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La Ca’ Brutta: il palazzo che non piaceva ai milanesi ma che ha segnato un’epoca

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Credits: @attangelox IG - Ca' Brutta

Cà Brutta sovrasta arzilla la Via Moscova da 100 anni. Ma perché questo nome così poco edificante?

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La Ca’ Brutta: il palazzo che non piaceva ai milanesi ma che ha segnato un’epoca

# Gli albori del modernismo

Credits: @yuushikun IG

Via della Moscova all’angolo con Via Turati. Siamo fermi al semaforo e se alziamo lo sguardo, vediamo questo palazzo dalle forme strane e dall’aspetto in bianco e nero.
È la Ca’ Brutta, edificata tra il 1919 e il 1922, l’opera prima dell’Architetto Giovanni Muzio, esponente di spicco della corrente architettonica definita “Novecento”. Uno stile architettonico che avrebbe poi dominato nei decenni a seguire.

La Ca’ Brutta è ritenuta una delle tappe fondamentali dell’architettura italiana, dato che in questa struttura sono presenti, primi fra tutti, i caratteri con cui verranno edificati tutti i condomini del futuro. Ma qual è la sua storia e, soprattutto, qual è l’origine del suo nome?

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# Quando il bianco e nero non era ancora moda

Credits: @mago_dino IG

Ca’ Brutta sorge laddove una volta vi era Villa Borghi. La nuova destinazione è un condominio per uso abitativo e il progetto viene affidato ad un giovane architetto di 26 anni.

L’edificio riflette l’interesse dell’architetto per il modernismo e il suo stretto legame con i pittori metafisici. Prima ancora che dentro, l’azzardo di Muzio è visibile sulle decorazioni esterne, che hanno una chiave ironica più che funzionale. 
Per l’epoca è super moderno, forse troppo a giudicare dall’accoglienza dei milanesi che schifati gli diedero il soprannome tranchant con cui il palazzo è divenuto celebre fino ai nostri giorni. 

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# Il palazzo della diplomazia con la via in mezzo

Credits: Pinterest

Eppure Ca’ Brutta così sgradevole non è.

L’edificio è costituito da due blocchi: il primo che ricalca gli antichi palazzi nobiliari milanesi, con una corte interna, mentre il secondo è lineare e si trova dall’altra parte del cortile interno.
I due blocchi sono divisi da una via privata, Via Mangili, creata con la costruzione di questi due palazzi e l’accesso è consentito dopo aver attraversato un arco in Travertino.
A due passi da Piazza Stati Uniti d’America, Ca’ Brutta ospita i consolati di Francia e del Giappone, dando residenza alle diplomazie che si affacciano proprio sulla via privata che attraversa il complesso.

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# L’innovazione del garage sotterraneo

Credits: @st_maro IG

La facciata esterna della Ca’ Brutta è realizzata con una sovrapposizione di 3 strati.
Dal punto strada, a salire per 2 piani, la facciata è rivestita in Travertino, la fascia mediana intonacata in grigio scuro e l’ultimo piano in marmo bianco.
Muzio predilige un ordine architettonico che esige rigore, ponendo fine alle esuberanze del Liberty che andavano ancora per la maggiore. La Ca’ Brutta segna così l’inizio della fase architettonica conosciuta come “Novecento”, un miscuglio di classicismo lombardo ed esasperazione delle simmetrie, una corrente che sarebbe poi stata studiata in ogni parte del mondo.

La destinazione della Ca’ Brutta è stata, fin dall’inizio, l’uso abitativo collettivo. E presenta un’altra grande innovazione: Ca’ Brutta è stato uno dei primi edifici in Italia ad avere un garage sotterraneo, riservato esclusivamente agli inquilini, col montacarichi all’americana dedicato alla discesa delle automobili.

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# Un effetto sconcertante, soprattutto all’interno

Credits: @alexandernino IG

All’esterno spiccano i giochi geometrici dei decori, soprattutto lo strato di stucco vicentino o i tromp l’oeil, studiati da Giovanni Muzio per sconcertare i suoi contemporanei.

Credits: @giorgiobarrera IG

Ma l’opera ha un effetto ancora più stordente su chi ha la fortuna di entrare all’interno.
Il blocco con la corte interna regala simmetrie e giochi geometrici agli accessi dal cortile, gli atri sono rifiniti con marmi e pavimenti a mosaico in graniglia e cemento decorato, ampi volumi interni e locali molto luminosi.

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# La guglia della Torre Unicredit è troppo alta!

Credits: @hidden_architecture IG

Il giudizio dei milanesi di 100 anni fa è stato così impietoso da lasciare alla Ca’ Brutta una legacy, il soprannome, che rimarrà probabilmente in eterno.

La verità è che Ca’ Brutta segna l’inizio di una nuova urbanizzazione che segna ancora oggi lo stile di Milano. Giovanni Muzio ha realizzato oltre 50 opere in città, tra cui la Triennale, il Palazzo Cariplo e la Casa dei giornalisti, dando vita ad una corrente architettonica studiata in tutto il mondo

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LAURA LIONTI

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Il segreto del successo di Basiglio, il “sobborgo dei ricchi”

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Milano
Milano

Alcuni di voi magari si chiederanno dov’è Basiglio e perché viene definito il sobborgo dei ricchi. Vorrei raccontarvi qualcosa di più di quello che si trova su Wikipedia per capire come mai nel dal 2009, nella Classifica dei redditi citata dal quotidiano Il Sole 24 ORE, Basiglio risulti quasi ogni anno il Comune con il reddito medio per contribuente più alto d’Italia.

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Il segreto del successo di Basiglio, il “sobborgo dei ricchi”

# La nascita della Garden City milanese: le differenze con Milano 2

 

Verso la fine degli anni 70, si narra che Silvio Berlusconi fosse interessato, insieme ad alcune persone a lui vicine, a progettare un luogo che avesse le caratteristiche ideali per vivere in città, così da poter offrire al mercato una soluzione vincente. Si ispirarono così all’idea della “città-giardino”, come già fu Milano 2, ma rispetto a questa costruttivamente più semplice: con un nuovo disegno più moderno, impreziosito da molto più verde, a soli 8 km dal centro di Milano.

Il fatto di vivere in questa nuova città attrasse sia gli investimenti di molti enti della sfera berlusconiana, che acquistarono interi blocchi, sia privati cittadini, non solo italiani, che trovarono un’alternativa verde a Milano. Mantenere quel tipo di verde costa, quindi questa fu una prima selezione rispetto ai Comuni limitrofi.

# Milano 3: un “supercondominio” privato ad uso pubblico

Milano
Milano Tre

Tuttavia nel tempo queste case non sono state riqualificate, al punto che oggi hanno un valore al metro quadro simile a quello della vicina Rozzano, ma con spese di manutenzione molto più onerose proprio per garantire la cura degli spazi verdi che sono parte di un supercondominio privato ad uso pubblico.
A Basiglio vivono ancora alcuni super top manager che, per la media Trilussa, contribuiscono a far schizzare in alto il valore del reddito pro capite.

# Il capitale culturale

basiglio
Credits: sionomagazine.blogspot.com

Ma la vera ricchezza di Basiglio è il capitale culturale: un’altissima percentuale di laureati rispetto alla media nazionale. Questi cittadini esigono un’offerta di servizi e intrattenimento di alto livello, e questo contraddistingue ancora Basiglio da altre realtà limitrofe.

Il risultato è che a Basiglio vivono per lo più persone attente al verde, senza essere “ambientaliste” e attente alla sfera culturale, senza essere “radical-chic”.

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MICHELA PARLATO

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Milano sta perdendo l’autobus: la riduzione di oltre 400.000 corse in un anno

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Credits: @milanodavvero Coda uscita dalla metro

La frenata dei mezzi pubblici di Milano. Così titola il Corriere della Sera. Già ce n’eravamo accorti dai tempi di attesa dilatati. Non solo per i mezzi di superficie. Ma adesso arriva il dato definitivo: in un anno perse a Milano oltre 400.000 corse.

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Milano sta perdendo l’autobus: la riduzione di oltre 400.000 corse in un anno

# Crollo di corse di tram e autobus

Riccardo Mastrapasqua FB – Indicatore arrivo treno metropolitana

Ora è ufficiale. A Milano si sono drasticamente ridotte le corse di autobus, tram e metropolitana. Nel 2022 in città i mezzi pubblici milanesi hanno effettuato 8 milioni 81 mila e 914 corse, nel 2023 si sono fermati a 7 milioni 669 mila e 530. Significa una corsa in meno ogni venti, per un totale di 412.384 corse da un anno all’altro. I dati ufficiali arrivano dall’Agenzia di Bacino dopo la richiesta del consigliere comunale del gruppo Misto Enrico Fedrighini, e sono stati pubblicati sul Corriere della Sera. Questo il risultato della “rimoludazione” della corse su alcune linee da parte di Atm: su 130 totali, 76 tra tram e bus hanno subito una riduzione di corse. Una riduzione che colpisce diversamente non solo le linee ma anche il tipo di mezzo pubblico.

I più colpiti dalla riduzione sono i tram, con passaggi crollati del 6,27%, con oltre 100mila corse in meno. Per gli autobus il calo è del 5,13%, con oltre 300mila corse in meno. Più contenuta la riduzione per la metro: il calo è del 1,43% con 7mila corse in meno. Ma quali sono le cause di questo calo che accresce i disagi per cittadini, soprattutto alla luce delle norme più restrittive sul traffico automobilistico?

# Fedrighini: «non dipende dalla mancanza di autisti, ma è frutto di una tendenza precisa volta a ridurre la frequenza»

Credits ilgiorno.it – Coda fuori dalla fermata Pasteur

Secondo il consigliere Fedrighini, il calo «non dipende dalla mancanza di autisti, ma è frutto di una tendenza precisa volta a ridurre la frequenza. E questo significa ridurre l’efficacia del servizio e la sua funzione alternativa rispetto all’auto». Però, sottolinea che l’obiettivo della Giunta è quello di «ridurre il traffico privato, disincentivando l’uso dell’auto e promuovendo come alternativa il mezzo di trasporto pubblico. Questo significa che il mezzo di trasporto pubblico deve rappresentare un’alternativa reale, efficiente, concreta». Quindi bisognerebbe aumentare le corse? Per Fedrighini la cosa non è così semplice: «Se anche oggi raddoppiassimo il numero di bus e tram circolanti, senza parallelamente ridurre il numero di auto circolanti con gli strumenti di road e park pricing per aumentare le corsie riservate Atm, aumenteremmo semplicemente il congestionamento della mobilità di superficie». E Atm cosa dice?

# ATM: dati del 2022 gonfiati dal Covid ed effetto M4 sui mezzi di superficie 

coda padiglione giappone

Atm ammette il calo ma affermando che non si tratta di un dato “reale”. I dati del 2022 sarebbero “viziati” da un potenziamento dovuto al Covid. Non solo: sui mezzi di superficie c’è stata una riorganizzazione dovuta all’apertura della M4. Oltre a queste cause persistono il noto problema di risorse personali: «la difficoltà a reperire conducenti, come già in passato abbiamo comunicato», a cui si aggiunge «il numero di giorni di sciopero che nel 2023 è stato superiore al 2022. Ma incidono notevolmente anche i giorni festivi: nel 2022 Natale era domenica e di conseguenza si perdono meno corse solo a parità di quel giorno nel 2023 che invece cadeva di lunedì».

Fonte: milano.corriere.it

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MILANO CITTA’ STATO

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Cascate, laghetti, torrenti: 6 posti dove rinfrescarsi in Lombardia

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credits: laghettialpini.com

Scopriamo sei mete dove sfuggire al caldo e fare un bagno rigenerante senza allontanarsi troppo da Milano.

Cascate, laghetti, torrenti: 6 posti dove rinfrescarsi in Lombardia

# Il “Bidet della Contessa” nella Val di Mello, la gemma della Val Masino (Sondrio)

Ph. credits: valmasino.info – Bidet della Contessa

Un luogo dove trovare refrigerio in questa calda estate è la provincia di Sondrio nella Val Masino, nello specifico nella piccola frazione di Val di Mello. Una valle ricca di piccoli torrenti e laghetti con acqua cristallina, tra cui il famoso Bidet della Contessa, e capace di regalare uno scenario incantevole grazie alle cime che la circondano.

Da Milano si raggiunge in un paio d’ore di macchina passando per la statale 36 del lago di Como. 

 

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# Il “serpente d’acqua” di Preda Rossa (Sondrio)

Credits stevicio84 IG – Predarossa

Siamo sempre nel cuore della Val Masino in provincia di Sondrio. La Piana che contraddistingue Preda Rossa, il cui nome deriva dalle alte cime di rocce di colore rosso che la sovrastano, è solcata dal fiume Duino che con le sue anse sinuose si snoda come fosse un grande serpente. Qui, a 2000 metri d’altezza, le temperature gradevoli e l’aria pura sono ideali per rinfrescarsi e rigenerarsi. Da Milano ci vogliono circa due ore e mezza di auto, passando per la statale 36 del Lago di Como. 

 

# Le Cascate dell’Acquafraggia di Piuro, citate anche da Leonardo nel Codice Atlantico (Valchiavenna – Sondrio)

Credits charliefiore IG – Cascate Acquafraggia

Le splendide cascate dell’Acquafraggia lasciano incantato chiunque si rechi a Borgonuovo di Piuro. La nebulizzazione dell’acqua è talmente rigenerante che è sufficiente senza dover immergersi nel laghetto per raccogliere il frutto delle cascate. Citate anche da Leonardo nel Codice Atlantico, questo spettacolo della natura merita una bella passeggiata adatta a tutti. Si raggiungono da Milano in poco meno di due ore di auto, anche in questo caso passando dalla statale 36 del lago di Como.

 

# Val Vertova, uno degli angoli più suggestivi della media Val Seriana  (BG)

Credits cristian_messa_ IG – Val Vertova

Ci spostiamo in provincia di Bergamo nella Val Vertova, uno degli angoli più suggestivi della media Val Seriana. In questo percorso a contatto con la natura si possono trovare favolosi salti d’acqua cristallina, piscine naturali, una ricca vegetazione e le marmitte dei giganti, delle “gallerie” modellate nei secoli dalla forza delle acque. Sono a 74 chilometri da Milano, percorribili in poco più di un’ora passando per l’A4. 

 

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# Cascata del Cenghen, ai piedi del massiccio della Grigna (Lecco)

Credits fendrixlady IG – Cascate del Cenghen

Ai piedi del massiccio della Grigna nella Val Monastero, a poche centinaia di metri della spiagge di Abbadia sul Lago di Como, si trova lo spettacolo naturale della Cascata del Cenghen. Qui da un’enorme parete verticale di 50 metri, con una profonda spaccatura, scorre acqua purissima che crea una pozza sottostante di colore azzurro dove trovare sollievo dalla calura estiva. Si raggiungono dopo un viaggio di circa un’ora in auto da Milano, a cui si aggiunge un’altra ora di camminata nei boschi. 

 

Leggi anche: La CASCATA del CENGHEN: uno SPETTACOLO unico a un’ora da Milano

# Sentiero delle Vasche, gole e pozze d’acqua nella forra del torrente dell’Inferno (LC)

Credits chia_diesel IG – Sentiero delle vasche

Il “sentiero delle vasche” è un divertente e scenografico itinerario che da Valmadrera permette di visitare la forra del torrente Inferno, con numerosi passaggi e attraversamenti su roccia. Un paesaggio incredibile tra gole incastrate tra alte pareti rocciose che incorniciano pozze e cascate e creano giochi d’acqua affascinanti. Delle sei soluzioni è la più vicina a Milano: circa 50 chilometri percorribili in un’ora di auto. 

 

Spunto: AcchiappaMappa IG

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FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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Milano – Catania: il super pendolare “per scelta” e la bufala della bidella

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Questa volta la notizia sembra autentica, non come la famosa “bidella”. Ma i motivi del pendolarismo dei record sono completamente diversi da quello che ci si potrebbe aspettare. 

Milano – Catania: il super pendolare “per scelta” e la bufala della bidella

Speriamo non sia una nuova bufala data in pasto ai giornali. Ci ricordiamo tutti la vicenda della bidella che che diceva di fare tutti i giorni 10 ore in treno da Napoli a Milano e ritorno perché non si poteva permettere di sostenere le spese di affitto a Milano. Una vicenda che appariva fin da subito piena di buchi e che poi si è rivelata una vera e propria bufala, come denunciato proprio dal nostro sito (La STORIA della BIDELLA PENDOLARE da NAPOLI non sta in PIEDI: ecco cosa abbiamo scoperto) e poi confermato dagli altri giornali.

# La celebre bufala della bidella napoletana

Giuseppina Giuliano
Giuseppina Giuliano

Ne avevano parlato tutti, giornali e televisioni. Della bidella napoletana che diceva di prendere ogni mattina alle 5.30 “un Italo o un Frecciarossa” per arrivare a Milano alle 10, giusto in tempo per recarsi al turno di avoro al liceo artistico Boccioni dalle 10:30 alle 17:30. A quel punto smontare e rientrare a casa con un treno delle 18:30 che arriva in stazione a Napoli alle 23:30. Perchè lo faceva? Per gli alti costi di vivere a Milano: «Sommando le varie spese che dovrei sostenere se vivessi a Milano ho calcolato che non solo non mi basterebbe il mio stipendio ma dovrei anche aggiungerci qualcosa. E il gioco non vale la candela». In quel caso la notizia puzzava lontano come il viaggio che diceva di fare. Abbiamo controllato e i conti non tornavano: la donna diceva di guadagnare 1.200 euro al mese. Una cifra insufficiente a coprire i costi di andata e ritorno tutti i giorni con il treno ad alta velocità che superano per entrambi gli operato i 1.500 euro mensili. A quel punto si è scoperta la verità: il viaggio lo ha fatto, ma appena due volte. «Poi si è messa in malattia», come dichiarato dalla stessa scuola. La verità è venuta a galla ma il dado era tratto: a Milano sembrava più conveniente farsi centinaia se non migliaia di chilometri rispetto a passarci la notte. Ora viene rilanciata una nuova notizia che supera per chilometri anche quella della bidella di Napoli.

# Il nuovo recordman dei pendolari: da Milano a Catania e ritorno

Claudio Carastro

Una situazione completamente diversa da quella della pendolare di Napoli. Si tratta di un “pendolarismo estremo”, come lo definisce lo stesso autore: Claudio Carastro, un ragazzo di 24 anni della provincia di Catania. Un percorso “estremo” che gli ha consentito di conseguire una laurea in Economia Aziendale, facendo la spola tra la Sicilia e Milano. Ma il tragitto è il contrario di quello che ci si potrebbe aspettare. 

Carastro è “un pendolare al contrario”, ossia di un ragazzo che ha scelto di studiare all’università di casa sua a Catania anche durante il lavoro in uno studio di commercialisti a Milano. E questo è stato fatto per scelta, non per una necessità, come ha spiegato Carastro a Skuola.net, che si recava da Milano a Catania «fondamentalmente per sostenere gli esami. Ma era comunque un sacrificio. Per rendere l’idea, la giornata tipo della “trasferta” aveva inizio alle 3 di mattina, dopo una rapida preparazione mi dirigevo in aeroporto, dove parcheggiavo l’auto. Il volo tendenzialmente partiva tra le 5.30 e le 6.00 ed era l’unico che mi permetteva, salvo imprevisti, i quali ovviamente si palesavano spesso, di essere presente per l’orario di inizio dell’esame generalmente alle ore 9.00/9.30. (…) Finito l’esame, se restava ampio margine prima del volo ritorno, che sovente partiva all’ultimo orario disponibile (22.30/23.30), rientravo volentieri al mio paese, a trovare la mia ragazza, gli amici e i parenti. Altrimenti, se avevo meno tempo, passeggiavo per Catania e attendevo l’orario per tornare direttamente in aeroporto. Il rientro avveniva, causa continui ritardi dei voli, verso le 2.00 di notte. L’indomani ricominciava la giornata di lavoro in studio, sicuramente con maggior vigore se l’esame era stato superato». Ma con tutte le università che ci sono a Milano perchè la laurea a Catania?

# «Ho voluto dimostrare che le università al Sud sono valide tanto quanto le università del Nord»

aircraft-dmncwndrlch – Viaggio con aereo

«La mia forma mentis, la mia istruzione, la mia crescita derivano tutte dal percorso fatto nella mia terra. Per cui, se da un lato le strade si sono divise per varie ragioni, dall’altro ho nutrito il sentimento di creare un legame indissolubile con essa, concludendo il mio percorso di formazione, per l’appunto, in Sicilia, la quale investe per me, come per tutti gli altri studenti, nella nostra formazione. E poi, in qualche modo, ho voluto dimostrare che le università al Sud sono valide tanto quanto le università del Nord».

Le caratteristiche del pendolarismo in questo caso sono di chi se lo può permettere: si tratta di un lusso più che di una necessità, con voli andata e ritorno tra Catania e Milano. Il messaggio non è che a Milano non ci si può permettere di lavorare o di studiare. Ma è quello lanciato ai suoi coetanei del sud di non rinunciare all’idea di potersi formare nelle università esistenti vicino a casa loro, invece di ricorrere a tutti i costi- che spesso sono costi troppo alti- di studiare a Milano. Anche se poi, come lui stesso ammette, le opportunità lavorative probabilmente saranno maggiori a Milano che a casa loro: «A livello lavorativo, purtroppo, non è possibile al momento eseguire lo stesso ragionamento proposto a livello di istruzione. Ho provato ad approcciarmi al mondo lavorativo anche in Sicilia ricevendo, però, delle delusioni. Inoltre, per chi come me ha intrapreso un percorso in ambito economico e finanziario, Milano rappresenta il vertice in Italia. Attualmente, a livello professionale e personale, sto bene. In futuro si vedrà».

Continua la lettura con: La STORIA della BIDELLA PENDOLARE da NAPOLI non sta in PIEDI: ecco cosa abbiamo scoperto

ANDREA ZOPPOLATO

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Le strisce a pois di Milano

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Un esempio di creatività che ha fatto conoscere Milano come città del design? Purtroppo no, si tratta dell’ennesimo lavoro di sistemazione stradale eseguito con dei rattoppi. Ed è pure in pieno centro.

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Le strisce a pois di Milano

# La strada in pieno centro rattoppata in modo “creativo”

Francesca Lizzi FB – Cantiere Urbanfile – Strisce pedonali a pois

Il problema delle buche in città non si è mai fatto sentire così tanto negli anni recenti come nel 2024, complice anche la primavera più piovosa di sempre con 647 mm caduti rispetto alla media di 237. A risentirne non sono state solo le strade più esterne e a scorrimento più veloce ma anche quelle in pieno centro. Uno di questi esempi è stato documentato da Francesca Lizzi nel gruppo facebook Cantiere Urbanfile: siamo in Via Tommaso Grossi, angolo Santa Margherita. In questo caso a farne le spese è un attraversamento pedonale, con poco meno di una ventina di buche, che è stato rattoppato in modo “creativo”, possiamo dire a pois. A questo si aggiunge il fatto che le strisce mancano di qualche pezzo e sono scolorite.

 

Leggi anche: Una PIOGGIA di BUCHE a Milano

# Milano sta diventando come Roma?

Francesca Lizzi FB – Cantiere Urbanfile – Via con rattoppi

Sono anni che si dice che Roma è allo sbando, molti fatti lo confermano, con le buche in cima all’elenco dei problemi segnalati insieme al malfunzionamento del trasporto pubblico. La sensazione è che Milano si stia avvicinando sempre di più alla capitale, almeno per quanto riguarda la scarsa o inadeguata manutenzione delle strade. La speranza è una repentina inversione di rotta, magari importando qualche best practice da altre città.

Leggi anche: PROBLEMA BUCHE a MILANO: si pensa al BLOCCO dei SUV

Continua la lettura con: Telecom si è fermata alla Bovisa: la triste sorte delle cabine gemelle

FABIO MARCOMIN

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Le future fermate della M4: le immagini di cosa si sta costruendo

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Riccardo Mastrapasqua FB - Passerella Stazione San Cristoforo

Il reportage fotografico di Riccardo Mastrapasqua sulla situazione dei cantieri lungo la tratta Ovest, dalle stazioni di San Cristoforo a quella di Coni Zugna. Vediamo le immagini e il punto su ogni fermata pubblicati nel gruppo facebook Milano – Progetti e cantieri.

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Le future fermate della M4: le immagini di cosa si sta costruendo

# San Cristoforo Fs, futuro capolinea ovest della linea

Partiamo dalla coda, o meglio dal capolinea. Siamo alla Stazione di Cristoforo Fs, dall’autunno nuovo termine ad ovest della linea M4. Le uscite sono situate accanto al binario 1 delle stazione ferroviaria e su Piazza Tirana, mentre la passerella in costruzione sopra il Naviglio Grande e la ferrovia consentirà ai residenti del Ronchetto sul Naviglio di raggiungere la metropolitana.

# Segneri

Alla Stazione di Segneri, situata nell’omonima via, si sta lavorando sul ripristino in superficie, con la strada carrabile che è stata notevolmente ristretta a favore delle zone pedonali, con grandi aiuole anche nelle vie adiacenti per la piantumazione di alberi.

# Gelsomini

La prima fermata lungo Via Lorenteggio, arrivando da ovest, è Gelsomini all’altezza del largo omonimo. I lavori sono prossimi alla conclusione con le aiuole già piantumate e spazi pedonali definiti e lastricati. 

# Frattini

Arriviamo poi nell’enorme Piazza Frattini con la stazione che porta lo stesso nome. Qui ci sono parti terminate ed altre a uno stadio di avanzamento iniziale, perchè non si è potuta bloccare integralmente la viabilità della piazza. Nel lato nord sono sono state già realizzati i marciapiedi con aiuole e anche il grande spazio centrale è ormai già definito, quello a sud durerà ancora qualche mese.

# Tolstoj

Alla Stazione di Tolstoj, la seconda su Via Lorenteggio, sono state completate le uscite, un nuovo attraversamento pedonale e i marciapiedi lastricati, mentre prosegue il rifacimento del verde centrale con qualche aiuola laterale e il ripristino delle fermate del bus.

# Bolivar

Sulla strada verso la stazione Bolivar si possono vedere i lavori di riqualificazione dello spazio attorno all’Oratorio di San Protaso, “salvato” dalla metropolitana. Per quanto riguarda la fermata sono state completate anche le uscite, mentre sono ormai conclusi i lavori per nuove aiuole, marciapiedi, piantumazione di alberi piantumati e un nuovo percorso ciclabile. 

# California

Proseguendo c’è la stazione California con uscite concluse, nuovi marciapiedi,  attraversamenti pedonali lastricati, aiuole e nuovi alberi.

# Coni Zugna

 

Concludiamo infine con Coni Zugna alle fasi finali per la realizzazione delle uscite con le scale mobili, aiuole, nuovi marciapiedi e nuovi percorsi ciclabili.

Continua la lettura con: Dove la metro è arte (in Italia): inaugurate le nuove stazioni meraviglia

FABIO MARCOMIN

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La spiaggia low cost nel paese dei vip

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bagnonettunobeach IG - Spiaggia

Un politica di prezzi applicata anche al ristorante. In questo modo tutti hanno la possibilità di trascorrere una giornata al mare. Ecco dove si trova lo stabilimento e quanto si paga.

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La spiaggia low cost nel paese dei vip

# Il primo ad accettare sia uomini che donne

bagnonettunobeach IG

Siamo in Versilia, famosa per essere una delle zone più battute dei VIP e dove i prezzi non sono tra i più economici. Si sa. C’è chi però ha deciso di andare controcorrente: stiamo parlano del bagno Nettuno di Viareggio. Fondato nel 1846, è uno dei più storici del comune toscano e anche il pioniere, come riporta la proprietà, nel consentire l’accesso contemporaneo nello stabilimento sia a uomini che a donne quando ancora nessuno lo faceva. Ma torniamo ai prezzi stracciati per una giornata in spiaggia.

# Bastano 16 euro per un ombrellone, due sdraio, un lettino e diversi servizi compresi

marconcinibianca IG – Bagno Nettuno

Tutto è partito da una promozione su Instagram con il lancio un’offerta con un numero di ombrelloni gratis. Poi l’idea della spiaggia low cost con prezzi a partire da 16 euro, con cui si ha diritto a ombrellone a fondo spiaggia, due sdraio, un lettino e diversi servizi: custodia valori, wi-fi gratis, campi per beach tennis e beach soccer, racchette e pallone in prestito gratis. Sono in tutto 80 gli ombrelloni con la formula economica, sui 250 dello stabilimento, con prezzi che calano più ci si allontana dalla riva. 

# L’obiettivo è dare a tutti la possibilità di trascorrere una giornata al mare

theollyscrown IG – Bagno Nettuno

Ci sono anche ombrelloni a 20 e 30 euro, per salire fino a 50 e addirittura a 80 euro per la tenda. La politica del bagno Nettuno, come spiegato dal figlio del proprietario al quotidiano Il Tirreno, è quella di dare a tutti la possibilità di trascorrere una giornata al mare. In particolare alle famiglie con poche disponibilità finanziarie, per ogni ombrellone possono starci quattro persone, e ai giovani. Non è un caso che sia stato scelto da molti che prima andavano nella spiaggia libera, anche perchè le tariffe diversificate vengono applicate anche al ristorante del bagno: un trancio di pizza viene 3 euro, un pasta al pomodoro 8 euro.

Fonte: Il Tirreno

Continua la lettura con: Queste sono le spiagge migliori d’Italia

FABIO MARCOMIN

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Lezioni private a Milano? I corsi personalizzati per ogni esigenza

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pexels - Julia M Cameron - Lezioni private

Si diffonde sempre di più la pratica di avere una formazione personalizzata, in ogni ambito. Il vantaggio delle lezioni private a Milano è che rappresentano una soluzione efficace e personalizzata per chiunque desideri migliorare le proprie competenze in diverse materie. Ma nel vasto mondo delle lezioni private, come si possono individuare corsi offerti da insegnanti qualificati e/o il supporto ideale per ogni esigenza accademica e professionale? Proviamo a fare una breve guida per muoversi in questo settore.

Lezioni private a Milano? I corsi personalizzati per ogni esigenza

# Vantaggi delle lezioni private a Milano

Le lezioni private offrono numerosi vantaggi rispetto ai tradizionali metodi di insegnamento. Prima di tutto, permettono di ricevere un’attenzione personalizzata da parte del tutor, che può adattare il metodo di insegnamento in base alle specifiche necessità dello studente. Questo approccio facilita l’apprendimento e consente di affrontare le difficoltà in modo mirato.

A Milano, è possibile trovare corsi privati per una vasta gamma di materie, dalle lingue straniere alle materie scientifiche, passando per le discipline umanistiche e artistiche. Che tu sia uno studente delle scuole superiori, un universitario o un professionista, esistono lezioni private adatte al tuo livello di conoscenza e ai tuoi obiettivi. Puoi effettuare una rapida ricerca sui principali motori di ricerca inserendo le parole chiave “lezioni private Milano” per trovare le migliori soluzioni di insegnamento a distanza o in presenza. 

# Insegnanti qualificati ed esperti per ripetizioni

Gli insegnanti che offrono lezioni private a Milano sono spesso altamente qualificati e hanno una comprovata esperienza nel loro campo. Questi docenti sono in grado di fornire un supporto didattico di alta qualità, aiutando gli studenti a comprendere meglio i concetti e a migliorare le loro prestazioni accademiche.

Uno dei principali vantaggi delle lezioni private è la flessibilità. Gli studenti possono concordare gli orari delle lezioni in base alle proprie esigenze, rendendo più facile conciliare lo studio con altri impegni. Inoltre, le lezioni private a Milano, così come in tante altre città italiane, possono essere svolte a domicilio, presso la sede dell’insegnante o anche online, garantendo la massima comodità.

# Personalizzazione del percorso di studi

Le lezioni private offrono un livello di personalizzazione che è difficile da ottenere nei contesti educativi tradizionali. Ogni studente ha esigenze uniche, ritmi di apprendimento diversi e obiettivi specifici. Le lezioni private permettono di creare un percorso di studi su misura, garantendo che ogni minuto di lezione sia utilizzato nel modo più efficace possibile

#1 Valutazione iniziale

Il processo di personalizzazione inizia con una valutazione iniziale delle competenze e delle lacune dello studente. Questo può includere test diagnostici, colloqui approfonditi e l’analisi delle performance scolastiche passate. L’obiettivo è capire esattamente dove lo studente ha bisogno di supporto e quali sono i suoi punti di forza. Questa fase è essenziale per costruire un piano di studi efficace e mirato.

#2 Obiettivi chiari e misurabili

Un elemento fondamentale delle lezioni private a Milano è la definizione di obiettivi chiari e misurabili. Questi possono variare dal miglioramento di un voto in una specifica materia, alla preparazione per esami importanti come la maturità o i test d’ingresso universitari. Stabilire obiettivi tangibili permette sia allo studente che all’insegnante di monitorare i progressi e apportare eventuali modifiche al piano di studi.

#3 Adattamento continuo

Un altro vantaggio significativo delle lezioni private è la possibilità di adattare continuamente il percorso di studi in base ai progressi dello studente. Se una strategia o un metodo di insegnamento non si dimostra efficace, l’insegnante può immediatamente apportare modifiche. Questo livello di flessibilità è spesso assente nelle classi tradizionali, dove gli insegnanti devono seguire un curriculum rigido e non possono dedicare tempo sufficiente a ogni singolo studente.

#4 Metodi di insegnamento diversificati

Le lezioni private a Milano permettono di utilizzare una varietà di metodi di insegnamento che possono essere adattati allo stile di apprendimento dello studente. Alcuni studenti imparano meglio attraverso l’approccio visivo, altri preferiscono metodi pratici o basati sull’ascolto. I docentiprivati sono in grado di sperimentare diverse tecniche didattiche fino a trovare quella più efficace per lo studente.

La personalizzazione del percorso di studi non riguarda solo gli aspetti accademici. Un buon tutor privato può anche offrire supporto psicologico e motivazionale. Lo stress scolastico e la pressione degli esami possono influire negativamente sulla performance dello studente. Avere un insegnante dedicato che incoraggia, motiva e supporta può fare una grande differenza nel mantenere lo studente concentrato e positivo.

#5 Materiale didattico personalizzato

Oltre ai metodi di insegnamento, anche il materiale didattico viene personalizzato nelle lezioni private. Gli insegnantipossono creare esercizi, test e progetti specifici che rispondono direttamente alle esigenze dello studente. Questo materiale su misura aiuta a rinforzare i concetti appresi e a prepararsi meglio per gli esami.

La preparazione agli esami è uno degli obiettivi più comuni per cui gli studenti scelgono le lezioni private. Che si tratti di esami di scuola superiore, test universitari o certificazioni professionali, le lezioni private a Milano offrono un programma di studio intensivo e mirato. Questo include la revisione del programma, la pratica con esercizi d’esame e strategie per gestire il tempo e lo stress durante la prova.

#6 Recupero materie

Per gli studenti che hanno difficoltà in una o più materie, le lezioni private rappresentano una risorsa inestimabile. Attraverso un piano di recupero personalizzato, gli studenti possono colmare le proprie lacune e raggiungere un livello di competenza adeguato. I docenti lavorano a stretto contatto con gli studenti per assicurarsi che comprendano appieno i concetti e che siano in grado di applicarli.

Infine, le lezioni private non sono solo per chi ha difficoltà. Sono anche ideali per gli studenti che desiderano approfondire argomenti di particolare interesse. Che si tratti di una passione per la letteratura, la matematica avanzata, la scienza o le lingue straniere, le lezioni private offrono l’opportunità di esplorare queste aree con maggiore attenzione.

# Scegliere il tutor giusto per ripetizioni a Milano

Trovare il tutor giusto è fondamentale per ottenere il massimo dalle lezioni private. È importante considerare le qualifiche, l’esperienza e le metodologie didattiche del docente. Inoltre, un buon rapporto tra studente e insegnante è essenziale per creare un ambiente di apprendimento positivo e produttivo.

Le lezioni private a Milano rappresentano un’opportunità preziosa per chiunque desideri migliorare le proprie competenze in modo efficace e personalizzato. Grazie alla flessibilità, alla qualità degli insegnanti e alla vasta scelta di corsi, è possibile trovare sul web  il supporto ideale per ogni esigenza accademica e professionale. Scegliere di seguire delle lezioni private significa investire sul proprio futuro o su quello dei propri figli, ottenendo risultati di qualità.

REDAZIONE

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Elettricità a costo zero da strade e binari: le tecnologie per rendere Milano leader dell’energia pulita

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Asfalto con moduli piezometrici

Il mix della tecnologia piezoelettrica e del riciclo di scarti industriali (gomma) ha consentito di realizzare delle traversine atte alla produzione di energia elettrica al passaggio di un treno, metro, tram e anche quando sono fermi in deposito. La stessa tecnologia applicata alle auto, pullman, camion, produce energia con la pressione delle ruote sul manto stradale. L’energia prodotta in serie o parallelo può essere poi convogliata in una centrale di smistamento per essere infine venduta. Vediamo nel dettaglio il loro funzionamento. 

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Elettricità a costo zero da strade e binari: le tecnologie per rendere Milano leader dell’energia pulita

# Le traversine che producono elettricità a costo zero

greenrail
greenrail

Greenrail, una startup tutta italiana fondata da Giovanni Maria De Lisi e incubata all’interno di Polihub ha sviluppato una soluzione innovativa di traversa ferroviaria che punta sulla sostenibilità. Le traverse Greenrail si compongono di un nucleo interno in calcestruzzo rinforzato e un rivestimento esterno ottenuto da una miscela di gomma ricavata da pneumatici fuori uso e plastica riciclata.

Stando ai dati dell’azienda tale composizione permette di riutilizzare fino a 35 tonnellate di questi materiali per ogni chilometro di linea ferroviaria portando quindi a una gestione più sostenibile dei rifiuti. Il prodotto ha inoltre un isolamento elettrico ottimizzato e una serie di soluzioni che consentono di ridurre le vibrazioni e il fenomeno di polverizzazione della massicciata. Le conseguenze positive sono una maggiore durata della traversa e minori costi legati alle manutenzioni nell’ordine del 200-250% rispetto alle tradizionali traverse in calcestruzzo.

# Nel 2018 la prima tratta pilota tra Reggio Emilia e Sassuolo

Credits greenrail – Ferrovie smart

Non solo, grazie alla possibilità di integrare nella propria struttura moduli piezoelettrici, pannelli solari e sensori intelligenti, Greenrail Piezo può produrre elettricità, Greenrail Solar produrre e raccogliere energia solare trasformando le linee ferroviarie in campi fotovoltaici sviluppando un’elevata produttività di energia rinnovabile, sino a 35 MWh/anno per ogni km di linea, e Greenrail LinkBox consente di comunicare dati diagnostici al fine di migliorare la sicurezza dell’infrastruttura. La prima tratta pilota con questa tecnologia è stata realizzata tra Reggio Emilia e Sassuolo implementando tutte e tre le tipologie di tecnologie.

# Asfalto intelligente che genera energia dal passaggio dei veicoli

fonte: greenme.it
fonte: greenme.it

Innowatech, una società israeliana, ha creato invece un dispositivo piezoelettrico capace di generare energia elettrica dal movimento delle autovetture. La tecnologia prevede l’installazione di generatori sotto cinque centimetri di asfalto e un tratto di 1 chilometro di corsia di strada piezoelettrica può generare fino a 44.000 kWh/anno con volumi di traffico di 600 veicoli/ora per corsia. Un interessante progetto che potrebbe essere facilmente ampliato e fornire considerevoli quantità di energia semplicemente recuperandola. 

livello mondiale

Edery-Azulay capo del progetto della Innowatech ha spiegato come “La tecnologia che abbiamo adottato è basata su materiali piezoelettrici che permettono la conversione di energia meccanica esercitata dal peso del passaggio di veicoli in energia elettrica. […] i guidatori non se ne renderanno nemmeno conto”. La società ha già individuato che Israele ha circa 250 chilometri di strade adatte a questa tecnologia piezoelettrica. “La tecnologia consente inoltre la fornitura di energia elettrica ai vari “consumatori” che si trovano lungo le strade, come ad esempio semafori, cartelloni pubblicitari illuminati, autovelox della polizia, sistemi di comunicazione o di segnaletica stradale”.

Un altro aspetto positivo è che, per essere implementata, questa tecnologia non richiede la stesura di alcun speciale asfalto e le condizioni meteo non influiscono sulla sulla produzione di energia elettrica. Dopo i primi test in Israele, anche in California si sta provando questo sistema.

Perchè non sperimentare queste tecnologie anche a Milano? Se solo si utilizzassero i dispositivi piezoelettrici sulle tangenziali si potrebbe arrivare a produrre decine di milioni di kWh di energia elettrica. 

Continua la lettura con: Parte da MILANO la LINEA FERROVIARIA della “vergogna”

DANIELE VASTA

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Dalle 9 linee pensate a inizio ‘900 alla M4: breve storia della metro di Milano

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1 novembre 1964. Da piazzale Lotto parte il primo convoglio della metropolitana milanese in direzione Sesto Marelli. Si tratta della prima metropolitana italiana. Ma la storia della metropolitana milanese in realtà parte molto prima. 

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Dalle 9 linee pensate a inizio ‘900 alla M4: breve storia della metro di Milano

# Il primo progetto: 8 linee sotterranee e una circolare

Ai primi del ‘900 l’ingegner Borioli Sarre presentò il progetto di una rete metropolitana cittadina. All’esterno ci sarebbe stata una cintura ferroviaria sopraelevata, di 57 km, attorno a Milano. Mentre in città sarebbero dovute correre otto linee sotterranee disposte a raggiera, senza curve, suddivise in 80 fermate con un unico interscambio in Duomo e collegate in esterno dalla linea circolare. Il progetto è stato accantonato durante il Fascismo e mai più realizzato.

# 1942: il secondo progetto

Un progetto più simile all’attuale metropolitana venne presentato nel 1942 in piena Guerra Mondiale. Il progetto prevedeva un prima linea da Sesto San Giovanni al Trivulzio, una seconda da Cinisello fino a Corsico, una terza da Affori a Linate, una quarta da Musocco a Rogoredo e infine una circolare avrebbe seguito il percorso della 90-91.

progetto1942

# 1953: il progetto “definitivo”

Finalmente con il 1953 un progetto si trasforma in realtà. Prevedeva la linea 1 che sarebbe stata realizzata nel giro di sette anni. A questa si doveva aggiungere la linea 2, verde, da Lambrate a Cadorna per poi deviare verso viale Tibaldi. La linea 3 doveva essere azzurra e andare dalla Ghisolfa a Medaglie d’Oro. La linea 4, gialla, avrebbe dovuto collegare il Duomo con Linate. Nel progetto c’erano anche tre linee tangenziali che non sarebbero mai state realizzate.

progetto1953

# L’inaugurazione

I lavori iniziarono il 4 maggio 1957 in viale Monterosa, suddividendo il percorso in sette lotti ciascuno appaltato alle imprese costruttrici. Il primo collaudo venne fatto nel 1962 e il 1 novembre 1964 alle ore 10.41, la metropolitana fu inaugurata. Dalla stazione di Lotto partirono due convogli per la prima e unica volta appaiati, in direzione Sesto Marelli.

# Le altre linee

La linea verde fu inaugurata nel primo tratto da Caiazzo a Cascina Gobba il 4 ottobre 1969. L’8 settembre 1979 iniziarono i lavori della terza linea che venne inaugurata il 3 maggio da Duomo a Centrale. Nell’anno di Expo è arrivata la linea 5, lilla. Il 26 novembre 2022 hanno aperto le prime sei fermate della M4. Entro la fine del 2024 la M4 sarà completata. 

Continua la lettura con: Linea Blu: le 7 curiosità che forse non sai sulla M4 

MILANO CITTA’ STATO

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Quelle strane cose che puoi trovare solo a Milano

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Parco Martesana - Credits: www.cascinamartesana.com/

Che Milano sia sempre stata una città unica nel suo genere è uno dei capisaldi su cui Milano Città Stato fonda parte della propria idea di autonomia. Sì, perché Milano custodisce un microcosmo di vere e proprie stranezze che val ben la pena di ricordare. 

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Quelle strane cose che puoi trovare solo a Milano

#1 Il muro delle bambole

credits: nuovalaura IG

Compie 10 anni una delle attrazioni più originali di Milano: l’installazione denominata Wall of Dolls, inaugurata nel 2014 in via De Amicis su iniziativa di Jo Squillo. Un intreccio metallico a muro, a un tiro di schioppo dalle colonne di San Lorenzo, dove sono state affisse una serie di bambole realizzate da fashion brand come Alberta Ferretti, Trussardi e Max Mara.

Un’iniziativa che spaventa chi si trovi a passar da quelle parti e a buona ragione: le bambole sono infatti un omaggio alla memoria delle vittime di femminicidio.

#2 Le case Igloo

credits: silvana_kk IG

Le case di via Lepanto sono indubbiamente fra le costruzioni più bizzarre di Milano. Progettate nel 1946 dall’architetto Mario Cavallè, ne sono rimaste intatte poche, e si trovano nel cuore del Villaggio dei Giornalisti, oasi residenziale nella zona nord-est della città ove si possono ammirare, oltre alle case a Igloo, una serie di splendide villette che fanno sembrare questo quartiere lo scorcio autunnale di una città del Vermont.

Leggi anche: Il Villaggio dei Giornalisti

#3 La chiesa horror

credits: lor.zut IG

Più che una stranezza è un vero e proprio horror dal sapore medievale. In piazza Santo Stefano si trova infatti la chiesa di San Bernardino, costruita nel lontano 1269 nei pressi del lebbrosario di via Brolo per ospitare le vittime di questa antica piaga.

Nella cappella dell’ossario, centinaia di ossa appartenuti agli “ospiti” dell’antico cimitero sono state affisse alla parete e, come se non bastasse, l’altare è pieno di teschi, custoditi in teche di vetro, e di resti di alcuni condannati a morte. Non esattamente un posto dove portare chi soffre di tanatofobia.

#4 I pinguini sui marciapiedi

credits: milano_mirabilia IG

I graffiti e i dipinti a muro sono ovunque, sia chiaro, ma a Milano, prima in Italia, si è diffusa la moda di dipingere anche su componenti impensabili dell’arredo urbano. Per la gioia dei writers, e, va detto, grazie a una continuità con l’amministrazione comunale che ha garantito un proliferarsi di varie forme di street-art. A questo proposito ricordiamo, per esempio, gli stranissimi pinguini colorati, graffiti realizzati sui “panettoni” dissuasori di traffico, ideati dall’artista Paolo Bordino detto Pao.

Leggi anche: i panettoni pinguino di Pao

#5 I tre grattacieli in stile Sergio Leone

credits: fraramu IG

“Il Dritto, lo Storto e il Curvo” sembra il titolo di un western di Sergio Leone. Invece rappresentano il trittico del complesso di City Life, dove i tre grattacieli hanno assunto un nome cinematografico. La Torre Isozaki, la Torre Hadid e la Torre Libeskind rappresentano un vero e proprio castello moderno, composto da tre pilastri d’architettura diversissimi tra loro e, proprio per questo, unici al mondo.

#6 I fenicotteri rosa in centro città

https://www.filieracasa.it/fenicotteri-rosa-a-milano

Nel giardino del meraviglioso cortile di Villa Invernizzi quasi un secolo fa hanno trovato dimora alcune famiglie di fenicotteri rosa dando un sapore di Africa a Milano. La villa si trova su via Cappuccini e queste stupende creature si possono ammirare attraverso le inferriate che ne delimitano il giardino. La zona è soprannominata Quadrilatero del silenzio, in contrapposizione al più celebrato Quadrilatero della moda, altrettanto importante per la fama della città ma, certamente, molto più rumoroso.

Leggi anche: 7 cose che non sapete dei fenicotteri di Milano

#7 Via Roma? No grazie

credits: ilcoloredelvetro IG

Concludiamo l’articolo con una stranezza degna dei milanesi: via Roma. Sapete dove si trova, vero? Forse vi sfugge, e il motivo è semplice. Via Roma, a Milano, non c’è proprio. O meglio, c’è corso di Porta Romana, che per un periodo, negli anni successivi all’avvento del fascismo si chiamò appunto Corso Roma. Poi, caduto il fascismo, l’amministrazione dell’epoca ricambiò nuovamente il nome con quello originario, rendendo così Milano l’unica città italiana senza una strada intitolata alla Capitale. 

Continua a leggere: Le 10 cose più assurde che si trovano a Milano 

CARLO CHIODO

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Il tram sostitutivo della metro

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Tram Milano Velette FB

Solitamente quando una metro non funziona, o la linea viene interrotta per diversi motivi, ATM mette in campo dei bus sostitutivi. In questo caso si è optato per il tram. Ecco quando, dove è successo e perchè è stata fatta questa scelta.

Foto copertina Tram Milano Velette FB

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Il tram sostitutivo della metro

# La linea M5 in panne, attivato il servizio sostitutivo

Credits simopulp IG – Linea M5

Quando le linee metropolitane hanno un guasto, devono essere interrotte delle tratte per malore di un passeggero o di una persona sui binari, vengono messi in campo dei bus sostitutivi per effettuare il servizio. Qualche giorno fa, la sera del 23 luglio, è toccato alla linea M5, che l’anno scorso ha festeggiato i primi 10 anni di operatività.

Maps – Lagosta-Bignami

L’interruzione della linea tra il quartiere Isola e il capolinea nord di Bignami ha costretto ATM ad intervenire.

# Il tram al posto del bus sostitutivo

Tram Milano Velette FB

In questa occasione, cosa che non succede quasi mai, la metropolitana non è stata sostituita da bus ma da tram, come documentato dalla pagina facebook “Tram Milano Velette“. Un fatto accaduto nei primi tempi di esercizio, però in modo programmato, ma raramente da quando è diventato regolare. Una scelta possibile perchè sullo stesso tragitto della metro sono presenti da tempo linee tranviarie, il 7 e il 31, e quindi binari utilizzabili allo scopo. A circolare quindi da Piazzale Lagosta a Bignami sono stati una serie di tram tra cui una 4900 AEG con il numero di serie 4989, utilizzata sulla linea 2, che si vede nell’immagine con la veletta 5 BIGNAMI lungo Viale Zara. Presenti anche mezzi più moderni come il Sirietto, visibile sempre nell’immagine accodato a quello in primo piano.

Continua la lettura con: Video: il tram di Milano che si crede una metro

FABIO MARCOMIN

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La trattoria a Milano che ha solo piatti lombardi

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trattoria_sincera IG - Risotto

Tutto, ma proprio tutto, parla lombardo. Compresa la carta dei vini. Nell’ultimo sono comparsi però piatti con pasta fresca. Ecco cosa e come si mangia.

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La trattoria a Milano che ha solo piatti lombardi

# “Non facciamo neppure la pastasciutta, non era tradizione della Lombardia”, ma qualcosa è cambiato dall’apertura

Credits trattoriasincera FB – Trattoria Sincera

Il 28 aprile 2024 ha festeggiato un anno dalla sua inaugurazione. Trattoria Sincera in zona Lambrate, nata dall’idea degli imprenditori che hanno fatto nascere il locale Fred e il cocktail bar Arca, si propone come il locale dove mangiare solo piatti della nostra regione. Il claim lascia infatti poco spazio ai fraintendimenti: «dalle Alpi al Po, cucina tradizionale lombarda». Massimiliano Tonelli per Cibo Today ha intervistato lo chef milanese Federico Boni, precedentemente al ristorante Sottobosco con vista piazza San Luigi, pochi giorni dopo l’apertura: “Non facciamo neppure la pastasciutta, non era tradizione della Lombardia, qui si mangiavano magari gli gnocchi, sicuramente tanto riso, poi c’era il mais ma di certo non si coltivava grano per cui niente pasta. Neppure nel menu veloce del pranzo”. Qualche novità tra i primi è però arrivata.

# Anche le materie prime sono tutte lombarde

Credits gatti9983 IG – Salumeria

Tutte le materie prime utilizzate, dai piatti alle bevande, provengono dalla Lombardia, inclusi vini, spumanti, amari, birre e bevande analcoliche. Il ristorante, che dispone di due sale – una fronte strada e l’altra sul retro – vanta uno spazio dedicato alla salumeria, dove si affettano prodotti come prosciutti, mortadelle di fegato di maiale, violini di capra, lardi, nervetti e bresaola della Valtellina, Salame di Varzi, selezionati da Marco D’Oggiono. Anche i formaggi trovano un posto di rilievo, con specialità come il Formai de Mut dell’Alta Valbrembana e la Raspadura di Lodi.

# I piatti del menu

Credits gatti9983 IG – Risotto

Passiamo ora alla parte più appetitosa: quali piatti meritano di essere assaggiati? Abbiamo detto che la pasta non c’è, generalmente solo riso o polenta, anche se nei rinnovi di menu successivi ha fatto capolino,  come ad esempio le tagliatelle con ragu contadino di verdure. Iniziamo con i classici della tradizione lombarda: cotoletta, ossobuco e risotto giallo.

al.mor.90 IG – Mondeghili Trattoria Sincera

Troviamo quindi i Mondeghili con salsa di senape e paprika, il risotto alla milanese mantecato al midollo, poi altri risotti che variano in base alla stagionalità: da quello all’aglio nero con fegatini d’anatra e quello ortiche e stracchino. Ci può essere poi l’ossobuco di vitello in gremolada, l’animella di vitello brasata o le cervella fritte. Anche i prezzi riflettono la città: il risotto al midollo costa 14 euro, mentre la cotoletta viene 22 euro.

# Come si mangia

A poco più di un anno dall’inaugurazione le recensioni sono sostanzialmente positive. Sul noto portale Tripadvisor è valutato con tre stelle e mezza, su Google con 4,2 stelle, la Guida ai Ristoranti di Lombardia la premia con 2 Gamberi. Anche Puntarella Rossa e Scatti di gusto hanno espresso un giudizio positivo.

 

Indirizzo: via Porpora, 154

Continua la lettura con: Apre a Milano il primo ristorante erotico d’Italia

FABIO MARCOMIN

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«Orio sembra il Terminal Bus di Lampugnano»: la Cenerentola degli aeroporti milanesi diventerà un principe azzurro?

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Pochi posti nelle sale di attesa, gente che bivacca, bagni sporchi, code interminabili e assenza dei fingers, senza lounge. E’ un po’ il Lampugnano degli aeroporti. Come il terminal disgraziato degli autobus, appare come uno scalo di serie C, come attestano le recensioni degli utenti. Eppure per numero di passeggeri si tratta del terzo scalo italiano. Nel prossimo futuro la situazione dovrebbe però migliorare. Vediamo cosa non funziona e quali lavori sono in corso.

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«Orio sembra il Terminal Bus di Lampugnano»: la Cenerentola degli aeroporti milanesi diventerà un principe azzurro?

# Il re degli scali low cost, terzo in Italia per traffico passeggeri

Come ARRIVARE a Milano dall'AEROPORTO di ORIO al SERIO 
Credits tpicture-pixabay – Aeroporto Orio al Serio

Nato per scopi militari nel 1937 e con il primo volo commerciale solo nel 1972, l’Aeroporto di Orio al Serio è passato da essere il terzo della Lombardia per movimentazioni di passeggeri al terzo in Italia: quasi 16 milioni nel 2023. Gestito dalla Sacbo e non dalla Sea ricade nel bacino aeroportuale milanese, pur essendo a Bergamo, e infatti il nome commerciale è Milan Bergamo Airport. La ragione di questo successo va soprattutto a Ryanair che ha scelto lo scalo come hub della compagnia in Italia. Ma non è tutto oro quello che luccica.

Leggi anche: Da Orio a Milano in treno, la nuova stazione, la linea T2: la rivoluzione della Porta Sud di Bergamo, il nuovo hub della Lombardia

# Uno scalo da “quarto mondo”: pochi posti nelle sale di attesa, gente che bivacca, bagni sporchi, code interminabili, assenza di fingers e di lounge

Alcuni aspetti lo fanno più assomigliare al terminale bus di Lampugnano che a uno scalo internazionale, come si evince da queste testimonianze:

«Aspetti da migliorare: aumentare i posti a sedere nelle sale di attesa; ridurre i prezzi dei generi alimentari che sono decisamente ingiustificati; migliorare il transito al controllo sicurezza; poi, all’imbarco: purtroppo non ci sono i fingers (tubi di accesso diretto agli aerei come in molti aeroporti) pertanto se piove o se fa freddo e magari tira pure vento o d’estate col forte caldo è assolutamente illogico portare e lasciare i passeggeri davanti alla scala di imbarco se poi non gli viene concesso di salire in tempi ragionevolmente brevi.»   – Paolo AmiKaiZen 

«Aeroporto ormai in totale abbandono, i bagni sempre sporchi a tutte le ore. I sedili agli arrivi sono occupati da persone che bivaccano, dormono. Prezzi altissimi nei locali 9/10 € un semplice paninetto duro. Penso sia l’aeroporto più male organizzato d’Italia, nelle sale d’attesa i posti a sedere sono insufficienti, sono stato costretto a stare in piedi ore, poi aprono il gate un’ora prima per farti stare ancora in piedi altri 30 minuti, cominci a sudare, poi ti portano a piedi o in un pullman sotto bordo e ancora aspettare per altri 20 minuti sotto vento e talvolta con pioggerellina» – FRANC ONE

«In certi orari (io parto da qui una volta ogni 2 settimane da 2+ anni) le code per il controllo di sicurezza per arrivare al controllo partono dagli arrivi. La strada per arrivare al terminal è piccola e si formano code lunghissime, anche per i bus, non ci sono corsie preferenziali. L’aerazione non è ottimale al piano di sotto (dove ci sono i controlli), l’aria sa di folla. Nell’area dei gates B hanno tolto molte sedie… in certi orari non c’è posto per sedersi.» – IELTS Teacher

«L’aeroporto ha da qualche tempo eliminato le prese di corrente, per poter ricaricare i propri apparecchi. Vi sono dei totem fregasoldi che millantano la ricarica, ci sono anche delle torrette con ricarica wireless e uscite USB ma non supportano le USBC.» – Davide

«Gates con poco spazio per sedersi. Persone che vivono e dormono all’ interno dell’aerostazione.» – Roberto Lovere

«Il parcheggio breve è una bolgia infernale, mal segnalato, con prezzi da gioielliere e troppo piccolo (se partite convengono molto i parking remoti), l’interno (non l’area duty free che è valida) degno di uno scalo del quarto mondo, pochissimi posti per sedersi, in modo che la gente debba stravaccarsi per terra, unico bar aperto alle 23 con prezzi da rapina…e potrei continuare ancora. Se potete, evitatelo e partite da qualunque altro aeroporto» – Niky Cally

«Tra tutti gli aeroporti in cui sono stato credo sia il peggiore, batte addirittura quello di Manila. Piccolissimo, molto sporco e non adatto alle attese. Non dico che l’aeroporto debba fungere da hotel dove passare la notte in attesa del volo o a seguito di un volo atterrato in tarda notte, ma almeno non essere totalmente inospitale.» – Mattia de Nardi

# Entro il 2026 è prevista una piccola rivoluzione: ampliamento terminal e collegamento ferroviario con Bergamo e Milano

primabergamo.it – Rendering scalo rinnovato

C’è una differenza rilevante però rispetto al Terminal Bus di Lampugnano: in questo caso la situazione sembra destinata a migliorare nei prossimi anni. Il 19 aprile 2024 hanno infatti preso il via i lavori di ampliamento del terminal passeggeri grazie a un investimento di 41 milioni di euro di Sacbo. Entro il 2025 sono previsti:

  • estensione di 3.720 mq al piano terra della sezione est del terminal passeggeri;
  • 22 nuovi banchi dedicati alle operazioni di accettazione nella sala check-in;
  • 7.400 mq di superficie per ospitare i controlli di sicurezza al primo piano;
  • 14 postazioni di tipo C3 per l’analisi del contenuto del bagaglio a mano, senza necessità di tirare fuori il computer o altri strumenti elettronici e i liquidi;
  • una nuova area duty free, da 600 a 1.600 mq;
  • spazi più ampi agli imbarchi extra-Schengen;
  • due nuovi gate di imbarco.

Entro il 2026 dovrebbe poi entrare in funzione il collegamento ferroviario da Bergamo e Milano, con stazione dedicata nello scalo. In questo modo anche il terzo aeroporto milanese avrà una connessione su ferro, dopo il Malpensa Express per quello di Malpensa e la metro M4 per Linate. Basterà tutto questo per trasformare Orio al Serio da incubo a un’esperienza piacevole per i viaggiatori? 

Leggi anche: I RENDERING della FUTURA STAZIONE di BERGAMO: sarà più bella della Centrale?

Continua la lettura con: Malpensa, Orio, Linate: 10 fatti che forse non sai dei tre aeroporti di Milano

FABIO MARCOMIN

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I “ristoranti più belli del mondo”: uno è a Milano

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Cristal Room ph. @annesophiepic IG

“An exclusive location in the heart of Milan”. Uno dei ristoranti più belli del mondo è in Italia. Più precisamente, a Milano. 

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I “ristoranti più belli del mondo”: uno è a Milano

Dal 2015 il Prix Versailles nomina ogni anno i ristoranti più belli sul pianeta. Quest’anno in classifica sventola anche il tricolore. Anzi, la croce rossa su sfondo bianco. 

# Anche Milano in classifica

@beefbar_milano IG

Una esclusiva location nel cuore di Milano. Questa l’apertura per descrivere il ristorante di Milano, l’unico in Italia a fregiarsi di questo titolo. Realizzato dagli architetti Humbert & Poyet, il BeefBar Milan si trova all’interno dell’Hotel Portrait al numero 11 di Corso Venezia ed è un omaggio agli iconici caffè italiani, declinato in versione super raffinata. 

Non per nulla Milano è annoverata tra le più “instagrammate” città al mondo.  Il perfetto connubio tra storia, modernità, classe e tradizione che fanno del capoluogo lombardo una meta ideale per chi cerca sobrietà ed eleganza in un perfetto equilibrio.
Oltre al BeefBar possiamo anche sostenere senza peccare di presunzione che sotto la Madonnina caffè e ristoranti degni di nota siano innumerevoli molti dei quali con terrazze dalla vista decisamente spettacolare. Ma quali sono gli altri menzionati nella classifica?

# L’Ariana’s Persian Kitchen a Dubai

Tra atmosfere iraniane produce distillati di erbe e fiori tipici della farmacopea tradizionale. Dirige le danze la chef Ariana Bundy.

# Il Reine & La Rue a Melbourne (Australia)

Tra i locali di quella che era la Borsa Valori. Nel piccolo cortile esterno si trova anche il wine bar.

# La Cristal Room e il Tomacado ad Hong Kong

Cristal Room ph. @annesophiepic IG

Nella Cristal Room troviamo Anne-Sophie Pic, la chef con più stelle Michelin al mondo.  Il ristorante ha pareti di cristallo che offrono una vista mozzafiato. Nella stessa città c’è anche Tomacado, un locale “green” dove i fiori dominano la scena.

# L’Harudot e il Nusara, in Thailandia

Una caffetteria situata lungomare nella città di Chonburi. Il Nusara è ospitato a Bangkok, con una vista impagabile sui templi.

# The Oreum a Goyang (Corea del Sud)

The Oreum ph. @the.oreum_official
IG

Ristorante d’ispirazione nature: ospita oltre 100mila oggetti somiglianti a nuvole e un ambiente che offre l’illusione di fare una passeggiata tra i boschi.

# L’Auyl ad Almaty (Kazakistan)

All’interno di uno storico monumento di Almaty: è la perfetta sintesi della storia del Paese, con una cucina aperta e una grande sala per accogliere i suoi ospiti.

# Il Madi Hyraa, alle Maldive

Un’oasi esotica sull’isola di Malé Nord offre uno scorcio della storia e delle tradizioni locali.

# Il Tuju a San Paolo (Brasile)

Tuju Ph. @Tuju_sp IG

Il piccolo capolavoro di chef Ivan Ralston: al piano terra trova spazio un wine bar con pareti di vetro e un patio interno, al piano superiore si trova la cucina.

# Il Virador a Papagajo (Costa Rica)

Più che un ristorante, un beach club di lusso sulla spiaggia di Papagayo. Design firmato dall’architetto Jorge Borja, che ha tratto ispirazione dagli stili messicano e costaricano.

# L’Ilis a New York

Realizzato dall’architetto californiano Grant Blakeslee, è il rifacimento di un vecchio capannone industriale di Brooklyn che oggi propone le specialità di chef Mads Refslund.

# Il Blanc, la Maison Ladurée e il Riviera Fuga a Parigi

Non può mancare la Francia in questa classifica “di casa loro”. Sono ben tre gli indirizzi della bellezza gastronomica. Particolarmente raffinato è il Blanc di Parigi, gestito da chef Shinichi Sato. L’ispirazione giapponese è presente nei materiali e nell’eleganza declinati in versione moderna. Sempre nella capitale francese: Maison Ladurée (aperto da 160 anni) e il Riviera Fuga.

Fonte: virgilio.it

Continua la lettura con: Il Milano Food District

ANDREA URBANO

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MyLine, la “grande linea di Milano”: il progetto

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niiprogetti- Myline

La costruzione di un complesso di design, non lontano da quello che era un antico borgo, a pochi passi dalla linea M4. Scopriamo come è fatto e quando è programmata la consegna degli immobili.

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MyLine, la “grande linea di Milano”: il progetto

# Il nuovo complesso di design a pochi passi dalla linea M4

niiprogetti- Myline

Avanza la costruzione di un nuovo complesso di design a pochi passi dalla fermata M4 di Repetti, in via Cavriana 15, strada che conduceva all’antico borgo di Cavriano oggi abbandonato.

cavriana15 – Myline terrazze

Il nome del progetto è Myline, realizzato da Bluestone, e si caratterizza per un edificio con facciate nei toni del bianco e del grigio con davanzali in pietra, tutti con logge ricavate all’interno di cornici bianche e dotate di pannelli frangisole fissi e scorrevoli.

# Un’altezza di 7 piani e 40 appartamenti disponibili tra bilocali e trilocali

cavriana15 – Myline rendering terrazze

Si sviluppa su 7 piani e prevede al piano terra l’accesso al giardino condominiale a verde, piantumato con arbusti e alberature che schermano rispetto alla strada e agli edifici retrostanti. Al suo interno sono previsti 40 unità immobiliari, tra bilocali e trilocali con ampi spazi aperti privati, oltre a box e cantine.

# Consegna programmata per ottobre 2025

niiprogetti- Myline

L’edificio è in classe energetica A grazie alla presenza di impianto fotovoltaico, teleriscaldamento e pompe di calore e ogni appartamento è dotato di sistema di videosorveglianza e antintrusione, domotica e controllo di luci e tapparelle. La consegna di è programmata per ottobre 2025

 

Fonte: niiprogetti

Continua la lettura con: Il più bel palazzo liberty di Milano

FABIO MARCOMIN

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L’autostrada automatizzata con nastri trasportatori: la rivoluzione per il traffico merci

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supercarblondie - Autostrada tapis roulants

Un’infrastruttura che potrebbe rivoluzionare il settore della logistica. Scopriamo di cosa si tratta, come funzionerebbe e i benefici previsti.

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L’autostrada automatizzata con nastri trasportatori: la rivoluzione per il traffico merci

# L’autostrada automatizzata con nastri trasportatori: il progetto per i primi 540 chilometri

pixabay – Tokyo

Una rivoluzione nel mondo della logistica. A presentare il progetto Autoflow-Road è stato il Ministero del Territorio, delle Infrastrutture, dei Trasporti e del Turismo, una soluzione emersa dopo l’introduzione delle nuove normative che limitano le ore di straordinario per i camionisti a 80 ore mensili. Non solo, si stima entro il 2030 una perdita della forza lavoro del 36% rispetto a quella attuale. Si tratta di una rete autostradale automatizzata con nastri trasportatori lunga dai 310 ai 540 km, tra Tokyo e Osaka, pensata quindi in primis per sopperire alla carenza di autisti. 

# In funzione 24 ore al giorno: farebbe il lavoro di 25.000 TIR

supercarblondie – Autostrada tapis roulants

L’autostrada sarebbe costituita da una serie di nastri trasportatori sia in superficie che in gallerie sotto la careggiata: nel primo caso su una banchina divisoria tra le carreggiate e con la possibilità di trasportare merci di volume minore. Verrebbero utilizzate infrastrutture esistenti come tunnel, binari fuori terra e tapis roulant in continuo movimento, ispirati ai nastri trasportatori dell’industria mineraria, come quello di 23 km nella miniera di calcare Torigatayama a Koch. Una sorta di sistema di pallet ad alta capacità per spostare fino a una tonnellata di merci ciascuno e che, grazie al funzionamento 24 ore al giorno, farebbe il lavoro di 25.000 TIR.

# I benefici dell’opera: riduzione congestionamento delle strade e delle emissioni inquinanti

andreas160578-pixabay – Camion

Tra i benefici dell’opera, oltre a sopperire alla mancanza di autisti tenendo che oltre più del 90% delle merci del Giappone è trasportato su strada, il miglioramento dell’efficienza del sistema della logistica nazionale, una riduzione del congestionamento delle strade, una riduzione delle emissioni inquinanti prodotte dai camion.

# Un investimento di 25 miliardi di dollari

L’investimento stimato è pari a 25 miliardi di dollari, una cifra enorme che dovrebbe essere recuperata sia dal pubblico che dal privato. Siamo comunque alle fasi iniziali e accanto al nodo risorse restano da affrontare i problemi relativi alla standardizzazione e all’adozione da parte degli operatori del settore, a cui si aggiungono le resistenze di parte degli stessi autisti che si sono opposti alla riduzione degli straordinari e che hanno paura di essere sostituti in futuro da questa tecnologia. L’obiettivo è di realizzare la prima fase del progetto entro il 2034.

Fonte: logisticanews

Continua la lettura con: In arrivo anche in Italia l’ultima novità delle autostrade: le preferenziali a pagamento

FABIO MARCOMIN

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C’è l’accordo: i taxi volanti a Milano saranno realtà. Ecco quando e quale sarà la prima tratta della “metro del cielo”

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Milan Flyover

Se ne parlava da tempo, ora è arrivata anche l’ufficialità: Milano avrà i taxi volanti. Cosa prevede l’accordo, quando dovrebbe partire il servizio e la prima tratta prevista.

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C’è l’accordo: i taxi volanti a Milano saranno realtà. Ecco quando e quale sarà la prima tratta della “metro del cielo”

# Firmato l’accordo tra Lilium, Sea Milan Airports e Skyports Infrastructure

Milan Flyover

Milano avrà i taxi volanti. Dopo la delibera di giunta di Palazzo Marino a fine 2023 arriva un altro tassello fondamentale. È stato infatti annunciata la firma di un Memorandum of Understanding tra Lilium, produttore leader di aeromobili elettrici e pioniere della mobilità aerea regionale, Sea Milan Airports e Skyports Infrastructure, leader nelle infrastrutture per vertiporti per l’industria della mobilità aerea avanzata. Questo accordo mette le basi per realizzare una rete rete di vertiporti per aeromobili elettrici a decollo e atterraggio verticale per servire le principali località della Lombardia Lombardia e del nord Italia,  con Sea, Skyports e il loro azionista 2i Aeroporti che stanno costituendo una società in joint venture dedicata.

# La prima tratta Malpensa-Milano 

Lilium jet

Tra gli aerotaxi elettrici ci sarà ovviamente il Lilium Jet, con una capacità di carico che lo rende leader di settore, con la più lunga autonomia operativa alla massima velocità, il minimo rumore ed emissioni operative pari zero. I voli saranno aperti però ad altri operatori eVTOL. 

La prima rotta sviluppata sarà quella che collegherà l’aeroporto di Milano Malpensa e il centro di Milano, con destinazione uno degli altri vertiporti in città. Nel progetto di Mobilità Area Urbana, pensato per consentire ai passeggeri di spostarsi da un punto all’altro di Milano o della Lombardia a bordo di aeromobili elettrici, ne sono previsti quattro in totale. 

# Gli altri vertiporti previsti: Linate, Citylife e Porta Romana

Taxi volanti Milano

Nel piano sviluppato da Sea in collaborazione col Politecnico di Milano sono state individuate queste piattaforme, con un’estensione di 6 mila metri quadrati, per il decollo e l’atterraggio verticale degli eVTOL: una all’aeroporto di Malpensa, una all’aeroporto di Linate, una nel quartiere di Citylife e un’altra a Porta Romana. L’investimento iniziale è stimato in 33 milioni di euro, con il 51% a carico della stessa Sea, 

# Entro il 2027 i primi voli, nel futuro 15-20 vertiporti in Lombardia 

Rispetto alle previsioni iniziali, di far viaggiare a Milano i taxi aerei elettrici per le Olimpiadi Invernali 2026, l’orizzonte temporale si è spostato al 2027 a causa di ritardi nelle autorizzazioni e nelle forniture. Nel frattempo l’autorità ha pubblicato un regolamento nazionale completo per gli aeromobili VTOL, il primo del suo genere in Europa. Per quella data dovrebbe essere già attiva una prima rete di vertiporti, già con i quattro milanesi la stima è di 200 persone trasportate al giorno.  L’obiettivo è arrivare a creare una rete regionale attraverso 15-20 vertiporti in Lombardia e portare questo servizio potrebbe su larga scala entro il 2035, anno in cui è previsto il pareggio di bilancio dell’azienda.

# Le prime ipotesi di prezzi

Lilium interni

I taxi volanti sono in grado ad oggi di superare i 100 chilometri orari e di coprire 40-60 chilometri in autonomia. Per quanto riguarda i prezzi le prime simulazioni tariffarie ipotizzano una cifra iniziale di 100-120 euro a persona, per un tragitto da Linate a Malpensa, ma con l’aumento dell’offerta il costo dei biglietti dovrebbe diventare più competitivo. 

Fonti: Lilium

Continua la lettura con: Taxi volanti: queste le fermate della “metro del cielo”

FABIO MARCOMIN

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La trasformazione del Garage Traversi in Louis Vuitton

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Louis Vuitton Bagutta

È stata la prima autorimessa multipiano priva di rampe di Milano. Dopo 20 anni di abbandono, è rinato come spazio commerciale destinato al luxury retail & food. Scopriamo come questo mirabile esempio di architettura razionalista è stato rivoluzionato.

La trasformazione del Garage Traversi in Louis Vuitton

# Dopo 20 anni di abbandono è rinato lo storico garage di San Babila

Garage Traversi anni ’50

Costruito nel 1938, su progetto degli architetti Giuseppe De Min e Alessandro Rimini per la Società Anonima Resta Gestioni Immobiliari, il Garage Traversi è stato la prima autorimessa multipiano di Milano ed è rimasto in attività per 60 anni. Si tratta di un esempio mirabile di architettura razionalista, tra i primi fabbricati in cemento armato realizzati in città, sviluppato su 8 piani fuori terra, servito da una scala elicoidale con servizio di lavaggio e manutenzione vetture all’interno.

Dal 2023 è ufficialmente rinato dopo 20 anni di abbandono come nuovo polo commerciale destinato al luxury retail & food firmato Louis Vuitton grazie ad un investimento di 30 milioni di euro

# Nel restyling anche due terrazze panoramiche e il rinnovo dell’area su via Bagutta

Foto redazione – Louis Vuitton via Bagutta

Il restyling ha coinvolto anche l’area antistante l’immobile su via Bagutta, in direzione San Babila, che ha visto l’impiego di sampietrini nel nuovo marciapiede, mentre da quache settimana sono partiti lavori per la riqualificazione del tratto di strada in ingresso da Corso Matteotti. Il progetto prevede anche due terrazze panoramiche destinate ad attività food & entertainment ancora da inaugurare.

Rendering terrazze ex Garage Traversi

Per ricreare il il collegamento visivo originariamente pensato con la torre di Piazza San Babila, dall’architetto De Min, è stato ripristinato il colore originale dell’intonaco verde salvia.

# Un’esperienza immersiva nell’universo della maison francese che si sviluppa su 3 piani

Interno Louis Vuitton ex Garage Traversi

Si sviluppa su tre piani e 5.550 mq il nuovo store di Louis Vuitton. Il concept è stato studiato per lasciare inalterata la storia dell’edificio, caratterizzato da un sistema di pareti curve che lascia a vista le monumentali travi a ventaglio in cemento armato. In questo modo è possibile offrire ai clienti un’esperienza immersiva nell’universo della maison francese.

Credits giulialoveslife_ IG – Garage Traversi Louis Vuitton

La suddivisione dei diversi livelli del palazzo prevede i primi due, piano terra e secondo piano, dedicati al retail con borse, scarpe e abbigliamento femminile e maschile, occhiali da sole, fragranze e gioielli, mentre al primo piano lo spazio è lasciato ai progetti speciali, eventi, manifestazioni, con un calendario di attività già in essere dedicato all’arte e alla cultura.

L’inaugurazione di inizio anno ha visto come protagonista il lancio mondiale della nuova collezione firmata Yayoi Kusama caratterizzata da un allestimento temporaneo costellato da pois su tutte le superfici, su tutti i capi e accessori e esposti, da un’installazione di palle che invadevano tutti i piani, zucche giganti e colori sgargianti dal giallo al fucsia. 

L’accordo prevede che l’ex garage Traversi sarà lo store della maison francese per una durata di almeno tre anni.

 

Fonte: Wallstreet Italia

Continua la lettura con: Il nuovo VIALONE SCENOGRAFICO della STAZIONE: il progetto di restyling si inceppa

FABIO MARCOMIN

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