In risposta all’articolo “I 5 monumenti di Milano da abbattere“, abbiamo ricevuto dai milanesi un interessante consiglio: “perché non mettiamo all’asta i monumenti più brutti di Milano e il ricavato lo investiamo in cittàper aiutare chi è in difficoltà?“. In un momento in cui si deve pensare anche a trovare risorse per rilanciare la città, e per salvare i servizi essenziali tipo i bus, ecco le proposte più gettonate segnalate dai lettori della nostra Fan Page per rendere Milano più bella (e più ricca).
“Sarà anche un omaggio alle metropolitane di Milano ma sembra un’ode alla Giamaica, sono proprio i colori assurdi che lo rendono brutto e apparentemente fuori contesto”
#5 Il monumento ai caduti di Minguzzi (piazzale Marengo)
“Per fortuna non lo vede nessuno perché è fuori passaggio, talmente osceno che se googli per vederlo trovi solo 4 foto”
#4 Il monumento alla vittime del terrorismo e delle stragi (Largo 11 Settembre 2001)
#3 Monumento a Vittorio Emanuele II (Piazza Duomo)
“Sicuramente il cavallo in Duomo. Grigia, sempre sporca, invisibile. Un totem celtico ha più a che vedere con la storia di Milano di quel re sabaudo a cavallo”
#2 La scalinata dedicata a Sandro Pertini (piazza Croce Rossa)
“Abbattere monumento a Pertini via manzoni orrendo”
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
I bar più intriganti di Milano per una pausa caffè
#1 Pasticceria Marchesi, uno dei locali più chic di Milano
La Pasticceria Marchesi, presente in Galleria Vittorio Emanuele II, è uno dei locali più chic dove fare colazione o prendere un caffè. Sedie in velluto e carta da parati color pastello per ricordare lo storico punto vendita in corso Magenta, ancora oggi aperto, e una vista spettacolare sull’interno della Galleria. Qui si sono possono trovare dei favolosi dolci mignon, oltre a cioccolatini, confetture, caramelle e un panettone da 10 e lode.
Indirizzo: Galleria Vittorio Emanuele II
#2 El&N, il locale più instagrammabile d’Italia
Spostiamoci di poche centinaia di metri per entrare nel bar più instagrammabile d’Italia: El&N London. Si trova in piazza del Liberty, un altro è in Gae Aulenti, edè tutto colorato di rosa, pieno di fiori e di attrazioni fatte apposta per uno scatto. Anche i dolci non sono niente male.
Indirizzi: piazza del Liberty 4 e piazza Gae Aulenti
In zona Repubblica e Porta Vittoria troviamo Gelsomina, il regno dei maritozzi e non solo. Si aggiungono altre specialità selezionate nel cuore della tradizione del sud Italia ma anche proposte per vegani o per coloro che preferiscono una colazione salata.
Indirizzi: via Carlo Tenca, 5 e via Fiamma, 2
#4 Lùbar, il bar siciliano dall’atmosfera retrò
LùBar in Porta Venezia è un ristorante siciliano dall’atmosfera retrò, ricco di pianti, statue e lucci e dai colori pastello. Si può prendere un caffè, fare colazione o pranzare in una serra settecentesca, in quella nel cortile, nel giardino o vicino al bancone, con tutto il meglio della cucina siciliana.
Indirizzo: via Palestro, 16
#5 Ègalité, un angolo di Parigi a Milano
Rimaniamo sempre in zona. Ègalité, un angolo di Parigi a Milano. Una vera boulangerie nel cuore della movida di Porta Venezia. Imperdibili i croissant burrosi e croccanti, i chausson aux pommes, i pain au chocolat, gli éclair, tarte tatin e gateau preparate dal maestro panificatore Thierry Loy.
Indirizzo: via Melzo, 22
#6 Eppol pie, la colazione in una giungla urbana
A pochi passi da Corso Buenos Aires ecco Eppol Pie. Il locale ideale per una pausa caffè in una giungla urbana, con piante ovunque, a terra, sul soffitto e alle pareti. L’ambiente esotico è richiamato anche all’esterno dalle sedute in paglia. La pasticceria è tutta da provare.
Uno dei sogni del Municipio 8: ne avevamo parlato qui, sul totale dei 19 progetti di riqualificazione, due per Municipio, inseriti nell’Atlante dei Quartieri del nuovo Pgt in fase di elaborazione. I prossimi passi, come dovrebbe diventare e i pro e contro dell’iniziativa.
L’HighLine Verde sul cavalcavia: a New York è a Manhattan, a Milano sarà alla Ghisolfa
# Il modello: l’High Line di New York
Tutto parte dalle richieste inviate dai municipi a Palazzo Marino e inserite nell’Atlante dei Quartieri, inserito nel nuovo Pgt in fase di elaborazione, uno strumento che specifica quali interventi sono previsti per una determinata area. Tra questi troviamo piazze, scuole o piste ciclabili e anche arterie stradali come i cavalcavia. Il Municipio 8 ne ha proposti due: il più rilevante riguarda il cavalcavia Monte Ceneri. L’obiettivo è trasformarlo in una grande passeggiata pedonale sopraelevata sul modello della High Line di New York, con aree verdi, per fare sport all’aperto e un’identica riqualificazione anche del parte sottostante con servizi, spazi commerciali, aggregativi e culturali. Vediamo i prossimi passi.
# Il bando nel 2025: «un sogno che vogliamo diventi realtà»
Il Comune di Milano è d’accordo con il parlamentino del Municipio 8 nel ritenere che il cavalcavia abbia esaurito la sua funzione. Nel 2025 si prepara a lanciare quindi il bando di progettazione di fattibilità per far diventare la strada ad alto scorrimento sopraelevata in un parco lineare. L’assessore alla Rigenerazione Urbana Giancarlo Tancredi nel corso del Forum dedicato al suo assessorato ha detto che «è un sogno che vogliamo diventi realtà, nel 2025 lanceremo il bando. Le infrastrutture che non svolgono più la funzione per cui sono nate, da problema facciamole diventare luoghi riqualificati per i milanesi e per i turisti.»
# Le critiche: «il sogno sarà un incubo: la Ghisolfa non è Manhattan»
L’entusiasmo dell’amministrazione sembra però non fare i conti con alcuni fattori che potrebbero trasformare il sogno in un incubo. Vediamone alcuni:
#1 Il cavalcavia si trova in un’area molto diversa da Manhattan: quali turisti ci andrebbero?
Tra le motivazioni per la trasformazione del cavalcavia c’è il fatto che possa diventare un luogo di attrazione per i turisti come successo per la High Line di New York. A differenza dell’infrastruttura americana che si trova nel cuore di Manhattan tra stupendi edifici e viste mozzafiato sull’acqua, il Monte Ceneri si trovi in una posizione ben diversa, in mezzo a palazzoni degli anni ’60-’70, tra i quartieri della Ghisolfa e Villapizzone. Che con tutto il rispetto hanno un appeal ben diverso dal cuore della Grande Mela.
#2 Aumenterà la congestione del traffico in un’area senza metro
La chiusura della strada strozzerà ancora di più il traffico di un’area dove non c’è traccia di metropolitana. Questo comporterà prevedibilmente un aumento del traffico e dell’inquinamento, motivo per cui è ancora in discussione l’opportunità della demolizione di un altro cavalcavia, quello di Corvetto. Oggi molti veicoli la percorrono per evitare i semafori sottostanti e per procedere con più rapidità in questa parte della città. Prima di un intervento di questo tipo bisognerebbe pensare a infrastrutture alternative, come la realizzazione di tunnel, dove far transitare le auto. Oltre alla costruzione della M6.
#3 La High Line di New York era una ferrovia abbandonata, non un viale utilizzato per la circolazione
Un’altra differenza sostanziale con l’High Line di New York è che quest’ultima non era una strada utilizzata quotidianamente ma la sezione meridionale in disuso della ferrovia West Side Linedi 2,33 km: costruita negli anni ’30 è stata abbandonata nel 1980. Non come Monte Ceneri che costituisce un’arteria fondamentale per chi si deve muovere lungo la circonvallazione e che, quindi, risulta strategico soprattutto per chi vive in periferia.
#4 Il verde deve essere mantenuto in modo adeguato per evitare nuovo degrado
Un altro degli aspetti da tenere in considerazione è la cura del verde. Come si è visto negli ultimi anni in molte zone della città marciapiedi, aiuole e spazi verdi esistenti in generale non riescono a essere mantenuti in modo adeguato e la recente strategia di Palazzo Marino di ridurre lo sfalcio ha contribuito ad aumentare ulteriormente il degrado. Il ponte rischierebbe di fare la stessa fine, con l’ulteriore rischio di peggioramento della sicurezza per i residenti come succede nel piazzale della Stazione Centrale.
#5 Gli elevati costi di manutenzione
Bisogna poi mettere in conto che un’infrastruttura di questo tipo ha bisogno di maggiori interventi manutentivi e di conseguenza maggiori risorse economiche da investire. La stessa High Line di New York, presa ad esempio per trasformare il cavalcavia milanese, non potrebbe rimanere agibile e pulita senza gli investimenti di privati e filantropi.
# Molti milanesi la ritengono una soluzione fuori da ogni logica
Ci sono molti milanesi che ritengono l’idea del Comune di Milano fuori da ogni logica. Questi alcuni dei commenti sotto il post facebook di Milano Today che parla del progetto:
«Giustamente incasiniamo ancora di più il traffico! Prima le macchine potevano passare anche sopra, senza farsi i semafori. Adesso con il cavalcavia chiuso le auto che passeranno sotto raddoppieranno e coi semafori le code saranno lunghissime. Grazie salah per questa ottima idea anti auto» – Maria Landoni
«Uguale. Da una parte una ferrovia in disuso che non volevano abbattere. Attrazione squalliduccia per turisti. Dall’altra una importante infrastruttura vitale per il lavoro cittadino. Geni!» – Davide Vincenzo Dionigi Mazzilli
«Non mi sembra che il cavalcavia abbia esaurito la sua funzione. Per niente, anzi, per chi deve raggiungere Piazzale Stuparich da Piazzale Lugano poter saltare una decina di semafori e avere una corsia preferenziale è una gran cosa. Sicuramente aiuta a decongestionare il traffico ma il nostro sindaco e il suo team vivono a Gardaland coi boulevard, i bistrot, le mele e le pere…complimenti per la marchetta. Ci vuole coraggio anche a scrivere articoli demenziali come questo.» – Arianna Geith
«E le macchine volano su per il cielo, già così nelle ore di punta il cavalcavia è intasato e anche le strade di sotto.. sono proprio dei fenomeni» – Claudio Siciliano
«La classica soluzione alla Sala ostaggio di quel manipolo di radical-chic finto-ecologisti. Molte città tedesche stanno rendendo verde e pedonali parecchie strade anche molto trafficate, ma costruiscono tunnel sotto queste aree per far passare le auto. Quello che Sala e i suoi amici della rivoluzione coi fichi secchi non hanno capito è che non è che se chiudi una strada la gente per magia lascia a casa l’auto. Perché la gente lasci a casa l’auto ci vuole un sistema coordinato su tutto il territorio, provincia e regione compresa e un piano nazionale di incentivazione al trasporto alternativo. Non c’è. Per il momento se chiudi una via devi essere competente abbastanza per capire che stai solo riempiendo altre vie di auto (se non costruisci un tunnel come in Germania).» – Luca Cartapatti
Dubai, la città degli Emirati Arabi Uniti che non smetterà mai di sorprendere il mondo, dove l’estate dura quasi sei mesi e dove alle 23 la temperatura media si attesta attorno ai 30°, ha introdotto un nuovo modo di vivere il mare: le spiagge notturne. l‘Italia è forse da meno? Vedremo mai dei lidi notturni nel nostro Paese?
«Il mare anche di notte»: la novità di Dubai si diffonderà anche sulle spiagge italiane?
# Le spiagge notturne di Dubai
Con oltre 800 metri di costa illuminati e sorvegliati, la città ha reso possibile un’esperienza balneare accessibile anche dopo il tramonto. La motivazione principale è chiara: durante il giorno, le temperature raggiungono spesso i 40 gradi, rendendo difficile per residenti e turisti godersi il mare. La possibilità di fare un tuffo o passeggiare sulla sabbia (più) fresca di sera risponde all’esigenza di sfuggire al caldo torrido. Non solo, queste spiagge rappresentano un’attrazione turistica e un’occasione di ristoro per molti lavoratori, spesso migranti, che trovano un momento di sollievo dopo lunghe giornate lavorative.
La spiaggia notturna, pubblica, è progettata per garantire la massima sicurezza: bagnini presenti 24 ore su 24, telecamere dotate di intelligenza artificiale e reti anti-squali sono solo alcune delle misure adottate per prevenire incidenti e pericoli. Questo progetto, oltre a migliorare la qualità della vita dei residenti, attira anche i turisti nei mesi più caldi, mantenendo vivo il flusso di visitatori nonostante le temperature estreme.
# E in Italia? Spiagge di notte: un sogno o una possibilità concreta?
Noi italiani saremo forse da meno? Le nostre spiagge, famose in tutto il mondo per la loro bellezza, potrebbero benissimo ospitare una vita balneare notturna. Da nord a sud, le coste italiane offrono scenari mozzafiato: dalla Sardegna, con le sue acque cristalline di Cala Mariolu, alla Puglia con la bianca spiaggia di Torre dell’Orso, fino alle sabbie dorate della Baia del Silenzio in Liguria o alla rinomata spiaggia di San Vito Lo Capo in Sicilia. Tutti luoghi, ma aggiungiamoci anche la riviera romagnola, che, con un po’ di immaginazione, potrebbero animarsi anche di notte, permettendo ai bagnanti di godere del mare al chiaro di luna.
È vero, fare il bagno di notte non è proprio una novità: qualcuno ci prova sempre, magari in compagnia di amici dopo una cena in riva al mare. Tuttavia, nessun lido ha mai pensato di trasformare questa esperienza in una vera e propria attività organizzata. Eppure, potrebbe rappresentare un’opportunità unica per incrementare il turismo e rilanciare il commercio notturno lungo le nostre coste. La vita notturna porterebbe nuova linfa economica alle località balneari, con ristoranti, bar e negozi che potrebbero restare aperti fino a tarda notte per soddisfare le esigenze dei visitatori.
# Le sfide di un lido notturno: problemi e soluzioni
La gestione di un lido aperto fino a mezzanotte o oltre comporta però delle sfide significative. Innanzitutto, i costi di gestione aumenterebbero notevolmente. I servizi di sicurezza dovrebbero essere potenziati, con bagnini presenti anche durante le ore serali (come a Dubai), e sarebbe necessario illuminare adeguatamente le spiagge per garantire la sicurezza dei bagnanti. Ma non solo: l’illuminazione dovrebbe essere progettata per ridurre l’inquinamento luminoso, magari con l’uso di luci soffuse a LED che rispettino l’ambiente marino e non disturbino la fauna locale.
Anche la temperatura potrebbe essere un problema. Mentre a Dubai le serate sono comunque calde, molte località italiane potrebbero richiedere soluzioni innovative per rendere la spiaggia confortevole anche in notturna. Una possibilità potrebbe essere l’utilizzo di riscaldatori all’infrarosso lungo i lidi, creando delle “isole di calore” nei punti più frequentati, come le aree di ristoro e i lettini. Questa soluzione non solo renderebbe più piacevole l’esperienza nelle fresche serate estive, ma permetterebbe anche di estendere l’uso delle spiagge notturne durante tutto l’anno, trasformandole in mete attrattive persino in inverno.
# Come si rende fruttuoso un lido notturno?
Il commercio trarrebbe sicuramente beneficio dalla vita notturna sulla spiaggia, ma è importante bilanciare i costi operativi con i potenziali guadagni. Tenere aperto un lido tutta la notte significa assumere più personale e coprire costi di illuminazione e sicurezza. Una soluzione potrebbe essere quella di introdurre un ingresso a pagamento per le spiagge notturne, magari incluso in un pacchetto che offra servizi aggiuntivi, come lettini riservati, con la possibilità di musica dal vivo o, cambiando genere, di attività rigenerative come la meditazione o lo yoga al chiaro di luna.
In alternativa, si potrebbe pensare a una collaborazione con i ristoranti e i bar presenti sulla spiaggia, che potrebbero contribuire alle spese in cambio della possibilità di sfruttare il flusso di clienti fino a tarda notte. Anche le attività sportive notturne, come beach volley o kayak illuminato, potrebbero attirare un pubblico di appassionati, garantendo ulteriori entrate attraverso l’affitto delle attrezzature.
# Come si anima una spiaggia notturna?
Oltre alla semplice balneazione, le spiagge potrebbero offrire intrattenimenti e attività pensate appositamente per la sera. Si potrebbero organizzare spettacoli pirotecnici, cinema all’aperto con schermi galleggianti o persino concerti unplugged sulla sabbia. Gli eventi gastronomici, come cene a tema o degustazioni di prodotti locali, potrebbero richiamare sia i residenti che i turisti, creando un’atmosfera unica e rilassata.
Per incentivare la partecipazione, si potrebbero proporre pacchetti con servizi inclusi, come un aperitivo al tramonto, massaggi rilassanti in riva al mare, o attività sportive come il paddle boarding notturno, con tavole illuminate che offrono un’esperienza magica e indimenticabile. Grazie alle soluzioni di riscaldamento, queste attività non sarebbero limitate solo ai mesi estivi, ma potrebbero continuare anche durante l’inverno, offrendo nuove opportunità di svago anche nei periodi più freddi.
# Treni direttissimi per una serata in spiaggia
Per rendere questa esperienza più accessibile anche a chi vive nelle grandi città come Milano o Roma, si potrebbe ipotizzare un sistema di treni ad alta velocità che colleghi direttamente alcune località balneari vicine.
Pensiamo a una partenza serale da Milano verso la Riviera Ligure o da Roma verso le spiagge della Toscana. I treni, partendo intorno alle 18, potrebbero permettere ai viaggiatori di cenare già a bordo, o, per chi lo desidera, direttamente in spiaggia, per poi godersi il lido fino alle 24, con un breve viaggio di ritorno previsto dopo la mezzanotte.
Questa soluzione favorirebbe il turismo di prossimità, riducendo la necessità di pernottamenti, che comunque andrebbero a verificarsi, rendendo l’esperienza più accessibile.
Gli anni della “Milano da bere” raccontati nello spot dell’Amaro Ramazzotti, delle insegne al neon in piazza Duomo e dei paninari. Ma dove si andava quando si saltavano le lezioni a scuola? Questi i ricordi degli studenti di allora.
Dove bigiavamo la scuola negli anni Ottanta a Milano
# All’Astragames, la sala giochi più famosa degli anni ’80
Praticamente il Paese dei Balocchi. Il Paradiso di chi bigiava la scuola negli anni ’80: l’Astragames, la sala giochi più famosa di Milano. Si trovava sul retro di una piccola via laterale sotto i portici di Corso Vittorio Emanuele, raggiungibile solo a piedi a piedi e con poche indicazioni per trovarla, dietro al Cinema Astra. La mattina era frequentata solo da chi saltava la scuola, quindi solo in quella occasione si rivelava un universo di infinite possibilità.
Nota: non era però l’unica sala giochi in città frequentata da studenti che saltavano le lezioni, ce n’erano anche in via Larga e in via Torino.
# In Piazza del Duomo, a fare le vasche tra i negozi
Anche negli ’80 Piazza del Duomo era tra le destinazioni preferite per evitare di stare seduti tra i banchi. Quando ancora le auto potevano circolare e le insegne al neon ricoprivano l’edificio di fronte alla cattedrale, le vasche tra i negozi e le soste nei bar si facevano già.
# Su e giù per le scale mobili dentro la Rinascente
Un altro luogo dove trascorrere il tempo la mattina lontano dei banchi era la Rinascente, su e giù per le scale mobili, prima che ci fosse “l’invasione” di vestiti e accessori di lusso, al sesto piano c’era infatti la cancelleria.
# Alla Standa, la “casa degli italiani”
Con diversi punti vendita in città, oltre al primo storico in via Torino, c’era la Società Anonima Magazzini Standard pare diventata Standa su volere di Mussolini. Divenne “la casa degli italiani” quando Iniziativa Meta del gruppo Ferruzzi ne cedette la proprietà del 70% alla Fininvest di Berlusconi che la ribattezzò nella Casa degli italiani. Un luogo dove trovare tutto quello che poteva servire: dall’arredo casa al vestiario.
# Da Luini, una piccola pausa con i mitici panzerotti
I mitici panzerotti di Luini erano una piccola pausa prima di virare su sale giochi e negozi. Aperto da 75 anni, riscuoteva un gran successo anche negli anni ’80.
# Alla Crota Piemontese per mangiare un panino con würstel e crauti
Il locale nasce nel 1948 come Crota Piemunteisa in piazza Beccaria, dietro al Duomo, dove veniva proposta appunto cucina piemontese. Il panino più gettonato era quello con würstel e crauti. Oggi si trova vicino alle Colonne di San Lorenzo, mantenendo il suo essere trattoria e locale storico ma perdendo la tipicità regionale.
Era l’epoca dei paninari e una sosta al Burghy in Piazza San Babila per un hamburger era quasi una tappa obbligata. Poi è arrivato Mc Donald’s, ora non esiste più nemmeno quello.
# Messaggerie Musicali, uno dei “tempietti” della musica
Uno dei “tempietti della musica”, le “Messaggerie Musicali” sotto la Galleria Vittorio Emanuele. Si trovavano tutti gli LP più venduti, ma anche libri di ogni genere. Un po’ come la Mondadori e la Feltrinelli oggi, ma erano le sette note a dominare. In alternativa c’erano Mariposa in Porta Romana oppure Buscemi, il regno dei bootleg (le registrazioni non ufficiali dei concerti) in corso Magenta.
Sempre stato uno dei bar più amati dagli studenti, anche universitari. Il Bar Magenta, che ha ormai superato da tempo il secolo di storia, negli anni ’80 era una delle mete predilette quando si bigiava.
# La Fiera di Senigallia, tra articoli etnici, vintage e rari vinili
Lo storico mercatino delle pulci milanese, di giovedì e sabato mattina, dove trovare: articoli etnici, abbigliamento nuovo e usato, vinili rari, vecchi fumetti, scarpe, borse e accessori femminili, pelletteria, casalinghi e ferramenta. Un paradiso per chi aveva diverse ore da riempire prima di ritornare a casa facendo finta di essere andato a scuola.
# Al Parco Sempione o ai Giardini di Porta Venezia
La fuga nei grandi parchi, dal Sempione e ai Giardini di Porta Venezia. Due luoghi dove era, è lo ancora, più difficile farsi scoprire dai genitori o dagli insegnanti, grazie ai grandi spazi e ai numerosi punti dove nascondersi. Perfetto per rilassarsi, quando possibile sdraiati sull’erba, tra una chiacchiera e l’altra con i compagni di scuola.
Il 15 ottobre si sono aperti ufficialmente i cantieri del primo lotto di Unione Zero a MilanoSesto, per la parte realizzata dai privati. Intanto prosegue la costruzione della stazione futuristica progettata da Renzo Piano. Queste le ultime immagini dal cantiere.
La “stazione del futuro” all’orizzonte di Milano: avanza la passerella sospesa trasparente di Renzo Piano
# La stazione del futuro: attività in corso e immagini dal cantiere
Dopo l’abbattimento del vecchio edificio antistante piazza Primo Maggio, protrattosi a lungo causa ritrovamento di amianto nella struttura, prosegue la costruzione della nuova stazione ferroviaria a firma Renzo Piano.
Fabio Marcomin - Stazione Sesto
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Aperta al pubblico già parzialmente, attualmente vede i cantieri concentrati su:
le coperture delle scale mobili;
la copertura con vetro e pannelli solari sul corpo stazione lato piazza;
la realizzazione della parte mancante della stazione dove prima insisteva il vecchio edificio e del tunnel di collegamento alla metropolitana.
abio Marcomin - Stazione Sesto dall'alto
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Nel video in basso si può vedere una panoramica della stazione e l’area di scavo dove prima c’era il vecchio edificio passeggeri.
# Le caratteristiche della futuristica stazione sospesa di Renzo Piano
La nuova stazione ferroviaria è il simbolo più riconoscibile di MilanoSesto, uno dei più grandi di progetti riqualificazione urbana in Europa. La struttura è caratterizzata da una passerella in vetro di 90 metrilarga 18 metri che attraversa la linea ferroviaria Milano-Monza, con scale coperte che collegano le banchine. La passerella prevede al suo interno bar e alcuni negozi, offrendo anche una vista panoramica sul nuovo Parco urbano Unione, con pannelli fotovoltaici sulla copertura. La stazione si collega con il capolinea della M1, mentre il sottopasso esistente, attualmente chiuso per lavori, viene rinnovato e prolungato.
# Fine lavori: dicembre 2025
La conclusione dei lavori è programmata per dicembre 2025, qualche mese dopo rispetto al precedente cronoprogramma. Il completamento della nuova stazione sarà completata anche nella parte interrata nella sua totalità e potrà essere utilizzata anche come cerniera tra la Sesto costruita e la nuova Sesto sulle ex aree Falck.
Escludendo Duomo e Castello Sforzesco, quali sono le 7 meraviglie uniche che si possono trovare solo nella nostra regione?
Le 7 meraviglie della Lombardia
#1 Monte Isola: l’isola lacustre più grande d’Europa
Partiamo da una meraviglia naturale nel cuore di uno dei laghi minori della regione, il Lago d’Iseo. Stiamo parlando di Monte Isola, l’isola lacustre più grande d’Europa, un luogo ideale per escursioni a piedi o in bicicletta, immersi nella natura e nella storia. Esiste un percorso che porta al Santuario della Madonna del Ceriola, da dove osservare dall’alto il panorama circostante. Il lago è inoltre piccoli borghi che conservano un fascino autentico e tradizioni secolari come Iseo e Lovere.
#2 Crespi d’Adda: il Villaggio Industriale UNESCO
Nella frazione del comune di Capriate San Gervasio, in provincia di Bergamo, c’è un esempio unico di villaggio operaio di fine Ottocento inserito nell’elenco dei siti UNESCO: Crespi d’Adda. Costruito dalla famiglia Crespi per ospitare i lavoratori della fabbrica tessile, è un raro esempio di città industriale completamente pianificata. Ancora oggi, il villaggio conserva la sua struttura originaria, con le case operaie, la chiesa, la scuola e il cimitero. La sua storia racconta l’evoluzione industriale e sociale della Lombardia, mantenendo intatta la sua atmosfera storica.
#3 La Certosa di Pavia: un capolavoro di Architettura Monastica
Un magnifico monastero fondato nel 1396 dai Visconti, esempio perfetto di architettura gotico-rinascimentale. La Certosa di Pavia, un capolavoro di arte e maestria, si caratterizza all’esterno per la facciata in marmo, ricca di decorazioni e sculture mentre all’interno la chiesa e i chiostri che offrono un’esperienza di spiritualità e bellezza artistica unica. Luogo di pace e meditazione, è immerso in un paesaggio rurale affascinante a pochi chilometri dal capoluogo.
#4 Il medioevo lombardo nel Parco Archeologico di Castelseprio
Il Parco Archeologico di Castelseprio, nascosto tra le colline della provincia di Varese, è un sito di grande valore storico e archeologico inserito nell’elenco dei patrimoni UNESCO. Si tratta di un insediamento longobardo che conserva rovine di edifici religiosi e civili, come la famosa Chiesa di Santa Maria foris portas, con i suoi affreschi medievali di straordinaria bellezza. Un luogo affascinante per gli appassionati di storia e archeologia, perfetto per immergersi nella vita del Medioevo lombardo.
#5 Il Sacro Monte di Varese con vista mozzafiato sui laghi lombardi e sulla Pianura Padana
Rimaniamo sempre in zona. Altro Patrimonio UNESCO è il Sacro Monte di Varese, uno dei nove Sacri Monti prealpini dedicati alla devozione cristiana. Un percorso di pellegrinaggio che si snoda lungo una collina, composto da 14 cappelle riccamente decorate, culminando nel Santuario di Santa Maria del Monte. Lungo il percorso, i visitatori possono ammirare la vista mozzafiato sui laghi lombardi e sulla Pianura Padana. Si può raggiungere direttamente a bordo della suggestiva funivia gestita da ATM.
#6 Le Incisioni Rupestri della Val Camonica, il primo sito UNESCO italiano
Nelle Alpi centrali, in Val Camonica, c’è il primo sito italiano inserito nell’elenco dei siti patrimoni dell’UNESCO: le incisioni rupestri. Risalenti fino al 10.000 a.C., questi antichissimi petroglifi rappresentano scene di vita quotidiana, caccia e riti religiosi, offrendo una preziosa testimonianza delle prime civiltà europee. Il parco delle incisioni è un vero museo a cielo aperto, dove storia e natura si fondono in un’esperienza culturale unica, circondata dalle maestose montagne alpine.
#7 L’Ultima Cena di Leonardo da Vinci nel refettorio di Santa Maria delle Grazie
Chiudiamo con uno dei capolavori assoluti dell’arte: l’Ultima Cena o Cenacolo di Leonardo da Vinci nel refettorio della Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano. Realizzato tra il 1494 e il 1498 rappresenta il momento in cui Gesù annuncia il tradimento di uno degli Apostoli. L’opera, per Mark Twain il più celebre dipinto del mondo, è probabilmente la più copiata di sempre. Famosa per la sua innovativa composizione e il realismo delle espressioni dei personaggi, rimane una delle testimonianze più straordinarie dell’arte rinascimentale nonostante abbia subito numerosi restauri a causa del deterioramento nel tempo. Per questo motivo le visite sono a numero chiuso, solo su prenotazione per un massimo di 35 persone alla volta, e della durata di 15 minuti.
Alla ricerca di nuove idee e progetti da realizzare, Milano cerca sempre di stupire. A volte, però questi progetti rimangono solo mere fantasie e non trovano terreno fertile per attecchire. Dagli archivi Casva, Maria Fratelli rievoca la memoria di alcune idee del passato che per fortuna o sfortuna non sono mai state realizzate.
I progetti più visionari per le piazze di Milano (mai realizzati): le immagini
# Milano Città Immaginata
Dal Centro Studi che conserva gli archivi della Milano Moderna sono stati estratti 10 progetti chiave mai realizzati prima d’ora per lanciare l’iniziativa “Milano Città Immaginata”. Qui, vengono riportati alla memoria progetti degli anni ’30 fino agli anni ’80, partendo dalla mostra “Milano Mai Vista” e che hanno fatto discutere e appassionare i cittadini milanesi.
# San Babila centro del dinamismo moderno
1936. Luciano Baldessari, architetto-artista-scenografo, elabora un progetto di grande impatto scenografico per il lato est di piazza San Babila. Baldessari propone un imponente complesso porticato, con grande cinema, teatro, dancing, bar-ristorante, negozi, uffici e appartamenti, che mette assieme riferimenti all’Espressionismo tedesco, al Razionalismo italiano e al Déco statunitense. Sulla piazza un corpo ad andamento verticale con torre gradonata al centro, sul retro un blocco per il cinema e il teatro, sui lati due corpi bassi ad andamento orizzontale. Un’architettura spettacolare che celebra il dinamismo della vita moderna.
# La funivia sull’Arengario
1937. Progetto per l’Arengario: un cubo di vetro trasparente, sostenuto da un sottile telaio metallico e lievemente rialzato su un podio. Gli spazi interni sono delimitati da pareti in pietra, la tribuna, affacciata verso il Duomo, è contenuta in un semplice parallelepipedo in muratura. Parte del progetto anche una funivia che doveva attraversare Piazza Duomo.
# Il grattacielo e la piazza sotterranea di QT8
1962. Tre architetti propongono un centro civico per completare il QT8, quartiere sperimentale ideato da Piero Bottoni alla fine della seconda guerra mondiale. Quattro blocchi si dispongono intorno a una grande piazza pedonale gradonata: il mercato già esistente, un edificio per funzioni culturali, amministrative e commerciali, un grande cinema, e un albergo a torre che fa da contrappunto all’orizzontalità della piazza. Al livello inferiore è prevista una piazza sotterranea con parcheggi, collegata con la metropolitana.
# Il mega parcheggio di Piazza Fontana
1967. L’architetto milanese Francesco Gnecchi Ruscone presenta un progetto provocatorio per Piazza Fontana: un gigantesco parcheggio multipiano, sospeso su pilastri, che stringe la piazza in un assedio minaccioso. Il parcheggio si dispiega a forma di elle tra via Pattari e via Verziere, con due enormi torri cilindriche alle estremità per le rampe di salita e discesa. Il progetto, ha il motto “Per esempio” e rappresenta un atto di accusa contro la tendenza dell’epoca di riempire il centro di Milano con parcheggi multipiano. Un “ecomostro” immaginato come monito contro lo strapotere dell’automobile.
# Il grande terrapieno di Garibaldi
1979. Lo studio di Vittorio Gregotti elabora un progetto di grande parco urbano lineare per l’area tra la Stazione di Porta Garibaldi e il terrapieno delle ex Varesine, dove sorge oggi il quartiere Porta Nuova. Il progetto si fonda su un grande terrapieno alberato che segue l’asse della ferrovia ottocentesca e del Passante facendo da “bastione” tra la città storica e le espansioni successive. A questo si integrano vari spazi pubblici ed edifici, che creano una ricucitura con i quartieri circostanti.
# Cadorna sopraelevata
1982. Lo studio Gregotti Associati, in collaborazione con altri studi di progettazione, elabora per conto di Ferrovie Nord Milano un progetto di trasformazione dell’area dei binari della stazione Cadorna. Il progetto prevede una sequenza di spazi ed edifici, sollevati sopra i binari: dietro piazzale Cadorna e la stazione, radicalmente ristrutturati, si susseguono una galleria vetrata con negozi, un blocco per uffici, con due grandi padiglioni vetrati in corrispondenza del Palazzo dell’Arte. Piazze e percorsi sopraelevati collegano le parti del progetto, la città e il Parco Sempione.
# Piazza Duomo: l’esercito celeste di statue alate
1984. Un altro dei progetti che forse sarebbe piaciuto maggiormente ai milanesi è quello che riguardava piazza Duomo. Se fosse andato in porto, davanti al sagrato, oggi ci troveremmo di fronte a una processione di statue alate che avrebbero preso il posto del monumento equestre di Vittorio Emanuele II. Un vero proprio “esercito celeste”.
È questo che De Pas, D’Urbino, Lomazzi e Roberto Sambonet avevano progettato per la risistemazione e il ridimensionamento della Piazza più conosciuta di Milano. Sicuramente uno scenario estremamente suggestivo e simbolico che avrebbe portato nel cuore della città un autentico “museo a cielo aperto”, ma mai realizzato per questioni di spazio pubblico.
Secondo quanto riportano sul sito di milanocittaimmaginata, il progetto non richiedeva grandi modifiche se non lo spostamento delle uscite della metropolitana. Il risultato sarebbe stato quello di un grande spaziomagico, metafisico e surreale.
# Il GreenWar: il parco lineare da Piazza della Repubblica alla Stazione
1988. Virgilio Vercelloni, architetto milanese, elabora il “GreenWar”, un parco lineare che partiva da Piazza Repubblica e arrivata dritto ai binari della stazione centrale. Qui, le tettoie sopra i binari sarebbero state trasformate in una gigantesca serra.
12mila persone si sono espresse sulla rivista scegliendo i quartieri che tutti dovrebbero vedere. Ecco perché quello milanese è stato tra i più votati.
Un quartiere di Milano è uno dei più “cool” del mondo (secondo Time Out)
# Isola si piazza nella top 10 della “40 coolest neighbourhoods in the world”
La rivista Time Out ogni chiede ai suoi lettori di votare i luoghi più belli loro città e per l’ultima edizione 12mila persone si sono espressi scegliendo i quartieri che tutti dovrebbero vedere.
Quello di Isola a Milano è risultato essere uno dei più interessanti al mondo, all’ottavo posto della “40 coolest neighbourhoods in the world”, con questo commento: “Fun fuct: il nome Isola deriva dal fatto che il quartiere era tagliato fuori dal resto di Milano dalla linea ferroviaria che lo costeggia. E prima dell’Expo 2015, molte persone non avrebbero avuto motivo di attraversare quella linea ferroviaria. Sette anni e un’intera riqualificazione dopo, Isola rivendica il titolo di quartiere più cool di Milano”.
# Una “casa e bottega” all’interno di una grande città come Milano
Tra i fattori trainanti del successo dell’Isola sono segnalati le iniziative sociali, gli spazi verdi e la vita di strada. Time Out definisce il quartiere come “classica enclave hipster” e individua la sua peculiarità, quella di essere una “casa e bottega” all’interno di una grande città come Milano perché “mantiene il suo cuore locale”.
# La giornata ideale tra locali, negozi e luoghi da visitare
Per una giornata perfetta da passare nel quartiere la rivista Time Out suggerisce di iniziare facendo colazione nella pasticceria L’Ile Douce di via Lambertenghi, pranzare da Deus e poi proseguire con una visita al Cimitero Monumentale, anche se non propriamente nel quartiere ma al confine, il Bosco Verticale e lo infine lo shopping. Come periodo migliore dell’anno è consigliato quello durante il Salone del Mobile quando le vie della zona sono propongono una variegata offerta di mostre e spettacoli aperti al pubblico.
Milano ama la luce. E’ la città che ha aperto la prima centrale termoelettrica d’Europa, che ha illuminato le sue strade di luce elettrica, è la città di “luci a San Siro”. Però a volte esagera, almeno è quello che sostiene l’autore di questo video che rimane stupito che a Milano la notte di domenica molti uffici anche se vuoti restino con le luci accese. Un modo di fare luce sulle strade, come accade ad esempio a Stoccolma con le abat jour vicine alle finestre, un modo per trasmettere più sicurezza oppure un inutile spreco? A voi la scelta.
#1 Si chiamava Regina Elena: era il più esteso quartiere popolare realizzato tra le due guerre
Realizzato fra il 1925 e il 1928 sotto la direzione tecnica dell’architetto Giovanni Broglio, inizialmente il quartiere si chiamava Regina Elena, intitolato alla regina d’Italia Elena del Montenegro, moglie di Vittorio Emanuele III. Rinominato quartiere Mazzini dopo la seconda guerra mondiale, è il più esteso dei quartieri popolari realizzati fra le due guerre dall’Istituto Case Popolari (ICP) di Milano.
#2 È composto da 4 isolati trapezoidali per ospitare “poveri e poverissimi”
Il complesso di edifici del quartiere è disposto su quattro isolati di forma trapezoidale e sorge alla periferia sud-est della città nei pressi del piazzale G.Rosa fino a Piazza Angilberto II, comprendendo al suo interno Piazzala Ferrara con il Mercato Comunale. Il quartiere fu programmato per ospitare i “poveri e i poverissimi” ossia le persone in condizioni di maggior disagio sociale.
#3 Le vie del quartiere sono intitolate alla costa dell’Alto Adriatico
Spostandoci tra le vie del quartiere si può notare come la maggior parte richiamino località o zone della costa del Veneto e della Romagna: piazzale Ferrara, via Polesine, via Comacchio, via Pomposa e via Ravenna.
#4 Gli edifici richiamano il disegno ottocentesco e storicista
Una particolarità degli edifici di questo quartiere è il richiamo ai caratteri propri del disegno ottocentesco e storicista, che prevede basamento, sviluppo a fasce vuote e piene verticali alternate, corrispondenti ai servizi e ai balconi, coronamento e, in molti casi, linee di gronda discontinue dovute alla scelta di variegare l’altezza dei corpi di fabbrica per scongiurare un’eccessiva monotonia.
#5 Il quartiere Mazzini oggi è molto più esteso: il 50% è occupato da un parco
Oggi i confini del quartiere Mazzini non si limitano al progetto originario di complesso di case popolari di inizio ‘900, con confine est piazzale G. Rosa e ovest piazza Angilberto II, ma comprendono a nord la porzione di abitato fino a viale Brenta, tutto il quadrante a sud del quartiere originale e il Parco di Porto di Mareche da solo occupa il 50% della superficie.
15 ottobre 2024: arriva il via ufficiale al primo lotto in costruzione dei palazzi privati di Unione Zero, parte di uno dei più grandi progetti di rigenerazione urbana d’Europa: MilanoSesto. Cosa è previsto nell’area, il video dal cantiere e le ultime immagini della stazione sospesa di Renzo Piano.
Prima pietra di Unione Zero, il nuovo quartiere avveniristico a Nord di Milano
# Il via ufficiale alla costruzione degli edifici privati nell’area di Unione Zero
15 ottobre 2024: è stata ufficialmente posata la “prima pietra” del futuro studentato, degli uffici di Banca Intesa San Paolo e degli edifici residenziali del lotto Unione Zero del maxi progetto MilanoSesto nell’ex aree Falck. Presenti il Presidente di Regione Lombardia, il Sindaco di Sesto San Giovanni, il CEO di Hines Italy, il Presidente del gruppo Prelios, il Presidente di Poste Italiane e il Chief Lending Officer Intesa San Paolo.
Dopo l’avvio degli edifici pubblici della nuova stazione ferroviaria “a ponte” e dell’ospedale pubblico IRCSS Città della Ricerca e della Salute, le nuove sedi dell’Istituto neurologico Besta e dell’Istituto nazionale dei tumori, inizia la materiale costruzione dei primi edifici privati nel comparto Unione Zero, lato via Acciaierie – piazza Diaz.
# Una superficie di 250mila mq, per un investimento complessivo di 600 milioni di euro, con uno studentato da 700 posti e i nuovi uffici di Intesa San Paolo
L’area di Unionezero si sviluppa su una superficie di circa 250mila mq e prevede un mix funzionale, tra cui spazi direzionali tra i quali i nuovi uffici di Intesa Sanpaolo, uno studentato da 700 posti letto progettato da Park Associati e residenze, che ospiterà complessivamente circa 6.000 persone. Il cantiere avviato con 220 milioni di euro capitali privati di investimento prevede la realizzazione in 36 mesi 130.000 metri quadrati di spazi. L’investimento complessivo dell’area è di 600 milioni di euro con un indotto stimato di 1 miliardo di euro.
Unione Zero - Spazi direzionali e Sede Intesa
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# Un quartiere prevalentemente pedonale con 50mila mq di parco, una grande piazza, housing sociale e residenze libere
Il nuovo quartiere Unionezero è il primo lotto di Milano Sesto, connesso alla passerella sopraelevata della stazione ferroviaria in fase finale di completamento, sarà prevalentemente pedonale, ricco di verde diffuso, con le corti interne degli edifici residenziali accessibili anche ai non residenti.
Sono previsti anche:
un hotel a cura dello studio di architettura e interior design ACPV ARCHITECTS Antonio Citterio Patricia Viel
residenze in edilizia convenzionata di Barreca & La Varra e realizzata da Redo Sgr;
residenze libere di Scandurra Studio Architettura;
una prima porzione del parco, pari a 13 ettari su 45 ettari complessivi, sviluppato da LAND.
# La futuristica passerella trasparente connette due aree della città da sempre separate, con punto panoramico sul nuovo parco
L’elemento più iconico di tutto il progetto di MilanoSesto, uno dei più grandi progetti di riqualificazione urbana in Europa con 1,5 milioni di mq di terreni da trasformare, è lanuova stazione ferroviaria firmata da Renzo Piano. La struttura si caratterizza per una passerella di vetro a scavalco della linea ferroviaria Milano-Monza della lunghezza di 90 metri per una larghezza di 18 metri e con connessioni alle banchine dei binari tramite scale coperte da pensiline. Sulla passerella sono previsti un bar e un paio di attività commerciali e sarà un punto panoramico sul nuovo Parco urbano Unione.
Nuova stazione Renzo Piano
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Interscambia con l’attuale capolinea della M1 ed è stata sostanzialmente completata nella parte soprastante i binari. Il sottopasso preesistente è stato invece temporaneamente chiuso per essere riqualificato e riaperto a fine lavori, rinnovato, prolungato di circa 42 metri e collegato con il nuovo sistema di stazione. La conclusione dei lavori è programmata per dicembre 2025, qualche mese dopo rispetto al precedente cronoprogramma. La nuova stazione sarà completata anche nella parte interrata nella sua totalità e potrà essere utilizzata anche come cerniera tra la Sesto costruita e la nuova Sesto sulle ex aree Falck.
Questi sono i 5 problemi più seri che preoccupano i milanesi, secondo un recente sondaggio. Abbiamo cercato di proporre soluzioni concrete e praticabili per alleviarli o risolverli.
I 5 problemi che preoccupano di più i milanesi: le 5 soluzioni possibili
#1 Il ticket Area C anche nel weekend: la protesta choc dei milanesi
Il Comune di Milano lo ha confermato: nel 2025 l’Area C sarà estesa anche al fine settimana. Attualmente, il ticket di 7,5euro si applica solo dal lunedì al venerdì, dalle 7:30 alle 19:30, mentre sabato, domenica e i giornifestivi l’accesso al centro è gratuito. L’obiettivo di questa estensione sarebbe disalvaguardare un bilancio sempre più in difficoltà a causa dei tagligovernativi, consentendo altresì di investire nel trasportopubblico. Una mossa che solleva però numerosi dubbi tra i cittadini: il costo ricadrà nuovamente sulle spalle dei cittadini, già pesantemente gravati da imposte e costiaggiuntivi.
La soluzione, sebbene provocatoria, è una sola: andarsene da Milano, almeno nel week end. Con queste continue restrizioni e divieti, la città rischia di diventare invivibile: serve un atto di protesta per arrestare questa brutta abitudine della politica di far pesare sui cittadini le proprie inefficienze. Mentre i partiti di opposizione, in particolare il centrodestra, stanno già raccogliendo firme per protestare contro questa misura, la vera ribellione dovrebbe partire dai cittadini stessi, in maniera spontanea e al di fuori del controllopolitico. Bisogna sapere esigere dal Comune azioni per migliorare il trasporto pubblico, che invece sta subendo sempre più tagli, prima di penalizzare ulteriormente i residenti.
#2 La scarsa sicurezza: serve più collaborazione tra le forze dell’ordine e i cittadini
La sicurezza è un altro tema fondamentale per la vivibilità di Milano, e incide negativamente sulla sua posizione nelle classifiche di qualità della vita. Per affrontare il problema, una proposta è investire in un sistema di sorveglianzacomunaleavanzato, con telecamere dotate di riconoscimentofaccialeimmediato nelle aree a maggiorrischio. Queste telecamere potrebbero essere coordinate con una maggiore presenza di forze dell’ordine nelle periferie, migliorando la sicurezzapercepita e reale. Tuttavia, l’uso del riconoscimentofacciale solleva questioni etichesignificative.
Un passo concreto potrebbe essere aumentare il numero di agenti, ma le risorseumane saranno sempre limitate rispetto alla vastità della città. Milano potrebbe sviluppare un’app comunale dedicata alla sicurezza, consentendo ai cittadini di avvisare le forze dell’ordine più rapidamente. Inoltre, sarebbe utile installare pulsanti di emergenza nei puntinevralgici della città, per facilitare segnalazionitempestive. Questi strumentitecnologici, se usati con intelligenza e rispetto della privacy, potrebbero rappresentare un buon compromesso tra sicurezza e libertàpersonale, contribuendo a migliorare il posizionamento della città in termini di sicurezza.
#3 L’Overtourism e il sovraffollamento: ticket di ingresso?
Alcuni milanesi sostengono che “troppa gente, 3/4 delle persone che sono in città andrebbero allontanati,” un’affermazione che riflette in parte il crescente fenomeno dell’overtourism. Questo trasforma monumenti e quartieri in visioni affollate, con code, prenotazionianticipate e problemi di trasporto sempre più comuni. Milano ha visto una crescitaesplosiva di affollamento, tanto che si sono dovute introdurre ordinanze per limitare la concentrazionenotturna.
Città come Venezia hanno affrontato il sovraffollamento in modo drastico, introducendo biglietti d’ingresso per scoraggiare l’afflusso di turisti. Milano potrebbe trarre spunto da Venezia, ma bisogna riconoscere che la città vive e prospera grazie al turismo e alla folla che anima le sue strade. Nonostante le difficoltà, il sovraffollamento è parte dell’identità di Milano, che convive con il caos come parte del suo fascino e del suo dinamismo.
#4 Concerti e disagi per i residenti: San Siro come l’Area C
Tutti abbiamo quell’amico che vive a SanSiro e che ogni estate ci racconta la stessastoria: rumoriinsopportabili, trafficobloccato e l’eco dei concerti che si sente anche con le finestrechiuse. La stagioneestiva2024 non ha fatto eccezione: una trentina di concerti tra lo StadioMeazza e altri luoghi ha portato oltre un milione e mezzo di spettatori, creando disagi per i residenti dei quartieri circostanti. Trafficocongestionato, parcheggiselvaggi e condizioniigienico-sanitarieprecari hanno reso la vitadifficile.
Il pianoanticaos del Comune non è riuscito a migliorare la situazione: residenti bloccati in casa e impossibilità di trovare parcheggio. Per la stagione2025, il Comune potrebbe introdurre soluzioni più incisive, come una ZTLtemporanea durante i grandieventi, limitando l’accesso ai veicoliprivati e incentivando l’uso dei mezzipubblici. Inoltre, si potrebbe utilizzare FieraMilanoRho come alternativa per concerti di granderichiamo, riducendo la pressione su aree come SanSiro.
#5 Il caro-affitti: noleggi temporanei e contratti flessibili per gli studenti
Con l’inizio del nuovo annoaccademico, il caro-affitti torna a essere un tema di grande rilevanza per i cittadinimilanesi. Le proteste degli studenti, come quella recente al Politecnico di Milano, evidenziano l’urgenza della questione. Il sindacoGiuseppeSala ha proposto un “Pianocontro il caro-affitti,” che però non ha trovato appoggio da parte delle università e degli studenti, i quali si sentono sempre più abbandonati.
Il Comune potrebbe concedere più spazipubblici per il cohousing e sostenere iniziative di housingcollaborativo. La creazione di alleanze tra università, comuni e aziende per sviluppare progetti di housingsociale è un’altra possibile strada. Inoltre, si potrebbe considerare l’introduzione di noleggitemporanei e di contrattiflessibili per gli studenti, contribuendo così a un maggiore equilibrioabitativo nella metropoli.
12 ottobre 2024: è entrata in funzione tutta la linea M4. Le 13 nuove fermate e 8 km di tracciato hanno portato anche all’aggiornamento della mappa. Queste le principali novità:
la linea blu da tratteggiata diventa continua, da San Babila a San Cristoforo Fs;
rispetto alle altre quattro linee, la M4 è l’unica a seguire un percorso longitudinale, da est a ovest, o comunque a non prevedere evidenti cambi di direzione nord-sud/est-ovest;
ci sono tre nuovi interscambi:
il primo partendo da est è quello tra Missori M3 e Sforza Policlinico M4 segnato con una linea che unisce le due stazioni dato che non si tratta di un vero interscambio, ma di un collegamento in superficie peraltro ancora da completare;
il secondo è quello alla fermata di Sant’Ambrogio, in realtà anche questo da completare, previsto con un collegamento esterno coperto da una tettoia;
il terzo è quello con la stazione di San Cristoforo Fs, paradossalmente il più comodo dei tre in quanto gli accessi alla M4 sono direttamente sulla banchina.
# Una rete di 11,8 km e 5 linee, quinta in Ue
La linea M4 compare anche sulla cartografia della città dove sono riportate tutte le linee di trasporti sotterranee e di superficie. In totale Milano ha ora 111,8 km di tracciato, 134 stazioni e 5 linee, a cui si aggiunge la minimetro MeLA che collega Cascina Gobba M2 all’Ospedale San Raffaele. Un’estensione che la pone all’ottavo posto in Europa, scalzando Stoccolma e Amburgo, e al quinto in Unione Europea, con davanti solo Madrid, Parigi, Barcellona e Berlino.
# Il tasso di crescita più alto in Europa negli ultimi due decenni
Dalla prima linea inaugurata nel 1964, la M1, Milano ha continuato a scalare posizioni a livello europeo e in particolare negli due decenni la sua rete metropolitana è cresciuta del 50% registrando il più alto tasso in Europa, da due a tre volte sopra la media. Dal 2011 tra prolungamenti delle linee M2 e M3 e l’apertura delle M5 e M4 si sono aggiunte 46 stazioni e 38 km. In alto la nuova mappa del servizio ferroviario suburbano con l’aggiunta dell’intero tracciato della linea M4.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
A Milano, dal 10 al 12 ottobre, si è svolta un’importante iniziativa per sensibilizzare la città sul tema del cambiamento climatico. Per promuovere l’evento, Helvetia ha immaginato i Navigli colpiti dalla glaciazione. Anche noi abbiamo voluto immaginare come potrebbero apparire 10 luoghi iconici di Milano se fossero trasformati da una glaciazione.
Milano colpita dalla glaciazione: cosa succederebbe a questi 10 luoghi iconici?
# Istinto di Protezione: l’evento di sensibilizzazione sul cambiamento climatico
Helvetia ha recentemente lanciato un’importante iniziativa a Milano per sensibilizzare il pubblico sul tema del cambiamento climatico. Dal 10 al 12 ottobre, il Barcone Milano sul Naviglio Grande ha ospitato Istinto di protezione, un evento phygital che combinava una mostra fotografica sui danni causati ai ghiacciai e un’esperienza immersiva di realtà aumentata. L’evento intendeva promuovere una riflessione critica su un tema cruciale per il futuro del pianeta.
Con l’ausilio della tecnologia AR e ghiaccio 3D, i visitatori avranno l’opportunità di vivere un’esperienza che unisce brand awareness, innovazione e tutela del patrimonio ambientale, grazie alla collaborazione con Take e Progettoimmagine.
Ispirati dall’immagine che pubblicizza questa iniziativa, anche noi di Milano Città Stato abbiamo voluto immaginare come sarebbe la nostra città se fosse colpita da una violenta glaciazione. Di seguito, presentiamo dieci luoghi iconici di Milano reinterpretati in chiave glaciale.
#1 Il Duomo: la cattedrale del ghiaccio
Probabilmente, questa immagine raffigura ancora la fase iniziale della glaciazione. Sul piazzale possiamo osservare uno strato di neve, sembra che qualcuno abbia anche provato a rimuoverla. Il Duomo è più luminoso, al bianco del marmo si sono sostituiti il bianco e il riflesso del ghiaccio. Il cielo promette pioggia e si intuisce che faccia parecchio freddo, ma ci sono ancora i turisti e, come al solito, osservano, sbalorditi, la cattedrale di Milano.
#2 Il Castello Sforzesco: una fortezza nel gelo
Chissà se qualcuno dei suoi costruttori, o magari uno degli Sforza che lo ha abitato, ha mai pensato all’ipotesi di una glaciazione… Comunque, l’immagine ci rende un castello che ha resistito al gelo. Il parco, tutt’intorno, è coperto da un alto strato di neve, gli alberi sono morti congelati, ma il castello, almeno da questa prospettiva, non sembra aver subito danni. Poca neve sulla struttura, un po’ di più sui tetti delle torri, come se qualche milanese vi avesse trovato rifugio durante la glaciazione e ora ne stesse continuando la pulizia e la manutenzione.
#3 I Navigli: la movida congelata
I Navigli, che in un tempo remoto sono stati uno dei centri della movida Milanese, giacciono ora in un silenzio spettrale. L’acqua dei canali è immobile, stretta nella morsa del gelo. Le barche, che probabilmente hanno navigato il fiume senza passeggeri e spinte dalla corrente, sono anch’esse immobili. Il bianco della neve e il riflesso del ghiaccio contrastano con i palazzi color pastello, in lontananza alcuni alberi spogli si ergono come fossero sentinelle congelate. La glaciazione ha reso i Navigli un luogo di quiete.
#4 Corso Como: vento e gelo tra le vetrine
Corso Como, altro centro (un tempo) della vita notturna, si presenta ora come un viale deserto e silenzioso. Le boutique, i caffè e i locali non ci sono più. La via, già piena di neve, è colpita da una pesante bufera. A giudicare dalla posizione della neve, il vento deve soffiare costante, probabilmente tavoli e sedie sono stati spazzati via da tempo. La glaciazione è arrivata parecchio tempo fa, come testimonia la presenza di alcuni alberi che, mai, prima d’ora, si erano visti in Corso Como.
#5 Parco Sempione: un ritorno alla preistoria
Parco Sempione non è più lo stesso, altro che glaciazione futura, qui il tempo sembra tornato indietro fino alla preistoria. Gli alberi, spogli da tempo, sono tutti morti. I tronchi rimangono in piedi in attesa che un buffo di vento li spezzi o li faccia cadere. Il freddo è tale che anche il terreno si è ghiacciato, non un filo d’erba è sopravvissuto. Al centro del parco, in una pozza, si accumula l’acqua piovana e la neve che si sta sciogliendo, che la glaciazione stia creando un lago dove una volta sorgeva Parco Sempione?
#6 Cimitero Monumentale di Milano: il regno del ghiaccio
Il Cimitero Monumentale di Milano è avvolto dalla nebbia, trasformato in un regno di ghiaccio. Statue incappucciate emergono dalla foschia, mentre la neve ha coperto ogni segno di vita passata. Il terreno è un manto bianco, interrotto da crepe nel ghiaccio, mentre la sagoma di una cappella gotica si staglia contro il cielo plumbeo. Questo luogo, un tempo di memoria, è diventato un monumento alla forza della natura, congelando secoli di storia milanese.
#7 Teatro alla Scala: un palazzo di ghiaccio
Il Teatro alla Scala di Milano si presenta come un palazzo di cristallo, con colonne corinzie coperte di ghiaccio. Il frontone, ornato da stalattiti, sembra una grotta glaciale, mentre le finestre sono oscurate dal gelo. La facciata neoclassica è ora una tela su cui la natura dipinge con la brina. Questo monumento alla creatività umana si erge immobile, in attesa del ritorno della vita.
#8 Basilica di Sant’Ambrogio: La chiesa congelata
La Basilica di Sant’Ambrogio, cuore della fede milanese, giace ora in un silenzio glaciale. Le arcate in mattoni rossi si ergono come sentinelle, mentre il gelo avanza tra le navate.
Le colonne, fredde e rigide, sono circondate da cumuli di neve, creando un paesaggio lunare. La luce invernale filtra attraverso le vetrate, proiettando ombre sulle pareti, mentre l’eco di antiche liturgie sembra risuonare in questo luogo di culto trasformato in un tempio freddo lunare.
#9 Galleria Vittorio Emanuele: Il pavimento ghiacciato
Il pavimento della Galleria Vittorio Emanuele è stato colpito da un fenomeno naturale mai visto prima, una serie di blocchi di ghiaccio, caduti dal cielo, ha sfondato il soffitto e si è accumulata in modo irregolare, creando una struttura surreale.
I blocchi di ghiaccio sembrano formare delle piccole colline o cumuli, dando l’impressione che la galleria sia stata abbandonata e inghiottita dal gelo. La cupola di vetro, lasciando filtrare la luce naturale che illumina il paesaggio glaciale sottostante, accentua il contrasto tra la grandiosità della struttura e la forza della natura.
#10 CityLife: un paesaggio artico futuristico
City Life, simbolo di modernità, si presenta come un paesaggio artico futuristico. I grattacieli, un tempo segno dell’ambizione umana, sono ora giganti di ghiaccio, le cui facciate ricoperte di brina riflettono la luce pallida.
Tra questi colossi congelati, un fiume di ghiaccio scorre lentamente, creando un effetto ipnotico. Le strade bianche sono ora un monumento silenzioso alla fragilità delle ambizioni umane di fronte alla potenza della natura.
# Un’autentica esperienza di cucina tradizionale…fuori dagli schemi
In zona Lambrate c’è un luogo insolito rispetto alle solite trattorie, dove provare un’autentica esperienza di cucina tradizionale: la Trattoria Sole. Un ambiente accogliente e familiare, perfetto per chi desidera un pasto genuino e fatto in casa, con piatti che spaziano dai classici della tradizione italiana, come lasagne al ragù e melanzane alla parmigiana, a quelli meno conosciuti come fusilli con crema di zucca al rosmarino o il pastrami. Tra i dolci lo strudel di mele e il salame al cioccolato.
# “Sembra un appartamento ma invece è un ristorante”
Proprio la conformazione del locale rende ancora più casalinga l’atmosfera. Nella descrizione sulla pagina facebook c’è scritto così “Sembra un appartamento ma invece è un ristorante. Atmosfera tranquilla e cucina casalinga a pranzo e a cena.” Lo stile retrò e vintage contribuisce a rendere affascinante questo luogo. A questo si aggiungono prezzi abbordabili per chiunque, gentilezza e nessun brusio mentre si è a tavola dati gli ampi spazi e i tavoli sono ben distanziati, alcuni persino divisi da separe’.
# Nei periodi più caldi si può mangiare in un delizioso spazio esterno
Nei periodi più caldi si può anche mangiare all’aperto nel camminamento coperto da una tettoia, che si sviluppa dal cancello d’ingresso alla porta del locale, affiancati da una siepe e con l’affaccio sul parco circostante.
# Ogni giorno menu diverso, a pranzo si ordina all’ingresso
Il menu cambia ogni giorno. A pranzo si ordina all’ingresso, ci sono tre scelte di primi, di secondi e di dolci. Si riceve poi un dischetto che segnala quando è pronto l’ordinativo da andare a ritirare in cucina. La sera il servizio è tradizionale, al tavolo, e la proposta è più ampia.
Milano è una città costosa e frenetica, dove per mantenersi si rischia di raschiare il fondo delle tasche. Eppure, chi ci abita conosce dei trucchetti per cavarsela anche gratis. Questi i suggerimenti dei milanesi emersi da un sondaggio sulla “Milano gratuita”.
#1 I draghi verdi: un simbolo della Milano col coeur in man
Il primo tesoro gratuito per i milanesi è uno dei simboli storici della città: le sue rinomate fontanelle pubbliche, conosciute come “Draghi verdi” o “Vedovelle“.
Le fontanelle, pulite e sempre aperte, sono una vera benedizione nei caldi giorni estivi. Infatti, permettono di dissetarsi senza spendere un centesimo e sono anche un chiaro simbolo dell’impegno della città per il bene pubblico.
La tradizione delle fontanelle è stata rilanciata dalle Case dell’acqua, dove, muniti di documento, è possibile riempire bottiglie gratuitamente, anche con acquea frizzante.
#2 I parcheggi free: la caccia al tesoro più ambita
Altra risposta gettonatissima tra i cittadini. Effettivamente i parcheggi sono pochi e costosissimi, ed è una scelta precisa più che un caso.
Chi ha mai tentato di trovare un posto auto nei pressi del centro sa di cosa si parla, la battaglia per un parcheggio può trasformarsi in un’esperienza epica, a tratti comica e, alle volte, tragica. Perfino per quelli a pagamento, figurarsi per quelli gratis.
Tralasciando quelli per i residenti, trovare un parcheggio gratuito e “legale”, a Milano è ormai un’impresa titanica, anche in periferia. Per questo un parcheggio gratuito oggi ha un valore inestimabile.
L’ironia dei milanesi è spesso sferzante. Specie se si tratta di mezzi pubblici. Un tempo si definivano “portoghesi” quelli che salivano sugli autobus senza biglietto. Oggi sono visti in modo molto meno romantico: soprattutto quelli che usano saltare i tornelli della metropolitana. Recentemente Atm ha implementato misure come i tornelli anti-salto nelle stazioni per contrastare l’evasione tariffaria, che però, va notato, si attesta al solo 2,6% degli utilizzi totali.
Il sindaco Giuseppe Sala ha anche annunciato un aumento dei controllori, ora 150 in tutta Milano, per rafforzare la sorveglianza. Tuttavia, va notato, che, se per alcuni è un brutto vizio, per altri può rappresentare realmente un modo indispensabile per ammortizzare le spese quotidiane. E, poi, chi non ha mai provato a prendere un mezzo pubblico a Milano senza biglietto in tutta la sua vita, scagli la prima pietra.
Si torna nella piena legalità. Milano è un crocevia di eventi culturali spesso gratuiti che animano la città durante tutto l’anno. Tra questi, Book City è una manifestazione di grande richiamo, che trasforma l’intera metropoli in un palcoscenico letterario. Durante questo evento, librerie, biblioteche e spazi pubblici diventano sedi di presentazioni, dibattiti e incontri con autori, offrendo l’opportunità di avvicinarsi alla letteratura in modo interattivo, coinvolgente e gratuito.
Ma la manifestazione principe a Milano è certamente il Fuorisalone, che trasforma ogni primavera Milano in una passerella di design, creatività e innovazione. Durante questa settimana, le strade si animano con installazioni artistiche, mostre e presentazioni, per lo più ad accesso libero, che celebrano il mondo del design in tutte le sue forme.
Anche le “Week”, le settimane a tema, sono di solito caratterizzate da eventi gratis, spesso di alta qualità che rappresentano anche un’opportunità per i milanesi e i turisti di esplorare la città da una prospettiva diversa.
#5 Godere della bellezza della città: Navigli, Castello, parchi, chiese
Diversi cittadini hanno riportato la nostra attenzione sul fatto che del molto che Milano ha da dare, in termini di arte e bellezza, moltissimo è gratuito. Sembrerà banale, ma in diversi lo hanno sottolineato, passeggiare per i Navigli, visitare il Parco Sempione o farsi un giro per chiese di Milano sono attività completamente gratuite e che arricchiscono l’esperienza di vita nella città.
A ciò che è gratuito perché all’aperto si aggiungono una serie di musei e luoghi permanentemente gratuiti: Mudec – Museo delle culture (collezione permanente), Palazzo Morando (Costume Moda Immagine), Palazzo Moriggia (Museo del Risorgimento), Casa-Museo Boschi di Stefano, Spazio Alda Merini, Casa Verdi (prenotazione obbligatoria), Museo Mangini Bonomi (prenotazione obbligatoria) e Pirelli HangarBicocca.
E una serie di luoghi e musei gratuiti le prime domeniche del mese: Museo del Novecento, Musei del Castello Sforzesco, Civico Museo Archeologico, GAM (Galleria d’Arte Moderna), Museo di Storia Naturale, Acquario Civico, Pinacoteca di Brera, Museo del Cenacolo Vinciano.
Si torna all’ironia con le piste ciclabili. Qui i milanesi si dividono, se alcuni parlano di ciclabili per lamentarsi, in alcuni casi legittimamente, del modo in cui le ciclabili incidono sulla viabilità, altri si chiedono proprio come mai, in una città così trafficata, le piste ciclabili siano gratuite.
Questo potrebbe suggerire una cosa, apparentemente ovvia, ma spesso sottovalutata: le piste ciclabili sono un asset strategico per spostamenti a basso costo. Secondo il Sole 24 Ore, a Milano, solo il 29% degli spostamenti viene fatto a piedi o in bici.
# 4 Trucchi e trucchetti per vivere (quasi) gratis a Milano
A questo elenco, a tratti ironico, che ci hanno fatto i milanesi, vogliamo aggiungere alcune delle risorse gratuite o quasi di Milano. Ecco alcuni trucchi e trucchetti per vivere nella città della Madonnina senza svuotare del tutto il portafoglio.
Progetti dedicati: Il più noto è Milano da scrocco che, creato da dei giovani milanesi, raccoglie eventi gratuiti e offre suggerimenti su come approfittare delle occasioni culturali e gastronomiche. Basta seguire le pagine social dedicate per essere aggiornati su concerti, mostre e manifestazioni a cui accedere gratis e alle quali, magari, scroccare aperitivi e buffet.
Luoghi di lavoro alternativi: per chi studia o lavora, ci sono numerosi spazi di coworking e bar open space che consentono di utilizzare il Wi-Fi gratuitamente.Citiamo i quattro più notyi: Urban Hive (Moscova), Fondazione Prada (Lodi Tibb), Officina Design Café (Monumentale), Fuorimano (Ca’ Granda), questi luoghi non solo offrono un ambiente stimolante, ma permettono anche di fare networking con altri professionisti o studenti.
Cibo low-cost: un’altra strategia è approfittare degli aperitivi a buffet. Molti locali offrono cibo gratuito con l’acquisto di una bevanda, permettendo così di socializzare e riempirsi lo stomaco a costo contenuto.
Mercatini di zona: per chi ama fare shopping senza spendere troppo, i mercatini di zona sono un’ottima alternativa. Qui si possono trovare capi d’abbigliamento a prezzi stracciati e, perché no, magari anche qualche pezzo unico di antiquariato. Non solo: esistono anche mercatini basati sul barato, dove i soldi non servono.
Nella corsa verso il cielo continua lo sviluppo di progetti di grattacieli incredibili. Tra questi il più panoramico, il più alto del mondo e la spirale elicoidale. Ecco dove e quando verranno realizzati.
I 7 grattacieli più impressionanti in realizzazione nel mondo
#1 Il grattacielo a forma elicoidale con colonne a spirale a San Pietroburgo
Lahkta Centre, sede di Gazprom a San Pietroburgo, dovrebbe essere affiancato fra qualche anno da un nuovo grattacielo: il Lahkta Center II. Progettato dallo studio di architettura scozzese Kettle Collective, diventerà il grattacielo più alto della Russia con i suoi 703 metri di altezza e 150 piani. Inoltre, sarà il secondo edificio più alto del mondo, il grattacielo contorto più alto e il primo mega-edificio al di fuori dell’Asia. Il design prevede una forma elicoidale in vetro, descritta come un “involucro esterno composto da colonne a spirale che creano una struttura diagria elicoidale organica e aperta, mentre l’interno è caratterizzato da una serie di atri a spirale con spazi pubblici verticali condivisi”. L’obiettivo dei costruttori è di consegnare l’edificio entro il 2030.
#2 One Tower a Mosca, un prisma smussato con facciate in vetro sfumato da oltre 100 piani
Restiamo in Russia. Nel quartiere Presnensky di Mosca, lungo il MIBC, è in costruzione il grattacielo residenziale One Tower, con i lavori iniziati nel 2019 anche se attualmente in stallo. Questo edificio, caratterizzato da una forma prismatica smussata e da facciate in vetro sfumato, si appresta a stabilire diversi primati grazie alla sua altezza di 404 metri e 102 piani, alcune informazioni riportano addirittura 442,8 metri distribuiti su 109 piani.
Ecco quali sono:
sarà l’edificio più alto di Mosca e il secondo edificio più alto in Russia e in Europa, in attesa della costruzione del Lahkta Center II;
il primo edificio in Europa con più di 100 piani fuori terra;
avrà il ponte di osservazione più alto d’Europa al 100° piano;
sarà inoltreil più alto edificio residenziale d’Europa e il secondo più alto del mondo dopo la Central Park Tower di New York City.
L’inaugurazione prevista entro la fine del 2025, slitterà di qualche anno.
#3 Torch Tower a Tokyo: il grattacielo che “illuminerà” il Giappone
A Tokyo, è in costruzione il grattacielo Torch Tower, destinato a diventare il simbolo di un quartiere in fase di riqualificazione chiamato Tokyo Torch. Il design dell’edificio è ispirato alla forma di una torcia, con l’auspicio che la torre possa “illuminare” il Giappone. Tra gli elementi più distintivi del progetto vi è un ampio parco interno, arricchito da alberi e colline, che offrirà una vista panoramica sulla città. Al suo completamento diventerò l’edificio più alto del Giappone con i suoi 390 metri di altezza, superando i 300 metri dell’Abeno Harukas di Osaka. L’inaugurazione è prevista per il 2027.
#4 Rizhao Center, il nuovo grattacielo simbolo della città da 495 metri con terrazze verdi nell’est della Cina
Situata sulla costa del Mar Giallo in Cina, nella città di Rizhao, è in fase di costruzione un grattacielo che raggiungerà i 485 metri di altezza e 94 piani. L’edificio avrà una facciata in vetro con blocchi disposti a livelli sfalsati, ciascuno dotato di terrazze verdi, e sarà coronato da una guglia con antenna. I lavori, iniziati ufficialmente nel 2023, sono previsti per essere completati entro il 2028.
#5 Rise Tower, punta a diventare uno dei più alti delle due Americhe
Diventerà uno dei grattacieli più alti delle Americhe il grattacielo in costruzione in Messico, a Monterrey. Rise Tower, questo il nome del progetto, prevede un’altezza di 475 metri, 99 piani, di cui 94 destinati a un uso misto, includendo un hotel con 180 camere, uffici, appartamenti, spazi commerciali e un punto di osservazione panoramico. I cantieri sono stati avviati nel 2022 e dovrebbero concludersi entro la fine del 2026.
#6 “The Tower”, il grattacielo di Dubai da 930 metri: in cima una “Pinnacle Room” a forma di bocciolo con terrazze panoramiche
“The Tower” o “Dubai Creek Tower” progettata dall’architetto Calatrava, è destinata a diventare la torre più alta di Dubai, con un’altezza di circa 930 metri, superando di 100 metri il Burj Khalifa. Il design dell’edificio è ispirato al fiore del giglio e presenta un bocciolo ovale sulla sommità, che accoglierà diverse terrazze panoramiche. Sulla cima saranno situati un faro e la “Pinnacle Room” offrendo una vista a 360 gradi sulla città. I lavori sono stati avviati nel 2018, ma hanno subito un’interruzione a causa di presunti casi di corruzione tra i principali finanziatori. Ripresi nel 2020, sono stati nuovamente fermati a causa della pandemia. Nel frattempo, a febbraio 2024, il presidente della società che sta sviluppando il progetto ha dichiarato che il grattacielo sarà ridisegnato e sarà più basso del Burj Khalifa. In attesa di avere informazioni più precisa la costruzione è ripresa a marzo 2024.
#7 Riattivi i cantieri per la “Kingdom Tower” o “Mile Tower” in Arabia Saudita: sarà il più alto grattacielo al mondo con oltre 1 km di altezza e 200 piani
Il progetto più incredibile arriva sempre dal Medio Oriente. La Kingdom Tower, attualmente in fase di costruzione a Jeddah, una città portuale chiave sulla costa del Mar Rosso in Arabia Saudita, è destinata a diventare l’edificio più alto del mondo. Con un’altezza di 1.008 metri e 200 piani, supererà il Burj Khalifa di Dubai di ben 180 metri, vantando anche il punto di osservazione più elevato al mondo, una terrazza di 30 metri di diametro al 157esimo piano. Al suo interno sono previsti 59 ascensori che si muoveranno a 10 metri al secondo.
Dopo una pausa di oltre sei anni a causa di problemi di corruzione tra le aziende appaltatrici, che ha portato all’arresto del miliardario Al-Waleed bin Talal, proprietario della Kingdom Holding, i cantieri sono ripartiti alla fine del 2023.