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M2, formaggio e…? 10 curiosità insospettabili su Gorgonzola

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Gorgonzola, in dialetto milanese Gorgonzoeula, conta oltre 20mila abitanti ed è attraversato dal Naviglio della Martesana e del Molgora. Ma questo lo si può trovare su Wikipedia. Ecco 10 curiosità che non ci si aspetta.

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M2, formaggio e…? 10 curiosità insospettabili su Gorgonzola

#1 L’unico comune dell’hinterland che ha 3 fermate della metro

METRO GORGONZOLA

Gorgonzola è l’unico comune dell’hinterland milanese che ha 3 fermate della metro: Gorgonzola, Villa Pompea, Cascina Antonietta sono tre le stazioni metropolitane della linea verde (la M2) di Milano.

#2 Gli abitanti di Gorgonzola si chiamano gorgonzolesi

PERSONE

#3 Da Gorgonzola parte la gommonata

GOMMONATA

La leggendaria gommonata sul Naviglio della Martesana parte proprio da Gorgonzola. Un divertentissimo appuntamento annuale che vede centinaia di persone cavalcare le onde del Naviglio su imbarcazioni amatoriali più o meno galleggianti.

#4 Marco Ravelli ha studiato a Gorgonzola

RADIO DJ

Marco Ravelli, Dj/Speaker Radiofonico di fama nazionale, ha iniziato a far radio a 14 anni in una piccola radio di Melzo (sua città natale), in parallelo agli studi presso l’I.T.I.S. di Gorgonzola.

#5 È il Comune che ha dato il nome al formaggio

GORGONZOLA

Il celebre formaggio, conosciuto in tutto il mondo, prende il nome dalla città di Gorgonzola. Secondo il gorgonzolese Fedele Massara la grande disponibilità di latte sul territorio, dovuta alla presenza delle ‘vacche strache’, diede vita ad una nuova tipologia di formaggio, tramutando quello che era un difetto organico in una specialità.

#6 La squadra di calcio è l’unica in Italia con nome e cognome

CALCIO GORGONZOLA

Nata nel 1909, la Giana Erminio di Gorgonzola è l’unica squadra del calcio professionistico italiano ad avere un nome e un cognome: quello dell’alpino Erminio Giana, il 19enne soldato gorgonzolese caduto al fronte durante la Prima Guerra Mondiale.

#7 Prima si chiamava Argentia

GORGONZOLA

Si dice che il nome antico di Gorgonzola sia ‘Curte Argentia’, insediamento romano tra Bergamo e Milano. Nel tempo il nome sarebbe stato volgarizzato in ‘Curt-argentia’, ‘Cort-argentiola’ e infine Gorgonzola.

#8 Era un avamposto dei meridionali che emigravano a Milano

GORGONZOLA RINO GAETANO

Gorgonzola viene citata nella canzone ‘Agapito Malteni, il ferroviere’ dal cantante calabrese Rino Gaetano, contenuta nel suo primo album ‘Ingresso libero’ del 1974: il comune è indicato come uno dei tanti comuni e paesi del Nord Italia dove i meridionali si trasferivano dalle campagne del Sud, in cerca di un lavoro.

#9 Lo stadio ospita la Giana Erminio 

STADIO COMUNALE GORGONZOLA

Fino all’inaugurazione nel 2021 del nuovo stadio a Zanica. giocava a Gorgonzola anche l’Albinoleffe, squadra di calcio di due comuni bergamaschi, Albino e Leffe.

#10 Simone Giani dei Meduza è di Gorgonzola

MEDUZA

Simone Giani, in arte Simon De Jano, dei Meduza, è di Gorgonzola. Il gruppo composto da tre italiani è diventato famoso a livello mondiale grazie al singolo ‘Piece Of Your Heart’, che quest’anno si è candidata nella categoria di ‘Best Dance Recording’.

Continua la lettura con: 21 curiosità su Porta Romana

SILVIA BOCCARDELLI

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Il Naviglio dimenticato di corso XXII Marzo

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credits: blog.urbanfile.org

Pochi milanesi avranno ancora memoria del Naviglio che si nascondeva in corso XXII Marzo. Si chiamava Naviglio di Porta Tosa, anche conosciuto con il diminutivo “Naviglietto”…

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Il Naviglio dimenticato di corso XXII Marzo

# Il Naviglietto

credits: @milano_scomparsa_o_quasi su IG

Dove oggi si trova l’area di Largo Augusto, corso di Porta Vittoria e Via Francesco Sforza, al tempo scorrevano le acque di questo piccolo Naviglio, scavato intorno al XII secolo. Nell’anno Mille, il fiume Lambro era ancora navigabile e così, per poter usufruire maggiormente del Fosso Interno (Cerchia dei Navigli), fu deciso di creare un canale che li unisse.

Inizialmente il Naviglio era perfettamente navigabile, tuttavia una serie di aperture realizzate per poter prenderne l’acqua ed irrigare i campi tra Porta Tosa e il Lambro lo resero ben presto inutilizzabile. Successivamente, venne utilizzato come emissario per scaricare le piene del Seveso e dell’Adda ma, per impedire che superassero il Naviglietto e temendo eventuali allagamenti, venne fatta costruire una diga nel 1570.

# Fu il primo naviglio a essere coperto

credits: blog.urbanfile.org

Nel 1838 il canale venne coperto. Fu tra i primi ad esserlo.
Tutto il tratto tra la Cerchia dei Navigli e piazza Cinque Giornate, lungo corso di Porta Vittoria venne tombinato. Cinquant’anni più tardi anche il tratto tra la piazza e l’Osteria del Pellegrino, l’odierna piazza Santa Maria del Suffragio fu coperto, e infine anche il tratto fino a Monluè. Così, il Naviglietto venne dimenticato, coperto di terra e nascosto dagli occhi di tutti.

La sua copertura portò nel 1781 a ricavare dalle due strade, che gli erano state costruite accanto per trainare le barche, un unico grande viale chiamato Strada per la Senavra. Il nome fu cambiato nel 1787 per celebrare la giornata del 22 Marzo 1848, le famose Cinque giornate di Milano.

# L’addio definitivo al Naviglietto

credits: blog.urbanfile.org

Nel 2013 il viale realizzato proprio al di sopra del canale cominciò a cedere e così fu necessario smantellare tutto e iniziare i lavori di riassestamento e consolidamento. Quella fu l’ultima volta che il Naviglio di Porta Tosa venne scoperto.

Fonte: blog.urbanfile.org 

Continua a leggere con: I Navigli riaperti nel futuro di Milano?

SELENE MANGIAROTTI

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Perché trasferirsi da una grande città europea a Milano: le 10 motivazioni

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Ph. @terrazzaduomo21 IG

A Milano ci sono 276.776 residenti stranieri (dati 2021) che rappresentano il 20,1% della popolazione. Se si toglie la Romania, la quota di immigrati europei è molto bassa: i 4 più grandi paesi europei, Francia, Spagna, UK e Germania, raggiungono appena il 3,3% degli stranieri totali di Milano. Il saldo migratorio tra Milano e le altre grandi città europee è purtroppo fortemente negativo: a Milano arrivano persone dalle altre regioni italiane e da paesi emergenti o in via di sviluppo, ma la nostra città attira troppo poche persone di paesi più sviluppati. Con Milano città stato intendiamo una Milano tra le città più attrattive a livello mondiale. I 10 motivi per cui Milano potrebbe convincere più persone che vivono una una grande città europea a trasferirsi da noi. Foto Cover: Andrea Cherchi

Leggi anche: Statistiche cittadini stranieri

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Perché trasferirsi da una grande città europea a Milano: le 10 motivazioni

#1 Una grande potenzialità inespressa

Perché è probabilmente la grande città europea che non ha ancora espresso tutto il suo potenziale. Qui si può venire a crescere ed essere attori della trasformazione più che in ogni altro luogo. Venite a Milano perchè tutto può ancora accadere.

#2 Non importa chi sei o da dove vieni, conta solo che ti dia da fare

Perché siamo rimasti così provinciali che c’è il complesso di inferiorità per chi arriva da una grande città europea. Sei sei intraprendente puoi arrivare da qualunque parte del mondo senza ricever discriminazione in base alla nazionalità. Anzi, spesso provenire da una grande città del mondo porta a essere considerati di più. Venite a Milano perché innalza chi arriva da fuori come nessun altra città del mondo.

#3 La città mediterranea nel cuore dell’Europa

Foto di (c) Andrea Cherchi
Foto di (c) Andrea Cherchi

Perché ha i vantaggi della città mediterranea pur essendo vicina al cuore dell’Europa. Ha il meteo dell’area climaticamente migliore del continente ma è connessa con tutte le grandi città del mondo. Venite a Milano perché è mediterranea ed europea.

#4 La metropoli a misura d’uomo

Perché ha tutti i vantaggi della metropoli pur essendo a misura d’uomo. Dal centro in cinque chilometri si arriva ai confini della città. In bici si può raggiungere qualunque destinazione. In centro si può arrivare ovunque muovendosi a piedi. Venite a Milano perché ha i vantaggi della città piccola con i servizi di una metropoli.

#5 Perché ogni grande cultura europea qui è di casa

Perché è l’unica grande città europea ad essere stata dominata da tutte le grandi culture europee: celti, romani, longobardi, spagnoli, tedeschi, francesi, austriaci. E ogni dominazione è stata assimilata in una identità superiore. Anche oggi l’identità di Milano è rinforzata dalla diversità di chi la abita. Venite a Milano perché qui ogni straniero sente aria di casa.

#6 Perchè ha una posizione imbattibile

Perché è imbattibile come posizione geografica. L’unica grande città europea a distanza di gita da alcuni dei più belli laghi d’Europa, dalle montagne, dal mare e dalle più spettacolari città d’arte del mondo.  Venite a Milano perché ha dintorni unici al mondo. 

#7 Una qualità della vita alta e accessibile

Perché a Milano ha una buona qualità della vita senza dover avere un reddito stratosferico, come accade nelle città più ricche d’Europa. Qualità della vita che si riflette nel quotidiano: cibo, relazioni, amicizie, attività sportive o culturali, possibilità di intrattenimento e di viaggi anche a costi contenuti, come è difficile trovare in altre città. Venite a Milano perché qui tutti possono vivere bene.  

#8 I suoi numerosi primati internazionali

Fuorisalone 2019. Credits: @licialupelli (INSTG)

Perché è forse l’unica città al mondo di dimensioni “umane” a raggiungere l’eccellenza internazionale in così tanti settori. Tra le prime al mondo nel design, in particolare con il più grande evento diffuso al mondo, nella moda, nella lirica, nei successi calcistici, ora nell’immobiliare e nella farmaceutica. Venite a Milano perché punta all’eccellenza mondiale. 

#9 E’ in Italia ma non è Italia

Perché Milano è una città di rappresentanza che esula la nazione di appartenenza. E’ il luogo di riferimento per accedere all’economia italiana senza però avere le tipiche criticità del fare business nel paese. Se si nomina Milano nel mondo l’immagine che trasmette è diversa, se non opposta, a quella dell’Italia. Venite a Milano perché c’è il meglio dell’essere in Italia. 

#10 Potrebbe diventare la più moderna città stato del mondo

Perché in un mondo in cui le città stato si sfidano ai vertici della classifica della qualità della vita, Milano potrebbe avere il vantaggio dell’ultima mossa. Potrebbe diventare la prima città stato d’Italia e l’ultima, in ordine di tempo, del mondo, potendo così introdurre il modello di autonomia più avanzato, facendo tesoro dalle migliori esperienze esistenti. Venite a Milano perché potrà diventare la città stato d’Europa. 

Continua la lettura con: Non puoi vivere a Milano se non capisci l’importanza di…

ANDREA ZOPPOLATO

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Quando si pagava a bordo con le monetine: la storia dei biglietti del tram a Milano

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La città si trasforma, anche nel modo di pagare i mezzi pubblici. Un tempo non esistevano nemmeno le macchine obliteratrici. Scopriamo come sono cambiati nel tempo i biglietti dell’ATM.

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Quando si pagava a bordo con le monetine: la storia dei biglietti del tram a Milano

#1 Quando si pagava con le monetine al bigliettaio (che misurava l’altezza dei bambini)

archivio storico ATM – Bigliettaio e controllore

Fino ai primi anni Settanta sui mezzi pubblici di superficie c’era la figura del bigliettaio. Oltre a staccare il biglietto per gli utenti, che si pagava a bordo con le monetine, dal suo recinto di alluminio con le sbarre misurava le valigie e l’altezza dei bambini, che sotto il metro viaggiavano gratis, e si occupava anche della sicurezza e dell’ordine.

#2 Tram e metro avevano biglietti diversi

ebay – Biglietto superficie ATM

Nei primi anni dall’entrata in funzione della metropolitana i biglietti si distinguevano da quelli di tram e bus sia per le stampe che per i prezzi, per marcare la differenza di servizio. Nel primo caso c’era l’indicazione di “linee ordinarie urbane di superficie” sui titolo di viaggio, nella secondo caso “linee metropolitane urbane”. In seguito furono introdotti i biglietti cumulativi, metro e linee di superficie, per poi lasciare spazio solo a quello valido per tutti i mezzi.

#3 Dai biglietti cartacei alle tessere elettroniche

@profantonius IG

Sparita la distinzione tra biglietti di tram e metro, così come la figura del bigliettaio, nel corso dei decenni i titoli di viaggio sono stati ammodernati. Dal 2004 in poi si è passati dal semplice biglietto cartaceo da timbrare solo sul primo mezzo utilizzato o all’accesso ai tornelli al Sistema di Sistema Bigliettazione Magnetica Elettronica con biglietti muniti di banda magnetica. In seguito sono arrivate tessere elettroniche, quelle non nominative per caricare i biglietti e quelle personali per gli abbonamenti.

#4 I biglietti digitali

Ufficio Stampa Atm – Tornello metrò contactless tessera

In anni ancora più recenti si è assistito alla sparizione del biglietto da tenere in tasca per passare a quello digitale. Si può acquistare tramite app ATM e passare con il QR Code ai tornelli della metro oppure mediante sms da far vedere al controllore. In questo ultimo caso occorre ancora recarsi alle macchinette nei mezzanini e stamparlo se si vuole salire in metropolitana.

#5 Il pagamento contactless

Ufficio Stampa – Nuova convalidatrice contactless su bus 73

L’ultima evoluzione dei biglietti dell’ATM è arrivata con l’introduzione del pagamento contactless con bancomat o carta di credito. Oggi è disponibile su tutte le linee metropolitane e alcune linee di autobus e nel giro di qualche anno consentirà di girare su tutti mezzi del trasporto pubblico senza acquistare effettivamente il biglietto. Il sistema infatti addebita esclusivamente la tariffa migliore per la durata del viaggio e i controllori possono verificare che l’utente sia in regola accostando la carta ai loro terminali portatili.

Leggi anche: La RIVOLUZIONE di ATM: si potrà pagare CONTACTLESS su TUTTI i mezzi di superficie

Continua la lettura con: Il crocevia di TUNNEL sotto la Biblioteca degli Alberi

FABIO MARCOMIN

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L’Odissea: «da Malpensa al lago di Como ci vogliono 5 ore e mezza»

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Linee bus Lago di Como

Per raggiungere con i trasporti pubblici il lago di Como da Malpensa ci si mette come a volare a New York. Dopo l’abolizione di un servizio da Malpensa per arrivare sul ramo comasco del lago, il viaggio è diventato una via crucis. Questa l’esperienza di una donna inglese e i commenti di alcuni residenti.

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L’Odissea: «da Malpensa al lago di Como ci vogliono 5 ore e mezza»

# Il nuovo collegamento sperimentale da Milano a Bellagio con treno e bus

Linee bus Lago di Como

Per l’estate 2024 è stato istituito un collegamento sperimentale su bus per coprire una tratta servita un tempo da un’altra linea nel triangolo lariano: fra Canzo-Asso Stazione FN e il Comune di Bellagio. Attivo nelle domeniche di agosto e nelle prime due di settembre, la linea C36 prevede tre corse giornaliere con partenza da Asso (stazione) alle ore 09:40, 15:40 e 17:40 e ritorno da Bellagio (lido) alle ore 10:30, 16:30 e 18:30. Tutti gli orari sono stati studiati per garantire la coincidenza con i treni di Trenord da e per Milano Cadorna. La linea affianca quelle già presenti: C10 Como-Colico, C20 Como-Valle d’Intelvi, C25 fra Argegno e Menaggio e C30 Como-Bellagio. Tutta la rete non pare comunque sufficiente ad offrire un servizio adeguato a chi arriva da Malpensa come raccontato in questa testimonianza. 

# «Treni e bus, 5 ore e mezza da Malpensa alla casa sul Lago di Como. Penso di vendere»

Credits deliluna IG – Malpensa

Una turista inglese con casa a Bellagio, Angela Young, ha scritto alla redazione di Como Zero raccontando la sua odissea per arrivare da Malpensa: 

«Nel 1995, abbiamo comprato un appartamento a Nobiallo, Menaggio. Il collegamento con Malpensa airport da Menaggio era fantastico e facile, visto che noi venivamo da Londra. Poi questo servizio e stato abolito. Adesso è un incubo per me (ho 74 anni).

Atterro alla Malpensa alle 11 del mattino, poi treno sino a Saronno. Dopo quasi un’ora un altro treno per Como Lago. Infine un’altra ora d’attesa per il bus C10 per Menaggio (riorganizzata quest’anno, ndr) e un altro cambio bus per Nobiallo. Finalmente alle 16.30 sono a casa ma con questo orario sarei andata a New York…

Non guido e il costo dei taxi è di più del costo dell’aereo da Londra a Malpensa. Infatti sto pensando di vendere perché è troppo scomodo viaggiare.»

# I commenti dei comaschi: «Però ci sono soluzioni alternative»

Credits Camera-man-pixabay – Lago di Como

«Appunto. Stendiamo un velo pietoso. Serve una strada come quella della sponda orientale. Non ci vuole un grande Q.I. per capirlo. I soldi ci sono (regione più ricca d’Europa). Resta una sola variabile: politici mediocri, incapaci, di poche letture» – Danilo W Roman

«Sono d’accordo che il servizio tra Malpensa e il lago è deplorevolmente inadeguato e le tariffe dei taxi sono esorbitanti. Di solito mi ci vogliono più di tre ore per andare da Malpensa a Cernobbio. Non aiuta anche il fatto che i treni da Milano a Como Largo arrivano nello stesso momento in cui partono i battelli da Como per il basso lago.» – Michael Greenall 

«Vi sono problemi di trasporto da Cernobbio a Como e viceversa, a volte conviene farsela a piedi dipende dall’orario, figuriamoci tra Malpensa e San Fedele Intelvi. Del resto la viabilità è quella che è e il bus non è un elicottero. Però qualche corsa in più ad agosto non guasterebbe.» – Luciano

C’è però anche chi propone soluzioni alternative:

«La signora inglese potrebbe arrivare in stazione centrale da Malpensa, prendere il treno sino Varenna e traghetto per Menaggio, cosa che ho sempre fatto per anni» – M. Manzotti

«FlixBus : Malpensa T2 fino a Stazione San Giovanni a Como in 45 minuti» – Maax

FABIO MARCOMIN

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Agosto in città: godersi Milano quartiere per quartiere

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credit: agrodolce - Tramvai

Da tempo agosto a Milano non è più sinonimo di serrande abbassate e città deserta. Tuttavia, la situazione può variare da un quartiere all’altro. Manca ancora parecchio a quando si potrà trascorrere l’estate pagaiando sulla cerchia dei navigli, ma anche adesso le attività estive a Milano non lasciano certo a desiderare: basta scegliere un punto di partenza e lanciarsi nell’esplorazione della città metropolitana estiva. Ecco una guida per sopravvivere a Milano in agosto e negli scampoli di settembre, suddivisa per quartieri.

Rielaborazione articolo di Maria Angela Silleni per “Agrodolce” – Estate in città, la guida per sopravvivere a Milano divisa per quartieri aggiornato al 2024.

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Agosto in città: godersi Milano quartiere per quartiere

# Un gelato in centro

Una visita a una Piazza Duomo decisamente meno affollata del solito è imperdibile. Nei suoi dintorni, che si prestano bene a una pausa gelato, si trovano alcune delle migliori gelaterie della città, tutte facilmente raggiungibili in pochi minuti a piedi:

  • Ciacco in via Spadari 13, il gelato gastronomico rinomato per i tanti gusti intensi e privi di ingredienti di origine animale;
  • Pavé Gelati e Granite in via Cesare Battisti 21, apprezzato per le granite e i gusti particolari come la sbrisolona e la mandorla con scorze di limone;
  • Alberto Marchetti in viale Monte Nero 73, conosciuto per le sue creme dal sapore piemontese come il bonet e il meliga e lime, oltre per un’ottima panna montata a mano.

# I ristorantini di Brera

Dal Duomo e dalla Galleria Vittorio Emanuele la passeggiata prosegue naturalmente verso Brera con ciottoli e tanti ristorantini con tavoli all’aperto. Tra i locali da provare ci sono:

  • Clotilde Brera, in Piazza San Marco, dove si cena o si fa aperitivo con vista grazie alla terrazza che si affaccia sui tetti del quartiere (chiuso dall’11 al 29 agosto);
  • in via Andegari 9 il bistrot e il ristorante stellato Seta, guidati dallo chef Antonio Guida (riapre il 27 agosto);
  • proseguendo verso nord si raggiunge il suggestivo Tombon de San Marc, la chiusa dell’Incoronata segnava un tempo l’ingresso in città del naviglio Martesana, che oggi ospita in uno scenario suggestivo i tanti tavoli del pub Carlsberg e dei locali che lo circondano;
  • a pochi passi c’è piazza XXV Aprile animata di Eataly All’Aperto: pizza, drink e tante proposte preparate dalle cucine dei ristorantini di Eataly.

# Un drink all’Isola

Proseguendo lungo corso Como, si arriva facilmente in Piazza Gae Aulenti e ai giardini della Biblioteca degli Alberi, dove si trova il ristorante Ratanà, famoso per i mondeghili e le schiscette. Per chi preferisce mangiare all’aperto il ristorante in via Gaetano de Castillia offre piatti tipici lombardi in un incantevole giardino arricchito da aromi e giochi d’acqua (chiuso fino al 19 agosto).

Nel cuore del quartiere Isola, non perdere la gelateria Artico, rinomata per le sue numerose varianti di cioccolato e i gusti di frutta di stagione (chiude il 15 il 16 agosto). Poco oltre la circonvallazione, nel quartiere Bovisa, si trova il Rob de Matt in via Enrico Annibale Butti 18. Questo locale, creato per favorire l’inserimento lavorativo di persone con patologie psichiatriche, è oggi celebre per i suoi cocktail, le birre artigianali, le proposte di cucina leggera e il suo ampio giardino. Riapre il 19 agosto.

# Aromi cinesi a Chinatown e dintorni

Restando a sud della stazione di Porta Garibaldi ci si muove verso via Paolo Sarpi, una zona ormai ricca di locali e ristoranti con cucina non solo orientale. Tra questi troviamo:

  • Ceresio 7 in via Ceresio 7, dove la cucina di Elio Sironi è abbinata a cocktail originali ma soprattutto a due terrazze con piscina, affacciate sulla skyline di Milano (chiuso dal 14 al 18 agosto(;
  • al centro di piazzale Baiamonti il chiosco Mimì Gourmet, dove si servono panzerotti e crudi di mare; 
  • lungo via Paolo Sarpi i cocktail di Otto al n. 8 (nei giorni feriali chiuso solo dal 14 al 16 agosto);
  • la Ravioleria al n. 27 con gli spuntini caldi o freschi;
  • i calici delle Cantine Isola al n. 30 (chiusi solo di lunedì ad agosto);
  • le birre artigianali della Buttiga al n. 64 (chiuso a Ferragosto);
  • il B Locale in via Albertini 4 (aperto tutti i weekend di agosto);

A pochi passi a sud, nella piazzetta di via Cesariano adornata dai murales di Pao, puoi fare una pausa alla Librosteria (riapre il 4 settembre). A nord, lungo le mura del Cimitero Monumentale, merita una visita il Tempio del Futuro Perduto in via Luigi Nono 9, che ospita una biblioteca, uno spazio per mostre e un giardino con affascinanti resti di archeologia industriale. Per una pausa rinfrescante, non perdere l’occasione di fermarti da Massimo del Gelato in via Castelvetro 18 o, in alternativa, da Gusto17 in via Cagnola 10 (chiuso fino al 20 agosto).

# Nei parchi di San Siro

La zona più verde di Milano è ad ovest. Qui si possono scoprire alcuni dei parchi più affascinanti della città, come il Parco delle Cave, il Parco di Trenno e il Bosco in Città, perfetti per una pedalata o un picnic in famiglia. Nella stessa zona si trova anche Mare Culturale Urbano, una cascina in via Giuseppe Gabetti 15, trasformata da anni in un centro per iniziative artistiche. Qui è possibile gustare un pasto, assistere a spettacoli o guardare film comodamente seduti su sedie a sdraio con i piedi nella sabbia.

# La sera sui Navigli e a Porta Genova

L’estate a Milano non sarebbe la stessa senza i Navigli. Negli ultimi anni, l’area di interesse si è ampliata anche ai dintorni della stazione di Porta Genova e di via Tortona. A BASE Milano c’è BistroBase (riapre il 26 agosto) e Terrazza Base, un giardino pensile ideale per un aperitivo con vista sulla città (riapre a settembre), mentre la Terrazza Vertigo by Purobeach dell’hotel nhow Milano rappresenta una scelta più glamour. Per una cena completa, ci si può rilassare nel lussureggiante giardino di Alfresco in via Savona 50, dove si servono piatti mediterranei in un ambiente shabby chic (chiuso fino 26 agosto), e poi concludere la serata presso Gusto17 in via Savona 17 (chiuso fino al 20 agosto).

Passeggiando lungo il Naviglio Grande ci si imbatte poi:

  • in un classico dei cocktail bar come Rita in via Angelo Fumagalli 1 (riapre il 26 agosto);
  • in via Vigevano 27 nella gelateria LatteNeve;
  • in zona Darsena – Porta Ticinese l’ampio giardino di E/N Enoteca Naturale con i suoi vini naturali (riapre il 23 agosto);
  • più a sud, affacciati sui tanti tanti cortili di via Giovenale 7, i drink e la cucina delle Fonderie Milanesi (riapre il 23 agosto), il ristorante Al Cortile e il cocktail bar Officina (chiuso fino al 22 agosto).

Leggi anche: TRE TERRAZZE NUOVE a Milano

# Aperitivo a Porta Romana: dalla polleria di Giannasi al Panificio Longoni

Le strade che si snodano attorno a Porta Romana e Piazzale Lodi sono diventate una meta imperdibile per gli amanti della buona cucina, offrendo una varietà di locali e stili gastronomici. La prima tappa è la storica polleria e rosticceria Giannasi in piazza Buozzi, rinomata per il pollo arrosto considerato il migliore di Milano (chiuso fino al 18 agosto). In via Muratori si trovano numerosi ristoranti di ispirazione romano-laziale, tra cui Giulio Pane e Ojo e Abbottega, quest’ultimo chiuso dall’11 al 22 agosto.

Per un’ottima selezione di pane e caffè, si può fare un salto al Panificio Davide Longoni in via Tiraboschi 19 (riapre il 2 settembre), mentre altri punti rimangono aperti in città anche in agosto. Infine, la Cascina Cuccagna è il luogo ideale per acquistare prodotti biologici presso la bottega o il mercato settimanale, oltre a offrire pranzi, aperitivi e cene a km zero nel ristorante Un Posto a Milano.

# In bici sul Naviglio Martesana

Il naviglio che attraversa i quartieri nord-est di Milano non ha nulla da invidiare ai suoi più famosi omologhi. Al contrario, la passeggiata lungo la ciclabile e i parchi che costeggiano il Naviglio Martesana offre un’esperienza ancora più suggestiva e rilassante. Ecco alcuni dei locali che si possono trovare lungo il percorso:

  • al numero 194, dove il naviglio si interra, si trova il grande dehors del birrificio artigianale La Buttiga (chiuso solo a Ferragosto);
  • in via Gianfranco Zuretti 75 c’è il Tranvai, un locale unico che serve caffè, drink e panini direttamente da un tram storico del 1922 (chiuso dal 12 al 18 agosto);
  • infine, in via Luigi Bertelli 44, si trova la Cascina Martesana, che offre birre, sangria, piadine e taglieri, con ampi spazi all’aperto, un giardino nascosto, uno spazio per proiezioni, un orto aromatico e numerosi divanetti per rilassarsi (riapre il 29 agosto).

Leggi anche: 7 LOCALI al limite dell’ASSURDO a MILANO

# Balera e Cascine a Milano Est

I quartieri di Milano est, spesso trascurati a causa della minore copertura della metropolitana, nascondono vere gemme:

  • vicino al Parco Lambro si trova la Cascina Biblioteca in via Casoria 50: di giorno è un centro di accoglienza per bambini e adulti disabili, mentre la sera si trasforma in un luogo ideale per gli amanti della cucina biologica e per spettacoli di stand-up comedy. Qui, cena e aperitivo vengono serviti con vista su un vagone ferroviario degli anni ’20, restaurato con cura. Chiuso dall’11 al 26 agosto.
  • Spostandosi verso sud, la Balera dell’Ortica in via Amadeo 78 è da tempo una meta irrinunciabile per chi ama ballare, giocare a bocce e gustare piatti della tradizione italiana, dagli arrosticini abruzzesi allo gnocco fritto romagnolo. Riapertura il 28 agosto.
  • L’Arena Milano Est in via Riccardo Pitteri 60, allestita nel cortile del teatro dei Martinitt, offre proiezioni di film ogni sera. Dal 1 agosto tutti i film e gli eventi iniziano alle 21:00.

# Nel vasto parco di Milano Sud: Al Garghet e Erba Brusca

La zona sud di Milano, al confine con il Parco Agricolo Sud, offre un paesaggio caratterizzato da risaie, aironi e il canto delle rane, dove si trovano alcuni dei migliori ristoranti della città con ampi spazi all’aperto. Al Garghet, in via Selvanesco 36, è il luogo ideale per chi apprezza le ricette tradizionali come il riso saltato e la cotoletta alla milanese (riapre il 27 agosto). L’Erba Brusca, situato all’Alzaia Naviglio Pavese 286, propone invece una cucina innovativa ma sempre legata al territorio e agli ortaggi freschi dell’orto vicino

# Food Tour

I milanesi che resteranno in città avranno l’opportunità di viverla in un momento di tranquillità, lontano dalla solita frenesia e dall’affollamento. Quale momento migliore per scoprire o riscoprire le meraviglie artistiche e culinarie della città? Alcune guide turistiche autorizzate offrono food tour, sia standard che personalizzati, per singoli, famiglie o gruppi. Tra le opzioni già provate e consigliate ci sono MilanoArte e Fiamma Tours, ma ci sono molte altre guide e agenzie capaci di combinare arte e cultura gastronomica in itinerari che esplorano i quartieri milanesi.

 

Fonte articolo originale: Agrodolce

Continua la lettura con: Ristoranti aperti ad agosto a Milano

FABIO MARCOMIN

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La funivia a Milano? Sette linee per godersi una città da vertigini

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Berlino, Londra, Madrid, Barcellona, Lisbona, Ankara, New York, Rio, Caracas, Bogotà, sono alcuni esempi di città più o meno grandi, che hanno qualcosa in comune: la funivia. E se la facessimo a Milano?

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La funivia a Milano? Sette linee per godersi una città da vertigini

Milano con il suo hinterland, si estende totalmente su di una vasta pianura, se si esclude il Monte Stella non ci sono vasti fiumi o montagne. È quindi facile spostarsi all’interno dell‘area metropolitana con ogni mezzo, auto, tram, filobus e bicicletta. Piste ciclabili e corsie preferenziali sono forse ancora carenti, ma questo è un altro tema…

Milano possiede già una capillare rete di trasporti e nessuno ha mai ipotizzato di realizzare una funivia.
Un mezzo di trasporto non certo economico, redditizio solo in particolari condizioni morfologiche come ad esempio per l’attraversamento di lunghi corsi d’acqua o per il collegamento tra due montagne.

Si potrebbe però pensare con finalità turistiche e non solo per effettuare spostamenti veloci che permetterebbero comunque di evitare semafori, traffico, incidenti. Potrebbe anche essere progettata come mezzo alternativo per alcuni tragitti mirati in determinati periodi dell‘anno di sovraffollamento dei più classici mezzi di trasporto.

Ho immaginato queste possibili linee:

#F1: PIAZZA GAE AULENTI- EXPO MIND

Dal quartiere dei nuovi grattacieli oramai diventati uno simbolo della città, centro del terziario avanzato, al nascente distretto tecnologico nascente dai resti di EXPO. Un panorama futuristico che sorvolerebbe lo Scalo Farini rigenerato

#F2: CITY LIFE – GAE AULENTI

Raggiungere i due nuovi poli urbanistici dall’alto sarebbe sicuramente un’esperienza affascinante

#F3: VILLAGGIO OLIMPICO SCALO ROMANA – ROGOREDO

Dal futuro villaggio olimpico al palazzetto di prossima costruzione per le Olimpiadi invernali, una funivia da inaugurare giusto nel 2026 all’insegna dello sport.

#F4: BICOCCA – SESTO SAN GIOVANNI – MONZA CIRCUITO F1

In nome della grande Milano una funivia che possa collegare la Milano post industriale – la città della salute e il bel capoluogo della Brianza.

#F5: PONTE LAMBRO – IDROSCALO

Una funivia circolare che renderebbe il quartiere più dimenticato di Milano una attrazione turistica, un simbolo di rilancio

#F6: SAN SIRO – MILANO FIERA EXPO

Da quello che sarà il nuovo Stadio San Siro al polo fieristico più grande d’Europa

#F7: MONTE STELLA – COLLINA DEI CILIEGI BICOCCA

Le due colline di Milano unite da una funivia per sentirsi come a Sankt Moritz.

Continua la lettura con: I 10 progetti che hanno rivoluzionato Milano

ANDREA URBANO

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Leggi anche:
* I dieci effetti di Milano città stato più votati dai milanesi: al primo posto portare Milano a livello delle PRIME AL MONDO
10 città stato del mondo che possono ispirare Milano
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Primo passo del consiglio comunale verso Milano Città Stato
Corrado Passera: Milano Città Stato è il più interessante progetto che ci sarà in Europa nei prossimi anni
“Proviamoci. Mi impegnerò personalmente”. Beppe Sala a Milano Città Stato

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Gelati a Milano: i gusti più pazzeschi che si possono trovare (e in quali gelaterie)

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Prendi da sempre cioccolato e crema? Questo articolo non fa per te.

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Gelati a Milano: i gusti più pazzeschi che si possono trovare (e in quali gelaterie)

Progetto senza titolo – 1

# Mojito (Gelateria della Musica)

Per chi ha sempre l’aperitivo in testa. E non vuole perdere colpi neppure quando gusta un gelato. Il mojito al gusto lime, con rum, menta fresca e zucchero di canna lo si trova in uno dei templi del gelato milanese: la Gelateria della Musica, in via Ludovico il Moro 3.

# Infusione di foglie di fico e cera d’api (Ciacco)

Non solo. Da Ciacco, in via Spadari 13, si trovano anche il sorbetto all’olio extravergine di oliva o quello all’aceto invecchiato sei anni di Acetaia San Giacomo.

# Gelato malaga con rum Bacardi invecchiato 12 anni e uva passa (Terra Gelato)

Anche in questo caso è in compagnia di un altro gusto unico, come il gelato al gusto di nocciola salata con pesche saltate al prosecco e nocciole sabbiate. In via Vitruvio 38. 

north of loreto

# Fiordilatte ai petali di rosa (Romanengo)

Una delle più antiche confetterie di Milano si apre all’innovazione più estrema con gelati aromatizzati al fiordilatte con profumo di fiori d’arancio, ottenuto da acqua distillata di fiori d’arancio coltivati nella zona di Imperia. E poi il fiordilatte ai petali di rosa, ottenuto da una conserva di petali di rosa lavorata artigianalmente. In via Caminadella 23.

# Ricotta agli agrumi con crumble di cacao e zafferano (Artico)

Un gelato dal gusto unico in un’altra storica gelateria di Milano. Da Artico, in Duomo, Isola e Città studi. 

# Gusto Panettone (Pasticceria Martesana)

Per concludere la più classica delle innovazioni. Il gelato al Panettone della Pasticceria Martesana, dove si trovano anche i gusti Crema Pasticciera 1966 e Torta Martesana. Cinque punti vendita (via Cagliero, via Paolo Sarpi, piazza Sant’Agostino, Mercato Centrale e Porta Romana).

Continua la lettura con: La Gelateria più buona di Milano: 2024 Summer Edition

MILANO CITTA’ STATO

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Il quartiere medievale più grande d’Europa si trova in Italia

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Credits: @igersviterbo IG

Il quartiere medievale più grande d’Europa è in Italia. Ma dove si trova? E quali sorprese riserva ai suoi visitatori?

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Il quartiere medievale più grande d’Europa si trova in Italia

Un altro record si aggiunge alla lunga lista italiana: abbiamo il quartiere medievale più grande d’Europa. Dove si può visitarlo? E quali sono le sorprese che riserva?

# San Pellegrino: il quartiere medievale di Viterbo è il più grande d’Europa

credit: vacanzelandia.com

L’Italia è conosciuta in tutto il mondo per essere piena di storia e di record. Insieme alla Cina siamo il paese con più siti Patrimonio dell’Unesco. In questo caso la storia e i record si fondono, infatti il quartiere medievale più grande d’Europa è italiano e si trova a Viterbo, il capoluogo regionale con il più alto numero di monumenti e testimonianze storiche dopo Roma. Oggi però andremo alla scoperta del quartiere medievale di San Pellegrino, facendo un vero e proprio salto nel tempo grazie agli elementi architettonici medievali perfettamente conservati.

# Tra elementi medievali e surrealismo escheriano

credit: cittapaese.it

Ad esempio è possibile osservare i “profferli”, una scala esterna che le persone utilizzavano per accedere ai piani superiori degli edifici, mentre al pian terreno vi erano le botteghe. Altri elementi tipici medievali e visibili a San Pellegrino sono il “richiastro”, una sorta di cortile di servizio su cui si affacciavano le abitazioni, e le “case a ponte”, abitazioni che come un ponte uniscono due edifici separati da una strada. Un’altra strana costruzione architettonica è il Palazzo degli Alessandri, in cui lo stabile e il portico sono stati collegati tramite un mezz’arco che crea un’ambientazione molto simile alle surreali opere di Escher.

# Non mancano le mura e le torri difensive

credit: bellaviterbo.it

Percorrere le strade di San Pellegrino dà l’impressione di trovarsi in un’immagine trovata su qualche libro di storia e non si può non restare affascinati quando ci si trova davanti alla Chiesa di San Pellegrino, che risale addirittura al 1045. La chiesa è arrivata sino ai nostri giorni ancora praticamente intatta: il tetto a capanna, il rosone e il portale sormontato da un arco a tutto sesto.

Le cinta murarie sono il simbolo delle cittadine medievali e anche a Viterbo la città era protetta da mura, che però non riuscivano a proteggere tutta la città. San Pellegrino era una delle zone escluse dalla protezione muraria e per questo furono costruite delle torri a scopo difensivo che sono tuttora visitabili.

Leggi anche: Il TELEFONO MEDIEVALE di Piazza dei Mercanti

ROSITA GIULIANO

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La città che ha costruito una linea della metro ma… non l’ha mai aperta!

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Credits: @martinscholz86 Charleroi Metro

Mentre le principali città europee si impegnano a costruire sempre più collegamenti interni attraverso metro e nuovi mezzi pubblici, c’è una città che ha una linea della metro pronta da anni, ma non l’ha mai fatta entrare in funzione. Ecco qual è.

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La città che ha costruito una linea della metro ma… non l’ha mai aperta!

# 33km di metro leggera

Credits: @kozeg
Charleroi Metro

Siamo a Charleroi, una città del Belgio situata nella provincia di Hainaut. Costruita per servire i suoi circa 200 mila abitanti, a Charleroi c’è una metro leggera che forse sarebbe meglio chiamarla tram. Lunga 33km la Charleroi Premetro (o metro leggera) serve l’intero centro città e si estende anche, attraverso 3 rami, verso la periferia nelle zone di Gilly, Anderlues e Gosselies. La metro è stata costruita tra il 1976 e il 2012 e conta 28 fermate. Nel 2013 venne aperta anche la Linea 3 della Charleroi metro, in modo da servire 18 stazioni in direzione Gosselies.

Attualmente il sistema metropolitano di Charleroi è gestito da TEC Charleroi, una filiale del sistema pubblico Société Régionale Wallonne du Transport, e conta 4 linee. La M1 e la M2 arrivano ad intervalli di 15/30 minuti, nel weekend anche ogni ora, mentre la M3 e la M4 passano circa ogni 10 minuti. Questi sono tutti dati che danno segno di una metro perfettamente funzionante. Il tram belga si vede infatti girare per la città sui suoi binari, ma allora in che senso a Charleroi hanno costruito una metropolitana che non è mai entrata in funzione?

# La linea 5 della Charleroi metro: i binari fantasma

Credits: @martinscholz86
métro di Charleroi

Se si sale sulla linea 4 della Charleroi metro in alcuni tratti si intravedono binari che non sono però segnati sulla mappa. Camminando per la città, proprio ai lati del centro storico, passeggiando per un piccolo parco si vedono altri binari che non si sa dove portino. Sorge spontanea quindi la domanda: dove andranno queste rotaie segnate da nessuna parte?

Sono i binari e le stazioni di quella che sarebbe stata la Linea 5 di Charleroi, un’intera linea metropolitana costruita nel 1987 ma mai entrata in funzione. Per la città si vedono ancora le stazioni abbandonate, o meglio mai state usate, come quella di Neuville e Chet. Alcune di queste, se non tutte, hanno anche la biglietteria, cartelli, qui tutto è perfettamente in ordine. Eppure niente di tutto ciò è mai entrato in funzione.

# Le stazioni fantasma

Credits: @martinscholz86
Charleroi Metro

Ma perché la città ha costruito una linea metropolitana per non attivarla mai? La risposta si trova nel sistema di gestione pubblico belga. Il Belgio è diviso in 3 aree: le Fiandre, la Vallonia e la capitale Bruxelles. Le due regioni Fiandre e Vallonia negli ultimi 15 anni sono sempre più separate e indipendenti, ma prima era la capitale a dettare le leggi e cercare di rendere la situazione nelle due regioni il più uguale possibili. Per questo negli anni ’60 era stato deciso che qualsiasi grande progetto fosse stato fatto in una regione, sarebbe stato realizzato anche nell’altra zona.

Il governo decise inoltre di fare un grande investimento per costruire un sistema metropolitano nelle 5 città più grandi del Belgio, tra queste c’era Charleroi. A Charleroi si sarebbero dovute costruire 8 linee, un progetto molto ambizioso che avrebbe potuto garantire uno sviluppo economico. Tuttavia, negli anni ’70, a Charleroi si assistette ad una drastica crisi economica e negli anni ’80 il governo belga ridiede indipendenza alle due regioni, Fiandre e Vallonia. La Vallonia, a cui appartiene Charleroi, decise che la città non aveva più bisogno di così tante linee della metro e che una e mezza bastasse.

È così che una linea della metro, che si stava realizzando, rimase quasi totalmente costruita, ma non entrò mai in funzione.

Continua la lettura con: La MeLA: la METRO FANTASMA di Milano

BEATRICE BARAZZETTI

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10 luoghi atipici che mi hanno fatto innamorare di Milano

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L’amore non scocca sempre a prima vista, specie negli anni di amministrazioni poco produttive. Può scalfirti poco a poco, sino a entrarti dentro senza quasi che tu ne accorga. Così almeno è successo a me, nei confronti della mia ospitale città adottiva, Milano.

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10 luoghi atipici che mi hanno fatto innamorare di Milano

#1 Via Ravizza

aperitivo

In una parola, l’aperitivo. Quell’aria primaverile della calma che pervade le cose belle. Il tram arancio che sferraglia a fianco dei Negroni sbagliati, tra le frasche di un’alberatura fortunatamente precoce.

#2 Viale Affori

bambino gelato

Un centro città in periferia. Il segreto meglio conservato di Milano: i vecchi borghi inglobati nel tessuto urbano. La solennità del sagrato tra gelaterie, pasticcerie, agenzie immobiliari e le giostre della fiera paesana.

#3 Via Novara

Il serpente, per definizione. La lunga linfa vitale che trasporta dall’eleganza tardiva di Rembrandt ai campi che segnano la fine della grande città. Edilizia popolare, edilizia di pregio e uno dei simboli cittadini: il mattonato dell’Esselunga.

#4 Piazzale Governo Provvisorio

Piazzale Governo Provvisorio

Uno slargo parigino, all’improvviso. Il tessuto urbano che alterna vecchio e nuovo, il grande fascino di Milano. La consapevolezza di avere tutto a portata di mano.

#5 Via Borsieri

vita notturna

La movida, piacere inevitabile. La compostezza monumentale della Vecchia Isola. I locali che riempiono i loro dehor, il monumento al Jazz, il riposo dell’ombra delle piante.

#6 Piazza Irnerio

Il prototipo della piazza verde di prima periferia. L’eleganza composta di certi condomini privilegiati. Vivere la quotidianità, tra le chiacchiere delle badanti e delle colf.

#7 Piazzale Selinunte

Il ghetto buono che va sanando. La solidità geometrica di palazzoni uguali. I graffiti della rabbia esistenziale in cortili da respirare tra le immancabili lenzuola appese alle finestre.

#8 Via Vincenzo Monti

citylife

La nobiltà pregressa milanese con suggestioni romane, l’anello di congiunzione che consegna le memorie del centro alle storie future di CityLife.

#9 Viale delle Rimembranze di Lambrate

lambrate

L’inedito, l’impossibile. Una foresta urbana circolare, percorsa dal tram. La scoperta dei mille angoli peculiari che ci sono in città, molti forse ancora a noi sconosciuti.

#10 Viale dell’Innovazione

Come sarebbe stata l’Unione Sovietica se fosse sopravvissuta. Edifici statalisti dal gusto eccelso, non per tutti. Costruire quartieri da zero è possibile, e anche molto appagante.

Continua la lettura con: Le 5 spiagge di Milano

LORENZO ZUCCHI

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Ferragosto nei dintorni di Milano: trattorie o alta cucina?

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Credits cascinacaremma IG

Ferragosto: la città vuota. Anche chi resta a Milano in questi giorni, il 15 agosto cerca in tutti i modi di lasciare la città, almeno per qualche ora. Che cosa offrono, allora, i dintorni per un felice pranzo di Ferragosto? La selezione di Stefano Corrada per Libero. 

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Ferragosto nei dintorni di Milano: trattorie o alta cucina?

Credits: conoscounposto – Cascina Caremma

# Alla Bettolina di Gaggiano

Lungo il Naviglio, a pochi chilometri dal lato Ovest di Milano, si trova questa cascina “rural-chic”, immersa nel verde. A tavola vengono serviti classici della tradizione milanese: polenta fritta e baccalà, vitello tonnato, giardiniera, risotti, galletto affumicato e tiramisù al pan meino. Una chicca è poi il cocktail bar interno alla cascina.

# Cascina Caremma di Besate

credits: IG @cascinacaremma

Ancora più a Ovest, una delle cascine più note dei dintorni di Milano. Tra le prime aziende biologiche del milanese, fondata nel 1988 dall’attuale patron, Gabriele Corti. Oltre al food si può anche accedere al percorso benessere con piscina, centro massaggi e visita agli allevamenti. Per Ferragosto è in programma il pranzo nel fienile con menù del territorio e di prodotti della stessa cascina: salumi, formaggi, melanzana mantecata, riso alla norma, flan di portulaca, rollé di manzo e pesche all’amaretto. 

# Ristorante della Posta a Olmo Gentile (Piemonte)

Oltre il Ticino si approda in Piemonte fino alle Langhe dove si trova il più piccolo comune dell’astigiano: Olmo Gentile. Qui c’è il Ristorante della Posta, trattoria con terrazza spettacolare verso le colline di vigneti. Tra le specialità: la carne cruda, i plin, le frittatine alle erbe, le lasagne fatte in casa e la torta di nocciole. Esplosiva. 

# Trattoria da Bassano a Madignano (Cremona)

Nella pianura cremasca una meta per gourmand: la Trattoria da Bassano, con le zucchine del suo orto, i tortelli cremaschi e il vitello riposato in salsa tonnata. 

# Ristorante Albergo da Gigi a Crandola (Valsassina)

Credits ristorantedagigi_crandola IG – Da Gigi

Ci spostiamo a Nord, ai margini settentrionali della Valsassina. Le tre sorelle che gestiscono il locale accolgono i clienti con piatti che nascono dalle materie prime “povere” della zona: verdure, mele, burro di alpeggio, formaggi e il piatto forte, gli scapinàsc (ravioli locali) al burro e salvia. Il menù di Ferragosto prevede ricciola in carpione, parmigiana, saraceno mantecato con gamberone e crema di peperone, filetto di manzo e bavarese al lampone. 

# Ristorante Filo a Lezzeno (Lago di Como)

Ristorante presso l’hotel Filario, offre un menù di piatti “marinari creativi” serviti sulla terrazza con vista lago o nella spiaggia privata. Per la bella stagione è stata creata l’insalata d’a…mare, con gamberi crudi, abbinati a verdure marinate in acqua di mare. 

# Comi107 (Como)

Si conclude nella zona sud di Como con un locale di pietre a vista che propone pesce di mare come, ad esempio, il carpaccio di capasanta e riccio di mare, il baccalà con melanzana, il risotto zafferano, limone e gambero rosso o i passatelli ai frutti di mare. Oltre a questo c’è anche il menù di terra. 

Fonte: Il pranzo di Ferragosto di Stefano Corrada, Libero

Continua la lettura con: Dove si va a Ferragosto?

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All’Esselunga anche a Ferragosto? Negozi aperti e orari

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C’è chi non riesce a farne a meno neppure a Ferragosto. Ma dove si può andare?

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All’Esselunga anche a Ferragosto? Negozi aperti e orari

Ferragosto 2024: Esselunga ha deciso di tenere aperti molti dei suoi punti vendita. Alcuni con orari ridotti, altre per tutta la giornata. Ma attenzione: alcuni negozi saranno chiusi.

# Esselunga a Ferragosto: orari di apertura

Credits: pinterest.com, archello.com

La gran parte dei supermercati Esselunga sarà aperta solo mezza giornata: dalle 8 alle 14. Ma ci sono delle eccezioni che resteranno aperte tutto il giorno. Si tratta di Milano Ripamonti e di Esselunga Cascina Merlata: orario dalle 8 alle 20. Consentendo anche la possibilità di stare al fresco nelle ore più calde.

# I punti vendita che vanno in ferie

myfruit.it – Esselunga Papiniano

Alcuni punti vendita a Ferragosto restano chiusi. Tra i più noti: Viale Papiniano, Viale PiaveMacMahon. Anche i negozi LaEsse non apriranno.

Fonte: Anteprima Volantino

Continua la lettura con: I 10 migliori mercati rionali di Milano

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I 7 sport da praticare ad agosto a Milano (anche gratis)

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credit: tennisuispmodena.it

Concluse le Olimpiadi anche lo sport va in vacanza. Ma non per tutti. Soprattutto non per gli impavidi che resistono a Milano.

I 7 sport da praticare ad agosto a Milano (anche gratis)

# Nuotare nelle piscine “sopravvissute” a Milano

https://natipervivereamilano.com/2020/07/17/i-bagni-misteriosi-una-delle-piu-belle-piscine-di-milano/

Le piscine all’aperto a Milano non se la passano bene. Molte sono state chiuse sine die, altre sono oggetto di lavori più o meno interminabili. Ma alcuni impianti resistono: e che impianti! Forse la più glam d’Italia, i Bagni Misteriosi, ad agosto seguono le tariffe della balneazione convenzionata del Comune di Milano. Tra le altre degne di menzione ci sono: il Beach Forum, con una piscina esterna olimpionica di 50 metri al Mediolanum Forum, l’Acquatica Park, con la Torre degli scivoli, kamikaze e il rainbow dalle discese super colorate, e la Riviera Est all’Idroscalo.

# Surf: Milano come Maui

surf all'idroscalo
surf all’idroscalo

Wakeparadise Milano è il più grande parco di sport acquatici d’Italia, dove è possibile surfare cavalcando onde artificiali, alte fino a 1,9 metri e larghe 10 metri. Dall’estate del 2019 nella surf pool di Wakeparadise si possono praticare surf, wakeboard e in esterno anche lo sci nautico. La struttura è aperta dal lunedì al venerdì dalle 12,00 alle 20,30, mentre il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 20.30. Per informazioni e prenotazioni: https://wakeparadise.it/

# Yoga sui Navigli

Ph. sasint – Pixabay

Per riprendersi dalle scariche di adrenaline del surf nulla di meglio che immergersi nello Yoga, ritrovando benessere e connessione spirituale attraverso pratiche di meditazione. Lo si può fare anche gratis: ogni mercoledì e sabato, fino al 21 settembre, in riva alla Darsena il sito Baliyoga.it organizza 26 lezioni gratuite di yoga. Ogni singolo allenamento ospita fino a 40 partecipanti: occorre prenotarsi on line fino a esaurimento posti.

# Beach Volley

credit: tennisuispmodena.it

Disciplina che fa rima con estate e con mare. Ma anche con Milano. Ci sono diverse strutture presenti nei diversi parchi, ad esempio a Trenno, o più organizzate come quella del Quanta Club ad Affori con 5 campi e la possibilità di partecipare a corsi di perfezionamento oppure come l’Open Beach al Lorenteggio con 3 campi all’aperto e una vastissima area con sdraio e ombrelloni, il BLVS a Segrate con 5 campi o il Beach Town di Basiglio con 6 campi in cui praticare anche beach tennis e foot volley.

# Arrampicata

credits: @matteo_tei_meucci

Una delle new entry tra le discipline olimpiche. All’idroscalo si trova la parete attrezzata oppure il centro La Parete Rossa a Pieve Emanuele, forse il più celebre della zona. L’associazione Milano Adventure organizza anche esperienze all’aperto come l’arrampicata sportiva libera in falesia sul lago di Como.

# Canottaggio sui Navigli

Credits: canoaclubmilano.it
canoa sul lago di Annone

A Milano si può anche vogare in canoa o kayak. Sulla pista ciclabile della Martesana, vicino alla fermata di Turro, si trova East River, dove si può noleggiare una canoa o un kayak, con anche la possibilità di una lezione dedicata ai principianti.

# Bici (e corsa)

Non può mancare anche la scelta più classica. Andare a Milano in bicicletta o di corsa nella città semi deserta è un’esperienza spettacolare. E completamente gratuita. 

Spunto: cityrumors

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Dove si va a Ferragosto? Le tre prime scelte degli italiani

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Progetto senza titolo - 1

Siano entrati nella settimana più calda dell’anno. Almeno per le vacanze, quella in cui ogni località di mare deve registrare il tutto esaurito altrimenti meglio che se ne vada in montagna. Ma quali sono i luoghi caldissimi, quelli dove non ci sarà spazio neppure per uno spillo? Secondo il portale tedesco holidu sono tre le località ai primi posti nelle prenotazioni degli italiani per il Ferragosto 2024. 

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Dove si va a Ferragosto? Le tre prime scelte degli italiani

Pubblicata la classifica delle 50 località preferite dagli italiani per Ferragosto 2024. 44 sono in Italia, appena sei sono all’estero. Ai primi tre posti ci sono delle superstar.

# Da 41 a 50: Valencia e Nizza per l’estero, già svetta la Sardegna

La classifica si apre con Valencia, una delle sei località straniere prescelte dagli italiani. Come prezzi medi è una tra le più care: 181 euro al giorno di prezzo medio. 

# Da 31 a 40: Benidorm 40, Jesolo 38, Riccione 31

Appaiono le prime regine storiche dell’estate. Al 40esima la “Rimini” di Spagna: Benidorm. In queste posizioni compaiono anche alcune celebrità italiane: Palinuro (la più cara tra queste con 245 euro di prezzo medio giorno), Jesolo, Viareggio e Riccione. Forse speravano qualche posto in più… La più economica tra le 10 è Marina di Camerota: 116 euro, meno della metà della vicina Palinuro. 

# Da 21 a 30: Livigno nella top 30

Ci avviciniamo alle zone più calde. E tra le super spiagge di Otranto e Bibione svetta la prima località lombarda in classifica: Livigno, che è anche la più cara tra queste posizioni. Solo Italia in queste 10 posizioni. E ora arriviamo alle “località calde”: dall’11 alla 20. 

# Da 11 a 20: Lloret de Mar e Lignano in mezzo a Sicilia, Calabria e Sardegna

Stessimo parlando di musica saremmo ai “dischi caldi”, come venivano definite le posizioni dalla 11 alla 20 nella hit parade di un tempo. Tra le località a ridosso della top 10 spopolano Sicilia, Sardegna e Calabria. Tre le eccezioni: una località straniera (l’inossidabile Lloret de Mar sulla Costa Brava) e Lignano Sabbiadoro, tra le spiagge più a Nord d’Italia. Tra queste la più cara è Sperlonga, la più a buon prezzo Siracusa. E ora entriamo nella top 10. 

# Da 4 a 10: Livigno nella top 30

Eccoci nella top 10 dove chi cerca la solitudine deve tenersi alla larga. Prosegue il dominio della Sardegna, con Alghero, Budoni e la località con l’accento più dibattuto: Villasimìus o Villasìmius? Prima tra le straniere c’è anche Palma di Maiorca che sta superando le due regine un po’ logorate delle Baleari: Ibiza e Formentera. Palma e Barcellona sono anche le più care a dimostrazione che l’Italia sta diventando sempre più conveniente. Anche grazie ai prezzi più abbordabili, risalgono Rimini (quinta posizione) e Porto Cesareo (sesta). Ma quali sono le top 3?

# Le tre regine di Ferragosto

Ecco le tre regine di Ferragosto. Località supercelebri delle tre regioni più amate d’estate. Terza è San Vito Lo Capo in Sicilia, al secondo Gallipoli in Puglia. Prima la località sarda con il più grande numero di spiagge nel suo territorio, tra cui svetta la mitica Cinta: San Teodoro. 

Continua la lettura con: Le 5 spiagge di Milano

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La pizza più buona d’Italia? Si mangia a Milano!

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drymilano IG - Margherita con Provola affumicata e Pepe nero di Sarawak

La classifica 50 Top Pizza premia ogni anno le pizzerie migliori e le pizze più buone in Italia. Milano non sfigura affatto. Anzi. 

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La pizza più buona d’Italia? Si mangia a Milano!

# La classifica che premia le migliori pizzerie italiane

50 Top Pizza Italia

Come ogni anno 50 Top Pizza premia le migliori pizzerie italiane: dal 2023 sono in realtà 100 i locali in graduatoria. Si tratta di un network che promuove la pizza di qualità, oltre che di una guida consultabile gratuitamente on line risultato del lavoro di migliaia di ispettori. Dopo aver visitato in anonimato le pizzerie gli ispettori esprimono un giudizio valutando i seguenti elementi: impasto, i topping, la carta di vini e birre in abbinamento e, non da ultimo, il servizio.

# Milano sul podio con la pizzeria “Confine”, premiata anche per il “Pizzaiolo dell’anno”

louisvernhes IG – Pizzeria Confine

Tutti i giudizi messi assieme formano la classifica che nel 2024 vede ancora in testa la coppia di pizzerie campane Masanielli di Caserta di Francesco Martucci e 10 Diego Vitagliano Pizzeria di Napoli. La sorpresa arriva dal secondo posto del locale milanese Confine, con 3 spicchi del Gambero Rosso e gestito da Francesco Capece e Mario Ventura, che nel 2023 era fuori dalla top ten, all’undicesima posizione. 

confinemilano IG – Francesco Capece

Alla medaglia d’argento si aggiunge anche il riconoscimento del premio speciale più ambito, Francesco Capece ha vinto infatti quello del “Pizzaiolo dell’anno”. Il podio delle pizzerie migliori d’Italia è chiuso da I Tigli di San Bonifacio di Simone Padoan, in provincia di Verona, che è scesa di un gradino scalzata proprio dalla pizzeria milanese.

# Roma batte Napoli e Milano per numero di locali premiati

Mike_68-pixabay – Roma

Scorrendo la classifica troviamo nelle prime dieci posizioni la pizzeria 50 Kalò di Napoli, 
Seu Pizza Illuminati di Roma, I Masanielli di Sasà Martucci di Caserta, un altra milanese Dry Milano, La Notizia e Salvo di Napoli e infine Pizzeria Da Lioniello di Succivo in provincia di Caserta. A livello numerico Roma vince con 12 locali premiati, a seguire Napoli con 8 e Milano con 5: alle due già citate troviamo la pizzeria Denis in 23esima posizione, Modus alla 29esima e Capuano’s all’80esima.

# La pizza più buona si mangia a Milano

drymilano IG – Margherita con Provola affumicata e Pepe nero di Sarawak

A Milano arriva però un altro premio, quello di “Pizza dell’anno”. A vincerlo è l’altra pizzeria milanese in top ten: Dry Milano di Lorenzo Sirabella, locale moderno e raffinato, noto per la sua combinazione unica di pizze gourmet e cocktail d’autore. Dal menu, che include una selezione di pizze classiche e creative, è uscita la pizza più buona d’Italia: Margherita Provola Affumicata & Pepe Nero di Sarawak. Tutte le premiazioni sono avvenute in occasione della Pizza Week, che si è tenuta proprio a Milano nel mese di luglio.

Leggi anche: 3 motivi che fanno di Milano la capitale della pizza del nuovo millennio

Fonte: cucinaitaliana.it

FABIO MARCOMIN

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I «Caraibi italiani» a tre ore da Milano

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Credits:@mihaelakiva Pozze di Arsiero

Altro angolo nascosto, altra meraviglia italiana. Il BelPaese stupisce sempre e, questa volta, a poche ore da Milano c’è un posto che è tanto bello che ricorda tanto i Caraibi.

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I «Caraibi italiani» a tre ore da Milano

# Le Pozze di Arsiero

Credits:@mihaelakiva
Pozze di Arsiero

Si sta parlando delle Pozze di Arsiero, in località Contrà Pria, borghetto del paese di Arsiero in provincia di Vicenza. Conosciuti da molti semplicemente come Pria, pietra, i bacini d’acqua veneti sono tanto particolari e belli da essere chiamati “I Caraibi del Veneto”. Per creare quest’oasi naturale dall’acqua color smeraldo, il torrente Astico ci ha impiegato millenni: ha scavando continuamente nella roccia e creato bacini d’acqua cristallina nonché una serie di canyon.

# Come raggiungere le pozze

Credits: @momobea
Pozze di Arsiero

Raggiungere le pozze di Arsiero è abbastanza facile. Una volta imboccata la strada provinciale 350, si incontrerà il cartello che indica la direzione da prendere: Contrà Pria. Raggiunta la località e parcheggiata la macchina, si potrà scegliere se direzionarsi direttamente verso una pozza, come ad esempio la più frequentata sotto il Ponte della Pria, oppure percorrere il sentiero panoramico che permette di ammirare dall’alto tutte le pozze del posto.

Il luogo è molto poco frequentato in inverno, mentre in estate si popola di persone che vogliono godersi un attimo di relax. Inoltre, se si vuole stare lì tutto il giorno ma si preferisce non fare il picnic, immediatamente vicino c’è il Pria Park che offre la possibilità di mangiare o bere qualcosa.

# L’oasi naturale degna dei Caraibi

Credits: @architetto_view
Pozze di Arsiero

Nella Val d’Astico, che separa l’Altopiano dei Sette Comuni da Folgaria e Tonezza del Cimone, c’è quindi un piccolo angolo di paradiso, naturale e selvaggio. Un torrente dove l’acqua ha formato tanti piccoli laghetti, le pozze. Acqua cristallina dove potersi rinfrescare, ma per i più temerari o i più appassionati di immersioni, le pozze di Arsiero offrono molto altro. Canyon da cui potersi tuffare, o la possibilità di fare immersioni nei tre punti dove l’acqua raggiunge dai 7 ai 9 metri di profondità. Si può anche nuotare vicino a pesci di acqua dolce, come temoli o trote, e proseguire il torrente fino a raggiungere la cascata ghiacciata di circa 3 metri.

Un’oasi naturale, quindi, dove salvietta e ombrellone per un po’ di relax hanno sempre la meglio, ma dove allo stesso tempo ci si può addentrare alla scoperta della natura incontaminata del luogo, dentro e fuori dall’acqua.

# Gli altri Caraibi del Veneto: il lago di Camazzole

Credits: @kachuppa
Lago di Camazzole

E se il Veneto non avesse solo un angolo di Caraibi?  Sì perché in realtà un altro posto, questa volta in provincia di Padova, è conosciuto come l’angolo caraibico della regione. Si chiama Lago di Camazzole, un laghetto artificiale ai tempi cava del fiume Brenta ora riempita di acqua gelida. Spiagge dai sassi bianchi, ghiaietta, prati e acqua di un azzurro intenso, di quel colore tipico dei laghi alpini. Si trova tra i comuni di Carmignano di Brenta e Fontaniva e in realtà a non più di una ventina di chilometri da Vicenza.

Continua la lettura con: L’INVASIONE delle MALDIVE DI MILANO: perchè si chiamano così? La strada per arrivarci

BEATRICE BARAZZETTI

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La hybris di Milano e la grande nevicata del 1985

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Caput vitiorum. Il capo di tutti i vizi. Per Sant’Agostino e i padri della Chiesa il peggiore dei vizi è la superbia. Non era un’idea nuova: anche Platone considerava la hybris, la sua versione greca, il peggiore tra i peccati. Hybris è quella sensazione di sentirsi al di sopra di tutto, di librarsi in volo come Icaro, di guardare tutti dall’alto in basso, dimenticando il limite del cielo.
Il prezzo della hybris Milano l’ha pagato un inverno. Era il 1985. Un inverno destinato a passare alla storia. 

Era iniziato da poco gennaio e il climate change di allora era l’opposto di oggi: lo spettro era il freddo. Si parlava perfino di nuova era glaciale, soprattutto quando Roma vede piovere fiocchi di neve grandi come palle che in breve paralizzano una città che non ha l’agilità come suo punto di forza. Risultato? Scuole chiuse, traffico impazzito, panico. Pochi fiocchi e la capitale si blocca, si ride di questo nei bar, negli uffici e nelle scuole di Milano che sotto un cielo sereno si gode lo spettacolo di una Roma che chiede aiuto per quella che pare una cosa da niente. 

La hybris porta Milano non solo a ridere di Roma ma a sottovalutare il pericolo. Contro la neve al milanese basta un impermeabile, così la città fa la bauscia e spedisce a Roma tutti i suoi mezzi antineve per liberare le strade della capitale. Pochi giorni e la nevicata di Roma sfuma e di lei restano solo versi di canzoni nostalgiche di qualche decennio dopo. 

Ma la storia non è ancora finita. Anzi. Perché l’ondata di gelo artico che aveva intirizzito il centro Italia era solo la punta di un iceberg di aria fredda che centrato sulla Corsica si stava riavvolgendo per sferrare il vero attacco polare. Proprio contro Milano. 

Dal 13 gennaio 1985 Milano smise piano piano di ridere di Roma e passò a guardare il cielo dall’iniziale simpatia a una crescente preoccupazione. Sì, perché la neve non smetteva mai di cadere. Non solo il 13, anche il 14, il 15, andò avanti senza sosta anche il 16 e il 17, diventando la “nevicata del secolo”, la nevicata più forte registrata a Milano dal Novecento in poi. 

Una delle caratteristiche della hybris è che il superbo non molla facilmente. Va avanti, persevera con il petto tronfio, finge di non aver bisogno anche se è in ginocchio. Così fa Milano. Senza mezzi antineve inviati a Roma le sue strade si ricoprono di neve come fuoripista dolomitici, ma i milanesi cercano di far vedere ai romani di che pasta sono fatti.
Le scuole rimangono aperte, salvo quando la situazione si fa disperata, e si affrontano i viaggi in auto o in bus come se si andasse alla conquista dell’Antartide, quelle storie in cui gli esploratori scomparivano nel nulla. 

Per noi ragazzini la hybris era una festa. Strade senza spazzaneve significava l’avventura di autobus che a ogni fermata si sentivano le ruote slittare, cercando di ripartire. Spesso l’autista chiedeva ad alcuni di scendere per spingere il mezzo, scene comiche tranne che per quelli che avevano spinto che vedevano allontanarsi il bus che a quel punto non si poteva più rifermarsi. 

La hybris erano mezzi bloccati nella neve, auto che scivolavano sul ghiaccio, avventurosi che andavano al lavoro sugli sci. Per un bambino è gioia pura, ma per gli dei del cielo la hybris è qualcosa di diverso. E’ uno schiaffo che strozza una risata in gola. 

Il Palasport di via Tesio nei pressi dello stadio era considerato un piccolo capolavoro e rendeva orgogliosa tutta la città. Aveva la forma a onda: atipica, insolita, qualcosa che nessuno aveva mai provato a fare, sollevava interrogativi per quella sua sfrontatezza, ma Milano è così, superba, ha come unico limite il cielo.

Il Palasport ospitava incontri sportivi, dal basket alla Sei giornate dei ciclismo, ed era diventata l’arena dei concerti. Nel Palasport vidi il mio primo concerto, di Franco Battiato. La meraviglia estetica, quella sua forma a onda fu la sua condanna: tutta la neve caduta in quei cinque giorni invece di distribuirsi su tutta la superficie del tetto si era accumulata sul suo centro di gravità permanente. Abitavo a pochi metri. Il silenzio ovattato della nevicata viene squarciato da un boato. Il tetto del Palasport aveva ceduto.
Era la notte del 17 gennaio. L’ultimo giorno della grande nevicata. 

Non erano in programma eventi, non ci furono vittime, a parte il Palasport che dopo diversi tentativi di ricostruzione venne definitivamente abbattuto. 
Cosa resterà della grande nevicata? Il ricordo di una Milano mai più così bella, vestita in abito da sposa, ma anche l’insegnamento che Roma può subire i colpi del presente ma resta l’immortale, la più amata dagli dei del cielo.

#milanograffiti

Palasport di San Siro

Continua la lettura con: Il sabato del villaggio diventa domenica pomeriggio nella Milano degli anni ’70

ANDREA ZOPPOLATO

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Le 7 zone di Milano più redditizie dove comprare casa

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Ph. @milanographies IG

Tecnocasa conferma un trend in atto già diverso tempo: i rendimenti più elevati, calcolati come rapporto tra i canoni di locazione percepiti nell’anno e il valore stesso dell’immobile, vengono registrati soprattutto nelle zone periferiche dove i prezzi per l’acquisto sono minori. Scopriamo i quartieri più redditizi. Foto cover: @milanographies IG

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Le 7 zone di Milano più redditizie dove comprare casa

Credits Andrea Cherchi – Skyline di Milano

Gli investitori immobiliari a Milano, come confermato dallo studio di Tecnocasa, prediligono acquistare in zone con presenza di poli universitari, uffici, servizi, quelle sottoposte a interventi di riqualificazione e in generale più periferiche. Il rendimento annuo lordo delle case a Milano varia infatti dal 4,1% delle zone centrali fino al al 7,3% di quelle più esterne, con preferenza degli investitori per il bilocale al 39,9% e del trilocale al 31%.

Andando ad analizzare nel dettaglio i dati emergono i quartieri che registrano i rendimenti più elevati in città e dove si focalizza la maggiore ricerca di immobili:

#1 Vialba e via Amoretti (Quarto Oggiaro): rendimento annuo lordo del 7,3%

Credits: clubmilano.net – Quarto Oggiaro

Al primo posto c’è il Nord Ovest. Più precisamente due aree di Quarto Oggiaro.  La zona di Vialba, che prende il nome dall’antico nucleo rurale di Vialba, storicamente posto intorno alla villa Scheibler e oggi interamente scomparso, segna un rendimento annuo lordo del 7,3%, il più alto in città.

 

A questa si aggiunge la zona attorno a via Amoretti, sempre nello stesso quartiere di Quarto Oggiaro, anch’essa con un 7,3% di rendimento annuo.

 

#2 Via Forze Armate (Sella Nuova): rendimento lordo del 6,4%

credits: @intothetown
IG

L’area di via Forze Armate, dove nei prossimi anni dovrebbe partire un ampio progetto di riqualificazione, registra un 6,4% di rendimento annuo lordo. Un’area molto sottovalutata in passato ma favorita dalla vicinanza della metro (1 e 5) e dove ancora è possibile acquistare case a prezzi abbordabili. 

 

#3 Corso Sempione – piazza Firenze: rendimento annuo lordo del 6%

Credits dcene IG – Piazza Firenze

Si rimane all’Ovest della città ma ci si sposta più verso il centro. Lungo tutto l’asse di Corso Sempione un immobile messo a reddito registra in media un rendimento del 6% lordo, in particolare nella parte nei pressi di Piazza Firenze che unisce corso Sempione con viale Certosa. 

Sotto il podio si posizionano queste aree, anch’esse in posizione defilata anche se ben fornite dalla linea metropolitana.

#4 San Siro 

 

Per molti operatori del settore sarà la zona dei desideri per i prossimi anni. La grande scommessa sono il nuovo Stadio e le Nuove Terme che potrebbero rilanciare l’area più verde della città che, da quando ospita il capolinea della M5, risulta anche ottimamente servita dai mezzi. I prezzi delle case ancora contenuti e il rialzo degli affitti consentono già dei rendimenti prossimi al 6%. 

#5 Bocconi

Credits: eventimilano.it
nuovo campus bocconi

L’altra grande area su cui si scommette è la zona Sud/Sud-Est, quella che sarà più investita dalle opere per le Olimpiadi. Si tratta di una zona evergreen, da sempre caratterizzata da un mercato vivace per la vicinanza della Bocconi. Anche questa zona presenta rendimenti prossimi al 6%. 

#6 Via Padova 

Ci si sposta a Nord/Nord Est per trovare un’altra zona che offre alti rendimenti. E’ la bistrattata via Padova avvantaggiata negli ultimi anni dalle opere di riqualificazione e dall’effervescenza di start up e di laboratori creativi. A questo si aggiunge la vicinanza alla metro che consente a molti giovani di trovare affitti a prezzi ancora convenienti e a padroni di casa di ottenere rendimenti superiori al 5,5%.

Leggi anche: Via Padova, il nuovo boulevard

#7 Maciachini 

Completa la lista delle zone a maggiore rendimento l’area di Machiachini. Piazza che si pone sulla circonvallazione al confine tra Dergano e Isola. Ottimamente servita dai mezzi (M3 e 90/91), ha una posizione di snodo strategico e le recenti riqualificazioni hanno migliorato anche la sua vivibilità. Apprezzata molto da studenti. 

# Milano al top in Italia per rivalutazione degli immobili

L’investimento da locazione non l’unico motivo per l’acquisto di un immobile da parte di un compratore ma anche per la rivalutazione da una futura rivendita. Negli ultimi 14 anni Milano risulta essere la piazza migliore per questo genere di operazione. Dal 1998 al primo semestre 2021 mentre la rivalutazione media degli immobili su scala nazionale è stata del 38,2%, nel capoluogo lombardo è arrivata al 107,7%, staccando di molto Firenze e Napoli rispettivamente con il 66,0% e il 64,3%.

Continua la lettura con: La “Casa-Bara”: l’appartamento in affitto più piccolo del mondo

FABIO MARCOMIN

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La Spezia, il porto di Milano?

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Cosa manca per fare diventare Milano la vera capitale del Sud Europa e ampliare gli orizzonti fino alla Cina? Lo sbocco sul mare. Con uno sgarbo ai genovesi e nel rispetto dell’art.132 della Costituzione, si potrebbe dare vita all’asse lombardia-liguria per la conquista dei mari. E non solo.

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La Spezia, il porto di Milano?

Si può, con l’approvazione della maggioranza delle popolazioni della Provincia o delle Province interessate e del Comune o dei Comuni interessati espressa mediante referendum e con legge della Repubblica, sentiti i Consigli regionali, consentire che Provincie e Comuni, che ne facciano richiesta, siano staccati da una Regione ed aggregati ad un’altra.” (Art. 132 Costituzione Italiana). Ecco perchè La Spezia farebbe più che bene a staccarsi dalla Liguria per unirsi alla città metropolitana di Milano. 

#1 La meno scontata tra le città che dovrebbero far parte dell’area metropolitana milanese

Riomaggiore (SP) Credits: @_arzukurttt
IG

Sono tante le province, i paesi e le città, che per ragioni storico-culturali dovrebbero entrare a far parte dell’area metropolitana milanese o quanto meno di quella lombarda. Tra le città candidate abbiamo Piacenza e Tortona, ma anche Domodossola e Novara. Sicuramente la bellissima provincia di La Spezia di oggi, non rientra tra queste.

#2 Milano diventerebbe capitale del sud Europa con uno sguardo a Oriente

Milano ambisce a diventare la capitale del Sud Europa e una delle principali realtà metropolitane del mondo. Indubbiamente per concretizzare questa ambizione necessita uno sbocco diretto al mare ed un porto per collegare la Darsena non più solo al mar Adriatico ma anche al Tirreno, diventando il fulcro della direttrice Milano- Rotterdam e soprattutto della Milano–Shangai una volta realizzato l’ambizioso progetto della nuova via della Seta.

#3 Tra moglie (Genova) e marito (Firenze), mettiamoci Milano

Credits: @
maramilan_
IG

Se facciamo riferimenti alla storia, La Spezia ha stuzzicato le mire espansionistiche di Milano già dal ‘400 considerandola la più ovvia delle terre da conquistare, terra di confine tra la rivale Genova e l’ambiziosa Firenze

#4 Uno smacco ai genovesi

credits: travel.fanpage.it

I liguri, in particolare i genovesi, non amano particolarmente i milanesi e senza tanti giri di parole non si fanno neanche tanti scrupoli a dimostrarlo. Allo stesso tempo però, le ingenti entrate che i turisti milanesi garantiscono loro a livello turistico, li recludono nella sopportazione. Gli spezzini anche se non si sbracciano per la simpatia sono sicuramente più ospitali verso gli invasori mangianebbia. 

Leggi anche: MILANESI in LIGURIA:”Usciamo in silenzio, se riconoscono l’ACCENTO sono guai

#5 La Spezia un’exclave come San Colombano: così Milano saprebbe valorizzarla al meglio rendendola un’attrazione mondiale

Credits: @marcocee221
IG

Certo, non faremmo come al tempo degli Sforza mandando cavalieri e catapulte a rivendicare il possesso di un territorio. Considerando che La Spezia è terra di confine, con una particolare propensione al distaccamento dall’ingombrante città della lanterna che da sempre le impedisce il suo enorme potenziale sviluppo, perché non pensare ad un’alleanza con una realtà molto avviata e con mille ambizioni come Milano? Sicuramente farebbe il possibile per valorizzarla con buona pace degli altri liguri che vedrebbero così calare la nostra fastidiosa e ammorbante presenza. E per realizzare questa unione strategica serve solo un tratto di penna: come dice l’articolo 132 della Costituzione qualunque territorio può entrare a fare parte di un altro. Un po’ come San Colombano che pur se all’esterno dei confini di Milano ha deciso di farne parte. 

Continua la lettura con: PIACENZA, l’eterna sposa mancata di Milano: 5 motivi per farla diventare LOMBARDA

ANDREA URBANO

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