# Il passante come una linea metropolitana aggiuntiva
Il passante è una imponente ed utilissima opera ferroviaria che attraversa Milano, effettuando diverse fermate in città e diventando praticamente una ulteriore linea metropolitana. Le linee Suburbane denominate come “linee S”, rendono possibile il collegamento di una buona parte della regione con il capoluogo, connettendosi alle diverse linee metropolitane e agli aeroporti di Malpensa e presto di Linate. Le stazioni del Passante sono per lo più imponenti e spaziose, alcune hanno anche una sfumatura futuristica.
Inizialmente visto dai milanesi con un certo distacco, con il tempo il passante è stato sempre più utilizzato per spostarsi all’interno della città e non più solo dai pendolari.
# Nessuno controlla biglietti e abbonamenti. I tornelli sono spesso aperti e facilmente aggirabili
Ci sono diversi aspetti che differenziano il passante dalla metropolitana. Il più evidente è che i convogli sono dei veri e propri treni che passano sottoterra. Il secondo è la società di gestione: la metropolitana è di ATM mentre il passante appartiene a Trenord. Questa diversa proprietà rende più difficile l’integrazione. Il terzo aspetto lo conoscono bene i viaggiatori più birichini. Mentre è molto difficile viaggiare sulla metro senza biglietto, per i tornelli in entrata e in uscita, così non è invece per il passante.
Nel caso del passante infatti il controllo dei biglietti e degli abbonamenti è totalmente assente, soprattutto nel tratto urbano. Nessun controllo ai tornelli, facilmente scavalcabili e spesso nemmeno chiusi, né in ingresso né in uscita. Rari sono anche i controlli del titolo di viaggio da parte dei controllori a bordo del treno.
A questo si aggiunge la quasi totale mancanza di vigilanza in orari notturni su tutte le linee. Chi frequenta sa bene a cosa ci riferiamo soprattutto nelle notti di venerdì e sabato: la maleducazione regna sovrana. Tutto questo non è e non dovrebbe risultare un atteggiamento normale.
# È necessario che tutti gli utenti paghino e rispettino il servizio
Non illudiamoci che il servizio sia pagato da molti. È semplice far aumentare il costo del biglietto degli abbonamenti e dei supplementi, alcuni pure discutibili, agli utenti onesti, molto più difficile e impegnativo, invece, è costringere i soliti disonesti a pagare e rispettare il bene pubblico.
# Milano e la Lombardia dovrebbero prendere esempio dalle altre città europee
Nella maggior parte delle città europee certi atteggiamenti non sarebbero assolutamente tollerati, sia per una diversa educazione, sia perché la presenza costante di polizia pronta a far rispettare le regole. Che sia competenza della regione, del comune o di Atm poco importa, occorrerà rivedere la gestione di questa infrastruttura essenziale per il trasporto pubblico milanese e lombardo.
#10 Positano, il “paese verticale” che colora la Costiera Amalfitana
Credits danieleragazzini IG – Positano
Per decenni meta delle più famose celebrità del cinema e dei politici più importanti, la “città verticale” della Costiera Amalfitana attrae ogni anno turisti da tutto il mondo. Le sue case colorate che si arrampicano sul promontorio sono uno spettacolo che lasciano senza fiato in particolare i milanesi che ritrovano nella verticalità del paese aria di casa della città dei grattacieli.
#9 Cetara, il “borgo dei pescatori” famoso per le alici
Credits campaniadavivere IG – Cetara
Tra i primi borghi che si incontrano sulla Costiera Amalfitana provenendo da Salerno, questo piccolo mosaico di pietra e case dalle mura colorate conserva ancora la sua storica tradizione di borgo di pescatori. Famose sono infatti le alici di Cetara e tipico piatto locale di spaghetti con colatura d’alici. Anche se meno nota di Positano, viene apprezzata particolarmente dai milanesi più intenditori.
#8 Monterosso al mare, il più visitato delle Cinque Terre
Credits user32212-pixabay – Monterosso al mare
Si passa più a Nord con primo borgo, arrivando da Ponente delle Cinque Terre: Monterosso al Mare. Diviso in due parti da un colle, il borgo vecchio è quello più caratteristico. Qui si trovano il porticciolo dove attraccano i battelli e la spiaggia sabbiosa, le tipiche case-torri tinteggiate con colori vivi, gli stretti carruggi e i monumenti come la chiesa di San Giovanni Battista in stile gotico-genovese dalla facciata a fasce di marmo bicrome verdi e bianche. Da Monterosso parte il celebre sentiero azzurro verso Vernazza.
#7 Marciana Marina, il più piccolo borgo dell’Isola d’Elba
Credits costanzo.agata IG – Marciana Marina
Marciana Marina è il comune più piccolo di tutta l’Isola d’Elba. Incorniciato dal Monte Perone a est e dal Monte Giove a ovest, regala uno dei panorami più suggestivi dell’isola. Un bellissimo lungomare su cui affacciano le piazze della località toscana, dei graziosi “salottini” a cielo aperto, e la natura lussureggiante circostante fanno di questo borgo uno dei più amati in una delle isole più amate dai milanesi.
#6 Polignano a Mare, il borgo costruito sulle rocce
Credits ottaviodegre IG – Polignano a Mare
Non poteva mancare in classifica la Puglia, regione molto amata dai milanesi. Polignano a Mare è il famoso borgo costruito sulle rocce e affacciato sul Mare Adriatico dove ogni anno si tengono le gare di tuffi più estreme. Uno dei paesi più belli e caratteristici della Puglia con una delle spiagge più spettacolari d’Italia, un’insenatura che si apre sotto il ponte in pietra ad archi che collega le due parti del paese.
#5 Marzamemi, il borgo colorato della Sicilia
Credits Tama66-pixabay – Marzamemi
Al quinto posto il borgo siciliano di Marzamemi, una frazione del comune di Pachino in provincia di Siracusa, una piccola perla del Sud Italia dove i tavolini e le sedie super colorate contraddistinguono la sua piazza. In arabo il suo significato è “piccolo porto” perché questa località ha da sempre rappresentato un punto d’approdo per tutte le navi che solcavano i mari della Trinacria. Nella zona di Marzamemi si può ammirare anche la natura più spettacolare, dallespiagge di sabbia fine e chiara, ai tratti di costa rocciosi.
#4 Camogli, il tipico borgo marinaro ligure
Credits AnnaHang-pixabay – Camogli
Camogli è il tipico borgo marinaro ligure, con case alte e dipinte con colori vivaci ai piedi del Monte di Portofino. Soprannominato anche la “città dei mille bianchi velieri”, si affaccia sul golfo del Paradiso. Un luogo romantico circondato da una magnifica cornice naturale dove la attività marittime e commerciali hanno lasciato spazi negli anni a caratteristiche attività artigianali come la filatura, la tessitura e la tintura dei tessuti.
#3 Borgio Verezzi, tra i borghi più belli d’Italia
Credits Ana Cannone-unsplash – Borgio Verezzi
Al terzo posto di questa classifica troviamo Borgio Verezzi, inserito nell’elenco dei Borghi più belli d’Italia. Situato tra Pietra Ligure e Finale Ligure in provincia di Savona, questo piccolo paesino ha il centro storico di Verezzi in collina, suddiviso in quattro borgate con case in pietra costruite le une sulle altre e affiancate da stradine acciottolate. Il centro storico di Borgio si trova invece lungo la costa, nella parte pianeggiante della località ligure, e si snoda dalla chiesa parrocchiale di San Pietro. Da non perdere le Grotte di Borgio Verezzi, che costituiscono uno splendido esempio di fenomeno carsico.
#2 Varigotti, il borgo saraceno in Liguria
Credits robertapestarino IG – Varigotti
In seconda posizione c’è un piccolo rione del comune di Finale Ligure, sempre in provincia di Savona: Varigotti. Soprannominato anche il “borgo saraceno” per le caratteristiche del borgo vecchio costituito da una manciata di case colorate di 1-2 piani distribuite sulla spiaggia. Un vero borgo di pescatori dove il tempo sembra essersi fermato e che ricorda più le atmosfere mediorientali che quella dei piccoli paesini italiani. A detta di molti poi la sua spiaggia è la più più bella della Liguria.
#1 Portovenere, la “sesta terra” della Riviera di Levante
Credits Corinespics-pixabay – Porto Venere
Porto Venere, di origine romana, fa parte del meraviglioso Golfo dei Poeti insieme a La Spezia e Lerici e si trova a poca distanza dalle Cinque Terre. Considerata infatti da molti la “sesta terra”, è un mix di bellezze naturali e storia. Il mare blu cobalto diventa un piccolo stretto di fronte alla meravigliosa isola Palmaria, che si può ammirare anche dall’alto dalla stupenda chiesa di San Pietro a picco sul mare. Ancora il Castello Doria, i vicoli stretti e la grotta di Lord Byron, luogo di ispirazione per il poeta inglese e da dove, secondo la leggenda, si tuffò per raggiungere a nuoto il collega Shelley nella vicina Lerici.
La Ca’ di Ciapp: le due donne più scandalose di Milano
Il palazzo Castiglioni si trova al numero 47 di corso Venezia su progetto di Giuseppe Sommaruga. E’ considerato uno dei capolavori del Liberty italiano, anche se divenne celebre per qualcosa che non non ha più. Al momento dell’inaugurazione, nel 1904, sopra il portone c’erano una coppia di statue che diedero scandalo.
# Due donne procaci e semisvestite
ca de ciapp e balabiott
Erano due donne procaci e semisvestite che rappresentavano l’allegoria della pace e dell’industria e diventarono subito oggetto di sarcasmo tra i cittadini, che ribattezzarono il palazzo “Cà di ciapp”.
# La loro “nuova” casa
Infastidito dalle dicerie, dagli attacchi dei bigotti e soprattutto dai voyeur, Castiglioni si decise a levare le statue che furono riutilizzate per una entrata laterale di villa Faccanoni, che oggi ospita la clinica Columbus, in via Buonarroti 48, altro palazzo progettato da Sommaruga.
Nel trentesimo anno della mia vita sono arrivato a Milano.
Prima appartenevo alla città di Pordenone, poco più a nord del capoluogo lombardo e molto più a est. Una delle province del Friuli Venezia Giulia, tanto per essere precisi.
Pordenone è piccola, poco più di 50.000 abitanti, così, quando da Pordenone sono arrivato a Milano lo scarto è stato notevole.
Ormai vivo a Milano da oltre due anni. In questo periodo ho conosciuto un numero infinito di milanesi adottati, gente come me, che come me quando è arrivata per la prima volta a Milano ha pensato queste cose.
Cosa pensa un 30enne non milanese quando arriva a Milano
#1 Se invece del pavé ci fossero i quadratini di porfido non dovrei cambiare le sospensioni alla macchina ogni 6 mesi.
#2 Non credo che le ragazze di Milano siano le più belle d’Italia. Ma sono senz’altro tra le migliori a fare auto promozione.
#3 Social media manager, business planner o startupper. Quando chiedi a qualcuno che lavoro fa, spesso ti risponde in inglese.
#4 A Milano i supermercati non sono equivalenti tra loro, hanno un’identità.
Credits: www.reportpistoia.com
#5 Ci sono persone che se la tirano lamentandosi perché lavorano troppo.
#6 Puoi subire il fascino dei navigli solo se sei stato a Venezia di rado. C’è da dire però, in difesa di Milano, che anche lei va sott’acqua.
#7 A Milano il mare c’è. Sono le onde di gente che si muovono per la città, danzando al ritmo degli eventi milanesi.
Credits: milanotoday.it – Fuorisalone
#8 Ovunque è pieno di cani bellissimi.
#9 Non mi capacito di come si può considerare dignitoso avere qualcuno sulla porta del locale che ti prega di entrare a bere l’aperitivo.
#10 Per incontrare un amico devi prendere appuntamento una settimana prima.
#11 Le case di ringhiera sono affascinanti. Sembrano quei motel americani nei quali si consumano tradimenti e omicidi, ma al posto dell’autostrada c’è la pace di un cortile interno. Bellissima scoperta.
credits: pinterest
#12 Milano soddisfa egregiamente qualsiasi tipo di perversione culinaria.
#13 A Milano la nebbia èuna patina sottile che ricopre la città nei mesi più freddi. Nelle strade di campagna dalle mie parti è una crema di latte in cui fai il bagno.
#14 A Milano le app da scaricare te le suggerisce il Comune
#15 Se gli affitti sono più alti non dovrebbero esserlo anche gli stipendi?
#16 Ci sono grandi città dove le persone si isolano e non si interessano più a ciò che hanno intorno. A Parigi avevo l’impressione che sarei potuto morire per strada e la gente avrebbe continuato a camminare schivando il mio corpo. A Milano no, è come se tutti desiderassero il controllo di ciò che li circonda.
#17 Tutte le grandi città sorgono su un fiume. Perché a Milano l’avete coperto?
CREDIT: MILANOWEEKEND.IT
#18 Ai non milanesi non è immediatamente chiaro quali siano le zone o quartieri di Milano dove è più bello vivere.
#19 Per un provinciale Milano è una seconda casa, perché ricorda il provincialismo in quasi tutto. Ma è un provincialismo diverso, è un provincialismo da paginone centrale di rivista.
#20 Da non milanese, devo dire che Milano mi ha accolto molto bene.
# Per i romani: in mezzo alle terre o in mezzo all’acqua
Gromatici romani
I latini la chiamavano Mediolanum o Mediolanium, che poteva significare in mezzo alle terre (medio planum) oppure in mezzo ai corsi d’acqua.
I greci la chiamavano Mediolanon.
Ma l’origine del nome risalirebbe ancora a prima.
La città fu fondata da una tribù celtica guidata da re Belloveso, appartenente alla cultura di Golasecca all’inizio del VI secolo a.C.. Il nome scelto, Medhelan, pare significare “nella terra fertile”.
La dimostrazione dell’origine celtica del nome è che ci sono state decine di Mediólanon (nome dato dai greci alle varie Medhelan) in tutta l’Europa celtica.
# La curiosità nel nome romano: l’unica città con questa caratteristica
Mediolanum
Una curiosità nel nome romano: nel nome Mediolanum si trovano tutte le cinque vocali, ciascuna in una sillaba sola. In tutto l’Impero Romano era l’unico nome di città ad avere questa caratteristica.
Sembravano elezioni, invece sono uno psicodramma. Soprattutto in Francia e in Germania. Ma anche in Italia non si scherza.
Elezioni Europee in Italia e a Milano: i 4 risultati più clamorosi
Un autentico psicodramma. Questo sono state le elezioni europee. Appena usciti i risultati il presidente Macron ha sciolto il Parlamento indicendo nuove elezioni per il 30 giugno. La Germania è sotto choc per il successo del partito di estrema destra l’AFD (“Alternativa per la Germania) che ha superato il partito del Cancelliere. Ma non solo: il Premier belga De Croo ha annunciato in lacrime le dimissioni. Un boom della destra anche se non ovunque: Orban in Ungheria perde otto punti. E in Italia? Questi i primi 5 fatti più eclatanti.
# La “rivoluzione italiana”: 5 anni lungo un secolo
Anche in Italia vince la destra. Non è una sorpresa. Dopo un anno e mezzo gli italiani premiano il governo. Fratelli d’Italia sfiora quota 30%. Tiene anche il PD, sempre più forza leader di opposizione. Forza Italia supera la Lega tra i partiti di governo. Prosegue il calo del Movimento 5 Stelle. Ottimo risultato dell’Alleanza di Verdi e Sinistra. Sotto il quorum Renzi e Calenda. Ma per capire la portata storica dei risultati bisogna confrontarli con quelli di cinque anni fa, le precedenti elezioni europee. Sembra passato un secolo.
Nell’arco di una tornata elettorale sembra scoppiato il finimondo. Lega crollata da oltre il 34% al 9%. Viaggio opposto per Fratelli d’Italia: dal 6,4% a quasi il 29%. Quasi dimezzati i 5 Stelle. Unica costante il PD che si mantiene sulla stessa posizione. La scelta della Lega di entrare nel governo Draghi, lasciando Fratelli d’Italia come unica opposizione, potrebbe essere costata molto cara al partito di Salvini. Ma vediamo altri dati dell’ultima tornata.
# Vincono i più odiati
Autentico trionfo per i due personaggi più odiati dai rispettivi avversari. Roberto Vannacci (Lega) e Ilaria Salis (AVS). Per una volta il Maalox è bipartisan.
# Milano “Stalingrado d’Italia”: debacle per la lega
Il sindaco Sala gongola. Milano resta colorata di rosso. Il PD resta il primo partito in città con il 31,4%. La percentuale si riduce al 27,19% calcolando l’intera città metropolitana, segno che più ci si allontana dal centro più si riduce il consenso per il PD. Non solo: segno anche della miopia dell’opposizione che rinunciando alla Grande Milano o Milano Città Stato, sembra ormai perdere qualunque pretesa sulla città per i prossimi decenni. Ma Milano si tinge ancora più di rosso con il grande exploit di Alleanza Verdi e Sinistra che a Milano città, dove ha la residenza Ilaria Salis, vola come terzo partito con il 10,52%. Debacle per la lega: settimo partito in città con il 6,13%, addirittura alle spalle di Calenda e di Renzi, e sotto alla media nazionale.
# Meloni la più votata a Milano
Altro fatto storico: la più votata a Milano è Giorgia Meloni con 43.404 voti. Risultato ancora più clamoroso considerando due fattori. Il primo è che vince in una città che pende a sinistra. Il secondo è che segnala il tracollo della Lega. Sembra chiaro che a meno di travolgimenti, sarà Giorgia Meloni a scegliere il prossimo candidato sindaco per il centro-destra. Tra gli altri eletti, Cecilia Strada è la più votata nel PD con oltre 41.000 preferenze, seguita da Pierfrancesco Maran con poco più di 20.000 preferenze. Quota simile a quella toccata da Ilaria Salis che trascina al successo Alleanza Verdi-Sinistra. Dovrebbe andare a Bruxelles anche l’ex sindaco Letizia Moratti, seconda in Forza Italia dietro a Tajani. Nella Lega trionfo “annunciato” di Vannacci: primo con oltre 11.000 voti.
“A Milano i partiti che mi sostengono hanno ottenuto il 55%”, ha commentato Beppe Sala: “Un’altra volta lascio parlare i rumorosi oppositori e i media schierati e rispondo con il lavoro quotidiano. È la cosa migliore da fare”.
viraccontoviaggi IG - Strada con aria condizionata
Uno speciale sistema di condizionamento consente di rendere sopportabili le giornate all’aperto in una tra le città più calde del mondo. Vediamo come funziona.
La strada con l’aria condizionata contro l’afa: un’idea per Milano?
# Camminare al fresco all’aperto anche con 50 gradi
viraccontoviaggi IG – Strada con aria condizionata
Non solo la vernice blu per ridurre le isole di calore. A Doha, sempre in occasione del Mondiale di Calcio del 2022, è stato impiegato un altro sistema per rendere più sopportabile la vita di residenti e turisti. Ricordiamo come il Qatar sia una delle nazioni più calde del mondo, anche in inverno quando si è svolta la manifestazione si sono registrate temperature fino a 46 gradi, e quindi anche solo camminare all’aperto può essere rischioso per salute. Per questo lungo le strade del Katara Hall è stato installato un sistema che fa uscire aria condizionata dai marciapiedi.
# Come funziona il sistema
viraccontoviaggi IG – Marciapiede con aria condizionata
Come racconta Jaime Framba, sul suo profilo instagram Viraccontoviaggi, nel perimetro di strade e piazze della zona sono state posizionate delle grate dalle quali esce aria fresca creando un muro che non permette alla nuova aria calda di diffondersi nella zona. Quella già presente viene spinta verso l’alto, mantenendo fresco all’aperto nonostante le temperature elevate.
viraccontoviaggi IG – Marciapiede all’aperto con aria condizionata
Il sistema è presente nei luoghi di divertimento e in quelli all’aperto più frequentati e prevede la circolazione dell’acqua fredda nel sottosuolo per consentire il raffreddamento dell’aria da sparare all’esterno con dei grandi tubi.
Anche le estati milanesi sono caratterizzate da caldo e umidità e sono ancora molte le isole di calore, sono pochi infatti i quartieri che ne sono esenti. Sperimentare un sistema come quello presente a Doha potrebbe essere una soluzione per alleviare la vita di turisti e residenti, in giro per Milano?
Arrivano le “feste diffuse” a Milano: gelato gratis per chi indossa il colore giusto
Credits: @gelatogram.italia (INSTG)
Feste diffuse con gelato gratis. Almeno per chi azzecca il colore giusto. Giovedì 13 giugno a Milano si può ricevere un gelato gratis, se si veste di verde o giallo e dichiararsi “team menta” o “team limone” al bancone della gelateria GROM in Gae Aulenti. L’iniziativa mira a far conoscere ai milanesi il nuovo gusto “Limone di Giada”.
Non solo: durante l’estate alcune gelaterie GROM a Milano si trasformeranno in palcoscenici.GROM e Openstagedaranno il via a una serie di concerti per celebrare l’estate e promuovere l’intrattenimento urbano in città, dando l’opportunità a giovani talenti di esibirsi davanti ai passanti.
Ad animare la festa dell’estate ci saranno anche alcuni ospiti: la content creator e presentatrice Martina Socrate e il creator, attore e comico Simone Paciello, in arte Awed, oltre a un dj-set del deejay milanese Makossa, con assaggi gratuiti della nuova granita al mojito di GROM.
A Milano, Torino, Roma e Napoli, infine, sarà attivo il primo concorso a premi della rete di gelaterie, con in palio 1.200kg di gelato totali.
Il nuovo treno tecnologico ed ecologico di Trenitalia estende il suo servizio dopo il debutto di marzo 2024. Le fermate lungo il percorso e la durata del viaggio.
Il nuovo “treno dei due mari”: la superstar dell’estate italiana?
# Attivato il collegamento diretto con il nuovo Intercity ibrido tra Reggio Calabria e Lecce
fsnews.it – Intercity Hybrid
La “Summer Experience 2024” amplia l’offerta anche per i treni Iintercity. Una delle novità di quest’estate è il collegamento diretto tra Reggio Calabria e Lecce, attraverso la splendida costa ionica, con il nuovo treno ibridoIntercity. I convogli di ultima generazione, entrati in servizio da poco, garantiscono un comfort di ultima generazione e tecnologie avanzate.
fsnews.it – Interno Intercity Hybrid
Si tratta di convogli composti da 4 carrozze che dispongono di 200 posti con sedili rivestiti in tessuto 100% ricavato da plastiche riciclate, con tripla alimentazione (elettrica, diesel e a batteria) che permette di tagliare le emissioni di CO2 dell’83% rispetto agli attuali treni a motore diesel.
# Tutte le fermate previste, con le due ultime novità
Intercity Reggio Calabria-Lecce
Le fermate previste lungo il percorso sono 23 oltre ai due capolinea: Melito P.S., Bovalino, Brancaleone, Locri, Siderno, Gioiosa, Roccella, Monasterace, Soverato Catanzaro Lido, Cropani, Botricello, Crotone, Cirò, Cariati, Rossano, Corigliano, Sibari, Trebisacce, Policoro, Metaponto, Taranto e le ultime novità: Francavilla Fontana e Brindisi.
# Gli orari e le durata del viaggio
Reggio Calabria-Lecce
Da Reggio Calabria Centrale parte il treno Intercity 564 alle ore 08:00 e arriva a Lecce alle 16:21, da Lecce parte invece il treno Intercity 566 alle ore 11:30 e arriva a Reggio Calabria Centrale alle 19:50. La durata del viaggio è quindi di 8 ore e 21 minuti in direzione Puglia, un minuto in meno per quello diretto in Calabria.
In Riviera Romagnola senza pagare, o quasi. L’iniziativa, frutto della collaborazione tra Federalberghi Riccione e Trenitalia, è attiva anche per l’estate 2024 e con alcune novità. Scopriamo come funzione e tutti i vantaggi.
# “Viaggio Rimborsato”: da Milano a Riccione in treno senza pagare, o quasi
Credits: spiaggia29e30riccione.com
Il mito della Riviera Romagnola non muore mai. Sono tante le persone che la scelgono come meta delle proprie vacanze estive, giovani, famiglie e anziani, e grazie a “Riccione in Treno” si può raggiungere in treno quasi senza pagare. Da Milano a Riccione con il Frecciarossa ci si mette circa 2 ore mezza, senza cambi, ma si può scegliere anche l’Intercity o il regionale. Per aderire a questa iniziativa attiva anche quest’anno, frutto della collaborazione tra Federalberghi Riccione e Trenitalia, basta comunicare la singola scelta a cui si intende aderire selezionando “Viaggio Rimborsato”.
# Previsto un rimborso del biglietto fino a 80 euro
Credits juangatito-pixabay – Treno regionale
L’offerta è rivolta a chi soggiorna una o due settimane in uno degli hotel di Riccione che aderiscono a Riccioneintreno.it ed è valida fino al 1/05/2025. Per il soggiorno di una settimana è previsto il rimborso del biglietto di sola andata, fino a 40 euro a persona, per gli Hotel a 3 e 4 stelle e di 25 euro a persona per gli Hotel a 1 e 2 stelle. Per i soggiorni di due settimane il rimborso può arrivare fino a 80 euro persona, che comprende in questo caso anche il biglietto di ritorno, per gli Hotel a 3 e 4 stelle e di 50 euro a persona per gli Hotel a 1 e 2 stelle.
# La novità 2024 e le altre offerte
intercity_train e marco.fr8819 IG – Frecciarossa Sanremo
Le opzioni di adesione alle iniziative non si esauriscono qui:
per il 2024 c’è la novità dell’offerta 5 notti (domenica – venerdì), che prevede un rimborso fino a 40 euro a persona sul biglietto di andata, 25 euro nel caso di alberghi di categoria 1 e 2 stelle.
con l’offerta weekend, soggiorno minimo di 3 notte, si può ottenere un rimborso fino a 25 euro a persona sul biglietto di andata, 15 nel caso di alberghi di categoria 1 e 2 stelle.
Per usufruire dei rimborsi, è obbligatorio viaggiare con i convogli di Trenitalia e Trenitalia Tper, e chi sceglie il Frecciarossa riceve in omaggio un biglietto per l’ingresso alle mostre di Villa Mussolini, nello specifico un biglietto 2X1 (1 omaggio ogni biglietto acquistato).
Presentando una copia del biglietto di viaggio all’hotel si viene inoltre esentati dalla tassa di soggiorno, per un risparmio di 3,20 euro a persona. Per quanto riguarda le condizioni di tutta l’iniziativa va ricordato come le offerte non sono cumulabili tra di loro o con altre realizzate dai singoli alberghi e che le offerte alberghiere legate alla promozione sono a posti limitati e periodi limitati.
A Milano il trasporto pubblico è motivo di vanto per i cittadini. Come lo schiavo che sussurrava “Memento mori” ai generali romani in trionfo, in questo articolo vogliamo analizzare le carenze del trasporto pubblico milanese. Non ci limiteremo a parlare della gestione di ATM, ma andremo più a fondo, studiando la programmazione del servizio da parte di Comune, Regione e Città Metropolitana (ahimè non della Città-Stato…) e i limiti dell’infrastruttura.
Tram, Metro, Passante: 7 punti deboli dei trasporti pubblici di Milano da correggere per raggiungere gli standard europei
#1 I tram: tra i più lenti d’Europa
Assieme alla Madonnina e al Duomo, il tram è il simbolo di Milano. La rete tranviaria milanese ha ottime potenzialità, ed è una delle più estese in Europa. Le linee sono 17, erano 18 contando la sospesa tranvia interurbana Milano-Limbiate e potrebbe salire a 19 se venisse riqualificata insieme alla futura metrotranvia Milano-Seregno in cantiere da alcuni mesi. Sopra trovate una mappa della rete tranviaria, anche se non del tutto aggiornata. Già qui sorge il primo interrogativo: perché non affiggere queste mappe su tutti i tram, come fa persino la tanto bistrattata ATAC a Roma?
Veniamo ora ai problemi. Anzi, al problema: i tram di Milano sono tra i più lenti d’Europa. La velocità commerciale media si attesta sui 13 km/h, contro una media Europea di circa 22,6 km/h. Una performance pessima: cerchiamo di capire alcuni motivi.
# Il preferenziamento semaforico
Sui giornali milanesi ogni tanto si sente dire che il comune di Milano sta implementando un sistema di preferenziamento semaforico per i tram. Si tratta di sensori che fanno scattare automaticamente il verde quando il tram si avvicina a un semaforo, evitando quindi attese agli incroci. Purtroppo, però, la litania va avanti da anni senza risultati concreti. La situazione più incredibile è quella delle metrotranvie, come il 15 (Rozzano-Duomo), il 4 (Cairoli-Niguarda, da alcuni soprannominato beffardamente Velociraptor), il 7 (P.le Lagosta-Anassagora) o il 31 (Cinisello Balsamo- P.le Lagosta). Queste linee viaggiano quasi interamente su sede riservata, ed erano state pensate dalla giunta di Formentini come metropolitane leggere: peccato che, mancando i semafori asserviti, in realtà viaggino alla stessa velocità di un normale tram e siano costretti a lunghe soste agli incroci. Eppure bastava così poco! I precedenti assessori alla mobilità Pierfrancesco Maran e Marco Granelli avevano parlato più volte del progetto “linee T”: cioè istituire alcune linee tranviarie di forza, tra cui ad esempio il 9, con i semafori asserviti. Riuscirà finalmente il nuovo Assessore Arianna Censi a centrare l’obiettivo?
# Il divieto di accodamento e di svolta a sinistra
Tra il 2008 e il 2009 ci furono diversi incidenti tranviari. Di fronte alle polemiche, il direttore generale di ATM Elio Catania introdusse il cosiddetto divieto di accodamento: i tram devono quindi mantenere una sostanziosa distanza di sicurezza tra di loro, anche se uno dei due veicoli è fermo. Una norma che esiste solo a Milano e produce risultati paradossali: come vedete nella foto, se due tram arrivano sulla stessa banchina, che sarebbe sufficientemente lunga per entrambi, il secondo non può accostarsi al primo e aprire le porte. Il risultato è che un passeggero del secondo tram che vuole scendere e saltare “al volo” sul tram che si trova davanti non può farlo: così il vantaggio degli interscambi si perde! Inoltre, in caso di fermata posta prima di un semaforo, il secondo tram sarà costretto ad aspettare un ciclo semaforico in più, perdendo tempo prezioso.
Inoltre, i tram non possono svoltare a sinistra. Ad esempio, il tram 10 per svoltare da porta Genova a via Vigevano è costretto a compiere un anello per poi arrivare “dritto”. Un controsenso che allunga i tempi di percorrenza.
# Troppe fermate
Il sistema tranviario di Milano è molto capillare. Forse anche troppo: in Via Vigevano ci sono due fermate a pochissima distanza fra di loro, la già citata linea 15 ha ben 32 fermate, di cui 10 solo a Rozzano. Se il tram deve fermarsi ogni secondo, come fa ad essere una specie di sostituto della metro (light rail)?
# Le sedi riservate
Purtroppo, molte linee milanesi hanno ampi tratti in sede promiscua. Emblematico è il caso del 9, che da Porta Genova a Porta Romana è costretto a viaggiare in mezzo al traffico come un normale autobus. Creare nuove corsie preferenziali ben protette da cordoli dovrebbe essere tra le priorità dell’Assessore alla mobilità, assieme ai problemi prima citati.
# Gli scambi
Come in tante altre città, a Milano gli scambi tranviari (cioè quelli che permettono a un tram di instradarsi sulle rotaie giuste) sono elettronici. Tuttavia, i guasti sono molto frequenti, e il macchinista è costretto a scendere dal tram, spesso in mezzo alla strada, per azionare lo scambio manualmente. Ahimè, gli stranieri che vedono la scena spesso ridacchiano. Tredici anni fa i tranvieri avevano realizzato un video-denuncia, ma queste scene si vedono ancora.
#2 L’inaccessibilità dei binari
Credits Urbanfile – Corso Ventidue Marzo
Passiamo ora a questioni più generali. Ai tempi di Expo, l’avvocato Simone Gambirasio aveva lanciato una campagna contro le barriere architettoniche per i disabili sui mezzi pubblici. Molti interventi sono stati fatti, come l’installazione di ascensori nelle stazioni di superficie della M2 e nuove banchine per diverse linee di tram come per la linea 9 e quelle che corrono lungo Corso XII Marzo e Corso di Porta Vittoria. Altri interventi sono in programma, ma i problemi rimangono. Molte fermate, tra cui ad esempio le già citate di Via Vigevano, non hanno una banchina: il tram scarica direttamente in mezzo alla strada. Oltre ad essere un pericolo per chi aspetta fra le auto, queste fermate sono totalmente inaccessibili ai disabili. Il piano del Comune per costruire banchine a regola d’arte sta procedendo ma occorre andare più veloce. Inoltre, i tram serie 4900 (Jumbo-Tram), 4600-4700 (quelli che vedete sul 2 e sul 19) e le mitiche Ventotto hanno i gradini all’ingresso e sono off-limits per disabili e anziani. Le prime due serie hanno effettuato un revamping (ristrutturazione) che prevede la pedana per disabili, ma spesso non funzionano o addirittura mancano nell’alloggiamento predisposto. Le Ventotto non si toccano (guai!), ma alcune di queste vetture sono state vendute a San Francisco, e lì le fermate sono state attrezzate appositamente.
Guardate la foto:
#3 I ritardi del passante
Mappa Ferrovie suburbane e passante 2023
Milano ha il miglior sistema di ferrovie suburbane d’Italia. Le linee S sono 12 e collegano tutto l’hinterland di Milano, fino alla Svizzera. Il sistema di numerazione delle linee, decisamente facili da riconoscere, è una best practice che tanti ci invidiano.
Tuttavia, il milanese medio conosce solo le linee del “Passante”, cioè quelle che passano sottoterra fra Milano Lancetti e Porta Vittoria, e spesso non sa che il biglietto (nell’area urbana) è quello della metro. Tuttavia, le linee S non sono solo il passante. Poniamo che si debba andare dallo IULM a Corso Lodi. Invece che prendere la verde e cambiare a Centrale, la cosa più semplice è prendere la S9, e in una fermata sei arrivato/a. Peccato che passi ogni 30 minuti. Inoltre, è una delle linee meno puntuali della Lombardia, ed è per lo più esercitata con le vecchissime carrozze Piano Ribassato degli anni ’60-’70.
#4 La circolare bucata
Circle Line
La cosiddetta “cintura ferroviaria” di Milano è al centro del progetto della “Circle Line”, che per gli utenti sarebbe una specie di “secondo Passante” (anche se non sotterraneo) e con treni ogni 5 minuti garantirebbe una frequenza quasi metropolitana. Per ottenere qualche risultato già oggi, basterebbe potenziare S9, ma urge un rinnovamento dell’infrastruttura, di competenza di Rete Ferroviaria Italiana. Il problema è che la Circle Line non sarebbe circolare: tra San Cristoforo e Certosa c’è un buco. Urge collegare le due stazioni per “chiudere l’anello ferroviario” (a Roma hanno un problema analogo): si può costruire una metro, una nuova linea ferroviaria, un tram veloce.
#5 La metropolitana: orari, frequenza e macchinette sotto gli standard europei
Ph. danielemik (pixabay)
Qui non diremo nulla di trascendentale. La metropolitana è una delle eccellenze della città, ma è vergognoso che chiuda alle 00:30 anche nei weekend. Non chiediamo che funzioni h24 ogni giorno, ma almeno prolungare il servizio fino all’1:30 o alle 2 il sabato non sembra una richiesta fuori dal mondo, così come succede in caso di concerti o eventi sportivi. Inoltre, nelle fasce di morbida, specie dalle 21 in poi, le attese sono eccessive. Si arriva anche a 7-8 minuti nel tratto centrale della M2: siamo lontani dagli standard europei. Inoltre, sarebbe opportuno che su tutti i convogli (anche quegli vecchi) ci siano gli altoparlanti che annunciano le fermate, e che gli schermi che indicano i tempi di attesa siano posti anche al piano mezzanino (quello dove ci sono i tornelli) e, soprattutto, nelle fermate di superficie extraurbane. Inoltre, come sottolineato da Andrea Giuricin, le macchinette per fare i biglietti sono disastrose. Il software è vecchio e lento, spesso sono guaste e non accettano la carta di credito e hanno l’assurdo resto massimo di 9,95 euro! Le nuove macchinette aggiunte di recente hanno migliorato leggermente il servizio ma gli standard europei sono ancora lontani.
#6 L’hinterland sconnesso: ci vuole una visione da Città Metropolitana
Mappa Città metropolitana
È fondamentale che la pianificazione dei trasporti sia fatta pensando non solo al Comune di Milano, ma anche all’hinterland. Con le nuove tratte extraurbane di M5 e M1 e la rivisitazione del sistema tariffario, il cambiamento sta iniziando, ma serve una gestione coesa: è sotto gli occhi di tutti che le ultime tratte interurbane della metro, Famagosta-Assago e Sesto Primo Maggio-Monza Bettola hanno avuto tempi di realizzazione biblici (e la seconda dopo 12 anni di cantiere è al momento ferma al palo). Per non parlare poi delle tranvie interurbane: la Milano-Limbiate è stata sospesa, a causa du un’infrastruttura da terzo mondo, la Milano-Desio-Seregno sarà pronta non prima del 2025. In generale, una città internazionale come Milano non può permettersi di avere un trasporto che funziona bene solo in centro.
#7 Gare pubbliche: le normative europee vanno rispettate
Per quanto ATM sia un’ottima azienda, le norme europee prevedono gare pubbliche periodiche per la gestione del TPL. Dopo vari scontri, il Comune ha derogato alle regole prorogando fino al 2020 e poi al 31 dicembre 2023 il contratto con ATM: ma una città europea non può non rispettare le normative comunitarie, e quindi, per quanto bene possiamo volere ad ATM, la gara va fatta. Come sappiamo, ad essa parteciperebbero tanti gestori, pubblici e privati, e con ogni probabilità vincerebbe ATM. Tuttavia, sapere che esistono le gare e c’è il rischio di perdere la gestione del servizio sarebbe uno stimolo incredibile per ATM ad operare ancora meglio di oggi.
# Conclusioni
Il trasporto pubblico milanese è certamente un’eccellenza. Tuttavia, i difetti non mancano, e Milano risulta una delle città più motorizzate d’Europa. Tram più veloci, metropolitane anche di notte, accessibilità per i disabili, la Circle Line, una visione da città metropolitana e lo stimolo continuo delle gare potrebbero portare Milano in vetta alla famosa classifica di Mc Kinsey. E noi, da buoni visionari, lo desideriamo.
Il pergolato più popolare di Milano: la trattoria dove si mangia con meno di 15 euro
# Dove mangiare piatti che profumano di casa
Credits: milanopost.info Trattoria San Filippo Neri
Viale Monza. Al numero civico 220, esattamente davanti alla fermata Precotto, si trova una trattoria molto popolare, specie nel periodo estivo. Uno dei punti forti di questo ristorante è il suo spazio esterno, un verdissimo giardino con un pergolato che ti copre dal sole cocente. Si tratta della trattoria San Filippo Neri, storico locale dall’atmosfera informale e prezzi alla portata di tutti. Qui capita infatti che si riesca a prendere un menu intero pagando solamente 15 euro.
La Trattoria San Filippo Neri è molto attenta nella selezione delle materie prime, tanto che non utilizza mai prodotti preconfezionati e cerca di rifornirsi da aziende locali. Propone piatti della cucina italiana, dalle ricette classiche a quelle rivisitate e un po’ più innovative. Inoltre, nello spirito della trattoria, si possono assaggiare piatti che profumano di casa, quelli che preparavano le nonne per capirci.
# Menu fisso a prezzi bassi
Credits: @___s.drino___ Menu San Filippo Neri
Alla trattoria San Filippo Neri si può mangiare di tutto, dai primi piatti, come lasagne, risotto alla milanese o terrina di polenta e zola, ai secondi, tra questi fiorentina, arrosto o cotoletta. Il menù, che cambia regolarmente, è molto vario e, se si ha voglia di una pausa pranzo veloce, nel ristorante vengono preparati anche panini e piadine. In più i prezzi sono particolarmente contenuti. La trattoria propone infatti diversi menu fissi che vanno dai 10 euro, per un primo e un contorno o dessert, fino ai 15/20 euro per proposte un po’ più sostanziose. Ad esempio un menu risotto alla milanese con osso buco costa 16 euro, mentre quello che comprende la costoletta di vitello alla milanese con contorno a piacere 17 euro.
Il locale è solitamente aperto solo a pranzo, ad eccezione del martedì e giovedì sera che propone anche la cena.
# Nato come dopolavoro, mantiene lo spirito della cooperativa
Credits: milanodabere.it San Filippo Neri
La Trattoria San Filippo Neri nasce come dopolavoro e poi come centro cooperativo. Per questo il vero punto forte è l’atmosfera che si respira al suo interno. Gentilezza, voglia di vivere e informalità. All’interno il locale è molto spartano, il suo punto distintivo sono sicuramente le tovaglie a quadri rosso e bianco. All’esterno invece l’atmosfera informale ha anche quel non so ché di intimo. Il piccolo giardinetto con il pergolato che regala quel fresco anche nelle giornate estive sono un vero e proprio must.
Archeologia urbana e degrado lungo la circonvallazione. Un progetto potrebbe però recuperare a breve una parte degli edifici. Questa è la storia di quello che era un glorioso ospedale e che cosa potrebbe diventare.
Tra le diverse emergenze nelle città, quella sanitaria è sempre stata probabilmente la più critica. Nel 1893, durante un periodo di crescita urbana e sviluppo industriale, una grave epidemia di vaiolo richiese la costruzione di un nuovo ospedale: il Bassi. L’edificio, realizzato in stile liberty, fu inaugurato nel 1896 nel quartiere di Dergano, che allora si trovava ai margini della città, circondato da campi, vigne e cascine, e caratterizzato da una posizione ben ventilata, un elemento molto rilevante.
# Un complesso in decadenza
Credits-abcmilano-Ex-Ospedale-Bassi
I resti di quel sanatorio sono ancora visibili lungo viale Jenner. Gli abitanti del quartiere ricordano ancora gli infermieri e il personale ospedaliero intenti a prendersi cura dei pazienti confusi. Si possono ancora vedere l’edificio per la disinfezione e le ciminiere dei forni di incenerimento. Una piccola ferrovia a scartamento ridotto collegava i vari reparti. È difficile immaginare, osservando quei muri deteriorati e decadenti, all’interno di edifici abbandonati popolati da ratti e senzatetto, quanta sofferenza sia passata di lì e quanti pazienti siano stati ospitati.
# Chi ha accolto l’ospedale
Questa è una storia intrigante a modo suo. Nel 1908, l’ospedale accolse i sopravvissuti al terremoto di Messina-Reggio Calabria e successivamente i reduci della Prima Guerra Mondiale. Durante la Seconda Guerra Mondiale, fu utilizzato per la disinfezione degli indumenti degli studenti affetti da varie malattie. Nel 1949, vennero impiegati la penicillina e un polmone d’acciaio lasciato dalle truppe americane. Negli anni ’50, l’ospedale registrò il tutto esaurito a causa dell’epidemia di influenza.
Si stima che più di 150.000 pazienti siano stati ricoverati, affetti da malattie angoscianti come vaiolo, colera, tifo e meningite. L’ultimo paziente, un malato di vaiolo, fu ospitato addirittura nel 1979.
Parte del complesso è attualmente utilizzata per un presidio dedicato alle malattie a trasmissione sessuale, la polizia locale, il consiglio di zona e una Onlus. È davvero un peccato vedere abbandonata una struttura rimasta miracolosamente intatta, un importante esempio di “archeologia ospedaliera” e una preziosa testimonianza storica del quartiere e della città. All’interno del perimetro dell’ospedale, annessa un secolo fa, è presente anche un’antica villa di una famiglia di industriali caratterizzata da un ottima qualità architettonica.
Ci sono molte storie che potrebbero essere raccontate. È ora che il Comune valorizzi il grande patrimonio di Bovisa Dergano, una eredità che include, oltre all’ospedale Bassi, la Distilleria Fernet Branca, i resti degli stabilimenti cinematografici dell’Arnia Film, ora che la Goccia dovrebbe essere riqualificata. Questo distretto potrebbe ancora esprimere grandi potenzialità.
# Presto un Hub Culturale che recupera parte degli edifici?
Regione Lombardia – Palazzine da recuperare
Una piccola speranza di rinascita arriva dal progetto di valorizzazione culturale denominato “Jenner hub”. Il 29 gennaio 2024 la Giunta Regionale ha approvato lo schema di protocollo d’intesa con l’Ats Città Metropolitana di Milano con l’obiettivo di creare – spiega l’Assessore alla Cultura, Francesca Caruso – “un polo a vocazione culturale che possa avere un impatto positivo in termini di aumento dell’offerta culturale come anche di inclusione sociale”. Gli edifici interessati sono quelli all’angolo tra Viale Jenner e Via Guerzoni e tre all’interno del parco. Si attende l’esito della manifestazione d’interesse rivolta a potenziali interlocutori interessati.
Articolo di ANDREA URBANO aggiornato dalla redazione
Continua la lettura con: ALTRI MILANO NON FA SCHIFO MA…
Arrivano gli ultimi aggiornamenti sulle tratte interrotte: quanto tempo ci si mette e i prezzi dei biglietti di Un’avventura da provare almeno una volta nella vita.
Milano – Istanbul in treno: le ultime novità su percorso, durata e prezzi dei biglietti di un viaggio da sogno
# Un viaggio in 5 tappe: primo treno fino a Lubiana
Lubiana car free
Generalmente, chi sceglie di viaggiare da Milano a Istanbul preferisce prendere un volo diretto. Un’altra opzione è volare fino a Sofia e poi prendere un treno diretto verso la città sul Bosforo. Tuttavia, per coloro che hanno paura di volare o semplicemente preferiscono il viaggio in treno, è possibile completare l’intero tragitto sui binari. Il percorso prevede cinque tappe, con alcuni cambi di percorso rispetto a quello classico dell’Orient Express. Si parte dalla tratta Milano-Lubiana, per una durata complessiva di almeno 11 ore, compreso almeno un cambio. I prezzi partono da circa 60 euro.
# Seconda tappa: dalla capitale slovena a Zagabria in poco più di due ore
infinitecroatia-pixabay – Zagabria
Dalla capitale slovena si prende un treno servito dalla compagnia austriaca OBB diretto a Zagabria. Il viaggio ha una durata di circa 2 ore 20 minuti, non prevede cambi, e i prezzi partono da 25 euro.
# Gli ultimi aggiornamenti: stop alle tratte Zagabria-Belgrado e Belgrado-Sofia
Arrivati a Zagabria il tragitto lungo lo storico percorso dell’Orient Express purtroppo si interrompe. Come ci ha segnalato Michele Sellitti, le tratte dalla capitale della Croazia e Belgrado e da quest’ultima a Sofia sono state sospese. In particolare:
1- i collegamenti ferroviari tra Zagabria e Belgrado sono sospesi fino a nuova disposizione causa lavori e, probabilmente motivazioni politiche. Si può raggiungere una città croata prossima al confine serbo (Tovarnik) e poi con un taxi fino alla cittadina serba di Sid dalla quale si può procedere per Novi Sad e Belgrado.
2- i collegamenti diretti tra Belgrado e Sofia sono stati sospesi fino a nuova disposizione. Si può raggiungere Dimitrovgrad, cittadina di frontiera serba e raggiungere Dragoman, prima cittadina utile in Bulgaria, per poi proseguire in treno fino a Sofia.
Bisogna quindi mettere in conto diversi spostamenti in auto prima di arrivare a Sofia e fare circa 11/15 ore di viaggio sull’espresso notturno 493 diretto alla stazione di Halkali nella capitale turca. Per chi vuole comunque proseguire solo in treno c’è un’alternativa molto affascinante, vediamola insieme.
# L’alternativa della terza tappa: Budapest, sei ore di viaggio con cambio stazione oppure oltre 10 ore con treno diretto
Credits JStolp-pixabay – Budapest
Da Zagabria invece che Belgrado si deve così puntare verso Budapest. Da Zagabria dal 8 giugno fino al 18 settembre (mercoledì, sabato e lunedì) parte in serata un treno proveniente da Spalato che raggiunge Budapest alle 9.35 del giorno seguente, con prezzi a partire da 54 euro, con arrivo a Budapest Déli. Da lì si dovrebbe proseguire in metropolitana fino all’altra stazione di Keleti per proseguire con la tappa successiva.
# Quarta tappa: Bucarest, un treno diretto per un viaggio di oltre 17 ore
Toni_Valaulta-pixabay – Bucarest
La quarta tappa è quella che porta a bordo di IC Notte da Budapest Keleti a Bucarest Nord, con partenza alle 14.10 e arrivo alle 08.42 del giorno seguente. I biglietti partono da 67 euro.
# Un totale di circa 2200 chilometri percorsi, fino a 5 giorni di viaggio e almeno 200 euro di biglietti per arrivare ad Istanbul
Milano-Istanbul
Eccoci finalmente quinta ed ultima tappa, della durata di circa 19 ore a bordo del mitico “Bosphorus Express”, con partenza attorno alle 11 e arrivo poco dopo le 6 della mattina successiva nella stazione di Halkali in Turchia. La tratta è disponibile anche in Interrail, vanno aggiunti i costi di prenotazione variabili in base alla tipologia di soluzione scelta. L’ultimo treno conclude il viaggio attraverso la Penisola Balcanica dopo circa 2.200 chilometri di percorso, circa 4-5 giorni di viaggio e più di 200 euro sommando tutti i biglietti.
“Ho percorso quest’ultimo tratto nel settembre scorso”, assicura Michele Sellitti, “e posso garantire che per gli appassionati del viaggio in ferrovia è una figata da non perdere!“
Superando Lecco, si trova Lierna, paese adorabile immerso nel verde, che affonda le sue radici nell’antica Roma. Lierna ospita una delle baie più belle del Lario, Riva Bianca. Adagiata in un anfiteatro naturale strepitoso, Riva Bianca è una grande spiaggia libera di sassi bianchi, costeggiata da da prato e circondata, da un lato, dall’antico borgo di Castello, e dall’altro da ville meravigliose.
#2 Lago di Garda: Sirmione
Ph. credits: bresciatoday
Sirmione è splendida, con le sue viuzze strette e i negozi tipici, ma lo è altrettanto la spiaggia delle Grotte di Catullo, situata all’estremità della penisola, con la sua acqua cristallina e i resti della Villa Romana del celebre poeta latino.
Da segnalare la spiaggia Jamaica, ampia e incontaminata, costituita da imponenti lastre di roccia, raggiungibile a piedi o in barca.
#3 Lago del Segrino
Ph. credits: tripadvisor
Il lago del Segrino èsituato in provincia di Como, tra i comuni di Canzo, Longone al Segrino ed Eupilio, ed è di origine glaciale. La sua bellezza lascia senza fiato: uno smeraldo dalle acque cristalline incastonato in una verde vallata. Il lago è balneabile, ma non è consentito l’uso di imbarcazioni a motore. Pace e natura la fanno da padroni e la sosta sarà piacevolissima.
#4 Lago di Como: Oliveto Lario e Onno
Ph. credits: tripadvisor
Situato nel comune di Oliveto Lario, Onno vanta una natura selvaggia e spiagge paradisiache. Il tratto di costa offre varie spiagge libere, molto riservate e piacevoli. Essendo posizionate sul litorale occidentale del Lago di Como hanno la fortuna di essere baciate dal sole fin dal primo mattino.
#5 Lago di Garda: Manerba del Garda
Ph. credits: tuttogarda
Manerba del Garda si trova nella cala tra Punta Belvedere e Punta Portese, sulla costa ovest del Lago di Garda, e vanta ben 11 chilometri di spiagge, considerate fra le più belle della zona. Una tra le tante, Porto Torchio.
Qui è possibile praticare sport acquatici e la zona è ricca di aree verde in prossimità della riva così da garantire anche l’ombra.
#6 Lago Maggiore: Angera
Ph. credits: lidodiarona
Angera si trova sulla sponda sud-orientale del Lago Maggiore, in provincia di Varese.
Da alcuni anni le acque del lago Maggiore vantano la Bandiera Blu, ovvero la certificazione che garantisce il rispetto di determinati standard di purezza microbiologica. Famosa per la visita a Rocca Borromeo, offre anche due bellissime spiagge, la Noce con sabbia fine e attrezzata anche con giochi per bambini, e la Nocciola, con un grande prato all’ombra ma non attrezzata.
#7 Lago di Monate
Ph. credits: varesenews
A due passi da Milano, il lago si trova in provincia di Varese e vanta acque limpide. Potrete passare una giornata in una spiaggia attrezzata, tuffarvi tra le ninfee, crogiolarvi su una barca a remi o su un pedalò. Il Lago è proprietà privata e si accede dall’unico accesso pubblico che è all’interno del Parco di Cadrezzate. Una spiaggia consigliata per fare il bagno e ben organizzata per le famiglie è Il Larice, che offre anche un parco giochi attrezzato.
Un posto di riguardo nei detti milanesi lo ha… la città di Milano. I proverbi creati per elogiare le qualità della nostra città, dimostrano quanto i milanesi da sempre abbiano avuto a cuore la loro patria.
Ecco i migliori dieci.
Nota bene: la grafia milanese qui utilizzata è stata ricavata dal vocabolariodi Francesco Cherubini stampato nel 1841.
Detto per indicare quanto sia ricca Milano, tanto che chi decide di voltarle le spalle, cioè andarsene, perde sicuramente più di quanto possa guadagnare. Milano la ricca, Milano la grassa.
#2 Daghel ai statutt de Milan
Vendere o consegnare una merce secondo le regole di Milano, quindi senza vizi e di prima qualità. Spendo, pretendo!
#3 De Milan ghe n’è domà vun
Semplicemente… di Milano ce n’è una, il resto è noia.
#4 Fin che Milan sarà Milan
Fino a quando Milano continuerà ad essere questa Milano, le cose andranno avanti. Detto che indica quanto Milano sia ritenuta dai milanesi la locomotiva trainante.
#5 I legg de Milan duren d’incoeu finna a doman
Ecco un detto che stigmatizza un difetto: il fatto che le leggi (ma anche le mode) di Milano hanno vita breve, e nello spazio di poco vengono modificate. Questo crea problemi nell’organizzarsi e nel progettare affari. Vale anche oggi, visto come cambiano in fretta le regole vigenti.
#6 In Milan con de quist se troeuva tuttcoss
A Milano se si hanno i soldi, si può trovare qualsiasi cosa si desideri. La città giusta, insomma, pur di avere le tasche piene.
#7 Milan e poeu pù
Milano, il resto viene sempre dopo, molto dopo, ben oltre il secondo posto.
#8 Milan l’è el giardin de l’Italia
Qui tutte le ricchezze si sono concentrate, come in un magnifico giardino. Le ricchezze della città e delle campagne attorno sono elogiate da sempre.
#9 A dighela in bon milanes
Dire le cose come stanno, correttamente, come si devono dire (senza giri di parole, perchè a Milano si va dritti al dunque; poca filosofia molto pragmatismo).
#10 Hin longh i nott de Milan
Modo scherzoso per prendere in giro chi sbadiglia, fingendo per lui compassione e facendo notare che in effetti a Milano le notti sono più lunghe che altrove (qui si lavora fino a tardi).
La metropolitana copre in maniera abbastanza capillare il territorio del Comune di Milano. Ma se vogliono confrontare le diverse zone di Milano, quali sono quelle meglio e quelle peggio servire dai mezzi?
#1 Il centro storico vince anche in questo: è servito da 18 fermate + 7 in arrivo
Maps – Metropolitana Municipio 1
Per determinare le zone più servite dai mezzi pubblici, in particolare dalla metropolitana, abbiamo considerato tutte le fermate fisicamente all’interno di un Municipio o che hanno gli accessi nei pressi dei confini dello stesso. La zona meglio servita in assoluto risulta essere il centro storico che viene ricompreso all’interno del Municipio 1. Le fermate sono in totale 18 a cui se ne aggiungeranno 7 entro nel 2024 per arrivare a 25 e 4 linee. Sono così suddivise:
Porta Venezia, Palestro, San Babila, Duomo, Cordusio, Cairoli e Cadorna sulla M1
Moscova, Lanza, Cadorna, Sant’Ambrogio e Sant’Agostino sulla M2
Porta Romana, Crocetta, Missori, Duomo, Montenapoleone e Turati sulla M3
Tricolore e San Babila nell’estate 2023, Sforza-Policlinico, De Amicis, Santa Sofia, Vetra e Sant’Ambrogio nel 2024 per la linea M4
#2 Il Municipio 9 può contare su 3 linee e 17 stazioni
Maps – Linee metro Municipio 9
Il secondo Municipio più servito è il numero 9, Isola – Bovisa- Bicocca, a Nord di Milano: conta 3 linee e 17 stazioni così suddivise:
Gioia e Garibaldi FS sulla M2
Comasina, Affori FN, Affori Centro, Dergano, Maciachini e Zara sulla M3
Bignami, Ponale, Bicocca, Ca’ Granda, Istria, Marche, Zara, Isola e Garibaldi FS sulla M5
#3 Nel Municipio 8 passano 2 linee e ci sono 17 stazioni
Maps – Linee Municipio 8
Molto servito anche il Municipio 8, a Nord Ovest, da Quarto Oggiaro a Sarpi, che può contare su 2 linee, che si incrociano a Lotto, e 17 stazioni,
Molino Dorino, San Leonardo, Bonola,, Uruguay, Lampugnano, QT8, Lotto, Amendola, Buonarroti e Pagano sulla M1
Monumentale, Cenisio, Gerusalemme, Domodossola FN, Tre Torri, Portello e Lotto sulla M5
# La situazione negli altri Municipi
Sopra le 10 stazioni troviamo anche:
il Municipio 3, da Porta Venezia a Città Studi e Lambrate, con 14 fermate e 3 linee: la M1 da Lima a Porta Venezia, la M2 da Caiazzo a Udine la M4 da Argonne a Susa in attesa di Tricolore nell’estate 2023
il Municipio 7, a Ovest, da San Siro a Pagano, con 13 fermate e 2 linee: la M1 da Wagner a Bisceglie e la M5 da Segesta a San Siro Stadio
il Municipio 2, a Nord-Est, dalla Centrale a NoLo, con 12 fermate e 3 linee: la M1 da Gorla a Villa San Giovanni, la M2 con le fermate di Stazione Centrale e Crescenzago e la M3 da Centrale a Sondrio
al settimo posto c’è il Municipio 4, a Est, da XXII marzo a Forlanini e Porta Romana, con 11 fermate e 2 linee: la M3 da Brenta a San Donato e la M4 dalla stazione Forlanini a Dateo e in attesa di quella di Tricolore.
# La metro si è fermata a Sud: il Municipio con appena 3 stazioni
Maps – Fermate che servono il Municipio 5
Ad oggi sono solo due i Municipi con meno di 10 stazioni. Entrambi nella parte Sud di Milano. Il Municipio 6, a Sud Ovest, dal Giambellino a Porta Genova, conta 7 fermate, distribuite tra la linea rossa (Bisceglie, Inganni, Primaticcio e Bande Nere) e verde (Famagosta, Porta Genova e Romolo). Però presto le cose cambieranno, nel 2024 il numero salirà a 15 con l’apertura di quelle della linea blu: Parco Solari, Foppa, Bolivar, Tolstoj, Frattini, Gelsomini, Segneri e San Cristoforo FS.
Il fanalino di coda si trova nel “profondo” Sud. Il Municipio con meno stazioni in assoluto è il numero 5, dal Gratosoglio a Porta Vigentina, con appena 3 stazioni su due linee: piazza Abbiategrasso sulla M2 e Lodi T.I.B.B. e Porta Romana sulla M3. In attesa della possibile realizzazione della M6 la situazione rimarrà tale ancora per molti anni.
Le strade meneghine portano i nomi di famiglie nobili (Via Arcimboldi, Via Meravigli, Via Mapelli), di antichi mestieri (Via Orefici, Via Mercanti, Via Cappellari) e di importanti avvenimenti (Piazza Cinque Giornate, Piazza della Repubblica, Via della Liberazione), ma anche di luoghi del passato che, nonostante non esistano più, vengono ancora ricordati: canali scomparsi, cascine demolite, insegne di vecchie locande…
Alcuni dei nomi di queste vie sono veramente curiosi: sapete perché si chiamano così?
Le 10 vie di Milano dal significato più strano: perché si chiamano così?
#1 Via Fiori Chiari (e Via Fiori Oscuri)
Avete mai notato, in zona Brera, queste due opposte strade “floreali”?
Secondo una teoria, Via dei Fiori Chiari e Via dei Fiori Oscuri sono la perfetta metafora del loro passato: infatti un tempo quella che oggi viene chiamata Via del Fiori Chiari era la sede di un collegio femminile, mentre invece Via dei Fiori Oscuri era famosa per ospitare un bordello. Insomma, due strade che certamente non erano frequentate allo stesso modo.
Tuttavia, secondo un’altra versione, il nome delle due vie deriverebbe dai diversi colori degli stendardi di due sestieri: Porta Comasina (bianchi e rossi, riconducibili ai Fiori Chiari) e Porta Volta (bianchi e neri, ossia i Fiori Scuri).
#2 Via Bagutta
Da Piazza San Babila si entra in Via Bagutta, una strada che un tempo doveva essere uno dei luoghi prediletti dai bevitori. Il motivo? “Baga” indica l’otre di vino, mentre invece “bagà” è unapersona che beve di gusto.
#3 Via Caminadella
“Caminadella” sembra quasi un vezzeggiativo per definire una breve passeggiata, vero? Eppure, l’origine di questo nome è da ricercare da tutt’altra parte: nel Medioevo la “caminata” era una casa dotata di camino e fumaiolo, quando la maggior parte delle abitazioni dell’epoca aveva un semplice braciere e un’apertura sul tetto.
#4 Via Bagnera
Questa strada, vicino a Via Torino, è famosa non solo perché è la più stretta di Milano, ma anche per essere stata testimone di delitti sanguinari: infatti è qui che Antonio Boggia, il primo serial killer italiano, nascondeva i cadaveri delle sue vittime.
Tuttavia, il nome “bagnera” non ha nulla di terrificante: infatti indicava la presenza di un bagno pubblico, esistente già in epoca romana.
A volte l’origine di un nome è facilmente intuibile: è il caso di Via Caccialepori, dietro a piazzale Brescia, che un tempo era una zona boscosa particolarmente allettante per chi si svagava con la caccia alla lepre.
#6 Via Carroccio
In epoca medievale il carroccio non era altro che un carro che trasportava lo stendardo cittadino: era un forte simbolo per esplicitare l’indipendenza del Comune e veniva custodito da un personaggio illustre, affiancato da militari scelti. Il carroccio di Milano non faceva eccezione e in particolare spiccò durante la Battaglia di Legnano. Zona Sant’Ambrogio.
#7 Via Rugabella
Può una ruga essere bella?
Lasciamo la risposta a voi, dato che il nome di questa via nei pressi di Missori non ha nulla a che fare con i segni dell’età: la dicitura deriva dal francese “Rue belle”, espressione utilizzata da Luigi XII in persona quando vide questa via abbellita da decorazioni e addobbi in occasione della sua visita.
#8 Via Cuccagna
Un tempo lungo questa via sorgeva un albero della cuccagna, eretto da un furbo oste per attirare i clienti.
#9 Via Monluè
Un tempo la zona di Via Monluè, dove ora sorge l’omonimo parco, era una zona pericolosa perché frequentata dai lupi: infatti veniva chiamata Mons Luparius, dal cui la storpiatura in “Monluè”.
#10 Via Stella Bianca
In zona Bicocca sorge questa via, dove un tempo una locanda offriva un rifugio ai viaggiatori, giorno e notte, ed era sempre illuminata: per questo motivo era conosciuta come “La Stella Bianca”.
Dopo il grande successo dell’anno scorso si replica iniziativa anche quest’anno: come funziona (e da che ora). Perché non farla anche a Milano, almeno per le linee sostitutive della metro di notte?
Bus di sera gratis d’estate sul lago di Como: un’idea da provare anche a Milano
# Bus gratis tra Argegno e Menaggio
Credits igor_kov72 IG – Menaggio
Una cosa in comune tra il lago di Como e Milano: il problema del traffico. Per il lago soprattutto d’estate. Per arginare il problema l’estate scorsa si è attivato il servizio di bus gratis di notte in una delle tratte più congestionate: tra Argegno e Menaggio. Dopo il successo dello scorso anno l’iniziativa si replica. La gratuità dei mezzi è consentita dall’investimento dei Comuni di Menaggio, Griante, Tremezzina, Sala Comacina, Colonno e Argegno, che assicureranno all’azienda del servizio pubblico di trasporto l’equivalente del mancato pagamento dei biglietti da parte dell’utenza.
# Dalle 19 ogni giorno gratis per tutti: perché non farlo a Milano almeno per i bus sostitutivi?
Credits: comocity.com
Tutti, a partire dalle 19:00 di ogni giorno, potranno usufruire in andata e ritorno del viaggio gratuito fra le località di Argegno e Menaggio. Si potrà salire e scendere anche più volte nella stessa serata, con il servizio “hop-on-hop-off”, così da raggiungere i luoghi di svago e di intrattenimento offerti dalle località sul lago.
L’inaugurazione del servizio è domenica 9 giugno, con 6 coppie di corse dopo le 19:00 fra Argegno e Menaggio con cadenza oraria, gratuite per ogni categoria di utenza, offrendo alcune la prosecuzione, però a pagamento, dopo Argegno verso Como e dopo Menaggio verso Colico. In una Milano in cui ogni estate esplode la polemica per l’orario di chiusura della metro di notte, potrebbe essere una bella idea da replicare, magari inizialmente sui bus sostitutivi delle linee della metropolitane attivi di notte.
Stazioni che vanno. Stazioni che vengono. Nei giorni in cui è arrivato l’addio ufficiale a Porta Genova FS (qui l’articolo) arriva il via ufficiale con le prime immagini del progetto di nuova stazione ferroviaria di Milano.
La nuova fermata ferroviaria di Milano: sarà la stazione più futurista della città (Immagini)
Ph. ferrovie.it
A Milano è sempre di scena il futuro. Grattacieli, stadi, linee della metro. Ma non solo: nascono anche nuove stazioni ferroviarie. La prossima all’orizzonte è la fermata ferroviaria Milano MIND, nel tratto della linea Milano – Varese compreso tra Rho Fiera e Milano Certosa. La nuova infrastruttura consentirà a 45mila persone, ogni giorno, di raggiungere MIND – il Milano Innovation District – e il quartiere di Cascina Merlata.
Per la realizzazione di questo obiettivo è stata sottoscritta una convenzione attuativa tra Rete Ferroviaria Italiana, Comune di Milano, Regione Lombardia e Arexpo SpA.
La nuova fermata del sistema ferroviario milanese verrà realizzata in un’area strategica dove si concentrano il nuovo ospedale Galeazzi (circa 600 posti letto), il nuovo Campus scientifico dell’Università Statale di Milano (dove dal 2027 arriveranno oltre 23mila persone tra studenti, docenti e ricercatori) e il centro di ricerca Human Technopole. Dall’altro lato, a sud della stazione, si estende il Merlata Bloom, il grande centro commerciale da poco inaugurato. “La realizzazione di questa fermata è per noi molto importante – ha dichiarato l’AD di RFI Gianpiero Strisciuglio – Milano MIND sarà un esempio di stazione che avrà funzioni e servizi pensati per un contesto urbano in piena trasformazione, molto diverso da quello attuale”. Ma quali saranno le caratteristiche della stazione?
# La stazione più futurista di Milano con velostazione
Ph. ferrovie.it
Il progetto prevede la realizzazione di una banchina coperta che sarà collegata da un sistema di scale fisse, scale mobili e ascensori alla già esistente passerella MIC. Verrà costruito anche un edificio di stazione dotato di atrio, sala d’attesa e servizi per chi viaggia.
All’esterno, ci sarà un’avveniristica velostazione con un’apposita rampa che consentirà di attraversare in sicurezza i binari, superando il dislivello tra la piazza e la passerella MIC, e garantendo la connessione all’itinerario ciclabile comunale grazie al collegamento lato Cascina Merlata. Sono previste inoltre ulteriori opere funzionali, come aree dedicate per taxi e parcheggi.
# Le altre stazioni della “circle line” di Milano che verranno costruite o potenziate
Foto redazione – Stazione Tibaldi banchine
I lavori della fermata ferroviaria avranno un costo complessivo di 33,5 milioni di euro, di cui 10 milioni di euro a carico del Comune di Milano e 23,5 milioni di euro finanziati attraverso il Contratto di Programma Investimenti tra MIT e RFI relativo ai City Hub e alle linee metropolitane.
La nuova fermata si inserisce nel complesso del sistema ferroviario del nodo di Milano ed è parte degli impegni di RFI per il potenziamento infrastrutturale delle stazioni milanesi: Greco Pirelli, Romolo, San Cristoforo, Porta Romana, Villapizzone, che si aggiungono alla nuova fermata di Tibaldi-Bocconirecentemente attivata.