Ebbene sì Narnia non è solo un mondo magico ed incantato, ma è anche realtà. E per gli italiani non è così difficile raggiungerla, anzi. Niente armadio magico, stazione del treno trasformata in grotta o quadro che ti risucchia, basta un semplice treno, macchina o per alcuni anche una camminata. Sì perché Narnia si trova proprio in Italia.
Sapevi che il “paese magico”, esiste veramente? È in Italia
# Narni: il paese magico
Credits: terninrete.it Narni
Narni è un paese di circa 18 mila abitanti in provincia di Terni, Umbria. Ed è stato d’ispirazione per lo scrittore del best seller: “Le cronache di Narnia”. C.S. Lewis decise di ispirarsi all’Italia fin dalla scelta del nome del suo mondo incantato: Narni in latino è Narnia. La cosa più assurda è che Lewis non ha mai visto Narni, l’ha solo studiata a Cambridge e ad Oxford, riuscendo però a descriverla alla perfezione.
Grande conoscitore di storia romana, lo scrittore sapeva che Narni fosse una città fondata dal popolo Osco-Umbro circa mille anni prima di Cristo e inizialmente si chiamava Nequinum. Quando conquistata dai romani nel IV secolo a.C. il nome divenne Narnia, dal nome del fiume limitrofo Nar, attuale Nera.
# I luoghi che ispirarono lo scrittore
Credits: @lowcost_viaggi Le Mole di Narni
Narni è un paese testimone sia dell’epoca medievale che rinascimentale e molti dei suoi edifici risalgono proprio a questi periodi. Su una collina di 240 metri sopra il livello del mare, il paese somiglia proprio a quella distesa chiamata Cair Paravel a Narnia. Lewis descrive anche alla perfezione “quel lago dalle acquee argentee” che ricorda molto le Mole di Narni, piscine naturali dall’acqua limpidissima a ridosso delle gole del Nera.
Ma Narni non è solo questo. Sicuramente diventata in parte località turistica proprio per la sua somiglianza con il mondo incantato, a Narni, di grande interesse, ci sono anche alcune chiese, abbazie e il Sacro Speco di San Francesco, poco distante dal paese effettivo e fondato dal santo mentre compiva il suo giro apostolico in Umbria. Particolarmente bella è però anche la Narni sotterranea con gli scavi archeologici o il Museo del Palazzo Eroli.
Durante la costruzione di una metropolitana sono molti gli strumenti, i macchinari, le tecniche e le tecnologie utilizzate. Per quando riguarda le tecniche di consolidamento, oltre al jet grouting che consiste nell’iniettare nel terreno miscele cementizie consolidanti, ne esiste un’altra ancora più innovativa: il congelamento artificiale.
Il primo esperimento è stato fatto nello scavo in Via San Damiano per la linea M4. Il racconto di Antonio Celot, responsabile in Italia delle attività di congelamento di terreno per il gruppo Webuild, sul congelamento di prova: «Il primo congelamento lo abbiamo fatto a San Damiano. Non sapevamo ancora come avrebbe funzionato il congelamento in questi terreni, con queste falde. Infatti è stato un congelamento di prova, doveva dirci i limiti sulla fattibilità del congelamento, la quantità di azoto necessari per ogni m3 di terreno da congelare, le temperature del terreno e la temperatura dell’azoto».
# Due tecniche di congelamento artificiale dei terreni: con azoto liquido o a “salamoia”
balossirestelliassociati.it – Tecnologia scavo metro
Dai pozzi, alla realizzazione di gallerie o tunnel sotterranei, il metodo di congelamento artificiale dei terreni è una tecnica di impermeabilizzazione e/o di consolidamento temporaneo necessaria per effettuare scavi nel terreno. Permette infatti di evitare i possibili cedimenti delle pareti durante gli scavi e si può effettuare con l’azoto liquido, chiamato anche “a ciclo aperto” o “diretto”, o con la tecnica a “salamoia”.
Per la linea M4 è stata utilizzata nei cunicoli la prima tecnica, con azoto liquido, perché consente di creare uno strato di ghiaccio attorno al terreno di ben 1 metro e di farlo in modo rapido dato che l’azoto liquido pompato a -196° provoca uno shock termico. Solo per il cunicolo della Vettabbia, il più lungo, si è optato per il congelamento con salamoia che garantisce un raffreddamento è circa di -32/35 ° e in tempi più lunghi, circa 35-40 giorni.
# Il mantenimento del ghiaccio
Successivamente al primo congelamento segue il mantenimentodelle pareti ghiacciate attraverso un controllo continuo. L’azoto viene infatti pompato per 8 ore nella fase notturna, quando gli operai sono assenti, e poi nelle 16 ore del giorno vengono monitorate la composizione del terreno e la quantità di acqua per fare in modo che le temperature rimangano costanti.
Ph. Graeme Williamson (thanks to: planetspotters.net)
“Signori e signore, il nostro equipaggio vi dà il benvenuto a bordo di questo aereo, io sono il capitano e stiamo per decollare. Vi preghiamo di allacciare le cinture e di ascoltare le misure di sicurezza, grazie e buon volo”. Ogni volta che sentiamo queste parole proviamo una scossa di adrenalina, per non parlare di tutte le persone che di volare hanno molta paura. Ne avrebbero ancora se dopo 50 secondi sentissero il comandante dire “Signori e signore, eccoci arrivati a destinazione”?.
Sembra impossibile ma è tutto vero, benvenuti a bordo del volo più corto del mondo. Ph. Graeme Williamson (thanks to: planetspotters.net)
Il volo aereo più corto del mondo: un viaggio di 53 secondi
# In Scozia, da Westray e Papay in meno di un minuto
Credits: Google maps
Il volo di linea più breve del mondo dura 53 secondi quando il vento è favorevole e non più di due minuti quando non lo è. Collega tra loro due isole dell’arcipelago delle Orcadi, a nord-est della Scozia: Westray e Papa Westray, anche nota come Papay e ad effettuarlo è la compagnia aerea regionale scozzese Logainair.
Il volo tra Westray e Papa Westray copre una distanza di 2,7 chilometri ed è disponibile tutti i giorni tranne la domenica, a orari variabili ma sempre al mattino.
Provando a prenotare si possono vedere voli tra le 8.51 e le 8.53 e in questo caso non si fa per dire dato che il volo decolla alle 8.51 e atterra due minuti dopo.
# I vantaggi per gli abitanti
Westray ha circa 600 abitanti, Papa Westray invece circa settanta. Questo servizio giornaliero di collegamento tra le due isole e con le altre Orcadi esiste grazie a fondi statali, che permettono agli abitanti di queste isole remote di spostarsi velocemente. Gli aerei che fanno questo volo sono da otto posti e il loro tragitto è più simile a quello di una corriera che a quello di un aereo.
È dal 1967 che Loganair copre la tratta. Usato ogni giorno da insegnanti, medici, poliziotti e scolari questo volo da guinness dei primati si dimostra una risorsa molto utile per gli abitanti anche per il prezzo economico che si aggira attorno a 17 sterline. L’aeroporto principale dell’arcipelago è nel centro abitato più importante, Kirkwall, che si trova sull’isola più grande, ed è proprio questa connessione veloce che permette agli abitanti di entrambe le isole di prendere lo stesso volo per raggiungerlo.
#Un’esperienza da provare
Dal 2011 Loganair ha introdotto questa tratta anche per i turisti, diventando così un volo di linea. Questo volo veloce è disponibile due giorni a settimana in estate per tutti i visitatori che vogliono vedere le isole senza però sostare in nessuna delle due, dando la possibilità a tutti di aggiungere alla loro vacanza un minuto di cielo.
Mentre arranca il progetto per la riqualificazione di piazzale Loreto, quello per corso Buenos Aires attende a breve l’avvio dei cantieri. Previsti marciapiedi allargati con aiuole, piante e arbusti. Scopriamo come diventerà e quando sarà trasformato.
Il corso “green” di Milano con il “red carpet” per ciclisti: le immagini e le novità sul progetto Buenos Aires
# Presentato il progetto per il nuovo corso green con la ciclabile rossa
Screenshot
Nel 2023 la realizzazione di ciclabili con cordolo di protezione, non esenti da critiche. Nel piano del Comune di Milano era previsto anche la riqualificazione di corso Buenos Aires, con un progetto che tardava ad arrivare.
Comune di Milano - Corso Buenos Aires oggi
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Comune di Milano - Corso Buenos Aires oggi
Comune di Milano - Corso Buenos Aires oggi altra foto
Il 12 giugno 2024 la presentazione durante la Commissione mobilità del Municipio 3. Si prevede: il miglioramento degli spazi pedonali, l’eliminazione delle barriere architettoniche, la realizzazione di aiuole verdi e il consolidamento dell’itinerario ciclabile esistente con la colorazione rossa e i cordoli definitivi in pietra.
# Le immagini di come sarà e gli intervisti previsti
Comune di Milano - Rendering corso Buenos Aires
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Comune di Milano - Rendering corso Buenos Aires
L’intervento riguarda il tratto di corso Buenos Aires da piazza Oberdan a via Pergolesi e prevede l’allargamento dei marciapiedi, con l’installazione di panchine e rastrelliere per le bici, e l’inserimento di aiuole e piantumazioni. La dimensione di aiuole e delle vasche per alberi e arbusti varierà in base allo spazio disponibile, più ampie ad esempio nei pressi di piazza Oberdan e più ridotte nel tratto verso piazzale Loreto per non togliere troppo spazio ai pedoni, ai sottoservizi presenti e alla distanza tra il marciapiede e la quota della soletta della linea M1. Dove possibile verranno messi a dimora alberi con altezza fino a 5 metri, negli altri casi arbusti nelle aiuole dotate di sistema di irrigazione.
# L’investimento previsto e la durata dei lavori
Tratto riqualificazione corso Buenos Aires
La riqualificazione del corso vede un investimento pari 1,5 milioni di euro, finanziati tramite il PNRR. L’avvio dei lavori è programmato entro l’estate, con una durata prevista di circa un anno e mezzo, e si procederà per brevi tratti con i ciclisti che dovranno utilizzare la viabilità ordinaria nel tratto interessato dal cantiere. La parte in carico al Comune di Milano è quella da piazza Oberdan a via Scarlatti, con lavori prima sul lato civici pari e poi quelli dispari, quella ascomputo oneri da due soggetti privati va da via Scarlatti a via Pergolesi.
È stato presentato presso BIM il nuovo Bicocca Pavillion, l’innovativo hub con lo scopo di unire l’eccellenza accademica con il mondo imprenditoriale. I lavori finiranno nel 2025
Il più conosciuto rappresentante del tipico menestrello milanese che, munito di chitarra, passava nelle osterie a cantare e suonare rigorosamente in dialetto.
El Barbapedana era una figura tipica milanese, che si vedeva in giro tra l’ 800 e i primi anni del ‘900. Munito di chitarra, passava nelle osterie a cantare e suonare canzoni meneghine, rigorosamente in dialetto, per racimolare qualche soldo dai clienti e qualche bicchiere di vino dall’oste.
“Barbapedana, el gh’aveva on gilè senza el dananz, cont via el dedrèe, cont i oggioeu long ona spana; l’era al gilè del Barbapedana”, recitava un vecchio brano, che Nanni Svampa poi italianizzò, senza però avvilirne l’identità milanese. La canzone, che parlava proprio di questo tipico personaggio meneghino, un po’ artista, un po’ pelandrone, scaltro e svampito, in base alle convenienze.
# Il più famoso di tutti: Enrico Molaschi
divinamilano.it – Enrico Molaschi
Non è possibile avere un censimento su quanti di questi personaggi si aggiravano allora nella nostra città, a fare i Barbapedana. Certamente quello più famoso fu Enrico Molaschi. Nacque, ovviamente a Milano, il 1 gennaio 1823: Arrigo Bruno, quello che creò l’opera “Mefistofele” e il libretto del verdiano “Otello”, parlava di Molaschi come di un chitarrista che sapeva strimpellare così bene da creare un suono simile all’arpa, con una vivacità che trasformava la musica da “un tranquillo ruscello ad un fiume in piena”. Enrico, a nove anni, lascia Milano, da solo, per andare a Paullo, dove inizia a guadagnarsi i primi soldi come garzone in una locanda. Un giorno da lì passa un menestrello, munito di chitarra, che canta ai clienti brani orecchiabili e goderecci, tra cui uno che faceva, “E ticch e dai…el Barbapedana”, quest’ultima parola significa “cantastorie”. Molaschi viene colpito da questo artista, pure lui vuole fare il menestrello in giro.
# Fu invitato a suonare dalla Duchessa di Genova nella sua villa di Stresa
Enrico ha quindici anni, impara a destreggiarsi con la chitarra, poi si sposa, ha dei figli e a 39 anni decide di tornare a Milano, portandosi dietro il soprannome di Barbapedana, come quello della canzone. Arriva in città con la moglie, Maria, e una parte della prole. El Barbapedana, Molaschi, scrisse svariate canzoni, tra cui “El piscinin”. Lui bazzicava per lo più nelle osterie fuori porta, lo vedevi apparire nelle feste e nelle cerimonie. Elisabetta di Sassonia, ovvero la Duchessa di Genova, invitò Molaschi a cantare e suonare nella sua Villa di Stresa.
# Passava dai repertori più castigati e raffinati a quelli più spinti e audaci
Barbapedana
Caratteristica di questo artista era il fischio, lungo, squillante e intonato, che faceva da accompagnamento alle canzoni. Suonava la chitarra, battendoci sopra come su un tamburo e fischiava, come uno strumento a fiato, creando una sonorità da opera polistrumentale.
Quando divenne anziano, Enrico venne ricoverato al Pio Albergo Trivulzio, dove morì il 26 ottobre 1911. Quando era in auge, sapeva passare dai repertori più castigati e raffinati, se si trattava di esibirsi in locali da ricchi oppure in presenza di bambini, a quelli più spinti e audaci, soprattutto in presenza di giovani coppiette in intimità.
“Bei tempi!!!”, diremmo adesso, quando a cena la presenza di un menestrello rallegrava una piacevole serata conviviale, anziché vederla come una fastidiosa violazione della privacy e quando le foto ai piatti prima di mangiarseli sarebbero state viste come un comportamento da manicomio.
Nell’ultimo anno, l’edificio di Piazzale Cantore 14 ha subito importanti lavori di ristrutturazione, diventando uno spazio che offre servizi di orientamento professionale, formazione e laboratori. La sera si trasformerà in un luogo per eventi e iniziative organizzate dai giovani per i giovani della città.
L’edificio rinnovato si chiamerà “Open Casello” e sarà il nuovo centro delle Politiche Giovanili del Comune di Milano.
# Servizi per i Giovani
All’interno della struttura, riqualificata tra il 2023 e il 2024, si trovano una sala polifunzionale e due sale per riunioni e colloqui. Attualmente, offre servizi di orientamento al lavoro, formazione, opportunità di volontariato e mobilità internazionale del Comune di Milano. Tramite la piattaforma Giovani Milano, è possibile prenotare i vari laboratori, workshop e corsi disponibili per avere un primo colloquio con un operatore, oppure ci si può presentare direttamente al casello.
# Spazio per la progettazione e la riqualificazione
Da settembre inizieranno delle collaborazioni con Base, Avanzi e Codici, che contribuiranno a trasformare la Casa dei Giovani in uno spazio per la progettazione e la sperimentazione. Gruppi e associazioni giovanili, selezionati tramite una call for ideas, saranno invitati a ideare e realizzare attività, eventi e incontri per animare il casello. L’obiettivo è quello di trasformare questo spazio in un luogo aperto tutta la settimana, dove i giovani siano al centro della scena, e diventare un punto di riferimento per i giovani e per tutto ciò che li interessa.
All’inaugurazione della nuova struttura hanno partecipato alcuni rappresentanti dell’Amministrazione comunale. La festa, in linea con le future ambizioni del luogo, ha visto alternarsi performance musicali, spettacoli di teatro e danza, proiezioni cinematografiche, talk e DJ set.
# Orari
Il nuovo hub sarà aperto il Lunedì, Mercoledì e Giovedìdalle 14:00 alle 18:00, il Martedìdalle 10:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 18:00. Durante il weekend vengono anche organizzati degli eventi serali.
Malpensa, Orio, Linate: 10 fatti che forse non sai dei tre aeroporti di Milano
#1 Il sistema aeroportuale di Milano è il primo in Italia per passeggeri
Aeroporti Milano
Il sistema aeroportuale di Milano, composto dagli scali di Linate, Malpensa e Orio al Serio, è il primo in Italia con 51,4 milioni di passeggeri trasportati nel 2023. Segue quello di Roma con 44,1 milioni di passeggeri (40,3 miloni Fiumicino e 3,8 milioni Ciampino).
Credits: Andrea Cherchi – Milano Linate
#2 Il primo è Linate: costruito per il tramonto dell’idrovolante
wikipedia – Aeroporto di Linate
L’Aeroporto di Linate, inaugurato nel 1937, nasce a seguito del tramonto dell’utilizzo dell’idrovolante. Fino agli anni ’20 infatti era ancora quello considerato il mezzo di trasporto aereo del futuro, con i velivoli che per qualche anno sono atterrati e decollati dall’Idroscalo, realizzato appunto per questa finalità.
#3 Teatro del più grave incidente nell’aviazione civile italiana
Nell’ottobre del 2001, a causa della nebbia e comunicazioni sbagliate tra piloti e torre di controllo, lo scalo di Linate è stato teatro del più grave incidente nell’aviazione civile italiana. Nell’incidente tra un Cessna Citation privato e un MD 80 della compagnia Scandinava SAS sono morte 118 persone, compresi addetti addetti allo scalo bagagli, con un solo passeggero superstite, Pasquale Padovano, rimasto quasi completamente ustionato.
#4 Il bosco dei faggi in memoria delle vittime
giardininviaggio.it – Bosco faggi
Proprio in memoria delle vittime di quel tragico evento è stato realizzato un bosco dei faggi, di fronte all’aeroporto, nell’adiacente Parco Forlanini.
#5 Il primo FaceBoarding d’Europa
Ph. finanzaonline
A maggio 2024 Linate è stato il primo aeroporto in Europa a introdurre il FaceBoarding. Il sistema consente di prendere un volo semplicemente mostrando il proprio viso, senza dover più mostrare passaporto o la carta d’identità elettronica e neppure la carta di imbarco.
#6 Malpensa era l’ “Aeroporto Città di Busto Arsizio”
Credits deliluna IG – Malpensa
La prima denominazione di Malpensa, quando venne ufficialmente aperto al traffico nel 1948, fu Aeroporto Città di Busto Arsizio.
#7 Il nome attuale deriva dalla corte lombarda di Cascina Malpensa
wikipedia – Cascina Malpensa
Il nome attuale deriva dalla vicina corte lombarda di Cascina Malpensa, a Somma Lombardo, costruita su un’area precedentemente mai sfruttata per l’acidità del terreno che causava la morte di ogni pianta.
#8 In origine era l’area di test per i prototipi
mxpairport.it
Proprio presso l’antica Cascina Malpensa, vicino a dove sorge l’attuale scalo, nel 1909 gli industriali Giovanni Agusta e Gianni Caproni crearono un campo d’aviazione, utilizzato per testare i loro prototipi di progetti aeronautici.
#9 Orio è nato per scopi militari
La nuova facciata di Orio al Serio
Lo scalo di Orio al Serio è nato, invece, per scopi militari, nel 1937. Soltanto nel 1970 venne costituita la “Società per l’Aeroporto Civile di Bergamo – Orio al Serio”, a cui seguì il primo volo nel 1972 diretto all’Aeroporto di Roma Ciampino.
#10 Milano e Sea si opposero alla nascita dell’Aeroporto di Orio al Serio, oggi Milan Bergamo Airport
Logo Milano-Bergamo
Gli enti amministrativi milanesi e la SEA fecero opposizione, invano, alla nascita dello scalo in provincia di Bergamo. Oggi però lo scalo fa parte del sistema aeroportuale milanese, anche se gestito da un’altra società: il nome commerciale è infatti Milan Bergamo Airport.
L’ultima novità nel panorama europeo. I biglietti sono ora disponibili sulla nota piattaforma di acquisto per viaggi in treno e bus. Scopriamo le città raggiunte dai Good Night Train.
In vendita i biglietti per i treni notturni di European Sleeper: in quali città ci si potrà svegliare?
# Siglata la partnership tra Trainline e European Sleeper
Trainline
Jody Ford, Amministratore Delegato di Trainline, ha annunciato la partenrship con European Sleeper: “I treni notturni sono un elemento importante per rendere i viaggi in treno in Europa ancora più attraenti per i passeggeri che vedono sia il valore e l’efficienza, sia l’emozione di addormentarsi in un posto e svegliarsi in un altro”. Nelle dichiarazioni ha sottolineate che “le tratte di European Sleeper si adattano perfettamente all’offerta di Trainline e contribuiscono a facilitare i viaggi transfrontalieri in treno in Europa. La partnership con European Sleeper è un altro passo verso un’industria dei viaggi sostenibile e a prova di futuro”.
Dal sito o dall’app si può quindi ora acquistare i biglietti dell’ultima compagnia ferroviaria europea a introdurre i viaggi notturni per raggiungere diverse città europee.
# European Sleeper: i “treni della buonanotte” hanno esteso il servizio fino a Praga e puntano ad altre destinazioni dal nord al sud Europa
Cabine letto Good Night Train
La neonata società belga-olandese European Sleeper ha festeggiato un anno di attività con il servizio dei treni notturni chiamati The Good Night Train, composti da carrozze moderne e accessibili dotate di ogni comfort. Si può scegliere tra posti standard oppurecabine letto, prenotabili anche come compartimenti privati e per “sole donne”, che possono ospitare fino a sei persone. Negli scompartimenti piccoli, fino a tre persone, ci sono un lavandino, asciugamani, articoli da toilette e colazione, in tutti coperte, cuscini, lenzuola e acqua minerale.
europeansleeper – Mappa aggiornata
Il percorso serve alcune delle città più affascinanti nel cuore dell’Europa. Parte da Bruxelles in Belgio, dove ferma anche ad Anversa, e conclude Praga, destinazione introdotta nel 2024. Troviamo poi Rotterdam, Amsterdam e Deventer nei Paesi Bassi, Berlino e Dresda in Germania, più due cittadine della Repubblica Ceca: Děčín e Ústí nad Labem.
# Le tappe future e l’European Sleeper Pass, l'”interrail della notte”
Credits JStolp-pixabay – Budapest
In futuro la rete si allargherà ancora. Tra le città raggiunte ci saranno Budapest, Vienna, Barcellona, Stoccolma, Varsavia, Copenaghen, Colonia, Parigi e persino Londra, anche se al momento non è prevista una data di attivazione. In aggiunta all’acquisto su Trainline, sul sito ufficiale è disponibile l’European Sleeper Pass che, come l’Interrail Pass consente di salire e scendere dai treni in modo flessibile nelle diverse città servite.
L’ultima tangenziale milanese in ordine di tempo, la quarta dopo le altre che circondano la città, fa parte da qualche anno del reticolo viario della Città Metropolitana di Milano. Ma è ancora poco conosciuta e molto poco trafficata. Ecco come si sviluppa il tracciato e cosa mette in connessione.
Quell’oscuro oggetto del desiderio: la tangenziale esterna di Milano
# La tangenziale che attraversa tre province per una lunghezza di 32 km
Credits 7giorni.info – Mappa TEEM
La tangenziale est-esterna milanese, la sigla è TEEM-A58, si snoda per 32 km con tre corsie per senso di marcia attraversando tre territori provinciali: la Città Metropolitana di Milano, la provincia di Lodi e quella di Monza e Brianza rispettivamente per 23,8 km, 7,2 km e 1,5 km. I comuni interessati sono 34.
Collega direttamente l’Autostrada A4 Torino-Trieste a nord, tramite lo svincolo di Agrate Brianza, e l’Autostrada A1 Milano-Bologna nel Comune di Cerro al Lambro. Un’altra connessione importante è con la BreBeMi, l’autostrada che viaggia parallela all’A4 da Milano e Brescia.
# La prima tangenziale milanese a pagamento
Credits 7giorni.info – Casello di Paullo
La TEEM oltre a essere l’ultima tangenziale a essere realizzata, e che quasi certamente tale rimarrà, è anche la prima a prevedere un pedaggio.L’investimento complessivo di poco più di miliardi di euro è stato finanziato da: i soci di Tangenziale Esterna Spa, dallo Stato Italiano, da Cassa Depositi e Prestiti, dalla Banca Europea per gli Investimenti e da nove istituti di credito commerciali.
# Le opere connesse e di mitigazione dell’impatto ambientale
Credits matt_frank_87 IG – TEEM
La costruzione dell’infrastruttura ha previsto anche la realizzazione di altre opere connesse: 38 chilometri di nuove arterie ordinarie, la riqualificazione di 15 chilometri di strade esistenti e il completamento di 30 chilometri di piste ciclabili. A queste vanno aggiunte quelle di mitigazione dell’impatto ambientale: 16 chilometri di barriere acustiche, 120 opere idrauliche per la salvaguardia della rete irrigua, 200 ettari di aree destinate a verde e 60 ettari di aree umide con funzione idraulica e naturalistica.
Ogni sera si può andare a letto in Centrale e svegliarsi davanti a una Sacher a Vienna oppure davanti a una birra a Monaco di Baviera. Questi gli orari e il costo dei biglietti.
Il “Night Jet”: ogni sera da Milano c’è un treno per Vienna e Monaco di Baviera
# Dal mare al centro dell’Europa con il treno notturno
eisenbahnin.oe.d.ch IG – Nightjet
Ci si può mettere a dormire in treno Milano e svegliarsi a Vienna per fare colazione in un elegante caffè con una Sachertorte, nella città natale di Mozart a Salisburgo, oppure nel centro di Monaco di Baviera. Il convoglio EuroNight 235 parte ogni pomeriggio da La Spezia, con diverse tappe tra cui Genova e Pavia prima di arrivare nella Stazione di Milano Rogoredo. A questo punto il treno riparte con i seguenti orari: 20:41 da lunedì al venerdì, 21:26 il sabato e 20:16 la domenica.
Nightjet Milano-Vienna e Monaco
Le fermate successive includono Brescia, Desenzano, Peschiera, Verona, Vicenza, Padova e Tarvisio, fino a Villach in Austria. Qui, il treno si divide: una parte prosegue verso Vienna dove arriva alle 9:04 del mattino successivo a prescindere dal giorno del viaggio, mentre l’altra parte raggiunge Monaco di Baviera alle 9:22, con stop anche a Salisburgo.
Il viaggio di ritorno parte tutti i giorni da Vienna alle ore 19:18 e da Monaco di Baviera alle 20:10, con arrivo a Milano alle 7.49 del giorno nelle mattine dalla domenica al giovedì e alle 8:12 in quelle di venerdì e sabato.
# I prezzi partono da 34,90 euro e ci sono tre livelli di servizio
simply_railway IG – Euronight
I treni EurocityBrennero sono gestiti dalle ferrovie DB e ÖBB e includono carrozze con posti a sedere di seconda classe, carrozze cuccette e vetture letto. Il biglietto di sola andata, con prenotazione del posto, parte da 34,90 euro per le partenze da Milano, Vienna o Monaco, ed è acquistabile sui siti di Trenitalia o ÖBB Nighjet, in quest’ultimo la sigla del treno è NJ235. L’opzione cuccetta richiede un supplemento, che varia in base alle disponibilità, e comprende la colazione e la biancheria da letto, così come quella vagone letto che in aggiunta mette a disposizione colazione alla carta, letto fatto, servizio sveglia e servizi igienici privati.
Con il passaggio da ATAC alla gestione Astral e Cotral, e quindi affidata alla Regione Lazio, la linea è conosciuta oggi come Metromare e punta ad avere frequenza da metropolitana. Nello scenario di piano di PUMS è prevista il cambio di denominazione in Linea E con l’aggiunta di una diramazione fino all’Aeroporto di Fiumicino: cambierà qualcosa in futuro?
La Metromare di Roma: il primo step per la trasformazione in Linea E fino all’aeroporto?
# La ferrovia Roma-Lido diventata Metromare
Credit: it.wikipedia.org
La ferrovia Roma-Lido, oggi conosciuta come Metromare, è una linea ferroviaria che unisce la stazione di Roma Porta San Paolo, nel quartiere Ostiense, alla stazione di Cristoforo Colombo, situata nel quartiere Lido di Castel Fusano. Questa linea, inaugurata nel 1924, si estende per circa 28 chilometri, comprende 13 stazioni di superficie e permette collegamenti con la linea B della metropolitana e le Ferrovie Laziali.
Il servizio è attivo tutti i giorni, dalle 5:15 alle 21:00 nei giorni infrasettimanali per lavori di ammodernamento dell’infrastruttura e nei giorni festivi le ultime partenze sono alle 23:30. Il tempo di percorrenza medio dell’intera tratta è di circa 37 minuti e la frequenza è di circa 15-20 minuti, salvo interruzioni sulla linea e problemi con i convogli che sono abbastanza frequenti.
Utilizzata ogni giorno da oltre 100.000 è fondamentale migliorarla, dato che da anni è inserita da Pendolaria tra le linee ferroviarie peggiori d’Italia.
# L’obiettivo: un treno ogni 6 minuti
Metromare RM ph. twitter
La linea è in fase di miglioramento con la costruzione della fermata Acilia Sud e la riqualificazione di quella di Tor di Valle, previste tra giugno e settembre 2024, e l’acquisto di 20 nuovi convogli da 6 casse con capienza di 1200 persone. Previste altre due nuove stazioni, che dovrebbero essere costruite per il 2026, Torrino Mezzocammino e Giardino di Roma. Sono partiti invece da poco i lavori, della durata di due anni, per la sostituzione della linea aerea dell’intera tratta. L’obiettivo era di portare la frequenza a un passaggio ogni 6 minuti nel 2024 grazie 15 convogli in circolazione, ma difficilmente verrà raggiunto nei tempi ipotizzati, e di mantenere l’attuale tracciato.
# Il progetto: trasformarla nella linea E della rete metropolitana
Scenario piano PUMS Linea E
Tra le proposte emerse in fase di approvazione del PUMS, tra il 2017 e il 2018, anche quella di trasformarla in Linea E utilizzando il tracciato fino a Piramide per poi proseguire fino a Bologna seguendo il tracciato della B, in direzione Jonio, sfruttando il tronchetto della B1. Nello scenario tendenziale ottimale del PUMS è stato infine prevista il cambio della denominazione da Metromare a Linea E realizzando una diramazione “E2” dalla stazione di Acilia Sud all’Aeroporto di Roma Fiumicino con fermate intermedie a Dragona e Fiera di Roma, La linea non andrà quindi a senza inserirsi nel tracciato della rete metropolitana romana, salvo mantenere l’interscambio con la linea B.
Rinasce la “Milano”, la mini crociera sul lago sentendosi a inizio Novecento
# Il restyling a 120 anni dalla sua inaugurazione
navigazionelaghi – Motonave Milano
Rinasce la Motonave Milano che fu inaugurata il 28 agosto del 1904, costruita nei cantieri di Sestri Ponente. Proprio nell’anno in cui ricorrono 120 anni da quella storica data, anche se allora era solo un piroscafo a ruote e la trasformazione in motonave a elica è avvenuta nel 1925, il 7 giugno è stato presentato il suo restyling. I lavori voluti dalla Navigazione Laghi sono durati otto mesi nel cantiere nautico di Tavernola, per un investimento di 80mila euro, e si sono un attività di refitting.
# Un design dallo stile Liberty, 190 passeggeri seduti all’esterno e 100 all’interno
Motonave Milano
Nella rinnovata imbarcazione sembrerà di viaggiare tornando indietro agli inizi del ‘900 grazie agli interni dalle linee raffinate in stile Liberty che richiamano la Belle époque, rimasti intatti in seguito ai lavori, con due sale passeggeri arredate in grado di ospitare cento passeggeri e un bar interno e cucina per la preparazione di cocktail e snacks.
quicomo.it – Motonave Milano 3
Sono ampi gli spazi all’aperto grazie ai tre ponti da 190 posti a sedere su panchine di legno ristrutturate, per un totale di 350 trasportabili.
# La “mini crociera” sul Lago di Como
quicomo.it – Motonave Milano 4
La motonave, come le altre rimesse a nuovo e che lo saranno in futuro, entra in servizio dal 23 giugno. Le rotte sono quelle longitudinali, in particolare la Como – Menaggio – Colico.
Milano soffoca di smog e di palazzi. Ci sono intere zone senza lo straccio di un giardino. Soprattutto a Milano Est la situazione è drammatica. L’amministrazione ha messo come imperativo categorico la città green, con alberi e parchi al posto delle strade. Perché fermarsi alle auto? Quello che ingolfa e inquina sono i palazzi. Urge un intervento choc: un grosso dolore immediato ma un grande beneficio nel futuro. Perché per creare bisogna prima distruggere.
I nuovi, magnifici parchi che si potrebbero creare a Milano… abbattendo questi quartieri
#1 Parco della Moda: verde di alta classe
parco della moda
Il primo passo è stato rendere il Quadrilatero car-free. Il successivo sarà di abbatterlo, sostituendolo con un polmone verde di alta classe. La risposta a chi dice che Milano è settaria, che rovina la vita ai poveri per compiacere ai ricchi: verranno abbattuti il Palazzo Bagatti Valsecchi e gli altri palazzi della Milano aristocratica. Rimarranno solo le boutique della moda che saranno immerse nel verde. Un’attrazione clamorosa.
#2 Parco delle Cinque Giornate: verde rivoluzionario
parco delle cinque giornate
Il più grande atto di coraggio dei milanesi. Le Cinque Giornate. Quando senza paura i milanesi hanno sfidato l’oppressore. Allora erano gli austriaci, oggi sono i palazzoni. Ci vuole una svolta per avere un polmone verde rivoluzionario. Si spianano le costruzioni attorno a piazza Cinque Giornate, passando per largo Marinai d’Italia, fino a via Piranesi e, alla fine, si potrebbe collegare il nuovo spazio verde con il parco Forlanini. Sarebbe il parco che richiama il lato ribelle ed aggressivo della tradizione milanese, sarebbe il parco della Marina e del’Aviazione, tutto in stile militare, con tutti i reperti, navi e aerei, messi in mezzo al parco. Per una volta le armi sarebbero simbolo di pace e di sostenibilità ambientale.
#3 La Barona diventa il lago di Milano, con i grattacieli lacustri
lago di Milano
C’è chi dice, sì, vabbé, ma così distruggete tutto anche l’economia! E l’economia della Milano di oggi si regge sui grattacieli. La risposta: realizzare un lago distruggendo le case tra i navigli. Lasciamo qualche isola e i palazzi dei più ricchi. Costruiamo grattacieli su palafitte: i grattacieli lacustri, costosissimi, e la spiaggia della Barona.
#4 Il mega parco occidentale, da Trenno al Bosco Verticale
parco occidentale
Chiediamo a Boeri di progettare il cimitero verticale a Musocco. Con lo spazio recuperato, si ricava un parco pazzesco, da Trenno al Bosco Verticale. Un parco enorme, con gare dei cavalli e scuola di sopravvivenza.
#5 Il parco sotterraneo
parco sotterraneo
Il centro non lo si può abbattere, siamo d’accordo. Ma allora perché non creare qualcosa… sotto? Sotto la parte centrale di Milano si costruirà il parco sotterraneo più grande del mondo. Da porta Venezia a porta Genova, accessibile dalle cantine dei palazzi. Nel parco si potrà ammirare scorrere il naviglio senza doverlo riaprire.
“Tutte le strade portano a Roma”. Un proverbio che rimanda a quando molte strade consolari partivano da Roma. Ma se l’Impero fosse esistito ai giorni nostri quali sarebbero potute essere le linee metropolitane?
Di Eric Gaba, Agamemnus, Flappiefh – Based on a Topographic map from Eric Gaba, & a map of ancient Roman roads from Agamemnus, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=20049589 – Strade consolari
Il proverbio “tutte le strade portano a Roma” trae origine dal sistema stradale dell’antica Roma, su cui è basata gran parte di quello attuale italiano. Il fatto che molte strade consolari partissero da Roma e quindi, se prese in senso contrario, portassero a Roma, spiega il suo significato. Tra queste troviamo l’Aurelia, Cassia, Flaminia, oggi strade statali identifica da numeri. Se l’Impero fosse esistito ai giorni nostri. invece di strade, o meglio sotto ad esse, si sarebbero probabilmente realizzate delle linee metropolitane. E c’è chi ha provato a disegnarle.
# E se fossero linee metropolitane? Questa la mappa con le grandi arterie dell’Impero Romano
Credits ilkoreano IG – Metro C Roma
Sasha Trubetskoy, un geografo americano, harealizzato una mappa dettagliata, servendosi anche delle fonti latine come il registro delle vie di comunicazione tra Caracalla e Diocleziano “Antonini Itinerarium”, “trasformando” le antiche strade romane in linee metropolitane. In realtà, come specificato dall’autore, si tratta di un diagramma in stile metropolitana delle principali strade romane, basato sull’Impero di ca. 125 d.C. Le linee sono una combinazione di strade reali con nome e di strade che non hanno un nome storico noto.
sashamaps.net – Strade come metro Impero Romano
Le grandi arterie potrebbero essere intese come linee metropolitane veloci o treni ad alta velocità. Nel Regno Unito potremmo avere la Via Britannia con Dover, Londra, York e Carlisle, la Via Gallia da Autun (Francia) con altre due fermate più capolinea in direzione Oceano Atlantico a Vannes, poi la Via Lusitanorum sulla costa porteghese, oppure le lunghissime Via Dalmatia da Acquileia a Patrasso in Grecia e Via Claudia estesa per gran parte del Nord Africa dall’attuale sito archeologico di Chella in Marocco alla città di Alessandria.
Per l’Italia troviamo ad esempio queste linee con “capolinea” a Roma e :
Via Flaminia con fermate nelle attuali Spoleto e Rimini;
Via Cassia con fermate a Rieti, Firenze e Luni (Provincia della Spezia);
Via Tiburtina con stazioni a Tivoli, Corfinio (Abruzzo) e Pescara;
Andando al nord, anche oltre confine:
Via Emilia con stop a Rimini, Bologna, Parma e Piacenza;
da Piacenza c’è la Via Helvetica con fermate a Milano, Aosta, Ginevra e Vienna.
Milano sarebbe capolinea della Via Claudia Augusta con fermate a Coira (Svizzera), Kempten e August (Germania) e Verona;
Via Postumia da Genova ad Acquileia con fermate a Tortona, Piacenza, Cremona e Verona;
Al sud e isole invece:
Via Traiana con fermate a Canosa di Puglia e Bari e capolinea a Benevento da un lato e Brindisi dall’altro;
Via Valeria, la circle line siciliana, con fermate a Messina, Siracusa, Agrigento, Lilibeo sotto l’odierna Marsala e Palermo.
# La mappa con il focus sull’Italia: 77 linee, di cui 13 a servire Roma
sashamaps – roman_roads_italy_v1_lat-ita_140 – Versione italiana
Facendo un focus sull’Italia, Sasha Trubetskoy ha realizzato una mappa con 77 “linee”, di cui 13 a servizio della capitale dell’Impero Romano. Da Milano passerebbe la Via Iulia per Alpem, con fermate a Chiavenna, Como, Pavia e Voghera e una da Piacenza a Novara. Troviamo poi la Via Hadriatica da Fano-Pesaro a Bari o la Via Popilia da Capua a Reggio Calabria.
# Grand Opening of Ragusa fashion show, con designers, scuole di moda, modelle, ma anche cittadini comuni
mrsuniversalempire
Una fashion week internazionale che coinvolgerà designers, scuole di moda, modelle, ma anche cittadini comuni che abbiano voglia di mettersi in gioco sfilando nella suggestiva cornice del castello, oppure proponendo i propri progetti creativi, sentendosi così protagonisti, fosse pure per una sola volta, in un contesto di rilevanza internazionale.
L’evento, dal titolo Universal Empire Ragusa International Week, sarà diretto e organizzato da una vera pioniera del settore, Layla Najafe, portavoce di un movimento di cambiamento a livello internazionale nel settore della moda, volto anche a sottolineare l importanza dell’emancipazione femminile nel campo della moda e non solo.
# L’obiettivo della manifestazione
mrsuniversalempire.com
Il tutto tramite una fitta rete di eventi partecipativi che hanno già avuto luogo in varie parti del mondo, grazie ad una struttura organizzativa formata da un team di professionisti appartenenti a vari stati del mondo. Nel 2005 per esempio è stata inaugurata la Dubai fashion week ed altri eventi internazionali si sono svolti a New York, Londra e Barcellona.
Questa volta si vuole coinvolgere il sud, rendendo Ragusa e l’hinterland circostante protagonista di un evento internazionale che funga anche da spinta, per queste zone, in termini di visibilità, pubblicità, crescita turistica ed economica oltre a promozione delle peculiarità locali ed occasione partecipativa per quanti desiderino promuovere le proprie conoscenze e capacità creative.
# La cornice è il Castello di Donnafugata, dimora nobiliare di fine ‘800
casa_gio_appartamentivacanze IG – Castello di Donnafugata
Una vetrina culturale di grande impatto, in un palcoscenico mozzafiato ossia il Castello di Donnafugata, dimora nobiliare di fine 800, già teatro di numerosi set cinematografici e serie televisive di successo come il commissario Montalbano
Un occasione imperdibile per un interscambio culturale tra il nostro paese, il sud Italia in particolare, e i rappresentanti delle diplomazie internazionali, specie mediorientali, che saranno presenti alle tre serate.
Il sud sarà all’altezza di indiscusse capitali della moda come Parigi e Milano? Una avvincente sfida sempre più vicina. Una meta alternativa per gli amanti della moda e non solo, un modo diverso per fare una vacanza in questi luoghi ricchi di cultura, di chilometriche spiagge incontaminate e di panorami suggestivi tutti da scoprire
Avete presente quegli articoli in cui si parla della bellezza di alcune zone o vie della città, dei colori dei quartieri e dell’atmosfera di festa che vi si respira? Bene, questo che state per leggere non è quel tipo di articolo. E siamo certi che i detrattori di Milano, coloro che la dipingono ancora brutta e inospitale, si troveranno perfettamente d’accordo con ciò che troveranno scritto.
Se non fosse che qui oggi non ci riferiamo alla bruttezza in senso lato, ma al fatto che vi siano alcune vie che per oscurità ambientale, lavori o quant’altro sembrano a tutti gli effetti strade tristi. Che dite, andiamo a leggerle assieme?
Il quartiere Forze Armate, facente parte della zona 7, è un’area che sta vivendo un periodo di riqualificazione e di espansione grazie a una serie di interventi messi in campo dal Comune. E meno male, perché tutto o quasi ciò che ruota attorno a queste vie non ha certo mai brillato per allegria. Siamo nella periferia ovest di Milano, a destra di Baggio e a sud di Quarto Cagnino, in un’area che è stata col tempo ribattezzata Sella Nuova.
Oggi, Forze Armate si configura come un tessuto urbano di grande interesse dal punto di vista immobiliare, particolarmente attrattivo anche per i giovani e per chi vuole restare in città trovando una casa a prezzi contenuti, tra i più bassi di Milano. E per fortuna, grazie agli interventi di cui sopra, si sta rendendo sempre più piena di quel verde che è sempre mancato.
# Via Zurigo, la più abbandonata
credits: @riccardo_1952 IG
Non ce l’abbiamo con questa zona, eh. Ma la vicina di casa più famosa di Forze Armate, ovvero via Zurigo, resta famosa per l’oscurità dei suoi palazzi grigi e per lo stato di abbandono e trascuratezza dei vialetti invasi dalle siepi, per aree giochi abbandonate e per un generale senso di degrado che, per fortuna, negli ultimi anni sta venendo meno con importanti opere di riqualificazione urbana. Anche qui, come sopra, il verde si sta prendendo le sue lente rivincite sul grigio.
# Via Molino delle Armi, dalle stelle alle stalle
credits: @milano_scomparsa_o_quasi IG
Per la serie, non spariamo solo sulla periferia. Molino delle Armi, pieno centro storico di Milano, è il toponimo che fu assegnato nel lontano 1865 a questa via perché qui esisteva un antico mulino, la cui funzione era di arrotare armi di cui Milano era capitale europea per antonomasia (non per niente esistono ancora via storiche come Negroli o Missaglia, intitolate a famiglie nobili di armaioli milanesi).
Lungo il fossato interno scorreva l’acqua che serviva per forgiare a freddo lame e spade di vario tipo. Nelle ultime decadi, questa bellissima via del cuore di Milano è stata tartassata da una miriade di cantieri e lavori residenziali/stradali che si sono espansi tra Santa Sofia, San Calimero e Sforza-Policlinico. Con inevitabili ripercussioni di traffico, rumori e quant’altro
# Viale Omero, buio e sperduto
credits: @adriano.de.marco IG
Uno dei capillari finali di quella grande arteria stradale che, all’inizio del XX secolo, partiva da Piazzale Durante (Casoretto) tagliando da nord a sud la parte orientale di Milano, terminando con Corvetto e le cascine di Nosedo. Una zona dove un tempo si veniva solo per andare a ballare al Borgo del Tempo Perso, oggi abbandonato e in stato di rovina degna di un rudere di campagna.
In Viale Omero, buio e sperduto capolinea del bus 93, vale la regola che sta lentamente abbattendo il grigio di Zurigo/Forze Armate. È infatti dal lontano 2003 che grazie alla giunta Albertini sia Piazzale Gabrio Rosa che lo stesso viale, un tempo dobbiamo dirlo molto molto tristi, sono state riqualificate con un doppio alberato degno dei vialoni del centro città.
# Via Harar, il divario tra ricchi e poveri
san siro lato sud di via harar
Ovvero, lo spartiacque del quartiere di San Siro. Via Harar taglia infatti a metà la zona nord del quartiere celebre per lo Stadio Meazza dalla zona sud. Ma, mentre a nord ci sono palazzoni super curati e attici degni di vip e calciatori, la zona sud presenta ancora quei caseggiati popolari non molto diversi da quelli visti in altri periferie e, conseguentemente, è abitata da persone che non possono certo permettersi il tenore di vita dei dirimpettai nella parte superiore.
Via Harar rappresenta una delle poche zone di Milano dove la spaccatura borghese/popolare è pressoché netta. Forse, l’unica via che presenti una tale discrepanza è la prossima di cui vi parlo.
# Via Salomone, la più grigia della città
credits: @blaxter13 IG
Via Salomone è infatti uno stradone che parte da piazzale Ovidio e rappresenta la cuginameno nobile di via Mecenate, periferia sud-est di Milano a due passi dall’aeroporto di Milano Linate. Infatti, mentre sul lato est di via Mecenate ci sono case e condomini curati riempiti di verde in ogni angolo, oltre gli Studi della Rai ci imbattiamo nelle vie Quintiliano, Ungheria (capolinea del tram 27) e appunto Salomone, con la presenza di un paio di microaree di appartamenti e palazzi per famiglie benestanti, ma dove la maggior parte dei caseggiati sono edifici vecchi e popolari. Come la storica Trecca, probabilmente uno dei comprensori popolari più grigi di tutta Milano.
# Viale Monte Ceneri e il Ponte della Ghisolfa
credits: @ildariella IG
Alias, la via sotto il ponte urbano più brutto che abbiate mai visto, e su questo non possiamo mentire neanche un briciolo. Viale Monte Ceneri è, infatti, un vialone di collegamento con molto traffico di autobus e veicoli, che imboccano via Mac Mahon per entrare dopo aver passato il ponte Palizzi a Quarto Oggiaro o si spingono più avanti per prendere viale Certosa e raggiungere le tangenziali. È oggettivamente un ponte che non ha nulla di estetico. Originariamente chiamato Cavalcavia Bacula, è noto a tutti come Ponte della Ghisolfa.
Pillola storica: proprio qui si trovava il circolo anarchico della Ghisolfa da cui proveniva il ferroviere Giuseppe Pinelli, morto in circostanze a dir poco misteriose volando giù in una notte di nebbia da una finestra della Questura di Milano, all’epoca sita in piazza Fontana.
Errata corrige: la Questura di Milano ha sempre avuto sede in via Fatebenefratelli, in piazza Fontana è posta invece la lapide in memoria di Giuseppe Pinelli.
La piscina naturale “più bella d’Italia” che sembra il Brasile
# Una mezzaluna con sabbia finissima, mare cristallino e un piccolo molo “trampolino” per i tuffi
Ph. sofia_frongialp IG – Spiaggia di Masua
La spiaggia di Masua, nel mezzo di un litorale unico per la spettacolarità del suo mare e i suoi faraglioni che si estende dal golfo di Gonnesa a Buggerru, si trova nel comune di Iglesias, sulla costa occidentale della Sardegna. Conosciuta anche come “Il Molo” per via della presenza di un vecchio molo in cemento e porfido, a nord della spiaggia, che oggi viene utilizzato come trampolino per i tuffi.
La spiaggia è caratterizzata da una forma a mezzaluna con sabbia finissima di un colore ambrato chiaro misto al dorato mentre l’acqua del mare è cristallina, come quella di una piscina, con colori che spaziano dall’azzurro al turchese, dal verde smeraldo al blu intenso.
# Sembra Rio de Janeiro
Ph. principessabvlgari IG – Pan di Zucchero
Questa spiaggia meravigliosa è arricchita da un’altra attrazione, in mezzo al mare si staglia infatti uno spettacolare monumento naturale: il Pan di Zucchero. Un faraglione alto 133 metri simile al Pao de Acucar nella baia di Rio de Janeiro e che pare sia stato chiamato così proprio per la somiglianza con quello brasiliano. Ma le sorprese di Masua non sono ancora finite.
# Un tempo porto per l’imbarco dei minerali
Ph. dipa_giramondo IG – Porto Flavia
Il molo presente sulla spiaggia è una piccola testimonianza del passato di porto di questa baia, insieme a quella più grande di Porto Flavia, una struttura di estrazione e stoccaggio dei minerali, sul versante sinistro della stessa. All’avanguardia fino agli anni ’50 del ‘900, è posizionata all’interno del promontorio che domina Masua e consentiva l’imbarco diretto sulle navi dei minerali destinati alle fonderie nord-europee. Chiusa da decenni, oggi è possibile visitarla.
In un recente sondaggio abbiamo posto questa domanda ai milanesi: “Qual è la parola in milanese che utilizzi di più?”. Sono sette le parole superstar della tradizione milanese.
Definisce il pranzo al sacco, anche detto schiscia, che infesta di cattivi odori gli uffici di Milano. Una parola di grande dolcezza, che trasmette appetito in modo quasi onomatopeico.
Anche se non è propriamente una parola sola, viene pronunciato come se la fosse. “Va a dà via el cù!” è utilizzato per mandare, spesso in modo scherzoso, qualcuno a “quel paese”.
Al quinto posto c’è “giargianes“, utilizzato un tempo per indicare tutti gli stranieri con idiomi forti e incomprensibili, spesso dialetti regionali e locali, per poi passare a indicare coloro che non sono di Milano città.
#4 Ciumbia
il dogui, il principe
Ciumbia è un’esclamazione di solito bonaria, quasi sempre un’intercalare, come “Ma dai!”, “Accipicchia!”, “Accidenti!”, “Urca!”.
#3 Ussignür
credit: ciakmagazine.it
Sul terzo gradino si posiziona “ussignur”, imprecazione usata per indicare stupore riguardo una situazione o qualcosa di inconcepibile, al limite del grottesco. Si esprime in occasione di situazioni fuori dalla ragione, come un’invocazione disperata che in realtà esprime anche grande compassione.
Al secondo posto troviamo “sperèm”, con l’accento sull’ultima “e”, con significato di “speriamo!” all’imperativo presente.
#1 Pirla
La parola più utilizzata in assoluto è “pirla”, in origine la parola pirla significava “trottola”, poi nel tempo il significato si è spostato più verso l’accezione offensiva. Mourinho la usò in una celebre conferenza stampa per presentarsi da neo-allenatore dell’Inter. Conquistò subito il cuore di gran parte dei milanesi.
Si dice che Milano sia una città piatta, anche per il suo posizionamento nel cuore della Pianura Padana. In realtà presenta dei dislivelli maggiori di quello che ci aspetterebbe.
Milano è piatta? Non è così: in realtà tra le diverse zone c’è un dislivello da “grattacielo”
# Due immagini “smontano” il mito che Milano sia una città piatta
Confronto Bottonuto anni 20 e 50
È risaputo da tutti come Milano sia una città piatta, visto anche la sua localizzazione nella Pianura Padana. Un paio di fotografie del centro di Milano, riprese a 30 anni di distanza, mostrano però come la situazione sia in realtà molto diversa da quanto si supponga.
Pagina Milano Scomparsa FB – Bottonuto anni 20 del ‘900
La pagina Milano Scomparsa su facebookmostra come prima immagine il cuore del Bottonuto negli anni ’20, l’omonima piazzetta e la contrada dei Tre Re o dei Tre Alberghi, che “sale” verso il Duomo. Oggi la via Baracchini che si collega a via Larga, e che si trova dove un tempo c’era la contrada dei Tre Alberghi, è ancor più “ripida”.
Pagina Milano Scomparsa FB – Milano anni 60
L’altra foto, a pochi metri di distanza, seppure totalmente differente, mostra il quartiere del Bottonuto completamente ricostruito dopo essere stato rasato al suolo e via Albricci con una evidente “salita” verso piazza Mazzini e i resti della chiesa di San Giovanni in Conca in piazza Missori.
# Ci sono fino a 65 metri di dislivello tra la cintura nord e il sud della città
Nord Milano
Una conferma più rigorosa arriva dalla mappa altimetrica della città. Partendo dalla prima cintura nord, da Rho a Monza, dove si registra un altitudine sul livello del mare tra i 160 e i 165 metri, si passa a una forbice che varia dai 140 e ai 144 metri scendendo verso i quartieri più settentrionali di Milano fino al valore minimo di Precotto di 137 metri.
Piazza del Duomo a 145 metri di altitudine
La fascia da Loreto a Lampugnano rimane a una quota di 130-134 metri, mentre risale a circa 139 metri nel centro città dove i Celti fondarono Milano su una vasta area sopraelevata rispetto a tutta alle zone circostanti e che oggi comprende i quartieri di Brera, della Scala e del Quadrilatero e di San Babila. Ancora più elevata l’altitudine a Cordusio e in piazza del Duomo, rispettivamente di 140 e 145 metri. Ai tempi della fondazione della città doveva apparire come una collinetta.
Via Santa Croce – Google Maps
A est l’altitudine oscilla dai 132 metri di altitudine di Piazza Ticolore/Monforte e i 130 metri di piazzale Loreto fino a scendere fino a 122 di Lambrate, i 118 di Rubattino e i 114 metri all’Ortica e Cavriana. Così come il Lambro ha fatto calare la quota altimetrica dei quartieri lungo le sue sponde, anche la Vettabbia ha contribuito a modificare le altezze delle zone limitrofe. Via Santa Croce infatti, un’altra via in pendenza di Milano, si trova a 123 metri in fondo a via Calatafimi e a 127 metri all’incrocio in via Molino delle Armi.
# Il punto più alto e il punto più basso di Milano
Comasina
Il punto più alto in assoluto di Milano, escluso il Monte Stella, è nel quartiere della Comasina con 149 metri sul livello del mare, mentre in centro lo troviamo in via Santa Radegonda con 146 metri.
Anello via dei Missaglia
Il punto più basso, a una quota di 102 metri sul livello del mare, è un parco a nord del Gratosoglio all’interno di una vasta area verde soprannominata “Anello di via dei Missaglia“. Il motivo è da ricercarsi nella presenza del Lambro Meridionale e nell’antico uso del prato come area di golena per le frequenti esondazioni del fiume.