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Il “mini-Sahara”: il deserto naturale più grande d’Europa è in Italia

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Credits: viaggi.corriere.it

Il sogno di molti: trascorrere una notte nel deserto. Pochi sanno che si può fare senza uscire dall’Italia. Non solo: è il deserto naturale più grande di Europa.

Il “mini-Sahara”: il deserto naturale più grande d’Europa è in Italia

# Dune alte fino a 100 metri

Credits: girovagate.com

Il “mini-Sahara” si estende per 5 km quadrati nella Costa Verde, nella Sardegna del sud-ovest, in una località che prende il nome di “Dune di Piscinas”. Questo deserto è stato creato negli anni dal maestrale, che ha spostato la sabbia dal litorale all’interno, creando dune alte anche 100 metri ed in continua evoluzione. Il vento le disegna giorno dopo giorno, ora dopo ora.

# Le differenze con il Sahara

Ciò che lo differenzia dal Sahara originale, a parte la dimensione, è il fatto che in questo luogo, nonostante la sabbia sia ovunque, si trova della vegetazione, che ostinata risplende e cresce (la ginestra della Sardegna). Infatti si trovano i gigli marittimi, i ginepri, i papaveri della sabbia e i lentischi. Ma anche la fauna è diversa, dato che qui si possono trovare gruppi di cervi sardi, camaleonti, testuggini, pernici, lepri e, a giugno, le tartarughe marine la scelgono come spiaggia dove deporre le uova.

# Il deserto incontra il mare: la meta dei surfisti

Credits: meteoweb.eu

Il deserto si tuffa nel mare ed è attraversato da 2 fiumi, il Rio Naracauli e il Rio Piscinas. Quest’ultimo possiede un caratteristico colore rossastro poiché è alimentato da acque che passano nelle gallerie delle antiche miniere della zona.

Questo paradiso selvaggio, che si tuffa nel mare cristallino della Sardegna, è una meta di riferimento per i surfisti di tutta Europa e del mondo, che trovano qui onde lunghe ed alte. Si tratta di una meta importante anche per i sub, perché a largo della costa si trova un relitto di nave inglese. Ma il suo essere così selvaggia e poco popolata la rende la meta ideale anche per chi non ama la Sardegna troppo glamour e le spiagge troppo affollate, per godersi un panorama di incredibile bellezza, unico in Europa.

 

Continua a leggere con: L’OASI nel DESERTO creata da una SIRENA

MARTINA PICCIONI

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Il bosco sommerso dalle acque a un’ora da Milano

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theyellowfox369 IG - Parco dei Tassodi

Un’oasi naturalistica “magica” che si attraversa camminando su una passerella sospesa. Scopriamo le caratteristiche che la rendono così speciale.

Milano-Parco Tassodi

Il bosco sommerso dalle acque a un’ora da Milano

# Un’oasi naturalistica “magica” sul Lago d’Iseo

franciacorta.wine – Parco dei Tassodi

Franciacorta, provincia di Brescia. In questo territorio famoso per la produzione di vini che portano il suo nome c’è un’oasi naturalistica “magica”: il Parco dei Taxodi o dei Tassodi. Si trova a Paratico, sul Lago d’Iseo, dove il fiume Oglio incontra il Sebino e precisamente nei pressi di un’area abbandonata, riqualificata nel rispetto del contesto ambientale, dove prima c’era l’ex stazione locale.

secc_car69 IG – Parco dei Tassodi

Le meraviglia di questo luogo è data un bosco immerso completamente nell’acqua, visitabile camminando su passerella rialzata in legno di 300 metri che ne segue il periplo.

# Un’area di 20.000 mq con alberi e piante acquatiche 

lylli2004 IG – Parco dei Tassodi

Come dice il nome, il parco è composto prevalentemente dalla specie arborea Taxodium Distichum, conifera originaria dell’America settentrionale conosciuto come “Cipresso delle paludi”, capaci di vivere nell’acqua grazie alle estremità delle radici che emergono all’aria per catturare ossigeno.

franciacorta.wine – Airone cenerino

Si sviluppa su una superficie di 20.000 mq e ospita anche piante acquatiche, che forniscono riparo ad alcune specie di volatili come l’Airone Cenerino, oltre al pioppo nero e al salice bianco.

# Quando si può visitare

theyellowfox369 IG – Parco dei Tassodi

Il parco è aperto tutti i giorni dell’anno, l’accesso è gratuito ed è consentito anche ai cani portati al guinzaglio, da maggio a settembre dalle 8.00 alle 20.00 e da ottobre ad aprile dalle 9.00 alle 18.00. La visita dura circa mezz’ora e per chi volesse approfondire le caratteristiche del parco e del fiume all’interno è presente anche un “capanno” didattico dedicato alla proiezione di filmati a valenza scientifica e laboratori sperimentali organizzati da personale preparato.

Spunto: simi.larity IG

Continua la lettura con: Il bosco incantato lungo il fiume, a due ore da Milano

FABIO MARCOMIN

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Dall’ex Palasharp a Porto di Mare: 10.000 alloggi per 600 euro al mese

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Maps - Porto di Mare

Milano punta su un nuovo modello abitativo accessibile: 10.000 case in dieci anni su aree pubbliche trasformate in quartieri sostenibili. Si attende ora l’apertura delle buste per conoscere i nomi dei possibili soggetti attuatori.

Dall’ex Palasharp a Porto di Mare: 10.000 alloggi per 600 euro al mese

# Un piano straordinario per case a prezzi accessibili: 660 euro al mese per 100 mq

Il Comune di Milano ha messo in campo un piano ambizioso per fronteggiare l’emergenza abitativa: realizzare 10.000 nuovi alloggi a canone calmierato entro dieci anni. Il progetto prevede la cessione in diritto di superficie per 90 anni (a titolo gratuito o a valore simbolico) di circa 300.000 metri quadrati di aree comunali a soggetti privati e del terzo settore. L’obiettivo è offrire abitazioni con affitti non superiori agli 80 euro al metro quadrato all’anno, vale a dire circa 660 euro al mese per un appartamento di 100 mq. Le case saranno riservate a nuclei con redditi compresi tra i 1.500 e i 2.500 euro mensili, in linea con i criteri del Piano di Governo del Territorio. Rispetto ad altri bandi precedenti, come “Reinventing Home”, andato deserto, questa volta le prime risposte sono arrivate: alcuni operatori si sono fatti avanti e i dossier sono ora in fase di valutazione. Le otto aree coinvolte nei primi due avvisi esplorativi, sulle 21 totali, si estendono complessivamente per circa 233.000 mq, ma rappresentano solo una parte del piano complessivo.

# Dalle ceneri del Palasharp a un nuovo quartiere low cost

coordinamentotutelaparcoovest IG – Palasharp

Tra le aree protagoniste del piano figura l’ex Palasharp di Lampugnano, storico impianto sportivo dismesso dal 2011 e in origine destinato ad accogliere eventi delle Olimpiadi Invernali 2026, nello specifico le gare di hockey femminili. Il progetto per l’hockey è poi stato accantonato a causa degli elevati costi di ristrutturazione, aprendo la strada a una trasformazione residenziale. Su un’area di 18.000 metri quadrati sono previsti circa 300 appartamenti da 60 mq ciascuno in edilizia residenziale sociale calmierata. Il Palasharp è una delle quattro aree del primo avviso pubblico.

Secondo le prime indiscrezioni, sono arrivate manifestazioni di interesse da parte dei costruttori, che verranno valutate una a una dopo l’apertura delle buste, prevista dopo il 28 maggio 2025. Altre due aree sono: via San Romanello di 7.000 mq, già bonificata, e via Demostene di 5.000 mq, ex struttura universitaria. La quarta è Porto di Mare

Leggi anche: Da palazzetto a condominio: il nuovo futuro del Palasharp?

# Porto di Mare: una sfida urbanistica per il futuro dopo molti tentativi andati a vuoto

Comune di Milano.it – Area Porto di Mare

E poi c’è Porto di Mare, a sud-est della città: 144.000 metri quadrati, il lotto più grande tra quelli messi a disposizione. Qui sorgono oggi impianti sportivi e attività sparse, ma il passato è segnato da tentativi falliti di riqualificazione, come il progetto di una “Cittadella della Giustizia o quello di un nuovo quartiere con housing sociali e un villaggio dello sport. Si attende poi l’avvio dei lavori per la costruzione dell’Urban Park, dove sorgeva la discoteca Karma – Borgo del Tempo Perso, un centro composto da una piscina con anfiteatro urbano, aree eventi coperte e scoperte, un’accademie e molto altro. un’area eventi scoperta

La sfida è notevole: l’area richiede interventi strutturali, bonifiche e una visione coerente per non rimanere isolata. L’ex assessore alla Casa Guido Bardelli aveva già segnalato le criticità del sito. Oggi, sotto la guida dell’assessore al Demanio Emmanuel Conte, la speranza è di attrarre progetti concreti e innovativi. Il Comune punta a creare un quartiere sostenibile e con servizi, che rappresenti un nuovo paradigma di abitare a Milano. Il successo di questo progetto sarà decisivo per capire se il modello della “housing city” milanese potrà diventare realtà.

Leggi anche: Porto di Mare black and white

Continua la lettura con: 7 grandi spazi di Milano in attesa di una rinascita

L’indimenticabile eroe di Mani Pulite

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Uno di noi. 

Qui il video: L’indimenticabile eroe di Mani Pulite

Continua con: Come uno studente fuorisede s’immagina il futuro dopo la laurea a Milano

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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I tre nuovi tipi di stress a Milano

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blondetrotter IG - Cox18 di notte

Solo chi ancora è rimasto indenne da qualche scippo e/o aggressione conserva un amore incondizionato per Milano, pronto a dissiparsi al primo evento traumatico.
La patina di iperstimolazione provocata dall’enorme quantità di offerte per distrarsi, copre e rimuove con maestria uno dei bisogni più importanti e ancestrali dell’essere umano: vivere tranquilli, in altre parole “in sicurezza”.

Ai ben più popolari stress, come il caro vita e lo smog, se ne stanno aggiungendo altri ancora poco misurabili, altrettanto importanti.

I tre nuovi tipi di stress a Milano

Malpensa Express – Terminal 1 – Andata (Foto: Andrea Urbano)

#1 Il panico da avvicinamento

Non farsi toccare e avvicinare fisicamente da nessuno anche per domande banali, i borseggiatori usano tecniche raffinate che si nutrono di ingenuità: pensiamo solo a che danno mostruoso porta questa diffidenza a livello sociale e interpersonale, costretti a vedere nello sconosciuto un potenziale nemico.

La risposta delle istituzioni: mandare dischi in cui ci avvertono che ci sono le borseggiatrici sui mezzi….se si sa che ci sono, perchè non vengono fermate?

#2 La paura del buio

A meno che non si metta in atto un fervido planning per il rientro: divisione costi di un taxi o altri servizi a pagamento, anche in orari in cui il servizio ATM è attivo, pernottamenti per chi ha da offrire un posto letto per permettere di non rientrare a casa da sole, cosa alquanto consigliata anche per i maschi.

La risposta delle istituzioni: si organizzano corsi di autodifesa per le donne…vi pare che dobbiamo trasformarci in Bruce Lee? 

#3 La paura dei parchi

Si evita di sedersi su panchine e in molti giardini o parchi. In generale, si riduce il loro utilizzo per paura di aggressioni. La stragrande maggioranza ha spazi, “uffici dedicati” non certo alle più sane e belle convivialità.

La risposta delle istituzioni: presenza di vigili è totalmente assente e/o sporadica e comunque assolutamente inefficace anche fosse solo per la preservazione del decoro.

Praticamente si cerca di svuotare il mare con un cucchiaino: possibile che non si possa trasferire un po’ di sana tecnologia al servizio del territorio?

Continua la lettura con: Le zone rosse di Milano salgono a otto: succederà come con il Covid?

CRISTINA FILIPPO

27 maggio. Muore il più grande leader politico della storia di Milano

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la corte di ludovico

27 maggio 1508. A 56 anni muore a Loches, in Francia, Ludovico Maria Sforza detto il Moro, il più grande leader politico che Milano abbia mai avuto. Era nato a Vigevano il 27 luglio 1452. Dal 1480 al 1494 è stato reggente del Ducato di Milano, affiancando il nipote Gian Galeazzo. Il 22 ottobre 1494 il duca Gian Galeazzo morì in circostanze misteriose, forse in seguita a una congiura e gli succedette Ludovico, nonostante non ne avesse il diritto ereditario. Questo alimentò sospetti sul suo coinvolgimento nel delitto. Ludovico fu quindi duca di Milano dal 1494 al 1499, anno in cui Milano perse l’indipendenza e fu sottomessa ai francesi. Proprio in esilio in Francia Ludovico troverà la morte. 

Ludovico Sforza, detto Il Moro. Forse l’ultimo grande statista milanese

Durante il suo governo, Milano raggiunse le vette del rinascimento e la sua corte divenne una delle più splendide d’Europa. Fu un mecenate straordinario: alla sua corte invitò Leonardo da Vinci e molti altri artisti che lasciarono un’impronta indelebile di quell’incredibile periodo storico. Negli anni del suo governo Milano venne abbellita da opere straordinarie tuttora visibili. Oltre a quelle di Leonardo, vennero realizzate la torre centrale del Castello Sforzesco, il chiostro di Sant’Ambrogio, il Lazzaretto e la cupola di Santa Maria delle Grazie.

Ludovico il moro visita Leonardo – olio su tela del Cherubino

Continua la lettura con: 25 maggio. Si festeggia una delle giornate più gloriose della storia di Milano 

MILANO CITTA’ STATO

Il futuro sindaco di Milano? I 10 candidati dei milanesi

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Ph. @il_parods IG

Si avvicina il cambio di cadrega a Palazzo Marino. Il secondo e ultimo mandato di Beppe Sala sta declinando e all’orizzonte si vedono solo ombre sfumate e incomprensibili. Per capire chi potrebbe essere il prossimo sindaco di Milano lo abbiamo chiesto direttamente ai milanesi. Ci hanno risposto in trecento. Queste le nominations che sono risultate più menzionate e votate. Abbiamo dedicato anche un paragrafo alle caratteristiche che sono state indicate. 

Il futuro sindaco di Milano? I 10 candidati dei milanesi

# Le nominations dei milanesi (in ordine crescente)

#10 Giovanni Storti 

@giovanni.storti.ufficiale

#9 Massimo Giletti

Ph. @nostrum_roma IG

#8 Maurizio Lupi

#7 Pierfrancesco Majorino

 (MILANO – 2023-01-09, Maria Parmigiani) p.s. la foto e’ utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e’ stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

#6 Roberto Vecchioni

#5 Vittorio Feltri

 

#4 Roberto Vannacci

Ph. @gabrielcorasaniti IG

#3 Roberto Parodi 

Ph. @il_parods IG

#2 Paolo Del Debbio

#1 Gabriele Albertini

Gabriele Albertini

# Le tre caratteristiche più votate del sindaco ideale

  1. «Qualcuno che riporti la città al suo antico smalto e non all’indecoroso stato in cui versa attualmente» (Giovanni Bottelli) 
  2. «Uno che metta davanti a tutto noi cittadini facendola ritornare più sicura e più pulita.» (Stefania Pellegrini) 

  3. «Uno che sappia fare il sindaco proteggendo tutti i milanesi o meglio chi vive a Milano, dagli intrusi delinquenti» (Antonietta Pompa) 

Continua la lettura con: La red flag della destra

ANDREA ZOPPOLATO

 

Il primo viaggio diretto veloce Milano/Berlino: c’è la data

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wal_172619-pixabay - Stazione Berlino

Una svolta per i collegamenti tra il sud e il cuore dell’Europa. Il conto alla rovescia è già iniziato: ecco quando è stato messo in calendario il primo viaggio.

Il primo viaggio diretto veloce Milano/Berlino: c’è la data

# Arrivato l’annuncio ufficiale

pixabay-wal_172619 – Berlino

L’ufficialità è arrivata con la registrazione del nuovo collegamento sul sito dell’Autorità di Regolamentazione Ferroviaria austriaca da part di ÖBB Personenverkehr AG. Il Frecciarossa 1000 si prepara a varcare un nuovo confine, portando l’Italia più vicina al cuore dell’Europa. Grazie alla cooperazione tra Trenitalia, le ferrovie austriache ÖBB e la tedesca Deutsche Bahn, è stato confermato il futuro collegamento diretto tra Milano e Berlino. Il servizio, parte della strategia europea di potenziamento dei treni veloci, si inserisce in un piano più ampio che punta a collegare l’Italia con Austria e Germania via Monaco. Si tratta di uno dei progetti più ambiziosi degli ultimi anni nel panorama ferroviario europeo, con l’obiettivo di rivoluzionare la mobilità internazionale nel segno dell’alta velocità.  

# La data del primo viaggio Milano-Berlino: 13 giugno 2027

Chatgpt – Frecciarossa Berlino

La data cerchiata in rosso è il 13 giugno 2027: è in quel giorno che previsto il debutto del primo treno EuroCity 1182/1183 da Milano in direzione Berlino. Ancora non sono stati comunicati gli orari. Le uniche informazioni riguardano il passaggio Brennero/Innsbruck attorno alle ore 17.14 e l’arrivo nella capitale tedesca alle 22.30. Nel 2032, con l’apertura del Tunnel di Base del Brennero, i tempi di viaggio si ridurranno di circa un’ora. Non sarà più necessario cambiare treno a Monaco o ricorrere all’aereo. Il treno attraverserà paesaggi alpini, città storiche e grandi snodi europei, sfruttando tutta la tecnologia del convoglio italiano, pensato per le lunghe distanze e l’efficienza energetica. Tra le fermate ci sono: Brescia, Verona, Trento, Bolzano, Innsbruck, Norimberga, Erfurt e Halle, Berlin Südkreuz .

Leggi anche: La futura «galleria più lunga del mondo»: finiti gli scavi in Italia!

# La futura espansione dei collegamenti ad alta velocità in Europa

Credits: napolidavivere.it – NH Napoli

Il lancio della tratta Milano-Berlino nel 2027 sarà seguito, nel dicembre dello stesso anno, dall’introduzione del collegamento Napoli-Monaco di Baviera (EC 1180/1181), ampliando ulteriormente la rete ad alta velocità italiana verso il nord Europa. Nel giugno 2028, è programmato invece l’avvio del servizio diretto Napoli-Berlino (EC 1184/1185), che diventerà uno dei più lunghi collegamenti ferroviari ad alta velocità in Europa. 

Continua la lettura con: I nuovi viaggi del Frecciarossa in arrivo nei prossimi 3 anni: c’è anche Berlino

FABIO MARCOMIN

Mustafa Ibrahim, il fachiro di Milano che conquistò l’Italia

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Mustafà - Il Fachiro di Piazza Duomo FB

C’era una volta un uomo che camminava sui chiodi, dormiva sui vetri e sputava fuoco come un drago metropolitano. No, non è una leggenda urbana, ma una storia vera. Questa è la storia di Mustafa Ibrahim, il fachiro di Milano che tra gli anni ’80 e ’90 trasformò le piazze italiane in piccoli teatri incantati.

Mustafa Ibrahim, il fachiro di Milano che conquistò l’Italia

Mustafa non era un artista “di passaggio”, era l’artista della piazza, quella vera, fatta di gente, marciapiedi, bambini incantati e vecchiette curiose. Arrivava, si sedeva, preparava il tappeto, un po’ di vetro qua, un po’ di chiodi là e poi via: fuoco, dolore, magia e applausi.

# Multe per un miliardo di lire 

Credits rivistailcantastorie – Mustafà Mangiafuoco

Non tutti apprezzavano quello show gratuito per le masse. A Milano, dove aveva casa in via Pompanazzi, che si trova nella zona periferica sud, Mustafa diventò famoso anche per un altro primato: un miliardo di lire in multe per occupazione del suolo pubblico.

Una cifra surreale, da record, questo perché ogni giorno arrivava una multa, ad ogni spettacolo corrispondeva un verbale, ma lui andava avanti: amava troppo la piazza per arrendersi. Anzi, c’era chi raccontava che se non arrivava la multa, Mustafa si preoccupava: “Vuoi vedere che oggi ho fatto uno spettacolo brutto?” diceva scherzando.

# Dalla strada alla TV

Alla fine, però, la pressione fu troppa anche per lui, tanto che quando le multe cominciarono a fargli davvero terra bruciata attorno, Mustafa Ibrahim lasciò la strada, ma non il pubblico. Il fachiro di Milano trovò una nuova arena: la televisione.

Negli anni ’90 fece capolino in vari programmi, soprattutto in quegli show che allora amavano dare spazio ai personaggi ‘strani ma veri’. Tra un talk-show del pomeriggio e qualche varietà notturno, mostrava i suoi numeri con lo stesso spirito di sempre: non per shockare, ma per emozionare. Perché Mustafa non era solo un mangiafuoco, era un poeta del dolore e un attore del marciapiede.

# Un fachiro con il cuore in Puglia

Quello che pochi sanno è che Mustafa Ibrahim non era solo un artista. Era anche un uomo colto, gentile, che parlava di spiritualità e filosofia orientale con sorprendente profondità. Nei suoi spettacoli, spesso inseriva piccoli racconti, massime su vita e morte, come a dire che il dolore non era solo fisico, ma anche esistenziale e riderne insieme era l’unico modo per esorcizzarlo.

Negli ultimi anni della sua vita tornò nella sua amata Puglia, terra d’origine, di sole e silenzi. Ma il ritorno non fu un trionfo, perché i riflettori si erano spenti e le telecamere non lo cercavano più. Morì in povertà, dimenticato da molti, ma non da chi l’aveva visto almeno una volta in piazza, perché chi lo vide, non se lo scordò più.

# Curiosità che (forse) non sapevi

associazioneilcantastorieonline.org – Mustafa

Pare che una volta abbia inghiottito una spada durante una manifestazione anarchica a Milano e abbia ricevuto un applauso anche dai poliziotti. Era molto legato alle persone che lo seguivano, tanto che aveva una collezione di lettere dei fan scritte a mano conservate in una scatola sotto il letto. Era vegetariano, praticava yoga e credeva nella reincarnazione: diceva che in una vita precedente era stato un cantastorie persiano.

Una volta, al Festival di Santarcangelo dei Teatri, si presentò senza essere invitato. Fece il suo show fuori dal teatro principale, la gente lo seguì in massa, lasciando così vuota la sala ufficiale: lo spettacolo era lui. Oggi che la piazza è sempre più vuota e i fachiri sembrano un eco lontano di un tempo più genuino, la figura di Mustafa Ibrahim risplende come una cometa ribelle.

Non era un personaggio da social, non postava nulla, non cercava like: cercava occhi, stupore, emozione vera e la trovava, tra i sanpietrini di una città che l’ha amato e multato allo stesso tempo. In fondo, Mustafa Ibrahim è stato l’ultimo fachiro romantico, un poeta del fuoco che ha acceso sogni con una torcia e un sorriso. E se oggi passate da via Pompanazzi, fermatevi un attimo. Magari c’è ancora un po’ di magia nell’aria.

Continua la lettura con: Piramidi in centro, sciatori al Castello e mangiafuoco in piazza: COSE del PASSATO di Milano che OGGI sembrano FUORI di TESTA

MARTA BERARDI

La felicità degli altri – Il lato chiaro di Marzia Pontone

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In questa puntata de Il Lato Chiaro, Marzia Pontone si racconta a cuore aperto. Una conversazione sincera e ispirata, dove si parla di leadership femminile, impegno civico, maternità, ambizione e coraggio. Dalla sua opinione su Elly Schlein e Giorgia Meloni, alle battaglie portate in Comune. 

Un confronto autentico che mostra il lato più umano e luminoso della politica e del lavoro istituzionale.

Marzia Pontone é :

  • Consigliera Comune di Milano
  • Presidente Commissione Educazione e Food Policy
  • Dirigente Ministero della Cultura
  • Soprintendente archivi e biblioteche Piemonte e Valle d’Aosta
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Solo audio su:
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Conduce: Andrea Zoppolato
Regia: Saverio Piscitelli, Roberto Mastroianni
Prodotto da: Fabio Novarino
Location: Studio di Voci Di Periferia A.P.S. presso Mosso, Via Angelo Mosso 3 – IG: @vocidiperiferia

ALTRE PUNTATE:

Sulle ali della libertà – Il lato chiaro di Marco Bassani

Ma chi me l’ha fatto fare? – Il Lato Chiaro di Arianna Pozzi

«E’ la fine del mondo»: il lato chiaro di Luca Morotti (Prima Parte)

Un mondo nuovo: il lato chiaro di Luca Morotti (Finale)

La «Donna di Ghiaccio»: il lato chiaro di Lulu Berton

«Chi trova un amico…»: il lato chiaro di Guido Martinetti (Grom)

 

Il Lato Chiaro di Vito Lomele

Il Lato Chiaro di Candida Morvillo

Il Lato Chiaro di Stefano Zecchi

Il lato chiaro di Alessandro Fracassi

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La scuola italiana deve essere la risposta alla “scuola azienda” anglosassone

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La scuola di Atene - Raffaello

L’Italia fino all’Ottocento era il luogo dell’alta formazione del mondo. Qui sono nate le università, qui arrivavano i rampolli delle famiglie più potenti del Continente. Poi è cominciato il declino, diventato devastante dalla fine degli anni Sessanta in poi. Ora l’Italia si è accodata alla formazione di stampo anglosassone. Il problema è che in questa coda ci si ritrova agli ultimi posti. Anche perché l’impostazione mercantilista non fa parte del nostro Dna. Rilanciamo la proposta del prof. Galimberti: la scuola dev’essere il luogo dove si “forma l’uomo“, mentre le competenze specifiche per contribuire nel mondo del lavoro – e non spendersi -, si acquisiscono all’università. Sulla base di questo principio bisogna tornare a pensare in grande: proporre un modello alternativo a quello dominante in Occidente…

Continua la lettura dell’articolo qui:

La scuola italiana? L’alternativa internazionale alla formazione anglosassone

Di Raffaele Pergolizzi

 

Come uno studente fuorisede s’immagina il futuro dopo la laurea a Milano

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Sarà così. Più o meno. 

Qui il video: Come uno studente fuorisede s’immagina il futuro dopo la laurea a Milano

Continua con: La tipica fobia che ti assale quando vai a fare pipì in autogrill

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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Vacanza primaverile alla scoperta delle meraviglie di Vienna

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ctrl-alt-shift-e - pixabay - Castello di schonbrunn

Città austriaca dalle molteplici personalità, Vienna si mostra al tempo stesso come una località opulenta e moderna, sostenibile e ricca di punti d’interesse. Tra le strade e le piazze si susseguono costruzioni maestose ed edifici dal taglio avveniristico. La primavera è la stagione ideale per visitare la “Parigi dell’Est”.

Vacanza primaverile alla scoperta delle meraviglie di Vienna

# Dal Parco di Schönbrunn al Prater: il fascino delle aree verdi di Vienna

sjuzi_sue – pixabay – Prater Vienna

Il clima mite della stagione primaverile consente ai numerosi turisti che approdano nella capitale austriaca di godere al meglio degli spazi verdi disponibili, a iniziare dal Parco di Schönbrunn. Qui, come nel Giardino del Belvedere e nel meraviglioso Prater, è impossibile non lasciarsi affascinare dai prati in fiore. Il Prater, in particolare, rappresenta il luogo perfetto per divertirsi e rilassarsi allo stesso tempo. Da un lato, infatti, in quella che i viennesi definiscono “Wurstelprater”, si trovano oltre 250 attrazioni. Dai tipici baracconi del luna park, con protagonisti il tiro a segno e i trenini dell’orrore, passando per il teatrino delle marionette (noto come Kasperltheater) e la giostra, fino alle adrenaliniche montagne rosse, all’autodromo e ai simulatori di volo, le ore sono destinate a trascorrere senza nemmeno rendersene conto. Un’offerta davvero ricca cui vanno ad aggiungersi ristoranti, caffè e chioschi gastronomici. L’altra parte del Prater, chiamata “Prater verde”, si caratterizza per la presenza di enormi prati, alberi dalle ampie chiome ombrose e sentieri che invogliano a dedicarsi a lunghe passeggiate.

# Gli edifici del centro storico

wengguoyan IG – Cattedrale di Santo Stefano, Vienna

Camminare nelle vie del centro storico significa immergersi nell’architettura imperiale. La Cattedrale di Santo Stefano, simbolo della città, grazie ai 136 metri raggiungi dalla torre sud, una delle 4 torri della struttura, è la chiesa più alta del Paese. Per raggiungere la cima di tale torre è necessario percorrere una scala da ben 343 gradini. La costruzione della cattedrale ha avuto inizio nel XII secolo, subendo durante i secoli varie modifiche e arrivando ad assumere l’aspetto attuale, dai tipici tratti barocchi. Altro edificio imperdibile per chi ha in programma un viaggio a Vienna è l’Hofburg, in passato residenza della famiglia imperiale e trasformatosi, nel tempo, in un punto di riferimento per i turisti alla ricerca di musei ed eventi, anche di carattere politico. Furono gli Asburgo, a iniziare nel XIII secolo ad ampliare il palazzo, portandolo a toccare una superficie di 300.000 metri quadrati.

# Rilassarsi tra shopping e caffè

Il Naschmarkt

Vienna ospita un mercato storico contraddistinto da un’offerta molto varia, che include anche alimentari come verdure fresche, frutta, carne, pane e specialità locali, articoli vintage e molti cimeli d’antiquariato. Tutti i sabati, dall’alba al primo pomeriggio, al Naschmarkt ha luogo un mercato delle pulci, il Flohmarkt. Tra le bancarelle spuntano libri antichi, cristalleria, dipinti e vestito retrò.

Nei Kaffeehaus per una bevanda calda

I caffè viennesi sono dei luoghi storici in cui le persone si ritrovano per conversare, leggere e ascoltare musica. A rendere una sosta presso i Kaffeehaus un’esperienza unica è l’atmosfera raffinata ed elegante delle sale, dove spiccano tavoli di marmo, sedie imbottite e deliziose decorazioni. Per quanto riguarda le bevande, la più richiesta è il caffè viennese, particolarmente cremoso e profumato. Il momento del caffè è un vero rito per i residenti, che hanno l’opportunità di sorseggiare la propria bevanda preferita ascoltando musica. Tra i Kaffeehaus più famosi si ricordano il Cafè Sacher e il Cafè Central.

Musei per tutti i gusti

Vienna rappresenta una delle capitali europee dell’arte e della cultura. Non stupisce, pertanto, che i tanti turisti approdati in città in primavera dedichino parte della propria vacanza alla scoperta di scultura, pittura, scienza, storia e arte moderna, visitando alcuni dei musei disponibili. Il Kunsthistorisches Museum, ad esempio, è una pinacoteca che ospita un numero elevato di capolavori occidentali, inclusi la “Madonna del Prato”, realizzata da Raffaello, e l‘Arte del Dipingere, firmato Vermeer, affiancati da una serie di capolavori di maestri come Rembrandt, Rubens, Tintoretto e Tiziano.

Non mancano gli estimatori dell’Albertina, il palazzo residenziale asburgico di maggiori dimensioni, la cui offerta è incentrata sulle collezioni di grafica (le più estese al mondo). Tra le opere spiccano gli studi di donna di Klimt e “La giovane lepre” di Dürer, oltre a capolavori d’epoca moderna firmati da Picasso e Monet. A Palazzo Belvedere, realizzato nel XVIII secoli, si trova la più vasta collezione mondiale dedicata a Gustav Klimt, con opere del calibro de “Il Bacio” e “Giuditta”. Sempre nel primo palazzo, posizionato nel belvedere superiore, sono da ammirare quadri di Renoir, Monet, Van Gogh e Schiele. È nel secondo palazzo, il belvedere inferiore, che vengono organizzate mostre temporanee.

Programmare una vacanza primaverile a Vienna, sulle rive del Danubio, vuol dire prepararsi a vivere giornate tra relax e divertimento, ma anche respirare la cultura garantita da un patrimonio artistico invidiato quanto rinomato.

REDAZIONE

10 cose da vedere a Citylife, dove Milano sembra New York

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Ph. @bernasconiadriano IG

Il quartiere “newyorchese” è uno tra gli interventi di rigenerazione urbana più riusciti in città, sorto sulle ceneri della vecchia fiera campionaria, e tra i preferiti dai ragazzi milanesi: moderno, verde e con ogni tipo di servizio. Scopriamo insieme le cose più interessanti da vedere e quelle in arrivo nel prossimo futuro. Foto cover:  @bernasconiadriano IG

10 cose da vedere a Citylife, dove Milano sembra New York

# Piazza sei febbraio: la porta d’accesso intitolata alla Rivolta di Milano

Nella Piazza Sei Febbraio, nota per essere il punto d’ingresso storico alla Fiera Campionaria, si trova l’accesso principale. Ma quanti conoscono veramente la storia di questa piazza? Il suo nome si riferisce alla “rivolta di Milano” del 6 febbraio 1853.

Quel giorno, l’ultima domenica di Carnevale, si tentò un’azione audace contro le truppe austriache, sperando di coglierle di sorpresa durante il giorno di festa. L’attacco iniziò alle 16.45, guidato da circa mille persone, in gran parte operai e artigiani, che risposero all’appello di Mazzini, allora in esilio a Londra. Nonostante le speranze di mobilitare le masse milanesi, le cose non andarono come sperato. Molti milanesi osservarono gli eventi con distacco, mentre altri gruppi annunciati non si presentarono. 

I rivoltosi, in numero esiguo e con azioni disorganizzate, furono facilmente repressi e arrestati dall’esercito austriaco. La rivolta si concluse prima dell’alba del giorno successivo. Il bilancio fu pesante: 10 morti e 47 feriti tra i soldati austriaci, mentre 895 insorti furono arrestati. Sedici di loro furono giustiziati in Piazza Castello, dove oggi una lapide commemora l’eccidio.

Qualche giorno dopo Marx così scrisse dell’episodio: “E’ ammirevole in quanto atto eroico di un pugno di proletari che, armati di soli coltelli, hanno avuto il coraggio di attaccare una cittadella e un esercito di 40.000 soldati tra i migliori d’Europa”. 

La piazza che ricorda il tentativo di insurrezione proletaria è oggi la porta d’accesso del quartiere più alto borghese di Milano. Vediamo le principali attrazioni. 

#1 Torre Allianz, il grattacielo “infinito” con il più grande murale del mondo

L’EDIFICIO più ALTO in ogni MUNICIPIO di Milano
Credits Andrea Cherchi – Grattacielo Allianz

La Torre Allianz, conosciuta anche come il “Dritto”, spicca come il più alto edificio d’Italia per altezza del tetto, raggiungendo i 209 metri e contando ben 50 piani. La sua struttura, che sembra estendersi senza fine, le è valsa il soprannome di “endless tower”. Considerando anche l’antenna, la sua altezza raggiunge i 260 metri.

Come da tradizione, sulla cima della torre troneggia una copia della Madonnina. Il progetto, ideato dall’architetto giapponese Arata Isozaki in collaborazione con Andrea Maffei, ospita al suo interno una vera e propria meraviglia: il più grande murale del mondo, intitolato “Il giro del mondo in 50 piani”. Quest’opera, realizzata dai dipendenti del gruppo Allianz, si snoda lungo le scale che conducono fino alla cima, offrendo una straordinaria esperienza visiva lungo tutto il percorso.

Leggi anche: Quale è il GRATTACIELO più ALTO d’Italia?

#2 Torre Hadid, lo “storto” che sembra scomparire nel cielo

Credits pietmassuger – Lo Storto

Lo “Storto”, noto anche come la Torre Hadid, si erge come il secondo edificio più alto di Citylife. Frutto del genio della compianta Zaha Hadid, questo grattacielo si distingue per la sua caratteristica torsione, che diventa sempre più evidente man mano che si sale verso la cima, fino a scomparire completamente negli ultimi piani. Con i suoi 177 metri d’altezza e i suoi 44 piani, la Torre Hadid rappresenta un’icona di design e innovazione architettonica.

#3 Torre Libeskind, il “curvo” con la corona che si ispira alle cupole rinascimentali

Credits:
@deangelinadia (INSTG)

Il “Curvo”, conosciuto anche come la Torre Libeskind, è l’ultimo arrivato tra i grattacieli di Citylife, completato nel 2021. Con i suoi 175 metri d’altezza e i suoi 30 piani, ospita circa 3.000 dipendenti della società di revisione PwC. Questo edificio presenta un profilo distintivo che, man mano che ci si avvicina alla cima, si distacca sempre di più dalla forma iniziale, piegandosi verso l’interno. 

Sulla sua sommità si erge una corona ispirata alle cupole rinascimentali italiane: un blocco di vetro e acciaio alto oltre 30 metri, che completa il profilo curvo della struttura, conferendo un’impressionante presenza architettonica al panorama urbano del quartiere.

#4 Lo shopping district, il centro commerciale urbano più grande d’Italia

Citylife Shopping District

Proprio sotto le “Tre Torri” sorge il City Life Shopping District, il più grande distretto commerciale urbano d’Italia. Con i suoi 80 negozi, un supermercato, 20 ristoranti e bar, e 7 sale cinematografiche che offrono un totale di ben 1.200 posti a sedere, oltre a un poliambulatorio Humanitas, questo distretto è un vero e proprio punto di riferimento per lo shopping e il tempo libero.

Progettato da Zaha Hadid Architects, One Works e lo studio Mauro Galantino, il City Life Shopping District si estende su tre aree interconnesse, occupando complessivamente una superficie di 32.000 metri quadrati. Al centro di tutto ciò si trova una piazza all’aperto, circondata da locali e negozi, che crea un’atmosfera accogliente e dinamica per residenti e visitatori.

#5 Le Residenze Hadid, le grandi residenze di lusso a forma di scocca navale

Residenze Hadid Citylife

Nel nuovo quartiere milanese, oltre agli spazi commerciali e agli uffici, alcune aree sono riservate alla residenza. Le Residenze Hadid, conosciute anche come “City Life Milano Residential Complex”, comprendono sette imponenti palazzi, con altezze variabili dai 5 ai 13 piani, che abbracciano uno stile distintivo dove design, natura e tecnologia si fondono armoniosamente. Occupando una superficie di 38.000 metri quadrati, questi edifici presentano linee fluide e ampi balconi curvati che evocano l’eleganza delle navi da crociera. Al centro di questo complesso residenziale si estende un grande giardino, offrendo un’oasi di tranquillità per chi vive in appartamenti di lusso.

#6 Le Residenze Libeskind, con imponenti facciate dalle geometrie asimmetriche

Urbanfile – Residenze Libeskind

Le residenze Libeskind, terminate alla fine del 2023, si distinguono per le loro facciate imponenti, caratterizzate da geometrie asimmetriche che dialogano visivamente con le residenze Hadid, creando un contrasto dinamico nel panorama architettonico. Progettate con uno stile costruttivista voluto dal loro creatore, questo complesso residenziale è composto da otto palazzi, con altezze che variano dai 5 ai 13 piani. Con un totale di 380 appartamenti di varie dimensioni, le residenze Libeskind occupano uno spazio di oltre 150.000 metri quadrati, cui si aggiunge un rigoglioso giardino interno.

#7 Palazzo delle Scintille, l’edificio “superstite” della fiera in Art Nouveau 

Credits: Andrea Cherchi – Palazzo delle Scintille

L’unico edificio rimasto della vecchia fiera è il suggestivo Palazzo delle Scintille, un esempio dell’Art Nouveau, costruito nel lontano 1923 su progetto dell’architetto Paolo Vietti Violi per accogliere un velodromo all’interno della fiera campionaria. Dopo anni di disuso, il palazzo è stato restaurato grazie a un intervento di conservazione e verrà inaugurato a inizio del 2026 come CityOval, uno spazio multifunzionale dedicato ad eventi espositivi, intrattenimento, concerti e manifestazioni sportive.

#8 Gli orti fioriti, la campagna all’ombra dei grattacieli

Credits Andrea Cherchi – Orti Citylife

La natura ritorna in città con gli Orti Fioriti di City Life. Questo progetto, realizzato in collaborazione con l’associazione Orticola Lombarda, mira a valorizzare il patrimonio di conoscenze e tradizioni italiane legate all’orticoltura e al giardinaggio. L’area, estesa su 3.000 mq, è gestita dalla società responsabile dello sviluppo di City Life e curata con amore dalla Cooperativa del Sole. All’interno di questo spazio, il visitatore può immergersi in un ambiente rigoglioso e scoprire una vasta gamma di fiori, piante e ortaggi, creando l’illusione di trovarsi in aperta campagna, pur restando all’ombra dei grattacieli.

#9 Parco City Life, uno dei più grandi parchi cittadini che accoglie la varietà del paesaggio lombardo

Parco Citylife

Il quartiere di Citylife vanta la più ampia area pedonale di Milano e una delle più estese in Europa, offrendo agli abitanti e ai visitatori uno spazio urbano unico. Al suo interno si trova anche uno dei parchi più grandi della città, oggi si estende per circa 160.000 mq di verde pubblico sui 174.400 mq totali previsti dall’intero progetto di riqualificazione. Il progetto paesaggistico è ispirato alla varietà del paesaggio lombardo, ricreando il microcosmo di Milano e del suo territorio. Tra prati e zone boscate, il parco offre numerose aree di sosta, uno spazio dedicato al fitness e connessione Wi-Fi gratuita, offrendo un’oasi di relax e svago nel cuore della città.

#10 ArtLine, la galleria di arte moderna all’aperto nel parco

Coloris

All’interno del parco si trova una galleria di arte moderna all’aperto chiamata ArtLine, un’iniziativa promossa dal Comune di Milano. Si tratta di un percorso che comprende oltre 20 opere permanenti, tra cui 8 selezionate tramite un concorso dedicato agli artisti under 40 e altre realizzate da artisti internazionali di fama consolidata. Queste opere possono essere visitate gratuitamente 7 giorni su 7, offrendo ai visitatori l’opportunità di scoprire queste creazioni mentre passeggiano lungo i vialetti del parco.

Tra le opere presenti, spiccano il “Beso”, un bacio scolpito tra due imponenti rocce, “Coloris” che raffigura il planisfero terrestre con cento pali metallici dai colori pastello, una reinterpretazione delle classiche fontanelle milanesi con i “draghi verdi”, “Hand and foot for Milan”, una gigantesca mano e un piede costruiti in mattoni, e “Rudere” di Adrain Paci, pensata come uno spazio di riflessione sul rapporto tra uomo e natura

Leggi anche: Il PARCO d’ARTE a cielo aperto di CITY LIFE: le 12 opere più CURIOSE con i loro significati (foto)

Fonte: finestresullarate.info

# Cosa arriverà nei prossimi anni

Nei prossimi anni sono attese altre architetture iconiche ad arricchire il quartiere, oltre al completamento del parco con l’aggiunta anche di nuove sculture.

Citywave

La più scenografica è quella di CityWave, già soprannominato “lo sdraiato”, è il quarto e ultimo edificio di Citylife in costruzione ed è stato progettato dallo studio di architettura BIG. Si caratterizza per un lungo porticato sospeso di 140 metri che collega due edifici di 50 e 110 metri di altezza e mette a disposizione spazi di lavoro, negozi, ristoranti, due corti private ed un rooftop bar con piscina. L’inaugurazione dovrebbe avvenire entro le Olimpiadi Invernali 2026.

skysport – Padel Pavillon

In continuità visiva con le architetture preesistenti è il progetto dell’Atlante Arena, il Padel Pavillon curato da Novembre Studio. L’edificio si contraddistingue per un grande sbalzo con un aggetto curvo di 17 metri e sviluppa su un’altezza di 12 metri e 2.800 mq di superficie dell’edificio con all’interno: 7 campi da padel, un’area ristoro e uno spazio multifunzionale rialzato. La conclusione dei lavori è programmata per il 2025.

Leggi anche: Gli ULTIMI COLPI ad effetto di CITYLIFE: il tempio del PADEL e il grattacielo SDRAIATO con rooftop bar con piscina

Continua la lettura con: Il QUARTIERE EBRAICO di Milano

FABIO MARCOMIN

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26 maggio. Nel Duomo Napoleone viene incoronato Re d’Italia

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26 maggio 1805. Napoleone viene incoronato re d’Italia. A Milano. Anche perché a Roma non ci mise mai piedi. Quattro giorni prima, tre carrozze di corte furono mandate al Duomo di Monza a prendere la Corona Ferrea che fu deposta sull’altare maggiore del Duomo di Milano per essere posta sul capo dell’imperatore francese.

Le cronache narrano che quella mattina di maggio splendesse un sole caldo nel cielo azzurro. Piazza Duomo era gremita di folla che attese il corteo imperiale tra campane che suonavano a festa e l’artiglieria faceva esplodere colpi a salve. 

Napoleone fece giuramento sulla cosiddetta “Colonna del Diavolo” in Piazza San’Ambrogio, dove, per tradizione, tutti i regnanti dovevano giurare fedeltà a Milano e al suo santo patrono, nel punto esatto dove, secondo la leggenda, aveva sconfitto Satana.

Continua la lettura con: La Milano di Napoleone

MILANO CITTA’ STATO

Milano: la terza città più grande del Sud Europa. L’estero la vede grande, l’Italia la rende piccola

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geomapas.gr IG - Le città più grandi del sud Europa

Fuori dai confini nazionali Milano è considerata la città più grande per estensione territoriale e popolazione. Addirittura tra le prime d’Europa. Ma in Italia risulta rimpicciolita, sistematicamente al secondo posto dietro a Roma. Quali sono i fattori che causano questa discrepanza e come si dovrebbe intervenire.

Milano è la terza città più grande del Sud Europa. L’estero la vede grande, l’Italia la rende piccola

# Superata solo da Istanbul e Madrid per popolazione

geomapas.gr IG – Le città più grandi del sud Europa

L’Europa meridionale e sud-orientale ospita città dalla straordinaria ricchezza storica e culturale, oggi anche importanti poli urbani e produttivi. Istanbul, con oltre 15 milioni di abitanti, guida la classifica come megalopoli eurasiatica. Madrid, capitale della Spagna, supera i 7 milioni. Ma è Milano, con 6,1 milioni di residenti nella sua area metropolitana funzionale (secondo i dati dell’OCSE e dell’Eurostat), a posizionarsi al terzo posto tra le più grandi città dell’Europa del Sud, davanti a Roma, Napoli, Atene e Bucarest. Un dato che spesso sorprende chi, all’interno dei confini italiani, continua a percepire Milano come una città strutturalmente inferiore a Roma per dimensioni, popolazione e peso simbolico. Eppure, fuori dai confini nazionali, Milano è sistematicamente considerata la vera metropoli italiana. Questo perché oltre frontiera considerano come città l’area metropolitana delle connessioni. 

Leggi anche: Milano è tra le 5 aree metropolitane più ricche d’Europa

# Un’area metropolitana estesa fino oltre i confini regionali

Area Metropolitana di Milano (OCSE)

Milano è l’unica città italiana che negli ultimi decenni ha saputo strutturarsi come una vera area metropolitana integrata. L’area urbanizzata si estende ben oltre i confini del comune, coinvolgendo centri come Monza, Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo, Rho, Legnano, fino a lambire Bergamo e Como, persino Novara. Questa conurbazione densamente popolata si fonda su una fitta rete di trasporti (metropolitane, ferrovie suburbane, autostrade), un sistema economico tra i più dinamici d’Europa e una governance che, pur tra limiti, ha cercato di pensarsi in termini metropolitani. L’area metropolitana funzionale (FUA) di Milano viene utilizzata da organismi europei e internazionali per rappresentare le vere dimensioni della città in termini economici, infrastrutturali e demografici, e colloca Milano tra le principali metropoli continentali. Questa dimensione viene spesso sottovalutata nel discorso pubblico italiano, che continua a identificare Milano principalmente con i suoi 1,3 milioni di abitanti comunali, ignorando l’intera struttura urbana che le gravita intorno.

# I fattori che causano questa discrepanza tra la percezione interna e quella fuori dall’Italia

Questa discrepanza tra percezione interna e riconoscimento esterno dipende da diversi fattori. In Italia, la centralità storica di Roma come capitale politica, amministrativa e culturale ha sempre giocato un ruolo predominante nella narrazione nazionale. Milano è spesso letta in contrapposizione: città “fredda”, efficiente, legata alla finanza e alla moda, ma priva dell’identità profonda che si attribuisce ad altri centri. Inoltre, l’assenza di un’effettiva riforma delle autonomie ha impedito alla città di dotarsi di una governance metropolitana a quella di Londra o Berlino. Fuori dall’Italia, invece, Milano viene letta per ciò che realmente è: un hub economico internazionale, sede di fiere, multinazionali, università di alto livello, e con una capacità attrattiva che nessun’altra città italiana possiede in misura paragonabile. È la capitale economica del paese, e come tale viene trattata nei consessi europei e globali.

# Serve uno status amministrativo esteso alla grande Milano e una rete di trasporti più integrata

S-Bahn Berlino

Milano è già oggi una metropoli europea di prima fascia per popolazione, struttura economica e influenza internazionale. Ma finché la narrazione interna, anche a livello istituzionale, continuerà a ridimensionarla in favore di categorie superate, il Paese rischierà di non valorizzare appieno il suo unico vero motore urbano globale. Queste le due innovazioni fondamentali per portarle a un ruolo coerente con quello delle grandi città d’Europa:

  1. Lo status amministrativo della Grande Milano. Il sindaco deve essere eletto da tutti i cittadini dell’area metropolitana e governare l’intero territorio. Non solo: come accade alle più grandi città d’Europa, Milano deve essere dotata di uno status di autonomia da città regione o città stato, come nel mondo germanico. 
  2. I trasporti della Grande Milano. La rete metropolitana milanese è quasi esclusivamente estesa solo all’interno degli attuali confini amministrativi del Comune di Milano. Tutte le grandi città europee, come Parigi, Londra o Berlino, coprono l’intera area metropolitana con la metro, integrando in una stessa regia i trasporti urbani e suburbani. 

Continua la lettura con: Sorridiamo: Milano è la città più felice d’Italia (Happy City Index 2025)

FABIO MARCOMIN

I 5 quartieri più consigliati dai milanesi per chi viene a vivere a Milano: i prezzi delle case (2025)

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milanotraifantasmi IG - Vigentino

Chi per lavoro, chi per studio o per scelta di vita ha deciso di venire a Milano: ecco i 5 quartieri più consigliati dai milanesi secondo un recente sondaggio in ordine crescente di prezzo degli immobili.

I 5 quartieri più consigliati dai milanesi per chi viene a vivere a Milano: i prezzi delle case (2025)

# Lambrate, quartiere creativo e dinamico con prezzi medi a 4.350  euro al mq: il più economico

pollyolmi IG – Stazione Lambrate FS

Tra i cinque quartieri più consigliati dai milanesi per trasferirsi, Lambrate si distingue per la sua anima creativa e la vivacità culturale. In più, è anche il più economico. Un tempo area industriale, oggi è un polo di design e innovazione con la Magnifica Fabbrica della Scala in arrivo e il Birrificio Lambrate, primo birrificio artigianale cittadino. Locali come Norah Was Drunk e spazi come Zero Gravity, dedicato alle discipline acrobatiche, agli sport di freestyle e al parkour, arricchiscono l’offerta ricreativa. Via Conte Rosso rappresenta invece il cuore storico. Il Parco Lambro regala spazi verdi preziosi, mentre la presenza della M2 e della tangenziale est garantisco ottimi collegamenti per muoversi in città e fuori.

Prezzi case (acquisto): 4.345 mq
Prezzi affitto (bilocale di 50mq): 1.015 euro

# Vigentino, quartiere in trasformazione grazie alle Olimpiadi: prezzi medi a 4.560 euro al mq

milanotraifantasmi IG – Vigentino

Il Vigentino è uno dei quartieri più in fermento di Milano. La presenza di Fondazione Prada e i nuovi progetti come Symbiosis, insieme al Villaggio Olimpico dello Scalo Romana, stanno rivoluzionando la zona. Nascono nuove residenze, anche a prezzi calmierati, e aumentano parchi e servizi. La viabilità resta una sfida, con il tram 24 su via Ripamonti e la fermata M3 Lodi un po’ distante, in attesa della possibile M6. Tuttavia, è proprio questo mix tra tradizione e innovazione a rendere il Vigentino molto apprezzato. 

Prezzi case (acquisto): 4.560 mq
Prezzi affitto (bilocale di 50mq): 1.100 euro

# Città Studi, il cuore universitario che attrae giovani e professionisti: prezzi medi a 5.780 euro al mq

Ph. Paul Pablo – @natipervivereamilano

Città Studi è il quartiere per antonomasia di studenti e giovani professionisti, grazie alla presenza del Politecnico e della sua recente sede in Piazza Leonardo da Vinci. La zona offre una buona varietà di locali e una rete di trasporti pubblici efficiente, con la M2, tram e bus a servizio dei residenti. Pur non avendo grandi spazi verdi, la posizione strategica vicino al centro e i collegamenti con Porta Venezia e Buenos Aires la rendono molto appetibile. 

Prezzi case (acquisto): 5.780 mq
Prezzi affitto (bilocale di 50mq): 1.130 euro

Leggi anche: Gli EDIFICI più belli e più curiosi di CITTÀ STUDI (Gallery Fotografica)

# Porta Lodovica-Bocconi, quartiere top per qualità della vita e servizi: prezzi medi a 6.600 euro al mq

Credits Andrea Cherchi – Zona Bocconi dall’alto

Porta Lodovica-Bocconi è spesso indicata come una delle zone più vivibili di Milano, con il grande Parco Ravizza e il nuovo campus Bocconi che arricchiscono il quartiere. L’area si caratterizza per un’offerta culturale e ricreativa vivace, oltre a un mix unico di tranquillità e movida, grazie anche al micro-quartiere delle Ville Tudor. Sebbene manchi ancora una fermata della metro, quella nuova di Tibaldi della linea S9, in futuro a servizio della Circle Line, ha migliorato i collegamenti. 

Prezzi case (acquisto): 6.600 mq
Prezzi affitto (bilocale di 50mq): 1.280 euro

# Porta Romana, storico e vivace, prezzi medi a 7.200 euro al mq: il più caro di tutti

chevitadifficile IG – Porta Romana

Porta Romana è uno dei quartieri più amati per la sua storia, la vitalità e la posizione strategica vicino al centro. La celebre “Porta” in Piazza Medaglie d’Oro, le prime terme cittadine con la prima biosauna del mondo in un tram storico, e Cascina Cuccagna, ultima cascina rimasta in città, sono solo alcune delle sue attrazioni. La vivace vita notturna in via Muratori e la comoda accessibilità grazie a M3, tram e bus la rendono una meta ambita. Con lo Scalo Romana pronto ad accogliere le Olimpiadi Invernali 2026, il quartiere resta sotto i riflettori e il più caro di tutti tra quelli consigliati dai milanesi.

Prezzi case (acquisto): 7.200 mq
Prezzi affitto (bilocale di 50mq): 1.350 euro

Leggi anche: Inaugurano le terme di Montel: i numeri, le curiosità e i prezzi

Fonti: wikicasa.it, immobiliare.it

Continua la lettura con: Questi sono i 3 quartieri di Milano dove i prezzi delle case sono saliti di più negli ultimi 5 anni

FABIO MARCOMIN

In arrivo la nuova «metro di Catanzaro»: ma è davvero una metro?

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telemia.it - Mappa metro Catanzaro

Il primo viaggio di prova è andato: il treno Stadler ha percorso senza intoppi il tracciato tra Catanzaro Sala e Catanzaro Lido, fermandosi in ogni stazione per i test tecnici. Attivi i cantieri per il completamento della rete. Ma si può davvero definire una metropolitana?

In arrivo la nuova «metro di Catanzaro»: ma è davvero una metro?

# Il primo viaggio di prova della “metropolitana” di superficie

 

 
 
 
 
 
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Il 30 aprile 2025 c’è stato il primo viaggio di collaudo della “metropolitana” di superficie di Catanzaro, sulla linea A da Catanzaro Sala a Catanzaro Lido. Il treno Stadler ha percorso senza intoppi il tracciato, fermandosi in ogni stazione per i test tecnici. Il progetto, concepito negli anni ‘2000 inizialmente con il nome di “Pendolo”, è finanziato in parte con fondi europei ed è stato più volte presentato come un grande passo avanti per la mobilità cittadina, specialmente in una città storicamente penalizzata dal punto di vista dei trasporti pubblici. La notizia del potenziamento del servizio e del suo completamento è stata accolta con entusiasmo dalle autorità locali, che hanno sottolineato l’importanza dell’opera per la connessione tra il quartiere marinaro, il centro cittadino e l’area ospedaliera-universitaria.   

Ma si può davvero definire una metropolitana?

# Le caratteristiche del servizio: linee, frequenza, infrastruttura

telemia.it – Mappa metro Catanzaro

Il percorso si sviluppa in parte a doppio binario, da Catanzaro Lido al quartiere Sala, e in parte a singolo binario, fino alla la stazione RFI di Catanzaro. La rete si articola in tre linee principali:

  • Linea A: collega Catanzaro Sala a Catanzaro Lido, attraversando sei stazioni intermedie. Questa linea è stata oggetto del recente collaudo e rappresenta l’asse portante del sistema.

  • Linea B: parallela alla Linea A, condivide il tracciato ma su un binario separato. Il binario è già stato posato e le prove sono previste entro la fine di maggio 2025.

  • Linea C: si estende dalla stazione di Dulcino fino a Germaneto, passando per fermate strategiche come il Campus universitario e il Policlinico “Mater Domini – Dulbecco”. Il completamento di questa tratta è previsto per l’autunno 2025 

Tutte e tre le linee convergono nella stazione di Via Milano, nel centro di Catanzaro, facilitando l’interscambio e migliorando la connettività urbana. Alcune fermate sono in fase di riqualificazione, altre già ammodernate con banchine rialzate e accessi per persone con disabilità. La frequenza dei treni varia ma resta generalmente bassa, con attese fino a 30-60 minuti. 

# Perché non può essere considerata una vera metropolitana

mobilita.org – Metro Catanzaro

Definire quella di Catanzaro una metropolitana non è però corretto. Da questo punto di vista si tratta più di un’operazione di marketing, una strategia politica o comunicativa. Si tratta infatti di un servizio ferroviario urbano operato dalle Ferrovie della Calabria, svolto sul tracciato urbano della ferrovia Cosenza-Catanzaro Lido. Le metropolitane vere e proprie sono sistemi di trasporto rapido di massa, con corse molto frequenti, infrastrutture dedicate (spesso sotterranee), treni elettrici ad alta capacità e un’integrazione efficiente con il resto della rete urbana.

La linea di Catanzaro, pur servendo un’esigenza reale e apportando benefici, non soddisfa questi requisiti fondamentali:

  • non c’è la velocità
  • non c’è l’alta frequenza
  • non c’è una rete articolata
  • né un sistema integrato con altri mezzi pubblici urbani come autobus o tram

A ciò si aggiungono altri limiti strutturali. Il servizio viene infatti svolto:

  • con convogli alimentati a gasolio;
  • su scartamento ridotto (950 mm);
  • senza elettrificazione né sistema a terza rotaia o linea aerea, a differenza delle reti metropolitane classiche
  • in prevalenza in superficie
  • condividendo i binari con altre linee a servizio sovralocale.

Inoltre, la gestione è affidata a una società regionale (Ferrovie della Calabria) e non a un’agenzia di trasporto metropolitano con competenze specifiche in ambito urbano.

Per tutti questi motivi, è più giusto definirla una “ferrovia urbana”, utile e funzionale nel contesto locale, come le linee S e il passante milanese, ma non paragonabile alle metropolitane di Roma, Milano, Torino o Napoli.

Continua la lettura con: Le 7 metropolitane d’Italia: curiosità e record

FABIO MARCOMIN

La gara per il futuro di Palazzo Dugnani: sarà un polo scientifico o un museo?

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C’è un palazzo storico a Milano, affacciato sui Giardini Montanelli, che ha ospitato matrimoni, musei, mostre. E che ora verrà assegnato a un nuovo soggetto. 

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La gara per il futuro di Palazzo Dugnani: sarà un polo scientifico o un museo?

# Un palazzo storico dimenticato 

Credits: wikipedia

Palazzo Dugnani è una delle gemme architettoniche più prestigiose della Milano settecentesca, eppure negli ultimi anni è rimasto quasi completamente escluso dalla vita culturale della città. Il complesso, che si affaccia sui Giardini Montanelli e si estende per oltre 5.000 metri quadrati, è un capolavoro barocco arricchito da portici, logge e un salone monumentale con affreschi di Giovan Battista Tiepolo.

Dopo anni di utilizzo parziale e occasionale, il Comune di Milano ha finalmente deciso di ridare vita a questo edificio con un bando di concessione di 33 anni, che punta al restauro completo e alla sua restituzione alla cittadinanza. Una sfida per chi vorrà investirci, ma anche una grande opportunità: trasformare un luogo dimenticato in un nuovo polo d’eccellenza culturale.

Leggi anche: Questo è «il palazzo più bello di Milano»?

# Il bando: visione e qualità prima del denaro

Il bando per la concessione di Palazzo Dugnani scade il 29 agosto 2025 ed è aperto a imprese, fondazioni, enti e raggruppamenti temporanei d’impresa. Il canone annuo posto a base d’asta è di 1,633 milioni di euro, ma gli investimenti per il restauro (stimati in circa 20 milioni) saranno scomputati, permettendo ai vincitori di iniziare a pagare solo dopo circa dieci anni. Una formula che punta sul lungo periodo piuttosto che sull’immediato ritorno finanziario.

Il criterio centrale per l’assegnazione sarà la qualità del progetto, che peserà per il 70% nella valutazione finale. Le due opzioni principali indicate dal Comune sono:

  • la realizzazione di un polo scientifico, in collaborazione con il vicino Museo di Storia Naturale e dedicato ai temi della sostenibilità e della divulgazione,

oppure

  • un museo dei media e delle immagini, centrato su fotografia, comunicazione ed evoluzione tecnologica.

Due visioni differenti, ma complementari, che promettono di dare nuova linfa a un palazzo rimasto per troppo tempo in silenzio.

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# La sfida di Milano tra costruzione e conservazione

Credits: amicipoldipezzoli.it

L’”operazione Palazzo Dugnani” rappresenta un cambio di paradigma per Milano, che negli ultimi anni ha puntato moltissimo sulla costruzione di nuovi spazi, spesso sacrificando il recupero dell’esistente. Gli interventi che hanno trasformato, anche positivamente, lo skyline cittadino hanno lasciato in ombra il patrimonio storico.

In un’epoca in cui la rigenerazione urbana è spesso sinonimo di demolizione e ricostruzione, il restauro di un edificio vincolato e la sua riconversione culturale rappresentano un’alternativa concreta e sostenibile.

La sfida sarà riuscire a far convivere esigenze conservatrici con proposte innovative, evitando il rischio di musealizzare il palazzo senza dargli una funzione viva, partecipata, dinamica. Milano ha bisogno di spazi culturali flessibili, che si adattino ai tempi e che sappiano dialogare con il tessuto urbano circostante.

Il progetto di rilancio di Palazzo Dugnani è molto più di un’asta: è un banco di prova per capire se Milano è ancora in grado di trasformare i suoi simboli storici in laboratori del futuro. Chi parteciperà al bando dovrà dimostrare non solo solidità finanziaria, ma anche una visione culturale all’altezza del contesto. Non si tratta di aprire un museo qualsiasi, ma di immaginare un’istituzione che abbia senso nel 2025 e continui ad averlo nel 2125.

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MATTEO RESPINTI

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Questa è la «red flag» della destra italiana

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Uno dei punti di forza della sinistra è sempre stato quello di aver controllato la cultura, i modi di esprimersi, omologando il linguaggio nazionale sui propri schemi. Ma questo è da sempre anche il suo grande punto debole dal punto di vista elettorale. Non è un mistero che proprio per questo molti non la votino e scelgano l’alternativa. Un’alternativa che però sta “tradendo” questa aspettativa. E non è una cosa da poco: ecco perché la mancata rivoluzione culturale della destra segnerà la sua sconfitta…

Continua la lettura dell’articolo qui:

Il grande «red flag» della destra: la mancata rivoluzione culturale

Di Raffaele Pergolizzi

 


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