Liguria, riviera di Levante. Sai che tra Lerici e Tellaro, sull’ultimo lembo di costa ligure oltre le Cinque Terre, c’è un angolo di paradiso che assomiglia alla Thailandia? In pochi lo conoscono, persino alcuni locali non ne hanno mai sentito parlare. Si tratta della “Caletta di Lerici”, un’insenatura stretta come un fiordo che tra grotte e faraglioni si allunga verso il mare. Foto cover: Ph. @m8na IG
L’angolo segreto di Thailandia, a tre ore da Milano
# La piccola Thailandia di Lerici dall’accesso segreto
@sapi80 Lerici, La Caletta Nascosta
Tra Lerici e Tellaro c’è un angolo di paradiso che assomiglia alla Thailandia. In pochi lo conoscono, persino alcuni locali non ne hanno mai sentito parlare, e chi sa della sua esistenza custodisce il segreto senza rivelarlo. Individuare l’accesso per quest’angolo esotico non è facile.
# La “Caletta di Lerici”: nascosta dietro un cancellone e un vicolo di 400 gradini
Si chiama la “Caletta di Lerici”: un’insenatura stretta come un fiordo che tra grotte e faraglioni si allunga verso il mare. Per raggiungerla bisogna prendere la direzione per Tellaro, si può parcheggiare gratuitamente sulla strada verso il camping Maralunga e poi camminare circa 150 metri. L’ingresso è pressoché irriconoscibile: dopo un cancellone verde c’è una scritta sul muro e un piccolo vicolo fatto di gradini, tra i 300 e 400 per la precisione. Basta iniziare a scendere i gradini e si arriverà a La Caletta.
# Una liana che oscilla con il vento
@ruggiero_russo76016 Lerici, La Caletta Nascosta
La Caletta di Lerici è nascosta tra il Golfo dei Poeti. Qui si può trovare la pace dei sensi, nessun rumore, solo le cicale e i grilli che cantano, accompagnati dal rumore del mare. La spiaggia è intima e molto piccola, in mezzo al mare emerge un alto faraglione e, guardando attentamente verso l’acqua, si può vedere una liana che oscilla al vento e raggiungibile solo a nuoto. La Caletta è un’area selvaggia, pressoché incontaminata. Le sue acque infine creano un gioco di colori tra l’azzurro del mare e il verde degli alberi riflessi, o il rosso del tramonto ligure.
La più grande statua equestre del mondo, nascosta agli occhi dei milanesi e dei turisti, in un anonimo cortile dell’Ippodromo. Una beffa che ha una storia lunga e incredibile.
# Il più grande progetto incompiuto di Leonardo Da Vinci
Ph. davidlouisii IG
C’era una volta un ex-pilota americano della Pennsylvania, idealista, amante dell’arte e ammiratore del Rinascimento. Il suo nome era Charles Dent. Nel 1977 lesse un articolo del National Geographic Magazine sul più grande progetto incompiuto di Leonardo da Vinci, un colossale cavallo in bronzo alto più di 7 metri, una sfida impossibile per le tecniche di fusione dell’epoca.
Le cronache narrano che Leonardo aveva costruito il gigantesco prototipo in argilla all’interno del cortile delCastello Sforzesco. Purtroppo, sul più bello i Francesi invasero il Ducato di Milano, Leonardo dovette abbandonare la città insieme a Ludovico il Moro e i balestrieri nemici, che occuparono il Castello Sforzesco, utilizzarono la spettacolare statua come bersaglio per le loro frecce, distruggendola.
# Il Cavallo di Leonardo nasce in America
Il nostro Charles Dent, affascinato dall’impresa impossibile, decise di realizzare in progetto e avviò una raccolta fondi, che dopo 15 anni raggiunse la somma di 2,5 milioni di dollari. Inoltre, cercò in diversi musei gli schizzi di Leonardo sul cavallo e creò un comitato scientifico di esperti leonardeschi, per completare le parti mancanti. Il suo obiettivo era quello di realizzare la statua e regalarla alla città di Milano, come segno di gratitudine per aver ospitato e fatto lavorare il genio del Rinascimento. Purtroppo, il generoso filantropo non fece in tempo a vedere l’opera compiuta, perché morì nel dicembre del 1994.
Ma per fortuna il progetto continuò con il contributo del proprietario di una grande catena di supermercati del Michigan, Frederik Meijer. Il nuovo benefattore donò i fondi necessari per terminare l’opera (tutta l’operazione costò alla fine più di 6 milioni di dollari), ma chiese alla scultrice newyorkese Nina Akamu (di origine Giapponese), di fare due statue, di cui una per il suo grande parco delle sculture a Grand Rapids.
# La consegna a Milano che lo relega in periferia
Cavallo di Leonardo a Milano
Nel 1999, a 480 anni dalla morte di Leonardo, il colosso equestre in bronzo attraversò l’Oceano Atlantico e fu consegnato dalla “Leonardo da Vinci’s Horse Foundation” al Sindaco Albertini e al suo Assessore alla Cultura Salvatore Carrubba, che, con amara sorpresa degli Americani, lo collocarono in un anonimo cortile dell’Ippodromo, fuori dai percorsi turistici tipici della città e non menzionato nel marketing culturale.
Perché?
Difficile comprendere le ragioni di un gesto così ingrato e irrispettoso verso la generosità degli americani, da parte dell’amministrazione di Milano. Nel 1883, quando i Francesi fecero dono di una statua a New York, per simboleggiare l’affinità valoriale tra Franciae Stati Uniti, gli Americani la collocarono al centro della Baia per salutare le navi dal vecchio mondo: è la Statua della Libertà.
# Perché non metterlo al Castello o davanti alla Centrale?
Molte voci coraggiose hanno perorato negli anni la causa di spostare il Cavallo di Leonardo in un luogo più appropriato, anche per rispondere agli articoli indignati di alcuni giornalisti americani, che stigmatizzarono la scelta delle autorità milanesi. E hanno chiesto di spostare questo simbolo del genio leonardesco nel cortile del Castello, oppure in un parco o una grande piazza milanese, come di fronte allaStazione Centrale, dove possa essere ammirato da tutti. Nonostante ciò, dopo ben 3 sindaci e 7 diversi assessori alla cultura, questo bellissimo simbolo leonardesco, una statua da guinness dei primati (7,20 metri di altezza, 3 piani di una casa) non si trova ancora in un posto che lo valorizzi.
# Il gemello superstar
Una curiosità: il gemello americano del cavallo di Leonardo, che nel Michigan chiamano “the Grand Horse”, ha attratto nel Parco delle sculture di Grand Rapids nel 2010 più di mezzo milione di visitatori. E allora una domanda sorge spontanea: quanto ha perduto la città di Milano, in termini di richiamo turistico ed evocazione della tradizione leonardesca, in questi 25 anni di ingiustificata sottrazione di bellezza?
Fenicotteri a Villa Invernizzi - foto di andrea cherchi (c)
Ci sono alcuni aspetti di Milano che non piacciono neanche a noi milanesi o che semplicemente pensiamo che anche se qualche turista li apprezza, non siano esattamente il meglio che la nostra città ha da offrire. Proviamo dunque a elencare una serie di attrazioni di cui faremmo volentieri a meno.
Le 5 attrazioni turistiche di Milano che i milanesi non amano
#1 Tour del Quadrilatero della Moda
Il quadrilatero della moda di Milano è famoso dagli anni ’80 per essere ilcentro europeo e forse mondiale delle boutique d’alta moda. A parte gli addetti ai lavori della zona e i ricchissimi clienti che vi passeggiano, attira curiosi da ogni dove, che vogliono sentire il profumo del lusso e mischiarsi con vip a passeggio, magari ignorando bellezze architettoniche lì a due passi come gli Archi di Porta Nuova o Palazzo Dugnani.
#2 Ago, Filo e Nodo di Cadorna
L’installazione artistica diClaes Oldenburg e Coosje van Bruggen, di fronte alla stazione dei treni di Milano Cadorna, è stata realizzata nel 2000 come omaggio alla forte produttività lombarda e milanese, nei colori che rappresentano le prime tre linee della metropolitanaM1, M2 E M3. Ogni tanto capita di vedere qualche turista che usa il sito come sfondo per i suoi selfie, ma non abbiamo cronache di milanesi che abbiano fatto altrettanto.
#3 I fenicotteri rosa di Villa Invernizzi
Fenicotteri a Villa Invernizzi – foto di andrea cherchi (c)
Molti ancora non ci credono, ma nel cuore di Milano, da anni, nei giardini di una storica villa milanese passeggiano indisturbati deifenicotteri rosa, per la gioia di bimbi a passeggio con genitori, di turisti estasiati e soprattutto di fidanzati che li usano come eterna scusa per non farsi lasciare dopo una bugia alla fidanzata: “se ti faccio vedere dei fenicotteri rosa, mi perdoni?” (PS l’ho fatto anch’io). Lo spettacolo è assicurato, anche se qui a Milano preferiamo pensare che il posto giusto per vedere un fenicottero sia un lago dell’Africa centrale. In ogni caso, se proprio non potete resistere, l’indirizzo è Villa Invernizzi, via Cappuccini 9, alle spalle di Corso Venezia.
#4 La merda d’artista
Credits: airtribune.it – Merda d’artista
Già il nome non ispira grande simpatia, figurarsi il contenuto. Eppure la Merda d’artista di Pietro Manzoni, nient’altro che una serie di barattoli sigillati dallo stesso nel 1961, rappresenta una forma d’arte provocatoria che negli anni ne ha fatto schizzare il valore artistico e commerciale a svariate centinaia di migliaia di euro. E questo, nonostante nel 2007 il pittore Agostino Bonalumi, amico intimo di Manzoni, abbia confessato che in realtà le scatolette contengono solo gesso. Nel dubbio, comunque, meglio non provare ad aprirle. In fondo anche le zuppe Campbell’s di Andy Warhol si sono trasformate in un oggetto d’arte… Ma almeno contenevano zuppa!
#5 “Il Dito” di Maurizio Cattelan
L.O.V.E., altrimenti nota come “Il Dito”
La scultura dell’artista padovano Maurizio Cattelan, battezzata L.O.V.E. e più comunemente conosciuta con l’appellativo “il Dito”, si trova al centro di Piazza Affari, sede storica della Borsa di Milano. Rappresenta abbastanza intuitivamente una critica al complesso sistema dell’alta finanza italiano e internazionale, di cui la Borsa di Milano è protagonista indiscussa. Forse non è esattamente qualcosa che non piace ai milanesi, e probabilmente è anche una manifestazione di coraggio dell’amministrazione dell’ epoca (Moratti 2010) e della città in generale, che con una vena di ironia e autocritica contesta un sistema di cui è attore principale. Una cosa è certa: a Milano ci sono sculture e statue molto, ma molto più eleganti.
Lo chiameremo Ambrogio? Macché: questi i nomi più comuni per i nuovi nati di Milano
# Non è città per neonati: il nuovo record negativo
Foto di Gigin Krishnan su Unsplash – Neonato
Prosegue il trend in calo dei nuovi nati a Milano. Erano 10.693 nel 2018, nel 2023 si è registrato il nuovo record al ribasso: 9.423. Record che dovrebbe essere battuto nel 2024: nei primi sei mesi sono appena 4.515.
Un calo che si registra sia tra le mamme di cittadinanza italiana (-1,8%) che soprattutto tra quelle straniere (-7,9%).
# Più nati a Porta Venezia e nel Municipio 8
Credits percorsi.casemuseo – Porta Venezia
Tra i quartieri, sono nati più bambini a Porta Venezia- Buenos Aires: 379. Poi ci sono Bande Nere e Villapizzone. Hanno festeggiato appena un nuovo nato i quartieri di Roserio, Stephenson e Cascina Merlata. Considerando invece l’indice di natalità, ossia il rapporto tra neonati e numero di cittadini, le zone più fertili risultano Rogoredo-Santa Giulia, Lambrate-Ortica e Adriano. Tra i Municipi in testa c’è il Municipio 8 con 1.393 nascite, seguito dal 9 e dal 4.
# Ma quali sono i nomi dei bebé di Milano?
Matilde Gioli (Credit: Instagram @matildegioli)
Tra le bambine la spunta per la prima volta Matilde. Seguita da Emma, Sofia, Beatrice e Giulia. Tra i maschi si conferma al primo posto Leonardo, insidiato da Edoardo, Lorenzo, Tommaso e Alessandro.
Sembra ormai cosa fatta. Almeno da quanto trapelato dal Comune di Milano. Il centro verrà “chiuso” anche nei week end con l’introduzione dell’area C a pagamento. La preoccupazione dei commercianti. Foto cover: Muro di Berlino – Ph. PeterDargatz
La prossima mossa: Area C attiva anche nei week end
# Dal 2025 Area C a pagamento anche nei week end: «Il trasporto pubblico è più conveniente»
Credits: www.ansa.it
La nuova mossa anti-auto della Giunta: estendere l’area C a pagamento anche nel fine settimana, scoraggiando così l’ingresso in auto nelle zone centrali da parte chi arriva dalle altre parti di Milano e, soprattutto, da fuori città. La giunta Sala mira ad approvare in Consiglio comunale la modifica sul pedaggio in centro entro fine anno. In questo modo il pagamento del ticket il sabato e la domenica potrebbe iniziare con il nuovo anno. Così motiva la scelta ad Adnkronos l’assessora alla Mobilità del Comune: «È una decisione corretta e giusta, in linea con gli sforzi globali per migliorare la qualità dell’aria e l’ambiente urbano», e precisa: «Voglio sottolineare che la misura non riguarda i residenti. Per chi viene da fuori e ha difficoltà economiche poi è sicuramente più conveniente utilizzare il trasporto pubblico locale rispetto all’auto». Ma non tutti la pensano come lei.
# Critiche da Regione Lombardia: «L’accanimento verso i lombardi che si recano a Milano pare davvero eccessivo»
Credits espansionetv – Area B e Area C
E’ giusto mettere un ticket di ingresso in un’area penalizzando così chi viene da fuori? E se anche le altre zone, paesi o città facessero lo stesso, non si rischierebbe la paralisi? Questo e altro si chiedono cittadini, commercianti e politici che non condividono la scelta del Comune di Milano. Tra le voci più critiche c’è quella di Regione Lombardia: «Il Comune di Milano avrà fatto le sue valutazioni sulle quali non entro nel merito. Parlano però i fatti: a farne le spese saranno ancora una volta i commercianti e cittadini che dall’hinterland e dal resto della Lombardia si spostano verso il capoluogo», dichiara l’assessore regionale ai Trasporti, Franco Lucente, che rincara il punto di vista: «L’accanimento verso i lombardi che si recano sul posto di lavoro e ora addirittura verso coloro che nei weekend si spostano per turismo, mi pare davvero eccessivo».
# Critiche da Confcommercio: «la vera strada da perseguire è una maggiore integrazione del trasporto pubblico locale nell’area metropolitana»
Area B Milano
Anche Confcommercio Milano si è espressa contro la proposta: «Continuare a disincentivare i flussi in entrata in città penalizza le imprese e i commercianti di prossimità. Aumentare i costi per chi lavora ha delle inevitabili ricadute anche sui cittadini», scrive sui social il segretario generale, Marco Barbieri, che lamenta la “miopia strategica” della Giunta di Milano: «La componente straniera è certamente importante, ma non va sottovalutato l’apporto del turismo di prossimità o anche solo le visite dall’hinterland durante il weekend per shopping, ristorazione e intrattenimento».
Il vicepresidente di Confcommercio e presidente di Assomobilità, Simonpaolo Buongiardino, chiede un cambiamento strategico: «Ridurre gli ingressi in Area B e C dovrebbe avvenire attraverso soluzioni alternative, piuttosto che con una penalizzazione economica che colpisce soprattutto i meno abbienti, che questa amministrazione dovrebbe invece tutelare maggiormente. La soluzione, che noi proponiamo, è strutturale: passa per una maggiore integrazione del trasporto pubblico locale nell’area metropolitana, che non è mai stata una priorità per questa amministrazione e solo ora vede miglioramenti con il prolungamento della M4». Ma l’estensione al week end del ticket di ingresso potrebbe non essere l’unica novità in arrivo per Area C.
# La tariffa potrebbe salire fino 10 euro. Non solo: in futuro forse anche per le auto ibride ed elettriche
Area C
Il primo temuto incremento è arrivato passando da 5 a 7,50 euro, al momento sono esentate dal pagamento sono le auto elettriche e ibride con emissioni di CO2 inferiori a 100 g/km, mentre i residenti beneficiano di 50 transiti gratuiti annuali: poi il costo per loro è di 3 euro al giorno. In futuro, secondo l’obiettivo dichiarato dall’amministrazione di ridurre la congestione e l’inquinamento rafforzato dal recente Piano Aria e Clima di recente approvazione, accedere in centro potrebbe diventare ancora più costoso e colpire anche i più virtuosi.
Tra le proposte della maggioranza, con un ordine del giorno all’inizio del 2024, ci sono infatti:
incrementare ulteriormente il ticket di ingresso a 10 euro;
far pagare anche tutti i veicoli ibridi ed elettrici;
estendere l’arco temporale di attivazione delle telecamereoltre l’intervallo attuale 7.30-19.30.
In base all’ultima classifica di Euromonitor, l’Italia piazza quattro città nei primi 25 posti tra quelle più visitate in Europa, Milano è tra le prime 10 guadagnando una posizione rispetto alla rilevazione precedente. Vediamo la classifica completa.
Milano tra le prime d’Europa per arrivi di turisti internazionali
# In base ai dati di Euromonitor è Istanbul la regina del turismo in Europa, scalzata Londra
Alpcem-pixabay – Istanbul
Cambio al vertice in Europa tra le città più visitate dai turisti. In base all’ultimo report di Euromonitor International, l’azienda di ricerca di mercato fondata nel 1972, la regina del turismo è Istanbul. Sono 20,2 milioni gli arrivi internazionali registrati nell’ultimo anno nella capitale turca, segue Londra, nel 2023 al primo posto della graduatoria, con 18,8 milioni e l’altra città turca Antalya, che completa il podio scippando la posizione a Parigi, ne ha visti arrivare 16,5.
# Milano guadagna una posizione rispetto all’anno scorso: dietro a Roma ma davanti a Venezia e Berlino
Classifica Euromonitor 2024 turisti
La medaglia di legno spetta alla Ville Lumiere, che ha invertito le posizioni in classifica con Antalya, con 15,5 milioni di turisti. Si conferma Roma al quinto posto con 9,5 milioni, ne guadagna invece due Barcellona con 7,1 milioni. Al settimo e ottavo posto troviamo Praga e Vienna rispettivamente con 6,8 e 6,6 milioni, entrambe spostate di una posizione rispetto alla rilevazione precedente, la prima in discesa e la seconda in salita. Milano si conferma in top ten, mantenendo sempre 6,6 milioni di turisti ma in miglioramento dalla decima alla nona posizione, confermando ulteriormente il suo cambio di status da meta esclusivamente per il business a meta anche turistica. Chiude la top ten Berlino con 6,3 milioni, l’anno scorso era alla posizione numero dodici, mentre esce Amsterdam che scende di cinque prendendosi la piazza occupata in precedenza dalla capitale tedesca.
# Tante capitali europee dietro alla nostra città
Classifica Euromonitor 2024 turisti
Milanomette davanti tra le altre, in questo ordine di classifica, Atene, Amsterdam, Venezia con 5,6 milioni, Madrid e la quarta città italiana, Firenze con 5,1 milioni di turisti. Tra le città nella top 25 ci sono altre capitali europee: Bruxelles, Budapest, Lisbona, Stoccolma, Copenaghen e Vilnius oltre alla capitale finanziaria tedesca, Francoforte.
#1 Tutti gli edifici efficientati a livello energetico
L’amministrazione comunale ha approntato dei programmi di riqualificazione edilizia in accordo con le imprese edili, le utilities energetiche e il settore creditizio, per garantire a esercizi commerciali e famiglie pacchetti di interventi di efficienza energetica a costo zero.
#2 Gli inquinanti nell’aria ridotti di oltre un terzo grazie all’impiego di materiali fotocatalitici
L’impiego di materiali fotocatalitici è diventato obbligatorio nei lavori di rifacimento del manto stradale e delle facciate. “I materiali fotocatalitici (asfalti, intonaci, calcestruzzi) catturano l’inquinamento dell’aria e, grazie alla luce solare, lo scompongono in innocui nitrati e carbonati, lasciando le superfici sempre pulite. in un decennio la misura ha permesso di abbattere la concentrazione di inquinanti nell’aria di circa il 30%.”
#3 Grazie all’utilizzo dei binari ferroviari la metropolitana di Milano è diventata la più efficiente d’Europa
La città ha messo a disposizione l’infrastruttura ferroviaria urbana per il trasporto commerciale, seguendo gli esempi positivi di città come Parigi, Dresda e Zurigo, così tra Milano e l’hinterland oltre ai rifiuti vengono trasportate anche le forniture destinate ai supermercati e ai centri commerciali, alle officine e ai centri di smistamento dell’e-commerce. I canoni pagati dalle aziende al Comune di Milano per l’utilizzo dei binari ha consentito di potenziare l’offerta di trasporto pubblico dei cittadini rendendo la metropolitana milanese la più efficiente d’Europa.
#4 Il parco orbitale, una cintura verde di 400.000 ettari che dimezza l’isola di calore nei mesi estivi
il progetto di parco orbitale
L’area intorno a Milano è stata trasformata in un parco orbitale con 400.000 ettari di boschi, inglobando quelli esistenti, capace di dimezzare l’effetto isola di calore in città e assorbendo 6 milioni di tonnellate di anidride carbonica l’anno.
#5 I tetti e le pareti dei palazzi sono ricoperte di verde in grado di catturare il 25% del particolato dell’area metropolitana
villa mozart. Foto: Corriere della Sera (c)
Un investimento di 200 milioni finanziato al 70% da privati ha consentito di installare green panel, giardini pensili, tetti e pareti verdi, che sono arrivati a coprire un milione di metri quadri di superfici verticali, soprattutto nelle periferie, dove l’edilizia ad alta intensità abitativa mette a disposizione ampie superfici verticali e consente un impatto economico significativo in termini di risparmio ai suoi residenti. Il risultato più rilevante sarà la riduzione de 25% del particolato dell’area metropolitana milanese corrispondenti a 1.000 tonnellate di polveri sottili l’anno. Oltre a questo le isole verdi hanno creato un ambiente ideale per le attività ristorative stimolando la ripresa economica nei quartieri più colpiti dalla crisi.
#6 L’assistenza sociale viene fornita da una rete di cooperativa
L’infrastruttura di assistenza pubblica viene gestita da una rete di cooperative che offrono “un’opportunità di riqualificazione professionale alle categorie a maggiore rischio di povertà, emarginazione e criminalità.” Tutto questo è a “beneficio dell’intera comunità, perché mettendo a sistema i fondi nazionali e quelli comunitari per il contrasto al disagio sociale il servizio comporta un esborso estremamente contenuto per le casse comunali.”
#7 Il paesaggio dell’area metropolitana si è trasformato, con fotobioreattori e vasche per la produzione di microalghe, bioraffinerie e fattorie verticali
credits: corriere.it
“I fotobioreattori sono destinati alla purificazione dei gas di scarico di origine industriale, da cui estraggono fino al 90% della CO2 e degli inquinanti a un costo compreso tra 1 e 8 dollari la tonnellata. Nel complesso, grazie ai fotobioreattori, la Regione Lombardia ha tagliato del 20% le emissioni industriali rispetto al 2020. Le vasche, invece, vanno ad alimentare una filiera innovativa: quella della carne ecosostenibile, mentre numerosi capannoni in stato di abbandono sono stati trasformati in fattorie verticali.”
#8 La riqualificazione stradale con vernice bianca porterà alla riduzione di 200 milioni di tonnellate di anidride carbonica
asfalto bianco, Los Angeles
Grazie a un ambizioso programma di riqualificazione stradale la Regione Lombardia ha pianificato di ridipingere di bianco 30.000 km di autostrade e strade extraurbane. Con questa operazione dovrebbe produrre un effetto pari alla rimozione dall’atmosfera di 200 milioni di tonnellate di anidride carbonica.
#9 Rho Fiera trasformato nel riferimento mondiale per prodotti e servizi ecourbani
Il polo fieristico di Rho è diventato il punto di riferimento globale per i prodotti e i servizi ecourbani, mentre decine di startup hanno conquistato nicchie di mercato ad alta redditività: arredi urbani, green design, macchinari per la gestione del verde urbano di nuova generazione.
#10 Le università sono diventate hub di start up e di centri di ricerca di livello mondiale
Il Politecnico di Milano collabora con il mondo imprenditoriale a decine di progetti, che spaziano dalla Carbon Capture and Storage all’idrogeno, dalle batterie di nuova generazione a dispositivi avanzati per il risparmio energetico. Recentemente ha brevettato il primo ciclo industriale al mondo capace di produrrejet fuel carbon-neutral a prezzi di mercato.
65 anni fa usciva uno dei capolavori cinematografici di Dino Risi, “Il vedovo”, film che, come protagonisti, proponeva la coppia artistica d’acciaio costituita dal romanaccio Alberto Sordi e dall’elegante milanese Franca Valeri.
“Il Vedovo”: la “black comedy” milanese con Alberto Sordi e Franca Valeri
# Milano con la Torre Velasca al centro della trama
Credits: @milanocityitalia IG
Questa pellicola (datata appunto 1959) vede al centro della trama la città di Milano, in particolare la Torre Velasca, che allora rappresentava un nuovissimo colosso, simbolo del progresso e dello slancio verso il futuro che voleva dimostrare la metropoli meneghina. Ne “Il vedovo”, il commendatore Alberto Nardi (Sordi) è un megalomane sposato con la ricca Elvira Almiraghi (Valeri), donna d’affari di successo, che tratta il consorte come un emerito cretino. I due abitano proprio in un appartamento nella Torre Velasca, testimone del loro bislacco rapporto, caratterizzato dal nomignolo “cretinetti” che la moglie da ripetutamente al marito.
# La presunta morte di Elvira
Di Utente:Pakdooik – autoprodotto, Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=3925005 – Il Vedovo
Nardi non ha voglia di lavorare, si atteggia ad industriale rampante, senza averne capacità e buon senso. Quando viene a sapere che il treno su cui viaggiava (anzi, doveva viaggiare) la moglie ha avuto un grave incidente e che la carrozza su cui sedeva la consorte è stata scaraventata in un lago, capisce che è arrivata la grande occasione per riscattare una vita mediocre con il denaro della moglie. Godibile è il frangente, tra la notizia dell’incidente e il colpo di scena, quando lui fantastica su progetti megalomani, che gli permettano di fare la bella vita.
# Il ritorno della moglie e il goffo progetto per ucciderla
Peccato che all’improvviso appaia la moglie, che in realtà su quel treno, per un fortunato disguido, non è mai salita. All’ennesimo “cretinetti” di Elvira, Alberto orchestra un goffo progetto, con improvvisati e improponibili complici, per far fuori la consorte, facendola cadere nel vuoto nella tromba dell’ascensore, creando apposta un guasto meccanico. Peccato (si fa per dire) che alla fine il progetto criminale abbia un prevedibile risvolto, visto che a cadere e a sfracellarsi nella tromba dell’ascensore, sia proprio il marito.
# Per la prima volta utilizzato il termine “black humour”
Locandina “Il Vedovo”
Dicevamo di Milano e della Torre Velasca, protagoniste assolute di una pellicola che, attraverso la logica della commedia più azzeccata, vuole anche raccontare le goffe disavventure di chi vuole arricchirsi senza avere né arte né parte. Fu la prima volta che in una critica cinematografica venne utilizzato il termine “black humour”, che offrì una sfumatura grottesca alla commedia stessa.
# Il remake e le due scene tagliate dalla censura nel primo film
Locandina “Il Vedovo”
Nel 2013 ci fu anche un remake della pellicola del 1959, con il film “Aspirante vedovo” (con Fabio De Luigi e Luciana Littizzetto). Anche qui Milano è protagonista (anche se in concorrenza con il Piemonte e la Valle d’Aosta), con immagini dove troviamo Piazza Alvar Aalto e il quartiere Isola.
Nella versione (certamente più azzeccata) di Sordi e Valeri, oltre alla Torre Velasca (loro abitano al 19° piano) troviamo anche Piazza della Scala, che ospita la banca in cui Alberto chiede un prestito per mettere una pezza ai propri pasticci, ricevendo l’ok dell’istituto finanziario, a patto che vi sia la firma della moglie.
“Il vedovo” conobbe anche la scure della censura, visto che vennero tagliate due scene: quella in cui un prete viene pizzicato a bere un bicchiere di vino in concomitanza di una cerimonia funebre e quella in cui di Franca Valeri, con una battuta, da della “sciocchina” alla figura di Anita Garibaldi.
Ricordiamo che nella Torre Velasca sono stati girati altri due film (“Milano calibro 9” e “Durante l’estate”), e la serie televisiva promossa da Stefano Accorsi “1992”.
L’efficienza dei treni svizzeri è conosciuta in tutto il mondo. Un imprenditore italiano trasferitosi nel territorio elvetico tramite il suo canale youtubeci ha mostrato alcuni viaggi a bordo delle ferrovie della confederazione. Vediamo alcune best practice che si potrebbero importare nel nostro Paese.
Viaggiare con il treno in Svizzera: le cose migliori da importare in Italia
#1 Divieto di fumo in banchina
Divieto di fumo nelle stazioni svizzere
Nelle stazioni ferroviarie svizzere è vietato fumare anche in banchina. C’è solo un piccolo angolo per fumatori prima di accedervi, dove è possibile spegnere le sigarette e buttare i mozziconi.
#2 Sulla macchinetta dei biglietti c’è la mappa dei trasporti
Macchinetta di biglietti con mappa dei trasporti
Anche nelle stazioni più piccole le macchinette per acquistare i biglietti sono tutte funzionanti ed è presente la cartina con tutti i trasporti ferroviari in modo da poter scegliere l’itinerario migliore.
#3 Indicazione dell’esatto posizionamento delle carrozze di prima e seconda classe per i treni in arrivo
Indicazione carrozze di prima e seconda classe
Nel display in banchina che riporta i treni in arrivo vengono segnalate la carrozze di prima e seconda classe e la loro effettiva posizione all’interno del convoglio.
#4 Il cestino dei rifiuti all’ingresso del treno
Cestino rifiuti ingresso treno
Saliti a bordo del treno, appena oltre la porta, sono presenti i cestini dei rifiuti per la raccolta differenziata.
#5 Il display con indicazione delle fermate accanto alla porta
Display viaggio ingresso treno
Sempre all’ingresso, sopra i cestini dei rifiuti, è installato un display lcd che mostra il percorso del treno con la fermata attuale, quelle successive e il capolinea con relativi orari di arrivo, cosa che rende i treni più simili a una metropolitana.
# Pulizia e puntualità
Pulizia stazioni svizzere
Un capitolo a parte riguarda la pulizia di treni e delle stazioni, oltre alla proverbiale puntualità del servizio ferroviario. Nonostante la Svizzera si trovi a soli 50 chilometri da Milano, per i treni e le stazioni sembriamo lontani anni luce. Soprattutto considerando che gran parte di questi servizi sono a basso costo e richiedono solo più cura e attenzione per chi viaggia.
#1 I tram sono maschili, gli autobus sono femminili
Credits mezzi_di_milano IG – Bus Atm
Come in tutte la altre città sia i tram che gli autobus vengono identificati da un numero. A Milano però c’è una particolarità. Se il numero lo si dice al maschile significa che si tratta di un tram, se è al femminile è un autobus. L’1 è un tram, la 61 è un autobus. Autobus femminile? Sembra un’assurdità, ma la ragione è che in origine gli autobus contrassegnati di lettere e non da numeri come i tram. L’articolo femminile è rimasto anche quando la lettera è stata sostituita dai numeri.
Nei tram c’è un numero scritto davanti in alto e ripetuto su un lato e dietro, serve a identificare la linea. Ma sotto, davanti e sul posteriore c’è un altro numero a caratteri cubitali. E’ il numero di matricola dei vecchi tram. Anche se è inutile è scritto così grande che c’è chi lo confonde con il numero di linea.
#3 Attenzione ai numeri doppi
Le circolari hanno numeri doppi: 90/91. Si chiamano così, con entrambi i numeri. Poco importa se si prende la 90 o la 91, si dice la “90/91”. Una corre in senso orario e l’altro in senso antiorario nel tragitto da viale Isonzo a piazzale Lotto. Bisogna fare attenzione perché passano sulla stessa via ma se sbagli puoi finire sul versante opposto della città.
#4 Abbiamo anche la filovia!
Linea 91
La 90/91 ha un’altra stranezza, oltre ad avere il numero doppio. Insieme alla 92/93 sono le filovie di Milano. Per non farci mancare nulla la filovia la dovevamo mantenere. Se ci pensate non ha senso: o metti il tram o metti l’autobus.
#5 La metro 5 è più vecchia della metro 4
credit: mobilita.org – Linea Lilla
Spostiamoci sottoterra, parliamo di metropolitane. A Milano siamo così veloci che abbiamo inaugurato la M5 ben 7 anni prima della linea quattro. La prima infatti ha aperto nel 2015, la seconda nel 2022 e solo per 6 fermate da Dateo a Linate Aeroporto.
I treni suburbani prima di arrivare a Milano sono dei normalissimi treni, poi appena entrano in città si trasformano in un passante, diventano un servizio metropolitano grazie alle diverse linee che passano lungo quel tratto binari. Quando escono dalla città tornano ad essere uno dei milioni di treni che circolano nel mondo.
#7 La magia raddoppia sul passante: molti viaggiano gratis
Tornelli passante
A differenza della metropolitana, nel passante il controllo dei biglietti e degli abbonamenti è totalmente assente, soprattutto nel tratto urbano. Nessun controllo ai tornelli, facilmente scavalcabili e spesso nemmeno chiusi, né in ingresso né in uscita. Rari sono anche i controlli del titolo di viaggio da parte dei controllori a bordo del treno.
In via dei Giardini, originariamente chiamata così per i lussuosi giardini privati dei palazzi che si estendevano tra via Manzoni e Borgonuovo, vi è il Giardino Perego, il parco urbano più piccolo di Milano.
Il parco urbano più piccolo di Milano nascosto tra i giardini lussuosi delle grandi ville
# Uno dei pochi superstiti dei giardini di Borgonuovo
Credits: @newyork_73 Giardino Perego
Il giardino fu realizzato alla fine del Settecento su volontà della famiglia che gliene dà il nome, i Perego di Cremnago. Si tratta di uno dei pochi superstiti dell’oasi verde che si era creata intorno al XVIIIsecolo per lo svago dei nobili che abitavano la zona. Ai tempi, infatti, ogni famiglia aveva commissionato un giardino adiacente al propriopalazzo, e così fece la famiglia Perego. L’abitazione di quest’ultimi risaliva al Cinquecento, ma durante la Seconda Guerra Mondiale è stata completamente distrutta a causa dei bombardamenti.
# Un giardino all’inglese
Tornando al giardino, dopo aver commissionato i vialetti, una grande serra neogotica e la peschiera centrale. Già agli inizi dell’Ottocento la famiglia Perego cambiò idea e chiese a Luigi Villoresi di riprogettare il parco col nascente gusto romantico all’inglese. Le nuove collinette, radure e il corso di una roggia, la Molinara, cambiarono completamente aspetto al giardino. Con la costruzione della nuova Stazione Centrale, nel 1925, i collegamenti stazione-centro avevano portato alla distruzione di gran parte dei giardini di Borgonuovo, in favore di un nuovo sistema di vie che agevolava il raggiungimento del centro dalla stazione. Nel 1940 anche il superstite Giardino Perego vide le sue dimensioni ridotte, il Comune di Milano si accordò infatti con la famiglia proprietaria per la vendita di parte del parco da destinare a sede stradale. Allo stesso tempo, però, il Comune aveva acquistato parte del giardino da rendere pubblico.
# il dio dei giardini e della frutta
Credits: @newyork_73 Giardino Perego
Con i suoi 4183 m2, che paragonati ai 39 ettari del Parco Sempione sembrano nulla, il Giardino Perego è considerato il più piccolo parco pubblico milanese. Nonostante in passato vi erano molte statue che abbellivano la proprietà dei Perego, ancora oggi passeggiando è possibile vedere un’opera tardo settecentesca, la statua del Vertunno, dio dei giardini e della frutta. Nel parco vi sono chioschi e bar, presenti sia come strutture fisse che mobili, ma anche un’area giochi per i bambini. Non manca, inoltre, una zona dove poter fare attività fisica. In poche parole, nonostante la sua piccolezza, il Giardino Perego è un luogo perfettamente funzionale dove poter trascorrere un pomeriggio nel verde. Ciò che lo differenzia dai grandi parchi urbani della città è sicuramente la tranquillità che in esso si respira.
Il super attico, per anni dimora di Maurizio Gucci e di sua moglie Patrizia Reggiani prima di trasferirsi nella casa di via Palestro, dove poi è avvenuto il suo omicidio, è rimasto sul mercato quindici anni prima di essere venduto. Ma chi è il ricco compratore? E cosa sta succedendo ora nella casa e sul mercato extra lusso di Milano?
Il “Super-attico” dei record e i tre appartamenti con il prezzo più alto in vendita a Milano
# Un appartamento così lussuoso da fare invidia alle ville californiane
credits: corriere.it
Una location da sogno nella centralissima Piazza San Babila, all’angolo tra Corso Vittorio Emanuele e Corso Europa, con vista panoramica su tutta Milano. Questi i numeri dell’appartamento più caro di Milano: una valutazione oltre i 20 milioni di euro,1.770 mq, 3 piani, di cui uno con ben 37 finestre, costi di gestione, manutenzione e spese condominiali tra i 50.000 e i 100.000 euro all’anno.
Al secondo piano un immenso terrazzo, l’ultimo con un tetto di 800mq che ospita un giardino, una piscina, una cucina e un bar.
# Il nuovo proprietario del mega attico in San Babila
credits: gabbsullespine Ig
Il nuovo proprietario del mega attico è il magnate Rishal Shah, fondatore e proprietario della società Jekson Vision, una multinazionale specializzata nel controllo e nella tracciabilità dei farmaci. Si è fatto avanti a poche settimane dalla decisione del giudice di mettere l’appartamento all’asta, dopo che per quindici anni l’appartamento era rimasto invenduto. Si è presentato senza l’intermediazione di un agente immobiliare, come dichiarato dall’avvocato Giuseppe La Scala che ha seguito la vicenda giudiziaria dell’immobile insieme colleghe Nadia Rolandi e Valeria Bano.
L’acquisto è stato perfezionato nel 2022, non si sa a quale cifra, con la conclusione definitiva dell’affare e la firma anche per il decimo e l’undicesimo piano a termine dei lavori di ristrutturazione del proprietario precedente.
# Il prezzo esorbitante e una serie di grane legali avevano lasciato la casa sul mercato per anni
credits: corriere.it
Quali sono i motivi per cui la casa è rimasta così tanti anni sul mercato? In primis il suo costo esorbitante, un ostacolo non da poco, poi la serie di grane legali che lo hanno accompagnato per diversi anni. Circa quindici anni prima un imprenditore edile piemontese ristrutturò l’intera unità immobiliare, ma presto gli appartamenti furono pignorati per il mancato pagamento del mutuo e delle spese condominiali.
# Le prime liti con i vicini
Credits fanpage – Pergolato attico San Babila
I problemi non sono mancati nemmeno al nuovo proprietario. Appena pochi mesi dopo averci messo piede dentro ecco le prime “liti” condominiali. Le aziende con sede nel palazzo e una decina di famiglie appartenenti all’altissima borghesia milanese hanno fatto pervenire il loro disappunto a seguito della costruzione al decimo piano di un pergolato in legno il cui soffitto è divenuto pavimento per un balcone “improvvisato” del piano superiore. Ma ora che è stato venduto, quali sono gli appartamenti con il prezzo più alto tra quelli che sono in vendita a Milano?
Gli appartamenti più costosi ancora sul mercato
#1 Appartamento in via San Damiano da 8 milioni di euro
Idealista – Appartamento via San Damiano
L’appartamento più costoso al momento si trova via San Damiano, al terzo piano di uno storico edificio con una superficie di 300 mq, 7 locali, 2 bagni. Si compone di doppio ingresso, ampio salone, cucina abitabile, sette camere, studio, cinque bagni di cui due interno alle camere, lavanderia e cantina. In vendita da qualche anno al prezzo di 8 milioni di euro.
#2 Dimora in Corso Magenta dal valore di 6,5 milioni di euro
immobiliare.it – Sotheby’s
Nel cuore di Corso Magenta c’è una dimora di due piani con una superficie interna di 300 mq. Il piano terra affaccia sul giardino e sono presenti 3 ingressi. Al piano terra anche la zona notte con master bedroom, doppia cabina armadio e bagno con sauna, e altre tre camere. Nel piano interrato di 115 mq una camera e bagno per ospiti, sala cinema e palestra, cantina climatizzata per vini. A questo si aggiunge box a doppia altezza meccanizzato. Spese condominiali pari a 1.100 euro. Il prezzo d’acquisto è di 6,5 milioni di euro.
#3 Villa in zona Washington da 5,5 milioni di euro
immobiliare.it – Villa Milano
In zona Washington c’è in vendita una villa d’epoca, dell’inizio del’900, con giardino esclusivo di 500 mq. La proprietà si sviluppa su 4 piani, per una superficie pari a 600 mq.
La quotazione è di 5,5 milioni di euro.
Il Ciaparatt, el Ranee, el Brumista e… : gli antichi milanesi da rilanciare a Milano
#1 Il ciaparatt
i ciaparatt dell’ortica. Fonte: Milano scomparsa
Letteralmente Colui che acchiappa i topi. Va a ciappà i ratt, in dialetto milanese, significa: togliti dai piedi e, se proprio non sai cosa fare, vai a cacciare i topi!
Questa espressione tornò di moda nel 1929, quando a Milano fu organizzata un’importante operazione di derattizzazione. Il numero di roditori che infestavano la città e che mettevano i milanesi a rischio di tifo era talmente alto che vennero messi in palio premi in denaro per incoraggiare la gente a catturare i ratt. Da lì l’espressione deratizzare e la più professionale sfumatura del significato del detto: se per far denaro non sai fare altro, vai almeno alla caccia dei topi!
Possibilità di successo oggi: basse.
#2 El ranee
Colui che prende le rane. E le vende, ancora vive, alle sciure milanesi che vogliono preparare un bel risott coi rann. Quello del ranee era un mestiere stagionale molto diffuso: catturava le rane nei corsi d’acqua attorno a Milano e passava per le strade cittadine a venderle. A Milano le rane erano considerate una prelibatezza.
Oggi: si sta riscoprendo il settore alimentare e i consumi a chilometro zero. Possibilità di successo: medie.
#3 El brumista
Cioè l’autista di carrozze, o meglio delle vetture pubbliche, progettate sullo schema della carrozza, con il cocchiere seduto a cassetta, che iniziarono a circolare dal 1830 circa. Il nome deriva da “brum” che era il lume posizionato sopra le carrozze per illuminare la strada. I milanesi pensarono bene di ribattezzare il veicolo Brumm e il conducente Brummista.
Oggi: non esistono limitazioni per il trasporto pubblico non di linea. Il servizio taxi non ha subito nessuna modifica, perché l’attività svolta è considerata esigenza lavorativa. Con la crisi dei mezzi pubblici e l’esigenza di avere trasporti a zero emissione, i brumisti potrebbero diventare una nuova moda, come i monopattini. Possibilità di successo: basse.
#4 El caffettee del caffè del genoeucc
Cioè il venditore di caffè del ginocchio. Posizionato in piazza del Duomo con il suo trespolo su ruote, un ambulante vendeva caffè caldo agli operai che andavano o tornavano dal lavoro e che non avevano abbastanza spiccioli per bersi il caffè al bar.
Un caffè di dubbia qualità, visto che era ricavato dai fondi recuperati nei bar vicini, scaldato e poi spillato, ma andava a ruba.
E l’espressione delgenoeucc (del ginocchio), cosa significa? Per qualcuno deriva dal fatto che la spillatrice era posizionata talmente in basso nel trespolo, che l’ambulante doveva inginocchiarsi. Per altri deriva, invece, dal fatto che gli avventori poggiavano la tazzina sul ginocchio, seduti sui gradini del Duomo.
Oggi: in epoca di crisi potrebbe prosperare. Possibilità di successo: medie.
#5 El giasee
Cioè il venditore di ghiaccio che girava con un carretto pieno di pani di ghiaccio, lunghi quasi un metro. Il ghiaccio era necessario per le ghiacciaie, dove si conservavano i cibi prima dell’avvento dei frigoriferi. Le ghiacciaie erano contenitori di zinco dove si inserivano, e periodicamente cambiavano, i blocchi di ghiaccio.
Oggi: con il boom dell’asporto potrebbe costituire un business interessante. Possibilità di successo: basse.
#6 El gambaree
Cioè il venditore di gamberi che, nel caso di Milano, erano pescati nel Lambro. L’ambulante girava per le strade gridando L’e’ quel di gamber salad e boni oppureL’è quell di gamber pescaa in del Lamber.
Oggi: come per ranee anche il gambaree potrebbe affermarsi come moda a chilometro zero. Anche se forse manca la materia prima. Possibilità di successo: basse.
#7 El cadregatt
O el cadreghee, che era il riparatore di cadreghe, cioè di sedie impagliate. Girava per le strade in bicicletta portandosi con sé gli attrezzi del mestiere come la pialla, il martello, i chiodi, la sega e la paglia e, fermandosi a richiesta si dedicava alla riparazione delle sedie usurate o rotte.
Oggi: in un Paese in cui nessuno molla la cadrega, benché scassata? Possibilità di successo: alte.
Da leggere anche l’arte antica dellaliuteria, oggi riscoperta.
Sì, va bene, le vacanze piacciono a tutti. Non voglio dire che a Milano si stia meglio che stesi sul bagnasciuga di una remota spiaggia tropicale. Però alla fine fa piacere tornare in città. Non sempre, ma a volte sì. C’è qualcosa di confortevole nella routine della quotidianità a cui non si è mai disposti a rinunciare del tutto. E poi in vacanza ci sono un sacco di cose fastidiose.
Quello che ti fa venire voglia di tornare a Milano di corsa dalle vacanze
#1 Lo strascicamento delle ciabatte in spiaggia
Ciac ciac ciac. E non solo in spiaggia. Al supermercato, al bar, lungo le vie del centro, persino nei ristoranti. Se quel rumore non ti urta i nervi ti invidio.
#2 La sabbia nel costume, nei calzini, tra i capelli, nel cellulare, nel letto…
In foto la sabbia è bellissima. E più è fine più è bella. Però quando si insinua in ogni pertugio della tua valigia e della tua abitazione diventa uno scrub categorico.
#3 La salsedine nei capelli
Ok, funziona meglio del gel. Però poi i nodi vengono al pettine.
#4 La lentezza diffusa
La moviola va bene solo per il Var.
#5 La connessione wifi
Internet è diventato più importante del bidet. Lo dimostra il fatto che se nel luogo di villeggiatura non c’è il bidet, la mancanza viene vissuta come qualcosa di esotico. Quando manca il 4g invece sono urla e pessime recensioni su tripadvisor.
#6 Gli automobilisti
Ognuno si affeziona al proprio traffico. Si chiama sindrome di Stoccolma.
#7 Gli aperitivi miseri
La differenza tra un aperitivo fatto come Dio comanda e uno fatto dal primo ragazzino assunto per la stagione estiva è irrilevante solo per chi beve gin lemon.
Credit: voloscontato.it
#8 Le feste di paese
Per chi è abituato ai concerti a San Siro, al Fuorisalone, agli opening super glam, è dura entusiasmarsi per il live in piazza dei Dik Dik.
#9 Le foto delle vacanze (anche le proprie)
Rivivere ogni giorno, ogni ora cronicamente sui social il trauma di visionare le fotovacanze.
#10 Il divano (casa propria)
Dove c’è divano c’è casa. Il motivo principale per tornare a Milano.
I 5+1 segnali inconfondibili per riconoscere i milanesi in vacanza
#1 In spiaggia come all’aperitivo al Bar Basso
laura6-pixabay – Cellulare in spiaggia
La spiaggia. Il luogo dove resto del mondo svacca o si rintana sotto l’ombrellone per chi è di Milano è come un palcoscenico. Sente addosso i riflettori e gli sguardi di tutti. Unico mantra: fare bella figura. Qualunque cosa faccia la fa con cura, anche passeggiare sul bagnasciuga con stile e classe. Sempre sul pezzo.
#2 Trasforma ombrellone e sdraio in un piccolo regno
Credits spiaggia_la_fortezza IG – Spiaggia la Fortezza
Crema multiprotezione a destra e cellulare a sinistra, tablet al centro. Sceglie il lido a pagamento per stare lontano dalla folla. Si cuoce sotto il sole e sta in disparte, fa pausa pranzo con chicchi d’uva fresca. Il resto del mondo urla. Lui/lei sta su un altro pianeta. Date a chi è di Milano anche un piccolo fazzoletto di terra e lo trasformerà nel suo regno.
#3 Cena nel “suo” ristorantino
Credits viaggioperdue IG – Ristorante da Claudio
Poche ore e chi è di Milano è già a casa sua. Ovunque. Ogni ristorante diventa il “suo” ristorante preferito, con tavolo esclusivo, savoir faire con il personale, possibilmente tavolo vista mare o in saletta riservata. Mi raccomando il mio Vermentino ghiacciato, il plateau di crudi di mare che sono fotonici, te li raccomando, te li consiglio, io qui sono di casa.
#4 Jogging serale
pixabay-NoName_13 – Jogging spiaggia
La regola inconfondibile dei milanesi: non si stacca mai. Soprattutto nelle attività sportive. Nuoto ok, ma soprattutto jogging serale con pantaloncini aderente, maglietta aderente, fisico tonico. Viene istintivo strizzarsi nel pareo dello scorso o anno, sia mai si intraveda quella manciata di etti in più. Che comunque chi è di Milano sa portare con classe.
#5 Shopping: lo sguardo della tigre
gonghuimin468-pixabay – Shopping
Copricostume bianchi ricamati, sembrano nuvole che camminano sui sandali minimal chic. Poi c’è lo sguardo. Quando cammina per le stradine del borgo, lo sguardo unico di chi viene da Milano: altri osservano le vetrine con curiosità e disincanto, chi è di Milano ha gli occhi felini del predatore, sempre in cerca dell’affare o di qualcosa di speciale. Se piace un oggetto basta un accenno con l’indice e si procede fulminei. Se non piace, si allontanano con un mezzo sorriso, che non si capisce se è davvero un sorriso o una mal celata forma di disgusto.
#5+1 Il rientro: più strada si è fatta meno fatica si mostra
Foto redazione – Aeoporto Linate
Praticamente una to do list tramandata nei secoli: in aeroporto almeno 2 ore prima, due valigie nere e zainetto alla moda, cappellino paglia, occhialoni XXL. Coppie, famiglie. Poi spariscono. Li rivedi sorridenti a Milano, secondo la regola aurea: più strada si è fatta meno stanchezza e disfacimento si deve mostrare.
Milano nei prossimi anni vedrà crescere l’estensione della sua rete metropolitana del 34% con 38 nuove fermate. Non sarà però ancora sufficiente per un servizio alla pari delle altre metropoli europee come Londra, Parigi, Madrid o Berlino. Vediamo come si potrebbe aumentare il numero di linee senza troppi investimenti.
Le 4 nuove linee della metro che ci sarebbero a Milano utilizzando i binari delle ferrovie
# Le ferrovie delle linee suburbane trasformate in metropolitane fino ai primi paesi dell’hinterland
Si potrebbe mutuare il progetto “Metrovia” di Roma che ha ipotizzato di riutilizzare le infrastrutture ferroviarie che attraversano la Capitale per adeguarle a servizio metropolitano. A Milano si potrebbero utilizzare i binari delle linee suburbaneattestando il servizio delle linee S ai limiti o poco oltre i confini comunali e realizzando binari ad hoc da affiancare alle nuove linee metropolitane se e dove fosse possibile. La frequenza dei treni dovrebbe allinearsi a quelle delle linee già in esercizio e i treni regionali e suburbani che si attestano ai limiti della città aumenterebbero la loro efficienza perché si fermerebbero fuori Milano.
La linea S1 Saronno-Lodi nel tratto tra la Stazione di Rogoredo e Quarto Oggiaro potrebbe diventare la linea M7, la M6 nel PUMS è prevista per la tratta Certosa-Ripamonti, con 7 fermate intermedie, prevedendo l’interramento dei binari dell’alta velocità da Rogoredo a Centrale FS.
#2 M8 Cadorna Fs-Quarto Oggiaro/Novate Milanese
Credits arbalete-wikipedia.org – S3
La linea M8 correrebbe sulla linea S3 Saronno-Cadorna, nel tratto urbano, con 5/6 fermate intermedie più altre da realizzare lungo il tracciato con capolinea a nord Quarto Oggiaro o Novate Milanese e a sud nella stazione di Cadorna.
#3 M9 Cadorna Fs-Cormano/Cusano Milanino
Credits Emanuele Lorenzo Corti-wikipedia.org – S4
Sui binari della linea S4, da Camnago a Milano, si potrebbe istituire la linea M9con fermate intermedie dopo Cadorna Fs a Domodossola M5, una nuova alla Ghisolfa, poi Bovisa, Affori M3, Bruzzano e capolinea a Cormano/Cusano Milanino.
#4 M10 Circle Line Rho-San Cristoforo M4/Corsico
Credits: wikipedia.org – Circle line Milano
Sulla infrastruttura ferroviaria della linea S9 la Albairate-Saronno verrà affiancata dalla circle line, con treni a servizio metropolitano e cadenza ogni 15 minuti, con il tracciato che proseguirà sul percorso delle altre linee provenienti dal passante per giungere al capolinea di Rho Fiera. Per avere una vera circle line metropolitana, anche se parziale perché per chiudere l’anello a ovest mancano i binari, la linea S9 andrebbe attestata a San Cristoforo M4 o Corsico a ovest e a Lambrate est. In questo modo si potrebbe dedicare l’infrastruttura urbana per la nuova linea metropolitana M10 dal capolinea ovest a Rho Fiera intercettando tutte le altre linee metropolitane e con una frequenza media di 3-4 minuti.
# “Mai prendere Milano da milanese, sempre da straniero. Diventa una città godibilissima. Viverla senza la fretta e i rituali tipici (prenotare posti in largo anticipo, programmare incontri a distanza di settimane, il mood lavorativo calvinista ecc). Per il resto è comoda, servita, piccola, pianeggiante. Un relax” (da Bruno Giurato)
Credits valentina_stangalino IG – Come turisti a Milano
# “Andare in ferie a luglio e lavorare ad Agosto per godersi la città.” (da Daciana G.)
Milano ad Agosto
# “Non andare all’Esselunga all’ora di pranzo il sabato” (da Alexia Conte)
Credits kappaelleemme IG – Esselunga
# “Fatturare il giusto!” (da L. Lepolì)
il dogui, il principe, (anche se non era di Milano)
Non è solo la più bella tra quelle più vicine alla nostra città ma anche «la più bella in Italia», in base alla selezione fatta sul database di Google Maps da un noto sito di ricerca di case vacanza. Vediamo perché ha ottenuto questo risultato.
La «spiaggia più bella» tra quelle più vicine a Milano
# A Sestri Levante la spiaggia più bella d’Italia
Credits giuseppe.sutera_ IG – Baia del Silenzio
Il motore di ricerca per case vacanza Holidu, ha selezionato nel database di Google Maps, le spiagge, i lidi, le cale e le baie con un punteggio superiore alle 4 stelle che hanno ricevuto almeno 100 recensioni. La popolarità delle Cinque Terre premia la Liguria, tra le destinazioni preferite per le vacanze da italiani e stranieri, mettendo al primo posto la Baia del Silenzio di Sestri Levante: è la spiaggia migliore d’Italia grazie alle oltre 13 000 recensioni e un punteggio medio di 4,6 su 5, davanti alla Scala dei Turchi in Sicilia e la Spiaggia La Cinta in Sardegna.
# La Baia del Silenzio è caratterizzata da sabbia fine e dalle tipiche case colorate liguri che la incorniciano
Credits gianbadaracco IG – Baia del Silenzio al tramonto
La Baia del Silenzioè un luogo incantevole incorniciato dalle tipiche e coloratissime case liguri, ma anche da importanti edifici storici, che rendono il paesaggio ancora più caratteristico. La baia si contraddistingue per la sua sabbia fine e dall’essere separata tramite una penisola da un’altra baia, la “Baia delle Favole”. Questa località ha molte attrattive da offrire ai turisti come eventi culturali e ristoranti dove provare le specialità culinarie locali, oltre naturalmente a un panorama mozzafiato.
L’attuale centro storico della città ricalca l’area dell’antica Mediolanum, di cui ancora sono rimasti dei resti. Alcune vie hanno mantenuto lo stesso tracciato. Vediamo come si chiamerebbero se fossimo ancora nell’epoca dell’Impero Romano.
Mappa della Milano Romana: come si chiamavano le vie di oggi ai tempi dell’antica Roma?
# L’antica Mediolanum coincideva con l’attuale centro storico
Mappa centro Milano
Nella mappa della Milano Romana, Mediolanum, nella configurazione tra il III e V secolo D.C., ci sono ancora alcune delle attuali vie principali presenti durante l’Impero Romano. Ad esempio corso Garibaldi, corso Venezia, corso Magenta, corso di Porta Ticinese, corso di Porta Romana. Ma vediamo come si chiamavano nel passato.
# Da via Severiana Augusta a Porta Comacina
Come sarebbe stata la “Milano Romana” ai giorni nostri? Ecco le principali vie e luoghi della città con i nomi originari:
da “Arcus”, la Porta Romana in piazzale Medaglie d’oro, partiva la via Porticata che portava all’interno della Città Repubblicana: si tratta dell’attuale Corso Di Porta Romana che diventa il Decumano in direzione del Foro
il Decumano prosegue nei pressi di Piazza Affari, dove sotto il Palazzo Mezzanotte sono conservati i resti del teatro Romano. su via del Brolo, via Santa Maria Fulcorina e Santa Maria alla Porta che insieme a Via Santa Maria Podone e Via Bocchetto formano il distretto delle “5 vie”. Oltre quella che era Porta Vercellina il Decumano dovrebbe continuare sull’attuale corso Magenta
il Cardo corrisponde a corso di Porta Ticinese dopo la Basilica di San Lorenzo, che va a incrociarsi circa all’altezza di Missori con il Decumano, nella parte a sud del Forum. Verso nord il Cardo prende oggi il nome di via Manzoni, via Santa Margherita e via Nerino
via Severiana Augusta si sovrappone al Corso Sempione e poi Viale Certosa dei nostri giorni
via Quintiliana ricalcava il percorso di Corso di Porta Vittoria che, passata Porta Tonsa l’attuale Piazza 5 giornate, continua oggi come Corso Ventidue Marzo
tra via Quintiliana e il Cardo si trovavano le due basilica demolite in seguito per far spazio al Duomo di Milano
all’altezza dell’odierna piazza Cordusio, il cui nome era Porta Comacina, in diramazione sempre del Cardo a nord, è ancora presente il tracciato che oggi ha il nome iniziale di via Broletto per proseguire poi fino a Corso Garibaldi
in Largo Corsia dei Servi c’erano le terme Erculee e al posto della Porta Erculea ora è presente il moderno largo Augusto, nei pressi del Verziere
Porta Argentea era situata, considerando l’urbanistica della Milano di oggi, dove ora è presente l’incrocio tra le moderne piazza San Babila e corso Vittorio Emanuele II: da qui partiva l’odierno Corso Venezia
infine Porta Giovia era situata dove ora sono presenti i moderni Teatro Dal Verme e la demolita chiesa di San Giovanni sul Muro.
Credits Cherubinitransfer IG - Ingresso dell'Hotel Città Studi
A Milano gli hotel disponibili sono moltissimi, tuttavia questi hanno spesso prezzi molto elevati. Vediamo quali sono alcuni di quelli che hanno un rapporto qualità/prezzo migliore.
7 hotel con il miglior rapporto qualità/prezzo a Milano
# IH Aparthotel Argonne Park
Credits IH_Milanoargonnepark – Camera matrimoniale Aparthotel Milano Argonne Park
Questo albergo risponde alle esigenze di coloro che si fermano a Milano per breve tempo, magari per prendere un volo dall’aeroporto cittadino. L’IH Aparthotel Argonne Park si trova vicino all’omonima fermata della metropolitana M4, che collega la zona con l’aeroporto di Milano Linate. In ottima posizione, grazie alla stessa linea, ma prendendola nella direzione opposta, è possibile arrivare in centro a Milano in meno di dieci minuti. Il palazzo dell’Aparthotel è immerso nel verde, il che rende molto piacevole uscire dalla struttura e fare due passi nel parco durante il soggiorno. Ogni appartamento è indipendente, dotato di cucina privata e di molti servizi (wi-fi, cassetta di sicurezza, parcheggio, ecc.). IH Aparthotel Argonne Park è preparata per accogliere persone in sedia a rotelle e animali domestici.
Indirizzo: Via Privata Ettore Paladini 7 – 20133 Milano (MI)
Costo del soggiorno per due notti (camera matrimoniale): 170-190 euro
# Ibis Ca’Granda
Credits ibismilanocagranda IG – Vista dall’esterno dell’hotel Ibis a Ca’Granda
L’Hotel Ibis Ca’Granda ha tre stelle, è situato a nord (zona ospedale Niguarda) e permette a chi lo sceglie di muoversi in maniera agile in più zone di Milano. A beneficiare particolarmente della posizione di questo albergo sono coloro che vogliono andare ad assistere a un concerto o ad una partita di calcio allo Stadio San Siro: data la vicinanza delle due infrastrutture alla metropolitana M5, il tragitto è semplice e veloce. In alternativa, sempre con la stessa metropolitana è possibile raggiungere rapidamente la zona di CityLife, il Bicocca Village e il Cimitero Monumentale. La struttura dispone di un ristorante dove gli ospiti possono fermarsi per mangiare sia a pranzo, sia a cena. L’Hotel Ibis Ca’Granda offre numerosi servizi, come per esempio il wi-fi, la cassetta di sicurezza, il parcheggio riservato per la macchina e la sveglia tramite operatore. L’albergo è attrezzato per accogliere al suo interno persone in sedia a rotelle e animali domestici.
Indirizzo: Via Giovanni Suzzani 13/15 – 20126 Milano (MI)
Costo del soggiorno per due notti (camera matrimoniale): 200-220 euro
# Amedia Milano
Credits amediamilano_tcbywyndham – Camera matrimoniale Hotel Amedia Milano
L’Hotel Amedia ha quattro stelle e si trova a pochi passi dal capolinea della metropolitana M1, Bisceglie. Situato nella periferia ovest della città, grazie alla linea rossa, permette ai suoi ospiti di raggiungere tutti i luoghi di maggior interesse davvero in pochi minuti. Tra i posti più interessanti che si possono raggiungere in circa 20 minuti ci sono il Duomo di Milano, Piazza Cordusio, Piazza Castello e Porta Venezia. L’hotel mette a disposizione numerose comodità: la sala riunioni prenotabile, il wi-fi gratuito, l’aria condizionata, il servizio di pulizie giornaliero e il deposito bagagli. Per coloro che lo desiderano è possibile fermarsi in hotel per mangiare sia a pranzo, sia a cena. Il menù offre molta scelta ed è comodamente consultabile online. Questa struttura, infine, è attrezzata per accogliere sia persone in sedia a rotelle, sia animali domestici.
Indirizzo: Via Bisceglie 96 – 20152 Milano (MI)
Costo del soggiorno per due notti (camera matrimoniale): 160-180 euro
Credits Cherubinitransfer IG – Ingresso dell’Hotel Città Studi
L’Hotel Città Studi è un albergo a tre stelle molto comodo per coloro che devono prendere un aereo dallo scalo di Linate, è infatti possibile approfittare della vicina fermata della metropolitana M4 (Susa) per recarsi in aeroporto in pochi minuti. Sempre a breve distanza dall’hotel si trova la fermata della metro M2 Piola, che permette di raggiungere zone molto apprezzate come Brera e Sant’Ambrogio. L’Hotel è molto vicino alla storica sede del Politecnico di Milano, è perciò ottimo per ospitare famiglie e gruppi di amici in visita a Milano per assistere a una cerimonia di laurea. In questo albergo la colazione è inclusa nel pernottamento e il servizio bar è attivo 24 ore su 24. L’Hotel Città Studi dispone di un parcheggio convenzionato dove gli utenti possono lasciare la propria auto e di una sala riunioni che può essere affittata in caso di necessità. Ogni camera dell’hotel mette a disposizione degli ospiti comodità come la rete wi-fi, l’aria condizionata e la TV. L’albergo è attrezzato per accogliere persone disabili e animali.
Indirizzo: Via Cesare Saldini 24 – 20133 Milano (MI)
Costo del soggiorno per due notti (camera matrimoniale): 210-230 euro
# Hotel Sant’Ambroeus
Credits www.tripadvisor.it
L’Hotel Sant’Ambreous è un albergo a tre stelle raggiungibile sia con la metro rossa M1, scendendo alla fermata Conciliazione, oppure dalla metro M2, fermata Sant’Agostino. Grazie alla posizione molto strategica è possibile raggiungere rapidamente molti punti d’interesse, come il Cenacolo Vinciano, Piazza del Duomo, il Teatro della Scala e i Navigli. Tra i servizi più utili, specialmente se ci si reca a Milano per lavorare, troviamo la sala riunioni, che può essere sfruttata in caso di necessità. Questo albergo ha conservato uno stile anni ’90, oggi non semplice da trovare, quindi, se si è amanti del vintage, questo potrebbe rappresentare un ulteriore motivo per sceglierlo. Ogni stanza ha a disposizione molti comfort, come la TV a schermo piatto, il bagno privato, l’asciugacapelli, il minibar, l’aria condizionata, il wi-fi, ecc. In caso di necessità, inoltre, è possibile richiedere il servizio di concierge, il deposito bagagli, il parcheggio a pagamento per l’automobile, il servizio in camera e quello di lavanderia. L’hotel dispone delle dotazioni necessarie per accogliere persone in sedia a rotelle.
Indirizzo: Viale Papiniano 14 – 20123 Milano (MI)
Costo del soggiorno per due notti (camera matrimoniale): 160-200 euro
# Versoverde Hotel Milano Alzaia Naviglio Grande
Credits Versoverde IG – Camera matrimoniale Versoverde Hotel Milano Alzaia Naviglio Grande
L’Hotel Versoverde Alzaia Naviglio Grande è un albergo a quattro stelle e si trova nei pressi dei Navigli. Se si vuole uscire, è possibile raggiungere la darsena e la zona della movida in pochi minuti, a piedi, con il tram o in bici. La metropolitana più vicina è quella di Porta Genova ed è raggiungibile in meno di dieci minuti con il tram numero 2. Data la zona e i servizi circostanti questo albergo è particolarmente indicato per giovani alla ricerca di divertimento puro o legato ad eventi culturali, quest’ultimo presente soprattutto nella zona di Via Tortona. L’Hotel mette a disposizione molti servizi, come per esempio quello di lavanderia, la spa, la palestra, il parcheggio a pagamento e il noleggio delle biciclette. Approfittando di quest’ultimo è possibile godere dell’ambiente circostante e magare raggiungere la vicina darsena pedalando. Ogni camera è dotata di TV, cassaforte, bagno privato, minibar e scrivania.
Indirizzo: Alzaia Naviglio Grande 150/152 – 20144 Milano (MI)
Costo del soggiorno per due notti (camera matrimoniale): 220-250 euro
# Hotel Wagner
Credits hotel.wagner IG – Camera matrimoniale Hotel Wagner
L’Hotel Wagner si trova vicino all’omonima fermata della metro M1 ed è immerso – come tutta la zona – in un contesto molto signorile ed elegante. Dall’albergo è possibile raggiungere il centro sia con la metropolitana, sia camminando. Inoltre, anche il quartiere di CityLife dista soltanto 15 minuti a piedi. Tra i servizi messi a disposizione della clientela di questo meraviglioso albergo a 4 stelle ci sono la lavanderia, il parcheggio privato, il bar e la reception attiva 24 ore su 24. Ogni stanza è inoltre dotata di TV, aria condizionata, frigobar e connessione internet veloce con cavo LAN. L’albergo è attrezzato per accogliere persone in sedia a rotelle. La colazione è inclusa nel prezzo.
Indirizzo: Via Michelangelo Buonarroti 13 – 20149 Milano (MI)
Costo del soggiorno per due notti (camera matrimoniale): 250-300 euro