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Le 10 mete da evitare per le vacanze in agosto

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Lido Maldive del Salento - @manumec94 IG

Alcune pessime consuetudini sono dure a morire in Italia. Tra queste resiste quella di trascorrere buona parte delle vacanze tutti nel mese di agosto.

Per gli indecisi e i ritardatari tuttavia, ci sentiamo di suggerire alcune mete da evitare assolutamente per diversi motivi tra i quali anche il rischio di incontrare tanti altri milanesi più o meno imbruttiti…

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Le 10 mete da evitare per le vacanze in agosto

#1 Capri e Costiera Amalfitana

Credits bilaleldaou-pixabay – Capri

Luogo incantevole ma costosissimo e affollatissimo, tutta la costiera viene presa da assalto: circolare per le strette strade scoscese ad agosto è un’esperienza da bolgia dantesca. 

#2 Salento

Lido Maldive del Salento – @manumec94 IG

Diciamolo francamente: non ne possiamo più nemmeno di sentirlo nominare. Fino ad una ventina di anni fa poco considerato è diventato una delle zone maggiormente frequentate d’ Italia. Da quando Vespa adoratore di Padre Pio e megafono dell’Istituto luce ha insediato la sua azienda vinicola in una masseria e la Meloni ha organizzato la sagra del G7, questo luogo da cartolina anni ’70 ci è venuto ancora più a noia. Spiagge strapiene, case abusive, terrazze affittate a prezzi folli a orde di ragazzini ubriachi e strafatti… 

#3 Liguria

Credits arollercoasterofajourney IG – Boccadesse, Liguria

Tutta la Liguria vista la notoria ospitalità dei liguri andrebbe evitata sempre. Se a questo aggiungiamo le interminabili code lungo la tortuosa e costosissima autostrada, le microscopiche asfittiche spiagge polverose pienissime di villeggianti, le auto, le strade e i palazzoni tipici delle periferie di Milano e Torino ci domandiamo cosa ci si vada a fare. Tanto poi si finisce a non riuscire a camminare a causa della ressa, a spendere un sacco di soldi per ombrellone, ristoranti, e infine impazzire per parcheggiare in una regione che ha la vitalità di una RSA.

#4 Israele – Palestina

Ri_Ya- pixabay – Gerusalemme

Luoghi ricchissimi di storia, ma lacerati da governanti rimasti fuori dal tempo. 

#5 Ucraina

pixabay-nextvoyage – Ucraina

Come sopra. Anche se forse meno affascinante. 

#6 Costa Smeralda

nicolamonti1984 IG – Costa Smeralda

Costosissima, affollata, piena di personaggi egocentrici che ostentano ricchezza o fingono di possederla. Luogo che di sardo oramai ha davvero poco se non il bel mare. 

#7 Bellagio

Ph. @linds.waddell IG

Il lago di Como è un luogo proprio ameno e piacevole, bello in tutte le stagioni ma in agosto è davvero pieno di turisti soprattutto Bellagio che diventa sovraffollata.

#8 Albania

Albania__ufficiale IG – Saranda

Diventata oramai molto di moda grazie alla leggenda dei prezzi bassi si sta rivelando con il tempo una fregatura. Litorale molto corto, spiagge piene, prezzi che continuano a salire tanto da essere sempre più uniformati ai nostri, strade ancora non al meglio, scadente connessione internet e… troppi italiani!

#9 Marrakech

Wendelsteiner-pixabay- Marrakech

Di giorno un caldo che fa soffocare quasi più dell’insistenza dei marocchini nel volerti rifilare qualsivoglia cianfrusaglia. Città che in agosto è assediata da turisti da tutto il mondo e che diventa un enorme caos. Marrakech non manca certo di interesse, ma la piazza Jamaa el Fna è oramai solo un grosso set per i selfie come un enorme luna park.

#10 Santorini

Credits Russell_Yan-pixabay – Santorini

Le isole greche sono tutte affollate in agosto, soprattutto Mykonos terra promessa per il turismo gender fluid, ma Santorini le batte tutte per quanto riguarda l’affollamento: da villaggio arroccato su di una piccola isola visitato da poche migliaia di turisti ogni anno negli anni ’60 “ ai milioni dei nostri giorni. Camminare per i suoi vicoli è praticamente impossibile, i prezzi sono proibitivi e l’immagine della Grecia diventa solo un brutto ricordo.

Continua la lettura con: Le 7 cose che i milanesi proprio non sopportano delle vacanze estive

ANDREA URBANO

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Perchè i liguri mugugnano contro i milanesi?

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I liguri sono celebri per il mugugno. Soprattutto verso i forestieri. Soprattutto verso i milanesi. Ma perché ce l’hanno tanto con loro?

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Perchè i liguri mugugnano contro i milanesi?

# “Milanesi flagello di Dio”

Celebre la foto raffigurante un ingorgo sull’A7 postata sul profilo Instagram di Mugugno Genovese, pagina satirica di riferimento della comunità genovese che conta oltre 89mila follower, sotto cui sono comparsi una serie di commenti al vetriolo contro milanesi e lombardi, colpevoli – secondo tali signori – di contaminare con i loro miasmi le loro amate terre. Tra i commenti più benevoli figuravano “Milanesi flagello di Dio” e “che non vengano a impestarci” mentre i più splatter e acrimoniosi annoveravano un “Come vi odio” fino a Organizzerei uno sterminio, chi si vuole unire?”.

# Le leggendarie scazzottate tra liguri e lombardi

La vocazione turistica della Liguria è da sempre inversamente proporzionale ai propri gloriosi passati marinari e alla bellezza dei pini marittimi che dipingono di verde le acque del suo mare. A differenza dei romagnoli, che col loro proverbiale sorriso riuscirebbero a far apparire l’Idroscalo come i Caraibi, gli abitanti della regione a forma di sorriso rovesciato sono per tradizione restii all’accoglienza e alla valorizzazione delle proprie risorse naturali. Ostili e aspri per conformazione geografica, stretti come sono tra mare, coste risicate e monti dall’accesso impervio, attraversati da cavalcavia e bucati da infinite gallerie, i liguri (con l’eccezione dei genovesi) rivelano un carattere più montanaro che marittimo, hanno spesso il broncio e sembrano disprezzare chi contribuisce, con le proprie ricchezze, a oltre il 20% del PIL regionale, inclusi i “bauscia” che da generazioni rimpolpano l’IMU locale con le loro seconde case.

Credit: liguria24.it

Dagli anni del boom economico la Liguria, per bellezza e prossimità geografica, è meta di elezione dei milanesi che – riluttanti per DNA a rimanere in città nei fine settimana – hanno lì stabilito la propria enclave, riproponendo in chiave balneare le stesse dinamiche e gli stessi tic urbani, per ritrovarsi tra loro e riposarsi dalle fatiche lavorative.

E la rivalità tra liguri e lombardi non è storia dell’ultima ora: leggendarie furono le scazzottate tra i rampolli della dolce vita milanese e gli energumeni e pallanuotisti locali al celebre Covo di Nord Est nella Portofino degli anni ’80, ed è quasi scientifica la predisposizione delle forze dell’ordine del Golfo del Tigullio e delle Cinque Terre a lasciare le multe sui parabrezza delle auto targate Milano prima che di quelle intestate ai propri cittadini.

# Si odia nel milanese quello che il ligure non è stato in grado di valorizzare della sua terra

Ma al di là delle considerazioni di folclore, questa acrimonia e ruvidità dei liguri per i “foresti” lombardi potrebbe trovare giustificazione in una sorta di rimpianto tardivo per non aver saputo loro stessi tutelare meglio le proprie risorse, per aver svenduto il proprio territorio in cambio del vil denaro, per aver permesso tra gli anni ‘50 e ‘60 uno sfruttamento edilizio scriteriato e selvaggio e la conseguente devastazione ambientale. Da qui il termine “rapallizzazione”, neologismo coniato anni fa ancor prima del celeberrimo “ecomostro” e ancora oggi incluso nei principali dizionari per indicare il fenomeno verificatosi in numerose zone turistiche d’Italia a seguito del boom economico.

E’ importante, mentre strappiamo un morso a una fugassa grondante formaggio di fronte a un tramonto mozzafiato nella Baia del Silenzio, riconoscere le vere ragioni storiche di questa indolenza e ruvidezza, ma nel contempo auspicare che questa regione riesca a scrollarsi presto di dosso questa fama odiosa e a valorizzare meglio le proprie risorse e potenzialità inespresse. Scenette come “belin mi spiace, ma la cucina è chiusa” alle 21:45 di metà luglio sono inaccettabili nel 2024.

Continua la lettura con: La classifica dei quartieri più ricchi d’Italia: gli ultimi dati

Articolo originale di ANDREA GUERRA

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La classifica dei quartieri più ricchi di Milano: gli ultimi dati

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Ricchezza quartieri

Le dichiarazioni dei redditi per il 2023, pubblicate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), rivelano come sono distribuiti i redditi nei principali centri italiani e nei diversi quartieri, identificati dai codici di avviamento postale. Milano si conferma la città più ricca d’Italia: in 11 zone viene superata la media cittadina e solo una è al di sotto di quella nazionale. Scopriamo quali sono i quartieri più ricchi e quelli più poveri della città.

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La classifica dei quartieri più ricchi di Milano: gli ultimi dati

# La top 5 dominata dal Municipio 1: il CAP 20121 vicino ai 95.000 euro

skytg24 – Quartieri più ricchi di Milano

Dagli ultimi dati diffusi dal Ministero dell’Economia e Finanza si conferma ancora una volta Milano la città più ricca d’Italia. Il reddito medio lordo da lavoro dipendente è pari a circa 35.282 di reddito pro capite euro pro capite, sulla base delle dichiarazioni dei redditi del 2022, contro la media nazionale di 22.806 euro.

  • Osservando i dati delle singole zone al primo posto indiscusso c’è il CAP 20121, dove si trovano Brera, Quadrilatero della Moda, Moscova e Castello Sforzesco, con un reddito medio dichiarato di 94.369 euro. Risulta essere anche la più ricca d’Italia.
  • In seconda posizione il CAP 20145, Citylife, Porta Magenta e Corso Sempione fino al limite con l’Arco della Pace, con 83.767 euro.
  • Chiude il podio, ancora nel Municipio 1, il CAP 20123 che comprende Magenta, Sant’Ambrogio, San Vittore, Cinque Vie con 74.332 euro.
  • Al quarto posto l’ultima porzione del Municipio 1: il CAP 20122 con 59.923 euro euro dove troviamo Quadronno, Guastalla, Porta Monforte, Borgogna e luoghi iconici quali Piazza del Duomo, il Tribunale, il Policlinico, l’Università Statale, la Torre Velasca.
  • Al quinto posto il CAP 20129 dei quartieri di Risorgimento e Tricolore e lambito da quelli di Porta Venezia, Centrale e Città Studi con 56.142 euro.

# In 11 zone si supera la media cittadina

Cap 20149

Scorrendo la top ten, ancora sopra i 50.000 euro, per l’esattezza 54.764 euro, c’è il CAP 20149 (Portello, Fiera, De Angeli e Buonarotti), che rispetto alla rilevazione precedente inverte la posizione in classifica con il CAP 20129, e il CAP 20124, Buenos Aires – Venezia, Centrale, Isola, Stazione Centrale, con 51.433 euro. A seguire il CAP 20144, Giambellino, Magenta – San Vittore, Navigli, Porta Genova, Tortona, Washington, con 48.320 euro. Sopra i 40.000 euro anche il il CAP 20154, Porta Tenaglia, Porta Volta e Monumentale e il CAP 20135, Guastalla, Porta Romana, Porta Vittoria, XXII Marzo, rispettivamente con 44.628 euro 43.635 euro. Altre nove zone sono invece sopra i 30.000 euro, di cui uno sopra la media cittadina.

# Il più povero è Quarto Oggiaro con 18mila euro: oltre 5 volte in meno rispetto al più ricco

Credits Andrea Cherchi – Quarto Oggiaro

Nella parte più bassa della classifica dove ci sono i quartieri con il reddito medio dichiarato più basso, sotto i 24.000 euro annui, troviamo gli stessi del 2023 anche se qualche cambiamento di posizione:

  • 20161 (Affori, Comasina, Bruzzano) con 23.819 euro, dalla quartultima alla sestultima
  • 20153 (Quarto Cagnino, Quinto Romano) con 23.713 euro
  • 20156 (Bovisa, Villapizzone) con 23.602 euro, dalla sestultima alla quartultima
  • 20132 (Cimiano, Cascina Gobba) con 23.424 euro
  • 20152 (Sella Nova, Baggio, Muggiano) con 23.319 euro.

Tutti restano, comunque, sopra i 23mila euro medi. L’unica eccezione è il CAP 20157 che comprende Quarto Oggiaro a nord del capoluogo lombardo: 18.508 euro, oltre cinque volte in meno rispetto al CAP 2021 di Brera e Quadrilatero della Moda, oltre ad essere l’unico sotto la media nazionale.

# 5 comuni lombardi nella top ten dei più ricchi d’Italia, Milano compresa

skytg24 – Comuni ricchi Italia

Se Milano con i suoi quartieri mantiene il titolo di prima delle classe tra le grandi città, la vera sorpresa sono i comuni nella provincia e nella regione. La Lombardia ne piazza infatti ben 5 in top ten. Dietro a Portofino, in salita dal quinto al primo posto con 90.609 euro, e a Lajatico in provincia di Pisa, con 52.995 euro pro capite, c’è Basiglio che scivola in terza posizione con un Irpef medio 49.523 euro. 

A completare la top five ci sono Briaglia (CN) con 43.474 euro, in ascesa verticale di 1.039 posizioni rispetto al 2021, e Cusago (MI) con 39.813 euro. Nella top ten anche Torre d’Isola (PV) con 36.865 euro, Bogogno (NO), Segrate (MI) con 35.783 euro e Pino Torinese (To). A chiudere Milano con 35.282 euro, unica città capoluogo, che con la sua zona più ricca, quella del centro storico (CAP 20121), con 94.369 euro sarebbe in vetta anche davanti a Portofino.

Scendendo fino alla 20esima posizione troviamo anche Arese, Galliate Lombardo e San Donato Milanese.

Continua la lettura con: La classifica dei quartieri più ricchi d’Italia: gli ultimi dati

FABIO MARCOMIN

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L’uomo che vive in un aereo nel bosco (immagini)

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adventurerstephyliu.com - L'uomo che vive in un aereo abbandonato

Il suo sogno per la pensione: vivere in un aereo. Lo ha realizzato. Chiunque può visitarlo, purché rispetti una sola condizione.

L’uomo che vive in un aereo nel bosco (immagini)

# Il sogno di Bruce Campbell di vivere in una casa unica nel suo genere

Bruce Campbell è un ex ingegnere elettrico americano e aveva un sogno particolare per la sua pensione: vivere in un aereo. Per qualcuno potrebbe sembrare un’idea stravagante, ma non per lui, che già abitava in una casa mobile e desiderava fare un passo ulteriore, seguendo la sua convinzione che “un aereo non dovrebbe mai essere demolito”.

Molti aerei che non possono più volare vengono smantellati e distrutti, si stima che ne vengano demoliti circa tre al giorno. Tuttavia, Bruce vede questi aerei come “opere magistrali di scienza aerospaziale”, resistenti e durevoli, capaci di resistere a tempeste e terremoti. Per questo motivo, ha deciso di ristrutturarne uno e trasformarlo nella sua abitazione, anche se lo spunto è arrivato da un’altra persona che lo ha preceduto: Jo Ann Ussery.

# Il primo è stato Jo Ann Ussery, l’estetista del Mississippi che ha vissuto in vecchio Boeing 727

Dopo aver perso la sua casa in un incendio, Jo Ann Ussery, prima di Bruce, decise di vivere in un aereo. Estetista di Benoit, Mississippi, ha seguito il suggerimento del cognato controllore del traffico aereo acquistando negli anni ’90 un vecchio Boeing 727 destinato alla demolizione. Poi lo ha trasportato su un terreno di sua proprietà e lo ha ristrutturato in sei mesi, svolgendo la maggior parte del lavoro da sola per una spesa di circa 30mila dollari, pari a 60mila attuali. Il risultato è stato una casa funzionale di oltre 140 mq, con tre camere da letto, due bagni e persino una vasca idromassaggio. Ci ha vissuto dal 1995 al 1999, quando il velivolo è stato irrimediabilmente danneggiato durante un trasloco. Ma torniamo a Bruce. 

# Per sei mesi Bruce all’anno vive in un vecchio Boeing 727-200, nel bosco, appartenente un tempo alla compagnia aerea di Onassis

AirplaneHome.com – Casa aereo

Tutto inizia casualmente proprio nel 1999 quando Bruce, seguendo quanto fatto da Jo Ann, decide di acquistare un vecchio Boeing 727-200 abbandonato in un aeroporto per 100mila dollari. Solo in seguito scoprì che era appartenuto alla Olympic Airways in Grecia ed è stato persino utilizzato per trasportare i resti del magnate proprietario della compagnia aerea, Aristotele Onassis.

Spende ulteriori 92mila dollari per trasportarlo nella foresta vicino a Portland, la città più grande dell’Oregon, dove ha deciso di vivere. Questo terreno è lo stesso che aveva acquistato con i primi guadagni e dove aveva vissuto in una casa mobile. Bruce ha dedicato 15 anni di lavoro continuo e circa 220mila dollari per trasformare l’aereo nella sua abitazione. Al valore attuale sarebbero circa 380mila dollari. Oggi vive lì per sei mesi all’anno, mentre il resto del tempo lo trascorre in un appartamento a Miyazaki, una città nel sud del Giappone con clima subtropicale.

# Nella casa-aereo c’è (quasi) tutto quello che serve per vivere

thepillow – Cucina

L’interno dell’areo è rimasto in linea di massima uguale a come Bruce l’ha trovato, purtroppo quello del vecchio 707 “davvero orribile rispetto agli standard moderni” come ha dichiarato qualche anno fa, salvo che per alcuni interventi necessari a renderlo abitabile. 

L’interno si presenta come un unico e lungo ambiente che ricrea tutti gli spazi di una vera casa. La cucina è dotata di un mobile usato come dispensa, un fornetto, un forno a microonde, un tostapane e un frigorifero con freezer. C’è un divano che funge da letto, un’area lavanderia con lavandino e lavatrice, e un tavolo da lavoro dove ripara computer e altri dispositivi elettronici.

usatoday.com – Doccia Bruce

Nella carlinga, la parte anteriore della fusoliera, si trova un bagno con box doccia, mentre il WC è quello originale dell’aereo.

usatoday.com – Cabina Bruce

La cabina di guida è stata trasformata in una stanza per la lettura, offrendo un luogo tranquillo dove godersi un buon libro.

# Manca il riscaldamento e la spesa la fa ogni 3 mesi

thepillow – Divano letto con coperta riscaldata

L’unica cosa che manca è il riscaldamento. Durante l’inverno, la temperatura interna varia tra zero e cinque gradi centigradi, nonostante l’uso di una stufetta. Per dormire, Bruce utilizza una coperta riscaldata e trascorre molto tempo sotto di essa nei periodi più freddi.

Per risparmiare tempo, denaro e ridurre gli spostamenti, Bruce fa la spesa ogni tre mesi, acquistando principalmente lattine, prodotti in scatola e surgelati.

# È possibile per chiunque fargli visita

staceyship 33 IG

Chiunque desideri può fargli visita. Basta contattarlo tramite il suo sito web e email per richiedere un incontro e visitare la sua casa. C’è solo una regola da rispettare: si entra scalzi e si indossano le ciabatte fornite all’ingresso.

Continua la lettura con: Il volo aereo più corto del mondo: un viaggio di 53 secondi

Articolo di ARIANNA BOTTINI aggiornato dalla redazione

copyright milanocittastato.it

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A Milano si va a vivere qui: il quartiere che ha aumentato di più gli abitanti

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Ph. fabiorcrespi IG

 Qual è il quartiere di Milano in cui sono cresciuti di più gli abitanti? Foto Cover: @fabiorcrespi IG

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A Milano si va a vivere qui: il quartiere che ha aumentato di più gli abitanti

# +50% in vent’anni

Secondo i dati dell’Istat (Istituto Nazionale di Statistica), il quartiere di Milano che ha registrato la maggiore crescita demografica negli ultimi anni è stato quello di Porta Nuova-Isola-Garibaldi.

Non è certo una sorpresa. Si tratta del quartiere simbolo della trasformazione urbana di Milano, passando in pochi anni dalle macerie delle Varesine a rivestire il ruolo della city, co grattacieli, uffici e residenze di lusso. 

Secondo i dati dell’Istat, la popolazione del quartiere è aumentata del 48,4% tra il 2001 e il 2021, passando da poco più di 8.000 abitanti a oltre 12.000. Si tratta di un quartiere che presenta diverse curiosità. Come queste cinque. 

#1 Il monumento più osceno di Milano?

Un uomo nudo in bronzo e acciaio inox proteso in avanti e scolpito nei minimi dettagli, compreso l’apparato genitale. Posizionato nel 1983 nei giardini di Piazza Einaudi, è in bella mostra sul manto erboso a lato del parterre pedonale di Viale della Liberazione. Intitolata “Condizione Umana” e realizzata da Agenore Fabbri, la scultura rappresenta la figura drammatica di un uomo nudo martoriato da profonde ferite nell’atto di liberarsi da barre d’acciaio che lo imprigionano. Una raffigurazione che simboleggia le difficoltà dell’uomo nel contrapporsi alle limitazioni della libertà e dell’autorealizzazione imposte dalla società.

#2 Il “Ponte Vecchio” di Milano

Ogni giorno migliaia di automobili passano sotto questo colosso caduto in disuso per tanto tempo che si staglia come un ponte sopra Melchiorre Gioia. Su questo punto di via Melchiorre Gioia, fino agli ’60 scorreva il Naviglio della Martesana. L’obiettivo del palazzo, conosciuto anche come Pirellinoera farne un polo terziario posto a nord del centro cittadino, fra le due importanti stazioni ferroviarie Centrale e Garibaldi, più agevole da raggiungere considerata la congestione del centro cittadino con il traffico delle auto. Una posizione strategica tra la Stazione Centrale e la vecchia stazione di Porta Nuova.

#3 A Porta Nuova furono realizzati i primi Grandi Magazzini d’Italia 

I primi grandi magazzini in Italia furono le Aux villes d’Italie, aperte dai fratelli Bocconi in via Tommaso Grossi a Porta Nuova. Nel 1917 Alle città d’Italia, nel frattempo il nome era stato italianizzato, vennero acquistati da Senatore Borletti e fusi con i Magazzini Vittoria, dando vita a “La Rinascente”.

#4 Il Nido Verticale, la nuova icona dello Skyline di Milano

Credits Andrea Cherchi – Nido Verticale da Melchiorre Gioia

Questo nuovo grattacielo comprende 23 piani fuori terra e 3 piani interrati, per una superficie totale di 31.000 mq e un’altezza complessiva di 125 metri. Ma è la sua forma, scelta dal progettista Mario Cucinella, a lasciare un segno indelebile nella città: la geometria a rete della sua facciata non è altro che una metafora del sistema che caratterizza le relazioni e la società contemporanea. La facciata è stata infatti realizzata con pilastri curvilinei in legno che, incontrandosi in un determinato punto, formano uno scenografico nido verticale. I materiali utilizzati per la costruzione sono il vetro, legno e cemento. I lavori sono iniziati nel 2017 e il grattacielo è stato completato nella forma e nella struttura, così come nel rivestimento esterno, nei mesi scorsi. Gli ultimi aggiornamenti vedono completata la passerella che corona il grande oblò sulla cima della torre. In cima ci sarà uno Sky Restaurant che dominerà su Milano. 

#5 La casetta nel grattacielo

Credits: ilcinemadelcarbone.it

In Porta Nuova c’è anche una casa rimasta intrappolata in un grattacielo. Stiamo parlando della Casetta Verde di via Bellani, inglobata nel grattacielo della Regione Lombardia. Sono 14 i condomini residenti all’interno di questa costruzione che tutt’a un tratto si ritrovò stretta su tre lati dalle braccia dell’incombente Palazzo Lombardia. In realtà si fece di tutto per fare mandare via i condomini, lasciando spazio così al grattacielo: inizialmente venne proposta una valutazione di 4500 euro al metro quadro, poi una permuta con appartamenti di pari superficie e nella stessa zona. Ma le famiglie rifiutarono l’offerta, affezionati alla loro abitazione. Che ora rimane come un simbolo della Milano che sopravvive nel cambiamento. 

Continua la lettura con: L’Isola che c’è: storia di un quartiere diventato mito

ANDREA ZOPPOLATO

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I Tramlink bidirezionali: che fine hanno fatto i nuovi tram milanesi?

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Tramlink

A maggio 2023 sono stati fatti i primi test notturni, con i nuovi mezzi previsti in servizio nei mesi successivi. Da allora è trascorso un intero anno ma nessuno ha iniziato a circolare sui binari. Queste le ragioni.

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I Tramlink bidirezionali: che fine hanno fatto i nuovi tram milanesi?

# Le caratteristiche dei nuovi mezzi su rotaia

Fonte ufficio stampa Atm – Il nuovo tram Atm Tramlink al deposito Precotto

Il nuovo tram di Milano si distingue per la caratteristica livrea giallo Milano. Sono due i modelli approvati, quelli lunghi 25 metri con tre carrozze e quelli lunghi 35 metri con cinque. Per i primi è stato fatto un ordine nel 2019 di 80 mezzi, di cui 60 già acquistati, con un secondo accordo firmato a giugno 2023, che prevede la fornitura di un massimo di altri 50 tram, ne sono stati ordinati 14 veicoli ad alta capacità. 

Progettati per resistere efficacemente alla corrosione, a bordo è installato un sistema di videosorveglianza con 10 telecamere interne monitorate dalla centrale Security di Atm, un sistema di infomobilità in tempo reale e schermi che indicano fermate, percorso e informazioni sulla mobilità cittadina. Inoltre, sono disponibili prese USB per ricaricare gli smartphone e un sistema di climatizzazione.

Il “Tramlink” è dotato di un pianale ribassato per garantire massima accessibilità e sarà il primo tram urbano bidirezionale di Milano. Questa caratteristica permetterà l’inversione di marcia in caso di necessità e consentirà di realizzare nuovi capolinea occupando meno superficie, eliminando la necessità di costruire l’anello di binari. 

Leggi anche: In futuro i TRAM di Milano useranno ancora l’ANELLO per CAMBIARE BINARIO a fine corsa?

# A maggio 2023 le prime prove tecniche notturne per il nuovo tram, poi il silenzio

Fonte ufficio stampa – Prove in linea notturne tram Tramlink alla fermata

Sono trascorsi oltre 365 giorni dalle prime prove tecniche notturne del nuovo “Tramlink”. La vettura numero 7201, parte del parco degli 80 tram di nuova generazione prodotti nello stabilimento Stadler di Valencia, ha iniziato a circolare sui binari cittadini a maggio 2023. I test sono necessari per misurare le prestazioni e le funzionalità dei sistemi di controllo di guida e di sicurezza, mentre di girono vengono effettuati check up a 360 gradi con verifiche a tutti i dispositivi elettronici e meccanici. Fino ad oggi però nessun mezzo è entrato in servizio.

# Attesi nell’estate 2023, ma questi intoppi ne hanno fermato la messa in servizio

ufficio stampa ATM

I nuovi tram avrebbero dovuto circolare già nell’estate 2023, poi a ottobre 2023 e infine entro l’ultimo mese dell’anno. Perchè possano viaggiare è necessaria la percorrenza di 5.000 km senza guasti come richiesto da Ansfisa, l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali, e tutte le autorizzazioni del caso. Queste ultime paiono esserci tutte ma alcuni problemi tecnici hanno bloccato al momento la messa in servizio dei Tramlink, a quanto pare la difficoltà di trazione sul cavalcavia Grassi con la vettura rimasta ferma in salita per mancanza di corrente, come spiegano nel gruppo facebook “I tram di Milano”. Nello specifico si sarebbe verificato un “calo di tensione in linea che avrebbe attivato le “sicurezze” sulla trazione”.

# Dove dovrebbero iniziare a circolare

Fonte ufficio stampa – Prove in linea Tramlink

I tram di nuova generazione andranno progressivamente a rimpiazzare tutti quelli più datati, eccetto le 125 storiche vetture Carelli, per migliorare l’accessibilità e il comfort della rete milanese ma di quella extraurbana. Dei primi 80 mezzi previsti, infatti, 18 verranno impiegati sulla futura metrotranvia Milano-Seregno FS in costruzione.

Se i problemi si risolveranno sarà la linea 31, che collega la fermata di Bicocca M5 al Comune di Cinisello Balsamo, la prima dove entreranno in servizio

Leggi anche: La Milano-Brianza avanza: quando sarà la prima corsa

Continua la lettura con: Un tram chiamato desiderio: cronaca di una sera a Milano con lo sciopero dei mezzi

FABIO MARCOMIN

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In arrivo anche in Italia l’ultima novità delle autostrade: le preferenziali a pagamento

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zevyaroslavsky.org - Fastlane

Sul tratto milanese dell’A4 è stata introdotta la quarta corsia dinamica per rendere il traffico più scorrevole. In altre parti del mondo si sta diffondendo un’altra novità: le preferenziali a pagamento. Come funziona il sistema e chi vuole portarle in Italia.

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In arrivo anche in Italia l’ultima novità delle autostrade: le preferenziali a pagamento

# Le corsie preferenziali a pagamento: per risparmiare tempo

metroexpresslanes.net – Express lanes

Mentre sul tratto milanese dell’A4, utilizzato dai milanesi come tangenziale, è stata introdotta la quarta corsia dinamica, in altre parti del mondo si stanno diffondendo le corsie preferenziali a pagamento in autostrada, per agevolare chi ha fretta di spostarsi in auto. Negli Stati Uniti d’America ad esempio dove le autostrade si chiamano  freeway perché tutte gratuite, tranne qualche eccezione, ci sono alcune corsie riservate. Nonostante le autostrade americane siano molte larghe, sono spesso soggetto a ingorghi, Los Angeles è tra le città più congestionate, e per questo sono presenti:

  • Carpool lane, dedicate a veicoli con almeno due o tre persone a bordo e si incorre in sanzioni salate se si viene fermati da soli;
  • Express lane, corsie chiuse al centro percorribili sono pagando un pedaggio tramite sistemi simili al nostro telepedaggio.

Queste ultime potrebbero presto arrivare nel nostro Paese.

Leggi anche: La CORSIA DINAMICA sulla TANGENZIALE: presto il raddoppio 

# In arrivo anche in Italia le “express lanes” 

zevyaroslavsky.org – Fastlane

Umberto Tosoni CEO di Astm, gruppo industriale attivo nella gestione di reti autostradali in concessione, spiega come l’intenzione della società da lui presieduta sia di introdurre anche in Italia le “express lanes” in quanto rappresentano una significativa innovazione nel traffico autostradale. Il modello è apprezzato dai pendolari che possono così spostarsi velocemente, in particolare da professionisti e imprenditori disposti a pagare una tariffa per risparmiare tempo prezioso.

# La “Tangenziale Esterna di Milano” primo banco di prova?

Credits 7giorni.info – Mappa TEEM

Astm, controllata per il 50,5% dalla famiglia Gavio e per il 49,5% da Ardian, ha acquisito il controllo completo della Tangenziale Esterna di Milano. Tra le tangenziali milanesi non è la più trafficata, potrebbe però essere il primo banco di prova, essendo di proprietà del gruppo autostradale, per sperimentale le preferenziali a pagamento anche in Italia?

Fonte: automoto.it

Continua la lettura con: Arrivano le strade a 30

FABIO MARCOMIN

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Come quando a Milano c’erano i Beatles: ieri e oggi. Foto e ricordi dei milanesi

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Massimo Nardino Fb - Concerto Vigorelli Beatles 1965 e oggi

Spopola sui social la foto collage di quattro amiche ritratte oggi nella stessa posa di quando erano andate da ragazzine al concerto dei Beatles al Vigorelli. Con l’occasione fioccano i ricordi di chi era presente a un evento storico per Milano. Era il 1965. Milano era così. 

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Come quando a Milano c’erano i Beatles: ieri e oggi. Foto e ricordi dei milanesi

# Chiediamo a loro chi erano i Beatles

Massimo Nardino Fb – Concerto Vigorelli Beatles 1965 e oggi

24 giugno 1965, Velodromo Vigorelli. Un evento storico per Milano, per l’Italia, era la prima volta che i Beatles si esibivano nel nostro Paese, e per i fan di una delle band musicali più amate della storia. A ricordare quella magica data per i milanesi è una foto che circola in rete di quattro spettatrici, nella stessa posizione il giorno del concerto e ai giorni nostri, con il nome sulle braccia dei Fab Four di Liverpool: Paul McCartney, John Lennon, George Harrison e Ringo Starr.  

# I commenti dei milanesi presenti al concerto

wikipedia.org – Beatles in concerto al Velodromo Vigorelli nel 1965

I Beatles  suonarono per poco più di mezz’ora il pomeriggio e mezz’ora la sera davanti a un totale di 26milia persone sul palco posizionato al centro del velodromo. Nella tappa, parte del tour europeo insieme ad altre italiane andate in scena nei giorni successivi, hanno cantato 12 classici del repertorio tra cui “Twist and Shout”, “A Hard Day’s Night” e “Can’t Buy Me Love”. 

Per i milanesi presenti al concerto si è trattato di una giornata indelebile, da ricordare per sempre. Questi alcuni dei commenti in rete sotto a un post nel gruppo Facebook Milano Vintage:

  • il ricordo di Riccardo Raia: “C’era anche mia madre, e quella pazza, ha portato pure me!!!”;
  • Giancarlo Facchetti scrive “Io c’ero quel giorno al Vigorelli… veramente favolosi”;
  • Riccardo Bonfant: “Io c’ero, spettacolo del pomeriggio, caldo bestiale! Non posso dimenticarli.”;
  • Mariagrazia Crotti: “Mio padre mi ha accompagnato dopo aver sostenuto un esame all’università è ancora lo ricordo”;
  • Maria Ricco in riferimento alla foto di ieri e oggi delle quattro amiche: “Bello frequentarsi ancora! C’ero anch’io quel giorno”;
  • Elio Frollo e la sua entrata “clandestina”: “Io c’ero…avevo 16 anni…senza biglietto..mi hanno spinto dentro…ho visto tutto il concerto dietro Ringo Star..!”.

Continua la lettura con: Quando a Milano c’erano scuole solo per maschi (o solo per femmine)

FABIO MARCOMIN

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Mario Cavallè, il papà delle case Igloo alla Maggiolina

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Cavallè

Uno dei riferimenti più importanti nel panorama della realizzazione delle sale per il cinematografo e architetto di una delle opere più strane dell’architettura italiana: la casa Igloo.

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Mario Cavallè, il papà delle case Igloo alla Maggiolina

# Al Politecnico prima da studente e poi come professore di Architettura

Cavallè

Mario Cavallè nacque a Milano il 15 maggio 1895, si laureò in architettura nel 1923 e, dopo una breve esperienza lavorativa in Germania, venne arruolato nell’esercito in seguito allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, periodo in cui, malgrado tutto, riuscì a conseguire il diploma di Ragioniere, presso l’Istituto Leonardo da Vinci di Alessandria e un altro titolo di maturità presso l’Itis di Udine. Finita la guerra e tornato alla vita borghese, Cavallè rientra a Milano e si laurea al Politecnico nel 1922, in Ingegneria Civile, con un numero di esami che gli tornarono utili anche per la laurea in Architettura, che conseguì nel 1923.

Dopo esserne stato allievo, diventò assistente del Professor Arturo Danusso, per poi acquisire una cattedra propria di Tecnica della Costruzioni presso la Facoltà di Architettura del Politenico milanese.

# Un maestro nella realizzazione di sale cinematografiche

Teatro Dal Verme

Parallelamente all’insegnamento, Cavallè realizza progetti di grande innovazione tecnica, soprattutto nella costruzione delle sale cinematografiche. Tra queste citiamo la realizzazione del Teatro dal Verme: è l’agosto del 1943 e il teatro è danneggiato dai bombardamenti. Dopo la guerra viene completamente ricostruito, gli interni presentano una struttura ad anfiteatro su un progetto, appunto, di Mario Cavallè, coadiuvato da Vittoriano Viganò, milanese pure lui, che più avanti divenne uno dei maggiori esponenti della corrente del cosiddetto “Brutalismo”.

Nel 1955, lungo il Naviglio Pavese, viene inaugurato il Cinema Marte, anche questa volta il progetto è di Cavallè, che offre la propria esperienza per una sala che allora era destinata ad accogliere film di terza visione, già visti tempo prima nelle sale più centrali di Milano.

Ancora prima il nostro architetto aveva realizzato il Cinema Istria, in via Slataper 19, che nel corso degli anni ha più volte cambiato la destinazione d’uso. La qualità di Mario Cavallè era quella di individuare subito come superare i problemi tecnici che caratterizzavano tante sale costruite negli anni precedenti, rendendo la visione, l’ascolto e il comfort, eccellenti.

# L’ideatore delle case Igloo alla Maggiolina

credit: @silvana_kk IG

Nel distretto residenziale della Maggiolina, Cavallè negli anni quaranta realizzò le case Igloo, tra le opere più strane dell’architettura italiana. Furono create per dare ospitalità agli sfollati della Seconda Guerra Mondiale. Per la prima volta, in Italia viene adottata una cassaforma (o cassero) gonfiabile, come involucro sopra il quale vengono disposti dei mattoni, ricoprendo il tutto con calcestruzzo.

Tra le varie opere realizzate, citiamo le case girevoli rotonde, le sopraelevate e strutture a fungo. Progetti di architettura che abbinavano un’estetica inusuale ad una praticità spiccata.

Mario Cavallè morì a Milano il 31 marzo 1982.         

Leggi anche: Le CASE IGLOO di MILANO 

FABIO BUFFA 

Continua la lettura con altri milanesi d’autore:

Enrico Molaschi, el “Barbapedana”di Milano

Ines Pellegrini, la “Mangano nera” di Pasolini

Serafino, il “supertifoso” dello sport italiano

Giorgio Porcaro, l’inventore del “terrunciello”

Gianni Bonagura, il maestro milanese del doppiaggio

Pietro Annigoni, il “pittore delle regine”

I “Gufi”, il gruppo musicale, dialettale e cabarettistico milanese più famoso di sempre

Gian Maria Volontè, l’attore impegnato “al di sopra di ogni sospetto”

Pierina Legnani, la prima milanese a diventare “prima ballerina assoluta”

Vera Vergani, l’attrice più amata del teatro degli anni ’20

Enrico Longone e Giacomo Campi, i due milanesi che portarono in occidente le ombre cinesi

BRUNO CANFORA, l’autore delle hit evergreen per TV, cinema e i grandi della musica italiana

LELLA LOMBARDI, l’unica donna a punti in FORMULA UNO

DIDI PEREGO, la Sofia del film italiano candidato all’Oscar

MARCO MIGNANI, l’autore della pubblicità diventata FILOSOFIA di VITA a Milano

AMBROGIO FOGAR, l’ “Ulisse” di Milano

MARIA PIA ARCANGELI, “quella che canta le canzoni milanesi”

LUIGI MARANGONI, l’ultima vittima delle Brigate Rosse a Milano

SANDRA RAVEL, l’attrice-soubrette madre di Maurizio Gucci

PIPPO STARNAZZA, il jazzista che “milanesizzava” l’inglese

PAOLO GIORZA, il papà della “bella Gigogin”

I BALORDI, i precursori della “canzone demenziale”

D’ANZI, il papà della “bela Madunina”

GASPARE, ZUZZURRO e la brioche più celebre della TV

LUISELLA VISCONTI, la voce più bella del CINEMA

ANNA CARENA, la signora Marta in “Miracolo a Milano”

GAETANO SBODIO: il guerrigliero del dialetto

DINO RISI, uno dei grandi della commedia italiana

CINI BOERI, l’architettura come impegno sociale

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LUCIA BOSÈ, la “tosa de Milàn”

JOHNNY DORELLI, una vita al massimo

EZIO BARBIERI, il Robin Hood di Isola

RENZO PALMER, la voce milanese dei grandi divi di Hollywood

MONTICELLI e MARCHESI, i due grandi “cantori evirati” della storia milanese

MARIA GAETANA AGNESI, la “donna più intelligente del Settecento”

GIUSEPPINA PIZZIGONI, la fondatrice della SCUOLA RINNOVATA

PIERO MAZZARELLA, personaggio simbolo di una Milano che non c’è più

LUCIANO BERETTA: “il POETA del CLAN CELENTANO”

ANTONIA POZZI: la POETESSA negli ABISSI dell’ANIMO UMANO

Elio FIORUCCI: the place to be nel cuore di MILANO

AGOSTINA BELLI, la “bella tosa” del cinema italiano

Enrico BERUSCHI…e allooora???

GIANRICO TEDESCHI, l’attore milanese “che parla, comunica e ti INCANTA”

Fabio CONCATO: il lato romantico e “bestiale” della musica milanese

Dina GALLI, l’eccentrica monella: la prima attrice COMICA italiana

Gino LANDI, il mago delle COREOGRAFIE della TELEVISIONE ITALIANA

Adolfo WILDT, l’artista “eccessivo e inquieto”, alieno di avanguardie e conformismo

Domenico BARBAJA: l’inventore della tipica BEVANDA milanese

Quando a Milano c’erano i BEATLES

UGO BOLOGNA, il grande BAUSCIA del cinema e del teatro italiano

ENRICO RUGGERI: contro corrente da sempre

FRANCA VALERI: la signorina snob dello spettacolo

Nuto NAVARRINI: il grande attore milanese ormai dimenticato

Liliana FELDMANN: la VOCE di Milano

VALENTINA CORTESE: la stella milanese di Hollywood

 ERMINIO SPALLA, il PUGILE ARTISTA adottato da Milano

EDOARDO FERRAVILLA: uno degli ATTORI del teatro DIALETTALE più importanti di sempre

MARIA MONTI, la prima “CANTAUTRICE” della storia

ENZO JANNACCI, il cardiologo chansonnier

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Quando, a Milano, VISCONTI girava “ROCCO E I SUOI FRATELLI”

MARCELLO MARCHESI, un ciclone di ironia

NANNI SVAMPA, l’ironico artista della canzone milanese

ADRIANO CELENTANO, il “molleggiato” nato a due passi dalla CENTRALE

GINO BRAMIERI, il RE delle BARZELLETTE

CLAUDIO ABBADO, il GENIO eternamente insoddisfatto

Quelli di VIA OSOPPO: la STANGATA di Milano

GIORGIO GABER, l’inventore del TEATRO CANZONE

ADRIANA ASTI, l’artista ribelle amata dai grandi del cinema e del teatro

GIANLUIGI BONELLI, il creatore di TEX WILLER, sempre in lotta contro il POTERE

LUISA AMMAN: un’OPERA d’ARTE di Milano

LUCIANO LUTRING: il bandito più popolare di Milano

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Sandra MONDAINI: uno dei punti fermi della televisione italiana

TINO SCOTTI, il milanese del “Ghe pensi mi”

ORNELLA VANONI, Milano e Settembre

MARIANGELA MELATO, da “ranocchietta” a mito del cinema

MARTA ABBA: la musa di Pirandello

Quelle DIABOLIKE sorelle GIUSSANI

GIANNI MAGNI: il re del cabaret milanese

COCHI e RENATO: una coppia diventata il MARCHIO del CABARET

Giorgio AMBROSOLI: il RIVOLUZIONARIO in GIACCA e CRAVATTA che sfidò anche lo Stato

Peppin MEAZZA: il più grande MITO MILANESE del calcio mondiale

FRANCO CERRI: quel genio che partì suonando nei cortili

I KRISMA: la coppia più PUNK della storia di Milano

LILIANA SEGRE, la testimonianza milanese dell’Olocausto

MARIA CALLAS, la Scala e BIKI, quel legame che ha fatto la storia dell’arte

WALTER VALDI, cintura nera di dialetto milanese

LORENZO BANDINI, lo sfortunato campione adottato da Milano

ALEX BARONI, il “chimico” prodigio della musica

MICHELE ALBORETO, il “pilota gentiluomo”

BEPPE VIOLA: il geniale raccontatore del calcio

Storia di una GRANDE DONNA di Milano: ALDA MERINI

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L’estate di ATM è rimasta agli anni Sessanta

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Riccardo Mastrapasqua FB - Indicatore arrivo treno metropolitana

Il mondo va avanti sempre più veloce. Ma c’è qualcosa che rimane immutato dai tempi del Dopoguerra. L’orario estivo dei mezzi pubblici di Milano. Foto cover: Riccardo Mastrapasqua (Da Facebook)

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L’estate di ATM è rimasta agli anni Sessanta

# Dal 10 giugno il primo taglio estivo delle corse

Credits Andrea Cherchi – Cavi, tram e castello

Prima ci si sono messi i tagli delle corse sui mezzi di superficie, attuati per via della ormai cronica carenza di autisti. Se non bastasse, il 10 giugno è arrivata infatti la riduzione dell’orario di bus e metro in previsione dell’estate, come succede ogni anno dopo la chiusura delle scuole. Che prevede tagli come se si fosse rimasti a mezzo secolo fa, quando Milano era una città di gente che studia e lavora e che con l’estate si svuota. Ma Milano da allora si è trasformata. 

Leggi anche: “Ridateci la 73”: i cittadini si mobilitano contro i tagli dei mezzi pubblici

# La M2 la più colpita a causa delle diramazioni e dei lavori: si arriva a 10 minuti di attesa

Riccardo Mastrapasqua FB – Indicatore arrivo treno metropolitana

Tra le linee metropolitane quella che più ha risentito di questa rimodulazione è la linea M2, date le sue quattro diramazioni. Se infatti i treni per Famagosta nella fascia oraria 7-9 passano ogni 3-4 minuti e verso Cascina Gobba ogni 4-5 minuti, quelli con destinazione piazza Abbiategrasso e Assago Forum lo fanno ogni 7-8 minuti e quelli diretti Gessate e Cologno Nord rispettivamente ogni 9-12 minuti e 9-10 minuti. Fuori dagli orari di punta bisogna aspettare almeno 10 minuti in ogni diramazione.

Orari M2

A questo si aggiungono i lavori programmati, partiti sempre il 10 giugno, per la realizzazione delle barriere antirumore nei quartieri di Cimiano e Crescenzago. Fino all’8 settembre i treni dovranno viaggiare a velocità limitata portando quindi ad un aumento dei tempi di viaggio e ritardi sulla linea.

# Nei mesi di luglio e agosto al via altre riduzioni: l’orario estivo a Milano non ha più senso

I tagli delle corse non finiscono qui. Nei mesi di luglio e agosto è prevista come da mezzo secolo la riduzione delle frequenze su tutta la rete di trasporti della città, con l’attuazione in pieno dell’orario estivo. Prepariamoci così a lunghe attese per i mezzi pubblici, a fughe anticipate la sera per prendere l’ultima corsa, a girare per la città dopo un concerto alla ricerca di un mezzo sostitutivo. Per evitare tutto questo basterebbe capire che l’orario festivo a Milano non ha più senso. 

Continua la lettura con: La “linea tricolore”: e se la Milano – Roma venisse considerata come una metropolitana?

FABIO MARCOMIN

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Un passante di serie A: 5+1 proposte per una super-rete del trasporto ferroviario urbano di Milano

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Altro passante

Il nodo ferroviario milanese è ormai prossimo alla saturazione. Il passante viene visto dai milanesi come un servizio di serie B: per rilanciarlo si sta pensando alla realizzazione di un secondo passante. Per renderlo ancora più efficiente servirebbero però altri interventi, anche recuperando vecchi tracciati e realizzando nuove stazioni. Vediamo nel dettaglio le proposte elaborate dall’Associazione regionale trasporti.

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Un passante di serie A: 5+1 proposte per una super-rete del trasporto ferroviario urbano di Milano

# Allo studio un secondo passante e il rilancio della stazioni di Greco e Bovisa

Mappa trasporti Lombardia
 
Il nodo ferroviario di Milano è ormai saturo, o quasi. Per questo Regione Lombardia sta pensando a un secondo passante. In base al Programma Regionale della Mobilità e dei Trasporti l’obiettivo della nuova infrastruttura è quello di sgravare il traffico che insiste, in particolare, su: Stazione Centrale, Garibaldi e Cadorna. Per farlo sono state individuate al momento due stazioni da valorizzare, quella di Bovisa, in attesa di potenziamento, e quella di Greco Pirelli, una tra le più sottoutilizzate della città.

# Le 7 direttrici del trasporto ferroviario urbano: rischio saturazione

Da Milano passano 7 direttrici (Torino, Sempione, Chiasso, Venezia, Bologna, Genova e Mortara) e l’aggiunta di nuovi servizi merci e passeggeri porterebbero portare alla completa saturazione del servizio. L’Associazione regionale trasporti, nata “con lo scopo di tutelare gli interessi di tutti i viaggiatori che usufruiscono del servizio pubblico”, propone diversi interventi per rivoluzionare tutto il nodo cittadino. Tutti seguono gli indirizzi previsti dai protocolli sui TEN-T (Corridoi Europei) che chiedono la divisione del servizio a lunga percorrenza dal servizio locale. Ecco nel dettaglio gli interventi necessari sulla cintura ferroviaria.

#1 Raccordo Greco Pirelli-Repubblica: per far proseguire i treni a Monza

 
 
 
Occorre realizzare un raccordo tra Milano Greco e Milano Repubblica. Lo si può fare riproponendo il vecchio Bivio Livia dove sorgeva la vecchia Centrale, in modo da consentire così la prosecuzione dei treni del passante verso Monza.
 

#2 Un gruppo di scambi a Forlanini e Trecca: per fare accedere il passante alla Cintura Nord e Sud di Milano 

 
Altro passante
Serve poi posizionare un gruppo di scambi a Forlanini e Trecca così da permettere ai treni del passante di accedere anche alla Cintura Sud e alla Cintura Nord (Lambrate).
 

#3 Ripristinare l’ex cintura ferroviaria milanese Ovest, andata persa nel 1931, raccordando Romolo e Porta Genova per il Secondo Passante

Secondo passante
Un altro passo fondamentale è di ripristinare l’ex cintura ferroviaria milanese Ovest raccordando le stazioni di Romolo e Porta Genova con le linee afferenti a Garibaldi. In questo modo verrebbe a realizzarsi il collegamento del Secondo Passante Ferroviario con Milano Garibaldi Superficie, Milano Garibaldi Passante e Milano Ghisolfa in modo da permettere ai treni della linea Mortara di eccedere a tutte le direzioni presenti e future. Tra le nuove stazioni quella di Farini e un “passantino” che mette in connessione la Stazione Centrale con quelle di Porta Garibaldi e Bovisa. Si potrebbe poi pensare di realizzare un tapis roulant sotto via Vittori Pisani per collegare la Stazione Centrale al passante a Repubblica.
 
A causa delle pendenze non è fattibile il raccordo da Porta Genova a Romolo, quindi va ripercorso fedelmente il vecchio tracciato ferroviario del passante Ovest andato perso nel 1931.
 

#4 Modificare l’attuale destinazione d’uso del passante ferroviario per i servizi Interpolo e lunga percorrenza

 

#5 Spostare sulla cintura ferroviaria tutto il servizio comprensoriale attualmente entrante nel passante sull’itinerario Ghisolfa-Garibaldi Superficie-Bivio Mirabello-Cintura Nord

 

#5+1 Tre nuove stazioni di interscambio con le metropolitane: Sondrio, Istria e Turro

Nuova stazione
Costruire tre nuove stazioni di interscambio a Sondrio (M3), Istria (M5) Turro (M1).

# Gli investimenti necessari potrebbero essere di circa 2 miliardi

Gli investimenti richiesti per realizzare tutti questi interventi dovrebbe aggirarsi attorno ai 2 miliardi di euro, suddivisi equamente per il passante ovest o secondo passante e per il raccordo Milano Greco-Bivio Mirabello-Milano Sondrio-Milano Repubblica.

Fonte: Associazione regionale trasporti

Continua la lettura con: La nuova ferrovia Milano-Malpensa avanza: il punto suoi lavori (immagini)

MILANO CITTA’ STATO

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Arrivano le strade a 30

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Maps - Via Corridoni

Dopo l’annuncio nel mese di aprile di quest’anno da parte del Sindaco Sala ecco le prime strade con il limite dei 30 km/h. Questo il piano di Palazzo Marino e quando è previsto il suo completamento.   

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Arrivano le strade a 30

# Milano a velocità ridotta in 100 strade entro settembre

Strade Milano

Ecco le prime strade a 30 km/h, sono in totale 100 quelle previste, davanti alle scuole. L’annuncio era stato dato direttamente dal Sindaco Beppe Sala, a seguito dell’inaugurazione della nuova oasi Zegna in Piazza Duomo nel mese di aprile, queste le sue parole: “non saranno tutte le strade milanesi dove ci sono le scuole a 30 all’ora da settembre, ma un numero significativo. Orientativamente io direi che vogliamo avvicinarci alle 100 e poi andare avanti”. L’obiettivo è arrivare conclusione del piano entro settembre, prima dell’inizio del nuovo anno scolastico.

Leggi anche: Arrivano il “super centro” chiuso al traffico e altre 100 strade a 30 all’ora: fissata la data della rivoluzione slow

# Scelte le prime 7 strade con più incidenti

Maps – Via Corridoni

Si inizia con 7 vie, quelle che hanno registrato più incidenti e quindi le più pericolose, in base a uno studio dell’Amat, l’Agenzia mobilita ambiente e territorio del Comune di Milano. Ecco quali sono:

  • via Corridoni dove c’è la primaria Cuoco-Sassi, tra via Cesare Battisti e via Conservatorio (Municipio 1);
  • via Fara con una scuola primaria, tra via Galvani e via Pirelli (Municipio 2);
  • via Cardinal Mezzofanti con un asilo e una primaria, tra via Pannonia e viale Corsica (Municipio 4);
  • via Oglio dove è presente una scuola d’infanzia, da via Mincio a corso Lodi (Municipio 4);
  • via Sabatino Lopez dove c’è un asilo (Municipio 8);
  • via Graf con una scuola d’infanzia, da via Fratelli Traversi alla fine della strada (Municipio 8);
  • via Imbriani con una scuola d’infanzia, tra piazzale Costantino Nigra e via Camillo Ugoni (Municipio 9);

Leggi anche: Il futuro delle strade sarà azzurro

# Altre 20 entro la fine del mese, previsti i “cuscini berlinesi” in alcuni incroci

futuroverdeaps IG – Cuscini berlinesi

A seguire, entro la fine del mese di giugno, è in programma l’aggiunta di altre 20 strade con il limiti di 30 km/h, tra cui via Michelangelo Buonarroti, corso di Porta Vigentina, via Giacomo Watt, via Pisacane, via Ulisse Dini, via Val D’Intelvi e via Alessandro Litta Modignani. Nella strategia di messa in sicurezza delle vie più a rischio è previsto anche la realizzazione di dossi quadrati, che occupano solo parte della carreggiata per consentire il transito dei ciclisti ai lati, conosciuti come “cuscini berlinesi”. Il soprannome è dovuto al fatto che è stata Berlino la prima città a utilizzarli. A questi interventi si aggiunge anche l’allargamento dei marciapiedi.

Leggi anche: Le strade italiane più belle da percorrere in auto

Fonte: Milano Today

Continua la lettura con: Queste sono le strade più strane di Milano

FABIO MARCOMIN

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La “linea tricolore”: e se la Milano – Roma venisse considerata come una metropolitana?

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Metro tricolore

Per Trenitalia l’offerta di treni Frecciarossa è già una “metropolitana d’Italia”. Lo slogan è efficace. Ma se fosse davvero così? Anche tenendo conto anche dei treni Italo, nell’attesa dell’arrivo fra qualche anno dei Tgv: come potrebbe essere il servizio, la cadenza negli orari di punta e il colore della linea.

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La “linea tricolore”: e se la Milano – Roma venisse considerata come una metropolitana?

# 106 treni al giorno per ogni direzione

_sci4m4chy_ – Stazioni alta velocità italia

Il servizio dell’Alta Velocità ferroviario è servito da due operatori in Italia: Trenitalia con i Frecciarossa e Ntv con Italo. La prima da tempo definisce la propria rete veloce la “metropolitana d’Italia” per via delle frequenze dei suoi convogli.

intercity_train e marco.fr8819 IG – Frecciarossa Sanremo

Facendo il focus sulla tratta Milano-Roma sono circa 100 i Frecciarossa giornalieri, se si includono i servizi in circolazione in entrambi i sensi di marcia treni. Tra le città servite ci sono anche quello meno battute, come Modena e Parma sulla linea tradizionale, oltre alle stazioni di Reggio Emilia, Bologna e Firenze su quella veloce. Sono invece 9 i treni che impiegano meno di 3 ore, compresa una coppia di Frecciarossa no-stop dalla Stazione Centrale di Milano a quella di Roma Termini con un collegamento record: 2 ore 52 minuti.  

Credits lp_car2022 IG – Italo treno

Italo ne conta invece 66, con il più rapido che impiega 2 ore 56 da Rogoredo a Termini. Si arriva pertanto a un totale di 106 treni al giorno per direzione sommando le corse di entrambe le compagnie ferroviarie (fonte comparatore Omio).

Leggi anche: Il “metro” Frecciarossa tra Milano e Roma: l’estate record per la frequenza e la velocità dei treni (soprattutto questi due)

# Una frequenza da metro: un treno ogni 6 minuti e mezzo (nelle ore di punta)

Andando a visionare gli orari di partenza dei treni si va dai 3 convogli nella fascia oraria delle 20 ai 9 in quella delle 8 e delle 16, nelle quali si registra la frequenza di un treno ogni 6 minuti e mezzo, come una metropolitana milanese nelle ore di morbida nelle tratte centrali. 

Maps – Milano-Roma in treno come metro

Nelle fasce orarie delle 5, 12 e 19 ne partono 7, in quelle delle 10 e delle 14 sono 6, in tutte le altre ne passano 7.

Leggi anche: Scegli la tappa guardando la mappa: tutte le fermate dell’Alta Velocità in Italia

# La linea tricolore 

Metro tricolore

Quale colore dare alla nuova metropolitana per identificarla?

Mappa atm metro Italia

Le alternative potrebbero essere due: il tricolore (verde, bianco e rosso) o l’azzurro, il colore che rappresenta l’Italia nello sport.

# L’arrivo dei francesi

sncfvoyageurs IG – Nuovi treni TGV

Entro il 2026 dovrebbe aggiungersi anche la francese SNCF Voyageurs con 30 convogli veloci TGV, di cui 15 di nuova generazione a due piani, con 9 viaggi di andata e ritorno tra Torino/Milano/Roma e Napoli sui 13 previsti in totale. La frequenza potrebbe quindi aumentare ulteriormente per avvicinarsi alle frequenza degli orari di punta delle cinque linee della metro di Milano.

Leggi anche: In Italia arrivano i treni veloci francesi: il TGV sfida Italo e Frecciarossa. Queste le tratte nel mirino

Continua la lettura con: Inaugurato il nuovo Freccia Lounge in Centrale: che cosa si trova e chi vi può accedere

FABIO MARCOMIN

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Cena a Milano e colazione in spiaggia? Inaugurato il nuovo Frecciarossa notturno per il Salento

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Una novità dell’estate che si affianca al treno notturno per Reggio Calabria. E’ stato inaugurato il treno per il Salento: per quanto tempo rimane attivo il servizio, la cadenza dei treni e le fermate?

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Cena a Milano e colazione in spiaggia? Inaugurato il nuovo Frecciarossa notturno per il Salento

# Da Milano con l’Alta Velocità lungo l’Adriatico

La prima corsa è partita il 21 giugno. Dopo il collegamento notturno con il Frecciarossa per Reggio Calabria anche la costa adriatica viene così servita da un treno dell’Alta Velocità: destinazione Lecce. Il servizio viene offerto con gli ETR 500, con il numero 9561 in partenza da Milano alle ore 22.45 e arrivo Lecce 07.57. C’è anche il viaggio notturno in direzione opposta: il numero 9562 in partenza dal Salento alle ore 21.05 e arrivo in Centrale alle 07.35.

Leggi anche: ESTATE 2023: il FRECCIAROSSA NOTTURNO Milano-Reggio Calabria

# Il servizio è attivo fino a inizio settembre quasi ogni weekend

intercity_train e marco.fr8819 IG – Frecciarossa Sanremo

Il servizio prevede corse quasi ogni weekend fino ad inizio settembre e nello specifico in queste date:

  • 21, 22, 28, 29 Giugno;
  • 12, 13, 19, 20 Luglio;
  • 02, 03, 09, 10 Agosto;
  • 06, 07 Settembre.

Il venerdì e il sabato notte il Frecciarossa fa il percorso da Milano Centrale a Lecce Centrale, il percorso inverso il sabato e la domenica.

# Dodici fermate intermedie lungo il percorso, tra cui Brindisi, Monopoli e Ostuni

Credits outrinette82 IG – Ostuni

Lungo il percorso, in un viaggio che dura poco più di 9 ore, sono dodici le fermate intermedie sia all’andata che al ritorno: Milano Rogoredo, Parma, Reggio Emilia,
Modena, Bologna Centrale, Foggia, Barletta, Bari Centrale, Monopoli, Fasano, Ostuni e Brindisi.

Continua la lettura con: Milano – Berlino col Frecciarossa? Da quando sarà possibile e quanto ci metteremo

FABIO MARCOMIN

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Quando si è da soli a Milano, dove si va?

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Credits Andrea Cherchi - Vista Piazza del Duomo e Galleria

Una città di più di un milione di persone che è però anche la capitale della solitudine. Queste le attività da fare, secondo i milanesi che hanno risposto a una domanda sulla nostra fanpage, quando non si è in compagnia a Milano.

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Quando si è da soli a Milano, dove si va?

#1 Esselunga di via Papiniano

myfruit.it – Esselunga Papiniano

Si dice che l‘Esselunga di viale Papiniano sia il luogo giusto per incontrare l’anima gemella, una leggenda nata nella metà degli anni Novanta e che fa di questo supermercato uno dei punti di incontro per i single. Nel 2016 è stato persino creato un evento per apposta per agevolare gli incontri.

#2 Osservare i passanti

Credits Andrea Cherchi – Vista Piazza del Duomo e Galleria

Milano è fatta di un universo di persone, di tutte le estrazioni e le culture. Se non si sa cosa fare e si vuole trascorrere un po’ di tempo divertendosi basta sedersi su una panchina, magari dove c’è molto passaggio come Corso Vittorio Emanuele, e osservare abbigliamento e pettinature di chi cammina per strada.

“Ci si siede da qualche parte e si osservano i passanti, è un cinema” – Gianvittoria Piazzalunga

#3 Visitare i musei

Credits Andrea Cherchi – Museo del Novecento

Quando si è soli una delle cose più interessanti da fare è perdersi tra le sale dei musei e di tutti i luoghi di cultura che mette a disposizione la città: dalla Galleria d’Arte Moderna  al classico Museo del Novecento, passando al nuovissimo Museo etrusco per arrivare al Mudec, il Museo delle Culture dove è presente anche l’unico ristorante tre stelle di Milano.

“Ci sono tanti di quei musei, luoghi ed eventi interessanti da poter visitare con calma e contemplazione: museo del 900, il museo di Leonardo, la Pinacoteca..” – Flavio Vallocchia

#4 Fare volontariato

operasanfrancesco IG

Fa bene agli altri e a se stessi. Fare volontariato è un modo utile di impegnare il tempo, aiutando chi ha più bisogno ed è nel pieno spirito di Milano.

“Milano è anche la capitale del volontariato…volendo si può partecipare a qualche attività” – Nadia Piccini

#5 Aperitivo vista Duomo

Credits dany_dany1108 IG – Terrazza Duomo21

Dal basso o dall’alto, seduti in un dehor o sulle terrazze della Rinascente, fare aperitivo vista Duomo contemplando le guglie e la Madonnina.

“Io al grande bar con veranda che fa sul Duomo… sorseggio qualche cosa di buono e rimiro il Duomo più bello del mondo! Ma, Milano offre tanto tanto, basta averne voglia” – Sandra Pasqualini

#6 In libreria

Credits: @òabookisalwaysagoodidea – La Feltrinelli

Toccare, annusare, scoprire le prime pagine e perdersi nella lettura di un libro, o acquistare quello che si sarebbe voluto avere da tempo in una delle tante librerie milanesi. Si può scegliere tra quelle più mainstream, come Feltrinelli e Mondadori, e quelle indipendenti.

“In centro al Duomo, in libreria Feltrinelli..”  – Pino Scifo

#7 A scoprire la città come turisti

Credits Andrea Cherchi – Sulle palle del toro in Galleria

Fare il turista, lasciandosi stupire dai dettagli della città che con la fretta quotidiana non si ha il tempo di cogliere. Essendo soli si può scegliere dove andare senza dovere scendere a compromessi con qualcuno.

“In giro per la città… c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire” – Lella Guarnerio

#8 Al cinema

Credits: @spaziocinema Arianteo – Chiostro dell’Incoronata

I cinema negli anni sono poco alla volta scomparsi in città, qualcuno resiste come l’Anteo che si è addirittura ampliato, anche se sono apparsi i multisala, quasi sempre in periferia. Per chi è solo è uno dei modi per sentirsi parte di una storia, quella proiettata in sala, che sia quella di un blockbuster americano o di una commedia francese.

#9 A fare shopping

Credits: @lorenzocarrisistudio – Milano La Rinascente

Qui si vince facile, con tutta l’offerta di negozi che Milano mette a disposizione basta uscire di casa per trovare qualche spunto per un nuovo abito, un nuovo accessorio hi-tech o per la casa.

#10 A casa a guardare una serie tv

Credits mohamed_hassan-pixabay – Come guardare Netflix

Quando si è soli sembra andare per la maggiore l’abbinata copertina più serie tv. Oggi con tutte le piattaforme sul mercato c’è solo l’imbarazzo della scelta.

“Letto piumone e Netflix” – Emanuela Bass

Continua la lettura con: Le 7 cose che i milanesi proprio non sopportano delle vacanze estive

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La fiera di Sinigaglia, il più antico mercatino delle pulci di Milano: venne chiamata così per una presa in giro

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Fiera di Senigallia

Sinigallia, Sinigaglia o Senigallia? Tutti nomi che vengono utilizzati per chiamare lo storico mercatino delle pulci di scena ogni sabato mattina nei pressi della Darsena. L’origine del suo nome è assai curiosa. 

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La fiera di Sinigaglia, il più antico mercatino delle pulci di Milano: venne chiamata così per una presa in giro

La Fiera di Senigallia è il più antico mercato delle pulci di Milano. Prende il nome dall’antica fiera di Senigallia nelle Marche, nota nell’Ottocento in tutta Europa. Il motivo di questo nome è curioso.

Come spesso accade, sono stati i milanesi a soprannominare in questo modo il mercatino. L’appellativo in origine era ironico, vista la merce di poco prezzo che veniva trattata a Milano. La denominazione voleva significare di essere una “brutta copia” di quella originale, molto più prestigiosa. Ma c’era anche un significato più sensato: i barconi che ormeggiavano sulla Darsena erano esenti da dazi, come capitava nella località adriatica, allora città franca.

Tutti i sabati dalle 8:00 la fiera è lungo in Ripa di Porta Ticinese.

Continua la lettura con: Mtv, Milano è in fermento 

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Video: il progetto della super 90/91, una metro di superficie sulla circonvalla

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Pensato per rivoluzionare la mobilità cittadina tranviaria della città, questo progetto vede la creazione di una nuova linea di superficie sulla circonvallazione.
Proposta da Roberto Bressanin, l’idea è quella di trasformare la 90 e la 91 in una sorta di metropolitana su gomma. La proposta riprende in parte un progetto di alcuni anni fa di ATM.  Iscriviti al canale di milano città stato su YouTube per i video esclusivi.

Il nuovo video di Milano Città Stato di Silvia Arosio. Iscriviti al canale su YouTube per i video esclusivi.

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SILVIA AROSIO

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NATALE

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L’ESTATE a Milano all’inizio degli anni SESSANTA (a colori)

Le GRIDA nelle STRADE di MILANO (1973)

INFRASTRUTTURE, i 5 GRANDIOSI PROGETTI in arrivo in Italia

L’ADDABAHN, le linee CELERI dell’Adda

Compresenza di veicoli tranviari e metropolitani lungo via Palmanova a Milano (settembre 1970)

Il TRAM di Milano che si crede una METRO

Credit combat tram YT – Tram 7 in sotterranea

La Milano degli anni Sessanta

MILANO è PEGGIORATA in questi ULTIMI ANNI

M1 vs M2, qual è più VELOCE?

ODISSEA sulla GENOVA – VENTIMIGLIA

Com’è la PIZZA dei nuovi DISTRIBUTORI AUTOMATICI di Milano?

In MOTO sulle STRADE più PERICOLOSE di Milano

Vivo solo tra le montagne

Ho riprogettato il biglietto della metro

I metallari di Milano negli anni Ottanta

Come sarà il nuovo PIAZZALE LORETO (Rendering)

La COPPIA che si è trasferita da MILANO per VIVERE in MEZZO a un BOSCO


La TRATTA più LUNGA senza FERMATE della METRO di Milano

Le STRADE SOLARI, la nuova VIA per il futuro di Milano?

La nascita di Milano

Il TUNNEL STRADALE che doveva passare sotto MILANO

Sulla METRO di MILANO nel 1982, l’anno dei MONDIALI

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Quando a Milano c’erano scuole solo per maschi (o solo per femmine)

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Quello che resta di quei tempi: le feste degli ex compagni di classe in cui le mogli possono stare tranquille.

Quando a Milano c’erano scuole solo per maschi (o solo per femmine)

Hai presente il film Compagni di Scuola di Verdone? Un gruppo di ex compagni di classe si ritrova dopo molti anni per festeggiare l’anniversario della maturità. Coppie scoppiate, amori infranti, chi non era degno di uno sguardo è diventato ricco di fascino e poi amanti, storie nascoste, insieme a scene di ordinaria disperazione. In breve, un casino. Qui si parla di tutt’altro. Delle feste degli ex compagni di classe in cui le mogli possono stare tranquille.

Nell’epoca del gender fluid è difficile immaginare la Milano che fino alla metà degli anni Ottanta aveva ancora scuole di genere: solo per maschi o solo per femmine. 
Dalla prima media alla quarta ginnasio ho frequentato una scuola di soli maschi, gestita dai gesuiti: il Leone XIII.
Com’era la scuola solo al maschile? 

C’era molto cameratismo. Anche spinto all’estremo. Bollori ed energie in esubero adolescenziale venivano incanalati soprattutto nelle attività sportive e, in generale, in ogni forma di competizione. Ci si sfidava su tutto, la vittoria era vista come segno di predestinazione divina, un po’ come i soldi nell’antica cultura ebraica.
Non solo ci si misurava negli sport che praticavamo ma anche per quelli che si tifavano. La vittoria di uno scudetto della squadra del cuore era motivo di gloria. Tutte cose poi smussate nelle classi miste.

Altro fattore distintivo era l’interesse fantascientifico per l’altro sesso. In una scuola solo maschile, senza internet o i social, l’altro sesso veniva visto dal binocolo. Letteralmente. Il nostro binocolo era rivolto a Piazza Tommaseo dove si schiudeva l’altro mondo dei misteri, dove c’erano le Marcelline, l’equivalente del Leone XIII ma declinato interamente al femminile. Gli unici incontri, fuori dalla scuola o nelle feste, si vivevano come documentari di Quark.

Ultimo fattore distintivo erano gli insegnanti. Il professore di Lettere del Ginnasio ci aveva avvertiti: “Con l’ingresso delle femmine nulla sarà più come prima”. Una differenza erano infatti i discorsi che ci facevano gli insegnanti. Con una classe al solo maschile si potevano affrontare argomenti delicati, sulla sessualità, sui bollori adolescenziali, usando anche espressioni scurrili, da caserma, focalizzati su un pubblico maschile che difficilmente si sarebbero potuti replicare con le ragazze. 

L’anno di grazia è stato l’anno scolastico 1984-85. Non solo perché è stato l’anno in cui la mia anomala squadra del cuore, l’Hellas Verona, ha vinto lo scudetto, innalzandomi alla gloria divina, ma soprattutto perché scuole maschili, come il Leone XIII, o femminili, come Marcelline o Orsoline, hanno aperto a studenti dell’altro sesso. 

A partire da quell’anno iniziarono a formarsi le prime classi miste. Nei ricordi è come se la scuola fosse passata dal bianco e nero al colore. Quei bollori ed entusiasmi che venivano sublimati nello sport e in ogni forma di competizione esplosero in tutta un’altra forma, quella che regna da millenni. 

Le prime, poche ragazze apparse nella prima classe del liceo avevano sostituito lo sport come principale centro di attenzione. E’ stato come passare da spettatori a protagonisti del documentario. Le prime cotte, le attese nelle pause, i primi appuntamenti fuori dalla scuola. Qualcosa che può suonare normale per chi ha sempre vissuto in una scuola mista ma che per noi erano come un viaggio di Jules Verne.
E il cambiamento si è visto anche negli insegnanti. Personaggi ruvidi che si ammorbidivano davanti a un sorriso, qualcuno faceva anche delle cosacce, così si diceva in una nuova forma di intrattenimento: il pettegolezzo. 

Così, tra ricordi di Julius Cesar imparato a memoria, Friends Romans and Countrymen, di figuracce alle interrogazioni o di vittorie gloriose, ha avuto luogo la festa di reunion per i 25 anni della maturità. In certi momenti è sembrato di tornare come allora, in altri si è provato un gusto amaro tipo Compagni di Scuola di Verdone, ma con una fondamentale differenza. Era una reunion in cui le mogli potevano stare tranquille.

Continua la lettura con: Mtv, Milano è in fermento 

ANDREA ZOPPOLATO

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La città più bella d’Italia secondo i milanesi

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Ph. travelphotographer

Prima Milano. E non è una sorpresa. Ma dopo Milano quali sono le città italiane più belle per i milanesi? Ecco la classifica completa, dalla decima alla prima posizione. Foto cover:  travelphotographer

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La città più bella d’Italia secondo i milanesi

#10 Torino

Credits: @apushake Piazza Castello Torino

La prima sorpresa. Al decimo posto la storica rivale cittadina: anche se in decadenza, i milanesi le riconoscono almeno questo. La bellezza. Grazie alla Mole Antonelliana, a Piazza San Carlo e Piazza Castello, alla Basilica di Superga e al primo Parlamento Italiano, ma anche a Palazzo Reale con i suoi giardini e al Parco del Valentino sulle rive del Po.

#9 Siracusa

Credits piadapizzalpesto IG – Siracusa 

Altra sorpresa: al nono posto per i milanesi c’è questo gioiellino della Sicilia. Famosa per la sua ricca eredità greca e romana, fu fondata nel 734 a.C. proprio dai Greci, che si ritrova nei suoi lasciti come il Parco Archeologico della Neapolis e il Teatro Greco. Tra le altre bellezze da scoprire ci sono l‘Orecchio di Dionisio e l’isola di Ortigia, il cuore storico della cittadine con le sue stradine pittoresche, la Cattedrale edificata su un antico tempio greco, e la Fonte Aretusa. 

#8 Siena

Ph. Anastasia Borisova (Pixabay)

La città del palio. Ma non solo. Tra le meraviglie di Siena c’è Piazza del Campo, una delle piazze medievali più belle d’Europa con la caratteristica forma a conchiglia e dove due volte all’anno si tiene la corsa di cavalli, il Duomo, una stupenda cattedrale gotica con statue di Michelangelo al suo interno, il Palazzo delle Papesse di epoca rinascimentale o l’Orto de’ Pecci, un incantevole parco pubblico a pochi passi da Piazza del Campo. Oltre alle contrade che colorano le vie della città. 

#7 Trieste

Credits marantoni2004-pixabay – Trieste

Una città da sempre molto cara ai milanesi. Una storia ricca e complessa, influenzata da diverse culture, tra cui quella austriaca, slovena e italiana, e con un centro storico caratterizzato da eleganti palazzi neoclassici e caffè storici. Affacciata sul mare e vegliata dall’alto dal magnifico Castello di Miramare, vede in scena ogni anno la Barcolada, la regata più grande del mondo.

#6 Genova

Genova (da pixabay)

Sesta piazza per il capoluogo ligure. L’ex storica Repubblica marinara, con il suo porto ancora oggi tra i più importanti in Europa, si fa apprezzare per il suo labirintico centro storico medievale, i maestosi Palazzi dei Rolli e l’Acquario, uno dei più grandi d’Europa. Da vedere il Porto Antico con negozi, ristoranti e attrazioni turistiche come il Bigo, un ascensore panoramico con una vista spettacolare sulla città e sul mare, e il pittoresco borgo marinaro con case colorate di Boccadasse.

#5 Palermo

Credits Sammy-Sander-pixabay – Cattedrale Palermo

In quinta posizione la regina della Sicilia. Ricco di storia, cultura e tradizioni, il capoluogo della regione più grande d’Italia è conosciuto per la sua architettura composta da un mix di stili arabo-normanno, barocco e gotico. Tra le attrazioni più importanti da vedere ci sono la Cattedrale, il Palazzo dei Normanni con la Cappella Palatina, il Teatro Massimo, il più grande d’Italia, e il colorato mercato di Ballarò.

#4 Firenze

Credits Azamat Esmurziyev-unsplash – Firenze

I milanesi mettono al quarto posto una delle classiche mete turistiche internazionali: Firenze. Il cuore del Rinascimento italiano, un tesoro di arte e cultura, con palazzi storici, musei e giardini. Tra i monumenti e gli edifici imperdibili il Duomo con la sua cupola di Brunelleschi, Piazza della Signoria, Palazzo Vecchio, la Galleria degli Uffizi con la Venere del Botticelli o la Galleria dell’Accademia con il David di Michelangelo. Per una passeggiata suggestiva immancabile il Ponte Vecchio che collega le due sponde dell’Arno.

#3 Napoli

Credits danilo-d-agostino-unsplash – Napoli

Bando alle ciance dei luoghi comuni: per i milanesi la terza città più bella è Napoli. Un centro storico dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, con monumenti come il Duomo, Castel dell’Ovo e il Maschio Angioino, ma anche la Galleria che ricorda quella tra il Duomo e la Scala a Milano. Dal Vomero a Spaccanapoli, dal Vesuvio a Piazza del Plebiscito, dalla via San Gregorio Armeno, famosa per i suoi presepi, alla Napoli sotterranea. Adagiata sull’omonimo golfo, da cui si possono ammirare le isole di Capri e Ischia, è tra le città preferite dai milanesi.

#2 Venezia

Credits LunarSeaArt-pixabay – Gondola a Venezia

La città degli innamorati si prende la medaglia d’argento. Venezia, città unica al mondo costruita su più di 100 isole nella Laguna Veneta, è famosa per i suoi canali romantici. Visitabile solo a piedi tra le strette calle o in barca, meglio ancora se in gondola, è un museo a cielo aperto: i palazzi affacciati sul Canal Grande, attraversato da ponti come il celebre Ponte di Rialto, Piazza San Marco con la sua omonima basilica e Palazzo Ducale. Tra i luoghi di cultura è presente uno dei quattro musei Peggy Guggenheim al mondo.

#1 Roma

Mike_68-pixabay – Roma

La sorpresa più grande. Molti milanesi la criticano, la guardano con sospetto, vorrebbero strapparle lo scettro da capitale, ma poi sotto sotto tutti le riconoscono questo. Che è la più bella di tutte.  Un plebiscito. Gli aggettivi si sprecano per la città che molti definiscono la più bella del mondo. Oltre 2.500 anni di storia e un fascino immutato dato dai suoi iconici monumenti nel suo centro storico Patrimonio dell’UNESCO: i Fori Imperiali, il Colosseo, il Pantheon e la Fontana di Trevi. Per non parlare di Piazza di Spagna con la Scalinata di Trinità dei Monti, Piazza Navona con le sue chiese e fontane, Villa Borghese e i vivaci quartieri popolari come Trastevere e Testaccio. Per chiudere il cupolone di San Pietro, uno dei simboli di Roma anche se nel territorio dello Stato della Città del Vaticano.
Alcuni dicono che se la smettesse di essere la Capitale, sarebbe anche meglio. Ma questa è un’altra storia. 

Continua la lettura con: Milano è super-posh: queste sono le 10 cose più eleganti (secondo i milanesi)

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I treni a lievitazione magnetica su rotaie in arrivo anche in Italia? Il punto sul progetto

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Credit: @nevomo_tech

E’ stato stipulato un accordo tra RFI e Nevomo per realizzare un treno a levitazione magnetica in grado di viaggiare sulle rotaie già esistenti al doppio della velocità. Il primo passo previsto è quello di un progetto pilota in Italia. Il punto sulla tecnologia e in quale circuito dovrebbe essere testato nel nostro Paese.

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I treni a lievitazione magnetica su rotaie in arrivo anche in Italia? Il punto sul progetto

# I treni a levitazione magnetica

Credits: milanoevents.it – Hyperloop

I treni a levitazione magnetica non sono una novità. Si è infatti spesso parlato del famoso progetto di Hyperloop, il treno superveloce a levitazione magnetica che promette di viaggiare fino a 1.200 km/h e che ha già ottenuto degli ottimi risultati nei primi test negli Stati Uniti, anche se alcuni progetti, come Hyperloop One, hanno chiuso.

La promessa è comunque che Hyperloop arrivi anche nel nostro Paese, tra le tratte ipotizzate la Milano-Roma in soli 30 minuti o la Milano Cadorna – Malpensa in 10 minuti, un progetto in realtà sparito dai radar. Prosegue invece in Veneto il progetto Hyper transfer, con l’obiettivo di prototipazione e realizzazione di un test-track di 10 km finalizzato a sperimentare sul campo, la tecnologia e ottenere la certificazione del sistema. 

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# La tecnologia Hyperloop

Ma come funziona l’Hyperloop? Questa tecnologia di trasporto ad alta velocità per passeggeri e merci utilizza treni che viaggiano attraverso tubi a bassa pressione magnetica all’interno di ampi tubi sottovuoto.

Il progetto richiede la costruzione di un’infrastruttura estesa di tunnel, un’impresa complessa e lenta, specialmente in un paese come l’Italia. E se ci fosse un modo per eliminare la necessità di costruire tunnel e far viaggiare i treni a levitazione su binari?

# L’accordo tra RFI e Nevomo: velocità doppia usando i binari esistenti

Credit: ferrovie.info

Per esplorare le potenzialità e la fattibilità di questo sistema di trasporto, il 18 giugno 2021 è stato siglato un Memorandum of Understanding da Vera Fiorani, Amministratrice Delegata e Direttrice Generale di RFI, azienda pubblica partecipata al 100% da Ferrovie dello Stato Italiane, e Przemyslaw Paczek, CEO della società tecnologica polacco-svizzera Nevomo.

Il progetto ha l’obiettivo di analizzare e verificare la possibilità di un’importante evoluzione per i treni a levitazione magnetica: permettere loro di viaggiare a una velocità quasi doppia rispetto a quella attuale, senza modificare le principali caratteristiche delle linee ferroviarie esistenti.

# Come funziona Magrail

Credit: @nevomo_tech

Questo nuovo sistema utilizzerà la tecnologia Magrail, un metodo di levitazione magnetica passiva che permette di operare su binari ferroviari esistenti a velocità fino a 550 km/h. Consentirebbe l’uso della stessa linea sia da parte dei treni convenzionali che dai nuovi veicoli a levitazione magnetica, i quali potrebbero raggiungere velocità superiori del 75% rispetto ai treni attuali.

Inoltre, la stessa tecnologia può essere impiegata per incrementare la velocità fino a 1.000 km/h in tunnel a bassa pressione e fino a 1.200 km/h su binari dedicati.

# Il primo progetto pilota sull’anello ferroviario di 6 km a Bologna

Credit: hwupgrade.it

L’obiettivo delle due aziende è avviare lo studio di fattibilità e chiedere un finanziamento all’Unione Europea per la realizzazione di un progetto pilota Magrail sul circuito di prova di proprietà di RFI a Bologna San Donato e per sostenere la costruzione di una carrozza in proporzioni 1:1. Il tracciato dedicato a prove e collaudi di materiale rotabile è un anello di 6 km dalla Tangenziale fino al territorio comunale di Castenaso.

innovando.it – Anello ferroviario Bologna

In caso di un esito positivo per lo studio, il circuito sarà poi utilizzato per i processi di certificazione e omologazione necessari per consentire l’implementazione commerciale della tecnologia.

# Positivi i test in Polonia

innovando.it – Test Nevomo

Nell’attesa che il progetto pilota arrivi in Italia sono stati eseguiti dei test, andati a buon fine, su un tratto di oltre 720 metri del circuito di prova a Nowa Sarzyna nel Voivodato della Precarpazia, in Polonia. Il veicolo testato, dal peso di 2 tonnellate e lungo 6 metri, ha raggiunto la velocità di 135 km/h, utilizzando la levitazione e mantenendosi stabilmente su un binario tradizionale e ha accelerato fino a 100 km/h in 11 secondi. 

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Articolo di ARIANNA BOTTINI aggiornato dalla redazione

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