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7 ristoranti con terrazza panoramica a Milano

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maryfarfy IG - Mirador

Dove si può mangiare o fare aperitivo osservando lo skyline più bello d’Italia? Ecco 7 ristoranti con terrazza panoramica da provare.

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7 ristoranti con terrazza panoramica a Milano

#1 Terrazza Palestro

Terrazza Palestro

Partiamo dalla Terrazza Palestro, al quarto piano del Centro Svizzero, con vista su uno dei grandi polmoni verdi della città: Giardini Pubblici Indro Montanelli. L’atmosfera è particolarmente suggestiva, con una moltitudine di piante che circondano i tavoli e fiori che li decorano, creando l’impressione che i Giardini si estendano fino alla terrazza. Questa perfetta fusione tra città e natura è resa ancora più piacevole dalla grande copertura fissa, che permette di mangiare sia con il sole che con la pioggia, osservando la città dall’alto mentre vive e respira. La proposta culinaria mixa tradizione, ricerca e contemporaneità, con un occhio alla stagionalità, da gustare dal lunedì al sabato sia a pranzo che a cena.

Indirizzo: Via Palestro, 2

#2 Clotilde Brera

Un’altra splendida terrazza panoramica si trova al Clotilde Brera, in pieno centro città, che prende il nome dalla principessa Clotilde, moglie di Napoleone Giuseppe Carlo Bonaparte. Questo raffinato bistrot rimanda all’epoca ottocentesca, con all’esterno arredo elegante e una serra con moltissime varietà di piante, offre una vista unica sulla Vecchia Milano, regalando uno skyline inaspettato e sorprendente, con affaccio diretto su Piazza San Marco. I piatti dello Chef Domenico Della Salandra sono accompagnati da cocktail, sia tradizionali che innovativi, ideati da Filippo Sisti. Aperto tutti i giorni a pranzo e cena, la domenica solo a pranzo.

Indirizzo: Piazza San Marco, 6

#3 Ceresio 7

Credits aleildevi IG – Ceresio 7

Passiamo dalla Vecchia alla Nuova Milano con il Ceresio 7 Pool & Restaurant, il noto locale del brand Dsquared che offre due magnifiche piscine con vista a 360° sullo skyline della città. Senza rischio di essere smentiti è una delle terrazze più ambite, per il suo panorama, per la cucina proposta dallo Chef Elio Sironi a pranzo e cena e per la possibilità di fare aperitivo in un’atmosfera davvero magica.

Indirizzo: Via Ceresio, 7

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#4 Terrazza Triennale

Terrazza Triennale

Nel cuore del Parco Sempione, proprio sopra la Triennale c’è “Terrazza Triennale”, dal 2023 sotto la nuova gestione di Compass Group Italia. Aperto nel periodo primavera-estate, dal pranzo al dopo cena, regala una vista che abbraccia i grattacieli imponenti di Porta Nuova, i torrioni del Castello Sforzesco e il verde lussureggiante del Central Park milanese. Questo luogo incanta sia la vista che il palato con una proposta gastronomica di alta qualità basata su un menu stagionale e curata da Tommaso Arrigoni, una stella Michelin con il suo ristorante Innocenti Evasioni di Milano. Con il nuovo corso sono stati rivisti anche gli interni con tavoli e sedie in legno a richiamare la tonalità del parquet, di Pedrali, e lampade Artemide.

Indirizzo: Viale Emilio Alemagna, 6 

#5 Ristorante Torre Fondazione Prada

Ristorante Torre Prada

Nel quartier generale della maison milanese, dove trovano spazio un museo con esposizioni permanenti e temporanee, un cinema, un teatro e un bar, c’è anche un delizioso ristorante situato al sesto piano della torre. Il ristorante Torre, progettato da Rem Koolhaas nel 2018, ospita al suo interno opere d’arte ed elementi di design e dispone di una terrazza con una vista meno consueta, in prima fila sulla rigenerazione dell’ex Scalo Romana dove da pochi mesi è arrivata al tetto la costruzione del Villaggio Olimpico. La cucina, dello chef Lorenzo Lunghi, propone piatti semplici e allo stesso tempo raffinati, da gustare mentre si cerca di intravedere il Duomo in lontananza.

Indirizzo: Via Giovanni Lorenzini, 14

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#6 Sachi, il ristorante giapponese “della felicità” vista Duomo

ilduogui_dg IG

Al quarto e ultimo piano del Palazzo Cordusio Gran Hotel Meliá, la novità cinque stelle lusso in centro che ha preso il posto della sede di Assicurazioni Generali, c’è il ristorante Sachi. Nell’ex Palazzo Venezia il ristorante della felicità, questo è il significato della parola Sachi, mette a disposizione una sala interna e una suggestiva terrazza da cui ammirare il Duomo e la Madonnina. A curare l’offerta gastronomica è lo chef Moon Kyung Soo con una proposta di cucina innovativa dove gustare i sapori del Sol Levante in modo insolito. 

Indirizzo: Via Orefici, 26

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#7 I Mirador, la doppia terrazza sui Navigli

maryfarfy IG – Mirador

Aperto da settembre 2023, “I Mirador” del nuovo hotel 21 House of Stories Navigli è diventata uno dei rooftop più ricercati a Milano grazie alla sua doppia terrazzaUna è al settimo piano e ospita una piscina, un’area lounge, un cocktail bar e un lungo bancone dove godere della splendida vista sulla Darsena. All’ottavo e ultimo piano di questo hotel, che è anche bistrot e coworking, si svela l’unica terrazza panoramica a sud di Milano. Alla vista a 360 gradi sullo skyline si affianca un wine bar, un ristorante e un’area lounge più privata con vista sulla piscina. Le terrazze sono aperte tutti i giorni da aprile a settembre dalle 19 alla mezzanotte.

Indirizzo: Via Privata Fratelli Angelo e Mario Bettinelli, 3,

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Articolo di ROSITA GIULIANO aggiornato dalla redazione

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Lo sapevi che a Milano esiste la Casa degli Artisti?

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postibelliamilano IG - Casa degli Artisti

La Casa degli Artisti a Milano è un edificio storico che ha svolto un ruolo significativo nella storia artistica e culturale della città. Situata nel quartiere Brera, questa residenza per artisti è diventata un simbolo di creatività e ispirazione.

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Lo sapevi che a Milano esiste la Casa degli Artisti?

# La sua storia

Casa degli artisti

Costruita nel XIX secolo, la Casa degli Artisti è stata originariamente concepita come alloggio per gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Brera. L’edificio presenta un’architettura neoclassica, con una facciata maestosa e dettagli artistici. Le stanze al suo interno sono spaziose e luminose, con soffitti alti che permettono la creazione di opere d’arte di grandi dimensioni.

La Casa degli Artisti ha ospitato molti artisti famosi nel corso degli anni. Artisti come Leonardo da Vinci, Caravaggio, Canaletto e molti altri hanno vissuto e lavorato qui, contribuendo a creare un ambiente creativo e stimolante. Questa residenza ha favorito la collaborazione e lo scambio di idee tra gli artisti, creando un vero e proprio centro di eccellenza artistica.

Nel corso del tempo è diventata un punto di riferimento per gli amanti dell’arte e della cultura. Le sue sale sono state utilizzate per mostre d’arte, eventi culturali e residenze artistiche. Gli artisti che hanno soggiornato qui hanno avuto l’opportunità di esporre le proprie opere e di interagire con il pubblico

Oggi, la Casa degli Artisti continua a svolgere un ruolo importante nella scena artistica di Milano. Oltre ad essere un centro culturale, ospita anche un museo che racconta la storia dell’edificio e delle personalità artistiche che vi hanno soggiornato. Il museo offre una prospettiva unica sulla vita e l’arte degli artisti che hanno reso famosa la Casa degli Artisti

# Le attività e la sua importanza

postibelliamilano IG – Casa degli Artisti

La Casa degli Artisti è anche sede di molte attività educative e workshop, che mirano a promuovere l’arte e la creatività tra i giovani e la comunità locale. Queste iniziative offrono opportunità di apprendimento e di espressione artistica a persone di tutte le età e di tutti i livelli di abilità.

L’importanza della Casa degli Artisti si estende oltre i confini di Milano. Questo edificio storico è diventato un punto di riferimento per gli artisti provenienti da tutto il mondo. La sua reputazione come centro di eccellenza artistica ha attirato artisti internazionali che desiderano vivere e lavorare in un ambiente stimolante e creativo.

È anche un’attrazione turistica molto apprezzata. I visitatori possono ammirare le opere d’arte esposte nelle sue sale, esplorare il museo e partecipare a eventi culturali. La sua posizione nel quartiere di Brera, famoso per le sue gallerie d’arte e i suoi caffè storici, rende la Casa degli Artisti un punto di partenza ideale per esplorare la scena artistica e culturale di Milano.

# Non un semplice edificio

luca_coser IG – Casa degli artisti

La Casa degli Artisti a Milano è molto più di un semplice edificio storico. È un luogo che ha contribuito alla crescita e allo sviluppo dell’arte e della cultura nella città. La sua storia ricca di artisti famosi, le sue esposizioni d’arte e le attività educative lo rendono un centro di eccellenza artistica che continua ad ispirare e promuovere la creatività. Se sei un amante dell’arte e della cultura, la Casa degli Artisti è sicuramente un luogo da visitare durante il tuo soggiorno a Milano.

Continua la lettura con: “Villa Triste”: la casa degli orrori di zona Fiera

MICHELE LAROTONDA

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Una giornata da Design Lover a Milano

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thelongevitysuite IG - Longevity suite

Una giornata dedicata alle migliori esperienze di design, dal caffè del mattino, alla cena stellata fino alla notte in una magica suite imperiale.

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Una giornata da Design Lover a Milano

# Scoprire la storia del design alla Triennale

Triennale – Museo del design – Via Alemagna 6 (Parco Sempione)

Fra il Castello Sforzesco e la Torre Branca è ubicata la Triennale Milano che ospita al suo interno anche il Museo del design italiano. C’è anche un teatro che ospita spesso spettacoli di danza e musica. Un luogo significativo per la città e da cui raggiungere facilmente altri siti di interesse come l’Arco della pace o l’Acquario civico.

# Pranzare da Acanto

Credits principesavoia IG – Ristorante Acanto

Eleganza e lusso caratterizzano questa location di design che propone piatti raffinati di cucina classica contemporanea. Durante la bella stagione è possibile sostare negli spazi del giardino all’italiana che accoglie la clientela elitaria che si reca qui. Una location moderna per sentirsi parte della Milano che conta tra uomini d’affari e celebrities di fama internazionale.

# Spa session Al Palazzo Arcivescovile

thelongevitysuite IG – Longevity suite

Dopo una passeggiata al Quadrilatero della moda, il doppio accesso dell’Hotel Portrait facilita l’ingresso presso la nuova spa interna. L’area benessere, The longevity suite, è aperta anche agli ospiti esterni, proponendo evolute pratiche antiage finalizzate ad ottenere equilibrio tra corpo e mente. La spa è arricchita dalla presenza di un bagno turco, sauna, zona relax e palestra. 

# Aperitivo al bar Basso

Credits: @e15furniture
Bar Basso

Non si può rinunciare ad un aperitivo nel locale simbolo della Milano da bere. Un bar storico dove recarsi dopo il lavoro, per socializzare, osservare e perché no, essere visti, sorseggiando il mitico Negroni sbagliato. In via Plinio, un indirizzo che è da decenni un punto fermo per la città di Milano. 

# Cena stellata da Aalto

Credits romag73 – Aalto

In piazza Alvar Alto, all’interno di Torre Solaria, un locale sito nel cuore della Milano Verticale. Sala panoramica con pietra, legno e larghe vetrate. Il menù è un sapiente mix tra sapori giapponesi e cucina italiana per una esperienza culinaria fusion di altissimo livello all’interno di una location di avanguardia che ben si inserisce nel contesto di una metropoli sempre più internazionale.

# Una notte da sogno al Principe di Savoia

Credits: principesavoia iG – Hotel Principe di Savoia

Uno degli hotel più esclusivi in Italia è un vero e proprio tempio del lusso in piazza della Repubblica. Una incredibile esperienza dove godere dei servizi in linea con un hotel 5 stelle lusso, come la limousine messa a disposizione per esplorare la città, o la spa, la piscina coperta o la vasca idromassaggio ai piani alti della struttura. Non manca la palestra e una terrazza da cui godere di spettacolari panoramiche milanesi. E poi a nanna magari in una sontuosa suite imperiale. 

Continua la lettura con: Tutto in un locale: dove a Milano si entra e non si esce più

ALESSANDRA GURRIERI

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Il thrifting, la “nuova moda” dei mercati di Milano: quali sono i migliori?

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Se in passato fare shopping nei mercati rionali poteva sembrare un’attività relegata alle persone meno fortunate, che non potevano permettersi di acquistare nei negozi convenzionali, ora non è più così. “Spulciare” e “scavare” tra le montagne di merce nei mercati rionali alla ricerca di capi firmati a prezzi bassissimi è diventato quasi un’attività nobilitante. Milano offre un’ampia varietà di mercati dove è possibile trovare tutto ciò di cui si ha bisogno. Eccone alcuni.

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Il thrifting, la “nuova moda” dei mercati di Milano: quali sono i migliori?

# Mercato di San Marco – Brera

Credits: ViviMilano – mercato di san marco

Situato nel quartiere Brera, questo mercato rionale conta una quarantina di espositori, di cui una ventina propone abbigliamento ricercato e alla moda, mentre gli altri sono dedicati agli alimentari. È possibile trovarlo in via San Marco il lunedì e il giovedì mattina.

# Fiera di Sinigaglia

Credits: Fiera di Sinigaglia (FB)

Questo mercato, situato a Ripa di Porta Ticinese, si tiene ogni sabato dalle 8 alle 18. Si tratta di un antico mercatino delle pulci che fa parte della storia di Milano, con oltre 100 bancarelle che si estendono lungo l’Alzaia del Naviglio Grande.

Leggi anche: ALTA MODA ma USATA: ABBIGLIAMENTO e ACCESSORI FIRMATI di seconda mano a MILANO

# Mercato di Papiniano

Credits: Il Mercato di Viale Papiniano (FB)

Tra viale Papiniano e Piazza S. Agostino, questo è il mercato rionale più grande di Milano. Tra le montagne di vestiti e accessori, è il luogo ideale per fare ottimi affari. Oltre all’abbigliamento, si possono trovare anche fiori, generi alimentari, frutta e verdura.

# East Market Milan

Credits: East Market Milano

Situato in via Mecenate 88/A, questo mercato dell’usato e del Vintage si tiene circa una volta al mese. L’ingresso costa 5 euro e oltre agli stand e alle bancarelle, si possono trovare numerosi food truck e musica dal vivo.

# Mercato Fauchè

Credits: ViviMilano.it – mercato Fauchè

Considerato uno dei mercati più noti di Milano, qui è possibile fare la spesa tra più di cinquanta banchi alimentari e fare shopping tra un centinaio di bancarelle fornite di abiti griffati, seta e cashmere. È famoso soprattutto per le scarpe di marca, il cashmere e il cibo gourmet.

Leggi anche: Il mercatino di classe delle sciure milanesi

# Mercato Isola

Credits: Foursquare.com – Mercato Isola

Situato in via Garigliano, questo mercato si tiene tutti i martedì e sabato mattina. Offre un’ampia scelta tra numerose bancarelle che affollano le strade del quartiere, dai banchi alimentari a quelli di abbigliamento e accessori. Il punto forte è l’ampia selezione di calzature.

# Basar

Credits: ViviMilano.it – Bazar

Ogni secondo sabato del mese, in via Arena 25, si tiene il Basar, un mercatino solidale dove è possibile trovare libri nuovi e usati a prezzi vantaggiosi, oltre a oggetti, vestiti usati, borse, cappelli, scarpe e spesso anche abiti nuovi donati da stilisti a prezzi modici.

Continua la lettura: All You Can Fit di Vestiti: Il Nuovo Store di Milano

ANNA ALBINI

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I treni in Italia sono tra i più veloci d’Europa

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Hystory Cool kids

Il nostro Paese vanta una delle più estese reti ferroviarie di Alta Velocità del mondo: settima con quasi 1.100 km secondo l’UIC, l’Unione Internazionale delle Ferrovie. Ma quanto corrono in media i treni italiani lungo tutta la rete? 

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I treni in Italia sono tra i più veloci d’Europa

# Una rete ferroviaria di 16.832 km e circa 2.200 stazioni

pixabay – Binari

In Italia prosegue la costruzione di linee dell’Alta Velocità, con un’estensione di 1.097 km la nostra rete è settima nel mondo secondo l’UIC, l’Unione Internazionale delle Ferrovie. Contando tutto il sistema ferroviario, che comprende anche linee percorse da treni regionali, intercity e frecciabianca, si contano 16.832 km di linee, 24.567 km di binari e circa 2.200 stazioni.

Leggi anche: Scegli la tappa guardando la mappa: tutte le fermate dell’Alta Velocità in Italia

# Italia terza in Europa per velocità media con 169,9 km/h

Hystory Cool kids

Se con Frecciarossa e Italo si raggiungono in alcune tratte i 300 km/h, non tutti i treni possono spingersi a tanto anche per via dell’infrastruttura ferroviaria e della linea servita. Il nostro Paese però non si posiziona male nella classifica europea delle velocità media sui binari, almeno in questo caso non è fanalino di coda: con 169,9 km/h viene superata solo da Spagna, prima con una media di oltre 199 km all’ora, e Francia con 196 km/h. Dietro di noi troviamo la Germania con 141,6 km/h e il Regno Unito con 134,4 km/h.

Alle nostre spalle anche Svezia, con 122,4 km/h, Polonia, Austria, Russia e Svizzera rispettivamente con 113,6 km/h, 106,8 km/h, 104,2 e 102,2 km/h.

# Disastro est Europa, Finlandia, Norvegia e i Balcani: nessuna raggiunge almeno i 100 km/h. La peggiore è l’Albania

PublicDomainPictures-pixabay – Albania

Tutto il blocco delle Nazioni dell’est Europa, eccetto appunto Polonia e Russia, rientrano nella top ten, così come Finlandia e Norvegia, tutta l’area dei Balcani, Olanda, Belgio, Danimarca, Irlanda e Portogallo. Nessuna di queste arriva almeno ai 100 km/h. A segnare il record negativo è l’Albania, dove i treni “corrono” ad una media di appena 27,6 km/h.

Continua la lettura con: Frecciarossa in Spagna: via alla vendita dei biglietti

MILANO CITTA’ STATO

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I flower bar sbocciano a Milano: i 5 locali da non perdere

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Credits fracipxx IG - Potafiori

I locali di Milano dove cenare avvolti da giardini fioriti.

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I flower bar sbocciano a Milano: i 5 locali da non perdere

#1 Potafiori

Credits fracipxx IG – Potafiori

In zona Bocconi, una vera e propria istituzione: un meraviglioso mix di cibo e fiori in una location dal design minimal dove, già dalla mattina si può mangiare curiosando qua e là o farsi preparare un bouquet di fiori profumati. Cucina tradizionale italiana per una cena o sfiziosità varie per un aperitivo. Fiori e piante assemblati con fantasia per dare vita a creazioni floreali uniche. In Via Salasca 17.

#2 Fioraio Bianchi

fuorisalone IG – Fioraio Bianchi

Altro locale storico nella suggestiva cornice di Brera, tra pareti vintage, arredi in legno, luci soffuse. Il tutto arricchito da fiori e piante bellissime. A coronamento di ciò, un menù impostato sui piatti della tradizione italiana abbinati a un’ampia selezione di champagne. In Via Montebello 7.

#3 Mint garden

mint_garden_cafe_bistrot IG – Mint Garden

In una traversa di corso Buenos Aires. Alla mattina per un caffè, poi per una pausa pranzo o ancora per un aperitivo, una location che assomiglia a un bistrot parigino dove assaggiare uno sfizioso brunch tra bouquet di fiori freschi, vasi e vasetti tutti acquistabili. In Via Felice Casati 12.

#4 Bici e radici

paolettayeah IG – Bici e radici
In un quartiere ormai diventato iconico, Nolo, si trova questo locale particolare con fiori e biciclette e con angolo bar e caffetteria, munito di un gradevole dehor esterno. Qui si può sorseggiare un buon caffè oppure sostare per un aperitivo a base di vino o birre artigianali. Un negozio di quartiere tra biciclette, fiori freschi e un piccolo angolo libreria dedicato al mondo delle biciclette. In Via Nicola d’Apulia 2.

#5 Fiuri Milano. Flowers and coffee

julietvampire IG – Fiuri

In zona Isola, un locale dove il profumo del caffè e dei croissant si mescola a quello delle piante e dei fiori. Bouquet freschi, composizioni di fiori secchi e piante rampicanti, arricchiscono il fascino di questo locale dall’atmosfera retro dove si può ascoltare musica jazz e assaggiare torte artigianali, biscotti e mille sfiziosità. In piazza Fidia. 

Continua la lettura con: Tutto in un locale: dove a Milano si entra e non si esce più

ALESSANDRA GURRIERI

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7+1 progetti che potevano rivoluzionare Milano

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Non sono pochi i progetti che se fossero stati realizzati a Milano avrebbero contribuito a cambiarle il volto in meglio, a migliorare la vita dei cittadini e rendere la città più internazionale. Abbiamo selezionato i 7 più significativi, tra i quali una truffa, oltre a un raddoppio mancato e un progetto impossibile. Verranno mai riesumati, un giorno?

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7+1 progetti che potevano rivoluzionare Milano

#1 Riapertura dei 7,7 km di Navigli interrati negli anni ’30

Nonostante oltre il 90% di votanti abbia scelto il “Sì” a referendum del 2011, il ripristino della funzionalità delle Conche di Viarenna e dell’Incoronata, così come i lavori per la riapertura di Navigli non sono mai partiti. Anche il sindaco Sala l’aveva indicata come priorità e il Politecnico di Milano ne aveva già predisposto il progetto, con relativi costi da sostenere poco inferiori a 500 milioni di euro. La completa riapertura dei canali, interrati negli anni’30, avrebbe previsto la completa navigabilità con avrebbe un’estensione totale di 7,7 chilometri, con itinerari navigabili e ciclabili tra i fiumi Ticino e Adda.

I concomitanti cantieri della M4 avrebbero consentito di operare delle parziali riaperture, insistendo il tracciato della metropolitana sulla cerchia dei Navigli, ma ora con la conclusione degli scavi delle gallerie e la successiva copertura dei cantieri che seguirà, il sogno di vedere di nuovo i Navigli si fa sempre più remoto.

Credits: repubblica.it – Progetto riapertura navigli

Leggi anche: Da Gioia alla Darsena: in volo sopra Milano sul percorso dei vecchi NAVIGLI (VIDEO)

#2 Il porto di Porto di Mare: la nuova Darsena di Milano

Credits: naviglireloading.eu – Progetto Darsena a Rogoredo

Già dalla fine dell’800, la Darsena di Milano risultava ormai insufficiente per ospitare la grande mole di materiali trasportati dai barconi che scendevano dal Lago Maggiore o risalivano il Po, rispettivamente tramite il Naviglio Grande ed il Naviglio Pavese. Per questo motivo nel 1907, il Genio Civile presentò un progetto che prevedeva un porto a Rogoredo, a sud di Porta Romana, punto naturale di convergenza delle acque che colano dalla città. Nel 1917 il progetto venne approvato, l’anno dopo si costituì l’azienda portuale e in quello successivo, il 1919, cominciarono i lavori.

Con la chiusura delle agenzie portuali padane da parte di Mussolini nel 1922, i lavori si fermarono, l’area oggetto si riempì di acqua di falde, finendo per diventare un laghetto per la pesca.

Dopo alcune rivisitazioni e ampliamenti del progetto, venne costituito il Consorzio Canale Milano-Cremona e nel 1972 cominciarono gli scavi di 20 sui 65 km del progetto complessivo, tra Cremona e l’Adda, che vennero interrotti a 16 km del Po. Nel 1973 il Comune di Milano decise di prendere in affitto la cava del Porto di Milano, ribattezzata dai milanesi “Porto di Mare”, dal Consorzio del Canale e destinarla a discarica mettendo la pietra tombale al progetto della nuova Darsena al “Porto di Mare”. La realizzazione della tangenziale est nel 1986 e la chiusura del Consorzio Canale Milano-Cremona chiuse definitivamente la vicenda.

Leggi anche: Il PORTO di Mare a Milano: la storia e il progetto di rilancio

#3 La linea M6, l’ultima metro radiale mancante a Milano

La linea M6 con le varianti previste nel PUMS
La linea M6 con le varianti previste nel PUMS

Il progetto di base, ipotizzato già nel 2010 dalla Giunta Moratti, prevedeva 37 fermate con partenza dall’area di Certosa-Rho fiera-Stephenson e sotto l’asse del Sempione, con direzione Noverasco o Ponte Lambro.

L’ultima versione delle linea del 2016, ora colorata di rosa, avrebbe l’obbiettivo di collegare la periferia nord-ovest e quella sud-est di Milano, passando per il centro della città. In questo modo: dopo avere intersecato Domodossola FN-M5, scenderebbe verso il nodo di Cadorna e poi avrebbe due possibilità, o incrociarsi a Missori con la M3 o con la linea verde, per poi passare dalla fermata dello spicchio di “circle-line” Tibaldi e infine avrebbe due alternative: andare fino a Noverasco verso sud lungo Ripamonti oppure fino a Ponte Lambro incrociando la M3 a Rogoredo. Si coprirebbero così due aree importanti, ad oggi scoperte, come quella compresa tra Quarto Oggiaro-Certosa-Sempione a nord ovest e quella del municipio 5 a sud con la sola fermata di Piazza Abbiategrasso.

Leggi anche: M6: la favola della metropolitana ROSA

#4 Tunnel stradale Expo-Linate per “sotterrare” il traffico

tunnel
Il progetto per potenziare l’offerta di mobilità tra Linate e la Fiera

Il progetto pensato sempre durante la Giunta Moratti consisteva in un tunnel di 14.5 chilometri che dall’aeroporto di Linate avrebbe dovuto portare al quartiere dell’Expo per poi concludersi a Molino Dorino con 9 ingressi, con relativi svincoli e varchi, che dovrebbero drenare parte del traffico di superficie. L’investimento di 2 miliardi di euro, dei quali il 40% pubblici, venne archiviato in sede di approvazione del Pgt nel 2012.

#5 Corso Sempione trasformato negli Champs-Elysées di Milano

Un progetto datato 2012 dell’architetto portoghese Alvaro Siza che avrebbe potuto essere pronto per Expo, e avrebbe risolto problemi di parcheggi, vivibilità e decoro del corso più suggestivo di Milano. 7 marzo 2012. In sintesi era prevista la soppressione della carreggiata centrale, da destinare a grande giardino, “un sistema da comprendere in quello di riqualificazione delle strade cittadine dirette all’area dell’Expo 2015, la cosiddetta “via di terra”.
Tutta la Zona Sempione avrebbe beneficiato di questo intervento, trasformandosi in una combinazione di arte, grazia urbana, edifici residenziali, con Via Tommaso Agudio cuore del progetto nella porzione orientale del sistema. Ecco il video esplicativo della riqualificazione di Corso Sempione.

Leggi anche: Corso Sempione, gli Champs-Elysées di Milano: in futuro sarà così?

#6 Il Ponte di Porta Romana, per ricucire i quartieri separati dallo scalo

Il progetto del Ponte di Porta Romana del 2016, proposto dal Centro Studi TAT avrebbe consentito di ricucire due porzioni di quartieri del sud di Milano separati da uno scalo ferroviario. Il ponte sarebbe stato “realizzato con una struttura a secco e con limitati elementi fondazionali”, senza richiedere “opere di bonifica o di trattamento preventivo dei suoli“, con una pendenza del 5%, un’ossatura modulare prefabbricata in acciaio, un piano di calpestio in legno e con illuminazione notturna. 

Il percorso di circa 250 metri sarebbe partito dall’attuale Largo Isarco, accanto all’ingresso di Fondazione Prada, e, superando l’area dismessa e oggi inaccessibile dello Scalo Romana, sarebbe arrivato oltre la ferrovia, in zona Piazza Trento-Viale Isonzo.  

Leggi anche: Il ponte di Porta Romana: un progetto per collegare le aree attorno all’ex scalo ferroviario

# 7 Il Monte Stella doveva essere alto il doppio

Credits: milanoalquadrato.com – Monte Stella in realizzazione

L’unico monte di una città di pianura, il Monte Stella o Montagnetta di San Siro, è una collinetta artificiale con un’altezza di quarantacinque metri sul piano sottostante. Nel progetto originario del 1946, avrebbe dovuto essere alta il doppio, ma venne limitata a causa di spinte laterali del terreno che potevano creare problemi ai vicini edifici di via Isernia, sul lato orientale.

#7+1 La grande truffa: Il grattacielo di 500 metri, il più alto del mondo

Negli anni sessanta mentre con il Grattacielo Pirelli si superava per la prima volta in altezza i 108 metri della sommità della Madonnina sul Duomo, si lavorò su un progetto incredibile:  un supergrattacielo di 500 metri che se fosse stato realizzato sarebbe diventato a quei tempi il più alto del mondo, e ancora oggi tra i più alti. Purtroppo il progetto del tal Mario Palanti non era altro che una truffa. Questo il parere del procuratore di Milano, in accoglimento alla denuncia di uno dei finanziatori del progetto che aveva sborsato 160 milioni di lire per il progetto rimanendo con un pugno di mosche.

Leggi anche: Quando a Milano un SUPERGRATTACIELO di 500 metri osò sfidare la Madonnina

# Special guest: abbattimento del Passo del Turchino per eliminare la nebbia in Pianura Padana

L’originale proposta è da ascrivere a Piero Diacono, già tranviere ATM, protagonista di una memorabile asserzione durante una puntata del 1978 di Portobello, trasmissione condotta da Enzo Tortora. Ecco quanto si può vedere anche dal video:  “Il principio è semplice: è lo stesso che cambiare l’aria in una stanza. Che cosa facciamo noi? Apriamo o due finestre o una porta e una finestra. In questo caso si crea un movimento circolatorio d’aria e si cambia l’aria in una stanza”. Proseguendo quindo con “aprire una finestra in Val Padana, in quanto la porta ce l’abbiamo già, da Trieste nelle Venezie. C’è un solo punto in cui aprire una finestra: qui, sul Passo del Turchino.”    

Il Passo del Turchino è un valico appenninico situato tra Varazze e Genova, a 600 metri d’altezza e circa 12 km dal mare. In sostanza, Diacono propose di spianarlo per liberare la Pianura Padana dalla piaga della nebbia grazie ai venti che sarebbero arrivati dal Mar Tirreno.

Da riscoprire per vincere la grande piaga di Milano: l’inquinamento?

Continua la lettura con: Per migliorare l’aria di Milano: tecnologie mangiasmog o ABBATTERE IL TURCHINO?

FABIO MARCOMIN

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Serafino, il “supertifoso” dello sport italiano

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Serafino

Quando appresi della sua morte andavo ancora alle elementari, ci rimasi male, come per la perdita di un parente, o di un vicino di casa, con cui hai una buona confidenza. Era bello sapere che ci fosse. Accendevi la Tv per qualche evento sportivo e lui era lì, tra il pubblico, oppure direttamente sul prato a salutare o ad abbracciare i giocatori. Erano i tempi del calcio in bianco e nero, del tennis di Adriano Panatta che sale sulle tribune e si mette a picchiare il pubblico e del “19.72” di Pietro Mennea sui 200 metri.

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Serafino, il “supertifoso” dello sport italiano

# Il simbolo della partecipazione attiva agli eventi sportivi

wikipedia – Serafino a Buenos Aires

Per chi ha i capelli grigi e segue lo sport nelle più svariate versioni, la figura del “supertifoso” Serafino è una sorta di mito profano, che rimane ricordato negli anni, nei decenni, come il simbolo della partecipazione attiva agli eventi sportivi: calciatori, cestisti, pallavolisti, tennisti… l’importante, per Serafino, era che rappresentassero la nostra nazione. Quando ancora “Forza Italia” non era un partito politico ma l’incitamento sportivo alla maglia azzurra, qualunque fosse stata la disciplina.
Giuseppe Serafini (questo era il suo vero nome di Serafino) nacque a Milano il 23 maggio 1946. Non tifava una specifica squadra, lui amava tutte le società italiane e, naturalmente, tutto ciò che era “Italia”, indipendentemente dal tipo di sport. Era presente allo spareggio del 1972 per decidere lo scudetto del Basket, tra Simmenthal Milano e Ignis Varese e lui, malgrado fosse nato in terra meneghina, era lì a tifare per i varesotti.

# Ingaggiato da Milan, Inter e Juve

sportpeople.net – Serafino

Diverse società lo ingaggiarono per dare verve al tifo organizzato, tra cui, sia l’Inter di Mazzola che il Milan di Rivera e la Juventus di Altafini.

Serafino un po’ strano lo era: seguì tutta l’epopea della Pistoiese dal dilettantismo alla seria A, per poi passare al tifo organizzato del Palermo, chiamato direttamente dal Presidente Renzo Barbera, per animare i supporters rosanero. Nel 1979 entrò in campo durante la finale di Coppa Davis, facendo arrabbiare McEnroe e sorridere Panatta.

La Rai lo inquadrava sempre, perchè la sua presenza non passava inosservata, con i suoi 200 Kg di stazza e qual vocione da tenore che incitava gli atleti. Riusciva sempre a trovare i biglietti delle partite, spesso gratis, perchè si diceva che la sua presenza in tribuna portasse bene. Sempre pacioso e sorridente, un prezioso ricordo di un mondo sportivo che non c’è più, seppellito dagli influencer, dalle interminabili trasmissioni televisive e da internet.  

Aveva la faccia tosta e convinceva gli addetti ai lavori a chiudere un occhio per potersi accasare, sulle tribune, in curva o direttamente sul campo, insomma in un posto in vista. Qualcuno oggi dice che Serafino, fosse ancora al mondo, farebbe l’influencer: io credo di no, lui amava troppo essere presente, per decsrivere raccontare eventi tramite il web. Certamente era un simbolo, ora diremmo “brand”, di un modo di vivere lo sport a 360°.

# La figurina a lui dedicata nell’album Panini e l’articolo su Newsweek

Serafino

Nell’album dei calciatori della Panini, edizione 1974-75, gli dedicarono una figurina che era una caricatura, mentre la rivista generalista americana “Newsweek”, gli riservò un articolo per descrivere le sfaccettature dell’italianità.

Serafino morì a Palermo il 17 aprile 1980, a soli 34 anni, sconfitto dalla sindrome di Pickwick, malattia che colpisce le vie respiratorie. Ricordo che, quando capitava di assistere a più eventi sportivi nell’arco di pochi giorni, c’era sempre qualcuno che ti diceva: “ma tu sei onnipresente, come Serafino!”. 

FABIO BUFFA 

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ALEX BARONI, il “chimico” prodigio della musica

MICHELE ALBORETO, il “pilota gentiluomo”

BEPPE VIOLA: il geniale raccontatore del calcio

Storia di una GRANDE DONNA di Milano: ALDA MERINI

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I tre ubriachi, il monumento tragico diventato comico

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Nello spartitraffico di via Tiraboschi, in Porta Romana, c’è un monumento entrato nell’immaginario cittadino con un soprannome che fa ridere.

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I tre ubriachi, il monumento tragico diventato comico

# Ricordo di una tragedia della prima guerra mondiale: i 18 caduti di Porta Romana…

Si tratta di un manufatto bronzeo risalente agli anni venti del secolo scorso, da poco restaurato. Il monumento celebra il sottotenente milanese Giordano Ottolini e commemora 18 vittime di un bombardamento aereo austriaco sul quartiere di Porta Romana durante la Prima guerra mondiale.

# …ma i milanesi lo hanno trasformato nei “tre ubriaconi”

Il monumento è opera dello scultore Enrico Saroldi. Anche se è dedicato ai Caduti di Porta Romana ha acquisito un significato comico: viene infatti comunemente chiamato I Tri Ciucc, ovvero “I tre ubriachi”.
Il soprannome gli è stato affibbiato dall’umorismo dei milanesi perché sembrano rappresentate due persone che sorreggono un terzo ubriaco, all’uscita dell’osteria.

# Gli abiti “sbagliati”

Il soprannome non è l’unica stranezza del monumento. Se si fa attenzione, si può notare che i tre militari non hanno l’uniforme della Grande Guerra: c’è infatti un soldato della Lega Lombarda che richiama alla lotta contro l’Impero e ancora più perplessi lascia la presenza del legionario romano. Un riferimento a Porta Romana oppure, più probabile, all’impero romano come si usava spesso in epoca fascista. In breve: l’è un bel casino. 

Continua la lettura con: La statua della libertà è un plagio: l’originale è sul Duomo

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Il milanese con il nome più brutto di sempre

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Un incubo per alcuni. Un cognome orrendo. Ma in questo caso non ci sono colpevoli. Cambiano le cose invece se si parla del nome di battesimo: in questo caso, a volte, sono i genitori ad avere un che di sadico. Come nel caso di un milanese nato a fine Ottocento. 

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Il milanese con il nome più brutto di sempre

Moripresto Cavallari
Moripresto Cavallari

# Ma cosa avevano in mente i suoi genitori?

Si dice che il cognome di una persona rappresenti il suo destino, mentre il nome di battesimo rappresenti la sua missione di vita. Doveva avere una missione molto breve un bambino che nacque a Milano nel 1873. Il suo nome era Moripresto. Moripresto Cavallari.
Il bimbo crebbe forte e sano, divenne un sarto e, malgrado il nome, visse in via Guicciardini al numero 1 fino a tarda età.

# Altri nomi discutibili nella storia d’Italia

Se si estende l’orizzonte all’intera Italia non mancano altri nomi di battesimo a dir poco discutibili registrati all’anagrafe. Tra i peggiori c’è Chissenefrega. Lo insidia Merdina, nome di battesimo che risulta scelto in più di un caso, forse perché considerato un segno di fortuna. Un nome molto utilizzato ma che solo nel corso del tempo ha assunto un valore negativo è quello di Pippa. Il caso più recente è forse quello del 2018, quando una donna di nome Assunta Schiappa ha fatto notizia perché ha cambiato legalmente il nome per evitare di essere oggetto di derisione. 

Continua la lettura con: I 10 nomi più diffusi a Milano 

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Le 10 cose più strane che si trovano a Milano

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Credits: milanopocket.it statua libertà milano

Milano è la città delle primizie dal mondo, che arrivano qui prima che in ogni altra parte dello Stivale. Ma Milano vive anche di una sua originalità e capacità di sorprendere, in ogni campo.

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Le 10 cose più strane che si trovano a Milano

#1 L'”originale” della Statua della Libertà è a Milano

Prima Milano. Seconda Parigi. Ma gli ultimi saranno i primi ed è così che la più famosa sia la copia rispetto all’originale. Potere della vetrina d’America. Qui la sua storia: La Statua della Libertà di Milano

11_Statua#2 Il bar più piccolo del mondo

Il vero “shottino” di Milano. Qui la sua storia: I segreti del bar più piccolo del mondo: a Milano lungo il naviglio

07_Bar (1)#3 La mini chiesa

E’ la più corta di Milano e, forse, del mondo. Qui la sua storia: la chiesa più corta di Milano

12_Chiesa#4 La Madonna e Gesù cornuti

Blasfemia, miracolo o gioco delle parti? Un mistero dentro la chiesa dei Re Magi.

13_Madonna#5 I tombini colorati

Sono belli da vedere. Segnalano la disinfestazione contro le zanzare. Non sempre funzionano. Qui la loro storia: Disinfestazione zanzare: chi la deve fare e come viene fatta

04_Zanzare#6 Via Roma non esiste

Milano non cede a Roma. L’unica città d’Italia che non ha una via dedicata alla Capitale. Qui la sua storia: Via Roma da Milano

27_ViaRoma#7 Le Rimembranze: il viale a forma di piazza

Un monumento alla patria nascosto dentro Milano. Viale delle Rimembranze ha la forma di una piazza, perfettamente circolare. Qui la sua storia: Perché viale delle Rimembranze si chiama così anche se è una PIAZZA?

rimembranzedilambrate-696x610#8 La casa a forma di fungo

Libertà di scrittura e creazione a inizio XX secolo nel Quartiere dei Giornalisti. Qui la sua storia: La casa a forma di fungo

6.-casafungo#9 La Walk of Fame meno famosa del mondo

In pieno centro e soffocata dai negozi, ma ci sono le impronte di Schwarzy, Sbirulino… Qui la sua storia: la Walk of fame di Milano 

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#10 Il Parco Orbitale

Se si unissero le aree verdi della cintura di Milano si avrebbe il parco urbano più grande del mondo. Qui la sua storia: A Milano il più grande parco urbano del mondo

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Continua la lettura con: Le situazioni paradossali che a Milano ti possono fare uscire di testa

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5 creazioni delle archistar attese nei prossimi anni a Milano

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Veduta Torre Faro da sud

Milano continua a rafforzare la sua reputazione di metropoli internazionale, seppur tascabile, grazie ai prestigiosi architetti di fama mondiale che stanno trasformando il suo skyline. Ecco una panoramica dei progetti futuri più attesi.

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5 creazioni delle archistar attese nei prossimi anni a Milano

#1 La Torre Botanica multicolor e il restyling di Pirelli 39 (di Stefano Boeri, Diller Scofidio + Renfro)

Credits: Coima

Il progetto per la riqualificazione dell’area compresa tra via Pirelli 39 e via Melchiorre Gioia è stato affidato a un team di studi di architettura che include Stefano Boeri Architetti e Diller Scofidio + Renfro. Si tratta dell’ultimo tassello per completare quello che è diventato a tutti gli effetti il centro direzionale, o la “City”, di Milano. Sono due gli interventi programmati:

Credits: Coima

A fare compagnia al Bosco Verticale arriverà la “Torre Botanica”. Il nuovo grattacielo fungerà da autentico polmone verde, producendo 9 tonnellate di ossigeno all’anno e assorbendo 14 tonnellate di anidride carbonica grazie ai 1.700 metri quadrati di vegetazione distribuiti su diversi piani. Grazie alla varietà di piante presenti la facciata della torre residenziale cambierà colore con il susseguirsi delle stagioni.

Credits: Coima – Pirellino

L’ex edificio degli uffici comunali al numero 39 di via Pirelli conserverà la sua struttura originaria, ma sarà oggetto di una profonda riqualificazione. Verrà modernizzato per rispettare i più elevati standard di efficienza, con un rivestimento in vetrate. A impreziosirlo è prevista una terrazza panoramica all’ultimo piano. 

Leggi anche: 🛑 La TORRE BOTANICA: il nuovo grattacielo che cambia COLORE in ogni stagione

#2 I grattacieli fratelli “Gioia 20 Est” e “Gioia 20 Ovest” (studio Citterio-Viel & Partners)

Credits: Urbanfile – Gioia 20

In Porta Nuova stanno sorgendo due nuove torri in vetro e cemento progettate dallo studio Citterio-Viel & Partners: “Gioia 20 Est”, alta 98 metri, situata di fronte a “Gioia 22”, e “Gioia 20 Ovest”, di 64 metri.

Urbanfile – Gioia Est

La prima è ormai arrivata alle fasi finali, per quanto riguarda gli esterni, l’edificazione della seconda è partita da poco.

Urbanfile – gruppofoschia – Gioia Ovest

Questi edifici ad uso terziario, parte integrante del progetto Porta Nuova Garibaldi Varesine, riempiranno gli ultimi due spazi vuoti in questa area del Centro Direzionale, creando una cornice per via Melchiorre Gioia in direzione nord. Una prima assoluta in Italia, previsti in entrambe le torri, saranno gli ascensori Twin. Ne sono previsti 12. Questi ascensori innovativi garantiranno una gestione ottimale ed efficiente del flusso di passeggeri tra i vari piani degli edifici.

Leggi anche: I GRATTACIELI del FUTURO in arrivo entro TRE ANNI a Milano

#3  La “Torre Faro” con belvedere panoramico, futura sede di A2A nell’ex-scalo di Porta Romana (Lo studio Citterio-Viel & Partners)

Partiti i cantieri anche il primo grattacielo nel quadrante sud di Milano: la nuova sede milanese di A2A, la principale multiutility italiana. Progettata dallo studio Citterio-Viel & Partners, il futuro grattacielo, noto come la “Torre Faro”, riunirà i vari uffici attualmente dislocati in diverse sedi e prevede un’altezza di 145 metri per 28 piani complessivi Una delle caratteristiche distintive del progetto è la “spaccatura” centrale a circa 60 metri di altezza, che ospiterà giardini pensili, e il belvedere panoramico a circa 110-120 metri. Inoltre, la torre sarà dotata di avanzati sistemi di efficienza energetica e sostenibilità ambientale.

Leggi anche: Il “FARO DI MILANO”: il nuovo GRATTACIELO con GIARDINO PANORAMICO e BELVEDERE sopra Milano

#4 Thetris, il nuovo grattacielo alla Barona (Stefano Belingardi Clusoni – BE.ST)

Avanza la costruzione del nuovo grattacielo della Barona, denominato TheTris, sostituendo il progetto iniziale interrotto, Skydrop. La progettazione è stata affidata allo studio di Stefano Belingardi Clusoni – BE.ST. TheTris è una torre che si erge tra i 96 e i 100 metri di altezza, suddivisa in tre moduli, da cui deriva il suo nome. Questi moduli comprendono un primo blocco di 8 piani, un secondo di 6 piani e un terzo di 4 piani, portando il totale dei piani previsti a essere compreso tra 21 e 25.

Urbanfile – Thetris

L’edificio ha già raggiunto l’altezza definitiva, anche i rivestimenti sono prossimi alla vetta, e pertanto potrebbero terminare tre la fine del 2024 e l’inizio del 2025.

Leggi anche: Svelato THETRIS, il nuovo GRATTACIELO alla BARONA

#5 Citywave: il quarto grattacielo di Citylife soprannominato “lo sdraiato”(di Bjarke Ingels Group -BIG)

Citywave

Lo studio danese Bjarke Ingels Group (BIG) ha progettato il quarto grattacielo di CityLife: Citywave Gate. Molti milanesi l’hanno già ribattezzato “lo sdraiato”, per completare il trittico di soprannomi delle tre torri (il dritto, lo storto e il curvo), questo edificio rappresenterà la nuova porta d’ingresso alla città nel quartiere dell’ex-fiera. Il complesso è composto da due edifici indipendenti, collegati da una struttura sospesa a portico di 140 metri di lunghezza. Sotto il portico si troveranno spazi di lavoro, negozi, ristoranti, due corti private e un rooftop bar con piscina.

CityWave

L’edificio più basso, alto circa 50 metri, ospiterà un hotel di 10 piani con oltre 120 camere, mentre l’edificio più alto, destinato ad uffici, raggiungerà i 110 metri di altezza nella sua parte più elevata. Il rivestimento in pannelli fotovoltaici della struttura costituirà il parco fotovoltaico più grande di Milano e tra i più grandi d’Italia con una produzione di energia stimata in 1.200 MWh l’anno.

papoff – Urbanfile – Citywave

Il cantiere è i piena attività e l’ultimazione dei fabbricati è prevista entro la fine del 2025, con possibile inaugurazione entro le Olimpiadi di Milano Cortina 2026.

Leggi anche: La GRANDE ONDA si alza su MILANO: le IMMAGINI e i tempi per l’INAUGURAZIONE

Continua la lettura con: I grattacieli di Milano: quale potrebbe essere il progetto più spettacolare?

FABIO MARCOMIN

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Le tre mete d’oro in Lombardia per i turisti della prossima estate

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Ph. @linds.waddell IG

L’Istituto nazionale ricerche turistiche prefigura un’estate da record per la presenza di turisti in Italia. Tra le mete lombarde ce ne sono tre in particolare che sono prossime al tutto esaurito. Foto cover: Bellagio @linds.waddell IG

Le tre mete d’oro in Lombardia per i turisti della prossima estate

# Prenotate già il 50% delle camere nelle strutture ricettive italiane per l’estate 2024

Credits LunarSeaArt-pixabay – Gondola a Venezia

Isnart, l’Istituto nazionale ricerche turistiche, ha fatto un’analisi sui flussi turistici di questa primavera e una proiezione di quelli previsti per l’estate. I dati elaborati  dallo strumento di location intelligence Stendhal, usato per analisi predittive dei fenomeni turistici che utilizza big data generati dalle mobile app presenti sugli smartphone dei turisti, mostrano come tra marzo e aprile siano stati contati 10 milioni di turisti sul territorio nazionale, di cui oltre la metà stranieri.

# Le più visitate dagli italiani: Roma, Milano e Rimini

pexels-skitterphoto – Roma

In primavera gli stranieri, soprattutto europei, hanno costituito gran parte dei flussi delle grandi città con oltre il 64,5% sul totale pari a più di due milioni di turisti solo tra Roma, Venezia, Milano e Firenze. Per quanto riguarda il turismo interno Roma, Milano e Rimini si sono prese le prime tre posizioni.

# Le mete preferite in Lombardia: Milano, Bellagio e Livigno 

Milano è viva

In prima file tra le mete lombarde pronte a fare il tutto esaurito in estate c’è Milano, che dopo il record di turisti nel 2023 punta a confermarsi e probabilmente a superarsi. Un trend destinato a continuare almeno fino alle Olimpiadi Invernali del 2026 quando si prevede un overbooking, dato i soli 250 mila posti letto a disposizione e, ad oggi, 513 mila arrivi previsti con una crescita stimata del 34% rispetto allo stesso periodo del 2023.

Credits beau_gio IG – Livigno

Altra destinazione super ricercata è Livigno, anche lei in trasformazione in vista dell’evento a cinque cerchi, la regina delle montagne lombarde conosciuta anche come “Piccolo Tibet” per il suo clima secco e freddo. Se in inverno è frequentata per le sue piste da sci e snowboard, in estate è una meta ideale per attività all’aria aperta come escursioni, mountain bike e trekking. Perfetta anche per gli amanti degli shopping duty-free, dato che è zona franca.

Credits abbylizmiller IG – Lido di Bellagio

Passando dalla montagna al lago troviamo Bellagio, la “Perla del Lago di Como”, famosa per le sue strette viuzze, le eleganti ville storiche come Villa Serbelloni e Villa Melzi e i giardini ben curati. Il borgo, situato sulla punta del promontorio che divide il Lago di Como nei suoi due rami meridionali, offre viste mozzafiato sul lago e sulle montagne circostanti. Da qui si raggiunge in pochi minuti di traghetto un’altra gemma ricercata dai turisti: Varenna, il borgo colorato con la suggestiva passeggiata degli innamorati.

Fonte: Repubblica Milano

Continua la lettura con: Questi sono i piccoli borghi italiani preferiti per una vacanza: 5 sono in Lombardia

FABIO MARCOMIN

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M4: 7 cose che non sai sull’ultima metro di Milano

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Tracciato M4

La linea M4 è la quinta metropolitana entrata in funzione a Milano. La prima tratta è stata aperta nel 2022, la seconda fino a Linate nel 2023, il resto è previsto entro la fine del 2024. Scopriamo 7 cose che (forse) non conosci sulla linea blu.

M4: 7 cose che non sai sull’ultima metro di Milano

#1 Dateo è la fermata più profonda di Milano: si scende a meno 32 metri

Credits: metroricerche.com – Stazione tipo M4

Dateo è la nuova stazione più profonda della città. Con gli scavi si è scesi a meno 32 metri, superando il record precedente della stazione di Lotto della M5 con meno 25 metri. La costruzione così in profondità, nonostante M4 ed M5 si trovino a una media di meno 20 metri sotto la superficie stradale, è dovuta al passaggio della linea metropolitana sotto l’omonima stazione del passante con cui c’è l’interscambio.

Leggi anche: Le fermate della METRO più PROFONDE a Milano e nel mondo

#2 La prima metropolitana d’Italia con un aeroporto e la più veloce d’Europa a collegarlo al centro 

Credits: Luigi Costanzo Fb – Banchina metro 4 Linate

A luglio 2023 la linea M4 è diventata la prima in Italia a collegare un aeroporto: quello di Linate, raggiungibile dal centro di Milano in soli 12 minuti. Nessun’altra città in Europa riesce a garantire un collegamento più rapido.

Leggi anche: FORLANINI – LINATE AEROPORTO: il futuro HUB STRATEGICO per i collegamenti di Milano?

#3 Sarà la quarta linea…per lunghezza. Ma sarà superata

Mappa ATM 2021

L’apertura integrale della linea M4previsto tra settembre e dicembre 2024 comprese alcune stazioni centrali in ritardo, diventerà la quarta linea per lunghezza. Con 15 km supererà la M5 che ne ha 13, e raggiungerà la M3 per numero di stazioni, 21. Una posizione destinata a perdere dopo il 2030 quando sarà realizzato il raddoppio della linea M5, fino a Monza, destinata a diventare la terza linea per estensione.

Leggi anche: I NOMI delle 32 NUOVE FERMATE in arrivo sulla METRO di Milano

#4 Perché la M4 è stata costruita dopo la M5?

Linee previste per Expo2015

Nonostante l’istruttoria per la linea 4 fosse pronta già nel 2005, e il progetto stesso fosse antecedente a quello della linea M5, diversi imprevisti ne hanno ritardato la costruzione. Un fattore significativo è stato il riacquisto delle obbligazioni e del controllo di A2A da parte della Giunta Moratti, che ha rallentato il finanziamento del progetto. L’appalto è stato assegnato solo nel 2011 e i lavori per le prime tre fermate sono iniziati nel 2012. Successivamente, la realizzazione ha subito ulteriori ritardi a causa degli scavi archeologici e della pandemia di Covid-19, con l’inaugurazione, inizialmente prevista per l’Expo 2015 come per la linea lilla, posticipata all’inizio del 2021.

Leggi anche: Perché è stata costruita l’M5 PRIMA dell’M4?

#5 È l’unica linea che non si collega a nessuna stazione principale di Milano

Credits: wiikipedia.org

Diversamente dalle altre quattro linee operative, la linea blu sarà l’unica una volta terminata non essere collegata a una delle principali stazioni per traffico e numero di passeggeri. La linea M1, infatti, ferma a Cadorna FS, la M2 serve sia Garibaldi FS che Stazione Centrale, entrambe con treni dell’Alta Velocità, la linea M3 si ferma a Rogoredo FS e Stazione Centrale, e la linea M5 serve Garibaldi FS. Al contrario, la linea M4 si collegherà solo con fermate del passante ferroviario o con linee suburbane.

#6 L’unica linea che ferma davanti a un ospedale

Credits: metro4.com – Stazione Sforza Policlinico

Nessun’altra linea metropolitana di Milano ha una fermata a servizio direttamente di un ospedale, l’Ospedale Maggiore o Policlinico, se si esclude la “Me-La”, il people mover che da Cascina Gobba sulla M2 collega all’Ospedale San Raffaele. 

#7 Ha la più lunga tratta senza fermate intermedie

Repetti-Linate

Il tratto della linea blu che va da Repetti all’Aeroporto di Linate è il più lungo di tutte le metropolitane di Milano senza fermate intermedie, rimanendo all’interno del perimetro comunale. La distanza tra l’ultima fermata nel quartiere Forlanini e il capolinea est è di 3 km.

Continua la lettura con: M3: 7 fatti che forse non sapevi sulla metro dei mondiali

FABIO MARCOMIN

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Milano ti rimane addosso: 7 cose che ti segnano per sempre dopo averci vissuto

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Credits: pinterest

Non c’è niente da fare. Chi ha vissuto a Milano sa che alcune cose lo accompagneranno sempre ovunque decidesse di andare. Ecco quali sono.

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Milano ti rimane addosso: 7 cose che ti segnano per sempre dopo averci vissuto

#1 La voglia di fare 

Milano spinge a fare sempre del proprio meglio. Coinvolge con il suo ritmo incessante e porta a sfidare i propri limiti. E’ come una corrente, basta immergersi una volta e si viene trasportati a una velocità pazzesca. Una corrente che anche se la si lascia, si scopre di averla ormai dentro per sempre. Dovunque andrai ti verrà voglia di fare qualcosa di grande. 

#2 L’aperitivo 

Credits: amilanopuoi.ocm

Ovunque ci si trovi a quell’ora scatta sempre il pensiero. Quando arrivano le 18 c’è l’istinto all’aperitivo. Il momento di socialità per eccellenza per staccare la spina o un’estensione dell’orario lavorativo ma in un’atmosfera più informale. La voglia dell’aperitivo scatta a prescindere, anche sulla Luna.

#3 Il giudizio estetico 

Credits: pinterest

Il giudizio estetico di chi ha vissuto a Milano per il look o le architetture della città è inevitabile. Non solo: sa essere sprezzante e critico quando le cose non sono curate alla perfezione o non si adattano allo stile della città. Al contrario sa apprezzare le qualità di scelte pensate con attenzione. Questo modo di osservare la realtà accompagnerà in tutte le esperienze di vita chi si è immerso nella realtà milanese.

#4 Lo stile

Matilde Gioli – Icona di stile milanese (Credit: Instagram @matildegioli)

Lo stile milanese, sobrio e allo stesso tempo ricercato, che segue gli ultimi dettami delle moda ma che sa anche osare con accostamenti azzardati, è un altro marchio di chi vive o ha vissuto a Milano. E quando si vive altrove la differenza si nota. Ma questa raffinata sobrietà, questo rinunciare ai toni alti insieme a un fastidio per chi esagera lo si manterrà per sempre. 

#5 L’apertura all’innovazione 

credits: urbanlife.it

Milano è sinonimo di innovazione: dalla moda al food, dalle best practice amministrative esportate nel resto del Paese ai progetti avveniristici che guidano la città nella sfida con le altre metropoli europee. Soprattutto vale sempre il detto “tutto quello che non c’è a Milano non esiste”, perché tutte le novità nascono qui e solo dopo si diffondono in tutta Italia. L’apertura all’innovazione entrerà per forza di cose a far parte di chiunque ha vissuto a Milano, anche quando sceglie di andarsene.

#6 Confrontare il luogo dove si vive con Milano

Credits: unadonna.it – Lavoro al mare

Milano è un criterio. Ovunque si vada, da un’isola deserta a una megalopoli orientale, non potrà mai mancare il pensiero di confrontare qualcosa con Milano. Per chi ci ha vissuto Milano diventa un metro di confronto per qualsiasi cosa, dal cibo ai trasporti, dalla qualità della vita al lavoro o alla mentalità delle persone.

#7 Pensare: che succede a Milano?

coda inaugurazione
coda inaugurazione

Milano ti rimane addosso, come un cordone ombelicale, che ti porta a sentirti milanese anche se ti sei trasferito dall’altra parte del mondo. Il pensiero va sempre a cosa sta succedendo a Milano. Quali eventi sono in calendario, quali sono i nuovi progetti che trasformeranno la città, qual è il suo rapporto con il resto d’Italia, che tempo sta facendo. Ed è subito nostalgia.

Continua la lettura con: 7 SITUAZIONI di vita quotidiana per capire che vi siete MILANESIZZATI

FABIO MARCOMIN

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Fame di notte? 10 locali aperti nelle tenebre di Milano

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A tutti, dopo la discoteca, un concerto o una semplice serata, è capitato: voler mangiare.  Al nostro soccorso arrivano alcuni locali e chioschi che rimangono aperti fino a tardi e offrono il loro servizio. Eccone alcuni.

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Fame di notte? 10 locali aperti nelle tenebre di Milano

# Un panino farcito al Chiosco di Valeria 

Credits: Zero.eu – Chiosco di Valeria

Luogo sacro per tutti e punto di ritrovo rinomato da anni. Famoso per i suoi panini super farciti, le bibite in versione extra large e i fritti disponibili a tutte le ore, offre anche molte opzioni vegetariane. Il menu è molto economico, alla portata di chiunque. Aperto fino alle 2 di notte. In Piazza Andrea Fusina 3 (Viale Argonne).

# Un hot dog tra i neon del Chiosco Maradona 

Credits: Cibotoday.it – Chiosco Maradona

Famoso e riconosciuto da tutti per le sue lucine al neon, questo chiosco richiama lo stile della città partenopea con i suoi panini che dominano il locale. Offre panini, hot dog, toast e hamburger. Aperto fino alle 4 del mattino. In Via Odoardo Tabacchi 33 (zona Bocconi).

# Le Capannelle, da oltre mezzo secolo il ristorante dei nottambuli

Credits: Cibotoda.it – Le Capannelle

Punto di riferimento da oltre mezzo secolo per chi fa le opere piccole a Milano. Cucina aperta fino alle 6 del mattino, il loro punto forte è l’ampia offerta: pizza, primi piatti, carne e pesce. L’atmosfera è un po’ spartana, ma soddisfa pienamente i suoi frequentatori nottambuli. In Viale Papiniano 23.

Leggi anche: Video: il bar più piccolo del mondo è a Milano

# La salamella degli avvocati al Boschetto da Gabry

Credits: Milanotoday.it – AL Boschetto

Inaugurato nel 2000 vicino al Tribunale, questo locale offre eccellente qualità e un servizio cordiale. Il menu varia dai classici dello street food a versioni più innovative. Il punto di forza è la salamella. Prediletto dagli avvocati che tirano fino a tardi, è aperto fino alle 6 del mattino. In Corso di Porta Vittoria 22.

# Anche Forno, l’Isola di pane e pizzette

Credits: Milanotoday.it – Anche Forno

Forno in zona Isola, offre sia opzioni salate che dolci. Cornetti, brioche da farcire, pizzette e molte varietà di pane sono i punti forti del forno. Chiude alle 3:30, alle 4:30 solo il sabato. Spesso si trova molta fila. In Via Carmagnola 5 b.

# I bomboloni di Mergellina Bakery 

Credits: @mergellina_bakery (IG)

In zona Bocconi si trova il paradiso per gli amanti dei dolci, soprattutto del cioccolato. Nel menù si trovano bomboloni, ciambelle e brioche che si possono farcire con molte creme, dalle più classiche a quelle più particolari come Kinder Cereali e Kinder Bueno. Aperto tutti i giorni fino alle 2, mentre il sabato fino alle 3. In Viale Bligny 13.

# Margy Burger, i primi hamburger di Milano 

Credits: TripAdvisor – MARGY BURGER

Vicino all’Università Statale si trova la prima hamburgeria di Milano, aperta ormai da oltre 50 anni. Punto di riferimento per molti studenti, sforna panini fino alle 2 di notte senza tregua. In Piazza Santo Stefano 2.

Leggi anche: A Milano i PANINI più buoni del mondo? Questi i 5 POSTI TOP

# Un trancio di pizza al Calafuria 

Credits: TripAdvisor – pizzeria calafuria

Locale storico, attivo dagli anni Novanta, il rifugio ideale per chi desidera cenare tardi con un buon trancio di pizza. Aperto fino alle 3, il sabato fino alle 5. In Viale Marche 65.

# Forno Barona, sempre aperto 

Credits: FornoBarona.it

Alla Barona, a sud di Milano, si trova uno dei forni più celebri della zona. Qui si può trovare di tutto: non solo pane, ma anche pizze, brioche, caffetteria, pasticceria e tavola calda. Aperto 24 ore su 24. In Via Lago di Nemi 25.

Continua la lettura: Il MILANO FOOD DISTRICT: 20 NUOVI RISTORANTI dentro un UNICO QUARTIERE  

ANNA ALBINI

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Metro diretta Linate-Centrale: perché non provarci?

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Linate-Centrale

La M4 avanza. E con le ultime aperture delle stazioni in programma per l’autunno appaiono anche apparenti contraddizioni. Come l’assenza di interscambi diretti tra la M4 e le altre linee. Ma non solo. C’è chi sottolinea anche un altro aspetto. La M4 collega il centro storico con l’Aeroporto di Linate. Perchè non pensare il collegamento che sembra più utile per i turisti che arrivano a Milano? Un collegamento diretto tra aeroporto e la Stazione Centrale. Visto che la linea M1 porta a Cadorna, o semi-diretto visto che anche in futuro tra M3 e M4 l’interscambio sarà “fantasma”, perché non ipotizzare una metro express no stop?

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Metro diretta Linate-Centrale: perché non provarci?

# Con la M4 da Linate fino a San Babila

Credits Andrea Cherchi – Stazione di San Babila

A luglio del 2023 è stata inaugurata la linea M4 da Linate fino a San Babila. Lo fa in appena 14 minuti, nessun’altra metropoli al mondo ha un collegamento così rapido tra aeroporto e centro della città. L’attivazione di questa tratta di 1,6 km ha aggiornato il totale della linea a 7,3 km e 8 stazioni e della rete milanese a poco più di 104 km e 121 stazioni. Ma in attesa dell’apertura della linea esistono ancora delle zone d’ombra. 

Leggi anche: Il NUOVO RECORD di MILANO: AEROPORTO – CENTRO in MENO di un QUARTO D’ORA. Le ultime IMMAGINI e la data di INAUGURAZIONE

# L’ “interscambio fantasma” a Missori con la M3

Comune di Milano – Corridoio di indirizzamento

Il 19 giugno 2023, sono partiti i lavori del cosiddetto “corridoio di indirizzamento” tra la stazione di Missori M3 e la futura stazione di Sforza Policlinico. Nello specifico verrà realizzato un breve tunnel dalla stazione M3 Missori fino all’incrocio di via Pantano, via Albricci e via Larga dove è prevista una nuova uscita per la linea. Questo significa, come purtroppo è noto già da tempo, che tra la M3 e la M4 non ci sarà alcun collegamento sotterraneo.

Dalla nuova uscita partirà la pedonalizzazione di via Pantano che gli utenti della metropolitana percorreranno a piedi, quindi in superficie magari sotto la pioggia e con i bagagli per arrivare alla stazione di M4 dato che ci sarà chi arriverà da una delle stazioni ferroviarie dell’alta velocità sulla M3, Centrale e Rogoredo, per poi dirigersi in aeroporto o fare il percorso contrario.

Leggi anche: Partono i CANTIERI per l’ “INTERSCAMBIO FANTASMA” tra M3 e M4

# Una linea diretta da Linate alla Stazione Centrale con M2 o M4?

Linate-Centrale

Nessun collegamento comodo per arrivare a una stazione ferroviaria dell’Alta Velocità e in particolare con quella più importante della città: la Stazione Centrale. Da qui e da altre stazioni come Porta Garibaldi e Cadorna parte il collegamento verso Malpensa con il Malpensa Express e fra qualche anno anche quello di Orio al Serio avrà un connessione diretta. Perché non ipotizzare una linea metropolitana express tra Linate e Stazione Centrale? L’idea è venuta a Edoardo Bellio sul gruppo facebook Cantiere Urbanfile. 

Fatta salva la scomodità di chi passa da M3 e M4, oggi si può solo scendere nel passante a Dateo, prendere il passante fino a Repubblica e poi la M3 fino a Centrale e tra breve cambiare con la M1 a San Babila e poi a Loreto con la M2. Si potrebbe quindi pensare a una biforcazione della linea M4 dall’aeroporto con nessuna fermata intermedia fino alla Stazione Centrale o in alternativa della linea M2 a Lambrate con un tunnel fino allo scalo Forlanini e un servizio express no stop sempre fino a Centrale alternato a quello regolare della linea. 

Continua la lettura con: Anche Milano ha il suo “PONTE SULLO STRETTO”: diventerà mai realtà?

FABIO MARCOMIN

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Riqualificazione Loreto: nuovo stop

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La bufera giudiziaria che si è abbattuta sui progetti immobiliari a Milano rischia di far saltare, o quantomeno di rallentare ulteriormente, una delle riqualificazioni più attese: l’agorà verde di Piazzale Loreto. Il punto della situazione e cosa potrebbe succedere.

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Riqualificazione Loreto: nuovo stop

# Ferma al palo la trasformazione di Piazzale Loreto

Maps – Piazzale Loreto

“Loreto Open Community“ (LOC), l’agorà verde al posto del piazzale trafficato, rischia di saltare o nella migliore delle ipotesi di vedere posticipato ulteriormente l’avvio dei lavori. Il permesso di costruire era atteso per maggio con partenza del cantiere del mese di giugno, ma è stato proprio il Sindaco Sala qualche giorno fa a mettere in dubbio il progetto: “Le inchieste della Procura sulle pratiche edilizie? C’è incertezza. E su altri progetti io dovrò arrivare a dire alla città se si fanno o no. Un esempio? Il progetto di riqualificazione di piazzale Loreto sarà oggetto di un iter diverso? Se così fosse, coloro che lo propongono continueranno a proporlo oppure no?”. 

Sala ha voluto inoltre precisare: “Il permesso di costruire? È tutto sospeso perché chi lo propone teme di rientrare in queste casistiche (quelle nel mirino della Procura, ndr ) e quindi si è fermato”. Tra gli elementi che potrebbero eventualmente contestati ci sono la volumetria aggiuntiva ricavata dalla riprogettazione di uno dei due edifici vetrati degli anni ’80 che affacciano sulla piazza e i tre edifici costruiti nel piazzale. Al momento si rimane però nel campo delle ipotesi.

# Nhood smentisce Sala, ma se fosse necessario un piano attuativo potrebbe cambiare la sua posizione

Loc Piazzale Loreto vista aerea di notte

Di diverso avviso Nhood Italy, vincitore del concorso Reinventing Cities per la riqualificazione del piazzale con un investimento previsto di 80 milioni di euro, che ha voluto far presente la sua posizione tramite una nota: “Nhood chiarisce che, nel rispetto delle norme vigenti, sta lavorando e continuerà a lavorare per la prosecuzione del progetto di riqualificazione della piazza. Con la chiara volontà di portarlo a compimento nel più breve tempo possibile e contribuire così al miglioramento della qualità della vita dei cittadini.”

A quanto pare quindi sono stati gli uffici dell’urbanistica a voler riesaminare l’iter, per capire se basti un permesso convenzionato, come nei circa 150 progetti finiti sotto la lente della magistratura, o se occorra un piano attuativo con Valutazione ambientale strategica. In questo caso i lavori potrebbe slittare di circa un anno, con il serio rischio che Nhood Italy cambi le sue attuali convinzioni e decida di rinunciare 

# Un’agora verde con un anfiteatro, negozi, uffici e il traffico spostato all’esterno della piazza

Ma cosa prevede il progetto? Il piazzale diventerà in parte pedonale e soprattutto ecosostenibile, sarà un’agorà verde che metterà in connessione NoLo e l’asse corso Buenos Aires/viale Monza/viale Padova. Gli interventi nel dettaglio sono:

  • lo spostamento del traffico all’esterno, ai margini della piazza;
  • la costruzione di 3 nuovi edifici, con terrazze verdi sui tetti, destinati ad uso commerciale, uffici e svago;
  • al centro una sorta di agorà con gradoni e un anfiteatro, dove si potrà assistere a concerti, mercati e manifestazioni di vario tipo. 

Sui 9.200 mq complessivi 3.900 mq sono previsti a verde, con aiuole, arbusti e alberi.

Continua la lettura con: Piazzale LORETO si TRASFORMA: i RENDERING di come diventerà

FABIO MARCOMIN

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Il piatto più famoso del mondo è italiano

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World of statistics - I piatti più famosi del mondo

Dopo il primato della cucina e dei formaggi, arriva un altro trionfo per l’Italia a tavola. E’ tricolore (non francese) il piatto più famoso del mondo. E non poteva che essere lei.

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Il piatto più famoso del mondo è italiano

# La pizza è la superstar mondiale

Credits yiftahye-pixabay – Pizza

C’era da aspettarselo. Il piatto più famoso del mondo secondo “world of statistics” è italiano: la pizza. Un altro riconoscimento per la nostra tradizionale culinaria dopo che ATLAS ha messo al primo posto la cucina italiana. Ma qual è la storia di questo piatto superstar?

Le prime notizie della pizza si hanno addirittura tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento, a base di basilico e con il nome di “mastunicola”, anche se l’utilizzo del pomodoro risale al Settecento nel Regno di Napoli. Nell’Ottocento sono già presenti almeno tre tipi di varianti, la pizza marinara, la pizza margherita (in onore della Regina Savoia) e il calzone, e iniziano a diffondersi le prime pizzerie sotto il Vesuvio. La diffusione a livello globale inizia con gli emigranti napoletani che aprono i primi locali nella Little Italy di New York e che prendono piede in tutto il resto d’Italia.

Leggi anche: DOVE si MANGIA MEGLIO nel mondo? ITALIANS do it BETTER

# Gli altri piatti al top del mondo

World of statistics – I piatti più famosi del mondo

Sempre secondo la classifica di “world of statistics” a completare il podio dei piatti più famosi al mondo c’è il Döner kebab turco, fatto con pane arabo farcito con carne di vitello, pollo e tacchino impilata su uno spiedo verticale rotante e tagliata a fettine, condita con spezie e aromi, e al terzo posto l‘Hamburger americano. A seguire il Falafel di origine egiziana, il Gyros greco e l’Hummus di ceci, la cui paternità è contesa tra Palestina, Libano e Israele. Poi si piazza il caviale russo e due piatti della tradizione cinese: l’anatra all’arancia e il Dim Sum, molto diffuso anche a Milano a Chinatown. 

# Non solo la pizza: altri due piatti italiani sono tra i più famosi

Credits ponce_photography-pixabay – Spaghetti

Non c’è però solo la pizza tra i piatti italiani più famosi del mondo secondo “world of statistics”. Dopo l’anatra alla pechinese e il dim sum troviamo al decimo posto gli spaghetti, conosciuti soprattutto nella variante alla bolognese, e all’undicesimo le lasagne, delle quali si ha la prima traccia scritta a Bologna agli inizi del 1200.

L’Italia tiene alta la bandiera dell’Europa, visto che le altre cucine del Vecchio Continente non fanno grande figura. Solo la Grecia riesce a inserirsi tra i primi 10 insieme all’Italia. La Paella spagnola raggiunge appena il quindicesimo posto e peggio ancora fanno i francesi: solo sedicesimi con le lumache.

Leggi anche: ITALIA, Campioni del Mondo dei FORMAGGI: la classifica definitiva

Fonte: Worldofstatistics

Continua la lettura con: Gli INTRUSI “stranieri” che si nascondono nei PIATTI tipici milanesi

FABIO MARCOMIN

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Dove si va quando si è soli a Milano

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Pachina a Milano

Milano è la capitale dei single. Ma non solo. E’ anche una città dove è più facile godersi quei momenti di solitudine che rendono più gustosa la vita. Ma dove si va quando si è soli a Milano? Lo abbiamo chiesto ai milanesi. Queste le risposte più apprezzate. 

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Dove si va quando si è soli a Milano

# Si cammina per la città

fietzfotos – Camminare a Milano

Ma quanto è bello passeggiare a Milano? Ci sono dei momenti magici, come la domenica mattina o al tramonto. Ci sono dei luoghi magici, come il centro, i Navigli, i parchi. E da soli si può anche farsi ispirare da Milano idee nuove. 

# Su una panchina a guardare i passanti

Alternativa più comoda della precedente. Ma altrettanto suggestiva. Ci si siede e si rimane in contemplazione dello spettacolo di chi anima le strade e le piazze di Milano. 

# In bici

Bici = libertà. E per chi vuole sentirsi ancora più solo, può prendere una delle direttrici che portano fuori Milano. Poche pedalate e ci si ritrova in piena campagna. Bellissimi i percorsi lungo i navigli, come lungo la Martesana fino a Cassano d’Adda. Cantando a squarciagola. 

# In libreria

credits:@spiderbibi
IG

Un altro classico evergreen. Alla Feltrinelli di piazza Piemonte, alla Rizzoli in Galleria o in Mondadori al Duomo. Oppure una libreria d’autore, storica o un caffé letterario. Tanti libri da sfogliare per colmare la solitudine. 

# Al museo

Credits: @hava_hoxha
Pinacoteca di Brera

Meglio da soli in compagnia? Una domanda che spesso ci si fa quando si parla di frequentare luoghi di cultura. Al teatro meglio in due. Al cinema in gruppo. Ma al museo forse il massimo è andarci da soli. Così non si litiga sulla velocità o sul gradimento delle opere. Milano offre tantissimo: Palazzo Reale, Ambrosiana, Museo del ‘900, Pinacoteca di Brera, Case-museo eccetera eccetera.

Leggi anche: i capolavori della Pinacoteca

# All’aperitivo letterario

Il bello di stare da soli è anche quello di conoscere persone nuove. Con cui stare meno soli. Ci sono tante iniziative ad hoc a Milano. Una di queste è il gruppo dell’aperitivo letterario: “con noi non si è mai soli perché condividiamo il nostro tempo organizzando incontri ed eventi culturali e musicali”. Gli incontri sono nel dehors del bar Time Out 2 di Corso Lodi 93 o nella sala del municipio 4 di via Oglio.

# Facendo qualcosa per gli altri

credits: milano.repubblica.it

Altra esperienza suggestiva da fare da soli è dedicarsi al volontariato in una delle mille e più iniziative benefiche attive a Milano. 

# Sorseggiando un drink in terrazza godendosi Milano dall’alto

Credits robertabertussi IG – Terrazza Triennale

Sempre più rooftop si vedono alzando il naso all’in su. Luoghi dove si va in gruppo o in dolce compagnia. Ma è un’esperienza molto romantica anche andarci da soli. Per vivere in modo esclusivo l’amore per Milano. 

# Si va all’Esselunga

Credits kappaelleemme IG – Esselunga

Per ultima la risposta che ha riscosso più like. A chiunque di noi è capitato. Ritrovarsi in casa da soli e venire colti dalla tipica ossessione dei milanesi. L’Esselunga. Tipo quella di Papiniano. Un tempo si andava per broccolare, all’epoca dei social si va per stare da soli. 

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