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Dove potrebbe andare il ramo M1 verso Bisceglie se venisse separato?

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M7 circolare sud

Accanto alla proposta del governo di utilizzare il tracciato per proseguire come M6 lungo Ripamonti, si potrebbe immaginare un’ulteriore nuova linea in aggiunta alle opzioni di M6 in valutazione da parte di Palazzo Marino. Vediamo alcune ipotesi.

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Dove potrebbe andare il ramo M1 verso Bisceglie se venisse separato?

#1 L’ipotesi del governo: M6 fino a Locate Triulzi

Il Giornale – Percorso ipotizzato nuova M6

La prima ipotesi è una delle più discusse nell’ultimo periodo: sbinare la M1 verso Bisceglie per realizzare la nuova M6. Un progetto su cui punta il Governo Italiano punta, come visto in questo articolo, rivedendo il tracciato inserito nel dossier per Expo2015. Un percorso diretto a sud e interscambi con: la M2 a Sant’Agostino, la M4 a Coni Zugna, Tibaldi FS, a servire linea S9 e Circle Line, e fermata a Scalo Romana dove c’è il Villaggio Olimpico o in alternativa una di interscambio con la M3 a Lodi T.I.B.B.. Andrebbe poi lungo via Ripamonti terminando tra Opera e Locate Triulzi, dove è allo studio la stazione dell’Alta Velocità sulla linea Milano Genova.

E se per la M6 venisse scelta una delle opzioni di Palazzo Marino, perchè non immaginare una linea M7 utilizzando il ramo della M1?

Leggi anche: M6, i tracciati di Comune e Governo a confronto: vantaggi, svantaggi e quale potrebbe essere il punto di incontro

#2 Una linea M7 verso Niguarda, con stop all’Arco della Pace, Chinatown e Lancetti

M7 verso Niguarda

Nel caso in cui la soluzione portata avanti dall’Esecutivo fosse scartata, si potrebbe utilizzare il ramo della M1 per dar vita una linea ulteriore: la M7. Una prima strada potrebbe essere quella di dirigersi verso nord per servire alcune zone scoperte come l’Arco della Pace, non considerata nemmeno dall’ipotesi M6 del Comune di Milano, e Chinatown. Dopo Pagano si potrebbe aggiungere una stazione in largo Quinto Alpini, anche per interscambiare con il tram 10 e 19. Salendo si può immaginare un interscambio a Cenisio M5, uno con il passante a Lancetti per gli utenti dell’ex scalo Farini atteso da una rigenerazione, e un altro ancora a Dergano M3. Le ultime due stazioni potrebbero essere a Dergano, nei pressi del parco Savarino, e all’Ospedale Niguarda.

#3 M7 diretta a Ponte Lambro

M7 per Ponte Lambro

Per collegare Ponte Lambro, come nelle intenzioni di Palazzo Marino con la M6, un’alternativa di M7 potrebbe essere un tracciato che da Pagano proceda verso est incrociando il tram 10 con una stazione nei pressi del Carcere di San Vittore, interscambi a Sant’Agostino M2 e fermi in largo Carrobbio dove cambiare con i tram 2,3 e 14. Poi altri incroci con Missori M3 e Sforza Policlinico M4, quest’ultima con uscite più vicine al Tribunale, in viale Montenero/via Bergamo dove passano i tram 9 e 16, in viale Umbria dove ferma la 92 e in viale Molise per potere prendere la 90, la 93 e il 12. Le ultime stazioni si potrebbero realizzare al capolinea del tram 16 per servire il quartiere Taliedo in via Monte Velino a Zama, dove nel PUMS è prevista una delle fermate della Circle Line, al capolinea del 27 in viale Ungheria e infine a Ponte Lambro.

#4 Un tracciato circolare periferico a ovest

M7 circolare

Si potrebbe immaginare addirittura un percorso semicircolare periferico che dal futuro capolinea di Quartiere Olmi, fermi nella frazione Seguro di Settimo Milanese, poi nel capoluogo comunale e infine a Cerchiate di Pero nei pressi della Barriera della Ghisolfa per intercettare anche il traffico autostradale, prevedendo in quel punto un maxi parcheggio di interscambio. La chiusura del semicerchio si avrebbe al capolinea della M1 di Rho Fiera.

Leggi anche: M1 e le altre: le novità della metro di Milano attese per il 2025

#5 Un tracciato circolare periferico a sud

M7 circolare sud

Sulla falsa riga di una linea M6 stile MetroSur di Madrid, si potrebbe ipotizzare infine un tracciato simile anche per il quadrante sud-ovest di Milano. Dalla stazione di Quartiere Olmi si scenderebbe verso Muggiano, poi uno stop a Trezzano sul Naviglio, eventualmente incrociandosi con la Milano-Mortara, e Buccinasco, magari in futuro interscambiando con la M4. Infine un’altra fermata nel centro abitato di Assago, dato che quella della M2 è lontana, per poi interscambiare e terminare il percorso proprio ad Assago Forum M2.

Continua la lettura con: La linea M6 come la MetroSur di Madrid? Questo il percorso «alla spagnola»

FABIO MARCOMIN

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Le 7 cose più strane che si trovano a Milano

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Milano può sorprendere anche i residenti. 

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Le 7 cose più strane che si trovano a Milano

#1 La Scala in miniatura

Credits: teatro gerolamo, IG

In piazza Beccaria si trova la Piccola Scala: il Teatro Gerolamo. Costruito nel 1868 è lo storico “Teatro delle Marionette” di Milano con una capienza di 209 posti a sedere. Rimasto chiuso per 33 anni ha riaperto nel 2017. Anche per questo è poco noto agli stessi milanesi. 

#2 La storica ferramenta di Viale Monza

Ph. Ferramenta Bocchiola srl (Facebook)

A chi entra sembra di ritrovarsi nel negozio del signor Cunningham di Happy Days. O comunque di fare un salto indietro nel tempo nella Milano di una volta. La storia della Ferramenta Bocchiola inizia nel 1920 quando Pierino Didoni apre il negozio che malgrado i cambi di gestione mantiene ancora le caratteristiche originarie del locale. Da oltre cent’anni è un punto di riferimento per artigiani ma non solo: è anche un angolo di memorabilia con gli stessi scaffali di un tempo, così come il pavimento, che reca le tracce di milioni di passaggi della vecchia Milano. Si trova in viale Monza, angolo via Prospero Finzi.

#3 Lo yeti e il campione del mondo di pugilato tra le guglie del Duomo

Il luogo più famoso di Milano è anche quello più ricchi di cose curiose, spesso poco note agli stessi milanesi. All’interno del Duomo si trova la statua di un uomo scorticato, sulla facciata c’è l’ “originale” della Statua della Libertà.

Ma le sorprese più bizzarre si ritrovano camminando sopra la cattedrale gotica, dove si trova la statua dell’Homo Salvadego, sintesi tra uno Yeti e l’abominevole uomo delle nevi, quella del Drago Tarantasio e, soprattutto, quella raffigurante un incontro di boxe. La scultura ritrae 4 coppie di pugili, tra cui Primo Carnera che, davanti ad un pubblico di 40.000 tifosi a New York, è stato il primo italiano a vincere il titolo mondiale dei pesi massimi.

#4 I Bar Segreti

Credits: @whiterabbitmilano IG

Nati in epoca del proibizionismo, gli Speakeasy sono ritornati in auge negli ultimi decenni. Anche a Milano. Sono dei bar segreti: non si conosce il loro indirizzo, si accede su invito fatto da un amico, con una parola d’ordine o un segnale segreto dietro ingresso ignoto. Tra i più celebri di Milano ci sono 1930 e il White Rabbit.

Leggi anche: Gli speakeasy di Milano

#5 La Padova alla Torrefazione Padova in via Padova

 
Forse la più curiosa torrefazione della città. Aperta nel 1958 questa antica torrefazione propone diverse tipi di miscele. La più venduta? La Padova che unisce diversi tipi di Arabica con un sapore “pieno e dolce”. In via Padova 64.
 
#6 La Minitalia più antica d’Italia (dove c’è anche l’Istria)
 
Credits Andrea Cherchi – Mini Italia Parco Trotter

All’interno del Parco Trotter c’è la Mini Italia. Costruita in pietra alla fine degli anni ’20 del ‘900, oggi protetta da una cancellata in ferro, questa riproduzione è la più antica del nostro Paese. Nel suo disegno è presente ancora l’Istria, ceduta alla Jugoslavia dopo la conclusione della Seconda Guerra Mondiale. Un tempo era immersa nell’acqua, per ricreare l’effetto dei mari che la circondano. 

#7 …e ci sono anche due liocorni

san maurizio al monastero maggoire ph. londarmonica.file.wordpress
san maurizio al monastero maggoire ph. londarmonica.file.wordpress

Una sorpresa nella sorpresa. In una delle più belle chiese di Milano, San Maurizio anche detta “la Cappella Sistina di Milano”, ci sono due liocorni. Si trovano a bordo dell’Arca nella scena affrescata da Aurelio Luini, figlio del pittore-star del Cinquecento Bernardino, che immortala Noè che salva coppie di animali dal Diluvio Universale. A differenza della canzoncina, nella versione di Luini Noé non ha dimenticato i liocorni!

Continua la lettura con: Paradossi milanesi: 10 cose che sembrano senza senso a Milano

ANDREA ZOPPOLATO

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«Più che l’amore per me stessa ciò che provo è questo»

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Sesto e ultimo estratto da Il Lato Chiaro, il nuovo videopodcast di Milano Città Stato. La puntata intera con Candida Morvillo è in onda da lunedì 17 febbraio sul canale di youtube di Milano Città Stato. 

Conduce: Andrea Zoppolato. Regia: Francesco Leitner. Prodotto da: Fabio Novarino. Location: Fucine Vulcano APS – Via Fabio Massimo 15/12 (IG: @fucinevulcano).

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Quando i tedeschi rubarono i Re Magi a Milano

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credits Andrea Cherchi

Ma cosa c’entrano i Re Magi con Milano? Molto più di quanto pensate. Alcune delle loro reliquie, infatti, sono conservate proprio nella città meneghina.

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Quando i tedeschi rubarono i Re Magi a Milano

credits Andrea Cherchi

# Lo zampino di Eustorgio

Secondo un’antica tradizione, i Re Magi tornarono a Gerusalemme dopo la crocifissione di Cristo. La tradizione racconta che i corpi dei Magi sarebbero poi stati portati a Sant’Elena, madre di Costantino, a Costantinopoli, nella chiesa di Santa Sofia. Eustorgio, vescovo di Milano nella metà del IV secolo, avrebbe poi avuto in dono le reliquie dall’imperatore Costante, trasportandole poi in città, più precisamente in una grande arca marmorea trainata da due buoi. I due animali, una volta arrivati a Milano, sarebbero crollati esausti. E proprio in questo luogo Eustorgio avrebbe deciso di fondare una basilica.

# Barbarossa in “stile Gioconda” e il ritorno a Milano

Le reliquie vennero però rubate nel 1162 dall’arcivescovo Rainald Von Dassel, cancelliere imperiale del Barbarossa, durante l’irruzione dello stesso imperatore a Milano. I resti vennero poi portati a Colonia. dove tuttora si trovano, custodite in un reliquario. Quindi le reliquie sono ancora adesso a Colonia? Non proprio. Nel 1903, infatti, parte dei resti tornarono nelle mani del cardinal Ferrari, venendo subito ricollocate nella basilica di Sant’Eustorgio.

credits Andrea Cherchi

# E oggi? Dove sono i resti?

Ad oggi, le reliquie sono conservate in una teca sopra l’altare dei Magi, nel transetto destro della basilica, esposte alla devozione dei fedeli. Ogni anno, nella solennità dell’Epifania, una grande processione, partecipata da migliaia di fedeli, parte dal Duomo di Milano e si conclude davanti alla Basilica di Sant’Eustorgio.

Continua la lettura con: La basilica dei Re Magi che cura il mal di testa dei milanesi

ANDREA PARRINO

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Via Montenapoleone: i segreti della strada della moda

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Credits: @cronoaficionado via montenapoleone

Conosciuta ai più come la via della moda e dello shopping di lusso, Via Montenapoleone si posiziona come una delle vie più eleganti e rinomate del mondo. In pieno centro città, a due passi dal Duomo, fa parte del cosiddetto Quadrilatero della moda, insieme a Via della Spiga, Via Sant’Andrea e Via Pietro Verri. La sua storia è non meno affascinante dei suoi negozi. 

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Via Montenapoleone: i segreti della strada della moda

# L’unica via di Milano con questo senso di marcia e le sue due botteghe storiche

Via Montenapoleone è l’unica via di tutta la città a poter essere percorsa in auto esclusivamente a partire dal centro della strada in direzione dei limiti esterni, in quanto proprio dalla parte centrale della via partono due sensi unici in direzioni opposte.

Passeggiando lungo la via, non si può fare a meno di notare le costosissime vetrine, i grandi marchi della moda, auto di lusso, ma anche le antiche “botteghe”, come il famoso Salumaio di Montenapoleone e la pasticceria Cova, storico forno milanese.

# Il banco dei pegni nella via dei conventi

Credits: @achmad.noerzaman
disegno via montenapoleone

Via Montenapoleone ha una storia che risale ai tempi antichi. Fino al XVIII secolo era conosciuta come Contrada di Sant’Andrea, ed era sede di numerosi conventi. Con l’ingresso degli austriaci, Maria Teresa d’Austria fece costruire un banco dei pegni e così la via prese il nome, appunto, di Via Monte Santa Teresa.

# Il banco Napoleone

Il banco dei pegni rimase chiuso per diversi anni, la sua riapertura la si deve a Napoleone, a cui il banco prese il nome, motivo per cui la via venne denominata Via del Monte Napoleone. Con l’unità d’Italia e con l’intento di cancellare ogni traccia del vecchio governo austriaco, la via venne poi definitivamente ribattezzata con il nome di via Montenapoleone.

# Il quartier generale delle Cinque Giornate

Giocò un ruolo importante anche durante le Cinque Giornate di Milano, l’insurrezione dei patrioti contro gli austriaci. Proprio in questa storica via aveva infatti sede il coordinamento delle forze cittadine e da qui partivano gli ordini verso tutta la città. Verso la fine dell’Ottocento molte famiglie facoltose vi si trasferiscono e, al contempo, molti antiquari e famosi gioiellieri avviano le loro attività, dando inizio alla storia di una via che sarebbe diventata tra le strade più commerciali conosciute al mondo.

# Non solo moda: il museo del rasoio e il film dei Vanzina

Credits: @raisgraphic
montenapoleone

Durante i secoli successivi, la via fu oggetto di numerose ricostruzioni che seguivano la scia del periodo Neoclassico, di cui Palazzo Marliani, Palazzo Melzi di Cusano e Palazzo Gavazzi ne sono gli esempi. Vanta anche una lunga lista di importanti personaggi storici che hanno abitato i suoi splendidi palazzi, da Carlo Porta a Tomaso Grossi e per finire con Giuseppe Verdi che proprio qui compose il “Nabucco”.

Non solo moda. Qui, infatti, troviamo il bellissimo Museo del Rasoio, probabilmente una delle più ricche esposizioni legate al mondo della rasatura, grazie agli importanti e antichi reperti e alla presenza di oggetti personali di figure di spicco come Gabriele d’Annunzio.

Era quindi destinata a divenire una delle vie simbolo della città, cominciando a suscitare interesse in vari settori, tanto che nel 1987 Carlo Vanzina, intitolò una sua commedia, “Via Montenapoleone”, con storie della Milano degli anni ottanta che si intrecciano nella celebre strada. 

Continua la lettura con: I segreti del QUADRILATERO, l’area più chic del pianeta

FABIANA CRIVELLO

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Quando ripenso alla Milano di Expo e alla coda del padiglione giapponese

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Nostalgia balorda. 

Qui il video: Quando ripenso alla Milano di Expo e alla coda del padiglione giapponese

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Continua con: Come si sente il milanese quando suona la sveglia il lunedì mattina

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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Milano anno 2040: le immagini dal futuro

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Sfera del Passato

In diretta dall’anno 2040.

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Milano anno 2040: le immagini dal futuro

# M6 e Circle Line: la metro arriva anche a Monza

La metropolitana a Milano non si ferma mai. La M1 e la M5 arrivano a Monza. La linea rossa avanza oltre Baggio, la M5 verso Magenta. La M2 punta addirittura a Bergamo. La M4 ha come capolinea Segrate e Buccinasco. Sono apparse anche due nuove linee: la M6 fino all’hub di Opera per collegare Milano con l’alta velocità e la M0, la circle line finalmente completa. 

Leggi anche: L’hub di Opera: dalla metro al mare

# Al mare in un quarto d’ora, a Roma in un’ora

Milano città di mare. Si è realizzato il grande sogno dei milanesi del passato. Grazie all’introduzione anche in Italia del “treno più veloce del mondo”, si arriva da Milano a Genova in circa un quarto d’ora. Non solo: grazie all’apertura dell’hub di Opera si parte con la M6 da Milano e, praticamente senza scendere dalla metro, si arriva sul Mar Ligure con l’alta velocità. Da qualche anno, inoltre, si arriva a Roma in un’ora. 

Leggi anche: il treno più veloce del mondo

# Con l’alta velocità da Milano a Londra, Berlino, Barcellona e Mosca

Treno alta velocità sulla costa tirrenica

Milano è diventata un centro europeo dell’alta velocità. Dopo Parigi altre città europee sono collegate con Milano: Londra, Barcellona e Berlino. Non solo: l’alta velocità da Milano ha sfondato anche a Est. Dopo Lubiana e Budapest si è approdati fino a Mosca. Da dove parte la nuova Transiberiana super-rapida per arrivare a Pechino in circa 6 ore. 

# Si vola sui taxi

Credits elysiumpost.t – Taxi-volanti-a-Milano

Se i taxi gialli corrispondono a ricordi sbiaditi del XX secolo, quelli bianchi ormai si contano sulle dita di una mano. Ormai i milanesi viaggiano solo in taxi volanti, che si pensava avrebbero avuto uno sviluppo molto più lento ma che a soli dieci anni dal giro di boa del XXI secolo sono ormai una solida e affermata risorsa del trasporto urbano ed extraurbano.

# Volopattini in sharing

Volopattini

Ricordate il mitico volopattino di Marty McFly in Ritorno al futuro? Bene, a Milano nel 2040 quasi tutto lo sharing di veicoli elettrici è rappresentato dai volopattini, decisamente più divertenti delle biciclette rimaste a terra (nel senso che di queste non esiste ancora una versione in quota.) Occhio però perché i vigili non scherzano, soprattutto da quando all’inizio del 2030 sono stati dotati di versione dedicate di skateboard volanti, molto più potenti di quelle dello skate-sharing a disposizione dei cittadini.

# Laurea alla Earth University

pexels-pixabay- Studenti all’università

Con l’avvento del XXI secolo e in particolar modo dall’Expo Milano 2015 in avanti, la sostenibilità è diventata un tema di stretta attualità non solo ai piedi della Madonnina, ma in tutto il mondo. Nel 2040 a Milano si trova un ateneo dedicato esclusivamente alle materie dello sviluppo sostenibile: Green Economy, sostenibilità aziendale e tematiche analoghe sono solo alcuni fra i corsi di laurea dell’offerta didattica che si potranno studiare alla Earth University, costruita accanto alla vecchia area di Rho Fiera nel 2031.

# La città dei tre derby (e dei tre stadi)

Stadi

Da quando attorno al 2022 si è iniziato a parlare di stadi di proprietà sia l’Inter che il Milan hanno provveduto con i rispettivi progetti di Assago e Rozzano, divenuti realtà fra il 2028 e il 2030 e lasciando che l’area del compianto stadio Meazza di San Siro diventasse il villaggio olimpico delle Olimpiadi Milano Cortina 2026. Ma la bella novità è che nel frattempo, contro ogni previsione, anche il Brera Calcio è arrivato sino in serie A costruendosi a pieno merito un suo stadio dalle parti di Pero, e lasciando così intatta l’Arena Civica nel cuore del capoluogo lombardo, una volta teatro di scontri calcistici fra nerazzurri e rossoneri.

# La bolla del passato per rivivere la Milano degli anni 20 del Duemila

Sfera del Passato

La più grande innovazione di questa quasi metà XX secolo però è quella di aver infranto i limiti del tempo con realtà virtuali sempre più diffuse come ad esempio le mostre a domicilio o il cofanetto cinema portatile, da proiettare sulle pareti di casa grazie a un minuscolo microchip. Anche se i milanesi del 2040 sono principalmente affezionati a una attrazione nata da poco e sistemata alle Colonne di San Lorenzo: la Sfera del Passato, grazie alla quale ci si potrà immergere in questa palla di cristallo artificiale dotandosi di occhiali tridimensionali ed entrando in una realtà alternativa che ci farà visitare (a piacere) qualunque epoca abbia attraversato la città di Milano. Stando agli organizzatori, quasi tutti scelgono di immergersi nella modalità “la Milano degli anni 20 del terzo millennio”: un periodo che vanta numerosi nostalgici. 

Continua la lettura: La METRO del futuro a Milano: il SOGNO M6 da MIND…? Le DUE IPOTESI per il CAPOLINEA

CARLO CHIODO

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La regina delle strade colabrodo e le altre vie più disastrate di Milano

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Urbanfile - Altra vista via Ludovico il Moro

Basta qualche giorno di pioggia intensa e le strade di Milano, ancor di più quelle attraversate dai binari, diventano un colabrodo. Non c’è solo la solita via Ludovico il Moro, l’elenco è lungo. Le soluzioni per tenerle perfette e sicure però ci sono. Vediamo quali.

Foto copertina: Urbanfile

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La regina delle strade colabrodo e le altre vie più disastrate di Milano

# Via Ludovico il Moro è la regina delle strade colabrodo

Urbanfile – Via Ludovico il Moro

Il blog Urbanfile è ritornato per l’ennesima volta a constatare la situazione del manto stradale di via Ludovico il Moro, che costeggia il Naviglio Grande, dove transita il tram numero 2. Un vero colabrodo. Ogni volta che viene sistemata bastano brevi periodi di piogge per ridurla in questo stato, con l’asfalto che letteralmente si sbriciola al continuo passaggio di veicoli. Prima gli avvallamenti, poi le buche, a seguire i rattoppi e i sassolini di asfalto che saltano ovunque. Il risultato finale è una poltiglia con i veicoli che transitando insudiciano i muri degli edifici affacciati sulla strada con schizzi di acqua e fango, rischiando di “lavare” i passanti a piedi o in bicicletta.

Urbanfile – Altra vista via Ludovico il Moro

Non è un caso che la strada sia attraversata dai binari: le vibrazioni causate dal transito del mezzo pubblico sono tra le cause del disfacimento del manto. A questo si aggiunge l’utilizzo di asfalto di scarsa qualità, o l’utilizzo dell’asfalto invece del pavé, e soprattutto una manutenzione inadeguata.

Urbanfile – Via Ludovico il Moro pavé

Si può vedere infatti come anche nei tratti in cui la storica pietra è presente non manchino i problemi, con masselli affondati o sollevati, e il pericolo di incidente in caso di bagnato diventa elevato. In questo caso alla manutenzione latitante, a detta di molti, si affianca l’incapacità di posare correttamente la pietra. Ma quali sono le altre strade in condizioni drammatiche?

# Per via Ornato lanciata una petizione, via Bramante a Chinatown e piazza Missori sono allo sbando

Maps – Via Ornato, 2023

Ci sono però altre strade messe in condizioni simili. Tra quelle segnalate dai milanesi ci sono anche il cavalcavia Grassi e via Ornato in zona Niguarda, per la quale è stata lanciata una petizione per la sua sistemazione.

@giovanni.storti.ufficiale

A Chinatown c’è via Bramante, di cui il comico Giovanni Storti ha documentato più volte in video-denuncia la sua pericolosità.

Maps – Piazza Missori rattoppata

Troviamo poi viale Piave angolo via Bixio, in centro c’è invece anche piazza Missori, rattoppata nei buchi ai lati dei binari ma che necessiterebbe di essere rifatta. L’elenco è lungo. Si tratta in generale di arterie stradali attraversate da linee tranviarie e che nonostante vengano sottoposte a rifacimenti, si trasformano in poco tempo in un potenziale pericolo mortale per ciclisti e motociclisti. Cosa si potrebbe fare perchè queste situazioni non si ripresentino più?

# Come avere strade in ordine e sicure

leone5542bis IG – Tram Firenze

Alla base c’è lo sprofondamento dei vari strati aggregati sotto l’asfalto a causa del peso dei veicoli, dei mezzi pesanti e delle vibrazioni di binari dovuto al passaggio del tram. Il gruppo facebook “No asfalto” chiede da anni che le strade lastricate con il pavé vengano mantenute invece che rimpiazzate dall’asfalto, ritenendo inoltre che rimanga la migliore soluzione dove transitano i tram. 

Tra i commenti al post di Urbanfile c’è chi propone di realizzare uno strato di asfalto più spesso, di 10-15 centimetri invece dei soliti 2-3 centimetri che ricoprono quello preesistente. In alternativa, come fanno all’estero, si potrebbe utilizzare il cemento invece dell’asfalto. A queste soluzioni si dovrebbe affiancare la posa di “guarnizioni” di calcestruzzo/pietra al lato dei binari che corrono sull’asfalto, come si può vedere nelle strade di Vienna, Bordeuax e, rimanendo in Italia, a Firenze.

Tutto questo a patto di una costante e corretta manutenzione. 

Continua la lettura con: Quando cerchi di evitare le buche sulle strade di Milano

FABIO MARCOMIN

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18 febbraio 2019: nasce NoLo. Milanese DOC

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Basta NoLo - Credits: touringmagazine.it

18 febbraio 2019. L’assemblea di Palazzo Marino approva a larga maggioranza (28 sì su 30) un emendamento presentato da Alessandro De Chirico di Forza Italia per la ridenominazione di 36 degli 88 quartieri. E’ l’atto ufficiale di nascita di NoLo. 

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18 febbraio 2019: nasce NoLo. Milanese DOC

# Il certificato di nascita di NoLo

Credits: Mediem Agency

Con l’approvazione della ridenominazione dei quartieri di Milano, nasce ufficialmente NoLo. NoLo (North of Loreto) da quel giorno identifica l’area della città compresa tra viale Monza, via Padova, viale Brianza e i binari della ferrovia, aggiungendosi all’accoppiata: “Loreto-Casoretto”. Prima del riconoscimento ufficiale da parte del Comune, in realtà NoLo esisteva già.

# La nascita di Nolo

 

Nolo -North of Loreto

Il nome Nolo nasce, infatti, nel 2012 come un’idea di marketing da parte dagli architetti Francesco Cavalli, Luisa Milani e Walter Molteni. I tre architetti scherzavano sulla possibilità di creare un marchio di quartiere: come SoHo a New York sta per South of Houston, Nolo identifica NOrth of LOreto. Da quel momento ha sempre più preso forma nel tempo: le manifestazioni, i mercati cittadini e le iniziative del territorio hanno cominciato a trasmettere il nuovo nome. Fino a che è entrato a far parte parte ufficialmente del Comune di Milano come nuovo quartiere dall’inizio del 2019. Ma quali sono gli altri quartieri che hanno cambiato nome assieme a NoLo?

# Gli altri nuovi nati a Milano nel 2019

MCA – Linfa

Tra i nuovi nomi di quartiere che hanno visto alla luce con l’approvazione dell’emendamento ci furono anche:

– Porta Genova che ha sostituito Tortona
– Porta Magenta al posto di Washington
– nel quartiere dei grattacieli, a “Garibaldi-Repubblica” si aggiunge la dicitura “Porta Nuova”
– Rogoredo si trasforma in Rogoredo-Santa Giulia
– A Buenos Aires-Venezia si aggiunge Porta Monforte

Continua la lettura con: I nuovi quartieri nascenti di Milano

MILANO CITTA’ STATO

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Le 7 piazze da sogno di Milano dove tutti vorrebbero abitare

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Ph. @luna1868 IG

Vivere in una piazza da sogno? Questa la top 7 a Milano secondo i milanesi. I risultati del sondaggio.

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Le 7 piazze da sogno di Milano dove tutti vorrebbero abitare

#7 Tommaseo

Credits: @genedieve
Piazza Tommaseo

La piazza simbolo della primavera: in zona Venti Settembre, per fotografare le sue magnolie in fiore, ogni anno verso la fine di marzo arrivano da tutta Milano. Ma non sono solo le magnolie le protagonista di questa Milano dal sapore parigino: sono uno spettacolo, questo permanente, le case in stile liberty ed eclettico, la chiesa di Santa Maria Segreta, il palazzo sede delle scuole Marcelline. Spettacolare anche la passeggiata tra gli alberi. 

Leggi anche: Le ville più belle di Via Venti Settembre

#6 Duse

Una piazza nascosta, si accede da Corso Venezia passando sotto il grande arco realizzato da Piero Portaluppi, incoronata da eleganti palazzi dei primi del Novecento. Intitolata a Eleonora Duse, la celebre musa di Gabriele D’Annunzio, la piazza sorse per una grande lottizzazione sui terreni un tempo appartenuti al convento dei Cappuccini. Secondo il blog urbanfile per valorizzarla ancora di più servirebbe avere al suo centro una bella scultura o una fontana.

#5 San Babila

credits: unitremilano

Tra i sogni dei milanesi non poteva mancare la piazza simbolo del centro, da poco riqualificata con l’arrivo della M4. Era lo storico punto d’incontro dell’alta borghesia milanese. La piazza prende il nome dalla basilica che ha di fronte l’edificio più antico di Milano. La maggior parte dei palazzi risale agli anni trenta del Novecento.

#4 Sempione

credits: @andreacherchi_foto

La gran parte dei milanesi la chiama in realtà con il nome del monumento che domina la scena: l’Arco della Pace. In realtà si chiama piazza Sempione, come il lungo viale che sembra portare Milano fino a Parigi. Luogo da aperitivi, specie d’estate con i tavolini all’aperto, i suoi palazzi possono godere di una vista unica sul Parco e il Castello. 

#3 Giulio Cesare

milano-piazza-giulio-cesare-foto-di-alberto-fanelli
milano-piazza-giulio-cesare-foto-di-alberto-fanelli

Forse la piazza che incarna meglio l’unione tra la Milano di una volta e quella di oggi. Con la sua scenografica Fontana delle Quattro Stagioni, segnava l’ingresso alla Fiera Campionaria. Se un tempo le statue delle Quattro Stagioni davano il benvenuto ai visitatori che si apprestavano ad ammirare i padiglioni del polo espositivo, oggi lo danno a chi arriva a Citylife

#2 Sant’Alessandro

Credits: co.pinterest.com – Piazza Sant’Alessandro

Si respira invece aria di Roma in Sant’Alessandro. Quando si arriva sembra davvero di ritrovarsi nella Capitale, in una delle sue fantastiche piazze. A pochi metri dal Duomo, tra Missori e via Torino, è un luogo dove ci si ritrova in un’altra dimensione rispetto al resto della città. 

#1 Castello

piazzacastellomilano.it – Vista frontale

La regina dei sogni dei milanesi non poteva che essere lei. Piazza Castello, che unisce i due bracci di Foro Buonaparte. Alle sue spalle ci sono Cairoli e via Dante che conduce verso il Duomo. Dalla parte opposta si erge il Castello Sforzesco in tutta la sua bellezza fino al Central Park di Milano. Difficile trovare qualcosa che non desideri trascorrervi almeno una notte. 

Continua la lettura con: I 7 luoghi più curiosi di Milano

ANDREA ZOPPOLATO

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La «questione capolinea»: la M4 a ovest arriverà fino a qui?

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Credits milanotoday - Percorso breve M4 a Buccinasco

Completata da pochi mesi, la linea M4 è già proiettata oltre i confini comunali. L’espansione verso Est è praticamente certa: il progetto per farla arrivare a Segrate è stato approvato e i finanziamenti sono quasi interamente coperti. A Ovest, invece, il futuro è ancora un’incognita. Il nodo critico? Il capolinea di San Cristoforo, che potrebbe rivelarsi più un ostacolo che un trampolino per il prolungamento della linea. L’attesa di una decisione si fa sentire, mentre la città guarda avanti.

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La «questione capolinea»: la M4 a ovest arriverà fino a qui?

# A Est c’è già Segrate all’orizzonte. A Ovest? 

Credits: metro4milamno.it – Stazione San Cristoforo Fs M4 e passerelle ciclopedonale

Appena aperta l’intera linea già si lavora per prolungare la linea oltre i confini di Milano. In direzione est è stata già approvata e quasi finanziata per intero l’estensione di due fermate fino a Segrate. A ovest la corsa della M4 a ovest si ferma al capolinea di San Cristoforo. Per spingerla oltre, non è stata fatta alcuna scelta, anche se si sta ragionando su diverse ipotesi. 

Leggi anche: Non è ancora FINITA che già si allunga: ALTRE 4 FERMATE per la M4?

# Le ipotesi di una fermata a Buccinasco e quella dentro il deposito

Credits: giornaledeinavigli.it – Diverse ipotesi di prolungamento M4 a ovest

Nel ventaglio di ipotesi valutate nello studio di fattibilità di MM, Comune di Milano e Regione Lombardia sembrano convergere su un prolungamento breve fino a Buccinasco: una scelta strategica per contenere sia i costi di realizzazione che quelli di gestione. La nuova fermata sorgerebbe in un’area attualmente adibita a parcheggio, all’inizio di via Garibaldi, con una possibile prosecuzione in superficie. Una soluzione pragmatica, ma basterà a rispondere alle esigenze della mobilità futura?

Credits milanotoday – Percorso breve M4 a Buccinasco

Il sindaco Pruiti e i cittadini di Buccinasco spingono per un’alternativa più immediata: realizzare la stazione presso il deposito treni di Ronchetto sul Naviglio, a ridosso dei confini con Buccinasco e Corsico. Una soluzione che potrebbe accelerare i tempi, ma sarà quella giusta per il futuro della mobilità metropolitana?

# Il problema del capolinea e del deposito

Maps – Deposito M4 Ronchetto sul Naviglio

Nessuna delle due opzioni appare facilmente realizzabile. Le immagini satellitari rivelano un ostacolo tecnico cruciale: il deposito di Ronchetto sul Naviglio sembra progettato per il solo transito verso Milano. I binari al suo interno subiscono numerosi scambi prima di restringersi a una coppia fino a via Buccinasco, rendendo complessa qualsiasi integrazione con una fermata passeggeri. Inoltre, la convivenza tra il traffico viaggiatori e i convogli destinati al ricovero e alla manutenzione sarebbe logisticamente impraticabile. Ma quale potrebbe essere una soluzione?

# Doppio scambio prima e dopo l’ultima fermata

Maps – Deposito M2 Famagosta

La realizzazione di una fermata nel deposito richiederebbe interventi infrastrutturali significativi. Prima di tutto, sarebbe necessario aggiungere una coppia di binari dedicata, come già avviene per la linea M2 all’altezza del deposito di Famagosta. Inoltre, dovrebbero essere previsti binari di collegamento che consentano ai treni in arrivo dal futuro capolinea di Buccinasco di accedere direttamente al deposito da ovest, garantendo così un flusso efficiente e senza interferenze con il traffico passeggeri.

Per garantire il ritorno dei treni verso Milano e il deposito dopo la fermata, sarebbe necessario un anello di inversione, simile a quelli utilizzati nei capolinea tranviari. In alternativa, si potrebbe optare per un doppio scambio prima e dopo la fermata, permettendo ai treni di posizionarsi sul binario libero durante le fasce orarie di minor traffico, pronti a ripartire. Nelle ore di punta, invece, i convogli potrebbero scambiarsi oltre l’ultima fermata, dando il tempo al treno in attesa di avviare la corsa senza blocchi operativi.

Maps – Uscita tunnel metro verso deposito M4

Sia che il prolungamento della M4 si fermi a Buccinasco, sia che si spinga fino a Corsico o Trezzano sul Naviglio, potrebbe rendersi necessaria la realizzazione di una nuova coppia di binari sotterranei tra la stazione di San Cristoforo FS e il punto in cui i treni emergono in superficie (visibile in alto a destra nell’immagine). Nel primo scenario, i binari potrebbero affiancare quelli esistenti fino a via Buccinasco, mentre nel secondo sarebbe più logico proseguire in sotterranea fino al futuro capolinea, garantendo maggiore fluidità al servizio.

Continua la lettura con: STAZIONI ed ESTENSIONE: quello che MANCA per una METRO CIRCOLARE da grande città

MILANO CITTA’ STATO in collaborazione con MARCO FIGURA

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Il CityOval fa le scintille: il nuovo archi-progetto di CityLife

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Urbanfile - Rendering CityOval

L’edificio iconico in tardo-liberty ritorna ai suoi antichi splendori, riqualificato per rispettare le norme, anche come funzione originaria. Vediamo il progetto nel dettaglio e quando è programmata l’inaugurazione.

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Il CityOval fa le scintille: il nuovo archi-progetto di CityLife

# Un ritorno alle origini

Urbanfile – Interno Palazzo delle Scintille anni ’30

L’unico elemento superstite di quello che un tempo era la Fiera Campionaria, a Citylife, ritorna alle origini. Il Palazzo delle Scintille, progettato dell’architetto Paolo Vietti Violi in stile tardo-liberty e inaugurato nel 1923, nasce infatti come spazio polifunzionale che nella sua vita centenaria ha ospitato eventi sportivi, fiere, concerti e manifestazioni culturali. Negli anni ’30 divenne parte della Fiera come Padiglione 3, mentre l’ultimo utilizzo è stato come hub vaccinale durante la pandemia poco dopo il restyling delle facciate.

Credits: Andrea Cherchi – Palazzo delle Scintille

Il 14 febbraio 2025,  è stato presentato il progetto di riqualificazione per ripristinare la vocazione originale dell’edificio: il nuovo nome è CityOval Milano.

# Il più grande luogo per eventi nel cuore di Milano: 8.200 mq di superficie coperta e un’imponente cupola di 31 metri d’altezza

Urbanfile – Rendering CityOval

La nuova denominazione prende ispirazione dall’imponente cupola di 31 metri d’altezza che si riflette nell’arena centrale e che nel logo viene riprese con due ovali concentrici. Il progetto architettonico è curato da Calzoni Architetti, con il contributo dell’architetto Pierluigi Nicolin, e prevede di trasformarlo nel più grande spazio per eventi nel cuore di Milano grazie ai suoi 8.200 mq di superficie coperta. Complessivamente quella occupata è di 25.000 mq. Al termine del restauro e della valorizzazione l’edificio è destinato ad ospitare eventi culturali, artistici e sportivi, dalla moda ai concerti, garantendo flessibilità d’uso, accessibilità e sicurezza, con un nuovo corpo scale e una moderna lobby affacciata su Piazza Burri, adeguando la struttura agli standard tecnologici più avanzati. 

Urbanfile – Dettaglio primo piano Cityoval

Tra gli interventi programmati il consolidamento strutturale della cupola e del solaio, insieme all’ammodernamento degli impianti, nello specifico i sistemi di illuminazione, di diffusione sonora e gli impianti tecnici, in grado di consentire la massima flessibilità nell’uso degli spazi. Il piano terra prevede 7.400 mq per arena, hall e servizi, i 3.700 mq del primo piano, al posto della doppia balconata, sono destinati alla ristorazione, mentre la parte superiore agli uffici.

# Inaugurazione all’inizio del 2026

Urbanfile – Visita al cantiere

Il cronoprogramma fissa il completamento dell’arena centrale per la fine del 2025, mentre l’inaugurazione nei primi mesi del 2026. Nel corso dello stesso anno è prevista la prosecuzione dei lavori di riqualificazione del primo piano. La gestione è affidata a CityLife tramite un’entità dedicata, in collaborazione con il Comune di Milano, e il calendario per il 2026 è già in pianificazione. Diventerà lo spazio per eventi più iconico della città?

Leggi anche: I 4 progetti più attesi nel futuro di Citylife

Fonte: Urbanfile

Continua la lettura con: La nuova «zona dei sogni» di Milano: quanto costa un appartamento a Citylife?

FABIO MARCOMIN

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Il lato Chiaro – Ep.1 – Candida Morvillo

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Il nuovo videopodcast di Milano Città Stato. La prima puntata de Il Lato Chiaro. Ospite: Candida Morvillo sul canale di youtube di Milano Città Stato. 

Conduce: Andrea Zoppolato. Regia: Francesco Leitner. Prodotto da: Fabio Novarino. Location: Fucine Vulcano APS – Via Fabio Massimo 15/12 (IG: @fucinevulcano).

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Socimino, il «tram leggendario di Milano» che… non è mai entrato in servizio

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Credits tranvieri di Milano - Socimino 1989

L’erede designato delle storiche vetture “ventotto”. Ma non entrò mai in servizio e qualche anno fa è stato demolito. Ha però ispirato i mezzi della capitale. Rivediamo la storia di un tram per molti leggendario. 

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Socimino, il «tram leggendario di Milano» che… non è mai entrato in servizio

# ATM 5001, il mitico “Socimino”: un predestinato sfortunato  

Credits wikipedia – Socimino

Fu realizzato a fine degli anni ’80 del Novecento: il tram ATM 5001 a cassa singola, conosciuto come anche Socimino perché prodotto dall’azienda milanese Socimini, fu tra i primi prototipi al mondo di tram a pianale interamente ribassato. Avrebbe dovuto essere l’erede delle vetture storiche “ventotto” ma è stato testato nel 1989 sulla rete tranviaria di Milano, senza però mai entrare ufficialmente in servizio.

Credits pinterest – Tram serie 9000 Socimi

Il pianale è stato però usato come base per i tram serie 9000 usati sulle rete di Roma, prodotti nelle fabbrica di Binasco, che ancora circolano su alcune linee tranviarie della capitale.

# Conservato per un periodo nello stabilimento Fiat Ferroviaria in Piemonte: il prototipo è stato demolito nel 2013

Credits tranvieri di Milano – Socimino 1989

Dall’anno 1999 al 2013 la leggendaria vettura tranviaria, dopo che ATM se ne era liberata, è stata conservata all’interno dello stabilimento Fiat Ferroviaria di Savigliano (CN), sito divenuto di proprietà ALSTOM, all’interno del Museo Ferroviario. Nel 2013 la Alstom di Savigliano, a seguito dei tagli economici della Regione Piemonte a musei e cultura, ha ceduto il tram al peso come ferrovecchio ad un demolitore piemontese.

Continua la lettura con: Perché ci sono pali BUCATI dei tram a MILANO?

FABIO MARCOMIN

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A Milano si trova «la città dei morti»: l’unica necropoli urbana

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policlinico.mi.it - Cripta Ospedale Maggiore

Al suo interno i resti della Milano medievale e rinascimentale. 

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A Milano si trova «la città dei morti»: l’unica necropoli urbana

# L’unico esempio di una necropoli cittadina in Italia

Credits nicola_gravante IG – Università Statale Milano

L’Ospedale Maggiore era dotato sin dalla sua nascita nel 1456 di un cimitero all’interno della Ca’ Granda nell’edificio di via Festa del Perdono, l’attuale sede dell’Università Statale. Si tratta dell’unico esempio di necropoli cittadina in Italia, sotto uno dei luoghi più vivi e brulicanti di Milano. Al suo interno oltre 500 mila corpi dei milanesi vissuti tra il 1473 e il 1695, comprese le vittime della peste raccontate nei Promessi Sposi, tra cui il paziente zero: un soldato ricoverato proprio al Policlinico. 

# “Mortorium libri”, il primo primo e più completo esempio di registro di mortalità in tutta Europa. Un modello “copiato” dagli inglesi

Al suo interno ci sono i resti della storia della Milano medievale e rinascimentale, tutta documentata in uno dei primi registri sanitari, il primo e più completo esempio di registro di mortalità in tutta Europa: i “Mortorium libri”. Usati come modello per la moderna scienza demografica degli inglesi, tengono traccia di nomi, età, cause di decesso e malattia, e provenienza di ogni paziente.

# La costruzione di un nuovo cimitero nell’attuale Rotonda della Besana

Credits museodeibambinidimilano IG – Porta della Meraviglia

Alla fine del 17esimo secolo il cimitero sotto l’Ospedale Maggiore risultò inadeguato e insufficiente per le esigenze igieniche della struttura ospedaliera e per questo si decise di costruirne un altro: il “Cimitero dei Nuovi Sepolcri”, l’odierna Rotonda della Besana.  

Per poter trasportare le salme al nuovo luogo di sepoltura, venne realizzato un ponte, il Ponte dell’Annunciata, che scavalcava il Naviglio della cerchia interna e conduceva alla nuova strada e aperta una nuova porta dell’ospedale: la “Porta della Meraviglia“. 

# La riapertura eccezionale delle camere sepolcrali durante le Cinque Giornate di Milano

policlinico.mi.it – Cripta Ospedale Maggiore

Le camere sepolcrali, sottostanti la Cripta della chiesa ospedaliera della Beata Vergine Annunciata, furono riaperte in via eccezionale tra il 18 e il 22 marzo 1848 durante le Cinque Giornate di Milano per ricoverare feriti e morti degli scontri. La Cripta diventò un luogo di celebrazione dei patrioti milanesi e per gran parte riadattata e trasformata in mausoleo cittadino nel 1860. Sulle pareti furono riportati i nomi dei 141 caduti e iscrizioni commemorative. I resti furono trasferiti in Piazza Cinque Giornate nel 1895 in occasione della realizzazione del monumento di Giuseppe Grandi.

Continua la lettura con: La PORTA della MERAVIGLIA a Milano: dove si trova, la sua storia e perché fu chiamata così

FABIO MARCOMIN

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I 5 punti più belli dove ammirare Roma dall’alto

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Credits: Carlotta Maria Pergolizzi

Roma è talmente bella che la si vorrebbe ammirare tutta assieme. Tra terrazze, giardini e illusioni ottiche che offrono esperienze quasi magiche, questi sono 5 tra gli affacci più affascinanti di tutta Roma.

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I 5 punti più belli dove ammirare Roma dall’alto

#1 Monte Ciocci

Credits: Carlotta Maria Pergolizzi

«Ma dimme quante volte hai visto il cielo sopra Roma e hai detto: quant’è bello. Viettelo a vede’ dall’alto». Con questa frase, tratta dalla canzone “Il Cielo su Roma” di Colle der Fomento, si apre l’affaccio offerto dal parco di Monte Ciocci. La vista offre un primo piano sul Cupolone della Basilica di San Pietro, lasciando scorgere ai visitatori tanti altri punti importanti e mozzafiato della Capitale, come il Palazzaccio (Corte di Cassazione), per esempio. Sito nel quartiere Balduina, è frequentato dalle giovani coppie, appassionati di trekking e giovani studenti romani che, conclusi gli impegni scolastici, trovano un po’ di quiete in questo luogo di bellezza e serenità.

#2 Piazzale Socrate

Ph: paodigra – Instagram

Restando ancora a Balduina, piazzale Socrate è un altro punto capace di attrarre per la bellezza che mostra dall’alto. Poco distante da una delle arterie principali del quartiere, viale delle Medaglie d’Oro, anche da questo luogo è possibile osservare il Cupolone da un punto di vista privilegiato. Differentemente da Monte Ciocci però, è luogo di ritrovo meno recente nelle abitudini dei romani, ed offre uno sguardo molto più ampio sulla città, permettendo di individuare diversi quartieri che, distanti tra loro chilometri, qui si possono osservare girando di poco gli occhi.

#3 Lo Zodiaco

Ph: lasciatemiviaggiare_lazio e romacityitaly – Instagram

Accanto all’Osservatorio Astronomico di Monte Mario, si trova il locale più romantico e panoramico di Roma, Lo Zodiaco. Nonostante il locale sia ormai chiuso e abbandonato, conserva ancora l’atmosfera romantica che per tanti anni ha animato questo posto e che sopravvive alla fatiscenza dei catenacci arrugginiti che ne bloccano le entrate. Il luogo in cui sorgeva però, regala ancora un’autenticità senza pari, da cui alzando gli occhi puoi vedere il cielo stellato e abbassandoli le luci che colorano la Città Eterna. E vista l’unicità del luogo, è ancora frequentato da giovani coppie, appassionati della Capitale e, forse, qualche nostalgico che qui ha passato alcune delle più belle serate della sua vita.

#4 Giardino degli Aranci

Credits: SHVETS production – Pexels

Posto vicino al celebre Buco della Serratura, il Giardino degli Aranci è capace di offrire a chi lo visita un’atmosfera magica e sensazionale. La sola vista basterebbe a rendere questo posto unico. Permette infatti a chi si affaccia di scorgere il Lungotevere Aventino e, tra le altre cose, l’Altare della Patria, San Pietro e la Sinagoga. Tuttavia non è la sola vista a conferire a questo luogo la sua fama. Il giardino stesso, composto dai tipici pini marittimi, i vialetti larghi e, appunto, gli aranci, regala a chi lo attraversa attimi di pace e serenità che, in una città frenetica come Roma, è sempre difficile trovare.

#5 Via Piccolomini

Ph: ig_rome – Instagram

Infine via Niccolò Piccolomini, che oltre all’ennesimo ma sempre affascinante punto di vista sul Cupolone, concede a chi la percorrere di vivere una vera e propria esperienza magica. Composta di due sensi di marcia, percorrendo la via in direzione della cupola si avrà l’impressione che questa, più ci avviciniamo, più si allontani da noi, rimpicciolendosi a ogni metro percorso. Mentre percorrendola in senso opposto, e quindi allontanandosi di fatto da essa, ci sembrerà che questa diventi sempre più grande e vicina. Questo fenomeno è dovuto a un effetto ottico che, attraverso un gioco di prospettive dovute alla conformazione della strada, inganna il nostro sguardo. Questo effetto, ovviamente, la rende una delle strade romane secondarie più percorse.

Continua la lettura con: «Roma non funziona? Perché è troppo grande!»: questa la soluzione semplice semplice

RAFFAELE PERGOLIZZI

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La trattoria di Milano che offre oltre 600 risotti

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credits trattoriadaabele

Da decenni la conoscono tutti come “la risotteria”, per la grande varietà di risotti che offre. Si narra infatti che siano addirittura seicento le ricette di risotto trascritte nel menù. Anzi forse sono ancora di più.

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La trattoria di Milano che offre oltre 600 risotti

«Seicento ricette? Ormai saranno molte di più!»

credits trattoriadaabele

Ma di che posto stiamo parlando? Della Trattoria Temperanza da Abele, ubicata nella zona che oggi i milanesi chiamano NoLo (North Of Loreto). Questa trattoria è stata aperta negli anni Settanta, subentrando ad una bocciofila a fianco di viale Monza. «Seicento ricette? Ormai saranno molte di più!» aveva dichiarato Ivan Mangialardo, chef e titolare della trattoria.

Leggi anche: NoLo: è la nuova isola?

# Ma quanto costa? 18 euro per un tris di risotti

credits trattoriadaabele

La peculiarità di questa trattoria è che il menù dei risotti cambia ogni sera, componendosi però sempre di tre categorie fisse: mare, terra e verdura (c’è anche la possibilità di fare un tris). Il punto di forza della trattoria è il risotto giallo allo zafferano. Ma qual è l’altro segreto del suo successo? I prezzi. Per una porzione abbondante, infatti, servono 13 euro. 18 euro invece per il tris.

Leggi anche: Risotto alla milanese: la sua origine e come cucinarlo

# Clienti top: da Jannacci a Bastianich…

Ph. Enzo Jannacci vengo anch’io

A passare per la trattoria sono stati anche personaggi di assoluto rilievo. Joe Bastianich, infattti, anni fa lo consigliò come luogo dove vivere la Milano dal sapore autentico. A frequentare il locale anche è stato anche Enzo Jannacci e gli artisti del vicino Zelig.

# Risotto e ossobuco: che sorpresa!

credits trattoriadaabele

Secondo le recensioni dei clienti svetta anche un altro piatto: il risotto con l’ossobuco. Tanti, infatti, gli apprezzamenti per questo piatto. «Ho mangiato il risotto ed era buonissimo…ci tornerò sicuramente» scrive un utente su TripAdvisor. «Avrei voluto assaggiare qualcosa in più, ma non ho resistito al richiamo del classico dei classici, il risotto con l’ossobuco!» scrive un altro utente, che conferma la bontà di questo piatto.

Continua la lettura con : Le 7 migliori cotolette di Milano

ANDREA PARRINO

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Come si sente il milanese quando suona la sveglia il lunedì mattina

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I riflessi di un bradipo. 

Qui il video: Come si sente il milanese quando suona la sveglia il lunedì mattina

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Continua con:  La durata del weekend secondo la percezione del milanese

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Gli uomini d’affari lasciano Londra per Milano: il segreto del suo successo non è solo fiscale

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credits Andrea Cherchi

Milano attrae più di Londra. La prima a scriverlo è stata Bloomberg descrivendo il fenomeno di banchieri e uomini d’affari che cominciavano a lasciare Londra per Milano. Con la conseguenza di spingere verso il cielo i prezzi delle case di lusso. Un fenomeno che non si è arrestato. Tutt’altro. 

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Gli uomini d’affari lasciano Londra per Milano: il segreto del suo successo non è solo fiscale

 
credits jlhousemilan

«Il mercato degli appartamenti di lusso a Milano è in forte espansione mentre banchieri, gestori di fondi e investitori di private equity si stanno riversando nella capitale finanziaria italiana». Così scriveva Bloomberg nel 2023 spiegando che l’origine di tutto erano le agevolazioni fiscali concesse dal governo Renzi nel 2017 e poi prorogate dagli esecutivi successivi. L’effetto più appariscente di questo è stata l’impennata dei prezzi immobiliari di Milano nella fascia alta. Tra le cause menzionate dagli addetti ai lavori non c’è solo quella fiscale: conta anche la riqualificazione urbana del capoluogo lombardo ha poi trainato la rinascita degli ultimi anni. Ma secondo gli esperti c’è un altro segreto del successo internazionale di Milano. Un segreto che nessuno potrà mai togliere a Milano,

# Il segreto di Milano? La posizione geografica

Credits: Andrea Cherchi (c)

 Ma parte di questo fascino è geografico: Milano è a un’ora di volo dal centro di Francoforte e a meno di due da Londra. Anche Giovanni Raffa, banchiere privato di Credit Suisse Groupe AG, trasferitosi a Milano alla fine nel 2021 dopo 16 anni a Londra, ha confermato Milano come meta ambita dalle elite: «È la potenza finanziaria del paese, è ben collegata ai principali hub dell’Europa continentale e offre uno stile di vita di alta qualità.» Ma quali sono le ultime tendenze del mercato immobiliare di Milano?

# Scendono le transazioni, ma salgono i prezzi

 
credits Andrea Cherchi

Gli ultimi dati del settore, come uno studio recente condotto da Vincenzo Monti Prestige fa suonare però un campanello di allarme: le compravendite di case di prestigio siano diminuite, a fronte di un aumento dei prezzi. In particolare, il comparto degli immobili collocati all’interno del centro storico ha segnato un calo degli scambi del 3.5% rispetto all’anno precedente, con un totale di 335 transazioni.

Nonostante questo, il fatturato del mercato del lusso milanese ha registrato un volume di scambi a fine 2024 per poco più di 721 milioni di euro (+9.8% rispetto al 2023), con un prezzo medio di 14.350 euro al metro quadro (+4.6% annuo). Rispetto all’anno scorso, l’offerta di abitazioni in vendita è scesa solo di un punto percentuale e rappresenta circa l’11%.

# La casa di lusso modello: i prezzi? Oltre i 20.000 euro/mq…

Credits cbcommercial.it – Villa di lusso venduta a Milano

Ma cosa cercano gli acquirenti di case di pregio? L’analisi di Vincenzo Monti Prestige risponde anche a questa domanda. Piani alti, terrazzo, garage, sorveglianza h24, palestra/piscina e concierge sono gli aspetti più ambiti dalle elìte in cerca di case a Milano.

La domanda si orienta su palazzi d’epoca in zona centrale che non sempre soddisfano i requisiti richiesti, dove si preferirebbero soluzioni di una nuova costruzione che però non esistono. Non bisogna scordare poi la presenza di un box auto, doppio o singolo, che rappresenta un punto importantissimo per molti acquirenti.

Se si guarda alle richieste top espresse da alcuni proprietari, la barriera dei 20.000 euro al metro quadro sembra ormai stata superata nel 60% delle zone milanesi . Al Quadrilatero si sono infatti aggiunti anche l’area Castello-Bonaparte–Cairoli, il quartiere di Brera-Moscova, l’area Cadorna–Magenta–Monti, quella di Piazza Cordusio–Piazza Affari e Piazza Duomo e la zona Palestro–Duse–Venezia. Tutti i quartieri in cui sono presenti edifici e appartamenti di categoria “super prime”.

Continua la lettura con:  I due paesi italiani che superano Milano nel mercato delle case di pregio

ANDREA PARRINO

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17 febbraio 1992. Viene arrestato Mario Chiesa: Milano diventa «Tangentopoli»

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Ph. Corriere della Sera

17 febbraio 1992. Un evento apparentemente insignificante ha dato origine a una rivoluzione senza precedenti in Italia dal Dopoguerra in poi. 

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17 febbraio 1992. Viene arrestato Mario Chiesa: Milano diventa «Tangentopoli»

# 17 febbraio: la tangente nel «cesso»

La politica italiana era come cristallizzata da mezzo secolo. Lo stesso partito sempre al governo, l’unica certezza che c’era in Italia era che saremmo morti tutti democristiani. Sopra tutto regnava un sistema di malaffare che sembrava l’essenza stessa della politica italiana. Qualcosa che si accettava con una scrollata di spalle, sembrava incrollabile come il muro di Berlino.
Invece il muro è crollato. E a Milano un politico di secondo piano è stato beccato che cercava di buttare nel cesso (letteralmente) dei soldi intascati in una tangente. Era il 17 febbraio 1992. 

E’ stato come se avesse buttato nel cesso insieme ai soldi anche partiti, politici, imprenditori di primo piano dell’Italia di allora.
Si trattava di Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio, membro di del PSI milanese. «E’ solo un mariuolo isolato», un compagno che sbaglia, fu la dichiarazione sprezzante del suo boss, Bettino Craxi, che ancora non poteva immaginare che quel caso isolato sarebbe stato per lui la falce della morte.

# Il mariuolo vuota il sacco: i giudici diventano delle rockstar

 

Già, forse perché risentito o perché ormai si era arrivati al capolinea di un sistema insostenibile, una volta finito in gattabuia il mariuolo disse ai giudici che altro che isolato!, aveva tutto un mondo intorno che viveva di tangenti. Le rivelazioni di Chiesa scatenarono un effetto domino che travolse tutti i principali protagonisti della politica e dell’imprenditoria di quegli anni. Ogni mattina si attendeva dai giornali o dalla tv la superstar del giorno raggiunta dall’avviso di garanzia. 

Il nome in codice dell’inchiesta era “Mani Pulite” e il pool di giudici capitanati da Di Pietro divennero delle vere e proprie rockstar, sembravano un gruppo di cavalieri senza macchia che provavano a riportare pulizia in un mondo, quello della politica, ridotto a sterco per il livello di corruzione dilagante.

Personaggi che facevano paura si trasformarono in pulcini, ritratti perfino in manette con i rivoli di saliva che strisciavano dalla bocca.
Milano è stata la grande protagonista di quella stagione: Milano era Tangentopoli, certo, dove si era concentrato il malaffare, ma era anche il pool di giudici supportati quei mesi dalla comunità dei cittadini. Ci si sentiva tutti parte di una rivoluzione del bene contro il male e quando il Parlamento provò a mettere il bavaglio all’azione dei giudici con un colpo di spugna, tutta Milano guidò la resistenza della nazione, accerchiando il tribunale a difesa dei giudici e delle inchieste.

Come spesso accade alle rivoluzioni, ci furono anche delle degenerazioni. Ci furono dei suicidi in carcere o prima di essere arrestati, come Raul Gardini, altri videro incenerita la loro carriera. Dalle fiaccolate ordinate di Milano si passò a scene più sguaiate, come l’assalto all’hotel Raphael di Roma con il lancio delle monetine contro Craxi, “prendi anche queste, Bettino, prendi anche queste”. Il leader socialista diventò la vittima sacrificale e dovette andare a morire in Marocco per sottrarsi alla galera. 

# Che cosa resterà di Mani Pulite?

Credits: @primarepubblica
Tangentopoli

Quali furono le conseguenze politiche della rivoluzione dei giudici?
Venne modificato il sistema elettorale, passando dal proporzionale all’uninominale secco che sembrava più trasparente nel garantire la separazione tra chi governa e chi sta all’opposizione. Una nuova forza, creata da Silvio Berlusconi, entrò di slancio sulla scena conquistando il governo della nazione, malgrado lui fosse stato grande amico nonché il braccio imprenditoriale proprio di Bettino Craxi.

A distanza di oltre trent’anni si può dire che il muro di Berlino è crollato, ma quello della partitocrazia italiana si è ricompattato. Sulla sua superficie invece dei murales rievocativi di quegli anni è rimasta una cicatrice e una scritta: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”.

Continua la lettura con: Tangentopoli 

ANDREA ZOPPOLATO

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