Un’occasione troppo ghiotta per godersi una Milano deserta lasciando ad altri code sulle strade e ressa sulle spiagge. Ecco allora 10 cose che si possono fare a Milano quando capita la fortuna di restare da soli per non rischiare di cedere alla disperazione. Foto cover: @andreacherchi_foto IG
Per chi non pensa che la gente faccia la pipì in acqua.
#2 Fare il turista
fritsje-pixabay – Ragazza su tetto del Duomo
Molti milanesi non sono mai andati a vedere l’Ultima Cena o la Pietà Rondanini o sul tetto del Duomo. In poche parole evitano di fare le stesse cose dei turisti e finiscono per avere visto di Milano meno di un giapponese che trascorre qui un fine settimana. Questi giorni può essere l’occasione giusta per rimediare, sentendosi in mezzo ai turisti anche meno soli.
#3 Camminare a velocità ridotta
Credits: milanonordwalk.it camminare
Basta camminare per Milano senza meta e senza la consueta velocità sprint per sentirsi in vacanza più che su una spiaggia della Liguria.
#4 Il tour dei parchi
kanaka98 IG – Tramonto Parco Sempione
Nei giorni d’estate diventano il principale fattore di aggregazione della città. E ad agosto si rivelano più belli che mai. L’aristocratico Parco Sempione, i borghesi Giardini di Porta Venezia, il Parco Nord più spontaneo, il selvaggio Parco Sud o le ultime frontiere del Lambro, del Parco delle Cave o del Parco Forlanini: sono luoghi fantastici dove trascorrere queste giornate.
#5 In bicicletta senza rischiare la vita
Milano che si svuota diventa il paradiso dei ciclisti che finalmente possono rasserenarsi dalle continue litigate con gli automobilisti. E’ stupendo girare per il centro oppure farsi una biciclettata sui navigli, a nord sulla Martesana o a sud lungo il Naviglio Grande o quello pavese.
#6 Fare sport
montestella
Mentre chi è fuggito trascorre il tempo tra code e magnate in stile borgataro romano, ecco l’occasione per sorprenderli al loro rientro. Milano è a completa disposizione di chi vuole fare sport. La via più facile è la corsa, consigliamo sulla Montagnetta, alternata ai percorsi della salute.
#7 Farsi nuovi amici
Cena tra amici (Film)
Milano si basa sulle abitudini. Lavoro, amici, amici, lavoro. Dove lavoro e amici spesso coincidono. Se non esistesse Facebook uno parlerebbe con le stesse persone per tutta la vita, specie una volta superati i 30 anni. Ma ora c’è l’occasione da prendere al balzo: unendo l’agosto in città con le tecnologie ecco che si può scoprire che esistono persone simpatiche anche fuori dalla cerchia dei propri amici e/o colleghi di lavoro.
Anzi, può bastare un messaggio di finto aiuto su Facebook da parte di chi rimane in città per attirare immediatamente nuovi amici con cui trascorrere momenti insoliti in città.
#8 Eventi
Milano fa di tutto per fare finta di essere una grande metropoli internazionale. Quindi anche se la stagione degli eventi sonnecchia durante i weekend di agosto, quei pochi che vengono organizzati hanno un sapore tutto speciale.
#9 Recuperare terreno
Credits: dagospia.com
Durante un week end di agosto si può provare quel tipo di ebbrezza che si prova quando in auto si avanza spediti a fianco di una colonna di auto in coda. Può essere una magnifica occasione per recuperare terreno o per superare altri: sul lavoro o nello studio, qualunque cosa si faccia significa fare molto di più di tutti gli altri. E’ una cosa che gratifica e consente anche di vivere il lavoro con molta più serenità, senza l’assillo di scadenze o della competizione con i colleghi.
Lo stesso vale per chi ha lacune culturali o ha lasciato qualcosa di arretrato, come un libro, un film o altro. Ecco l’occasione per completare l’opera.
#10 Iniziare qualcosa di nuovo
Credits gravitt.co – Esperienza di volo
La vacanza piace perché rappresenta un momento in cui si stacca, finalmente si esce dalla routine anche se spesso lo si fa per entrare in una nuova routine. Da criceto a criceto, insomma. Ma chi resta nei week end di agosto a Milano può fare qualcosa di più: ne può approfittare per uscire dalla routine iniziando qualcosa di nuovo. Può azzardare un nuovo hobby, iniziare a scrivere un libro, scegliere un corso a cui iscriversi, sperimentare qualcosa che non si è mai fatto. Trasformando così un momento di disperazione nel punto di inizio di una nuova vita.
Nel mese di agosto molti ristoranti, bar e locali a Milano abbassano le saracinesche, anche se non più come una volta, e quindi è difficile capire per chi rimane in città dove fermarsi per una colazione, un aperitivo o una cena. Scopriamo questa selezione suggerita da daysofmilancon i nuovi orari per l’estate 2024.
Per gli amanti della carne c’è Mannarino, la macelleria di quartiere. Un punto di riferimento per chi ama acquistare carne di prima qualità direttamente al banco per portarsela a casa oppure farsela servire al tavolo con la cottura desiderata. Sono quatto i locali presenti in città: in Via Fiamma 4/6, Piazza de Angeli 1, Via Tenca 12, Alzaia Naviglio Grande 2.
#2 Tunas Milano
Credits tunas.milano IG
Tunas, situata in Via Fiamma 6, è una pescheria, bistrot e gastronomia di mare che nasce con l’obiettivo di portare un assaggio di mare a Milano. Il menù include una varietà di piatti tra cui crudi, pescato del giorno, zuppa di pesce e primi raffinati come i cavatelli baresi con triglie di scoglio e un delicato aroma di basilico fresco, senza dimenticare i deliziosi fritti.
#3 Cascina Cuccagna
Un Posto a Milano
Nel cuore della città, all’interno dell’unica cascina ancora operativa, Cascina Cuccagna, si trova il ristorante “Un posto a Milano”. Qui è possibile gustare piatti dalla colazione alla cena, scegliendo di mangiare all’interno o all’aperto, immersi in un giardino con orti, seduti ai tavolini sotto gli ombrelloni. L’indirizzo è Via Cuccagna 2.
Aperto tutto agosto anche Mi Scusi, che offre una cucina focalizzata su pasta fresca e sughi tradizionali rivisitati in chiave moderna. Con due sedi, una in Via Leopardi 13 e l’altra in Viale Bligny 7, è anche il luogo ideale per chi ama le cene cantate.
Oltre 4.500 mq distribuiti su due piani. Il Mercato Centrale di Milano, sul lato ovest della Stazione Centrale con accesso da Piazza IV Novembre e via Sammartini, in poco tempo è diventato uno dei place to be della ristorazione milanese. Inaugurato nel 2021 Al suo interno si trovano 29 tra ristoranti, bar e locali, rendendolo il più grande del suo genere in Italia. Il mercato include una vasta area di 1.000 mq dedicata al pesce, sezioni specializzate in carne, panificati, dolci e una varietà di cucine internazionali.
Lu Bar si trova all’interno di Villa Reale, conosciuta per le collezioni ottocentesche della Galleria d’Arte Moderna, in Via Palestro 16. Questo ristorante siciliano, dall’atmosfera retrò, è arricchito da piante e statue. Gli ospiti possono gustare la colazione o il pranzo in una serra del Settecento, nel cortile o nel giardino. Dal 9 al 25 agosto gli orari sono 9:00 – 23:00.
Pescaria, noto per il suo hamburger pugliese, ha due locali a Milano: uno in Via Bonnet 5 e un altro in Via Solari 12. Qui è possibile gustare il classico panino di mare con abbinamenti deliziosi a prezzi accessibili. Tra le proposte più apprezzate, spicca il panino con polpo alla griglia.
Cascina Nascosta è diventata un punto di riferimento per i milanesi in cerca di un aperitivo immerso nel verde, nel cuore del Parco Sempione. Qui, è possibile pranzare e cenare nel centro della città, ma lontani dal trambusto urbano. Inoltre, ospita “La Latteria”, un’area dedicata alla riscoperta delle tradizioni agricole e culinarie della Lombardia. Questi gli orari di agosto: fino a domenica 25/08 dalle 17:00 alle 23:30
con servizio aperitivo e cena, giovedì 15/08 dalle 12:00 alle 16:00.
Bomaki Uramakeria è il marchio di ristoranti nippo-brasiliani più trendy e rinomato di Milano. Il nome combina “bom,” che significa buono in portoghese, con “maki,” il celebre roll giapponese. Il menù offre una varietà di piatti unici, tra cui burritos in stile giapponese, Tataki di salmone e Sashimi exotic. Tra gli otto locali in città, rimangono sempre aperti quelli di Citylife, Corso Garibaldi, Navigli, Porta Venezia e quello storico in Corso Sempione, quelli Foppa e Sanzio chiudono dall’11 al 18 agosto.
# Il ristorante Braceria Acquacheta
acquachetamilano IG
Rispetto all’estate 2023 il ristorante Braceria Acquacheta, locale dallo stile rustico noto per le sue eccellenti carni alla griglia e piatti toscani tradizionali, rimane aperto tutto il mese di agosto anche se solo per cena. In via eccezionale solamente a pranzo il giorno di Ferragosto. Si trova in Via Erodoto 2.
# Drinc Different, il cocktail bar con una nuova idea di speakeasy
milanocibo IG – Drinc different
Anche Drinc Different, il cocktail bar con una nuova idea di speakeasy, rimane sempre aperto rispetto all’estate 2023. Due i locali a Milano: quello Via Plinio 32 e Via Francesco Hayez 13.
# Chiusi solo nei giorni attorno a Ferragosto
Credits giolina_milano – Giolina
Tra i locali che chiudono solo nei giorni attorno a Ferragosto ci sono:
la caffetteria con micro torrefazione di Nowhercafe, chiusi solo il 14 e il 15 di Agosto;
Giolina, con la sua pizza con il cornicione a canotto, chiuso il 14 e il 15;
Fred Records, locale in stile vintage con vendita di vinili, oltre a colazione, hamburger, snack e cocktail, chiuso dal 14 al 18.
Una leggenda locale dice che Eva dopo essere stata cacciata dall’Eden si sia rifugiata in Provenza per ritrovare il paradiso terrestre. Una delle regione più belle del mondo, tra laghi, montagne, canyon e una delle coste più rinomate del pianeta. Proviamo a scoprirla in una vacanza di pochi giorni.
Le meraviglie della Provenza: il maxi Canyon, le Calanche, il mare viola e la cascata nel borgo
Consigli per una vacanza indimenticabile in Provenza.
#1 Costa Azzurra
Mentone – Sentiero litorale
Tappa obbligata la costa che ha inizio al confine con l’Italia. Molte le località degne di nota. Mentone, la città dei limoni. Splendido il sentiero del litorale che la collega con Montecarlo. Per chi ama camminare sulla costa da provare anche il sentiero lungo la penisola di Saint-Jean-Cap-Ferrat, partendo da Villefranche, il paese in Francia che vanta il prezzo medio più alto per le case. Spettacolari poi i borghi caratteristici, come Eze, il “nido d’aquila” affacciato sul Mediterraneo, Saint Paul de Vence e Mougins, il borgo degli artisti.
Proseguendo invece sulla costa, Antibes è forse la città che si è più rilanciata negli ultimi anni. Con il piccolo promontorio di Cap d’Antibes reso celebre dai racconti di Scott Fitgerald per i tuffi dalle rocce e le ville da mille e una notte. Più a portata di portafoglio la spiaggia di Juan Les Pins, proprio accanto al Cap e sempre parte di Antibes.
Credits: @Mélissa Agosti
Si tiene alto il livello del glamour con Cannes, in particolare quando ci sono i suoi eventi internazionali, e con St. Tropez, rinomata per le spiagge selvagge e i domaines di vin rosé. Tra Cannes e St. Tropez ci sono le magnifiche rocce rosse dell’Esterel che vengono incendiate dal sole all’alba e al tramonto.
Proseguendo sulla costa dopo St. Tropez si arriva in quella che è considerata la regina delle spiagge: Lavandou con le sue 12 spiagge, tra le più belle di Francia. A questo punto è il momento di virare verso l’entroterra.
#2 Le Gole del Verdon
Se si proviene dall’Italia, si esce dall’autostrada all’uscita di St.Tropez/Draguignan, si procede in direzione Draguignan e poi per il lago de la Croix che si raggiunge dopo un’oretta. Il lago è posto proprio alla fine delle Gorge du Verdon, il canyon più esteso (175 km) e profondo d’Europa. Sul lago si può prendere in affitto una delle tante imbarcazioni (canoa, kayak, pedalò etc) e risalire il Verdon dalle acque color smeraldo che striscia tra montagne alte e ripide, che raggiungono i 2.000 metri. Uno spettacolo impagabile.
A dieci chilometri dal lago de la Croix si trova Moustiers-Sainte-Marie, considerato uno dei “borghi più belli di Francia”. Arroccato tra le rocce del Verdon, dominato da un santuario a cui suggerisco di accedere per godersi il panorama, presenta pittoreschi vicoli in perfetto stile provenzale, con negozietti di prodotti del territorio, tra cui spadroneggiano i derivati della lavanda. Il paese è attraversato proprio nel mezzo da un torrente che forma anche una cascata, anticamente fonte di energia idraulica.
Moustiers
#3 Il mare viola sull’altopiano
A una quarantina di chilometri da Moustiers si trova l’altopiano di Valensole, il “regno della lavanda”. Se si prende la strada che va da Valensole verso Aix en Provence per alcuni chilometri sembra di percorrere un mare viola, soprattutto nel mese di luglio, con distese di lavanda che si perdono all’orizzonte. Molti produttori hanno aperto delle boutique in cui si trova qualunque derivato dalla lavanda, dal miele ai portachiavi.
Nota: il 16 luglio a Valensole c’è la festa della lavanda. Puro delirio.
#4 Le Calanche di Cassis
Ma torniamo verso il mare. Proseguendo da Valensole, attraversando l’altopiano di lavanda, in direzione Aix en Provence, si superano le Bocche del Reno e si arriva giusto giusto all’altezza di Cassis, borgo caratteristico incastonato tra i celebri calanchi, scogliere a strapiombo sul mare, le più alte del Mediterraneo.
Calanches a Cassis
Da Cassis proseguendo verso Ovest dopo una ventina di chilometri, che i più appassionati percorrono a piedi sulle calanches, si arriva a Marsiglia, città radicalmente trasformata negli ultimi due decenni. Passata da luogo noto per il passato malavitoso e una difficile integrazione con gli immigrati alla città “più creativa” dell’intera Francia.
Da Marsiglia ci si può imbarcare per l’isola di Porqueroles, raggiungibile ancora più agilmente da Hyeres. E’ la seconda isola mediterranea della Francia dopo la Corsica ed è celebre per le sue atmosfere che ricordano più i Caraibi del Mediterraneo.
L’isola a forma di mezzaluna può costituire l’ultima tappa del viaggio. Per chi vuole proseguire sulla costa dopo Marsiglia si passa alla Camargue, con la sua natura selvaggia, gli stagni d’acqua salata e i fenicotteri rosa. Ma questa è tutta un’altra storia.
Credits bircide_il_paninaro IG - Scuola guida anni '80
Vita sempre più dura per chi si muove in auto, o in moto, a Milano. Non bastano area B, area C, ZTL e parcheggi inesistenti. L’ultimo spettro sono i famigerati T-Red, i semafori con telecamera per dispensare punizioni nordcoreane chi dovesse passare con il rosso. Anche perché a Milano, il giallo spesso dura come il battito di un colibrì. Ma vediamo dove sono installate le nuove telecamere e quali sono le pene per chi incappa nel rosso.
Meno 6 punti sulla patente: i nuovi semafori a Milano con le telecamere contro chi passa col rosso
# L’ultimo spettro degli automobilisti: il T-Red
Credits. MilanoToday Fonte: Albo pretorio Creato con Datawrapper
Non bastano le ZTL. Arrivano a Milano sei nuovi apparecchi T-Red in grado di rilevare le infrazioni al codice della strada. I lavori di installazione sono partiti l’8 agosto 2024. L’attivazione dovrebbe avvenire entro la fine del 2024. Ma dove saranno posti gli apparecchi? Saranno qui:
viale Scarampo all’incrocio con viale Paolo Onorato Vigilani: servirà a controllare tutti i mezzi che entrano in città e che procedono verso il centro. Sull’altro lato invece controllerà i mezzi in direzione dell’hinterland
all’incrocio tra viale Renato Serra, viale Alcide De Gasperi e viale Lodovico Scarampo, sia su chi procede in direzione del centro cittadino sia su chi procede verso l’hinterland
altri due T-Red saranno installati su viale Certosa all’intersezione con piazzale ai Laghi e viale del Ghisallo: controlleranno entrambi i sensi di marcia.
Gli altri T-Red già in funzione a Milano si trovano su questi incroci: in viale Certosa-viale Monte Ceneri, via Mac Mahon-viale Monte Ceneri, viale Serra-viale Scarampo, viale Marche-via Taramelli, viale Zara-viale Marche, viale Fulvio Testi-viale Ca’ Granda, corso Indipendenza-via Bronzetti e via Francesco Sforza-corso di Porta Vittoria.
# Le punizioni per chi sgarra: due volte con il rosso e la patente si sospende
Credits bircide_il_paninaro IG – Scuola guida anni ’80
Ma quali sono le punizioni per chi sgarra? Gli automobilisti e i motociclisti che verranno colti ad attraversare con il rosso saranno automaticamente multati con una sanzione da 167 euro, che diventano 222 se l’infrazione viene commessa tra le 22 e le 7 del mattino. Non solo: verranno tolti anche sei punti sulla patente. La ciliegina della torta: chi commetterà la stessa infrazione nei successivi due anni dovrà fare i conti con la sospensione della patente da uno a tre mesi.
Negli ultimi anni lo skyline di Milano si è profondamente trasformato proiettandosi verso l’alto. Nuovi grattacieli sono sorti, nuovi stanno sorgendo e ancora altri ne sorgeranno in un futuro molto prossimo. Quando la città ha deciso di spingersi verso il cielo seguendo l’esempio di metropoli come Londra o New York o Singapore?
I grattacieli di Milano: storia, curiosità e record poco noti delle torri dello skyline
# La Torre San Babila: il primo grattacielo della città
Torre San Babila
Dobbiamo tornare indietro di un centinaio di anni, nel fermento razionale degli anni ’30 quando nel pieno centro della città, accanto alla chiesetta di San Babila fu inaugurato il primo grattacielo cittadino, la Torre Snia Viscosa, meglio conosciuta come Torre San Babila, che con i suoi (appena) 59 metri mantenne il primato di edificio più alto della città per parecchi anni.
# Il “grattacielo più alto d’Europa”: il Pirellone
Grattacielo Pirelli
Ci fu poi il periodo nel dopoguerra, con il boom economico degli anni ’50. Una dopo l’altra si susseguirono le costruzioni, sempre più alte! Nuove forme e nuovi materiali. Dal brutalismo della Torre Velasca del gruppo BBPR, che contava spazi ad uso commerciale e spazi per uso abitativo, alla Torre Galfa, fino alle torri “di famiglia” come la piccola Torre Martini di piazza Diaz. Con le Torri Breda e Pirelli a cavallo tra gli anni ’50 e gli anni ’60, si superò poi il veto, di derivazione ancora mussoliniana, di non poter andar oltre l’altezza della Madonnina del Duomo (108,50 metri): la Breda, di Luigi Mattioni (stesso architetto del centro Diaz e della già citata Torre e Terrazza Martini) in Piazza della Repubblica arrivò a 116,25 metri e il Pirellone, accanto alla Stazione Centrale a 127,00. Il Grattacielo Pirelli fu l’edificio più alto dell’Unione Europea fino al 1966.
# I grattacieli di Porta Nuova
Sarà poi il XXI secolo a dare un nuovo impulso propulsivo alle costruzioni: con il Palazzo Lombardia si superarono i 160 metri e si diede il via ad una lunga serie di progetti e costruzioni di edifici pubblici e residenze private, dal complesso delle ex Varesine, con la Torre Unicredit e il suo puntale che ricorda nelle forme il Burj Khalifa di Dubai, alla Diamond Tower della BNP Paribas fino agli eleganti edifici della Solaria e del Bosco Verticale di Boeri con i loro appartamenti super esclusivi da mille e una notte.
# CityLife: gli ultimi arrivati
Credits: Andrea Cherchi – Grattacieli a Porta Nuova e Citylife
L’Expo del 2015 mise il carico da novanta. Ed ecco sbocciare, come fiori in primavera, le torri di City Life, bellissime costruzioni di vetro e di luce: il “Lungo” di Isozaki, lo “Storto” della compianta architetto Hadid e il “Curvo” di Libeskind. Torri che svettano verso il cielo per decine e decine di metri in attesa che nuovi progetti le facciano passare da tre a quattro fino a cinque! Perché Milano non si ferma, e continua la sua corsa per andare oltre le nuvole.
# Qual è il grattacielo più alto?
Ma in tutto ciò, qual è la torre più alta? Strutturalmente è la Torre Unicredit che con la gugliadi 231 metri è la torre più alta di Milano e d’Italia, ma il piano lavorativo più alto lo detiene la Isozaki che ha l’ulteriore primato di essere l’edificio più elevato (sempre in Italia) per numero di piani (50), seguita dalla Hadid (44) e il Palazzo Lombardia (43).
Una cascata solitamente scorre in un ambiente incontaminato, naturale, tra aria pura e acque limpide e pulite. Offrono tante occasioni per salutari e stimolanti passeggiate. Qui di seguito alcune opportunità delle escursioni offerte dalla Città Ticino.
L’area con la più alta concentrazione di cascate: è a un’ora da Milano
# Cascata di Santa Petronilla
Credits: ticino.ch
Siamo a Biasca, dove scende un riale dalle cime circostanti che si è scavato un percorso nelle rocce, creando le più diverse forme. Il luogo è incantevole. Vi si arriva con una passeggiata a piedi di circa 30 minuti dalla piazza, facendo anche sosta alla chiesa di San Carlo Borromeo. In questa chiesa, un affresco ricorda la visita che San Carlo Borromeo fece a Biasca durante la pestilenza del 1576. Si prosegue poi lungo il sentiero della Via Crucis con le sue 14 soste, da dove si gode il panorama sulla valle, fino a raggiungere la cascata in un punto dove l’acqua si allarga tra le rocce. Attraversando il ponte si raggiunge l’Oratorio di Santa Petronilla.
# Cascata Foroglio
Credits: ticino.ch
La cascata di Foroglio si trova in Val Bavona, in cima alla Vallemaggia. Una caduta di acqua fragorosa di 110 metri. Vicino alla cascata sorge il nucleo di Foroglio, con le sue tipiche costruzioni in pietra. Da visitare la chiesa con i suoi quadri e le struttura tipiche delle case con le balconate a ballatoio, destinati alla essicazione della segale.
Da non perdere una sosta all’Osteria Froda per gustare trote, minestrone, polenta e formaggi della regione proprio di fronte la cascata.
# Cascata Piumogna
Credits: ticino.ch
Siamo nella valle Leventina e più precisamente sopra Faido. Nel corso dell’Ottocento, Faido divenne luogo privilegiato per la villeggiatura dei nobili e borghesi milanesi.
L’inizio del Novecento è stato il periodo di massimo splendore per questa località, quando soggiornare nei grandi alberghi di Faido costava di più che a San Moritz.
Le cascate della Piumogna sono facilmente raggiungibili sia a piedi che in auto.
# Cascata della Froda
Credits: ticino.ch
La cascata della Froda si raggiunge dopo avere percorso tutta la valle Verzasca, fino a Sonogno. Lasciata l’auto nel parcheggio all’ingresso del paese, si va a piedi in direzione dei suoi caratteristici rustici. Si arriva al nucleo da un’ampia piazzetta, dove si può visitare il Museo della lana. Poi si procede ammirando, uno dopo l’altro, tutti i rustici abitati e ben curati.
Attraversato il nucleo, si incontra il Grotto Efra con la sua bella terrazza esterna, che ci annuncia che siamo sulla strada giusta per la cascata. Ancora un centinaio di metri, addentrandoci nella valle, dove traversando un ponte ci troviamo sotto la cascata.
Un momento di relax a godere dell’energia che ne scaturisce.
Breve storia della Rinascente: Bocconi, D’Annunzio e i thailandesi
Credits erminia_cjaocosky IG – Il Bar Rinascente
# Il nome nato da D’Annunzio
Nel 1917 Borletti rilevò l’attività che fu ribattezzata da Gabriele D’Annunzio “La Rinascente”, dopo dopo la ricostruzione seguita all’incendio che l’aveva completamente distrutta e l’azienda divenne un luogo di ritrovo di molti artisti.
# Il passaggio ai thailandesi
Nel 1954 la Rinascente fondò il premio Compasso d’Oro per premiare gli oggetti con il migliore disegno industriale e nel 1969 la proprietà passò al gruppo FIAT.
Nel 2005 La Rinascente viene rilevata per 888 milioni di euro da una cordata di aziende dando origine a La Rinascente S.p.A.
Nel maggio del 2011 la Central Retail Corporation, della società thailandese Central Group of Companies, ha rilevato il 100% della Rinascente che quindi cessa di essere italiana.
Da Milano parte il treno regionale con il percorso più lungo d’Italia
# Oltre 500 km e quasi 8 ore di viaggio
Milano-Pescara in treno
Una di quelle esperienze da provare almeno una volta nella vita…stare 8 ore seduti su un treno regionale. È quello che si può fare salendo sulla tratta ferroviaria più lungain Italia a bordo di un treno regionale lungo un percorso di 522 km. La partenza è il sabato mattina dalla Stazione Centrale di Milano alle ore 6:30 con il convoglio numero 2493 e l’arrivo a Pescara Centrale, in Abruzzo, dopo 7 ore e 35 minuti. Il ritorno è la domenica con il convoglio numero 2494 alle ore 15:57 da Pescara e arrivo a Milano dopo 7 ore e 33 minuti alle 23.30.
# 30 fermate compresi i due capolinea e 4 regioni attraversate
Fermate Milano - Pescara
1 of 3
Fermate Milano - Pescara
Le fermate sono 30 in totale, comprese le due stazione capolinea, e 4 regioni attraversate:
Lodi e Codogno in Lombardia;
Piacenza, Fiorenzuola, Fidenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna Centrale, Imola, Faenza, Forlì, Cesena, Rimini, Rimini-Mirimare, Riccione e Cattolica-S-Giovanni-Gabicce in Emilia Romagna;
Pesaro, Senigalli, Ancona, Camerano Aspio, Loreto, Porto Recanati, Civitanova Marche-Montegranaro, Porto S. Giorgio-Fermo, S. Benedetto Del Tronto nelle Marche;
Alba Adriatica-Nereto-Controguerra e Giulianova in Abruzzo.
Ma quali sono le altre tratte più lunghe in Italia?
# La Torino-Ancona si ferma a 491 km e 6 ore 26 minuti di viaggio
Credits: enrica IG – Stazione di Torino Porta Nuova
Dietro alla Milano-Pescara c’è il Torino-Ancona, sempre a bordo di un treno regionale veloce, tratta lunga circa 491 km. La durata del viaggio in questo caso è di 6 ore e 26 minuti, con un totale di 29 fermate compresa la Stazione di Torino Porta Nuova e il capolinea nelle Marche.
A Milano ormai non si è più d’accordo su nulla. Nemmeno sui dati. Tipo quelli degli accessi delle auto a Milano. Palazzo Marino dichiara che sono in calo, quindi evviva! evviva! le politiche anti auto hanno funzionato! Tutto vero? Macché. Arriva subito una nuova interpretazione dei dati che dice esattamente il contrario. Allora, chi ha ragione?
Area B: ma le auto a Milano sono in calo o no? La sfida dei dati
# La nota del Comune: le auto sono in calo!
Credits: sicurauto.it Strada Milano
Giovedì 8 agosto. Esce una nota del Comune: «A Milano ci sono sempre meno auto e scooter». Nel report vengono citate le cifre elaborate da Amat per cui nel mese di giugno, gli ingressi in Area B e in Area C sarebbero diminuite rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Per Area B il calo è pari a -0,3%, mentre per Area C la diminuzione degli ingressi si attesta al -3,4%. In aumento, invece, l’accesso al trasporto pubblico (+2,8%) e ai parcheggi di interscambio (+6,6%). Questi i dati del Comune. Ma arrivano subito le voci contrarie.
# Monguzzi: «Bugiardi! Le auto sono aumentate»
A rompere le uova nel paniere è, come spesso accade, il consigliere Monguzzi che fa le pulci sui dati diffusi, sottolineando invece che altro che calo!, le auto sono in crescita! Tutto nasce dalla «differente distribuzione dei weekend»: a giugno 2023 c’erano stati 4 weekend pieni, a giugno 2024 sono stati 5. Significa che quest’anno, a giugno, ci sono state 10 giornate con ingressi ridotti, mentre l’anno scorso erano state 8. Motivo per cui la media mensile non è un dato affidabile. Anzi, calcolando le giornate in modo coerente, il segno è il più, non il meno, per gli accessi di auto in città: la crescita è di +0,56% ingressi in Area B nei giorni feriali e di oltre il +4% nei week end. «Come consigliere mi vergogno che la giunta continui a nascondere la realtà, peggio che se fossimo in Corea del Nord. Imbrogliare i cittadini è orribile e sciocco, perché poi i cittadini escono di casa e la realtà la vedono», commenta Monguzzi dopo l’analisi del rapporto.
Diventata una canzone popolare, cantata dalla divina Milly e dei Gufi, Rosetta proveniva da una famiglia di umili origini e aveva il sogno di fare la cantante. Purtroppo la sua vita finì in tragiche e misteriose circostanze.
Rosetta, la prostituta della Ligera uccisa in circostanze misteriose
# Le canzoni a lei dedicate da Milly e dai Gufi
Credits: @milano_scomparsa_o_quasi Piazza Vetra
“La povera Rosetta” è un’antica canzone milanese, di quelle popolari che, partendo dalla fantasia di uno sconosciuto chissachì, si tramanda da oltre un secolo. Le due versioni più popolari sono quelle della divina Milly e dei Gufi. Milly la cantava così: “il 26 d’agosto in una notte scura hanno trovato un corpo la squadra di questura, hanno trovato un morto con tre pugnal nel petto e quel corpo l’era quello dalla Rosetta. Hanno ucciso un angelo, di nome la Rosetta era di Piazza Vetra batteva alla colonnetta (…) chi ha ucciso la Rosetta non è della Ligera, forse viene da Napoli, è della mano nera (…)”.
La versione dei Gufi è quasi uguale a quella precedente. Quasi, perchè iniziava con una data diversa e con un’accusa chiara e diretta: “il 13 di agosto in una notte scura, commisero un delitto gli agenti di questura, hanno ammazzato un angelo, di nome la Rosetta, era di piazza Vetra, batteva alla colonnetta (…)”.
# Chi era Rosetta
Ma chi era la Rosetta?Era una ragazza, non ancora diciottenne, che morì in circostanze misteriose nell’Ospedale Maggiore, il 27 agosto del 1913. Si chiamava Elvira Rosa Ottorina Andrezzi, era nata il 1 settembre 1895: la sua era una famiglia di umili origini, il padre si chiamava Eugenio e faceva il facchino, mentre la madre, Genueffa Rainoldi, era casalinga. Elvira, l’ultima di nove fratelli, in origine abitava in via Arena. Da qui, in pochi anni, con la famiglia si spostò in corso Ticinese, Piazza Macello (ora Piazza Sant’Agostino) e in via Vetraschi.
# Entra in brutti giri legati alla Ligera e inizia a prostituirsi
Ligera
Nell’adolescenza entra a far parte di brutti giri, legati alla Ligera milanese, e inizia a prostituirsi. Uno della Ligera era un certo Attilio Orlandi, dello Buterin, che accolse Rosetta a casa propria, in viale Espinasse; Olrlandi era un ladro e, secondo alcune testimonianze, gestiva l’attività di prostituzione della fidanzata. Rosetta poi decide di andare a vivere per conto proprio in un alloggio di via Ferrari.
# Il sogno di diventare una cantante: il nome d’arte era Rosetta di Woltery
Non aveva ancora diciotto anni e si rendeva conto dello squallore nel concedersi per denaro: il suo sogno era quello di diventare una cantante affermata. Lo scrittore e giornalista novarese Marco Ramperti le compose il testo della canzone “Scarliga”, pezzo forte delle interpretazioni che Rosetta teneva come canzonettista al Teatro San Martino di Milano, primo in Italia a proporre il cabaret. Non solo: Rosetta era un’artista ancora acerba, ma apprezzata, le sue performances canore furono proposte anche in altre città, tra cui Roma. Come cantante si era data il nome d’arte di Rosetta di Woltery.
Però non era riuscita a separarsi in modo netto dagli ambienti della prostituzione e della Ligera: lo stesso Ramperti scriveva che la ragazza, “veniva corteggiata da milionari ed era l’amante di teppisti”. La notte tra il 26 e 27 agosto del 1913 lei e un’amica si intrattengono in compagnia di quattro uomini: il gruppetto si trova all’altezza di largo Carrobbio, a duecento metri da Piazza Vetra, dove solitamente Rosetta si prostituiva, all’altezza della Colonnetta di San Lazzaro.
Arrivano alcune guardie che accusano il gruppetto di fare troppo baccano, mettendo a repentaglio, con il vociare e gli schiamazzi, la quiete pubblica notturna. In realtà una versione dei fatti ci dice che Rosetta, in quanto prostituta, era mal vista dalla Polizia. Secondo un’altra versione c’era un poliziotto proveniente dal Sud d’Italia, che si era innamorato della ragazza ma, sentendosi non corrisposto, le aveva giurato vendetta.
# La morte per suicidio da avvelenamento secondo la polizia
Corriere Milanese – Rosetta
La canzone dedicata alla Rosetta infatti cita, “chi ha ucciso la Rosetta non è della Ligera, forse viene da Napoli, è della Mano Nera”. C’è da chiedersi se con “Mano Nera” l’autore della canzone volesse intendere la Polizia, oppure fare riferimento a quegli italiani emigrati in America che avevano intrapreso una strada delinquenziale, con crimini efferati, che si facevano chiamare, appunto, “Mano Nera”.
Dicevamo della Polizia che interviene a calmare il baccano del gruppetto di cui fa parte la nostra Rosetta: questi ultimi si ribellano, dicono che non stanno facendo nulla di male e che non stanno disturbando nessuno. La ragazza è determinata a farsi le proprie ragioni e riceve un primo colpo di manganello e viene arrestata. Secondo la versione ufficiale dei fatti, fatta dalle forze dell’ordine, Rosetta, per evitare la prigione e farsi ricoverare in Ospedale, tira fuori da una tasca delle pastiglie di veleno, ovvero il sublimato corrosivo, e le ingerisce. Verrà portata al Maggiore dove morirà alcune ore dopo, per suicidio attraverso avvelenamento.
# Le altre versioni dei fatti sulla sua morte
Rosetta
Però furono diversi i testimoni a dare un’altra versione dei fatti: testimonianze raccolte dal giornale socialista “Avanti!”, allora diretto da Benito Mussolini, dicevano che Rosetta sarebbe stata percossa più volte con i manganelli, anche quando era evidente che le botte subite l’avevano resa inerme.
Sempre secondo la versione raccolta dall’Avanti, la lavanda gastrica a cui venne sottoposta Rosetta in Ospedale, non evidenziò tracce di veleno. Piuttosto sono diversi coloro che affermano di averla vista tumefatta.
Rosetta morì alcune ore dopo il ricovero, la notizia fece il giro degli ambienti della Ligera, che pensarono subito alla vendetta. Al funerale parteciparono tantissime persone: quelli della Ligera milanese tutti vestiti di nero e le prostitute di bianco.
#1 Cala Luna in Sardegna, una gemma nascosta tra le scogliere con acque cristalline
Credits garinodaniela IG – Cala Luna
Accessibile via mare o attraverso un trekking impegnativo ma gratificante, Cala Luna è una delle calette più affascinanti d’Italia, situata lungo le coste frastagliate della Sardegna. Questa spiaggia, tra Baunei e Dorgali nel golfo di Orosei, è rinomata per il suo mare limpido e la sabbia bianca. Le grotte offrono uno degli scorci più suggestivi, dove il contrasto tra l’azzurro del cielo, il blu del mare e l’oro delle rocce e della spiaggia crea una vista mozzafiato.
#2 Spiaggia dell’Arcomagno in Calabria, uno spettacolare grotta marina con acque turchesi e un panorama mozzafiato
_natalissimo_ IG – Spiaggia dell’Arcomagno
La Spiaggia dell’Arcomagno, situata a San Nicola Arcella in Calabria, è un gioiello nascosto tra imponenti scogliere. Si caratterizza per un arco naturale di roccia che incornicia un mare cristallino, con un sentiero panoramico sopra di esso che consente di raggiungere questa piccola cala di sabbia fine, l’alternativa di accesso è via mare. La sua bellezza selvaggia e incontaminata la rende una delle mete più suggestive della costa tirrenica calabrese.
#3 Castro Marina in Puglia, con le barche che sembrano fluttuare nell’aria
masseria_lamacchiola IG – Castro Marina
Lungo la costa adriatica del Salento troviamo la spiaggia di Castro Marina, incastonata in un piccolo borgo marinaro e immersa in una natura incontaminata e ricca di storia. Presenta grotte marine, scogliere calcaree e acque talmente cristalline che le barche sembrano fluttuare nell’aria. Si tratta di un’illusione ottica ma l’effetto è assolutamente sorprendente.
#4 Spiaggia del Corno d’Oro in Croazia, un incantevole lembo di sabbia che muta la sua forma con le maree
summerbooking IG – Corno d’oro
La Spiaggia del Corno d’Oro, o Zlatni Rat, è una delle più iconiche della Croazia, situata sull’isola di Brač. Questa lingua di sabbia bianca si estende nel mare Adriatico e cambia forma a seconda delle correnti e del vento. Circondata da acque cristalline e pini profumati, è una destinazione ideale per gli amanti del sole, del windsurf e delle immersioni.
#5 Skeleton Coast in Namibia, dove enormi dune incontrano le onde dell’oceano
davidtazbin IG – Skeleton Coast
Andiamo in Africa, nel nord-ovest della Namibia. Qui troviamo la Skeleton Coast, tra le regioni più remote e inospitali del mondo e famosa per il suo paesaggio desolato e surreale. In questo luogo le dune del deserto si incontrano con l’Oceano Atlantico, creando uno scenario unico di sabbia, nebbia e onde impetuose. Il nome “Costa degli Scheletri” fa invece riferimento dai numerosi relitti di navi e ossa di balene che punteggiano la costa, testimonianza delle insidie di questo tratto di mare.
#6 Vaadhoo alle Maldive, la spiaggia che di notte brilla come un cielo stellato
azovseagram IG – Vaadhoo
Alle Maldive c’è una spiaggia dove il mare si illumina di un colore fluorescente, quella di Vaadhoo. Il bagliore è spiegato dalla bioluminescenza del plancton, il Lingulodinium polyedrum, che produce luce usando una sostanza chimica chiamata luciferina, creata autonomamente. Il miglior periodo per assistere a questo fenomeno è da metà estate fino all’inverno, anche se si può verificare durante tutto l’anno.
#7 “Strada per Atlantide” in Thailandia, una striscia di sabbia che emerge dal mare creando l’illusione di un percorso verso un “luogo misterioso”
daniele.biciuse IG – Strada per Atlantide
La “Strada per Atlantide” è una lingua di sabbiabianchissima che emerge durante la bassa marea a Koh Pha Ngan nella zona di Haad Rin in Thailandia. Si tratta di un fenomeno naturale denominato “Sandbar to Atlantis,” o “Lingua di Sabbia verso Atlantide,”. Questa striscia mette in collegamento la spiaggia alla vicina isoletta o ad altri punti della costa dando l’illusione di percorso diretto a un luogo misterioso come quello che potrebbe essere il regno perduto di Atlantide.
Novità e spunti dal Friuli Venezia Giulia e dal Veneto nel campo della mobilità sostenibile.
Taxi delle montagne, veicoli elettrici, porti turistici e ciclabili dedicate alla musica: le 4 innovazioni in arrivo dal Nord Est
# Il Premio delle Innovazioni Green
Il Premio per la Mobilità Sostenibile 2024, organizzato dal Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale (GECT) Euregio, quest’anno ha riconosciuto nove eccezionali iniziative volte a promuovere soluzioni di mobilità sostenibile nel Friuli Venezia Giulia e nelle regioni circostanti.
Questi progetti rappresentano un passo avanti significativo verso un futuro più green e sostenibile.
Tra i progetti premiati spiccano questi:
# Piste ciclabili intitolate ai cantautori italiani
Comune di Turriaco: Piste Ciclabili Intitolate ai Cantautori. Il Comune di Turriaco (GO) ha ottenuto il prestigioso riconoscimento per il suo progetto di piste ciclabili dedicate ai cantautori italiani.
Credits: telefriuli (FB)
Questa iniziativa non solo promuove l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto ecologico, ma celebra anche la cultura musicale italiana. Le piste ciclabili intitolate ai cantautori offrono un percorso suggestivo e istruttivo per i ciclisti, incentivando l’uso di mezzi di trasporto sostenibili e creando un legame culturale tra mobilità e musica.
# Mobilità green nei porti turistici
Iniziativa ‘DeepSea’: Servizi di Mobilità nei Porti Turistici. L’iniziativa ‘DeepSea’, promossa da Aries (società in house della Camera di Commercio Venezia Giulia), nell’ambito del programma Interreg Italia-Croazia, ha rivoluzionato i servizi di mobilità nei porti turistici.
Credits: arpa.fvg.it
Questo progetto mira a migliorare la gestione dei flussi di traffico nei porti, riducendo le emissioni e ottimizzando i collegamenti tra le diverse località costiere. Grazie a ‘DeepSea’, i turisti possono usufruire di servizi di trasporto più efficienti e sostenibili, contribuendo a una gestione più ecologica dei porti turistici.
# Veicoli elettrici per collegare Venezia e Fiume
Ecomobility tra Venezia e Rijeka: Università Ca’ Foscari. L’Università Ca’ Foscari, in collaborazione con la città di Rijeka (Fiume), ha lanciato un’iniziativa di ecomobility che mira a promuovere il trasporto ecologico tra le due città. Questo progetto si concentra sulla creazione di infrastrutture sostenibili e sull’implementazione di soluzioni di trasporto green, come veicoli elettrici e servizi di bike-sharing.La collaborazione tra Venezia e Rijeka rappresenta un modello di cooperazione internazionale per la promozione della mobilità sostenibile.
# Il taxi delle montagne
Taxi Condiviso nelle Montagne Nockberge. Infine, il progetto di taxi condiviso che collega otto comuni delle montagne Nockberge in Carinzia è stato riconosciuto per il suo approccio innovativo alla mobilità rurale. Questo servizio di taxi condiviso offre un’alternativa sostenibile al trasporto privato, riducendo le emissioni e migliorando l’accessibilità nelle zone montane. Il progetto rappresenta un esempio eccellente di come le soluzioni di mobilità sostenibile possano essere implementate anche in contesti rurali.
Milano capitale dell’arte: 10 capolavori da vedere almeno una volta nella vita
#1 L’ultima cena di Leonardo
Credits Andrea Cherchi – Ultima Cena
Il Cenacolo, noto anche come l’ultima cena, è uno dei capolavori più celebri di Leonardo per il Refettorio del Convento di Santa Maria delle Grazie. Rappresenta il tradimento di uno degli apostoli, ma soprattutto le reazioni emotive dei presenti alla cena. Un gioco di prospettive e profondità che ne fanno un’opera unica.
Si trova nella Basilica di S. Ambrogio ed è uno dei maggiori esempi di arte carolingia in Italia. Realizzato in legno, é ricoperto di lastre d’oro e di argento dorato. È detto anche altare Vuolvino per via del nome del monaco orafo che lo realizzò con la tecnica a sbalzo.
#3 Il bacio di Hayez
credits: pixabay
È una delle immagini simbolo della Pinacoteca di Brera e forse il dipinto più riprodotto di tutto l’Ottocento italiano. Bacio audace, calze rosse, risvolto verde del mantello, la veste azzurra e bianca ne hanno fatto una indimenticabile icona.
#4 Il trittico Stati d’animo di Boccioni
istitutocalvino.edu.it – Stati d’animo quelli che vanno
Tappa fondamentale al Museo del 900, per ammirare la Galleria del futurismo e in particolare questo trittico, ossia tre quadri separati che rappresentano gli stati d’animo della partenza e del distacco.
#5 Il Cristo morto nella Pinacoteca di Brera
Il-Cristo-morto-del-Mantegna
L’opera di Mantegna é una sublime rappresentazione del corpo umano che incanta lo spettatore e lo spinge ad osservare ogni dettaglio ad apprezzare ogni particolare e a restarne affascinato per sempre.
#6 Pelizza da Volpedo alla Galleria di arte moderna
credits: IG @1000quadri
L’opera il quarto stato rappresenta la protesta di un gruppo di lavoratori, fu infatti realizzato negli anni caratterizzati dagli scioperi della classe operaia. Un’opera divenuta una sorta di icona pop dal dopoguerra in poi.
#7 L’ultima pietà di Michelangelo
credits: IG @belcaro54
Presso il Castello Sforzesco si trova questo capolavoro non terminato di Michelangelo Buonarroti. Un’opera che vuole essere una sorta di testamento o di meditazione sulla morte e sulla salvezza dell’anima. Deve il suo nome ai Marchesi Rondanini che la acquistarono nella metà del 1700.
#8 La dama del Pollaiolo
La Dama del Pollaiolo al Museo Poldi Pezzoli
Questa magnifica opera del XV secolo appartiene ad una serie di ritratti femminili del Pollaiolo, attualmente divisi tra musei europei e americani. Grande impatto visivo, luminosità e cura minuziosa dei dettagli, ne fanno un’opera indimenticabile.
#9 La scuola di Atene all’Ambrosiana
ambrosiana.it – Scuola di Atente
È una delle opere più preziose della collezione custodita presso la Pinacoteca Ambrosiana. È il più grande cartone rinascimentale a noi pervenuto, opera di Raffaello Sanzio, come preparazione all’affresco della stanza della Signatura in Vaticano.
#10 La famiglia del pastore di Mario Sironi e villa Necchi Campiglio
lombardiabeniculturali.it – Famiglia del pastore di Mario Sironi
Un capolavoro custodito a Villa Necchi Campiglio, a sua volta capolavoro in quanto villa di design degli anni 30 realizzata dall’architetto Portaluppi e dal 2001 sede Fai e quindi luogo pubblico e per il pubblico
Tutte le grandi città del mondo hanno il loro Museo delle Cere. A Londra, il Madame Tussauds. A Parigi, il Grévin. A New York di nuovo Tussauds. A Milano, già a Milano dove è finito?
Il Museo delle Cere di Milano che non è più a Milano: ecco dove è finito!
# Il mitico Museo delle Cere in Centrale
Detto tra noi: Milano ne ha di posti da visitare e ha anche un bel po’ di personalità da incontrare in carne e ossa , eppure forse non tutti sanno che a Milano c’era un Museo delle Cere di Milano.
Si trovava al primo piano della Stazione Centrale di Milano e, fino alla fine degli anni ’80 almeno, era una delle pochissime attrazioni che lo scalo meneghino poteva offrire ai turisti in transito.
Correvano anni in cui la stazione-mall non era un format ma giusto un indirizzo da cui partire e arrivare.
All’interno erano ospitate circa ottanta statue di cera a grandezza naturale con le immagini di miti italiani di ogni genere e calibro, da Sophia Loren a Totò, dall’amato Papa Roncalli (Papa Giovanni XXIII) a Papa Woityla, da Padre Pio a Dante, e poi Virgilio, Ottaviano Augusto, Mazzini, Camillo Benso Conte di Cavour, Garibaldi. Non solo: c’erano anche un baro del farwest, il conte Dracula che entrava dalla finestra, Jacqueline Kennedy che pendeva in avanti vestita con abiti simili a quel fatidico giorno a Dallas e Hitler rappresentato nel bunker mentre si suicida con Eva Braun… Qui la Fotogallery:
# Il museo dal fascino «lugubre e sotterraneo»
1 of 7
Nel 2010, Gianluca Longhi di 02Blog ricordava: “Se non siete troppo giovani ricorderete la scaletta che portava al museo delle cere di Milano. È il caso di dirlo, non era paragonabile a quello di Londra, ma aveva quel suo fascino lugubre e sotterraneo. Dal 1998 è stato chiuso. Grandi Stazioni pur di liberarsi di quegli ammassi di cera raffiguranti personaggi come Mike Bongiorno o Totò era disposto a svenderli. A farsi avanti fu un imprenditore, tal Andrea Federici, che acquistò le cere in blocco per due milioni di vecchie lire. Non volendo tenerle in casa – anche se mettere a fianco del letto una cera raffigurante un Papa può essere un’esperienza forte – decise di contattare il sindaco e un consigliere del suo paese, Gazoldo degli Ippoliti, nel mantovano, e ridare vita al museo. Il suo sogno si è realizzato nel 2004, con l’aiuto di un docente di scenografia il museo è rinato; le 80 vecchie statue di cera della Stazione Centrale si possono trovare restaurate nel seicentesco Castello degli Ippoliti.”
# E dunque. Dove è finito il Museo delle Cere di Milano?
Si chiama ancora in parte così, ma non si trova a Milano.
E’ il Museo delle Cere della Postumia, si trova alle porte di Mantova ed ha assorbito l’eredità del Museo delle Cere della città di Milano.
Il 25 aprile 2004 è stato inaugurato nel seicentesco Castello degli Ippoliti come percorso tematico di ottanta statue di cera a grandezza naturale, con scenografie particolari e suggestivi effetti di luce e sonori, dislocate attraverso otto sale della nobile dimora.
Resta un museo provato con direttore Claudio Rizzi [fonte, http://www.beniculturali.it/].
Pare che chiuda solo il lunedì e si trovi ancora a Gazoldo degli Ippoliti, Mantova, Piazza Castello senza numero civico. Per essere più precisi si può chiamare il 0376 657952, scrivere a info@postumia-mam.it o digitare sul sito www.postumia-mam.it. Che però non funziona.
La Bibbia dello stile mondiale ha scelto i luoghi supertop di Milano. “La città pullula di luoghi innovativi da esplorare”. Riproponiamo la selezione di Vogue.
Vogue France: questi sono i luoghi imperdibili a Milano
# Alberghi
sister hotel
The Sister Hotel
“Con solo nove suite, con un arredamento sofisticato senza mai essere pomposo, i viaggiatori potranno godersi la vita”. Via Scaldasole 7.
Senato Hotel
“L’arredamento firmato dall’architetto Alessandro Bianchi, riuscito mix di materiali nobili (marmo, ottone, legno e velluto) e colori preziosi (nero opaco, verde bottiglia e oro). Il tutto impreziosito da pezzi unici firmati da talenti locali (fiori di Rosalba Piccinni, luci di Bottega Gadda tra cui l’incredibile parete di rame di ginko)”
Hotel Bulgari
“Con il suo giardino privato, le sue accoglienti camere e la sua spa Zen vestita di mosaico dorato e onice verde, l’ospite di Bulgari si ritrova in una bolla di benessere, protetta dai rumori della città”
# Caffé e pasticcini
fondazione prada – Ristorante Luce
Bar Luce
“Nel cuore della Fondazione Prada, questo affascinante caffè tipicamente milanese è stato aperto nel 2015. In un arredamento sapientemente kitsch, con mobili in pelle pastello, jukebox retrò e flipper, il posto è come l’universo cinematografico a colori realizzato dal suo illustre designer Wes Anderson”
Marchesi
“Una vera istituzione milanese, acquisita da Prada nel marzo 2014, Marchesi ha aperto un secondo negozio di Via Monte Napoleone a Milano. La famosa pasticceria milanese è ricca di biscotti, panettoni, castagne, cioccolatini pralinati, mandorle zuccherate colorate…”
# Ristoranti
Credits: ceresio7.com
Ceresio 7
“Per godere di uno dei panorami più belli di Milano, vai al Ceresio 7, la sede di Dsquared2. Un ristorante, una palestra e una piscina sul tetto del palazzo, che attirano la Milano bene alla ricerca di una cucina raffinata e di cocktail fruttati”
Iyo Aalto
“Ristorante giapponese decorato dall’architetto Maurizio Lai, con colori naturali e mobili raffinati, un bancone di sushi che può ospitare 8 visitatori”
Cracco
“In cima alla lista dei luoghi imperdibili di Milano, la Galleria Vittorio Emanuele II ha un nuovo ristorante dal 2017. Guidato da Carlo Cracco, il luogo decorato dallo Studio Peregalli si estende su tre piani”
The Manzoni
“Il nuovo ristorante di Tom Dixon a Milano. Inaugurato prima dell’estate, vicino al famoso Teatro alla Scala, questo tempio del design funziona come uno showroom in cui tutto è potenzialmente in vendita”
Il Salumaio di Montenapoleone
“Situato di fronte al Four Seasons Hotel, Il Salumaio di Montenapoleone è famoso per il suo grazioso cortile nascosto all’interno del Palazzo Bagatti Valsecchi. Nel menu? Grandi classici della cucina italiana arricchiti con prodotti freschi.”
Carlo e Camilla a Segheria
“Un unico tavolo a forma di croce posto nel mezzo di una grande stanza che ricorda una fabbrica abbandonata. Il menù propone grandi classici rivisitati.”
U Barba
Piatti della cucina genovese “gustati in un’affascinante cornice retrò, dotata di lunghi tavoli in legno, illuminati da lampade industriali e circondati da bauli vintage e vespa vintage.”
Pizza Am
“Pizza fine e croccante, costellata di prodotti italiani freschi al 100%: basilico, burrata cremosa, prosciutto di Parma, melanzane grigliate … Un must”
# Bar e club
pacifico
Pacifico
“Pacifico ha aperto le sue porte nel cuore di Brera. Creato da Marsica Fossati, questo ristorante con influenze peruviane ha uno dei bar più belli della città con divani in velluto color anice, lampade grafiche dorate e pareti vestite con carta da parati Hermès”
Armani / Privé
“In combinazione con il ristorante giapponese Armani / Nobu, questo nuovo spazio è stato pensato come il luogo perfetto per bere un drink e incontrarsi dopo cena”
Torre
“Al sesto piano della torre della Fondazione Prada, popolato da opere d’arte firmate Jeff Koons e sculture di Lucio Fontana, su poltrone sovietiche, attorno ai tavoli Tulip di Eero Saarinen. Senza dimenticare la vista spettacolare da ammirare anche al bar, che si apre su una terrazza, con un negroni in mano.”
“Oltre alla sua sofisticata selezione di opere contemporanee di artisti italiani e internazionali, il luogo ospita attualmente fotografie di Ryan McGinley , Izumi Miyazaki e Joanna Piotrowska”
“In una città in cui i musei brillano di classicismo e in cui le gallerie d’arte tendono a essere soppiantate da fondazioni private, la Galleria Massimo de Carlo è uno dei pionieri dell’arte contemporanea a Milano”
“Lia Rumma ha aperto un nuovo spazio su tre piani a Milano, dove espone, tra gli altri, gli artisti Vanessa Beecroft , Victor Burgin , Kosuth , Spalletti e Kentridge . Un posto bellissimo che riunisce il meglio dell’architettura contemporanea in città.”
“Fondata nel 1870 da Ulrico Hoepli , questa affascinante libreria è considerata la più antica di Milano”
10 Corso Como
“Il concept store italiano più famoso è stato fondato da Carla Sozzani” (…) “mescola sala da tè, boutique di moda, sala espositiva e libreria.”
“Valigie Hermès o Goyard , orologi vintage (Breitling Seventies, Rolex in oro giallo, ecc.), Preziosi gemelli … Bernardini è pieno di pepite di puro lusso, riunite in un negozio di Corso Magenta”
“Trasformato in uno showroom di design, il locale si estende ora su due piani. Un angolo dedicato ai mobili di fascia alta, un bar alla moda, una libreria raffinata o persino una sala di proiezione, tutto respira design”
“Con la sua piscina, le cabine XXL e i soffitti a volta del XIX secolo, la spa Four Seasons , progettata da Patricia Urquiola, si distingue immediatamente come una delle più mozzafiato della città.
“Fondata oltre otto secoli fa a Firenze, L’Officina Profumo Santa Maria Novella rimane un indirizzo imperdibile a Milano. La ragione? I suoi favolosi prodotti di bellezza, che sono ancora oggi prodotti secondo i processi artigianali stabiliti dai monaci domenicani”
Un’estate torrida per i mezzi pubblici di Milano. Dopo le politiche della Giunta per ridurre la circolazione dei mezzi privati, i cittadini lamentano però i drastici tagli dei mezzi pubblici che lasciano letteralmente a terra i milanesi. Tra corse soppresse e lunghe attese, i comitati minacciano un autunno di proteste. Arriva ora la replica della giunta, per voce dell’assessora Arianna Censi: «A Milano servono 300 milioni di euro, il governo ci aiuti».
«A Milano servono 300 milioni di euro, il governo ci aiuti»
# Milano sta perdendo l’autobus: la riduzione di oltre 400.000 corse in un anno
Credits: @milanodavvero Coda uscita dalla metro
Nel 2022 in città i mezzi pubblici milanesi hanno effettuato 8 milioni 81 mila e 914 corse, nel 2023 si sono fermati a 7 milioni 669 mila e 530. Significa una corsa in meno ogni venti, per un totale di 412.384 corse da un anno all’altro. Questo il risultato della “rimoludazione” della corse su alcune linee da parte di Atm: su 130 totali, 76 tra tram e bus hanno subito una riduzione di corse.
# Aspettami! Cresce la protesta dei milanesi contro ritardi e corse soppresse dei mezzi pubblici
AspettaMI_persone
I cittadini si organizzano in comitati per protestare contro il taglio delle corse. «Le attese anche di 20, 30 e 40 minuti e le corse che “saltano” si traducono in ritardi sul posto di lavoro e agli appuntamenti» denuncia il comunicato di Aspettami!
I comitati delle diverse zone della città si sono uniti: hanno scritto una lettera unica al Sindaco e al Comune di Milano per chiedereun bus ogni 8 minuti su tutte linee oltre a una distribuzione capillare del servizio «in modo da non lasciare indietro nessuno e scoraggiare così l’uso dell’auto privata con grande beneficio della nostra salute».
# La Giunta passa la palla al Governo: «A Milano servono 300 milioni di euro»
Ph. A_Different_Perspective
E’ Arianna Censi, assessora alla Mobilità, a rispondere agli attacchi per conto della Giunta. Lo fa girando la palla al governo: «A Milano servono 300 milioni di euro, il governo ci aiuti». Questa la cifra che serve per riportare la situazione dei mezzi pubblici a un regime soddisfacente. Anche se «Non ci sarà alcun rincaro del biglietto», assicura Censi, la richiesta è di «un intervento robusto» da parte del Governo per incrementare il servizio pubblico cittadino. Una richiesta di fondi che sembra paradossale da parte della città che riceve dallo Stato appena l’1% di quanto versa, come dimostrato in questo studio. Rinnoviamo alla Giunta la nostra solita richiesta di intervento strutturale: invece di andare sempre a Roma con il cappello in mano per spese una tantum, occorre rivendicare il diritto di Milano ad avere un’autonomia di poteri e risorse come quella che hanno tutte le migliori città d’Europa. Città come Zurigo, Vienna, Basilea, Brema, Amburgo, Berlino, Londra, Madrid, solo per citarne alcune, che sono tutte formalmente delle “città stato”, con autonomia simile a quella di una regione. Oppure vogliamo continuare a mortificare i milanesi chiedendo l’elemosina a Roma oppure fornendo servizi con standard disastrosi?
ATM fatica a trovare autisti disponibili a lavorare su tram, bus e metro: ne sta cercando 300 e anche tra quelli che riesce ad assumere c’è chi scappa dopo pochi mesi. Il risultato è un servizio più scadente a causa di corse più rarefatte, soprattutto sulle linee di superficie. Gli aeroporti però non se la cavano meglio.
Non scappano solo i tranvieri: nessuno vuole più lavorare a Linate e Malpensa
# Scappano gli addetti all’handling
Credits: Andrea Cherchi – Milano Linate
Dopo gli autisti di ATM anche i lavoratori degli aeroporti di Linate e Malpensa se la danno a gambe. In particolare gli addetti all’handling, che si occupano dei passeggeri dall’entrata nello scalo fino al decollo: gestiscono i chek-in, il controllo degli zaini prima dell’imbarco, del carico-scarico bagagli compreso la posa degli stessi sui nastri trasportatori. Tutte attività svolte da un organico sottodimensionato e in parte sottopagato, pertanto molti se ne vanno e le assunzioni sono difficoltose.
# «Non credo ci sia un posto più disumano»: lavoro a 60 gradi in estate e al gelo in inverno con turni massacranti
rainerialessio IG – Malpensa
Si arrivano a superare le 10 ore di lavoro consecutive senza pause, a oltre 30 gradi in estate che diventano 60 vicino ai motori degli aerei e ancora di più nella pancia. In inverno con il gelo, quando piove a dirotto. I lavoratori sono posti in condizioni estreme per garantire l’operatività dei piazzali, del carico-scarico della stiva, sopperendo alla mancanza di un numero adeguato di personale: da circa dieci anni ce ne sono 2 invece di 6-7 per scaricare 400 bagagli in 35 minuti spiega Alfredo Rosalba, segretario generale di Fit Cisl. Queste le parole di un dipendente interinale, tra quelli più sotto pressione, intervistato da Milano Today: «Non credo ci sia un posto più disumano».
# Stipendi massimo da 1.200 euro, gli interinali quelli più svantaggiati
Foto redazione – Aeroporto Linate
Scappano via soprattutto i più giovani, anche durante il corso di formazione, ma c’è chi lascia anche poco prima della pensione. I dipendenti più svantaggiati sono gli interinali, assunti tramite agenzie e che arrivano all’indeterminato dopo 3 anni: a Linate sono 300 su 1.650 e a Malpensa 500 su 4.000. Nel frattempo vengono chiamati per i periodi di picco, in estate quando si arriva al massimo a 1.200 euro e durante le vacanze natalizie o nei periodi invernali quando si riesce a guadagnare a malapena 600 euro. Tra i lavoratori che mancano negli scali ci sono anche figure tecniche come elettricisti, tecnici e addetti alla manutenzione.
La situazione è peggiorata quando la gestione dei servizi terra, prima gestita da Sea, è passata nel 2014 a una società creata appositamente, la Airport handling: il risultato, come spiegano i sindacati, è stata una riduzione delle ore lavorativa e una perdita annua di retribuzione di 4.000 euro. Questa società insieme a quelle di handling degli altri vettori ricorrono all’assunzione tramite agenzie per abbattere il costo del lavoro, a discapito dei lavoratori stessi.
# Anche Fiumicino piange
Credits: @aeroporti_di_roma Roma Fiumicino
Detto dei due aeroporti milanesi, anche a Roma è fuga dei dipendenti. L’Aeroporto di Fiumicino fa infatti sempre più fatica ad assumere e la crisi di personale sta raggiungendo livelli preoccupanti. Tutto questo nonostante lo scalo stia registrando ogni anno record di passeggeri, è di gran lunga il più trafficato d’Italia con oltre 40 milioni di transiti, e negli ultimi sette anni è stato decretato per sei volte il migliore d’Europa per la sua categoria dall’Airport Council International Europe. Tra i motivi ci sono il fatto che l’aeroporto è operativo 24 ore su 24, 7 giorni su 7, gli stipendi non sono adeguati agli sforzi richiesti soprattutto per gli addetti all’handling come per Linate e Malpensa, l’eccessivo stress e pressione, con ricadute anche a livello mentale, e la scarsa possibilità di fare carriera.
I gelati a Milano non sono sempre gli stessi. O, almeno, non lo sono le gelaterie nel cuore dei milanesi. Ogni estate cambiano le preferenze dei cittadini. Questa la nuova classifica rivoluzionata rispetto a quella dell’estate 2023, anche se rimangono alcune certezze. Scopriamo dove si mangia il gelato più buono. Lo abbiamo chiesto direttamente ai milanesi.
La gelateria più buona di Milano: 2024 Summer Edition!
#10 Gnomo Gelato, con 3 coni nella guida Gambero Rosso
giorgelato IG – Gnomogelato
Apre la classifica la prima delle quattro new entry della classifica 2024 dei gelati più buoni di Milano: Gnomo Gelato. Riconosciuta come una delle 70 migliori gelaterie italiane, ha aperto i battenti cinque anni fa e ha ricevuto il Premio di “Miglior gelato al cioccolato 2020” e sempre da quell’anno mantiene i 3 coni nella guida Gambero Rosso. Da non perdere il gelato al cioccolato fondente 85% e il pistacchio di Bronte tostato e salato.
Indirizzo: Via Cherubini 3
#9 Gelateria artigianale n.22, famoso per i suoi gusti originali
Credits: zero.eu
A soli 100 metri dalla storica “Polleria” di Giannasi”, la “Gelateria Artigianale n° 22” si distingue per la sua produzione unica e i gusti originali come pera con cannella e pompelmo rosa, mascarpone con arance e fichi, nocciola con mandorla e cioccolato San Tomè. Il locale mantiene uno stile tradizionale, con un paio di sgabelli al bancone, un laboratorio visibile dietro e alcune panchine all’esterno.
Indirizzo: Corso Lodi 22
#8 [LA] Gelateria della Musica
Credits: @gelatogram.milano – La Gelateria della Musica
Scende di 7 posizioni [LA] Gelateria della Musica, nella scorsa edizione in vetta alla classifica di gradimento dei milanesi. Famosa non solo per i suoi deliziosi gelati artigianali, ma anche per l’atmosfera unica che combina l’amore per la musica con quello per il gelato. Fondata da Fabio Brigliadoro, un ex musicista, la gelateria offre gusti innovativi e creativi, spesso ispirati a celebri artisti musicali come il gusto “Cioccolato Mingus” e variano dal classico pistacchio a combinazioni originali come cioccolato al peperoncino o zenzero e limone.
Indirizzo: Via Lodovico Il Moro, 3
#7 La Bottega del Gelato
Credits: @foodiechingu La Bottega del Gelato di Marco Cardelli
Riconosciuta come Bottega Storica dal Comune di Milano e come Negozio Storico dalla Regione Lombardia, aperta dal 1964 è una delle più storiche della città, la gelateria è rinomata per il suo gelato artigianale, preparato con ingredienti freschi e selezionati. Le specialità includono frutti ripieni di gelato e sorbetti. I proprietari sottolineano che “mangiare gelato fa bene e mette di buon umore” grazie al triptofano, un amminoacido che stimola la produzione di serotonina, l’ormone del benessere.
Indirizzo: Via Pergolesi, 3
#6 Ciacco, il “gelato gastronomico”
Credits la_gourde_en_balade IG – Ciacco
Altra new entry la gelateria Ciacco, nella via delle boutique del “luxury food”, Via Spadari, dove c’è la prima insegna di Peck. Inaugurata nel 2014 da Stefano Guizzetti, laureato in Scienze Alimentari all’Università di Parma, propone gusti che cambiano in continuazione tranne qualche classico come il pistacchio, di Bronte. Premiato dal Gambero Rosso come Miglior Gelato Gastronomico d’Italia sono state dalle sue creme emulsionanti e additivi.
#5 Gelateria Marghera, la prima a Milano specializzata nel gelato da passeggio o da asporto
Credits Andrea Cherchi – Gelateria Marghera
Quinta posizione per la Gelateria Marghera, ultima new entry dell’edizione 2024 e che proprio quest’anno ha vinto il premio “Golosaria – Migliori Gelaterie d’Italia”. Fondata nel 1979 è stata la prima a Milano a specializzarsi nel gelato da passeggio o da asporto. Offre una vasta selezione di gusti freschi, preparati nel laboratorio interno con ingredienti naturali, garantendo una produzione artigianale autentica. Un punto di riferimento in città che non smette di evolversi, famoso il “gelato gourmet”, e che secondo la guida Taste Atlas ha uno dei gelati al pistacchio più buoni del mondo: “una miscela perfetta di cremoso e dolce, assolutamente da provare per ogni amante del gelato.”
Indirizzo: Via Marghera, 33
#4 Giova, con ingredienti provenienti da aziende agricole locali
Credits: @la_kyoko Gelateria Giova
Cinque posizioni guadagnate in graduatoria dalla Gelateria Giova rispetto a quella dello scorso anno, appena giù dal podio. Aperta dal signor Giovanni, da cui prende il nome, questa gelateria è rinomata per l’uso di ingredienti di altissima qualità, soprattutto provenienti da aziende agricole locali. Sempre affollata in estate, la gelateria offre gusti fissi come il sorbetto di cioccolato, lo yogurt e il famoso pistacchio di Bronte. Tra i gusti a rotazione si possono trovare delizie come ricotta e gocce di cioccolato, arachidi, fichi fioroni e fragoline di bosco. Da non perdere anche la nocciola e la panna-noci-miele.
Indirizzo: Corso Indipendenza 20
#3 Artico, quattro sedi e “3 coni” nella Guida Gambero Rosso
Credits: @artico_gelateria – artico gelateria
Mantiene il terzo gradino del podio la Gelateria Artico, rinomata per il suo gelato tradizionale. Nata dall’idea della famiglia Polloni, riconosciuta dal The New York Times tra i cinque migliori posti da visitare a Milano, utilizza solo ingredienti naturali di alta qualità, preparati internamente senza additivi chimici. Ha ricevuto il prestigioso riconoscimento dei “3 coni” nella Guida Gambero Rosso e conta quattro sedi in città.
Indirizzi: Via Porro Lambertenghi 15, Via Dogana 1, Via Giovanni Pacini, 17 e V. Ambrogio Bergognone da Fossano, 27
#2 Sartori, aperta dal 1937
Credits: @saracaulfield – Gelateria Sartori
Fa un balzo di cinque posizioni la gelateria Sartori in Stazione Centrale, issandosi alla seconda piazza. Situata in Piazza Luigi di Savoia, serve gelato ai milanesi dal 1937. Andrea Sartori, arrivato a Milano a 18 anni, iniziò vendendo gelato con un carretto a due ruote. Dopo il successo iniziale e l’interruzione della guerra, nel 1947 aprì il primo chiosco, che esiste ancora oggi con alcune modifiche. L’attività è ora gestita dal nipote Anthony, che continua la tradizione del nonno con la stessa passione. Tra i gusti da provare ci sono i classici Nocciolato, Crema, Pistacchio e Fiordilatte.
Indirizzo: Piazza Luigi di Savoia
#1 Massimo del Gelato
Credits: @mayu.buster – Il Massimo Del Gelato
Vince a mani basse, scalando dal secondo posto dell’anno precedente, Il Massimo del gelato. Da anni considerata una delle migliori a Milano è stata inaugurata nel 2001 su idea di Massimo Travani, da qui il nome del locale. La gelateria propone gusti classici, ma realizzati con materie prime di qualità, con qualche tocco di esotico. Secondo la guida Taste Atlas ha uno dei gelati al pistacchio più buoni del mondo, insieme alla Gelateria Marghera, che si distingue “per la sua straordinaria ricchezza e genuinità” soddisfacendo anche i palati più esigenti.
La grande novità dell’estate 2024. Dal 28 giugno è stata aperta al pubblico la Salita alle Merlate Panoramiche del Castello Sforzesco. Un percorso suggestivo che offre un punto di vista unico per ammirare la città da una prospettiva inedita.
Le «merlate panoramiche» del Castello Sforzesco: un punto di vista unico su Milano
# Si torna nel grande passato di Milano
Edinburgh, Milano
La salita avviene lungo l’antico camminamento di ronda. Si può così ammirare Milano da una prospettiva unica, quella di chi doveva vigilare dalle mura del Castello. Le Merlate Panoramiche offrono la visione a 360 gradi di Milano: da qui si vedono il Duomo, la Galleria, la Scala, la Torre Branca oltre alle torri di Porta Nuova e di CityLife.
# Come si sale?
Credits: Andrea Cherchi – Castello Sforzesco
La Salita alle Merlate Panoramiche ha luogo da martedì a domenica, dalle 10:00 alle 17:00, ed è accessibile a tutti. Il percorso dura circa 40 minuti: si può accedere a piedi tramite un ampio scalone oppure con un’ascensore dedicato a passeggini o a persone con difficoltà motorie. Per ragioni di sicurezza e di comodità, l’accesso è limitato a un massimo di 25 persone ogni 20 minuti. Si consiglia di indossare scarpe comode e abbigliamento adeguato, evitando scarpe con i tacchi o ciabatte.
# Come si prenota?
Credits Andrea Cherchi – Castello Sforzesco vista laterale
Per accedere alla Salita alle Merlate Panoramiche è necessario acquistare un biglietto dedicato: lo si acquista online o presso l’Info Point del Castello Sforzesco. Il biglietto costa 10 euro (intero), 8 euro (ridotto convenzioni) e 5 euro (ridotto dai 6 ai 18 anni/over 65). L’ingresso è gratuito per i bambini fino a 5 anni, le persone con disabilità e i loro accompagnatori, le guide turistiche e gli abbonati Musei Lombardia.