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Aperitivhit 2024: la nuova classifica degli aperitivi top di Milano

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Ph. @hallemardahl IG

Il locale migliore per fare aperitivo a Milano? Lo abbiamo chiesto ai milanesi sulla nostra fanpage. Questi i risultati espressi dai nostri lettori superintenditori: come cambiano i risultati rispetto all’edizione 2023? Spoiler: al primo posto c’è sempre lui. Foto cover:  @hallemardahl IG

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Aperitivhit 2024: la nuova classifica degli aperitivi top di Milano

#10 Nottingham Forest (-8 posizioni)

Svetta nelle classifiche internazionali dei migliori bar da cocktail del mondo ma rispetto allo scorso anno scende di otto posizioni, restando comunque nella top 10. Ambiente rustico, cocktail insuperabili, ma molto piccolo, difficile trovare posto: forse questo lo penalizza. 
 
Indirizzo: Viale Piave 1 (Porta Venezia – Municipio 3)

#9 Terrazza Triennale (New Entry)

Terrazza Triennale

La prima new entry rispetto al 2023 è Terrazza Triennale. Passata alla gestione di Compass Group Italia nel 2023, la proposta gastronomica è sempre curata da Tommaso Arrigoni, una stella Michelin con il suo ristorante Innocenti Evasioni di Milano. La novità per il 2024 sono le “meneghinas” servite all’aperitivo, delle tapas in salsa milanese fatte con il panettone.

Indirizzo: Viale Emilio Alemagna, 6 

Leggi anche: 7 ristoranti con terrazza panoramica a Milano

#8 Bar Radetzky (New Entry)

kateposener IG – Bar Radetzky

Entra tra i primi 10 anche un’istituzione per gli appassionati della vita notturna, il locale iconico della Milano da bere, situato tra Brera e Corso Como. Il suo nome richiama il generale austriaco Radetzky, che fu governatore del Lombardo-Veneto per lungo tempo, sconfitto e costretto alla ritirata insieme all’esercito austriaco durante le “Cinque giornate di Milano”. Un grande vantaggio è godersi lo struscio lungo corso Garibaldi in una posizione strategica tra Largo La Foppa e i grattacieli di Porta Nuova.  

Indirizzo: Corso Garibaldi, 105

#7 Cantine Isola (New Entry)

Credits: scattidigursto.it – Cantine Isola

Nel cuore di Chinatown si trova un altro storico indirizzo degli amanti degli aperitivi: Cantine Isola, che si prende la settimana posizione. Un locale rinomato per l’ampia varietà di vini che offre, una bottega storica aperta dal 1896, il luogo ideale per stappare bottiglie rare e gustare un calice di vino. Inoltre, è perfetta per l’aperitivo, con una selezione di cicheti in stile veneziano che vanno dal tradizionale mezzo uovo sodo ai crostini conditi con funghi o pomodori secchi.

Indirizzo: Via Paolo Sarpi, 30

#6 Gattullo (New Entry)

esperi.amo IG – Gattullo

Un 2024 che sembra un ritorno al futuro con diversi indirizzi storici che entrano nella top 10. Tra i più storici c’è lui: il bar-pasticceria Gattullo. Inaugurato negli anni ’60, è diventato nel corso di oltre cinquant’anni un punto di riferimento per persone di ogni tipo, dai celebri agli sconosciuti, artisti e sportivi, fino agli abitanti del quartiere e agli studenti della vicina Università Bocconi. Mantiene intatto il fascino dei tradizionali bar milanesi, con le pareti, il bancone e l’arredamento in legno, e seduti ai tavolini si può gustare un aperitivo coi fiocchi.

Indirizzo: Piazzale di Porta Lodovica, 2

#5 Gin Rosa (new Entry)

Credits: @soup_opera – ginrosa

Stesso discorso del precedente. Locale della Milano degli altri tempi, originariamente aperto come bottigliera nel 1820 a San Babila, è uno dei bar più antichi di Milano. Qui non si può che fare aperitivo con il famoso bitter rosa e profumato che ne ispira il nome, creato da una nobildonna piemontese. Lo stile e la cortesia del personale, sia al bancone che alla cassa, evocano la Milano di un tempo.

Indirizzo: Galleria San Babila

#4 Section80Bar (New Entry)

section80.bar IG

Tra le novità dell’anno e subito nelle prime posizioni tra i locali che offrono gli aperitivi migliori di Milano. Section80Bar è il nuovo locale nato dall’omonima casa di produzione milanese, dalla doppia anima. Uno spazio aperto alla creatività, dove leggere libri, guardare proiezioni tematiche e ascoltare musica che dalle 18.30 si trasforma in luogo dove fare aperitivo accompagnato da piccoli snack, scegliendo da una carta vini con 40 etichette di piccoli e medi produttori.

Indirizzo: via Carlo Farini, 44

#3 Bar Magenta (New Entry)

Credits Andrea Cherchi – Bar Magenta

La più alta new entry dell’anno è un altro luogo quasi leggendario per le serate di Milano. Il Bar Magenta, aperto da quasi 100 anni, dal 1907 per la precisione. Dai bancone retrò, secondo il parere dei milanesi, preparano l’aperitivo tra i più spettacolari di Milano, dai classici cocktail a quelli più sofisticati.

Indirizzo: via Giosue Carducci, 13

#2 Il Camparino (+6 posizioni)

credits: IG @camparinoingalleria

Il Camparino in Galleria si prende la seconda posizione, scalandone sei rispetto alla classifica precedente e insidiando la numero uno. Spicca per la sua location scenografica e conserva tutta l’allure dei bar di un tempo. Famoso per il suo aperitivo con l’inconfondibile cocktail dal colore rosso, il Campari, tra i conosciuti al mondo e nato proprio tra le mura del locale affacciato su Duomo e Galleria nel 1860.

Indirizzo: piazza del Duomo, 21

Leggi anche: La fuga delle multinazionali dall’hinterland a Milano

#1 Bar Basso (=)

Al primo posto c’è sempre lui. Per il secondo anno di fila svetta in classifica, una certezza per la zona di Porta Vittoria e non solo. Il luogo dove è nato il Negroni Sbagliato, e tutte le sere è affollato di gente fino sulla strada.

Indirizzo: Via Plinio 39

# La classifica del 2023

https://www.corsiperbarman.it/nottingham-forest-milano/

#10 Al Picchio, #9 Duomo dal 1952, #8 Camparino, #7 Moscow mule, #6 Jamaica, #5 BhangraBar, #4 Princi, #3 Mag Cafè, #2 Nottingham Forest, #1 Bar Basso

Continua la lettura con: 7 locali magici per assaporare il Nord Milano

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Video: il passante, la “sesta metropolitana” di Milano

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Quando dobbiamo spostarci da una parte all’altra di Milano, tendiamo a valutare esclusivamente i percorsi in metropolitana o con i mezzi di superficie. Perché non considerare il passante? Il passante è un’infrastruttura ferroviaria che attraversa la città da Nord-Ovest a Sud-Est e talvolta è anche più rapido della metro. In questo video cerchiamo di dimostrarvelo.

Il nuovo video di Milano Città Stato di Francesca Monterisi. Iscriviti al canale di milano città stato su YouTube per i video esclusivi.

 

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Milano è super-posh: queste sono le 10 cose più eleganti (secondo i milanesi)

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Milano è considerata universalmente come una città elegante, raffinata. Abbiamo chiesto ai milanesi di dirci quali sono le cose più eleganti che ci sono a Milano. Queste sono risultate le 10 superstar. 

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Milano è super-posh: queste sono le 10 cose più eleganti (secondo i milanesi)

# Galleria Vittorio Emanuele quando è deserta

Credits Andrea Cherchi – Interno Galleria

La galleria di notte, quando è illuminata e non c’è nessuno“, scrive Andrea Rota. Quando il “salotto buono” di Milano è deserto lo si può godere in tutta la sua raffinatezza. Lo sapevate che quando fu inaugurata fu la prima galleria coperta commerciale d’Europa?

# Il duomo di notte

Credits: @andreacherchi_foto – Duomo illuminato

Con il calar delle tenebre la cattedrale gotica più grande del mondo diventa anche la più elegante. E’ anche una canzone, stupenda, di Alberto Fortis. Piroette di sabbia e le guglie del DuomoDifferenza tra pietra e le voglie di un uomoChe ha per vita una gabbia

# I vecchi tram

Credits Andrea Cherchi – Tram fermo

Il fascino dei mitici tram 28 o Carrelli, con sedute e porte in legno, portalampade originali sono l’emblema dell’eleganza in movimento. Lo sapevate che il 28 è anche il più vecchio tram ancora in attività del mondo?

# I milanesi che vanno al lavoro

Credits Andrea Cherchi – Fashion week Milano

Le persone eleganti che vanno a lavorare. Perché i milanesi sono eleganti anche a lavoro.”, dice Livio Severino. Uno stile inconfondibile. Una volta a Berlino un barista vedendomi con l’abito elegante mi ha chiesto: “ti vesti così perché hai bisogno di soldi?”. 

# La zona Magenta

Foto redazione – Piazza Tommaseo

Forse la zona più elegante di Milano. Da Quinto Alpini a piazza Tommaseo, passando per via Venti Settembre e le sue meravigliose ville liberty, camminare tra le sue strade vuol dire rimanere stupiti ad ogni passo.

Leggi anche: Le VILLE più BELLE di VIA VENTI SETTEMBRE, la Kensington High Street di Milano

# I palazzi Liberty di Porta Venezia

Credits Andrea Cherchi – Casa Galimberti

Non da meno è la zona di Porta Venezia, dove spicca lo stile Liberty, ma nono solo. Ci sono anche edifici in stile neoclassico, eclettico e rinascimentale. Il meglio lo è esprime Corso Venezia e le sue vie traverse.

Leggi anche: I PALAZZI più BELLI di CORSO VENEZIA, la STRADA più REGALE di Milano (FOTO)

# Via della Spiga

anomilano.sk IG – Via della Spiga

Per chi viene da fuori è Via Montenapoleone. Ma per i milanesi la via più elegantedel Quadrilatero della Moda è lei. Da via Manzoni a via Bagutta, si fa riconoscere per la pietra al posto dell’asfalto, per le sua larghezza ridotta a renderla intima ai passanti e le sue boutique 

# Il Teatro alla Scala

Credits dimitrisvetsikas1969-pixabay – Teatro alla Scala

Non poteva mancare il Teatro alla Scala, il più importante teatro dell’opera al mondo, con il suo stile sobrio ed elegante all’esterno, sfarzoso all’interno.

# L’ “allure” che si respira

Foto Alessandro Kerze Man – MFW Milano 2024

Lasciamolo spiegare ad Andreina Sbarretti: “L’allure” che vi si respira e che ti cattura. Sei a Milano e sai che dire Milano non è soltanto dire il nome proprio di una città, ma è aprire un mondo: città dinamica, moderna, proiettata verso l’Europa, moda, opportunità.
Tralascio arte e cultura perché sono proprie anche di altre città, ma non avendo esse tutto il resto appena menzionato, non sortiscono lo stesso effetto, non ti incutono la stessa soggezione verso una tangibile eleganza che subito si nota e percepisce, ma che, eppure, non indispone o infastidisce, anzi, ti invoglia a farla propria, a imparare da essa.
Quando sono a Milano, più che in un altro posto, sento forte il desiderio di presentarmi al meglio, di tenere il tono della voce basso e mi sento immediatamente cittadina del mondo, magicamente proiettata oltre “quell’ermo colle che il guardo esclude”, qualunque sia il luogo da cui provengo.” 

# Giorgio Armani

Credits: notizie.it – Giorgio Armani

Re Giorgio rappresenta l’essenza dell’eleganza. Per il suo stile e per i suoi abiti, che si sposano perfettamente con l’anima della città. Celebre la sua frase sul tema: “L’eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare”. E in questo Milano e Armani sono maestri.

Continua la lettura con: La cosa più figa che c’è a Milano (secondo i milanesi)

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Le 90 piazze senza nome di Milano

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Un lavoro di ricerca lungo alcuni anni ha prodotto un elenco di 90 piazze di Milano. Accomunate da uno stesso particolare: sono senza un nome. Vediamo nel dettaglio quanto pubblicato da Urbanfile.

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Le 90 piazze senza nome di Milano

# Le piazze in cerca di un’identità

Urbanfile – Mappa piazze senza nome

Un lavoro durato diversi anni quello di Roberto Arsuffi, e alcuni suoi colleghi, pubblicato su Urbanfile. Prendendo la mappa del Comune di Milano e facendo una verifica di tutti gli slarghi, spiazzi o piazzette senza nome hanno individuato almeno 90 potenziali piazze a cui assegnare un nome in città. Palazzo Marino propende più per intitolare giardini e aiuole, forse per evitare di dover modificare gli indirizzi dei residenti, con tutte le conseguenze del caso. 

Vediamo quindi quali sono le piazze, ognuna individuabile con il numero della mappa.

# Quattro nel centro storico

Urbanfile – Rendering suggestione di trasformazione piazzetta Via Larga, oggi parcheggio per auto

Nel centro storico potrebbero essere quattro le aree indiziate per avere un nome: 

  1. una piazzetta tra via Larga, via Sant’Antonio e Via Bergamini;
  2. lo slargo tra via Larga, via Albricci e via Pantano;
  3. l’incrocio tra via Lanzone, via Orazio, via Francesco Novati e via S. Pio V.
  4. via Morozzo della Rocca

# Sette tra i quartieri di Porta Genova e Porta Vercellina

Maps – Via Solari e via Montevideo

Nel quadrante ovest della città troviamo:

5. l’area dove si incrociano via Solari e via Montevideo;

6. la piazza tra via Bergognone incrocia via Tortona, appena rinominata in Largo Delle Culture;

7. lo slargo tra via Washington e via Foppa;

8. la piazzetta tra via Emilio Motta, via Giovanni Battista Soresina e via Bartolomeo;

9. l’enorme piazzale tra via Mario Pagano, via Giotto e via del Bucchiello;

10. una piazzetta tra via Marghera, via Cuneo e via Ravizza;

11. dove via Sardegna e incrocia Via Antonio Cecchi e Viale Ergisto Bezzi.

# Cinque piazze a nord ovest tra Figino, San Siro e Gallaratese

Urbanfile – Piazzetta Chiesa San Materno

Spostiamo ad ovest-nord ovest dove ci sono queste potenziali piazze:

12. a San Siro tra via dei Soranzo e via degli Alerami;

13. lo slargo tra via Ippolito Nievo, via Ferrucci e via Giovanni Prati;

14. il Parco dei Triangoli a Lampugnano;

15. via Fratelli Zanzottera davanti alla chiesa di San Materno a Figino;

16. tra via Appennini e via Mario Borsa, al Gallaratese, nei pressi della Parrocchia del Beato Rosmini in Sant’Ambrogio ad Urbem.

# Dodici da Brera al comparto nord Quarto Oggiaro, Affori e Dergano

Maps – Piazza davanti al Maciachini Centre

Nelle zone di Brera, Sempione, Cagnola, Quarto Oggiaro, Affori e Dergano troviamo:

17. l’incrocio tra le vie Plana, Gassendi e Pacinotti alla Cagnola;

18. quello tra via Pacinotti, via Bodoni e Masolino da Panicale;

19. lo slargo di via Aldini davanti alla chiesa di Quarto Oggiaro;

20. la grande piazza tra via Sabatino Lopez evia Renato Simoni;

21. la piazza pedonale in via Carlo Cicogna Mozzoni alla Bovisasca;

22. l’incrocio tra via Astesani, via Vincenzo da Seregno e via Rocca D’Anfo ad Affori;

23. quello tra via degli Imbriani, via Scalvini e via Ugoni in  Bovisa;

24. la grande piazza ai piedi della ciminiera del Maciachini Centre in via Imbonati a Dergano;

25. la piazza tra via Canonica e le vie Carlo Maria Maggi e Balestrieri nel Borgo Ortolani;

26. quella tra via Bramante, via Giorgione e via Guercino;

27. la piccola piazza tra Via Pinamonte da Vimercate e via Pontida in Porta Volta;

28. la piazzetta triangolare tra via Alessandro Volta e via Varese.

# Altre venti in zona est-nord est

Urbanfile – Piazza “cotoletta”

Nelle zone di Lambrate, Città Studi, Porta Venezia, Ortica e Porta Vittoria ci sono:

29. l’incrocio tra via Murat, via Montalbino e viale Marche;

30. la piazzetta con aiuola tra via Arbe e via Villa Mirabello alla Maggiolina;

31. lo slargo tra via Ornato, via Bauer e via Achillini a Niguarda;

32. la piazzetta tra via Maestri del Lavoro, via Adriatico e via Tremiti;

33. un parchetto tra via Lanfranco della Pila e viale Suzzani;

34. una piazza con giardino tra via Goffredo da Bussero e viale Fulvio Testi;

35. un’altra tra via Piannel e viale Suzzani;

36. una tra via Edolo e Raffaele Parravicini;

37. un giardino e piazzetta tra via Recanati e via Miramare;

38. una grande piazza via Don Roberto Bigiogera e via Tremelloni a Precotto;

39. via Privata Jacopo Vittorelli che diventa una piazza abbracciando la Martesana;

40. il triangolo di tra via Valtorta e via Boiardo;

41 e 42. a Nolo quella che è stata ribattezzata Piazza Spoleto e quella nominata piazza Cotoletta;

43. la piazza tra via Giacosa e via Bolzano;

44. lo spiazzo davanti l’ingresso principale al Parco Trotter;

45. l’incrocio tra via Giacosa con via Padova;

46. la piazzetta triangolare tra via Anacreonte e via Tarabella;

47. un piazzale tra via Siusi e via Deruta in zona Rottole.

# Nove nell’area compresa tra Porta Venezia e Porta Vittoria

Urbanfile – Piazzetta Santuario Ortica

Nei quartieri di Lambrate, Città Studi, Porta Venezia, Ortica e Porta Vittoria ci sono:

48. la piazzetta tra via Melzo, via Frisi e Malpighi;

49. quella tra Via Hayez, via Maiocchi e via Eustachi;

50. la “Y” formata da via Amedeo D’Aosta;

51. una piazzetta tra via Pinturicchio, via Balzaretti e via Diacono;

52. un’altra tra via Alfonso Corti e via Antonio Vallisneri;

53. una tra via Oslavia, via Massimiano e via Sbodio a Lambrate;

54. la piazzetta davanti al Santuario della Madonna delle Grazie all’Ortica;

55. la piazza-parcheggio tra via Sottocorno, via Mameli e via Melloni;

56. una piazzetta sul lato di via Calvi nel quartiere di via Lincoln.

# Ventidue a sud, da Porta Romana passando per Rogoredo fino a Chiaravalle

Urbanfile – Maps – Via Boncompagni

Spostiamoci a sud nei quartieri di Porta Romana, Calvairate, Morsenchio, Rogoredo, Corvetto, Nosedo e Chiaravalle, dove troviamo:

57. l’incrocio tra via Muratori, via vasari e via Corio;

58. quello tra via Muratori, via Papi e via Lattuada con il monumento dei “Tre ciucch”

59. il piccolo slargo davanti alla Cascina Cuccagna;

60.  l’incrocio tra via Tertulliano e via Alberto Caroncini;

61. la rotonda tra via Varsavia e via Bonfaldini all’Ortomercato;

62. l’incrocio tra via Sulmona e via Tertulliano;

63. quello tra via Sulmona e Toffetti;

64. la piazzetta con giardino tra via Bonfaldini e via Sordello a Morsenchio;

65. la rotonda di via Medici del Vascello a Merezzate;

66. quella tra via Medici del Vascello e via Giacomo Manzù;

67. il sagrato della chiesa della Sacra Famiglia in Rogoredo;

68. l’incrocio tra via Carlo Boncompagni evia Martinengo;

69. lo slargo tra via Omero, via Ravenna e via San Dionigi a Nosedo;

70. la piazzetta davanti al civico 29 di via San Bernardo a Chiaravalle;

71. la vasta piazza di Chiaravalle;

72. quella piazza all’incrocio tra via Panigarola, via Barabino e via Omero;

73. l’incrocio tra via Ravenna e via Pomposa;

74. la piazza parcheggio tra via Arcivescovo Calabiana, via Vallarsa e via Balduccio da Pisa;

75. l’area tra via Verona, via Crema e via Salmini;

76. l’incrocio tra via Palladio, via Trebbia e via Soave;

77. quello tra via Giulio Romano, via Palladio e via Ripamonti;

78. ancora quello tra via Ripamonti, viale Bligny e via Salasco.

# Dodici a ovest-sud ovest, dai Navigli alla Barona, da Baggio a Gratosoglio

Urbanfile – Via Montegani

Spostiamoci di nuovo verso ovest rimanendo a sud. Qui sono potenzialmente almeno dodici le piazze a cui dare un nome:

79. il boschetto di via Montegani;

80. lo spiazzo formato tra via Saponaro e via Baroni al Gratosoglio;

81. il piazzale tra via Torre, via Villoresi e via Crollalanza;

82. la piazza tra via Pestalozzi, via Tosi, via Binda e via Watt;

83. quella di fronte al Santuario di Santa Rita da Cascia;

84. una piazza enorme tra via Camillo Giussani,via Alberto Pepere e via Balsamo Crivelli;

85. la piazza creata su via Bianca Ceva nel nuovo quartiere di SeiMilano;

86. l’incrocio tra via delle Forze armate, via Sant’Appollinare e via Cabella a Baggio;

87. quello tra via Cabella, via Gozzoli e via Valle Antrona;

88. lo slargo tra via Antonio Mosca e via Giuseppe Monti a Muggiano;

89. la piazza semicircolare in Via Enzo Ferrieri a Quinto Romano;

90. la curva a gomito di via Fratelli Zoia dopo l’incrocio con via Pompeo Marchesi.

Continua la lettura con: Queste sono le strade più strane di Milano

FABIO MARCOMIN

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Tutta colpa del mostro di Loch Ness di Milano

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C’è un mostro che si aggira a Milano. Un grosso serpente, un drago sputafuoco: le sue origini risalgono a un’età antica della città, quando a Sud Est era bagnata da un grande lago. 

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Anche Milano ha il suo mostro di Loch Ness

# Un “mostro” ancora presente a Milano

Sulla facciata del Duomo c’è un lungo mostricciattolo, che può essere scambiato per un dinosauro. Ancora più celebre è l’enorme serpente che divora un bambino, effigiato nello stemma del Comune di Milano.

# Un “mostro” ancora presente a Milano

Ma c’è di più: che cosa ci fanno palafitte e lo scheletro di uno pseudo balenottero nelle campagne tra Milano, Pavia e Cremona? Ad essere precisi, per la Pianura Padana ne troviamo ben due: una nella chiesa di San Cristoforo, nel lodigiano, l’altra nella chiesa di San Bassiano, a Pizzighettone.

E come la mettiamo con la questione delle piroghe, ben undici, ritrovate tra i fiumi Serio, l’Adda e l’Oglio, negli anni Settanta, e datate tra il 400 ed il 750 dopo Cristo?

A tutti questi quesiti l’unica risposta valida è: tutta colpa del mostro di Loch Ness di Milano.
Sì, perché anche Milano ha avuto il suo lago e all’interno non poteva che viverci un mostro tremendo, puzzolente. Il mostro Tarantasio che viveva nel Lago Gerundo.

# I “resti” del lago Gerundo

Lago Gerundo

A convalidare questa tradizione ci sono diversi aspetti.

Innanzitutto, la toponomastica. Passando in rassegna i nomi dei luoghi si scoprono cascine come la Taranta, tra Cassano d’Adda e Treviglio, oppure i paesi Gera d’Adda, Gerola, Girola. 

Poi c’è la geologia. Anche gli studiosi ritengono che, appena fuori di Milano, ci fosse un lago preistorico, paludoso, malsano, ricco di ghiaia, il cui sottosuolo emanava metano e idrogeno solforato. Un inferno di posto che rievoca Ăchĕrōn, in greco, il fiume infernale Acheronte. Ma Gerundo può venire anche da géra, la “ghiaia” (oppure gérola), letteralmente “sasso”.

Tuttavia, le suggestioni e le favole sono più intriganti della scienza.

# Tarantasio, il mostro del lago Gerundo

Credits 4passi a Lodi e dintorni – Mostro Tarantasio

Nasce così la storia di Tarantasio, il drago-dinosauro nato dalla tomba del perfido Ezzelino da Romano. Tarantasio si avvicinava alle rive del lago mangiando uomini e bambini, dall’alito asfissiante – come le esalazioni di metano -, al quale venivano offerti sacrifici umani.

Una volta toccò anche al figlio del fondatore della dinastia dei Visconti il quale, impavido, con un colpo di spada strappò dalle fauci del mostro il suo erede, distruggendo l’avversario.

Per eliminare ogni pericolo di qualunque ritorno, Visconti fece prosciugare il lago di Gerundo e bonificare la palude. Per eternare l’impresa,  poi, prese l’immagine di quella vittoria e la forgiò su pietra.

Nasceva così il Biscione, il simbolo di Milano. Secondo qualcuno il merito non fu di un Visconti ma dell’unico Federico Barbarossa, ma il mostro c’era e il lago pure. E nella tradizione popolare ci sarà sempre.

Continua la lettura con: Il lago Gerundo

PAOLA PERFETTI

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I mondeghili, le “polpette alla milanese”, lanciano la sfida alla cotoletta

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Credits nonnaemiliamodernatrattoria IG - Mondeghili

Meno famosi della cotoletta e del panettone, nella tradizione culinaria di Milano ci sono anche loro. Sono stati insigniti come “piatto di denominazione comunale“.

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I mondeghili, le “polpette alla milanese”, lanciano la sfida alla cotoletta

# Le polpette alla milanese di origine… araba

Mondeghili

In Italia il termine polpetta si riferisce ad una preparazione prevalentemente tondeggiante a base di carne trita, a Milano questo stesso tipo di preparazione viene indicata come mondeghili. Questo modo di fare le polpette si diffuse nella Milano del Cinquecento durante l’occupazione spagnola. In verità non fu un’invenzione degli spagnoli, ma degli arabi che insegnarono agli spagnoli l’uso di confezionare una sfera di carne trita, per poi friggerla. I castigliani chiamarono questa preparazione “albondiga” che diventò a Milano albondeghito, fino ad arrivare a “mondeghilo”.

# La ricetta

Mondeghili. Fonte: Agrodolce
Mondeghili. Fonte: Agrodolce

La ricetta, nata per il recupero del manzo avanzato, prevede un impasto arricchito con salsiccia, salame crudo o mortadella.
Quindi pane bagnato nel latte, uovo, Grana padano, aglio o cipolla, noce moscata.
I mondeghili vanno fritti nel burro rosso, lo stesso che dovrà essere usato per schiumarli una volta disposti nel piatto di portata.

Questa la ricetta tradizionale:

Ingredienti per 4 persone
· 300 g. avanzi di carne lessata;
· Un uovo;
· Una mollica di rosetta di pane bagnata nel latte, strizzata e passata al setaccio;
· Prezzemolo tritato;
· Buccia gialla di limone a volontà;
· Sale;
· Burro

Procedimento
Impastare il tutto, farne delle pallottole grosse come una noce e schiacciare un poco, impanarle e friggerle nel burro fatto imbiondire.

# Piatto DOC

Il Comune di Milano, con delibera della Giunta Comunale in data 17-03-2008, ha concesso il riconoscimento di Denominazione Comunale (De.Co.) ai Mondeghili.
La De.Co. (Denominazione Comunale) sta ad indicare l’appartenenza di un prodotto, di un piatto ad un territorio.

Continua la lettura con: La triste storia del Vivaio Riva, il tesoro verde nel cuore di Milano

MILANO CITTA’ STATO

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Il Colosseo Verde di Milano: “inaugurazione nel 2022”. Chi l’ha visto? (Immagini)

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Com'è oggi (ex Vivaio RIva)
Com'è oggi (ex Vivaio RIva)

C’è una ferita verde nel cuore di Milano. In pieno centro c’era un luogo magico, un’oasi di alberi e di giardini all’inglese. E’ stato chiuso nel 2017. Al suo posto doveva sorgere un “Colosseo verde”. Da inaugurare nel 2022. Da allora sono stati tagliati gli splendidi alberi ma al suo posto resta una radura brulla e inaccessibile. E, soprattutto, nessuna notizia su quello che succederà. Ma procediamo con ordine. 

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Il Colosseo di Milano: “inaugurazione nel 2022”. Chi l’ha visto? (Immagini)

# Il parco archeologico

Anfiteatro Romano Milano-Ph. urbanfilemilano.blogspot.com
Anfiteatro Romano Milano-Ph. blog.urbanfile.org

Nei pressi delle Colonne di San Lorenzo si trova il Parco Archeologico. Diciamolo subito: non è una delle mete turistiche principali della città. A dire il vero non rende neppure molto l’idea di quanto monumentale fosse la costruzione che conteneva.

Si trattava di una delle opere pubbliche più importanti della Milano capitale dell’Impero Romano: l’Anfiteatro. Vero richiamo per l’intera popolazione di Mediolanum e vetrina per lo stesso Imperatore.

milano anfiteatro
Quel che resta dell’anfiteatro di Milano

# Un parco quasi inaccessibile

l'ingresso del parco
l’ingresso del parco

Quel che resta oggi e che possiamo visitare è purtroppo davvero poco: solamente le fondazioni (parziali) sono visibili nel “Parco archeologico dell’anfiteatro romano“, un parco che oltre ad avere alcuni reperti archeologici, è particolarmente riservato, visto che al suo interno non c’è mai nessuno. Anche perchè la mancanza di ingressi e gli orari di chiusura lo rendono praticamente inaccessibile. 

Ci sono due cancelli che darebbero l’accesso diretto al parco. Uno in via De Amicis, l’altro in Via Arena. Ma sono sempre chiusi. Ci sarebbe anche un terzo ingresso teorico, che fino al 2017 era costituito dal Vivaio Riva, ma anche il Vivaio è stato chiuso. Per entrare, l’unico modo è di individuare il portone di un palazzo di via De Amicis 17, un ex monastero femminile. Già era poco accessibile, ora lo è diventato ancor di più per i lavori del grandioso progetto del Colosseo Verde. Progetto per cui è stato smantellato il Vivaio Riva, l’oasi verde nel cuore di Milano che ha resistito alla Grande Guerra ma non alle forche caudine della burocrazia. 

VIDEO: l’unico ingresso al parco

# Il Vivaio Riva: smantellato per un “progetto grandioso”

Com'era (Vivaio Riva)
Com’era (Vivaio Riva)

In questo caso il Comune non c’entra, anche se sorprende che abbia ceduto alla Sovrintendenza a costo zero anche l’area di sua proprietà dove, dagli anni venti fino a dicembre del 2017 sorgeva il Vivaio Riva. Altra area verde che, oltre ad aver fatto la storia di Milano, almeno era aperta al pubblico. Il Vivaio Riva è stato chiuso per costruire al suo posto un’opera ambiziosa: il Colosseo di Milano. 

Leggi anche: La triste storia del Vivaio Riva, il tesoro verde nel cuore di Milano

Com’era (Vivaio Riva)

# Il Colosseo di Milano: “inaugurazione nel 2022”. Chi l’ha visto?

I primi lavori sono iniziati nel 2018 per realizzare “il più vasto parco archeologico della città”. Il nuovo parco di circa 22.300 mila mq, con i resti antichi lasciati a vista, dovrebbe prendere il nome di PAN, Parco Amphitheatrum Naturae. Il progetto a firma dell’architetto Attilio Stocchi prevede la sistemazione dell’intera area, raddoppiata dopo l’acquisizione da parte del Comune di quasi tre terzi del terreno, di proprietà private fino a qualche anno fa, con la riproduzione dell’impronta del “Colosseo milanese”.

Il progetto prevedeva la realizzazione del Colosseo fatto di 1.700 mq di cespugli sagomati di bosso, ligustro e mirto a raggiera e alberature di cipressi disposti al bordo, dove sorgeva la facciata curvilinea, a completamento dei resti archeologici esposti nell’area. Un progetto di land art che avrebbe dovuto recuperare il tema della simbiosi tra natura e antichità, riportando in vita attraverso la vegetazione un patrimonio antico scomparso. L’inaugurazione annunciata: entro il 2022. 

# Il mistero del Colosseo scomparso

Ma quello che accade al progetto di Colosseo Verde e del nuovo parco archeologico è ancora avvolto dal mistero. Se si cerca su Google (vedi immagine sopra), viene ancora annunciata la sua apertura nel 2022. Ma siamo nel 2024 e nulla è ancora successo. In cerca di informazioni proviamo ad andare sul sito web del parco dove fino a qualche mese fa si trovavano gli orari e qualche interessante informazione sulla Milano imperiale. Purtroppo il sito che risultava aggiornato al 2015 conduce oggi a una schermata vuota. Così come lo spazio prima coperto di alberi oggi è un luogo brullo, inospitale, inaccessibile ai cittadini. 

# La “madre” del progetto è stata trasferita a Firenze

 
Una ragione di questa impasse potrebbe essere quello che è successo alla sua ideatrice. Il progetto del Colosseo Verde è stato fortemente voluto dall’allora Soprintendente a Milano: Antonella Ranaldi. Ma dal novembre del 2022 è diventata Soprintendente Archeologia, Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato. Dietro di lei ha lasciato il deserto. Letteralmente.
 

Il risultato è che dopo sette anni dalla chiusura del Vivaio Riva, il gioiello verde nel cuore di Milano, che era aperto e disponibile al pubblico, ancora nulla si vede al suo posto. Nessuna traccia. E scadenze mai rispettate, non solo: neppure vengono comunicate. In una Milano che parla tanto di verde, stupisce la scarsa disponibilità di un parco nel cuore della città e una simile trascuratezza nel rispettare quanto comunicato ai cittadini sulla sua completa riapertura. A meno che non prendano piede le ombre che avevano accompagnato la chiusura del Vivaio Riva: quello che non è un mistero, infatti, è che si tratta di uno spazio parecchio appetibile per i costruttori…

Continua la lettura con: La triste storia del Vivaio Riva, il tesoro verde nel cuore di Milano

ANDREA ZOPPOLATO

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La terra di nessuno a Milano Nord (immagini)

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Lorenzo Zucchi - Ex Aurora

A Milano Nord, al confine tra i distretti di Dergano e Affori, c’è una terra di nessuno che ben esplicitava il senso di una frase dell’ex sindaco Pisapia: ci vorranno sessant’anni prima che tutte le ex aree industriali della città siano riqualificate.

Se i due quartieri nel loro complesso godono di buona salute e sono in ripresa come buona parte delle periferie cittadine, questa area è in stato di completa putrefazione. Andiamo a visitarla con tanto di shooting fotografico dei suoi monumenti più illustri.

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La terra di nessuno a Milano Nord (immagini)

# La messa in sicurezza del sottopasso

Lorenzo Zucchi – Sottopasso

Via Cialdini comincia là dove via Tartini fa ciao ciao con la manina ai regionali per Torino. Ma la messa in sicurezza del sottopasso, millantata dall’amministrazione, non è altro che una soluzione temporanea, già degradata. Sullo sfondo notiamo una lavatrice e dei materassi dell’abitudine italica alla discarica urbana.

# Okkupare

Lorenzo Zucchi – Degrado

Poco oltre, ignorando la parte terminale di Via Zambelli che corre parallela ai binari (queste zone non possono brillare) eccoci davanti a un edificio che ospitava prima un’azienda e poi una comunità di persone con lenzuola appese fuori. Non che faccia molta differenza in ogni caso, davanti al degrado di un palazzo abbandonato.

# Il corriere scaduto

Lorenzo Zucchi – Ex Corriere

Questa area si era riempita di corrieri dopo il boom della Bovisa, dove è tuttora presente una sede importante di BRT (Bartolini) oltre ad altri operatori minori. Ma in via Grazioli, superata una simpatica trattoria e un bell’esempio di parcheggio riqualificato con gli alberi, ecco uno dei tanti esempi di aree abbandonate un tempo occupate dal business dei pacchi. Avremmo potuto focalizzare il nostro reportage anche solo su queste strutture.

# Il cantiere infinito

Lorenzo Zucchi – Il cantiere infinito

Via Grazioli prosegue con una delle più grandi attrazioni di questa zona: il cantiere infinito. Da almeno vent’anni lo scheletro di questo palazzo molto più alto di quelli circostanti simboleggia la terra di nessuno. Proprio di fronte sta per partire lo splendido progetto immobiliare di Grazioli 73, dove si legge che la Terra di Nessuno è un quartiere bohemien. Il cantiere infinito è stato ripreso a ondate regolari, per brevi periodi, senza riuscire ad avanzare alle fasi conclusive. Poco oltre, all’angolo con via Pedroni, un ex locale per appuntamenti sta riverniciando una nuova esistenza, a fianco dei TIR parcheggiati di via Leningrado.

# La palazzina da deserto dei tartari

Lorenzo Zucchi  – Palazzina da demolire

Via Montanari inizia con questo bell’esempio di palazzina destinata a una demolizione che mai ha luogo. Sembra quasi di sentire il piagnisteo di chi potrebbe avere da ridire sul fatto che l’edificio potrebbe essere preservato. In realtà la via non è certo uniforme da un punto di vista architettonico, anche se poco più in là si allarga in un inedito slargo di Norvegia bucolica, tra capannoni in amianto che sembrano casette di legno e aiuole ben curate.

# Il Bosco Finlandese

Lorenzo Zucchi – Il “bosco finlandese”

A fianco del cantiere c’è quello che ormai è divenuto un bosco finlandese di piante cresciute spontanee (dal lato di via Grazioli sono anche più grandi). Indipendentemente dalla proprietà, chiediamo al comune di preservare quest’area verde. Quanto ad aree abbandonate dove poter far edificare, qui attorno c’è solo l’imbarazzo della scelta. Qui, no, grazie. Ci vedremmo bene un bel giardino rigoglioso.

# L’occhio del malocchio

Lorenzo Zucchi – Ex complesso di spedizionieri

Tornati su via Cialdini, all’incrocio con via Grazioli troviamo questo ex complesso di spedizionieri dal doppio cortile fatiscente. A fianco c’è una fabbrica che è stata recentemente restaurata, mentre dall’altro l’edilizia convenzionata ha creato due palazzi iconici per la loro altezza. Qui serve solo l’iniziativa di un costruttore che riporti in vita l’angolo morto con una bella palazzina balconata. Di fronte, una vecchia cascina lombarda renderà l’ambiente sempre molto da periferia milanese, anche nella Terra di Nessuno.

# Il Gigante Svizzero che produceva cannoni

Lorenzo Zucchi – Ex complesso Oerlikon-Brühle

Proseguendo verso nord lungo via Cialdini ecco l’ex complesso industriale, la Oerlikon-Brühle, sede italiana di un’azienda svizzera, dove si producevano cannoni. Negli anni ’60 devastò il centro di Affori, ora faticosamente recuperato grazie all’Esselunga e agli alberi piantati sul giardino del lato nord della fabbrica abbandonata. Non si farà più la gronda nord di viabilità, che pure sarebbe stata utile, per cui è tempo di investire in quest’area dal grande potenziale, gommisti e alberi che crescono rapidamente ai ritmi delle ultime stagioni tropicali.

# La teoria della finestre rotte

Lorenzo Zucchi – Ex azienda trasporti

Di fronte al cadavere della Oerlikon, c’è quello meno monumentale di una piccola azienda di trasporti, messa in sicurezza tempo fa con l’aggiunta delle transenne che causarono già la rimozione o il taglio di un certo numero di piante spontanee. Negli ultimi mesi l’edificio si sta letteralmente svuotando: chi può entra e preleva qualsiasi cosa possa essere utile, mattoni inclusi, un po’ come nella famosa Teoria delle Finestre Rotte. Il disordine della Terra di Nessuno è fortemente contagioso.

# Il progetto immobiliare

Lorenzo Zucchi – Progetto immobiliare fermo

Fino a qualche mese fa nell’ultimo tratto di via Cialdini che costeggia l’ingombrante cadavere dell’Oerlikon campeggiava un render in manifesto che annunciava la prossima costruzione di palazzine residenziali al posto dell’ennesima azienda di trasporti. Purtroppo, la speranza di rilancio della Terra di Nessuno è ritardata anche da questi progetti che un giorno nascono e quello successivo muoiono. Eppure, qui, ormai siamo in pieno nel distretto di Affori, con bar, ristoranti e attività commerciali a poca distanza.

# Vita nuova

Lorenzo Zucchi -Area abbandonato

Imbocchiamo una laterale che connette via Cialdini con via Pedroni e che ufficialmente non ha nome, essendo i suoi civici relativi alla stessa via Pedroni. Appena dietro al complesso del progetto immobiliare saltato, l’area si presenta per chi scrive con due novità inattese. Il manto stradale pieno di buche è stato riparato. E il complesso fatiscente di mattoni che occupava il lato nord della strada è stato recentemente demolito. L’area è enorme e non so quanto sia appetibile un complesso circondato dalla fatiscenza, ma perlomeno qualche spiraglio di futuro qui si intravede, anche per la Terra di Nessuno.

# Il logo di design

Lorenzo Zucchi – Ex Aurora

Tornati in via Pedroni, alla fine di questo nostro percorso attraverso le attrazioni della Terra di Nessuno, ci imbattiamo in questo ex edificio industriale, utilizzato impropriamente come discarica abusiva da chi arriva a scaricare negli orari di chiusura della vicina ricicleria dell’AMSA (e non solo). La proprietà era dell’Aurora, un’azienda con un logo ancora chiaramente visibile dai locali della ricicleria. Una “A” rosa degli anni Settanta, con tanto di tricolore. Faccio un appello a chi demolirà: ricordatevi di me, mandatemi quella lettera a fare modernariato nel mio salotto. Saluti dalla Terra di Nessuno!

Continua la lettura con: Un tram chiamato desiderio: cronaca di una sera a Milano con lo sciopero dei mezzi

LORENZO ZUCCHI

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Alta velocità in treno sotto l’Oceano tra Cina e Usa: è il progetto del millennio?

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Credits nexusedizioni.it - Treno sottomarino

Il tunnel sottomarino diventerebbe il più lungo del mondo. Ecco il progetto dell’alta velocità ferroviaria tra Cina e Usa.

Alta velocità in treno sotto l’Oceano tra Cina e Usa: è il progetto del millennio?

# Un progetto da 200 miliardi di dollari con il tunnel sottomarino più lungo del mondo

Credits: futuroprossimo.it – Treno sottomarino

La linea ferroviaria China-Russia-Canada-America è un progetto che prevede un treno superveloce, a lievitazione magnetica, che colleghi Cina e Stati Uniti attraverso un tunnel sottomarino.

Credite everyeyetech – Tunnel

Il tragitto ipotizzato è lungo 13.000 chilometri, per un costo complessivo dell’opera stimato in circa 200 miliardi di dollari. Il tunnel sarebbe lungo circa 200 km, quattro volte superiore a quello del tunnel della Manica, e diventerebbe il più lungo al mondo.

# Il viaggio durerebbe poco più di 2 giorni

Credits wired.it – Tracciato Cina-Usa

Come ricorda il sito Tech Fanpage il viaggio inizierebbe nel nord-est della Cina, attraversando la Siberia e le acque dell’Oceano Pacifico attraverso lo stretto di Bering dove verrebbe realizzato il tunnel. Dopo essersi inabissato il treno riemergerebbe in superficie in Alaska, per poi procedere attraverso il Canada, con passaggio da Yukon alla Columbia Britannica, per giungere di nuovo negli Stati Uniti. Tutto il viaggio durerebbe circa 55 ore grazie a una velocità media di crociera di 350 km/h. 

Verrà mai realizzata questa opera faraonica?

Continua la lettura con: MILANO-PAVIA diventerà una TRENOPOLITANA

FABIO MARCOMIN

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Le 7 frasi per insultarsi a Milano con stile

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Credi: rinopolloni.wordpress.com

Anche quando il milanese insulta qualcuno, lo fa con stile. Ecco le 7 frasi più divertenti e utilizzate.

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Le 7 frasi per insultarsi a Milano con stile

#1 Va a fas dì in gesa

Credit: it.aleteia.org

Letteralmente “Vai in chiesa a farti benedire”, viene utilizzato per qualcuno che si deve togliere di torno. Ma detto in modo carino.

#2 Va scuà l mar cun la furchèta

Credi: rinopolloni.wordpress.com

Quando qualcuno è inutile in italiano si può consigliargli di “andare a pettinare le bambole”, ma in milanese no. La versione meneghina per dire a qualcuno di perdere tempo altrove è “Vai a scopare il mare con la forchetta”.

#3 L’ha becaa l’oca!

Credit: imieianimali.it

“L’ha beccato l’oca!”. Questa frase non si usa per spiegare come qualcuno si è fatto male, ma quando ci si riferisce ad una persona considerata pazza, fuori di testa.

#4 Và a ‘drisàa i banan

Credit: tuttogreen.it

Un altro modo per insultare qualcuno in milanese, pur non essendo volgari, è “Vai a raddrizzare le banane”. Che si utilizza come la versione italiana “vai a quel paese”.

#5 Và a mung al tor cunt la sidela russa

Credit: europa today

Questa non ha bisogno di un’attenta analisi per essere capita, “vai a mungere il toro con la secchia rossa” è un gentile invito a fare qualcosa di pericoloso. Un po’ come quando si consiglia a qualcuno di “giocare a moscacieca in autostrada”.

#6 Uregia panada

Si utilizza questa frase per dare a qualcuno dello stupido, ma indirettamente. L’orecchia impanata infatti allude all’orecchia di elefante, senza insultare direttamente il malcapitato.

#7 Và a Bagg a sonà l’orghen

vai a baggio a suonare
Credits: Organo chiesa vecchia di Baggio | screanzatopo (YouTube)

Questo può essere capito solo se contestualizzato. “Vai a Baggio a suonare l’organo” fa riferimento alla chiesa Sant’Apollinare di Baggio che l’organo ce l’ha solo disegnato… e quindi difficilmente potrà essere suonato. E’ usato per togliersi dai piedi qualcuno di indesiderato, ed è la versione , forse un po’ più gentile, del napoletano “Vattinne”.

Leggi anche: Storia e curiosità sul CAMPARI: l’APERITIVO MILANESE per eccellenza

ROSITA GIULIANO

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Video: Dove le milanesi comprano vestiti di buona qualità a poco prezzo

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La capitale della moda e dello shopping. Ma le milanesi dove comprano capi di buoni qualità a poco prezzo? Tra le diverse scelte svettano due autentici punti di riferimento. 

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SILVIA AROSIO

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Katsusando che passione: 5 Indirizzi dove trovarlo a Milano

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alebi13 IG - Tenoha

Ma di che cosa si tratta? Di una sorta di tramezzino giapponese a base di pane al latte (shokupan) riccamente farcito con cotoletta di carne di maiale (tonkatsu). Una prelibatezza tipica dello street food nipponico, che ultimamente è molto apprezzato nella nostra città. Ecco quindi alcuni spunti.

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Katsusando che passione: 5 Indirizzi dove trovarlo a Milano

#1 Bentoteca: il katsusando gourmet

the_doc98 IG – Bentoteca

Un piccolo bistrot molto conosciuto a Milano per via degli ingredienti made in Italy che qui vengono lavorati e cucinati secondo le tecniche tradizionali giapponesi. Declinato in più varianti, come il katsusando con lingua fritta o quello farcito con hamburger di wagyiu. In via San Calocero 3.

#2 Katsusanderia: la patria dello Street food meneghino

foodforfun20 IG – Katsusanderia

All’interno di Sidewalk Kitchen, un collettivo di ristoratori tutti in sequenza in via Bonvesin de la Riva, si trova questo piccolo locale dove il katsusando viene proposto in diverse varianti per accontentare tutti i gusti. Non mancano altri snack, contorni e dolci.

#3 Sakakura, nel cuore di Chinatown 

sakakuramilano IG

Un locale che segue la filosofia Izakaya, quindi una sorta di tapas bar nipponico, dove il Sando viene servito sia in una versione a base di carne e sia nella versione a base di pesce, l’anguilla in particolare (unagi). Da non perdere i ramen di carne, pesce o vegetali.

In via Paolo Sarpi 13.

#4 Tenoha, lo spazio polifunzionale in zona Navigli 

alebi13 IG – Tenoha

Uno spazio polifunzionale di oltre 2500 metri quadrati che racchiude un negozio, un bar con giardino, un ramen club e un ristorante. Il sando viene proposto nella versione a base di carne di manzo con senape. In via Vigevano 18.

#5 Gastronomia Yamamoto, il locale storico in pieno centro 

ilmondoamilano IG – Gastronomia Yamamoto

Nel pieno centro di Milano in via Amedei 5, un locale ormai radicato in città dove il sando viene proposto nella sua versione più classica a base di cotoletta di maiale e salsa tonkatsu (un fermentato di frutta e verdura). C’è anche un menù degustazione a prezzi abbordabili.

Continua la lettura con: Prodotti di qualità a chilometro zero: 6 indirizzi dove trovarli a Milano

ALESSANDRA GURRIERI

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La foresta amazzonica di corso Sempione (immagini)

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David Diana FB - Corso Sempione

L’obiettivo dichiarato dal Comune di Milano, in tema di verde, è la tutela della biodiversità. Per questo motivo in diverse aree delle città, dalle aiuole ai parchi, lo sfalcio dell’erba è stato ridotto, in alcuni casi assente. Uno degli esempi arriva da corso Sempione, ma non si starà esagerando?

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La foresta amazzonica di corso Sempione (immagini)

# In 54 aree verdi per un totale di 1,3 milioni di mq l’erba non viene tagliata

Comune di Milano – Prati con sfalci ridotti

La strategia è stata dichiarata apertamente da parte del Comune di Milano: riduzione dello sfalcio dell’erba per tutelare la biodiversità. Una scelta fatta da altre grandi città europee e che Palazzo Marino ha deciso di adottare. In questo modo, come spiegato sul sito dell’amministrazione comunale, le piante possono completare il loro ciclo vegetativo fino alla fioritura e alla produzione di seme, e oltre a salvaguardare la biodiversità, c’è un risparmio di risorse e viene migliorata la qualità del suolo e dell’aria. 

Sono in totale 54 le aree verdi scelte in tutta la città, per un totale di 1,3 milioni di mq sui circa 19 milioni complessivi, distribuite tra archi estensivi e attrezzati ma anche lungo le carreggiate stradali. La situazione, complice anche la pioggia degli ultimi mesi, sembra essere sfuggita di mano.

# Le panchine della Montagnetta

Alessandro Vidali – Erba alta parco zona Bonola

Nel mese di maggio avevamo documento la stato del verde nel  Parco della Montagnetta e in un’area verde in zona Bonola, con l‘erba talmente alta da passrea attraverso le fessure tra le stecche delle panchine, rendendo difficile non solo camminare nei prati ma anche solo sedersi.

Leggi anche: Le panchine sommerse nella foresta pluviale di Milano: le immagini

# La “Foresta Amazzonica” di Corso Sempione: le immagini di David Diana (da Facebook)

Una segnalazione sul gruppo facebook “Residenti in Piero della Francesca e dintorni – Milano – social street” arriva da David Diana, in riferimento al verde nella zona di Corso Sempione: “Che bella la biodiversità…Quanto dobbiamo ancora aspettare per rendere dignitoso Corso Sempione?!”. Nelle immagini si può vedere la natura rigogliosa prendere il sopravvento, con erba alta e cespugli debordanti sopra i marciapiedi che costringono i pedoni a scendere in strada e con il rischio di rendere pericoloso il percorso dei ciclisti lungo la nuova ciclabile realizzata sul corso.

Forse si sta andando oltre il concetto di tutela della biovidersità che comunque comporta dei rischi, come la dispersione dei forasacchi, spighe molto piccole, appuntite e rugose delle graminacee, pericolosi per i cani: possono intaccare le vie respiratorie, perforare i timpani delle orecchie o infilarsi negli occhi provocando infezioni anche gravi. A ben vedere non sembra in realtà che la cura del verde sia propriamente al centro degli interessi dell’amministrazione, lasciare l’erba crescere e non intervenire non richiede alcuno sforzo, vista la presenza nelle stesse aiuole di un albero, a quanto pare, morente. 

Leggi anche: Aperta la SUPER CICLABILE di corso SEMPIONE: molto bella. Ma è davvero UTILE?

# Le proteste dei residenti

Sono molti i residenti della zona a criticare la scelta fatta dal Comune di Milano. Ecco alcuni dei commenti al post sul gruppo facebook:

  • “Ultimamente, da questi arbusti, vedo uscire verso le 08:00 di mattina, uomini che hanno preso ste sterpaglie come case naturali.” – Luca Moznich
  • Sono quasi 2 mesi che chiamo il comune per la cura del verde e nessuno ancora si è visto, Corso Sempione fa schifo, ormai è una giungla dismessa, davvero uno scempio, VERGOGNA” – Laura Vivaldi
  • “Infatti fa schifo e il comune non si mai è occupato queste cose. Figurati sui marciapiedi tra le buche e le erbe” – Mirko Torresani
  • “Non solo Corso Sempione… tutta Milano è ridotta così, uno scempio che ti fanno passare come l’eccellenza delle biodiversità. Una supercazzola che nemmeno il Conte Mascetti di “Amici Miei” avrebbe potuto pensare.” – Francesco Cella
  • “Per non parlare dei forasacchi” – Teresa Rodriguez

Continua la lettura con: “Il Miglio”: la strada che sogna di diventare la più bella e colorata di Milano

FABIO MARCOMIN

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Il “Paradiso di Colori” a un’ora da Milano

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Ph. @ig_vercelli_biella IG

A poco più di un’ora da Milano, oltrepassando i confini lombardi, si giunge in un parco di oltre 100 km quadrati nato con un solo obiettivo, quello di valorizzare il territorio. Foto cover: @ig_vercelli_biella IG

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Il “Paradiso di Colori” a un’ora da Milano

# Un progetto per valorizzare le Alpi Biellesi

Credits: @greg_lapo_wanderlust
Oasi Zegna

A Trivero, municipio di circa 5 mila abitanti del comune di Valdilana, nella provincia di Biella, in Piemonte, si trova un “piccolo” paradiso terrestre dove poter trascorrere una giornata all’insegna di attività tutte diverse dal solito. Si chiama Oasi Zegna e la sua storia inizia circa un secolo fa.

Credits: @50sfumaturedibiella
Oasi Zegna

Negli anni ’30, con l’obiettivo di valorizzare il territorio che circondava la sua azienda, Ermenegildo Zegna finanzia la strada panoramica che collega Trivero ad Andrate, nel Canavese, e che ancora oggi porta il suo nome. È l’inizio di un progetto che pian piano ha reso quest’area nelle Alpi Biellesi un vero gioiellino. Ed è proprio in questa zona che, nel 1993, compare l’oasi Zegna come proseguimento del progetto iniziato dal signor Ermenegildo. L’Oasi Zegna non è nient’altro che il nome che viene dato all’area interessata dal progetto, ma che si pone un obiettivo: dare vita a un vero e proprio ecosistema che coniugasse impresa, ambiente e sviluppo locale.

# Una giornata all’Oasi Zegna

Credits: @50sfumaturedibiella
Oasi Zegna

Ma cosa si può fare all’Oasi Zegna? La prima tappa è la spettacolare fioritura della Conca dei Rododendri, che fino a metà giugno regala un’esplosione di colori nella palette del fucsia. Ma l’Oasi Zegna, in generale, regala ampi spazi all’aria aperta dove potersi godere la natura in tutte le sue sfumature. Qui si possono ammirare panorami che abbracciano l’intera valle: la vista dalla Panoramica Zegna è la migliore, da un lato, il Monte Rosa, l’Alta Valsessera e i declivi della Valsesia, dall’altro la Pianura Padana.

Credits: @fmeconi
panoramica zegna

Non manca la possibilità di fare delle camminate, come quella al Santuario del San Bernardo, a poco più di 1400 metri di altitudine, in cima all’omonimo monte. E se si ha fame si può scegliere se organizzare picnic lontani dalla folla oppure mangiare una buona polenta, ad esempio alla Bocchetta di Margosio. Altra idea per una giornata all’oasi Zegna è la passeggiata al Bosco del Sorriso, dove si dice che le piante abbiano particolari effetti benefici sull’uomo, e poi un giro al Labirinto di Stavello, un labirinto un po’ particolare, dove piuttosto che rischiare di perdersi, si può trovare la propria pace interiore. Infine, vicino al labirinto, c’è il bosco animato, con tronchi intagliati che affascinano i bambini ma anche i più grandi.

 

Continua la lettura: 16 LAGHI, oltre 90 CASCATE: il “PARCO NATURALE più BELLO d’Europa”

BEATRICE BARAZZETTI

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

 

Estate 24: le 5 destinazioni in Italia più prenotate dai turisti stranieri

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Ph. @centraldereservas IG

Ci si aspetta un’estate da tutto esaurito in Italia. Queste le previsioni basate sulle prenotazioni. Foto cover: @centraldereservas IG

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Estate 24: le 5 destinazioni in Italia più prenotate dai turisti stranieri

# Le nazioni che scelgono l’Italia

Per l’estate 24 si prevede un anno record con un aumento di arrivi che dovrebbe sfiorare il +2% rispetto allo scorso anno. Questi i dati di AlbergatorePro,che sottolinea come a trainare il settore alberghiero quanto a presenze siano le località di mare. Un turista su due è straniero, prevalentemente europeo e proveniente, in ordine di crescita di flussi dall’ultimo anno, da: Germania, Francia, Svizzera e Olanda. Tra i paesi extraeuropei spiccano per presenze gli Stati Uniti. Il prezzo medio di una notte sale a 191 euro (+8%) in montagna, nelle altre aree si arriva a 155 euro (+4%).

# Le mete dell’estate per gli italiani

Credits _railly_ IG – Rimini

Le destinazioni più richieste per l’estate 2024 sono la Riviera romagnola, la Toscana e la Sardegna, per cui ci si attende un vero e proprio boom con una crescita del 9% di prenotazioni rispetto al 2023. Cambiano però le destinazioni preferite in base alla nazionalità dei turisti. Gli italiani prediligono: Rimini, Riccione, la Sardegna e la Puglia. Gli stranieri puntano invece sulle big 5. 

# Le big 5 prescelte dagli stranieri

Credits cleanbnb – Taormina

Il turismo internazionale punta soprattutto su queste cinque mete: 

  • Taormina
  • Cefalù
  • Costiera Amalfitana
  • Lago di Garda
  • Lago di Como 

Gli ultimi due saranno presi d’assalto soprattutto dai turisti tedeschi. 

Fonte: TTGItalia

Continua la lettura con: Estate 24: torna il notturno Milano Reggio Calabria

MILANO CITTA’ STATO

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Il futuro di Scalo Lambrate: maxi-parco e quartiere low cost

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Credits Comune di Milano - Lambrate scalo ferroviario 1

Nel 2021 l’annuncio del vincitore del progetto vincitore del bando internazionale Reinventing cities: Tre Piazze nel Parco” di Lambrate Streaming. Cosa è previsto nel dettaglio per far rinascere uno dei 7 ex scali ferroviari dismessi e il punto della situazione.

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Il futuro di Scalo Lambrate: maxi-parco e quartiere low cost

# Il progetto di rinascita: “Tre Piazze nel Parco” di Lambrate Streaming

c40reinventingcities.org – Lambrate Maps

L’ex Scalo di Porta Romana procede spedito nella sua trasformazione, in quello di Farini è in riqualificazione l’edificio già presente al suo interno che verrà occupato dall’Accademia di Brera. Un altro dei 7 scali ferroviari dismessi che attende di rinascere è quello di Lambrate.

Credits Comune di Milano – Rendering Lambrate

Il 4 giugno 2021 l’annuncio del progetto vincitore di Reinventing cities, il bando internazionale indetto dal Comune di Milano insieme a C40, “Tre Piazze nel Parco” del team multidisciplinare Lambrate Streaming guidato dalla Cooperativa Sant’Ilario. Il coordinamento è stato affidato alla Caputo Partnership International con l’appoggio di Tekne, Pro Iter, Studio Giorgetta, Consorzio Poliedra – Politecnico di Milano, Ernst & Young, Ambiente Italia Progetti e l’avvocato Guido Bardelli. La base d’asta era di 5,7 milioni di euro ed è stata aggiudicata per 7 milioni.

Leggi anche: Il villaggio olimpico di Milano-Cortina 2026: in diretta dal cantiere e le immagini di come sarà (Video)

# Al centro del progetto un maxi parco di 41.500 mq

Credits Comune di Milano – Lambrate scalo ferroviario 3

L’area interessata dalla rigenerazione ha una superficie complessiva di circa 70.000 mq, con il cuore del progetto rappresentato da un maxi-parco pubblico di circa 41.500 mq, pari al 64,8% dell’intera area, con 900 alberi e aree attrezzate per lo sport. Il verde complessivo raggiunge i 47.700 mq considerando terrazzi verdi e giardini condominiali ad utilizzo degli edifici e il verde pensile dei servizi la quota. Negli spazi pubblici sono previsti orti didattici e e di comunità, frutteti, aree ricreative attrezzate, campi giochi e sportivi per adulti e bambini, nonché aree dedicate agli animali domestici.

# Un nuovo quartiere di social housing

c40reinventingcities.org – Lambrate

Un altro tassello caratterizzante il progetto è nuovo quartiere di social housing con 307 nuove abitazioni di edilizia agevolata in vendita e affitto con patto di futura vendita, co-housing, in locazione a canone moderato, concordato e convenzionato, alloggi per studenti ed edilizia a canone sociale. 

# Le tre piazze giardino collegate tra loro

Tre Piazze Lambrate

Il fulcro è rappresentato da un sistema di tre piazze-giardino, da cui prende il nome il progetto, collegate tra loro. La piazza centrale è affiancata a nord e sud da due piazze planimetricamente identiche alla prima e da ulteriori due piazze a forma triangolare. 

# La mobilità

Credits: poliedra.polimi.it Progetto “tre piazze nel parco”

Per quanto riguarda la mobilità sono previsti:

  • due percorsi ciclabili: uno a ovest, lungo il rilevato ferroviario, a collegare la stazione di Lambrate e via Rodano, uno all’interno della nuova area urbanizzata;
  • nuovi marciapiedi che garantiscono collegamenti con viale delle Rimembranze e il sottopasso di via Bassini;
  • aree destinate al bike sharing, stazioni di ricarica per mezzi elettrici e un hub-mobility con servizi dedicati alla mobilità sostenibile e con funzione di punto informativo sull’offerta di intermodalità.
  • tre nuovi collegamenti a garantire il collegamento con la rete stradale esistente: uno con via San Faustino, uno con via Crespi nel tratto centrale dell’area, e uno a sud con l’innesto sulla rotatoria esistente tra via Trentacoste, via San Faustino e via Cima.
Credits Comune di Milano – Lambrate scalo ferroviario 1

Tra gli altri interventi ci sono anche: 

  • la riqualificazione del muro del rilevato ferroviario con un allestimento artistico che avrà incise poesie e versi legati ai temi del treno e del viaggio di poeti milanesi e lombardi
  • una cortina di nuova costruzione nell’area di proprietà di FS Sistemi Urbani.

# Il punto della situazione e le criticità che non risolvono il progetto

Credits Milanopost

Il 19 giugno 2023, due anni dopo l’aggiudicazione del progetto vincitore, è stato venduto il primo lotto del terreno interessato. La fine dei lavori, inizialmente prevista tra il 2026 e il 2027, non è stata ancora ufficializzata dato che ancora il cantiere vero e proprio deve essere avviato. In attesa di buone nuove rimangono comunque alcune problematiche che la riqualificazione non risolve. Il problema più grave è lo stato di estremo degrado dovuto alla presenza di nomadi e lo stanziamento di bivacchi abbastanza frequente. Dopo che il campo rom nelle vicinanze è stato smantellato sono infatti ancora oggi frequenti furti, rapine e un’assidua presenza di spacciatori. La situazione andrebbe risolta quanto prima per evitare di compromettere la bontà del progetto.

Continua la lettura con: Stazione Bovisa da smantellare? Serve un terminal all’altezza della vivacità del quartiere

FABIO MARCOMIN

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Il sentiero delle piccole piscine naturali a un’ora da Milano

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loredana.colombo.75 IG - Pozze di Erve

Una serie di pozze dove trovare refrigerio nelle afose giornate estive. Sul percorso anche cascate, torrenti e un ponticello storico. Dove si trova e come raggiungerlo da Milano.

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Maps – Milano-Erve

Il sentiero delle piccole piscine naturali a un’ora da Milano

# Una serie di piccole piscine naturali

loredana.colombo.75 IG – Cascate Erve

Nelle giornate di afa estiva quale soluzione migliore può esserci se non quella di trovare refrigerio in fresche acque? A un’ora da Milano, nel Comune di Erve in provincia di Lecco, c’è una piscina naturale d’acqua cristallina composta da una serie di pozze. Siamo a dieci minuti dal Lago di Garlate e a poco più di 20 dal capoluogo di provincia e dal ramo del Lago di Como citato dal Manzoni. Per passare una giornata tra relax e natura, mettendo i piedi a mollo nell’acqua, si percorre un sentiero perfetto per famiglie anche con bambini piccoli in quasi tutto il suo percorso.

# Un percorso di trekking adatto a tutti

Le prime pozze lungo il sentiero sono poco profonde e larghe, si può accedere abbastanza facilmente anche con il passeggino, e sono dotate di spiaggette di sassi dove i bambini possono giocare e divertirsi in sicurezza. Il sentiero alterna tratti pianeggianti ad altri in salita, per chi è alla ricerca di pozze più profonde, scavate nella roccia, è necessario proseguire oltre inoltrandosi nel bosco. Da questo punto in poi la camminata inizia ad essere meno adatta ai bambini.

Per arrivare alla Sorgente di San Carlo a 750 metri d’altitudine, l’altro nome del Sentiero delle pozze, occorre attraversare il torrente Gallavesa camminando sul ponte del Bruco, costruito dagli alpini.

loredana.colombo.75 IG – Pozze di Erve

Dopo una sosta seduti sulle panchine si può proseguire seguendo le indicazioni Passo del Forcellino o del Fò, lasciandolo sulla sinistra, per andare oltre fino al torrente dove trovare le pozze più suggestive e meno battute.

# Come raggiungerlo

 

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da Eleonora Fioravante☀️Dog,Trekking e Travel 📍Milano (@travel.fiore)

Per arrivare da Milano ci si impiega circa 1 ora e 20 minuti, percorrendo tra i 60 e i 73 km in base al tragitto prescelto. Si può optare per la Statale dello Spluga o la Tangenziale Est fino ad Agrate per poi procedere sulle strade provinciali. Arrivati nel Comune di Erve si può parcheggiare lungo la strada e nella piazza della chiesa a pochi passi dalla partenza del sentiero.  

Spunto: travel.fiore IG 

Continua la lettura con: A un’ora da Milano c’è “il lago dei tramonti”

FABIO MARCOMIN

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Un tram chiamato desiderio: cronaca di una sera a Milano con lo sciopero dei mezzi

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amarmariani IG - Cavalcavia Bussa

Nonostante le precipitazioni piovose degli ultimi mesi Milano rimane una città invasa dai turisti, non solo in occasione delle sue manifestazioni più importanti ma anche per un weekend qualsiasi. E il suo biglietto da visita quando capitano certe storie è molto italiano e poco milanese. Questa storia è successa un po’ di tempo fa, ma per molti aspetti è sempre attuale. 

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Un tram chiamato desiderio: cronaca di una sera a Milano con lo sciopero dei mezzi

# Lo sciopero dalla metropolitana

Metro chiusa

Pronti via, con mia figlia tredicenne usciamo da casa per andare a incontrarci con gli amici abruzzesi, che in teoria dovevano salire per il Boss ma poi amando Milano hanno scelto di tornare per l’ennesima volta comunque nella nostra città. Mentre ci apprestiamo a scendere dalle scale mobili di Dergano, ecco un’impiegata dell’ATM tirare giù la saracinesca e annunciarci che per oggi il servizio non riprenderà. Trattengo la mia sorpresa, perché ovviamente sono io responsabile per non aver letto questa notizia, ma di venerdì sera Milano senza il suo trasporto pubblico più efficiente sarà di certo un’esperienza particolare per tutti.

# I tram che passano random

Credits Andrea Cherchi – Tram in giro per Milano

Ci incamminiamo lungo la direttrice che porta in centro e oltre, Maciachini, Farini. Ogni tanto qualcuno si mette a correre per prendere un bus o un tram, ma sono quasi tutti immancabilmente destinati al ‘Fuori servizio’. Poi ci sono gli speranzosi che aspettano ligi alla fermata e che vengono premiati dal passaggio di un crumiro che porta a spasso il suo gingillo meccanico. Ormai siamo al Castello e non ci interessa nemmeno più, accorciare il tragitto. A Cadorna inizia a piovere, che strano, mentre noi ci fermiamo a rifocillarci al solito pub studentesco gremito di speranze.

# Turisti ai Navigli

Credits valeriananni IG – Aperitivo Navigli

In fin dei conti questa zona di Milano vive un venerdì sera uguale agli altri, perché quando si è qui non ci si preoccupa di dover andare altrove. La Darsena luccica all’ora blu, gli amici di Pescara si stanno trattenendo alla taverna dei loro conterranei e noi ci accomodiamo in un dehors qualsiasi per gustarci la magia di un Negroni con il riverbero che cala attorno a noi: i sei chilometri a piedi sono ormai dimenticati e la convinzione stupida che al ritorno andrà tutto bene non disturba le nostre convinzioni, la nostra cena con una cotoletta e una bottiglia di amarone scontate del 50%.

# Da Porta Genova a Duomo

Credits Andrea Cherchi – Donna tacchi alti Duomo

Lo sapevo che alla fine a Porta Genova ci sarebbe stata coda per un taxi: almeno 30 persone, a uno sguardo distratto. Ma passa un bus notturno, uno che non ho mai visto. Saluti e baci agli amici e via con mia figlia per una destinazione sconosciuta. Apprendiamo così che non tutte le linee vanno da nord a sud, qualcuna si muove anche in orizzontale, depistandoci ulteriormente. Allora comincia la rincorsa ai taxi che passano per strada, almeno a quelli con la luce accesa. Non vuol dire niente, perché molti non ti calcolano comunque. Va bene, stanno andando alle loro chiamate, e noi in maniera molto ingenua abbiamo i telefoni scarichi senza nemmeno lo straccio di un powerbank dietro: non possiamo nemmeno chiamare UberBlack. Un taxista fa segni vistosi con la mano, ma forse ci sta solo mandando a quel paese. Nelle stazioni di raccolta minori non si compie il miracolo: nessun taxi attende la nostra stanchezza. Ormai in vista di Piazza Duomo, noto subito la coda monumentale per una vettura bianca. Più di cinquanta disperati, tra turisti italici ed esotici. Avanti, sempre avanti.

# Da Duomo a Moscova

andystucco IG – Moscova

Eccoci, in Broletto si dipinge già da lontano la nostra svolta, un taxi che sta accostando. Ma fa cenni poco amichevoli, forse ci dice anche qualcosa, visto che la passeggera scoppia a ridere guardandoci. Bello, umiliare gli ultimi, complimenti, vedo che sapete difendere bene il vostro privilegio. Milano in tutto questo che fa? Tollera che le strade siano in mano ai taxi, come a NYC, ma nel Far West più completo. Un taxi rallenta, tra via Brera e via dell’Orso, ma ci manda via in malo modo quando cerchiamo di aprire le portiere. Intanto Milano ammalia e ci sarebbe spazio per una birra con la folla del pub irlandese radunata in strada, se non avessimo già bevuto abbastanza. In via Senato una tassista finalmente gentile si scusa, ma ha visto prima i clienti dell’altro lato della strada, che a loro volta si sbracciavano per farla fermare. Poco male, ecco a Moscova un taxi che sta facendo la corsa alla turista di turno. Aspettiamo pazientemente che esca, poi facciamo per salire a bordo. In risposta la vettura riparte a velocità sostenuta, quasi investendomi. Ecco le nostre grandi risorse!

# La resa dei conti

amarmariani IG – Cavalcavia Bussa

A questo punto per principio andiamo fino a casa a piedi, ci vediamo lo skyline dei grattacieli dal ponte di Farini, ci gustiamo lo spettacolo dei fumi dell’Alcatraz che filtrano dalle porte aperte della discoteca in piena attività e infine un buon letto non sarà mai abbastanza per questa notte. Spontaneo pensare a come Milano non si renda conto di essere in pessime mani: se l’amministrazione locale lascia che il servizio pubblico di trasporto sia sospeso per una notte intera e nel contempo non mette limiti al nirvana senza regole dei tassisti, come potremo meravigliarci se la città occupa l’ultimo posto per soddisfazione dei turisti in una recente indagine di Altroconsumo?

Continua la lettura con: Come ci si comporta a Milano? Le 10 regole più strane in vigore in città

LORENZO ZUCCHI

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Milano avrà delle “terme fiabesche”: la nuova vita delle Scuderie De Montel (immagini)

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Sono passati quasi 110 anni dalla costruzione di questo complesso di scuderie in stile Liberty in zona San Siro. Finalmente, dopo decenni di incuria, abbandono e degrado, si sta portando a termine un grande progetto per riqualificarlo e dargli una nuova vita. Cosa è previsto al suo posto e a che punto è il cantiere.

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Milano avrà delle “terme fiabesche”: la nuova vita delle Scuderie De Montel (immagini)

# Pronto a rinascere il gioiello Liberty in zona San Siro

Credits alesabi54 IG – Scuderie de Montel

Avanza la trasformazione del delizioso complesso in stile Liberty delle ex scuderie De Montel in zona San Siro, all’angolo tra via Achille e via Fetonte vicino allo Stadio Meazza, per diventare le prime “vere” terme di Milano. Rispetto a quelle di Porta Romana, queste terme sono infatti alimentate dall’ “acqua marcia” che scorre sotto la città. L’acqua si caratterizza per elevato contenuto di solfuri e viene emunta a 250 metri di profondità grazie a un pozzo già esistente profondo 350 metri, poi  successivamente riscaldata.

# La storia delle scuderie di lusso e gli altri progetti di riqualificazione mai andati in porto

scuderie de montel
Credits: fondoambiente.it

A volere la costruzione di un complesso di scuderie di lusso fu il banchiere Giuseppe De Montel. Costruito tra il 1915 e il 1917-18, per decenni è rimasto nascosto tra gli alberi e gli edifici fatiscenti in fase di riqualificazione. Tutta l’area di San Siro, prima della Seconda Guerra Mondiale, era ricca di scuderie e allevamenti di cavalli pensati sul modello “ippico” di Chantilly in Francia e Newmarket in Inghilterra. 

Negli ultimi 40 anni il complesso è stato al centro di diverse vicende e passaggi di proprietà. Prima l’acquisto da parte della società Ilaria del Gruppo Ligresti, poi la seguente cessione della stessa al Comune di Milano nel 1983 con l’obiettivo di far quadrare i conti con gli oneri di urbanizzazione di una lottizzazione in via Fetonte. In tutto questo periodo sono stati ipotizzati alcuni progetti di riconversione, mai andati a buon fine,  prima di arrivare a quello definitivo della trasformazione in centro termale: 

  • una club house per gli inquilini dei palazzi costruiti dal Gruppo Ligresti. Dopo la cessione al Comune di Milano, la società immobiliare nel 1987 chiese infatti di rientrare in possesso delle ex scuderie ma senza ottenere i permessi per sua la trasformazione; 
  • il Gruppo Verde San Siro aveva proposto un restauro per farne un centro culturale aperto alla cittadinanza;
  • il WWF avrebbe voluto farne un centro di ippoterapia;
  • l’ultima proposta è arrivata nel 2018, risultata come progetto vincitore del Torneo del Paesaggio del Fai, con un disegno che prevedeva scuderie, pista di allenamento, museo dell’ippica e del cavallo, centro medico, ristorante e pet therapy.

Tutto le strutture hanno quindi subito un progressivo abbandono e degrado, per diventare un rifugio per senzatetto e sbandati, fino alla scelta definitiva del progetto “Teatro delle Terme”

# Preservato il patrimonio storico-artistico degli edifici

Per salvaguardare la memoria dell’edificio, tutelato dal vincolo monumentale è previsto innanzitutto che vengano preservate le architetture originarie, in particolare i dettagli artistici dell’epoca ancora visibili, attraverso dei piccoli adattamenti. Al fine di creare un effetto di grande suggestione il parco viene utilizzato insieme insieme all’edificio principale a forma trapezoidale per realizzare un anfiteatro dove l’acqua scorrerà sulla cavea, attraversi dislivello dei gradoni.

# Il più grande complesso termale in Italia in una grande città con 800 mq di vasche

sporteimpianti – Pianta progetto ex scuderie de Montel

Un complesso termale da record, il più grande in Italia in una grande città. Oltre a questo, grazie alle zero emissioni di CO2 è anche uno dei primi centro termali green d’Europa. Una struttura autosufficiente grazie alla produzione di energia con il fotovoltaico, i pannelli solari termici e la creazione di un collegamento alla rete di teleriscaldamento utilizzando così il recupero energetico da termovalorizzazione. Il progetto “Teatro delle Terme”, pensato per la rinascita delle ex scuderie De Montel, è stato realizzato Studio Marzorati Architettura – S+J srl che è risultato vincitore del relativo bando di gara nel 2021.

All’interno dell’area si prevedono:

  • 800 mq di vasche interne ed esterne di acqua sulfurea con capienza fino a 600 persone contemporaneamente;
  • un nuovo parco urbano di 8.000 mq con saune, piscine, aree relax.
  • 2.400 metri quadrati di cortili interni.

# Il punto sui cantieri e la data probabile di inaugurazione 

Credits Valter Repossi-Urbanfile – Cantiere Ex Scuderie

I primi passi per la trasformazione dello storico edificio liberty sono stati fatti alla fine del 2020 con la firma del contratto preliminare di vendita da parte del Comune di Milano, con la società incaricata di sviluppare il progetto. Il via libera della Soprintendenza è invece del 2021. Nello stesso anno sono stati eseguiti la pulizia dell’area, i rilievi necessari e le bonifiche con la demolizione di porzioni pericolanti dell’edificio e la rimozione delle macerie. Nell’estate del 2022 sono infine partiti i lavori di riqualificazione e costruzione, con la realizzazione delle fondamenta e del piano interrato, poi il restauro e riqualificazione delle strutture di pregio che si sono riuscite a salvare. La situazione del cantiere è visibile nell’ultimo reportage fotografico di Urbanfile.  

Inizialmente programmata per l’inizio del 2024, per l’inaugurazione del centro termale si dovrà attendere ancora diversi mesi visto lo stato attuale dei cantieri, almeno fino a settembre.

Continua la lettura con: Il PALAZZO SQUARCIATO del centro di Milano sta venendo demolito: cosa sorgerà al suo posto?

FABIO MARCOMIN

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