La costruzione di un complesso di design, non lontano da quello che era un antico borgo, a pochi passi dalla linea M4. Scopriamo come è fatto e quando è programmata la consegna degli immobili.
# Il nuovo complesso di design a pochi passi dalla linea M4
niiprogetti- Myline
Avanza la costruzione di un nuovo complesso di design a pochi passi dalla fermata M4 di Repetti, in via Cavriana 15, strada che conduceva all’antico borgo di Cavriano oggi abbandonato.
cavriana15 – Myline terrazze
Il nome del progetto è Myline, realizzato da Bluestone, e si caratterizza per un edificio con facciate nei toni del bianco e del grigio con davanzali in pietra, tutti con logge ricavate all’interno di cornici bianche e dotate di pannelli frangisole fissi e scorrevoli.
# Un’altezza di 7 piani e 40 appartamenti disponibili tra bilocali e trilocali
cavriana15 – Myline rendering terrazze
Si sviluppa su 7 piani e prevede al piano terra l’accesso al giardino condominiale a verde, piantumato con arbusti e alberature che schermano rispetto alla strada e agli edifici retrostanti. Al suo interno sono previsti 40 unità immobiliari, tra bilocali e trilocali con ampi spazi aperti privati, oltre a box e cantine.
# Consegna programmata per ottobre 2025
niiprogetti- Myline
L’edificio è in classe energetica A grazie alla presenza di impianto fotovoltaico, teleriscaldamento e pompe di calore e ogni appartamento è dotato di sistema di videosorveglianza e antintrusione, domotica e controllo di luci e tapparelle. La consegna di è programmata per ottobre 2025.
L’autostrada automatizzata con nastri trasportatori: la rivoluzione per il traffico merci
# L’autostrada automatizzata con nastri trasportatori: il progetto per i primi 540 chilometri
pixabay – Tokyo
Una rivoluzione nel mondo della logistica. A presentare il progetto Autoflow-Road è stato il Ministero del Territorio, delle Infrastrutture, dei Trasporti e del Turismo, una soluzione emersa dopo l’introduzione delle nuove normative che limitano le ore di straordinario per i camionisti a 80 ore mensili. Non solo, si stima entro il 2030 una perdita della forza lavoro del 36% rispetto a quella attuale. Si tratta di una rete autostradale automatizzata con nastri trasportatori lunga dai 310 ai540 km, tra Tokyo e Osaka, pensata quindi in primis per sopperire alla carenza di autisti.
# In funzione 24 ore al giorno: farebbe il lavoro di 25.000 TIR
supercarblondie – Autostrada tapis roulants
L’autostrada sarebbe costituita da una serie di nastri trasportatori sia in superficie che in gallerie sotto la careggiata: nel primo caso su una banchina divisoria tra le carreggiate e con la possibilità di trasportare merci di volume minore. Verrebbero utilizzate infrastrutture esistenti come tunnel, binari fuori terra e tapis roulant in continuo movimento, ispirati ai nastri trasportatori dell’industria mineraria, come quello di 23 km nella miniera di calcare Torigatayama a Koch. Una sorta di sistema di pallet ad alta capacità per spostare fino a una tonnellata di merci ciascuno e che, grazie al funzionamento 24 ore al giorno, farebbe il lavoro di 25.000 TIR.
# I benefici dell’opera: riduzione congestionamento delle strade e delle emissioni inquinanti
andreas160578-pixabay – Camion
Tra i benefici dell’opera, oltre a sopperire alla mancanza di autisti tenendo che oltre più del 90% delle merci del Giappone è trasportato su strada, il miglioramento dell’efficienza del sistema della logistica nazionale, una riduzione del congestionamento delle strade, una riduzione delle emissioni inquinanti prodotte dai camion.
# Un investimento di 25 miliardi di dollari
L’investimento stimato è pari a 25 miliardi di dollari, una cifra enorme che dovrebbe essere recuperata sia dal pubblico che dal privato. Siamo comunque alle fasi iniziali e accanto al nodo risorse restano da affrontare i problemi relativi alla standardizzazione e all’adozione da parte degli operatori del settore, a cui si aggiungono le resistenze di parte degli stessi autisti che si sono opposti alla riduzione degli straordinari e che hanno paura di essere sostituti in futuro da questa tecnologia. L’obiettivo è di realizzare la prima fase del progetto entro il 2034.
Se ne parlava da tempo, ora è arrivata anche l’ufficialità: Milano avrà i taxi volanti. Cosa prevede l’accordo, quando dovrebbe partire il servizio e la prima tratta prevista.
C’è l’accordo: i taxi volanti a Milano saranno realtà. Ecco quando e quale sarà la prima tratta della “metro del cielo”
# Firmato l’accordo tra Lilium, Sea Milan Airports e Skyports Infrastructure
Milan Flyover
Milano avrà i taxi volanti. Dopo la delibera di giunta di Palazzo Marino a fine 2023 arriva un altro tassello fondamentale. È stato infatti annunciata la firma di un Memorandum of Understanding tra Lilium, produttore leader di aeromobili elettrici e pioniere della mobilità aerea regionale, Sea Milan Airports e Skyports Infrastructure, leader nelle infrastrutture per vertiporti per l’industria della mobilità aerea avanzata. Questo accordo mette le basi per realizzare una rete rete di vertiporti per aeromobili elettrici a decollo e atterraggio verticale per servire le principali località della Lombardia Lombardia e del nord Italia, con Sea, Skyports e il loro azionista 2i Aeroporti che stanno costituendo una società in joint venture dedicata.
# La prima tratta Malpensa-Milano
Lilium jet
Tra gli aerotaxi elettrici ci sarà ovviamente il Lilium Jet, con una capacità di carico che lo rende leader di settore, con la più lunga autonomia operativa alla massima velocità, il minimo rumore ed emissioni operative pari zero. I voli saranno aperti però ad altri operatori eVTOL.
La prima rotta sviluppata sarà quella che collegherà l’aeroporto di Milano Malpensa e il centro di Milano, con destinazione uno degli altri vertiporti in città. Nel progetto di Mobilità Area Urbana, pensato per consentire ai passeggeri di spostarsi da un punto all’altro di Milano o della Lombardia a bordo di aeromobili elettrici, ne sono previsti quattro in totale.
# Gli altri vertiporti previsti: Linate, Citylife e Porta Romana
Taxi volanti Milano
Nel piano sviluppato da Sea in collaborazione col Politecnico di Milano sono state individuate queste piattaforme, con un’estensione di 6 mila metri quadrati, per il decollo e l’atterraggio verticale degli eVTOL: una all’aeroporto di Malpensa, una all’aeroporto di Linate, una nel quartiere di Citylife e un’altra a Porta Romana. L’investimento iniziale è stimato in 33 milioni di euro, con il 51% a carico della stessa Sea,
# Entro il 2027 i primi voli, nel futuro 15-20 vertiporti in Lombardia
Rispetto alle previsioni iniziali, di far viaggiare a Milano i taxi aerei elettrici per le Olimpiadi Invernali 2026, l’orizzonte temporale si è spostato al 2027 a causa di ritardi nelle autorizzazioni e nelle forniture. Nel frattempo l’autorità ha pubblicato un regolamento nazionale completo per gli aeromobili VTOL, il primo del suo genere in Europa. Per quella data dovrebbe essere già attiva una prima rete di vertiporti, già con i quattro milanesi la stima è di 200 persone trasportate al giorno. L’obiettivo è arrivare a creare una rete regionale attraverso 15-20 vertiporti in Lombardia e portare questo servizio potrebbe su larga scala entro il 2035, anno in cui è previsto il pareggio di bilancio dell’azienda.
# Le prime ipotesi di prezzi
Lilium interni
I taxi volanti sono in grado ad oggi di superare i 100 chilometri orari e di coprire 40-60 chilometri in autonomia. Per quanto riguarda i prezzi le prime simulazioni tariffarie ipotizzano una cifra iniziale di 100-120 euro a persona, per un tragitto da Linate a Malpensa, ma con l’aumento dell’offerta il costo dei biglietti dovrebbe diventare più competitivo.
È stata la prima autorimessa multipiano priva di rampe di Milano. Dopo 20 anni di abbandono, è rinato come spazio commerciale destinato al luxury retail & food. Scopriamo come questo mirabile esempio di architettura razionalista è stato rivoluzionato.
La trasformazione del Garage Traversi in Louis Vuitton
# Dopo 20 anni di abbandono è rinato lo storico garage di San Babila
Garage Traversi anni ’50
Costruito nel 1938, su progetto degli architetti Giuseppe De Min e Alessandro Rimini per la Società Anonima Resta Gestioni Immobiliari, il Garage Traversi è stato la prima autorimessa multipiano di Milano ed è rimasto in attività per 60 anni. Si tratta di un esempio mirabile di architettura razionalista, tra i primi fabbricati in cemento armato realizzati in città, sviluppato su 8 piani fuori terra, servito da una scala elicoidale con servizio di lavaggio e manutenzione vetture all’interno.
Dal 2023 è ufficialmente rinato dopo 20 anni di abbandono come nuovo polo commerciale destinato al luxury retail & food firmato Louis Vuitton grazie ad un investimento di 30 milioni di euro.
# Nel restyling anche due terrazze panoramiche e il rinnovo dell’area su via Bagutta
Foto redazione – Louis Vuitton via Bagutta
Il restyling ha coinvolto anche l’area antistante l’immobile su via Bagutta, in direzione San Babila, che ha visto l’impiego di sampietrini nel nuovo marciapiede, mentre da quache settimana sono partiti lavori per la riqualificazione del tratto di strada in ingresso da Corso Matteotti. Il progetto prevede anche due terrazze panoramiche destinate ad attività food & entertainment ancora da inaugurare.
Rendering terrazze ex Garage Traversi
Per ricreare il il collegamento visivo originariamente pensato con la torre di Piazza San Babila, dall’architetto De Min, è stato ripristinato il colore originale dell’intonaco verde salvia.
# Un’esperienza immersiva nell’universo della maison francese che si sviluppa su 3 piani
Interno Louis Vuitton ex Garage Traversi
Si sviluppa su tre piani e 5.550 mq il nuovo store di Louis Vuitton. Il concept è stato studiato per lasciare inalterata la storia dell’edificio, caratterizzato da un sistema di pareti curve che lascia a vista le monumentali travi a ventaglio in cemento armato. In questo modo è possibile offrire ai clienti un’esperienza immersiva nell’universo della maison francese.
Credits giulialoveslife_ IG – Garage Traversi Louis Vuitton
La suddivisione dei diversi livelli del palazzo prevede i primi due, piano terra e secondo piano, dedicati al retail con borse, scarpe e abbigliamento femminile e maschile, occhiali da sole, fragranze e gioielli, mentre al primo piano lo spazio è lasciato aiprogetti speciali, eventi, manifestazioni, con un calendario di attività già in essere dedicato all’arte e alla cultura.
L’inaugurazione di inizio anno ha visto come protagonista il lancio mondiale della nuova collezione firmata Yayoi Kusama caratterizzata da un allestimento temporaneo costellato da pois su tutte le superfici, su tutti i capi e accessori e esposti, da un’installazione di palle che invadevano tutti i piani, zucche giganti e colori sgargianti dal giallo al fucsia.
L’accordo prevede che l’ex garage Traversi sarà lo store della maison francese per una durata di almeno tre anni.
La Sardegna è da sempre tra le mete più gettonate dagli italiani, ma forse non tutti conoscono la bellezza naturale e paradisiaca rappresentata da Cala Coticcio.
La “Tahiti della Sardegna”: la piscina naturale più bella d’Italia?
# Cala Coticcio, un piccolo angolo di paradiso
credits: @spiagge. da.sogno su IG
La “Tahiti sarda” si trova sull’isola di Caprera, nell’Arcipelago della Maddalena: un vero e proprio angolo di paradiso di sabbia bianca finissima, quasi abbagliante, e un mare in cui ci si potrebbe tranquillamente specchiare. Non solo: si nuota in un autentico acquario con tantissime specie di pesci e stelle marine.
Una delle più belle calette situate nel nord della Sardegna, raggiungibili sia via mare sia via terra. Quest’ultima è consigliata se si amano i percorsi piuttosto lunghi e avventurosi: la si raggiunge attraverso un sentiero-trekking parzialmente sterrato, di pendenza variabile, attraverso le rocce.
# Uno spettacolo da mozzare il fiato
credits: @sardiniatales su IG
In qualunque modo si decida si raggiungerla, si viene comunque ripagati con uno spettacolo mozzafiato che questa “piscina” naturale può offrire. Ci si può godere il mare e un po’ di meritato relax tra le rocce di granito rosa, la macchia mediterranea che avvolgono la cala e fare un tuffo tra le sue acque cristalline.
La ‘Tahiti sarda’ non è l’unica perla costiera di Caprera: a sud-est si trovano cala Portese (o dei Due Mari) e la celebre spiaggia del Relitto, con sabbia bianca e sottile e scheletro di una nave antica sulla riva. A occidente ci sono invece le acque azzurre di Cala Napoletana, la distesa di sabbia chiara di Cala Serena e la natura selvaggia di Cala Garibaldi. A Caprera è poi immancabile una visita all’ultima residenza dell’Eroe dei due mondi: il Compendio di Giuseppe Garibaldi con la sua Casa Bianca, uno dei musei più visitati di tutta Italia.
Il quartiere di porta Romana, il quartiere di porta Ticinese e, in generale, i quartieri poveri della città erano quelli posti a sud. C’era una motivazione molto pratica.
Ticinese e Porta Romana: i quartieri poveri erano quelli a sud di Milano
Un pochino è rimasta ancora quell’eredità storica, anche se tutto si è spostato ancora più a Sud. Oggi, infatti, i confini meridionali di Milano coincidono con aree più popolari, anche se in realtà non sono più solo loro. Anche il Nord Ovest infatti storicamente non se la passa così bene, da Quarto Oggiaro al Gallaratese. E pensare che nell’Ottocento si consideravano poveri i quartieri oggi tra i più rinomati. Come Porta Romana o il Ticinese. Ma c’era una ragione molto concreta perchè i più ricchi se ne tenessero alla larga.
# L’aria malsana
Il motivo di questa penalizzazione che colpiva i quartieri che si trovavano verso Sud era la vicinanza con le risaie che rendeva l’aria poco salubre, a differenza invece dei quartieri a nord della città che ricevevano l’aria fresca dei monti.
Aria poco salubre che significava nebbia fitta d’inverno e nuvole di zanzare d’estate. Un po’ come ancora capita allontanandosi dalla città lungo i Navigli.
# La curiosità
Rozzano – Credits: Comune di Rozzano
Una curiosità? Ai giorni nostri a sud di Milano si trovano le aree con il più alto e il più basso reddito procapite: rispettivamente Basiglio e Rozzano (anche nota come Rozzangeles). La particolarità curiosa è che sono confinanti.
Fonte: Conosci Milano? Di Luca Scarlini. Edizioni Clichy
Quando, dopo un lungo periodo negli Stati Uniti, decisi di rientrare in Italia in attesa di scegliere la prossima destinazione di vita, capitai per qualche giorno a Milano per conoscere il mio nipotino appena nato. Sarebbe dovuta essere una visita di qualche giorno ed invece sono passati 15 anni.
Tra un sonnellino e l’altro del mio nipotino, decisi di passare il mio tempo scorrazzando in bicicletta per le vie della città. Era la prima volta che la esploravo, sola e senza mappa…perdendomi nelle viuzze che mai avrei creduto di incrociare e meravigliandomi di un sole che quando c’è, è veramente Sole e di un Azzurro di Cielo che, donato a piccole dosi, ti lascia la dolce forte sensazione di non riuscire a smettere di guardarlo.
Ero prevenuta, non posso negarlo. I luoghi comuni, spesso negativi, su questa città sono tanti e variegati.
Eppure, quel che si palesava ai miei occhi tra una frenata ed una ripartita, semaforo dopo semaforo era qualcosa di più di una semplice città italiana tutto business, frenesia e grigiore.
# Milano
Cosmopolita, dinamica, efficiente, vivace e sempre in evoluzione, Milano conquista gli ambiziosi… quelli con il cuore sempre in fermento, quelli del “mi vesto come mi pare”, del “più si è diversi e meglio è”, quelli che guardano al passato solo per vedere un nuovo futuro. Milano è curiosa, audace, composta ma allo stesso tempo sfacciata, libera e determinata, Milano è tosta ma quando è dolce ti disarma, perché lo sa fare con tutta la poesia di cui è capace.
# I milanesi
Pensavo tra me: sono l’anima di questa città…Coloro che l’hanno resa la città europea che oggi è.
Non vedevo l’ora di conoscerli, di far parte di questa comunità di Milan l’è on gran Milan.
Di Milanesi, quelli nati e vissuti a Milano, quelli che lo sono da diverse generazioni, ne ho incontrati, conosciuti e frequentati. Ed ecco cosa è emerso.
Solitamente hanno lo stesso gruppo di amici da molti anni, quasi tutti di Milano e molto spesso gli stessi dai tempi del Liceo o dell’Università.
Non c’è molto spazio per le new entry, e se mai ci fosse, si riesce a fatica a creare rapporti intimi e solidali. Forse ciò richiede un tempo molto prolungato.
Sono abitudinari nelle loro uscite, frequentando molto spesso gli stessi luoghi.
Avendo studiato o iniziato a lavorare a Milano, non si sono misurati con altre realtà o con situazioni di interazione profonda come la convivenza con individui sconosciuti provenienti da altre paesi, siano essi italiani o stranieri.
Alcuni viaggiano, altri molto poco preferendo mete turistichea cui sono affezionati sin dall’infanzia.
Poco aperti, a volte provinciali, sono per la maggior parte in antitesi con l’anima di questa città.
# I non milanesi
Siano essi italiani, stranieri o alieni sono quelli che questa città se la sono conquistata. Sono quelli che non ci sono nati ma l’hanno scelta, corteggiata, amata e a volte odiata. Alcuni l’hanno subita, altri domata ma pur sempre l’hanno “vissuta”!
Sono quelli dalle molteplici e variegate convivenze. Quelli che devono ricominciare tutto da capo, sono quelli con le famiglie lontano o del treno del weekend per tornare a casa.
Non hanno àncore e ciò gli consente di navigare in mari sconosciuti, di fare squadra per superare mari e tempeste, per esplorare nuove terre e nuove idee.
Sono quelli dello sharing, dell’ultima metro del sabato sera o del radio taxi di tarda notte.
Sono quelli che non ti chiedono “di cosa ti occupi” ma che ti offrono una birra dopo 10 minuti di chiaccherata.
Sono quelli che superano i propri limiti, che vanno oltre e lottano giorno per la paura di “ritornare” e dire: non ce l’ho fatta!
Sono il carattere di Milano, una vorticosa onda di energie con il cuore alle origini e lo sguardo rivolto verso l’infinito!
Se oggi penso a Milano penso che sia stupenda così, dalle mille identità, siano esse milanesi e non, come una vera grande città del mondo dovrebbe essere!
A differenza della grande maggioranza delle città del mondo, Milano non ha una pianta a scacchiera, bensì è fatta a cerchi, o per meglio dire si sviluppa su di una pianta radiocentrica.
Una «rotonda in pianura»: perchè Milano è fatta a cerchi?
Credits: abitare.it
# Le città a scacchiera: da Babilonia a Roma
La prima attestazione di pianta a scacchiera risale al 3300 a.C, nella città di Rehman Dheri della civiltà della valle dell’Indo. Tale metodo di impostazione urbana, semplice, immediato e adatto alla difesa militare, si è poi diffuso a Babilonia e da lì all’Antico Egitto, alla Grecia e infine a Roma. L’Impero la veicolò a gran parte d’Europa: oggi, tutte le città che finiscono in -caster, come Lancaster, o in -chester, come Manchester, suffissi mutuati dal latino castrum, sono state fondate dai Romani e hanno una pianta a scacchiera. Londra, New York e Vienna sono altri esempi perfetti di questo disegno architettonico. Ma ci sono delle eccezioni.
# Milano è radiocentrica
Milano, come sempre, si distingue: ma in questo caso la pianta radiocentrica è necessaria e consequenziale. Essa è infatti tipica delle città che sorgono in aree pianeggianti, all’incrocio di strade terrestri o di vie fluviali, e Milano, com’è noto, sorge sulla linea dei fontanili. La pianta radiocentrica favorisce gli spostamenti dalle periferie al centro, naturalmente presentato come fulcro economico, consentendo di concentrare le aree verdi ai margini.
Altri esempi di città sviluppate sulla falsariga meneghina sono Bologna, Washington e Mosca.
L’accusa dall’estero: “Troppi cantieri sulle autostrade italiane”
# Dalla Svizzera: «I cantieri sulle autostrade italiane surriscaldano l’estate»
Ormai sono una costante sul Corriere del Ticino. Gli articoli che lamentano i disagi di chi si avventura sulle autostrade italiane. In particolare i tratti che si trovano subito dopo confine. L’ultimo articolo, a firma di Anna Campaniello , sottolinea i problemi legati all’ “esodo dei vacanzieri dalla Svizzera e dal Nord Europa verso l’Italia”. La bella notizia è che si registra un traffico di turisti mai così intenso. La brutta è che non facciamo una bella figura. Soprattutto nelle autostrade. Ecco alcuni passaggi dell’articolo.
# «Spostarsi in Italia è diventato un incubo»
«Cantieri e piano asfalti a Como. Chiusure continue la notte sull’autostrada A9 Lainate-Como-Chiasso, anche dopo la fine dei lavori in galleria durati quattro anni. L’esodo dei vacanzieri dalla Svizzera e dal Nord Europa verso l’Italia, in forte aumento e sommato già anche ai primi rientri. Un mix che si sta rivelando esplosivo per la viabilità nella zona di confine tra il Ticino e il territorio comasco. Spostarsi è diventato un incubo non solo durante il giorno e negli orari di punta, ma in molti casi persino la sera tardi o addirittura nelle ore notturne.»
# Cantieri e lavori anche sulle strade comunali
«I disagi, nel pieno ormai della stagione turistica, in molti casi sono tutt’altro che limitati, soprattutto per la concomitanza dei cantieri in corso a Como. Nessuna pausa dunque, se non nel weekend, neppure nel periodo clou dell’esodo delle vacanze. Per dare un’idea, questa notte saranno chiusi il bivio tra la A8 e l’A9 e pure quello tra Lago di Como e il bivio tra la A9 e la tangenziale A59, oltre all’intero tratto compreso tra Como centro e Chiasso. Domani alle 22, fino all’alba successiva scatterà lo stop al traffico tra Lago di Como e Como Centro. Autostrada off limit tra Como centro e Chiasso anche tra mercoledì e giovedì, mentre tra giovedì e venerdì la chiusura sarà all’entrata di Como Centro e nel tratto fino a Chiasso. E l’elenco non è finito.»
A questo si aggiungono i numerosi lavori e cantieri aperti sulle strade comunali di Como dove vengono dirottati i turisti dalla chiusura delle autostrade. Questi i disagi sul tratto che porta dalla Svizzera a Milano. Ma per gli automobilisti milanesi il grande incubo è altrove.
Credits corriere – Traffico autostradale
# Un’altra estate da incubo sulle autostrade liguri
Per molti milanesi la parola Liguria non fa rima solo con mare o con il mugugno. Liguria da anni significa code. Ormai non più solo quelle classiche della domenica sera. Anche questa estate è segnata da cantieri e carreggiate ridotte a una sola corsia, soprattutto nell’ultimo tratto della Genova Ventimiglia, verso il confine francese. Come ritratto in questo sempre attuale video:
Milano si mette in scia di Parigi. Non solo per ciclabili, città a 30 all’ora e Olimpiadi. Anche per i Suv. La proposta sarà discussa in Consiglio Comunale.
Parcheggi più cari per i Suv a Milano? C’è la proposta
# A Parigi parcheggiare un Suv costerà come una multa
ZZZZach89 X – Referendum Suv Parigi 2024
La decisione è seguita al referendum del 4 febbraio 2024: il 55% dei votanti ha votato a favore dell’introduzione della tariffa, anche se hanno votato meno del 5% dei parigini. Quando la decisione entrerà in vigore ci vorranno 18 euro all’ora per parcheggiare un Suv a Parigi: praticamente come una multa. L’amministrazione di Milano ha preso Parigi come modello per tante cose, dalle ciclabili, alle strade a trenta all’ora e pure per le Olimpiadi. Sembra che farà lo stesso anche per i Suv.
# A Milano potrebbero pagare da 2 a 3 volte di più di un’auto normale
pixabay-Vika_Glitter – Suv
Il concetto è semplice: le auto di grossa stazza potrebbero pagare il parcheggio più di utilitarie e berline. La maggiorazione potrebbe essere doppia o tripla rispetto a quella ordinaria. Questa in sintesi la proposta contenuta in una mozione firmata da diversi esponenti del Consiglio comunale di Milano, tra cui il consigliere del gruppo misto Enrico Fedrighini, Angelica Vasile, Simonetta D’Amico e Rosario Pantaleo del PD, il consigliere dei Verdi Carlo Monguzzi e due eletti della lista di Beppe Sala: Marco Fumagalli e il capogruppo Gabriele Rabaiotti. Il testo impegna il sindaco “a programmare una adeguata maggiorazione della tariffazione della sosta su strada (da due a tre volte la tariffa ordinaria in ogni ambito di sosta interessato) che dovrà riguardare tutti i veicoli privati per trasporto passeggeri, indipendentemente dalla residenza o domiciliazione del proprietario, a partire da un peso superiore alle 1,6 tonnellate con motore termico o elettrico”. Il testo sarà discusso dopo la sessione di Bilancio.
# La proposta riguarda solo i super-suv
Credits auto.it – Retro nuovo suv Alfa Romeo
I proponenti hanno richiamato i dati dell’associazione di Ong europee “Transport & Environment”, secondo cui “il numero di nuovi Suv immessi sul mercato è cresciuto in maniera significativa: la quota dei nuovi veicoli venduti con allestimento Suv supera il 50%“. La conseguenza, dicono i proponenti, è che “mentre lo spazio fisico urbano non è espandibile, una quota crescente dello spazio urbano disponibile viene progressivamente ridotto a causa dell’incremento numerico e dimensionale del parco veicolare circolante”.
Da considerare che non tutti i Suv rientrerebbero nel provvedimento, ma solo quelli che pesano oltre le 1,6 tonnellate. Resterebbero dunque esclusi i modelli più venduti (i cosiddetti b-suv), tipo il Jeep Avenger, il suv più venduto a giugno, o l’Audi Q3.
Città metropolitana di Milano - Riqualificazione Piazza Freud
Un intervento atteso da tre anni finalmente inizia a prendere corpo con la recente apertura dei cantieri. Da parcheggio desolante a piazza verde. Cosa prevede il progetto e quando dovrebbe essere completato. Il reportage fotografico tratto da Urbanfile
Un’area pedonale e vivibile in continuità con Piazza Gae Aulenti, uno spazio verde in connessione con la Biblioteca degli Alberi, un’ordinata e sicura porta d’accesso alla Stazione Garibaldi, snodo nevralgico del traffico ferroviario in città. Questo avrebbe dovuto essere Piazza Freud nel 2021 grazie a un investimento di 2 milioni di euro da parte di RFI. Dopo 3 anni di silenzio, e 4 anni di ritardo, a giugno sono partiti finalmente i lavori per trasformare un parcheggio desolante di fronte la Stazione di Porta Garibaldi in una piazza pedonale verde collegata alla BAM e a Piazza Gae Aulenti.
# Il ripensamento della mobilità e gli stalli per i mezzi in sharing e le biciclette
Città metropolitana di Milano – Riqualificazione Piazza Freud
Il progetto definitivo della nuova piazza è frutto del miglioramento di quello precedente progetto datato 2017 che ha visto coinvolti il Comune di Milano, Rete Ferroviaria Italiana e FS Sistemi Urbani entrambe parte del Gruppo FS Italiane. L’intervento riguarda un’area di 12.200 mq, quasi interamente pedonalizzata salvo il lato ovest destinato al transito dei veicoli. In prossimità dell’ingresso alla stazione, a nord della piazza, è previsto il mantenimento di un’area di “Kiss and Ride“ per le persone e di carico/scarico merci, oltre a postazioni dedicate al car sharing, ai motocicli, alle auto elettriche e al bike sharing e alle biciclette. Sia sul lato sinistro della corsia di ingresso, sia sul lato opposto troveranno posto gli stalli dei taxi.
# I nuovi rendering: parco urbano al centro, uno specchio d’acqua e spazi commerciali
Urbanfile - Nuovi rendering Piazza Freud
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Urbanfile - Nuovi rendering Piazza Freud
Urbanfile - Altra vista Piazza Freud
Urbanfile - Nuovi rendering piazza Stazione Porta Garibaldi
Come si vede dai nuovi rendering, nel reportage fotografico di Urbanfile, si conferma un piccolo “parco urbano” al centro, con uno specchio d’acqua, la sistemazione a verde del lato prossimo alla lieve scarpata che recupera il dislivello fra viale Sturzo e la piazza stessa. Previste poi aiuole con bossi e alberi, l’ampliamento del marciapiede di fronte alla stazione, con aree commerciali di sosta e di ristoro attrezzate con dehors, nuovi percorsi ciclopedonali in calcestruzzo impermeabile. Altri spazi destinati ad attività commerciali con un mix di funzioni e servizi al cittadino sono previsti al centro della piazza. L’obiettivo è di trasformarla da luogo di passaggio a luogo di sosta per il tempo libero, migliorando al contempo l’accessibilità e la fruibilità del luogo, grazie anche alla riprogettazione dell’illuminazione. La conclusione del cantieri è programmata per il 30 giugno 2026.
Un’isola ai confini del mondo. Spettacolare. Non solo per la natura ma per alcune regole in vigore. Che ci piacerebbe trovare anche a Milano Città Stato. Lo spunto viene da Fabio Farani su Facebook
Cose dell’Islanda che vorremmo a Milano Città Stato
Credits skylagooniceland IG
# Istruzione gratis per tutti
Tutte le scuole e le università pubbliche sono gratuite. L’istruzione ha grande importanza, così come la lettura. Agli islandesi piace molto leggere. Per numero di libri letti sono al primo posto al mondo.
# Non c’è bisogno di cliniche private
Non ci sono cliniche private perché non ce n’è bisogno. Gli ospedali statali offrono un ottimo servizio medico.
# Acqua gratis
Se vuoi bere acqua in un caffè o in un ristorante, non devi pagare. Ti daranno dell’acqua del rubinetto che è molto buona perché è delle terme.
# Ci si fida della parola
Se decidi di cambiare lavoro, non c’è bisogno di una lettera di raccomandazione per il tuo lavoro precedente: gli islandesi si fidano delle persone e non ti controlleranno in alcun modo.
# Non ci sono McDonald’s
Ph. elenawe
# Il riscaldamento è gratis
L’Islanda è uno dei pochi paesi in Europa che usa il teleriscaldamento e la gente non paga per questo.
# Voto 100% online
L’Islanda è l’unico paese al mondo dove si vota online.
# Non c’è l’esercito
Non c’è esercito in Islanda. Se qualche cittadino vuole fare il servizio militare può aderire all’esercito norvegese sulla base di un accordo tra questi paesi.
Archivio Fotografico Distretto Turistico dei Laghi - thereallorenzinho - Museo Gurro
La Scozia a due ore da Milano? Tutto parte da una leggenda che troverebbe conferma in diversi elementi che si trovano tra oggetti e architetture locali. Scopriamo come nasce questo legame con la Scozia e cosa c’è di vero.
Non troppo distante dal confine con la Svizzera, ancora meno dalle rive del Lago Maggiore. A poco più di due ore da Milano, nella provincia di Verbano-Cusio-Ossola, c’è un minuscolo comune di meno di 200 abitanti che secondo una leggenda avrebbe forti radici scozzesi. Stiamo parlano di Gurro, la cui storia moderna suggerisce affinità tra la sua popolazione e quella della Scozia. Tutto parte dalla battaglia di Pavia del 1525 combattuta tra gli eserciti di Francesco I e quelli di Carlo V.
In quell’occasione, secondo dei presunti documenti del XVI secolo, alcuni mercenari o guardie scozzesi nel percorso di rientro verso la madrepatria avrebbero deciso di attendere la primavera successiva per ripartire passando l’inverno in quella che oggi è conosciuta come Valle Cannobina. A quanto pare però decisero di rimanere definitivamente per via delle condizioni di vita simili a quelle presenti nelle Highlands.
# Cosa accomuna Gurro alla Scozia: dai costumi al dialetto
stefi.mazza IG – Case con Croce di Sant’Andrea a Gurro
Basta solo questo per stabilire questo legame? Non essendoci fonti storici ci sono diversi elementi che parrebbero ricondurre il borgo piemontese alla Scozia. Troviamo ad esempio il costume tipico delle donne, realizzati con 14 metri di stoffa, la cui sottoveste è in tessuto scozzese. Le vie strette del paese e le antiche abitazioni con la struttura dei muri formate da un rettangolo intersecato da una Croce di Sant’Andrea, tipiche dell’architettura scozzese, sarebbero presenti solo a Gurro e in nessun altro paese della valle. Infine secondo uno studio dell’Università di Zurigo nel dialetto locale sarebbero presenti oltre 800 parole di origine gaelica, persino in alcuni cognomi.
# Tutta fantasia?
crisgioia1971 IG – Gurro
In base a quanto riferito dai principali storici locali, non essendoci fonti storiche e riscontri linguistici, si tratterebbe solo di ipotesi fantasiose. Addirittura a far girare questo legame con la Scozia sarebbe stato un amministratore negli anni ’50 per solo fini di promozione turistica. Alla vicenda si aggiunge poi la goliardia. L’antropologo scozzese Robert Gayre, che aveva mentito sulla propria discendenza, aveva asserito di essere capo di un clan scozzese inventato: il Gayre e Nigg. Non solo.
Archivio Fotografico Distretto Turistico dei Laghi – thereallorenzinho – Museo Gurro
Ha portato pure avanti avanti una ricerca storica per confermare l’origine scozzese degli abitanti di Gurro emettendo un atto di adozione del paese solo per legittimare il clan. Questo ha però dato diritto al borgo di godere dei diritti riservati agli appartenenti ai clan scozzesi, tra cui il kilt e lo sporran “ufficiali“, e ogni anno in occasione della festa della Madonna del Carmelo viene festeggiata la ricorrenza dell’adozione.
L’ex villa super lusso di Versace a Milano: svelato che cosa ci sarà
# La vendita record da 33 milioni euro
Credits cbcommercial.it – Villa di lusso venduta a Milano
Una delle ville più lussuose di Milano sta per trasformarsi in uno dei club più esclusivi del mondo. Stiamo parlando di Villa del Planato in Via dei Giardini 16, nel cuore di Brera, a pochi passi da via Manzoni e via Monte Napoleone, acquistata e fatta ristrutturare daSanto Versacenegli anni ’70. Messa sul mercato nel 2012 alla mostruosa cifra di 49 milioni di euro, è stata venduta a luglio 2022 per 33,3 milioni euro al fondo di private equity londineseThree Hills Capital Partners.
# Una villa modernista da 4 piani, oltre 2.000 mq e una terrazza panoramica
Villa Santo Versace
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Villa venduta a Milano
Terrazza Versace
Progettata dagli architetti Carlo de Carli ed Antonio Carmiati la villa è un vero e proprio monumento, un’espressione tipica del Modernismo dei primi anni ’50. Si sviluppa su 4 piani per oltre 2.000 mq complessivi, di cui 442 mq di giardino e 400 mq di terrazza panoramica, e si compone di: 8 camere da letto, 10 bagni, un garage per 6 auto da 120 mq ma anche una Spa, una palestra, una zona per il personale di servizio. Si presente come un ottagono incastonato in un rettangolo con nessun dettaglio lasciato al caso. Al suo interno era arredata ad esempio armadi in legno fatti a mano in Marocco, sfere in vetro di Murano incorporate nella scalinata, mosaici in polvere d’oro che, con le loro ombre ocra e verde smeraldo, danno forma alla Medusa, simbolo appunto di Villa Versace.
Tutto questo è però destinato a cambiare.
# The Wilde, la prima mondiale di uno dei club più esclusivi atteso in futuro a Londra, New York e Los Angeles
The Wilde
Il fondo di private equity Three Hills Capital Partnerssta trasformando questa splendida dimora in un club privato, con investimento di circa 50 milioni di euro, scegliendo Milano per il debutto di un network di club destinato ad essere uno dei più esclusivi al mondo. Il nome prescelto è The Wilde e sarà l’apripista per altre strutture a Londra, New York e Los Angeles, che dovrebbero aprire tra il 2025 e il 2028.
# Gli spazi e le attività previste al suo interno
The Wilde – The library
I soci potranno godere di un incantevole giardino e di un rooftop, di tre ristoranti, di cui uno latino-americano con influenze giapponesi e uno di cucina mediterranea, bar, lounge e altri spazi come The Library, un rifugio eclettico aperto per la colazione, pranzi informali e aperitivi, e The Club Room, il cuore della struttura punto di incontro tra amici e famigliari.
The Wilde – The club room
Al suo interno è prevista una programmazione culturale di livello mondiale, eventi speciali, dj set, musica dal vivo, masterclass, performance e dibattiti e incontri con alcuni dei pensatori più visionari.
# Quando apre e quanto si paga per essere soci
The Wilde esterno
Sono previste quattro categorie di membership, al momento sono aperte le domande per quelle di Founding Membership, e nello specifico: la “under 40 partner” una quota annuale di 2.000 euro, la “under 40” con l’aggiunta di 1.000 euro di fee di iscrizione, la “partner” con la sola quota annuale, di 2.500 euro, e infine la “full” con una fee di iscrizione di 1.250 euro e una quota annuale dal valore di 3.500 euro. L’apertura è programmata per ottobre.
No. Non siamo in Liguria. Ma un po’ più a nord. In un luogo dove le persone si sa non sono molto socievoli e amano stare per i fatti loro. Ci troviamo in Finlandia e per evitare contatti di troppo hanno escogitato le panchine single, con un solo posto a sedere. La finalità? Sicuramente c’è quella di consentire alle persone di starsene per conto loro, senza scocciatori. Ma esiste anche un altro obiettivo narrativamente meno appassionante: quello di evitare che le panchine si trasformino in dimora per senzatetto o per sbandati. Comunque sia, potrebbe essere una trovata simpatica anche per Milano. Già abbiamo la panchina più lunga del mondo, perché non introdurre anche quella più piccola? Foto cover e spunto da: @ange53814 X
Credits Andrea Cherchi – La panchina più lunga del mondo
1980. Nei Giardini di Porta Venezia c’erano tigri, struzzi, scimmie, zebre, leoni, orsi, una giraffa e anche lei, Bombè, l’elefantessa superstar, a cui venne dedicata perfino un’opera teatrale: “Suonala ancora, Bombe”. Erano gli animali dello zoo di Milano. Realizzato nel 1923 rimase aperto fino al 1992. In questo video da MILANO VINTAGE TVle immagini di animali e bambini allo zoo di Milano. Era il 1980.
“Sapore di sale, sapore di mare”… Che nostalgia. L’estate, e le nostre vacanze, sembrano ancora così lontane. Eppure, pandemia permettendo, non manca molto al momento in cui partiremo, lasciandoci le preoccupazioni alle spalle, godendoci il sole e le onde del mare.
Ed è proprio una delle spiagge più care ai milanesi ad essere stata eletta come una delle più belle d’Europa. Scopriamo quale.
Un paradiso “spectacular”: una delle spiagge più amate dai milanesi eletta tra le più belle d’Europa
# Un paradiso “Spectacular“
Credits: @massimacii IG
L’Isola d’Elba è un paradiso per ogni tipo di vacanza, da quella estiva all’insospettabile invernale. Ed è proprio tra i massicci granitici e le acque dell’Arcipelago Toscano che si trovano alcuni tra i più bei lidi al mondo.
Ma la spiaggia di cui vogliamo parlarvi è tra le più belle d’Europa e ventesima nella classifica annuale di TripAdvisor, che la definisce “Spectacular”.
Magari lo avrete già capito, ma il premio va ad un capolavoro tra le scogliere dell’Elba, circondato da alte falesie bianche che si immergono nel mare cristallino: la Spiaggia di Sansone, ultima propaggine nelle scogliere di Portofarraio.
# Una spiaggia suggestiva con una trasparenza dell’acqua unica
Credits: @elbainsup IG
I suoi ciottoli bianchi si mescolano con le trasparenze del mare, a tratti blu intenso, azzurro e turchese brillante. Una spiaggia, quella di Sansone, davvero molto suggestiva e che permette di rilassarsi, dimenticando la fatica.
Con i suoi 300 metri di lunghezza, offre una trasparenza dell’acqua unica nel suo genere. Ma il suo grande fascino spicca durante le giornate di scirocco: dal mare calmo e cristallino traspare il candido fondale bianco.
# La natura selvaggia, la bellezza intatta
Credits: @katiamongardi IG
La Spiaggia di Sansone è raggiungibile solo a piedi, percorrendo un sentiero un po’ tortuoso che l’ha resa meno frequentata rispetto agli altri lidi, contribuendo a mantenere intatta la sua bellezza.
# Il faraglione forato: una meraviglia nascosta per vivere un’esperienza in sintonia con mare e natura
Credits: @valerio_prata IG
Con le sue rocce, grotte ed anfratti, campeggiate dalla poseidonia e frequentate da pesci colorati, è sicuramente la meta ideale per gli appassionati di snorkeling.
Ma anche gli amanti dei tuffi rimarranno soddisfatti: sulla destra, uno scoglio la divide dalla Spiaggia della Sorgente ed è un bellissimo punto da cui spiccare il volo in acqua. E non dimentichiamoci anche delle escursioni che si possono fare in canoa o kayak.
E poi, per i più temerari, esiste una meraviglia nascosta: il faraglione forato. Con una nuotata di 20 minuti si può raggiungere questa roccia erosa dal mare, che si può attraversare solo a nuoto, vivendo un’esperienza di totale sintonia con il mare e la natura.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Si dice che Roma sia le sue piazze, ma Milano sia le sue vie. Ecco allora, in ordine sparso, le 10 vie che rappresentano la massima espressione di milanesità.
Le 10 vie di Milano più da Milano: storia e curiosità. Foto: com’erano – come sono oggi
#1 VIA MANZONI: “LA STRADA PIU’ LUSSUOSA D’EUROPA”(NELL’ ‘800)
Prima di essere intitolata al romanziere milanese era chiamata “Corsia del Giardino” e nell’Ottocento era considerata la strada più lussuosa d’Europa.
Un retaggio di quella eleganza ha resistito alle stratificazioni della storia. Oggi, infatti, Via Manzoni parte dal Teatro alla Scalacon accanto Palazzo Marino e arriva fino ai Giardini di Porta Venezia. Lungo la sua via si affacciano il Grand Hotel et de Milan, dove spirò Giuseppe Verdie dove ancora si può prenotare la Camera di Luchino Visconti. Dall’altra parte della piazza, ecco il palazzo Armani -praticamente un intero isolato con il famoso ristorante “Nobu”.
La Dama del Pollaiolo al Museo Poldi Pezzoli
Proseguendo, al numero 12, ecco sbucare il vessillo del Poldi Pezzoli, una delle più belle case museo della città: all’interno cela opere del Botticelli, Canaletto, Piero della Francesca, Raffaello e il famoso ritratto femminile “La Dama” del Pollaiolo [foto sopra]. In via Manzoni si trova anche il Circolo dell’Unione, dove è praticamente impossibile accedere se non discendi da qualche sovrano.
#2 CORSO GARIBALDI: LA VIA STORICA PIU’ AMATA DAI MILANESI
Da Corso Como a Via Pontaccio: è considerata la via storica più amata dai milanesi D.O.C..
Prima dell’Unità d’Italia si chiamava “Corso di Porta Comasina” perchè puntava verso Como.
Fu intitolata a Garibaldi perché, si dice che da qui abbia fatto ingresso in città.
È tagliata in due da largo La Foppa, piazza simbolo degli aperitivi milanesi, con Princi e il Radetzky. E’ la via delle chiese:Santa Maria Incoronata, singolare edificio con la doppia facciata, e la Basilica di San Simpliciano, fondata da Sant’Ambrogio.
#3 VIA BRERA: LA VIA DEGLI ARTISTI, LA VIA DELL’AMORE
Percorre da nord a sud il quartiere cuore della città. Simbolo della via è laPinacoteca che ospita una delle più celebri collezioni di pittura italiane. Tra le opere più note ci sono il Cristo Morto del Mantegna, la Cena in Emmaus del Caravaggio e Il bacio di Hayez. La via taglia via Fiori Chiari e via Fiori Oscuri, altre due vie classiche del quartiere e dopo la piazzetta S. Marco, quella del Jamaica, prosegue a nord in via Solferino, la strada del Corriere della Sera e deinegozietti sfiziosi. A inizio novecento Brera era la via dell’amore: attorno c’erano i più frequentati bordelli della città. Negli anni cinquanta e sessanta divenne il quartiere degli artisti.
#4 CORSO BUENOS AIRES: LA STRADA UNIVERSALE DI MILANO
In origine si chiamava “Corso Loreto” e attorno alla strada sorgeva un quartiere molto popolare che ancora oggi ne mantiene la fisionomia. In particolare il suo lato occidentale delimita un’area ad alta percentuale di immigrati, specie dell’Africa e del Sud America. Il lato orientale è, viceversa, più borghese, in particolare attorno a Piazzale Lavater.
Il nome attuale le fu dato in occasione dell’Expo del 1906 per promuovere un’immagine internazionale della città.
Oggi conferma il suo appellativo di “strada universale di Milano”. È la strada del commercio, con oltre 300 punti vendita e un fatturato complessivo tra i più alti al mondo: centomila persone percorrono ogni giorno i suoi 1600 metri di lunghezza che la rendono una delle passeggiate commerciali più lunghe d’Europa. Tra i negozi più popolari ci sono H&M, Oviesse,Muji, Desigual, Grom, Viel, Zara. Per i più intellettuali ci sono il Teatro Puccini e La Feltrinelli.
#5 VIA MONTENAPOLEONE: LA VIA DEL LUSSO
Il tracciato originario seguiva quello delle mura romane. In origine si chiamava “Contrada di Sant’Andrea” e venne modificata in contrada del Monte Napoleone con la dominazione francese. Solo dopo l’unità d’Italia la via prese l’attuale nome. È la via dei personaggi che hanno fatto la storia di Milano: qui vi abitarono Carlo Porta (al n.2),Tommaso Grossi (al n.1) e Giuseppe Verdi vi scrisse il Nabucco. Durante le 5 giornate del 1848 la via fu sede del quartier generale degli insorti.
È la regina del Quadrilatero della Moda, famosa in tutto il mondo per i negozi di alta moda. Negli anni della Milano da bere a lei è stato intitolato un film dei fratelli Vanzina.
È diventata la via del lusso a partire dagli anni Cinquanta, grazie alle sue prestigiose boutique che ogni anno producono il 12% del PIL di tutta Milano. Qui si possono trovare le boutique di: Armani, Versace, Dolce e Gabbana, Prada. Gli intenditori amano ancora più le attigue via Sant’Andrea, via Pietro Verri e soprattutto via della Spiga che, a differenza di Via Montenapoleone, è tutta pedonale. Una curiosità: Montenapoleone è la sola via di Milano che si può percorrere in auto solo dal suo centro in senso unico verso le estremità.
#6 CORSO VENEZIA: LA STRADA DEI NOBILI
In origine si chiamava “Corso di Porta Orientale”, costituisce uno dei quattro lati del Quadrilatero della moda – gli altri sono via Montenapoleone, via della Spiga e via Manzoni -. Congiunge Piazza San Babila con Porta Venezia.
I suoi giardini furono il primo parco pubblico aperto ai cittadini e furono realizzati dall’architetto Piermarini quando Ferdinando, figlio di Maria Teresa d’Austria, si trasferì a Milano, nel 1770, come governatore. In quell’epoca la via assunse una grande rilevanza e sorsero palazzi di prestigio per nobili e borghesi che vi si stabilirono da altre zone considerate in declino, in particolare da corso di Porta Romana.
Da visitare perché, oltre agli omonimi giardini, lungo la via si incontrano il Planetario, il Museo di Storia Naturale, il Palazzo Castiglioni (al numero 47), il Palazzo Serbelloni (al numero 16) e il Palazzo Saporiti (al numero 49).
E’ sede anche del Circolo della Stampa, dell’ACI e dell’Unione del Commercio.
#7 CORSO DI PORTA TICINESE: LA VIA BOHEMIENNE DI MILANO
È la via che si apriva per Paviapassando attraverso quella che veniva chiamata Porta Cicca. Dalle Colonne di San Lorenzo porta fino alla Darsena. E’ una via anarchica, piena di graffiti e di negozi underground. Si respira un’atmosfera bohemienne, un po’ spagnoleggiante.
Strada molto amata dai più giovani e dagli appassionati di moda da strada, tra i principali punti di attrazione vanta il parco delle Basiliche, preso d’assalto nelle serate estive, la più riservata piazza Sant’Eustorgio (dove riposano le spoglie dei Re Magi) e Piazza XXIV Maggio, da cui si entra nel delirio dei Navigli.
#8 CORSO DI PORTA ROMANA: LA VIA DEL DIAVOLO (E DEI VIP)
Collega Piazza Missori con Piazzale Medaglie d’Oro, quello delle Terme e dell’Arco per Filippo di Spagna (1596). Dove adesso si trova l’arco, in epoca romana e poi medievale sorgeva la porta di ingresso nelle mura cittadine.
Milano è l’unica città italiana a non avere una via intitolata a Roma. Questa è la via che si avvicina di più.
Secondo una leggenda: a porta Romana ci abitava il Diavolo. Oggi invece è una via scelta da molti vip: nella zona ci vivono Enrico Ruggeri, Elio, Giusy Ferreri, Francesco Sarcina, Gianna Nannini, Eleonoire Casalegno e Giacomo di Aldo Giovanni e Giacomo.
#9 CORSO VITTORIO EMANUELE: LA PRIMA STRADA
Collega Duomo con San Babila questa che è una delle strade più antiche di Milano: in passato si chiamava “Corsi dei Servi“, prendendo il nome dal vicino convento dei servi di Maria. Nei Promessi Sposi, Manzoni poneva qui il forno delle Grucce preso d’assalto dal popolo in rivolta.
Nell’Ottocento la strada prese il nome di “Corso Francesco“, mentre dopo l’unità d’Italia assunse l’attuale denominazione. È stata la prima via di Milano ad essere pedonalizzata – correvano gli anni Ottanta. Fino alla fine del secolo scorso era la via dei cinema, ormai tutti rimpiazzati da negozi di alta moda.
#10 VIA TORINO: LA VIA DELLA STREET FASHION
È la via della street fashion. Tra i negozi che richiamano più appassionati ci sono Zara, Intimissimi,Bershka, Kiko. È anche la via del cinema dell’Essai e dove i nostalgici rimpiangono la FNAC, sostituita da Trony e negli ultimi anni da Primark.
Da visitare, oltre che per lo shopping, anche per le tre belle chiese che si affacciano si questa via: quella di San Giorgio, quella di San Sebastiano – il Tempio Civico di Milano, e quella di San Satiro, con la famosa abside dalla prospettiva “magica” del Bramante.
E’ infine la via del pavé e dove nella calca c’è più rischio di essere fermati da venditori, volantinatori, volontari di associazioni o adepti di Scientology.
FOTOGALLERY: COM’ERANO E COME SONO DIVENTATE LE VIE PIÙ MILANESI DI MILANO?
In un sondaggio realizzato da Dyanema, società specializzata nel flipping immobiliare, sono emerse le preferenze dei milanesi nella scelta dell’abitazione dove andare a vivere. Scopriamo i quartieri più richiesti e le motivazioni principali.
# Nelle zone centrali i milanesi preferiscono Citylife
Credits Andrea Cherchi – Citylife e fiori
In un sondaggio realizzato dall’Osservatorio sui mercati immobiliari di Dyanema, società specializzata nel flipping immobiliare, in collaborazione con Nextplora è emerso come nell’acquisto di una casa il quartiere conti molto per il 91% dei milanesi, ma anche come il prezzo rimanga il singolo fattore più determinante per il 78% degli intervistati.
Tra le zone centrali è Citylife la scelta preferita da oltre un milanese su quattro.
A seguire il 18% delle preferenze va all’area di Brera/Garibaldi/Moscova. Al terzo posto i quartieri di Isola e i Navigli con il 16%.
# In periferia è Lambrate la zona più ricercata
Andrea Cherchi – Lambrate
Quando la scelta ricade sulle zone periferiche è Lambrate quella che ottiene maggiori consensi, con il 21% delle preferenze.
Al secondo posto l’area di Bicocca/Niguarda con il 18%, al terzo il quartiere di San Siro con il 15%.
# Le caratteristiche ideali nella scelta del quartiere dove andare a vivere
Infografica Dyanema
Tra le caratteristiche principali che i milanesi cercano in un quartiere per andare a viverci troviamo ai primi posti la pulizia e i buoni collegamenti con i mezzi di trasporto pubblico, rispettivamente per il 56% e il 54% del campione, a seguire la silenziosità per il 43% e infine è molto importante che il quartiere sia stato riqualificato o sia in via di riqualificazione per il 22% degli intervistati.
Nell’estate 2022 la presentazione ufficiale in Gae Aulenti del progetto “Fili”, pensato per trasformare in un’ottica green la connessione tra Cadorna e Malpensa. Cosa è previsto nel dettaglio e quando dovrebbe essere completato.
La stazione di Cadorna diventerà una foresta urbana: firmato l’accordo di programma
# 60.000 mq di nuovo distretto verde urbano che ricoprirà i binari della stazione Cadorna
Binari Milano Cadorna
Nell’estate 2022 era stato presentato ufficialmente in Gae Aulenti il progetto “Fili”, voluto da Ferrovie Nord Milano e Regione Lombardia. Un maxi intervento lungo l’asse Milano-Malpensa, una intera arteria di nuovi scenari urbani verdi.
A Milano è previsto forse quello più significativo: la copertura dei binari della stazione di Cadorna con un nuovo distretto verde urbano. Questo progetto contribuirà a migliorare la qualità dell’aria della città producendo ossigeno e fungerà da estensione del Parco Sempione.
Secondo quanto annunciato da Nhood a fine dicembre 2022, Ferrovienord ha fornito alla società patrimoniale e finanziaria Ceetrus Italy una dichiarazione di fattibilità per una proposta di Partenariato Pubblico-Privato, del valore complessivo stimato intorno agli 800 milioni di euro, con un contributo pubblico di circa 180 milioni euro di cui 150 da parte di Regione Lombardia. La proposta dettagliata prevede la costruzione di una piattaforma di circa 53.000 mq sopra i binari della stazione.
con 30.000 mq di nuovo parco urbano;
60.000 mq destinati ad usi residenziali, ricettivi, servizi e piccolo commercio, destinati agli abitanti del quartiere;
un nuovo polo intermodale con la presenza della “Fabbrica dell’Ossigeno”, polo scientifico e divulgativo votato alla riduzione dell’impronta carbonica attraverso le più aggiornate tecnologie, in collaborazione con Politecnico di Milano.
Regione Lombardia ha specificato che la realizzazione degli edifici “è finalizzata a dover garantire la sostenibilità economica della proposta, sostenuta anche dal trasferimento di proprietà dell’esistente fabbricato a torre individuato al civico 14 di piazzale Luigi Cadorna, attualmente in uso a Ferrovie Nord e ad altri soggetti pubblici e privati”.
# Una “superstrada ciclabile” di 54 km da Milano a Malpensa
Superstrada ciclabile
Altro elemento caratterizzante di “FILI: la Lombardia tesse il suo futuro” è una “superstrada ciclabile” di 54 km che collegherà Milano Cadorna al T2 di Malpensa. Pensato per favorire la mobilità lenta, nel suo percorso toccherà ben 24 comuni.
# Il nuovo Hq di Ferrovie Nord in Bovisa
Park Associati- FNM – Nuova sede FNM
Il progetto non si ferma qui, arriverà a coinvolgere progetti per un totale di 2 milioni di metri quadrati all’interno della Lombardia. Presso la stazione Bovisa, attesa da una riqualificazione infrastrutturale con binari aggiuntivi e l’ampliamento del fabbricato viaggiatori, è prevista la costruzione dl nuovo Hq di Ferrovie Nord.
Progetto Fili dettaglio
Anche il Polo infrastrutturale tecnologico-manutentivo di Saronno Centro sarà soggetto a una riorganizzazione. Questo progetto includerà la creazione del Museo delle Industrie e del Lavoro Saronnese, il restyling del fabbricato viaggiatori della stazione e miglioramenti nella viabilità circostante.
# Anche una collina verde sopra la ferrovia a Busto Arsizio
varesenews.it – Intervento Fili a Busto Arsizio
La stazione di Busto Arsizio sarà trasformata con l’aggiunta di un nuovo parco urbano di oltre 1 km di lunghezza e la costruzione di una collina verde sopra la ferrovia interrata. Il primo cantiere è previsto per settembre con la costruzione dell’edificio pre-boost al posto della vecchia sede della Polizia Locale, il condensatore culturale con spazi per le associazioni, un grande parcheggio coperto per 310 posti auto e un grande spazio verde.
# I numeri del progetto in sintesi
Rivediamo quindi i numeri del progetto. Sono 4 i centri di connessione previsti, 188.330 mq le aree delle stazioni interessate dagli interventi, 41.000 ettari di terreni in cui è prevista la piantumazione di migliaia di alberi, una superciclabile di 54 km, 24 comuni interessati e una piattaforma di 53.000 mq sopra i binari della stazione di Cadorna, con 30.000 mq destinati a verde. In totale 2 milioni di metri quadrati di progetti.
# Firmato l’accordo di programma a giugno 2024
Il 17 giugno 2024 la Giunta regionale ha dato il via libera ala promozione dell’Accordo di Programma per l’intervento milanese “FILI Cadorna-Fabbrica dell’Ossigeno”. Queste le parole dell’Assessore regionale alle Infrastrutture e Opere pubbliche Claudia Maria Terzi: “Oggi si entra nel vivo dell’operatività di Fili, il grande progetto di rigenerazione urbana che cambierà il volto dell’asse Milano-Malpensa. Con la promozione dell’Accordo di Programma, che sarà sottoposto a procedure di valutazione ambientale, si avvia infatti l’iter procedurale di un intervento innovativo che riguarderà la stazione di Cadorna e non solo tramite la realizzazione della copertura dei binari, l’ampliamento del Parco Sempione e la sperimentazione di tecnologie innovative con il Politecnico di Milano per migliorare la qualità dell’aria».
L’inaugurazione dovrebbe avvenire entro la fine del 2028.