La passeggiata verticale “più bella del mondo”: un’idea da realizzare anche a Milano?
E’ stata definita la passeggiata verticale più bella del mondo perché parte dal livello del suolo e termina sulle cime degli alberi. Un suggestivo cammino che si differenzia dalle altre treetop walk – letteralmente passeggiate sugli alberi – per il panorama mozzafiato che offre in cui si incontrano il verde accesso dei boschi con il blu del mare. Dove si trova e dove potremmo pensare di realizzarne una anche a Milano?
# Un’esperienza over the top sull’isola di Usedom
Credit: siviaggia.it
L’incontro spettacolare tra terra e mare si può osservare a 360° dalla torre di osservazione a Heringsdorf, in Germania. Questa alta torre si trova all’interno della treetop walk dell’isola di Usedom, uno dei luoghi tedeschi più soleggiati e in cui si può vivere un’esperienza letteralmente over the top. Si parte infatti dal sentiero ricco di faggi e pini, per salire sino alla cima della torre grazie a una comoda pedana in legno.
# Dalla cima si vede uno skyline marittimo pazzesco
Credit: siviaggia.it
Tutta la passeggiata si sviluppa verticalmente e offre ai fortunati visitatori panorami e prospettive uniche, oltre a immergerli nei vari livelli del Parco Naturale di Usedom tra flora e fauna. Una volta terminato il cammino si arriva in cima alla torre e si possono osservare, oltre al mar Baltico, tre località imperiali: Bansin, Heringsdorf e Ahlbeck.
Credit: baumwipfelpfade.de
E questa è la treetop walk più bella al mondo, ma potremmo realizzarne una anche a Milano per aggiungere una nuova e insolita prospettiva dalla quale osservare lo skyline meneghino.
# Dove si potrebbe realizzare a Milano?
Parco delle Cave
Si potrebbe pensare di costruire una passeggiata verticale anche a Milano? Il luogo ideale potrebbe essere nel Parco delle Cave, terzo per dimensioni ma ricco di flora e fauna. Lungo il cammino verso la vetta si potrebbero ammirare i suoi quattro bacini, stagni, orti urbani e le due cascine. Sarebbe un’ottima occasione per rilanciare il turismo, includendo anche gli amanti della natura. Se dalla torre di Usedom si può vedere l’incontro dei boschi con il mare, dalla torre panoramica meneghina si potrebbe ammirare come la natura si fonde gradualmente alla città.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Niente chiringuito alle Baleari. Per fare business sul serio si deve rimanere a Milano. Queste sono le attività più desiderate o più curiose segnalate dai milanesi che sognano di mettersi in proprio.
Se ti mettessi in proprio che cosa faresti? Questi sono i sogni dei milanesi
# Agenzia di pr e pubblicità
pexels-kaboompics- Agenzie di pubblicità
Tra i principali sogni nel cassetto c’è quello di aprire un’agenzia di pubblicità o di pubbliche relazioni. Un sogno ricorrente nell’universo di chi lavora nel marketing e che spera di capitalizzare l’esperienza per se stesso. Non solo: per i bassi costi di avviamento è anche una delle attività più facili da intraprendere quando non si hanno soldi.
# Atelier di moda
pixabay- stux – Atelier
Nella città della moda sono in molti a desiderare di aprire un atelier dove realizzare abiti sartoriali su misura da sfoggiare in ogni occasione. Che crescendo si possa poi affermare come fashion brand internazionale. L’atelier è un desiderio tra chi ha qualità artistiche e sensibilità estetica.
# Un food truck regionale
srburrito.it IG – Food truck
Il cibo di strada ha preso piede da ormai diversi anni anche a Milano. All’inizio i chioschi, ora sono i foodtruck a spopolare. Dal pollo fritto al cibo peruviano, dall’aperitivo ai gelati. Perchè non provare con uno dedicato a una particolare cucina regionale? Questa l’idea sollevata da alcuni milanesi.
# Una locale a tema con solo musica anni ’80
Credits: indieforbunnies.com MTV
Una delle trasformazioni più radicali che sta vivendo Milano riguarda i locali. Sembra tramontata l’epoca d’oro delle grandi discoteche e dei locali generalisti, mentre si sta diffondendo la tendenza della creazione di nicchie specifiche. Gli anni ’80 hanno segnato la nascita della musica pop come fenomeno globale, con artisti come Michael Jackson, Madonna e Prince. Viene lanciata anche MTV, che ha rivoluzionato il modo di fruire la musica. Una locale a tema con oggetti, allestimenti e solo musica di quella decade troverebbe molti nostalgici milanesi pronti a scatenarsi sulla pista da ballo, di questo ne sono sicuri i milanesi con il sogno di avere un proprio locale.
# Un albergo per gatti
Hotel per gatti
Secondo le ultime statistiche risulta a che 1 milanese su 2 abbia un animale domestico. Ma i milanesi amano anche viaggiare senza troppe rotture. Qual è allora la soluzione? I bar ci sono già, il primo è stato il Crazy Cat Cafè, dove i gatti possono scorrazzare liberamente tra i clienti e farsi coccolare, anzi hanno i propri “divanetti” dove riposarsi. Persino una pizzeria “i 12 gatti”, in questo caso dedicata a una colonia di felini sul tetto della Galleria Vittorio Emanuele. Quello che servono sono alberghi ad hoc, con ambienti dove gustare mousse e crocchette, stanze giochi e piccole spa per un soggiorno rilassante.
C’è chi propone un hub per piccoli artigiani. Un luogo dove mettere a sistema conoscenze e abilità, in certi casi quasi scomparse, per realizzare oggetti unici e rispolverare il mito della città del design.
C’è chi ci prova, come il bar in Brera dove si può bere il caffè gratis indovinando parole e proverbi in dialetto milanese. Purtroppo la “lingua” un tempo parlata da molti milanesi sta lentamente scomparendo, aprire un locale dove si parla solo in dialetto potrebbe aiutare a preservarla più a lungo nel tempo.
C’è anche chi sogna qualcosa di più originale. Come quello di aprire un casinò.In Italia c’è ne sono soltanto quattro: Sanremo, Saint Vincent e Venezia, oltre a quello di Campione d’Italia, comune comasco exclave in Svizzera. La motivazione ufficiale è quella di rispondere alla concorrenza oltre confine. Ma vale per tre su quattro, visto che Venezia non è a ridosso di una terra straniera. E allora, perché non rilanciare l’idea per Milano? Se diventasse Città Stato, con i confini allargati della sua area metropolitana, potrebbe ospitare il quinto casinò italiano.
Il parco agricolo sud si estende per oltre 46.000 ettari, in un’area ad arco di cerchio tra Milano e i confini sud, est e ovest dell’area metropolitana, andando ad insistere nei territori di sessantuno comuni, rendendolo quindi il parco periurbano più grande d’Europa.
La sua gestione è affidata alla Città Metropolitana di Milano e la sua istituzione fu determinata dalla necessità di protezione e valorizzazione dell’economia agricola del Sud Milano e di tutela dell’ambiente e del paesaggio.
Infatti nel parco sono presenti numerosi corsi d’acqua quali Adda, Lambro, Vettabbia, Ticinello, Navigli e diverse aree protette come le sorgenti della Muzzetta di Rodano e Settala, il Fontanile nuovo di Bareggio e boschi (Cusago, Riazzolo, Corbetta, Carengione), parchi (dell’Addetta, dell’Idroscalo, di Trenno, di Trenzanesio) ed oasi naturalistiche (Lacchiarella) e l’Oasi Levadina dove si possono incontrare vari tipi di fauna quali: cinghiali, caprioli, scoiattoli, ghiri, volpi, airone cinerini, cicogne bianche e tantissimi altri.
# L’agricoltura è predominante nel parco: 1400 aziende agricole
L’agricoltura svolge un ruolo predominante: l’area coltivata è la più estesa e nel parco ci sono oltre 1400 aziende agricole, che si occupano di allevamenti di bovini e suini; di coltivazioni di cereali, riso e il rimanente a prato, oltre a colture di girasole, orti e vivai. Caratteristiche del parco e poste sotto tutela ci sono le marcite.
Tralasciando l’aspetto naturalistico sono molti i luoghi degni di nota del parco agricolo: le abbazie di Chiaravalle, Mirasole e Viboldone, le numerose cascine, complessi agricoli fortificati e addirittura alcuni castelli come quelli ad esempio di Binasco, Melegnano e Buccinasco.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Anche se lo stivale d’Italia ce lo immaginiamo scendere da nord a sud, in realtà va verso est. Così va anche il muro che divide in due il paese. Scorre da nord ovest a sud est. Taglia in due Milano, lambisce Bologna, scorre lungo gli Appennini e termina sulle spiagge deserta della Basilicata. Da una parte gli occidentali, dall’altra gli orientali. Ma quali sono le differenze?
# A est più autonomisti, a ovest più statalisti
A est sono più attivi (si svegliano all’alba), a ovest sono più dormiglioni (vanno a dormire più tardi). A ovest sono statalisti (Roma, Torino, Calabria, Sicilia, Toscana), a est secessionisti: tutte le regioni che rivendicano più autonomia sono nella metà orientale.
Di carattere a ovest sono più ruvidi, a est sono più naif.
# A Est più alti, a Ovest più rotondi
Credits: museodelbasket-milano.it – Sef Costanza Milano
Cibo: a ovest si mangia meglio, è tutto un magna magna.
A est sono più alti, a ovest sono più rotondi.
# Spiagge: a est sabbia, a ovest scogli
Est
Adriatico
Ovest
Tirreno
# Turismo: a est di massa, a ovest elitario
Est
Di massa
Ovest
Radical chic
# Il fiume: Po vs Tevere
Est
Po
Ovest
Tevere
# Credo politico
Est
Repubblicani
Ovest
Monarchici
# Turisti: a est i tedeschi, a ovest i milanesi
Ost
Ovest
Uèst
# Monte
Est
Dolomiti
Ovest
Monte Bianco
# Lago
Est
Garda
Ovest
Maggiore
# Isola simbolo
Est
Tremiti
Ovest
Formentera
# Capitale
Est
Venezia
Ovest
Roma
# Progetto bloccato
Est
TAP
Ovest
TAV
# Progetto visionario
Est
Ponte sull’Adriatico
Ovest
Ponte sullo Stretto
# Il monumento
Est
Arena di Verona
Ovest
Tutti gli altri
# Il reperto più antico
Est
Incisioni rupestri della Valcamonica
Ovest
Nuraghe
# Il fatto storico
Est
Passaggio del Rubicone
Ovest
Caduta di Roma
# Milano
Est
Milano Est- via Lincoln
La città operaia
Ovest
Milano ovest – City Life
La città bauscia
# Cose tipiche
Cose a est
libertà, natura, turismo di massa, grandi spiagge. Cose a ovest
monumenti, città d’arte, isole, scudetti.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Una casa a meno di 1.000 euro al metro quadro? I due paesi dell’hinterland di Milano con il prezzo più basso
# Due comuni dell’hinterland sotto i 1000 euro
Credits silviacarella1 IG – Castano Primo
In base alle ultime rilevazioni di Osservatorio Immobiliare la Città metropolitana di Milano è tra quelle con i prezzi degli appartamenti più alti in Italia, con una media di circa 3.310 euro al mq, e il Comune di Milano è stato quello a registrare il prezzo più alto per gli immobili in vendita con 5.025 euro al mq.
Cifre proibitive per molti. Ma se si ampliano gli orizzonti le cose cambiano: resistono ancora due comuni con quotazioni medie sotto i 1.000 euro. Quelli più economici ex-aequo sono San Colombano al Lambro e Turbigo, dove il valore medio di immobile al mq è di 950 euro. Prendono il posto diCastano Primo che nel 2022 registrava una quotazione di 875 euro ma nel 2024 risulta di poco al di sopra dei 1.000 euro. Ma andiamo a scoprire queste “isole” della convenienza.
# San Colombano al Lambro, l’exclave della Città Metropolitana di Milano dove si produce il “vino dei milanesi”
Credits dariussefan IG – Vigneto San Colombano al Lambro
54 km dal centro di Milano, circa 22 chilometri a sud-est dai confini con la Città Metropolitana di cui è l’unica enclave (o exclave). I cittadini di San Colombano al Lambro avrebbero dovuto rientrare nella provincia di Lodi costituita nel 1992, ma votarono per restare a Milano. Qui si produce l’unico vino DOC della Città Metropolitana di Milano, in una collina a 147 metri di altezza con terrazzamenti e 230 ettari curati da una dozzina di aziende agricole. Esiste anche il San Colombano IGT denominato IGT Collina Milanese.
fiorellasironi IG – San Colombano al Lambro
Di interesse architettonico troviamo il cosiddetto “Portone”, costruito nel 1691 su volere dei Certosini, la rinascimentale Chiesa di San Francesco e soprattutto il Castello, che all’epoca della sua edificazione nel XV secolo, aveva un’importanza strategica nel borgo-fortezza di San Colombano. La popolazione è composta di poco più di 7.200 residenti.
# Turbigo, attraversato da Ticino e Naviglio Grande
Credits manolo.ga1 IG – Turbigo, resti della vecchia dogana austriaca di fine Settecento
Non molto più vicino Turbigo, a circa 48 km dal centro di Milano. È uno dei dei comuni consorziati del Parco Lombardo della Valle del Ticino. Attraversato anche dal Naviglio Grande, che scorre verso la Darsena di Milano, ha diversi edifici degni di nota. Tra questi il Castello Visconteo, che deve il suo nome allo stemma dei Visconti riprodotto sulla torre, il Palazzo De Cristoforis Gray, realizzato dall’unione di una villa settecentesca con un edificio cinquecentesco, oltre alla Chiesa dei Santi Cosma e Damiano ispirata alla Chiesa del Gesù di Roma. C’è persino un piccolo ponte tibetano, che costeggia il Ticino, lungo circa 70 metri e alto 8. Gli abitanti sono circa 7.000.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
La panchina più lunga del mondo si trova a Milano: è lunga 208 metri. Per farla ci sono volute all’incirca 25000 viti, 500 gambe di ferro, per non parlare poi di tutto il legno necessario. Scopriamo insieme questa panchina da record.
La panchina più lunga del mondo è a Milano: oltre 200 metri
# La panchina più lunga del mondo
Credit: pacchiarini.com
La panchina più lunga del mondo misura 208 metri e si trova a Milano, all’interno del parco del Portello.
La panchina da record è stata realizzata da Pacchiarini, un’azienda italiana leader nella progettazione e produzione di arredo urbano, da sempre impegnata nella ricerca di soluzioni e materiali ecosostenibili, sicuri e in armonia con l’ambiente. Ma come è stata costruita?
#Come realizzare una panchina da record
Credit: landarchs.com
Realizzare una panchina di così grandi dimensioni non è per niente facile. Basta pensare che per realizzarla sono servite 500 gambe di ferro, 1800 stecche da 4 metri di legno ciascuna e più di 25000 viti.
Oltre alle parti per costruirla si pone il problema del materiale con cui realizzarla. La panchina firmata Pacchiarini può sembrare fatta di un materiale semplice ma non è così.
Milano è una città con un tasso molto elevato di smog a cui si aggiungono dei grandissimi sbalzi di temperatura tra estate e inverno. L’azienda ha dovuto quindi trovare dei materiali che vadano bene per tutte le stagioni e che possano sopportare la verniciatura finale.
Vi è mai capitato di sedervi su una panchina in estate ma di balzare subito in aria perché aveva una temperatura di 1000 gradi? Questo succede perché materiali come alluminio o plastica prendono il freddo in inverno e il calore in estate, diventando non proprio piacevoli per le persone che vi si siedono sopra.
Il materiale vincente è stato quindi il legno, per la precisione legno americano, che ha bisogno di più manutenzioni ma che permette alle panchine di rimanere sempre in ottimo stato.
# Una panchina in armonia con l’ambiente
Credit: milanofree.it
Quando si vedono le foto del parco è difficile notare la panchina.
Questo avviene perché la struttura della panchina è curvilinea proprio per seguire le forme della natura.
I suoi 208 metri sono su una circonferenza che non ha sempre lo stesso raggio a causa della forma che segue l’andamento del parco: il profilo è stato raggiungibile solo grazie ad un legno molto malleabile.
Questa panchina da record è un altro esempio di come l’architettura e progetti creati dall’uomo possano essere in completa armonia con l’ambiente che li circondano.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Non è un mistero che molti milanesi stiano valutando anche la possibilità di andare a vivere fuori. Ma, restando in Lombardia, quali sono le località dove si abiterebbe più volentieri? Lo abbiamo chiesto ai milanesi. Queste le risposte.
Anno dopo anno sta recuperando terreno una delle località più sottovalutate. Soprattutto tra quelle in riva al lago. Di nobili origini, affacciata sul ramo citato dal Manzoni nei PromessiSposi, Lecco è tra le preferite dai milanesi per il suo lungolago e per i monti che la circondano, come i vicini Piani d’Erna raggiungibili con una funivia e dove si possono percorrere sentieri escursionistici e ammirare suggestivi panorami alpini.
La parte più selvaggia e meno affollata del lago di Como. Clima gradevole anche d’inverno, servizi quasi a livello della Svizzera, ottima posizione. Dongo, Domaso e Colico sono tra le località più menzionate.
Ormai lo abbiamo capito che i milanesi amano i laghi. Tra le sue bellezze le isole Borromee, come l’Isola Bella e l’Isola Madre, con giardini lussureggianti e palazzi storici. Stresa, tra le località più celebri, con viste spettacolari e l’accesso alla funivia per il Monte Mottarone, infine Verbania, con i suoi giardini botanici di Villa Taranto.
#7 Limone sul Garda
patrycjamadeja5 IG – Limone sul Garda
Borgo gioiello sulla sponda bresciana del più grande lago d’Italia. Conosciuto per il suo piccolo porticciolo fiorito, per la limonaia che produce frutti da cinque secoli continua e per il passaggio della ciclopista che collegherà le tre regioni bagnate dal Lago di Garda.
Ci sono anche i milanesi che se proprio se ne devono andare vogliono restare in un’area urbana. In questo caso un’ottima opzione è Bergamo, sempre più centro alternativo a Milano in Lombardia grazie anche all’Aeroporto di Orio al Serio, hub del low cost e terzo in Italia per numero di passeggeri. Dalla Città Bassa alla Città Alta,centro storico medievale circondato da mura veneziane nell’elenco dei siti Patrimonio dell’umanità UNESCO, dove tra le attrazioni spiccano il Duomo e la Basilica di Santa Maria Maggiore, oltre alla Rocca, fortificazione di origine trecentesca sul colle di Sant’Eufemia.
Quinta posizione per Pavia e l’Oltrepo Pavese. Per il capoluogo di provincia troviamo la celebre Certosa, un magnifico monastero rinascimentale, e l’Università di Pavia, tra le più antiche d’Italia, oltre al suo centro storico con il Ponte Coperto e la Basilica di San Michele Maggiore. L’Oltrepò Pavese, da anni rifugio di molti milanesi, è la “piccola Toscana”, la zona collinare famosa per i suoi paesaggi pittoreschi, i vigneti e la produzione di ottimi vini, come il Pinot Nero e il Bonarda.
La preferita tra chi ama la montagna. In inverno è un paradiso per gli amanti degli sport invernali, con 115 kmdi piste da sci e percorsi per snowboard, in estate è perfetto per fare escursioni, mountain bike e trekking. La località, immersa nel Parco Nazionale dello Stelvio, è famosa anche per lo shopping duty-free.
#3 Lago d’iseo
Credits: @alex.marse – Lago di Iseo
Si torna al lago, con uno di quelli meno noti. Da Monte Isola, la più grande isola lacustre d’Italia, con pittoreschi villaggi e sentieri panoramici, ai paesini di Sulzano e Iseo sulle rive dell’acqua, ideali per passeggiate rilassanti e cene con vista, fino alle Torbiere del Sebino, una riserva naturale con percorsi tra paludi e canneti, perfetti per birdwatching. Una menzione speciale alle cantine del Franciacorta, dove vengono prodotti alcuni degli spumanti più pregiati d’Italia.
Per chi vuole unire città e lago c’è Como. Famosa per i suoi splendidi panorami e il patrimonio storico, sulle sponde dell’omonimo lago, tra le attrazioni principali ci sono la cattedrale gotica-rinascimentale, il Tempio Voltiano che celebra Alessandro Volta, le eleganti ville, come Villa Olmo e Villa Carlotta nel Comune di Tremezzo, con i loro magnifici giardini e la funicolare per Brunate che offre viste mozzafiato sul lago e sulle Alpi. Ben collegata a Milano con l’A9 e a un passo dalla Svizzera.
#1 Desenzano del Garda
valefumelli IG – Desenzano sul Garda
La località preferita dai milanesi dove andare vivere, rimanendo in Lombardia, è Desenzano sul Garda. Situata sulla sponda meridionale del Lago di Garda, affascina per il suo lungolago e il suggestivo Porto Vecchio, per il Castello, con le sue vedute panoramiche sul lago, e il Duomo di Santa Maria Maddalena che ospita al suo interno splendide opere d’arte. Da citare anche la Villa Romana con i suoi mosaici e Piazza Malvezzi con i suoi portici. Posizionata lungo la dorsale della Milano-Venezia risulta ben collegata anche con il treno.
L’ultimo viaggio nel 2021. Da allora si sono rincorse notizie sul suo ripristino, ma nulla di concreto. La storia di questo iconico viaggio e le prospettive future.
# Dai TEE degli anni ’50 all’ultimo viaggio nel 2021
Credits: wikipedia.org
La storia dei collegamenti ferroviari tra Milano e la Costa Azzurraparte dai gloriosi TEE, la rete dei Trans-Europ-Express che metteva in connessione i Paesi Europei nel Dopoguerra, con il servizio attivo tra Milano a Marsiglia dal 1957 al 22 maggio 1982. Terminato questo servizio arrivò l’InterCity “Ligure”, nel 1994 attestato a Nizza, che cambiò nome in “Riviera dei Fiori” nel 1996 fino all’arrivo dell’Eurocity Milano-Nizza a dicembre 2004. Nel 2011 il cambio dall’offerta “Riviera” di Trenitalia a Thello, con gli ultimi dieci anni di attività del treno diretto prima della soppressione il primo luglio 2021, dopo un primo stop causa Covid19 a marzo 2020.
Il treno più amato dai milanesi diretti in Costa Azzurra, firmato Thello, aveva una livrea dedicata con la scritta sociale “thellō” in nero con la “ō” in rosso e l’accento diacritico “macron” in verde. I convogli si componevano della sette alle nove carrozze, sono state in totale 91 le unità, con due di prima classe di colore turchese e quelle di seconda classe in rosso con due fasce bianche oblique sulle fiancate.
# Nessuna novità su un possibile ripristino del servizio
treni-internazionali.it – Thello
Dopo la soppressione del servizio senza alcune spiegazioni Radio Nizza ha indagato sulle numerose notizie di ripartenza del servizio uscite nell’ultimo periodo usciti in Francia e Svizzera. Nessuna di queste si è rivelate veritiera, sia Sncf che Trenitalia hanno smentito un imminente ritorno sui binari dell’iconico treno della “Riviera dei Fiori”. Al momento quindi nessuna speranza per l’immediato futuro. Ci si deve accontentare, nella migliore delle soluzioni, di salire a Milano e fare un cambio a Ventimiglia per proseguire verso la Francia e raggiungere Nizza o Marsiglia.
Milano sarà circondata da una rete di metrotranvie, un sistema di trasporto ferroviario rapido che utilizzerà corsie dedicate e semafori prioritari.
Con diversi cantieri già aperti, progetti imminenti e altre proposte in fase di studio, analizziamo come evolverà la mobilità intorno alla città e quali ulteriori linee potrebbero essere create per completare il piano di trasporti dell’area metropolitana.
La Gronda Nord e le altre metrotranvie: i 5 progetti che trasformeranno la mobilità attorno a Milano
I cantieri in corso e quelli previsti
#1 La metrotranvia nord (o Gronda Nord) dovrebbe inaugurare per intero nel 2030: sarà una “tangenziale Nord” sui binari
Metrotranvia nord
La prima linea già in funzione in una parte del tracciato è la metrotranvia nord, soprannominata anche “Gronda Nord”, che corrisponde all’odierno tram 7 da Precotto a Piazzale Lagosta. La linea utilizzerà il canale urbano già previsto per il progetto, ora abbandonato, della strada interquartiere. Finanziata con fondi PNRR per 86,3 milioni, lunga circa 14 chilometri da Certosa Fs a Cascina Gobba M2, mette in collegamento tutte le metropolitane, eccetto la M4, oltre alla citata M2 anche: la M3 ad Affori, la M5 a Bicocca e la M1 a Precotto, a cui si aggiungono la tranvia 4 verso Seregno e le stazioni dei treni regionali e suburbani a Greco Pirelli, Villapizzone Fs e Certosa Fs. I lavori in corso riguardano il tratto dal capolinea ad est fino all’interno del quartiere Adriano, con inaugurazione slittata alla primavera 2025.
Tratta Adriano-Cascina Gobba
Partiti da poco anche i primi cantieri di due delle tre tratte da realizzare con risorse europee: quella da Quartiere Adriano e la stazione di Cascina Gobba M2 di 1,3 chilometri con 3 fermate, durata cantieri un anno, la Fulvio Testi-Pronto Soccorso di Niguarda di 1,7 km per 3 fermate. Il cantiere per la terza, da Piazza Bausan-Villapizzone, dovrebbe partire entro la fine dell’estate. Tutte tre dovranno essere operative entro il 2026 per non perdere i fondi.
Tratta Niguarda-Fulvio Testi
Sulle cinque tratte previste dal progetto, Le due tratte rimanenti dall’ospedale di Niguarda a via Durando e da Villapizzone e Stazione Certosa FS sono in fase di progettazione. La conclusione dei cantieri è programmata per il 2030.
#2 L’avvio dei primi cantieri per la metrotranvia Milano-Seregno: fine lavori nel 2025
Credits: MM – Metrotranvia Milano Seregno
Il 10 gennaio 2023 è stato sottoscritto l’atto integrativo tra la Città Metropolitana e l’appaltatore, l’impresa di costruzioni Cmc di Ravenna, per l’avvio dei cantieri della metrotranvia tra Milano e Seregno. A maggio dello stesso anno sono partiti ufficialmente i cantieri, attivi lungo tutto il tracciato. La linea sostituirà la dismessa tranvia extraurbana Milano-Desio prolungando il suo percorso con interventi sulle vie di corsa, la tecnologia impiantistica, la tipologia dei treni e i criteri di esercizio.
La nuova linea sarà lunga 14 km, avrà 25 fermate e attraverserà 8 comuni: Milano, Bresso, Cormano, Cusano Milanino, Paderno Dugnano, Nova Milanese, Desio e Seregno fino alla stazione per i collegamenti con Saronno, Como, Carnate e Monza. La prima parte fino a Paderno Dugnano (loc. Calderara) sarà a doppio binario e la seconda (da Calderara a Seregno) a binario singolo con raddoppi per gli incroci. Si prevede una frequenza di 10 minuti negli orari di punta e 30 negli orari di morbida. L’investimento complessivo è di circa 258 milioni di euro, la durata complessiva dei lavori è stimata in 28 mesi con inaugurazione tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026.
#1 Pubblicato il bando di gara per la metrotranvia Milano-Limbiate: fine lavori prevista per il 2028
Milano-Limbiate
La storica linea tranviaria che ha collegato da fine ‘800 alla fine del 2022 il quartiere Comasina a Limbiate, e che ha corso seriamente il rischio di essere smantellata per via dell’obsolescenza dell’infrastruttura e dei mezzi di trasporto che la percorrono, si prepara ad a rinascere come metrotranvia.
Dopo i problemi burocratici e finanziari, la scadenza per l’affidamento dei lavori e infine lo stop al servizio avvenuto nel settembre del 2022, dopo 140 anni di servizio, a dicembre dello stesso anno è stato dato via libera al progetto definitivo per la riqualificazione della metrotranvia Milano-Limbiate. Il tracciato è 11,7 chilometri con 19 fermate attraverso 6 comuni, della Città Metropolitana di Milano e della provincia di Monza Brianza: Milano, Cormano, Paderno Dugnano, Senago, Varedo e Limbiate.
Arrivate le risorse extra, il costo dell’opera è di circa 180 milioni di euro, a maggio 2024 è stato pubblicato il bando di gara, con scadenza luglio 2024, per l’affidamento della progettazione esecutiva ed esecuzione dei lavori. La durata prevista dei cantieri è di circa quattro anni e l’inaugurazione dovrebbe avvenire entro la fine del 2028 o al massimo all’inizio del 2029.
#2 La metrotranvia 13 “buca” l’appuntamento delle Olimpiadi Invernali 2026: pronta un anno e mezzo dopo
Credits: artecna.it – Tracciato e fermate
Niente Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026 per la nuova metrotranvia 13, che sarà comunque un lascito dell’evento. Il progetto prevede infatti un collegamento tra la stazione di Repetti M4 e quella di Rogoredo M3/FS , con una fermata proprio al servizio del costruendo PalaItalia, dove sono in programma le gare di hockey maschile sul ghiaccio e in futuro palazzetto per eventi sportivi e concerti. La linea si estenderà per 4,7 km e avrà complessivamente 17 fermate, di cui 9 già esistenti e in condivisione con il tram 27.
Fonte ufficio stampa – Prove in linea notturne tram Tramlink alla fermata
Partendo da viale Forlanini proseguirà sullo stesso percorso del tram 27, poi verso le vie Monlué e Bonfaldini, attraverserà il quartiere nuovo di Santa Giulia fino alla nuova piazza davanti a Sky Italia e terminerà al capolinea nel piazzale dinanzi all’entrata delle Stazioni FS e Metropolitana linea 3 di Rogoredo. L’inaugurazione slitta a giugno del 2027 e per il servizio, come la metrotranvia nord e per la Milano-Seregno, verranno impiegati i nuovi tram bidirezionali Tramlink.
#3 Linea E o T Sud: l’attuale 24 prima fino allo IEO e poi a Locate Triulzi: pubblicato bando di gara per la prima tratta
Ipotesi Linee T Pums
Le cosiddette linee T, previste dal PUMS, beneficeranno di vari miglioramenti come l’asservimento semaforico, l’adeguamento delle banchine e delle fermate (in alcune linee sono stati già realizzati questi ultimi interventi), e l’impiego di mezzi ad alta efficienza. Anche se la linea 24 non diventerà una metrotranvia è comunque inclusa tra le linee di forza programmate. Tra le ipotesi attualmente allo studio c’è il prolungamento della linea fino a Locate Triulzi, passando per Noverasco e Opera.
In preparazione di questo tracciato, viale Ripamonti è stato riqualificato con l’installazione di uno spartitraffico centrale alberato ai lati, progettato per ospitare i binari. Inoltre, sono state create piste ciclabili e gli incroci sono stati messi in sicurezza attraverso la costruzione di rotatorie.
Comune di Milano – Tram 24 IEO
Intanto a fine dicembre 2022 è stato finanziato il progetto di fattibilità tecnico-economica con fondi complementari al PNRR, per un importo pari a 25,82 milioni di euro, per realizzarne un primo tratto: la lunghezza sarà di 1,3 km e ci sarà una sola fermata in prossimità dello IEO e un anello di inversione a Selvanesco. Il percorso sarà tutto in sede protetta, il parterre centrale manca solo nel primo tratto mentre nel secondo è stato appunto realizzato in seguito alla riqualificazione di viale Ripamonti. Si prevede anche un collegamento verticale con la passerella prevista nel progetto di ampliamento dello IEO. Il bando di gara il bando per la progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori è stato pubblicato a febbraio 2024, un anno dopo in base al precedente cronoprogramma, e pertanto i primi tram potrebbero circolare entro la fine del 2027.
# Le altre metrotranvie che servirebbero a Milano
Tutte le linee in cantiere, in programma e allo studio dovrebbero apportare benefici a tutta la mobilità interna ed esterna alla città e ai cittadini dell’area metropolitana, favorendo una riduzione del traffico veicolare e di conseguenza dell’inquinamento atmosferico.
Pensando in modo un po’ più ambizioso si potrebbero però immaginare altri tracciati utili a completare il lavoro di programmazione trasportistica. Questi potrebbero essere alcuni:
Metrotranvia Est tra Cascina Gobba M2/futuro capolinea Metrotranvia Nord e il capolinea a Quartiere Forlanini della metrotranvia sud-est;
Metrotranvia Sud che colleghi l’altro capolinea della metrotranvia sud-est a Rogoredo M3/FS e intercetti le linee tranviarie 24, 15 e 5 oltre alla linea metropolitana M2 e la futura M4;
Metrotranvia Ovest che partendo dalla metrotranvia sud intersechi le linee metropolitane M1 e M5, ai limiti dei confini comunali, per poi ricongiungersi a Certosa FS, capolinea della futura metrotranvia nord per realizzare così una “metrotranvia circolare”, anticipo di una futura circle line sul tipo della S-bahn berlinese. Queste ultime due ipotesi di metrotranvie potrebbero diventare realtà come linea metropolitana, la numero 6 o linea rosa, in base a a quanto immaginato dall’attuale amministrazione del Comune di Milano.
Il progetto potrà non essere magari realizzabile così come sommariamente ipotizzato, ma è una visione d’insieme che dovrebbe portare a dei seri ragionamenti per il futuro dei trasporti circolari di superficie a Milano.
Un progetto che unisce natura, design e benessere e che fa parte di una rigenerazione paesaggistica unica. Vediamo come e perchè è stato realizzato questo prato ergonomico.
Trasformare i prati urbani in poltrone di design? Questa città lo fa. Un’idea per Milano?
# La pista dell’aeroporto trasformata in un parco lineare
Sasaki – Runway Park
I prati urbani trasformati in poltrone di design? Si tratta di un progetto di riqualificazione paesaggistica concluso nel 2020, nel quartiere Xuhui, distretto finanziario nel cuore di Shanghai. Si trovano nel Runway Park, un’area di 14,63 ettari un tempo pista per l’aeroporto di Longhua, che ha funzionato per oltre 80 anni. Progettato come una strada pubblica e un parco lineare con 2.227 alberi e 82 diverse specie di piante, il lungofiume del quartiere funge ora da camminata per i cittadini e il disegno imita il movimento di una pista di decollo, creando diversi spazi lineari per veicoli, biciclette e pedoni. Al suo interno, in una porzione di terreno affacciata su un campo da basket pubblico nei pressi della stazione della metropolitana di Yunjin Road, è stato ricreato un angolo di verde rigenerante.
# Il “Santuario dei lavoratori”, dove riposarsi per una pausa rigenerante
Sixth Tone – Prato inclinato Runway
Stiamo parlando di un prato a più livelli di 30 metri di lunghezza, progettato per essere simile come forma a quella di una sedia a sdraio, che grazie alla sua inclinazione perfetta e all’ombra fornita dagli alberi è ormai conosciuto come il “Santuario dei lavoratori”. Qui infatti si rifugiano i dipendenti delle società presente nella zona per riposarsi e rigenerarsi, riducendo i livelli di stress e tornando più sereni e produttivi al lavoro.
# Un’inclinazione di 135 gradi per il massimo comfort
Sixth Tone – Prato inclinato dettaglio
Questo angolo di verde è stato progettato dallo studio americano Sasaki e presenta un’inclinazione di circa 135 gradi, mentre ogni livello ha un’altezza di 55 centimetri e una larghezza di 105 centimetri. Le misure sono state scelte dopo diversi test con l’obiettivo di garantire il massimo comfort possibile.
Credits: Foto di Giuseppe Nervi da @brianzafoto IG
Sembrerebbe impossibile da credere, ma esiste un edificio in grado di far concorrenza al Duomo, uno dei simbolo storici e immortali di Milano. Il monumento è conosciuto come “Il Piccolo Duomo” e si trova a poca distanza da Milano. Andiamo a scoprirlo.
Il Duomo ha un gemello, nascosto a pochi chilometri da Milano
# “Un monumento tanto maestoso e imponente quanto il Duomo di Milano”
Credits: Foto di Giuseppe Nervi da @brianzafoto IG
Il “piccolo Duomo” si trova a Cassago Brianza (LC).
Si tratta in realtà di un Mausoleo appartenente alla famiglia Visconti, un’antica e potente famiglia di nobili di Milano, il cui desiderio era proprio quello di costruire un monumento tanto maestoso e imponentequanto il Duomo di Milano per poter richiamare agli occhi di tutti la sua grandezza e omaggiare la casata. Così nasce il Mausoleo nel 1884, terminato nel 1890, grazie all’architetto Giovanni Ceruti.
# Il mausoleo in marmo di Carrara sulla cima d’un colle
Costruito interamente utilizzando il marmo di Carrara, dalla sua figura spicca il bianco delle guglie gotiche che si stagliano nel cielo brianzolo e ne donano un’immagine solenne ed intimidatoria accentuata dalla posizione particolare in cui è stato costruito. Infatti, il piccolo Duomo è stato realizzato in cima ad una piccola collina proprio con l’intento di renderlo ancora più possente, la quale promette una vista spettacolare sulla campagna del Tremicino.
# La resurrezione… dei morti?
Credits: @fuma80_ph IG
Al suo interno, insieme a numerose opere d’arte, sono custodite le spoglie mortali dei membri della famiglia Visconti di Mordone e le vittime della morte nera, colpite dalla peste che aveva travolto l’Europa intorno alla metà del 1300. Le tombe familiari sono distribuite su due piani in cui riposano i membri vissuti fino all’Ottocento e al Novecento. Ma la particolarità di questo monumento, magari un po’ macabra per alcuni ma affascinante per altri, si riscontra nella sua piantaottagonale, un chiaro riferimento biblico simboleggiante la resurrezione di Cristo avvenuta proprio nell’ottavo giorno.
# Festa de Sajopp
Credit: @floriano.calcagnile IG
Ancora oggi, il ricordo legato al Mausoleo e la sua storia viene celebrato durante la Festa de Sajopp (San Giobbe) che si tiene a maggio e riunisce la tradizione religiosa con quella contadina della zona, in quanto celebrato come protettore della coltivazione dei bachi da seta. Questa celebrazione solitamente si svolge su più giornate tra mercatini allestiti a pochi passi dall’edificio, pranzi e cene in compagnia offerti dall’associazione Sajopp, musica e divertimento per grandi e piccini.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Le ultime due volte che ho preso l’aereo? Uno è stato cancellato (e l’ho appreso solo in aeroporto). Il secondo ho perso la coincidenza. Con sbattimenti record e rimborsi ridicoli. La soluzione per il futuro? Trascorrere le vacanze estive in una delle regioni più belle del mondo. Dove oltre al Garda, al lago di Como o alle località più chic della Valtellina ha anche altro da offrire.
Vacanze in LOMBARDIA: 10 METE “ALTERNATIVE” per vivere l’estate senza cercare un altro mondo
#1 Monte Isola: l’isola lacustre più grande d’Europa
Credit: @visitmonteisola
Se si punta sul lago d’Iseo, non si può tenersi alla larga da Monte Isola, l’isola lacustre più grande d’Europa. La sua mole boschiva emerge dalle acque come il guscio di una tartaruga: per raggiungerla basta prendere un traghetto dai porti di Sulzano o Sale Marasino.
Caratteristico è il borgo dei pescatori di Carzano, mentre per i più sportivi il consiglio è di mettervi in cammino fino al Santuario della Ceriola, il punto più alto dell’isola da cui godere della miglior vista sul paesaggio alpino circostante.
#2 Abbadia Cerreto: natura e affreschi rinascimentali
ele_morgia IG – Abbazia di Abbadia Cerreto
A poca distanza da Lodi, nel verde delle campagne del Parco Regionale dell’Adda Sud, sorge questo pittoresco borgo rurale costruito intorno a quella che era l’antica abbazia di San Pietro, meta ideale per una gita in bicicletta tra arte e natura.
Furono i monaci cistercensi, attorno al XII sec, a bonificare le zone acquitrinose attorno all’abbazia, dando inizio alla coltivazione e l’irrigazione grazie all’utilizzo dei numerosi canali e fontanili presenti. Anche se oggi i monaci non abitano più quest’edificio, l’abbazia resta un piccolo gioiello dell’arte romanico-gotica con al suo interno affreschi tardo-rinascimentali.
#3Tre Corni: lo sfondo della Vergine delle Rocce
mokkia71 IG – Tre Corni
Lungo il percorso ciclopedonale che costeggia l’Adda, tra i comuni di Paderno e Trezzo, è possibile osservare il luogo che ispirò il genio diLeonardo da Vinci per lo sfondo della “Vergine delle rocce”. Terra amata e ben conosciuta dall’artista toscano, dove l’Adda scorre più impetuoso del solito, modellando nei secoli con le sua acque quelle rocce che hanno così formato questi caratteristici canyon brianzoli.
#4 Diga del Gleno: il Vajont lombardo
Credits lele_46 IG – Diga del Gleno
Per gli amanti del trekking e delle viste mozzafiato non si può non avventurarsi verso la monumentale diga del Gleno, in Val di Scalve. Basta lasciare l’auto nella piccola Pianezza, frazione di Valminore, per incamminarsi tra sentieri immersi nel verde dei boschi e su su fino all’antica strada scavata nella roccia ed utilizzata dai costruttori di quel mastodontico muro di cemento che fu la diga del Gleno.
Una storia triste, quella di questa diga, che anticipa di ben quarant’anni il tragico e ben più noto disastro del Vajont. Il 1 dicembre del 1923 la diga si squarciò in due provocando la devastante fuoriuscita di ben sei milioni di metri cubi d’acqua verso valle, inghiottendo e devastando molto dei paesi sottostanti, causando 356 morti. Oggi lo scheletro silenzioso di questa diga è la prima immagine che accoglie chiunque arrivi, un immagina che toglie il fiato per la bellezza naturalistica che la circonda, certamente, ma anche per l’impatto che ebbe sulla storia di questa valle.
#5 Santa Maria della Neve: la “Cappella sistina dei poveri”
Credits barbaratravanini IG – Chiesa di Santa Maria della Neve
Lo scrittore Giovanni Testori la definì :”la cappella sistina dei poveri”, un capolavoro assoluto di Girolamo Romanino, quel pittore, che assieme a Savoldo e Moretto, ha reso noto in tutto il mondo il Rinascimento Bresciano. Vista da fuori, la chiesa di Santa Maria della Neve di Pisogne, sul lago d’Iseo, appare agli occhi quasi anonima, un semplice edificio religioso come tanti in questo lembo di terra tra lago e montagna. È varcando il suo portale che ci si rende davvero conto del tesoro che si trova al suo interno, un intero ciclo pittorico realizzato dall’artista bresciano nel 1534 in cui sono raffigurate le scene della passione, morte e risurrezione di Cristo.
Ciò che più colpisce è senza dubbio la grande crocifissione affrescata sulla controfacciata, in cui i personaggi raffigurati sotto la croce non sono abitanti della Gerusalemme romana, ma cavalieri, soldati e contadini rinascimentali, rendendo ancor più terrena e tangibile questa scena evangelica. La fantasia artistica di Romanino, che scelse di lavorare in queste valli per un periodo della sua vita, dà il meglio di sé in ogni scena, lasciando uscire il visitatore stupito e appagato.
#6 Valle di Gaina: il Sentiero delle Cascate
Credits tiziosportacus IG – Cascate di Monticelli Brusati
Sempre in territorio sebino, per gli amanti della natura e dell’avventura, nella Valle di Gaina a Monticelli Brusati si trova il “sentiero delle cascate”. Un itinerario che si snoda su due livelli di percorsi tra cascate, torrenti e scale metalliche. Per gli amanti del buon vino non bisogna dimenticarsi di essere nel bel mezzo della Franciacorta.
#7 Abbazia di Piona: la chiesa dei tesori
Credits luca.ig.82 IG – Abbazia di Piona
Situato nella penisola dell’Olgiasca, sulle sponde del lago diComo, il complesso abbaziale di Piona risale addirittura al VI sec, anche se l’aspetto attuale lo si deve ad opera dell’ordine benedettino nel XII sec. Magnifico esempio d’arte romanica, l’abbazia è un vero scrigno di tesori e un toccasana per lo spirito. All’interno della chiesa di Santa Maria si trovano due leoni in pietra oggi adibiti ad acquasantiere, inizialmente posti all’esterno per sorreggerne il portale, mentre lungo l’abside affreschi colorati di epoca ottoniana raffiguranti Cristo, gli evangelisti e gli apostoli si alternano allo scuro delle pietre.
Attiguo alla chiesa è il chiostro, anch’esso romanico, risalente al XIII secolo, con capitelli decorati ed affreschi raffiguranti i mesi dell’anno e i loro cicli. L’abbazia è inoltre nota per la produzione delle famose “gocce imperiali”, un liquore al sapore d’anice con gradazione alcolica al 90% ottimo come digestivo diluito con acqua.
#8 Oltrepò Pavese: castelli, eremi e cantine
credits: @roertamastretta – Oltrepo’ Pavese
Basta scendere a sud di Pavia ed oltrepassare il grande fiume per entrare in questa terra di borghi e castelli medioevali, natura e buon vino. Tra i numerosi borghi meritano di essere menzionatiZavattarello, celebre per il suo castello “infestato”,Varzi, celebre per il suo salame, e Fortunago.
Per gli amanti della natura è possibile fare una passeggiata alle Grotte di San Ponzo, rifugio medioevale dell’omonimo santo, oppure all’eremo di Sant’Alberto di Budrio, un luogo senza tempo circondato da una pace quasi irreale. Un consiglio è quello di non lasciare queste terre senza prima aver assaggiato almeno un bicchiere dell’ottimo vino locale.
Sabbioneta sorge come un oasi di arte e cultura nel bel mezzo della campagna mantovana. Venne fondatadal duca Vespasiano Gonzaga-Colonna nel 1554 come capitale del suo piccolo dominio, una città ideale secondo i canoni architettonici rinascimentali. Già varcando la bianca porta imperiale ci si rende conto di essere entrati in una sorta di città in miniatura dove il tempo sembra essersi fermato ai fasti dell’epoca gonzaghesca.
Centro del potere politico era Palazzo Ducale, nell’omonima piazza, le cui sale interne sono un omaggio alla casata gonzaghesca e ai suoi illustri membri. Degni di nota anche il Palazzo del Giardino, residenza ad uso privato del duca, le cui sale sono state affrescate da Bernardino Campi, la chiesa dell’Incoronata, mausoleo ducale, e il piccolo Teatro olimpico realizzato da Vincenzo Scamozzi, tra i primi esempi di teatro moderno al mondo.
Una meta ideale per gli amanti della montagna, incastonata sopra l’abitato di Isolaccia, tra Bormio e Livigno, la Valle di Fraele, coi suoi laghi e corsi d’acqua. Porta d’ingresso alla valle sono le due torri medioevali a difesa dell’antica strada alpina che collegava la Valtellina all’Engadina, tanto che per attraversarle bisognava pagare un dazio di dodici denari per ogni carico trasportato.
All’interno della valle l’occhio può perdersi ad ammirare le sue bellezze naturalistiche, tra il lago naturale Scale, alimentato da sorgenti sotterranee, e i due laghi artificiali di Cancano. Numerosi sono i percorsi che qui si possono prendere e che conducono anche alla bellissima Val Müstair, nei Grigioni.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Luoghi, oggetti e status symbol di un passato iconico e nostalgico.
Le 10 cose che rivogliamo a Milano
Se Milano è sempre stata avanti rispetto al resto dell’Italia lo deve non solo al suo essere multitasking, innovativa e antesignana di molte fra le mode e tendenze che nascono in Europa e nel mondo. Spesso ciò è legato anche ad alcuni simboli storici, legati a un recente passato, che sono diventati un intramontabile marchio di fabbrica meneghino. E anche quando sono spariti, hanno lasciato una traccia indelebile nei ricordi di molti milanesi. Così, esattamente come per il casco dei bobby londinesi, la casquette di Montmartre, passando per luoghi, usi e costumi di tutta Europa, anche Milano ha visto eclissarsi buona parte dei suoi simboli anni’80 e ’90. Ripassiamoli assieme, con un pizzico di spensierata malinconia.
#1 La pubblicità in piazza Duomo
Credit: milano.corriere.it
Moderna, innovativa e super luminosa. Ve la ricordate, la pubblicità in piazza Duomo? Avvolti nella nebbia di una Milano da bere anni’80, i cartelloni al lato opposto alla facciata del Duomo erano un faro nelle notti di novembre e dicembre per colletti bianchi, turisti e passanti d’ogni dove. Con gli anni e pian pianino sono stati tutti dismessi, sparendo pressappoco come ha fatto la nebbia. I marchi storici più famosi? Sarti, Coca Cola e Cinzano.
#2 Il cappello dei Ghisa
credits: automoto.it
Avete presente la pubblicità del pennello Cinghiale di trent’anni fa? Ecco, parliamo proprio di quel tipo di vigile, il ghisa dalla divisa nera e cappello bianco. Il nomignolo deriva dal nome della stufa di ghisa il cui tubo richiamava la forma del celebre cappello, ma i copricapo bianchi dei vigili urbani (oggi polizia locale) sono un ricordo ormai lontano. A differenza delle multe. Su quello i vigili non sono cambiati di una virgola.
#3 La vecchia fiera di Sinigaglia
Credit: jgelati.com
Amatissimo mercato spalmato fra piazza XXIV maggio e la Darsena, la Fiera di Sinigaglia era un’oasi per gli amanti dell’antiquariato, del vintage e di oggetti provenienti da mezzo mondo.
È il più vecchio mercato delle pulci di Milano, risalendo infatti al lontano 1800. Dal 2014 è stato smembrato in due parti, restando dislocato sull’Alzaia Naviglio Grande e nel parcheggio FS di Porta Genova, ma gli aficionados lamentano la mancanza di quello storico: appuntamento fisso del sabato sui Navigli, la vecchia fiera di Sinigaglia era il fiore all’occhiello del quartiere di Porta Ticinese.
#4 I taxi gialli
credits: autonoleggioconaustica.taxi
La mitica scena di Pozzetto che ne “Il ragazzo di campagna” paga diecimila lire a un tassista per attraversare la strada resterà negli annali della filmografia trash anni ’80, ma il taxi di cui parliamo è proprio quello. I taxi gialli sono spariti da Milano e dal resto d’Italia a partire dal 1 gennaio 1993 e progressivamente rimpiazzati con il bianco, uno degli ultimi si è visto poco prima dell’Expo. Ma il giallo resta ancora vivo nei film, nei ricordi dei milanesi, e anche sulle emoticon di Whatsapp ☺
#5 Il Vivaio Riva
Uno dei fiori all’occhiello di Milano era il vivaio delle signore Riva, che hanno passato buona parte del loro tempo a far fiorire i loro eleganti giardini. Il Vivaio Riva è stato chiuso nel 2017, dato che da Palazzo Marino hanno deciso di non rinnovare la concessione, nelle mani dei Riva da cento anni almeno. Eventi e meeting culturali erano all’ordine del giorno presso questo giardino curato all’inglese, e inoltre l’ingresso era gratuito. Un vero peccato senza alcuna scusante, considerando che l’idea era di unire l’area al parco archeologico per realizzare il Colosseo alberato (idea poi non concretizzatasi) . Che dite, raccogliamo delle firme da girare alla Sovrintendenza?
#6 Il Gamba de legn
Milano-GambaDeLegn
Espressione milanese nata fra la fine dell’Ottocento e la metà del Novecento, Gamba de legn era il nome affettuoso dato alle locomotive a vapore delle prime linee tranviarie che sfruttavano la trazione meccanica a favore di quella equina. Il simpatico appellativo deriva dall’andatura zoppicante del tram e da una curiosa leggenda: pare che il primo addetto all’azionamento degli scambi manuali avesse una gamba di legno, come Long John Silver, perfido marinaio nel capolavoro immortale di Stevenson “L’isola del tesoro”.
L’ultima corsa di un Gamba de Legn avvenne nel lontano 1957, e oggi una delle locomotive è in bella mostra al Museo Leonardo da Vinci.
Impossibile ripristinarle nel sistema tranviario moderno, ma quanto sarebbe bello vederne ancora una?
#7 MTV anni ’90
Credit: ilcartello.eu
La TV musicale nata a New Work nel 1981 contribuì a diffondere in maniera esponenziale culture e subculture musicali da tutto il mondo, grazie ai videoclip, alle pubblicità innovative e a programmi fighissimi come Total Request Live. Arrivata in Europa nel 1987, si diffuse in Italia grazie a TELE + e possiamo dire che si tratta di un canale che manca non solo ai milanesi ma a tutta Italia, nonostante dagli anni 2000 abbia progressivamente ridotto il contenuto musicale a favore di programmi più infotainment. A farle da sparring partner, la piccola ma altrettanto amata Videomusic, emittente musicale privata sostituita da Telemontecarlo e chiusa definitivamente nel 1997.
#8 Il dialetto
Questo trova d’accordo assolutamente tutti. Sia i milanesi doc, sia i meridionali trasferitisi qui da tempo immemore che hanno fatto in tempo a impararne un pochino.
Ci sono addirittura delle associazioni che intendono preservare e salvaguardare il dialetto milanese e quelli lombardi, ma sappiamo bene che col passare del tempo sarà inevitabile adeguarsi a un mondo dove i dialetti saranno sempre più in disuso.
#9 Il Burghy
Meta dei paninari e dei ragazzi con bandana e giubbotto da jeans che sfrecciavano in moto da cross, il Burghy è stato molto più che un semplice luogo di ritrovo, ma un vero e proprio oracolo di sdoganamento del fast food americano in Italia. Fondato nel 1981 dalla catena supermercati GS, il primo Burghy fu proprio quello di piazza San Babila e con il tempo il marchio fu acquisito da Mc Donald’s. Per gustare gli sfiziosi panini arrivava gente a Milano da tutto il Nord Italia.
Un vero e proprio amarcord al sapore di carne di manzo.
Quanto sarebbe bello, per noi milanesi, vederne anche solo uno aperto per una notte?
#10 La sala giochi Astragames
Credit: retrogamingplanet.it
L’Astragames Milano. Ovvero, la regina delle sale giochi di tutta Italia, sotto il Cinema Astra, in corso Vittorio Emanuele (Duomo). Qui c’erano i videogames più imponenti, si tenevano le sfide più accese (che ogni tanto finivano in rissa) e si trovavano indubbiamente le ragazze più belle di Milano. Drink e bibite a volontà, casse automatiche di gettoni al cambio di 500 lire, gestori in gilet rosso e clienti in canotta e sigaretta: cartoline d’un’infanzia semi tamarra, ma assolutamente autentica, che non tornerà mai più.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Il brisket o punta di petto è un taglio di carne molto usato negli Stati Uniti, specialmente nei barbecue estivi. Va lavorato accuratamente con una marinatura a base di sale, zucchero di canna e spezie e poi cotto per almeno 12 ore a carbone o a legna. Dove assaggiare a Milano questa prelibatezza divenuta in breve tempo un vero e proprio must have per buongustai? Ecco qualche indirizzo.
Brisket, che passione: 5+1 locali dove mangiare texano a Milano
# Brisket. Dove il brisket è il protagonista assoluto del locale
lauracarlag IG – Brisket Milano
In zona Navigli un locale che ha fatto del brisket il suo punto di forza. Viene servito al piatto o come ripieno di Empanadas o ancora come piatto misto assieme ad altri tagli di carne. Corposa la carta dei vini e delle birre.
In Ripa di Porta Ticinese 65
# Chunk Milano. Brisket e cocktails
charlydisca IG – Chunk
Un locale accogliente con tavoli all’aperto che punta sull’accoppiata cocktails e carne. Qui non mancano il brisket e altri tipi di carni come pulled pork o black angus. Interessanti le proposte di vini naturali e birre artigianali.
In Ripa di Porta Ticinese 55
# El Galet, il brisket in cascina
elgalet_milano IG
Nella periferia est di Milano, il locale è molto conosciuto e frequentato da chi ha voglia di una pausa di relax e di gustare una cucina semplice e genuina. A parte il galletto che ha reso famoso il locale, c’è un ottimo brisket cotto a lungo e servito con salsa coleslaw a base di cavolo cappuccio e carote crude.
In via Privata Taverna 2
# Hogs American BBQ, Il vero BBQ americano
hogs_americanbbq IG
Locale semplice con bancone e sgabelli e qualche tavolo all’aperto in zona Solari e dove si trovano vari tipi di carni cucinati con il bbq americano e poi usati per farcire i panini. Il brisket è servito anche al piatto con salsa coleslaw o altre salse. Ricca la varietà delle birre.
In via Borgognone da Fossano 9
# Pit beef Milano, in tripudio di carni cucinate con il pit
olioterranera IG – Pitbeef
Il pit è uno strumento usato negli States per cucinare le carni a fuoco vivo di legna. Qui vi sono molte tipologie di carne e ovviamente anche il brisket cotto per 14 ore e servito con varie salse. Inusuale l’abbinamento con whisky.
In via G. De Castillia 7
# Ribs and beer. Il brisket di Lambrate
ribs_and_beer IG
In zona Lambrate, il locale propone un brisket cotto per 20 ore e servito con la classica salsa coleslaw o patatine fritte. Non mancano ribs, ossia costine di carne, manzo, alette di pollo, stinco e magnifici hamburgers. Notevole la selezione di birre.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
E’ una delle grandi mode dei nostri tempi. La città fast si fa slow. Nel cibo e nei movimenti. Più lento è, più bello è. Non bisogna però andare fino a Santiago di Compostela per godere a fare due passi. Da Milano in una giornata di cammino si possono raggiungere località stupende. Come queste.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Dalla paura all’amore: le 5 fasi emotive che vive chi si trasferisce a Milano
#1 La paura dell’ignoto. Ma la notte si sogna in grande
Credits: zingarate.com
Tra la decisione di trasferirsi a Milano e l’arrivo in città c’è un periodo che può andare da poche settimane a mesi. Un periodo che anche per i più coraggiosi è caratterizzato da una certa ansia. Può essere insicurezza o ansia da prestazione, che poi sono la stessa cosa. L’altra faccia della medaglia dell’ansia è l’eccitazione, l’energia che si prova davanti a una grande opportunità. E’ una fase in cui si organizza il trasferimento, si raccolgono informazioni nei gruppi social, si rinforzano contatti con chi vive a Milano, ciao ti ricordi di me ci siamo visti qualche estate fa mia sorella mi ha detto di scriverti eccetera eccetera. Si vive anche il magone di chi ti guarda come se dovessi emigrare dall’altra parte del mondo. Amici, famigliari. La notte si sogna in grande.
#2 L’arrivo in Centrale: vengono i brividi anche se è Ferragosto
Credits: blog.italotreno.it
Ok, si può arrivare anche in auto o in aereo. Ma l’arrivo più autentico per chi si trasferisce a Milano è la Stazione Centrale. Un luogo che racchiude in sé già tutto quello che ci si può attendere da Milano. L’entrata in qualcosa di immenso, che sembra ingoiarti, quando la si vede ancora sul treno, è un ammasso di ferraglia, spaventoso, terrificante. Quando si scende sui binari quello spazio gigantesco mette i brividi anche se è ferragosto.
Ma senti subito anche quella frizzante energia tipica di Milano che ti fa venire voglia di accelerare e di andare subito a destinazione. E poi le facce di una umanità infinita che arriva da ogni dove, le luci dei negozi, quel brusìo di fondo che non ti fa sentire mai solo. Ed è un attimo ritrovarsi già sulla metro che sembra proiettarti a razzo verso futuri successi.
#3 L’Odissea per la casa: il segreto? Accontentarsi (almeno all’inizio)
Credits: internazionale.it – Casa a ringhiera
Un fattore chiave a Milano è la questione casa. Spesso rappresenta lo scoglio principale per chi si trasferisce e non solo. A volte il problema si trascina per anni, passando da una soluzione a un’altra. Spesso la casa a Milano non diventa mai una soluzione definitiva, specie per i più giovani. La casa serve per imparare subito che a Milano bisogna sapersi accontentare, prima di spiccare il volo.
Una città generosa ma che le cose te le fa sudare, soprattutto all’inizio. E la casa può trasformarsi anche in un termometro della scala, così come in uno degli obiettivi da conquistare.
#4 La mentalità: il primo segnale di infatuazione
Milanesi
Qualche settimana per risolvere i problemi logistici e scatta quel qualcosa di magico. Inizi ad accorgerti di essere parte di qualcosa di più grande. Senti il dinamismo della città che ti spinge come una corrente. Ti ritrovi a pensare a progetti, a desideri, a cose da fare. Ma non solo.
Ti accorgi che sei parte di una mentalità comune. Una mentalità che unisce chiunque sia qui, non importa da quanto tempo o da dove: una mentalità fatta di voglia di fare e di rispetto per chi si dà da fare. Una mentalità che unisce tutti anche se valorizza la diversità e la specificità di ognuno. E’ il primo segnale dell’infatuazione.
#5 Milano è mia
foto di Andrea Cherchi (c)
L’infatuazione porta all’amore. Dopo aver visto che Milano in fondo non è così brutta, anzi, ti meraviglia ogni giorno con una bellezza improvvisa. E i milanesi non sono chiusi, anzi, sono sempre aperti con le persone nuove. I negozi, i bar diventano subito un’estensione della casa. E ogni angolo inizia a farsi famigliare. E in tutto questo senti crescere energia e progetti in testa, gli orizzonti si ampliano, ti lasci trasportare dal dinamismo, finché ti accorgi di provare amore.
Un amore che non è passione ma è qualcosa di intimo. L’amore di sentire in simbiosi con la città, come se lei fosse diventata un’estensione e un complemento della tua identità. E’ quel momento in cui inizi a sentire Milano non come il luogo in cui stai, ma come ciò che sei.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Quanto è grande la nostra città, in termini di popolazione?
Milano può essere considerata su tre livelli distinti: il Comune di Milano, che è il nucleo storico del territorio ambrosiano, la Città Metropolitana di Milano, che rappresenta la vecchia provincia, e infine c’è la cosiddetta Grande Milano. Quest’ultima comprende i comuni esterni all’area metropolitana, ricadenti in altre provincie e persino in altre regioni, ma facenti parte del territorio su cui Milano esercita un’influenza socio-economica determinante.
Il Comune di Milano conferma una popolazione di oltre 1,4 milioni di residenti, dopo la discesa durante gli anni della pandemia: alla data del 31 dicembre 2023 il sistema Statistico comunale riportava il dato di 1.417.597. Dentro questo numero sono compresi i milanesi-non-italiani (comunitari ed extracomunitari con regolare permesso di soggiorno). In Italia solo il Comune di Roma ha più abitanti.
Il Comune di Milano ha una popolazione superiore a quella di alcuni stati membri dell’Unione Europea: di due isole (Cipro e Malta) e di due altri Paesi del Centro-Nord Europa (Estonia e Lussemburgo). Ma le cose cambiano se si considerano gli abitanti di un’area più grande, come spesso accade per altre città d’Europa e del mondo.
Andiamo ora a guardare i numeri della Città Metropolitana di Milano. Qui le cifre si alzano di oltre il doppio: gli abitanti raggiungono i 3.242 224, in crescita dall’ultima rilevazione. Anche in questo caso, si piazza al secondo posto nel nostro Paese dopo Roma Capitale. In questo caso Milano si posiziona invece al sesto posto nell’Unione Europea.
I quattro stati membri UE – Cipro, Malta, Estonia e Lussemburgo – che abbiamo confrontato in precedenza con il solo Comune di Milano, messi insieme sono meno popolosi di tutta la Città Metropolitana milanese. Quest’ultima risulta avere più abitanti di altri tre stati membri UE, se presi singolarmente: le altre due Repubbliche Baltiche (Lituania e Lettonia) e la cosiddetta “Svizzera dei Balcani”, ovvero la Slovenia.
# La Grande Milano (Ocse): 8 milioni di Milano
Credits rogersmith87 – Area metropolitana Milano
Chiudiamo con la Grande Milano. Parliamo in questo caso di una vera e propria “regione metropolitana”, con intere parti della Lombardia, del Piemonte e dell’Emilia: la seconda area urbana nell’Unione Europea subito dietro a Parigi, dopo fuoriuscita di Londra. Secondo le stime dell’OCSE la popolazione supera gli 8 milioni di abitanti, il doppio di Roma.
Credits: Andrea Cherchi
Continuando il confronto con gli stati membri UE, la Regione urbana di Milano supera anche la Finlandia, l’Irlanda, la Danimarca, la Croazia, la Slovacchia, la Bulgaria.
# La Grande Milano non è solo un dato statistico ma un’esigenza perché la città diventi tra le protagoniste in Europa
La valorizzazione della componente demografica non è una “gara” fine a se stessa, bensì rappresenta la necessaria presa d’atto del proprio ruolo in Italia, in Europa e, dunque, nel mondo. Basti considerare un fatto: Londra ha chiesto a gran voce di avere uno status particolare, ai limiti dell’indipendenza. Londra è non a caso la prima regione metropolitana comunitaria ed è il vertice settentrionale della cosiddetta Blue Banana, ovvero quella fascia continentale più produttiva e popolosa, che ha il vertice meridionale proprio in Milano.
No, non è una gara fine a se stessa. È una vocazione ad essere protagonisti che ci lega precisamente a Londra, passando per il cuore d’Europa, e che dobbiamo difendere ed esaltare. Anche Milano e la sua area metropolitana devono avere uno status particolare.
Si tratta di casa Galimberti, progettata da Giovanni Battista Bossi e fatta costruire nel biennio 1903-1905 su incarico dei fratelli Galimberti.
E’ ritenuto uno degli esempi più brillanti del Liberty milanese grazie alle decorazioni disegnate dal Bossi. Al primo piano sono raffigurate delle formose figure femminili mentre negli altri piani vi sono motivi floreali che abbondano anche gli spazi interni. Ma la sua caratteristica non è solo l’estetica. Vediamo qualche curiosità che non tutti conoscono.
# Era anche un’avanguardia tecnologica. Ospitò anche i primi sussulti del futurismo
Quando fu costruito presentava delle caratteristiche di avanguardia per i tempi, come il riscaldamento centralizzato e l’ascensore, di cui a inizio Novecento erano dotati solo pochi palazzi. Nel 1923 Casa Galimberti ospitò una mostra d’arte organizzata dalla Famiglia Artistica Milanese, che presentava opere di figure di spicco del movimento futurista, come come Umberto Boccioni e Carlo Carrà.
# Sopra la Roggia Gerenzana, “occupato” dal Panino Giusto”
Credits Andrea Cherchi – Casa Galimberti
Anche se l’edificio è stato sottoposto a vincolo monumentale nel 1965, sorprende sempre il contrasto tra lo stile del palazzo con quello del Panino Giusto, catena di locali di grande successo della città.
Una curiosità: sotto l’angolo del palazzo passa la Roggia Gerenzana, che porta acque dalla Martesana a Rogoredo. Un tratto ancora scoperto lungo 20 metri è visibile nel cortile dell’edificio di via Spallanzani 10 (dove si trova la Unes).
Le regole per accedere e spostarsi con un veicolo a motore privato nel Comune di Milano potrebbero inasprirsi ulteriormente. Le nuove ipotesi sul tavolo a Palazzo Marino con le possibili date di attivazione e di restrizione del traffico.
Le Ztl di Milano verso nuove modifiche: Area B a pagamento e Area C più cara?
# Area B a pagamento? Le prime discussioni su tempi e costi
Telecamere Area B
Novità in vista per Area B? La zona a traffico limitato più grande d’Europa, in proporzione all’area cittadina, che coincide in pratica con l’intero territorio del Comune di Milano, potrebbe diventare a pagamento. Si sta iniziando a valutare quanto costerà il “ticket di ingresso” ma per ora non esiste nulla di certo. Per i tempi^? Anche in questo caso si possono fare alcune ipotesi. Per attivare il servizio ci vogliono almeno 6 mesi e quindi si andrà almeno al 2025. Attualmente le 188 telecamere che monitorano gli accessi, attive dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 19.30, sanzionano i veicoli con motorizzazione fino a Euro 2 benzina e Euro 5 diesel.
Non solo ticket eventuale. Quello che è certo è che le regole sono destinate a diventare ancora più stringenti in Area B, anche se molti cittadini tirano un respiro di sollievo: le date delle nuove regole di accesso sono state infatti posticipate. Nel dettaglio:
slitta al primo ottobre 2025 il divieto e circolazione, anche per Area C, per moto e i ciclomotori alimentati a miscela (motore a due tempi) Euro 2, a gasolio Euro 2 e a benzina (motore a quattro tempi) da Euro 0 a Euro 1;
prorogato al 30 settembre 2028 l’introduzione del divieto di circolare per i veicoli diesel Euro 6, invece che dal 30 settembre 2024 per diesel Euro 6 A-B-C (se acquistati dopo il 31 dicembre 2018) e dal 30 settembre 2024 per auto e veicoli di trasporto di cose alimentati diesel Euro 6 A (se acquistati dopo il 31 dicembre 2018) e diesel Euro 6 B-C (se acquistati dopo il 30 settembre 2019)
Novità in arrivo anche per Area C.
# I nuovi divieti di Area C
Anche in questo caso slittano i nuovi divieti. In Area C non potranno più accedere e circolare ma solo dal primo ottobre 2028 i diesel:
Euro 6 A-B-C, i taxi e Ncc (fino a 9 posti);
Euro 6 A-B-C (se acquistati dopo 31 dicembre 2018) e veicoli trasporto cose (N1);
Euro 6 A (se acquistati dopo 31 dicembre 2018);
diesel Euro 6 B-C (se acquistati dopo il 30 settembre 2019).
# La tariffa di Area C potrebbe salire fino 10 euro, in futuro forse anche per le auto ibride ed elettriche
Area C
L’Area C, che si estende su tutto il Municipio 1, è controllata da 43 telecamere e presenta gli stessi orari di funzionamento e gli stessi divieti alla circolazione di Area B. Il primo temuto incremento è arrivato passando da 5 a 7,50 euro, al momento sono esentate dal pagamento sono le auto elettriche e ibride con emissioni di CO2 inferiori a 100 g/km, mentre i residenti beneficiano di 50 transiti gratuiti annuali: poi il costo per loro è di 3 euro al giorno. In futuro, secondo l’obiettivo dichiarato dall’amministrazione di ridurre la congestione e l’inquinamento rafforzato dal recente Piano Aria e Clima di recente approvazione, accedere in centro potrebbe diventare ancora più costoso e colpire anche i più virtuosi.
Tra le proposte della maggioranza, con un ordine del giorno all’inizio del 2024, ci sono infatti:
incrementare ulteriormente il ticket di ingresso a 10 euro;
far pagare anche tutti i veicoli ibridi ed elettrici;
estendere l’arco temporale di attivazione delle telecamereoltre l’intervallo attuale 7.30-19.30.
Tra le novità probabili entro la fine del 2024 c’è l’attivazione di Area C anche nel fine settimana, esclusi i residenti che il sabato e la domenica continueranno ad accedere.
# Stop alle auto nel Quadrilatero allargato da settembre 2024, in futuro altre aree della città
Ztl centro
Una certezza è invece la chiusura al traffico di auto private nel super centro, corrispondente al Quadrilatero della Moda e altre vie limitrofe tra Corso Matteotti e Corso Vittorio Emanuele. Si parte da settembre 2024, con telecamere installate nel perimetro dell’area per sanzionare i trasgressori, e possibilità di accesso solo a: residenti proprietari di box o garage e a chi parcheggia nelle autorimesse della zona, oltre a mezzi di servizio e di trasporto pubblico e privato, come taxi e Ncc, e fornitori autorizzati. Per il primo anno di attivazione della nuova Ztl, attiva tutti i giorni H24, sono concessi 15 minuti di tolleranza per il transito delle auto, per trovare parcheggio, con le autorimesse obbligate a dotarsi di un sistema di prenotazione del posteggio.