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I 7 quartieri a cui i milanesi sono più affezionati

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Ph. @milanographies IG

Chi ci è nato, chi ci ha vissuto o chi ci ha lasciato un pezzo di cuore perché è stato il primo quartiere dell’approdo a Milano arrivando da altre parti d’Italia. Scopriamo i quartieri per cui i milanesi provano più affetto di qualsiasi altra parte della città secondo un recente sondaggio. Foto cover: @milanographies IG

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I 7 quartieri a cui i milanesi sono più affezionati

# Ortica 

Credits: @alberto_cartasegna – La Balera dell’Ortica

Ortica. Un quartiere che conserva ancora la sua anima di borgo, dove un tempo c’erano gli orti da cui deriva il nome e che oggi è attraversato da ferrovia e tangenziale. La Balera dell’Ortica è un po’ il punto di riferimento, ritrovo per molti milanesi della zona e non solo, dove passare serate in allegria tra cibo e musica, a giocare a bocce o a ballare lo swing. L’Ortica era la casa di Jannacci, oggi le pareti delle sue case ospitano i murales realizzati dal collettivo Orticanoodles e che rappresentano la storia più recente di Milano.

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# Bovisa 

Credits Andrea Cherchi – Bovisa

Bovisa. Uno dei quartieri più effervescenti di Milano. Qui nacque la Milano Films, la casa di produzione cinematografica milanese nel cui stabilimento venne prodotto il primo film italiano. Un passato industriale con la Candiani, poi rilevata dalla Montecatini, dell’Union de Gaz che portò il gas in città e della Fernet Branca attiva ancora oggi. Nel presente c’è il Politecnico con il suo campus e il gruppo televisivo Mediapason. Nel futuro ci sarà il parco scientifico tecnologico nell’area della Goccia, 33 ettari di bosco e ruderi tra la fermata ferroviaria di Villapizzone e Bovisa.

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# Porta Venezia 

Credits Andrea Cherchi – Porta Venezia

Porta Venezia. Il quartiere più multietnico della città, ma anche il quartiere LGBT+ con la fermata della metropolitana arcobaleno. La zona pullula di locali di ogni tipo, chic, trendy, alla mano e ricercati. Allo stesso tempo è una delle più eleganti della città con i palazzi appartenuti ai nobili, Villa Invernizzi con i fenicotteri, il Museo di Storia Naturale dentro i Giardini Indro Montanelli e il Museo Etrusco, la meravigliosa Villa Reale con il giardino “vietato ai minori” e i maestosi dazi.

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# Baggio

Credits Andrea Cherchi – Chiesa di Baggio

Baggio. Qui non sembra proprio di essere a Milano, forse il nucleo meglio conservato tra quelli che un tempo erano borghi autonomi. I ritmi sono ancora da paese, ancora non ci arriva la metropolitana. Si può ammirare l’organo dipinto e l’affresco della Chiesa di Sant’Appollinare, prendere parte come spettatori alla corsa degli asini o rilassarsi nel Parco delle Cave, un’ex cava di sabbia trasformata in oasi faunistica e naturale. 

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# San Siro 

Credits Andrea Cherchi – Zona San Siro

San Siro. Un quartiere dalle mille facce, sportivo e verde per vocazione con lo Stadio e l’Ippodromo quali simboli e allo stesso tempo monumenti. Da qualche anno arriva anche la metro, la linea lilla o M5, e c’è persino la Casa delle Fate. Le dimore dei super ricchi si contrappongono invece al quadrante delle case popolari, senza dubbio l’area più difficile anche per l’alta concentrazione di residenti stranieri di origine africana con frequenti situazioni di occupazione. 

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# Porta Romana 

Credits: @ghepensimi.it – Porta Romana

Porta Romana bella, Porta Romana. Risuonava la canzone popolare milanese risalente al secolo scorso e legata alla Ligera, la microcriminalità cittadina dell’epoca, cantata tra gli altri da Nanni Svampa e Gaber. Il simbolo del quartiere rimane l’Arco di Porta Romana e il bastione delle mura spagnole con le terme di Milano dotate della prima biosauna al mondo in un tram. Poi c’è il Teatro Parenti e la piscina all’aperto dei Bagni Misteriosi, via Muratori dedicata alla cucina romana e la Cascina Cuccagna, l’unica in centro città.

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# Città Studi 

Città Studi Credits: @amacittastudi IG

Città Studi. Il nome dice tutto del quartiere. Qui è presente la maggiore concentrazione di istituti universitari di Milano, il Politecnico con il Cremlino, l’edificio che ricorda quelli della piazza Rossa a Mosca, e il polo scientifico della Statale che fra qualche anno si trasferirà quasi per intero al MIND. Una zona quindi giovane e vivace, si trova qui il mitico Bar Basso dove è stato inventato il Negroni sbagliato, fuori dal centro ma nemmeno troppo lontana e ben collegata grazie alla fermata M2 di Piola.

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Continua la lettura con: La COSA più BELLA che c’è in ogni QUARTIERE di Milano (secondo chi ci vive)

FABIO MARCOMIN

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“Un progetto straordinario”: presentato studio di fattibilità per ristrutturare San Siro. La palla passa ai club

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Urbanfile -- Restyling San Siro

Lo ha annunciato il sindaco in serata su Instagram. 

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“Un progetto straordinario”: presentato studio di fattibilità per ristrutturare San Siro. La palla passa ai club

Credits nuovostadiomilano.it – Stadio Popolus

# “Un progetto straordinario”

L’annuncio pubblicato dal sindaco Sala sul suo profilo Instagram alle 19 di oggi, venerdì 21 giugno: “Oggi pomeriggio Webuild ha presentato a Milan e Inter e al Comune di Milano uno studio di fattibilità per una profonda ristrutturazione dello stadio di San Siro.
A mio giudizio si tratta di un progetto straordinario e mi auguro che le squadre lo prendano in seria considerazione, nella consapevolezza che entrambe stanno lavorando anche su altre opzioni.”

# I lavori dureranno tre anni

“Lo studio di fattibilità ipotizza un programma di lavori della durata complessiva di tre anni, con una riduzione della capacità dello stadio, nel corso dei lavori, assolutamente accettabile.
Nelle prossime settimane le squadre incontreranno Webuild per approfondire il progetto e all’esito di questi incontri sarà possibile avere una stima dell’investimento.”

Continua la lettura con: Stadio San Siro: un nuovo futuro?

MILANO CITTA’ STATO

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Si farà la passerella trasparente a 20 metri sopra piazza del Duomo? Come sarà e quando dovrebbe inaugurare

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level creative studio - Passerella Areangario

Alla fine del 2023 la conferma da parte di Palazzo Marino del raddoppio del Museo del Novecento. Nel progetto è prevista anche una passerella sospesa tra i due “arengari” gemelli, con vista sulla Piazza del Duomo e sulla Galleria. La partenza dei cantieri dovrebbe avvenire entro la fine del 2024, anche se non ci sono state comunicazioni recenti a riguardo. Ecco come sarà e quando dovrebbe inaugurare.

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Cammineremo su una passerella trasparente a 20 metri sopra piazza del Duomo: la data dei lavori e dell’inaugurazione

# Sospesi a 20 metri di altezza sopra piazza Duomo

Credits Urbanfile – Arengario ponte

Museo con vista. La conferma del raddoppio del Museo del Novecento è datata fine 2023, dopo l’approvazione del progetto in Giunta. Una rivoluzione storica per piazza Duomo che non solo vede la riqualificazione dell’Arengario gemello da destinare alle opere contemporanee, ma soprattutto una scenografica passerella sospesa per collegare i due palazzi. Il principale obiettivo del progetto è raggiungere una sintesi architettonica tra i due edifici gemelli in modo da formare un unico organismo. Una scelta finita al centro del dibattito politico, quella della passerella, con la Soprintendenza inizialmente contraria. 

# Le caratteristiche della passerella, Soprintendenza permettendo

Alla fine tra la passerella sospesa o la trasformazione di Via Marconi in una piazza-cortile si è deciso di propendere per la prima, anche se sempre la Soprintendenza ha richiesto un “percorso evolutivo” rispetto all’ultimo progetto presentato. In base alle ultime informazioni e rendering disponibili dovrebbe essere posizionata in linea con il terzo livello dei due Arengari, all’altezza di 19,65 metri, e costituita da una trave reticolare fissata direttamente alle colonne laterali esistenti degli edifici, completamente reversibile.

Concepita come una sorta di proscenio, vista dall’Ottagono della Galleria si poggia sul tetto dell’edificio basso senza spezzare la vista della Torre Martini. Il lato della passerella affacciato su piazza Duomo presenta pareti trasparenti e leggere, mentre la parte inferiore è rivestita con una struttura convessa a specchio. Questo design permette di riflettere le vedute e i movimenti della piazza, creando un effetto visivo unico.

# Oltre 1.000 mq di spazi museali per un investimento salito a 27 milioni di euro

Grazie alla riqualificazione e all’utilizzo del palazzo gemello, il Museo del Novecento guadagna oltre 1.000 mq di nuovi spazi espositivi. L’investimento totale è aumentato a circa 27 milioni di euro rispetto ai 18,5 precedentemente stimati, con 5 milioni donati da Giuseppina Antognini, presidente della Fondazione Pasquinelli e mecenate milanese. Previsti interventi anche nel primo edificio, come la modifica dell’ingresso alle sale per mostre temporanee al piano terra, per un accesso più diretto dopo l’acquisto del biglietto, e l’aggiunta di un laboratorio di conservazione delle opere in sostituzione delle sale conferenze e del deposito.

Credits professionarchitetto – Caffetteria Museo del Novecento

Il nuovo edificio prevede al suo interno:

  • un portico a due piani con un bookshop accessibile al pubblico e una caffetteria con tavolini;
  • un auditorium al mezzanino dotato di sedute retrattili, che permetteranno di utilizzarlo come sala per installazioni, mantenendo il piano terra libero per la nuova “piazza pubblica”;
  • quattro piani di spazi museali sopra il portico, capaci di ospitare più di cento opere.

# Il percorso museale

Credits professione architetto – Nuove sale Arengario

Il percorso museale è progettato per offrire nuove interpretazioni e confronti, partendo dagli anni Ottanta fino alle esperienze artistiche più recenti. Tra queste, sarà presente un’importante collezione di opere chiave del primo Novecento provenienti dalla Collezione Giuseppina Antognini e Francesco Pasquinelli. Il valore della collezione è pari a 15 milioni di euro, che si aggiungono alla donazione di 5 milioni effettuata sempre da Giuseppina Antognini.

# Cantieri attesi per il 2024, l’inaugurazione entro la fine del 2026

Credits professionarchitetto – Raddoppio museo del novecento.jpg

Le ipotesi iniziali erano di inaugurare il nuovo edificio museale in tempo per le Olimpiadi Invernali di Milano Cortina 2026 ma, vista la durata del cantiere stimata in 2 anni, non sarà possibile rispettare tale scadenza. Il 2024 dovrebbe comunque essere l’anno buono per la partenza di lavori, entro marzo era atteso il progetto esecutivo ed entro il primo semestre il bando di gara, anche se comunicazioni recenti a riguardo non sono arrivate. Se per l’autunno si troverà l’azienda incaricata a realizzare il progetto, l’apertura del gemello dell’Arengario con annessa passerella dovrebbe avvenire per la fine del 2026. 

Continua la lettura con: Aperta (parzialmente) la passerella trasparente sospesa di Renzo Piano

FABIO MARCOMIN

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Stazione Bovisa da smantellare? Serve un terminal all’altezza della vivacità del quartiere

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ognistazione IG - Stazione Bovisa

La stazione Bovisa odierna è brutta e poco funzionale. In un quartiere in grande slancio, perché non si costruisce un terminal migliore? Purtroppo anche il nuovo progetto, con il bando assegnato all’inizio del 2024, non prevede una trasformazione radicale della stazione.

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Stazione Bovisa da smantellare? Serve un terminal all’altezza della vivacità del quartiere

# Quando la stazione Bovisa aveva un fascino retrò

credit: wikipedia

Costruita nel 1879 all’incrocio delle linee per Erba e Saronno, la stazione serviva le crescenti industrie della zona. I treni, accompagnati dal fumo delle industrie chimiche, sbuffavano passando tra gasometri e ciminiere. Nonostante la sua semplicità, la stazione conservava un fascino retrò con panche di legno, orologi e muri scrostati, divisi in sala di attesa di prima e seconda classe.

Le vecchie fabbriche, le case di ringhiera e le botteghe circostanti erano animate da una umanità ormai scomparsa. Il viavai quotidiano di operai e studenti era spesso avvolto dalla nebbia e dai fumi industriali, poi sostituiti dallo smog automobilistico dopo la chiusura delle fabbriche. L’atmosfera della stazione richiamava l’antico fascino di Timisoara o Stettino.

# Ma c’era un problema: la stazione doveva essere abbattuta

Stazione di Timisoara

La stazione, menzionata dal Tessa nei suoi racconti, ha attraversato due guerre mondiali, bombardamenti e cambiamenti sociali significativi. Con il tempo è diventata un importante nodo nel traffico ferroviario lombardo, tra i più grandi in Europa secondo i ferrovieri. L’antico edificio non poteva più gestire i nuovi volumi di traffico con le nuove linee del passante, così, nonostante qualche protesta negli anni ’80, fu demolito.

La nuova Bovisa, all’epoca una vasta area post-industriale, non era ancora il polo tecnologico o il distretto del design che è oggi durante il Salone del Mobile.

# La vecchia stazione è stata sostituita da una nuova, più brutta, meno efficiente e incoerente con il dinamismo del quartiere

credit: b-log.ocula.it

In piena epoca di tangenti e cantieri interminabili, in una Milano senza architettura significativa, sorge questo obbrobrio con una scalinata di accesso assurda, progettata solo da un mentecatto. È così scomoda che chi la percorre sotto la pioggia o la neve non può fare a meno di imprecare. La stazione, brutta e anonima, domina il parcheggio squallido di fronte, luogo di un mercatino domenicale anacronistico. Durante i “monsoni”, ci sono regolari infiltrazioni d’acqua all’interno.

Un vero peccato dato che si trova in uno dei quartieri più dinamici della città, dove le vecchie fabbriche sono state rimpiazzate dal Politecnico, dall’incubatore di start-up e dalla sede europea della Tsinghua University di Pechino. Le case di ringhiera ristrutturate e vendute a prezzi elevati ora ospitano designer e studenti internazionali. A Bovisa, molti poli di attrazione rendono il quartiere estremamente vivace, inclusi il celebre Spirit di Milan alla livellara e la Scighera, insieme ad altri locali.

# Servirebbe un terminal ferroviario moderno e funzionale

credit: wikipedia

La regione e Trenord sono intenzionate ad intervenire per finanziare importanti lavori di ammodernamento ed ampliamento. Non ci aspettiamo la ricostruzione della vecchia stazione,  figuriamoci, Milano non è Varsavia. Ci attendiamo però, anche in previsione delle trasformazioni che interesseranno il quartiere nei prossimi anni, (ricordiamo il recupero dello Scalo Farini e della Goccia) che si demolisca quella porcheria e si pensi a qualcosa di più ambizioso, bello e magari futuristico. Un terminal dove si possa arrivare direttamente al suo interno con il tram o con la filovia senza dover percorre duecento metri  in balia delle intemperie, trascinando magari pesanti e ingombranti valigie se diretti all’aeroporto. Un terminal ferroviario prestigioso e accogliente.

La Milano che si sta sempre più rapidamente delineando moderna e accattivante, non deve più lasciare spazio a cagate tirate su in fretta e furia con materiali scadenti e concezioni superate. Il bando assegnato da poco non sembra però andare in quella direzione.

# Approvato il bando per la riqualificazione del nodo Milano Bovisa

Qualcosa si muove. A maggio 2023 è stato pubblicato il bando per la progettazione esecutiva e la realizzazione dei lavori di ammodernamento e potenziamento strutturale del nodo ferroviario di Milano Bovisa, a seguito alla procedura di Conferenza dei Servizi sul progetto definitivo, assegnato a gennaio 2024. L’azienda incaricata è la CEC – Consorzio Stabile Europeo Costruttori Soc. Cons. a r.l, che ha vinto con un ribasso ribasso unico percentuale pari al 7,00% dai 111.661.946,16 euro stimati a 103.931.492,02. La durata contrattuale dalla sottoscrizione è di 4 anni.

# Tutti gli interventi previsti, ma niente terminal avveniristico

ognistazione IG – Stazione Bovisa

L’obiettivo del riammodernamento della stazione è quello di ridurre le attuali limitazioni dell’impianto, per garantire ulteriori sviluppi dell’esercizio ferroviario. Questi gli interventi previsti nei 2,5 km di linea interessati:

  • quattro binari aggiuntivi a ovest dell’attuale fascio ferroviario e di due nuovi binari di attestamento posti a nord-ovest della stazione;
  • un nuovo sottopasso che consente il collegamento del nuovo binario “-1” al “passantino” esistente e lo scavalco dei nuovi binari “-2” e “-3” verso Cadorna;
  • un nuovo ponte sulla rete RFI in affiancamento all’esistente e un nuovo sottopasso a spinta in corrispondenza del cavalcaferrovia esistente ad archi della linea RFI;
  • una nuova passerella ciclopedonale di Via Lopez di scavalco della linea FerrovieNord e adeguamento e riqualificazione della viabilità locale sia sul lato Milano sia sul lato Saronno;
  • ampliamento del fabbricato viaggiatori della stazione verso ovest (lato Politecnico), per circa 39 metri in larghezza e 228 metri in lunghezza, con contestuale adeguamento di tutti gli impianti;
  • un impianto fotovoltaico sulla copertura del fabbricato viaggiatori;
  • adeguamento degli impianti ferroviari di trazione elettrica, inclusa una nuova sottostazione elettrica in sostituzione dell’esistente, e di segnalamento.

Continua la lettura con: La nuova fermata ferroviaria di Milano: sarà la stazione più futurista della città (Immagini)

Articolo di Andrea Urbano aggiornato dalla redazione

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Alessandria: “Vogliamo essere la porta della Grande Milano”

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Maps - Alessandria-San Cristoforo

Parma, a Sud, Bergamo, a Ovest, ma non solo: ora arriva anche da Ovest la richiesta di creare una Grande Milano, una città arcipelago. La stazione ferroviaria di Alessandria si candida di diventare il capolinea occidentale del sistema ferroviario milanese. Queste le richieste del primo cittadino per trasformare l’idea da sogno a realtà.

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Alessandria: “Vogliamo essere la porta della Grande Milano”

# “Alessandria potrebbe diventare un’altra stazione di Milano, se non altro l’avamposto più occidentale della sua area metropolitana”

eli.frasca IG – Stazione Alessandria

A parlare è il Sindaco Giorgio Abonante, che chiede per la città da lui amministrata un collegato adeguato ed efficiente al principale hub del trasporto ferroviario del Nord Italia: “Alessandria potrebbe diventare un’altra stazione di Milano, se non altro l’avamposto più occidentale della sua area metropolitana. Ma perché succeda è necessario che la città venga coinvolta nei tavoli di confronto e di pianificazione del servizio ferroviario tra Piemonte e Lombardia. Non possiamo più aspettare”. La richiesta avviene in un momento in cui Rfi ha annunciato la riqualificazione della stazione cittadina con un investimento di 16,5 milioni di euro, un’occasione da cogliere al volo per migliorare il servizio ferroviario dei 3,8 milioni di passeggeri in transito ogni anno.

# Da Alessandria a Linate passando per la M4

Maps – Alessandria-San Cristoforo

Per trasformare la stazione di Alessandria nella capolinea occidentale del sistema ferroviario milanese il Sindaco della città piemontese propone di approfittare della dimissione dello scalo di Porta Genova a Milano per collegarsi direttamente alle M4, arrivando con i treni a San Cristoforo, e quindi a Linate: “Si parla con insistenza dell’abbandono di Milano Porta Genova e in quest’ottica noi possiamo e dobbiamo diventare capolinea della tratta per e attraverso San Cristoforo, che significa il collegamento con la linea 4 della metro e, quindi, con piazza San Babila in pochi minuti e con l’aeroporto di Linate in venti. Le idee ci sono già tutte, dovremmo poterne discutere con la Lombardia ma abbiamo bisogno di Piemonte e Amp, totalmente assenti”.

Leggi anche: Addio Porta Genova: sarà smantellata la storica stazione

# Servono più collegamenti e un biglietto unico con il servizio ferroviario milanese

Mappa Ferrovie suburbane e passante 2023

Per rendere tutto questo possibile è necessario, spiega il Sindaco Abonante, che vengano potenziare i collegamenti con Milano attraverso le linee esistenti, oggi scadenti. Sono stati già presentati dei progetti che prevedono interventi a costo, ma che paiono non interessare nè a Regione Piemonte nè all’Agenzia di Bacino del trasporto pubblico. Queste le sue parole: “È evidente che sia la Regione che l’Agenzia per la mobilità non abbiano alcuna intenzione di condividere con noi le linee guida dei collegamenti ferroviari strategici. Non siamo periferia, come spesso viene frainteso, ma un’area sulla quale si sovrappongono Piemonte, Lombardia e Liguria.”

Tra le richieste c’è anche quella di avere un biglietto unico, per “entrare nella tariffazione di Trenord della Lombardia, dalla quale invece ora siamo assurdamente esclusi. Come capolinea di tratte importanti, pensiamo alla Alessandria – Pavia – Milano Centrale, alla Alessandria – Pavia e alla Alessandria – Mortara – Milano Centrale, dovremmo poter portare il nostro contributo”.

Fonte: La Stampa

Continua la lettura con: Milano-Torino come una supermetro: approvato il potenziamento della frequenza dei treni

FABIO MARCOMIN

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Queste sono le isole caraibiche della Lombardia

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Ph. @ele_zed IG

La Lombardia ha al suo interno di tutto. Perfino delle isole. E non si parla di andare a Malpensa o a Orio al Serio e prendere il primo volo per Saint Martin, Antigua o Los Roques. A chi ci contestava di non avere spiagge è stato risposto con una piccola (e vista, l’ampia offerta, faticosa) selezione di perle lacustri.
A chi ci contesta di non avere isole o di non possedere le bellezze delle isole, rispondiamo con una selezione di 5 capolavori di natura esotica e storia secolare, da raggiungere in traghetto o, volendo e in alcuni casi, addirittura a piedi!
Ps. la Lombardia non ha isole e non è un’isola… La Lombardia le isole le ha DENTRO. Foto cover: @ele_zed IG

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Queste sono le isole caraibiche della Lombardia

#1 Isola di San Biagio (Isola dei Conigli) – Lago di Garda

Ph. credits: paesaggimozzafiato facebook

L’Isola di San Biagio è certamente più conosciuta come Isola dei Conigli per una grande presenza di questi simpatici animali che girano indisturbati.
Qui l’acqua è cristallina come ai Caraibi ed, essendo distante pochi metri da Punta Belvedere, quando il livello del lago scende la si può raggiungere anche a piedi!

 

#2 Isola Comacina – Lago di Como

ph. credits: giteinlombardia

L’Isola Comacina è l’unica isola che si trova nel Lago di Como e la si raggiunge da Ossuccio con un servizio di barche. La sua storia è lunga secoli: abitata fin dall’antichità, fu al centro di numerose guerre ed è una delle aree archeologiche più interessanti dell’Italia settentrionale per l’alto medioevo.
Con una superficie di circa 6 ettari, l’isola rappresenta un meraviglioso esempio di vegetazione tipicamente mediterranea.

 

#3 Isole Borromee – Lago Maggiore

Ph. credits verbanovolant

Giardini lussureggianti, di cui uno tra più apprezzati al mondo, una natura rigogliosa ovunque e palazzi barocchi: le isole Borromee formano un arcipelago da sogno nel lago Maggiore, tra Lombardia e Piemonte. Le sue isole sono l’Isola Madre, l’Isola Bella, l’Isola dei Pescatori, l’Isola San Giovanni e La Malghera.
L’Isola Madre, la più vasta tra le isole non è abitata ma offre la visita di un sontuoso palazzo del Cinquecento, Palazzo Borromeo, circondato da otto ettari di meraviglioso giardino, in cui ci si può perdere tra specie botaniche rare ed esotiche, provenienti da tutto il mondo. Sì, lo so che anche se sono in mezzo al lago formalmente risultano appartenere al Piemonte. Però arrivando dalla sponda lombarda si può arrivare senza mettere piede fuori dalla Lombardia.  

 

#4 Isola di Loreto – Lago d’Iseo (feat. Monte Isola)

Ph. credits: visitbergamo

L’isolotto privato al largo di Carzano, proprio accanto al Monte Isola, è privato. Non è perciò visitabile, ma ci sono varie escursioni in barca che lo circumnavigano.
La gita è molto suggestiva e permette di ammirare la villa che venne fatta costruire dal suo proprietario e la sua torretta con le belle merlature. Tra l’altro la vicina Monte Isola è anche degna di nota: la più grande isola lacustre d’Europa.

 

#5 Isola dei Cipressi -Lago di Pusiano

Ph. credits: dimorestoricheitaliane

L’isola dei Cipressi è una piccola isola di circa due ettari di estensione, su cui è costruita una piccola casa. La storia dell’Isola dei Cipressi inizia nel Neolitico (10-15000 a.C.) e sulla punta orientale al tempo c’era un villaggio di palafitte.
Ovunque si incontrano numerosi animali come scoiattoli, tartarughe, canguri wallaby, cicogne, gru coronate, gru damigella, pavoni ecc. e più di 100 piante del giardino botanico.

Continua la lettura con: Il NUOVO CAMMINO tra i borghi della Milano est per “congiungersi a Dio”

BARBARA VOLPINI

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I Navigli riaperti nella Milano del futuro? Tutte le risposte sul progetto più desiderato dai milanesi

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Non se ne parla più molto ma il progetto di riapertura nei navigli è sempre nei sogni dei milanesi. Ecco un quadro sintetico di come potrebbe essere. 

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I Navigli riaperti nella Milano del futuro? Tutte le risposte sul progetto più desiderato dai milanesi

Fonte: progettonavigli.comune.milano.it

# Referendum sì, referendum no

L’alternativa secca tra referendum o scelta d’imperio, ha partorito ad oggi un compromesso. Niente referendum ma débat public

È un approccio nato in Francia, come il nome suggerisce, molto utilizzato per la realizzazione di infrastrutture importanti, non ultimo centrali nucleari.

# Cosa prevede il progetto?

Prima di tutto è necessario ricostituire quella che era l’antica continuità idraulica della città riportando – attraverso la posa di nuove tubazioni ed il riutilizzo ove possibile di quelle esistenti – le acque del Naviglio Martesana in collegamento con la Darsena, la Vettabbia ed il sistema dei canali irrigui del Sud Milano.

Successivamente le acque dovrebbero essere riportate in superficie in cinque tratti, ritenuti i più idonei:

Tratto A: da Via Melchiorre Gioia a Cassina dè Pomm a Via Carissimi (850m).

Tratto B: da Conca dell’Incoronata a Viale Monte Grappa a Via Castelfidardo (230m).

Tratto C: da Via Francesco Sforza a Via Laghetto a Corso di Porta Romana (410m).

Tratto D: da Piazza Vetra a Via Molino delle Armi a Via Vettabbia a Corso di Porta Ticinese (300m).

Tratto E: da via Marco d’Oggiono alla Darsena (260m).

Fonte: progettonavigli.comune.milano.it
milano in barca
Fonte: progettonavigli.comune.milano.it

# Quanto costa?

L’importo totale delle opere, compreso oneri per la sicurezza e fiscali, è di circa 150 milioni di Euro.

# In che tempi?

La durata complessiva delle attività è stimata in 8 anni. Di questi, 3 per attività di carattere tecnico ed amministrativo e 5 anni per la realizzazione vera e propria delle opere.

Insomma, attorno al 2030 magari non andremo in barca a Milano, ma la città potrebbe presentare un volto molto diverso.

# La fatidica domanda. A che serve riaprire i navigli?

Il dossier di progetto elenca varie ragioni tecniche, come il contributo alla riduzione dell’inquinamento, la raccolta di acque da incanalare verso le coltivazioni agricole fuori città, favorire la socializzazione, eccetera.

Oltre a questi ci possono essere delle esternalità positive, come i lavori di riqualificazione attorno ai cinque tratti, che potrebbero essere fatti e che, intelligentemente, i cittadini hanno chiesto nel corso degli incontri del débat public.

I critici, anche in Consiglio Comunale, dicono che non si tratta di una vera riapertura dei navigli, ma semplicemente un loro “riaffioramento” in cinque ben delimitati punti della città. Di conseguenza è solo un’operazione di marketing.

Chi lancia quest’accusa paradossalmente non si rende conto di avere sfiorato – solo sfiorato purtroppo, non colto – l’essenza di Milano. Milano, al pari delle grandi capitali europee, con le quali legittimamente ambisce a confrontarsi, ha bisogno come il pane proprio di marketing, oltre a tutto il resto, ovviamente.

Pensiamo forse che Londra, Parigi o NY, solo per citarne alcune, non abbiano investito tempo e risorse nella promozione della loro immagine, che passa anche per la realizzazione di infrastrutture iconiche?

Ben venga quindi la riapertura parziale dei navigli e ben venga il marketing, che se fatto seriamente e basato su fatti concreti, è la benzina della quale il motore meneghino ha bisogno per attrarre investimenti, talenti, svilupparsi e diventare la città moderna e inclusiva che merita di essere.

Nota: le informazioni e le immagini riprodotte, sono tratte dal sito ufficiale del Comune di Milano Progetto Navigli, https://progettonavigli.comune.milano.it dal quale si può seguire l’andamento dell’opera.

Continua la lettura con: Le cose più belle da fare sui Navigli

ROBERTO ADRIANI

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Le 10 spiagge capolavoro della Liguria

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Credits michelbehare IG - Cala Maramozza

Per molti milanesi è il mare di Milano. Il mar ligure. E le spiagge di Milano sono lungo quella costa. Ma quali sono le più belle? Il sito skyscanner con l’aiuto della sua community di viaggiatori ha scelto le migliori. Ecco quali sono. 

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Le 10 spiagge capolavoro della Liguria

#1 Cala Maramozza, il piccolo fiordo del Golfo dei Poeti (Lerici, La Spezia)

Credits michelbehare IG – Cala Maramozza

Per trovare una delle spiagge più belle delle Liguria dobbiamo andare a Lerici, nel Golfo dei Poeti. In questo borgo marinaro della Riviera di Levante, tra le bellissime spiagge adatte alle famiglie e calette nascoste incastonate nella roccia come diamanti preziosi, c’è Cala Maramozza. Un piccolo fiordo con una battigia di sabbia dorata, un faraglione squadrato in mezzo e un mare cristallino dal colore turchese.

 

#2 Spiaggia di Fegina, la battigia di granelli dorati (Monterosso al Mare, La Spezia)

Credits elisabetta_ig IG – Spiaggia di Fegina

Nel pittoresco borgo marinaro di Monterosso al Mare nelle Cinque Terre c’è la suggestiva Spiaggia di Fegina. La più lunga di questo tratto di costa e comodissima da raggiungere con il treno, si trova infatti direttamente di fronte alla stazione ferroviaria. La sua battigia si caratterizza per piccolissimi granelli dorati mentre nel mare si protende un enorme scoglio. Anche qui l’acqua ha dei colori incredibili che spaziano dal verde smeraldo al blu cobalto. Da qui parte anche il sentiero azzurro, la tratta più bella che porta a Vernazza. 

 

Leggi anche: Le 7+1 SPIAGGE LIBERE più BELLE d’Italia

#3 Baia del Silenzio, la spiaggia abbracciata dalle case colorate (Sestri Levante, Genova)

Credits gianbadaracco IG – Baia del Silenzio

Percorrendo la Liguria verso ponente si arriva a Sestri Levante e alla piccola ma famosissima Baia del Silenzio. È riconosciuta come una delle spiagge più iconiche e belle della Liguria e dell’Italia, un lembo di sabbia dorata e un mare turchese abbracciati da una cortina di abitazioni colorate. Da non perdere anche la più grande Baia delle Favole che si trova esattamente dal lato opposto della penisola su cui si suddivide il comune ligure.

 

Leggi anche: Le 10 LOCALITÀ PREFERITE dagli italiani per la CASA VACANZA

#4 Baia di Paraggi, una piscina naturale di mare verde (Santa Margherita Ligure, Genova)

Credits: @letiziapellenghi IG – Paraggi

Un’altra magnifica baia è quella di Paraggi, in una frazione di Santa Margherita Ligure, dall’altra parte del Golfo del Tigullio. Questa spiaggia tra i comuni di Santa Margherita e Portofino è una vera e propria piscina naturale: una cala con acqua cristallina, da un colore verde smeraldo talmente intenso da sembrare finto, e sabbia candida ne fanno un luogo da sogno. 

#5 San Fruttuoso, la spiaggia di ciottoli del Cristo degli Abissi, raggiungibile solo in barca o a piedi (Camogli, Genova)

Credits patty_intotheblue IG – San Fruttuoso

L’incantevole spiaggia di ciottoli di San Fruttuoso, lambita da uno mare cristallino e incastonata in una piccola insenatura del Monte di Portofino, è una della più remote e suggestive baie in Italia. Ancora presente un torrione del ‘500, la Torre Doria, e una sorgente d’acqua dolce intorno alla quale venne eretta nell’VIII secolo d.C un’abbazia benedettina ideale proprio per la sua inacessibilità. Si può raggiungere solo via mare, o via terra tramite un sentiero da Camogli o da Portofino. A 17 metri di profondità si può ammirare la celebre statua del Cristo degli Abissi.

 

Leggi anche: I 7 LUOGHI più INACCESSIBILI da visitare in Italia

#6 Bergeggi, arenile bianco e acqua dalle sfumature di azzurro (provincia di Savona)

Credits giulsdellecave IG – Spiaggia di Bergeggi

Nella prima tappa sulla Riviera di Ponente c’è la bellissima spiaggia libera e in parte attrezzata di Bergeggi. A due passi dalla Riviera delle Palme questa spiaggia non è una delle più belle della Liguria solo per il suo arenile bianco e l’acqua dalle sfumature di azzurro, ma anche per l’omonima isola dirimpettaia e la Riserva Naturale Regionale con piccoli gioielli naturali da scoprire.

 

#7 La Baia dei Saraceni a Varigotti, un paesaggio da cartolina (Finale Ligure, Savona)

Credits andrea2690-pixabay – Baia dei Saraceni

Nel grazioso borgo di Varigotti, frazione di Finale Ligure, si trova la Baia dei Saraceni, tra le più belle località dell’intera Liguria. Il mare ha colori favolosi, acqua limpida e scogli mozzafiato. La spiaggia si compone di sabbia dorata e sottile ghiaino ed è circondata dalle pittoresche casette color pastello. Un paesaggio da cartolina.

 

#8 Spiaggia di San Lorenzo al Mare, sabbia fine alternata a scogli e un mare trasparente (provincia di Imperia)

Credits margagilli IG – San Lorenzo al Mare

Tra le più belle spiagge libere c’è anche quella di San Lorenzo al Mare, nel comune più piccolo dalla provincia di Imperia. Meno famosa delle precedenti, si caratterizza per una battigia di sabbia fine alternata a scogli e un mare trasparente e pulito. 

 

#9 Spiaggia la Fortezza, un lunghissimo litorale arenile dorato e sabbioso (Arma di Taggia, Imperia)

Credits spiaggia_la_fortezza IG – Spiaggia la Fortezza

Rimanendo sempre in provincia di Imperia c’è Arma di Taggia, frazione marittima del comune di Taggia, una piccola perla della Riviera di Ponente. Dista pochi chilometri da Sanremo e oltre ad essere famosa per le sue olive dal colore bruno e dal sapore intenso e il suo gustoso olio, è conosciuta per il lunghissimo litorale arenile dorato e sabbioso della Spiaggia attrezzata la Fortezza. La spiaggia ha fondali morbidi, bassi e digradanti ed è stretta tra la fortezza del XVI secolo da una parte e la darsena e il porto dall’altro.

 

# 10 Spiaggia dei Balzi Rossi, con sassolini bianchi levigati dal mare e rocce rossastre (Ventimiglia, Imperia)

Credits lore_chumbo IG – Spiaggia Balzi Rossi

Anche conosciuta come Spiaggia delle Uova, la Spiaggia dei Balzi Rossi è un incantevole angolo di mare della Riviera di Ponente. Un fazzoletto di sassolini bianchi levigati dal mare e rocce rossastre formatesi da ferroso calcare dolomitico crea uno spettacolo unico insieme all’acqua cristallina del mare, dall’azzurro cielo al verde smeraldo. Per gli amanti della storia da non perdere le antichissime grotte di origine preistorica nel museo naturale a pochi passi.

 

Fonte: Skyscanner

Continua la lettura con: La LOCALITÀ di MARE più CARA d’Italia (tra le più vicine a Milano)

FABIO MARCOMIN

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10 cose che sembrano senza senso a Milano

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Credits Andrea Cherchi - Tram e bus

Milano sembra una città razionale, sobria, di buon senso. Invece quando meno te l’aspetti ti può sorprendere con qualcosa di folle. 

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10 cose che sembrano senza senso a Milano

#1 Porta Nuova è una porta vecchia

E’ la porta simbolo della nuova Milano. Anche perché il nome è propizio: Porta Nuova. In realtà è una porta vecchia di due secoli, anche se era la più moderna delle antiche porte di Milano.

#2 La M5 è stata fatta prima della M4

Milano-M4
Milano-M4

Per anni i turisti si sorprendevano per questa cosa buffa: la M5 è stata costruita molto tempo prima rispetto alla M4. Un fatto bizzarro che ha un solo caso simile nel mondo: a Vienna. Piano piano si sta recuperando il terreno perduto e presto questa storia sarà solo una curiosità del passato. 

Leggi anche: 5 questioni ancora aperte sulla M4

#3 Via due giugno non è per la festa della Repubblica

Via due giugno è a Baggio. Anche se lo può sembrare, non è dedicata alla festa della Repubblica ma è il giorno della morte di Garibaldi.

#4 Milano è l’unica città italiana a non avere una via Roma

A Roma c’è via Milano, ma a Milano non c’è via Roma. Ha contravvenuto a una disposizione fascista. Si è salvata con Porta Romana. Unica altra eccezione in Italia dove manca via Roma: Abbiategrasso, comunque in provincia di Milano.

Leggi anche: perchè Milano è l’unica in Italia dove non c’è via Roma

#5 Il fondatore di Milano è relegato in periferia

Al fondatore di Milano il re dei celti Belloveso è stata intitolata solamente una piazza periferica, dalle parti di Niguarda.

Leggi anche: la storia di Belloveso, il fondatore di Milano

#6 San Colombano fa parte della città metropolitana anche se è staccato dal territorio di Milano

San Colombano (in rosso) e la città metropolitana di Milano (in giallo)
San Colombano (in rosso) e la città metropolitana di Milano (in giallo)

San Colombano è un exclave di Milano all’interno della provincia di Lodi e di quella di Pavia. E’ stato deciso di mantenerlo nell’allora provincia di Milano e successivamente nella città metropolitana (su volontà dei cittadini) perchè è il luogo dove c’erano i vigneti degli Sforza e da dove ancora oggi si produce l’unico vino di Milano. Non solo: i cittadini hanno votato per restare parte di Milano. 

Leggi anche: San Colombano, la colonia di Milano

#7 Il tram è maschio, l’autobus è femmina

Credits Andrea Cherchi – Tram e bus

Il 9, la 78. Il primo è un tram, il secondo è un autobus, anche se è declinato al femminile. Già, perchè l’autobus a Milano è femmina. 

Leggi anche: Le stranezze dei mezzi pubblici di Milano

#8 Cologno è Monzese ma è in provincia di Milano

Credits: wikipedia.org

Come Novi ligure in Piemonte o San Giuliano di Puglia che è in Molise.

#9 Viale Rimembranze: l’unico viale a forma di Piazza

Le piazze sono circolari, i viali sono lineari. E’ così ovunque, ma non a Milano. Non a Lambrate, almeno. Dove si trova viale Rimembranze, l’unico viale a forma perfettamente circolare. Leggi anche: viale Rimembranze il viale a forma di piazza

#10 Ha le statue dei personaggi in piazze non intitolate a loro

Credits: tripadvisor.t – Leonardo da Vinci

E’ forse l’unica città al mondo dove le statue dei personaggi storici sono messe in piazze diverse da quelle intitolate a loro. Leonardo Da Vinci è in piazza della Scala, non nella piazza a lui dedicata davanti al Politecnico. La statua di Verdi è in piazza Buonarroti, Garibaldi è in largo Cairoli. E così via. Anche se c’è una eccezione: Missori in piazza Missori. 

Continua la lettura con: I 7 luoghi più curiosi di Milano

MILANO CITTA’ STATO

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Le fermate della metro più profonde a Milano e nel mondo

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Sappiamo tutto delle nostre linee metropolitane? Ad esempio quanto corrono sotto la superficie, quali sono le stazioni più profonde di ogni linea. E in Italia o nel mondo? Scopriamo tutti i record sulle metro più profonde.

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Le fermate della metro più profonde a Milano e nel mondo

#1 Linea M1: Fermata Pero a 15 metri

Credits: sottomilano.it – Stazione Pero M1

La linea rossa o M1 è la prima realizzata a Milano, inaugurata nel 1964, lunga 27 km per 38 stazioni ed è anche la meno profonda di tutto il sistema di metropolitane. Infatti per realizzarla si è utilizzato il “Modello Milano” dello scavo a cielo aperto, con una profondità media tra i 7 e i 10 metri. L’eccezione è la stazione di Pero che scende al piano banchina fino a 15 metri.

#2 Linea M2: Centrale, Cadorna e altre 4 fermate a -15 metri

Credits: ilgiorno.it – Centrale Fs

Sulla falsariga della linea rossa anche la linea verde, la più lunga con 40,4 km per 35 stazioni e aperta nel 1969, corre a bassa profondità, anche se in questo caso sono numerose stazioni che scendono più in basso a 15 metri: Centrale, Cadorna, Caiazzo, Moscova, Piola e Gioia.

#3 Linea M3: Duomo a -22,5 metri

Credits: wikipedia.org – Duomo M3

La terza linea metropolitana milanese, realizzata quasi completamente negli anni ’90 e lunga 16,6 km per 21 stazioni, registra una profondità media di 15 metri. Alcune esterne sono più in superficie, ad esempio Comasina, Porta Romana e Corvetto a meno 12 metri, mentre le più profonde sono Missori, Crocetta e Sondrio a 20 metri sotto il piano stradale e Duomo, la stazione più profonda in assoluto della M3, a meno 22,5 metri.

#4 Linea M5: prima della M4 la più profonda delle linee milanesi era Lotto a meno 25 metri

Credjts: metroricerche.com – Scale mobili Lotto M5

La prima linea driverless di Milano, la lilla o M5, aperta completamente nel 2015 è lunga a 13 km con 19 fermate. Le sue gallerie si trovano leggermente più in basso di quelle della linea gialla a una media di 15-17 metri sotto la superficie. Le stazioni più profonde sono Garibaldi a -20 metri e Lotto che scende di 25 metri, che ne ha fatto la stazione più profonda tra le linee in esercizio prima della M4.

#5 Linea M4: Dateo la nuova fermata più profonda in assoluto, si scende per 32 metri

Credits: metroricerche.com – Stazione tipo M4

La linea M4 sarà estesa 15 km e avrà 21 stazioni e viaggia a una profondità media di 20. La stazione più profonda della quinta linea metropolitana ad aprire in città, driverless come la M5, è quella di Dateo a meno 32 metri perchè in quel punto la linea è costretta a transitare sotto il passante ferroviario dove avviene appunto l’interscambio con la metropolitana.

# La più profonda d’Italia? Toledo a Napoli, a 45 metri sotto la superficie

Stazione Toledo Napoli

La linea 1 di Napoli progettata da Metropolitane Milanesi, corre molto in profondità a causa del sottosuolo partenopeo che ha un’intera città antica sotto quella attuale, la “Napoli sotterranea, e un terreno di tufo friabile che obbliga a scendere nelle viscere. La stazione più profonda è Toledo, conosciuta come la metro dell’arte e votata come la più bella d’Europa, e per raggiungerla bisogna andare giù per 45 metri con 5 piani da percorrere.

Dopo Napoli c’è al momento Roma nella seconda posizione italiana con la fermata San Giovanni della Linea C a – 35 metri, che interscambia con linea A.

# Quali sono le fermate di metropolitana più profonde al mondo? Il record è -105 metri

Quali sono invece a livello mondiale le fermate più profonde? Tra le prime 5 fermate, l’unica occidentale è a Portland, le altre sono tra il blocco russo e l’Asia. Ecco le più profonde in assoluto:

#5 Washington Park, a Portland, scende fino a 79 metri ed è la stazione metro più profonda del Nord America.

#4 A 84 metri troviamo Park Pobedy, a Mosca.

#3 Puhŭng station, a Pyongyang, profonda 100 metri. Costruita seguendo il modello della metropolitana di Mosca, è una delle due sole stazioni metro accessibili ai turisti stranieri, l’altra è la stazione Yŏnggwang.

#2 Admiralteyskaya, a San Pietroburgo, a seguire a 102 metri

#1 Con 105 metri di profondità, la più profonda è Arsenalna a Kiev, in Ucraina.

Continua la lettura con: La metropolitana più profonda del mondo

FABIO MARCOMIN

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Le parole del dialetto milanese di origine straniera

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Credit: @italiasquisita

La lingua di una città come Milano, che nei secoli ha subito tante dominazioni straniere,
non può che risentire degli influssi dei popoli che, nel tempo, hanno lasciato la loro impronta Milano.

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Le parole del dialetto milanese di origine straniera

# Il milanese celtico: da ciappà a Milano

Credit: @alessiaproserpio

L’influsso dei Celti (i Galli per i Romani) è inequivocabile nella fonetica del nostro dialetto, che presenta molti suoni comuni alla lingua francese ma assenti in quella italiana.

Fra le parole che derivano dal linguaggio dei druidi, la prima da ricordare è il nome stesso di Milano: i romani la chiamarono Mediolanum, latinizzazione di “Medhelan”.

Nell’antica lingua celtica questo termine sta ad indicare una “terra sacra in mezzo alla pianura”. Fu qui che a metà del VI secolo a.C. i druidi costruirono il loro primo importantissimo santuario, al centro di coordinate astrali e terrestri ritenute estremamente favorevoli. Ubicazione di questo centro nevralgico della spiritualità celtica è l’odierna Piazza della Scala.

Tanti sono i vocaboli del dialetto milanese dove si ritrova una sicura radice celtica: arent
(da renta): vicino; bricch (da brik): dirupo; bugnón (da bunia): rigonfiamento, bubbone;
ciappà (da hapà): prendere; garón (da calon): coscia; rùsca (da rusc): buccia, corteccia.

# Influsso latino: dalla cadrega alla tosa

Credit: ciakclub facebook

Moltissimi sono i vocaboli di derivazione latina presenti sia nella parlata milanese che
nell’italiano, ma ce ne sono alcuni che nella lingua italiana non trovano riscontro: erborín
(da herbulam): prezzemolo; erbión (da herbilium): pisello; incœu (da hinc hodie): oggi;
quadrèll (da quadrellum): mattone; sgagnà (da ganeare): addentare mordere; stralùsc
(da extra lux): lampo, bagliore; tósa (da tonsam): ragazza.

Arimòrtis/Arimo: l’espressione utilizzata dai bambini milanesi per fare una pausa in un
gioco deriva da alea morta est (il gioco è morto, interrotto). E arivivis che si usa per
riprendere il gioco, deriverebbe da alea viva est, ovvero il gioco ricomincia.
Te doo nagòtt : non ti do niente, deriva da una storpiatura della frase latina “tibi do nec
guttam” che significa “non ti do neanche una goccia”.

E dato che il latino volgare era ricco di lemmi derivanti dal greco antico, il dialetto milanese possiede anche parole che derivano da quest’ultimo idioma come, ad esempio, cadrega (dal greco càthedra): sedia.

# Vocaboli di origine longobarda/gotica: da biott a bauscia

Credit: Pinterest

Con la caduta dell’Impero Romano e l’arrivo dei barbari, il milanese si è arricchito di lemmi
derivanti dalle lingue gotica e longobarda. A differenza dei Romani, i germanici non
imposero mai la loro lingua e quindi la parlata locale rimase sostanzialmente romanza.

Ma molte parole derivanti da questi due idiomi sono giunte sino a noi: dal longobardo, baùscia (da bauschen): gonfiarsi – tipica parola usata per identificare il
milanese un po’ sbruffone -; busècca (da butze): trippa; scòss e scossaa (da skauz):
grembo e grembiule; stracch (da strak): stanco e dal gotico, biott (da blauths): nudo.

# Vocaboli di origine provenzale

Nel nostro dialetto ci sono anche vocaboli riconducibili all’antico provenzale, a
dimostrazione di importanti “scambi culturali” transalpini: boffà (da bouffar): soffiare,
ansimare; dervì (da durbir): aprire; quattà (da descatar): coprire; setàss (da sassetar):
sedersi.

# Vocaboli di origine spagnola: da lócch ai mondeghili

Credit: @italiasquisita

Come conseguenza del dominio spagnolo sul Ducato di Milano, il dialetto milanese si è arricchito di nuovi lemmi, come lócch (da loco): stupido, teppista; pòss (da posado):
raffermo; rognà (da rosnar): brontolare; scarligà (da escarligar): scivolare; stremìzzi (da estremezo): spavento; tarlùcch (da tarugo): pezzo di legno, duro di comprendonio,
zuccone.

A questo elenco si aggiunge Mondeghìli: le famose polpette milanesi derivano dal catalano mondonguilha, mentre smorzà deriva dal basco smorzar: spegnere

# Vocaboli di origine francese: da rebellòtt a buscion

Credit: ricetta.it

Con Illuminismo e invasioni napoleoniche, il dialetto milanese si arricchì di lemmi derivanti
dal francese: articiòch (da artichaut): carciofo; busción (da bouchon): turacciolo; ciffón
(da chiffon): comodino; clèr da (éclair): saracinesca; giambón (da jambon): prosciutto;
fàtt (da fade): insipido; fránch (da francs): soldi; plafon (da plafond): soffitto; rebellòtt (da rébellion): disordine, confusione.

Alcune parole sono addirittura identiche: “oeuf”, “noisette” e “assez” che significano rispettivamente uovo, nocciole e abbastanza, mentre sacranón: accidenti, perbacco, tipica imprecazione milanese usata anche come epiteto ingiurioso “ti te seet on sacranón!” inteso come “sei una bestia!”, è una storpiatura della frase francese “Sacrè nom de Dieu”.

# Vocaboli di origine austriaca: da mochela ai ghei

Credit: greenme.it

Parole di radice tedesca si innestarono sul dialetto milanese all’epoca della dominazione
austriaca: ghèll e ghèi (da geld): soldi in generale ma più esattamente i centesimi.

Per dire che una persona o una cosa valevano poco si diceva infatti “el var cinqu ghèi” e infine móchela: smettila.

# Vocaboli di origine inglese: da brumista a sánguis

Credit: blog.urbanfile.org

E per non farci mancare niente, abbiamo anche qualche espressione derivante
dall’inglese, anche se scritte e pronunciate a modo nostro!
Brùmm e Brumìsta (da brougham): termini utilizzati rispettivamente per carrozza e per
chi la guidava, il vetturino. Prendiamo dall’inglese anche sánguis (da sandwich): panino imbottito.

Continua la lettura con: 10 PAROLE del DIALETTO MILANESE intraducibili in ITALIANO

ANNA RITA BORDONI

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Video: Gioia 20 est, il nuovo grattacielo nello skyline di Porta Nuova

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La “fase due” di Porta Nuova si sta concentrando oltre la BAM: al momento su Pirelli 35 e su “I Portali” all’incrocio con Melchiorre Gioia. Scopriamo i due progetti nella nostra visita al cantiere insieme alle ultime immagini dei rendering finali.

Il nuovo video di Milano Città Stato di Fabio Marcomin. Iscriviti al canale di milano città stato su YouTube per i video esclusivi.

 

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FABIO MARCOMIN

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Video: Pirelli 39, “the next big thing” di Porta Nuova

Bicocca Pavillon, il nuovo innovation hub di Milano: il progetto e le immagini del cantiere (VIDEO)

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Torre faro: il grattacielo che darà luce a Milano Sud (video)

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Organizzare una vacanza senza sforare il budget

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Piazza del Duomo

L’estate e le vacanze rappresentano un momento di svago e relax e si vorrebbe non pensare a niente. Ma ahimè a volte bisogna anche fare i conti con budget limitati. Che fare quindi? Rinunciare? Si possono organizzare delle belle vacanze anche tenendo un occhio al portafoglio. Con un po’ di pianificazione e creatività, è infatti, possibile godersi una vacanza indimenticabile senza sforare il budget.

Ecco alcuni suggerimenti pratici per organizzare una vacanza risparmiando

# Stabilisci il budget

Primo consiglio fra tutti: stabilisci un budget chiaro per ogni aspetto della vacanza, inclusi trasporti, alloggi, pasti e attività. Questo ti aiuterà a tenere traccia delle spese e a evitare di spendere più del previsto. Anche in viaggio tieni monitorate le uscite. Senza stress ma senza il rischio di brutte sorprese al rientro. Esistono numerose app che possono aiutarti a monitorare le spese durante il viaggio. Questi strumenti ti permettono di registrare le spese in tempo reale e di rimanere entro il budget stabilito.

# Pianificazione

Una delle chiavi per risparmiare è prenotare in anticipo. Voli, treni e alloggi tendono ad essere più economici se prenotati con largo anticipo rispetto alla data di partenza. Inoltre, molte strutture offrono sconti early bird per chi prenota in anticipo.

Anche essere flessibili con le date di viaggio può fare una grande differenza. Evita i periodi di alta stagione e cerca di partire durante la settimana piuttosto che nel weekend, quando i prezzi sono spesso più bassi.

Optare per destinazioni meno conosciute può essere un ottimo modo per risparmiare. Le mete turistiche più famose tendono ad avere prezzi più alti per alloggi e attività, mentre le destinazioni meno battute possono offrire esperienze altrettanto piacevoli a costi inferiori.

Considera anche opzioni di alloggio alternative come case vacanza, appartamenti o campeggi. Queste soluzioni non solo sono spesso più economiche degli hotel, ma offrono anche la possibilità di preparare i pasti, risparmiando ulteriormente sui costi del cibo.

Credits photoart-pixabay – Aereo

# Viaggio e Trasporti

Utilizza i Programmi Fedeltà: Se viaggi spesso, iscriviti ai programmi fedeltà delle compagnie aeree e degli hotel. Accumulare punti può portare a sconti significativi o addirittura a voli gratuiti e notti in hotel.

Trasporti Locali: Una volta arrivati a destinazione, utilizza i mezzi di trasporto pubblici. Sono molto più economici rispetto al noleggio di un’auto o ai taxi e offrono un’opportunità unica di immergersi nella vita locale.

# Attività e Pasti

Molte destinazioni offrono un’ampia gamma di attività gratuite o a basso costo, come musei con ingresso libero, parchi, spiagge e sentieri escursionistici. Informati sulle opzioni disponibili già prima della partenza e organizza il tuo soggiorno sfruttando queste opportunità.

I pasti rischiano di essere una voce, che soprattutto quando si è in molti, può incidere considerevolmente sull’importo totale della vacanza.
Per risparmiare sui pasti, considera di fare picnic o preparare alcuni pranzi al sacco. Visita i mercati locali per acquistare cibo fresco e autentico a prezzi contenuti e goditi un pasto in un parco o sulla spiaggia. Sarà un bel modo per immergersi nella realtà locale.

# Altri consigli per Risparmiare

Utilizza siti di comparazione prezzi e cerca offerte speciali e sconti.
Molti siti di viaggi offrono, ad esempio, pacchetti vacanza scontati, che combinano voli e alloggi a prezzi ridotti. Esistono siti per comparare i prezzi del parcheggio in aeroporto o per trovare il biglietto del treno più economico. Con pochi click potrai risparmiare davvero tanti soldi.

Prima di prenotare, cerca coupon e codici sconto online. Molte piattaforme di prenotazione offrono sconti per nuovi utenti o promozioni stagionali.

# Organizzare una vacanza in famiglia senza sforare il budget richiede un po’ di pianificazione e attenzione, ma è del tutto fattibile

Seguendo questi suggerimenti, potrai goderti una vacanza rilassante e divertente, senza dover rinunciare al comfort o alle esperienze indimenticabili. Ricorda, il segreto sta nel trovare il giusto equilibrio tra risparmio e piacere, assicurandoti che ogni membro della famiglia possa vivere momenti speciali senza preoccupazioni finanziarie.

REDAZIONE

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La migliore pizzeria di Milano: la classifica 2024

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lucauliari IG - Capuano's
Le pizze più apprezzate di Milano secondo l’infallibile gusto dei milanesi. Almeno di quelli che leggono la nostra testata. Ecco dove si mangia la pizza migliore.
 

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La migliore pizzeria di Milano: la classifica 2024

#10 Berberé

Ph. Andrea Bruschi IG

Apre la classifica Berberè. Nata nel 2010 con la missione di servire “una pizza artigianale buonissima, con solo lievito madre vivo, digeribile, senza fronzoli” ha moltiplicato nel tempo i punti vendita riuscendo comunque a garantire uno standard di qualità elevato.

Indirizzi: via Alfredo Cappellini 18/A, via Vigevano 8, via Sebenico, 21, corso di Porta Ticinese 1 e via Carlo Botta, 4

#9 Lievità

Credits: @lievita_gourmet
Lievita

Nono posto per Lievità, con cinque locali in città: il primo aperto in via Ravizza nel 2015. Qui si può gustare una pizza napoletana in chiave gourmet, lievitata a lungo e quindi leggera, digeribile e fragrante. 

Indirizzi: via Sottocorno 17, via Piero della Francesca 31, piazza Vetra 13, via Ravizza 11, Via Varese 4

#8 Pizzeria del 333

_.__dada__._ IG – Pizzeria 333

In ottava posizione c’è una piccola pizzeria nel cuore di Baggio, dove si può mangiare esclusivamente pizza al trancio. Un locale senza essenziale ma di sostanza. Nell’attesa ricevere il trancio prescelto vengono serviti piattini di salumi e pezzettini di focaccia calda.

Indirizzo: Via delle Forze Armate, 333,

#7 Capuano’s

lucauliari IG – Capuano’s

In settima posizione Capuano’s. Fondato da un maestro pizzaiolo con profonde radici nella cultura culinaria napoletana, la pizzeria si distingue non solo per la qualità delle sue pizze, cotte nel forno a legna, ma anche per l’innovazione e l’attenzione al dettaglio. Premiato con due spicchi dalla guida Gambero Rosso.

Indirizzi: viale Orseolo 1, via Londonio 22

#6 Pizza Am 

Credits antonelafecheta IG – Pizza AM

Sale di qualche posizione il locale che sforna pizze alla napoletana in corso di Porta Romana: Pizza Am. Ambienti super colorati, sedie, tavoli e pareti e un un aperitivo con prosecco offerto nell’attesa di un posto a sedere accompagnato da un piccolo panuozzo di pizza

Indirizzo: corso di Porta Romana, 86

#5 Pizzeria alla Fontana

Credits pizzagram IG – Pizzeria alla Fontana

Si prende invece la sesta piazza la “vincitrice” dell’edizione 2023. Da Pizzeria alla Fontana si mangia una pizza al trancio alta, come da tradizione, e lievitata in modo curato. Per chi volesse provarla si trova nascosta tra le vie che dal quartiere Isola portano verso Maciachini. 

Indirizzo: via Thaon di Revel, 28

#4 Maruzzella

ristorantimaruzzella IG

Quarto posto per un altro locale che propone pizza alla napoletana: Maruzzella. Un’istituzione storica della città, fondata negli anni ’70 con il primo locale in zona Porta Venezia, che si presenta con sale interne pensate per ricordare il calore tipico delle osterie di una volta. È anche ristorante e griglieria.

Indirizzi: piazza Guglielmo Oberdan 3, viale Zara 118.

#3 Pizza Ok

Credits : tripadvisor.it – Pizza ok

Il gradino più basso del podio è di Pizza Ok, la più alta in classica tra i ristoranti che fanno pizze sottili. Nel menu si può scegliere tra oltre cento farciture diverse, diverse di queste sono davvero esagerate come la “Mozzarella, pomodoro, mais, salsa di ceci, uovo sodo, cipolla rossa di tropea e bacon”, ma non mancano le pizze più classiche. 

Indirizzi: via Lambro 15

Leggi anche: Le 10 PIZZE BASSE più buone di Milano

#2 Spontini

fast food milano
Spontini

Fondata nel 1953, Spontini è diventata un’icona della città, anche se oggi è arrivata persino in Giappone e Qatar oltre ai 20 locali di Milano. Conosciuta principalmente per la sua pizza al trancio alta e soffice, crosta croccante, un abbondante strato di mozzarella filante, pomodoro e quello sprint in più dato dalle acciughe. È suo il secondo posto.

Il locale storico è in via Spontini 4.

Leggi anche: I 7 PIATTI che ogni MILANESE deve aver provato almeno una volta

#1 Pizzeria da Giuliano

Credits pizzeriadagiuliano IG – Pizzeria da Giuliano

Si riprende il primo posto la storica Pizzeria da Giuliano aperta dal 1969, nel 2023 era scesa di qualche posizione. Il merito di questo locale nel cuore di Chinatown va alla pizza cotta in forno a legna, solo al trancio, e preparata con l’unica vera mozzarella italiana del Monte Penice.

Indirizzo: via Paolo Sarpi 60

Continua la lettura con:   La città in Italia dove si mangia meglio secondo i milanesi

FABIO MARCOMIN

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Inaugurato il nuovo Freccia Lounge in Centrale: che cosa si trova e chi vi può accedere

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Freccia Lounge

La nuova area “Vip” di Frecciarossa in Centrale. Come è strutturata, i servizi disponibili e la novità: il Frecciapoint. In autunno previsto il rifacimento anche delle biglietterie dell’Alta Velocità.

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Inaugurato il nuovo Freccia Lounge in Centrale: che cosa si trova e chi vi può accedere

# Nuovo look per l’area “Vip” di Frecciarossa

Fsnews – Presentazione Lounge

La Stazione Centrale di Milano si rifà il look, almeno nell’area “Vip” del Frecciarossa. Il 19 giugno 2024 Luigi Corradi, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Trenitalia, ha presentato il nuovo FRECCIALounge di Trenitalia, situato al piano dei binari, completamente rinnovato sia negli ambienti che nei servizi offerti. Questa nuova apertura si aggiunge agli spazi già presenti nelle stazioni di Roma Termini (rinnovata l’anno scorso), Bologna Centrale, Firenze Santa Maria Novella e Napoli Centrale. 

# Uno spazio di 445 mq con 90 sedute oltre a 3 ulteriori panche storiche

Fsnews – Lounge Frecciarossa

Gli spazi coprono una superficie di 445 mq e mettono a disposizione 90 posti a sedere distribuiti nelle diverse aree, oltre a tre panche storiche. Sono quattro le aree funzionali presenti al suo interno: una sala di benvenuto e prima attesa, un’area caffetteria con tavolini dotati di prese per ricaricare i dispositivi, una sala giardino che può essere utilizzata anche per conferenze, e una zona riunioni con due sale, attrezzate con proiettori e lavagne multimediali configurabili in un’unica grande area. Per quanto riguarda il concept architettonico sono stati integrati degli elementi decorativi vegetali agli elementi monumentali.

# Chi può accedere e i servizi inclusi

Freccia Lounge

La rinnovata area lounge è dedicata ai titolari di CartaFRECCIA Oro e Platino, nonché a coloro che acquistano l’accesso singolo viaggiando sui treni Frecciarossa. Tra i serivizi disponibili ci sono ristorazione di qualità, differenziata in base alle fasce orarie di accesso, connettività wi-fi, accesso alle informazioni digitali sulla circolazione dei treni, mentre dal primo luglio si potrà navigare sul nuovo FRECCIAPlay. Nel catalogo online sono presenti il cinema, lo sport, contenuti turistici, news, quotidiani, riviste e l’edizione digitale del magazine “La Freccia”.

# Presentati anche i FRECCIApoint, a settembre previsto restyling biglietterie

Fs news- Presentazione FrecciaPoint

L’altra novità presentata per l’occasione sono FRECCIAPoint, posizionati sempre al piano binari, postazioni con evoluti servizi di assistenza alla clientela dove i viaggiatori potranno chiedere cambi biglietto, informazioni e richiesta di servizi. Al loro interno è presente un addetto, dotato anche di un tablet LIM per aiutare anche i viaggiatori con disabilità uditive, mentre informazioni in tempo reale sono visibili nei display integrati nelle fiancate laterali e su un ledwall a scorrimento di ultima generazione.

Si prevede inoltre nella seconda parte del 2024 l’avvio di un piano restyling delle biglietterie e delle sale Alta Velocità di Trenitalia.

Continua la lettura con: In Italia arrivano i treni veloci francesi: il TGV sfida Italo e Frecciarossa. Queste le tratte nel mirino

FABIO MARCOMIN

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“Per i treni l’Italia è meglio della Germania”: lo dicono i tedeschi

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Treni Italia e Germania

Cade il mito dell’efficienza teutonica? Un articolo pubblicato sul quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung fa lo scoop: l’Italia è nettamente superiore alla Germania per quanto riguarda l’Alta Velocità. Eccone alcuni estratti in cui vengono messi a confronto i numeri dei servizi ferroviari delle due Nazioni.

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“Per i treni l’Italia è meglio della Germania”: lo dicono i tedeschi

# Come nel calcio: Italia batte Germania sul servizio ferroviario dell’Alta Velocità

_sci4m4chy_ – Stazioni alta velocità italia

In totale ci sono circa 1.000 km di rete veloce, dove la velocità è superiore ai 200 km/h, senza contare quelli in corso di realizzazione, con la sola tratta Milano-Roma arrivata a servire 3,6 milioni di passeggeri. Se si conta anche il resto della rete si superano i 16.800 km di estensione. Il servizio non è esente da pecche, sia sulle linee storiche che su quelle dell’Alta Velocità, ma a quanto pare c’è chi sta peggio: la Germania. Questo è quello che emerge dall’articolo “Italia: perché i treni circolano meglio, più velocemente e in modo più affidabile che in Germania” a firma di Ulrike Sauer per il quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung.

Leggi anche: Scegli la tappa guardando la mappa: tutte le fermate dell’Alta Velocità in Italia

# Tra Milano e Roma circolano 120 treni al giorno in più rispetto alla tratta Berlino-Monaco

Berlino-Monaco Av

Nell’articolo si parla della frequenza dei treni dell’Alta Velocità italiana in confronto a quella tedesca: “L’Italia può davvero vantarsi della densità della sua rete ad alta velocità. Tra Roma e Milano circolano 160 treni veloci al giorno, ovvero 120 in più rispetto a Berlino e Monaco. Nelle ore di punta, ogni dieci minuti parte un Frecciarossa o un Italo dell’azienda concorrente privata NTV. Il treno ha quasi completamente sostituito l’aereo sulla tratta. Anche i viaggi in auto sono diventati sempre meno attraenti sulla tratta di 572 chilometri».

# In meno di 3 ore si arriva nella capitale con il treno più silenzioso e con meno vibrazioni prodotto in Europa

intercity_train e marco.fr8819 IG – Frecciarossa Sanremo

La giornalista Ulrike Sauer aggiunge come “Il Frecciarossa” sia “simbolo di un’infrastruttura di trasporto moderna ed europea. Senza fermate, il treno rosso arriva alle 9.35 a Roma Termini, nel cuore della capitale italiana. Percorre i 478 chilometri ferroviari in 2 ore e 59 minuti. I passeggeri risparmiano quasi tre ore rispetto al viaggio in auto e, allo stesso tempo, anche denaro e 42 chilogrammi di emissioni di CO₂.”

Un giudizio positivo arriva anche sul design del Frecciarossa: “Il design aerodinamico rende il Frecciarossa il treno più silenzioso e con meno vibrazioni prodotto in Europa. Prenotando in anticipo, il viaggio costa 37,90 euro in classe standard e 51,90 euro in classe business, mentre chi prenota a ridosso paga il doppio”. 

# La puntualità dei treni tedeschi è scesa al 63,1%

swabian_trainman IG – ICE3

Nel testo viene inoltre riportato un dato comunicato da Deutsche Bahn e che testimonia il peggioramento dell’efficienza del servizio ferroviario in Germania: nel mese di maggio solo il 63,1% dei treni IC e ICE sono stati puntuali. Un primo segnale della caduta del mito dell’efficienza teutonica?

Continua la lettura con: LUCI e OMBRE sull’ALTA VELOCITÀ in Italia: i problemi principali e le aree di intervento

FABIO MARCOMIN

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A un’ora da Milano c’è “il lago dei tramonti”

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Credits dany_mambretti IG - Tramonto Lago di Pusiano

La scelta ideale per vedere il cielo infuocarsi al tramonto e specchiarsi con il suo colore rosso nelle calme acque di un lago. Scopriamo dove si può ammirare questo spettacolo della natura.

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A un’ora da Milano c’è “il lago dei tramonti”

# Il Lago di Pusiano tra le colline brianzole

Credits procusnais75 IG – Lago di Pusiano

Qualche decina di km più a sud del lago di Como tra le province di Lecco e Como e le colline brianzole, si trova un lago capace di regalare tramonti indimenticabili: il Lago di Pusiano. La scelta ideale per vedere il cielo infuocarsi al tramonto e specchiarsi così rosso nello specchio d’acqua. Un perimetro di 11 km su cui affacciano 7 comuni, dove Pusiano e Bosisio Parini sono i più ricchi di storia.

# Decantato da scrittori e poeti e amato da pittori e fotografi

Credits bucc1989 IG – Lago di Pusiano

Il lago di Pusiano e i suoi tramonti sono stati decantati da scrittori, poeti e immortalati da pittori e fotografi. Plinio il Vecchio lo chiamava il “Bel Paesaggio” nella sua Naturalis Historia, Giuseppe Parini lo chiamò Eupili ispirandosi allo scrittore e infine il pittore Giovanni Segantini scelse questo luogo per dipingere uno dei suoi capolavori più belli: l’Ave Maria a Trasbordo.

# La località migliore dove vedere un tramonto mozzafiato

Credits dany_mambretti IG – Tramonto Lago di Pusiano

Sebbene il tramonto sia visibile da ogni direzione, il luogo perfetto per uno spettacolo mozzafiato è nel Comune di Bosisio Parini, sul lato est. In alternativa si può scegliere il lido di Moiana nel Comune di Merone, dopo aver parcheggiato in località Casletto, percorrendo un sentiero sul lungolago dove si possono ammirare anche una serie di sculture di legno e finire il cammino godendosi un aperitivo al tramonto.

Milano-Lago di Pusiano

Continua la lettura con: Il “LAGO più PULITO d’EUROPA” a un’ora da Milano

FABIO MARCOMIN

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La spiaggia che di notte si trasforma in un cielo stellato

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Quando si pensa a queste isole si immaginano le spiagge bianche, il sole che batte sulle palme e l’acqua trasparente. Il classico paradiso naturale degno di uno sfondo del desktop.

Ma in questo caso il vero spettacolo è di notte.

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La spiaggia che di notte si trasforma in un cielo stellato

# I segreti delle Maldive

Credit: @maldives_ig

Le Maldive sono una delle mete più ambite del mondo per le spiagge bianche infinite e l’acqua trasparente.

Gli atolli di Ari, Malè e Baa sono le mete più famose, ma le località delle Maldive dove poter trascorrere una vacanza indimenticabile sono anche altre, tra queste la spiaggia di Vaadhoo.

Questo luogo singolare incanta i turisti provenienti da ogni parte del mondo soprattutto per un fenomeno unico che accade di notte: la spiaggia si illumina e si trasforma in un cielo stellato.

# La spiaggia che si illumina di notte

Mentre le onde si rompono sugli scogli, lunga la riva sabbiosa appare un bagliore luminoso di un azzurro intenso lungo tutta la costa bagnata dall’oceano.

Il risultato è qualcosa di unico: grazie all’acqua luminescente l’intera spiaggia si illumina di blu come un cielo stellato.

Ma perchè la spiaggia si illumina?

# Da dove deriva la luce

Credit: @day_of_travel

Questo magico effetto è causato dal plancton bioluminescente presente nelle calde acque delle zone costiere.

Gli scienziati hanno scoperto che questo tipo di plancton brilla quando si stressa a causa del movimento. Questo può essere dovuto al movimento delle onde che si infrangono lungo la riva o dai piedi che muovono il sottile strato d’acqua lungo la costa, mentre si cammina.

Questo tipo di plancton (il fitoplancton), chiamato Lingulodinium polyedrum, produce luce usando una sostanza chimica chiamata luciferina, che crea autonomamente.

Il miglior periodo per assistere a questo fenomeno è da metà estate fino all’inverno, anche se si può verificare durante tutto l’anno.

# Le altre spiagge del mondo che si illuminano

Credit: @tropikaia

Quasi tutte le isole delle Maldive sono abitate da questo plancton ma non sono sole, nel mondo sono infatti diversi i luoghi dove questo straordinario fenomeno naturale si verifica.

Tra questi troviamo la costa di San Diego e di Leucadia in California, le Everglades, la Thailandia, l’Australia, il Vietnam, Puerto Rico e la Giamaica.

La luce che il piccolo plancton emette è definita “luce fredda”, perché inferiore al 20% della luce generata dal calore. A causa di questo fenomeno, riuscire a fotografare questa meraviglia può essere una vera impresa.

Ma alla fine, per tutte le cose, la macchina fotografica migliore sono gli occhi.

Continua la lettura con: La SPIAGGIA dei DIAMANTI

ARIANNA BOTTINI     

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Il bar più piccolo del mondo è a Milano: questi i suoi segreti quasi inaccessibili

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Quasi impossibile trovare posto. Ma chi c’è riuscito ha vissuto un’esperienza unica al mondo. 

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Il bar più piccolo del mondo è a Milano: questi i suoi segreti quasi inaccessibili

https://flawless.life/it/italia/milano/backdoor-43/

# Solo per tre fortunati

E’ praticamente impossibile trovare un posto libero capitandoci per caso. Già, perchè il Backdoor 43 di Ripa di Porta Ticinese 43 ha capienza per sole tre persone, non una di più. Non per altro è diventato celebre come “il bar più piccolo del mondo”.
Ma la stranezza non è solo la sua dimensione, esattamente 4 metri quadrati.

Vedi anche: Il video del bar più piccolo del mondo 

# Il barman mascherato

Al locale si accede bussando, se si ha prenotato si riceve una chiave attraverso una piccola fessura. Nel week end c’è anche un servizio take away, per chi non può permettersi di prenotare l’intero locale.

Ph. @backdoor43_milano IG

Il barman accoglie i clienti indossando una maschera di “V per Vendetta”. C’è spazio solo per tre sgabelli, tra oggetti esoterici e bottiglie da collezione. No solo: i clienti possono restare per due ore, non un minuto di più.

# Piccolo ma super-popolare

I prezzi sono nella media, la qualità dei drink è eccellente, l’arredamento è in stile british. Secondo Tripadvisor, il Backdoor 43 è uno dei dieci luoghi più amati a Milano dove trascorrere la serata. Non solo: è inserito tra i 100 locali più straordinari del mondo. 

 

Continua la lettura con: Prima della RIVOLUZIONE FRANCESE c’era già questo NEGOZIO, il più ANTICO di Milano

MILANO CITTA’ STATO

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La M1 corre a Monza: arrivano i soldi!

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M1 Monza

Stanziati tutti i fondi necessari a coprire gli extra costi di quest’opera infinita: sono 13 anni che sono stati aperti i cantieri. Cosa manca per la ripresa dei lavori e quando potrebbero correre i primi treni.

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La M1 corre a Monza: arrivano i soldi!

# Stanziati i 18 milioni di euro mancanti

Credits claudiasaracino5 IG – Palazzo Chigi

Le risorse ora ci sono tutte, un altro passo verso la conclusione del cantiere per il prolungamento della M1 verso Monza. Dopo la somma di 20 milioni di euro previsti dalla Legge Obiettivo e impegnati tramite la delibera CIPE 56/2004, con l’approvazione in commissione Bilancio dell’emendamento al Dl Coesione proposto da Massimiliano Romeo, senatore monzese della Lega, è arrivato lo stanziamento dei 18 milioni di euro mancanti per coprire integralmente gli extra costi. Le risorse saranno dilazionate fino al 2029. L’aggravio ha colpito tutte le opere in realizzazione non solo a Milano, a causa dell’aumento dei costi della manodopera, delle materie prime e dell’energia dovuto alla pandemia e alla crisi energetica.

# Il tracciato, le fermate e i motivi di un’opera infinita

Credits: urbanfile.org – Prolungamento M1 Monza-Bettola

Il progetto di estensione della linea M1 verso nord prevede un tracciato di 1,9 km e due fermate, Sesto Restellone e Cinisello/Monza Bettola. I cantieri sono partiti da ormai 13 anni ma a causa di numerosi problemi non sono ancora arrivati a conclusione. In primis il cambio di ben tre aziende, poi diversi rifinanziamenti e lo stop al progetto del centro commerciale posto sopra al futuro capolinea

M1 e M5

Proprio i costruttori della nuova maxi area destinata al retail avrebbero dovuto realizzare parte dei lavori del futuro capolinea, parzialmente ripresi negli scorsi mesi, oltre che un parcheggio, inizialmente previsto di circa 2.500 posti auto, destinati al centro commerciale stesso e ai fruitori delle metropolitane. A Bettola è infatti previsto non solo l’arrivo della M1 ma anche l’interscambio con la M5 fino a Monza. Proprio l’onerosità dell’appalto causata dallo stop del cantiere in questa stazione ha portato l’ultima azienda incaricata dei lavori della linea rossa, la De Sanctis, a rescindere il contratto nella primavera 2023.

Leggi anche: Metro M5 verso Monza: cosa manca per l’avvio dei cantieri

# La situazione del cantiere e cosa manca per proseguire

Roberto di Milano FB – Cantiere Bettola

A che punto è il cantiere? Le gallerie sono state scavate da tempo, la stazione di Sesto Restellone è di fatto terminata da circa due anni, mentre il capolinea è da completare. Risolto quindi il problema finanziamenti ci sono però ancora alcuni nodi da scogliere. Per prima cosa occorre indire un ennesimo bando di gara per assegnare i lavori ad una nuova azienda, con tempi previsti di circa 9 mesi per rimettere in moto il cantiere. Manca poi il progetto definitivo per il maxi centro commerciale, da costruire al posto nell’area in precedenza occupata dall’Auchan dove nel novembre 2023 aveva iniziato le opere propedeutiche. Infine va capito in che modo verrà realizzato il parcheggio destinato ai pendolari.

# Inaugurazione non prima del 2029

M1 Monza

La durata dei lavori è stimata i circa circa 4 anni e pertanto, se dovessero riprendere nei tempi previsti, i primi treni dovrebbero fare capolinea a Bettola non prima del 2029. Tra i più pessimisti c’è Martina Sassoli, consigliera regionale di Lombardia Migliore, che ritiene fattibile un’apertura del prolungamento non prima del 2031 per via dei possibili ricorsi e di tutte le tempistiche necessarie alla ripartenza dei cantieri.

Continua la lettura con: La storia infinita della metropolitana a Monza: le nuove date per la M1 e per le 7 fermate della M5

FABIO MARCOMIN

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