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7 paradisi naturali dove tuffarsi a pochi chilometri da Milano

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Alla fine è arrivato. Il caldo. Per alcuni atteso, per molti famigerato. Soprattutto d’estate a Milano. Per sconfiggerlo segnaliamo alcuni itinerari, più o meno conosciuti, tutti vicini a Milano, dove è facile ristorarsi con fresche acque nelle quali è possibile immergersi senza alcuna particolare difficoltà.

7 paradisi naturali dove tuffarsi a pochi chilometri da Milano

# Val Masino

Credits: @gabrielmussetti
Val Masiano

Frazione di Val di Mello, in provincia di Sondrio, ricca di piccoli laghetti e di torrenti con acqua cristallina e uno scenario incantevole a fare da contorno ad un fresco tuffo. Alberghi, campeggi, ma anche rifugi possono ospitare chi vuol provare ad immergersi nelle acque dei torrenti della Valtellina. L’itinerario è assolutamente affrontabile anche dai bambini.

# Laghetto di Cassiglio

Credits: @mattialocatelli1987
lago di Cassiglio

In Val Stabina, alta val Brembana, non si può resistere alle verdi acque del laghetto artificiale di Cassiglio. Luogo famoso anche per la “Serenata macabra”, dipinta su una facciata di Casa Milesi, al laghetto è possibile pranzare e origliare nell’area attrezzata, passando una giornata molto piacevole.

# Domaso – Lago di Como

Credits: @mylakecomo.co
Credits: @mylakecomo.co

Domaso è rinomata per il rarissimo vino Domasino, un nettare già apprezzato dagli antichi romani e che viene prodotto in circa 2000 bottiglie all’anno. Ma non solo: Domaso è anche una ambita meta per chi, da Milano, desidera rigenerarsi con un bagno fresco nelle acque del lago di Como. Con la chiesa di San Bartolomeo e alcune ville a fare da cornice al lago italiano più famoso al mondo. Chi si reca a Domaso ha la sensazione di arrivare in un luogo dove il tempo si è fermato, con ritmi lenti e il solo rumore delle onde a fare da sottofondo.

# Pozze di Erve – Lecco

Credits: @dan_ny85
Pozze di Erve

Per i bambini lecchesi è una specie di tradizione, per i più un parco giochi naturale con cascatelle, scivoli in pietra levigata dall’acqua, spesso gelata, e tanti spruzzi, sia provocati dai salti compiuti dal torrente che da quelli eseguiti dai bagnanti che temerariamente desiderano rinfrescarsi. Un servizio di navetta che parte da Calolziocorte porta comodamente alle pozze, a volte soggette a numero chiuso.

# Isola dei Conigli

Credits: @fuggodamilano
Isola di San Biagio

Certamente meno nota della celebrata sorella siciliana, a Manerba del Garda, a pochi metri da Punta Belvedere, ci si imbatte nella piccola Isola di San Biagio, nota come Isola dei Conigli e facilmente riconoscibile anche in foto per un verde prato intervallato da cipressi e cespugli spesso in fiore. Utilizzata come base per i sub che si recano allo Scoglio dell’Altare, che domina una parete immersa che raggiunge i 150 metri, e intervallata da due balconate che ospitano meravigliosi esemplari di grossi pesci di lago.

Si arriva all’isola tramite traghetto che parte da Porto Torchio o direttamente a piedi, partendo dal vicino campeggio di San Biagio, proprietario dell’isola. Nel secondo caso chi non è ospite del campeggio avrà da pagare un biglietto di ingresso e sperare che l’acqua sia sufficientemente bassa per poter affrontare il tragitto senza immergersi oltre alle ginocchia.

# Val Vertova

Credits: @roadtolombardia
Val Vertrova

Salendo da Bergamo verso Clusone si raggiunge la Val Vertova, zona ricca di polle di acqua cristallina, nella quale ci si può tuffare più o meno comodamente, a secondo della voglia e dell’ardimento del visitatore. Con un’ora di camminata si può raggiungere la sorgente ed è sempre meglio guardare gli orari per potervi accede senza rimanere chiusi fuori…Volendo, una volta rigenerati, è possibile proseguire la strada che porta a Clusone e salire fino al passo della Presolana, dove un’aria fresca e rigenerante completa l’operazione di fuga dalla calura.

# Cascate dell’Acquafraggia di Piuro (Borgonuovo) – Valchiavenna

Credits: @ kauto69
Cascate di Piuro

Le splendide cascate lasciano incantato chiunque si rechi a Borgonuovo di Piuro. La nebulizzazione dell’acqua è talmente rigenerante che, per i più, è sufficiente senza dover immergersi nel laghetto, che raccoglie il frutto delle cascate. Citate anche da Leonardo nel Codice Atlantico, questo spettacolo della natura merita una bella passeggiata adatta a tutti.

Continua la lettura con: Le 5 CASCATE più BELLE dell’Emilia Romagna

ROBERTO BINAGHI

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7 locali magici per assaporare il Nord Milano

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ice.robyb IG - Madrigal Pub

Si chiama Hinterland, d’accordo, ma una parte di essa ha un nome specifico: quello di Nord Milano. Corrisponde all’area occupata dai territori di 6 comuni: Bresso, Cinisello Balsamo, Cormano, Cusano Milanino, Paderno Dugnano e Sesto San Giovanni. A queste aggiungiamo Brusuglio, frazione di Cormano con un’identità netta e diversa da quella del suo comune, per arrivare al numero magico di 7 esperienze da raccontarvi.

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7 locali magici per assaporare il Nord Milano

#1 Tir na nog – Bresso

tirnanogirishpub IG

Bresso ha un vibe da socialismo reale, con i suoi parchi e le sue vecchie rotaie del tram per le quali sono finalmente iniziati i lavori di ripristino. Bresso ha i balconcini lunghi e stretti, ha la case basse con giardino: in una laterale tranquilla troviamo un classico pub irlandese, uno dei più somiglianti alla realtà, dove sognare una realtà diversa dal Nord Milano.

#2 Daiquiri cocktail bar – Brusuglio (Cormano)

stefy_81_ IG – Daiquiri Cocktails Bar

Il sobborgo manzoniano di Cormano è un vero gioiello, ancora più lombardo che milanese, oseremmo dire. Se la via con la villa e la chiesa del grande scrittore si perde attorno alle sue mura di cinta, il nucleo della frazione si sviluppa attorno a una piazza di aiuole poco lontano. Qui c’è anche il Daiquiri, una vera e propria istituzione per gli amanti dei cocktail, con gente che viene da altre regioni per assistere alle periodiche degustazioni organizzate dal proprietario.

#3 Mivida – Cinisello Balsamo

Ristorante Mivida Fb

Ci sono i condominii de rigeur, ci sono i capannoni delle attività commerciali, le villettine che danno sul grande stradone di comunicazione dedicato al presidente più famoso degli Stati Uniti: è Cinisello, baby! Non troppo lontano dal centro pedonalizzato della cittadina doppia, c’è un comodo ristorante messicano con tanto di parcheggio annesso per ovviare alle necessità di trasporto della zona: in fondo abbiamo sempre voluto rimpinzarci di fajitas come se non ci fosse un domani!

#4 La Pergola 2 – Cormano

gianpiero4475 IG – La Pergola 2

Cormano annaspa ancora lungo la sua direttrice principale, falcidiata dalle rotaie di un vecchio trenino suburbano dismesso che un giorno magari tornerà, proprio come quello di Bresso. Centri commerciali, supermercati, negozietti etnici e un ristorante che cucina di tutto: La Pergola 2, vero e proprio spaccato di vita per scrivere un saggio di sociologia contemporanea. La coda per l’asporto a volte supera quella per accomodarsi in sala.

Leggi anche: Il ristorante più a buon prezzo di Milano: la cifra record per un menù completo

#5 Retrosteria – Cusano Milanino

__just__sa IG – Retrosteria

Anche senza andare a perlustrare le profondità di villette del viale centrale di Milanino, anche accontentandoci di Cusano, scopriremo che è tanta roba, al punto da cominciare a sbirciare i prezzi delle case lungo le vetrine del suo bel viale centrale. Stiamo andando nella corte di una tipica casa di ringhiera della zona, in mezzo ai bambini che fanno crescere la popolazione italiana, a illuminarci con le fantasiose e succulente tapas della Retrosteria.

#6 La Taverna – Paderno Dugnano

lataverna_paderno IG

Nel cuore della vecchia Dugnano dalla nobiltà repressa da parcheggi troppo grandi, sembra proprio di aver trovato quella destinazione ideale della prima hinterland, vicina abbastanza a Milano per poter godere dei suoi privilegi senza perdere la tranquillità della provincia sonnacchiosa. Sublime la Taverna con il suo esterno romano e il suo interno ospitale dedicato anche ai prodotti del territorio.

#7 Madrigal – Sesto San Giovanni

ice.robyb IG – Madrigal Pub

Sesto è tante cose, cento città in una, la medaglia d’oro al valore della resistenza. Strade alberate, squadre femminili di calcio, sovrappassi che saltano il grande viale trafficato. A Sesto vive e prospera questo pub inglese all’italiana, che apre alle 20 e non fa nemmeno l’aperitivo. Poco milanese per il Nord Milano, ma meritevole per arredi e cibo servito.

Continua la lettura con: I locali dei single di Milano

LORENZO ZUCCHI

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16 laghi, 90 cascate: il “parco naturale più bello d’Europa”

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Credits: @plitvicelakesnp Parco di Plitvice

A circa 3 ore di macchina dal confine con l’Italia c’è un parco naturale che catapulta in un’altra realtà. Alberi, laghi, grotte e panorami mozzafiato: è stato definito “il parco più bello d’Europa”. 

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16 laghi, 90 cascate: il “parco naturale più bello d’Europa”

# 16 laghi e oltre 90 cascate

Credits: @plitvicelakesnp
Parco di Plitvice

Con i suoi laghi e le sue cascate il Parco di Plitvice in Croazia è una meta immancabile. Si trova a metà tra Zagabria, capitale della Croazia, e Zara, città della Dalmazia e il periodo migliore per visitarlo è tra maggio e giugno, quando i laghi sono in piena. Con una superficie di circa 33 mila ettari, si può girare all’interno del parco a piedi, camminando su passerelle di legno che sfiorano l’acqua, con il trenino oppure in barca. Ma cosa rende così bello questo parco? Una volta entrati si rimane veramente affascinati dalla natura che vi circonda: 16 laghi, alimentati dai fiumi Bijela Rijeka e Crna Rijeka (Fiume Bianco e Fiume Nero) e da sorgenti sotterranee, e collegati tra loro da una serie di cascate che poi si riversano nel fiume Korana. Cascate che se ci si mette a contarle superano le nove decine! Altra particolarità del Parco Nazionale di Plitvice sono le sue grotte e caverne in mezzo ai fitti alberi, anche se non tutte sono accessibili.

# Patrimonio mondiale dell’Umanità

Credits: @euronymous_ua
Parco di Plitvice

Il Parco di Plitvice è il più antico e il più grande parco nazionale della Croazia ma anche uno dei più belli d’Europa. Nel 1979 è stato proclamato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, questo perché i laghi e le sue barriere tufacee si sono formati attraverso un processo di sedimentazione del calcare, cosa pressoché unica al mondo, per questo è stato dichiarato di valore universale. In più quello che i turisti vedono del parco corrisponde in realtà solo a circa l’1%: il parco offre infatti ai propri visitatori sette programmi dedicati al complesso lacustre e quattro percorsi escursionistici di montagna, ma è assolutamente vietato spostarsi dai percorsi segnati.

# Il prezzo

Credits: @zadartouristguide
Parco Plitvice

Il Parco di Plitvice si divide poi in due parti: quella superiore, dove i laghi collegati da cascate si trovano in una valle circondata da foreste, e la parte inferiore dove si possono vedere laghi più piccoli e una vegetazione più bassa. Nell’area del Parco vivono anche numerose specie animali, tra cui orsi, lupi, cinghiali, volpi e tassi, e diverse specie di uccelli. Il biglietto di ingresso al parco costa poco meno di 40 euro in alta stagione e 26,50 euro nei mesi da ottobre a maggio.

Continua la lettura con: Il “GIRO delle CASCATE”: ponti, passerelle e scalini per andare sopra, sotto e dentro i salti d’acqua

BEATRICE BARAZZETTI

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I milanesi prendono il nome da chi lavorava la domenica

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Meneghino è una maschera che si identifica con la città di Milano. Pochi conoscono però il suo reale significato.

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I milanesi prendono il nome da chi lavorava la domenica

meneghini bauscia
Rappresentazione satirica del Meneghino che domina l’aquila austriaca

# Meneghino, il domestico per fare bella figura di domenica

Il nome “Meneghino” è un diminutivo del nome Domenico.
La scelta di questo nome è da ricercare nel fatto che all’epoca i signori più facoltosi di Milano, potevano permettersi molti domestici mentre i nobili che non avevano la possibilità di mantenere un domestico fisso, almeno il giorno della domenica, assumevano un domestico pagato per l’intera giornata. Per questo denominato Domenico.

# Al servizio dei signori, ma solo la domenica

Per andare a messa il Domenichino era colui che apriva la porta della carrozza al suo arrivo e aiutava i signori a scendere. Perciò questo personaggio teatrale, ideato da Carlo Maria Maggi, viene associato alla città di Milano proprio perché presenta tipici tratti caratteristici della figura del Domenichino: al servizio dei signori, ma solo la domenica.

# Una caratterialità tipica dei milanesi?

Da personaggio teatrale Meneghino è diventato sinonimo di milanese. Sotto molti aspetti anche per le sue caratteristiche: in origine era un servo spiritoso, caratterizzato soprattutto da onestà, sincerità (simboleggiata anche dal fatto che, a differenza di molti personaggi della commedia dell’arte, egli non indossa una maschera) e un grande senso di giustizia. Rappresenta anche l’arte di servire di cui i milanesi sono maestri, anche se, per alcuni critici, rivela anche un’obbedienza servile nei confronti dei potenti. Ad esempio, riprendendo Carlo Cattaneo, una sudditanza forse eccessiva dei milanesi verso il potere politico del governante. 

Continua la lettura con: Meneghini o Bauscia: perché i milanesi si chiamano così?

MILANO CITTA’ STATO

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L’autonomia differenziata è legge: in poche parole ecco cosa cambierà in Italia

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Dopo vent’anni di discussioni, referendum, dichiarazioni bipartisan in cui tutti si dicevano più o meno d’accordo, la Camera approva con 172 sì 99 voti contrari e 1 astenuto. L’Autonomia differenziata diventa così legge dello Stato. Una riforma che avvicina l’Italia a un assetto moderno: più simile non solo a Paesi che si basano sull’autonomia dei territori, come Spagna, Germania o Svizzera, ma anche come quelli più centralisti che stanno spingendo forte sul tasto del decentramento, come Francia o UK. Tutto bene, dunque? Ovviamente no. Perchè siamo o non siamo il paese del Gattopardo, del tutto va male ma lo status quo va difeso sempre: addirittura dall’opposizione si è gridato che così si sfascia l’Italia. Facendo spallucce dell’ipocrisia dei partiti, vediamo cosa cambierà per l’Italia. 

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L’autonomia differenziata è legge: in poche parole ecco cosa cambierà in Italia

# Il voto del Parlamento dà attuazione alla Costituzione (art.V) e ai referendum

Dopo il Senato anche la Camera ha approvato con 172 sì il ddl per l’attuazione dell’autonomia differenziata. Si tratta della legge che dà attuazione ai principi, finora disattesi, dell’articolo V della Costituzione che invita ad attuare in Italia “il più ampio decentramento amministrativo”. Non solo: è una legge che segue anche l’espressione della volontà del “popolo sovrano”, almeno dei cittadini delle regioni che hanno votato oltre sei anni fa in larghissima maggioranza a favore di una maggiore autonomia regionale. Curioso che proprio chi aveva votato a favore dell’articolo V, il centro sinistra, oggi alza le barricate lamentando il rischio di secessione. Ma, in sintesi, che cosa definisce la nuova legge?

# La legge in poche parole: si premiano con più autonomia le regioni più meritevoli, a chi non rispetta gli standard minimi l’autonomia viene tolta

Autonomia differenziata

Il principio della legge è elementare. Le regioni possono decidere di gestire fino a 23 competenze in autonomia dallo Stato che però deve vigilare sul rispetto di un livello minimo delle prestazioni (LEP) per ogni classe di servizio. Se una regione non è in grado di garantire questi standard perde l’autonomia di gestione nei servizi deficitari. Un principio che tutela i cittadini, spingendo le regioni a garantire servizi migliori e che fa intervenire lo Stato quando questi servizi sono insufficienti.

L’autonomia differenziata prevede la possibilità di trattenere parte del gettito fiscale generato sul territorio per il finanziamento dei servizi e delle funzioni di cui si chiede il trasferimento. Si introduce pertanto un principio di responsabilità per le regioni che, finora, potevano agire “indisturbate” nella fornitura dei servizi, senza rischi. Anzi. Il modello di governance esistente tendeva a premiare le regioni più inefficienti, favorendo l’intervento dello Stato a colmare deficit. 

# Un passo verso Milano Città Stato?

Da segnalare infine che l’articolo 132 della Costituzione consente che i territori con almeno un milione di abitanti possano diventare regione. Un articolo pertanto che consentirebbe a Milano e dintorni di poter diventare una città-stato (o città-regione) con poteri da regione, come accade per le migliori città del Continente, come Londra, Madrid, Vienna, Berlino, Amburgo o le città cantone della Svizzera. Più responsabilità significa anche dare più poteri ai singoli territori: la Regione Lombardia, autonomista con il governo centrale, si mostrerà altrettanto autonomista anche verso Milano?

Continua la lettura: Milano va più veloce di Bologna: no ai 30 all’ora ovunque e più autonomia per la città

ANDREA ZOPPOLATO

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Metro M5 verso Monza: cosa manca per l’avvio dei cantieri

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M5 a Monza

Nelle prossime settimane sono attesi alcuni passi significativi per procedere poi al bando di gara e al successivo avvio dei lavori. Vediamo il punto della situazione, quando dovrebbe inaugurare il prolungamento e i dettagli del progetto.

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Metro M5 verso Monza: cosa manca per l’avvio dei cantieri

# La linea M5 raddoppia il suo tracciato con ulteriori 13km e 11 fermate

Tracciato M5

Un tracciato di 13 km e 11 nuove fermate. Questo è il prolungamento previsto per la linea M5 oltre Bignami, raddoppiando l’estensione attuale di 12,9 km, a servizio dei comuni di Cinisello Balsamo e Monza. Usciti dai confini del Comune di Milano il percorso prosegue con 4 fermate a Cinisello Balsamo (Testi-Gorky, Rondinella-Crocetta, Lincoln e Bettola con il futuro interscambio con la M1), e 7 a Monza (Campania, Marsala, Monza Fs, Monza Centro Trento Trieste, Villa Reale, Ospedale San Gerardo, Polo Istituzionale). Previsto anche un deposito a raso di 180mila mq nel quartiere di San Rocco-Casignolo. 

credit: discoradio.it

I treni faranno 1 milione e 710mila km all’anno, con 28.000 passeggeri al giorno stimanti nelle sole ore di punta, e avranno frequenze per Monza ogni 6 minuti, dalle 05:40 a mezzanotte. 

# Un investimento di 1,265 miliardi di euro, a cui aggiungere 300 milioni di extra costi da reperire

M1 e M5

L’opera era stata interamente finanziata con 1,265 miliardi di euro, di cui 900 milioni di euro stanziati dallo Stato Italiano, in base al fabbisogno finanziario all’atto della richiesta dei fondi. La pandemia, il conflitto Russia-Ucraina e la successiva crisi energetica hanno portato ad un aggiornamento del piano con la necessità di reperire circa 300 milioni di extra costi. Da risolvere ancora il nodo di Bettola, dove è in costruzione da oltre 12 anni il nuovo capolinea nord di M1, dove è previsto l’interscambio con la M5: manca l’azienda che prosegue il cantiere e circa 17 milioni di euro mancanti sui 38 di extra costi. Dal punto di vista operativo il 30 novembre 2023 è stato pubblicato l‘avvio del procedimento degli espropri dei terreni sul tracciaTo di M5 e si attendono ora i passi per proseguire verso bando di gara e avvio dei lavori.

Leggi anche: La storia infinita della metropolitana a Monza: le nuove date per la M1 e per le 7 fermate della M5

# Entro fine giugno è attesa la chiusura della Conferenza dei servizi per la procedura PAUR di Regione Lombardia

Credits lombardianotizie IG – Palazzo Lombardia

Si attendono due importanti passaggi burocratici per dar via alla costruzione del prolungamento della M5. Il primo è la chiusura entro giugno con parere positivo della Conferenza di Servizi, composta da tutti gli enti interessati, per la procedura Paur (provvedimento autorizzatorio unico regionale). Il secondo è il la pubblicazione dello stesso, entro un mese dal via libera, e l’ultimo è la stesura definitiva del progetto.

# Cantieri tra fine 2025 e inizio 2026 con una durata di 7 anni

pisces_iscariot IG – Monumentale M5

Per quanto riguarda le tempistiche entro la fine del 2024 dovrebbe essere pubblicato il bando di gara e nel 2025 l’attivazione dei cantieri. L’Assessore ai Lavori Pubblici Marco Lamperti, come riportato da Monza Today, preferisce però rimanere più cauto: “Il cronoprogramma prevede l’inizio dei lavori per la fine del 2025 ma io sono più realistico e mi sento di dire che il cantiere verosimilmente prenderà il via all’inizio del 2026. Questo significa che nell’arco del prossimo decennio assisteremo all’inizio dei lavori e li vedremo anche concludersi”.

La durata dei lavori è stimata in 7 anni, necessari tra i 1.400 e i 1.700 giorni per la realizzazione di ogni stazione, pertanto l’inaugurazione dovrebbe avvenire tra il 2032 e il 2033

Continua la lettura con: Milano-Torino come una supermetro: approvato il potenziamento della frequenza dei treni

FABIO MARCOMIN

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Il castello più affascinante ma più inaccessibile d’Italia

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Credits: @castelliditalia Castello dei Manzoli

Un luogo fermo nel suo tempo, quasi visto solo nelle favole. Un castello ancora completamente intatto e che ricorda l’epoca antica con tanto di corte, loggia, saloni, ma soprattutto la sala del trono, tutto perfettamente conservato. È forse il castello più inaccessibile d’Italia e non perché su una roccia lontano dal mondo o infestato da fantasmi, anzi chissà se nella sua torre più alta si nasconde una principessa rinchiusa che sta aspettando di scogliere i suoi capelli. D’altronde pochissime persone ci sono entrate.

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Il castello più affascinante ma più inaccessibile d’Italia

# Il Castello dei Manzoli e l’area in cui è inserito

Credits: @castelliditalia
Castello dei Manzoli

E’ il Castello dei Manzoli, in Emilia Romagna, quello che potrebbe essere definito come il castello più inaccessibile d’Italia. Più precisamente si trova a Minerbio, nella frazione di San Martino in Soverzano, nelle campagne bolognesi. La fortezza fu costruita dal cavaliere Manzoli nel 1411 attorno a quella che era l’antica torre degli Ariosti, che fin dal 1200 sorgeva al limite della palude. Un castello dalle 4 torri angolari, un ampio parco e circondato da uno specchio d’acqua e un’area boschiva.

Quello che, infatti, rende magico questo castello è l’area in cui è inserito. Si trova immerso nella natura in un parso secolare, inoltre, si potrebbe dire che è all’interno delle terre della dea Minerva (i romani infatti chiamavano la zona la “Selva Minervese”, da qui il nome Minerbio).

# Un luogo fermo al passato

Credits: @castelliditalia
Castello dei Manzoli

Il castello inizialmente fu adibito come residenza aristocratica, ma rimase tale per poco tempo perché assunse molto velocemente una funzione difensiva, infatti è circondato da mura con tanto di merli e fossati. Fu ristrutturato nel 1800 e ancora oggi mantiene le sue sale decorate, camini in pietra e larghe sale, sulle pareti, poi, si trovano tele, affreschi e quadri del Cinquecento e del Seicento. La particolarità del Castello dei Manzoli è il suo ponte levatoio, ancora funzionante e infatti punto di accesso al castello.

# Difficile entrarci

Credits: @emiliaromagna_mania__
Castello dei Manzoli

Il Castello dei Manzoli può essere definito come il più inaccessibile d’Italia perché è possibile entrarci solamente poche volte l’anno. Il castello è, infatti, una proprietà privata aperta ai visitatori solo per le occasioni speciali: ovvero le visite guidate organizzate da associazioni e durante la fiera annuale, una festa autunnale nata alla fine del ‘500 e poi riscoperta. Si tratta di una rievocazione storica voluta come prolungamento di un altro evento, la fiera di Riccardina di Budrio.

In più all’interno della fortezza non si possono fare foto e questo gli conferisce un’aurea ancora più misteriosa, perché non solo è difficile entrarci ma se non ci entri personalmente non saprai mai com’è fatto.

Continua la lettura con: Il CASTELLO di SABBIA gigante a 2 ore da Milano

BEATRICE BARAZZETTI

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Alta velocità: dopo Parigi questa sarà la prossima città europea collegata a Milano

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I treni vanno sempre più veloci tra le città europee. Anche l’Unione Europea sta favorendo gli investimenti su nuove tratte transfrontaliere. Milano è al centro di questa rivoluzione dei trasporti: l’annuncio della prossima città europee che sarà collegata, dopo Parigi. 

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Alta velocità: dopo Parigi questa sarà la prossima città europea collegata a Milano

# L’annuncio delle ferrovie tedesche e italiane: da Milano a Monaco con l’alta velocità

Freepic – Monaco di Baviera

Secondo quanto riporta il quotidiano “Muenchner Merkur” Deutsche Bahn, ÖBB e Ferrovie dello Stato italiane FS hanno deciso di introdurre treni veloci e diretti per collegare Monaco di Baviera con Milano. E, di conseguenza, anche con Roma. L’obiettivo è ridurre i tempi di percorrenza: oggi il viaggio dal capoluogo lombardo alla Germania può durare fino a 9 ore mezza con e con un cambio obbligatorio, ancora più lungo in caso di treno notturno.

Leggi anche: AEREO o TRENO? Le tratte in Italia dove il TRENO è più VELOCE dell’AEREO

# I fondi dell’Unione Europea per nuovi treni veloci e tratte transfrontaliere

Credits touringclubitaliano – Rete TEE

Il tutto sarà possibile grazie ai fondi messi a disposizione dell’Unione Europea e destinati a 10 nuovi collegamenti ferroviari transfrontalieri tra gli Stati membri, tra cui quello Monaco-Milano-Roma. L’obiettivo è raddoppiare il trasporto di passeggeri su rotaia entro il 2030 e triplicarlo entro il 2050. Le tre società di trasporto ferroviario si sono rivolte all’Unione europea perché, come sottolineato da Herbert Dorfmann (SVP), “Le ferrovie vogliono aumentare il traffico prima dell’apertura della galleria di base del Brennero“.

Leggi anche: I TRANS-EUROP EXPRESS 2.0: i nuovi treni notturni per viaggiare tra le città europee

# Tempi di percorrenza dimezzati

Credits raphaelgulli IG – Frecciarossa in Francia

I treni infatti, oltre ad essere più comodi degli attuali Eurocity, sono dotati di tecnologia basculante e possono percorrere la tortuosa tratta del Brennero in tempi relativamente brevi. Sempre secondo Dorfmann consentirebbero di eliminare i tempi di attesa al confine con l’Austria di oltre un’ora i tempi di percorrenza. Per l’intera tratta Monaco-Milano potrebbero addirittura risultare quasi dimezzati: dalle attuali nove a poco più di 5 ore. 

Leggi anche: NIGHTJET e i GOOD NIGHT TRAIN, il boom dei VIAGGI di NOTTE: le novità in arrivo quest’anno

# Entro il 2026 si potrebbe viaggiare sui nuovi treni

Credits Christian Lue-unsplah – DB interrail

L’obiettivo è quello di poter viaggiare a bordo dei treni veloci tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026. Perché questo sia fattibile sono necessarie delle modifiche ai regolamenti e alle norme, l’omologazione dei treni, l’ampliamento della tecnologia di segnalamento e la formazione dei macchinisti che dovranno conoscere sia la lingua italiana che tedesca.

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Continua la lettura: Sarà in Italia il traforo più lungo del mondo

FABIO MARCOMIN

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Milano-Torino come una supermetro: approvato il potenziamento della frequenza dei treni

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Linee ferroviarie Torino-Milano

Approvata con voto unanime la richiesta dal Consiglio Comunale di Torino. La situazione attuale sulla linea e le proposte fatte per migliorare il servizio.

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Milano-Torino come una supermetro: approvato il potenziamento della frequenza dei treni

# La richiesta approvata dal Consiglio Comunale di Torino: più treni tra le due città

pexels-jakub-zerdzicki- Torino

Sempre più collegamenti tra Milano e Torino. Questa in sintesi la richiesta presentata il 17 giugno 2024 dal consigliere di Torino Bellissima Pietro Abbruzzese tramite un ordine del giorno, approvato con voto unanime dal Consiglio Comunale del capoluogo piemontese. Il documento impegna Sindaco e Giunta a promuovere la costituzione di un tavolo tecnico che coinvolga i sindaci delle due città, i presidenti di Regione Piemonte e Regione Lombardia, i rappresentanti di Ferrovie dello Stato e Italo NTV oltre a tutti quei soggetti pubblici e privati potenzialmente interessati al tema. L’obiettivo è aumentare le corse nelle ore mattutine e serali, proporre agevolazione tariffarie ai pendolari titolari di abbonamento sulla tratta e sollecitare i sindaci interessati dal percorso alla promozione di interventi per potenziare la linea regionale.

Fonte: Comune di Torino

# Oltre 70 treni al giorno, il viaggio più breve con l’Alta Velocità dura meno di 40 minuti

giacomodenittis IG – Torino Porta Susa

Oggi corrono sulle linee ferroviarie tra i due capoluoghi di regione oltre 45 treni al giorno. Il tempo di viaggio medio è di circa 1 ora 20 minuti, i treni Italo e Frecciarossa più rapidi impiegano 47 minuti, da Porta Susa a Milano Centrale senza fermate intermedie. Da Rho Fiera a Porta Susa sono appena 35 minuti con il Frecciarossa e 39 con Italo. In totale tra treni dell’Alta Velocità, regionali e intercity sono circa 73 le corse giornaliere.

Leggi anche: Ci stiamo perdendo TORINO: NESSUNO ci vuole più andare a VIVERE

# La linea veloce e la “Linea Storica”

Linee ferroviarie Torino-Milano

Tra Milano e Torino ci sono due linee ferroviarie, quella dell’Alta Velocità/Capacità e quella storica, a cui si affianca, dove viaggio i regionali e gli intercity. La prima parte dall’ex Bivio Stura, nel territorio di Settimo Torinese, e termina nella stazione di Milano Certosa, per una lunghezza di 126 chilometri. Il resto del tracciato, fra Torino Porta Nuova e Torino Stura e fra Milano Certosa e la stazione di Milano Centrale, è in comune col doppio binario della “Linea Storica” che misura in totale 153 km.

Continua la lettura con: Parma-Milano con l’alta velocità: come una supermetropolitana

FABIO MARCOMIN

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Hit Milano: le canzoni che emozionano più i milanesi (video)

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Ph. @milanoevento IG

Milano è la capitale della musica. Lo è stata a livello mondiale negli anni d’oro della lirica, lo è livello nazionale per la musica pop. Abbiamo un realizzato un sondaggio tra i milanesi per scoprire quali sono le canzoni che parlano di Milano che li emozionano di più. Dalle risposte abbiamo ricavato una hit parade. Foto cover: @milanoevento IG

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Hit Milano: le canzoni che emozionano più i milanesi (video)

#10 Domenica bestiale, Fabio Concato (2,8% dei voti totali)

#9 Oh mia Bela Madunina, Giovanni D’Anzi (4,2%)

#8 El purtava i scarp del tennis, Enzo Jannacci (4,6%)

#7 Milano e Vincenzo, Alberto Fortis (5,4%)

#6 Porta Romana Bella, Nanni Svampa (6,1%)

#5 Milano, Lucio Dalla (6,5%)

#4 Innamorati a Milano, Memo Remigi (4,4%)

#3 Nostalgia de Milan, Giovanni D’Anzi (7,2%)

#2 Il duomo di notte, Alberto Fortis (8,2%)

#1 Luci a San Siro, Roberto Vecchioni (34,9%)

# Menzioni d’onore

  • Milano Milano, Articolo 31
  • Un romantico a Milano, Baustelle
  • Un sera che piove, Loredana Berté
  • Il ragazzo della via Gluck, Adriano Celentano
  • Milano, Ivano Fossati
  • Amo Milano, Dargen D’Amico

Continua la lettura con: I locali con musica live da non perdere a Milano

MILANO CITTA’ STATO

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Dopo mezzo secolo riapre Palazzo Citterio, il tesoro misterioso del centro di Milano

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Masters of light

Chiuso per decenni, occupato addirittura da un gruppo di attivisti, sembrava non dovesse aprire mai più. Dopo lunghi lavori di riqualificazione e trasformazione si svela finalmente al pubblico anche se solo per un mese, prima dell’inaugurazione ufficiale in tardo autunno. Scopriamo l’occasione della sua apertura in anteprima.

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Dopo mezzo secolo riapre Palazzo Citterio, il tesoro misterioso del centro di Milano

# Il Brera Modern apre le sue sale al pubblico, anche se solo per un mese

Siamo in via Brera 12, a fianco della Pinacoteca. Qui sorge Palazzo Citterio, uno dei più bei palazzi del centro di Milano, classico edificio nobiliare del barocchetto settecentesco milanese risultato dell’unione di due edifici ancora più antichi. Acquistato nel 1972 dallo Stato, con l’obiettivo di allargare gli spazi espositivi del museo  iniziando il progetto della Grande Brera, è rimasto chiuso sino ad oggi: nel 2012 è stato addirittura occupato da un gruppo di attivisti.

Dopo un iter turbolento l’11 maggio 2023 sono finalmente partiti i lavori, che hanno visto la realizzazione di un nuovo ingresso con una scala in vetro monumentale, conclusi da poco. Al suo interno previste le collezioni del Novecento della Pinacoteca di Brera, esposizioni temporanee, sale per conferenze e proiezioni, oltre a bookshop e caffetteria. Il 17 giugno ha aperto finalmente e temporaneamente le sue porte per la prima europea di una mostra “scintillante”, prima nell’inaugurazione ufficiale prevista il 7 dicembre 2024.

Leggi anche: PALAZZO CITTERIO: storia e curiosità del PALAZZO STORICO “DIMENTICATO” del centro di MIlano

# “Masters of Light, da Vienna a Milano”: il racconto dei 130 anni di storia di Swarovski

swarovski – Masters of light

Si può avere un’anteprima degli spazi della futura Brera Modern grazie a Swarovski che arriva per la prima volta in Europa, dopo prima tappa a Shanghai, con la mostra “SWAROVSKI – MASTERS OF LIGHT”. L’azienda austriaca nata nel 1895 a Vienna, rinomata per i suoi cristalli di alta qualità, gioielli, accessori e prodotti home-decor, ha donato anche la somma di 550mila euro che sarà utilizzata per la valorizzazione e alla conservazione delle opere col massimo rigore. La mostra curata da Giovanna Engelbert e Alexander Fury, ad accesso gratuito e visitabile fino al 14 luglio 2024, mette in scena il “racconto” di Swarovski dalla sua nascita fino alla Milano contemporanea, presentando una scenografia suddivisa in sette temi chiave. 

# Esposti 50 capolavori di grandi maison italiane, la nuova collezione di alta gioielleria “Galaxy” e la scarpetta di Cenerentola

Masters of light

La presentazione è avvenuta durante la Fashion Week maschile e tra le sale si possono ammirare oltre 50 capolavori delle grandi maison italiane, come Prada, Gucci, Atelier Versace, Armani Privé e Gucci, e costumi di scena come le scarpette del film Il Mago di Oz e la scarpetta di cristallo di Cenerentola del film Disney del 2015. Ci sono poi i look da red carpet indossati da star come Harry Styles, Madonna, Tina Turner e Rihanna, e la nuova collezione Swarovski di alta gioielleria “Galaxy” con diamanti.

Vengono ripercorsi i 130 anni di storia del brand dei cristalli partendo dal primo vestito impreziosito dalle gemme nel 1895, una creazione haute couture di Jean-Phillipe Worth, passando per abiti di Balenciaga, Balmain e Westwood. C’è anche un “laboratorio” dove scoprire tutti i possibili tagli e anche le possibili sfumature di colore dei cristalli di Swarovski. 

# Il POP UP store e un Café a firma dello chef stellato Carlo Cracco

Per tutta la durata della mostra è presente inoltre un POP UP store con un assortimento di prodotti Swarovski ed un Café firmato dallo chef Carlo Cracco nei giardini del palazzo.

Continua la lettura con: Il museo più strano di Milano? Seguite le FORCHETTE

FABIO MARCOMIN

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Parma-Milano con l’alta velocità: come una supermetropolitana

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Associazioni e categorie del territorio della città ducale hanno chiesto a più riprese l’attivazione di un servizio veloce con Milano. Secondo chi si sta spendendo per la causa esisterebbe una possibilità, utilizzando un’interconnessione. Ma, al momento, da Trenitalia resta il semaforo rosso. 

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Parma-Milano con l’alta velocità: come una supermetropolitana

# “La città necessita di un collegamento rapido sulla tratta Milano-Roma”

Credits: @vivoparma
Parma 2021

L’Alta Velocità da Parma a Milano? Lo ha chiesto Gabriele Buia, Presidente dell’Unione parmense degli industriali, durante il suo discorso in occasione della 79esima assemblea annuale: “Va ripreso, con forza e realismo, il tema riguardante l’Alta velocità a Parma, in quanto la città necessita di un collegamento rapido sulla tratta Milano-Roma. Se la stazione in linea risulta di difficile realizzazione perché non ci sono oggi le condizioni per farla, questo non può essere per l’interconnessione. L’infrastruttura, costata 120 milioni di euro e subito abbandonata nonostante gli impegni iniziali presi da Ferrovie dello Stato, è necessaria non solo per la presenza dell’Efsa, dell’università, di un Collegio Europeo, di un tessuto industriale importante, di un polo fieristico unico per l’industria alimentare italiana e non solo, di un aeroporto e tanto altro. Penso sia ormai doveroso che le forze sociali, economiche e politiche si mobilitino”.

# L’interconnessione tra la linea veloce e la linea storica: a cosa serve e perché non si utilizza per l’Alta Velocità

Maps – Stazione Parma e interconnessione

Ma in cosa consiste l’interconnessione? Si tratta di un tratto di ferrovia lungo 7 chilometri, a doppio binario, che connette la linea storica che transita anche a Parma con quella dell’Alta Velocità. La richiesta di attivazione del servizio veloce utilizzando l’interconnessione è stata sollecitata più volte ma Ferrovie dello Stato ha sempre dato parere negativo. Questi i motivi del no, illustrati da Tullio Ferrante del ministero delle Infrastrutture, in risposta a un’interrogazione della deputata di Azione Giulia Pastorella:

  • una fermata su una linea di Alta Velocità a 300 km/h comporta un perdita di tempo di circa otto-10 minuti, utilizzando le interconnessioni si perderebbe almeno 25-30 minuti nelle migliori condizioni;
  • l’interconnessione di Parma è utilizzata come struttura di sicurezza e manutenzione per l’alta velocità;
  • lungo i 7 chilometri i treni potrebbero viaggiare a un massimo di 150 km/h per i primi 2,5 chilometri, di 100 km/h per i successivi 3,5 e fino a 70 km/h per l’ultimo chilometro;
  • l’interconnessione è solo lato Bologna e mancando quella lato Milano i treni dell’Alta Velocità dovrebbero utilizzare quella di Fidenza, percorrendo tutti i 22 km di linea tradizionale della tratta Fidenza-Parma.

# Il giudizio di Federconsumatori Emilia Romagna

passiontrainfs IG – Frecciarossa a Parma

Federconsumatori Emilia Romagna attacca Trenitalia sia per la soppressione di cinque corse Frecciarossa con fermata a Parma sulla linea tradizionale, giustificata dalla scarsa frequentazione, sia di non sfruttare le interconnessioni presenti tra le fermate della linea storica della tratta emiliana e la linea AV. Sono 8 in totale ma, spiega l’associazione, nonostante gli investimenti sostenuti non vengono utilizzati e con il paradosso che “tornano utili all’inverso per instradare le Frecce sulla linea storica in caso di guasto sulla linea AV”.

# Il collegamento con la stazione Mediopadana Av solo con bus

credits: vidivale72 IG – Stazione AV Mediopadana

Attualmente la stazione ferroviaria di Parma è collegata con la linea dell’Alta Velocità, alla stazione di Reggio Emilia “Mediopadana”, grazie a 18 collegamenti bus ParmaLink,  comprensivi di servizi di andata e servizi di ritorno. Lo stesso fa Italo con Italobus. Un servizio ritenuto insufficiente per un’area abitata da quasi 460.000 persone, ma che mette ancora una volta in evidenza una delle pecche del servizio ferroviario italiano che è quella della mancanza di alternative nei collegamenti tra i centri minori e tra questi ultimi e i grandi nodi.

In conclusione quindi sembrano non esistere ad oggi le condizioni per avere un servizio dell’Alta Velocità tra la città ducale e Milano, una supermetropolitana che possa unire ancor di più Milano con una città e un territorio strategico. Ci sarà qualche cambiamento in futuro?

Continua la lettura con: LUCI e OMBRE sull’ALTA VELOCITÀ in Italia: i problemi principali e le aree di intervento

FABIO MARCOMIN

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Le “Terrazze Verdi” nel futuro di Milano: le mini colline panoramiche

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welcome - Piazza

Il 2024 dovrebbe essere l’anno buono per l’avvio vero e proprio dei lavori del rivoluzionario progetto di architettura biofilica realizzato dallo studio giapponese Kengo Kuma and Associates. Scopriamo come dovrebbe diventare e le ultime dai cantieri.

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Le “Terrazze Verdi” nel futuro di Milano: le mini colline panoramiche

# Welcome-Terrazze Verdi: un esempio di architettura biofilica per migliorare produttività e salute 

Credits: kengo kuma associates

Commissionato da Europa Risorse SGR, questo edificio sarà il primo al mondo a utilizzare su larga scala la Fabbrica dell’Aria di Stefano Mancuso, un innovativo sistema di biofiltrazione che sfrutta l’interazione tra piante e microrganismi per potenziare il processo di fotosintesi. Welcome-Terrazze Verdi, situato nel quartiere di Crescenzago, è il progetto firmato dal rinomato studio di architettura Kengo Kuma che punta a fondere assieme architettura e natura, un esempio di architettura biofilica.

Credits: Urbanfile

Il progettista ha sottolineato come questa impostazione permetta di lavorare a contatto con la natura, migliorando produttività e salute, grazie a agli elementi naturali quali luce, aria e il legno capaci di stimolare i sensi e la mente. Il nuovo complesso ridurrà l’emissione di CO2 dell’86% rispetto agli standard del 2030. Inoltre, il progetto si svilupperà orizzontalmente per integrarsi con il vicino Parco Lambro.

# La piazza fulcro di tutto il progetto

welcome – Piazza

Il compito di fulcro di tutto il progetto è stato “assegnato” alla piazza, estesa per 7.300 mq, con una fitta vegetazione e circondata da:

  • colline, delle corti open air pensate per il lavoro informale per una superficie di 4.800 mq, in parte coperti da vetrate e in parte aperti;
  • diverse terrazze ideate per essere estensioni degli spazi interni con orti, giardini e camminamenti accessibili a tutti;
  • infine le serre progettate come luoghi speciali di lavoro o di intrattenimento e svago.

# Tutti i numeri del nuovo complesso da 300 milioni di euro

Credits welcomemilano – Rendering progetto dall’alto

L’investimento previsto per la realizzazione del progetto è pari a 300 milioni di euro. Nel dettaglio sono previsti sei edifici, ognuno di diversa altezza, che ospiteranno:

  • 43.500 mq di uffici
  • 1.000 mq di aule meeting
  • 2.700 mq di spazi co-working
  • un auditorium
  • un’area commerciale di 1.800 mq
  • 2.000 mq di ristoranti.

Nell’intervento sono compresi anche spazi destinati a mostre ed eventi temporanei, un supermercato e un’area wellness.

# Preservata la scalinata del Portaluppi

credits: pinterest.it – Scalda del Portaluppi

Di tutto il vecchio stabilimento Rizzoli demolito, costruito negli anni Sessanta per ospitare l’omonima casa editrice in piena espansione, è stata preservata una meravigliosa scalinata costruita all’epoca dal famoso architetto Piero Portaluppi. Ancora non se ne conosce il suo destino, se verrà ricollocata all’interno di uno degli spazi di Welcome oppure altrove.

# Concluse le attività di bonifica e gli scavi per le nuove fondamenta. Il 2024 l’anno buono per la cantierizzazione vera e propria

La rinascita di questa area della città sembra fare dei passi in avanti, dopo che per anni il vecchio edifico era diventato un rifugio abusivo e dopo che il progetto Novalis City Place non si è mai concrettizzato, anche se più lentamente di quanto previsto. Dopo la demolizione nel 2022, e la distruzione con le ruspe delle fondamenta e dei piani interrati nel 2023, anche le attività di bonifica e gli scavi per le nuove fondamenta sono state portate a termine. Il 2024 avrebbe dovuto essere l’anno delle consegna, ma a causa di numerosi ritardi è diventato quello di inizio lavori. Nelle immagini in alto il reportage di Urbanfile.

Continua la lettura con: Il futuro è adesso: le grandi opere che rivoluzioneranno Milano nei prossimi 5 anni

FABIO MARCOMIN

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Com’era il centro di Milano nell’800?

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credits: wikipedia

29 settembre del 1832. Viene inaugurata la Galleria de Cristoforis, prima galleria non solo di Milano ma del territorio italiano nonché dell’Impero Asburgico di cui allora Milano faceva parte. Scopriamo insieme questo luogo perduto della Milano dell’800 e perchè fu così importante per lo sviluppo di Milano. 

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Com’era il centro di Milano nell’800?

# 1828: i De Cristoforis comprarono il “cuore di Milano”, dagli attuali corso Vittorio Emanuele a via Montenapoleone

I De Cristoforis erano una famiglia importante di Milano, nel 1828 decisero di comprare l’area tra Corsia dei Servi (quello che oggi è corso Vittorio Emanuele II) e Contrada del Monte (oggi conosciuto come Via Monte Napoleone). Gli edifici in cattive condizioni furono demoliti e si decise di erigere due nuove costruzioni che sarebbero state attraversate da una galleria coperta. Questa era una grande novità per la città e non solo: i De Cristoforis avevano avuto la possibilità di vedere questo tipo di gallerie nei loro viaggi a Parigi e Londra e avevano capito i benefici che una simile costruzione.

# L’innovazione dei De Cristoforis: una galleria unica in Italia (e nel mondo asburgico)

credits: blog.urbanfile.org

In Galleria de Cristoforis si poteva entrare in 3 modi: da un vicolo dietro l’abside di San Carlo, dalla Contrada del Monte (una parte di Via Monte Napoleone che oggi non c’è più) e infine dall’ingresso più importante che sfociava su Corsia dei Servi vicino alla Chiesa di San Carlo. Il corpo della Galleria si estendeva appunto da questa strada per 10 metri fino ad un piccolo ottagono dove si trovava l’altro braccio della Galleria che portava da una parte al vicolo di San Carlo e dall’altro lato alla Contrada del Monte.

# Un’altra attrazione del centro: il Teatro Meccanico

L’interno della Galleria era vetrato e decorato con colori tenui come bianco, azzurro, giallo e verde. Nei pressi dell’ottagono c’erano un orologio, un termometro, un barometro e uno strumento raffigurante le fasi della luna. Ma la vera attrazione era il Teatro Meccanico o gabinetto pittorico meccanico, dove scene dipinte si mescolavano a giochi di luce attirando l’attenzione di chi passava di qui.

# La Galleria mise le ali all’intera area dove aprirono negozi destinati a fare la storia di Milano 

credits: wikipedia

Nella galleria c’era Ronchi, con i suoi primi giocattoli rudimentali, i caffè Gnocchi e Marchesi, la libreria Tendler e Schaefer, che diverrà poi la libreria Hoepli. Nel 1906 qui  venne aperto anche il cinema Sala Volta.

# La Galleria de Cristoforis se ne andò un pezzo alla volta

Il Piano Regolatore Generale del 1931 fu l’inizio della fine della Galleria de Cristoforis: si decise la demolizione di tutto l’isolato in cui si trovava la galleria ad eccezione della chiesa di San Carlo al corso. Tuttavia la galleria non fu demolita subito: nel 1932 venne troncato il braccio di via Monte Napoleone e solo nel novembre del 1935 venne demolito ciò che ne restava.

Continua la lettura con: La CASA più ANTICA di MILANO

ANDRA STEFANIA GATU

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Milano è brutta

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Credits Andrea Cherchi - Quarto Oggiaro

Milano è brutta! Sono il torinese innamorato di Milano, però Milano dai è brutta! E vi spiego perché. 

Leggi anche: io, torinese innamorato di Milano, vi spiego perchè Milano è magica

Milano è brutta

# Fuori dal centro è il disagio

Credits: palazzi_popolari IG – Quarto Oggiaro

Facciamo così: prendiamo una matita e dopo averci legato un filo della lunghezza sufficiente a circoscrivere tutto intorno il “centro della città”, la “zona bella” per così dire, una volta puntata la mina proprio nel fulcro della piantina, cominciamo a ripercorrere con la mente tutte le aree circostanti. Cosa vediamo?

Vedremo viale Certosa fino alle autostrade, Corso XXII marzo fino a Linate, Corso Lodi fino alla barriera per Bologna e per finire Viale Zara fino a Monza. Il centro è un’area di appena 9 km quadrati e sì chiama Zona 1 Centro storico. La planimetria di Milano è di 181 Km quadrati.

# La vera bellezza di una città non è solo il centro storico

Credits Andrea Cherchi – Periferia Milano

Ora prendiamo Torino ad esempio e mi terrò molto lontano da Roma per questo mio articolo perché….meglio così! Torino ha un centro storico di 4 km quadrati ed una planimetria di 130. La mia intenzione è di essere quanto più possibilmente oggettivo perché, sì sa, l’amore gioca brutti scherzi. Ti fa vedere bello quello che non lo è. Ecco quindi la necessità dei numeri.

Se il Centro Storico di una città è sempre giustificatamente bello per definizione e quindi per qualche verso non superiore ad altri, fuori dal centro la “bellezza” è quella che semplicemente i suoi cittadini avranno saputo edificare nella vita della città. E guardiamola quindi questa bellezza partendo proprio da Torino.

# Milano e Torino a confronto: i grandi capolavori delle due città

Credits: @italia_in_art
Mole Antonelliana

Nel centro di Torino un turista può trovare il Palazzo Reale con i suoi Giardini, perfettamente conservato e curato, prospiciente al quale sì trova il Castello della piazza di forma e misura molto più contenute di quello milanese prospiciente Piazza Cairoli, ma in condizioni meno “reperto storico da tenere in piedi” e molto più lussureggiante e curato. Il Parco Sempione con la sua Torre Branca potremmo confrontarlo con il parco del Valentino, la torre Branca con la Mole Antonelliana ed è chiaro quale delle due torri il mondo conosce. E qui state cominciando a capire a cosa voglia fare riferimento con questo articolo, ma proseguiamo.

Sempre restando nel verde e nelle acque, ai navigli e alla darsena e ai vari parchi che possiede Milano, apporre il Fiume Po con i sue due affluenti la Dora Riparia e la Dora Baltea, che scorrono alle pendici della collina torinese attraversando di nuovo il Parco del Valentino con la sua Università di Architettura di Juvarra e per altro con la presenza di un altro castello poco distante da questa. E’ certamente un arduo confronto di bellezza. Le cose non cambiano molto quando penso a Piazza del Duomo o all’Ultima Cena di Leonardo in Santa Maria delle Grazie, perché qui sicuramente qualcuno mi accuserebbe di ignoranza sé non citassi di Torino la sua Piazza Vittorio Veneto, la più grande piazza d’Italia e poi, nella chiesetta alle spalle del Duomo di Torino, la presenza della Sacra Sindone.

# Milano: fuori dal Municipio 1 sembra un insieme di residenze senza una precisa ubicazione

Credits: ordinearchitetti.mi.it – Gratosoglio
Gratosoglio, Milano

Capite che è difficile difendere l’impossibile. Ma se qualcosa dovesse mancare nel computo, forse citare la Basilica di Superga con all’interno le tombe dei Re di Savoia e magari la Chiesa del Monte dei Cappuccini, più qualche altra chicca sui generis chiarirebbe ancora di più un confronto inequiparabile. Quando usciamo dalla Zona 1 di Milano quello che incontriamo sono una miriade di case e strutture civili di abitazioni ed uffici senza, a mio parere, alcuna articolazione culturale, senza alcun precetto di alcun tipo sé non il rispondere ad una richiesta di ubicazione di residenze destinate alla domiciliazione delle persone.

La zona universitaria della Bicocca fa eccezione e quindi rappresenta quello che  voglio dire. Parlo di una zona con una sua collocazione propria e non semplicemente residenziale come tutto il resto della città di Milano. Questa osservazione mi serve per mettervi in rilievo come le case non seguano una logica particolare se non quella usata di volta in volta nel gusto del costruttore.

# Lo stile inconfondibile di Torino che manca a Milano

Credits: @igers.torino
Porta Palazzo Torino

A Torino non è così, quasi da nessuna parte. Per km potete osservare palazzi con lo stesso stile, quasi sempre del fine ‘800 o primi del ‘900 e che nella loro interezza rappresentano uno stile. Uno stile che appunto nella nostra Milano lavoratrice ed efficiente manca totalmente. Se usciamo dal centro, le case sono una diversa dall’altra, oppure la differenza è quella di un complesso di case differente da un altro, come per esempio le casette di QT8, o quelle bellissime a ridosso di San Siro. Ma questo non è uno stile. È la voglia di costruire una zona di case differenti e basta.

A Torino delle umili case, come quelle di Porta Palazzo con i suoi lunghissimi portici, rappresentano ancora un esempio di questo stile che quasi ovunque sì può ammirare nella città di Torino. Bisogna veramente arrivare a ridosso della periferia per vedere la mancanza di stile. In altre parole la zona del centro di Torino smette di esserlo dal punto planimetrico, ma non dal punto di vista visivo. A Milano invece finito corso Venezia, o Via Dante o già dall’inizio di Corso Sempione, o addirittura dalla fine di Corso Monforte lo stile non è più riconoscibile, ma diventa quello di microzone che a mio avviso non sì può più considerare lo stile di una città. Che dire poi della bellezza del Museo Egizio di Torino o quello del Risorgimento o della tecnica o dell’automobile di Italia 61?

# A Milano serve una spinta: deve pensare al bello per tutti

Credits: @signor_ingro
Corso Sempione

Non cambierei mai e mai lo farò la mia Milano con nessuna altra città del mondo. Perché Milano siamo tutti noi. E questo “noi “ ha un valore che non sì può copiare, edificare o progettare. “Noi” non siamo una cosa, un muro o un investimento, “Noi” siamo un concetto, una linfa vitale che alimenta altri a vivere il proprio presente. Ma forse, se la sera prima di lasciarci abbracciare dal meritato riposo, dedicassimo un attimo al bello potremmo decidere non di costruire due palazzi con i giardini pensili per chi se lo può permettere, ma se davvero ci piace, costruire una zona intera di palazzi così fatti e per tutti perché sarà la città a beneficiarne.

Lasciamoci contaminare ancora di più dalla cultura e dall’arte. Non accontentiamoci della Scala (ormai vecchia e provocatoriamente antisociale), ma, noi che ne siamo capaci, costruiamo degli aggregatori culturali di rispetto, generosamente destinati alla città, perché la Torino che vi ho raccontato è così perché rifletteva la volontà di un singolo. Era la Dimora di un re, ecco perché così bella, ma noi potremmo costruirci una dimora per NOI se solo riuscissimo a vederla.

Dai Milano, dai che ce la fai!

Continua la lettura con: La Ca’ BRUTTA: la storia del palazzo ribattezzato dai milanesi disgustati

ANTONIO CHIMIENTI

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Milano, Amazzonia: i pappagalli del Parco Sempione

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credits: Monza Reale su FB

La sera, passeggiando per il parco Sempione, si può ammirare uno spettacolo davvero insolito per le nostre latitudini. 

Milano, Amazzonia: i pappagalli del Parco Sempione

# I “nuovi” abitanti del Sempione

credits: La Stampa

Una nutrita colonia di bellissimi pappagalli verdi sorvolano ogni giorno l’area e si ritrovano ogni sera su un acero americano in mezzo al Parco Sempione. Si tratta di rocchetti dal collare che svolazzano nel parco meravigliando i presenti. 

# Dei pappagalli fuorisede

credits: albertocane.blog

L’accaduto ha suscitato stupore poiché si tratta di una specie che si può trovare facilmente in America Meridionale o in alcune zone dell’Africa. Ma in realtà, non è la prima volta che si vedono piccole comunità di pappagalli a Milano, proprio nel Parco Sempione.

Come viene spiegato da spaghettiscience, “la città, infatti, offre spesso cibo e riparo in abbondanza, che si traduce nella possibilità per l’animale di trovare una propria nicchia ecologica, un proprio spazio, da occupare”.
Quindi, non è più un evento così raro riuscire a scorgere piccoli pappagallini verdi tra i rami di qualche albero.

Qui il video realizzato ieri sera: Pappagalli al Sempione (Video) 

Continua a leggere con: La CASCINA NASCOSTA nel parco SEMPIONE

SELENE MANGIAROTTI

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Porta Nuova superstar: il grattacielo più alto de “I Portali” è arrivato al tetto. I rendering e le immagini dal cantiere

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Ufficio Stampa - Porta Nuova con Pirelli 35 e Gioia 20 est

Si aggiungono nuovi tasselli alla “fase due” di Porta Nuova: Pirelli 35 è stato completato mentre il grattacielo più alto de “I Portali”, su Melchiorre Gioia, è arrivato al tetto. Scopriamo le caratteristiche dei progetti e le immagini della nostra visita in cantiere.

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Porta Nuova superstar: il grattacielo più alto de “I Portali” è arrivato al tetto. I rendering e le immagini dal cantiere

# Gli interventi di Coima hanno generato un valore immobiliare superiore ai 5 miliardi di euro 

Vista Porta Nuova

La rigenerazione di Porta Nuova, primo quartiere al mondo dotato di doppia certificazione LEED® e WELL® for Community per la sostenibilità ambientale e sociale, è entrata da tempo nella “fase due”. Dopo Gae Aulenti con la Torre Unicredit, la Torre Solaria, il Diamantone e l’ultima in ordine di tempo, il Nido Verticale, le costruzioni si stanno concentrando oltre la BAM e al momento su Pirelli 35 e su “I Portali” all’incrocio con Melchiorre Gioia. Facendo una stima complessiva del valore immobiliare di tutti questi progetti portati avanti da Coima si arriva a superare i 5 miliardi di euro, da soli Gioia 20 est e ovest cubano 500 milioni di euro, senza contare gli sviluppi di Pirelli 32 e Pirelli 39. In data 17 giugno 2024 abbiamo visitato i cantieri degli ultimi progetti in fase avanzata: Pirelli 35 e Gioia 20 est.

# Completato Pirelli 35, un tempo sede Telecom Italia

Ufficio stampa Coima – Pirelli 35

Oggetto della prima parte della visita ai cantieri di Coima, in data 17 giugno 2024, è stato il complesso Pirelli 35, un tempo sede di Telecom Italia e ora completamente rigenerato. I lavori sono partiti nel 2021 e la loro conclusione, con consegna degli spazi ai tenant tra cui Hitachi Zosen Inova, è prevista per luglio 2024.

Il progetto di restyling dell’edificio in via Gianbattista Pirelli 35 è stato ideato dagli studi di architettura Snøhetta e Park Associati, selezionati tramite un concorso internazionale di architettura, e ha visto la sua trasformazione da elemento chiuso su se stesso in spazio permeabile.

Al posto del progetto originario di Melchiorre Bega ci sono due elementi architettonici che si intrecciano e formano una piazza interna di circa 3mila mq, con un ponte a scavalco sempre ad uso uffici al posto della stecca che faceva da cesura, e un’elevazione da 8 a 10 piani per creare una cortina unica con la sede di Versace.

Al nono piano è presente una terrazza che consente una vista da est a ovest sulla città.

Pirelli 35 dall’alto

Il tetto del decimo piano è stato ricoperto da pannelli fotovoltaici.

# “I Portali”: arrivato al tetto Gioia 20 est, con la posa della bandiera a circa 100 metri d’altezza

La seconda parte della visita si è concentrata su Gioia 20 est e in particolare sugli ultimi piani del nuovo grattacielo, già locato a KPMG con i suoi 3.500 dipendenti. L’edificio è arrivato al tetto, in anticipo sul cronoprogramma, e come di consuetudine è avvenuta la posa simbolica della bandiera italiana. Il termine ultimo dei cantieri è il 30 giugno 2025.

La costruzione si alza di 98 metri per 24 piani fuori terra e fa parte de “I Portali”, complesso formato da due blocchi immobiliari: l’altro è Gioia 20 ovest di 64 metri d’altezza, nelle fasi iniziali di innalzamento. 

Si tratta del primo progetto in Italia a utilizzare impianti ascensori “Twin”, con due cabine indipendenti funzionanti nello stesso vano corsa, capaci di garantire tempi di attesa e di arrivo a destinazione altamente performanti e di ridurre sensibilmente la quantità di area costruita.

# I rendering di tutto il complesso 

Come si inserisce il progetto “I Portali” nel contesto circostante: “si caratterizza per gli aspetti di dialogo con il tessuto circostante, al quale si riconnette grazie alle aree pubbliche adiacenti completamente ripensate con la realizzazione di una nuova piazza che compone il mosaico di aree pedonali e pubbliche del masterplan di Porta Nuova Gioia, che estende il perimetro di BAM – Biblioteca degli Alberi Milano sull’asse di via Melchiorre Gioia e verso la Stazione Centrale. Altri 20mila mq di spazi ciclopedonali si aggiungeranno così ai 120mila realizzati nella prima fase di Porta Nuova e ai 12mila aggiunti sull’asse che porta a Fondazione Feltrinelli.”

Continua la lettura con: Il futuro è adesso: le grandi opere che rivoluzioneranno Milano nei prossimi 5 anni

FABIO MARCOMIN

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Il bus che andava da Londra a Calcutta

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Durava 50 giorni ed era il più lungo del mondo.

Il bus che andava da Londra a Calcutta

Alcuni non tornavano mai più. Era il Londra Calcutta, l’autobus degli hippy. Tra il 1957 e il 1976 esisteva un servizio regolare di autobus tra Londra e Calcutta, in India. Un percorso di 32.000 km tra andata e ritorno: durava 50 giorni ed era il più lungo del mondo.



L’autobus era dotato di cuccette per dormire e di una cucina. Per 145 sterline si poteva viaggiare con vitto e alloggio inclusi. L’autobus faceva tappa alle attrazioni turistiche e per lo shopping a Vienna, Istanbul e in Iran.



Si attraversavano Inghilterra, Belgio, Germania Ovest, Austria, Jugoslavia, Bulgaria, Turchia, Iran, Afghanistan, Pakistan e India settentrionale.

Fonte: storiachepassione.it

MILANO CITTA’ STATO

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Dove si mangia meglio nel mondo? Italians do it better anche nel 2024: ma il primo posto è a rischio!

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Taste Atlas 2023-2024

Anche nell’edizione 2024 del TasteAtlas Awards la cucina del nostro Paese è risultata la migliore in assoluto, ma risulta insidiata da quella di un’altra nazione. Scopriamo quale e la classifica con le prime 50 posizioni.

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Dove si mangia meglio nel mondo? Italians do it better anche nel 2024: ma il primo posto è a rischio!

# L’Italia è ancora la migliore cucina del mondo, ma è insidiata dal Giappone

Credits romjanaly-pixabay – Cucina italiana

L’Italia si conferma la Nazione con la migliore cucina al mondo anche per l’edizione 2023/2024 del TasteAtlas Awards. Però con un punteggio in discesa rispetto a quella del 2022 da 4,72 a 4,65. La sorpresa arriva dal Giappone che aggancia l’Italia con lo stesso punteggio, pur fermandosi al secondo posto per via del piatto con il punteggio più alto tra gli oltre 271mila valutati. La Grecia scende al terzo posto con 4,64. Nella top ten rimane la Spagna, che precipita dal secondo al nono posto, poi Portogallo, Cina, Indonesia, Messico, i cugini della Francia in ottava posizione e Perù.  

# Tonfo di Germania, Danimarca e Olanda. New entry nella top 50 Svezia e Australia

Taste Atlas 2023-2024

Scorrendo la graduatoria appena fuori dalla top ten c’è l’India con un punteggio di 4,52, poi Brasile, Polonia, Argentina e Turchia. Perdono diverse posizioni gli Stati Uniti, dall’ottava alla 16esima, l’Inghilterra dalla 29esima alla 39esima, mentre la Germania precipita dalla sedicesima alla 32esima, la Danimarca dalla 35esima alla 49esima e l’Olanda dalla 32esima crolla al 45esima. Oltre la 40esima ci sono anche Russia, Canada e la Svezia che entra nella top50, così come l’Australia.

Continua la lettura con: 9 ristoranti low-cost a Milano

FABIO MARCOMIN

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Ville, attici, palazzi storici: le ultime vendite da record a Milano

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maps - Ex villa Reggiani

Il mercato immobiliare del lusso continua a macinare record a Milano. Queste le ultime operazioni milionarie, una addirittura miliardaria, registrate in città.

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Ville, attici, palazzi storici: le ultime vendite da record a Milano

# La villa gotica della Reggiani – 9,5 milioni di euro

maps – Ex villa Reggiani

Tra le vendite milionarie che hanno fatto più scalpore nell’ultimo periodo a Milano c’è la residenza dell’ex moglie di Maurizio Gucci, Patrizia Reggiani. Uscita dal carcere, dopo aver scontato la pena per essere stata la mandante dell’omicidio dell’ultimo erede al comando della casa di moda toscana, vi era rimasta a vivere per qualche anno. Alla fine del 2023 è stata venduta a una coppia di stranieri per la cifra di 9,5 milioni di euro. La villa dallo stile gotico si trova all’angolo tra via Andreani e via Guastalla e si sviluppa su 4 piani: un seminterrato, un piano terreno, un primo e un secondo piano. Dopo l’acquisizione l’immobile è stato ristrutturato internamente.

# Un attico di 470 mq nel Quadrilatero – 18,5 milioni di euro

Dopo la vendita record dell’attico su 3 piani in San Babila, anche quello un tempo di proprietà dei Gucci, un altro appartamento posto all’ultimo piano è stato acquistato a un prezzo in doppia cifra: 18,5 milioni di euro. Stiamo parlando di un attico di 470 metri quadrati oltre grande terrazzo, nel pieno Quadrilatero della Moda tra via Bigli e via Manzoni.

Leggi anche: Le GRANE del “SUPER-ATTICO” e i TRE APPARTAMENTI con il PREZZO più ALTO ora in vendita a Milano

# Una villa in zona Magenta da 1.400 mq – 35 milioni di euro

Maps – Zona Magenta Milano

L’ubicazione esatta è top secret, ma non il prezzo. Siamo in zona Magenta, una delle più eleganti e richieste di Milano e conosciuta per le sue dimore di lusso, su tutte quelle di via Venti Settembre. L’immobile in questione è una villa di 1.380 mq con annessa dependance e ampio giardino con piscina ed è stata venduta alla mostruosa cifra di 35 milioni di euro, pari a ben a 25.362 euro al mq. 

Leggi anche: Le VILLE più BELLE di VIA VENTI SETTEMBRE, la Kensington High Street di Milano

# Il palazzo del ‘700 in via Montenapoleone, la più grande transazione in Italia – 1,3 miliardi di euro

maps – Via Montenapoleone 8

Nel mese di aprile 2024 si è invece registrata la più grande transazione in Italia, per quanto riguarda un singolo immobile, da parte del gruppo internazionale del settore lusso  Kering. Fa parte del gruppo ad esempio Gucci, Bottega Veneta, Saint Laurent, Balenciaga, Alexander McQueen e Ginori 1735. L’operazione ha riguardato l‘edificio sito in via Montenapoleone 8 che è stato rilevato, attraverso l’acquisizione della società proprietaria controllata da Blackstone Property Partners Europe, per un valore di 1,3 miliardi di euro. Il palazzo è stato realizzato nel ‘700 e si sviluppa su una superficie lorda di 11.800 mq e 5 piani, conta 48 finestre e 5.000 mq di superficie commerciale, tra le più ampie della via.

Continua la lettura con: La VILLA più COSTOSA del MONDO è in Italia: il SEGRETO “ALCHEMICO” del suo PREZZO “IMPOSSIBILE”

FABIO MARCOMIN

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