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Prolungamento M5 a Bresso e Cusano: è calato il sipario?

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Sbinamento M5 cinisello

Il prolungamento della linea lilla verso Monza sembra cosa certa. Ma non lo è per l’estensione destinata a servire i comuni di Bresso e Cusano Milanino: nel documento di MM sull’aggiornamento di fattibilità tecnica è stato dichiarato insostenibile economicamente. Da allora non si è mossa più foglia. Ecco come dovrebbe essere il prolungamento e l’infrastruttura alternativa più fattibile.

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Prolungamento M5 a Bresso e Cusano: è calato il sipario?

# Nel 2019 finanziata la seconda fase dello studio di fattibilità

Cinisello Balsamo

Nel 2019 la giunta del Comune di Cinisello Balsamo, a guida Giacomo Ghilardi, aveva approvato il finanziamento della seconda fase dello studio di fattibilità dello sbinamento della linea M5 da Bignami verso Bresso e Cusano Milanino. Un’opera che consentirebbe di aggiungere altre fermate della linea lilla nel territorio comunale, oltre alle quattro previste nell’estensione verso Monza, toccando diversi punti e quartieri della zona nord-ovest della città, tra cui Bellaria, Campo dei Fiori e Sant’Eusebio/Borgo Misto. Nonostante tutto sembrasse portare verso la realizzazione dell’opera, è arrivata la doccia fredda: l’analisi costi-benefici è insoddisfacente.

# MM ha bocciato il progetto

credit: discoradio.it

Lo stop al progetto, bisogna ancora capire se provvisorio o definitivo, è giunto nel 2022 attraverso un nota di MM: Non si procederà con lo sviluppo progettuale della predisposizione di un grande manufatto realizzato a cielo aperto a valle dell’asta di manovra di Bignami (attuale capolinea M5), che consentirebbe di non interrompere l’esercizio durante i lavori di allacciamento della linea esistente con quella da realizzare verso Bresso e Cusano Milanino“. 

Le motivazioni sono spiegate nel documento di MM sull’aggiornamento di fattibilità tecnica: l’analisi costi-benefici ha evidenziato un risultato insoddisfacente con un coefficiente di 0,51. Il rapporto minimo richiesto deve essere uguale o superiore a 1 altrimenti non viene garantita la sostenibilità dell’opera e pertanto l’intervento non è giustificato, nonostante fossero stati già messi a disposizione 15 milioni di euro per lo sbinamento. Su questo punto il Sindaco Ghilardi aveva sottolineato come inizialmente anche il prolungamento verso Monza non lo raggiungeva, ma la politica è riuscita poi a conduerre in porto il progetto.

# La metrotranvia come alternativa?

Credits Atm – Passeggeri alla stazione M5

Accanto alla richiesta rivolta al governo, da parte del primo cittadino di Cinisello Balsamo, di non accantonare il progetto perchè il tracciato andrebbe servire anche comuni non toccati dalla metro, l’opposizione in Consiglio Comunale ha chiesto di insistere sulla sulla metrotranvia in quanto complementare alla M5, così come già emerso dal progetto di fattibilità del 2019“. Solo in questo modo si sarebbe potuto alzare il coefficiente e fare lo sbinamento

# Il progetto di prolungamento: 5 fermate e 5,5 km di tracciato

Sbinamento M5 cinisello

Lo sbinamento della linea M5 alla fermata Bignani sarebbe propedeutico all’estensione della linea M5 di circa 5,5km dal Parco Nord a Cinisello Balsamo. L’ipotesi con più fermate ne prevedeva due a Bresso, una a Cusano Bresso, e due a Cinisello Balsamo. Per ora rimane tutto nel cassetto. 

Continua la lettura con: Il tram sostitutivo della metro

FABIO MARCOMIN

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Storie della Ghisolfa, il ponte più famoso ma meno amato di Milano

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topstreetart IG - Cavalcavia Bacula

Il ponte della Ghisolfa sorge in una zona residenziale della città di Milano e funge da importantissima arteria di collegamento del quadrante nord-occidentale del capoluogo lombardo. Sul suo asfalto e sotto le sue arcate, prendono vita alcune delle storie più originali di questa parte della città. Venite con me a conoscerle assieme.

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Storie della Ghisolfa, il ponte più famoso ma meno amato di Milano

# Cos’era la ghisolfa? Le origini del nome del ponte e del quartiere

Maps – Ghisolfa

Il ponte sorge in un quartiere nato come fulcro di giunzione fra le Ferrovie dello Stato (oggi Trenitalia) e le regionali Ferrovie Nord. Appartenente al Municipio 8 e in origine a prevalenza di caseggiati popolari, gli è stato dato il nome di Ghisolfa dal nome dell’antica cascina, e i suoi molti edifici con gli anni sono stati integrati in un piano regolatore che ha offerto ai milanesi la possibilità di acquistare immobili più prestigiosi, popolandosi così di piccoli e medi borghesi.

nicjiang IG – Via Mac Mahon

Alcuni lo chiamano ancora quartiere Mac Mahon, dal nome del vialone che di traverso al ponte conduce al ben più noto ponte Palizzi, che svolge la duplice funzione di porta di ingresso e rampa d’accesso al celebre quartiere di Quarto Oggiaro. Il toponimo che diede il nome alla cascina e poi alla zona deriva dall’antico longobardo Ghisulf. Da qui, il nome alla cascina, alla zona e al nostro caro ponte.

Leggi anche: Via Mac Mahon e le anime di Milano

# Il vero nome del cavalcavia

Maps – Cavalcavia Bacula

Il Cavalcavia Bacula, ovvero il suo nome originario di battesimo dal nome dell’aviatore della Grande Guerra Adriano Bacula, fu terminato nel 1941 e allargato alla forma attuale solo all’inizio degli anni ’90. Mentre risale agli anni ’60 il prolungamento lungo viale Monteceneri con la costruzione di una soprelevata a quattro corsie che arriva fino a piazzale Stuparich, a un tiro di schioppo da piazzale Lotto e dallo stadio Giuseppe Meazza di San Siro.

Ma quindi, a parte la cascina, come mai il ponte oggi non è chiamato col suo nome originale dai milanesi bensì con il suo più celebre nickname?

# Il circolo anarchico

xrenx_707 IG – Circolo Anarchico

La risposta è presto scritta: da queste parti prese vita, il primo maggio dell’anno più “rosso” che il ventesimo secolo abbia conosciuto un circolo di contraltare politico-sociale che vide fra i suoi più acerrimi agitatori il ferroviere (e partigiano) Giuseppe Pinelli. Sto parlando del circolo anarchico della Ghisolfa. Che esiste ancora oggi con sede in viale Monza, e che continua nell’opera di destabilizzazione del sistema in un progetto tanto caro al coraggioso e amatissimo Pinelli, la cui tragica ma per molti chiarissima fine nella notte fra il 15 i il 16 dicembre 1969 con il suo volo dalla finestra della Questura di Milano in via Fatebenefratelli è ancora oggi dibattito politico acceso.

# Due curiosità cinematografiche

Credits: liminarivista.it
set Rocco e i suoi fratelli

In chiusura, vi omaggio di una doppia pillola di curiosità cinematografica che, da buon cinefilo non potevo omettere. La prima è che il capolavoro neorealista del 1960 Rocco e i suoi fratelli, diretto da Luchino Visconti e interpretato fra gli altri da Claudia Cardinale e Alain Delon è stato ispirato al testo “Il Ponte della Ghisolfa” di Giovanni Testori.

Inoltre, nel 1971 avvenne un fatto a dir poco singolare e sconosciuto ai più.

Carlo Rambaldi, esperto di effetti speciali per il cinema e ideatore del manichino di E.T. l’extraterrestre di Steven Spielberg (1982) che divenne presto celebre in tutto il mondo, nel 1971 fu chiamato dalla magistrato incaricato di indagare su Pinelli a seguito della riapertura dell’istruttoria sulla morte dell’anarchico meneghino. Rambaldi ideò e costruì un modellino dalle sembianze umane da lasciar cadere dalla finestra della questura di Milano, con la stessa tecnica utilizzata per realizzare l’alieno più famoso del cinema e con l’obiettivo di dimostrare che Pinelli si sarebbe suicidato, e per questo fu attaccato da tutti gli anarchici d’Italia e non solo.

Continua la lettura con: L’ESPERIENZA della VENDEMMIA a un’ora da Milano

CARLO CHIODO

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Idee pazzesche per rendere Milano la meta del turismo mondiale ad Agosto

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Shareradio - Il mare in piazza Duomo

Il boom del turismo a Milano prosegue. Anche se c’è una parziale eccezionale: il mese di agosto. In passato il sindaco ha girato un breve video per invogliare i turisti a venire a Milano ad agosto suggerendo tre suoi luoghi del cuore: San Satiro, la Sala delle Asse e la Torre Branca. Secondo noi si dovrebbe osare di più. Tipo realizzare cose che solo ad agosto si possano ammirare. 

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Idee pazzesche per rendere Milano la meta del turismo mondiale ad Agosto

#1 Allagare Piazza Duomo: realizzare la più grandiosa piscina temporanea del mondo

I milanesi di un tempo osavano eccome. Ad esempio si allagava l’Arena per svolgere battaglie navali. In linea con quella tradizione si potrebbe trasformare piazza Duomo nella più grande piscina temporanea del mondo. In questo modo si potrebbe anche risolvere il problema delle ultime estati milanesi: la scarsità di piscine. 

#2 Super Music Festival

Ad agosto perfino San Siro risulta scarsamente frequentato. E allora perché non trasformare l’intera città in un palcoscenico concedendo tutte le location più esclusive del Comune gratis per concerti musicali?

#3 Ad agosto Milano in saldo

Credits: milanofashiontour.com

Mese dei saldi per qualunque categoria. Iva free per tutti, come in aeroporto.

#4 Cinema all’aperto ovunque

irene_orru IG – Cinema Troisi

Libertà di trasmettere per chiunque qualunque cosa senza pagare la Siae (la paga il Comune).

#5 Togliere i limiti di velocità sulla Tangenziali

La nuova Indianapolis, il Gran Premio di Milano di culto come la Cannonball americana. In fondo lo fanno già le autostrade tedesche. 

#6 Preferenziali libere per tutti

Rendering preferenziale 90-91

Per provare l’ebbrezza della casta.

#7 Car e bici gratis

Credits: bollettino.bici.milano.it

A spese del Comune che investe il caro biglietto.

#8 Occupazione di Palazzo Marino

ph. Affaritaliani – aula consiliare Palazzo Marino

Disponibile su Airbnb.

#9 Apertura navigli

Un colpo a sorpresa, solo per un mese. Richiamo turistico pazzesco. Con la città vuota si può fare, inondando le strade.

#10 Concerti pop alla Scala

Con le più grandi pop band del pianeta. Sarebbero tutte onorate a suonare a Milano per un’occasione unica.

#11 Notte bianca

Tutte le notti negozi aperti senza limiti. Con in cielo l’installazione della Luna.

#12 Black out per la notte San Lorenzo

Si batte il record di buio. Luce solo dalle stelle cadenti. Record di amore.

#13 Concerti heavy metal nel Duomo

Mötley Crüe e Def Leppard – Credits: Metal Italia

L’apocalisse.

#14 Notte delle insegne in piazza Duomo

Per monetizzare e finanziare tutte queste iniziative si rimettono le insegne in piazza del Duomo, solo per agosto.

#15 Togliere i limiti ai decibel

credits: paroleingiaccablu.wordpress.com

Tanto sono tutti in vacanza.

#16 Metropolitana 24 h

Un’ebbrezza irresistibile.

#17 Scalate free dei grattacieli

Credits: @andarterceiro
Grattacielo Liebian

Il mese dei climbers, con percorsi di trekking su passerelle a cento metri di altezza.

#18 Piscina Darsena con purificazione dell’acqua

benedizione delle barche
Nella foto: Simone Lunghi. Credits Andrea Cherchi

Un mese per nuotare nei navigli con acqua pura come su un atollo della Polinesia.

#19 Semafori tutti verdi

stuggiart IG – Semaforo amore

Sponsor Allianz.

#20 Ogni giorno estratto a sorte un turista straniero sindaco di Milano

credits: comuni_anci IG

Milano la città più internazionale al mondo.

Continua la lettura con: I 5 luoghi del paradiso per BAMBINI e RAGAZZINI nella Milano degli anni ‘70-‘80

MILANO CITTA’ STATO

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Estate: tempo di grigliate

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grigliata - pixabay

Le grigliate estive sono una tradizione amata in molte parti del mondo, un rituale che segna l’arrivo della bella stagione e riunisce amici e familiari attorno al fuoco e al cibo. Questa pratica, apparentemente semplice, ha radici profonde nella storia umana e risponde a una serie di esigenze sociali, culturali e pratiche. Esploriamo in dettaglio perché le grigliate sono così popolari durante l’estate.

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Estate: tempo di grigliate

# Il contatto con la natura

grigliata – pixabay

Una delle ragioni principali per cui le grigliate sono così apprezzate in estate è la possibilità di trascorrere del tempo all’aperto. Dopo mesi trascorsi al chiuso durante l’inverno, l’estate offre l’opportunità di riconnettersi con la natura. Cucinare e mangiare all’aperto godere del bel tempo, dell’aria fresca e del paesaggio circostante. Le grigliate spesso si svolgono in giardini, parchi o aree picnic, permettendo alle persone di immergersi nell’ambiente naturale. Questo contatto con la natura può avere effetti benefici sul benessere psicologico, riducendo lo stress e migliorando l’umore.

Le grigliate sono eventi sociali per eccellenza. Offrono un’opportunità perfetta per riunire amici e familiari in un’atmosfera rilassata e informale. Il processo di preparazione del cibo, la cottura sulla griglia e il pasto condiviso crea opportunità di interazione e conversazione. La natura collaborativa della grigliata, dove spesso le persone si dividono i compiti di preparazione, cottura e pulizia, favorisce un senso di comunità e condivisione. Questo aspetto sociale è particolarmente atteso in estate, quando le giornate più lunghe e il clima mite incoraggiano le persone a trascorrere più tempo insieme all’aperto.

# Effetti nostalgici e metodi di cottura

pixabay – Grigliata

Per molte persone, le grigliate estive evocano ricordi d’infanzia e tradizioni familiari. Questa associazione nostalgica contribuisce a rendere le grigliate un’attività carica di significato emotivo. La ripetizione annuale di questa tradizione può creare un senso di continuità e appartenenza. Il metodo di cottura alla griglia conferisce ai cibi un sapore unico e apprezzato. L’uso del fuoco diretto e del fu creare sapori e aromi che sono difficili da replicare con altri metodi di cottura. La caramellizzazione degli zuccheri e delle proteine sulla superficie del cibo crea quella caratteristica crosticina che molti trovano irresistibile.

Le grigliate offrono anche una grande varietà culinaria. Mentre la carne è spesso l’elemento centrale, è comune grigliare anche verdure, frutti di mare e persino frutta. Questa versatilità permette di soddisfare diverse preferenze alimentari e diete, rendendo le grigliate un’opzione inclusiva per gruppi diversificati. Le grigliate sono apprezzate per la loro semplicità e informalità. A differenza di pasti più formali, le grigliate permettono un approccio più rilassato alla preparazione e al consumo del cibo. Questo aspetto è particolarmente gradito durante l’estate, quando le persone tendono a preferire attività e ambienti più casual. L’informalità si estende anche all’abbigliamento e all’etichetta. Le grigliate sono occasioni in cui è accettabile vestirsi in modo comodo e casual, contribuendo a creare un’atmosfera rilassata e accogliente.

Le grigliate offrono un’opportunità unica di coinvolgimento diretto nella preparazione del cibo. A differenza della cucina tradizionale, che spesso si svolge in spazi chiusi e isolati, la grigliata permette a tutti di partecipare e osservare il processo di cottura. Questo aspetto partecipativo può essere particolarmente gratificante. Vedere il cibo cuocersi sulla griglia, sentirne gli aromi e partecipare attivamente alla sua preparazione può aumentare l’apprezzamento per il pasto e creare un senso di realizzazione.
Le grigliate sono estremamente flessibili in termini di dimensioni e complessità. Possono variare da semplici barbecue familiari a grandi eventi con decine di partecipanti. Questa adattabilità le rende adatte a diverse occasioni, dal pranzo informale tra amici alle celebrazioni più elaborate.

# Un evento versatile legato all’antichità

HaiBaron-pixabay – Grigliata

Inoltre, le grigliate possono essere organizzate in vari luoghi: giardini privati, parchi pubblici, spiagge o campeggi. Questa versatilità di location aumenta ulteriormente la loro popolarità come opzione per l’intrattenimento estivo. Le grigliate possono essere un modo economico per intrattenere grandi gruppi di persone. Spesso, i partecipanti contribuiscono portando piatti, bevande o ingredienti, distribuendo così il costo dell’evento. Inoltre, molti tagli di carne comunemente usati per le grigliate sono relativamente economici, specialmente se acquista quantità. Cucinare all’aperto su un fuoco può evocare un senso di avventura e un richiamo alle origini dell’umanità. L’uso del fuoco per cuocere il cibo è una delle pratiche più antiche dell’uomo.

Questo “ritorno alle origini” può essere particolarmente attraente in un’epoca in cui molte persone trascorrono gran parte del loro tempo in ambienti urbani e tecnologici. Le grigliate offrono un contrasto benvenuto alla vita moderna, permettendo di sperimentare un modo più elementare di preparare il cibo. 

# In conclusione

Le grigliate estive sono molto più di un semplice metodo di cottura. Sono un fenomeno culturale e sociale complesso che risponde a molteplici esigenze umano il piacere del cibo con la gioia della socializzazione all’aperto, offrendo un’esperienza che è al contempo primordiale e contemporanea. La popolarità delle grigliate in estate può essere attribuita alla loro capacità di soddisfare diversi desideri: il bisogno di connessione sociale, il desiderio di trascorrere tempo all’aperto, la ricerca di esperienze culinarie gratificanti, e il desiderio di rompere la routine quotidiana. Inoltre, le grigliate offrono un modo per celebrare la stagione estiva, creando ricordi duraturi e rafforzando legami sociali. In un’epoca in cui la tecnologia e la vita frenetica spesso dominano, le grigliate rappresentano un ritorno a una forma di intrattenimento più semplice e diretta. Offrono un momento per rallentare, godersi il presente, e apprezzare i piaceri fondamentali della vita: il buon cibo, la buona compagnia e la bellezza della natura.

In definitiva, le grigliate estive continuano a essere popolari perché rispondono a un desiderio profondamente radicato di connessione – con gli altri, con la natura, con il cibo che mangiamo, e con le tradizioni che ci definiscono. Sono un testimone della nostra capacità di trovare gioia e significato nelle esperienze condivise più semplici, un ricordo che, nonostante tutti i progressi della civiltà moderna, siamo ancora prof ai ritmi delle stagioni e al piacere primordiale di condividere un pasto all’aperto.

Continua la lettura con: L’estate a Milano è diventata ‘na cosa bella

MICHELE LAROTONDA

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Le 7 località con le più belle spiagge lombarde a poca distanza da Milano

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nicolo_santin IG - Baia di Piona

Non c’è il mare ok, ma la Lombardia è una terra ricca di grandi laghi e fiumi dove non mancano bellissime spiagge.

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Le 7 località con le più belle spiagge lombarde a poca distanza da Milano

#1 Lago di Garda, l’Isola di San Biagio raggiungibile anche a piedi

Credits francivezz IG – Isola di San Biagio

A pochi metri da Punta Belvedere, si trova un piccolo gioiellino a Malerba sul Garda, ovvero l’Isola di San Biagio ricca di prati fioriti e bellissimi cipressi. Quando le condizioni lo permettono, la si può raggiungere a piedi tramite una striscia di fondale che la collega alla terraferma. Qui si può prendere il sole o fare il bagno nelle acque cristalline del lago. 

#2 Lago Maggiore, la spiaggia come al mare

francescocolla1992 IG – Spiaggia La Noce

Sono numerose le spiagge affacciate sul Lago Maggiore. Bellissima quella di Angera, la spiaggia comunale della Noce, che deve il suo nome al gigantesco albero che si trova in loco. Più in là la spiaggia della Nocciola, accessibile tramite un sentiero piuttosto ripido, ma che ripaga la fatica con la sua natura selvaggia che domina incontrastata.

#3 Lago d’Idro, sport e acqua cristallina

baboh137 IG – Lago d’Idro

Meno noto rispetto agli altri laghi lombardi, è uno scrigno di bellezza anche grazie alle sue acque cristalline ai numerosi sport acquatici che si possono praticare qui. Situato in provincia di Brescia, questo lago è circondato da monti ricchi di boschi, natura incontaminata e un clima particolarmente fresco adatto ai numerosi sport che vi si svolgono.

#4 Lago d’Iseo, le spiagge perle del Sebino

nbonfa13 IG – La Spiaggetta Iseo

Sono numerose le spiagge attrezzate ma anche quelle libere che si possono trovare in queste zone, fra cui la piattaforma galleggiante di Paratico, la spiaggetta d’Iseo con noleggio di lettini e sdraio, il lido Sassabanek con parco giochi, area pic nic e barbecue.

#5 Lago di Como, la Baia di Pina paradiso dei sub

nicolo_santin IG – Baia di Piona

A pochi km da Colico, la Baia di Piona dispone di una piattaforma per l’ingresso subacqueo e una struttura più profonda destinata all’osservazione della fauna del lago. Sott’acqua si trovano altre attrazioni come la casa di Cousteau, ispirata, alla campana subacquea del celebre esploratore, il relitto del Comballo di Piona, ovvero una grande barca anticamente usata per il trasporto delle merci e infine i resti di una cava romana.

#6 Fiume Adda, un fiume di opportunità

Credits ciulia90rocker IG – Medolago

Nel lodigiano sta per iniziare una manifestazione organizzata dal Consorzio Navigare l’Adda: a fine luglio, le sponde del fiume si accenderanno con cene, pic nic e musica. Numerose le spiagge presenti in queste zone come quella di Medolago nella bergamasca, di Airuno, attrezzata con area pic nic, di Imbersago ricca di sentieri e aree verdi o infine quella alle porte di Lodi in località Due Acque.

#7 Ticino, il fiume del relax

Credits freeluc84 IG – Fiume Ticino

Noto per i suoi numerosi approdi, il Ticino è ricco di zone dove godersi una giornata di relax e di pace come nella spiaggia di Turbigo o di Castelletto di Cuggiono o quella di Lonate Pozzolo. Aree attrezzate con barbecue e tante spiagge dove prendere il sole o fare un bagno in tranquillità non troppo lontano da Milano. 

Continua la lettura con: Un paradiso “spectacular”: una delle spiagge più amate dai milanesi eletta tra le più belle d’Europa

ALESSANDRA GURRIERI

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La villa più costosa del mondo è in Italia: il suo prezzo “impossibile” (ma che nasconde un grande affare)

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Credits rachov IG - Villa Aurora

Una villa sfarzosa con giardino che nessuno riesce a comprare. Dove si trova e la cifra esagerata per acquistarla. E perché potrebbe essere un affare storico.

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La villa più costosa del mondo è in Italia: il suo prezzo “impossibile” (ma che nasconde un grande affare)

# La dimora cinquecentesca su una collina nel cuore della capitale. Dal valore esorbitante

Credits artsharingroma IG – Villa Aurora

Villa Aurora, posizionata su una collina nel cuore di Roma a pochi passi dalla famosa via Veneto e vicino all’iconica Piazza di Spagna, è la villa più costosa del mondo. Il suo nome originale per esteso è “Casino di Villa Boncompagni Ludovisi” ed è stata messa in vendita ad un prezzo stratosferico. Questa dimora cinquecentesca, un tempo residenza di caccia, è quello che rimane di un complesso di 30 ettari di proprietà della nobile famiglia italiana dei Ludovisi. Una storica famiglia che ha dato al Paese numerosi diplomatici, mecenati delle arti e persino un Papa. Scopriamo quanto costa e cosa giustifica la cifra da capogiro.

# Il capolavoro contenuto nella villa: il “camerino alchemico”, grandioso murale del Caravaggio 

Credits lollit_ IG – Affresco Caravaggio Villa Aurora

Oltre all’architettura dell’edificio e al contesto in cui è inserito, a determinare la proposta economica da record della villa è il valore dei tesori artistici ospitati al suo interno. In particolare, ospita un capolavoro: il “camerino alchemico”, il soffitto murale dipinto dal Caravaggio, unico di questo genere realizzato dall’artista, scoperto negli ’60. La scena rappresenta le tre divinità ispirate dalle fattezze dello stesso artista e rappresentanti i volti di Giove, Plutone e Nettuno. Le tre figure interagiscono attorno a un grande globo lunare, immerso in un nebuloso cielo notturno. 

# Le sole opere valgono almeno 310 milioni di euro

edoardofanfani IG – Guercino

A questo capolavoro si aggiunge la bellissima Aurora del Guercino del 1621, raffigurante l’Aurora che avanza sul carro spargendo fiori, mentre la Notte scompare davanti al nuovo Giorno. Il solo valore di queste opere d’arte è stato stimato in almeno 310 milioni di euro

# Deserta anche la sesta asta: quanto costa la villa che nessuno riesce a comprare

Credits rachov IG – Villa Aurora

Dopo la morte nel 2018 di Niccolò Boncompagni Ludovisi, ultimo erede della dinastia, la villa è entrata al centro di una disputa legale e deve essere venduta. Messa all’asta la prima volta al prezzo di 471 milioni di euro, non ha visto però nessun acquirente presentarsi per accaparrarsela. Anche la sesta asta, di aprile 2023, si è chiusa con un nulla di fatto nonostante la valutazione sia scesa sensibilmente, perché ancora decisamente fuori portata: 377 milioni di euro. A questo punto la strada scelta dal Tribunale è solo una: procedere con la vendita privata. Ma ad oggi risulta ancora un nulla di fatto. 

 

Continua la lettura con: La VILLA RESORT da 1.000 EURO all’ORA a pochi chilometri da Milano

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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La “piccola Petra” è in Toscana

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Credits annalisa.candi IG - Necropoli delle Grotte Populonia

Immersa in una delle aree archeologiche più importanti d’Italia questo piccolo gioiello dell’antichità ricorda la città di pietra della Giordania, uno dei luoghi più visitati al mondo. Ecco dove si trova e cosa c’è da vedere.

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La “piccola Petra” è in Toscana

# La “piccola Petra di Populonia”: un’antica necropoli etrusca che assomiglia alla città della Giordania scavata nella roccia

Credits annalisa.candi IG – Necropoli delle Grotte Populonia

Lungo l’itinerario degli Etruschi si trova quella che gli archeologi hanno chiamato “la piccola Petra di Populonia”, per la somiglianza con la cittadina di templi e tombe reali della Giordania.

Credits luca_delle_vedove IG – Resti Parco archeologico Populonia

Costruita sopra una vecchia cava di pietra arenaria, si tratta di una necropoli rupestre etrusca fondata tra IV e III secolo a.C. e raggiungibile percorrendo la Via delle Cave dopo  circa 30 minuti di camminata tra boschi della macchia mediterranea.

Leggi anche: Lame rosse: il CANYON delle Marche

# Fa parte di una delle aree archeologiche più importanti d’Italia

Credits luca_delle_vedove IG – Parco Populonia

Populunia si trova all’interno del Parco Archeologico di Baratti e Populonia, affacciato sul mare del Golfo di Baratti in Toscana, in provincia di Livorno, e un tempo era l’unica città costiera tra le dodici della Dodecapoli. Inserita in una delle aree archeologiche più importanti d’Italia, oltre alla necropoli è presente anche un’acropoli con capanne dei primi insediamenti etruschi e edifici, mosaici e templi della fase romana.

Credits michele.giuntoli IG – Acropoli Populonia

Tra i resti da vedere ci sono anche l’Edificio delle Logge, che è una grande struttura ad arcate su cui si apre una terrazza definita “monumentale”, una struttura termale risalente al I secolo a.C. incredibilmente intatta, un ninfeo e una grande domus.

# Uno dei borghi più belli d’Italia

Credits valentinagabaglio IG – Castello di Populonia

L’antica città di Populunia è anche uno dei Borghi più belli d’Italia, un borgo medievale circondato da imponenti mura che risalgono al Trecento. All’interno del Castello di Populonia sono presenti botteghe e ristoranti tipici.

 

Continua la lettura con: Alla scoperta della “PICCOLA FRANCIA”, il PARADISO della BOLLA a un’ora da Milano

FABIO MARCOMIN

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L’eredità archeologica di Milano da valorizzare: le torri imperiali nascoste da un muro

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Ph. claudiagiuliaantonia IG

Che a Milano da tempo immemore si tenda a trascurare il suo patrimonio storico artistico è cosa risaputa. Dalla demolizione del Bottonuto, alla copertura dei Navigli, dalla rimozione delle pavimentazioni storiche alla cancellazione di qualsivoglia preziosa testimonianza del suo passato, i piani urbanistici delle nostre amministrazioni sono state rivolte al profitto e quasi mai alla salvaguardia. Eppure si potrebbe fare molto per rendere più bella Milano. Partendo proprio dalla memoria storica. 

L’eredità archeologica di Milano da valorizzare: le torri imperiali nascoste da un muro

# Il brutto muro che tiene nascoste le due splendide torre imperiali

Fatta la debita premessa ci preme però sottolineare che ancora tanto è rimasto da salvaguardare e andrebbe valorizzato in ben altro modo. Diverse città cercano di promuovere qualunque cosa seppure di valore inconsistente (dai drappi spacciati per sacri al finto sangue o a musei di statue di cera).

A Milano no, ci si compiace di distruggere o di nascondere. La romana Mediolanum ci ha lasciato un’eredità che molti nemmeno lo sanno: due splendide torri di età imperiale facenti parte dell’imponente circo dell’epoca. Purtroppo sono ben celate da un muro squallido e imbrattato.

Ma possibile che non si possa fare di meglio? Troppa fatica abbattere il muro che nasconde un tesoro simile, illuminarle di notte e creare un bel giardino ben curato?!

Non facciamoci troppe illusioni però … ci sono altre “priorità”…

ANDREA URBANO

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I tesori nascosti del “quartiere dei banditi” di Milano

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Annesso al Comune di Milano nel 1873, Morivione è un quartiere tra i più antichi della città, anche se ancora oggi non è da tutti conosciuto. È situato nella zona sud di Milano, lungo la riva del torrente della Vettabbia, all’imbocco della via dei Fontanili e via Verro ed è racchiuso tra la circonvallazione 90-91 (viale Tibaldi, Liguria, Cassala ecc.) e la linea 95 (Cermenate, Antonini, Quaranta).

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I tesori nascosti del “quartiere dei banditi” di Milano

Un tempo affiancato da quartieri malfamati, Morivione negli ultimi anni ha iniziato una riconversione in zona residenziale alternativa, presentando architetture abbastanza variegate. Rimane tuttavia un rione alla ricerca di una maggiore identità cittadina.

# Le origini del nome: Qui morì Vione!

Il quartiere ha una tradizione e una storia molto antiche ed il suo nome è legato ad una leggenda. Durante gli anni di Luchino Visconti, Signore di Milano dal 1339 al 1349, il borgo era disseminato di briganti, capeggiati dal feroce e sanguinario Vione Squilletti (detto così perché urlava in maniera assordante al momento dell’attacco ai nemici), che seminavano il panico tra la popolazione.

Alla vigilia della festività di San Giorgio, stanchi delle azioni dei banditi, i milanesi si recarono dal loro signore chiedendogli di liberarli dalle angherie e dalle scorribande dei briganti. Il Signore decise di intervenire e il 24 aprile 1339, Vione venne catturato e ucciso (alcuni dicono fu trafitto dalle lance, altri che fu impiccato). Per onorare la vittoria, su un muro del quartiere venne dipinta l’immagine di San Giorgio che ammazza il drago, con la scritta: “Qui Morì Vione” (ed ecco la derivazione del nome).

Come testimonianza dell’avvenimento, ogni anno effettivamente i milanesi il 23 aprile erano soliti recarsi in questo borgo (tradizione andata avanti sino agli anni ’50), per festeggiare San Giorgio con la “panerada”, bevendo latte fresco appena munto, “panera” appunto (cioè panna), servita in tazze di maiolica, e mangiando il “pan de mèj dolz”, ossia il pane di farina di miglio e fior di sambuco. Da quel giorno, San Giorgio, oltre che protettore dei Cavalieri, divenne anche santo patrono dei lattai.

quartiere morivione
Oratorio della Sacra Famiglia di Morivione, XV sec.

# Il glicine di Leonardo

Una variante meno accreditata della storia, racconta che il brigante si chiamasse Alessandro Vione e che fosse un ex soldato al servizio dei Signori Sforza, trasformatosi poi in malvivente. Una volta catturato, Vione venne pugnalato dalle guardie ai piedi di un glicine secolare. All’ombra della stessa pianta sembra, peraltro, che Leonardo Da Vinci avrebbe elaborato il progetto della Conca Fallata e dei navigli per Ludovico il Moro.

quartiere morivione

quartiere morivione

# La cappella intitolata ai “prodi di Morivione”

A poca distanza da questo luogo, ci sono la via dei Fontanili e la via Corrado il Salico, costeggiate dalla roggia della Vettabbia, che conservano ancora tracce dell’antico Comune di Morivione, tra cui una graziosa cappella dedicata ai caduti della Prima Guerra Mondiale e intitolata “AI PRODI DI MORIVIONE”. Ai lati della cappella si trovano due lapidi dove sono riportati grado, nome, cognome, e fotografia, dei soldati originari del borgo e morti in guerra. La cappella, che fu di proprietà dei Conti Greppi, ha due colonne con capitello, su cui poggia un arco; questo è a sua volta sormontato da un timpano che regge una croce. All’interno si trova una statua raffigurante la Vergine con Bambino, San Giuseppe, la Colomba e, in alto, il Padreterno tra gli Angeli. La cappella è stata restaurata nel 2011, anche grazie al contributo degli abitanti del borgo.

quartiere morivione

quartiere morivione
Civico n 4

# Il palazzo di via Fontanili 4

Percorrendo via dei Fontanili, il manto stradale si restringe, e gli edifici appaiono decisamente più antichi di quelli circostanti. In particolare, per quanto riguarda quelli ad uso civile, sulla destra si fa notare il civico 4, con portone ad arco nel cortile, androne con travi in legno (una delle quali visibile sulla facciata stradale) ed una piccola bottega con infissi in legno antico, tra cui una trave al di sopra dalla porta e della piccola vetrina.

Continua la lettura con: 10 motivi per amare Affori

VALENTINA PETRACCA

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La Torre dell’acqua all’ex Falck: diventerà una fontana panoramica su Milano

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Torre dell'acqua

La trasformazione delle ex-aree industriali Falck a Sesto San Giovanni ha una grande protagonista: la torre dell’acqua. Sarà convertita in una scenografica fontana panoramica. Scopriamo i dettagli del progetto.

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La Torre dell’acqua all’ex Falck: diventerà una fontana panoramica su Milano

# MilanoSesto, il più grande progetto di rigenerazione urbana in Italia, sta iniziando a prendere forma

Ufficio stampa – Nuova stazione

I primi tasselli di MilanoSesto si stanno iniziando a vedere, con la realizzazione della nuova stazione con passerella trasparente a firma Renzo Piano. Il 20 luglio è stato abbattuto il vecchio edificio e ora è possibile procedere con il completamento della nuova struttura che dovrebbe terminare entro dicembre 2025.

Masterplan MilanoSesto

Il quartiere nascente alle porte di Milano rappresenterà il più grande progetto di rigenerazione urbana in Italia e uno dei maggiori in Europa, con un focus particolare sulla cura e la ricerca: a metà luglio sono partiti i cantieri per l’IRCSS “Città della Ricerca e della Salute” 

Antonio Lamiranda Fb – Cantiere IRCSS CITTÀ DELLA RICERCA E SALUTE.

Su un’area di 1,5 milioni di mq, dove sorgevano le acciaierie Falck a Sesto San Giovanni, il masterplan curato da Foster + Partners, rivisto dopo l’acquisizione del 90% delle aree del progetto da parte di Redo e Coima, include: quartieri residenziali, un centro commerciale all’interno degli edifici riqualificati delle ex-acciaierie, spazi direzionali e alberghieri, nuove piazze e aree pubbliche, oltre a 45 ettari di verde e alla stazione ferroviaria in costruzione integrata con la linea M1. Uno degli elementi più scenografici sarà una spettacolare fontana panoramica.

 

Leggi anche: MilanoSesto 3.0: le immagini della RIVOLUZIONE dell’area nord di Milano (Render Grafici)

# La torre dell’acqua diventa una scenografica fontana panoramica

Credits sestonotizie.it – Torre piezometrica

La Torre dell’Acqua, situata nel complesso delle acciaierie Falck, fungeva da serbatoio per le varie fasi di produzione dell’acciaio. Visibile da Viale Italia, questa struttura sarà trasformata, nel progetto di riqualificazione di MilanoSesto, in una “fontana panoramica”.

Le pareti esterne saranno adornate da una cascata d’acqua verticale, mentre sulla sommità sarà costruito un osservatorio con vetrate, offrendo una vista panoramica a 360 gradi. Alla base della torre sorgerà la piazza Torre dell’Acqua, una delle cinque nuove piazze che saranno collegate tra loro, insieme a Stazione, Omec, T3 e T5.

Continua la lettura con: Torre faro: il grattacielo che darà luce a Milano Sud (video)

FABIO MARCOMIN

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Questo tratto della Milano-Meda sarà interrato?

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Tratto interramento Milano-Meda

Consentirebbe di collegare nuovamente le due aree del territorio comunale che oggi sono separate dalla superstrada. A un anno di distanza dall’approvazione arriva anche l’appoggio da parte del Parco Nord Milano. Ecco cosa prevede lo studio e quali saranno i benefici per cittadini e automobilisti.

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Questo tratto della Milano-Meda sarà interrato?

# Il via libera allo studio di prefattibiltà per interrare la superstrada a Cormano

Tratto interramento Milano-Meda

A luglio 2023 la giunta comunale di Cormano ha dato il via libera allo studio di prefattibilità tecnico-economica per la copertura di un tratto di superstrada lungo circa 7-800 metri, situato tra il ponte di via Gramsci e quello di via Filzi, l’unico tratto in trincea della Milano-Meda. Da quando l’amministrazione è in dialogo con la Città metropolitana di Milano per cercare di ottenere i finanziamenti necessari attraverso i fondi del PNRR sono trascorsi ormai due anni, ma ad oggi non ci sono novità salvo l’appoggio da parte di un altro ente dell’area interessata dall’intervento.

# L’endorsement di Marzio Marzorati, Presidente del Parco Nord Milano

Mappa Parco Nord Milano
In attesa che il percorso per realizzare il progetto vada in porto è arrivato l’endorsement di Marzio Marzorati, Presidente del Parco Nord Milano. Queste le sue parole all’inizio del 2024, come riportato da Il Giorno: “Io sono un sostenitore totale di questo progetto, perché realizzarlo vuol dire creare un’infrastruttura capace di connettere la città. In questi anni c’è sempre stata una visione fortemente condivisa nel voler ampliare il patrimonio verde e nel portare avanti interventi che parlino di sostenibilità ambientale”. 
 
Ma cosa si prevede nel dettaglio?

# Aumento da due a tre corsie e una grande area verde in superficie con piste ciclabile

Credits d4ly3 IG – Milano-Meda

L’intervento consisterebbe nella costruzione della galleria capace di unire le due aree del territorio comunale attualmente separate, incanalando il traffico veicolare nel tratto sotterraneo e aggiungendo una corsia per ogni direzione. In questo modo la Milano-Meda passerebbe a tre corsie più quella di emergenza, con vantaggi per gli automobilisti. In superficie prevista la creazione di una grande aree verde, fruibile dai cittadini, con piste ciclabili, garantendo percorsi di mobilità alternativa per recarsi al lavoro o a scuola.

# Stimato un investimento dei 95 milioni di euro

Le ultime stime indicano un investimento di 95 milioni di euro. I prossimi passi prevedono la realizzazione dello studio di fattibilità e in caso di approvazione l’elaborazione del progetto esecutivo, per procedere poi alla richiesta delle risorse necessarie all’interramento.

# Un’altra tratta della Milano-Meda diventerà a pagamento

Tratta B2 Pedemontana Lombarda

Se per questa tratta “milanese” si sta lavorando per migliorare il territorio a beneficio dei cittadini, un’altra tratta nella provincia di Monza, da Lentate a Bovisio Masciago, diventerà un salasso percorrerla per i pendolari. Stiamo parlando di 9,5 km di tracciato destinati a essere trasformati da superstrada a parte di un’autostrada, la Pedemontana Lombarda, con gallerie artificiali e viadotti. 

Le proteste dei residenti e dei sindaci dei comuni interessati (Cesano Maderno, Bovisio Masciago, Seveso, Barlassina, Lentate sul Seveso e Meda) non si sono fatte attendere, dato che la strada da gratuita dovrebbe costare agli utenti tra i 4 e i 6 euro al giorno, vale a dire in media tra gli 80 e i 120 euro al mese considerando solo i giorni lavorativi. Tutti richiedono un’esenzione o almeno una riduzione delle delle tariffe per i residenti. Sono partiti da poco i lavori preliminari, mentre il cantiere dovrebbe durare circa 3 anni.

Leggi anche: La Milano Meda diventa a pagamento: queste le modifiche e le date dei lavori

Continua la lettura con: L’autostrada automatizzata con nastri trasportatori: la rivoluzione per il traffico merci

FABIO MARCOMIN

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La storica funicolare Liberty prende il volo con ATM

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comunedivarese IG - Funicolare Sacro Monte

Ormai da un anno è ritornata in funzione: la storica funicolare liberty che conduce fino al borgo patrimonio dell’Unesco in provincia di Varese. A gestirla anche l’Azienda Trasporti Milanesi, che a breve dovrebbe riattivarne un’altra.

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La storica funicolare Liberty prende il volo con ATM

# Riqualificata per raggiungere il Sacro Monte di Varese, patrimonio Unesco

Credits: @malpensa24.it
Sacro Monte di Varese

Da agosto 2023 la storica funicolare liberty è ritornata in funzione sotto la gestione di ATM, l’Azienda Trasporti Milanese, insieme ad AVT Varese. Inaugurata nel 1909, chiusa nel 1953 e poi ricostruita e riaperta nel 2000, è stata rimessa a nuovo in seguito all’intervento di manutenzione ventennale. La linea collega la valle del Vellone con il borgo di Santa Maria del Monte di Varese, fino alle pendici del Parco dei Fiori, inserito nell’elenco dei siti patrimoni dell’Unesco.

È uno dei 9 sacri monti prealpini che si trovano nel nord Italia, distribuiti tra Lombardia e Piemonte: una volta arrivati in cima si può ammirare all’orizzonte la Pianura Padana e le montagne lombarde fino a quelle della bergamasca e della Valtellina. La gestione congiunta tra le due società di trasporto locale di Varese e Milano consente di inserire “l’impianto a fune varesino in un contesto territoriale ben più ampio favorendone la promozione turistica”, come spiegato dal Sindaco Davide Galimberti.

Leggi anche: I PANORAMI più belli a UN’ORA da Milano

# L’obiettivo del progetto: il pieno sviluppo delle potenzialità turistiche dei territori 

Credits fanfy3.0 IG – Monteviasco

La ripresa del servizio e la collaborazione tra diverse aree e compagnie di trasporto fanno parte di un progetto più ampio per valorizzare al massimo le potenzialità turistiche delle regioni coinvolte. 

# Arrivato il nulla osta per la riattivazione della funicolare di Pigra, a gestirla sarà anche in questo caso ATM

nuovacml IG – Funivia Pigra Argegno

Sarebbe dovuta ripartire entro l’estate del 2023, poi dopo la procedura per la raccolta di manifestazioni d’interesse avvenuta nell’ottobre 2023 con ATM impegnata nella riattivazione, i primi viaggi erano in programma per il 15 giugno 2024. Il servizio sarebbe dovuto partire con tre giorni alla settimana, dal venerdì alla domenica, per poi provare a ripristinare in modo regolare. Quanto tutto sembrava indirizzato verso un ulteriore lungo stop, mercoledì 24 luglio è arrivato l’annuncio del nulla osta in un post facebook di Alessandro Fermi, Assessore regionale all’Università, Ricerca e Innovazione: “Ottime notizie per la Funivia Di Pigra: è infatti giunto il via libera per la riapertura da parte dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie e delle Infrastrutture Stradali e Autostradali.”  

nuovacml – Funivia Pigra

Ferma dal 2022, per carenza di personale e problemi di salute del caposervizio Carlo Samonini, la funicolare che portava dal lago di Como da Argegno a Pigra dovrebbe quindi tornare in funzione a breve. Composta da due cabine da 12 posti, viene considerata la più ripida d’Italia viste le sue pendenze tra il 71% e il 95%. Permetteva di raggiungere in solo 4 minuti, superando un dislivello di 648 metri, il più bel terrazzo nelle prealpi Comasche

Leggi anche: ATM riapre la storica funivia sul lago di Como, la “più ripida d’Italia”

# Le altre funicolari chiuse o abbandonate

https://www.varesenoi.it/2019/12/18/leggi-notizia/argomenti/territorio/articolo/curiglia-con-monteviasco-ci-cono-i-fondi-per-far-ripartire-la-funivia.html

Tra le strutture lombarde coinvolte nel progetto di promozione turistica c’è anche la funivia che collega Curiglia alla frazione di Monteviasco, ferma dal novembre 2018 a causa di un incidente fatale del suo manutentore storico. Dopo la seconda riunione nella Prefettura di Varese tenutasi il 5 luglio 2024, con la presenza dei referenti dei territori interessati all’infrastruttura, si sono ipotizzati i tempi di ripristino: conclusi i lavori di adeguamento rimane ora da formare il personale, a cui dovranno seguire 60 giorni di pre-esercizio prima della probabile riattivazione in autunno.

Funicolare Lanzo

Tra le funicolari abbandonate c’è invece quella liberty che collegava Lanzo d’Intelvi con Santa Margherita. Costruita nei primi del ‘900 e rimasta operativa fino al 1977 prima di essere abbandonata. In 18 minuti colmava un dislivello di circa 600 metri dalla riva del lago sottostante al bellissimo belvedere di Lanzo da cui ammirare un magnifico panorama sul lago di Lugano. Basterebbero 10 milioni di euro per il ripristino, in base alle stime elaborate dal Comitato che promuove la sua riattivazione, ma ad oggi non è stato presentato nessun progetto.

Leggi anche: Le SLIDING DOORS delle FUNICOLARI: SUPERSTAR in Svizzera, ABBANDONATE in Lombardia

Continua la lettura con: La funicolare in galleria per unire Italia e Canton Ticino: manca solo il sì di Roma

FABIO MARCOMIN

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Prima di Decathlon a Cairoli: quando questo palazzo era il luogo più amato dai milanesi

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Una storia che pochi conoscono. Dove oggi c’è Decathlon, un secolo fa non si compravano costumi, tute o attrezzi per tenersi in forma. Ma si andava per fare tutt’altro, qualcosa di molto amato dai milanesi. 

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Prima di Decathlon a Cairoli: quando questo palazzo era il luogo più amato dai milanesi

# Il primo teatro sotterraneo della città 

Maps – Decathlon Milano

Prima di tute, magliette costumi e attrezzi per fare sport, oggi venduti dalla Decathlon, gli spazi dei locali sottoterra in Largo Cairoli 2 ospitavano dell’altro, anche se le attività sportive c’entrano in qualche modo. Ma facciamo un passo alla volta. L’edificio fu progettato dall’architetto Giuseppe Pirovan, come il  “fratello maggiore” sul lato opposto dell’attuale piazza, con una particolarità: ospitare il primo teatro sotterraneo della città. Che divenne presto uno dei luoghi più amati e frequentati dai milanesi.

# Il mitico Olympia, con fachiri, digiunatori in casse di vetro, mangiafuoco) e le prime biciclette

milanovarieta.it – Olimpia

Aperto nel 1899 con il nome di Olympia, poi successivamente Olimpia, aveva una sala da 1000 posti, con tavolini e sedie in stile caffè-concerto. Il nome, ed è qui chi si ricollega allo sport, derivava dalle attività sportive tenute al suo interno: «una sorta di fiera coperta, baracconi di attrazioni (fachiri, digiunatori in casse di vetro, mangiafuoco e altri tipi del genere) e le prime biciclette».

# Fino agli anni Sessanta era il palco dei più grandi attori dell’epoca

milanovarieta.it – Locandina Broadway

La scelta di realizzare il teatro fu voluta dalla società Suvini – Zerboni, tra le più attive a Milano all’epoca, per massimizzare l’investimento immobiliare, ma la prima versione irregolare e con quattro colonne ad ostacolare le vista non è era ottimale. Negli anni successivi seguirono quindi alcune modifiche prima con una normale platea con poltrone e poi con l’eliminazione delle colonne. Andavano per la maggiore gli spettacoli di intrattenimento leggero, il varietà e la rivista, ma non mancava la prosa, tra cui due prime pirandelliane. 

Sul palco si esibirono alcuni dei più grandi attori italiani: Vittorio de Sica, Gino Cervi, Raimondo Vianello, Alberto Sordi, Franca Rame, Gino Bramieri, Piero Mazzarella e Alighiero Noschese. Ribattezzato Olimpia Music Hall per rilanciarlo nel 1960, chiuse definitivamente i battenti quattro anni dopo. Ma la sua storia non finisce qua. 

# Il collegamento con l’edificio gemello dove si pattinava

milanovarieta.it – Teatro Eden

Le serate non finivano però all’Olympia. Spesso si camminava infatti attraverso un tunnel sotterraneo collegato all’edificio gemello, di cui abbiamo parlato nel primo paragrafo, che al piano terra ospitava un teatro più grande dal nome Eden aperto qualche anno prima. Nel suo seminterrato c’era una grande sala con pavimento in legno dove i milanesi si ritrovavano per pattinare.

Fonte: milanovarieta 

Continua la lettura con: Il giardino romantico e segreto di via Saffi

FABIO MARCOMIN

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Come sarà Milano nel 2050: dieci trasformazioni che la renderanno una città ancora più straordinaria

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Progetto senza titolo - 1

Milano è tra le realtà maggiormente impegnate del pianeta a progettare il proprio futuro.

Andiamo quindi a vedere quali sono gli obiettivi da raggiungere che più di tutti forgeranno la nostra città da qui a meno di trent’anni.

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Come sarà Milano nel 2050: dieci trasformazioni che la renderanno una città ancora più straordinaria

milano futuro

#1 Sarà una delle leader di C40 Cities, il network di metropoli che si è promesso di appoggiare coraggiose politiche a favore di ambiente e sostenibilità.  Milano è già entrata nel comitato direttivo insieme a Amman, Boston, Città del Messico, Copenaghen, Durban, Hong Kong, Jakarta, Londra, Los Angeles, Parigi, Seoul e Tokyo: abbiamo trent’anni per passare ai fatti ed essere un esempio per tutti.

Doria, Mercato Gorla, lo Scalo di Greco Breda, la Scuderia De Montel e Serio sono i siti individuati e messi a disposizione di architetti, operatori, esperti ambientali, comunità di quartiere, artisti per far sì che portino avanti una rigenerazione urbana resiliente e a zero emissioni.

milano futuro

#2 Di pari passo con C40, una delle novità più tangibili sarà la presenza dell’agricoltura in città, tramite grattacieli e muri agricoli che fungeranno anche da regolatori del microclima.

Il Parco Agricolo Sud verrà salvato e rilanciato con questi mezzi. Così avremo il chilometro zero anche a Milano.

milano futuro

#3 La Circle Line percorrerà la cintura di Milano collegando San Cristoforo, Lambrate, Villapizzone e l’hub di Garibaldi.

Dopo la metropolitana M4 che ha collegato San Babila a Linate in soli 15 minuti,e trasporterà 86 milioni di passeggeri annui, verrà inaugurata anche la M6, togliendo dalle strade 30 milioni di passaggi auto, riducendo le emissioni inquinanti del 5% almeno, solamente con questa azione.

L’underground meneghina, completamente automatizzata, funzionerà 24 ore su 24, come si confà ad una realtà che dialoga col mondo.

milano futuro

#4 L’estremo est della città sarà trasformato, a partire da Segrate che diventerà un grandioso hub tra metro e treni ad alta velocità..

L’Idroscalo verrà implementato per diventare una cittadella dello sport di livello mondiale.

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#5 Nei prossimi decenni l’importanza della ricerca scientifica come base della nostra civiltà diverrà ancora più visibile: nell’ex area Falck di Sesto San Giovanni sorgerà la Città della Salute, grazie al trasferimento in loco dell’Istituto Neurologico Carlo Besta e della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori.

Inoltre, nella rinata San Cristoforo, nuovo nodo d’interscambio ferroviario con la città metropolitana, ci sarà un polo ospedaliero da 500 milioni di euro figlio della fusione tra gli ospedali San Carlo e San Paolo.

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#6 Il nostro fiore all’occhiello sarà però lo Human Technopole, nuovo fulcro del life science sorto su 1.1 milioni di metri quadrati in Arexpo, che prenderà il nome di MIND (Milano INnovation District) .

La sua missione è di migliorare la qualità della vita attraverso un approccio globale alla salute e all’invecchiamento, promuovendo la prevenzione delle malattie e contrastando il cancro e le malattie neurodegenerative con approcci personalizzati, beneficiando di tutte le tecniche e degli studi più all’avanguardia sul genoma umano.

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#7 La sharing mobility raggiungerà il suo apice, anche grazie alla diffusione di auto a guida autonoma che avranno ormai superato gli attuali anni di sperimentazione e crisi d’identità.

Pure l’elettrico andrà oltre il presente flop: già molte metropoli si sono poste l’obiettivo di un futuro 100% elettrico e Milano non potrà essere da meno.

Le biciclette saranno trasformate nell’essere (andranno a energia solare o con motori ibridi alimentati dall’elettricità e dal nostro pedalare), non nella sostanza, anzi seguiranno l’attuale trend di crescita nell’utilizzo, che va di pari passo con l’aumentare della sensibilità ambientale.

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#8 Elon Musk ci avrà conquistati con The Boring Company, la sua azienda di ingegneria geotecnica che provvederà a spostare tutto il traffico automobilistico in tunnel sotterranei appositamente costruiti.

Sopra, le tangenziali congestionate saranno un ricordo e il Parco Orbitale potrà così finalmente congiungere Parco Agricolo, Parco Nord, Parco Lambro, Forlanini e Trenno raggiungendo un’estensione insperata.

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#9 Milano, oltre ad essere finalmente diventato un hub aeroportuale degno di questo nome, sfruttando la sua centralità nella ricerca scientifica e la sua vicinanza ad alcuni tra i laghi, i monti e i mari più belli del mondo, sarà anche la vetrina per una delle caratteristiche essenziali dell’italica nazione: la sua storia millenaria (e la cultura da essa originata).

Per questo ci sarà la Grande Brera, che diffonderà su tutta l’area cittadina degli hotspots che racconteranno tutte le arti e le tradizioni che hanno forgiato la nostra identità.

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#10 Saremo finalmente una città-stato, per poter guidare e gestire al meglio ognuno di questi processi che ci porteranno ad essere protagonisti nel mondo e punto di riferimento per tutta Italia.

Continua la lettura con: Milano – Berlino col Frecciarossa? Da quando sarà possibile e quanto ci metteremo

HARI DE MIRANDA

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La prospettiva del Bramante: la geniale illusione ottica nel centro di Milano

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credits: @annamariatrevale IG

In un corto vicolo cieco stretto tra due palazzi ai lati di via Torino (il cuore di Milano) si trova una chiesa parrocchiale edificata alla fine del Quattrocento: la Chiesa di Santa Maria presso San Satiro, la quale, come anticipato, custodisce un’attrazione unica al mondo.

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La prospettiva del Bramante: la geniale illusione ottica nel centro di Milano

# Una chiesa piuttosto insolita nel cuore di Milano

credits: @milanodavedere IG

La Chiesa, di epoca medievale, costituisce una delle attrazioni milanesi più insolite. Il corpo principale è suddiviso in tre navate, di cui le laterali più strette della centrale, mentre sopra l’incrocio delle navate si apre una cupola decorata in azzurro e oro e illuminata grazie a un lanternino, il tutto decorato con dipinti e busti in dei profeti in terracotta.

La facciata in stile neorinascimentale, con la sezione centrale suddivisa in due fasce orizzontali sovrapposte da un cornicione, il rosone e la torre campanaria del IX secolo in stile romanico destano indubbiamente molto stupore alla vista. Ma è varcando la soglia che è possibile ammirare dietro l’altare il grande spazio formato da un’abside regolare, spazio verso il quale, procedendo quasi a toccare con mano si realizza che non si può passare: perché fra i due muri c’è poco meno di un metro di larghezza. E qui casca l’asino.

# L’illusione dell’abside per aggirare i limiti

credits: @annamariatrevale IG

L’abside è in realtà un’illusione ottica, una prospettiva illusoria opera della mente ingegnosa del marchigiano Donato di Angelo di Pascuccio detto “Il Bramante” (1444-1514) ovvero uno dei più grandi architetti italiani, famoso per le innovazioni stilistiche dell’epoca in cui visse e per le grandi opere realizzate soprattutto a Milano.

Reinventando il ridotto volume interno della chiesa, il Bramante creò la finta abside che misura novantasette centimetri invece degli originari nove metri e settanta previsti nel progetto iniziale. Fu così che quello che nacque come un impedimento alla diocesi, che non possedeva i permessi per costruire una chiesa di più ampie dimensioni, si è evoluto poi in un graditissimo e inaspettato trionfo architettonico, guadagnandosi in breve lo status di capolavoro artistico.

L’illusione perfetta e la finta fuga prospettica di San Satiro sono considerate le capostipiti di tutti gli esempi che vennero successivamente realizzati.

# Forse l’abside non è di Bramante

credits: @brittnygf IG

C’è però un piccolo dubbio che getta ombre sulla paternità dell’opera. Sembra, infatti, che la complessa successione dei lavori (in parte ancora da chiarire) e i documenti sinora reperiti non comprovino definitivamente che l’abside prospettica sia da assegnare a Bramante. L’attribuzione è stata assegnata dalla letteratura artistica, sebbene dal 1486, a Giovanni Antonio Amadeo, collega e contemporaneo del Bramante, è ritenuto essere per alcuni il fautore dell’intero progetto.

La verità, come per molte opere del passato, non la saprà probabilmente mai nessuno, ma quel che è certo è che San Satiro è solo una delle tante piccole grandi sorprese del capoluogo meneghino che val ben la pena di visitare.

Continua a leggere con: La CHIESA a PIRAMIDE: la più strana di MILANO

CARLO CHIODO

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La Ca’ Brutta: il palazzo che non piaceva ai milanesi ma che ha segnato un’epoca

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Credits: @attangelox IG - Ca' Brutta

Cà Brutta sovrasta arzilla la Via Moscova da 100 anni. Ma perché questo nome così poco edificante?

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La Ca’ Brutta: il palazzo che non piaceva ai milanesi ma che ha segnato un’epoca

# Gli albori del modernismo

Credits: @yuushikun IG

Via della Moscova all’angolo con Via Turati. Siamo fermi al semaforo e se alziamo lo sguardo, vediamo questo palazzo dalle forme strane e dall’aspetto in bianco e nero.
È la Ca’ Brutta, edificata tra il 1919 e il 1922, l’opera prima dell’Architetto Giovanni Muzio, esponente di spicco della corrente architettonica definita “Novecento”. Uno stile architettonico che avrebbe poi dominato nei decenni a seguire.

La Ca’ Brutta è ritenuta una delle tappe fondamentali dell’architettura italiana, dato che in questa struttura sono presenti, primi fra tutti, i caratteri con cui verranno edificati tutti i condomini del futuro. Ma qual è la sua storia e, soprattutto, qual è l’origine del suo nome?

Leggi anche: 5 Luoghi di MILANO che erano meglio PRIMA

# Quando il bianco e nero non era ancora moda

Credits: @mago_dino IG

Ca’ Brutta sorge laddove una volta vi era Villa Borghi. La nuova destinazione è un condominio per uso abitativo e il progetto viene affidato ad un giovane architetto di 26 anni.

L’edificio riflette l’interesse dell’architetto per il modernismo e il suo stretto legame con i pittori metafisici. Prima ancora che dentro, l’azzardo di Muzio è visibile sulle decorazioni esterne, che hanno una chiave ironica più che funzionale. 
Per l’epoca è super moderno, forse troppo a giudicare dall’accoglienza dei milanesi che schifati gli diedero il soprannome tranchant con cui il palazzo è divenuto celebre fino ai nostri giorni. 

Leggi anche: 5 cose che i milanesi NON SOPPORTANO di Milano

# Il palazzo della diplomazia con la via in mezzo

Credits: Pinterest

Eppure Ca’ Brutta così sgradevole non è.

L’edificio è costituito da due blocchi: il primo che ricalca gli antichi palazzi nobiliari milanesi, con una corte interna, mentre il secondo è lineare e si trova dall’altra parte del cortile interno.
I due blocchi sono divisi da una via privata, Via Mangili, creata con la costruzione di questi due palazzi e l’accesso è consentito dopo aver attraversato un arco in Travertino.
A due passi da Piazza Stati Uniti d’America, Ca’ Brutta ospita i consolati di Francia e del Giappone, dando residenza alle diplomazie che si affacciano proprio sulla via privata che attraversa il complesso.

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# L’innovazione del garage sotterraneo

Credits: @st_maro IG

La facciata esterna della Ca’ Brutta è realizzata con una sovrapposizione di 3 strati.
Dal punto strada, a salire per 2 piani, la facciata è rivestita in Travertino, la fascia mediana intonacata in grigio scuro e l’ultimo piano in marmo bianco.
Muzio predilige un ordine architettonico che esige rigore, ponendo fine alle esuberanze del Liberty che andavano ancora per la maggiore. La Ca’ Brutta segna così l’inizio della fase architettonica conosciuta come “Novecento”, un miscuglio di classicismo lombardo ed esasperazione delle simmetrie, una corrente che sarebbe poi stata studiata in ogni parte del mondo.

La destinazione della Ca’ Brutta è stata, fin dall’inizio, l’uso abitativo collettivo. E presenta un’altra grande innovazione: Ca’ Brutta è stato uno dei primi edifici in Italia ad avere un garage sotterraneo, riservato esclusivamente agli inquilini, col montacarichi all’americana dedicato alla discesa delle automobili.

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# Un effetto sconcertante, soprattutto all’interno

Credits: @alexandernino IG

All’esterno spiccano i giochi geometrici dei decori, soprattutto lo strato di stucco vicentino o i tromp l’oeil, studiati da Giovanni Muzio per sconcertare i suoi contemporanei.

Credits: @giorgiobarrera IG

Ma l’opera ha un effetto ancora più stordente su chi ha la fortuna di entrare all’interno.
Il blocco con la corte interna regala simmetrie e giochi geometrici agli accessi dal cortile, gli atri sono rifiniti con marmi e pavimenti a mosaico in graniglia e cemento decorato, ampi volumi interni e locali molto luminosi.

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# La guglia della Torre Unicredit è troppo alta!

Credits: @hidden_architecture IG

Il giudizio dei milanesi di 100 anni fa è stato così impietoso da lasciare alla Ca’ Brutta una legacy, il soprannome, che rimarrà probabilmente in eterno.

La verità è che Ca’ Brutta segna l’inizio di una nuova urbanizzazione che segna ancora oggi lo stile di Milano. Giovanni Muzio ha realizzato oltre 50 opere in città, tra cui la Triennale, il Palazzo Cariplo e la Casa dei giornalisti, dando vita ad una corrente architettonica studiata in tutto il mondo

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LAURA LIONTI

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Il segreto del successo di Basiglio, il “sobborgo dei ricchi”

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Milano
Milano

Alcuni di voi magari si chiederanno dov’è Basiglio e perché viene definito il sobborgo dei ricchi. Vorrei raccontarvi qualcosa di più di quello che si trova su Wikipedia per capire come mai nel dal 2009, nella Classifica dei redditi citata dal quotidiano Il Sole 24 ORE, Basiglio risulti quasi ogni anno il Comune con il reddito medio per contribuente più alto d’Italia.

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Il segreto del successo di Basiglio, il “sobborgo dei ricchi”

# La nascita della Garden City milanese: le differenze con Milano 2

 

Verso la fine degli anni 70, si narra che Silvio Berlusconi fosse interessato, insieme ad alcune persone a lui vicine, a progettare un luogo che avesse le caratteristiche ideali per vivere in città, così da poter offrire al mercato una soluzione vincente. Si ispirarono così all’idea della “città-giardino”, come già fu Milano 2, ma rispetto a questa costruttivamente più semplice: con un nuovo disegno più moderno, impreziosito da molto più verde, a soli 8 km dal centro di Milano.

Il fatto di vivere in questa nuova città attrasse sia gli investimenti di molti enti della sfera berlusconiana, che acquistarono interi blocchi, sia privati cittadini, non solo italiani, che trovarono un’alternativa verde a Milano. Mantenere quel tipo di verde costa, quindi questa fu una prima selezione rispetto ai Comuni limitrofi.

# Milano 3: un “supercondominio” privato ad uso pubblico

Milano
Milano Tre

Tuttavia nel tempo queste case non sono state riqualificate, al punto che oggi hanno un valore al metro quadro simile a quello della vicina Rozzano, ma con spese di manutenzione molto più onerose proprio per garantire la cura degli spazi verdi che sono parte di un supercondominio privato ad uso pubblico.
A Basiglio vivono ancora alcuni super top manager che, per la media Trilussa, contribuiscono a far schizzare in alto il valore del reddito pro capite.

# Il capitale culturale

basiglio
Credits: sionomagazine.blogspot.com

Ma la vera ricchezza di Basiglio è il capitale culturale: un’altissima percentuale di laureati rispetto alla media nazionale. Questi cittadini esigono un’offerta di servizi e intrattenimento di alto livello, e questo contraddistingue ancora Basiglio da altre realtà limitrofe.

Il risultato è che a Basiglio vivono per lo più persone attente al verde, senza essere “ambientaliste” e attente alla sfera culturale, senza essere “radical-chic”.

Continua la lettura con: Milano due, la città dei “numeri uno”

MICHELA PARLATO

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Milano sta perdendo l’autobus: la riduzione di oltre 400.000 corse in un anno

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Credits: @milanodavvero Coda uscita dalla metro

La frenata dei mezzi pubblici di Milano. Così titola il Corriere della Sera. Già ce n’eravamo accorti dai tempi di attesa dilatati. Non solo per i mezzi di superficie. Ma adesso arriva il dato definitivo: in un anno perse a Milano oltre 400.000 corse.

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Milano sta perdendo l’autobus: la riduzione di oltre 400.000 corse in un anno

# Crollo di corse di tram e autobus

Riccardo Mastrapasqua FB – Indicatore arrivo treno metropolitana

Ora è ufficiale. A Milano si sono drasticamente ridotte le corse di autobus, tram e metropolitana. Nel 2022 in città i mezzi pubblici milanesi hanno effettuato 8 milioni 81 mila e 914 corse, nel 2023 si sono fermati a 7 milioni 669 mila e 530. Significa una corsa in meno ogni venti, per un totale di 412.384 corse da un anno all’altro. I dati ufficiali arrivano dall’Agenzia di Bacino dopo la richiesta del consigliere comunale del gruppo Misto Enrico Fedrighini, e sono stati pubblicati sul Corriere della Sera. Questo il risultato della “rimoludazione” della corse su alcune linee da parte di Atm: su 130 totali, 76 tra tram e bus hanno subito una riduzione di corse. Una riduzione che colpisce diversamente non solo le linee ma anche il tipo di mezzo pubblico.

I più colpiti dalla riduzione sono i tram, con passaggi crollati del 6,27%, con oltre 100mila corse in meno. Per gli autobus il calo è del 5,13%, con oltre 300mila corse in meno. Più contenuta la riduzione per la metro: il calo è del 1,43% con 7mila corse in meno. Ma quali sono le cause di questo calo che accresce i disagi per cittadini, soprattutto alla luce delle norme più restrittive sul traffico automobilistico?

# Fedrighini: «non dipende dalla mancanza di autisti, ma è frutto di una tendenza precisa volta a ridurre la frequenza»

Credits ilgiorno.it – Coda fuori dalla fermata Pasteur

Secondo il consigliere Fedrighini, il calo «non dipende dalla mancanza di autisti, ma è frutto di una tendenza precisa volta a ridurre la frequenza. E questo significa ridurre l’efficacia del servizio e la sua funzione alternativa rispetto all’auto». Però, sottolinea che l’obiettivo della Giunta è quello di «ridurre il traffico privato, disincentivando l’uso dell’auto e promuovendo come alternativa il mezzo di trasporto pubblico. Questo significa che il mezzo di trasporto pubblico deve rappresentare un’alternativa reale, efficiente, concreta». Quindi bisognerebbe aumentare le corse? Per Fedrighini la cosa non è così semplice: «Se anche oggi raddoppiassimo il numero di bus e tram circolanti, senza parallelamente ridurre il numero di auto circolanti con gli strumenti di road e park pricing per aumentare le corsie riservate Atm, aumenteremmo semplicemente il congestionamento della mobilità di superficie». E Atm cosa dice?

# ATM: dati del 2022 gonfiati dal Covid ed effetto M4 sui mezzi di superficie 

coda padiglione giappone

Atm ammette il calo ma affermando che non si tratta di un dato “reale”. I dati del 2022 sarebbero “viziati” da un potenziamento dovuto al Covid. Non solo: sui mezzi di superficie c’è stata una riorganizzazione dovuta all’apertura della M4. Oltre a queste cause persistono il noto problema di risorse personali: «la difficoltà a reperire conducenti, come già in passato abbiamo comunicato», a cui si aggiunge «il numero di giorni di sciopero che nel 2023 è stato superiore al 2022. Ma incidono notevolmente anche i giorni festivi: nel 2022 Natale era domenica e di conseguenza si perdono meno corse solo a parità di quel giorno nel 2023 che invece cadeva di lunedì».

Fonte: milano.corriere.it

Continua la lettura con: Per vivere a MILANO uno STIPENDIO non BASTA

MILANO CITTA’ STATO

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Cascate, laghetti, torrenti: 6 posti dove rinfrescarsi in Lombardia

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credits: laghettialpini.com

Scopriamo sei mete dove sfuggire al caldo e fare un bagno rigenerante senza allontanarsi troppo da Milano.

Cascate, laghetti, torrenti: 6 posti dove rinfrescarsi in Lombardia

# Il “Bidet della Contessa” nella Val di Mello, la gemma della Val Masino (Sondrio)

Ph. credits: valmasino.info – Bidet della Contessa

Un luogo dove trovare refrigerio in questa calda estate è la provincia di Sondrio nella Val Masino, nello specifico nella piccola frazione di Val di Mello. Una valle ricca di piccoli torrenti e laghetti con acqua cristallina, tra cui il famoso Bidet della Contessa, e capace di regalare uno scenario incantevole grazie alle cime che la circondano.

Da Milano si raggiunge in un paio d’ore di macchina passando per la statale 36 del lago di Como. 

 

Leggi anche: Le 5 SPIAGGE più belle dei FIUMI della Lombardia

# Il “serpente d’acqua” di Preda Rossa (Sondrio)

Credits stevicio84 IG – Predarossa

Siamo sempre nel cuore della Val Masino in provincia di Sondrio. La Piana che contraddistingue Preda Rossa, il cui nome deriva dalle alte cime di rocce di colore rosso che la sovrastano, è solcata dal fiume Duino che con le sue anse sinuose si snoda come fosse un grande serpente. Qui, a 2000 metri d’altezza, le temperature gradevoli e l’aria pura sono ideali per rinfrescarsi e rigenerarsi. Da Milano ci vogliono circa due ore e mezza di auto, passando per la statale 36 del Lago di Como. 

 

# Le Cascate dell’Acquafraggia di Piuro, citate anche da Leonardo nel Codice Atlantico (Valchiavenna – Sondrio)

Credits charliefiore IG – Cascate Acquafraggia

Le splendide cascate dell’Acquafraggia lasciano incantato chiunque si rechi a Borgonuovo di Piuro. La nebulizzazione dell’acqua è talmente rigenerante che è sufficiente senza dover immergersi nel laghetto per raccogliere il frutto delle cascate. Citate anche da Leonardo nel Codice Atlantico, questo spettacolo della natura merita una bella passeggiata adatta a tutti. Si raggiungono da Milano in poco meno di due ore di auto, anche in questo caso passando dalla statale 36 del lago di Como.

 

# Val Vertova, uno degli angoli più suggestivi della media Val Seriana  (BG)

Credits cristian_messa_ IG – Val Vertova

Ci spostiamo in provincia di Bergamo nella Val Vertova, uno degli angoli più suggestivi della media Val Seriana. In questo percorso a contatto con la natura si possono trovare favolosi salti d’acqua cristallina, piscine naturali, una ricca vegetazione e le marmitte dei giganti, delle “gallerie” modellate nei secoli dalla forza delle acque. Sono a 74 chilometri da Milano, percorribili in poco più di un’ora passando per l’A4. 

 

Leggi anche: 7 LUOGHI NATURALI dove TUFFARSI a pochi KM da MILANO

# Cascata del Cenghen, ai piedi del massiccio della Grigna (Lecco)

Credits fendrixlady IG – Cascate del Cenghen

Ai piedi del massiccio della Grigna nella Val Monastero, a poche centinaia di metri della spiagge di Abbadia sul Lago di Como, si trova lo spettacolo naturale della Cascata del Cenghen. Qui da un’enorme parete verticale di 50 metri, con una profonda spaccatura, scorre acqua purissima che crea una pozza sottostante di colore azzurro dove trovare sollievo dalla calura estiva. Si raggiungono dopo un viaggio di circa un’ora in auto da Milano, a cui si aggiunge un’altra ora di camminata nei boschi. 

 

Leggi anche: La CASCATA del CENGHEN: uno SPETTACOLO unico a un’ora da Milano

# Sentiero delle Vasche, gole e pozze d’acqua nella forra del torrente dell’Inferno (LC)

Credits chia_diesel IG – Sentiero delle vasche

Il “sentiero delle vasche” è un divertente e scenografico itinerario che da Valmadrera permette di visitare la forra del torrente Inferno, con numerosi passaggi e attraversamenti su roccia. Un paesaggio incredibile tra gole incastrate tra alte pareti rocciose che incorniciano pozze e cascate e creano giochi d’acqua affascinanti. Delle sei soluzioni è la più vicina a Milano: circa 50 chilometri percorribili in un’ora di auto. 

 

Spunto: AcchiappaMappa IG

Continua la lettura con: Le COSE più BELLE da FARE sui Navigli

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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Milano – Catania: il super pendolare “per scelta” e la bufala della bidella

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Questa volta la notizia sembra autentica, non come la famosa “bidella”. Ma i motivi del pendolarismo dei record sono completamente diversi da quello che ci si potrebbe aspettare. 

Milano – Catania: il super pendolare “per scelta” e la bufala della bidella

Speriamo non sia una nuova bufala data in pasto ai giornali. Ci ricordiamo tutti la vicenda della bidella che che diceva di fare tutti i giorni 10 ore in treno da Napoli a Milano e ritorno perché non si poteva permettere di sostenere le spese di affitto a Milano. Una vicenda che appariva fin da subito piena di buchi e che poi si è rivelata una vera e propria bufala, come denunciato proprio dal nostro sito (La STORIA della BIDELLA PENDOLARE da NAPOLI non sta in PIEDI: ecco cosa abbiamo scoperto) e poi confermato dagli altri giornali.

# La celebre bufala della bidella napoletana

Giuseppina Giuliano
Giuseppina Giuliano

Ne avevano parlato tutti, giornali e televisioni. Della bidella napoletana che diceva di prendere ogni mattina alle 5.30 “un Italo o un Frecciarossa” per arrivare a Milano alle 10, giusto in tempo per recarsi al turno di avoro al liceo artistico Boccioni dalle 10:30 alle 17:30. A quel punto smontare e rientrare a casa con un treno delle 18:30 che arriva in stazione a Napoli alle 23:30. Perchè lo faceva? Per gli alti costi di vivere a Milano: «Sommando le varie spese che dovrei sostenere se vivessi a Milano ho calcolato che non solo non mi basterebbe il mio stipendio ma dovrei anche aggiungerci qualcosa. E il gioco non vale la candela». In quel caso la notizia puzzava lontano come il viaggio che diceva di fare. Abbiamo controllato e i conti non tornavano: la donna diceva di guadagnare 1.200 euro al mese. Una cifra insufficiente a coprire i costi di andata e ritorno tutti i giorni con il treno ad alta velocità che superano per entrambi gli operato i 1.500 euro mensili. A quel punto si è scoperta la verità: il viaggio lo ha fatto, ma appena due volte. «Poi si è messa in malattia», come dichiarato dalla stessa scuola. La verità è venuta a galla ma il dado era tratto: a Milano sembrava più conveniente farsi centinaia se non migliaia di chilometri rispetto a passarci la notte. Ora viene rilanciata una nuova notizia che supera per chilometri anche quella della bidella di Napoli.

# Il nuovo recordman dei pendolari: da Milano a Catania e ritorno

Claudio Carastro

Una situazione completamente diversa da quella della pendolare di Napoli. Si tratta di un “pendolarismo estremo”, come lo definisce lo stesso autore: Claudio Carastro, un ragazzo di 24 anni della provincia di Catania. Un percorso “estremo” che gli ha consentito di conseguire una laurea in Economia Aziendale, facendo la spola tra la Sicilia e Milano. Ma il tragitto è il contrario di quello che ci si potrebbe aspettare. 

Carastro è “un pendolare al contrario”, ossia di un ragazzo che ha scelto di studiare all’università di casa sua a Catania anche durante il lavoro in uno studio di commercialisti a Milano. E questo è stato fatto per scelta, non per una necessità, come ha spiegato Carastro a Skuola.net, che si recava da Milano a Catania «fondamentalmente per sostenere gli esami. Ma era comunque un sacrificio. Per rendere l’idea, la giornata tipo della “trasferta” aveva inizio alle 3 di mattina, dopo una rapida preparazione mi dirigevo in aeroporto, dove parcheggiavo l’auto. Il volo tendenzialmente partiva tra le 5.30 e le 6.00 ed era l’unico che mi permetteva, salvo imprevisti, i quali ovviamente si palesavano spesso, di essere presente per l’orario di inizio dell’esame generalmente alle ore 9.00/9.30. (…) Finito l’esame, se restava ampio margine prima del volo ritorno, che sovente partiva all’ultimo orario disponibile (22.30/23.30), rientravo volentieri al mio paese, a trovare la mia ragazza, gli amici e i parenti. Altrimenti, se avevo meno tempo, passeggiavo per Catania e attendevo l’orario per tornare direttamente in aeroporto. Il rientro avveniva, causa continui ritardi dei voli, verso le 2.00 di notte. L’indomani ricominciava la giornata di lavoro in studio, sicuramente con maggior vigore se l’esame era stato superato». Ma con tutte le università che ci sono a Milano perchè la laurea a Catania?

# «Ho voluto dimostrare che le università al Sud sono valide tanto quanto le università del Nord»

aircraft-dmncwndrlch – Viaggio con aereo

«La mia forma mentis, la mia istruzione, la mia crescita derivano tutte dal percorso fatto nella mia terra. Per cui, se da un lato le strade si sono divise per varie ragioni, dall’altro ho nutrito il sentimento di creare un legame indissolubile con essa, concludendo il mio percorso di formazione, per l’appunto, in Sicilia, la quale investe per me, come per tutti gli altri studenti, nella nostra formazione. E poi, in qualche modo, ho voluto dimostrare che le università al Sud sono valide tanto quanto le università del Nord».

Le caratteristiche del pendolarismo in questo caso sono di chi se lo può permettere: si tratta di un lusso più che di una necessità, con voli andata e ritorno tra Catania e Milano. Il messaggio non è che a Milano non ci si può permettere di lavorare o di studiare. Ma è quello lanciato ai suoi coetanei del sud di non rinunciare all’idea di potersi formare nelle università esistenti vicino a casa loro, invece di ricorrere a tutti i costi- che spesso sono costi troppo alti- di studiare a Milano. Anche se poi, come lui stesso ammette, le opportunità lavorative probabilmente saranno maggiori a Milano che a casa loro: «A livello lavorativo, purtroppo, non è possibile al momento eseguire lo stesso ragionamento proposto a livello di istruzione. Ho provato ad approcciarmi al mondo lavorativo anche in Sicilia ricevendo, però, delle delusioni. Inoltre, per chi come me ha intrapreso un percorso in ambito economico e finanziario, Milano rappresenta il vertice in Italia. Attualmente, a livello professionale e personale, sto bene. In futuro si vedrà».

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ANDREA ZOPPOLATO

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