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Milano – Istanbul in treno: le ultime novità su percorso, durata e prezzi dei biglietti di un viaggio da sogno

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Milano-Istanbul

Arrivano gli ultimi aggiornamenti sulle tratte interrotte: quanto tempo ci si mette e i prezzi dei biglietti di Un’avventura da provare almeno una volta nella vita. 

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Milano – Istanbul in treno: le ultime novità su percorso, durata e prezzi dei biglietti di un viaggio da sogno

# Un viaggio in 5 tappe: primo treno fino a Lubiana

Lubiana car free
Lubiana car free

Generalmente, chi sceglie di viaggiare da Milano a Istanbul preferisce prendere un volo diretto. Un’altra opzione è volare fino a Sofia e poi prendere un treno diretto verso la città sul Bosforo. Tuttavia, per coloro che hanno paura di volare o semplicemente preferiscono il viaggio in treno, è possibile completare l’intero tragitto sui binari. Il percorso prevede cinque tappe, con alcuni cambi di percorso rispetto a quello classico dell’Orient Express. Si parte dalla tratta Milano-Lubiana, per una durata complessiva di almeno 11 ore, compreso almeno un cambio. I prezzi partono da circa 60 euro.

# Seconda tappa: dalla capitale slovena a Zagabria in poco più di due ore

infinitecroatia-pixabay – Zagabria

Dalla capitale slovena si prende un treno servito dalla compagnia austriaca OBB diretto a Zagabria. Il viaggio ha una durata di circa 2 ore 20 minuti, non prevede cambi, e i prezzi partono da 25 euro.

# Gli ultimi aggiornamenti: stop alle tratte Zagabria-Belgrado e Belgrado-Sofia

Credits: wikipedia.org – Euronight Milano-Belgrado

Arrivati a Zagabria il tragitto lungo lo storico percorso dell’Orient Express purtroppo si interrompe. Come ci ha segnalato Michele Sellitti, le tratte dalla capitale della Croazia e Belgrado e da quest’ultima a Sofia sono state sospese. In particolare:

1- i collegamenti ferroviari tra Zagabria e Belgrado sono sospesi fino a nuova disposizione causa lavori e, probabilmente motivazioni politiche. Si può raggiungere una città croata prossima al confine serbo (Tovarnik) e poi con un taxi fino alla cittadina serba di Sid dalla quale si può procedere per Novi Sad e Belgrado. 
2- i collegamenti diretti tra Belgrado e Sofia sono stati sospesi fino a nuova disposizione. Si può raggiungere Dimitrovgrad, cittadina di frontiera serba e raggiungere Dragoman, prima cittadina utile in Bulgaria, per poi proseguire in treno fino a Sofia

Bisogna quindi mettere in conto diversi spostamenti in auto prima di arrivare a Sofia e fare circa 11/15 ore di viaggio sull’espresso notturno 493 diretto alla stazione di Halkali nella capitale turca. Per chi vuole comunque proseguire solo in treno c’è un’alternativa molto affascinante, vediamola insieme. 

# L’alternativa della terza tappa: Budapest, sei ore di viaggio con cambio stazione oppure oltre 10 ore con treno diretto

Credits JStolp-pixabay – Budapest

Da Zagabria invece che Belgrado si deve così puntare verso Budapest. Da Zagabria dal 8 giugno fino al 18 settembre (mercoledì, sabato e lunedì) parte in serata un treno proveniente da Spalato che raggiunge Budapest alle 9.35 del giorno seguente, con prezzi a partire da 54 euro, con arrivo a Budapest Déli. Da lì si dovrebbe proseguire in metropolitana fino all’altra stazione di Keleti per proseguire con la tappa successiva. 

# Quarta tappa: Bucarest, un treno diretto per un viaggio di oltre 17 ore

Toni_Valaulta-pixabay – Bucarest

La quarta tappa è quella che porta a bordo di IC Notte da Budapest Keleti a Bucarest Nord, con partenza alle 14.10 e arrivo alle 08.42 del giorno seguente. I biglietti partono da 67 euro.

# Un totale di circa 2200 chilometri percorsi, fino a 5 giorni di viaggio e almeno 200 euro di biglietti per arrivare ad Istanbul

Milano-Istanbul

Eccoci finalmente quinta ed ultima tappa, della durata di circa 19 ore a bordo del mitico “Bosphorus Express”, con partenza attorno alle 11 e arrivo poco dopo le 6 della mattina successiva nella stazione di Halkali in Turchia. La tratta è disponibile anche in Interrail, vanno aggiunti i costi di prenotazione variabili in base alla tipologia di soluzione scelta. L’ultimo treno conclude il viaggio attraverso la Penisola Balcanica dopo circa 2.200 chilometri di percorso, circa 4-5 giorni di viaggio e più di 200 euro sommando tutti i biglietti. 

“Ho percorso quest’ultimo tratto nel settembre scorso”, assicura Michele Sellitti, “e posso garantire che per gli appassionati del viaggio in ferrovia è una figata da non perdere!

Continua la lettura con: Da Milano fino al Circolo Polare Artico: in treno con un biglietto solo

FABIO MARCOMIN

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7 spiagge da sogno sui laghi della Lombardia

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Lierna - Ph. @temistio da @map_of_italy

La Lombardia ha tutto. E per tutto intendiamo tutto, anche le spiagge da sogno. Foto Cover: Lierna – Ph. @temistio da @map_of_italy

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7 spiagge da sogno sui laghi della Lombardia

#1 Lago di Como: Lierna

Ph. credits: Luca Leone, larionews

Superando Lecco, si trova Lierna, paese adorabile immerso nel verde, che affonda le sue radici nell’antica Roma. Lierna ospita una delle baie più belle del Lario, Riva Bianca. Adagiata in un anfiteatro naturale strepitoso, Riva Bianca è una grande spiaggia libera di sassi bianchi, costeggiata da da prato e circondata, da un lato, dall’antico borgo di Castello, e dall’altro da ville meravigliose.

#2 Lago di Garda: Sirmione

Ph. credits: bresciatoday

Sirmione è splendida, con le sue viuzze strette e i negozi tipici, ma lo è altrettanto la spiaggia delle Grotte di Catullo, situata all’estremità della penisola, con la sua acqua cristallina e i resti della Villa Romana del celebre poeta latino.
Da segnalare la spiaggia Jamaica, ampia e incontaminata, costituita da imponenti lastre di roccia, raggiungibile a piedi o in barca.


#3 Lago del Segrino

Ph. credits: tripadvisor

Il lago del Segrino è  situato in provincia di Como, tra i comuni di Canzo, Longone al Segrino ed Eupilio, ed è di origine glaciale. La sua bellezza lascia senza fiato: uno smeraldo dalle acque cristalline incastonato in una verde vallata. Il lago è balneabile, ma non è consentito l’uso di imbarcazioni a motore. Pace e natura la fanno da padroni e la sosta sarà piacevolissima.

#4 Lago di Como: Oliveto Lario e Onno

Ph. credits: tripadvisor

Situato nel comune di Oliveto Lario, Onno vanta una natura selvaggia e spiagge paradisiache. Il tratto di costa offre varie spiagge libere, molto riservate e piacevoli. Essendo posizionate sul litorale occidentale del Lago di Como hanno la fortuna di essere baciate dal sole fin dal primo mattino.


#5 Lago di Garda: Manerba del Garda

Ph. credits: tuttogarda

Manerba del Garda si trova nella cala tra Punta Belvedere e Punta Portese, sulla costa ovest del Lago di Garda, e vanta ben 11 chilometri di spiagge, considerate fra le più belle della zona. Una tra le tante, Porto Torchio.
Qui
 è possibile praticare sport acquatici e la zona è ricca di aree verde in prossimità della riva così da garantire anche l’ombra.


#6 Lago Maggiore: Angera

Ph. credits: lidodiarona

Angera si trova sulla sponda sud-orientale del Lago Maggiore, in provincia di Varese.
Da alcuni anni le acque del lago Maggiore vantano la Bandiera Blu, ovvero la certificazione che garantisce il rispetto di determinati standard di purezza microbiologica. Famosa per la visita a Rocca Borromeo, offre anche due bellissime spiagge, la Noce con sabbia fine e attrezzata anche con giochi per bambini, e la Nocciola, con un grande prato all’ombra ma non attrezzata.

#7 Lago di Monate

Ph. credits: varesenews

A due passi da Milano, il lago si trova in provincia di Varese e vanta acque limpide. Potrete passare una giornata in una spiaggia attrezzata, tuffarvi tra le ninfee, crogiolarvi su una barca a remi o su un pedalò. Il Lago è proprietà privata e si accede dall’unico accesso pubblico che è all’interno del Parco di Cadrezzate. Una spiaggia consigliata per fare il bagno e ben organizzata per le famiglie è Il Larice, che offre anche un parco giochi attrezzato.



Continua la lettura con: Le spiagge più belle d’Italia regione per regione

BARBARA VOLPINI

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La saggezza dai detti in milanese: le 10 perle

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detti in milanese

Un posto di riguardo nei detti milanesi lo ha… la città di Milano. I proverbi creati per elogiare le qualità della nostra città, dimostrano quanto i milanesi da sempre abbiano avuto a cuore la loro patria.

Ecco i migliori dieci.

Nota bene: la grafia milanese qui utilizzata è stata ricavata dal vocabolario di Francesco Cherubini stampato nel 1841.

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La saggezza dai detti in milanese: le 10 perle

detti in milanese

#1 Chi volta el cuu a Milan le volta al pan

Detto per indicare quanto sia ricca Milano, tanto che chi decide di voltarle le spalle, cioè andarsene, perde sicuramente più di quanto possa guadagnare. Milano la ricca, Milano la grassa.

#2 Daghel ai statutt de Milan

Vendere o consegnare una merce secondo le regole di Milano, quindi senza vizi e di prima qualità. Spendo, pretendo!

#3 De Milan ghe n’è domà vun

Semplicemente… di Milano ce n’è una, il resto è noia.

#4 Fin che Milan sarà Milan

Fino a quando Milano continuerà ad essere questa Milano, le cose andranno avanti. Detto che indica quanto Milano sia ritenuta dai milanesi la locomotiva trainante.

#5 I legg de Milan duren d’incoeu finna a doman

Ecco un detto che stigmatizza un difetto: il fatto che le leggi (ma anche le mode) di Milano hanno vita breve, e nello spazio di poco vengono modificate. Questo crea problemi nell’organizzarsi e nel progettare affari. Vale anche oggi, visto come cambiano in fretta le regole vigenti.

#6 In Milan con de quist se troeuva tuttcoss

A Milano se si hanno i soldi, si può trovare qualsiasi cosa si desideri. La città giusta, insomma, pur di avere le tasche piene.

#7 Milan e poeu pù

Milano, il resto viene sempre dopo, molto dopo, ben oltre il secondo posto.

#8 Milan l’è el giardin de l’Italia

Qui tutte le ricchezze si sono concentrate, come in un magnifico giardino. Le ricchezze della città e delle campagne attorno sono elogiate da sempre.

#9 A dighela in bon milanes

Dire le cose come stanno, correttamente, come si devono dire (senza giri di parole, perchè a Milano si va dritti al dunque; poca filosofia molto pragmatismo).

#10 Hin longh i nott de Milan

Modo scherzoso per prendere in giro chi sbadiglia, fingendo per lui compassione e facendo notare che in effetti a Milano le notti sono più lunghe che altrove (qui si lavora fino a tardi).

Continua la lettura con: Le curiosità del dialetto milanese

MAURO COLOMBO

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Le zone di Milano più servite dai mezzi pubblici

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Maps - Metropolitana Municipio 1

La metropolitana copre in maniera abbastanza capillare il territorio del Comune di Milano. Ma se vogliono confrontare le diverse zone di Milano, quali sono quelle meglio e quelle peggio servire dai mezzi?

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Le zone di Milano più servite dai mezzi pubblici

#1 Il centro storico vince anche in questo: è servito da 18 fermate + 7 in arrivo

Maps – Metropolitana Municipio 1

Per determinare le zone più servite dai mezzi pubblici, in particolare dalla metropolitana, abbiamo considerato tutte le fermate fisicamente all’interno di un Municipio o che hanno gli accessi nei pressi dei confini dello stesso. La zona meglio servita in assoluto risulta essere il centro storico che viene ricompreso all’interno del Municipio 1. Le fermate sono in totale 18 a cui se ne aggiungeranno 7 entro nel 2024 per arrivare a 25 e 4 linee. Sono così suddivise: 

  • Porta Venezia, Palestro, San Babila, Duomo, Cordusio, Cairoli e Cadorna sulla M1
  • Moscova, Lanza, Cadorna, Sant’Ambrogio e Sant’Agostino sulla M2
  • Porta Romana, Crocetta, Missori, Duomo, Montenapoleone e Turati sulla M3
  • Tricolore e San Babila nell’estate 2023, Sforza-Policlinico, De Amicis, Santa Sofia, Vetra e Sant’Ambrogio nel 2024 per la linea M4

#2 Il Municipio 9 può contare su 3 linee e 17 stazioni

Maps – Linee metro Municipio 9

Il secondo Municipio più servito è il numero 9, Isola – Bovisa- Bicocca, a Nord di Milano: conta 3 linee e 17 stazioni così suddivise:

  • Gioia e Garibaldi FS sulla M2
  • Comasina, Affori FN, Affori Centro, Dergano, Maciachini e Zara sulla M3
  • Bignami, Ponale, Bicocca, Ca’ Granda, Istria, Marche, Zara, Isola e Garibaldi FS sulla M5

#3 Nel Municipio 8 passano 2 linee e ci sono 17 stazioni

Maps – Linee Municipio 8

Molto servito anche il Municipio 8, a Nord Ovest, da Quarto Oggiaro a Sarpi, che può contare su 2 linee, che si incrociano a Lotto, e 17 stazioni

  • Molino Dorino, San Leonardo, Bonola,, Uruguay, Lampugnano, QT8, Lotto, Amendola, Buonarroti e Pagano sulla M1
  • Monumentale, Cenisio, Gerusalemme, Domodossola FN, Tre Torri, Portello e Lotto sulla M5

# La situazione negli altri Municipi

Sopra le 10 stazioni troviamo anche:

  • il Municipio 3, da Porta Venezia a Città Studi e Lambrate, con 14 fermate e 3 linee: la M1 da Lima a Porta Venezia, la M2 da Caiazzo a Udine la M4 da Argonne a Susa in attesa di Tricolore nell’estate 2023
  • il Municipio 7, a Ovest, da San Siro a Pagano, con 13 fermate e 2 linee: la M1 da Wagner a Bisceglie e la M5 da Segesta a San Siro Stadio
  • il Municipio 2, a Nord-Est, dalla Centrale a NoLo, con 12 fermate e 3 linee: la M1 da Gorla a Villa San Giovanni, la M2 con le fermate di Stazione Centrale e Crescenzago e la M3 da Centrale a Sondrio
  • al settimo posto c’è il Municipio 4, a Est, da XXII marzo a Forlanini e Porta Romana, con 11 fermate e 2 linee: la M3 da Brenta a San Donato e la M4 dalla stazione Forlanini a Dateo e in attesa di quella di Tricolore.

# La metro si è fermata a Sud: il Municipio con appena 3 stazioni

Maps – Fermate che servono il Municipio 5

Ad oggi sono solo due i Municipi con meno di 10 stazioni. Entrambi nella parte Sud di Milano. Il Municipio 6, a Sud Ovest, dal Giambellino a Porta Genova, conta 7 fermate, distribuite tra la linea rossa (Bisceglie, Inganni, Primaticcio e Bande Nere) e verde (Famagosta, Porta Genova e Romolo). Però presto le cose cambieranno, nel 2024 il numero salirà a 15 con l’apertura di quelle della linea blu: Parco Solari, Foppa, Bolivar, Tolstoj, Frattini, Gelsomini, Segneri e San Cristoforo FS.

Il fanalino di coda si trova nel “profondo” Sud. Il Municipio con meno stazioni in assoluto è il numero 5, dal Gratosoglio a Porta Vigentina, con appena 3 stazioni su due linee: piazza Abbiategrasso sulla M2 e Lodi T.I.B.B. e Porta Romana sulla M3. In attesa della possibile realizzazione della M6 la situazione rimarrà tale ancora per molti anni.

Continua la lettura con: Il PAESE dell’HINTERLAND meglio servito dai MEZZI PUBBLICI

FABIO MARCOMIN

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Le 10 vie di Milano dal significato più strano: perché si chiamano così?

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vie insolite

Le strade meneghine portano i nomi di famiglie nobili (Via Arcimboldi, Via Meravigli, Via Mapelli), di antichi mestieri (Via Orefici, Via Mercanti, Via Cappellari) e di importanti avvenimenti (Piazza Cinque Giornate, Piazza della Repubblica, Via della Liberazione), ma anche di luoghi del passato che, nonostante non esistano più, vengono ancora ricordati: canali scomparsi, cascine demolite, insegne di vecchie locande…

Alcuni dei nomi di queste vie sono veramente curiosi: sapete perché si chiamano così?

Leggi anche: Le vie più belle e magiche di Milano

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Le 10 vie di Milano dal significato più strano: perché si chiamano così?

#1 Via Fiori Chiari (e Via Fiori Oscuri)

vie insolite

Avete mai notato, in zona Brera, queste due opposte strade “floreali”?
Secondo una teoria, Via dei Fiori Chiari e Via dei Fiori Oscuri sono la perfetta metafora del loro passato: infatti un tempo quella che oggi viene chiamata Via del Fiori Chiari era la sede di un collegio femminile, mentre invece Via dei Fiori Oscuri era famosa per ospitare un bordello. Insomma, due strade che certamente non erano frequentate allo stesso modo.

Tuttavia, secondo un’altra versione, il nome delle due vie deriverebbe dai diversi colori degli stendardi di due sestieri: Porta Comasina (bianchi e rossi, riconducibili ai Fiori Chiari) e Porta Volta (bianchi e neri, ossia i Fiori Scuri).

#2 Via Bagutta

Da Piazza San Babila si entra in Via Bagutta, una strada che un tempo doveva essere uno dei luoghi prediletti dai bevitori. Il motivo? “Baga” indica l’otre di vino, mentre invece “bagà” è una persona che beve di gusto.

#3 Via Caminadella

“Caminadella” sembra quasi un vezzeggiativo per definire una breve passeggiata, vero? Eppure, l’origine di questo nome è da ricercare da tutt’altra parte: nel Medioevo la “caminata” era una casa dotata di camino e fumaiolo, quando la maggior parte delle abitazioni dell’epoca aveva un semplice braciere e un’apertura sul tetto.

#4 Via Bagnera

vie insolite

Questa strada, vicino a Via Torino, è famosa non solo perché è la più stretta di Milano, ma anche per essere stata testimone di delitti sanguinari: infatti è qui che Antonio Boggia, il primo serial killer italiano, nascondeva i cadaveri delle sue vittime.
Tuttavia, il nome “bagnera” non ha nulla di terrificante: infatti indicava la presenza di un bagno pubblico, esistente già in epoca romana.

Leggi anche: La via più stretta di Milano nasconde un tragico passato

#5 Via Caccialepori

A volte l’origine di un nome è facilmente intuibile: è il caso di Via Caccialepori, dietro a piazzale Brescia, che un tempo era una zona boscosa particolarmente allettante per chi si svagava con la caccia alla lepre.

#6 Via Carroccio

In epoca medievale il carroccio non era altro che un carro che trasportava lo stendardo cittadino: era un forte simbolo per esplicitare l’indipendenza del Comune e veniva custodito da un personaggio illustre, affiancato da militari scelti. Il carroccio di Milano non faceva eccezione e in particolare spiccò durante la Battaglia di Legnano. Zona Sant’Ambrogio.

#7 Via Rugabella

vie insolite

Può una ruga essere bella?
Lasciamo la risposta a voi, dato che il nome di questa via nei pressi di Missori non ha nulla a che fare con i segni dell’età: la dicitura deriva dal francese “Rue belle”, espressione utilizzata da Luigi XII in persona quando vide questa via abbellita da decorazioni e addobbi in occasione della sua visita.

#8 Via Cuccagna

Un tempo lungo questa via sorgeva un albero della cuccagna, eretto da un furbo oste per attirare i clienti.

#9 Via Monluè

vie insolite

Un tempo la zona di Via Monluè, dove ora sorge l’omonimo parco, era una zona pericolosa perché frequentata dai lupi: infatti veniva chiamata Mons Luparius, dal cui la storpiatura in “Monluè”.

#10 Via Stella Bianca

In zona Bicocca sorge questa via, dove un tempo una locanda offriva un rifugio ai viaggiatori, giorno e notte, ed era sempre illuminata: per questo motivo era conosciuta come “La Stella Bianca”.

Continua la lettura con: Le 7 piazze più sorprendenti di Milano

VANESSA MARAN

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Bus di sera gratis d’estate sul lago di Como: un’idea da provare anche a Milano

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Dopo il grande successo dell’anno scorso si replica iniziativa anche quest’anno: come funziona (e da che ora). Perché non farla anche a Milano, almeno per le linee sostitutive della metro di notte?

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Bus di sera gratis d’estate sul lago di Como: un’idea da provare anche a Milano

# Bus gratis tra Argegno e Menaggio

Credits igor_kov72 IG – Menaggio

Una cosa in comune tra il lago di Como e Milano: il problema del traffico. Per il lago soprattutto d’estate. Per arginare il problema l’estate scorsa si è attivato il servizio di bus gratis di notte in una delle tratte più congestionate: tra Argegno e Menaggio. Dopo il successo dello scorso anno l’iniziativa si replica. La gratuità dei mezzi è consentita dall’investimento dei Comuni di Menaggio, Griante, Tremezzina, Sala Comacina, Colonno e Argegno, che assicureranno all’azienda del servizio pubblico di trasporto l’equivalente del mancato pagamento dei biglietti da parte dell’utenza.

# Dalle 19 ogni giorno gratis per tutti: perché non farlo a Milano almeno per i bus sostitutivi?

Credits: comocity.com

Tutti, a partire dalle 19:00 di ogni giorno, potranno usufruire in andata e ritorno del viaggio gratuito fra le località di Argegno e Menaggio. Si potrà salire e scendere anche più volte nella stessa serata, con il servizio “hop-on-hop-off”, così da raggiungere i luoghi di svago e di intrattenimento offerti dalle località sul lago. 

L’inaugurazione del servizio è domenica 9 giugno, con 6 coppie di corse dopo le 19:00 fra Argegno e Menaggio con cadenza oraria, gratuite per ogni categoria di utenza, offrendo alcune la prosecuzione, però a pagamento, dopo Argegno verso Como e dopo Menaggio verso Colico. In una Milano in cui ogni estate esplode la polemica per l’orario di chiusura della metro di notte, potrebbe essere una bella idea da replicare, magari inizialmente sui bus sostitutivi delle linee della metropolitane attivi di notte. 

Continua la lettura con: Metro h24: le città che hanno il servizio No-Stop

MILANO CITTA’ STATO

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La nuova fermata ferroviaria di Milano: sarà la stazione più futurista della città (Immagini)

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Ph. ferrovie.it

Stazioni che vanno. Stazioni che vengono. Nei giorni in cui è arrivato l’addio ufficiale a Porta Genova FS (qui l’articolo) arriva il via ufficiale con le prime immagini del progetto di nuova stazione ferroviaria di Milano. 

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La nuova fermata ferroviaria di Milano: sarà la stazione più futurista della città (Immagini)

Ph. ferrovie.it

A Milano è sempre di scena il futuro. Grattacieli, stadi, linee della metro. Ma non solo: nascono anche nuove stazioni ferroviarie. La prossima all’orizzonte è la fermata ferroviaria Milano MIND, nel tratto della linea Milano – Varese compreso tra Rho Fiera e Milano Certosa. La nuova infrastruttura consentirà a 45mila persone, ogni giorno, di raggiungere MIND – il Milano Innovation District – e il quartiere di Cascina Merlata.

Per la realizzazione di questo obiettivo è stata sottoscritta una convenzione attuativa tra Rete Ferroviaria Italiana, Comune di Milano, Regione Lombardia e Arexpo SpA.

La nuova fermata del sistema ferroviario milanese verrà realizzata in un’area strategica dove si concentrano il nuovo ospedale Galeazzi (circa 600 posti letto), il nuovo Campus scientifico dell’Università Statale di Milano (dove dal 2027 arriveranno oltre 23mila persone tra studenti, docenti e ricercatori) e il centro di ricerca Human Technopole. Dall’altro lato, a  sud della stazione, si estende il Merlata Bloom, il grande centro commerciale da poco inaugurato. “La realizzazione di questa fermata è per noi molto importante – ha dichiarato l’AD di RFI Gianpiero Strisciuglio – Milano MIND sarà un esempio di stazione che avrà funzioni e servizi pensati per un contesto urbano in piena trasformazione, molto diverso da quello attuale”. Ma quali saranno le caratteristiche della stazione?

 # La stazione più futurista di Milano con velostazione

Ph. ferrovie.it

Il progetto prevede la realizzazione di una banchina coperta che sarà collegata da un sistema di scale fisse, scale mobili e ascensori alla già esistente passerella MIC. Verrà costruito anche un edificio di stazione dotato di atrio, sala d’attesa e servizi per chi viaggia.

All’esterno, ci sarà un’avveniristica velostazione con un’apposita rampa che consentirà di attraversare in sicurezza i binari, superando il dislivello tra la piazza e la passerella MIC, e garantendo la connessione all’itinerario ciclabile comunale grazie al collegamento lato Cascina Merlata. Sono previste inoltre ulteriori opere funzionali, come aree dedicate per taxi e parcheggi.

# Le altre stazioni della “circle line” di Milano che verranno costruite o potenziate

Foto redazione – Stazione Tibaldi banchine

I lavori della fermata ferroviaria avranno un costo complessivo di 33,5 milioni di euro, di cui 10 milioni di euro a carico del Comune di Milano e 23,5 milioni di euro finanziati attraverso il Contratto di Programma Investimenti tra MIT e RFI relativo ai City Hub e alle linee metropolitane.

La nuova fermata si inserisce nel complesso del sistema ferroviario del nodo di Milano ed è parte degli impegni di RFI per il potenziamento infrastrutturale delle stazioni milanesi: Greco Pirelli, Romolo, San Cristoforo, Porta Romana, Villapizzone, che si aggiungono alla nuova fermata di Tibaldi-Bocconi recentemente attivata.

Continua la lettura con: Addio Porta Genova FS

MILANO CITTA’ STATO

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I tram di Mosca saranno senza conducente: un progetto da replicare a Milano?

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Ph. @vzuevcaptures IG

Tra 3 anni quasi tutti i tram di Mosca saranno senza conducente. Questo l’ambizioso progetto. Da prendere ad esempio per Milano? Foto cover: @vzuevcaptures IG

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I tram di Mosca saranno senza conducente: un progetto da replicare a Milano?

# In corso il primo test di tram autonomo: già percorsi 100 chilometri

Ph. @Tramwaycik IG

Mosca. Sta venendo testato sulla linea 10 il primo tram senza pilota del paese: nella prima settimana ha  percorso più di 100 chilometri intorno a Mosca.

Nella fase attuale dei test, l’intelligenza artificiale duplica le azioni del conducente del tram. Alla fine dell’anno inizierà la fase successiva: tutte le azioni saranno eseguite dall’intelligenza artificiale e la persona fornirà solo supporto.

Entro il 2027 si prevede di dotare circa l’80% dei tram di un sistema di controllo automatizzato. I piani per l’utilizzo attivo dei tram senza pilota erano stati precedentemente annunciati a San Pietroburgo. Ma sarà la capitale la prima a dotarsi di questo sistema. 

# Non solo tram: treni e taxi a guida autonoma

Ph. @kolesomaksa
IG

Secondo quanto dichiarato da Maksim Liksutov, vicesindaco di Mosca e delegato per i trasporti, «nella metropolitana di Mosca, il progresso dei treni nelle ore di punta è di 80-90 secondi. Non c’è ancora nessuna azienda in Russia in grado di offrire una soluzione per garantire tali progressi in modalità senza conducente. Sappiamo che gli sviluppi sono in corso e ne siamo molto interessati». Maksim Liksutov ha aggiunto che è fondamentale garantire la sicurezza dei passeggeri e dei pedoni che deve essere una priorità. 

Non solo tram: Sergey Sobyanin, sindaco di Mosca, ha deciso di sostenere i progetti per lo sviluppo dei taxi senza conducente. Anche la Moscow City Duma (l’organo legislativo di Mosca) ha approvato la proposta di introdurre un regime legale sperimentale per testare i taxi senza conducente nella capitale. 

# Le innovazioni tecnologiche per i trasporti pubblici

Credits: viaggiandoatestaalta.it
Dramatram

«Su istruzioni del sindaco Sergey Sobyanin, siamo tra i primi a introdurre le ultime tecnologie e servizi nei trasporti, tra cui Face Pay, una smart card virtuale della Troika, l’app cittadina basata sui principi MaaS e il passaggio agli autobus elettrici. Tuttavia, dovrebbe essere chiaro che non ci sarà un boom del trasporto senza conducente nel prossimo futuro, ma crediamo che il trasporto urbano possa diventare la forza trainante. Un tram senza conducente: questo futuro è realistico. Tutto questo è incluso nel programma di trasporto di Mosca e stiamo aspettando le ultime soluzioni di fabbricazione russa e siamo pronti a lavorare con loro in città», ha concluso Maksim Liksutov.

Le tecnologie senza conducente dovrebbero essere implementate anche su altri tipi di trasporto: ad esempio sul Circolo Centrale di Mosca (MCC), la circle line di Mosca, mentre le Ferrovie Russe prevedono di ridurre i progressi a meno di tre minuti. Tra l’altro, il trasporto senza conducente può risolvere il problema della carenza di conducenti per il trasporto urbano che sta affliggendo Mosca, così come sta capitando a Milano

Continua la lettura con: Milano sta perdendo i tranvieri

MILANO CITTA’ STATO

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Le 5 mostre più curiose da non perdere a giugno a Milano

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MAYONU

Milano culla della cultura, accoglie a giugno molteplici mostre tra fotografia, design, moda e pittura, che diventano il fulcro di un percorso culturale da non perdere.

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Le 5 mostre più curiose da non perdere a giugno a Milano

#1 Yohji Yamamoto. Letter to the future 

adlmag.it – Yohji Yamamoto

In Galleria 10 corso Como, una mostra dedicata al celebre stilista giapponese che i veri intenditori di moda non potranno sicuramente farsi sfuggire. Pezzi iconici, collezioni recenti e collezioni future sono al centro di questa mostra che vuole rappresentare l’arte di uno stilista senza tempo e per ciò stesso proiettato nel futuro.

#2 Small is beautiful presso Fabbrica del Vapore 

smallisbeautiful IG

In via Procaccini 4, presso Fabbrica del Vapore, si rappresenta l’arte in dimensioni ridotte. Un incredibile viaggio per una mostra unica nel suo genere, destinata a far conoscere al pubblico l’arte in miniatura. Oggetti piccoli ma bellissimi, in qualche caso di pochi millimetri. Per ammirare l’arte con la lente di ingrandimento.

#3 David Horvitz. Non abbandonare il locale

David Horvitz

In viale dell’Innovazione 3 presso Bim, si apre la mostra di David Horvitz intitolata “non abbandonare il locale”. Sono esposte una ventina di opere dell’artista, americano tra fotografie, libri e immagini sonore. Un artista di fama internazionale che dopo Parigi, New York, sbarca anche a Milano. 

#4 Josep Maynou. Se non ti piace cambialo

MAYONU

“se non ti piace cambialo” è la mostra che Josep Maynou presenta allo spazio Leonardo in viale della Liberazione 16A. Una serie di tappeti prodotti con lane ed abiti riciclati, ma anche disegni, immagini raccolti durante i lunghi periodi di permanenza dell’artista in Marocco.

#5 The homemade creative experience

themce

La location di questi eventi è segreta. Si scopre solo dopo aver inoltrato la richiesta di partecipazione all’evento prescelto. Una esperienza creativa a tutto tondo, per imparare a dipingere e contemporaneamente socializzare, incontrare gente nuova, bere un buon drink

Vengono proposte serate a tema, per ciascuna delle quali l’invito è esteso a 10 persone. 

Continua la lettura con: Le mostre da non perdere a Milano

ALESSANDRA GURRIERI

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9 ristoranti low-cost a Milano

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Credits: @lamagolfa (IG)

Milano è famosa per la sua variegata offerta gastronomica, anche se ha la fama di essere molto costosa. In realtà non sempre è così: è anche ricca di locali dove è possibile mangiare bene senza spendere una fortuna. Ecco alcuni ristoranti economici e dove trovarli.

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9 ristoranti low-cost a Milano

#1 Trattoria San Filippo Neri

Credits: trattoriasanfilipponeri.it

Questa trattoria è una vera e propria istituzione a Milano, il luogo adatto per chi cerca pasti buoni e sostanziosi a prezzi decisamente contenuti. Il menù offre piatti tipici della cucina casareccia italiana. Viale Monza, 22

#2 Cunza – Piccolo Ristoro Emiliano

Credits: TripAdvisor-Cunza-Piccolo Ristoro Emiliano

Questo locale emiliano, caratterizzato da un ambiente familiare e prezzi accessibili, offre piatti autentici e porzioni generose. È il posto ideale per gustare specialità regionali come i tortellini in brodo e la pasta fresca fatta in casaViale Monza, 54

#3 Osteria da Zio Ninì

Credits: zero.eu – Osteria da Zio Nini

L’Osteria, un altro dei gioielli nascosti di Milano, è conosciuta per il suo menù vario, ma soprattutto per le sue freschissime specialità di pesce. I prezzi competitivi dei deliziosi piatti fanno sì che questo locale sia il posto giusto per un pranzo o una cena all’insegna dell’ottimo cibo a poco prezzo ma di alta qualità. Via Tibullo, 10

Leggi anche: 7 ristoranti con terrazza panoramica a Milano

#4 La Magolfa

Credits: @lamagolfa (IG)

Nel cuore dei Navigli troviamo La Magolfa, locale dall’atmosfera conviviale e famoso per l’offerta di cucina tradizionale italiana a prezzi molto convenienti. Qui si possono trovare pizze, pasta fresca, carne, pesce e molto altroVia Magolfa, 15

#5 Blue M Milano – Bottega Marchigiana

Credits: TripAdvisor – Blue M Milano

Una piccola bottega marchigiana a Milano, dove è possibile assaporare tutti i prodotti tipici marchigiani a un prezzo più che conveniente. È un luogo che, con la sua selezione di piatti tipici preparati con cura e passione, riesce a trasportarti da Milano direttamente in qualche bel paesino dell’entroterra marchigiano. Oltre che per un pranzo veloce e gustoso, il luogo è adatto anche per un bel aperitivo in compagnia. Via Lanzone, 27

#6 Kebabbar Star Zagros

Credits: vivimilano.it – star zagros kebabbar

Non solo cucina tradizionale italiana, come sappiamo, Milano è la capitale italiana del cibo etnico. Il kebab è senza ombra di dubbio la pietanza mediorientale più amata. Kebabbar Star Zagros è una tappa obbligatoria per gli amanti del kebab. Non si tratta del classico kebabbaro, ma l’ambiente è molto curato, sembra quasi un pub. Offre panini e piadine molto saporiti e preparati con ingredienti di qualità; inoltre è possibile gustare anche ottimi cocktail non convenzionali con prezzi accessibili a tutti. Corso Ventidue Marzo, 38

Leggi anche:I 10 migliori RISTORANTI all’APERTO di Milano

#7 La Sidreria

Credits: lasidreria.it

Una trattoria accogliente, unica nel suo genere, dalla location molto particolare: sembra di essere in un giardino grazie al soffitto che è un intreccio di alberi di mele. Il menù cambia mensilmente e offre ogni giorno un menù fisso a un prezzo molto basso con piatti tipici della cucina italiana. La particolarità di questo locale è la grande scelta di sidro disponibile che ognuno può spillare autonomamente da una grande botte. Via Corelli, 31

#8 La Liberazione

Credits: corrire.it – la Liberazione

Una cooperativa molto caratteristica, con tavoli e sedie da osteria, libri, stampe e quadri rinascimentali, orologi esposti e molti altri oggetti d’epoca. Aperitivi, birre artigianali e piatti semplici italiani sono il punto forte di questo locale ricco d’atmosfera in stile bohémienVia Lomellina, 14

#9 Trattoria La Rava e La Fava

Credits: TripAdvisor – Trattoria La Rava e La Fava

Questo locale è adatto a chi cerca un’autentica esperienza culinaria milanese o piemontese, con un menù che varia dai risotti ai secondi di carne e molto altro. Recentemente si è espanso occupando la libreria nel civico a fianco, per cui si può “pescare” dallo scaffale e leggere un bel libro mentre si gusta il dessert. Il rapporto qualità-prezzo delle loro pietanze è ottimo. Via Principe Eugenio, 28

Continua la lettura: 7 NUOVI LOCALI interessanti da provare a Milano

ANNA ALBINI

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Miele senza mediazioni: la rete degli alveari di Milano

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Alveari Milano

I dati di una ricerca promossa da “FragilItalia” mostrano come una buona fetta degli italiani cerchi prodotti a km zero e sostenibili. Anche Milano non è da mano grazie agli alveari. Scopriamo cosa sono e come funzionano.

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Miele senza mediazioni: la rete degli alveari di Milano

# 4 italiani su 10 preferiscono prodotti italiani, a km 0 ed ecosostenibili

Credits dipigreensrl IG – Mercato ortofrutticolo

Da una recente ricerca promossa da “FragilItalia”, frutto di una attenta analisi condotta tramite sondaggi su un campione rappresentativo della popolazione italiana, si evince che gli italiani, almeno 4 su 10, prediligono acquistare prodotti made in Italy, a km 0 ed ecosostenibili.

Cresce l’attenzione per i prodotti Green, a basso impatto ambientale e in generale aumenta l’interesse per le tematiche relative alla tutela del territorio, qualità del prodotto, salubrità e naturalezza del medesimo.

# A Milano ci sono gli alveari

Alveare
E a Milano come va sotto questo aspetto? Sono molti gli esempi Green che rendono Milano virtuosa anche sotto questo profilo, ma uno in particolare merita un approfondimento. L’esempio virtuoso è quello degli alveari, dislocati capillarmente in ogni zona è quartiere della città. Si tratta in sostanza di un nuovo modo di fare la spesa a filiera corta da produttori locali elencati dettagliatamente nel sito di riferimento. 
Produttori in prevalenza situati presso piccole e medie aziende limitrofe, ma sono numerosi anche i produttori situati in città come panettieri, produttori di pasta fresca e viticoltori.

# Come funzionano

Alveari Milano

Ogni alveare propone la vendita di una serie di prodotti che è possibile acquistare online in determinati giorni della settimana e fasce orarie prestabilite. I prodotti vengono portati in alveare dal produttore e poi ritirati dal consumatore presso l’alveare di riferimento oppure portati a domicilio.

 
Non solo, ma tutto il territorio lombardo è coperto da questa fitta rete di alveari, ogni provincia lombarda infatti ne è munita, così da garantire una distribuzione capillare su tutto il territorio regionale. Un modo insomma per promuovere e supportare l’economia cittadina, premiando i produttori locali per una spesa davvero a km 0, fresca e sostenibile. 
 

Continua la lettura con: Prodotti di qualità a chilometro zero: 6 indirizzi dove trovarli a Milano

ALESSANDRA GURRIERI

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I misteriosi buchi sui palazzi antichi di milano: a che cosa servivano?

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milanoperpochi IG

Camminando per le strade della città ci si può imbattere in strani buchi posizionati ai lati dei portoni d’ingresso dei palazzi. In che epoca erano utilizzati e in quali occasioni.

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I misteriosi buchi sui palazzi antichi di milano: a che cosa servivano?

# I buchi a lato dei portoni dei palazzi antichi

milanoperpochi IG – Buchi

Ci sono alcuni palazzi storici di Milano davvero particolari, con alcuni dettagli a volte difficili da notare ma che se scoperti lasciano perplessi e stupiti. Uno su tutti è la “Cà dell’oreggia”con l’antesignano del citofono italiano a forma di orecchio realizzato da Adolfo Wildt. Passano ancora più inosservati i buchi posizionati ai lati dei portoni di ingresso di alcuni edifici: a cosa servivano e in che epoca erano utilizzati?

Leggi anche: La “Cà dell’oreggia” (casa dell’orecchio)

# Gli antenati dei tappeti 

milanoperpochi IG

Dobbiamo tornare indietro all’inizio dell’800 quando a Milano le strade non erano asfaltate. In caso di pioggia si riempivano di cumuli di fango e camminando con le scarpe dell’epoca, in prevalenza con suole lisce di legno e cuoio, si rischiava di portare in casa tutta la fanghiglia calpestata. Non esistendo ancora i tappeti bisognava trovare una soluzione per tenere pulite le abitazioni. I buchi a lato dei portoni servivano proprio a questo.

# La lama per togliere il fango

JosepMonter-pixabay – Scarpe fango

Per pulire le scarpe dal fango bastava infilare il piede all’interno del buco e poi rimuoverlo, la fascia metallica faceva il resto: come un rasoio rimuoveva lo sporco facendolo cadere nel spazio creato dal foro.

Fonte: milanoperpochi IG

Continua la lettura con: Una passeggiata tra le sculture capolavoro di Milano

FABIO MARCOMIN

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Il fiume più lungo che passa in Italia non è il Po

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Di OpenStreetMap contributors,

Il fiume più lungo d’Italia? Il Po! Risposta giusta o sbagliata. A seconda del punto di vista. 

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Il fiume più lungo che passa in Italia non è il Po

# Con 652 km il Fiume Po è il più lungo fiume… tra quelli che scorrono interamente in Italia

Di NordNordWest – Opera propria usando:GTOPO-30 Elevation Data by USGS, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3806908 – Fiume Po

Il Po detiene il record di fiume più lungo che scorre interamente su suolo italiano, dal Monviso dove nasce alla foce del Delta sull’Adriatico: misura 652 km. Attraversa la Pianura Padana e tutte le regioni che incontra, Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Un primato che però potrebbe essere messo in dubbio già considerando le aste fluviali più lunghe, come quella del Negrone-Tanaro-Po di 712 km.

# Il fiume più lungo che nasce e passa in Italia è un altro!

flowerqueen_zag IG – Drava

Se si prendono però in considerazione tutti i fiumi presenti in Italia, ma che non rimangono dentro i confini, ce n’è uno che lo batte per lunghezza. Stiamo parlano della Drava, affluente del Danubio, che nasce a San Candido , comune salito alla ribalta delle cronache sportive per aver dato ai natali al nuovo numero del mondo del tennis: Jannik Sinner. Per esattezza, parte vicino a Sella di Dobbiaco ai piedi della Cima Nove nel Parco naturale Tre Cime e dopo 749 km finisce la sua corsa nelle acque del “fiume blu”.

# Cinque Nazioni attraversate e 2.224 chilometri percorsi dalle acque della sue sorgente prima di arrivare in mare

OpenStreetMap contributors, Ccmpg e un altro autore – CC BY-SA 4.0 – Drava

La Drava è quarto per lunghezza tra gli affluenti del Danubio, davanti a leu Tibisco, Prut e Sava, e dispone di un bacino idrografico che copre un’area maggiore di 11mila mq. Lungo la sua corsa, dalla sorgente al mare, le sue acque percorrono 2.224 chilometri e il suo corso tocca cinque Nazioni: Italia, Austria, Slovenia, Croazia e Ungheria. 

Continua la lettura con: In Italia c’è “il FIUME più LIMPIDO e PULITO” d’Europa

FABIO MARCOMIN

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Ines Pellegrini, la “Mangano nera” di Pasolini

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Pellegrini

Pelle scura, bronzea come un’opera d’arte, nasce a Milano il 7 aprile 1954, da madre eritrea e padre italiano. Sul grande schermo è stata la musa di Pasolini.

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Ines Pellegrini, la “Mangano nera” di Pasolini

# Dalle luci dei riflettori all’aiuto dei bisognosi a Los Angeles

Di Angelo Frontoni – Italian magazine Playmen, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=42222164 – Ines Pellegrini

La splendida ragazza che Pasolini definì “la Mangano nera”, oggi è una settantenne che ormai da tanti anni ha deciso di lasciare il mondo del Cinema per dedicarsi ai poveri e ai senzatetto. Lo fa a Los Angeles, più precisamente a Downtown, il centro amministrativo della città. In America ci arrivò per fare il Cinema, era stanca dell’Italia e, con l’aiuto del produttore Fernando Ghia, partecipò ad alcune audizioni, “però a quei provini c’erano migliaia di persone, negli Usa ho trovato un mondo cinematografico cattivo, così ho mandato tutti a quel paese e mi sono messa a fare altro”, disse in un’intervista di oltre dieci anni fa.

Così ha deciso di aprire un negozio di antichità, con il marito, e di dedicarsi agli ultimi. Ma andiamo con ordine: Ines Pellegrini, pelle scura, bronzea come un’opera d’arte, nasce a Milano il 7 aprile 1954, da madre eritrea e padre italiano. Dopo aver iniziato gli studi nella nostra città, ancora ragazzina si trasferisce nella nazione di origine della mamma, continuando le scuole italiane in Africa.

# Il debutto sul grande schermo

Pellegrini

Ines vuole fare l’attrice e ci riesce: debutta nel film “Li chiamavano i tre moschettieri…invece erano quattro”, una commediola leggera del 1973, come “Il brigadiere Pasquale Zagaria ama la mamma e la Polizia”, pellicola girata nello stesso anno, che la vede la fianco di Lino Banfi e Aldo Giuffrè. Il 1973 è assai prolifico per la Pellegrini, perchè all’attivo avrà tre film nei quali reciterà con Ubaldo Lay, Oreste Lionello e il milanese Gino Santercole.

# La grande occasione con Pasolini

Dopo altri due lavori di scarso successo, nel 1974 arriva la sua grande occasione, grazie a Pier Paolo Pasolini: l’intellettuale bolognese organizza i provini per “Il fiore delle Mille e una Notte”, Ines è tra le partecipanti per il ruolo di Zumurrud, lui la osserva e rimane colpito da quella rara bellezza con la pelle scura, gli occhi tristi e smarriti, proprio come quelli di Silvana Mangano. “Mi commossi fin quasi alle lacrime, davanti a quei lineamenti un po’ irregolari, ma perfetti, come quelli di una statua di metallo (…), quegli occhi sperduti in un’incertezza implorante (…)”, furono le parole di Pasolini di fronte ad Ines Pellegrini.

Non ci volle molto per definire questa attrice milanese “la musa di Pasolini”. Passa al genere drammatico, nel film “Il bacio”, sempre nel ’74, poi al thriller con “Gatti rossi in un labirinto di vetro”, sotto la regia di Umberto Lenzi. L’anno dopo è ancora guidata da Pier Paolo Pasolini in “Salò o le 120 giornate di Sodoma”.

# Nella sua carriera 21 film per il Cinema e due per la televisione

Di Gawain78 – catturato personalmente dall’autore., Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=3257720 – Pellegrini

In tutto reciterà in 21 film per il grande schermo e in due per la Tv. Con il primo film, guidata dal  regista bolognese, Ines diventa un sex symbol, al punto da guadagnarsi la prima pagina su Playboy, nel numero di Novembre 1974. Con “Una governante di colore”, “La fine dell’innocenza” e “Scandalo in famiglia”, la nostra attrice diventa una delle attrici più apprezzate nel genere erotico, di qualità.

La carriera cinematografica della Pellegrini si chiude nel 1985, con “Sono un fenomeno paranormale”, dove, sul set, prima ha degli attriti con Alberto Sordi, che poi si intiepidiranno mano a mano, fino a creare tra i due un forte legame di stima.

FABIO BUFFA 

Continua la lettura con altri milanesi d’autore:

Serafino, il “supertifoso” dello sport italiano

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LELLA LOMBARDI, l’unica donna a punti in FORMULA UNO

DIDI PEREGO, la Sofia del film italiano candidato all’Oscar

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AMBROGIO FOGAR, l’ “Ulisse” di Milano

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LUIGI MARANGONI, l’ultima vittima delle Brigate Rosse a Milano

SANDRA RAVEL, l’attrice-soubrette madre di Maurizio Gucci

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D’ANZI, il papà della “bela Madunina”

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CINI BOERI, l’architettura come impegno sociale

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JOHNNY DORELLI, una vita al massimo

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LUCIANO BERETTA: “il POETA del CLAN CELENTANO”

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Quando a Milano si voleva costruire il grattacielo più alto del mondo

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Prima delle torri di Porta Nuova e di CityLife a Milano si parlava di un grattacielo colossale, alto mezzo chilometro. Ma non finì bene. 

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Quando a Milano si voleva costruire il grattacielo più alto del mondo

# Nulla al di sopra della Madonnina

Credits: @milanocityitalia IG

Fino agli anni Sessanta la Madonnina rappresentava il punto più alto della città: 108 metri. Durante il fascismo il Comune di Milano aveva promulgato una disposizione, voluta dallo stesso Mussolini, che prevedeva che non si potesse costruire nessun edificio che superasse la Madonnina, come la Torre Branca che costruita nel 1933 all’interno del parco Sempione si fermò appunta a quota 108 metri.

Nel 1958 fu inaugurata la Torre Velasca e, anche se il fascismo era decaduto così come la norma sull’altezza delle costruzioni, ci fu un tacito accordo tra Comune e curia che portò anche questo palazzo a fermarsi a 106 metri di altezza. Il primato della Madonnina era salvo, ma non per molto.

Leggi anche: I due misteri della Torre Velasca

# L’escamotage: una copia della Madonnina in cima ai grattacieli di Milano

Credits Andrea Cherchi – Madonnina Torre Allianz

Nel 1960 si conclusero i lavori del Pirellone che con i suoi 127 metri divenne il palazzo più alto d’Italia. Ma soprattutto superava di 20 metri la Madonnina. Scandalo!
Il cardinale Montini, futuro Papa Paolo VI, si arrabbiò tantissimo e ottenne un compromesso all’italiana: in cima al grattacielo Pirelli venne posta una copia di 85 centimetri della Madonnina, in modo che ci fosse sempre lei a vegliare dall’alto su Milano.

La Madonnina continuò a dominare nei cieli di Milano anche dopo l’inaugurazione del Palazzo Lombardia che con i suoi 161 metri superò il Pirellone: per preservare la tradizione anche in cima di questo grattacielo venne sistemata una copia della Madonnina, benedetta dal cardinale Tettamanzi. C’è voluto poi il grattacielo Unicredit a infrangere il dominio della Madonnina, arrivando a 230 metri d’altezza e diventando così il grattacielo più alto d’Italia. Anch’esso con una piccola Madonnina sul tetto. 

Leggi anche: Le 4 Madonnine che vegliano su Milano

# Il Supergrattacielo di 500 metri

Ma il progetto più ambizioso apparve negli anni Sessanta: un supergrattacielo di 500 metri. Se fosse stato realizzato sarebbe diventato a quei tempi il più alto del mondo. In realtà si trattò di una truffa: così almeno la valutò il procuratore di Milano che accolse la denuncia di uno dei finanziatori del progetto, tale Mario Palanti, che aveva sborsato 160 milioni di lire per il progetto senza ottenere nulla. Dopo la denuncia il progetto venne richiuse nel cassetto. Per sempre. 

Continua la lettura con: I grattacieli in arrivo a Milano nei prossimi tre anni

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Viaggio agli antipodi di Milano: dall’altra parte del mondo c’è un “sole nebbioso” (video)

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L’antipode è il punto della Terra diametralmente opposto ad un altro. Deriva da antipodi, nome che gli antichi Greci avevano assegnato agli abitanti di una vagheggiata terra giacente nell’emisfero australe e antitetica rispetto alle lande conosciute. Da qui l’espressione “andare agli antipodi”, che in soldoni vorrebbe quindi dire “andare dall’altra parte del mondo”, anche, perchè no, ripercorrendo le gesta dell’Otto Lidenbrock di Jules Verne. E se partissimo da Milano, dove arriveremmo? 

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Viaggio agli antipodi di Milano: dall’altra parte del mondo c’è un “sole nebbioso” (video)

antipodi
La struttura interna del nostro pianeta: un modo alternativo per andare agli antipodi sarebbe quello di attraversarla tutta, come in Viaggio al centro della Terra

Supponiamo di metterci a scavare da Milano, da Piazza Duomo: dopo crosta, mantello, nucleo, mantello e crosta ancora, dove salteremmo fuori?

45° 30′ 2.4″ S, 170° 46′ 24.1″ W.

La risposta è questa e può essere solo questa: delle coordinate geografiche nel mezzo dell’Oceano Pacifico Meridionale, dove Lovecraft ambientava i Miti di Cthulhu.

A questo punto non ci rimarrebbe altro da fare che nuotare, o farci tirare su con gioia da una barca di passaggio, in viaggio verso le Forty-Fours, gruppo di isole dell’arcipelago neozelandese di Chatham, la terra più vicina all’antipode di Milano, a circa 429 chilometri verso nord-est.

antipodi
Se si scavasse da Milano per andare dall’altra parte del mondo ecco dove si uscirebbe

# Il lato opposto di Milano: le Isole Chatham, il “sole nebbioso”

Le Isole Chatham prendono il nome dalla lingua dei Moriori, il primo popolo ad averle abitate e chiamate: Rēkohu, che significa “sole nebbioso“. Un nome piuttosto familiare a Milano. Ma non è la sola curiosità: la loro posizione geografica, a ridosso della linea internazionale del cambio di data, le rende la prima terra abitata da esseri umani ad entrare nel nuovo giorno. E per questo, nel 1999, la Chatham Islands Note Corporation rilasciò delle banconote per celebrare l’anticipato inizio del terzo millennio su quei territori.

antipodi
Le Isole Forty-Fours

Le stupende Forty-Fours, praticamente disabitate, sono state contrassegnate come “Important Bird and Biodiversity Area” dalla BirdLife International, essendo uno dei soli due areali di nidificazione del prione fulmaro delle Chatham, oltre che habitat per le specie minacciate dell’albatro di Buller e dell’albatro reale del nord.

Spostandoci sull’isola principale, che dà il nome all’arcipelago, Chatham Island, troviamo la capitale Waitangi: 250 abitanti per due piazze dedicate alle tribù locali, Kopinga per i Moriori e Whakamaharatanga per i Maori indigeni, gli Ngāti Mutunga.

Waitangi risulta quindi essere in assoluto la città, se vogliamo chiamarla così (ma tutto è relativo), più lontana da Milano. Da proporre per un gemellaggio?

# Come arrivare alle Chatham

Le Chatham sono interessate da un clima oceanico, quindi con una scarsa escursione termica lungo tutto il corso dell’anno (solitamente non si scende mai sotto i 5° C e non si sale mai sopra i 20° C), ma con la pioggia che può occorrere in ogni momento – annualmente hanno in media 140 giorni piovosi. Per contro, a Milano, siamo tra gli 80 e i 90.

Il loro fuso orario passa da un +11:45h, con l’ora legale, ad un titanico +12:45h durante l’ora solare.

Ma se si vuole comunque visitare gli antipodi almeno una volta nella vita, senza arrischiarsi in un viaggio à la Lidenbrock, bisogna prepararsi a fare 24 ore di aereo, tra lo scalo a Dubai, Bangkok o Singapore (raggiungibili da Malpensa), il volo per Auckland (che per le Chatham è la porta sul mondo) e, da lì, l’ultima tratta verso il Tuuta Airport (20 km a nord-est di Waitangi), rigorosamente con Air Chathams.

antipodi
Un efficientissimo Saab 340 di Air Chathams – probabilmente l’aereo che vi condurrà laggiù

Air Chathams è stata inaugurata nel 1984 e vanta un eccellente record di sicurezza, oltre che un discreto network, che comprende 6 destinazioni sulle due isole principali della Nuova Zelanda e voli su richiesta verso l’aeroporto a Pitt Island, abitata da 38 persone (potete conoscerle tutte), 20 chilometri a sud-est dell’isola di Chatham.

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Continua la lettura con: Da Milano fino al circolo polare artico in treno con un biglietto solo 

HARI DE MIRANDA

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Perché la Madonnina ha un’alabarda?

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Credits: @andreacherchi_foto Madonnina

Uno dei simboli indiscussi della nostra città: non a caso è la “mia bela madunina”. Tuttavia, osservandola da vicino, è possibile notare qualcosa di insolito: accanto alla sua mano destra ha un’alabarda!

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Perché la Madonnina ha un’alabarda?

Ph. @photophonico IG

Da quasi 250 anni, la statua in rame dorato della Madonnina protegge Piazza Duomo e il resto della città, diventandone una delle icone: un’icona preziosa, alta più di 4 metri (415 cm, per la precisione) e formata da ben 6.750 foglie d’oro. Dal 1774 vigila su tutti gli abitanti di Milano, e pare aver preso talmente a cuore la sua missione di “vigilantes” da avere un’alabarda sempre a portata di mano.

La presenza di un’arma simile ha alla base una motivazione pratica: l’alabarda non è altro che un parafulmine “mascherato”. Quello attuale fa compagnia alla Madonnina dal 1967, dopo un violento temporale che la colpì.

Non è ben chiaro se la presenza dell’alabarda abbia anche qualche significato simbolico: nell’iconografia tradizione non si trova mai la Madonna con un’alabarda. Tuttavia, in araldica l’alabarda simboleggia proprio chi fa una buona guardia, quindi da questo punto di vista è azzeccata per la Madonnina meneghina.

Continua la lettura: Le più belle VILLETTE TUDOR e LIBERTY del quartiere Art-Decò di Milano (FotoGallery)

VANESSA MARAN

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Da Milano alla Sicilia in metà tempo: che fine ha fatto il progetto dei mini Frecciarossa?

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Era stato annunciato come una rivoluzione nei collegamenti con la Sicilia, dimezzando la durata del viaggio da Milano a Messina. 

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Da Milano alla Sicilia in metà tempo: che fine ha fatto il progetto dei mini Frecciarossa?

# L’obiettivo era dimezzare la durata del viaggio da Milano a Messina da 19 a 10 ore 

Traghetto treni regionali tra Messina e Reggio Calabria

Tutto era partito da un sondaggio condotto da Trenitalia nel 2021 sulle abitudini di viaggio e sull’interesse verso nuovi collegamenti dei clienti che hanno viaggiato da/per la Calabria e la Sicilia. I risultati avevano spinto a far valutare un nuovo collegamento ferroviario fornito dal FrecciaRossa, con meno fermate di quello attuale e in tempo di viaggio ridotto della metà da Milano a Messina nella metà del tempo. Il progetto avrebbe previsto la corsa notturna in sole 10 ore, invece che 19, compreso l’aliscafo di collegamento tra Reggio Calabria e Messina.  

# La composizione dei “Mini Frecciarossa” 

Credits ferrovie.it – Frecciarossa per la Sicilia
 

Il progetto prevedeva un servizio con “Mini Frecciarossa”, nello specifico 12 elettrotreni tipo ETR.1000 lunghi 103 metri e una composizione ridotta di quattro casse con una capacità di 200 passeggeri, per un investimento pari a 180 milioni di euro, da coprire in parte con risorse del PNNR. La ridotta lunghezza dei convogli avrebbe evitato di perdere tempo per la loro scomposizione consentendo la prosecuzione del viaggio direttamente sul traghetto. 

Le fermate intermedie del collegamento, con partenze da Milano e Torino e capolinea a Reggio Calabria, sarebbero state: Bologna, Reggio Emilia, Firenze, Paola, Lamezia Terme e Villa San Giovanni. 

# L’annuncio nel 2021 poi più nulla: con il Ponte sullo Stretto i treni diventerebbero inutili

Webuild – Ponte sullo stretto di Messina

Nel 2021 il Ministero delle Infrastrutture del Governo Draghi aveva annunciato l’acquisto e la consegna entro i due anni successivi dei convogli dedicati per dare avvio al servizio tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024. Da allora non si è mossa più una foglia e non si sarebbe fatto nessun passo in avanti. Fin da subito si erano levati dubbi da più parti, soprattutto per il ridotto numero di posti e il costo elevato dei convogli in rapporto ai benefici. Il governo attuale a guida Meloni ha inoltre deciso di puntare sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto, un’infrastruttura che se realizzata renderebbe inutili i “Mini Frecciarossa”.

Continua la lettura con: Fine del sogno dei “treni di Mezzanotte”?

FABIO MARCOMIN

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Milano, le 7 più belle piscine all’aperto

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festa inaugurazione bagni misteriosi
festa inaugurazione bagni misteriosi

Milano non è solo lavoro, traffico e frenesia ma offre anche una vasta scelta di luoghi ricreativi dove potersi riposare e staccare dalla vita di tutti giorni. La città offre numerose piscine all’aperto, ciascuna con caratteristiche uniche per soddisfare ogni esigenza. Queste sono luoghi perfetti per rinfrescarsi, godersi il sole e rilassarti, soprattutto dopo una intensa settimana di lavoro. Ecco alcune delle migliori della città.

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Milano, le 7 più belle piscine all’aperto

#1 Bagni Misteriosi

Credits: eventimilano.it – Bagni Misteriosi

Situata in via Carlo Botta 18, questa piscina è una delle più particolari di Milano.  La struttura è composta da due vasche, una più grande, e una più piccola che d’inverno viene trasformata in una pista di pattinaggio. È dotata di zone immerse nel verde, spogliatoi, un centro ristoro e una pedana mobile che di giorno viene utilizzata come solarium, mentre la sera come palco.

#2 Centro Balneare Cardellino

Credits: giovanigenittori.it – Centro Balneare Cardellino

Situato in via del Cardellino 3, in zona Lorenteggio, è un’oasi di relax immersa nel verde nel cuore di Milano. La struttura possiede una grande piscina all’aperto circondata da un ampio solarium attrezzato con lettini e ombrelloni. È presente anche un’area dedicata ai bambini, con giochi e attività acquatiche. Inoltre, vi è un bar dove poter gustare snack e bevande.

Leggi anche: La PISCINA GALLEGGIANTE sul LAGO a solo un’ora da Milano

#3 Piscina del Golf Club Le Rovedine

Credits: eventimilano.it – Golf Club le Rovedine

La piscina all’aperto del Golf Club Le Rovedine offre un’oasi di relax circondata da giardini affacciati sul campo da golf. Ideale per un momento di relax e divertimento con amici, dispone di ombrelloni, lettini e anche un servizio di assistenza.

#4 Ceresio 7

Credits: eventimilano.it – Ceresio 7

Non si tratta di una classica piscina, ma piuttosto di un Rooftop bar di lusso. In via Ceresio 7, il locale offre due piscine con vista sullo skyline di Milano. Essendo un locale di un certo livello bisogna aspettarsi un prezzo equiparato, con 110€ è compreso lettino, asciugamano e consumazioni. Perfetto per un pranzo gourmet e un aperitivo serale.

#5 Beach Forum

Credits: eventimilano.it – Beach forum

La piscina Beach Forum, situata presso il Mediolanum Forum di Milano, è uno dei punti di riferimento ideale per chi abita a sud della città. La struttura possiede una piscina olimpionica di circa 50 metri, circondata da un ampio prato verde attrezzato con sdraio e ombrelloni, perfetto per prendere il sole e rinfrescarsi durante le calde giornate estive. È presente anche un centro ristoro che offre cibi freschi.

Leggi anche: Le tre mete d’oro in Lombardia per i turisti della prossima estate

#6 Piscine Punta Dell’Est Idroscalo

Credits: eventimilano.it – Piscina Idroscalo

Le storiche piscine della Punta dell’Est offrono un’esperienza unica per chi vuole passare una giornata rilassante. La struttura include una piscina doppia e una dedicata ai bambini, è inoltre possibile noleggiare lettini, sdraio e ombrelloni. La zona è completa di bar dove è possibile gustare un pranzo leggero o uno spuntino pomeridiano e concludere con un happy hour avvolti nella suggestiva luce del tramonto. L’offerta sportiva è variegata, spaziando da tranquille pedalate in pedalò a sport acquatici più avventurosi come sci nautico, wakeboard e wakeskate.

#7 Piscina Sant’Abbondio

Credits: eventimilano.it – Piscina Sant’ Abbondio

Situata nel quartiere Chiesa Rossa è facilmente raggiungibile tramite la metro verde con fermata Abbiategrasso. La struttura, recentemente rinnovata, offre una vasca coperta invernale, un solarium, campi da beach volley e calcetto, palestra, bar e numerosi corsi per tutte le età.

Leggi anche: Lugano marittima: l’estate che non ti aspetti a un’ora di treno da Milano

Continua la lettura: L’Isola del Giglio: attrazioni e curiosità di una delle mete più amate dell’estate

ANNA ALBINI

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Il centro di Milano si rifà il look: il progetto misterioso e cosa sta sorgendo al posto del palazzo sventrato e dell’ex Garage Sanremo

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Una ferita nel cuore più antico di Milano. Una zona rimasta per decenni trascurata, con edifici in stato di abbandono o distrutti a seguito dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. La rinascita, seppur lenta, sembra avviata e coinvolge diversi edifici.  

Fonte e immagini dai cantieri di Urbanfile.

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Il centro di Milano si rifà il look: il progetto misterioso e cosa sta sorgendo al posto del palazzo sventrato e dell’ex Garage Sanremo

# Un nuovo edificio al posto del palazzo sventrato 

Una zona in lenta rinascita, quella delle 5 Vie. Rappresenta il nucleo più antico della città e che per troppo tempo è rimasto immutato lasciando in brutta mostra i segni della Seconda Guerra Mondiale. Partiamo proprio dal palazzo sventrato dai bombardamenti e dalla voragine al posto di un altro palazzo andato totalmente distrutto. Siamo all’incrocio del quartiere, dove si incontrano le 5 vie formando una sorta di stella , al civico 1 di via Santa Marta.  Come si vede dal reportage di Urbanfile è attivo un cantiere per la realizzazione di un nuovo edificio, a coprire il vuoto lasciato da decenni, dopo la messa in sicurezza della parete cieca del palazzo di via del Bollo 7. Terminati gli scavi e posizionata sulla gru è iniziata l’edificazione vera e propria con consegna non prima della fine del 2025.

Progetto via Santa Marta – Ara Associati

Il progetto, sviluppato da FCMA con la firma di Arassociati Studio di Architettura, prevede un edificio su un lotto di 247 mq con 5 livelli fuori terra e al piano terra un locale commerciale di 118 mq. Il design dell’edificio è stato concepito per armonizzarsi con i lotti e i volumi già presenti, rispettando le altezze originarie. All’interno sono presenti 10 appartamenti di varie dimensioni, sia medie che grandi. Si caratterizza per un’alternanza tra intonaci e parti lapidee nelle tonalità chiare con serramenti in legno a tutt’altezza. 

# Il progetto “misterioso” in Via Zecca Vecchia 2

Urbanfile – Cantiere Via Zecca Vecchia 2

Spostiamoci di circa 200 metri, verso Piazza San Sepolcro, in Via Zecca Vecchia 2. Le uniche attività svolte nel cantiere sono state quelle di bonifica e di rimozione di parte del materiale. Si prevede la costruzione di un edificio di tre piani fuori terra anche se non è stato pubblicato ancora il progetto definitivo.

Il lotto è di 247 mq, con un locale commerciale di 125 mq e un giardino di 117 mq. Previsti anche parcheggi automatizzati. Al momento sono disponibili solo dei vecchi rendering e non si conosce la data prevista di fine lavori.

# L’hotel da 194 camere dove c’era l’ex Garage Sanremo

Ph. Lorenzo Gherzi

Al civico 3 della stessa via dovrebbe invece essere costruito un hotel da 194 camere di alto livello al posto dell’ex Garage Sanremo, demolito con polemiche nel 2023 con la contestuale messa in sicurezza dei reperti archeologici ritrovati sotto le sue fondamenta. Il “Comitato per la Valorizzazione dell’area archeologica di via Zecca Vecchia” aveva infatti proposto la realizzazione di un parco archeologico di 3.800 mq immerso nel verde per valorizzare l’area, ma senza trovare accoglimento.

Si prevede una cortina di edifici simili al contesto storico, per quanto riguarda lo stile e le altezze.

Urbanfile – Cantiere Zecca vecchia 2

Il progetto è a firma dello studio RIMOND coordinato dagli architetti Barbara Pighi e Gregorio Praderio, ma da più di anno non si muove nulla e non ci sono notizie sull’avvio vero e proprio del cantiere.

Fonte: Urbanfile

Leggi anche: La PROPOSTA: un PARCO ARCHEOLOGICO nel cuore di MILANO sui terreni dell’EX GARAGE SANREMO

Continua la lettura con:  Il PALAZZO SQUARCIATO del centro di Milano sta venendo demolito: cosa sorgerà al suo posto?

FABIO MARCOMIN

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