il dogui, il principe, (anche se non era di Milano)
Abbiamo chiesto ai milanesi quali sono le parole del dialetto milanese secondo loro più divertenti in assoluto. Abbiamo chiesto e ci è stato dato. Questa è la classifica delle 10 parole milanesi che hanno ricevuto più apprezzamenti.
Le 10 parole in milanese che fanno più ridere
credit: laregione.ch
#10 Baloss
“Baloss” si usa per dare del furbacchione, del birbone. L’Orso Balosso era un personaggio dei cartoni animati ideato da Anna De Carlo di cui venivano narrate in rima baciata le divertenti avventure e il cui nome deriva proprio dal milanese “baloss”.
#9 Gratacü
Si dice di persona simile al gras de rost (vedi più sotto).
#8 Oreggiatt
Letteralmente significa “orecchiuto” cioè con le orecchie grandi/lunghe. Può essere interpretato in diversi modi. C’è chi dice che derivi dalle lunghe orecchie degli asini per indicare gli ignoranti e gli stolti. Nel “Vocabolario milanese ad uso della gioventù” del 1857 un “oreggiatt” invece è qualcuno che si oppone ai liberalismi, in poche parole un ottuso conservatore. Viene per questo usati motivi usato per descrivere qualcuno di retrogrado ma anche per parlare di qualcuno che ha le orecchie lunghe, ascolta i discorsi altrui e senza pensiero critico ripete tutto ciò che sente.
#7 Ciaparatt
i ciaparatt dell’ortica. Fonte: Milano scomparsa
Il “ciaparatt” è colui che acchiappa i ratti ma viene utilizzato per indicare un buono a nulla. Perché? Perché nel XX secolo Milano era invasa dai topi e se qualcuno non sapeva proprio come fare soldi gli veniva consigliato di andare ad acchiappare i ratti, ovvero di rendersi utile. Da qui anche il detto “Va a ciappà i ratt”. Insomma il “ciaparatt” è qualcuno che proprio non sa fare altro, può solo acchiappare i topi.
#6 Scarliga merlus
“Scarliga merlus” deriva dal detto “Scarliga merlus, che l’è minga ‘l tò ùss” che tradotto in italiano significa: scivola via merluzzo che questo non è il tuo posto. Questa frase, divenuta poi un detto tipico milanese, si diffuse durante la dominazione spagnola. C’erano alcuni mercanti che trasportavano il pesce in città senza pagare il dazio e in caso di ispezione, i funzionari corrotti li avvisavano con questa frase. Come un SOS. Oggi invece viene utilizzato per allontanare qualcuno di indesiderato: “vai via” “allontanati“.
#5 Rebelot
“Rebelot” significa confusione e caos ma non in senso negativo. Indica una baraonda creativa che inizialmente sconvolge ma che alla fine fa apparire tutto in ordine. Probabilmente con i tempi che corrono sarebbe dovuta essere la parola #1. Sembra un grande assembramento chiassoso ma in un attimo ritorna tutto all’ordine.
#4 Gras de rost
Il “gras de rost” indica, come è facile intuire, il grasso dell’arrosto. L’arrosto non deve essere né troppo secco, né troppo pieno di grasso poiché rischia di renderlo poco piacevole al palato e gelatinoso. Una persona “gras de rost” è così: non è una persona cattiva ma esagera e diventa antipatico e fastidioso.
#3 Barlafus
Ph. I Barlafus (gruppo musicale)
Che cos’è un “barlafus”? Iniziamo col dire che in origine non era una persona. Il barlafus era un arnese utilizzato durante la filatura che non ricopriva nessun ruolo fondamentale. Ha iniziato poi ad essere utilizzato per tutti gli arnesi che non avevano una grande utilità e si usa per indicare qualcuno che anche se si da grandi arie in realtà è una persona da nulla.
#2 Balabiott
Un “Balabiott” è letteralmente un abitante di Ballabio (LC) ma ha assunto nel corso del tempo un diverso significato. In milanese “bala” significa balla e “biot” significa invece nudo, traendo le somme il balabiott in milanese è qualcuno che balla nudo. Significa uno spiantato, uno che non ha le rotelle a posto.
#1 Ciuciamanuber
L’origine di questo epiteto è ignota ma i veri milanesi ne conosceranno sicuramente il significato colloquiale. Indica qualcuno che frequenta assiduamente la palestramache invece di allenarsi lecca, o meglio lucida, i manubri. Insomma un nullafacente che finge di non esserlo.
La cucina tradizionale della Lombardia ha radici antiche e, come tutte le cucine tradizionali, è povera, almeno all’inizio. Voglia di sorprendere con ricette ormai scomparse?
Lo dimostra, per esempio, il Pan Dorà, letteralmente “Pane Dorato”, ossia un piatto composto di fette di pane raffermo in cotolettacon su una fetta sottile di lardo, simile per ispirazione al Welsh Rarebit.
#2 Capù, da piatto povero a cibo per siuri
Altrettanto povero, e altrettanto gustoso, appare un piatto, citato anche nei Promessi Sposi e creato unendo le foglie di verza, il pane ed il formaggio, spesso avanzati, l’uovo e la salsiccia. Con felice ed ironica intuizione, questo piatto è passato alla storia come capù, ossia “Cappone”, assumendo, da piatto povero, la denominazione di cibo per siuri. Le varianti moderne di questo piatto sono diverse dalla ricetta antica appena citata.
#3 Missultìtt, famosi sin dal Medio Evo
Missultìtt in versione moderna con polenta
Un piatto di mare interessante, noto in Lombardia sin dal Medio Evo, è quello dei missultìtt o missultén. Si tratta di agoni, pesci di lago, che vengono pescati nel periodo fra giugno e luglio e poi vengono seccati su apposite griglie di legno. Salati, con l’aggiunta di alloro, venivano poi messi sott’olio, avendo cura che quest’ultimo non “inondasse” i pesci, cosa che ne avrebbe compromesso il sapore ed impedito la conservazione.
#4 La parmigiana di baccalà
Credits: gustoblog.it
Interessante appare anche la riscoperta di un altro piatto, la parmigiana di baccalà, operata da un ristoratore bergamasco, che mette insieme terra e mare.
#5 Lo stufato “dei Promessi Sposi”
Anche lo stufato citato nei Promessi Sposi, ma già detto “dei promessi sposi” in quanto veniva servito ai pranzi di fidanzamento e si diceva che la tenuta dello stufato avrebbe previsto il destino della coppia, è figlio delle eccellenze regionali. La coppa di vitello stufata nel vino rosso, meglio se ad alta gradazione, con cipolla, alloro, salvia rosmarino, pepe e ginepro, crea un piatto deciso e delicato.
#6 Risotto delle Monache del Sacro Monte
Risotto delle Monache del Sacro Monte
Anche se i risotti più noti in Lombardia sono certamente altri, merita anche la riscoperta del cosiddetto Risotto delle Monache del Sacro Monte, tipico del varesotto, che è un tripudio di carciofi, prosciutto e noci.
#7 Barbajada, una bevanda tipica della Belle Epoque
Credits: nonnapaperina.it – Barbajada
Le ricette “sparite” della nostra regione permettono di arrivare praticamente dall’antipasto al dolce, come testimonia la presenza della Barbajada, una bevanda tipica della Belle Epoque, composta di cioccolata, latte, caffè e zucchero, che veniva poi montata e servita fresca in estate e calda in inverno. Prende il nome da Domenico Barbaja, un intraprendente garzone, del quale fece la fortuna.
Non solo Siena. Anche Milano aveva le sue contrade: la Milano del Rinascimento era divisa in 30 contrade e 6 Porte o sestieri. Si tratta di aree che delimitano il centro di Milano. E se le si riportasse alla luce per valorizzare ancora di più la zona centrale di Milano rendendola ancora di più un’attrazione storica?
Le 30 contrade di Milano: le riportiamo alla luce per rendere il centro davvero storico?
Le 30 contrade di Milano
# La competizione tra le contrade
La Milano del Rinascimento era divisa in contrade. Inizialmente erano 11 a cui vennero aggiunte altre 19 per un totale di 30 contrade. Le contrade erano una forma di organizzazione sociale molto importante a Milano durante il Rinascimento, e ciascuna di esse aveva una propria chiesa, una propria festa patronale e un proprio stemma. Le rivalità tra le contrade erano spesso molto accese e si manifestavano in competizioni sportive, giochi di abilità e sfide culinarie.
# Le 30 contrade di allora nella Milano di oggi
Ph. http://milanoneisecoli.blogspot.com/
Le trenta contrade di Milano erano queste con l’indicazione delle zone a cui corrispondevano:
Nobile Contrada del Carrobbio: area attorno a Piazza Sant’Eustorgio e della Basilica di Sant’Eustorgio
Nobile Contrada del Leon d’Oro: area di Via Dante e di Piazza dei Mercanti.
Nobile Contrada del Cordusio: Piazza Cordusio e vie circostanti.
Nobile Contrada della Cicogna: area del Castello Sforzesco e dintorni.
Nobile Contrada di Sant’Ambrogio: area della Basilica di Sant’Ambrogio e dei suoi dintorni.
Nobile Contrada della Rosa: Corso Magenta e Piazza Virgilio.
Nobile Contrada delle Farine: area di Piazzetta San Fedele e via dei Bossi.
Nobile Contrada dei Bossi: area di Via Brera fino a piazza della Scala.
Contrada del Bue: Piazza Sant’Alessandro e Via Lanzone.
Contrada della Torre de’ Moriggi: area di Via Manzoni e di Piazza della Scala.
Contrada del Pozzo: Via Torino fino a Piazza Cordusio.
Contrada della Cagnola
Contrada del Pallone: Via Mazzini e Piazza della Repubblica.
Contrada della Spiga: Via della Spiga e Via Montenapoleone.
Contrada della Vetra: area di Via Torino e della zona tra le colonne di San Lorenzo e il Duomo.
Contrada della Fontana: area di Via dei Mercanti e del Palazzo della Ragione.
Contrada del Lauro: area di Corso di Porta Romana e della Chiesa di San Sebastiano.
Contrada della Stella
Contrada della Ghisolfa: area di Porta Garibaldi e dei suoi dintorni.
Contrada del Campo: Piazza San Babila e Corso Vittorio Emanuele II.
Contrada del Broletto: Piazza Mercanti lato Via Orefici.
Contrada del Barone Rampante: Via San Tomaso e Via Santo Spirito.
Contrada della Pusterla: Via della Pusterla e Piazza XXIV Maggio.
Contrada del Portello: Piazzale Giovanni dalle Bande Nere e Via Marghera.
Contrada del Coniglio: Piazza Duomo fino a via Torino.
Contrada del Falcone: Via del Falcone e di Via della Commenda.
Contrada della Torretta: Piazza San Nazaro in Brolo e Via della Torretta.
Contrada del Granchio: Via San Giovanni sul Muro e Via Brera.
Contrada del Gabbia: dintorni via della Spiga e via Montenapoleone
Contrada della Guastalla: Piazza della Guastalla e Corso di Porta Romana.
# Le contrade più importanti a livello storico, economico e sociale
Le sei contrade caratterizzate dal titolo “nobile, ovvero le più importanti contrade di Milano, da un punto di vista storico, economico e sociale erano: la Nobile Contrada del Cordusio, la Nobile Contrada della Cicogna, la Nobile Contrada di Sant’Ambrogio, la Nobile Contrada della Rosa, la Nobile Contrada delle Farine, la Nobile Contrada dei Bossi. Confinavano con la Contrada dei Rostri, formando una fascia circolare intorno ai suoi confini, e questo consentiva loro di essere le uniche a fregiarsi del titolo “nobile” vista anche la loro posizione centrale rispetto all’abitato di Milano. Ci poteva essere solo una contrada nobile nei sestieri e per questo ce n’erano solo 6.
La Contrada dei Rostri invece che era al centro di Milano, circondata dalle Contrade Nobili, era chiamata la Capitana di Milano per il fatto che all’interno dei suoi confini c’era il municipio della città, il Palazzo della Ragione, al cui interno era custodito il gonfalone municipale di Milano, senza contare il Carroccio: un simbolo molto importante per la Milano medievale.
# La scomparsa e l’oblio nel ‘700
Esaurita la loro funzione militare e sociale, per le contrade di Milano iniziò un progressivo fenomeno di oblio che portò alla loro scomparsa ufficialmente dalle mappe di Milano nel 1889 in occasione dell’approvazione del primo piano regolatore della città di Milano, il Piano Beruto. Dal Settecento il termine “contrada” iniziò a indicare, anche nella toponomastica ufficiale, le strade invece dei rioni. Infini dal XIX secolo, le strade iniziarono a essere a prendere il titolo di vie: via Monte Napoleone è un esempio di questo cambiamento, infatti fino al Settecento era conosciuta come contrada di Sant’Andrea.
# Le vecchie contrade per una nuova Milano
Siena – Ph. Zotx
Le contrade rinascimentali servivano a dare identità alle singole aree di Milano. La Milano di allora corrisponde in larga parte con il centro della città che ha mantenuto una coerenza con la pianta di allora. Un centro che però oggi appare uniforme, almeno nell’identificazione urbanistica. Perché non riportare alla luce le contrade con i loro simboli, bandiere e le loro identità, in modo da rendere più spettacolare la visita del centro di Milano, un po’ come accade a Siena? Basterebbe riaprire il cassetto della storia di Milano e rifare un maquillage delle singole parti con i colori e i simboli di un tempo. Un costo irrisorio che produrrebbe un valore inestimabile per Milano.
“Questa lista è nata qualche anno fa a seguito di una vita intera di pedalate e visite spontanee tra questi luoghi della città”. Include La Vigna di Leonardo, il Parco Delle Cave a Baggio, Corso Como, Villa Invernizzi e la Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore. A parlare è Clizia Leivi Brandeis, di Milano da conoscere, che tramite la sua pagina Facebook suggeriva: “E’ ora di […] rendere più reperibile l’aggiornamento della nostra lista di luoghi rari e imperdibili di #bellamilano“.
Le 5 zone di Milano dove è più bello perdersi a piedi o in bicicletta
#1 ZONA Brera/Garibaldi/Moscova (M2)
Corso Garibaldi
Chiostro di teologia dell’alta Italia (retro di San Simpliciano), via Ancona (traversa di via Solferino)
Terrazzo/boutique e galleria Sozzani di corso Como 10 + p.za Gae Aulenti(all’interno dei grattacieli Unicredit di Garibaldi FS)+ corso Garibaldi tutto (nel quale si trovano le bellissime San Simpliciano e Santa Maria del Carmine).
Museo del Risorgimento, dietro l’accademia di Brera, via Borgonuovo 23 NOTARE: S.M Incoronata (con ex biblioteca)
All’interno dell’Accademia di Brera: Orto Botanico, Pinacoteca, Museo Astronomico, Biblioteca Braidense.
Palazzo Cusani, via Brera, di fronte all’accademia di Brera, è quartier generale della NATO. Apre per mostre/ eventi particolari. Bellissime sale, non distrutte dai bombardamenti della II Guerra Mondiale.
Santa Maria alla Fontana, via Thaon di Revel, 28→ scendere le scale: lato destro, guardando la facciata.
“Brera era famosa per essere una zona di case chiuse”, spiega.
#2 ZONA Quadrilatero del Silenzio/Porta Venezia
Credits Andrea Cherchi – Casa Galimberti
Villa Necchi-Campiglio (con piscina), via Mozart (fermata Palestro della M1). Gratis l’ingresso al giardino (in cui si può prendere un caffè/leggere), la visita nella casa invece necessita del biglietto.
Villa Invernizzi con i fenicotteri di via Cappuccini e tutti i palazzi circostanti (in particolare il palazzo dell’orecchio, in via Serbelloni 10, e palazzo Berri-Meregalli, in via Cappuccini). Si trovano tutti vicino a Villa Necchi.
GAM (Galleria d’Arte Moderna) e il suo bel parco di via Palestro 16. Accanto sorge il PAC (Padiglione Arte Contemporanea)
Museo delle Scienze Naturali, Planetario e Palazzo Dugnani, parco Venezia (giardini Pubblici Indro Montanelli)
Casa Galimberti in via Malpighi (è riconoscibile perché Panino Giusto ne occupa il piano terra), dietro porta Venezia. È uno degli esempi più alti di liberty a Milano. Da visitare c’è anche quel che resta delle mura del Lazzaretto, dove oggi c’è la Chiesa Ortodossa, via San Gregorio 5.
Casa Boschi di Stefano, via Jan (traversa di Buenos Aires). Da vedere anche via Boscovich (parallela di c.so Buenos Aires) con casa Felisari.
Museo della moda e dell’immagine, via Sant’Andrea (traversa di Montenapoleone)
Museo Poldi Pezzoli, via Manzoni (vicino alla Scala)
Casa di Alessandro Manzoni, tra piazza Meda, la Scala e a via Manzoni. In via Omenoni, giusto accanto alla casa di Manzoni, è presente il bel Palazzo degli Omenoni. A PROPOSITO DI MANZONI – La casa in cui è nato (ma non vissuto e morto) si trova in via Sforza-angolo Mascagni, dietro la facoltà di Scienze Politiche. Manzoni cadde sulle scale della chiesa di S. Fedele, a pochi passi da casa sua e dalla Scala
Giardino della Guastalla (con l’interessante Sinagoga): fermata del bus 94 via Sforza-via Andreani
Università La Statale, via Festa del perdono, ex ospedale Ca’ granda. DA NOTARE:chiesa di S. Stefano nell’omonima piazza (con ossario di S. Bernardino alle ossa), S. Nazaro in Brolo e la cripta SS. Annunciata all’interno dell’università Statale 18), S. Maria della Passione, via Conservatorio (sala capitolare con affreschi del Bergognone)
Pinacoteca Ambrosiana, via Cantù, a due passi dal Duomo
Piazza San Sepolcro (nota perché qui, Benito Mussolini il 23 marzo 1919 fondò i Fasci di Combattimento – si trova dietro alla Biblioteca Ambrosiana). NOTARE: le bellissime vie Santa Marta, p.za Mentana
Piazza Borromeo, giusto dietro S. Sepolcro. Sempre vicino: galleria Meravigli, non distante da piazza Affari
San Satiro (Satyrum), molto particolare, via Torino. Dietro via Torino notare anche: p.za S. Alessandro
La bellissima fontana di via Romagnosi, traversa di via Manzoni
Gallerie dell’Ottocento e novecenteo, Piazza Scala (gratis)
Palazzo Visconti, via Cino del duca 8, S. Babila M1, (aperto solo per il Fuorisalone)
Palazzo Isimbardi (Palazzo della Provincia), c.so Monforte. Quando il FAI organizza le giornate aperte, si può vedere l’affresco del Tiepolo (presente anche a Palazzo Clerici, via Clerici 5). Palazzo Marino, in p.za Scala (sede del Comune), apre talvolta al pubblico per mostre.
Museo del Novecento,Arengario, p.za Duomo, accanto a Palazzo Reale. NOTA: All’interno di Palazzo Reale è presente la sala delle Cariatidi che, non ancora completamente ristrutturata, è rimasta com’è stata lasciata dopo i bombardamenti della II Guerra Mondiale. Dietro a Palazzo Reale spunta la bella torre di S. Gottardo.
UNA CURIOSITA’: le statue del Duomo poste sul balconcino, sopra il portone centrale, hanno dato vita alla Statua della Libertà (scoperta di Philippe Daverio). La Galleria Vittorio Emanuele è simile a quella Umberto I di Napoli: quella milanese, in più, presenta delle aquile che reggono la cupola; quella partenopea, nella stessa posizione ha collocato degli angeli.
#4 ZONA c.so Magenta (fermata Cadorna)
Credits: @signor_ingro Corso Sempione
Casa degli Atellani gratis (di fronte a S. Maria delle grazie), c.so Magenta 65, dove Leonardo preparò i bozzetti del Cenacolo, aperta solo in alcune occasioni
Chiostro di Santa Maria delle Grazie (chiesa celebre per il mitico Cenacolo), c.so Magenta
La splendidamente affrescata S. Maurizio in c.so Magenta (il coro in particolare)
Palazzo Litta, corso Magenta (di fronte a S. Maurizio). Aperto in alcune occasioni
Museo Archeologico, accanto a S. Maurizio e di fronte a Palazzo Litta
Le viette medievali dietro all’Università Cattolica (via Luini, accanto a S. Maurizio, via Circo, sono alcune)
Parco Sempione con Castello Sforzesco (e i suoi musei), la Triennale (Palazzo dell’Arte), Arco della Pace (ideato come collegamento con l’Arc de Triomphe a Parigi), Arena Civica, Acquario Civico
#5 ZONA S.Ambrogio M2/Navigli
Credits: @milandiamo Naviglio Martesana
“Consiglio i percorsi ciclabili dei tre navigli: Martesana, Pavese, Grande”
Museo della Scienza e della Tecnica. Due sedi: via Olona (in cui ci sono velieri, elicotteri, locomotive antichi) e via S.Vittore 36. Il piccolo parco archeologico, con bel chiostro, via de Amicis, fermata colonne di S.Lorenzo NOTA: Conca di Varenna
I Navigli. NOTARE: Chiesa di San Cristoforo, via San Cristoforo 3, e il vicolo dei lavandai.
Colonne di S. Lorenzo e la chiesa omonima, in particolare cappella di S. Aquilino con mosaici paleocristiani
S. Ambrogio, fermata della metro verde e San Vincenzo in Prato (via s. Calocero, dietro C.so P.ta Genova)
S. Eustorgio in particolare cappella Portinari, c.so di porta ticinese (accanto al museo Diocesano)
Museo delle Culture (Mudec), via Tortona
# A PARTE:
Credits: Tirpadvisor – QC Terme Porta Romana
S. Maria presso San Celso, corso Italia
Università Umanitaria, non distante dal Tribunale. Sempre in quella zona, merita uno sguardo la Rotonda della Besana (dove si svolgono Pianocity e mostre, oltre che essere la sede del Museo dei bambini – MUBA), via Besana, a poche fermate dalla biblioteca Sormani. La Sormani è la biblioteca centrale di Milano in c.so di porta vittoria, nota anche per la Sala del Grechetto.
Porta Romana con le terme all’interno delle mura spagnole (QC terme)
La Certosa di Garegnano e l’abbazia di Chiaravalle meritano una visita. Bellissime
Il parco delle Cave, molto interessante e ampio
Villa Lonati a Niguarda, Villa Simonetta dietro il Cimitero monumentale, Villa Scheibler a Quarto Oggiaro, Villa clerici e infine Villa Litta ad Affori
Ci sono 30 cascine in città (e altre fuori), tra cui Cascina Cuccagna, in via Friuli – e vende ottimi prodotti gastronomici.
Una cosa da ammirare nei milanesi è la capacità di unirsi sulle questioni più importanti, al di là degli schieramenti di partito. Ad esempio, sull’autonomia sembrava fossero tutti d’accordo. Anche perché con questa legge i cittadini possono solo guadagnarci. A perderci saranno solo i cattivi amministratori. Ma ancora una volta c’è chi si sfila.
«Raccolte 50mila firme contro l’autonomia»: il PD lombardo rema contro la Lombardia?
# «La nostra Regione guida la battaglia del Nord-Italia contro l’autonomia differenziata»
E’ lo stesso PD lombardo a pubblicarlo sui suoi profili social: «Con oltre 50.000 firme raccolte online soltanto in Lombardia, oltre alle migliaia di firme registrate ai banchetti, la nostra Regione guida la battaglia del Nord-Italia contro l’autonomia differenziata di Calderoli, che vuole spaccare il Paese, attaccare i più fragili e aumentare le disuguaglianze». A parte che identificarsi con l’intera Lombardia che grazie a 50mila firme raccolte dal partito “guiderebbe” «la battaglia del Nord-Italia contro l’autonomia differenziata» sembra un tantino presuntuoso, ma la vera questione è un’altra. L’autonomia differenziata era un concetto concepito proprio dal PD e, se si legge attentamente la riforma, non si riesce proprio a capire come si possa sostenere che «vuole spaccare il Paese, attaccare i più fragili e aumentare le disuguaglianze». Anzi. Per capirlo vediamo in sintesi che cosa dice la riforma.
# La legge in poche parole: si premiano con più autonomia le regioni più meritevoli, mentre l’autonomia viene tolta alle regioni che non rispettano gli standard minimi di servizio ai cittadini
Il principio della legge è elementare. Le regioni possono decidere di gestire fino a 23 competenze in autonomia dallo Stato che però deve vigilare sul rispetto di un livello minimo delle prestazioni (LEP) per ogni classe di servizio. Se una regione non è in grado di garantire questi standard perde l’autonomia di gestione nei servizi in cui fornisce un livello scadente. Un principio che tutela i cittadini, spingendo le regioni a garantire servizi migliori e che fa intervenire lo Stato quando questi servizi sono insufficienti.
L’autonomia differenziata prevede la possibilità di trattenere parte del gettito fiscale generato sul territorio per il finanziamento dei servizi e delle funzioni di cui si chiede il trasferimento. Si introduce pertanto un principio di responsabilità per le regioni che, finora, potevano agire “indisturbate” nella fornitura dei servizi, senza rischi. Anzi. Il modello di governance esistente tendeva a premiare le regioni più inefficienti, favorendo l’intervento dello Stato a colmare deficit.
# I cittadini possono solo guadagnarci. A perderci saranno solo i cattivi amministratori
Credits: corriere.quotidiano.it politici
Quindi la legge prevede servizi al rialzo, forniti dallo Stato o dalle regioni a seconda di chi lo faccia meglio. Consentendo un miglioramento per tutti i cittadini. Mentre gli unici a venire colpiti dalla riforma sono i cattivi amministratori che, nel caso fossero incapaci di fornire servizi adeguati per i cittadini, sarebbero privati della gestione dei servizi e delle relative risorse, che passerebbero allo Stato. Quindi, considerando poi che il PD della Lombardia dovrebbe tutelare gli interessi dei cittadini lombardi, come può essere così irresponsabile da muovere un’azione che porti a penalizzare i cittadini della Lombardia? Purtroppo ancora una volta in cima agli interessi dei partiti ci sono gli ordini di scuderia del partito. Anche a discapito dei cittadini. Come sosteneva Marco Pannella.
L’annuncio del Ministro Piantedosi: verrà attivata la Polmetro, sezioni specializzate della Polizia di Stato per garantire più sicurezza nelle metro di Milano, Roma e Napoli. Questo l’annuncio del Ministro. Forse neanche lui sa che a Milano la Polmetro esiste già. Da circa 40 anni. Cerchiamo di fare luce su un servizio poco noto non solo al ministro. E su in che cosa consiste la novità del Viminale.
La PolMetro: l’oggetto misterioso della metro di Milano
# A Milano esiste dal 1987, prima con uffici in San Babila e ora alla stazione di Cadorna M1
Inaugurazione uffici Cadorna Polmetro
In una riunione sulla sicurezza nelle aree metropolitane tenutasi al Viminale a inizio agosto 2024 il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha preannunciato l’istituzione della “Polmetro”. Erano presenti sindaci, i prefetti e i questori delle città di Milano, Roma e Napoli. Un servizio che ha l’obiettivo di portare più sicurezza sulle linee della metropolitana grazie a sezioni specializzate della Polizia di Stato presenti tra banchine e treni.
A Milano in realtà la Polmetro esiste già: dal 1987 grazie alla collaborazione tra Atm e Polizia di Stato. I primi uffici in San Babila, poi in Duomo e infine nella stazione Cadorna M1, dove oltre ai passeggeri delle linee M1 e M2 ci sono anche i pendolari dei Treni Regionali e gli utenti del Malpensa Express. Ma chi sono e che cosa fanno gli agenti della Polmetro?
# Circa 50 unità in servizio tutti i giorni dalle 7 alle 23, a cui si aggiungono circa 150 agenti della security Atm
medium.com – Security Atm
Il corpo della Polmetro milanese si compone di 50 unità in servizio tutti i giorni dalle 7 alle 23, una squadra che nel 2021 ha effettuato oltre 16mila controlli e in media esegue 70 arresti all’anno. Ma perché si sa così poco della loro esistenza? La principale ragione è che, dovendo coprire 121 stazioni e tenendo conto dei turni di servizio, capita raramente di vedere agenti in banchina. E dire che, in realtà, il personale addetto alla sicurezza dei viaggiatori sui mezzi di Milano è ancora più numeroso: agli agenti della Polmetro si aggiungono infatti altri 150 addetti della security ATM che operano anche sulle linee di superficie e che lavorano in affiancamento alla polizia. Quindi agiscono circa 200 persone ma a molti sembrano invisibili. Qual è il problema? Dal lato ATM ci si lamenta che si tratta di un numero insufficiente per coprire la vastità delle linee della metropolitana e dei mezzi di superficie, dall’altro lato si sollevano interrogativi sul loro impiego: quanto tempo circolano per assicurare la sicurezza di chi viaggia e quanto, invece, restano in ufficio o, comunque, lontano dai luoghi in cui dovrebbero operare? Dati che al momento non si possono sapere e che, comunque, hanno spinto il Governo a intervenire.
# Il governo: introduzione di agenti di polizia e soldati dell’esercito
maria_._pina IG – Banchina metro Milano
L’introduzione della Polmetro mira a potenziare la sicurezza nelle grandi città, visto anche l’incremento dei reati quali aggressioni, rapine e borseggi nelle metropolitane e sui mezzi pubblici. Si aggiunge a una precedente iniziativa del Governo: nel 2023 Milano ha visto l’assegnazione di 1.653 unità di forze di polizia, mentre nell’ambito dell’operazione “Stazioni sicure”, i militari dell’Esercito assegnati sono stati 174. Ancora non si sa se Piantedosi prevede modifiche all’azione della Polmetro a Milano. Per prima cosa si dovrebbe sapere a lui e ai milanesi che già esistono. Vi terremo aggiornati.
Milano non è più vuota come anni fa durante l’estate e in particolare ad agosto. A renderla brulicante ci pensano soprattutto i turisti, ma anche tanti milanesi che scelgono di rimanere in città. Per questo motivo molti ristoranti hanno deciso di tenere su le saracinesche e rimanere aperti. Eccone alcuni tra i più interessanti in questa selezione di Stefano Corrada per Libero.
# Nautilus, la trattoria marinara alle Colonne di San Lorenzo
trattorianautilus IG
Per gli amanti del pesce c’è la trattoria marinara pizza del Nautilus. Un locale aperto da poco in zona Colonne di San Lorenzo, con ambienti moderni e accoglienti con musica e richiami agli anni ’80 e in cucina sapori mediterranei.
Indirizzo: Via Pioppette 3
# L’Alchimia, il ristorante stellato dalla duplice vocazione
L’Alchimia
Vera rivelazione milanese della guida Michelin 2020, L’Alchimia, ha saputo distinguersi nel corso degli anni per la sua proposta ricercata e gourmet. Lo chef del ristorante stellato, Giuseppe Postorino, mette in tavola una cucina creativa e contemporanea in un locazione dalla duplice vocazione, di cocktail bar con il bancone old style e di ristorante nella zona salotto più intima.
Indirizzo: Viale Premuda 34
Ristoranti di lusso
# Zelo, il ristorante del Four Season affacciato sul cortile di un ex convento
risotto scamp mazzancolle gambero – Zelo – chef Borraccino
Zelo è il ristorante all’interno del Four Season che affaccia sul cortile di un ex convento del XV secolo. Il giardino all’interno dell’elegante chiostro, una vera e propria oasi botanica progettata dal paesaggista Flavio Pollano, diventa così un’estensione del ristorante, dove poter immergere sguardi e rasserenare l’animo. I sensi si rallegrano anche per la cucina dello chef Fabrizio Borraccino che propone anche a ferragosto i piatti che trasudano italianità senza alcuna particolare tipicità regionale: c’è il fiore di zucca vegano, il prosciutto crudo da maialino nero abruzzese accompagnato da pane di farina varietà Eterna. Lasciano entusiasti le Linguine con canocchie, ostriche, riccio e tartare scampi, ancora di più il risotto con caviale prestige e scampi, mazzancolle, gambero rosso, mantecato limone candito e olio.
Indirizzo: Via Gesu 6/8
# Gallia Restaurant, cucina elegante e raffinata nello sfarzo dell’Hotel Gallia
Credits excelsiorhotelgallia IG – Terrazza Gallia
Nell’omonimo hotel in piazza Duca d’Aosta troviamo il Gallia Restaurant, perfetto per una cena con vista mozzafiato su Milano dall’alto. A guidare la cucina i fratelli Lebano con la consulenza del rinomato Da Vittorio, con un’esperienza culinaria di alta qualità, elegante e raffinata e un menu che combina in modo esemplare i sapori mediterranei con le tendenze milanesi. Da provare il tortello in Lombardia, ripieno di cassoeula, il risotto mantecato con cipolla di Giarratana, la gustosa pasta cotta nella zuppa di pesce, e il baccalà con trippette alla romana e patata affumicata.
# Ristorante Acanto, nell’iconico hotel di lusso Principe di Savoia
Credits principesavoia IG – Ristorante Acanto
Il ristorante dell’Hotel Principe di Savoia, in piazza Repubblica, con lo chef Matteo Gabrielli. La migliore tradizione italiana e scenografiche presentazioni dei piatti, questi i due tratti distintivi. L’ambiente e gli arredi sono âgée, l’atmosfera è di pura raffinatezza. Fino a settembre si può provare il menu estivo dove spiccano le mazzancolle grigliate con panzanella di cetrioli, il galletto alla diavola e la pancia di maiale in agro- dolce.
Indirizzo: Piazza della Repubblica, 17
# Giardino Cordusio nel 5 stelle Melia con cocktail metropolitano e ristorante giapponese con terrazza vista Duomo
sunsethospitalitygroup IG – Giardino Cordusio
Una delle novità più eleganti dell’ultimo periodo è Giardino Cordusio in Piazza Cordusio dentro l’hotel Gran Melia. Al piano terra del riqualificato Palazzo Venezia si viene accolti in una serra tropicale, un salotto urbano, un locale raffinato che propone cocktail firmati e pietanze internazionali. Tra le proposte gastronomiche affidate da Meliá a Sunset Hospitality c’è poi il “ristorante della felicità” Sachi di cucina giapponese all’ultimo piano, con terrazza con vista Duomo, e il ristorante Isola di cucina mediterranea.
# Mannarino, il ristorante di carne con le bombette pugliesi
milanohafame IG – Il Mannarino
Per gli amanti della carne c’è Mannarino. Questo nome richiama il versatile coltello da macellaio, e il format è ispirato alle macellerie di quartiere con cucina. Nei quattro locali milanesi si può acquistare carne di alta qualità al banco o gustarla direttamente al tavolo. Il loro punto di forza? Le bombette pugliesi. Queste deliziose specialità sono disponibili in diverse varianti: di capocollo, di manzo o di tacchino, con ripieni che spaziano dal piccante al pancettato, alla mortadella o alla norma.
Indirizzi: Piazza De Angeli 1, Via Tenca 12, Via Fiamma 6 e Alzaia Naviglio Grande 2
# The Meatball Family, le polpette di Diego Abbattantuono
Credits alberto.suni IG – Meatball Family
Meatball Family è il locale nato ormai 7 anni fa, con prima location a pochi passi dai Navigli, dall’idea di un gruppo di amici e soci, tra i quali Diego Abatantuono, di creare un ristorante con menu basato sulla polpetta. Ce ne sono di ogni tipo: da quelle classiche di fassona con pomodorino ciliegino, a quelle di pesce, orientali, di melanzane, con sugo, morbide o fritte. Negli ultimi anni si sono aggiunti, oltre a nuove aperture non solo in città, hamburger e pizza alla pala sempre con la polpetta quale elemento principale.
Indirizzo principale: Via Vigevano 20
Sapori orientali: da Ravioleria Sarpi a Wagamama
www.laravioleriasarpi.com
Per gustare sapori orientali la prima scelta è ovviamente Chinatown, nei suoi vari locali lungo e attorno Via Paolo Sarpi. Ad agosto troviamo aperto ad esempio Ravioleria Sarpi e Macelleria Sirto, mentre in diversi punti sparsi in città compresi i mall commerciali di CityLife, Merlata Bloom e Bicocca Village, oltre quello centrale di Via San Pietro all’Orto, c’è Wagamama, una catena di ristoranti con piatti ispirati alla cucina asian fusion.
Obicà, il mozzarella bar e pizzeria napoletana
aghness IG – Obicà
Obicà è un mozzarella bar e pizzeria napoletana che offre sapori mediterranei e caseari, propone un’esperienza gastronomica unica, dove la freschezza degli ingredienti e la qualità delle mozzarelle sono protagoniste. L’atmosfera elegante e la posizione privilegiata del locale all’ultimo piano della Rinascente in Terrazza Duomo lo rendono per gustare autentici piatti napoletani con una vista spettacolare su Milano. Un altro si trova in zona Brera.
Indirizzi: Via Cusani 1 e settimo piano Rinascente
Le pizzerie
# Pizzium, la pizza con impasto leggero
Credits cyster_in_the_kitchen – Pizzium
Pizzium è fra le pizzerie di nuova generazione un caso di successo in città, con continue nuove aperture, siamo arrivati a 10. Le pizze hanno un impasto leggero per un effetto complessivo mai pesante. Tra le specialità il panuozzum, il mitico panuozzo, ripieno di polpette al sugo.
Indirizzo storico: Via Procaccini 30
# Crocca, la pizza croccante e leggera in quattro locali a Milano
Credits : @crocca_
La Pizzeria Crocca è un locale conosciuto per la sua pizza croccante e leggera, un mix tra la “scrocchiarella” romana e la sottile lombarda, disponibile in diverse varianti, dalle classiche alle più innovative. A Milano ci sono quattro locali.
Indirizzi: Via Vigevano 29, Via Plinio 64, Via California 15, Via San Gregorio 11
# Biga, dalla ruota di carro alla pinsa
giada.travelbites IG – Biga
Un’altra insegna di ottima qualità aperto ad agosto è Biga, con due punti in città. Ha ricevuto il riconoscimento dei “Due Spicchi” dal Gambero Rosso e nella proposta del pizzaiolo Simone Nicolosi sono presente diversi impasti, dal classico alla ruota di carro a lunga lievitazione, dal padellino alla pinsa.
Indirizzi: Via Volta 20, Via Pollaiuolo 9
Gelaterie e pasticcerie
# Ciacco, il “gelato gastronomico” nella via delle boutique del “luxury food”
Credits la_gourde_en_balade IG – Ciacco
Siamo nella via delle boutique del “luxury food”, Via Spadari, dove c’è la prima insegna di Peck. La gelateria Ciacco è stata aperta nel 2014 da Stefano Guizzetti, laureato in Scienze Alimentari all’Università di Parma. I gusti cambiano in continuazione tranne qualche classico come il pistacchio, di Bronte. Premiato dal Gambero Rosso come Miglior Gelato Gastronomico d’Italia sono state dalle sue creme emulsionanti e additivi. Sempre aperta tranne il 14, 15 e 16 agosto.
# Gnomo Gelato, con 3 coni nella guida Gambero Rosso
giorgelato IG – Gnomogelato
Un’altra destinazione di prim’ordine è Gnomo Gelato. Aperta cinque anni fa è stata riconosciuta come una delle 70 migliori gelaterie italiane, ha ricevuto il Premio di “Miglior gelato al cioccolato 2020” e sempre da quell’anno mantiene i 3 coni nella guida Gambero Rosso. Qui tutto è fatto in casa, inclusi i biscottini che accompagnano coni e coppette, oltre a semifreddi, biscotti e cioccolato. Da non perdere il gelato al cioccolato fondente 85% e il pistacchio di Bronte tostato e salato.
Indirizzo: Via Cherubini 3
# Gelsomina, il regno dei maritozzi
Credits livingdh IG – Gelsomina
Se invece del gelato si preferisce un maritozzo gonfio di fresca panna montata c’è Gelsominapasticceria. Presente con due sedi in città, nei suoi locali si possono gustare cannoli, mignon, brioche siciliane, ma il vero re è il maritozzo:gonfio e traboccante di panna, offerto anche nella golosissima versione al pistacchio. Chiude solamente dal 14 al 16 agosto.
Tira una brutta aria sull’Azienda Trasporti Milanesi. Ritardi e cancellazioni di linee stanno facendo infuriare i cittadini che chiedono un servizio regolare del trasporto pubblico: per settembre preparano una protesta davanti a Palazzo Marino.
AspettaMI: cresce la protesta dei milanesi contro ritardi e corse soppresse dei mezzi pubblici
# Il comunicato del gruppo facebook “AspettaMI – Milanesi in attesa dei bus”
AspettaMI_persone
L’Azienda Trasporti Milanesi non sta vivendo certo un buon momento. Mentre si attende nei prossimi mesi l’apertura integrale della linea M4 fino a San Cristoforo Fs, oggi è attiva da Linate a San Babila, i tagli alle linee dei mezzi di superficie si fa sentire. Prima laprotesta dei comitati che richiedono il ripristino dei tutto il tracciato della linea 73, in autunno fermerà in Piazza Cinque Giornate ma i residenti non sono d’accordo, poi quella del gruppo Facebook “AspettaMI – Milanesi in attesa dei bus” che fa da cassa di risonanza per tutti i cittadini scontenti del servizio di trasporto pubblico.
Questo un estratto del comunicato: “Nonostante sia agosto, il gruppo Facebook “AspettaMI – Milanesi in attesa dei bus” cresce di oltre 50 membri al giorno, a prova che il tema dei tagli alle corse dei mezzi di superficie è molto sentito dai cittadini, che scontano sulla propria pelle i forti ritardi di bus e tram rispetto alle tabelle orarie. Le attese anche di 20, 30 e 40 minuti e le corse che “saltano” si traducono in ritardi sul posto di lavoro e agli appuntamenti, e molti utenti sono costretti a riprogrammare le proprie giornate, prevedendo alzatacce e rientri a casa a tarda sera, oppure scelgono di ricorrere al mezzo privato. Situazioni denunciate nel gruppo “AspettaMI” dai numerosi post dei cittadini esasperati corredati da foto dei display alle fermate o delle schermate della app di ATM, testimonianze chiare ed inoppugnabili dei gravi disservizi.
Tabelloni orari mezzi di superficie
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Tabelloni orari mezzi di superficie
Adriana Berra, amministratrice del gruppo e coordinatrice del movimento, spiega come “Gli amministratori cittadini ci raccomandano di abbandonare l’auto, ma poi il Comune di Milano, che ricordiamoci è il proprietario di ATM, ci abbandona alle fermate“. Nel comunicato prosegue dicendo che “Dal 1° agosto è ufficialmente in vigore dal lunedì al venerdì l’orario del sabato praticamente su tutta la rete, eppure abbiamo comunque evidenze di numerosi ritardi, come è la regola negli ultimi mesi” e aggiunge come “Già applicare l’orario estivo dalla chiusura delle scuole è anacronistico, perché Milano d’estate non si svuota più come una volta (e tra l’altro si vanta di essere la città “che non si ferma”), ma siamo andati ben oltre: gli orari estivi non vengono rispettati, i ritardi sulle tabelle sono continuati, per non parlare delle corse che ‘saltano’, cioè i mezzi non passano proprio”.
# Tagliate 76 linee su 130
Credits Andrea Cherchi – Tram e bus
La rimodulazione delle corse è partita a novembre 2023 ed è poi proseguita a febbraio 2024, ad aprile ed infine l’ultima con l’introduzione dell’orario estivo: in totale i tagli hanno colpito 76 linee su 130. L’intenzione del Comune di Milano era di ridurre i disagi facendo vedere sui display i reali tempi di arrivo dei bus, ma nonostante questo si sono accumulati ulteriori ritardi alle frequenze dei mezzi già dilatate.
# La richiesta dei comitati: un bus ogni 8 minuti
Credits ilgiorno.it – Coda fuori dalla fermata Pasteur
I comitati delle diverse zone della città si sono uniti e hanno scritto una lettera unica al Sindaco e al Comune di Milano per chiedereun bus ogni 8 minuti su tutte linee oltre a una distribuzione capillare del servizio “in modo da non lasciare indietro nessuno e scoraggiare così l’uso dell’auto privata con grande beneficio della nostra salute”.
# Entro la primavera 2025 il ritorno alla normalità?
Credits medium.atm – Arrigo Giana
Arrigo Giana, AD di ATM, ha parlato recentemente di un possibile “ritorno alla normalità” entro il primo trimestre del 2025, con l’ingresso in azienda di 500 nuovi autisti. Il problema però, come sottolineano i comitati e come testimoniato anche negli ultimi giorni da un ex autista, poco dopo l’assunzione molti fuggono in altre realtà perchè le condizioni lavorative ed economiche non sono dignitose: lo stipendio è troppo basso per vivere a Milano e non vengono rispettati i turni e le regole di servizio.
# A settembre una manifestazione di protesta davanti a Palazzo Marino
Locandina Fake week
L’apertura integrale di M4, prevista in teoria di settembre, dovrebbe portare ad ulteriori rimodulazioni di servizio come già successo con la linea 73. Per questo il 26 settembre 2024dalle 17 alle 20 è attesa una manifestazione di protesta dal nome Fake week,e che si contrappone alla Green week, davanti a Palazzo Marino. Una manifestazione che racchiuderà nelle tre giornate del 26, 27 e 28 settembre p.v. tematiche che riguarderanno Giochi Olimpici Invernali 2026, Consumo di Suolo e Trasporto Pubblico. Saranno presenti il Gruppo Comitati #la73nonsitocca, il gruppo AspettaMI e i lavoratori #ATM in collaborazione con Rete dei Comitati della Città Metropolitana di Milano.
Le Olimpiadi di Parigi 2024 volgono al termine. All’orizzonte dello scenario olimpico si delinea lo Skyline di Milano. La prossima tappa è da noi: 2026. Restando in tema, quali medaglie d’oro potrebbe già “mettersi al collo” Milano? Lo abbiamo chiesto ai milanesi. Ecco cosa ci hanno risposto.
Cesate di cantieri, gru in movimento, dalle metropolitane ai grattacieli, dai parchi agli edifici pubblici. Senza considerare che ogni cittadino a Milano è un progetto in movimento. Una medaglia assicurata. Se la gioca con New York e Shanghai. Anche se loro non hanno il fardello dell’apparato pubblico italico.
#2 All’accoglienza e alla generosità dei suoi abitanti
panequotidianoonlus IG
Una città dove ci si può sentire soli, ma che non ti lascia mai solo. Un numero record di associazioni che tendono la mano al prossimo. In un mondo sempre più cinico Milano si distingue sempre per la sua capacità di aiutare chi ha bisogno. Medaglia d’oro assicurata. Non vediamo chi la possa insidiare.
#3 All’eleganza e discrezione
Giovanni Fanelli – Edificio cortile rosso
Se ci fosse una disciplina olimpica intitolata a “eleganza & discrezione”, non ci sarebbe partita. Sì, perché sull’eleganza qualche rivale c’è, tipo Parigi, anche sulla discrezione si può trovare competitor in Svizzera, Austria o in qualche staterello di ultramiliardari in fuga dal Fisco. Ma l’abbinamento eleganza + discrezione è un marchio DOC per Milano. Medaglia d’oro sicura, come per il Dream Team americano.
#4 Al design
Credits maart_milano IG – ADI, Museo del design
Qui la sfida aperta. Forse per l’arredo urbano non lo meriteremmo, ma ancora lo zampino davanti ce lo mettiamo noi, al fotofinish appare il Fuorisalone e il primo posto è ancora sicuro. Siamo in lizza anche per la medaglia d’oro nel fashion. Ma la vittoria è più complicata.
#5 Al fashion
Credits Andrea Cherchi – Fashion week Milano
Dopo l’eleganza e il design non si può che arrivare alla moda. Regina indiscussa negli ’80, ancora oggi è una delle quattro capitali mondiali con le quattro fashion week, due maschili e due femminili, che si tengono ogni anno e con le sedi delle più importanti maison italiane. Via Montenapoleone è inoltre una delle vie del lusso più care in assoluto. La sfida sul tema è serrata ma forse riusciamo a spuntarla ancora noi.
#6 Alla ZTL urbana
Telecamere Area B
Altra medaglia sicura. La ZTL più grande del mondo, praticamente il 100% del territorio comunale. Non solo: prima anche per strade a 30 all’ora, varchi controllate da telecamere e numero di aree e strade con restrizioni.
Quella mentalità unica al mondo, fatta di un mix tra pragmatismo, positività, intraprendenza, spirito di comunità e comprensione, un pentathlon moderno di mindset in cui Milano non ha rivali. Almeno per i prossimi mille anni.
Nella capitale britannica il costo della vita è sensibilmente più alto rispetto a Milano ma, al netto di salari più elevati, i giovani hanno a disposizione un più ampio stock di case in vendita alla loro portata. Vediamo la fotografia del mercato immobiliare nelle principali città italiane, elaborata da wikicasa,e cosa potrebbe fare la nostra città per diventare più accessibile agli under 35.
Per i giovani è più facile comprare casa a Londra che a Milano
# I giovani trainano il mercato immobiliare delle città italiane
wikicasa.it – Andamento prezzi case e giovani under 35
In una recente ricerca messa a punto da wikicasa è emerso come a trainare il mercato immobiliare negli ultimi 10 anni nelle 10 principali città italiane è la fascia di popolazione compresa tra i 20 e i 34 anni. Questa dinamica comporta un vivace mercato degli affitti, che di conseguenza stimola l’acquisto di case per fini di investimento e porta a una crescita vertiginosa dei prezzi. I giovani sono spinti a vivere in città come Milano, Bologna, Firenze e Roma sia per motivi di studio che per sviluppare la propria carriera.
# A Milano gli under 35 non riescono nemmeno a comprare un bilocale
wikicasa.it – Tabella mutui trilocali
Purtroppo però il mancato adeguamento dei salari al costo della vita rende difficile per una giovane coppia risparmiare e di conseguenza ad accedere a un mutuo con i tassi per giunta in costante aumento. Anche optando per un mutuo agevolato a 30 anni per un importo pari al 100% del valore della casa, con una rata mensile che non superi un terzo del reddito netto, le possibilità sono sempre più ridotte.
wikicasa.it – Tabella mutui bilocali
Se acquistare un trilocale è quasi possibile in molte delle principali città italiane, a Milano e Firenze non si riesce nemmeno ad andare a vivere in un bilocale, cosa fattibile a a Bologna e Roma. La situazione peggiore è nella nostra città perchè se nel capoluogo toscano sono le abitazioni di lusso ricercate dagli investitori stranieri a fare salire i valori medi, a Milano è l’elevata domanda di mercato che esclude i giovani attratti da università e lavoro.
# Peggio di Londra: i giovani possono permettersi solo 1 casa su 5 in vendita
Credits pexels – Londra
Osservando i dati sull’accessibilità dello stock disponibile viene alla luce il problema principale di Milano:i giovani possono permettersi solo il 20,15% dell’offerta presente, un immobile su 5. Solo Bologna si avvicina, ma il costo della vita è più basso, mentre ad esempio a Torino e Genova la percentuale è rispettivamente del 43,82% e 67,86%. La nostra città si trova addirittura in una situazione peggiore di Londra dove, nonostante il costo della vita sia sensibilmente più alto, una coppia under 35 potrebbe acquistare poco più del 30% degli immobili sul mercato.
# La soluzione è completare la riforma delle città metropolitane o diventare città regione
Confronto Londra-Città Metropolitana di Milano
Proprio dalla capitale britannica arriva anche la soluzione. Negli ultimi 20 anni ha rigenerato periferie e sobborghi distanti 20 km dal centro, oggi inglobati nella città, anche grazie al fatto che fanno parte di un’area grande come la Città Metropolitana di Milano con i medesimi servizi e governata da un unico ente. In questo modo il mercato immobiliare è accessibile a una fetta maggiore della popolazione più giovane.
Milano finora, soprattutto per miopia politica, non ha mai compiuto il passo di dare un governo unitario a tutto il suo territorio, compreso l’hinterland che sconta trasporti e servizi inefficienti. La soluzione sarebbe quindi di realizzare in pieno la riforma delle città metropolitane o diventare una città regione che governi almeno tutti i 133 comuni dell’Città Metropolitana di Milano. A 20 km di distanza da Piazza del Duomo infatti, nelle prime corone dell’hinterland, lo stock accessibile agli under 35 sarebbe del 50%.
Mappa metropolitana con ipotesi di chiusura circle line
Autunno 2024: l’inaugurazione completa della linea blu. Ma Milano pensa già alla metro rosa e ai suoi futuri complessivi 220km di linea per il 2035, tra metropolitane e metrotranvie. Gli sviluppi della rete e le novità per il futuro.
Milano raddoppia: una rete di 220 km di metropolitana per il 2035. Sarà più estesa di quella di Berlino?
# Un sistema di 104 km
Come andare fino a Brescia. Con le sue 5 linee metropolitane, Milano conta circa 104km di linea, grazie all’aggiunta dei primi 7km della linea blu. Per i paragoni più ambiziosi: Berlino ha circa 146 km (anche se aggiungendo i 330km della Sbahn arriva a 500) e che la grande Parigi con il suo sistema di metropolitane infallibile ha 16 linee per 213km. Se si considerano anche le metrotranvie la rete di Milano dovrebbe arrivare a superare i 200km entro 10 anni, con i progetti già presentati e finanziati, raddoppiando la sua attuale estensione.
M1. Per quanto riguarda la M1, è previsto un prolungamento complessivo di 5km. Si allungherà da entrambi i lati: da Sesto si aggiungeranno due nuove stazioni e si giungerà ai confini di Monza, mentre ad ovest la rossa arriverà fino a Baggio e Quartiere Olmi. Con questi prolungamenti dagli attuali 27km si arriverebbe ai 32km.
Prolungamento M2
M2. Anche la M2 si allungherà, per circa 10-12km. In questo caso si tratterà con molta probabilità di una metrotranvia veloce con circa 6 fermate, una per ogni comune attraversato, dall’attuale capolinea di Cologno a Vimercate. Manca al momento 1 milione di euro per completare lo studio di fattibilità.
Tracciato M3 fino a Paullo
M3. C’è poi il tanto discusso allungamento della M3 vero Paullo. Tra “sì si farà” e “forse no”, il prolungamento intanto ha ottenuto un finanziamento di 5,5 milioni di euro. Lo studio di fattibilità è atteso per il 2025. Si prevede un tracciato di 15km: 4,4km e altre due fermate di metropolitana e 10,9km e 8 fermate di metrotranvia.
La M4 conterà 15km (da Linate a San Cristoforo) per 21 fermate, ma già si pensa ad un suo prolungamento. Sono già stati finanziati milioni di euro per estenderla fino a Segrate di due fermate e 3,1 km.
Credits segratecitylab – Hub segrate
Con tutti questi interventi la linea metropolitana milanese conterà 160km, ma Milano guarda già oltre e parla della “rosa”. Non è ancora stato definito nulla ma a completare il sistema metropolitano meneghina dovrebbe esserci la M6, con l’idea di chiudere idealmente il ramo ovest della Circle line, per una lunghezza stimata massima circa 20km, portando quindi la rete a 180km.
# Le tre metrotranvie per un totale di 40km di tracciati
Capitolo metrotranvie. In costruzione al momento tre delle cinque tratte mancanti della metrotranvia nord, che in totale avrà una lunghezza di 14 km, le metrotranvie extraurbane Milano-Seregnoper altrettanti chilometri e la Milano-Limbiate di 11,6 km.
Se tutto dovesse proseguire secondo i piani, magari non entro il 2030 ma forse nel 2035, la nostra città potrebbe più che raddoppiare la sua rete toccando i 220 chilometri di linee.
Parigi ha la Rive Gauche, Milano ha i Radical Chic. Ormai Radical e basta. Ma che significa radical chic? Secondo la Treccani: “riflette il sinistrismo di maniera di certi ambienti culturali d’élite, che si atteggiano a sostenitori e promotori di riforme o cambiamenti politici e sociali più appariscenti e velleitari che sostanziali“. Si può dire che a Milano radical ha forse meno una connotazione intellettuale e più un modo di apparire e di comportarsi, le cui caratteristiche sono quella di avere dei look fintamente non curati, un interesse molto esibito per le tematiche green e ambientali, il compiacimento di essere dalla parte della ragione, un certo snobismo e senso di superiorità nei confronti di chi la pensa diversamente. Si chiamano Francesca, Beniamino, Allegra, Tomaso e Lavinia, li unisce l’odio per Salvini e il voto per Sala, iconica incarnazione di radical milanese. Ma quali sono i luoghi di riferimento dei Radical di Milano? Foto cover: Frida Milano @thesewtherapy IG
Se i radical avessero una capitale, sarebbe la Cuccagna. Ha tutto per esserlo. Una cascina in città con prodotti in parte a chilometro zero, ambiente agreste ma raffinato, prezzi medio alti e un atteggiamento molto radical da parte dei gestori. Ha un ostello che a volte ospita madri straniere in difficoltà che ripagano l’ospitalità con prodotti di artigianato, organizza corsi di ogni tipo e riesce sempre a organizzare iniziative molto apprezzate nei circuiti mainstream. Per alcuni radical è troppo radical. Via Cuccagna, Via Lodovico Muratori, 2/4. Municipio 4 (Porta Romana)
# Frida
frida milano – ph. andrea wyner nyt-2
Il punto di riferimento radical nel quartiere più radical di Milano: l’Isola. Assomiglia a un centro sociale, potrebbe sembrare vagamente sconfusionato con accostamenti bizzarri di colori e oggetti invece no, è super curato nel suo essere casuale e attira un pubblico che sfiora il 100% di coefficiente radical. Via Antonio Pollaiuolo, 3, Municipio 9 (Isola)
# Bagni misteriosi
Un’ex piscina comunale mezza derelitta e ignorata da tutti è stata trasformata dal genio di André Ruth Shammah in un ambiente unico, super-radical, dove iniziative culturali e sociali si accompagnano a cocktail di 20 euro. Benessere, cultura, sociale sono le tre coordinate maestre dell’universo radical perfettamente rispettata da questo luogo diventato uno dei principali centri di attrazione di Milano. Via, Carlo Botta, 18, Municipio 4 (Porta Romana)
# Anteo
Il radical milanese non va al cinema. Va all’Anteo. Mai metterebbe piede nei multisala UCI, all’Odeon o dove si trova una programmazione giudicata troppo commerciale. L’avanguardia più radical si spinge al Cinemino di via Seneca. Piazza Venticinque Aprile, 8,Municipio 1 (confine con Municipio 9) Porta Nuova
# Mare Culturale Urbano
Altra cascina rigenerata e diventata da anni un luogo di fermento radical in grado di portare gente a San Siro anche quando non ci sono partite. Basta varcare la soglia per perdere ogni possibile simpatia per Salvini. Via Giuseppe Gabetti, 15, Municipio 7 (San Siro)
# Fondazione Prada
fondazione prada – Ristorante Luce
Ha colmato il vuoto di uno spazio espositivo perfettamente radical. C’è riuscita scegliendo un luogo alternativo, fuori dal centro e dai soliti circuiti, rivitalizzando un’area in precedenza dimessa, piuttosto scomoda e distante dalla metro, su iniziativa di una delle donne più mitologiche per l’universo radical: Miuccia Prada. Programmazione 100% radical e chicca sublime il ristorante Luce del regista più incensato dai critici radical: Wes Anderson. Largo Isarco, 2, Municipio 5 (Ripamonti)
# Bluenote
Locale quasi radical vintage ormai, da oltre 15 anni il jazz club di riferimento per chi ama ascoltare musica sofisticata e soprattutto potersene vantare. Insidiava il suo scettro radical la Salumeria della musica, ma ha chiuso. Via Pietro Borsieri, 37, Municipio 9 (Isola)
# Via Orti
La strada più radical di Milano. Locali in apparenza semplici, un po’ esotici, super ecologici, concept store con legno e tovaglie vintage in abbondanza, conti che possono essere sassate. Forse il locale più radical della strada radical è Ciasmo, concept store con sartoria. Via Orti, Municipio 4 (Porta Romana).
# Ostello Bello
Il luogo di incontro dei radical più giovani e internazionali di Milano. Ambiente cosmopolita, iniziative di ogni genere, open mind, format che è stato aperto all’estero. In America? A Londra? A Parigi? Macchè: a Bagan, in Myanmar. Scelta favolosamente radical. Via Medici, Municipio 1
# RadiceTonda
Intuizione di Guido, esponente del filone radical che non ne sbaglia una, si riconosce per l’uso di legno, di materiale riciclato per i piatti che a volte ti si squagliano tra le mani, sedie scomode ma piatti super sani, vegan, più li mangi più ti senti dimagrire. Via Lazzaro Spallanzani, 16, Municipio 3 (Buenos Aires)
# Trattoria Aurora
Un riferimento radical non poteva mancare nel distretto della moda, Tortona- Savona, con la trattoria Aurora e i suoi agnolotti tra specchi, arredi in stile liberty e l’immancabile cortile.Via Savona, 23, Municipio 6 (Tortona)
# Eataly
Sì, qualche radical lo si può incontrare perfino all’Esselunga, sotto Gae Aulenti o in Papiniano, ma casa loro per la spesa è l’Eataly allo Smeraldo. Anche se costa un botto la qualità e il senso di appartenenza ripagano la scelta. Piazza Venticinque Aprile, 8,Municipio 1 (confine con Municipio 9) Porta Nuova
# Pavé
Non è un bar ma un laboratorio di pasticceria. Un luogo di culto nel quartiere più multietnico di Milano. Si respira aria berlinese con un interior design che sembra realizzato portando quello che c’era in cantina: sedie e tavole colorate, ognuna diversa dall’altra. Ambitissima la poltrona con vista sulla strada. Qualità elevata, personale molto simpatico ed empatico. Via Felice Casati, 27, Municipio 3 (Buenos Aires)
# Kathai
“Il meglio del cibo etnico da tutto il mondo“. Basta questa autocitazione per capitare quanto sia radical chic questa via di mezzo tra supermercato e bazar, dove si trova tutto ciò che è più alternativo di provenienza esotica. Via Luigi Canonica, 54, Municipio 8
# A ruota libera
No bici, no radical. A Milano la bicicletta non è un mezzo di trasporto è un’ideologia totalitaria. Uno dei locali di riferimento è aRuotaLibera: lettering e claim (“un’officina, laboratorio, generatore di idee su due ruote”) sono un vessillo radical. Via Giulio Romano 23, Municipio 5 (Porta Romana)
# BAM
Andrea Cherchi (c)
Era la biblioteca degli alberi, poi è diventata BAM e finalmente ha anche gli alberi. Il radical ama il verde e i parchi, ma tra i tanti quello che sente più suo è lo spazio verde contornato di grattacieli, ora diventato parco culturale. Già il nome è un manifesto radical, una delle geniali intuizioni di un guru del mondo radical: Stefano Boeri. Biblioteca degli alberi, Municipio 9 (Isola)
# Chioschetto
Altrove sono popolari, a Milano i chioschi sono radical. Il top è quello in piazza Mentana, dove tra i radical si narra che si trovi il miglior Mojito di Milano.Piazza Mentana, Municipio 1
# Ortica
balera ortica
Niente discoteca per i radical. Se si vuole divertirsi la sera, si va tutti in Balera, all’Ortica. Una variante un pizzico più chic è lo Spirit de Milan in Bovisa. Via Giovanni Antonio Amadeo, 78, Municipio 3 (Ortica)
# Potafiori
Di giorno è negozio di fiori, la sera è un ristorante gestito da una cantafiorista, che la sera si esibisce nel locale e, per i più romantici, si offre di fare serenate a domicilio. In via Salasco 17, Municipio 5 (Bocconi)
# Birrificio Lambrate
In una serata radical non può mancare la birra artigianale, meglio se di origine amanuense medievale. Tra i diversi punti di riferimento svetta da anni il Birrificio Lambrate. Via Camillo Golgi, 60, Municipio 3 (Lambrate)
# Piccolo Teatro
Se non ci fossero i radical non ci sarebbero i teatri. Il più radical di tutti è il gioiellino creato da Strehler, altro immenso e rimpianto esponente del mondo radical. Da non confondere con il Piccolo teatro Strehler di Lanza, piuttosto snobbato dai radical. Via Rovello, Municipio 1 (Cordusio)
# Le 5 vie
Il quartiere che fa rima con Radical è l’Isola. Si sa. Ma l’avanguardia più chic un po’ storce le labbra, meglio le 5 vie, un’area che anche se è nel cuore di Milano, un po’ si nasconde, può sembrare perfino dimessa ma emana un senso di superiorità imbarazzante 5 vie, Municipio 1
# Jamaica
Concludiamo con il locale che ha attraversato svariate generazione di radical. Anche se Brera, prima culla del mondo radical, si è ormai imborghesita, resiste sempre il mito Jamaica, il “caffé degli artisti”, nato nel 1911, frequentato dai massimi esponenti della Milano di ogni tempo, con il suo nome esotico che porta l’allure dei Caraibi nel cuore di Milano. Via Brera, 32, Municipio 1 (Brera)
Storicamente a Milano il centro è una misura di valore. Più ci si avvicina al Duomo e più aumenta il prestigio e l’autostima. Così è sempre stato e ancora vale in certi ambienti, in particolare tra chi vive in Area C. Eppure molto sta cambiando e negli ultimi anni stanno aumentando gli attacchi al monopolio del Duomo.
Qual è il vero centro di Milano? 10 luoghi di attrazione alternativi al Duomo
#1 Piazza Gae Aulenti con la «cattedrale laica» che ha superato il Duomo
foto andrea cherchi
Il nuovo centro. La cattedrale laica che ha superato in altezza il Duomo. La sfida gotica del grattacielo Unicredit, esprime la Milano che vola in alto. In fondo lo stesso Duomo è un’anomalia, unica cattedrale gotica d’Italia, come i grattacieli di Porta Nuova, la Milano che non sembra Italia.
#2 City Life, una fiera nell’ex Fiera
foto andrea cherchi
L’ultimo centro. Una fiera nell’ex fiera: ha mantenuto il suo carattere commerciale, con un campionario di cose, dal multisala ai campetti sportivi per radical chic, luogo d’elezione per cantanti e fashion blogger.
#3 Darsena, il centro dei Navigli
foto andrea cherchi
E’ il nostro porto, luogo di scambio, di transito, dove c’è il mercato, lo snodo dei navigli, da dove partono tutti i locali.
#4 Arco della Pace, il centro più europeo
foto andrea cherchi
Il centro degli aperitivi. Il luogo più amato da Napoleone, qui nasce la Repubblica Cisalpina, il luogo di arrivo a Milano e da cui si apre l’Europa.
#5 Isola (piazza Minniti), il ritorno al passato
foto andrea cherchi
Isola è un’entità a sé, l‘isola in città, è il luogo del delitto, una specie di germoglio da cui è partito il rinnovamento di Milano, come un tempo era divampata la rivolta delle 5 giornate.
#6 Stazione Centrale, il collegamento con il mondo
foto andrea cherchi
Il centro di confine. Turisti e innamorati, skaters e immigrati, centro di chi viene e di chi va. Uno dei centri di Milano, nel bene e nel male.
#7 Piazza Leonardo da Vinci, la nuova generazione
Il centro scientifico. Il centro di città studi, la città che vive di giorno e che di notte sfuma.
#8 Fondazione Prada, il centro in periferia
foto andrea cherchi
Il centro intellettuale. La nuova cultura milanese, le avanguardie, il centro della sperimentazione artistica e della riqualificazione di classe. Iniziativa coraggiosa che ha portato il centro in periferia.
#9 NoLo (piazza del Governo Provvisorio), il centro start-up
Era al centro di un luogo terribile, dove si doveva girare armati, evitando di parcheggiare la macchina, era un centro di malavita. Attrae sempre chi ama il rischio, giovani startuppari e le imprese più innovative.
#10 Vigevano, il centro della Grande Milano
vigevano
Una delle più belle e grandi piazze della Grande Milano.
L’integrazione tra treni, metro e mezzi di superficie. Un grande sogno per i milanesi che finalmente vede compiere un primo passo per i sistemi di bigliettazione. Vediamo la procedura d’acquisto e come si utilizza il biglietto.
Sull’app di Trenitalia il biglietto per muoversi a Milano con la massima libertà
# Un biglietto unico per spostarsi all’interno di Milano e nel primo hinterland con treni, tram, bus e metro
Sistema tariffario integrato
Un solo biglietto per utilizzare tutti i trasporti dell’area milanese. In realtà il ticket esisteva già grazie allo Stibm, il Sistema Tariffario Integrato che si applica a un’area che comprende Milano, i Comuni della Città Metropolitana, i Comuni della provincia di Monza Brianza e alcuni della provincia di Lodi. Il sistema suddivide in zone di tariffazione concentriche, con Milano al centro e il costo del biglietto che aumentano in base alle zone attraversate. La novità riguarda l’integrazione con il servizio di bigliettazione di Trenitalia, per ora solo sulla propria app, che consente di acquistare il ticket valido sui treni regionali di Trenitalia, Trenord, su tutti i mezzi Atm (bus, filobus, tram e metro) e altri operatori presenti nelle zone Mi1-Mi3 che comprendono Milano e 21 Comuni dell’hinterland.
Accedendo all’app di Trenitalia, sia se si è registrati che senza aver effettuato il login, si fa clic su “acquista e poi su “servizi”.
Servizi app Trenitalia
A questo punto si clicca sull’icona “Milano – biglietto ordinario STIBM”.
Biglietto Stibm
Infine si sceglie quanti se ne vuole acquistare e si inseriscono i dati personali se non si è già registrati.
Biglietto Atm con app Trenitalia
Al termine della procedura l’app produce un biglietto in formato Qr code da attivare sempre all’interno della stessa, entro 12 mesi. Da quel momento è utilizzabile su tutti i mezzi ed entro le aree e la durata temporale di validità prevista.
# Entro fine anno disponibile anche la funzione “door to door”
Con l’integrazione dei biglietti anche nella funzione “door to door”, prevista entro la fine dell’anno, sarà possibile pianificare un viaggio includendo ad esempio treno, bus e parcheggio. Per farlo basterà impostare un indirizzo di origine e destinazione che va oltre le stazioni ferroviarie.
Lo scenario degli hub multimodali del PUMS - Documento Monza Mobilità
Monza si prepara a una rivoluzione del trasporto su ferro grazie al prolungamento della linea M5 e alla realizzazione di una nuova stazione ferroviaria. Sarà in una posizione privilegiata per i collegamenti con Milano e con il territorio circostante. Questo lo scenario dei trasporti nei prossimi 10 anni.
7 fermate della metro e 3 stazioni: Monza sarà la regina dei trasporti?
# La linea M5 prolungata da Milano: saranno 7 le fermate nel territorio monzese
Credits ascuoladiopencoesione.it – Tracciato M5
La linea M5 sarà la prima metro da una città a un’altra. Il tracciato nel territorio monzese sarà di 7,5 km sui 13 totali e prevede 7 fermate: viale Campania, via Marsala (angolo via Goldoni), Monza FS, piazza Trento e Trieste, Parco e Villa Reale, Ospedale San Gerardo (piazza della Resistenza) e capolinea al polo istituzionale in via Grigna, dove ci sono le sedi di provincia, prefettura e questura. Queste fermate saranno precedute da altre 3 nel comune di Cinisello Balsamo (Testi Gorky, Rondinella Crocetta), oltre appunto a quella di Cinisello Monza al confine con la provincia di Monza. Previsto anche un maxi deposito nel quartiere di Casignolo.
M1 e M5
Ai confini tra il Comune di Cinisello Balsamo e la Provincia di Monza Brianza è previsto inoltre l’interscambio con la futura stazione di Bettola della M1, in estensione da Sesto Fs e con il bando di gara per il completamento dei lavori atteso nei prossimi mesi.
# Lavori al via nel 2025, inaugurazione del prolungamento tra il 2032 e il 2033
Credits simopulp IG – Linea M5
Nei prossimi mesi è attesa la pubblicazione del bando con lavori attesi in partenza nel 2025, al più tardi all’inizio del 2026, con inaugurazione del prolungamento tra il 2032 e il 2033. Questo il cronoprogramma di ogni opera: 1.200 giorni di lavoro per la realizzazione del deposito Monza-Casignolo, 1.550 giorni per il cantiere della stazione Campani, 1.870 giorni per la stazione Monza Fs, 1.475 per quella di Marsala, 1.744 per la stazione Trento e Trieste, 1.460 per quella di Monza Brianza, 1.470 giorni per la stazione Parco Villa Reale e 1.348 giorni di lavoro per la stazione ospedale San Gerardo.
Comune di Monza – Inquadramento area stazione e sottopasso
All’estensione della M5 si aggiungerà a Monza una nuova stazione ferroviaria: Monza Est-Parco fra le vie Einstein e Confalonieri/De Marchi. Nel progetto è compreso anche il sottopasso ciclopedonale di 25 metri fra le vie interessate, già inaugurato, una banchina per ospitare i treni della linea “Besanino” S7 Monza – Molteno – Lecco e la predisposizione di un’altra banchina aggiuntiva per il futuro passaggio della linea S8 Lecco – Carnate – Milano Porta Garibaldi. Previsti anche una nuova pensilina, un parcheggio coperto per le biciclette e la riqualificazione delle aree esterne con anche una zona dedicata alla sosta breve (kiss&ride). La fermata sarà di tipo urbano e non di interscambio.
urban_transport_etc IG – Besanino
Il passaggio del Besanino consentirà di raggiungere Milano in modo più rapido, senza essere obbligati a raggiungere la stazione centrale di Monza. L’investimento complessivo è di 6,5 milioni di euro, di cui 1,5 a carico del Comune di Monza e 5 di Rfi. L’avvio del cantiere è programmato per il 2026 con previsione di attivazione della la nuova stazioneentro il 2027.
# La rivoluzione su ferro di Monza: 7 stazioni della metro, una di interscambio tra M1-M5 nel territorio provinciale e 3 stazioni ferroviarie
Lo scenario degli hub multimodali del PUMS – Documento Monza Mobilità
Nei prossimi 10 anni il Comune di Monza assisterà a una rivoluzione della mobilità su ferro: previste 7 stazioni della metropolitana, a cui si aggiunge quella di interscambio con la M1 nei pressi dei confini tra il Comune di Cinisello Balsamo e la provincia di Monza Brianza, e 3 stazioni ferroviarie con quella di Monza Est a servire i residenti non raggiunti dal tracciato della futura M5, insieme a quella esistente di Sobborghi, con un incremento fino a 36 coppie di treni al giorno contro le attuali 20 e un cadenzamento semi orario.
La stazione Centrale di Monza, che interscambierà con la linea M5, nello scenario del PUMS cittadino si prevede che sarà quella più utilizzata con 2.800 passeggeri previsti nell’ora di punta del mattino.
Le 7 gelaterie più buone di Milano aperte anche in agosto
# Gelateria Marghera: dal 1979 l’icona del gelato da passeggio
Credits rinoserrone IG – Gelateria Marghera
Via Marghera è sinonimo da decenni di traffico congestionato dalle auto parcheggiate in doppia fila davanti alla Gelateria Marghera. Un classico milanese. Questa gelateria, nata come il primo negozio a Milano interamente dedicato al gelato da passeggio o da asporto, offre una vasta gamma di gusti realizzati freschi nel laboratorio interno, utilizzando solo materie prime naturali e mantenendo così una produzione veramente artigianale. Punto di riferimento della città da 45 anni, la Gelateria Marghera ha aperto nel 1979 e continua a evolversi costantemente, anche nella comunicazione del proprio brand. Tra le sue innovazioni, spicca il “gelato gourmet”. Nel 2024 ha ricevuto il premio “Golosaria – Migliori Gelaterie d’Italia”. Rimane aperta tutto il mese di agosto, dalle ore 11:00 alle ore 24:00.
Indirizzo: Via Marghera, 33
# Gelateria Artico: premiata dal Gambero Rosso e dal New York Times
La Gelateria Artico è rinomata per il suo gelato tradizionale. Recentemente, è stata inserita dal The New York Times tra i cinque migliori posti da visitare a Milano. Utilizza esclusivamente materie prime di eccellente qualità, senza additivi chimici, e tutti gli ingredienti sono naturali e preparati internamente. Questo impegno le è valso il riconoscimento di “3 coni” nella Guida Gambero Rosso. Attualmente, la gelateria conta quattro sedi in città. I punti vendita di Isola e Città Studi saranno chiusi il 15 il 16 agosto, mentre quello in Duomo rimarrà aperto per tutto il mese.
Indirizzi: Via Porro Lambertenghi 15, Via Dogana 1, Via Giovanni Pacini, 17 e V. Ambrogio Bergognone da Fossano, 27
# Gelateria artigianale n° 22: un punto di riferimento in Porta Romana
Credits: zero.eu
La “Gelateria Artigianale n° 22” mantiene uno stile tradizionale, con un paio di sgabelli al bancone, un laboratorio visibile dietro e alcune panchine all’esterno. La gelateria si distingue per la sua produzione unica e gusti originali come pera con cannella e pompelmo rosa, mascarpone con arance e fichi, nocciola con mandorla e cioccolato San Tomè. A soli 100 metri dalla storica “Polleria” di Giannasi, offre un gelato di eccellente qualità ed è aperta anche ad agosto.
Indirizzo: Corso Lodi, 22
# Gelateria Alberto Marchetti: il meglio di Torino a Milano con due punti vendita
Credits ilpostochevale IG – Alberto Marchetti
Alberto Marchetti ha inaugurato la sua celebre gelateria a Torino, considerata una delle migliori in Italia, e nel 2014 ha aperto un punto vendita a Milanoin viale Montenero 73. Successivamente, ha aggiunto un corner presso Eataly Smeraldo. La gelateria presenta un design minimalista con banchi a pozzetto e offre una selezione dei gusti più apprezzati di Marchetti, tra cui Farina Bona, Bonet, Cioccolato Extra senza latte e Ramassin. Tra le alternative, si può gustare l’affogato da passeggio con tre palline di gelato a scelta, caffè e granella, oppure per i più salutisti, il gelato con frutta. La gelateria chiude solo a Ferragosto.
# Gelateria Giova: gelato top fatto con ingredienti di aziende agricole locali
Credits: flawless.life – Gelateria Giova
La Gelateria Giova si distingue per l’uso di ingredienti di altissima qualità, provenienti principalmente da aziende agricole locali, e per la trasparenza nella produzione, unita a passione e dedizione. Tra i gusti fissi si possono trovare sorbetto di cioccolato, yogurt, e pistacchio di Bronte. Tra i gusti a rotazione, ci sono ricotta e gocce di cioccolato, arachidi, fichi fioroni e fragoline di bosco. Per chi si trova nel quadrante est della città, questa gelateria è una tappa imperdibile. Chiusa solo la settimana di Ferragosto.
Indirizzo: Corso Indipendenza, 20
# Gelateria Rigoletto: solo ricette artigianali nell’ovest Milano dal 1997
Credits bar.damien_park IG – Gelateria Rigoletto
In tutti i tre punti vendita del Rigoletto, situati nella zona ovest della città, dal 1997 viene seguita una sola filosofia: preparare gelato artigianale con ingredienti genuini, basandosi su ricette tradizionali, ma senza rinunciare a sapori innovativi e contemporanei. La varietà di gusti è ampia, con circa trenta opzioni, che spaziano dalle diverse versioni di cioccolato ai gusti come malaga, cassata e torrone. Inoltre, offrono deliziose barrette di cioccolato artigianali, semifreddi e rinfrescanti granite. Rimangono aperti per tutto il mese di agosto.
Indirizzi: Via San Siro 2, Piazza Po 10 e Via Cola di Rienzo 2
# Premiata Cremeria Rossi: la Sicilia più dolce in piazza Bolivar
Spostandosi verso sud, in Piazza Bolivar, si trova la Premiata Cremeria Rossi. Questo locale porta a Milano il vero gelato e la granita siciliana, oltre a deliziosi cannoli e cassate. La specialità della casa è il pistacchio, disponibile sia nel classico cono che nella tipica brioche siciliana. Gli altri gusti, anch’essi di consistenza cremosa e realizzati con ingredienti di alta qualità, non sono da meno. Per chi preferisce le granite, i gusti alla fragola e alla mandorla sono particolarmente raccomandati. La cremeria è aperta tutto l’anno, eccetto il 14 e il 15 agosto.
Praticamente una super Area C. Un’area C nell’area C. Super off-limits. Sono partiti i lavori per creare i nuovi varchi. O meglio, per chiuderli. Questi i confini della la nuova area a traffico limitato, come funziona e le prossime restrizioni in arrivo e allo studio.
Iniziati i lavori per il «super centro» di Milano: i nuovi varchi off limits e le prossime restrizioni alla circolazione
# Partiti i lavori per la ZTL nel Quadrilatero della Moda allargato: previsti 9 varchi, ma slitta la data di attivazione
Ztl centro
Entra nel vivo il piano di Palazzo Marino volto a ridurre la circolazione di veicoli privati in città. La prima azione concreta è la realizzazione della ZTL nel super centro, corrispondente al Quadrilatero della Moda e altre vie limitrofe tra Corso Matteotti e Corso Vittorio Emanuele. Il 6 agosto sono partiti i lavori per la realizzazione delle opere civili. Questo il calendario degli interventi:
fino all’8 agosto per il varco numero 6 in Via Bigli angolo Via Manzoni;
dal 9 al 12 agosto per il varco numero 7 in Via Morone angolo via Manzoni;
dal 13 al 14 agosto per il varco numero 5 in Via Montenapoleone angolo Via Borgospesso;
il 2 e 3 settembre per il varco numero 8 in via Case Rotte angolo Via Manzoni;
dal 4 al 6 settembre per il varco numero 9 in Via Case Rotte.
In totale sono previsti 9 varchi elettronici, 5 per l’ingresso e 4 per l’uscita, che verranno installati 30 giorni dopo la fine dei lavori e quindi entro ottobre. Per l’attivazione della ZTL bisognerà attendere il via libera ministeriale, che quindi non potrà avvenire entro il mese di settembre, come annunciato qualche mese fa dal Comune di Milano.
# Le regole di accesso
Credits andrealevy_777 IG – Via Montenapoleone
La possibilità di accesso è garantita solo a: residenti proprietari di box o garage e a chi parcheggia nelle autorimesse della zona, oltre a mezzi di servizio e di trasporto pubblico e privato, come taxi e Ncc, e fornitori autorizzati. Per il primo anno di attivazione della nuova Ztl, attiva tutti i giorni H24, sono concessi 15 minuti di tolleranza per il transito delle auto, per trovare parcheggio, con le autorimesse obbligate a dotarsi di un sistema di prenotazione del posteggio.
# Le possibili future restrizioni alla circolazione
Telecamere Area B
Il Sindaco Sala guarda però già oltre, non escludendo di allargare ancora di più il perimetro nel prossimo futuro, ad esempio rendendo pedonali o ZTL le strade chiuse per il Fuorisalone 2024.Non solo, allo studio ci sono altre restrizioni alla circolazione. Tra le proposte della maggioranza, con un ordine del giorno all’inizio del 2024, ci sono infatti quelle di:
incrementare ulteriormente il ticket di ingresso di Area C a 10 euro;
far pagare anche tutti i veicoli ibridi ed elettrici;
estendere l’arco temporale di attivazione delle telecamereoltre l’intervallo attuale 7.30-19.30.
Tra le novità probabili entro la fine del 2024 c’è l’attivazione di Area C anche nel fine settimana, esclusi i residenti che il sabato e la domenica continueranno ad accedere. Tra le ipotesi future anche quella di mettere a pagamento l’accesso ad Area B, al momento però non ci sono tempistiche a riguardo e l’implementazione del sistema impiegherebbe almeno 6 mesi.
# I nuovi divieti in Area C e Area B
Area C
Accanto alle possibili restrizioni future ci sono quelle già programmate che riguardano i divieti di accesso e circolazione a specifiche categorie di veicoli in Area B e C. Nel dettaglio:
in Area B e Area C, per moto e i ciclomotori alimentati a miscela (motore a due tempi) Euro 2, a gasolio Euro 2 e a benzina (motore a quattro tempi) da Euro 0 a Euro 1 dal primo ottobre 2025;
in Area B per i veicoli diesel Euro 6 diesel Euro 6 A-B-C (se acquistati dopo il 31 dicembre 2018), veicoli di trasporto di cose alimentati diesel Euro 6 A (se acquistati dopo il 31 dicembre 2018), diesel Euro 6 B-C (se acquistati dopo il 30 settembre 2019) e Euro 4 benzina dal primo ottobre settembre 2028, per i diesel Euro 6 D_TEMP e D lo stop parte dal primo ottobre 2029;
in Area Cdal primo ottobre 2027 lo stop riguarda gli Euro 4 benzina, dal primo ottobre 2028 le seguenti motorizzazioni diesel: Euro 6 A-B-C, i taxi e Ncc (fino a 9 posti), Euro 6 A-B-C (se acquistati dopo 31 dicembre 2018) e veicoli trasporto cose (N1), Euro 6 A (se acquistati dopo 31 dicembre 2018) e Euro 6 B-C (se acquistati dopo il 30 settembre 2019). Infine i diesel Euro 6 D_TEMP e Ddalprimo ottobre 2030.
A Milano sono rimaste timide tracce della sua origine celtica. Cancellate dai secoli e dalle culture che si sono via via avvicendate. Ma se si vuole ritrovare lo spirito di un tempo, esiste un luogo perfetto per fare un salto nel passato. Foto cover: @fabio.b.firenze IG
Il «Borgo dei Celti»: a tre ore di auto Milano ritrova la sua origine
# Fiumalbo, il borgo dei Celti
Ph. @maralopatriello IG
Lo spirito della prima Milano lo ritroviamo in provincia di Modena. Immerso nel verde del Parco del Frignano, si trova il borgo di Fiumalbo. Conosciuto anche con il nome di “Borgo dei Celti”, vanta quasi 1000 anni di storia, ma le sue radici sono da ricercare molti anni più indietro: nel popolo celtico. Le sue origini sono, quindi, da collocare nel IV secolo avanti Cristo, riconducibile all’epoca della discesa dei Celti in Italia.
# La caratteristiche capanne con tetto a gradoni e le “marcolfe”
credits ilborgodeicelti.com
In seguito alle loro tradizioni ed influenze, Fiumalbo ora si presenta ai turisti con delle caratteristiche capanne con una copertura in paglia di segala e il tetto a gradoni in arenaria. Ma non solo, a testimoniare l’antica presenza celtica sono anche le “marcolfe”, delle statue in pietra dai visi grotteschi, poste vicino alle case con la funzione di scacciare gli spiriti maligni.
# L’infiorata: l’amore è nell’aria
credits: @giulya1982 su IG
Il centro storico è ricco di numerose attrattive che regalano un po’ di romanticismo. Le strette vie in pendenza conducono ai principali edifici storici del borgo e ci fanno incantare con la loro raffinatezza, la piazza principale ospita la meravigliosa Chiesa di San Bartolomeo Apostolo che custodisce numerosi tesori e oggetti preziosi di grande valore artistico.
Fiumalbo è anche ospite di una tradizione tanto incantevole quanto profumata: l’infiorata. Ogni anno, nel mese di giugno, si realizza la processione di Corpus Domini in cui vengono disegnati giganteschi quadri con fiori sminuzzati di ogni colore, raffiguranti immagini sacre.
Paesaggi suggestivi e tanto verde: così, natura e tradizione circondano il piccolo borgo di Fiumalbo, offrendo gli elementi ideali per un soggiorno magico.
# Il fiumalbino, un dialetto unico nel suo genere
credits: bulgnais.com
Un ulteriore elemento che rende l’esperienza ancora più curiosa e di valore è il dialetto locale. Il fiumalbino è un varietà di dialetto emiliano tra i più conservativi dell’Emilia-Romagna ed è particolarmente interessante per le sue origini storiche e linguistiche. Ha origine da numerose sfumature dal toscano, dal ligure e dal veneto, creando un mix così particolare che lo contraddistingue da tutti gli altri dialetti presenti nella zona.
L’incredibile storia del «Diavolo di Porta Romana» che abitava nel «palazzo immortale»
# Il palazzo dove si facevano feste durante la peste
Più precisamente in corso di Porta Romana 3. Così almeno si diceva nel 1630. In quell’anno tragico Milano venne falcidiata dalla peste che uccise in media mille persone al giorno. In un clima del genere c’era ben poca voglia di festeggiare, tranne che all’interno di un palazzo. Che, in breve, divenne famoso in tutta la città.
# Il padrone di casa “con la fronte infuocata e occhio fiammeggiante”
Ludovico Acerbi
Come raccontano Francesca Belotti e Gianluca Margheriti nel testo Milano Segreta, un contadino raccontò di essere stato invitato in quella casa e di avere visto molte “larve sedute a congresso da un uomo con aspetto di principe ma con la fronte infuocata e occhio fiammeggiante”.
Un cronista dell’epoca disse di avere incontrato Satana in quel palazzo e così lo descrisse: “Di anni cinquanta in circha con barba quadra et longa, né magro né grasso, né bianco né nero. Comparisce ogni giorno in carrozza superbissimo con sedici staffieri giovani, sbarbati, vestiti di livrea verde dorata et con assai copia di gioie e sei cavalli tirano la sua carrozza”.
# Le feste sfrenate di Satana
L’uomo che ritenevano fosse satana si chiamava Ludovico Acerbi, marchese di Cisterna. Era arrivato a Milano da Ferrara nel 1615 su incarico del governo spagnolo.
Ricco di famiglia, Acerbi acquista l’intero palazzo di Corso di Porta Romana 3 e lo fa ristrutturare in stile barocco, che conserva anche oggi. In anni di crisi economica faceva scalpore un tale sfarzo e dispendio di denaro, tanto che su di lui iniziarono ad aleggiare ombre sinistre. Ma la vera e propria consacrazione di principe del male avvenne con la violenta epidemia di peste. Mentre i cittadini morivano nelle strade, satana che faceva? Se la godeva con feste sfrenate.
Acerbi se la spassava invitando la nobiltà che era rimasta in città e più i morti crescevano più le sue feste diventavano sontuose. Chi passava la notte in quella strada, sentiva risuonare la musica, le risate e le urla di gioia di una nobiltà che si credeva immortale.
La peste se ne andò e in casa Acerbi nessuno risultò colpito dal morbo. E, si dice, neanche i nobili che parteciparono alle feste lo furono. E come avrebbero potuto, visto che avevano venduto l’anima al Diavolo di Porta Romana?
# Un palazzo immortale: la palla di cannone inesplosa
La presenza del diavolo sembra proteggere non solo i frequentatori delle sue feste. Sembra estendersi all’intero palazzo. Proprio al numero 3 di corso di Porta Romana c’è una palla di cannone conficcata sul muro. Non si tratta di una palla di cannone qualsiasi, no: è una di quelle scagliate dall’esercito austriaco per contrastare l’insurrezione dei cittadini milanesi in occasione delle celebri cinque giornate del marzo 1848. Una palla rimasta inesplosa così da salvare le sorti al palazzo e ai suoi inquilini.
Fonte: Milano Segreta, Francesca Belotti-Gian Luca Margheriti, Newton Compron Libri
Nel reticolo di strade di Milano, esistono 720 vie della lunghezza complessiva di 200 chilometri, che vengono definite “private”. Di queste, 460 sono ad uso pubblico. Ma cosa significa “via privata” e che cosa la differenzia da una strada normale? Foto cover: @dunsany65 IG
Le vie private, che risalgono alla prima metà del ‘900, erano per lo più vie brevi con ovviamente poche case e cancelli o catene all’inizio della stessa. Erano chiamate così perché adibite al transito solo dei residenti di quella via, non erano utilizzabili per un traffico cittadino in quanto la maggior parte erano vie strette e prive di parcheggio o con parcheggio solo da un lato della strada e la gestione ingresso/uscita era demandata ai residenti.
Milano cresceva così rapidamente che non c’era il tempo di pianificare strade e servizi pubblici che venivano poi costruiti in seguito, per questo alcune vie o pezzi di via venivano realizzati su suolo privato appartenente a condomini e enti. In seguito all’ampliamento della città, nella maggior parte di queste sono rimasti solo i cartelli ad indicazione della tipologia di “via privata” e l’accesso è diventato libero.
# Quando una via privata è accessibile a tutti
In base alla legge una strada privata può definirsi “ad uso pubblico” se viene “utilizzata da chiunque, da una collettività indeterminata di persone e deve essere idonea a soddisfare esigenze di interesse generale, come per esempio il collegamento ad una strada di proprietà pubblica.”
In questo caso la manutenzione spetta al Comune di Milano, in quanto i residenti hanno ceduto la titolarità della strada all’ente. Per le strade invece che rimangono utilizzate solo dai residenti la manutenzione spetta a loro.
# Le ultime vie diventate ad uso pubblico nel 2013
Sono 53 le vie che nel 2013 sono passate in uso al Comune di Milano perché di fatto erano già in uso alla viabilità cittadina pur essendo formalmente private. Precisamente 12 strade intere e altri 35 tratti di strada che hanno cambiato proprietà un po’ in tutte le zone e nel dettaglio sono:
Zona 2
Via Bottelli
Via Fortezza
Viale Monza
Via Platone
Via del Progresso
Via Tofane
Via Zuretti (2 tratti)
Zona 3
Via Fraccaroli
Zona 4
Via Ardigò
Via Bonfadini
Via Pasini
Zona 5
Via Briano
Via Don Rodrigo
Via dei Fontanili
Via Fra’ Cristoforo
Via Gargano
Via Pienza
Via Ripamonti
Via Rozzano
Via San Bernardo
Via Sant’Arialdo
Via Vivarini
Via Passo Pordoi
Zona 6
Via Filargo
Via Pichi
Via Russoli
Zona 7
Via Canevari
Via Luigi Zoja (correzione)
Via Frosinone
Via Passo di Fargorida
Via Stupinigi
Via Val Lavizzana
Via Zappa
Zona 8
Via Cefalù
Via Fabrizi
Via Meloria
Via Parabiago
Via Punta Licosa
Via Stephenson
Via Valvassina
Zona 9
Via Bracco
Via Calizzano
Via Candoglia
Via Cantoni Costanzo
Via Carnevali
Via Giuliani
Via Guicciardi
Via Lambruschini
Via Pesaro
Via San Basilio
Via Spellanzon
Via Tremiti