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La mega stazione ferroviaria costruita in 9 ore (non anni, ore!): le 4 grandi opere che si dovrebbero costruire a Milano con la stessa tecnologia

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Lavori stazione Cina

Immaginate una notte, l’oscurità avvolge il cantiere e il frastuono delle macchine da costruzione riempie l’aria. In 9 ore, 1.500 operai cinesi completano la costruzione di una stazione ferroviaria. Sì, avete capito bene: una stazione ferroviaria è stata edificata in sole 9 ore.

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La mega stazione ferroviaria costruita in 9 ore (non anni, ore!): le 4 grandi opere che si dovrebbero costruire a Milano con la stessa tecnologia

# La costruzione della stazione

Questo straordinario evento è avvenuto nella provincia di Fujian, dove il polo di Nanlong è diventato un simbolo della rapidità e dell’efficienza che caratterizzano i progetti infrastrutturali in Cina.

L’operazione ha visto un’organizzazione militare, con i lavoratori divisi in sette squadre, ognuna impegnata in compiti specifici. Il progetto ha avuto inizio venerdì alle 18:30 e, in un susseguirsi frenetico di attività, è terminato alle 3:30 di sabato mattina. La stazione non è solo un capolavoro di ingegneria, ma rappresenta anche un passo fondamentale nel migliorare la connettività ferroviaria nella regione, collegando le città di Nanping e Longyan tramite una nuova linea ferroviaria di 246,55 km, in grado di ospitare treni a una velocità di 200 km/h.

La rapidità con cui è stata realizzata la stazione di Nanlong offre spunti di riflessione su ciò che potrebbe essere realizzato a Milano, una città nota per le sue sfide infrastrutturali e urbanistiche. Se fosse possibile applicare la stessa logica e organizzazione al contesto milanese, potremmo immaginare progetti di grande impatto. Ecco 4 progetti rispetto ai quali potrebbe essere utile adottare il modello cinese.

#1 Il complesso residenziale comunale 

Complesso residenziale in via De Cristoforis

Immaginate un vasto complesso residenziale, costruito in tempi record con l’obiettivo di risolvere il caro affitti che affligge la città. Questo progetto, di proprietà del Comune, avrebbe l’intento di vendere le abitazioni al solo costo di costruzione. La zona ideale per questo complesso potrebbe essere Greco, attualmente in fase di riqualificazione e ben collegata con i mezzi pubblici.

Utilizzando tecnologie di costruzione modulari e un’organizzazione efficiente, anche il complesso potrebbe sorgere in poco più di nove ore. Gli edifici potrebbero essere dotati di sistemi di domotica per ottimizzare l’efficienza energetica e garantire comfort agli abitanti. Pensate a un’architettura che non solo risponde a standard elevati di sostenibilità, ma integra anche spazi per la comunità, come aree verdi e spazi per eventi.

Inoltre, le abitazioni potrebbero includere aree comuni dotate di spazi verdi verticali, spazi per coworking e punti di ricarica per veicoli elettrici. Questa iniziativa non solo fornirebbe una risposta immediata all’emergenza abitativa, ma costituirebbe anche un nuovo modello di edilizia sociale, in cui il Comune gioca un ruolo attivo nel garantire case a prezzi accessibili. Le tecnologie modulari possono ridurre i costi e il tempo di costruzione, rendendo il progetto non solo sostenibile ma anche economicamente vantaggioso per l’amministrazione comunale.

Immaginate una comunità dove ogni abitante ha accesso a spazi verdi e aree per socializzare. Gli eventi comunitari, come mercati di quartiere e festival culturali, potrebbero essere facilmente organizzati, favorendo l’integrazione sociale e un senso di appartenenza. In un contesto milanese dove il costo della vita è in costante aumento, un progetto simile potrebbe davvero fare la differenza per molte famiglie e giovani professionisti.

#2 Il nuovo San Siro 

Credits nuovostadiomilano.it – Stadio Popolus

Negli ultimi anni, l’idea di abbattere il celebre stadio San Siro ha suscitato polemiche. Ma cosa accadrebbe se questo progetto potesse realizzarsi in poco più di nove ore? Immaginate di utilizzare il modello della stazione ferroviaria cinese per costruire un nuovo San Siro, mantenendo intatta la tradizione sportiva di Milano ma in una forma modernizzata e funzionale.

La nuova struttura potrebbe sorgere nel quartiere di San Siro, su terreni già destinati a impianti sportivi, integrando spazi per eventi, negozi e aree verdi. Grazie a tecnologie di costruzione robotizzate e a un’ottima organizzazione del lavoro, il nuovo stadio potrebbe includere elementi futuristici come un sistema di realtà aumentata per i tifosi e strutture che permettano eventi molto diversi tra loro.

Incorporando tecnologie eco-compatibili, il nuovo San Siro potrebbe essere progettato per ridurre l’impatto ambientale, con sistemi di raccolta delle acque piovane e pannelli solari. Il design potrebbe anche ispirarsi ai modelli di architettura sostenibile, creando un esempio da seguire per altri progetti nella città.

In questo contesto, il coinvolgimento della comunità sarebbe essenziale. Le scuole e le associazioni locali potrebbero essere invitate a partecipare attivamente alla progettazione di spazi destinati a eventi e manifestazioni, rendendo il nuovo stadio non solo un luogo di sport, ma anche un punto di riferimento culturale e sociale per tutti i cittadini milanesi.

#3 Ristrutturazione e riqualificazione di spazi pubblici in 24 Ore

Immaginate un’iniziativa in cui squadre di operai e volontari si uniscono per riqualificare aree pubbliche in 24 ore. Utilizzando una logica simile a quella della stazione di Nanlong, diversi gruppi potrebbero specializzarsi in vari aspetti della riqualificazione: dalla pulizia e decorazione dei parchi alla creazione di spazi ludici per bambini e aree di incontro per giovani.

Questo progetto potrebbe non solo abbellire la città, ma anche creare un forte senso di comunità e partecipazione attiva tra i cittadini. Potremmo immaginare maratone di riqualificazione, in cui i milanesi si uniscono per rendere i loro quartieri più vivibili, creando spazi che riflettano la cultura e l’identità locale.

Immaginate il potere di una comunità unita per trasformare i propri spazi, creando un ambiente più accogliente e attraente. Potrebbero sorgere nuove opportunità per artisti locali, che avrebbero l’occasione di esporre le proprie opere, e per i commercianti, che potrebbero beneficiare del maggiore afflusso di visitatori. La riqualificazione degli spazi pubblici può stimolare un senso di appartenenza, incoraggiando la collaborazione tra i cittadini e promuovendo una maggiore responsabilità verso il proprio quartiere.

Le aree ripensate potrebbero anche ospitare eventi culturali, mercati contadini e festival, favorendo l’incontro tra persone e la valorizzazione delle tradizioni locali. Questo non solo migliora la qualità della vita, ma contribuisce anche a costruire una rete di relazioni sociali più forte e resiliente.

#4 Una Circle Line metropolitana per collegare Milano e l’hinterland

Metropolitana Milano

Immaginate una nuova Circle Line metropolitana che giri intorno all’Hinterland milanese, con collegamenti a raggio verso i mezzi di trasporto già esistenti. Sebbene non si possa realizzare in sole 9 ore, adottare un approccio ispirato al modello cinese potrebbe essere l’unica soluzione per un processo di progettazione lungo e impegnativo.

Il comune potrebbe dedicare una giornata alla settimana, secondo il modello cinese, a un grande cantiere collettivo, coinvolgendo ingegneri, architetti e operai, per dare vita a questa linea di trasporto fondamentale. Immaginate una rete metropolitana che non solo migliora l’accessibilità, ma contribuisce anche a ridurre il traffico e l’inquinamento.

Un’idea affascinante sarebbe quella di creare stazioni tematiche lungo il percorso, ognuna delle quali rappresenta una diversa parte della cultura milanese, dall’arte alla gastronomia, creando così un’esperienza di viaggio unica per i pendolari e i turisti. Inoltre, questa nuova linea potrebbe essere integrata con piste ciclabili e percorsi pedonali, incentivando un approccio più sostenibile alla mobilità.

La realizzazione di questa Circle Line non solo migliorerebbe la connettività tra le aree metropolitane, ma potrebbe anche stimolare lo sviluppo economico, creando nuovi posti di lavoro durante e dopo la costruzione.

Continua la lettura con: Le opere incompiute che Milano aspetta da anni

MATTEO RESPINTI

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La mappa dei trasporti di Milano… tra 10 anni

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CityrailMAP futura

Archiviata l’apertura della linea M4 da San Babila a San Cristoforo FS, con la nuova mappa ATM aggiornata con le cinque linee complete, è ora di guardare al futuro e alle prossime estensioni della rete. Ecco come dovrebbe essere tra 10 anni.

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La mappa dei trasporti di Milano… tra 10 anni

# L’attuale mappa con linea M4 completata

Cityrailmap 2024

Una rete con 5 linee metropolitane complete. Si presenta così il trasporto pubblico di Milano dal 12 ottobre 2024, quando la M4 è stata inaugurata anche nella tratta San Babila- San Cristoforo FS. Lo si può vedere nella mappa aggiornata di ATM e anche in quella di CityRailways in alto, che riporta anche il sistema tariffario ad anelli STIBM e le fermate delle linee suburbane anche oltre i confini della Città Metropolitana di Milano. Il portale specializzato con notizie e approfondimenti su ferrovie e sistemi urbani di trasporto guarda però già oltre, a quando le nuove estensioni con progetti già definiti saranno operativi.

# La mappa della rete del trasporto pubblico milanese fra 10 anni

CityrailMAP futura

Come dovrebbe essere la mappa del trasporto pubblico su rotaia di Milano tra dieci anni? Nel realizzare la mappa del futuro CityRailways ha inserito le estensioni di metropolitana già in costruzione o con un progetto definitivo. Ecco quali sono:

# M1 verso nord: due fermate e 1,9 km di tracciato

M1 Monza

Troviamo quindi la linea M1 con due nuove fermate a nord, Sesto Restellone e Cinisello/Monza Bettola, e 1,9 km di tracciato aggiuntivo. In costruzione da oltre 13 anni, con lavori fermati a più riprese, attende un nuovo bando per incaricare l’azienda preposta a concludere il cantiere. Obiettivo inaugurazione 2029.

# M1 verso ovest: 3 fermate e 3,3 km di tracciato

Comune di Milano – M1 fino a Quartiere Olmi

Sempre per la M1 è previsto un prolungamento di 3 fermate ad ovest, Parri, Baggio e Quartiere Olmi, per 3,3 km di tracciato. Il primo bando non è andato a buon fine, perchè insufficienti le risorse per realizzare l’opera secondo i grandi gruppi industriali e l’unica offerta è arrivata da una piccola azienda edile senza i sufficienti requisiti tecnici. Si attende un secondo stralciato del deposito, da realizzare con un bando ad hoc. L’obiettivo è far viaggiare i primi treni tra il 2031 e il 2032.

# M5 verso nord: 11 fermate e 13 km

Credits ascuoladiopencoesione.it – Tracciato M5

Infine la linea M5, per la quale è previsto l’estensione verso nord in direzione Monza con 11 fermate e 13 km, raddoppiando il percorso attuale con interscambio con la linea M1 a Monza/Cinisello Bettola.

Hub m1-m5 a Monza Bettola

Il progetto è completato, mancano attualmente circa 400 milioni di euro extra costi da trovare per andare a bando di gara. Il 2033 potrebbe essere l’anno buono per vedere la linea in funzione.

In tutto 16 nuove fermate e 18,2 km aggiuntivi di metropolitana, per totale di 150 fermate e 130 km.

Leggi anche: Effetto M4: la metro di Milano entra nella top europea

# Cosa manca nella mappa: M4 fino a Segrate

Comune di Milano – Schema del tracciato del prolungamento M4 da Linate a Segrate

Tra i prolungamenti di linea non presenti c’è quello della M4 fino a Segrate, con 2 nuove fermate, Idroscalo – San Felice e Segrate Porta Est, ad interscambiare con la nuova stazione dell’alta velocità. Nel mese di dicembre 2023 la giunta di Milano ha approvato il Piano di fattibilità tecnica ed economica, ma mancano 44 milioni di euro di extra costi da recuperare, il progetto definitivo dell’opera e l‘inserimento nel piano delle opere triennali per avere la conferma che venga realizzata. 

Continua la lettura con: A Roma il primo metro della metro “vietato” ai cellulari: da fare anche a Milano?

FABIO MARCOMIN

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I ticinesi entrano in Area B

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Milano no limits per i targati CH.

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Continua con: La giunta di Milano presenta le nuove mosse contro gli automobilisti

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Il ristorante di Milano ispirato al mitico Piper che fa ogni giorno una serata a tema

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piperita IG - Roller Music

Il locale dove si mangia, si canta e ci si scatena a ritmo di musica con una serata a tema differente tutti i giorni della settimana. 

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Il ristorante di Milano ispirato al mitico Piper che fa ogni giorno una serata a tema

# Il locale ispirato al Piper di Roma dove ci si scatena con le musiche anni ’70

Piperita

Ha inaugurato poco più di anno fa il locale dal nome di Piperita come omaggio al mitico Piper di Roma e con arredamento pop, super colorato e oggetti curiosi. Su tutti una giraffa che dal piano terra sbuca con la testa al primo piano “sfondando” il pavimento, tappeti zebrati, scritte neon e palle stroboscopiche persino nei bagni.

piperitamilano IG – Giraffa

Si trova a due passi delle Cinque Vie, il nucleo più antico della città, ed è stato pensato per essere “il luogo della gioia di vivere, della condivisione e del bello, per celebrare la vita alla grande” in ogni serata trasporta i milanesi nelle atmosfere ruggenti degli anni ’70. 

Leggi anche: L’ultima moda a Milano: I RISTORANTI dove si fa FESTA, cantando e ballando. Quali sono

# Dalla cena al dopocena nel cocktail bar ‘the flight’ realizzato con i resti di un Boeing 747

piperita IG – Cucina

Al piano inferiore si cena, con una proposta tutta italiana compresi i grandi classici della tradizione come il risotto, la cotoletta alla milanese e la pasta alla nerano, e versioni dei piatti senza glutine o senza lattosio oltre a un menu vegano.

piperita IG – Cucina

Dal giovedì al sabato la cucina è aperta fino alle 2 di notte, il resto della settimana fino alla mezzanotte. Ma soprattutto ci si scatena a partire dalle 19 con cene cantate, cene spettacolo, liveshow, musica jazz, serate karaoke e disco.

piperita IG – Cocktail bar

Al piano superiore c’è il cocktail bar ‘the flight’ perfetto per fare aperitivo o il dopo cena con cicchetti e tapas, realizzato con i resti di un Boeing 747 recuperati dal deserto dell’Arizona.

# Cene cantate con musica anni ’70 e ’80, live show e serate disco: le cinque serate a tema

piperita IG

Ci si può fare coinvolgere dalle canzoni che hanno fatto la storia degli anni ’70, e anche degli anni ’80, con alcune sale che riportano luci a neon con le frasi più celebri. Ogni sera ci sono serata a tema, alcune fisse ogni mese, altre a rotazione.

Scostumata

Si parte il martedì con “Mai dire scostumata”, dove chi ordina la speciale Amatriciana Flambé con il Brandy ne riceve una in omaggio se si grida “Scostumata”.

Il mercoledì e il giovedì il turno di Cantajukebox. Le serata in questo caso si caratterizzano per cibo delizioso, show-cooking e musica live, con i successi italiani di tutti i tempi da cantare a squarciagola.

piperita IG – Roller Music

Tutti i venerdì sera il tema è Roller Music anni ’80 con Showcooking, Karaoke sui pattini e tanto divertimento. Infine il sabato sera c’è Sabato Italiano in collaborazione con Belli Freschi: una cena cantata seguita da deejay set e Tiki Bar dalle ore 21.00.

Leggi anche: Il “DISCO RESTAURANT”: il locale di Milano dove a CENA si CANTA e si BALLA

Indirizzo: Via San Sisto 3 

Continua la lettura con: I 5 ristoranti milanesi simbolo della cucina tradizionale (secondo il Gambero Rosso)

FABIO MARCOMIN

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Cresce il malessere nel Nord Est: «diamo allo Stato molto più di ciò che ci restituisce»

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In crescita il malessere nel Nord Est verso lo Stato. Uno studio di Demos mostra dati in crescita: 8 su 10 pensano di dare troppo allo Stato centrale. 

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Cresce il malessere nel Nord Est: «diamo allo Stato molto più di ciò che ci restituisce»

# Per 8 su 10 nel Triveneto si sta dando troppo a Roma

NordEst, terra di confine. Ecco tre portali che lo raccontano a 360 gradi - Sara Carboni

Chi vive nel Nord Est lavora e dà allo Stato molto più di quel che restituisce? A dare risposta affermativa, secondo i dati elaborati da Demos, è il 78% degli intervistati. Guardando alla serie storica dell’Osservatorio sul Nord Est, si può affermare che dal 1998, la crescita di questo numero è di ben 11 punti percentuali.

# Lo pensano soprattutto i veneti e gli imprenditori

Dal punto di vista territoriale, l’80% dei Veneti sostiene l’idea che i cittadini diano più di quel che ricevono. La percentuale raggiunge comunque il 73% di chi abita la Regione Autonoma del Friuli-Venezia Giulia e il 70% di chi vive nella Provincia Autonoma di Trento.

Dal punto di vista anagrafico, a condividere questa idea sono soprattutto le persone di età centrale (35-54 anni) (86-88%). Giovani e adulti (entrambi 76%), insieme a quanti hanno tra i 25 e i 34 anni (80%), si attestano intorno alla media dell’area, mentre si fermano al di sotto di questa soglia gli over-65 (66%).

Il fattore socioprofessionale, vede i pensionati come la categoria che meno aderisce alla proposta, fermandosi al 64%. In linea con un valore medio ricadono studenti (76%) e impiegati (77%). Liberi professionisti (83%) e casalinghe (85%) superano questa soglia. I più sensibili nei confronti di questa questione sono imprenditori e lavoratori autonomi (90% di adesione), operai (91%) e disoccupati (92%).

Analizzando invece l’orientamento politico degli intervistati, vediamo che gli elettori meno propensi a condividere l’idea dello studio sono quelli che guardano al Partito Democratico (54%) o a formazioni minori (74%). I sostenitori del Movimento 5 Stelle si fermano intorno alla media dell’area, con una percentuale del 79%. Al di sopra di questo valore si trovano gli elettori di Forza Italia (82%), di Fratelli d’Italia (83%) o della Lega (85%).

# Idea condivisa in pieno

Questo senso di deprivazione relativa, dunque, è diffuso in maniera ampia e trasversale tra gli abitanti del Nord Est. Provenendo da un territorio che da tempo pone istanze autonomiste, sembra un sentimento che Roma, a dispetto delle sue tendenze centraliste, non dovrebbe di certo sottovalutare.

Credits: demos.it

Continua la lettura con: “Milano paga 19 MILIARDI di imposte a Roma e riceve 500 MILIONI”: Sala alza la voce sull’AUTONOMIA della città, anche se sbaglia per difetto

LUCIO BARDELLE

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La panafricana: il progetto per collegare l’intera Africa

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By Abdelrhman 1990 - Wikimedia Commons - modification of previous map, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=140456901 - Mappa Panafricana

Un’infrastruttura che punta a rivoluzionare la mobilità del continente e a migliorare le condizioni economiche degli africani. Come si sviluppa, i Paesi attraversati e il punto sulla sua realizzazione.

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La panafricana: il progetto per collegare l’intera Africa

# Gli obiettivi del progetto

dkwere IG – TransAfricanHighwaynetwork

Dopo la Panamericana ci sarà la Panafricana? Un progetto ambizioso e complicato, in realizzazione dagli anni ’70, dal nome ufficiale Trans-African Highway Network (TAH) e che ha tre obiettivi:

  • integrazione regionale: punta a creare una rete di autostrade che mettano in collegamento le diverse regioni dell’Africa, facilitando il commercio e il trasporto tra i paesi;
  • sviluppo economico: facilitando il movimento di beni e persone;
  • riduzione della Povertà: la migliore accessibilità può consentire un accesso più facile a mercati, servizi e opportunità lavorative.

# Una rete di circa 60.000 km che collega oltre 30 Paesi e le principali città e porti dell’Africa

Panafricana

Il progetto prevede diverse rotte che collegano le principali città e porti dell’Africa, attraverso una rete di nove autostrade. La lunghezza complessiva è di circa 56.683 km e sono toccati tutti gli Stati africani eccetto: Burundi, Eritrea, Eswatini, Somalia, Guinea Equatoriale (Rio Muni), Lesotho, Malawi, Ruanda e Sudan del Sud.

# Le nove rotte: sei est-ovest e tre nord-sud

By Abdelrhman 1990 – Wikimedia Commons – modification of previous map, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=140456901 – Mappa Panafricana

Ci sono sei rotte principali est-ovest e tre rotte principali nord-sud, una quarta rotta nord-sud è formata dalle estremità di due rotte est-ovest.

Tra le prime ci sono:

  • TAH 1 (Cairo–Dakar Highway): 8.636 km di collegamento tra la costa mediterranea del Nord Africa e la costa atlantica dell’Africa occidentale. Quasi completata, ma il confine tra Algeria e Marocco è chiuso.
  • TAH 5 (Dakar–N’Djamena Highway): 4.496 km di tracciato, conosciuto anche come Autostrada Transsaheliana, collega i paesi del Sahel in Africa occidentale. Il completamento è arrivao all’80%.
  • TAH 6 (N’Djamena–Djibouti Highway): 4.219 km, è la prosecuzione di TAH 5 fino al porto di Gibuti.
  • TAH 7 (Dakar–Lagos Highway): 4.010 km, Nota anche come Trans-West African Coastal Road, si unisce alla TAH 1 per formare una rotta nord-sud ed è completata all’80%.
  • TAH 8 (Lagos–Mombasa Highway): 6.259 km, contigua alla TAH 7, forma un attraversamento est-ovest di 10.269 km. Realizzata la parte orientale, mancano collegamenti nella Repubblica Democratica del Congo.
  • TAH 9 (Beira-Lobito Highway): 3.523 km, terminata la parte orientale, da ricostruire la metà occidentale in Angola e Repubblica Democratica del Congo.

Tra i percorsi Nord-Sud ci sono:

  • TAH 2 (Algeri-Lagos Highway): 4.504 km, quasi completata con solo 200 km nel deserto da asfaltare e conosciuta come Autostrada Trans-Sahara.
  • TAH 3 (Tripoli–Windhoek Highway): 10.808 km, include solo strade nazionali asfaltate in alcuni paesi e molti tratti sono mancanti.
  • TAH 4 (Cairo–Gaborone Highway): 10.228 km, completato tra Dongola e Abu Simbel è completato; 

Infine TAH 1 e TAH 7 s uniscono per formare una rotta nord-sud attorno all’estremità occidentale del continente tra Monrovia e Rabat.

# Il punto sui lavori

Il progetto è supportato dalla Commissione economica per l’Africa delle Nazioni Unite (UNECA), dalla Banca africana di sviluppo (ADB) e dall’Unione africana in collaborazione con le comunità internazionali regionali. Attualmente è ancora in fase di sviluppo, alcune rotte o percorsi possono variare, con alcune sezioni completate e altre in costruzione o in progettazione. Tra i problemi più grandi per la riuscita di tutta l’infrastruttura ci sono le questioni di sicurezza in alcune regioni in guerra, le difficoltà politiche e la risorse economiche da recuperare.

# E dopo America e Africa, ci sarà anche una Panaeuropea?

Credits Back-on-Track.eu – Mappa treni notturni Europa

Ci sarà un giorno anche un’autostrada che colleghi tutti i paesi d’Europa? Anche se, vista la rete stradale continentale, forse non c’è bisogno. O no?

Continua la lettura con: Il VIAGGIO più LUNGO SENZA INTERRUZIONI che si può fare in AUTO

FABIO MARCOMIN

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Un quartiere a luci rosse a Milano?

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Ph. PublicDomainPictures - Pixabay

Paesi come l’Olanda, la Francia e il Giappone ne hanno almeno uno nelle loro città più importanti: Amsterdam, Parigi, Tokio. Ma qui da noi, a Milano, dove potrebbe essere collocato un quartiere a luci rosse?

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Un quartiere a luci rosse a Milano?

www.hellotickets.it/

In un universo parallelo, in Italia potrebbe nascere un quartiere a luci rosse, e Milano potrebbe essere la città adatta ad ospitarlo. Però, nel contesto milanese, è difficile immaginare delle vere e proprie vetrine come ad Amsterdam, in cui le lavoratrici si mettono in mostra e cercano di ammaliare il passante. Infatti, un quartiere a luci rosse milanese, idealmente, dovrebbe essere in grado di inserirsi senza troppa fatica, quindi adattarsi allo stile e alla mentalità del luogo. Eppure, se si dovesse scegliere una zona, tra le prime a venire alla mente non può che essere lei. 

# Poco più giù verso la Pinacoteca

Ma dove? Un’idea potrebbe essere la zona di Brera, dove una volta c’erano le famose case chiuse. Gli edifici in stile liberty potrebbero ospitare, come allora, queste attività, con l’enorme differenza di un ambiente più sicuro e rassicurante, in cui i diritti di tutti verrebbero tutelati. Nella zona dell’arte, si può immaginare un quartiere a luci rosse elegante, che rimane sobrio e non troppo dominato dai led e dalle insegne luminose.

Se colorare di rosso il cuore di Milano può avere un senso per la tradizione ma meno per la nuova Milano, forse un po’ bigotta, meglio puntare al di fuori della circonvallazione. Tipo?

# La cittadella rossa di periferia

Un’altra opzione è collocarlo verso la periferia, creando da zero un intero quartiere luogo di sfizio e vizio: casinò, bar ammalianti, stanze e locali per ospitare i clienti. Ci sarebbe anche qui sufficiente spazio e opportunità per assicurare strutture per garantire una sicurezza sanitaria e generale. Creare una piccola cittadella a luci rosse, con tanti e svariati servizi – da quelli più espliciti a quelli più sobri, come i sexy shop – per creare un’esperienza completa, anche solo per il curioso o il turista che vuole semplicemente farsi un giro per scoprire un mondo al “limite della moralità”. Si potrebbe fare a Est o a Sud dove di spazio ce n’è parecchio. Oppure…

# La fiera a luci rosse

www.storeis.it/it/

Ulteriore alternativa potrebbe essere anche quella di, invece che creare un quartiere, adibire dei padiglioni di Rho Fiera, a questo tipo di attività commerciale. Anche solo temporaneamente, qualche settimana l’anno. Esattamente come la Fiera dell’Artigianato o qualsiasi altro evento annuale. Questo potrebbe rendere piccante Mind, il quartiere del futuro di Milano. 

# Ma come verrebbe accolto un quartiere a luci rosse?

Il popolo italiano è un popolo particolare, spesso parecchio chiuso e perbenista, spesso passivo e moralista. Però forse, gli anni migliori per questo tipo di novità sono proprio questi. E Milano, in quanto città italiana internazionale e globalizzata, sarebbe la città giusta per unire il frizzantino dell’eros con la raffinatezza made in Milano. Il risultato non può che essere il rosso shocking, il colore più chic delle metropoli del mondo. 

Leggi anche: In partenza i CANTIERI per il QUARTIERE “LOW COST” di Milano

Continua la lettura con: MTV Italia, Milano è in fermento

ALICE COLAPIETRA

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Le fermate della metro che fanno più sorridere i milanesi

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METRO GORGONZOLA
Gorgonzola

In un recente sondaggio abbiamo posto questa domanda ai milanesi: “La fermata della metro che ti fa più simpatia?”. Vediamo la classifica con le dieci fermate più simpatiche. Nota: sondaggio fatto prima dell’apertura integrale della M4.

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Le fermate della metro che fanno più sorridere i milanesi

#10 Gioia M2: nome omen

@ciuccina28 IG – Gioia M2

Con un nome così non può che mettere allegria. Svalorizzata per molti decenni anche a causa dell’interramento del Naviglio è stata rilanciata dalla rivoluzione di Porta Nuova diventando da fermata un po’ dimessa a centro della City, tra i grattacieli e la Stazione Centrale. 

Gioia perché tutte le volte penso “mai na gioiaClaudia Barcelli

#9 Porto di Mare M3: il grande sogno dei milanesi

Fabio Marcomin – Porto di Mare M3 esterno scale

Il grande sogno dei milanesi. In attesa del mare, abbiamo il porto. O, almeno, una fermata che richiama quello che doveva essere il porto di collegamento con il mare attraverso un canale che avrebbe condotto al Po.  

“Porto di mare, dove il mare è l’ultima delle cose che potresti immaginare in quel posto” Vale Forgio

#8 Gorgonzola M2: l’appetito vien scendendo

METRO GORGONZOLA
Gorgonzola

Slurp! Una fermata che mette appetito. Non solo per il nome: è anche il luogo dove è nato uno dei formaggi più celebri del mondo. C’è chi sostiene che l’odore del formaggio si senta fin dalla stazione. Ma forse è qualcos’altro…

“Gorgonzola perché ci porterei i grissini” Cit. Mery Sà 

#7 Porta Venezia M1: la stazione arcobaleno

@eustacestephen
IG

La fermata “arcobaleno” non può che trasmettere allegria e gaiezza, come si diceva un tempo. Anche il quartiere è uno dei più vivaci della città, il riferimento della comunità LGBT e il più multiculturale di Milano. Non guasta anche la vicinanza al centro. 

#6 Inganni M1: la fermata dei dubbi

Guilhelm Vellut – Inganni M1

Dov’è la fregatura? Una fermata che si chiama così semina dubbi, diffidenza. Ma soprattutto fa simpatia immaginare la faccia di chi arriva da fuori quando il treno si ferma alla stazione. Apri l’occhio, guardati attorno, stai sempre accorto. Perché a Inganni non si scherza.  

“La più strana che mi ricorda i governi italiani è inganni” Andrea Camillò

#5 Comasina M3: le scorribande della Mala

wikipedia.org – Comasina

Altro nome che fa simpatia. Comasina fa sorridere al semplice nominarla. Sembra un vezzeggiativo riferito a Como. Fa pensare a una fuga sul lago oppure alle scorribande della mala negli anni settanta. 

“Comasina…. mi ricorda i tempi del Vallanzasca” Cit.  Pamela Sormani

#4 Cascina Burrona M2: atmosfere felliniane

mappetz IG – Cascina Burrona

Più che un nome sembra un’esagerazione. Un luogo mitico, felliniano, fatto di mucche, pecore in un mare di burro. Sfiora il podio. 

“Una volta presi la metro nella direzione sbagliata, ero sovrappensiero e mi trovai a Cascina Burrona!! non l’avevo mai sentita e non ero andata mai oltre Crescenzago, mi sentii talmente disorientata che ho creduto di aver vagato in chissà quale treno in stato di trance” Paola Carta 

#3 QT8 M1: la fermata galattica

Beatrice Barazzetti – QT8 M1 interno

Di colpo sembra di essere proiettati in un universo galattico, tra personaggi da Star Wars, R2-D2, C1-P8, QT8. Dove sorge il “quartiere sperimentale” concepito nell’ambito dell’ottava edizione della Triennale di Milano del 1947, ai piedi della montagnetta. Tanta, tanta simpatia per questa fermata. 

“QT8 – sembra più un codice segreto” Cit. Veronica Sommariva Price 

#2 Precotto M1: al forno o alla brace?

Joaquin008-wikipedia – Precotto M1

Più che un sorriso strappa una risata. Anche se nasconde una leggenda piuttosto macabra. Quella di un prete cotto sul fuoco. Vero o falso, un’immagine che a molti diverte. Soprattutto se laici. 

“Precotto… che mi fa venire appetito” Cit. Elena Marina Taglialatela

#1 Cimiano M2: si torna a veder le stelle

Arbalete – wikipedia – Cimiano M2

Vince, forse a sorpresa Cimiano sulla linea verde. Non è per il nome ma perchè è la prima all’aperto proveniendo dal centro città. Passare dai bassifondi di Milano a un panorama di montagne in lontananza tonifica e mette buonumore. 

“A me piace sempre quando la metro esce a riveder le stelle tra Udine e
Cimiano” Cit. Paola Doria

Continua la lettura con: 10+1 SITUAZIONI IMBARAZZANTI sulla METRO

FABIO MARCOMIN

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La costruzione più alta in ogni quartiere di Milano

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Credits erikflatmo IG - Torre di Porta Romana

Vediamo quali sono gli edifici da record di ogni municipio cittadino, quanto misurano e quando sono stati inaugurati.

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La costruzione più alta in ogni quartiere di Milano

# Municipio 1: Torre Velasca, 106 metri per 26 piani

Credits: @amilanopuoi su IG

L’edificio più alto del Municipio 1 è uno dei più controversi di Milano, la Torre Velasca. Progettato dallo studio BBPR rappresenta una citazione moderna della Torre del Filarete al Castello Sforzesco. Inaugurata nel 1957, si mostra con una caratteristica forma a fungo e  nel 2011 l’edificio fa parte dei beni architettonici sottoposti a vincolo dalla Soprintendenza ai Beni Culturali. La sua altezza è di 106 metri, per non superare l’altezza della Madonnina del Duomo, e conta 26 piani.

 

Indirizzo: Piazza Velasca, 3/5

Leggi anche: TORRE VELASCA: capolavoro o obbrobrio?

# Municipio 2: Grattacielo Pirelli, 127 metri e 32 piani

Credits Andrea Cherchi – Pirellone

L’edificio più alto del Municipio 2, per anni il grattacielo più alto di Milano e d’Italia, è il Grattacielo Pirelli progettato da Gio Ponti e inaugurato nel 1960. È uno dei simboli della città nel mondo, misura 127 metri per 32 piani. Fu commissionato dalla storica azienda di pneumatici milanese Pirelli per essere la nuova sede, e realizzato infatti nei pressi della vecchia fabbrica, ma fu venduto nel 1974 a Regione Lombardia per gli elevati costi di gestione.

 

Indirizzo: Via Fabio Filzi, 22

Leggi anche: Milano non fa schifo ma… il MARCIAPIEDE di Via Pirelli e il SOTTOPASSO del Pirellino?

# Municipio 3: la torre RCS Headquarter, 80 metri e 19 piani

Credits mrcpsv IG – Torre RCS

La torre RCS Headquarter è l’edificio più alto del Municipio 3 . Costruito sul disegno dell’architetto Stefano Boeri è inaugurato nel 2008, si trova in via Angelo Rizzoli nel quartiere di Crescenzago e ospita il quartiere generale di RCS Mediagroup insieme ad altri stabili. La sua altezza di 80 metri per 19 piani.

 

Indirizzo: via Angelo Rizzoli, 8

# Municipio 4: Mangoni Tower, 65 metri e 21 piani

Credits emacr95 IG – Mangoni Tower

Nel Municipio 4 è la Mangoni Tower, dal cognome dell’architetto milanese che l’ha progettata, a svettare tra tutti gli altri edifici. Conosciuta anche come torre “Paradiso”, è ad uso residenziale, raggiunge l’altezza di 65 metri e conta 21 piani. L’anno di inaugurazione è stato il 2000.

 

Indirizzo: Via Leo Longanesi, 20

# Municipio 5: Torre di Porta Romana, 89 metri e 25 piani

Credits erikflatmo IG – Torre di Porta Romana

La Torre di Porta Romana è il palazzo più alto del Municipio 5 con i suoi 89 metri e 25 piani. Realizzata tra il 1962 e il 1963, su progetto dell’architetto Paolo Chiolini, è stata aperta nel 1965 e ospita solo appartamenti. Domina i Bastioni della città, nei pressi di piazzale Medaglie d’oro.

 

Indirizzo: viale Angelo Filippetti 25 con ingresso da viale Sabotino 19/2

# Municipio 6: le due torri del Gemini Center, 96 metri e 21 piani

Credits omnitex_schermature IG – Gemini Center

Nel Municipio 6 c’è una coppia di edifici a detenere il record di altezza: la Torre 1 e 2 del Gemini Center, un complesso direzionale nel quartiere di Lorenteggio. Progettate dagli Studio Prp, Rolando Gantes, Roberto Morisi, sono stati inaugurati nel 1995 e si elevano per 96 metri e 21 piani. Fino al 14 piano sono collegate da un terzo edificio che fa da ponte tra le due torri.

 

Indirizzo: Via Koch Roberto, 1/2

# Municipio 7: Torre Trianto, 63 metri e 20 piani

Credtis tempocasa – Torre Trianto

L’edificio che si spinge più in alto nel Municipio 7 è Torre Trianto. Si trova tra le fermate della M1 di De Angeli e Gambara, è di tipo residenziale ed è stato terminato e inaugurato nel 2003. Tocca i 63 metri e conta 20 piani.

 

Indirizzo: Via Trivulzio Antonio Tolomeo, 18

# Municipio 8: Torre Allianz, 209 metri e 50 piani

Credits Andrea Cherchi – Grattacielo Allianz

La Torre Isozaki o “Dritto” è l’edificio più alto del Municipio 8 con i suoi 209 metri, ma non solo. È il secondo più alto di Milano e d’Italia, il più alto al tetto più alto e anche considerando l’altezza massima del piano calpestabile di 200,5 metri. Detiene inoltre il record italiano per il numero di piani: 50

 

Indirizzo: Piazza Tre Torri, 3

Leggi anche: Chi è più ALTO: l’Unicredit o la torre Allianz? Svelato l’arcano

# Municipio 9: Torre Unicredit, 231 metri e 30 piani

Credits Andrea Cherchi – Torre Unicredit dall’alto

L’edificio più alto del Municipio 9 è anche il grattacielo più alto d’Italia in base alla sua altezza strutturale: Torre Unicredit in zona Porta Nuova. Si eleva per 231 metri, contando la guglia di 80,5 metri, e 30 piani e sovrasta la piazza Gae Aulenti. L’altezza al tetto è di 160 metri. Progettato dall’architetto César Pelli, l’edificio in vetro e cemento fa parte di un complesso semicircolare attorno alla piazza che ne comprende altri due più bassi.

 

Indirizzo: Piazza Gae Aulenti, 3

Continua la lettura con: Quale è il GRATTACIELO più ALTO d’Italia?

FABIO MARCOMIN

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In Svizzera non paghi una multa? Finisci in galera (anche se vivi in Italia)

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«Rientrato alla mia vecchia residenza mi è venuto un colpo: due giorni di carcere per una multa di eccesso di velocità in Svizzera». Così inizia la testimonianza di R. B., milanese che ha vissuto alcune ore di angoscia. Ecco come è andata. 

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In Svizzera non paghi una multa? Finisci in galera (anche se vivi in Italia)

# La politica elvetica: fare cassa (soprattutto con gli italiani)

Ph. Ben_Kerckx

Un’esperienza vissuta da chiunque si sia recato in auto in Svizzera. Basta superare la dogana di Chiasso per intuire la strategia elvetica: fare cassa con gli italiani. Anche se si prende una volta sola le autostrade svizzere bisogna pagare la vignetta, in pratica un abbonamento annuale, di 40 franchi (poco meno di 50 euro). Ma non è finita, anzi. Dopo un paio di chilometri, infatti, ecco subito un autovelox, senza alcun cartello che avverta l’installazione di apparecchi di controllo velocità, come invece avviene per legge in Italia. Non solo: il tratto di autostrada presenta un limite “cangiante”. Sì, perché il limite di velocità cambia da un giorno a un altro, senza una logica apparente. Proseguendo verso Lugano, dopo un’altra dozzina di chilometri, ecco un altro autovelox. E le cose non vanno meglio se si percorrono le strade cantonali: anche in questo caso più si è vicini al confine più aumenta la frequenza degli apparecchi fissi o mobili. E se c’è chi pensa di fare come gli stranieri che fanno collezione di multe in Italia restando impuniti, si sbaglia di grosso. Perché in Svizzera chi non paga una multa finisce dritto dritto in prigione. Anche se vive all’estero. 

# Non paghi? Vai in carcere: la testimonianza di un milanese

Occhio soprattutto se si cambia residenza. Lo ha scoperto R. B. di Milano. Rientrato alla vecchia residenza ha scoperto di rischiare la galera: «Mi è venuto un colpo: due giorni di carcere per una multa di eccesso di velocità in Svizzera». Ci ha allegato il documento di notifica in cui è scritto che non avendo pagato una multa di velocità di 240 franchi, «la pena detentiva sostitutiva è già stata fissata in 2 giorni», pari a un giorno di galera ogni 100 franchi non versati. Da una ricerca lo stesso R. B. ha scoperto che se non si paga una multa stradale per le autorità svizzere l’illecito amministrativo si trasforma automaticamente in penale. E non serve vivere all’estero: dato che l’Italia ha stipulato degli accordi bilaterali con Berna, le multe vengono recapitate a casa dei trasgressori anche per piccole violazioni del codice della strada. Questi accordi consentono alla polizia elvetica di accedere direttamente alla banca dati italiana. Quindi chi non paga per volontà o distrazione, nel caso si ripresenti al confine elvetico può finire in galera, senza processo. Non solo: anche per chi non mette piede in Svizzera la vita rischia di non essere tranquilla. Le autorità elvetiche possono procedere perfino a una rogatoria internazionale per i trasgressori, richiedendo l’arresto in Italia del trasgressore ad opera delle forze dell’ordine italiane. 

# Gli altri Paesi difendono i loro cittadini da questo sistema. Ma non l’Italia

Credits Andrea Cherchi – Carroarmato Fuorisalone

Ci sono Paesi che rispondono per le rime a questa muscolarità della Confederazione Svizzera. La Germania, ad esempio, assiste ogni suo cittadino che riceva una multa dalla Svizzera eseguendo la difesa d’ufficio del presunto trasgressore, rimandando di fatto al mittente ogni accusa. Così però non accade in Italia. Non solo: la beffa è che mentre gli automobilisti italiani vengono perseguiti per ogni infrazione dalle autorità elvetiche, questo non è reciproco. Non è un mistero che gli automobilisti svizzeri, oltre a quelli di targa straniera, guidino in Italia in un regime di impunità, senza alcun rischio di poter essere raggiunti a casa propria da una multa proveniente dallo Stivale. Ma quello che accade in Svizzera ci solleva anche una domanda: e se si facesse anche in Italia lo stesso con chiunque non paghi una multa?

# E se anche l’Italia usasse la mano pesante contro chi non paga le multe?

Arresto di Babbo Natale in via Tortona - Foto di Andrea Cherchi (c)
Arresto di Babbo Natale in via Tortona – Foto di Andrea Cherchi (c)

C’è però l’altro lato della medaglia di questo sistema. I grandi introiti che arrivano dai trasgressori, nazionali e stranieri. L’Italia è il Paese del garantismo: ma forse si esagera. E se anche da noi si utilizzasse la mano pesante contro i trasgressori? Se non con tutti, almeno con gli svizzeri, per un principio di reciprocità. 

# Il finale della storia

Ma come è finita la storia di R. B.? Con un finale lieto anche se salato. E soprattutto con beffa. Ci ha scritto che ha telefonato al numero indicato sulla notifica e, dopo diversi passaggi, ha scoperto che per estinguere la multa nella notifica venivano indicati due diversi IBAN. Entrambi sbagliati. Alla fine gli è stato dato via telefono un terzo IBAN e ha proceduto al pagamento. Augurandosi che la pratica venga davvero estinta e che non abbia invece altre brutte sorprese alla vecchia residenza. O, peggio, varcato il confine. 

Continua la lettura: Viaggiare con il treno in Svizzera

MILANO CITTA’ STATO

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A Milano c’è un incrocio da incubo

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Maps - Incrocio Antonini-Ferrari

A Milano ci sono tanti incroci da picchi ipertensivi. Ma forse questo li batte tutti. Si trasforma in un vero e proprio delirio urbano nelle ore di punta, ma non va meglio negli altri momenti della giornata. Sono tre le vie che si incrociano. Questi i problemi principali e come si potrebbe migliorare la viabilità della zona.

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A Milano c’è un incrocio da incubo

# Nelle ore di punta si viaggia a passo d’uomo

Maps – Incrocio da incubo

Zona sud di Milano, tra i quartieri Stadera, Morivione, Vigentino e le ultime propaggini del Parco Agricolo Sud. Nelle ore di punta, l’incrocio tra via Virgilio Ferrari, via Antonini e via Giovanni da Cermenate diventa un inferno. La prima strada arriva da sud e porta il traffico proveniente da Opera e dall’uscita della tangenziale ovest, le altre due sono una la prosecuzione dell’altra, lungo l’asse circolare più esterno della città, quello percorso dalle linee 95 e 98 diretto verso la Barona ad ovest e il Corvetto ad est. In breve: è un caos. 

# Una rotonda con 6 semafori (con “tappo” finale)

Maps – Incrocio Antonini-Ferrari

L’incrocio si presenta con una rotonda ovale al centro e sei semafori così distribuiti:

  • uno su via Antonini provenendo da est all’incrocio con via Ferrari;
  • un altro a poche decine di metri più avanti per chi deve svoltare verso via Ferrari in direzione sud;
  • due su via Antonini direzione est, uno dopo l’incrocio con via Ferrari verso sud e l’altro prima dell’incrocio con la stessa via in ingresso a Milano;
  • due su via Ferrari in direzione di via Antonini, uno prima dell’intersecazione con la carreggiata diretta ad est e uno pochi metri più avanti prima di quella diretta ad ovest.

A questi se ne aggiunge un settimo all’incrocio con via da Cermenate, che contribuisce a fare da tappo e peggiorare ulteriormente la viabilità nell’intersecazione tra via Ferrari e via Antonini.

# Troppi semafori in pochi metri e sette corsie di auto ristrette in tre

I problemi di questo incrocio da incubo sono sostanzialmente due:

Maps – Vista da via Ferrari in direzione nord
  • i tre semafori tra via Ferrari e via Antonini in sole poche decine di metri, con la luce verde che si accende per tutti quanti quasi in contemporanea e comunque senza attendere che le auto in arrivo da una delle strade abbiano liberato l’incrocio;
Maps – Incrocio Antonini-Cermenate
  • le 4 corsie provenienti da via Ferrari che si aggiungono alle tre provenienti da via Antonini, per un totale di 7 corsie da distribuirsi in sole tre prima dell’incrocio con via Giovanni da Cermenate, di cui una per la svolta a sinistra.

# Le possibili soluzioni: riduzione delle corsie in ingresso e modifica temporizzazione dei semafori

Maps – Svincolo Famagosta-A7

Una soluzione potrebbe essere quella di ridurre il numero di corsie della via Ferrari da 4 a 2, nell’ultimo tratto prima di via Antonini, e da tre a due di quest’ultima prima del semaforo in direzione ovest. Un intervento simile è stato realizzato anche all’altezza dello svincolo a Famagosta verso Assago.

Oltre a questo si potrebbe regolare diversamente la temporizzazione dei semafori all’incrocio, consentendo di fluidificare il traffico attraverso l’accensione del verde a intervalli più lunghi o in modo più ottimale usando telecamere per analizzare il flusso dei veicoli e decidere il momento opportuno per dare il via libera alle auto di una strada o dell’altra.

Continua la lettura con: Le 10 strade di Milano da incubo

FABIO MARCOMIN

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Consigli per un viaggio d’affari a Milano

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pixabay - Milano, Galleria Vittorio Emanuele

Pianificare un viaggio per motivi di lavoro a Milano richiede particolare attenzione a ogni singolo dettaglio. La metropoli lombarda, capitale economica d’Italia, propone un mix ben assortito di infrastrutture moderne e servizi per un viaggio d’affari. Per scoprire come sfruttare al meglio il tuo tempo libero e gestire gli appuntamenti, ecco alcuni suggerimenti pratici per ottimizzare la tua visita a Milano.

Consigli per un viaggio d’affari a Milano

# I quartieri più noti

clotildebrera

Se dovrai prenotare un hotel per il tuo prossimo business trip a Milano, dovrai necessariamente conoscere le aree della città per poterti orientare al meglio. Queste sono le zone di Milano più bazzicate dai viaggiatori d’affari:

  • Centro: si estende dalla zona del Duomo fino a San Babila. Include anche quartieri e vie note come Montenapoleone, Corso Como e Via della Spiga.
  • Quartiere Brera: è conosciuto per la Pinacoteca e le gallerie d’arte. Inoltre ci sono molteplici boutique di lusso che rievocano lo stile parigino.
  • Navigli: la zona più vivace di Milano. Caratterizzata da canali storici, locali, ristorantini e mercatini di ogni genere.
  • Ticinese: quartiere bohémien, situato nei pressi delle Colonne di San Lorenzo e ricco di locali alternativi.

# Come arrivare al centro città dagli aeroporti

Credits deliluna IG – Malpensa

Innanzitutto è importante ricordare che Milano è servita da due aeroporti principali: Linate e Malpensa. Il primo è più vicino al centro città e serve principalmente i voli dall’Italia. In particolare, Milano Linate (LIN) si trova a 15 minuti di taxi dal centro cittadino. Milano Malpensa (MXP), invece, è il terminal per i voli internazionali e dista 52 chilometri dal centro urbano. Il treno da Milano Centrale a Malpensa Aeroporto è indubbiamente il mezzo più veloce e comodo da usare. La tariffa per un biglietto di sola andata è mediamente di 15 € con il treno regionale Malpensa Express. Il convoglio impiega solitamente intorno ai 50 minuti, senza cambi e con frequenza ogni 30 minuti. Il primo treno è alle 5:25 del mattino, mentre l’ultimo parte alle 23:25.

# Co-working e uffici

Credits: @flora.labora spazio coworking flora et labora

Se necessiti di una postazione per lavorare, un ufficio per una sola giornata o semplicemente di una sala riunioni per una conferenza, Milano è la città ideale per queste necessità. Troverai posti di lavoro confortevoli e puliti, con Internet ad alta velocità e servizi di stampa. Inoltre, potrai socializzare e fare networking con altri viaggiatori d’affari come te che sono in visita alla Madonnina.

# Cosa fare nel tempo libero a Milano

credits: @andreacherchi_foto

Milano è rinomata per essere la capitale della moda, quindi optare per lo shopping sfrenato è un’opzione percorribile. L’area dei centri commerciali di City Life è ben fornita, con marchi più o meno lussuosi. La zona Brera è ideale per una piacevole passeggiata e qui troverai solo i bar più intriganti di Milano per una pausa caffè. In alternativa, si può facilmente esplorare a piedi l’area del Parco Sempione, anche soltanto per ammirare l’Arco della Pace.

# Milano e dintorni

GPoulsen-pixabay – Lago di Como

Per chi vuole staccare un po’ la spina dalla caotica città, si possono visitare le campagne nelle vicinanze per poter saggiare le eccellenze culinarie della tradizione milanese. Anche il Lago di Como non è poi così distante da Milano, infatti si può raggiungere in poco meno di un’ora in macchina oppure in treno. Anche se c’è stato un colpo di fulmine del National Geographic per la Lombardia, se sei disposto a guidare per circa 2 ore, puoi dirigerti in Valle d’Aosta per la montagna o in Liguria per una giornata di mare.

# Esperienze da provare a Milano

Quanto COSTA salire sul DUOMO di Milano?
Credits Andrea Cherchi – Vista dalle Terrazze del Duomo

Mangiare un’orecchia di elefante, la tipica cotoletta meneghina in uno dei ristoranti di Milano e prendere un caffè con cornetto in piedi al bancone in uno dei bar in centro, permettono di vivere la città “like a local”. E poi non si può salutare Milano senza aver provato uno Spritz in una terrazza. Molti locali offrono ricche apericene anche a chi ordina un solo drink, permettendo a tutti di sperimentare il meglio che la ristorazione milanese ha da offrire. Ovviamente non ci si può esimere dal visitare e salire gli scalini del Duomo. A seconda del periodo, a Milano vengono organizzate molte mostre. Infine, che tu sia un appassionato o meno, vale sempre la pena una volta nella vita vedere un’opera o un balletto al famoso Teatro alla Scala.

Continua la lettura con: I Navigli di Milano

REDAZIONE

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I Navigli di Milano: passato, presente e… futuro? (video)

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Scopri la storia affascinante dei Navigli di Milano, dalle prime opere romane fino alla chiusura della Cerchia dei Navigli. Come si è trasformata la città nel tempo e cosa ci resta oggi di quell’epoca fluviale? Riviviamo i momenti di splendore e declino. C’è ancora speranza per riportare in vita i Navigli di un tempo? 

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MATTEO RESPINTI

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La giunta di Milano presenta le nuove mosse contro gli automobilisti

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 Nome in codice “Argonauta“.

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Questa è l’isola più pericolosa d’Italia: perché e dove si trova

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enrico.e.stella IG - Isola dall'alto

Ancora oggi vige il divieto di avvicinarsi. Scopriamo insieme perchè e dove si trova.

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Questa è l’isola più pericolosa d’Italia: perché e dove si trova

# La storia di questa piccola isola

hotelpacebrenzone IG – Isola del Trimelone

Un piccolo isolotto della lunghezza di circa 250 metri e della larghezza massima di 70 metri. In teoria quindi apparentemente insignificante se non fosse per l’utilizzo che ne è stato fatto nel corso dei secoli e per un evento che avrebbe potuto trasformarsi in tragedia. Stiamo parlando dell’Isola del Trimelone nel Lago di Garda, di fronte alla località di Assenza di Brenzone in provincia di Verona, a 300 metri dalla riva.

Un’isola con radici antiche, ma che ha iniziato ad avere un ruolo cruciale nell’800 quando durante l’occupazione austriaca venne fortificata per la sua posizione strategica. In seguito all’annessione del Veneto al Regno d’Italia divenne un deposito di munizioni per l’esercito italiano, furono costruiti 100mila ordigni, sfruttato anche durante la Prima e la Seconda guerra mondiale. 

# Perché è considerata la più pericolosa d’Italia

enrico.e.stella IG – Isola dall’alto

Con il passare degli anni, il suo utilizzo militare divenne sempre più intenso, trasformando l’isola in un arsenale galleggiante. Questo accumulo di armamenti portò a un avvenimento disastroso: nel 1954 ci fu un’esplosione devastante udita a 3 km di distanza, a causa dell’enorme quantità di munizioni e materiale bellico incustodito e mal conservato sull’isola dopo la Seconda guerra mondiale, tra cui munizioni inesplose e materiali altamente pericolosi. Morì il guardiano e vennero dispersi in acqua tonnellate di pericoloso materiale bellico e oltre 15 tonnellate di rocce e manufatti. Un evento che contribuì a consolidarne la pessima reputazione di isola più pericolosa d’Italia.

# Nonostante le bonifiche, con decine di migliaia di ordigni rimossi, è ancora off limits

gardapost.it – Ordigni

La concentrazione di esplosivi non disinnescati l’ha resa estremamente rischiosa e inaccessibile al pubblico. Dal 2004 al 2021 sono stati rimossi 24.700 ordigni tra bombe, granate, materiale plastico e T4. L’isola è quindi oggi completamente bonificata ma è ancora interdetta ad ogni attività. Quello che rimane oggi sono gli edifici della vecchia caserma, del forte e del porto. L’obiettivo è trasformarla in un eco museo, un sito storico-turistico-ambientale. Al momento mancano però ancora le autorizzazioni necessarie.

 

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FABIO MARCOMIN

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La città più futuristica del pianeta: queste le sue straordinarie innovazioni. Le vedremo un giorno a Milano?

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vincentlehane IG - Raffles City Chongqing

In questa città ci sono delle infrastrutture incredibili, che vanno oltre la logica urbana convenzionale. Scopriamo il motivo, dove si trova e quali sono le attrazioni che lasciano a bocca aperta. E che magari un giorno vedremo anche da noi. 

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La città più futuristica del pianeta: queste le sue straordinarie innovazioni. Le vedremo un giorno a Milano?

# La singola città più popolosa ed estesa del mondo: è grande come l’intera Austria

Maps – Chongqing

La città del futuro si trova nella Cina centro-meridionale. Chongqing è una delle quattro municipalità autonome della Repubblica Popolare Cinese, oltre che la singola città più popolosa del mondo con 32 milioni di residenti, che diventano 39 contando l’hinterland. È anche la più estesa del mondo: ricopre una superficie simile a quella dell’intera Austria anche se circa il 70% della sua popolazione vive in aree rurali, la zona urbana vera e propria conta 8 milioni e mezzo di abitanti.

# La metropoli montuosa: si sviluppa in verticale

cime IG – Hongyadong, ChongQing

La città è conosciuta per la sua posizione tra colline e fiumi, il che le conferisce un aspetto unico rispetto ad altre grandi città cinesi e che le è valso l’appellativo di “metropoli montuosa”. Gli edifici sono infatti costruiti su colline e strade che si snodano su più livelli, dando alla città un senso di verticalità davvero unico, e molte costruzioni sembrano sfidare la logica urbana convenzionale. Uno di questi è l’Hongya Cave, un complesso architettonico di 11 piani che si sviluppa lungo una parete rocciosa, con edifici simili a palafitte che sembrano uscite da un film di animazione. All’ultimo piano c’è  piazza panoramica dove si può osservare il fiume Jialing, mentre di notte le luci lo trasformano in uno spettacolo luminoso.

# La piazza al 22esimo piano di un edificio

journeyofjackson Tik Tok – Piazza al 22esimo piano

Di fatto il pianoterra non esiste per come lo concepiamo di solito. Ogni piano è infatti il pianoterra di un altro piano. Per questo motivo si può trovare una piazza che sembra al livello stradale mentre in realtà è al 22esimo piano di un edificio. 

# La passeggiata sospesa tra i grattacieli con giardini, bar e ristoranti

vincentlehane IG – Raffles City Chongqing

Il Raffles City Chongqing è un complesso architettonico avveniristico di 8 grattacieli, progettato da Moshe Safdie, il cui elemento caratteristico è una passeggiata sospesa coperta di vetro chiamata “The Crystal” lunga 300 metri. Collega gli edifici al 36esimo piano a circa 250 metri dal suolo, ma non è solo camminamento dal quale avere una vista panoramica mozzafiato. Al suo interno ci anche giardini, bar e ristoranti. Per un’esperienza adrenalinica si può provare l’esperienza di “camminare nel vuoto” grazie a una sezione a pavimento trasparente.

# Il bus viaggia su una strada ad un’altezza di 20 piani

journeyofjackson Tik Tok – Bus che viaggia a un’altezza di un’edificio di 20 piani

Una città inadatta a chi soffre di vertigini. Anche prendendo l’autobus ci si può infatti ritrovare a viaggiare ad un’altezza pari a quella di un edificio di 20 piani.

# La metro che attraversa un condominio

Credits _zhangaoxuan_ IG – Metro nel condominio

Un’altra infrastruttura incredibile è la linea metropolitana 2 dell’estesa rete cittadina, la sesta del mondo con i suoi 523,7 km. Lunga 87,8 km di rete e realizzata come monorotaie a sella, ha una stazione che è diventata diventata un’icona per i turisti: stiamo parlando di Liziba, realizzata all’interno di un condominio tra il sesto e l’ottavo piano, con convogli che attraversano letteralmente l’edificio. 

Leggi anche: La linea della metro che passa dentro un condominio

# Il distributore di carburante sul tetto di un parcheggio multipiano

ikigai.motivazione IG – Stazione di servizio su tetto

A Chongqing si può anche fare benzina sul tetto di un palazzo, nello specifico un parcheggio multipiano nel distretto di Nan’an, un’area situata a sud del fiume Yangtze. I veicoli possono accedervi tramite una rampa. La soluzione insolita è dovuta alla particolare topografia collinare della metropoli cinese, che ha spinto gli urbanisti e gli ingegneri a trovare soluzioni innovative per sfruttare al massimo lo spazio verticale.

# Lo scambio stradale più complesso del mondo

r101.it – Svincolo Yuzhong

Passiamo alle infrastrutture stradali. A Chongqing si trova forse lo svincolo stradale più complesso del mondo, nella zona di Yuzhong. Questo interscambio si caratterizza per un intricato labirinto di strade e ponti sovrapposti, 5 livelli, 20 rampe e 8 direzioni diverse, progettati per gestire un elevato volume di traffico in un’area montuosa. Un design innovativo che consente ai veicoli possono di muoversi in diverse direzioni senza incrociarsi, facilitando l’accesso ai principali distretti commerciali e residenziali. L’interscambio è anche un’attrazione turistica per la sua architettura imponente e il suo design innovativo, attirando fotografi e appassionati di ingegneria, 

# Il ponte ad arco in acciaio con la maggior luce al mondo

major_koenig IG – Chaotianmen Bridge

La città ha anche un ponte da record. Inaugurato nel 2010, il ponte di Chaotianmen è il ponte ad arco in acciaio con la maggiore luce al mondo. Ha un’apertura principale di 1.700 metri, che lo rende non solo un’importante struttura di collegamento, ma anche un simbolo dell’innovazione ingegneristica.

Piazze poste a cinquanta metri di altezza, metropolitane che attraversano i palazzi, stazioni di benzina in cima ai parcheggi, bus che scorrono a 20 metri di altezza, ponti pedonali in cima ai grattacieli: che cosa vedremo un giorno a Milano?

Continua la lettura con: Le 7 città straniere più simili a Milano

FABIO MARCOMIN

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A Roma il primo metro della metro “vietato” ai cellulari: da fare anche a Milano?

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Rai.it - Ogni libro è un viaggio

L’iniziativa ha una durata di tre settimane. Questi gli obiettivi e cosa si trova all’interno del treno. Un’idea da replicare anche a Milano?

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A Roma il primo metro della metro “vietato” ai cellulari: da fare anche a Milano?

# Il “treno letterario” in viaggio sulla linea A, con un genere diverso per ogni vagone

Ufficio stampa Rai – Eterno treno Letterario

Il 15 ottobre è partito il primo viaggio il “treno letterario” sui binari della linea A della metropolitana di Roma. Per tre settimane questo convoglio arricchito e colorato su sedili e soffitti con citazioni e relative opere dei grandi autori, da Pirandello a Stendhal, accoglie a bordo romani e turisti.

Ufficio Stampa Rai – Soffitto vagone

Ognuno dei sei vagoni rappresenta un diverso genere letterario: letteratura internazionale, romanzo storico, epica e avventura, infanzia, giallo e fantascienza, poesia e teatro. L’iniziativa si chiama “Ogni Libro è un Viaggio” ed è promossa da Rai e il Centro per il Libro e la Lettura del Ministero della Cultura, in collaborazione con Atac. 

# L’obiettivo dell’iniziativa è spegnere il cellulare e leggere un libro

L’obiettivo è trasformare un viaggio anche di sole poche fermate in un’opportunità di lettura, offrendo un’alternativa all’uso dei cellulari. Consigliato pertanto salire con lo smartphone spento per evitare distrazioni.

Rai.it – Ogni libro è un viaggio

Queste le parole del direttore Area Creativa e direzione Comunicazione della Rai, Pierluigi Colantoni, sulla genesi dell’idea: “È una campagna importante. È nata un giorno entrando in metropolitana, dove eravamo in pochissimi a leggere. Tante persone, me compreso, fanno un consumo importante di digitale, di cellulare, per tantissime ragioni”.

# Le card con i testi delle opere da portarsi a casa

Atac – Treno letterario altra vista

All’interno dei vagoni sono inoltre distribuite delle card con brevi testi o estratti di opere letterarie, appese alle barre di sostegno sopra i sedili, che i viaggiatori possono portare via per proseguire la lettura in un altro momento. 

Fonte: Atac

Continua la lettura con: Per unire Milano a hinterland e periferie? Trasformare i treni in metropolitane

FABIO MARCOMIN

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Metro di notte a Milano: perchè no?

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All’inizio del suo secondo mandato abbiamo chiesto ai milanesi cosa vorrebbero in regalo da Beppe Sala: al primo posto ha vinto la metro di notte.
Molti ai tempi hanno chiesto che il sindaco chiedesse uno scambio ad ATM: l’aumento del biglietto in cambio della metro 24h, almeno del week end. In questo modo si sarebbe potuto compensare i cittadini del prezzo più alto dando non più lo stesso servizio ma qualcosa in più. Non solo: potenziare la metro sarebbe anche un modo per ripagare i cittadini per i sacrifici richiesti a usare meno l’automobile a Milano. Alla fine sappiamo tutti cosa è successo: il biglietto è aumentato ma del miglioramento del servizio non c’è stata traccia. 
Ma l’idea dei milanesi è così assurda? Per capirlo facciamo un breve giro del mondo.

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Metro di notte a Milano: perchè no?

# Berlino: 24h nel week end, senza tornelli

Nella città stato (StaadStadt) di Berlino la metropolitana prende il nome di U-bahn o di S-Bahn a seconda che, rispettivamente, scorra sotto oppure sopra la superficie. La Sbahn assomiglia un po’ al passante, anche se in realtà i treni sono identici a quelli della Ubahn.
La rete, che ha anche una cirlce line, ha 10 linee ed è estesa 482 chilometri, circa 5 volte più di Milano. Nei giorni feriali, la maggior parte delle linee della metropolitana è in funzione dalle 4:00 del mattino fino all’1:00 circa della notte, con corse di media ogni 5 minuti durante il giorno e ogni 10 minuti la sera. Nel fine settimana la metropolitane funziona 24 ore, ogni 15 minuti durante la notte.
Il prezzo del biglietto va da un minimo di 2,20 euro per una breve corsa singola, a 3,20 o 4 euro con validità di due ore, a seconda dell’ampiezza di zona di percorrenza, ma in entrambi i casi senza mai però tornare indietro. La metropolitana di Berlino non ha tornelli né in ingresso né in uscita: questo la rende molto bike friendly. I controlli vengono fatti da personale in borghese che “terrorizza” i passeggeri.

# Londra: 24h nei week end e per eventi speciali

La più antica e più estesa d’Europa con 274 stazioni su 11 linee che corrono su oltre 400 chilometri di rete. Venerdì e sabato funziona, su alcune linee, 24 ore al giorno. Negli altri giorni l’orario è 5 di mattina – una di notte. Tutte le linee della metro rimangono aperte la notte di Capodanno, e il trasporto, dalle 01.00 alle 06.00 del primo gennaio, è gratuito su tutta la rete. In occasioni speciali, come i Giochi olimpici, la Tube funziona 24h anche negli altri giorni della settimana.
La tariffa dipende dalla zona di destinazione: la città è divisa in 9 zone tariffarie.

# Parigi: estensione di un’ora nei week end

La rete metropolitana è lunga 219,9 km, con 14 linee perlopiù sotterranee e 303 stazioni. È la quarta rete metropolitana per estensione in Europa, dopo la metropolitana di Londra, di Mosca e di Madrid. Il servizio passeggeri inizia attorno alle 5.30 e termina alle 1.15. In media nelle ore di punta c’è un treno ogni 2 minuti, che salgono a 8 minuti la sera. Il venerdì e sabato sera il servizio è prolungato di un’ora, l’ultimo treno è tra 01:30 e le 01:40.
Il biglietto base singolo Ticket t+ costa 1,90 €.

# Mosca: ha anche una linea segreta

La metropolitana di Mosca “città regione” è la più trafficata d’Europa ed è costituita da 14 linee, per una lunghezza totale di 379,1 km. L’attesa tra due treni è di 90 secondi, 10 minuti la notte, con percentuale di puntualità del 99,98%. Il biglietto base costa meno di un euro.
La metropolitana di Mosca apre alle 05.30 del mattino e chiude alle 01.00 di notte. Ha anche una circle line (CCM).
Oltre alla metropolitana di uso pubblico, esistere anche una rete separata di linee segrete, destinata al collegamento tra istituzioni governative e bunker sotterranei riservati (molti dei quali si trovano fuori dalla città). Questa rete viene chiamata solitamente “Metro 2”, ma il suo nome effettivo è sconosciuto, e si trova su un livello più profondo rispetto alla rete ufficiale.

Leggi anche: da Rogoredo parte un treno per Mosca

# New York: l’unica al mondo (insieme a Copenaghen) 24h tutti i giorni

Ne York 32 linee per una lunghezza di 380 chilometri. Tra le metropolitane delle grandi città del mondo è, insieme a Copenaghen, l’unica a garantire un servizio effettuato 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno. Una curiosità? La metro di Copenaghen è gestita da ATM Milano dal primo gennaio del 2008. 

Continua la lettura con: Le strisce in galleria nella metro: che cosa significano?

ANDREA ZOPPOLATO

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Il “Liberty District” di Milano

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Motivi floreali e decorazioni ispirate alla natura, balconi geometrici, ferri battuti… I palazzi in stile Liberty a Milano non mancano di certo. Abbiamo già parlato di Casa Felisari, del Palazzo Berri Meregalli e del discusso restyling del palazzo liberty in via Plinio.

Ma c’è una zona di Milano dove non ci si aspetterebbe mai di trovare edifici ispirati all’Art Nouveau parigina. Si tratta di zona Fiera e, anche qui, il movimento artistico e filosofico sviluppatosi alla fine dell’Ottocento ha lasciato le sue tracce.

Ecco quali sono le costruzioni Liberty meno conosciute a Milano.

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Il “Liberty District” di Milano

#1 Villino Maria Luisa

Credits: @sciuralella IG

Ciò che colpisce subito della palazzina in via Pietro Tamburini 8 è la facciata. Riproduce, con una tecnica a mosaico ispirata al neogotico, uno splendido cielo stellato.

Costruito nel 1906, il Villino Maria Luisa presenta tutte le contaminazioni eclettiche che caratterizzano la maggior parte delle opere Liberty a Milano.

Infatti, il suo balcone in ferro battuto con motivi floreali riprende sicuramente le trame Liberty. E anche il suo cancello presenta elementi tipici di questo stile, sebbene si noti una certa influenza da parte dell’Art Decò.

#2 Casa Donzelli

Credits: @milano_mirabilia IG

La realizzazione di Casa Donzelli risale al 1913 e segue il progetto in stile Liberty di Enrico Zanoni. Questo palazzo è costituito da tre partiture verticali con due bovindi laterali.

Il suo portale ad arco ribassato è sormontato da un balcone retto da alcune mensole e decorato con motivi floreali in ferro battuto. È particolare anche la porta-finestra: l’arco ribassato è interrotto dal busto di Torquato Tasso.

#3 Casa Dugnani

Credits: @b.verrina IG

Questo palazzo risale al 1902 ed è uno dei simboli del Liberty. Stile artistico si manifesta nella parte alta dell’edificio dove, per quanto riguarda i primi due piani, si può osservare un bugnato liscio in cemento, finestre con cornici curvilinee e un fregio con motivi floreali.

Invece, il terzo piano è realizzato in cotto a vista, un elemento tipico dell’architettura padana. Questo contrasta molto con l’ultimo piano, decorato con piastrelle di ceramiche raffiguranti dei girasoli.

#4 Casa Apostolo

Credits: @francescarosa IG

Fu eretta in via Tasso 10/12 nel 1906-7 dal futuro architetto della Stazione Centrale, il noto Ulisse Stacchini. E, anch’essa, è totalmente ispirata dal Liberty: presenta finestre inquadrate da cornici in muratura e balconi con balaustre in cemento e ferro battuto.

Sono molto particolari anche i fregi ispirati all’arte egizia.

#5 Casa Castelli

Credits: @_philhus IG

Si tratta di un edificio realizzato nel 1907 da Dino Castelli. Con i suoi contrasti cromatici, gli ornamenti floreali in cemento, l’utilizzo del ferro battuto e dei mattoni per la facciata, presenta sicuramente tutti gli elementi dello stile Liberty.

È legato all’Art Nouveau anche il balcone centrale, con una balaustra in pietra lavorata e la chiusura “bow-window” in ferro e vetro.

#6 Casa Agostoni

Credits: @b.verrina IG

Casa Agostoni fu realizzata nel 1908 con progetto di Alfredo Menni dallo stile Liberty molto sobrio, con rimandi alla Secessione Viennese e all’ecletticismo. Osservandola, si possono notare finestre e balconi al primo e al terzo piano e, ovviamente, una balconata centrale del piano nobile, impreziosita con diverse decorazioni.

Attorno al portale d’ingresso sono ben visibili i bassorilievi di figure femminili in stile liberty, mentre la parte superiore del primo piano è arricchita da figure fitomorfe, decorazioni artistiche con l’aspetto o la forma vegetale.

Continua la lettura con: COVA, il “castello Disney” di Milano: è il palazzo più bello della città?

ALESSIA LONATI

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Nostalgia dei vecchi autobus di Milano? Li trovate a Cuba

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Credits passionetrasporti - Alberto Jori - Bus Menarini Milano a Cuva

Dopo i tram a San Francisco, i bus a L’Avana. Ecco quando sono arrivati e perché sono lì.

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Nostalgia dei vecchi autobus di Milano? Li trovate a Cuba

# Per le strade di L’Avana girano i bus di Milano

Credits passionetrasporti – Alberto Jori – Bus Menarini Milano per le strade di Cuba

Per sentirsi a casa a un milanese in vacanza a Cuba basta poco. Deve solo attendere a una fermata dell’autobus. Per le strade de L’Avana girano infatti una serie di bus un tempo in servizio per le vie di Milano. Nel 2007 l’ATM aveva deciso di fornire un aiuto concreto ai paesi in via di sviluppo traferendo oltre-oceano, tramite navi partite dal porto italiano di Genova, alcuni mezzi di trasporto pubblico su ruota ritirati dal servizio. Tra questi ci sono dei Menarini Monocar M 201/1 LS e una decina di Iveco 580.12.22 Mauri che erano state ritirati dal servizio. Nella foto si vede un Menarini della serie “5207” riportante ancora la veletta con destinazione p.za 24 Maggio.

# I tram a San Francisco

Credits rozanovtv IG – Tram Milano a San Francisco

Non è il primo caso di mezzi di trasporto milanesi trasferiti dall’altra parte dell’Oceano. Dagli anni ’80 tra i saliscendi di San Francisco si muovono sui binari una decina di tram 28 prodotti dalla ditta meneghina Carminati e Toselli e donati dall’ATM di Milano. Ogni giorno lungo la linea F fanno la spola dal Presidio a Richmond passando per il Fisherman’s Wharf.

Leggi anche: I 5 TRAM più curiosi del MONDO

Fonte: passionetrasporti IG 

Continua la lettura con: Tramlink in arrivo a Milano!

FABIO MARCOMIN

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