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La foto del giorno: oggi siamo in piazza Eleonora Duse

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Scusate, per il bagno?
 

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I 5 piatti di pasta più buoni di Milano

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bottegasiculamilano IG

C’è un piatto che mette tutti d’accordo: la pasta. Da nord a sud, ogni regione ha la sua specialità e a Milano se ne può trovare di ogni gusto. Vediamo alcuni dei ristoranti dove si mangia la pasta più buona della città secondo un sondaggio tra i lettori e le recensioni dal web.

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I 5 piatti di pasta più buoni di Milano

#1 Bottega Sicula: il meglio della Sicilia nel piatto

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Per quelli che amano la pasta con i sapori del Sud, Bottega Sicula è il posto perfetto. Qui si trovano busiate al pesto trapanese, pasta alla norma e altri capolavori della cucina siciliana, preparati con ingredienti di altissima qualità. Il locale è un angolo di Sicilia a Milano, con un’atmosfera familiare e accogliente. I profumi e i sapori richiamano la tradizione isolana, regalando un’esperienza che va oltre il semplice pasto. Qui ogni piatto racconta il sole, il mare e la passione della cucina siciliana. Media recensioni Google: 4.5/5

Indirizzo: via Mantova, 5

#2 PepeNero: tradizione e creatività in ogni piatto

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Qui la pasta è un’arte. PepeNero unisce tradizione e innovazione con piatti che sorprendono per sapore e originalità. Dagli spaghetti alle vongole veraci al risotto ai frutti di mare, fino alle linguine all’astice, ogni portata è un viaggio nei sapori autentici italiani. L’atmosfera elegante e l’attenzione ai dettagli rendono l’esperienza ancora più speciale. Il locale è raffinato ma senza eccessi, con un servizio attento che fa sentire ogni cliente coccolato. Ogni piatto è studiato per valorizzare al massimo gli ingredienti, mantenendo un perfetto equilibrio tra tradizione e modernità. Media recensioni Google: 4.5/5

Indirizzo: viale Umbria e via Ripamonti 118

#3 Osteria della Pasta e Fagioli: la semplicità della tradizione pugliese

osteriadellapastaefagioli IG

Se cerchi una vera trattoria, questo è il posto giusto. Osteria della Pasta e Fagioli propone piatti genuini, fatti con ingredienti selezionati e cucinati come una volta, della tradizione pugliese. Da provare le orecchiette come cime di rapa o al ragu, le caserecce trafilate al bronzo con fagioli o la zuppa di legumi, serviti in porzioni generose e con un tocco di casa. Il locale è semplice e senza fronzoli, proprio come i suoi piatti: sostanza e qualità sono le parole d’ordine. Media recensioni Google: 4.2/5

Indirizzo: via Giulio e Corrado Venini, 54

#4 Il Solferino: eleganza e gusto senza tempo

ilsolferinomilano ig

Nel cuore di Brera, “Il Solferino” è un ristorante storico dove la pasta è protagonista, aperto dal 1909. Il loro risotto alla milanese è leggendario, ma anche i primi di mare, come le tagliatelle al riccio di mare con pomodorino fresco, meritano una menzione speciale. Il locale è elegante e curato nei dettagli, con un’atmosfera calda che lo rende perfetto per una serata speciale. La qualità delle materie prime è il punto di forza, con una cucina che esalta i sapori senza stravolgerli. Media recensioni Google: 4.1/5

Indirizzo: via Castelfidardo, 2

#5 Giulio Pane e Ojo: l’autentica trattoria romana a Milano

Ph. @giuliopaneeojo

Un angolo di Roma a Porta Romana. Da Giulio Pane e Ojo la pasta è una cosa seria: carbonara, amatriciana, cacio e pepe, tutte preparate secondo la tradizione, con ingredienti autentici e senza compromessi. Le porzioni abbondanti e il gusto deciso fanno di questo locale una tappa fissa per gli amanti della cucina romana. L’atmosfera è quella tipica delle trattorie di una volta: tavoli in legno, tovaglie a quadri e un servizio cordiale. È il posto perfetto per una cena informale tra amici, con piatti che parlano di autenticità e sapori veraci. Media recensioni Google: 3.9/5

Indirizzo: via Ludovico Muratori, 10

Continua la lettura con: «Ci vediamo a pranzo?»: i 7 posti più classici di Milano per un appuntamento informale

FABIO MARCOMIN

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Mina, l’anomala “Tigre di Cremona” spegne 85 candeline

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Mina

E così Mina è arrivata a posizionare 85 candeline sulla torta di compleanno. In questi giorni, il 25 marzo, l’ugola più famosa ha raggiunto un traguardo anagrafico di tutto rispetto. Un’entità umana resistente alle intemperie della vita, come lei, non avrà certo ceduto alla tentazione di voltarsi indietro, casomai il compleanno potrebbe essere stata l’occasione per riflettere su un nuovo progetto musicale, magari ancora con un giovane talento emergente.

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Mina, l’anomala “Tigre di Cremona” spegne 85 candeline

# Il ritiro delle scene che l’ha fatta entrare nella leggenda

Mina

L’anomala “Tigre di Cremona” (anomala perchè in realtà è nata a Busto Arsizio) chissà quanto inconsapevolmente, ritirandosi dalle scene in modo così improvviso e inaspettato, da quel 23 agosto 1978, ultima sua apparizione, è entrata nella leggenda come una di quelle star che muoiono ancora giovani, nel pieno del successo. Invece Mina, non solo ha continuato ad essere viva e vegeta, ma dal suo esilio volontario svizzero, ha sfornato album e canzoni di successo. Il brano di Luca Barbarossa dedicato al “2000” lo dice bene: “pensavamo che Rivera fosse Dio e che quello di Mina non fosse un addio”…. invece l’addio dal farsi vedere in pubblico c’è stato e nessuno, neppure i più grandi cantanti della storia del pianeta, sono riusciti a convincerla a riapparire, anche solo in versione demo.

# Il rapporto stretto con Milano: entrambi i figli nati alla Mangiagalli

wikipedia.org – Mina con Donzelli

Mina e Milano hanno sempre avuto un rapporto stretto, anche se la cantante bustocca si è sempre sentita (o lo ha voluto far credere) troppo umile e contadina per appiccicarsi un’identità milanese. Ma a Milano ha scelto di farci nascere i due figli: Massimiliano Pani e Benedetta Crocco (in arte Mazzini, come la mamma), entrambi nati nella clinica Mangiagalli ed entrambi legati a doppio filo con la città meneghina.

Ma torniamo a Mina e Milano: giovanissima chiese al padre di voler suonare, lui, preso da un eccesso di generosità, le compra alcuni strumenti, convinto che la figlia si voglia destreggiare in casa. Invece, mette subito in piedi un complessino e con i suoi amici musicisti viene ad esibirsi alla Sei Giorni.

Nella nostra città Mina aveva il proprio parrucchiere di fiducia, “il Nino”, che nel 1961, quando pertecipò al Festival con “Le Mille bolle blu”,  la raggiunse a Sanremo per tenere a bada la capigliatura.

# Lo storico duetto con Battisti a “Teatro 10” in Rai

E poi che dire dei “Cinque amici da Milano”, che proprio milanesi non erano, ma che sin da giovanissimi avevano scelto il capoluogo lombardo per fare musica: Gianni Dall’Aglio (batteria), Massimo Luca (chitarra acustica), Angelo Salvador (basso), Eugenio Guarraia (chitarra elettrica) e Gabriele Lorenzi (tastiere), il 22 aprile 1972 partirono in treno da Milano Centrale, dormendo in cuccetta, per raggiungere Roma, dove il 23,  avrebbero accompagnato musicalmente Mina nel celeberrimo incontro con Lucio Battisti, nella trasmissione della Rai “Teatro 10”. Gli “amici” giunti dall’ombra della Madonnina, furono i co-protagonisti di quegli 8 minuti di medley dei due mostri sacri della canzone, diventando testimoni di una delle più belle pagine della musica italiana.

# La relazione con Alfredo Cerruti

Il gossip degli anni settanta parlò anche della relazione tra Mina e Alfredo Cerruti, il produttore, autore e cantante, nonché “padre” degli Squallor: i due furono anche rappresentati dalla matita di Walter Molino nelle mitiche prime pagine di Grand Hotel. Mina arrivava da storie sentimentali complicate e non voleva tornare sotto i riflettori dei pettegolezzi. Così, assieme a Cerruti, affittò un piccolo alloggio in via Poerio, a Milano, per potersi godere in santa pace i (pochi) momenti liberi.

Mina e Milano hanno poi avuto altri momenti di incontro, legati alla carriera della cantante, e c’è chi ha la convinzione che Mina, con un abbigliamento depistante, venga a Milano in diverse occasioni.

FABIO BUFFA

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Mirko Stocchetto, l’inventore del Negroni Sbagliato

Guido Spadea, “il poeta di compagnia”; prestato alla recitazione

Mike Bongiorno, da San Vittore a “Re dei telequiz”

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Rosetta, la prostituta della Ligera uccisa in circostanze misteriose

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Leonardo Re Cecconi, in arte Leopardo: un pioniere delle radio libere

Gruppo Italiano, la band più tropical di Milano

Mario Cavallè, il papà delle case Igloo alla Maggiolina

Enrico Molaschi, el “Barbapedana”di Milano

Ines Pellegrini, la “Mangano nera” di Pasolini

Serafino, il “supertifoso” dello sport italiano

Giorgio Porcaro, l’inventore del “terrunciello”

Gianni Bonagura, il maestro milanese del doppiaggio

Pietro Annigoni, il “pittore delle regine”

I “Gufi”, il gruppo musicale, dialettale e cabarettistico milanese più famoso di sempre

Gian Maria Volontè, l’attore impegnato “al di sopra di ogni sospetto”

Pierina Legnani, la prima milanese a diventare “prima ballerina assoluta”

Vera Vergani, l’attrice più amata del teatro degli anni ’20

Enrico Longone e Giacomo Campi, i due milanesi che portarono in occidente le ombre cinesi

BRUNO CANFORA, l’autore delle hit evergreen per TV, cinema e i grandi della musica italiana

LELLA LOMBARDI, l’unica donna a punti in FORMULA UNO

DIDI PEREGO, la Sofia del film italiano candidato all’Oscar

MARCO MIGNANI, l’autore della pubblicità diventata FILOSOFIA di VITA a Milano

AMBROGIO FOGAR, l’ “Ulisse” di Milano

MARIA PIA ARCANGELI, “quella che canta le canzoni milanesi”

LUIGI MARANGONI, l’ultima vittima delle Brigate Rosse a Milano

SANDRA RAVEL, l’attrice-soubrette madre di Maurizio Gucci

PIPPO STARNAZZA, il jazzista che “milanesizzava” l’inglese

PAOLO GIORZA, il papà della “bella Gigogin”

I BALORDI, i precursori della “canzone demenziale”

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 ERMINIO SPALLA, il PUGILE ARTISTA adottato da Milano

EDOARDO FERRAVILLA: uno degli ATTORI del teatro DIALETTALE più importanti di sempre

MARIA MONTI, la prima “CANTAUTRICE” della storia

ENZO JANNACCI, il cardiologo chansonnier

LIÙ BOSISIO, l’artista milanese con viso e voce più CELEBRI del nome

Quando, a Milano, VISCONTI girava “ROCCO E I SUOI FRATELLI”

MARCELLO MARCHESI, un ciclone di ironia

NANNI SVAMPA, l’ironico artista della canzone milanese

ADRIANO CELENTANO, il “molleggiato” nato a due passi dalla CENTRALE

GINO BRAMIERI, il RE delle BARZELLETTE

CLAUDIO ABBADO, il GENIO eternamente insoddisfatto

Quelli di VIA OSOPPO: la STANGATA di Milano

GIORGIO GABER, l’inventore del TEATRO CANZONE

ADRIANA ASTI, l’artista ribelle amata dai grandi del cinema e del teatro

GIANLUIGI BONELLI, il creatore di TEX WILLER, sempre in lotta contro il POTERE

LUISA AMMAN: un’OPERA d’ARTE di Milano

LUCIANO LUTRING: il bandito più popolare di Milano

BRUNO ARENA, il fico di Milano

Sandra MONDAINI: uno dei punti fermi della televisione italiana

TINO SCOTTI, il milanese del “Ghe pensi mi”

ORNELLA VANONI, Milano e Settembre

MARIANGELA MELATO, da “ranocchietta” a mito del cinema

MARTA ABBA: la musa di Pirandello

Quelle DIABOLIKE sorelle GIUSSANI

GIANNI MAGNI: il re del cabaret milanese

COCHI e RENATO: una coppia diventata il MARCHIO del CABARET

Giorgio AMBROSOLI: il RIVOLUZIONARIO in GIACCA e CRAVATTA che sfidò anche lo Stato

Peppin MEAZZA: il più grande MITO MILANESE del calcio mondiale

FRANCO CERRI: quel genio che partì suonando nei cortili

I KRISMA: la coppia più PUNK della storia di Milano

LILIANA SEGRE, la testimonianza milanese dell’Olocausto

MARIA CALLAS, la Scala e BIKI, quel legame che ha fatto la storia dell’arte

WALTER VALDI, cintura nera di dialetto milanese

LORENZO BANDINI, lo sfortunato campione adottato da Milano

ALEX BARONI, il “chimico” prodigio della musica

MICHELE ALBORETO, il “pilota gentiluomo”

BEPPE VIOLA: il geniale raccontatore del calcio

Storia di una GRANDE DONNA di Milano: ALDA MERINI

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Fa troppo caldo, fa troppo freddo: le temperature da record nella storia di Milano

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credits Andrea Cherchi

Quali sono state le temperature record a Milano? Quanti i mm di precipitazioni? Affidandoci alla stazione meteorologica di Milano-Brera abbiamo risposto a queste domande.

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Fa troppo caldo, fa troppo freddo: le temperature da record nella storia di Milano

# Il mese più freddo? Gennaio

La temperatura media del mese più freddo, gennaio, è di +2,6 °C.

credits Andrea Cherchi

# Il mese più caldo? Luglio

Secondo i dati, il mese più caldo è invece luglio, con una temperatura media che raggiunge i 24,6°C . Si registrano però valori inferiori nelle campagne circostanti dove l’effetto “isola di calore” è assente.

credits Leggo

# Ogni anno quasi un giorno su tre a Milano la temperatura scende sotto zero

Si contano 108 giorni di gelo all’anno in cui la temperatura scende sotto zero, ovvero il 30% delle giornate in un anno.

credits Andrea Cherchi

# 27 giorni si sale sopra i 30 gradi

Molti di meno i giorni di grande caldo: sono infatti 27 i giorni all’anno con temperatura massima uguale o superiore ai 30 °C.

# Il record di freddo: 17 gradi sotto lo zero

Il record di freddo è stato toccato nel 1855 con -17,3 gradi. In tempi più recenti -17 gradi nel gennaio 1985.

# Il record di caldo: sfiorati i 40 gradi

Il record di caldo sono i 38,3 gradi dell’11 agosto 2003, seguiti dai 38,1 del 7 luglio 1957.

# Le precipitazioni medie annue

In base ai dati climatologici, le precipitazioni medie annue sono di 983 mm, distribuite mediamente in 105 giorni con picco autunnale, massimi secondari primaverile ed estivo, con un minimo invernale.

# La radiazione solare più alta

La radiazione solare media globale più alta si raggiunge a luglio, con un livello di 2270 MJ/m²

# Quanti giorni piove d’estate? 24

In media durante la stagione estiva a Milano si hanno 24 giorni di precipitazioni per un totale di 237 mm di pioggia caduta. Infatti, a giugno sono 10 i giorni in cui si registrano precipitazioni, mentre a luglio 7, così come ad agosto.

credits Andrea Cherchi

Continua la lettura con: Come i media annunciano il calo delle temperature a Milano

ANDREA PARRINO

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29 marzo 2023. La grande svolta nella mobilità milanese: apre la «corsia dinamica»

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Maps - Uscita Cormano

29 marzo 2023: una data che ha segnato una svolta nella mobilità milanese. Quando il sogno a lungo proibito degli automobilisti è diventato legittimo.

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29 marzo 2023. La grande svolta nella mobilità milanese: apre la «corsia dinamica»

# Dal 29 marzo 2023 su un tratto di tangenziale dell’A4 si può viaggiare nella corsia d’emergenza 

Credits comunedicormano – Svincolo Cormano

29 marzo 2023. Il giorno in cui su un tratto milanese dell’autostrada A4, che funge da tangenziale nell’area a nord di Milano, gli automobilisti possono iniziare a percorrere la corsia di emergenza per circa 4 km tra lo svincolo di Cormano e quello di viale Certosa. E viceversa. L’innovazione prende forma con la quarta corsia dinamica, un sistema che rivoluziona la viabilità adattandosi in tempo reale: da tre corsie più emergenza a quattro corsie senza corsia di emergenza. Ma questo è solo l’inizio. Il tratto dotato di “corsia supplementare” verrà esteso, trasformando il concetto stesso di scorrimento autostradale.

# Partiti i lavori per il raddoppio: in corso cantiere tra Cinisello Balsamo e Cormano

Primo tratto corsia dinamica A4

Attualmente sono i corso i lavori, partiti dalla primavera 2024, nella tratta compresa tra la galleria fonica di Cinisello Balsamo e Cormano. A lavori conclusi il sistema entrerà in funzione su un tratto di 9,3 km lungo la A4, estendendosi dallo svincolo di viale Certosa fino a Cinisello Balsamo. Oltre a migliorare la fluidità del traffico, questa innovazione avrà un impatto sull’ambiente, riducendo le emissioni di CO₂ di circa 1,5 tonnellate per ogni ora di operatività. Un passo avanti verso un’autostrada più efficiente e sostenibile.

Leggi anche: A MILANO in arrivo una GALLERIA FONICA

Tratta lavori in corso

# Un altro record per Milano: prima autostrada a 4 corsie gestita in modo dinamico

Credits stradeeautostrade.it – Corsia dinamica

Milano segna un altro record di innovazione: è il primo tratto autostradale in Italia a quattro corsie gestite in modo dinamico. A Bologna, infatti, il sistema è applicato solo su tre corsie. Qui, invece, la tecnologia ridefinisce il traffico in tempo reale, con un’infrastruttura intelligente che informa gli automobilisti sulla disponibilità della corsia di emergenza, trasformandola da spazio di sicurezza a risorsa dinamica per la viabilità quando le condizioni di traffico lo richiederanno e quando la stessa non risulterà interessata da eventi o dal transito di veicoli di soccorso” spiega in una nota Aspi che prosegue spiegando come: “la A4 tra Cormano e Viale Certosa sarà il primo asset in Italia ad essere dotato di un sistema di gestione dinamico in un contesto a 4 corsie, caratterizzato da un sistema altamente tecnologico AID (Automatic Incident Detection) in grado di rilevare le condizioni della piattaforma autostradale e di segnalare opportunatamente all’utenza lo stato di apertura o chiusura della corsia di emergenza“.

# Un tratto di autostrada usato dai milanesi come una tangenziale

Tratto milanese autostrada A4

Per i milanesi, questo tratto della A4 è considerato come una tangenziale. Si sviluppa linearmente appena oltre i confini amministrativi della città, offrendo tre accessi strategici da viale Fulvio Testi, viale Enrico Fermi e dalla zona Stephenson-Certosa, prima di confluire in Corso Sempione. Una configurazione che permette di attraversare il nord di Milano senza semafori né incroci, garantendo un collegamento rapido ed efficiente.

Eppure, la congestione cronica ne ha spesso vanificato il potenziale. Ora, però, l’innovazione sta cercando di cambiare le regole del gioco: il nuovo sistema dinamico aiuta a fluidificare il traffico, in sinergia con il completamento dell’A52, che ha finalmente chiuso il cerchio delle tangenziali milanesi. 

Leggi anche: Quando si è chiuso il GRANDE CERCHIO delle TANGENZIALI di Milano

Continua la lettura con: 28 marzo. La prima proiezione cinematografica nella storia di Milano

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Nel futuro di Milano ci sarà un nuovo «quartiere satellite»?

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Sono diversi gli esempi in Europa. E perfino a Milano. Può avere senso oggi un altro quartiere satellite a Milano, oppure senza consumare suolo vergine è meglio rinnovare la città riutilizzando quello già sfruttato?

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Nel futuro di Milano ci sarà un nuovo «quartiere satellite»?

# Gli esempi in Gran Bretagna e in Svezia

Letchworth Aerial Photos

In Gran Bretagna furono costruite nel secondo dopoguerra le New Town quale Milton Keines per ridistribuire parte della popolazione e delle attività soprattutto intorno alla Grande Londra, sull’esempio delle garden city realizzate all’inizio del Novecento come Letchworth scelta da facoltose famiglie che già allora abbandonavano la capitale.

Vällingby Maps

Pure a Stoccolma dagli anni 1950 sono stati realizzati diversi quartieri satelliti lungo le linee della rete regionale di metropolitana e della ferrovia, la più nota è Vällingby una città satellite di 20mila abitanti. Il masterplan, in grande parte progettato dal più famoso architetto svedese Sven Markelius, la divide in tre parti: il centro con edifici civici, commerciali e terziari vicino alla stazione, e nella periferia le aree residenziali composte da diverse tipologie – a schiera, in linea di media altezza e a torre – e zone a verde.

# La prima città satellite di Milano

Modello. Stampa fotografica a colori. (Archivio Vico Magistretti) Milano San Felice

La prima città satellite verde di Milano è Milano San Felice, sorta nel 1966-1975 e situata in un’area di circa 800.000 mq tra i comuni di Segrate, Pioltello e Peschiera Borromeo: un elegante quartiere privato residenziale da 7 mila abitanti e 2 mila abitazioni con servizi di qualità, destinato ai ceti più abbienti. Due maestri milanesi del secondo Novecento quali Vico Magistretti, autore pure del masterplan, e Luigi Caccia Dominioni, lo progettarono sviluppando l’originario progetto dell’ingegner Giorgio Pedroni

Il suo asse portante orientato in direzione del lago Malaspina è una strada “a ferro di cavallo”, che dispone le 18 torri residenziali color in grigio a copertura piana, dalla quale si diramano vie a sviluppo ondeggiante, molte a cul de sac, dove sono poste 153 palazzine a schiera da due a sei piani e oltre, in mezzo al verde, anche 114 ville in mattoni, tutte quante dai tetti a falde. La zona per lo svago e la socialità, che comprende anche gli impianti sportivi, è disposta lungo il lago.

# La costruzione di Milano Due

Credits milano2net – Mappa Milano Due

In seguito, Milano Due, situata a nord di Lavanderie nel comune di Segrate, è stata costruita negli anni Settanta dall’Edilnord di Silvio Berlusconi, e progettata da Giancarlo Ragazzi e per la parte paesaggistica da Enrico Hoffer. È un quartiere autosufficiente di 5mila abitanti, dotato infatti di servizi quali scuole, negozi, ristoranti, bar e di parchi e aree verdi in quantità e di un laghetto. Anche qui vi è un interessante viabilità, ulteriormente differenziata, e gli edifici residenziali, a parte qualche torre, hanno cinque o sei piani e sono in uno stile convenzionale e dello stesso colore.

# L’enclave di Milano Tre e il nuovo progetto Milano 3.0, sempre a Basiglio

Credits: archilovers.com
Milano 3 dall’alto progetto

Mentre Milano 3, progettata come un’enclave sempre dall’Edilnord che era diretta dall’architetto Giancarlo Ragazzi, fu realizzata tra il 1980 e il 1991 nel comune di Basiglio, distante 13 km dal centro urbano del capoluogo lombardo. Il quartiere segue lo stesso schema urbanistico di Milano 2, ma si estende in un’area di ben 14 chilometri quadrati ricchi di verde, ciò ha reso l’impianto viabilistico un po’dispersivo. È abitata da 7mila persone di ceto benestante, in palazzi dall’aspetto sobrio, tutti uguali e dello stesso colore, mentre in una piazza sono collocati davanti al lago il supermarket, la farmacia, le poste, negozi di vestiti, bar, ristoranti e palestra. E c’è una city con gli uffici della banca Mediolanum.

Milano 3.0

Un nuovo progetto urbanistico chiamato Milano 3.0, in costruzione nell’area tra l’ex campo di Golf, Milano 3 City e la cava Ghiaia, è stata oggetto di numerose contestazioni dagli abitanti di Basiglio, nonostante che questo complesso residenziale di 6 edifici, dotati di servizi interni, abbia aspetti qualificanti. È stato progettato dallo Studio Atelie Femia con una certa maestria, per la ben definita disposizione dei corpi di fabbrica, la loro articolata modellazione, il raffinato rivestimento delle facciate e la sostenibilità.

Leggi anche: MILANO TRE: ghetto per ricchi o quartiere ideale?

# Un altro quartiere satellite a Milano?

Città a 15 minuti

È immaginabile oggi un altro quartiere satellite a Milano? Oppure senza consumare suolo vergine rinnovare la città riutilizzando quello già sfruttato e seguire le indicazioni europee del “Driving urban transition? La mobilità e la città a portata di mano in 15 minuti, la circolarità produttiva e la sostenibilità energetica

Senza pretendere incentivi volumetrici perché vengono rigenerati quartieri in modo sostenibile, in quanto conterà negli interventi urbanistici e architettonici, sempre di più la qualità urbana rispetto alla quantità. Essendoci numerosi “vuoti”, come fabbriche dismesse, caserme, ex scuole e aree ferroviarie, i progetti di rigenerazione urbana in atto e in avvio sono una vera occasione per andare oltre il solo riuso del suolo. Milano con l’Expo è riuscita a fare un notevole scatto di reni, attraendo capitali finanziari e diventando una meta turistica non solo di affari, grazie anche ai voli low cost e ai B&B, ma la città non può che essere nella sua “anima” molteplice, natura docet, per evitare alla lunga la decadenza come può accadere. Ci vorrebbe pure l’attenzione al sociale e infatti molti operatori si sono già indirizzati verso l’affitto (che per garantire un’esistenza dignitosa dovrebbe essere secondo gli esperti solo di un 1/3 del salario) e alla riqualificazione al meglio delle periferie, anche rinnovando i vetusti quartieri popolari quando è il caso.         

# Il programma internazionale C40 “Reinventing Cities”

Credits Comune di Milano – Bovisa 2

Il sistema pubblico, a diversi livelli, dovrebbe davvero diventare il regista delle operazioni, ed essere in grado di avere una visione urbana, per intercettare e dialogare con gli investitori privati, come è successo con la partecipazione, del Comune di Milano al programma internazionale C40 “Reinventing Cities.  Partecipazione che verrà ripetuta, in collaborazione con l’Agenzia del Demanio, per Reinventing Cities 4 dove viene proposta in via Zama la trasformazione di due edifici che erano adibiti a scuola elementare e palestra, e di uno spazio aperto limitrofo.                

Alberi di Abbado e Green Belt di Londra

                                                       

Tuttavia, la manutenzione del verde sembra malfatta o mal gestita e l’impegno di piantare 3 milioni di alberi entro il 2030 arenato, pur avendo preso spunto dalla bella idea di Renzo Piano promossa con Claudio Abbado per rinverdire Milano: proposta prima accettata e poi declinata dalla giunta Moratti. E non si ha alcuna notizia da parte degli enti preposti, del recente suggerimento di realizzare un semplice collegamento ad anello tra i parchi intorno alla città, sull’esempio della Green Belt, norma in uso dal dopoguerra in Gran Bretagna che regola il controllo dello sviluppo urbano e in primis quello di Londra.

# La mobilità è una questione ancora irrisolta

Mobilità Stoccolma

Anche la mobilità è una questione cruciale finora irrisolta a Milano, e aldilà delle polemiche e dell’approccio attuale al riguardo, non deve più essere intesa a senso unico o ideologicamente, ma potrebbe diventare flessibile privilegiando così l’uso di mezzi di trasporto sostenibili come la bicicletta, treni, autobus e tram, le auto private (per ora) elettriche o ibride, il car sharing, il taxi condiviso e il car pooling. Stoccolma, che a suo tempo modificò in un sol giorno il modo di guidare dal lato sinistro della strada a quello destro, da molti decenni, oltre a efficienti collegamenti regionali, ha una diffusa rete radiale metropolitana, che è congiunta anche circolarmente.

Milano di Leonardo e Mappa di Milano 1922

Inoltre, con un valido e lungimirante sistema viabilistico extra urbano, in parte ideato o in atto, insieme agli altri requisiti necessari verrebbe favorito davvero uno sviluppo armonico della Grande Milano, che ormai è estesa dalla scala metropolitana a quasi quella regionale: si potrebbe pertanto mirare a superare l’ipercrescita tipica della città moderna e la sua iperframmentazione.

Non esistono modelli di città, esistono solo fonti di ispirazioni” Carlos Moreno “La città dei 15 minuti”

Continua la lettura: 7+1 QUARTIERI per vivere da turisti a MILANO

GUIDO ANGELINI

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Milano è una città che…? Le 7 definizioni usate dai milanesi per presentarla a chi non la conosce

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Ph. @nebulosa_simonastucchi IG

I risultati di un sondaggio tra i milanesi: come presentereste Milano a chi non la conosce? Queste le 7 risposte che hanno guadagnato più like. 

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Milano è una città che…? Le 7 definizioni usate dai milanesi per presentarla a chi non la conosce

#1 «Non è più quella di una volta» 

Ph. Martina Colombo

La definizione dei nostalgici. Quelli che Milano non è quella degli anni Novanta, Ottanta o Settanta fino a tornare ancora più indietro fino alla Città Stato dei Visconti e degli Sforza. 

#2 «Stupenda e affascinante» 

Difficile sostenere che sia bella, anche perchè nel Paese ci sono altri modelli estetici forse più vincenti. Ma Milano affascina, è stupenda, questo sì. Almeno secondo i molti milanesi che hanno approvato questo modo di presentarla. 

#3 «Dinamica ed efficiente» 

Fuorisalone – ph. @alessandro85f IG

Chi invece vuole sottolineare l’energia che è forse la caratteristica più tipica di Milano. Quella dinamica magica costituita da efficienza e voglia di fare. Unica. Almeno in Italia. 

#4 «Elegante e sempre alla moda» 

Una presentazione che oggettivamente si presta a poche obiezioni. La capitale della moda è sempre in prima linea a dettare le nuove avanguardie dello stile. 

#5 «Ormai impraticabile, in auto rischi di tornare con 3-4 multe, con i mezzi di essere scippata»

Ztl a San Siro

Qui si entra nel reparto lamentela. Tra le diverse opzioni, questa le racchiude in po’ tutte, in modo chiaro e sintetico. Il messaggio è questo: occhio che se entri a Milano rischi di uscirne alleggerito. Inteso come soldi in tasca o beni di valore. Tra zone a traffico limitato, l’ultima quella in arrivo a San Siro, aumento dei costi della mobilità e problemi di sicurezza, per alcuni Milano sta diventando una città sempre più difficile da vivere.

Leggi anche: Ztl San Siro: «solo un modo per fare altri soldi»: la denuncia e le reazioni

#6 «Accogliente e respingente»

lubnamilano IG

Che la caratteristica di Milano sia proprio il suo essere double face? Può essere una città accogliente come poche al mondo: qui se hai un’idea in testa e tanta voglia di fare puoi farti aprire tutte le porte. Però allo stesso tempo sa essere respingente, spietata, a volte perfino senza cuore. 

#7 «O la ami o la odi» 

Credits Andrea Cherchi – Scorcio Porta Nuova dalle terrazze del Duomo

E simile alla precedente, anche in questo caso c’è una presentazione per dire che Milano può essere tutto o niente, a seconda di come la guardi. Una città che sta mettendo in luce tutte le contraddizioni, anche se queste spesso sono uno specchio di chi la vive. Come cantavano gli Articolo 31, «Milano quando sono lontano voglio tornare Milano quando ci sono voglio scappare».

Continua la lettura con: I 7 luoghi preferiti dai milanesi per trascorrere una serata fuori Milano

MILANO CITTA’ STATO

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Alta velocità Milano Parigi: numeri e dati della nuova sfida TGV – Frecciarossa

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gab_onrail IG - Frecciarossa e TGV

Dopo un’interruzione durata 18 mesi il collegamento ferroviario ad alta velocità tra Milano e Parigi riprende il servizio regolare. Il Frecciarossa di Trenitalia e il TGV di SNCF tornano a sfrecciare sui binari, offrendo ai viaggiatori un’alternativa rapida all’aereo,​ in attesa che il terreno di sfida si allarghi nel 2026 all’Italia.

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Alta velocità Milano-Parigi: numeri e dati della nuova sfida TGV – Frecciarossa

# La ripartenza del collegamento dopo la frana sul versante francese nel 2023

Maps – Comune di Freney dove si è verificata la frana in Francia

Era il 27 agosto 2023 quando una frana nella valle della Maurienne, sul versante francese, causò l’interruzione del traforo ferroviario del Frejus, bloccando di fatto i collegamenti diretti tra Italia e Francia. Le forti piogge di quei giorni provocarono una caduta di massi sui binari, rendendo necessarie complesse operazioni di messa in sicurezza della montagna. La paralisi dei collegamenti si è protratta ben oltre le previsioni iniziali. Finalmente, tra il 31 marzo e il 1° aprile 2025, i treni ad alta velocità riprendono a collegare Milano, Torino e Parigi, segnando la fine di un lungo periodo di isolamento ferroviario.

# L’offerta di Trenitalia: 4 corse giornaliere, 1.840 posti e prezzi a partire da 35 euro

Credits frecciarossaofficial IG – Frecciarossa a Parigi

Trenitalia, attraverso il suo Frecciarossa, martedì 1 aprile riprende il servizio con quattro corse giornaliere: due partenze da Milano Centrale alle 6:25 e alle 15:23, e due da Parigi Gare de Lyon alle 7:30 e alle 15:20. Il tempo di percorrenza è di poco meno di 7 ore, con fermate intermedie a Lione, Chambéry, Saint-Jean-de-Maurienne, Modane, Oulx e Torino Porta Susa. Ogni giorno sono offerti complessivamente 1.840 posti, con tariffe a partire da 35 euro. I biglietti sono disponibili sui canali di vendita Trenitalia, nelle biglietterie delle stazioni italiane e francesi, e presso partner di distribuzione.

Dal lancio del servizio nel dicembre 2021, Trenitalia France ha trasportato oltre 3 milioni di passeggeri, con un tasso di soddisfazione del 98%. Inoltre, dal 15 giugno 2025 è programmata l’attivazione di un nuovo collegamento Frecciarossa tra Parigi e Marsiglia, con tre corse giornaliere e un tempo di viaggio di 3 ore e 20 minuti. ​

Leggi anche: Frecciarossa parla francese: iniziata la vendita dei biglietti per la Costa Azzurra

# Le caratteristiche del Frecciarossa 1000: il più veloce della flotta italiana

fsnews.it – Nuovo Frecciarossa 1000 interni

Il Frecciarossa 1000, il treno di punta di Trenitalia, è un concentrato di tecnologia ed efficienza. Con una velocità massima di 400 km/h (anche se attualmente limitata a 300 km/h in servizio commerciale), è il treno più veloce mai costruito in Italia. La sua struttura in leghe leggere e il design aerodinamico riducono consumi e vibrazioni, garantendo un viaggio incredibilmente fluido e silenzioso. Si compone di 8 carrozze con una capacità totale di 457 posti a sedere e 4 classi di servizio: Executive, Business, Premium e Standard. A bordo è presente Wi-Fi ad alta velocità, prese di corrente individuali, illuminazione a LED, climatizzazione intelligente e sedili ergonomici in tutte le classi. 

# L’offerta di SNCF con il TGV: 3 collegamenti e prezzi a partire da 29 euro

Nuovi Tgv M – Olivier Schindler

SNCF risponde con il suo TGV INOUI, offrendo tre collegamenti giornalieri tra Milano e Parigi a partire dal 31 marzo 2025. Il tempo di viaggio è di 7 ore e 7 minuti tra le due città. Le fermate includono Modane, Saint-Jean-de-Maurienne, Chambéry e Mâcon. Le tariffe partono da 29 euro a tratta, con diverse classi di viaggio disponibili, tra cui la prima classe e la Business Première. Per chi desidera viaggiare a prezzi ridotti, SNCF offre carte sconto come le “Cartes Avantage”, che garantiscono tariffe agevolate sui TGV INOUI. ​

# Il TGV INOUI: il treno icona di SNCF

Da oltre 40 anni, il TGV è il simbolo della velocità su ferro in Francia e, con l’offerta INOUI, SNCF ha alzato ancora di più l’asticella del comfort. A bordo dei suoi convogli, che viaggiano a 320 km/h, l’esperienza di viaggio è stata rivoluzionata per offrire maggiore spazio, silenziosità e servizi di alto livello. Queste le dotazioni interne: sedili ergonomici, connessione Wi-Fi gratuita, prese elettriche individuali, spazi bagagli ottimizzati e un bar-bistrot per uno snack in movimento. Nel 2026 è previsto il debutto su alcune tratte italiane dei nuovi TGV M a due piani (15 più altri 15 prodotti nel 2022), per provare a scalfire il dominio di Trenitalia e NTV, con Italo, arrivando a 13 viaggi al giorno, andata e ritorno, distribuiti tra Torino/Milano e fino a Roma e Napoli (9 corse) e tra Torino e Venezia (4 corse). Rispetto al modello precedente il numero dei passeggeri aumenta del 20%, arrivando a 740 nelle configurazione a 9 carrozze.

Continua la lettura con: I Tgv del futuro che sfideranno Italo e Frecciarossa in Italia (fotogallery)

FABIO MARCOMIN

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Quanto costa realmente la Bocconi

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credits unibocconi ig

Milano è una città che offre molte possibilità. Una di queste è sicuramente studiare, magari alla Bocconi, uno dei simboli della città.Andiamo a vedere quindi i costi di questa università. Al di là delle dicerie e dei pettegolezzi.

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Quanto costa realmente la Bocconi

# Un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo

credits unibocconi ig

La Bocconi è una delle migliori università italiane. Ma è anche riconosciuta tra le più rinomate e importanti al mondo. I suoi cavalli di battaglia sono una preparazione eccellente nei campi delle materie finanziarie, economiche e gestionali. I percorsi di studio includono la legislazione per l’impresa, il marketing, le scienze sociali, e i corsi innovativi dedicati all’intelligenza artificiale. Ma quanto costa studiarci?

# Rette da urlo

credits unibocconi ig

La retta per chi si iscrive ad una triennale in Bocconi ammonta a circa 16.700 euro all’anno, cifra che può ridursi fino al 20% secondo la condizione economico-patrimoniale della famiglia dello studente. Lo stesso importo annuale è previsto anche per la laurea in giurisprudenza.

Cifre ancor più alte se si pensa alle lauree specialistiche. Per gli studenti del primo anno che si iscrivono alla magistrale, la retta ammonta a 18.500 euro l’anno. Ma anche in questo caso sono previste agevolazioni.

Anche i master hanno dei prezzi da capogiro. Escludendo la possibilità di accedervi con una borsa di studio, il prezzo da considerare non è inferiore ai 16.000 euro, cifra richiesta per frequentare il master in Marketing e Comunicazione alla Bocconi.

# Stipendi: ecco il motivo per scegliere la Bocconi

credits la bussola economica ig

Ma perchè tutti sognano di studiare alla Bocconi? Molto semplice. Per il ritorno economico garantito. Un “bocconiano” appena laureato, infatti. prende in media 38.390 euro all’anno, cifra che lievita a 66.638 euro dopo i 45 anni d’età. Tuttavia, anche diversi atenei statali permettono di togliersi molte soddisfazioni. Per esempio, l’università di Reggio Calabria Mediterranea o quella di Brescia garantiscono un guadagno di oltre 60.000 euro l’anno, se si considerano diversi anni di esperienza.

Da citare anche i Politecnici. Quelli di Milano e Torino possono assicurare bonifici superiori a 55.000 euro l’anno, mentre i laureati alla Sapienza di Roma offrono un guadagno di 53.000 euro annuali.

Continua la lettura con: Le 5 curiosità incredibili sulle università milanesi

ANDREA PARRINO

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Per andare in Giappone basta la metro: kimono, ceramiche e bijoux nel mini quartiere di Milano

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Ph. @khaorivintage IG

Quanto ci vuole per andare in Giappone? Un biglietto della metro. Sì, perchè basta scendere alla fermata Isola della M5 per trovarsi immersi nelle atmosfere del Sol Levante. Tutto gratis. Ma solo per due giorni. 

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Per andare in Giappone basta la metro: kimono, ceramiche e bijoux nel Sol Levante di Milano

Sabato 29 e domenica 30 marzo il Giappone si trova a Milano. Con il mercatino dedicato all’artigianato giapponese, sono tante le chicche originali in arrivo dal Sol Levante.

Nelle bancarelle “Gam Giappone a Milano” da Pergola15 si trovano dai kimono ai bijoux, passando per le specialità enogastronomiche e le celebri ceramiche orientali. Perfetto per chi ama il Giappone e la sua cultura o anche è curioso di conoscerla.

PERGOLA15
Via Angelo della Pergola 11/4

Sabato 29/03/2025 dalle 10:00 alle 19:00

Domenica 30/03/2025 dalle 10:00 alle 18:00

Ingresso gratuito

Credits: newassetmanagement.it

Continua la lettura con:  Dopo Chinatown Milano avrà anche Japan Town?

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Top 5 provvedimenti inutili della giunta Gualtieri a Roma

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Ph: roma - Instagram

Eletta nel 2021, l’amministrazione Gualtieri si è distinta anche per grandi periodi di assenza e un’importante produzione social del sindaco. Le sfide che questa giunta doveva e deve affrontare, tra cui il Giubileo, sono sicuramente molto grandi e complesse, ma la raccolta di provvedimenti inutili per la città supera le aspettative. Ecco di seguito alcuni esempi.

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Top 5 provvedimenti inutili della giunta Gualtieri a Roma

Ph: robertogualtieri – Instagram

# Restyling di Metro Spagna… cos’è cambiato?

Ph: michele_cucuzza – Instagram

Sicuramente l’aspetto fatiscente e un po’ inquietante che aveva la stazione della metro Spagna non era un ottimo biglietto da visita per turisti e pendolari. Questa però non è una condizione che affliggeva solo questa stazione della Linea A o delle altre linee metropolitane della Capitale, sicuramente non la peggiore. L’intervento di restyling, pur essendo esteticamente interessante, non risolve i problemi strutturali della metro e il fatto che dopo 80 giorni di lavori le infiltrazioni d’acqua fossero ancora presenti lo dimostra. Col sistema di trasporti al collasso, l’abbellimento di una singola stazione è un lusso che sembra un nonsense.

# Autobus col parquet… ma perché?

Ph: mirko_e652 – Instagram

Per rimanere ancora in tema trasporti, Roma può vantare il fatto di essere la prima città d’Italia ad avere gli autobus col parquet. Poco importa se insieme a questi, ce ne sono altri che ancora rischiano di andare a fuoco da un momento all’altro. Il sistema dei mezzi pubblici capitolino avrebbe bisogno di investire sull’efficienza e sulla quantità, non solo sui fattori estetici che, con la condizione di disagio attuale, non rispondono alle reali esigenze della cittadinanza.

# Campagna “Frank, l’amic* che ti rovina la serata”

Ph: roma – Instagram

L’intenzione della campagna lanciata sulla sensibilizzazione per “una buona movida” è sicuramente positiva. D’altra parte, la sicurezza notturna è un tema su cui i romani sono particolarmente sensibili. Ma la mancanza di contenuti concreti e di misure efficienti non fa altro che presentare alla cittadinanza una sterile e vuota campagna pubblicitaria, un palliativo inutile che allontana i giovani e delude gli adulti. Rispetto a questo tema si potrebbe pensare invece a creare una rete di supporto e allertamento efficiente, sfruttando la presenza capillare dei taxi, che velocizzi gli interventi di pronto soccorso o di prevenzione dei danni collegati all’abuso di alcol.

# Ponte di legno sul Tevere

Ph: theromanpost – Instagram

Presentato come il primo parco d’affaccio sul Tevere, la struttura in legno sorge ai piedi del quartiere Flaminio. Si tratta della prima di una serie di altre oasi ecologiche sul biondo Tevere e l’idea di valorizzare gli spazi verdi lungo il fiume è certamente positiva. Tuttavia una struttura simile è solo temporanea ed estetica e la sua scarsa utilità pratica e il costo sproporzionato rispetto ai benefici fanno capire che, almeno ora, ci si poteva risparmiare un provvedimento simile. Non solo, la necessità di continua manutenzione rischia di farlo diventare un simbolo di inefficienza.

# 270.000 euro dei romani spesi per “Una Piazza per l’Europa”

Ph: democraziasolidale – Instagram

Senza voler indagare la validità o meno delle posizioni politiche assunte dalla piazza, bisogna dire che il finanziamento con soldi pubblici per l’organizzazione di un evento di parte è forse il provvedimento più divisivo preso sinora. Come può un evento legato a un’agenda ideologica e di parte rappresentare un beneficio per i romani? Ancora una volta si sta parlando di una misura lontana dalle reali esigenze dei cittadini, senza un ritorno pratico, con l’aggravante di sostenere una determinata posizione a scapito delle altre. Il tutto pagato con i soldi dei cittadini. 

Continua la lettura con: Il termovalorizzatore in «stile Copenaghen» a Roma è sparito nel nulla

RAFFAELE PERGOLIZZI

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«I cordoli sulle ciclabili sono la peggior cosa da fare…»

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Ph. (sfondo) @giannicongiu_ IG

Buongiorno,

I cordoli sulle ciclabili sono la peggior cosa da fare. Chi dice il contrario, non va in bici, o non le percorre.

Non esiste via di fuga, devi comunque andare dritto, e se ti capita qualcosa, non puoi sterzare per uscire dalla situazione. Frenare, poi!?

GB S

________________________________

Nel CV ho anche un paio di ruzzoloni da cordolo.
 
 
 
IL POSTINO
 
Vuoi segnalare qualcosa, fare una domanda, sfogare la tua creatività o la tua disperazione? Manda una mail a info@milanocittastato.it (Oggetto: I fatti nostri). 

Continua la lettura con: «Come nuovo collegamento, dalla stazione di Milano Centrale suggerirei anche…»

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7+1 terme a poca distanza da Milano da provare una volta nella vita

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Ph. @gretaminato IG

Non c’è niente di più rilassante che godersi una giornata alle terme. Queste sono le 7+1, poco distanti da Milano, che merita una giornata. 

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7+1 terme a poca distanza da Milano da provare una volta nella vita

#1 Cascina Caremma

credits Cascina Caremma Instagram

Cascina Caremma si trova a meno di un’ora da Milano, e qui si incontrano agriturismo, azienda agricola e nature SPA. La Spa ha a disposizione piscine riscaldate esterne e interne, idromassaggio, sauna, doccia aromatica sensoriale, getti verticali, solarium, aree relax e tanto altro. I prezzi partono da 32 euro per 3 ore durante i giorni feriali e 39 euro durante quelli festivi e prefestivi. È anche possibile pernottare e provare il loro ristorante.

Indirizzo: Via Cascina Caremma 2, Besate MI

#2 Monticello Spa & Fit

Credits monticellospa IG – Aperitivo

A una sola ora da Milano, Monticello Spa offre un’esperienza del tutto luxury, che accomuna Spa, fitness e relax. La struttura ha 7 vasche interne ed esterne, 17 ambienti sensoriali diversi in cui immergersi e rigenerarsi, e oltre 40 massaggi e trattamenti per il corpo praticati da esperti. Monticello Spa offre anche un’area fitness dove potersi allenare e un bistrot dove gustare piatti ricercati e sani. Il costo dell’ingresso da 4 ore ammonta a 49 euro, massaggi e trattamenti vanno acquistati a parte, ma sono disponibili pacchetti benessere con diverse esperienze per chi vuole davvero viziarsi.

Indirizzo: Via San Michele 16D Monticello LC

#3 Terme di Miradolo

credits Terme di Miradolo ig

Le Terme di Miradolo sono molto vicine da Milano e si trovano sulle colline del lodigiano. Il dettaglio interessante è che l’acqua che arriva alle terme è alimentata da ben 4 fonti diverse: Cà de Rho, San Pietro, Vittoria e Saline Santa Maria. Le terapie che vengono fatte in queste terme vengono riconosciute e garantite dal SSN e sono efficaci nel trattamento delle patologie delle vie respiratorie, dell’orecchio, dell’apparato osteoarticolare, vascolare, gastroenterico, urinarico e della pelle. Inoltre, nella struttura c’è anche una zona spa dedicata al benessere, con diversi percorsi e trattamenti estetici.

Indirizzo: Via dei Colli 7, Miradolo Terme PV

#4 Mandarin Oriental Lago di Como

credits Mandarin Oriental ig

Il Mandarin Oriental Lago di Como ha preso il posto del CastaDiva Resort & Spa, e ha riaperto le porte nell’aprile del 2019 dopo una profonda ristrutturazione. La struttura è ispirata alle acque del lago di Como su cui si affaccia ed offre una vasta scelta di percorsi di vapore, aria tiepida, giochi d’acqua e un approccio olistico al benessere. Questa centro offre due cabine trattamenti, un salone di bellezza e un centro fitness con macchinari di ultima generazione. In estate c’è anche la possibilità di rilassarsi a bordo della piscina esterna situata su una piattaforma che galleggia sul lago.

Indirizzo: Via E.Caronti 69 Como

#5 QC Terme San Pellegrino

credits QC Terme ig

Nel cuore della Val Brembana si trova una delle strutture più famose del gruppo QC. Le terme di questo gruppo sono tra le più amate e popolari per il loro servizio di altissimo livello, il comfort e il lusso di ciascuna location. Le terme a San Pellegrino sono le più vicine da Milano, e risultano quindi perfette per fughe di una giornata alll’insegna del relax. Molto interessante è la struttura termale, un edificio liberty spettacolare che vale la pena visitare. Il prezzo degli ingressi è variabile ma si aggira sui €50 per tutta la giornata. È anche possibile acquistare trattamenti, prenotare aperitivi e pranzare in loco.

Indirizzo: Viale della Vittoria 53, San Pellegrino BG

#6 Cella Grande

Ph. @gretaminato IG

Azienda agricola, cantina, bistrot e Spa. A Cella Grande puoi trovare questo e molto altro. Cella Grande si trova in Piemonte e da Milano dista 1 ora e mezza. Queste terme sono completamente immerse nella natura, e offrono un pacchetto di 3 ore con percorso benessere, accesso a tutte le aree relax e aperitivo con degustazione di vino di loro produzione, a 47 euro a persona.

Indirizzo: Via Cascina di Ponente 21, Viverone BI

#7 Parco Termale del Garda di Villa dei Cedri

credits villa dei cedri ig

Il Lago di Garda è una delle migliori località turistiche italiane per molti motivi: vita notturna, divertimento e paesaggi stupendi. Non tutti sanno, però, che sulle rive del lago c’è anche un bellissimo parco termale naturale. Villa dei Cedri è infatti una Spa naturale di 13 ettari tra alberi secolari, cascate, fontane e piscine termali. Insomma, un vero e proprio paradiso naturale. E la buona notizia è che è a meno di due ore da Milano! L’acqua termale del parco è alcalina e con un ph molto alto, caratteristiche che la rendono particolarmente benefica e con effetti antinfiammatori. Il biglietto giornaliero di ingresso al parco costa €35 per gli adulti e non è necessario prenotare.

Indirizzo: Via Madonna, 23, Lazise VR

#7+1 Terme di Boario

credits Michele Magliocca Ig

Tra le terme più frequentate del nord Italia. Le terme di Boario sono immerse in un parco da 130.000 metri quadrati in Val Camonica. I recenti restauri hanno dotato queste terme della ciliegina sulla torta: un centro wellness & Beauty invidiabile, con due piscine con acqua termale interne e una piscina esterna a contatto con la natura del parco. La struttura è dotata poi di bagno turco, sauna finlandese, bagno mediterraneo, stanza del sale, docce emozionali, percorso Kneipp e area relax. Gli ospiti possono avere a disposizione anche acqua, tisane e il kit di benvenuto (accappatoio, ciabatte, cuffia).

Indirizzo: Corso Italia, 91 Boario BS

Continua la lettura con: Le nuove maxi terme di Milano

ANDREA PARRINO

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La foto del giorno: dove siamo?

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La foto del giorno: oggi siamo in via Carlo Farini 2 

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Continua la lettura con: La foto del Giorno: 27 marzo 

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Quando sei in Vittorio Emanuele e ti assale il ricordo delle serate al Rolling

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Una serata al Rolling è per sempre. 
 

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Continua con: Hai trovato come reagire a quelli che ti danno volantini nei mercati di Milano

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Le zone rosse di Milano salgono a otto: succederà come con il Covid?

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Le zone rosse di Milano

Il tema della sicurezza a Milano è da anni al centro di un acceso dibattito politico: chi minimizza il problema e chi denuncia una situazione sempre più inquietante. La recente decisione del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica di prorogare ed estendere le cosiddette “zone rosse” sembra dare ragione a chi ritiene che il problema non sia solo di percezione, ma una realtà concreta. Ma il recente passato delle zone rosse nate proprio a Milano e dintorni solleva un interrogativo ancora più drammatico: potrebbe essere l’inizio di norme ancora più restrittive per la libertà di tutti i cittadini come capitato con la pandemia?

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Le zone rosse di Milano salgono a otto: succederà come con il Covid?

# Otto zone rosse: Milano alza il livello dell’allerta

elasilop IG – Stazione Centrale Milano

La Prefettura di Milano ha deciso di prorogare fino al 30 settembre le cinque “zone rosse” già esistenti e di aggiungerne altre tre, portando così il totale a otto aree soggette a misure speciali di controllo. Le zone rosse già operative dal 30 dicembre comprendono le aree intorno alle principali stazioni ferroviarie (Centrale, Garibaldi e Rogoredo), oltre a quelle di piazza del Duomo, della Darsena e dei Navigli. A queste si aggiungono ora via Padova, le Colonne di San Lorenzo e il quartiere dei Fiori a Rozzano.

Ma cosa significa zona rossa? Sono zone da cui, persone ritenute pericolose per la sicurezza pubblica e con precedenti per reati contro la persona, danneggiamento e possesso di armi, devono tenersi alla larga

# Le tre nuove aree critiche: Via Padova, Colonne e Rozzano

Credits nolo.district IG – Via Padova

La decisione di ampliare il perimetro delle zone rosse è arrivata dopo un’attenta valutazione da parte del Comitato per la Sicurezza, che ha analizzato i dati dei primi tre mesi di applicazione del provvedimento. I numeri mostrano un’intensa attività di controllo: oltre 132.000 persone identificate e più di 1.300 ordini di allontanamento emessi, con un’alta incidenza di reati legati a droga, aggressioni e furti. 

Se le prime cinque zone rosse erano già considerate punti sensibili per la sicurezza, le nuove aree aggiunte non sorprendono chi conosce la realtà urbana milanese. Via Padova è da anni una delle strade più complesse della città, teatro di episodi di violenza e spaccio. Già dal 10 marzo, in seguito a una riunione in Prefettura con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, è stato rafforzato il presidio delle forze dell’ordine con unità mobili e squadre di intervento operativo. In due settimane, i controlli hanno portato all’identificazione di oltre 3.000 persone, al fermo di numerosi veicoli e all’arresto di tre individui, oltre all’adozione di sette provvedimenti di espulsione.

Ph. @Marco1260fm IG

Le Colonne di San Lorenzo, storicamente un punto di ritrovo per i giovani, sono finite sotto la lente d’ingrandimento per l’aumento di episodi di degrado e criminalità. Anche Rozzano, in particolare il quartiere dei Fiori, è da tempo un’area ad alta criticità per spaccio e microcriminalità. L’obiettivo dichiarato della Prefettura è migliorare la vivibilità di queste zone, anche in vista dell’estate, periodo in cui aumentano sia il turismo che la movida serale.

Leggi anche: Queste sono le 5 zone più sicure di Milano

# Più controlli per tutti: e se fosse l’inizio di una restrizione per la mobilità di tutti i cittadini?

polizia_locale_fp IG

L’estensione delle zone rosse è un segnale chiaro: la sicurezza è un tema centrale per l’amministrazione e per le forze dell’ordine. Tuttavia, la misura solleva anche alcuni interrogativi. Aumentare i controlli e rafforzare la presenza delle forze dell’ordine può migliorare la sicurezza reale della città, ma non basta a risolvere il problema alla radice. Il rischio è che queste azioni abbiano solo un effetto temporaneo, senza incidere sulle cause profonde del degrado urbano e della criminalità. Con l’estensione delle zone rosse, Milano è davvero più sicura o solo più controllata? Inoltre, il concetto stesso di “zone rosse” può risultare divisivo: se da una parte è vero che garantiscono un maggior presidio delle aree critiche, dall’altra potrebbero creare una sorta di ghettizzazione di alcune parti della città. Da ultimo serpeggia anche la più grande preoccupazione originata anche dall’utilizzo dello stesso termine per delimitare le zone di lockdown durante il Covid. Anche con la pandemia inizialmente i limiti di circolazione erano finalizzati ai contagiati per poi estendersi a tutti: potrebbe succedere qualcosa di simile anche per la sicurezza che, in caso di incapacità di porre un freno, si pongano delle restrizioni per tutti i cittadini?  

Continua la lettura con: Il futuro della Montello: sarà la «Cittadella della Sicurezza» a difesa dei milanesi

FABIO MARCOMIN

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28 marzo 1896. La prima proiezione cinematografica di Milano (una delle prime al mondo): venne trasmesso questo

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28 marzo 1896. A Milano è di scena la prima proiezione cinematografica della storia della città. Che cosa è stato trasmesso? E qual è stata la reazione dei milanesi?

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28 marzo 1896. La prima proiezione cinematografica di Milano (una delle prime al mondo): venne trasmesso questo

28 marzo 1896. A Milano è di scena la prima proiezione cinematografica della storia della città. Non solo: si tratta di una delle prime al mondo. Ci troviamo al Circolo Fotografico della odierna via Turati, al tempo si chiamava via Principe Umberto. In sala sono seduti un ristretto gruppo di persone, tra cui diversi giornalisti. Ma cosa viene trasmesso?

Sullo schermo vengono proiettate immagini della vita quotidiana francese immortalate dai fratelli Lumiere. Le cronache riportano l’entusiasmo del pubblico davanti alle riprese animate di “bimbi che giuocano” o di “bagni di mare” a Nizza.

Il giorno successivo il “cinematografo Lumiere” si sposta al Teatro Milanese in corso Vittorio Emanuele: le proiezioni sono aperte al pubblico e durano circa un quarto d’ora. Il titolo è “spettacolo di fotografia animata”. Il successo è grandioso, anche se tra molti milanesi serpeggia la diffidenza: sarà “un’arte senza futuro”, “El dura minga” è la sintesi dei loro commenti. 

Fonte: Milano d’Italia, Alberto Pezzotta- Anna Gilardelli, Bompiani

Continua la lettura con: 26 marzo: viene inaugurata la stazione di Affori

MILANO CITTA’ STATO

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Quello che ci manca di più della nostra adolescenza (secondo i milanesi)

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Ph. @ bircide_il_paninaro IG

Ricordi dei milanesi. Le 7 cose di quando si era ragazzi che ci mancano di più. 

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Quello che ci manca di più della nostra adolescenza (secondo i milanesi)

# La spensieratezza

Quando li vivi sembra di essere sul filo del rasoio. Ma il ricordo li rende leggeri come una piuma. 

Natale 1974 – ph. @giovyortu IG

# Le mega compagnie

«E le uscite in motorino sempre in due» (883)

Ph. @
bircide_il_paninaro IG

# L’età

L’energia, la vitalità, la velocità di recupero. A ripensarci ora, sembravamo dei Supermen e delle Wonder Women. 

Via Palermo 1980 – ph. Tiziano Calzolari

# Le farfalle nello stomaco

«Ci batteva il cuore. Eh, sì! Mi sembra di ricordare che ci batteva il cuore» (Sapore di Mare)

Ph. @
bircide_il_paninaro IG

# I sogni 

Quando dietro ogni tramonto appariva un futuro scintillante

Piazza Duomo Aprile 1983 – ph. @averageitaliankid IG

# Eravamo felici e non lo sapevamo

Spesso si piangeva, ci si disperava per un nonnulla, sembrava di vivere la fine del mondo. Ma con il passare degli anni si guadagna la consapevolezza. E ogni ricordo acquista un sapore di miele. 

Ph. @
bircide_il_paninaro IG

# Mamma e papà

Le persone che non ci sono più. Nonni, amici, i genitori. Un vuoto incolmabile. «Mia mamma e mio papà che non ci sono più. La loro voce, le loro battute, i loro sorrisi. Pagherei qualsiasi cosa per riaverli qui 5 minuti, abbracciarli e chiedere loro scusa per tutte le volte che mi sono comportato male. La loro mancanza, anche dopo anni, è un dolore che non passa mai e che può risvegliarsi, inaspettatamente, anche ascoltando una canzone o guardando una fotografia.» (Giulio)

Ph. @
giorgio.brancaglion IG

Continua la lettura con: Quello che resta dei celti a Milano

ANDREA ZOPPOLATO

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Niente metro di notte? 5 idee per utilizzare i tunnel

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La metro chiusa di notte? Perché non utilizzare i tunnel lasciati liberi? Cinque idee per dare nuova vita ai tunnel della metro, senza compromettere la sicurezza e rispettando il buon senso, che potrebbero rivoluzionare l’uso di questi spazi durante la notte.
 

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Niente metro di notte? 5 idee per utilizzare i tunnel

Le metropolitane sono le arterie vitali di Milano, ma quando cala la notte, i tunnel, per la maggior parte del tempo, restano vuoti, uno spreco di spazi preziosi che potrebbero essere meglio sfruttati.

In molte grandi città del mondo, la metropolitana è attiva 24 ore su 24, e poiché Milano non si è ancora ancora decisa per una trasformazione simile, ci sono diverse soluzioni che potrebbero migliorare l’utilizzo della rete sotterranea anche durante le ore notturne. Ecco 5 idee.

#1 Ristoranti notturni in stazioni e fermate

Le linee della metropolitana trasformate in mercati gastronomici coperti, veri e propri luoghi dove assaporare prelibatezze culinarie. Ogni linea della metro potrebbe ospitare ristoranti e mercati notturni, in corrispondenza delle fermate, creando un’esperienza unica. Ogni fermata potrebbe diventare una “stazione culinaria” diversa, con cucine mobili che offrono piatti provenienti da tutto il mondo.

Per garantire la sicurezza, sarebbe necessario installare pedane, facilmente rimovibili al mattino, sopra i binari per separare le aree dedicate alla ristorazione. Anche l’areazione, fondamentale in ambienti sotterranei, dovrebbe essere migliorata. Le cucine mobili, dotate di impianti per la gestione dei rifiuti e delle necessità sanitarie, potrebbero essere facilmente trasportate e montate, offrendo una varietà di piatti freschi e gustosi.

Con una configurazione simile a mercati coperti come quelli di Barcellona o al Mercato Centrale della Stazione, i tunnel della metro potrebbero diventare un vivace centro gastronomico. I visitatori si sposterebbero tra diverse “stazioni” culinarie, esplorando vari tipi di cucina, questo tipo di spazio, che unisce l’architettura sotterranea al dinamismo di un mercato notturno, potrebbe trasformarsi in una meta imperdibile per residenti e turisti.

#2 Locali notturni, discoteche, safe-rave e aree concerti

I tunnel della metropolitana, spesso considerati luoghi bui e misteriosi, potrebbero essere trasformati in veri e propri locali notturni o spazi per concerti, creando un’atmosfera unica che attirerebbe giovani e appassionati di musica da tutta Europa. Se Parigi ha le catacombe, Milano avrebbe i tunnel, l’idea di un “rave sotterraneo” potrebbe suscitare preoccupazione, ma progetto un simile potrebbe diventare una delle esperienze più coinvolgenti per la vita notturna della città.

Immaginate di entrare in una stazione della metro trasformata in una discoteca, con luci soffuse, DJ set, e impianti stereo all’avanguardia. Ogni fermata potrebbe ospitare un evento diverso, creando un “circuito musicale sotterraneo” che si sposta da una stazione all’altra, con diversi generi musicali che cambiano da fermata a fermata. Questo tipo di locale notturno avrebbe il vantaggio di trovarsi in un ambiente sicuro, lontano dai rischi legati ai locali tradizionali in superficie. Gli eventi potrebbero essere supervisionati da personale qualificato, garantendo un’esperienza sicura e divertente per tutti.

Con un’attenta gestione e l’utilizzo di tecnologie moderne, i tunnel della metro potrebbero diventare il cuore pulsante della vita notturna, offrendo una nuova dimensione all’intrattenimento cittadino.

#3 Area comunale per accogliere i senza tetto

Uno degli usi più umanitari dei tunnel della metro sarebbe quello di trasformarli in spazi sicuri per accogliere persone senza fissa dimora durante la notte. In molte grandi città, Milano compresa, i senza tetto sono costretti a vagabondare per le strade, spesso in condizioni precarie e rischiose. Utilizzare le stazioni e i tunnel della metro come rifugi temporanei potrebbe rappresentare una soluzione efficace e sicura.

Le stazioni della metropolitana potrebbero essere attrezzate con letti, bagni e spazi per l’assistenza sociale e sanitaria di base. Sarebbero gestiti da enti locali o organizzazioni di beneficenza, con l’aiuto di professionisti in grado di offrire supporto psicologico, consulenza legale e orientamento verso opportunità di reinserimento lavorativo e abitativo.

In questo ambiente protetto, le persone senza fissa dimora potrebbero sentirsi al sicuro, lontano dai pericoli delle strade. Un’iniziativa del genere rappresenterebbe un importante passo verso l’inclusione sociale, risolvendo al contempo un problema che affligge molte metropoli.

#4 Spazio di coworking notturno per chi soffre di insonnia

L’insonnia, così come il lavoro notturno, è un disturbo che colpisce milioni di persone… Perché non trasformare i tunnel della metro in spazi di coworking notturno per chi cerca un ambiente tranquillo dove concentrarsi e lavorare? Lontano dal caos della città, i tunnel sotterranei potrebbero diventare il luogo ideale per lavorare, studiare o portare avanti progetti personali.

Le stazioni della metro potrebbero essere dotate di scrivanie, connessioni internet veloci, e aree per riunioni, in modo che le persone possano usufruire di un ambiente silenzioso e protetto. Questo spazio potrebbe risultare particolarmente utile per studenti, freelance e professionisti che trovano più produttivo lavorare di notte. L’atmosfera sotterranea e silenziosa favorirebbe la concentrazione e renderebbe questi spazi ancora più adatti a chi cerca serenità per lavorare a qualsiasi ora della notte.

#5 Maratona notturna: “Milano Sotterranea”

Infine, i tunnel della metropolitana potrebbero diventare il luogo perfetto per organizzare eventi sportivi, come una maratona notturna. Immaginate una “Milano Sotterranea”, dove i partecipanti corrono attraverso i tunnel e le stazioni della metro, illuminati da luci fluorescenti, con un’atmosfera unica e stimolante.

Ogni mese, una maratona sotterranea potrebbe essere organizzata, con un percorso che cambia ogni volta, attraversando vari tunnel e stazioni lungo le diverse linee e gli interscambi.

Questa maratona non solo sarebbe un evento sportivo entusiasmante, ma rappresenterebbe anche un’opportunità per scoprire la città da una prospettiva del tutto inedita. Correndo nei sotterranei, gli atleti potrebbero godere di un’esperienza unica e sicura, senza il pericolo del traffico o delle condizioni meteorologiche avverse, rendendo l’evento ancora più speciale.

Continua la lettura con: 7 linee metropolitane per le 7 aree dell’hinterland di Milano

MATTEO RESPINTI

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