti, primi e secondi piatti, oppure salumi e formaggi.

Indirizzo: Ripa di Porta Ticinese, 9

#6 Locanda Da Vinci

credits Milano e Dintorni

Sull’altra sponda dei Navigli troviamo la Locanda Da Vinci, dove fare un’apericena abbondante e con un prezzo accessibile, con cocktail originali e non scontati. A mezzogiorno tre i menu da 8 euro, tutti con un primo, un secondo, acqua e caffè, tra cui scegliere. Per chi volesse optare per una sola portata la scelta è tra una decina di piatti del giorno, tutti più o meno sui 7 euro.

Indirizzo: Alzaia Naviglio Pavese, 52

#7 Moscow Mule

credits coqtail Milano

Il Moscow Mule è il classico locale dove abbandonarsi nelle mani del barman. Il nome si spiega grazie all’omaggio dato dal barman e dal proprietario Alessandro all’era della vodka, che prese piede in America con la nascita del Moscow Mule negli anni Quaranta. Il cocktail Moscow Mule è ovviamente la specialità della casa: vodka, ginger beer, lime e zenzero – sia la radice che la polvere, e niente porcate tipo cetriolo o peggio ancora ciliegine candite. Ma non fermatevi al Mule, perché i cocktail sono fatti come si deve e proposti a 6 euro – qualcosa in più se si scelgono bottiglie premium , di cui peraltro il locale è fornitissimo -.

Indirizzo: via Teodosio 60

#8 Todos a Cuba

credits Todos a Cuba

Affacciato sia su via San Lorenzo che su via De Amicis, Todos a Cuba è aperto dalla mattina fino alla sera, fungendo da bar, pub e tavola calda. In serata, il locale diventa teatro di abbondanti aperitivi a buffet, con piatti caldi e freddi. a cena si concentra sulle varie ricette classiche della cucina italiana, accompagnate da cocktail come vini e birre ben scelti.

Indirizzo: Via Edmondo de Amicis, 4

#9 La Hora Feliz

credits Alfonso R

Hora Feliz è un altro locale che prende spunto da Cuba, ma non disdegna anche mescoloni di altre origini come per le azulejos portoghesi che ricamano le pareti. Il locale è frequentato soprattutto dagli studenti, e a renderlo famoso è il lunghissimo happy hour: dalle 17:30 alle 22:30, infatti, con 11 euro ci si può abbuffare al pantagruelico buffet. Sui tavolini per l’aperitivo possiamo trovare in enormi quantità affettati, tartine, pizzette, focaccette, pastasciutta, bocconcini di pollo, salsiccia con patate e dolci.

Indirizzo: via S. Vito, 5

#10 Un Posto a Milano

credits Un Posto a Milano

Un Posto a Milano è situato all’interno della Cascina Cuccagna, una cascina agricola del ‘700 sapientemente recuperata. La Cuccagna è la cascina più interna al tessuto urbano, poco distante da Porta Romana. Un giorno alla settimana c’è poi la possibilità di ascoltare dell’ottima musica jazz, mentre per quanto riguarda i vini, le opinioni degli utenti eleggono come milgiore il rosso bio imbottigliato, imbattibile per qualità/prezzo.

Indirizzo: via privata Cuccagna, 2/4

Continua la lettura: Le 5 FISSAZIONI TIPICHE di MILANO e dei MILANESI

ANDREA PARRINO

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«Non capisco perché non prolungano la M2…»

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Ph. (sfondo) @saraa199604 Ig

Buongiorno,

Non capisco perché non prolungano la M2 da Abbiategrasso a Rozzano Humanitas, zona fortemente trafficata per gente che viene a lavorare a Milano ma abita verso Pavia.

La via Pavese intasata non è possibile allargarla perché c’è il Naviglio, la via Liguria e Manzoni dove c’è l’ospedale in ore di punta è una coda continua. Se si ha bisogno del Pronto Soccorso c’è solo da sperare di arrivare vivi.

Eppure siamo cittadini a sud come quelli di nord.

REGINA C.

________________________________

Forse perché a Rozzano si vota un altro sindaco?
 
 
 
IL POSTINO
 
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I 5 centri sociali più attivi a Milano

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milanomind IG - Il Cantiere

L’antiproibizionismo, la lotta per la casa, ma anche la lotta contro la gentrificazione che relega in periferia chi non è ricco. La critica alla società capitalista e alla ricerca ossessiva del profitto, la battaglia contro il precariato. L’aspirazione a una generazione queer oltre il patriarcato, l’opposizione al potere e il sostegno alla causa palestinese, la giustizia climatica. Sono questi i temi al centro della cultura antagonista. Questa una panoramica aggiornata dei principali centri sociali di Milano.

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I 5 centri sociali più attivi a Milano

#1 Il Leoncavallo, un’istituzione per la cultura alternativa milanese

Leoncavallo

Attualmente sono una decina i centri sociali attivi in città. Il Leoncavallo è forse il più celebre: fondato nel 1975 si tratta di un’istituzione per la cultura alternativa milanese con concerti, mostre, dibattiti e iniziative sociali.

Il Leoncavallo SPA (Spazio Pubblico Autogestito) è un centro sociale occupato: svolge attività politica e culturale in completa autogestione. Una storia lunga legata a doppio filo con quella dei movimenti extraparlamentari. La storia del Leoncavallo inizia il 18 ottobre 1975, quando un’area dismessa di 3600 metri quadrati viene occupata da un gruppo di militanti extraparlamentari provenienti da diverse esperienze interne al movimento rivoluzionario che caratterizzò il lungo ’68 italiano.
L’occupazione si caratterizza immediatamente per la proposizione di temi che investono la società intera: la creazione di un asilo nido, una scuola materna, il doposcuola, la mensa popolare, il consultorio ginecologico, le attività culturali, sono gli obiettivi immediati che il neo comitato di occupazione si prefigge. All’interno del Leoncavallo, oltre alle attività già esistenti nascono corsi di fotografia, collettivi musicali e teatrali, laboratori di pittura, un’officina, una palestra, la sala-video e il centro di documentazione.

#2 Csa Cox18, tra i più conosciuti a Milano

csoa.cox18 IG

Il Csa Cox18 in zona Ticinese è uno dei centri sociali più conosciuti a Milano, sede di eventi, mostre e incontri su tematiche sociali e politiche. Si tratta di uno spazio sociale, occupato e autogestito che si trova a due passi dal Naviglio Pavese e che è tra i più famosi di Milano: compirà 50 anni l’anno prossimo. I collettivi che ne fanno parte dal 1976  rifiutano le ideologie dominanti o che vogliono dominare, scelgono la forma assembleare per prendere decisioni ed esistere, cercano relazioni personali non strumentali, perseguono l’autogestione generalizzata creando aggregazioni e reti di solidarietà. Si tratta di uno spazio sociale che ospita la Libreria Calusca, organizza dibattiti, cineforum, un mercatino agricolo e l’archivio ‘Primo Moroni’ dedicato ai movimenti degli anni ‘60-’70. E poi ci sono i concerti rock e punk principalmente, ma anche jazz e djset e rassegne che offrono spazio alle band emergenti: perché la musica è nel DNA dei centri sociali.

Il libro “Cox18 Calusca City Lights. Storia di un’autogestione” è una testimonianza breve e sintetica, dal 1976 a metà degli anni ’90, dei collettivi che hanno gestito via Conchetta 18 a Milano. In queste pagine si racconta come da 49 anni sia possibile l’esistenza di questo luogo e di come, nel relazionarsi ad esso, le articolazioni dell’amministrazione cittadina abbiano dovuto ascoltare tutte le istanze che venivano dal basso per sospendere o rinviare l’applicazione delle procedure securitarie provenienti dall’alto.

#3 Il Cantiere, tra i più attivi in ambito studentesco

milanomind IG – Il Cantiere

Uno dei più attivi in ambito studentesco è il Cantiere di via Monte Rosa in zona Lotto, si tratta di un punto di riferimento per i movimenti collettivi studenteschi nelle scuole di Milano, che qui trovano anche supporto per l’organizzazione delle attività autogestite durante le occupazioni. Il Cantiere si definisce “un laboratorio politico di movimento, in cui si immagina un’alternativa al sistema neoliberista che ci vuole incasellare nelle sue tristi categorie. Costruiamo approfondimenti politici e culturali, laboratori artistici e momenti di socialità libera da mercificazione”. Hanno dato vita alla storia di un laboratorio sociale e spazio di alternativa culturale per i giovani e la città, uno strumento utile a combattere discriminazioni, svendita e privatizzazione della cultura, soprusi e mancanza di diritti. Non si sono più fermati e la galassia del Cantiere si è articolata nel tempo e nello spazio: diverse generazioni e collettivi di attivismo, progetti di alternativa culturale e crew artistiche e musicali, pratiche e spazio di mutuo soccorso.

#4 La Cascina autogestita Torchiera

Cascina Torchiera FB

In zona Musocco c’è la Cascina autogestita Torchiera. Torchiera è una cascina storica fortificata risalente al 1330 e di proprietà dei Padri della Certosa di Garegnano fino al 1888. Tra il ‘91 e il ‘92 la Cascina raggiunge uno stato di totale abbandono e in quello stesso periodo un gruppo di ragazzi del quartiere vi si insedia costituendosi in Centro Sociale Autogestito Torchiera, diventando l’unico centro di attività culturali e aggregative di tutta la zona Certosa-Garegnano. Da 24 anni vive come spazio di aggregazione effettivamente aperto a tutti in cui prendono forma iniziative culturali e ricreative aperte e accessibili perché “a basso costo” come laboratori di teatro, di danza, di ginnastica acrobatica, scuola di italiano per stranieri, presentazioni di libri, dibattiti politici e culturali, cineforum, concerti e spettacoli, cene sociali.

Dipinta sui giornali come luogo pericolante e insalubre, è in realtà un luogo in cui l’unico pericolo che si corre è quello di socializzare, imparare, discutere, giocolare, parlare, insomma vivere sottraendosi alle logiche securitarie dell’amministrazione comunale ed alle logiche di mercato che stanno schiacciando ogni forma di libera espressione. Torchiera è un contenitore di persone orientate ad esprimere identità in un fiume di diverse soggettività libere di interagire e che possono realizzare politiche di aggregazione in una città che esclude e per questo è ‘pericolosa’. Questo luogo può essere definito come un progetto collettivo di spazio sociale nel quale centinaia di persone si attivano spontaneamente per restituire un luogo pubblico di aggregazione a una città e a un quartiere del tutto privi di spazi sociali. Nonostante gli ostacoli frapposti, la Cascina Autogestita Torchiera resiste: autocostruzione, aggregazione, controinformazione, pratiche politiche dirette, autogestione e autofinanziamento. Torchiera vive come spazio di aggregazione effettivamente aperto a tutti, diventando molto spesso rifugio e palcoscenico per molte minoranze urbane e luogo di scambio culturale tra esse.

#5 Centro occupato autogestito T28, con annesso Ambulatorio medico popolare

Centro Occupato Autogestito T28 FB

In via dei Transiti 28, proprio accanto all’uscita Pasteur della metropolitana, è attivo dal 1978 il Centro occupato autogestito T28. Si tratta di una strada stretta nel quartiere Loreto, che collega viale Monza con via Padova, simile a molte altre della periferia est di Milano.

Dal 1994 ospita anche l’Ambulatorio medico popolare, associazione legalmente riconosciuta, autogestita e autofinanziata, che fornisce servizi essenziali a chi rimane fuori dal sistema sanitario nazionale: i senza dimora o gli stranieri senza permesso di soggiorno. Più volte minacciato di sgombero, l’Ambulatorio in questi anni ha curato gratuitamente più di cinquemila persone. Tra gli ambiti di impegno, la sanatoria delle occupazioni: “quando vivere è un lusso, occupare è necessario”. Attraverso la riappropriazione del diritto all’abitare il 25 aprile hanno portato in via Padova a Milano le loro istanze. Infatti, anche in questo quartiere, come in molti altri della città, ad arricchirsi sono le grandi immobiliari e quei proprietari di case che affittano gli appartamenti o le stanze a prezzi insostenibili, mentre un altissimo numero di case comunali vengono lasciate sfitte. Riappropriarsi del diritto all’abitare per loro è il primo passo nella costruzione di un percorso di lotta reale che porti alla redistribuzione della ricchezza e ad una vita dignitosa per tutti.

Continua la lettura con: Centri sociali: cultura o degrado? Le 7 idee per il centro sociale del futuro

MARTA BERARDI

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