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Se non c’è a Milano, non esiste

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pexels-matteo-angeloni-Piazza Duomo Milano vista Terrazza Martini

Il detto milanese “Se a Milan el ghe’ no vör di che el ghe’ no” è molto più di una semplice espressione regionale. È un concentrato di orgoglio, ambizione e una punta di sano campanilismo che affonda le radici nella storia e nell’identità della città. Per comprendere appieno il significato di questa frase, è necessario analizzarla sotto diverse prospettive, esplorando il contesto storico, culturale e sociale che l’ha generata e che continua a nutrirla.

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Se non c’è a Milano, non esiste

# Le radici storiche dell’orgoglio milanese

Milano ha sempre avuto un ruolo di primo piano nella storia italiana ed europea. Già in epoca romana, Mediolanum era un centro nevralgico dell’Impero. Nel Medioevo, la città si affermò come un potente Comune, governato da famiglie nobiliari e capace di competere con altre importanti città-stato.

Ludovico Sforza, detto Il Moro. Forse l’ultimo grande statista milanese

Il periodo visconteo-sforzesco segnò un’epoca d’oro per Milano, con la fioritura delle arti, della cultura e del commercio.
Questo ricco passato ha contribuito a forgiare un forte senso di identità e di superiorità nei milanesi. L’idea che Milano sia all’avanguardia, un punto di riferimento per il resto del paese, è radicata nella sua storia di innovazione e di progresso. La città ha sempre cercato di anticipare i tempi, di essere un passo avanti rispetto agli altri, e questo si riflette nel suo linguaggio e nelle sue espressioni.

# Milano capitale economica, culturale della moda e del design

Credits: @francescobarbieri
Dito Cattelan

Uno dei fattori chiave che alimentano il detto “Se a Milan el ghe’ no vör di che el ghe’ no” è il ruolo di Milano come capitale economica d’Italia. La città è il cuore pulsante della finanza, della moda, del design e dell’industria. Qui hanno sede le principali aziende, le banche più importanti e le istituzioni finanziarie di rilievo. Milano è un polo attrattivo per investimenti, talenti e nuove idee.
Questa centralità economica si riflette anche nella sua offerta culturale. Milano ospita musei di fama internazionale, teatri prestigiosi, gallerie d’arte all’avanguardia e un vivace panorama musicale. La città è un crocevia di culture, un luogo dove si incontrano tendenze provenienti da tutto il mondo.

Credits Andrea Cherchi – Fashion week Milano

Milano è sinonimo di moda e design. La Settimana della Moda di Milano è uno degli eventi più importanti del settore a livello globale, attirando stilisti, buyer e giornalisti da ogni angolo del pianeta. Il Salone del Mobile è un’altra vetrina internazionale che celebra il design italiano e le sue eccellenze.
Questa forte presenza nel mondo della moda e del design contribuisce a rafforzare l’idea che Milano sia un punto di riferimento per le tendenze e le novità. Se un capo d’abbigliamento, un oggetto di design o un’idea non vengono presentati o apprezzati a Milano, sembra che non abbiano la stessa rilevanza o lo stesso impatto.

# Un po’ di sana competizione non guasta mai

Milano Roma Napoli

Il detto ha anche una componente di campanilismo, ovvero un attaccamento eccessivo al proprio territorio e una certa rivalità nei confronti delle altre città. Questo atteggiamento è tipico di molte regioni italiane, ma a Milano assume una forma particolare, legata alla sua storia e al suo ruolo di leadership. Milano è da sempre in competizione con altre città italiane, in particolare con Roma, per la supremazia economica e culturale. Questo spirito competitivo alimenta l’orgoglio milanese e la convinzione che la città sia superiore alle altre.

# L’ironia e l’autoironia dei milanesi

Miriam McMoura IG – Sciure milanesi

È importante sottolineare che il detto “Se a Milan el ghe’ no vör di che el ghe’ no” viene spesso utilizzato con ironia e autoironia dagli stessi milanesi. Essi sono consapevoli dei propri limiti e dei propri difetti, ma non rinunciano a rivendicare il valore della propria città e della propria cultura. L’autoironia è una caratteristica tipica dei milanesi, che amano prendersi in giro e non si prendono troppo sul serio. Questo atteggiamento contribuisce a rendere il detto “Se a Milan el ghe’ no vör di che el ghe’ no” un’espressione meno arrogante e più simpatica.

# Per concludere

In conclusione, il detto milanese è un’espressione complessa e sfaccettata, che racchiude in sé un mix di orgoglio, ambizione, campanilismo, ironia e autoironia. È un riflesso della storia, della cultura e dell’identità di una città che ha sempre avuto un ruolo di primo piano nel panorama italiano ed europeo.

Pur potendo apparire eccessivo o presuntuoso, questo detto rivela l’importanza che Milano attribuisce al suo ruolo di motore trainante del paese e di vetrina delle eccellenze italiane nel mondo. È un modo per affermare la propria identità in un contesto globale sempre più omogeneo, senza rinunciare all’ironia e all’autoironia che contraddistinguono i milanesi.

Continua la lettura con: Le 7 parole più belle in italiano…secondo i milanesi

MICHELE LAROTONDA

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Le 7 strade più amate dai milanesi per una passeggiata

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Corso Garibaldi - Ph. @bestmilanopics IG

«La strada di Milano dove ami di più passeggiare?»: questa la domanda fatta ai milanesi. Ci hanno risposto così.

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Le 7 strade più amate dai milanesi per una passeggiata

#7 Corso Vittorio Emanuele II: la prima strada pedonalizzata di Milano

Ph. @
_mybestitaly_ IG

La strada delle classiche “vasche” in centro. Affollata di turisti è anche molto amata dai milanesi, soprattutto durante la settimana e verso sera, quando si fa più intima. Qualche curiosità? Un tempo si chiamava corsia dei Servi ed era il primo tratto della strada che a Milano congiungeva piazza Duomo alla Porta Orientale. L’antica corsia dei Servi fu ampliata negli anni venti e trenta del Novecento: le vecchie case di origine medievale furono sostituite da palazzi in stile neoclassico. A metà del corso sorse, attorno al 1830, l’edificio più monumentale: la chiesa di San Carlo al Corso. E’ stata la prima strada di Milano ad essere pedonalizzata, a metà degli anni ottanta.

#6 Corso Buenos Aires: una delle passeggiate commerciali più lunghe d’Europa

Ormai più veloce da percorrere a piedi che in auto. Al centro di polemiche per il restringimento a una sola corsia, è l’arteria commerciale di Milano con oltre 350 punti vendita. Con i suoi 1600 metri è considerata anche una delle passeggiate commerciali più lunghe d’Europa. La sua conformazione ricorda la Fifth Avenue di New York. Il nome della strada era inizialmente corso Loreto e fu rinominata corso Buenos Aires in occasione dell’Esposizione Universale del 1906 per promuovere un’immagine internazionale di Milano. 

#5 Via della Spiga: la più chic per i milanesi

Credits: licia_trilly77, IG

Se per i turisti la strada più chic è via Montenapoleone, per i milanesi è lei: via della Spiga. Più intima, esclusiva e, soprattutto, interamente pedonale. Collega corso Venezia e via Manzoni, prende il nome dalla “contrada della Spiga”, storica contrada di Milano che faceva parte del sestiere di Porta Nuova, una delle sei antiche suddivisioni del centro cittadino. 

#4 Corso Venezia: la più elegante di Milano 

Credits Andrea Cherchi – Corso Venezia

Viene definita «la strada più elegante di Milano», grazie ai suoi splendidi palazzi. Un tempo era la via dei nobili che in seguito si sono sparpagliati anche in altre zone. In passato si chiamava corso di Porta Orientale e costituisce uno dei quattro lati del Quadrilatero della moda. La prima parte a destra della via, provenendo da corso Buenos Aires, è occupata dai giardini di Porta Venezia: il primo parco pubblico milanese che ospita, proprio sul lato di Corso Venezia, il planetario e il Museo Civico di Storia Naturale.

#3 Via Paolo Sarpi: la strada di Chinatown

credits: @visit_milano IG

La rivoluzione cinese è stata la sua pedonalizzazione nel 2011. Nel corso degli anni si è via via sempre più affermata come uno dei luoghi più amati per passeggiare, anche per l’atmosfera unica che si respira sulla strada nel cuore di Chinatown. Lunga circa un chilometro, collega Porta Volta a piazza Gramsci.  

#2 Corso Vercelli: la “costola” di Buenos Aires

Credits infoubuild – Corso Vercelli Village

Ci sono anche progetti per renderla pedonale, come il corso Vercelli Village. Pochi sanno che è un po’ la figlia di corso Buenos Aires: durante i lavori della M1 in Buenos Aires, molti commercianti si sono trasferiti in corso Vercelli, trasformandola in una strada commerciale. 

#1 Corso Garibaldi: la via più rivoluzionaria di Milano 

E’ diventato il centro di una superpedonale che porta da Brera fino ai grattacieli di Porta Nuova. Lungo circa 1,1 chilometri, in origine era denominato corso di Porta Comasina perché era l’inizio della direttrice per Como. Non solo: in passato era un umile sobborgo extramurale, caratterizzato da un aspetto popolare, animato perlopiù dalle attività di artigiani e commercianti provenienti da Como. La via fu uno dei principali bersagli della ferocia austriaca durante le celebri 5 Giornate di Milano nel marzo 1848. Si dice che lo stesso Garibaldi abbia fatto il suo ingresso a Milano da questa via e che per questo i milanesi gliela intitolarono. 

Continua la lettura con: I 7 locali preferiti dagli studenti

ANDREA ZOPPOLATO

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I 5 bar «low cost» di Milano: dove si beve bene senza paura del conto

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Bar Picchio - ph. aperitivi_urbani IG

Per un drink in compagnia o una piccola pausa senza dover spendere una follia. Ecco alcuni ottimi locali low cost da provare in città.

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I 5 bar «low cost» di Milano: dove si beve bene senza paura del conto

#1 Bar Picchio, l’inossidabile tempio del bere spartano: 3,5 euro per un cocktail

Ph. milano_pictures IG

Il Picchio resiste. In zona Porta Venezia è una vera istituzione milanese, è aperto dal 1969, sfidando le mode e i tempi. Ricorda a tutti gli effetti un semplice bar di quartiere e nello spirito e negli arredi è rimasto quello di un tempo, con un’atmosfera che può apparire perfino trasandata, con giornali sparpagliati, foto appese, ma in realtà è tutto molto curato per trasmettere l’idea di un luogo senza fronzoli che va subito al sodo. Ma ad attirare un pubblico giovane sono soprattutto gli aperitivi a prezzo stracciato e ottimi piatti fatti in casa. Per un cocktail si parte da 3,5 euro, un vero lusso per Milano. Media recensioni Google: 4.3/5

Indirizzo: via Melzo, 11

#2 Gogol & Company, il caffè letterario moderno con cocktail da 6 euro

Gogol & Company

Gogol & Company è un caratteristico caffè letterario in chiave moderna in zona Tortona. In questa libreria inaugurata nel 2010 si può leggere, lavorare nel piano soppalcato, godersi presentazioni o eventi musicali anche nello spazio all’aperto e anche bere un caffè o gustarsi un aperitivo in compagnia. Uno spritz costa 6 euro, per tutti gli altri cocktail ne bastano 7. Media recensioni Google: 4.5/5

Indirizzo: via Savona, 101

#3 Moscow Mule, tra i locali preferiti dai giovani: ottimi drink a 5 euro

Credits aleroma_1982 IG – Moscow Mule

Ci spostiamo in zona Casoretto, al Moscow Mule. Un locale molto frequentato da studenti, giovani e da chiunque prediliga le atmosfere informali. L’arredamento richiama quello dei locali americani della prima metà del ‘900. La lunga lista di drink, nella quale è compreso quello che dà il nome al locale, è accessibile a tutti: bastano 5 euro per berne uno di ottima qualità e ben curato da sorseggiare insieme a un aperitivo di patatine e stuzzichini. Media recensioni Google: 4.4/5 

Indirizzo: via Teodosio, 60

Leggi anche: I LOCALI PREFERITI dai VENTENNI di Milano

#4 Chinese Box, con cocktail a partire da 7 euro 

Credits luca__hakkau IG – Chinese Box

Rinnovato a inizio del 2015, Chinese Box si presenta con un lungo bancone con vista sull’esterno e si sviluppa su due piani, è anche un bistrot dove si può mangiare a pranzo, oltre all’ampio dehors. Gestito da un gruppo familiare di giovani di origine cinese, per un aperitivo si può scegliere dalla lista cocktail, con prezzi da 7 euro, che viene servito insieme un piatto con affettati, verdure in pinzimonio, focacce, pizze, fritti. In alternativa si può optare per uno degli spiriti presenti nella carta, solo le etichette di gin premium sono 150. Media recensioni Google: 4.1/5 

Indirizzo: corso Garibaldi, 104

#5 Red Café: riferimento comunità LGBT, cocktail a partire da 4 euro

Ph. Alessio Meda
Ph. Alessio Meda

Altro locale iconico in zona Porta Venezia. Molto frequentato dalla comunità LGBT della città, attira comunque un pubblico eterogeneo. Lo staff è cortese anche se quando il locale si riempie il servizio risulta un po’ rallentato. Cocktail ottimi, partono da 4 euro. Media recensioni Google: 4.0/5

Indirizzo: via Lecco, 5

Continua la lettura: 5 TRATTORIE LOW COST dove si mangia bene a Milano

FABIO MARCOMIN

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I ragazzi di oggi a Milano sono completamenti diversi da quelli di qualche anno fa

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pexels - Foto con smartphone

Qualche giorno fa mi trovavo in Duomo. Era una vita che non ci andavo ed è stato quasi come un tuffo nostalgico nel mio passato di adolescente prima e ragazzo dopo. All’improvviso, sotto le guglie, mi sono tornati in mente ricordi dei pomeriggi trascorsi nei diversi negozi di musica (Ricordi, Messaggerie Musicali, Virgin…), le ore in coda per andare al cinema Odeon, le pazienti attese davanti a Luini, le risate fatte durante lo spettacolo di Mustafà (chi se lo ricorda?) e infine le interminabili “vasche” per il corso Vittorio Emanuele. I ragazzi di oggi, almeno per quello che ho visto, sono completamente diversi. Non dico peggiori o migliori, sono figli del loro tempo, ma andiamo a vedere quali sono le grandi differenze.

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I ragazzi di oggi a Milano sono completamenti diversi da quelli di qualche anno fa

# Una generazione connessa

pexels – Foto con smartphone

Negli anni ’90, la tecnologia non era così avanzata come oggi. I telefoni cellulari erano rari e costosi, mentre internet era ancora agli albori. Oggi, invece, la tecnologia è onnipresente nella vita di un milanese. Smartphone, internet ad alta velocità e dispositivi intelligenti sono diventati parte integrante della quotidianità.

# La parola d’ordine: fashion

Credits Andrea Cherchi – Donna tacchi alti Duomo

La moda negli anni ’90 era caratterizzata da uno stile più casual e informale. Jeans larghi, felpe oversize e sneakers erano molto popolari. Oggi, invece, la moda milanese è diventata più sofisticata e influenzata dalle passerelle internazionali. L’attenzione per il dettaglio e il gusto per il lusso sono diventati elementi distintivi dello stile milanese contemporaneo.

# Il lifestyle

Erik_Lucatero -Social

Negli anni ’90, il ritmo di vita era più lento e le abitudini quotidiane erano diverse. Le persone si incontravano più spesso di persona, facevano shopping nei negozi fisici e trascorrevano più tempo all’aperto. Oggi, invece, la vita è più frenetica e le interazioni sociali si svolgono spesso attraverso i social media e le piattaforme digitali. Inoltre, l’urbanizzazione ha portato a un aumento del tempo trascorso in ambienti urbani e ad una maggiore attenzione alla sostenibilità e al benessere.

# Passione cucina

Credits ristorantewarsa IG – Ristorante Warsà

La scena culinaria milanese è cambiata notevolmente negli ultimi decenni. Negli anni ’90, i ristoranti tradizionali e le trattorie erano i luoghi principali per gustare la cucina italiana. Oggi, invece, Milano è diventata una capitale gastronomica con una vasta scelta di ristoranti etnici, fusion e gourmet. L’attenzione per gli ingredienti di qualità e la ricerca di nuove esperienze culinarie sono diventati elementi importanti nella cultura alimentare milanese.

Queste sono solo alcune delle principali differenze tra un milanese degli anni ’90 e un milanese di oggi. È interessante osservare come la società, la tecnologia e la cultura abbiano influenzato la vita quotidiana nel corso degli anni, rendendo Milano una città sempre in evoluzione.

Continua la lettura: Le 5 FISSAZIONI TIPICHE di MILANO e dei MILANESI

MICHELE LAROTONDA

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«Ho trovato romantico questo terrazzo con l’insegna del vecchio quotidiano La Notte. Ve lo ricordate?»

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Ciao carissimi,

Ho trovato romantico questo terrazzo con l’insegna del vecchio quotidiano La Notte.
Ve lo ricordate?

Si trova in Viale Pietro e Marie Curie, davanti alla Triennale.

Ciao!

ANNA BI
 
Ph. Anna BI

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E io che non capivo perché continuano a mettere come destinatario La Notte…
 
 
 
IL POSTINO
 
Vuoi segnalare qualcosa, fare una domanda, sfogare la tua creatività o la tua disperazione? Manda una mail a info@milanocittastato.it (Oggetto: I fatti nostri). 

Continua la lettura con: «La metropolitana deve proseguire oltre Monza, almeno fino a…»

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Il Tirolo, nuovo stato d’Europa: tra Austria, Alto Adige e… Lombardia

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allygorhy IG - Proposta di Comunione del Tirolo

Un territorio unito dalla storia, separato dalla politica. E se il Tirolo tornasse ad essere una sola entità, ridisegnando i confini attuali per rispecchiare meglio l’identità dei suoi abitanti? Questa proposta alternativa di “allygorhy” immagina una nuova configurazione geopolitica del Tirolo, unendo territori affini per cultura, storia e lingua.

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Il Tirolo, nuovo stato d’Europa: tra Austria, Alto Adige e… Lombardia

# La proposta di “Comunione del Tirolo”

allygorhy IG – Proposta di Comunione del Tirolo

Da tempo si parla di riunire il Tirolo sotto un unico ente, in particolare di accorpare l’Alto Adige all’Austria. Questa mappa alternativa, immaginata della pagina instagram “allygorhy”, suggerisce una visione differente. Andrebbero a far parte del Tirolo non solo pezzi di Austria e Trentino-Alto Adige, ma anche di Lombardia, la Valtellina passò sotto l’Impero Austro Ungarico dopo la caduta di Napoleone, e Veneto, nella zona ampezzana.

Leggi anche: Quelli che «dovevamo essere Svizzera»: la maxi provincia più curiosa della Lombardia

# Bolzano: la città stato

martinabellomonte IG – Bolzano

Bolzano, città che da sempre rappresenta un crocevia tra culture, potrebbe assumere lo status speciale di città autonoma mantenendo gli stessi poteri dell’attuale provincia oppure seguire il modello di Hong Kong. Un centro cosmopolita, europeo, un luogo simbolo di integrazione e apertura, in cui l’anima tirolese possa esprimersi senza vincoli nazionali.

# La Regione Autonoma della Ladinia

Cortina d’Ampezzo credits Betty Subrizi via Unsplash

Le popolazioni ladine, troppo spesso dimenticate nei grandi giochi della politica, avrebbero il loro spazio di rappresentanza e autonomia. La creazione della Regione Autonoma della Ladinia consentirebbe di preservare e valorizzare una cultura unica nel panorama alpino. Località iconiche come Cortina d’Ampezzo, potrebbero trovare una loro coerenza storica e territoriale.

# La soluzione più drastica: ripristinare il Tirolo originario

Di Patavium – Das Land Tirol: Mit einem Anhange Südtirol da Finstermünz (Tirolo del Nord, presso il Passo Resia) a Lienz, da Brennero a Borghetto, Geschichte der Medizinischen Fakultät Innsbruck und der medizinisch … di Heinz Huber, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=132878559 – Suddivisione amministrativa del Tirolo meridionale in epoca asburgica (dal 1861). In verde chiaro il Mitteltirol, in verde scuro i Welsche Bezirke (distretti italiani)

Con questa ridefinizione, si creerebbe un’area omogenea in cui l’economia, la cultura e la politica potrebbero operare in sinergia, rafforzando il legame dell’Alto Adige con le sue tradizioni mitteleuropee e con l’Austria. Una soluzione ancora più drastica potrebbe essere quella di ripristinare il Tirolo originario, che comprendeva sia il Tirolo del sud a stragrande maggioranza di lingua tedesca, annesso al Regno d’Italia dopo la Prima Guerra Mondiale, che il Tirolo italofono, il Trentino.

# L’istituzione dell’Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino

 

wikipedia.org – Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino

Un passo in questo senso, anche se non nell’ottica della unificazione ma della collaborazione transfrontaliera con ogni regione a mantenere la propria autonomia, è stato fatto con la creazione dell’Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino. Un progetto comune composto dallo stato federato austriaco del Tirolo e dalle due provincie autonome italiane di Trento e di Bolzano che insieme formano l’euroregione. Il territorio corrisponde all’incirca a quello della regione storica del Tirolo ex asburgico dal 1815 al 1918, con la partecipazione di comuni di Cortina d’Ampezzo, Livinallongo del Col di Lana e Colle Santa Lucia partecipano in quanto appartenenti al Tirolo storico. Nel maggio del 2011 l’entità è stata ufficialmente riconosciuta come propria personalità giuridica pubblica e transfrontaliera dal Governo italiano ed è presente con un ufficio di rappresentanza presso l’Unione europea a Bruxelles.

Continua la lettura con: Milano deve tornare grande: i confini vanno estesi fino a qui

FABIO MARCOMIN

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La foto del giorno: dove siamo?

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Ph. @andreacherchi_foto IG

La foto del giorno: oggi siamo nell’Ossario sotto al monumento di Piazza Cinque Giornate (dove vengono custoditi i resti di chi ha combattuto durante le Cinque Giornate)

Ph. @andreacherchi_foto IG

Ph. @andreacherchi_foto IG

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Continua la lettura con: La foto del Giorno (18 marzo)

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Lo stratagemma delle sciure milanesi per proteggere la pensione dal crimine

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Attenti a quelle due.
 

Qui il video: Lo stratagemma delle sciure milanesi per proteggere la pensione dal crimine 

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Continua con: Il ritmo tipico del milanese sul marciapiede

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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La ciclabile di Milano per nervi di acciaio

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Maps - Ciclabile viale Marche

A Milano, le piste ciclabili sono spesso al centro di polemiche e discussioni. In questo caso però c’è in gioco l’incolumità di ciclisti.

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La ciclabile di Milano per nervi di acciaio

# La pista sulla circonvallazione usata come corsia di accelerazione per moto e scooter

Maps – Ciclabile viale Marche

La pista ciclabile lungo viale Marche è di quelle realizzate solo con una linea tracciata sull’asfalto a delimitare il confine con la carreggiata stradale. Essendo sulla circonvallazione, la velocità dei mezzi è più sostenuta che in altre strade cittadine e già per questo motivo i ciclisti la percorrono con più di qualche rischio. La mancanza dei cordoli aggiunge un altro elemento di pericolosità, perchè spesso le auto spesso invadono la corsia e soprattutto moto e scooter sfrecciano a tutta velocità. Come fossero su un circuito.

Leggi anche: Zero parcheggi, auto sulle ciclabili: il «nuovo quartiere» di Milano è già al collasso

# «Percorrerla abitualmente migliora riflessi e reattività, fino a far sviluppare una sorta di vista a 360°»

Repubblica Milano – Ciclabile Marche

La pagina instagram “maledettebiclettemilanesi“, che con ironia persegue una battaglia a tutela dei ciclisti in città, scrive a riguardo in un suo post: «Si dice che chi percorre la ciclabile di Viale Marche potenzi i riflessi e la reattività. In caso di ripetuta esposizione si acquisisce la vista a 360 gradi. C’è chi dice che dopo si è pronti addirittura a viale Monza.»

Maps – Viale Marche

Se c’è chi conferma che la situazione è così notte e giorno, nei commenti dei milanesi non mancano ironia e sarcasmo. C’è chi propone di trasformare Milano in una città interamente pedonale, chi ironizza sull’idea che qualcuno possa effettivamente andare a lavoro in bici, e chi si lamenta della mancanza di controlli contro la sosta selvaggia sui marciapiedi e sulle ciclabili. 

Continua la lettura con: Si sta costruendo una superciclabile da Milano alla Svizzera

FABIO MARCOMIN

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Parrucchieri italiani vs cinesi: la grande sfida della hair firm di Milano

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irisceramicaofficial IG - Aldo Coppola
I capelli sembrano cornici che definiscono a volte consciamente, a volte inconsciamente chi siamo: un colore, un ricciolo, una frangia, un semplice abbandono al tempo che passa attraverso un grigio sale pepe. La fabbrica della beauty hair ha ben intercettato il concetto e fin qui tutto bene, ma in un mondo in cui tutto è “over” e dove Milano è sempre over tra gli “over“, andare dal parrucchiere è diventato troppo over per le possibilità economiche. 
 
Parlo alle donne che fortunatamente i capelli li hanno e alle poche (ammetto di essere fra queste) che in un momento di sconforto hanno invidiato i calvi che con i loro bellissimi crani rasati hanno trovato la più stupenda acconciatura low cost esistente. 
 
La hair farm milanese è suddivisa in due rami ben definiti: i cinesi e gli italiani.
 
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Parrucchieri italiani vs cinesi: la grande sfida della hair firm di Milano

# I parrucchieri cinesi

Parrucchiere cinese

I primi: se riesci i fidarti e a farti comprendere, a causa di quel muro linguistico che non ha trovato risposte nella loro riconosciuta saggezza e duttilità, esci più o meno soddisfatta ad un prezzo contenuto. In realtà sempre meno contenuto a causa dalla sacra legge della domanda e dell’offerta. Unico pensiero che non ti abbandona una volta a casa: che prodotti avranno usato? E rimani attenta ad intercettare qualche possibile reazione del cuoio capelluto: si sa che che non brillano in qualità. 

# I parrucchieri italiani

irisceramicaofficial IG – Aldo Coppola

I secondi: appena entri vieni accolta come “una regina”: ti fanno accomodare, ti offrono il caffè, si prestano a fare le guardarobiere. Ed è purtroppo quello il momento in cui scatta l’effetto alert: la sensazione che la potenziale regina sia lì per essere spennata. Perché questa specie di paranoia se i prezzi sono esposti (a volte anche in vetrina) e sai già ciò di cui hai bisogno?

Le parrucchiere italiane usano sapientemente il vantaggio linguistico orientandolo “all’intortamento”: presentano miriadi di prodotti a cui difficilmente puoi dire no per non tradire la tua natura popolare (perché purtroppo sai di non essere una regina!). 
Risultato: per uno spruzzo di lacca in più, una noce di gloss, uno Shampoo “speciale”, il conto è ben oltre il preventivo che ti eri fatta facendo la semplice somma delle tariffe esposte per il trattamento di cui avevi bisogno. 

# Perchè questo servizio non ha offerte per fasce di prezzo?

congerdesign-pixabay – Parrucchiere

Andare dal parrucchiere è un bisogno che pur depurato dalle personali esigenze di immagine, dovrebbe appartenere al paniere su cui si calcola l’inflazione. Ne abbiamo necessità tutti, anche se in particolare le donne e per un arco temporale lunghissimo visto che per un capriccio della natura anche in vecchiaia in cui molti processi si arrestano, quello dei capelli no, anzi: se ne ha ancora più bisogno.

L’osservazione è che questo servizio non abbia offerte per fasce di prezzo come avviene ad esempio per altre categorie di prodotti/servizi in cui esistono dei “discount”: si è stretti tra l’incudine cinese, (araba per il corrispondente al maschile) e il martello locale che batte fortemente cassa. 
 
In attesa che arrivi il parrucchiere nato da A.I. (non è una iattura vendicativa, prima o poi pare tocchi a tutte le professioni) sarebbe auspicabile che questo utile servizio gestito in modo obsoleto, potesse diventare più smart e più accessibile economicamente con il vantaggio che molti lo utilizzerebbero maggiormente. 

Continua la lettura con: 10 cose che non sai dei parrucchieri cinesi di Milano…e che non ha mai avuto il coraggio di chiedere

CRISITINA FILIPPO

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Come le eSIM semplificano l’accesso ai dati mobili per i viaggiatori

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pexels-jacob-Esim

Le nuove tecnologie hanno rivoluzionato il modo in cui restiamo connessi durante gli spostamenti, e tra le innovazioni più significative c’è la eSIM. Questo sistema elimina la necessità di utilizzare schede tradizionali, offrendo un servizio immediato e flessibile.

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Come le eSIM semplificano l’accesso ai dati mobili per i viaggiatori

# Un nuovo modo di rimanere online ovunque

pexels-jacob-Esim

Con le eSIM, attivare un piano dati sul proprio smartphone è davvero semplice, senza bisogno di procurarsi una scheda fisica o recarsi in un negozio. Basta scegliere online il pacchetto più adatto, valutando la destinazione, la durata del soggiorno e la quantità di gigabyte necessaria in base alle proprie esigenze. Una volta completato l’acquisto, si riceve un codice QR o un profilo digitale da installare direttamente sul dispositivo. La configurazione richiede pochi passaggi e, appena completata, la connessione è subito attiva. Questo significa poter navigare già prima della partenza o immediatamente dopo l’atterraggio, evitando inutili attese o complicazioni all’arrivo in un nuovo Paese.

# Perché è la scelta ideale per chi si sposta all’estero

L’adozione di questa soluzione tecnologica porta con sé una serie di vantaggi concreti:

Stop ai costi di roaming: Con un pacchetto prepagato di un operatore locale, si evitano tariffe eccessive. Ad esempio, una settimana in Turchia con un’eSIM può costare fino al 70% in meno rispetto al roaming con un operatore europeo. In media, le tariffe extra per sette giorni possono superare i 50-60 euro, mentre un’eSIM locale con 10-15 GB ha un costo di circa 15-20 euro.

Copertura affidabile in diverse aree: Attivando più profili sullo stesso dispositivo, è possibile passare da una rete all’altra con agilità. Molte schede digitali offrono anche la possibilità di collegarsi a più provider, garantendo una maggiore potenza e continuità del segnale rispetto a una singola scheda fisica.

Stabilità della rete per il lavoro a distanza: Non dipendendo da hotspot pubblici, è possibile gestire email e videoconferenze senza intoppi e fastidiose interruzioni. Questo è particolarmente utile per chi lavora in smartworking o deve partecipare a riunioni mentre è in movimento.

Nessun rischio di smarrimento o danneggiamento: Non essendoci un supporto hardware, non si corre il pericolo di perderlo o romperlo accidentalmente. • Un’opzione più ecologica: L’assenza di plastica riduce l’impatto ambientale e i rifiuti elettronici legati alla produzione e allo smaltimento delle vecchie schede.

# Più sicurezza rispetto agli hotspot gratuiti

pixabay – free wifi

Limitando l’utilizzo degli open Wi-Fi, si riduce anche il rischio di furti di informazioni sensibili e attacchi informatici. Ad esempio, gli hotspot gratuiti negli aeroporti, negli hotel o nei caffè possono essere vulnerabili agli attacchi di tipo “man-in-the-middle”, dove un hacker intercetta la comunicazione tra il telefono e il server, sottraendo informazioni sensibili come credenziali bancarie o password. Un altro possibile inconveniente è dato dall’uso di reti non protette in luoghi turistici, dove i malintenzionati possono creare accessi falsi con nomi simili a quelli ufficiali. Un visitatore che si collega a uno di questi Wi-Fi potrebbe inavvertitamente esporre i propri dati personali senza nemmeno accorgersene. Optando per una SIM integrata con rete dati mobile, si evitano completamente questi pericoli.

# Connessione immediata in Turchia

Credits smuldur-pixabay – Turchia

Destinazione sempre più amata dai viaggiatori, questa terra affascinante offre esperienze uniche, e grazie all’innovativa tecnologia eSIM, restare collegati in ogni angolo del Paese diventa ancora più facile. Che si tratti di esplorare le strade di Istanbul, ammirare la Cappadocia o rilassarsi sulle spiagge di Antalya, un’eSIM per la Turchia garantisce accesso diretto a mappe, guide digitali, social media e comunicazioni in tempo reale. Chi visita la Cappadocia, ad esempio, può risparmiare fino a 30 euro su un viaggio di 10 giorni rispetto a un piano di roaming tradizionale, ottenendo al contempo una copertura affidabile anche nelle zone più remote, dove gli hotspot gratuiti potrebbero non essere disponibili. L’uso delle eSIM sta trasformando il modo di accedere a Internet all’estero. Con la sostituzione delle vecchie SIM e la possibilità di attivare un’offerta in pochi comodi step, il processo diventa decisamente più conveniente. Che si tratti di una breve vacanza o di un lungo periodo di lavoro all’estero, questa soluzione garantisce una connettività illimitata e alla portata di tutti. Scegliere un’eSIM per la Turchia significa affidarsi a un sistema più moderno e sicuro, che elimina i possibili inconvenienti. Ovunque ci si trovi, restare online non sarà più un problema.

REDAZIONE

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7 locali milanesi dove poter lavorare e godersi la vita

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credits Base Milano

Il sogno di tutti i lavoratori è quello di poter lavorare in un ambiente sereno e tranquillo. Ma a Milano è possibile? Certo che sì. Ecco dove.

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7 locali milanesi dove poter lavorare e godersi la vita

#7 Colibrì: lavorare con tutto ciò che ti serve

credits ApeTime

Colibrì è un caffè letterario in pieno centro a Milano, dove poter acquistare libri, ma anche fare colazioni, pranzi e aperitivi. Il menù del giorno è piccolo ma molto pregiato, con proposte stagionali di assoluta qualità come Orzo, zucca, ceci e pecorino, mentre per la sera una selezione di stuzzichini come bruschette, pizze, taglieri e nachos. Colibrì è anche però un luogo perfetto per lavorare: il wi-fi gratuito e l’atmosfera è rilassata e accogliente, sia nella saletta che nel giardino interno. L’unica svantaggio è la consumazione obbligatoria, e il fatto che a partire da metà pomeriggio il locale si affolla per i vari eventi che vengono organizzati. Media recensioni Google: 4.3/5

Indirizzo: via Laghetto 9/11

#6 Starbucks Reserve Roastery: lavorare con il sogno americano

credits flawless life

Il colosso americano Starbucks è approdato anche a Milano nel settembre del 2018. E non in modo banale: questo store è il più grande d’Europa e si affaccia in piazza Cordusio, a due passi dal Duomo. Ciò che attrae molte persone a lavorare qui è proprio l’ampio spazio a disposizione all’interno della struttura, che conta addirittura tre bar diversi: Princi Bar, Main Bar e Scooping Bar. Media recensioni Google: 4.4/5

Indirizzo: via Cordusio, 1

#5 Combo: lavorare come in un campus universitario

credits zero.eu

A primo impatto, Combo sembra semplicemente un ostello, ma non è come sembra. Combo infatti è anche un ristorante, in cui le specialità locali incontrano la cucina del mondo. Ma soprattutto è il luogo ideale per lavorare e rilassarsi, grazie al suo ampio cortile immerso nel verde. Ogni settimana, inoltre, il locale ospita eventi musicali, artistici o culturali aperti al pubblico. Media recensioni Google: 4.3/5

Indirizzo: Ripa di Porta Ricinese, 83

#4 Base: il centro culturale costruito in un ex fabbrica di treni

credits Base Milano

Un vero e proprio centro culturale al servizio dei milanesi. Base è un progetto che coordina arte, impresa, tecnologia e innovazione. È sicuramente un luogo dove organizzare eventi, spettacoli, ma anche dove poter lavorare nell’ampia area del bistrot dal desing industriale brutalista. In ogni momento della giornata Base ha un suo menù dedicato: si parte dalla mattina con la caffetteria alla proposta veloce del pranzo, fra pinse, insalate, primi piatti e qualche secondo. Si passa poi all’aperitivo con un’ampia scelta di drink, cocktail, vini naturali e birre artigianali da accompagnare a hamburger. Media recensioni Google: 4.2/5

Indirizzo: Via Ambrogio Bergognone da Fossano 20

#3 Long Song: lavorare tra i libri in un’atmosfera vintage

credits long song books

Il Long Song di via Stoppani è una caffetteria di qualità che offre birre artigianali, piatti ideati e preparati con dedizione e curiosità, ma soprattutto un ambiente di lavoro confortevole. L’ambiente interno è infatti tappezzato da libri, che occupano tutte le pareti. Grazie al Wi-Fi, questa caffetteria è diventata un luogo di lavoro ambito per molte persone, giovani e non. Media recensioni Google: 4.5/5

Indirizzo: via Antonio Stoppani, 11

#2 Pausa: lavorare con stile milanese e mentalità internazionale

credits flawless life

Questo marchio di origini cinesi pone le sue radici a Hong Kong e ha poi aperto anche a Milano. I punti di forza sono molti. La cucina è aperta tutto il giorno, con tanti prodotti italiani di qualità. Ma Pausa non è solo un luogo in cui puoi mangiare. Si può anche studiare, lavorare sfruttando un ambiente tranquillo per distaccarsi qualche ora dalla vita sfrenata della metropoli. Media recensioni Google: 4.6/5

Indirizzo: via Cesare Correnti, 28

#1 CityLife Shopping District: lavorare come in un coworking ma a costo zero

credits Teknoring

È il centro commerciale per eccellenza. Contiene circa 100 negozi, con una superficie di 32.000 metri quadri. L’area food è la meta preferita per i lavoratori in smart working. Quest’area infatti è dotata di prese e connessione gratuita, perfetti per sedersi e lavorare al tablet o al pc. In pratica sono vere e proprie scrivanie da coworking, senza però avere la noia di dover pagare l’affitto e senza soffrire l’ansia tipica di alcuni camerieri che, con eccessiva fretta, premono perchè “tra un po’ ci serve il tavolo”. Un altro valore aggiunto è la possibilità di poter ordinare un caffè e fermarsi per pranzo, consumando tutto nella propria postazione. Media recensioni Google: 4.4/5

Indirizzo: Piazza Tre Torri

Continua la lettura con: I 7 locali preferiti dagli studenti

ANDREA PARRINO

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19 marzo: nasce lo stemma di Milano

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Credits: wikipedia.org

Per lo statuto di Milano i simboli di Milano sono 3: la bandiera, il gonfalone e lo stemma. Che è nato il 19 marzo. 

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19 marzo: nasce lo stemma di Milano

# Lo stemma con la corona simbolo di città

Credits: wikipedia.org

19 marzo 1934. Nasce ufficialmente lo stemma di Milano. Ispirato dalla bandiera bianca e rossa, è uno scudo di color argento e con base bianca, su cui è sovrapposta una croce rossa. Alla base si trovano un ramo di quercia ed uno di alloro uniti da un nastro tricolore. Sovrasta lo scudo una corona turrita di colore oro e nero: questa simboleggia il titolo di città. Ma quali sono gli altri due simboli di Milano?

# La bandiera “copiata” da Genova

Credits: bandiere.it

La bandiera di Milano: la prima testimonianza risale al Medioevo, come bandiera del Ducato di Milano. Un vessillo bianco con una croce rossa, dove il bianco simboleggiava il popolo ed il rosso la nobiltà. La stessa dell’Inghilterra, entrambe copiate da quella di Genova.

A Milano si sono succeduti vari casati, esponendo di volta in volta diverse bandiere, anche detti “stendardi civici” (Vexillum civitas), ma la bandiera ufficiale è sempre stata l’originaria: bianca con croce rossa, vessillo ufficiale (Vexillum publicum).

Leggi anche: La bandiera di Milano è stata copiata da quella di Genova

# Il gonfalone di Sant’Ambrogio

Credits: artidecorative.milanocastello.it

Il terzo simbolo di Milano è il gonfalone di Sant’Ambrogio. Risale al 1566 e venne benedetto da Carlo Borromeo per essere reso pubblico alla comunità l’8 dicembre dello stesso anno, rimanendo in uso fino a fine Ottocento.

L’opera, alta 5 metri e larga 3,50, è custodita all’interno del Castello Sforzesco, nella sala del Gonfalone, ed una copia si trova a Palazzo Marino. Raffigura su entrambe le facce Sant’Ambrogio che tiene nella mano destra lo staffile, simbolo della cacciata degli Ariani, e nella sinistra un pastorale molto lavorato, simbolo del suo ruolo di Vescovo. L’abito che indossa, la mitria e lo sfondo sono ricolmi di simbologie cattoliche e non, agiografia in tela.

Altri simboli di Milano, non ufficiali, ma ufficiosamente molto sentiti sono: il biscione, la Madunina e la scrofa semilanuta.

# Il biscione mangiabambini 

Credits: milanobiz.it

Definito da Dante Alighieri come “la vipera che il milanese accampa” (La Divina Commedia, Purgatorio, Canto VIII) il biscione era il simbolo del casato Visconti.

Altre leggende riguardano questo simbolo. Le potete trovare qui: il simbolo macabro di Milano

# La Madunina

Fu Cesare Cesariano, nel 1521, a proporre di mettere una statua della Vergine sulla guglia più alta del Duomo. La statua, posizionata sulla guglia solo nel 1774, è alta 4,16 metri, si compone di 33 lastre di rame che la rivestono  e di 6.750 fogli di oro zecchino utilizzati per la doratura, per un peso di 399,2kg. La tradizione prima, e legge poi, impose che nessun edificio Milanese potesse essere più alto dei 108,5 metri di altezza che domina la Vergine. A questo proposito, i vari palazzi, costruiti in seguito, onorano la statua con delle copie poste in cima ad essi.

Leggi anche: le 4 madonnine che vegliano sui tetti di Milano 

# La scofa semilanuta

Credits: milanopocket.it

Tito Livio è lo storico che ci tramanda la storia della Fondazione di Milano da parte di una tribù celtica, nel VI secolo a.C. La tribù, guidata dal nipote del re celtico Ambigato, tale Belloveso, giunse nella pianura settentrionale italica con l’intento di conquistare il Nord.

La leggenda narra che Belloveso si trovò in un luogo inospitale, fatto di fango e paludi, quindi consultò l’oracolo per decidere dove stabilire l’insediamento. L’oracolo gli rispose che una scrofa (animale sacro per i celti) ricoperta di pelo gli avrebbe indicato il luogo ed il nome della città. Lungo il loro cammino scorsero una femmina di cinghiale con il pelo molto lungo, ma solo nella parte anteriore del corpo. Questo fu il segnale cercato e lì i celti fondarono Medhe-lan, che in gallico significa “terra di mezzo” e la scrofa ne diventò il simbolo. Medhe-lan diventò, in latino, Medio-lanum che può avere, accanto al significato di “terra in mezzo alla pianura”, anche quello di “semi-lanuta”. La scrofa semilanuta fu il simbolo di Milano fino a che fu sostituita dal biscione dei Visconti nel Medioevo. Tuttavia, oggi si trova ancora raffigurata in alcuni punti della città: su uno dei capitelli del Palazzo della Regione, in piazza della Scala, sul gonfalone ufficiale ai piedi di Sant’Ambrogio, in uno stemma nel cortile interno di Palazzo Marino e in Piazza dei Mercanti su un bassorilievo.

Continua la lettura con: 18 marzo: la prima delle cinque giornate di Milano

MILANO CITTA’ STATO

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La Dolce Vita dei pensionati a Milano: le 10 attività più gratificanti

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Nadra Ben Fadhel - Ph. @nadra_blossomingsouls

Abbiamo svolto una ricerca per scoprire quali sono le attività più gettonati da chi è in pensione a Milano. Queste sono risultate le più apprezzate. 

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La Dolce Vita dei pensionati a Milano: le 10 attività più gratificanti

# Giro nei cantieri

paolo.tammy IG – Umarell

Un grande classico. Soprattutto per chi nella vita si occupava di costruzioni o di dirigere dei progetti. E a Milano c’è l’imbarazzo della scelta. Chi ha più esperienza ama paragonare i lavori di oggi con quelli del passato. E dare anche qualche consiglio utile, con le classiche braccia incrociate dietro la schiena. Nota: a differenza di quello che molti credono, il termine umarell non è milanese. Ma arriva da Bologna. 

# Fare lunghe passeggiate

Quelle che nell’età da lavoro causano sensi di colpa. Pressati dalla fretta e dalle scadenze, solo nell’età d’argento ci si può godere il fascino di una lunga passeggiata in giro per Milano in totale libertà dallo scorrere del tempo a riscoprire le bellezze della città. E dietro ogni angolo si nasconde qualche ricordo della Milano che si è vissuta e che fa piacere riportare alla memoria. 

# Mostre e musei

worlt.travelers IG – Museo Escher

Impossibile arrivare alla pensione dopo essere riusciti a visitare tutti i musei di Milano. Finalmente con l’esplosione di tempo libero si può rimediare. Non solo: si ha il giusto tempo per godersi le mostre temporanee che a ogni stagione colorano di cultura Milano. 

# Un caffé nei bar storici

Credits guglielmogiustini_ IG – Cova Milano

Un’età meravigliosa per ritrovare il tempo perduto delle amicizie di lunga data. L’appuntamento in un bar storiche con vecchie conoscenze è un altro momento impagabile. Con il piacere impagabile di condividere ricordi e nostalgie in un caffé storico, come Cova o Marchesi.

# Teatro e cinema

Onegin – Credits: Teatro alla Scala

Altro intrattenimento spesso rimandato per gli impegni quotidiani. Un’emozione unica: ritrovarsi in un’ampia sala a godersi uno spettacolo. Proiettato sullo schermo o dal vivo sul palco. E Milano offre un cartellone di appuntamenti unico in Italia. La chicca? Il ciclo “Rivediamoli” all’Anteo: a soli 3 euro. 

# Il nuovo sapore dell’attività fisica

skysport – Altra vista Padel Pavillon

Svolgere uno sport o un’attività fisica con gli anni assume un valore diverso. Da giovani era un modo per sfogare l’energia in eccesso. Con l’età diventa una conquista

# Hobby per tutti i gusti

La stagione giusta per potersi dedicare a quelle attività sospese o mai avviate. Apprendere una nuova lingua, frequentare l’università (della terza età e non), imparare cose che non si conoscevano. 

# Dedicarsi ai nipoti

Credits: ferrarasalute.it

Sono gli incorreggibili. Quelli a cui non è ancora bastato il tempo dedicato ai figli. Hanno ancora tanto da dare in famiglia e diventano il supporto per genitori super-indaffarati. A volte il sostegno è anche economico. E da nonni si può finalmente essere liberi di viziare i piccoli senza sensi di colpa. 

# Esercitare la saggezza

Parc Gruyère Pays-d’Enhaut – Passaggio in auto

L’età della consapevolezza. Quella in cui finalmente si riesce a distinguere il valore delle cose, capire ciò che si è sbagliato, trasmettere quello che ha funzionato. 

# Volontariato

credits: milano.repubblica.it

Ultimo ma forse il primo della lista. Si dice che da bambini sia più bello ricevere ma con l’età diventi più bello dare. D’Annunzio diceva che noi siamo ciò che diamo. E quando si arriva alla terza età, per molti la generosità DNA del milanese diventa un’impulso irresistibile. C’è chi fonda associazioni, chi dedica il proprio tempo in iniziative varie, c’è chi destina una parte dei propri risparmi in una fondazione, chi assiste i bisognosi in altre forme. Tutti questi li ringraziamo nel profondo. Perché forse proprio nell’età d’argento si materializza il vero milanese dal cuore in mano. 

Continua la lettura con: Il cantiere più grande d’Europa sta arrivando al capolinea

ANDREA ZOPPOLATO

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Ufficiale: Milano è la città più stressante nell’Unione Europea

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chatgpt AI - Milano caotica

Se prima qualcuno avesse avuto dei dubbi, ora è arrivata anche l’ufficialità. Ecco i dettagli di questa indagine, che include Milano tra le città più stressanti del pianeta.

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Ufficiale: Milano è la città più stressante nell’Unione Europea

# I risultati dello studio condotto da Dip N’ Dive

thegap_media IG – Città più stressanti

L’ultimo studio condotto da Dip N’ Dive, azienda specializzata in snorkeling, ha ufficialmente inserito Milano tra le dieci città più stressanti del mondo. Con un punteggio complessivo di 73 su 100, ha prevalso su altre metropoli internazionali, venendo superata solo da città ad alto afflusso turistico e livelli di frenesia quotidiana. A dominare la classifica troviamo infatti Las Vegas al primo posto con 95 punti, seguito da San Francisco con 93 e New York con 83. A chiudere la prima cinquina Londra con 82 e Los Angeles con 79.

# I parametri utilizzati

pexels-Andrea Piacquadio-stress

Lo studio ha preso in considerazione diversi fattori per valutare il livello di stress urbano. Tra i principali elementi analizzati ci sono: l’inquinamento acustico, la qualità dell’aria, il numero di turisti, il tasso di criminalità e i costi dei trasporti pubblici, dei taxi e dei ristoranti. Milano ha ricevuto punteggi critici su più fronti, soprattutto per l’afflusso turistico, ritenuto come uno dei principali fattori di stress per i residenti. Il livello di criminalità ha invece influito negativamente sulla percezione della sicurezza e della vivibilità. 

# Milano prima in Unione Europea: peggio di Parigi e unica italiana in classifica

thegap_media IG – Milano nella top ten città più stressanti

Milano si piazza in ottava posizione dietro a Zurigo e San Diego, ed è l’unica città italiana a far parte di questa particolare graduatoria. Nessuna città nell’Unione Europea la si supera: è riuscita a fare peggio di Parigi, con un punteggio rispettivamente di 72 e 71. A incidere sul risultato, rispetto alla capitale francese, ci sono l’elevato afflusso di turisti e il costo della vita, con il punteggio di 51,80 su 100 per il livello di criminalità che ha rappresentato uno dei fattori determinanti. 

Continua la lettura con: Milano, la città delle case vuote 

FABIO MARCOMIN

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Il litorale romano come California o Costa Azzurra? Le 4 carte per la rivoluzione del lungomare

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Roma ha una unicità che la distingue da tutte le grandi capitali europee: la vicinanza al mar Mediterraneo. Un punto di forza straordinario che non viene ben sfruttato né dal punto di vista turistico né per il welfare cittadino. Come fare dunque per recuperare il litorale romano e farne un grande polo di attrazione internazionale? Scopriamolo insieme.

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Il litorale romano come California o Costa Azzurra? Le 4 carte per la rivoluzione del lungomare

# «Un paradiso per i surfisti» (Financial Times) e la vicinanza a siti storici unici al mondo

Credits: Adina Lavinia Moldovan – Pexels

Se si pensa a località di mare per una vacanza, difficilmente si pensa al litorale romano. Eppure delle caratteristiche attrattive questa ce l’ha! Per esempio, qualche anno fa il Financial Times ha recensito le spiagge del litorale romano tra “le migliori per fare surf“. In particolare, tra Santa Marinella e Santa Severa, si trovano diversi punti in cui gli appassionati di questa disciplina possono cimentarsi con la propria passione. Questo è dovuto ovviamente all’affaccio sul Mar Tirreno che, più vasto degli altri mari che bagnano le coste italiane, espone questi punti alle onde lunghe e ai forti venti.

Ma ancora, la grande estensione della costa, che è infatti gestita da più Comuni diversi, permetterebbe una buona distribuzione dell’afflusso turistico e una vastissima offerta di esperienze. Questo, neanche a dirlo, valorizzerebbe le particolarità e le identità di ogni luogo visitabile, oltre a incentivare un tipo di competizione pacifica che gioverebbe all’economia della Regione.

Per ultimo, ma non in ordine di importanza, la grande presenza di siti storici di diverse epoche (dall’antica Roma ai recenti eventi della Seconda Guerra Mondiale) potrebbe rendere questi luoghi un punto di riferimento non solo per il divertimento e lo svago, ma anche culturale.

# I punti dolenti: scarsa promozione, insufficienti infrastrutture di collegamento e strutture abusive

Credits: Marlene Buelow – Pexels

Il principale problema di queste coste è che chi le amministra non sa venderle al pubblico. Manca cioè una adeguata comunicazione che sappia raccontarne le particolarità o rilanciarne i punti di forza che abbiamo approfondito sinora. Oltretutto, nonostante non siano molto lontani da Roma, non è facile raggiungere questi luoghi. Le principali strade che collegano l’entroterra al mare, infatti, sono spesso ostruite dal traffico e l’unica linea ferroviaria che ci porta qua, la MetroMare, non basta a risolvere il problema, anche perché copre solo parte del litorale.

Tutto ciò senza considerare il grande limite della criminalità organizzata che prende in ostaggio grandissime fette della costa, rendendole invivibili sotto ogni punto di vista. Non è raro infatti trovare spiagge totalmente inquinate o imbruttite dalla presenza di invadenti strutture abusive di proprietà della mafia.

# Le 4 carte per rendere il litorale romano una degna alternativa a Costa Azzurra o Florida

Credits: Vika Glitter – Pexels

Ma allora cosa si dovrebbe fare? Ciò che è più urgente fare è bonificare queste zone dalla presenza criminale. Già una misura come questa, permetterebbe alla libera impresa di sfruttare il territorio, attirando clientela e creando un giro economico pulito che rivitalizzi l’area.

Altro punto fondamentale: bisognerebbe rivoluzionare i collegamenti, rendendo i singoli comuni più interconnessi e centralizzando i trasporti con Roma, in modo tale da favorire uno scambio turistico continuo. Questo permetterebbe anche di organizzare campagne turistiche e pubblicitarie che sappiano unire la città al mare e viceversa.

Poi, si dovrebbe pensare alla creazione di stabilimenti che offrano servizi sia turistici che sportivi, magari con eventi e gare apposite, proprio per attirare in quest’area il surf internazionale

Infine, per la promozione del territorio, si dovrebbe prendere spunto dalla costa più internazionale e famosa d’Europa: la Costa Azzurra. Il litorale francese presenta un cartellone di eventi di richiamo internazionale che coprono praticamente l’intero calendario dalla primavera all’autunno: ATP Tennis e Gran premio di Montecarlo, Festival del Cinema (e altri festival rinomati a livello mondiale) a Cannes, Festival della Musica ad Antibes, Jazz Festival a Juan Les Pins, il Grand Prix internazionale dei Fuochi di Artificio insieme a concerti e manifestazioni con star mondiali. Come in Francia anche sul litorale romano ogni settimana ci dovrebbe essere un evento che mette sul palcoscenico internazionale una delle località costiere

Permettere a questa zona costiera di sfruttare tutto il proprio potenziale la renderebbe competitiva col resto del mondo e prima o poi, perché no, ci abitueremo a sentir parlare le grandi agenzie turistiche delle unicità della Costa Tirrenica. E, soprattutto, Roma potrebbe diventare l’unica grande capitale d’Europa a presentare una spettacolare offerta su una costa straordinaria. 

Continua la lettura con: I 7 luoghi di Roma che dovrebbero avere la metropolitana

RAFFAELE PERGOLIZZI

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I 10 ristoranti stranieri di Milano da provare almeno una volta nella vita

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Ph. @ristorantewarsa IG

Si dice che a Milano si mangi la migliore cucina del mondo. Proprio in questa città hanno esordito ristoranti di culture molto diverse, che però, per un motivo o per l’altro, vale la pena provare.

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I 10 ristoranti stranieri di Milano da provare almeno una volta nella vita

#1 El Carnicero (Argentina)

credits El Carnicero

Il regno perfetto per gli amanti della carne. El Carnicero, nato nel 2013 a Milano, è il primo ristorante del Gruppo El Carnicero. Situato in via Spartaco, il ristorante si distingue per una selezione di carni di alta qualità, provenienti da tutto il mondo e preparate con assoluta maestria da esperti asadoresMa la carne non è l’unico pezzo forte del ristorante. Il menu infatti propone anche piatti tipici della cucina latino americana, come empanadas, ceviche e dulce de leche.

Indirizzi: via Spartaco 31 e corso Garibaldi 108

#2 Iyo (Giappone)

credits Iyo Restaurant

IYO è il punto d’incontro tra la cucina giapponese e lo stile italiano. Il ristorante ha ricevuto una Stella Guida MICHELIN Italia dal 2015, continuando ad evolversi tra eccellenza e creatività. I punti di forza del ristorante sono ovviamente il sushi e, in generale, tutti i piatti giapponesi. Nel corso degli anni, al primo locale se ne sono affiancati altri due: IYO Omakase e AALTO Cucina libera.

Indirizzi: via Piero della Francesca 74 e piazza Alvaar Alto

#3 Knam (Germania)

credits Knam

Anche se non è un ristorante, ci siamo sentiti in dovere di citare questa fantastica pasticceria. Aperta nel 1992 da Ernst Knam, tedesco di nascita e milanese d’adozione, questo locale si caratterizza per ricercatezza e abbinamenti fuori dal comune. Proprio Knam è diventato l’unico pasticcere ad essere nominato Expo Ambassador, oltre ad aver ideato e curato il catering per diversi stilisti durante la settimana della moda, da John Richmond a Cesare Paciotti. Al Knam si possono gustare le migliori Sacher della città, oltre alla torta ai tre cioccolati, creazione originale del Knam.

Indirizzo: via A. Anfossi, 10

#4 Mido (Egitto)

credits valesuli

Mido è un ristorante egiziano aperto nel 1990 a Milano nei pressi di Porta Ticinese. È stato uno dei primi ristoranti etnici italiani e, nel corso degli anni, si è affermato come punto di riferimento per i milanesi (e non solo). Il ristorante è da sempre gestito dalla famiglia Nassar, e propone gustosi piatti medio orientali: dal couscous con carne, pesce e verdure, fino ai dolci al miele e le salsine di antipasto. Ad accoglierci troviamo Raafat che ci segue per tutte le portate con utili consigli, mentre la cucina è gestita personalmente dalla moglie Maha.

Indirizzo: via Pietro Custodi, 4

#5 Warsà (Eritrea)

credits zero.eu

Warsa è un ristorante eritreo, presente a Milano da quasi 30 anni. Il locale offre i piatti più tipici della tradizione eritrea. La portata tipica del ristorante è infatti lo zighinì con injera, il piatto nazionale eritreo per eccellenza. Lo zighinì è un piatto unico composto da una salsa piccante con verdure e aromi a cui si aggiunge manzo e pollo, mentre l’injera è pane sottile a fermentazione naturale simile a una crepe. Oltre a questo, però, tra i piatti classici troviamo anche i Samosa, croccanti fagottini fritti e l’Halawa, il tipico dolce al sesamo.

Indirizzo: via Melzo, 16

#6 Ravioleria Sarpi (Cinese)

credits Lalynx

La Ravioleria Sarpi è una piccola bottega con cucina a vista, che dal 2015 prepara migliaia di ravioli. Le specialità di questa ravioleria sono i Shuijiao, ravioli che si possono acquistare già pronti o da cucinare in casa. Ma oltre ai ravioli c’è la possibilità di assaggiare anche la tipica crespella di Pechino, Jian Biang, un classico introdotto a Milano.

Indirizzo: via Paolo Sarpi, 27

#7 Serendib (Sri Lanka)

credits serendib

Serendib è un ristorante nei pressi di Moscova, che porta in tavola piatti della tradizione indiana e srilankese. Le sue pietanze sono davvero particolari e non sono così facili da trovare in città. I piatti forti sono la zuppa della casa e, in generale, le pietanze preparate con tante spezie. Altri punti forti sono il riso basmati, pollo al curry, vindaloo di maiale e il dhal di lenticchie rosse passate.

Indirizzo: via Pontida, 2

#8 Le Vent du nord (Belgio)

credits Enzo T.

Locale di tradizione belga, Vent du Nord è un ristorante situato in zona Calvairate. I suoi punti forti sono le birre e la cucina nazionale. Il piatto tipico sono infatti le moules-frites, cozze in numerose varianti con le patatine fritte. Altre chicche sono gli stufati di carne, cucinati con la birra, l’insalata belga ripiena e gratinata e i formaggi d’abbazia.

Indirizzo: via Sannio 18

#9 Vietnamonamour (Vietnam)

credits vietnamonamour

Vietnamonamour ha due diversi ristoranti a Milano: il primo a Piola e il secondo a Zara. Come si evince dal nome, questo locale ricalca i piatti di tradizione vietnamita. I suoi piatti forti sono un riso senza cottura con gamberi e uno al vapore con carne di maiale. Possiamo però citare anche l‘involtino di granchio, che può essere intinto in una salsa molto delicata oppure in una molto piccante.

Indirizzi: via Alessandro Pestalozza 7 e via Torquato Taramelli 67

#10 Wicky’s Wicuisine (Giappone)

credits flawless life

Il Wicky’s è gestito dalla guida visionaria dello Chef Wicky Priyan, e ha ricevuto il premio “Tre Bacchette” dalla Guida Gambero Rosso 2025. Il piatto forte è il curry giapponese con filetto di Angus e verdure di stagione, un’innovativa fusione di diversi sapori, che soddisfa anche i più salutisti. Il suo prezzo ammonta a 25 euro. Pezzo forte anche il nuovo menu sharing, ideale per condividere un pasto conviviale con amici e famiglia. Questo menu è improntato su una varietà di carpacci, scelti accuratamente per esaltare i sapori stagionali.

Indirizzo: corso Italia, 6

Continua la lettura con: La «metropoli a un’ora» (di treno) sarà la nuova frontiera della «Milano a 15 minuti»?

ANDREA PARRINO

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L’annuncio: ci sarà un biglietto unico per tutti i trasporti pubblici della Lombardia

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Mappa servizio ferroviario regionale 2024

In questo articolo avevamo auspicato un unico grande sistema tariffario per semplificare la mobilità intermodale e garantire flessibilità e libertà di movimento in tutta la Lombardia. Il sogno potrebbe presto diventare realtà, come annunciato dall’assessore regionale ai Trasporti. Vediamo quando e come dovrebbe funzionare.

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L’annuncio: ci sarà un biglietto unico per tutti i trasporti pubblici della Lombardia

# L’annuncio dell’assessore regionale ai Trasporti: il titolo unico per il trasporto regionale

ecodibergamo.it – Io viaggio in provincia

Si viaggerà con il titolo unico per il trasporto regionale o quantomeno queste sono le intenzioni mostrate dall’assessore al trasporto pubblico Franco Lucente. L’annuncio è arrivato ne corso del convegno “Lombardia al centro del movimento: sfide e opportunità”.

L’assessore ha affermato che la Regione ha dato via ad uno studio di fattibilità del progetto, che mira a rivoluzionare la mobilità lombarda, andando a creare un vero e proprio sistema integrato al di fuori delle provincie di Milano e Monza, che punti a facilitare il viaggio dei cittadini.

Leggi anche: Tutti i mezzi di trasporto in Lombardia con un solo biglietto

# Un solo biglietto per tutti i mezzi e pagamento nelle zone transitate, come a Milano, tramite un’app dedicata

Mappa servizio ferroviario regionale 2024

Secondo Lucente sarà possibile viaggiare con ogni mezzo pubblico, tramite un unico biglietto, pagando in base alle zone in cui si transita, come accade già oggi a Milano. Tutto questo dovrebbe essere gestito tramite un’app che potrebbe includere tutti i servizi offerti dalle varie aziende di trasporto pubblico, ma non è stato specificato niente in merito.

# Entro il 2028 attesa l’entrata in funzione, ma resta il dubbio sulla navigazione dei bacini lombardi

trenord_discoverytrain IG

Non ci resta quindi che attendere il 2028, quando dovrebbe entrare in funzione il biglietto unico digitale, speranzosi che questo servizio permetta ai cittadini di utilizzare più facilmente e in modo più integrato il trasporto pubblico locale. Resta il dubbio sulla navigazione dei bacini lombardi, in quanto non sono di competenza regionale ma nazionale e già oggi non fanno parte del progetto “Io viaggio”. Questo potrebbe portare la perdita di un servizio significativo per gli abitanti delle zone lacustri che già vivono alcune difficoltà negli spostamenti.

Continua la lettura con: Un solo titolo di viaggio per tutti i mezzi di trasporto pubblici a Milano e in Lombardia: la proposta

SAMUELE GALBIATI

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Tram come metro: la «light rail» sarebbe utile per Milano?

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Ph. @filip.drapal IG

Una rete di metrotranvia o metropolitana leggera che viaggia in parte nel sottosuolo. Potrebbe essere una soluzione alternativa a future linee metropolitane o di supporto alle stesse per sopperire all’inefficienza di quelle di superficie?

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Tram come metro: la «light rail» sarebbe utile per Milano?

# La Metro di Porto, la rete di metrotram della seconda città portoghese 

Metro Porto

La prima linea, di quella che è chiamata Metro di Porto, è stata inaugurata alla fine del 2002. Da allora la seconda città del Portogallo, con una popolazione di circa 246 mila abitanti che arriva a 1,7 milioni contando l’area metropolitana, ne ha costruite 6 per un totale di 80 km di tracciati e altrettante fermate. Il percorso è stato sviluppato per la maggior parte convertendo binari ferroviari, circa 50 km, oltre a circa 20 km di nuova costruzione di cui 7 sotterranei nel centro città.

# Una rete a servizio anche dell’area metropolitana che utilizza tram a pianale ribassato

La rete serve sei comuni all’interno dell’area metropolitana e tutte le linee interscambiano tra di loro con un tratto comune di 9,8 km dove ne corrono 5, l’unica esclusa è la “D” perché si muove nella direttrice nord-sud invece che est-ovest.

 

 
 
 
 
 
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I mezzi utilizzati sono gli Eurotram di ADtranz, a pianale ribassato e simili a quelli in servizio a Milano ad esempio sulla linea 15 verso Rozzano. Alla rete di metrotram si affianca quella di tram tradizionali e storici composta da 3 linee e 14 km di tracciato.

# Sistemi simili sono diffusi in tutto il mondo, in Europa li troviamo ad esempio in Germania, Belgio e Spagna

instagelusiat IG – Stadtbahn Colonia

Sistemi simili, che di fatto sono metrotranvie, sono le Stadtbahn in Germania che si avvicinano al servizio di una metropolitana leggera. Tra queste la rete di Colonia, realizzata trasformando la vecchia rete tranviaria e con le tratte centrali interrate rendendole simili a una metropolitana. Esistono poi le reti di tram-treno, ibrido tra tram e treno sia per utilizzo di infrastruttura che di mezzi.

andreasoboe IG – Metro Ligero

In Belgio troviamo invece i servizi di pre-metro, a Bruxelles, Anversa e Charleroi, con l’utilizzo degli stessi tram operanti in superficie e con linee pensate per essere convertite successivamente in linee metropolitane tradizionali. Nella capitale belga infatti quasi tutto il tratto comune delle prime due linee metropolitane fu aperto inizialmente come “premetro” e poi convertito in due linee di metropolitana. Anche una delle reti più recenti di metropolitana leggera, quella di Madrid, ha diversi tratti e stazioni in sotterranea.

# A Milano il tram che si crede una metro

Credit combat tram YT – Tram 7 in sotterranea

Anche a Milano abbiamo un tram sotterraneo, anche se per un breve tratto. La linea 7 tra Via Beccaro e via Fieramosca viaggia nel sottosuolo, seppur non in profondità come una metropolitana, con anche una fermata, quella di Arcimboldi Ateneo Nuovo, a servire il vicino Teatro Arcimboldi e l’Università Bicocca. Il servizio è però quello classico tramviario e non di light rail o metropolitana leggera come appunto, tra gli altri, quello di Porto e che se implementato nella nostra città potrebbe migliorare il servizio di trasporto pubblico. Il tutto senza la necessità di fare scavi impattanti come quelli di una vera metropolitana e al tempo stesso garantire l’efficienza e la puntualità spesso assente nelle linee di superficie. La prima indiziata potrebbe essere la linea circolare 90-91?

Leggi anche: Il video del giorno: il TRAM di Milano che si crede una METRO

Continua la lettura con: I TRAM di Milano UNICI al MONDO

FABIO MARCOMIN

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«Avreste per caso notizia della pedonalizzazione del Cavalcavia Renato Serra…»

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Gentile redazione di MilanoCittàStato, 

 
vi ringrazio ancora infinitamente per l’articolo da voi fatto sulla Caserma Montello.
 
Sempre per quanto riguarda la zona di Via Arimondi, avreste per caso notizia della pedonalizzazione del Cavalcavia Renato Serra?
 
Era stato annunciato il bando per la trasformazione pedonale, ma ancora non ci sono notizie in merito.
 
Ancora infinite grazie, 
 
FRANCESCO OLIVERO
________________________________
 
Mi arriva questa missiva dalla redazione:
 
“Gentile Francesco, sulla pedonalizzazione del cavalcavia è scesa di nuovo la nebbia. La prima proposta di trasformarlo in una HighLine sul modello di New York è addirittura del 2017. Poi è stata rilanciata nel 2019. Dopo anni di oblio, l’idea è stata ripresentata dal Municipio 8 a ottobre del 2024 (Qui la proposta) e inserita nell’Atlante dei Quartieri dell’ultimo Pgt.
Il Comune si è detto d’accordo con la proposta, annunciando un bando per il 2025 di progettazione di fattibilità per far diventare la strada ad alto scorrimento sopraelevata in un parco lineare. L’assessore alla Rigenerazione Urbana Giancarlo Tancredi ha dichiarato a ottobre 2024 che «è un sogno che vogliamo diventi realtà, nel 2025 lanceremo il bando. Le infrastrutture che non svolgono più la funzione per cui sono nate, da problema facciamole diventare luoghi riqualificati per i milanesi e per i turisti.»
Quindi siamo in attesa del bando anche se i rumors interni a Palazzo Marino parlano di un nuovo colpo di freno sul progetto a causa della pioggia di critiche arrivate dai milanesi preoccupati per l’effetto sulla mobilità dell’area.”
 
 
 
IL POSTINO
 
Vuoi segnalare qualcosa, fare una domanda, sfogare la tua creatività o la tua disperazione? Manda una mail a info@milanocittastato.it (Oggetto: I fatti nostri). 

Continua la lettura con: «La metropolitana deve proseguire oltre Monza, almeno fino a…»

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