Cosa succederà nel prossimo futuro? Elon Musk ha poco dubbi. Almeno a quanto risulta dal suo intervento al Vivatech di Parigi. Ripercorriamo le sue principali previsioni.
Musk: “In futuro il lavoro sarà un hobby”
credit: businesstoday.in
# L’intelligenza artificiale è uno strumento di manipolazione della realtà
Durante il suo intervento in videoconferenza a VivaTech, giovedì 23 maggio, Elon Musk ha fortemente criticato l’intelligenza artificiale: le IA generative “non cercano necessariamente la verità ”, aggiungendo che “ È importante che l’IA sia addestrata ad essere onesta e non politicamente corretta ”. “La correttezza politica è spesso semplicemente sbagliata, e questo significa che stai programmando l’intelligenza artificiale per mentire, e penso che andrà storto”, ha detto Musk. In particolare il padre di Tesla ha attaccato l’intelligenza artificiale di Google, Gemini, che aveva erroneamente generato immagini di soldati nazisti o George Washington con la pelle nera.
# “Gli algoritmi sono addestrati a mentire”
Va giù pesante con gli algoritmi di Google, OpenAI e Microsoft che a suo avviso sono stati addirittura “addestrati a mentire”. “La verità, la verità, la verità” è l’obiettivo che Musk afferma di perseguire, ammettendo però che la sua azienda “ha ancora del terreno da recuperare prima che la nostra intelligenza artificiale diventi competitiva come quella di Google-Deepmind o OpenAI-Microsoft”.
credits: milanoitali.blogspot.com
# “Nessuno di noi avrà un lavoro, ma solo degli hobby”
Ma l’intelligenza artificiale non è solo manipolazione della realtà. Al contrario, in prospettiva può consentire secondo Musk una “creazione di un paradiso in terra”, garantendo a tutti di lavorare solo per piacere. Secondo Musk, tutti i lavori, tranne quelli che gli esseri umani non svolgono “per passione”, scompariranno perché “l’intelligenza artificiale e i robot forniranno tutti i prodotti e i servizi di cui abbiamo bisogno” . Con la conseguenza, dice, che “Probabilmente nessuno di noi avrà un lavoro. Se vuoi fare un lavoro puoi tenertelo come hobby”.
Il Sindaco Sala ha annunciato che la linea M6 sarà l’ultima linea metropolitana della città. Si potrebbe sognare più in grande? Un utente di Skyscrapercity ha cercato di immaginare alcuni sviluppi che potrebbero essere realizzati in futuro. Scopriamo quali sono.
Il passante si sviluppa lungo un percorso di 13 chilometri sotto il centro urbano di Milano e mette in connessione le linee ferroviarie provenienti da nord-ovest con quelle ad est e sud-est. Quanto lo conosci davvero?
7 curiosità che non sai sul passante di Milano
#1 In sole 4 fermate incrocia tutte le 5 linee metropolitane: l’unica infrastruttura a farlo
Credits: wikipedia.org – Tracciato passante di Milano
Un unicum a Milano. Nel breve tratto compreso tra Porta Venezia e Dateo, a distanza di una fermata l’una dall’altra, si può scambiare con tutte e 5 le linee metropolitane: un vero e proprio hub metropolitano. A Porta Garibaldi interscambia con M2 e M5, a Repubblica con M3, a Porta Venezia con M1 e a Dateo con M4.
#2 Il percorso ricalca quello di due ferrovie soppresse: la Venezia-Piacenza e la Monza-Como
storiadimilano.it – Ferrovie soppresse
Il progetto del passante ha avuto una lunga gestazione. La progettazione risale alla fine degli anni ’60 del ‘900. I lavori iniziarono solo nel 1984 per poi terminare nel 2015 con la stazione di Forlanini. Il percorso, al contrario di come si potrebbe pensare, non è stato però immaginato da zero. Ricalca infatti nel sottosuolo quello della vecchia ferrovia per Venezia-Piacenza, soppressa agli inizi degli anni ’30 dopo l’entrata in funzione dell’attuale Stazione Centrale, e il primo tratto della vecchia ferrovia per Monza-Como nella galleria Garibaldi.
#3 L’unica infrastruttura sotterranea che taglia in diagonale la città
Mappa passante
Il passante ferroviario è l’unica infrastruttura trasportistica pesante che taglia la città in diagonale offrendo un servizio unico, che nessuna delle altre linee metropolitane mette a disposizione.
#4 Viene definita la “sesta metropolitana” di Milano: passa un treno ogni 5 minuti
Può essere considerato a tutti gli effetti un’ulteriore linea metropolitana data la frequenza dei treni nel tratto comune Lancetti-Porta Vittoria. Il passaggio di sei linee suburbane (S1, S2, S5, S6, S13, ciascuna a cadenza semioraria, e S12), garantisce nelle ore di punta un treno ogni 5 minuti.
#5 Più comodo e rapido degli altri mezzi pubblici sugli stessi tracciati
Un altro aspetto che forse non viene preso tanto in considerazione dai pendolari e dagli utenti del trasporto pubblico milanese in generale è, in diversi casi, la maggiore comodità e rapidità del passante rispettoagli altri mezzi pubblici confrontando gli stessi tragitti.
Se si prende ad esempio la tratta Porta Venezia-Lancetti, ci vogliono 18 minuti e 3 fermate con il passante, contro i 35 minuti e 13 fermate combinando le linee 33 e 2. Per andare da Porta Garibaldi a Porta Venezia si impiegano appena3 minuti per percorrere 2 fermate con il passante, l’alternativa più rapida prevede la combinazione delle linee 33 e 8 servono 19 minuti, mentre con la metro ne servono addirittura 29. Infine nella tratta Dateo-Lancetti si passa dai 20 minuti con il passante ai circa 50 minuti combinando M4, M1 e M3.
#6 La stazione di Porta Venezia è stata costruita con una tecnica unica
Credits: wikipedia.org – Piano binari stazione del Passante di Porta Venezia
Una curiosità sulla stazione di Porta Venezia riguarda la sua costruzione. Per evitare la chiusura di corso Buenos Aires per alcuni anni, con danni incalcolabili per le attività commerciali, al posto dello scavo a cielo aperto si è preferita utilizzare la tecnica dell’arco cellulare. Si è proceduto per prima cosa con la realizzazione di un arco del diametro di 30 metri spingendo nel terreno dei tubi di cemento. Poi si è potuto scavare la galleria sotto l’arco senza rischi di cedimento e costruire i sostegni laterali.
#7 Il mezzanino di Porta Venezia sospeso sopra la galleria è sostenuto da dei tiranti
Il piano binari e il mezzanino sono stati creati nello spazio che si è venuto a creare. Proprio il mezzanino ha una particolarità: si trova infatti sospeso al centro della galleria ed è sostenuto da tiranti agganciati al soffitto.
Stanchi della classiche funivie? Questa è davvero bizzarra e conduce a una vista mozzafiato. Dove si trova e come funziona.
Milano-Funivia Lago Maggiore
La funivia di bidoni per la terrazza panoramica a un’ora da Milano
# La bidonvia è l’unico modo per raggiungere la vetta
chiaratolomelliclair IG – Sasso del Ferro
Siamo a Laveno Mondello, sul Lago Maggiore, a circa 70 km e a un’ora di auto da Milano. L’alternativa è il treno regionale dalla stazione di Cadorna. In questa meravigliosa cornice di acqua e monti, negli anni ’60, è stata costruita una funivia diversa dal solito per arrivare fino a quasi sulla sommità del monte Sasso del Ferro a 1.110 metri di altezza: una bidonvia.
Bidonvia
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funiviedellagomaggiore.it
valeria.villa.48 IG - Funivia Laveno
vanelifestyle94 IG - Bidonvia
Dear_grosse_schwarzwaldmoni IG - Bidonvia
Si tratta infatti di un impianto di telecabine biposto aperte e chiuse, che assomigliano a dei bidoni, dove si sta in piedi per tutta la durata della salita.
Fatto il biglietto, dal costo di 12 euro per andata e ritorno, si seguono le indicazioni a terra che riportano le posizioni da dove salgono i passeggeri. Se si è in coppia, appena salito il primo per il secondo è prevista l’entrata nella telecabina da una posizione avanzata. A chiudere la piccola porta c’è un addetto. L’ascesa fino alla vetta dura circa 15 minuti e mentre si arriva a destinazione si può godere di una vista panoramica su tutto il territorio circostante.
# Il ristorante con terrazza panoramica: la vista spazia dai 7 laghi lombardi alla Pianura Padana
funiviedellagomaggiore.it – ristorante con terrazza
Messi i piedi a terra non resta che ammirare il meraviglioso panorama offerto dalla natura. Una vista ancora migliore si ha dal ristorante panoramico. Seduti nella sala interna con vetrate o sulla terrazza aperta si può godere di un pranzo o un aperitivo con sottofondo musicale e lo sguardo rivolto ai sette laghi lombardi, alle Alpi, alle Prealpi e alla Pianura Padana. Nelle giornate più limpide, muniti di binocolo, si può vedere l’Aeroporto di Malpensa e persino il Duomo di Milano.
Tipi da Tram: 5 viaggiatori tipici che si incontrano a Milano.
Tipi da Tram: 5 viaggiatori tipici che si incontrano a Milano
#1 Nonne con nipotino
Credits Andrea Cherchi – Tram fermo
Si vedono in qualunque momento della giornata. Sono nonne poco nonne, perché giovanili e pure belle. Eleganti in modo sobrio, rispondono con pazienza alle mille domande dei nipotini, composti e non capricciosi. Nonne come scrigni di saggezza rinchiusi in un tram.
#2 Signore anonime. Spesso non sono milanesi
Credits Andrea Cherchi – In tram con il telefono
Hanno lo sguardo spento, borsone a tracolla, vestite in modo anonimo che quasi non ci si accorge della loro presenza. Guardano il cellulare, guardano fuori, poi scendono per andare chissà dove e chissà perché.
#3 Nonno e badante
È sobrio, profuma di dopobarba, ha gli occhi profondi e antichi di chi conosce il mondo
Parla poco anche perché non saprebbe cosa dire alla badante straniera che è con lui.
Sta seduto e guarda fuori una città che forse non riconosce più, trattenendo dentro di sé mille storie da raccontare.
#4 Signore con quintali di borse
credit: milanopocket.it
Non si percepiscono subito perché sono sepolte da borse della spesa, sacchetti e sacconi. Raramente si siedono vista la mole di sacchi al seguito. Bisogna passare accanto a loro con attenzione perché dall’urtare un pacco al ruzzolare per terra è un attimo.
#5 Studenti fuori sede con trolley e zaini
Sum2000-pixabay – Studenti
Ragazzi poco più che ventenni, sorridenti. Lo sguardo profondo di chi spera in un futuro migliore, in una Milano che era un miraggio e che ora funge da terra promessa per chi, come loro, giunge qui tra mille difficoltà e sacrifici anche delle famiglie. Trolley colmi di aspettative per un futuro che corre assieme al tram.
Gli interventi hanno riguardato anche Corso Europa, Via Durini e fino a largo Augusto, con un’area pedonale dal Castello Sforzesco fino a San Babila. I dettagli del progetto, gli interventi realizzati e quelli da portare a termine.
La trasformazione del centro di Milano in una maxi area pedonale: cosa è stato fatto e quello che è in programma
# I numeri del progetto: 70 nuovi alberi e 14.000 mq di nuove aree pedonali
Un progetto nato del 2020 nell’ambito del “Piano Quartieri” con l’obiettivo di ampliare l’area pedonale dal Castello Sforzesco arriva appunto fino a Piazza San Babila. Gli interventi hanno riguardato Corso Europa, Via Durini efino a largo Augusto. Previsti aree per le bici, la piantumazione di alberi e spazi per valorizzare le realtà commerciali e culturali del centro.
Credits: Comune di Milano – I percorsi ciclabili previsti da progetto
In totale sono 14.000 mq di area pedonale aggiuntiva, 70 nuovi alberi e una nuova pista ciclabile su Corso Europa. In questo modo anche quest’area centrale della città sarà raggiungibile esclusivamente con trasporto pubblico e taxi, oppure a piedi o in bicicletta.
# La nuova viabilità per auto e taxi con l’introduzione di una nuova Ztl
Corso Europa mediante la creazione di una ZTL viene reso accessibile solo al trasporto pubblico, ai taxi e ai mezzi del carico/scarico negli orari consentiti. Con la pedonalizzazione di Largo Augusto agli automobilisti possono transitare lungo l’itinerario via Battisti, via Cavallotti, Corso Europa e via Larga.
# I nuovi percorsi delle linee di trasporto pubblico
Viabilità mezzi pubblici
La trasformazione del centro in una maxi area pedonale cambia anche i percorsi di alcune linee di trasporto pubblico. In particolare la 60, la 61, la 84 e la 85 possono seguire solo l’anello obbligato di Corso Europa, Via Borgogna, Via Larga e Via Visconti di Modrone.
# Cosa è stato fatto
Nuova area pedonale centro
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Credits Andrea Cherchi - La nuova piazza San Babila
Credits Andrea Cherchi - Piazza San Babila dall'alto altra vista
Ezio Cairoli - Passeggeri in entrata e uscita
Pierfrancesco Maran FB - Largo Augusto
Urbanfile - Largo Augusto
Delle 5 zone o vie interessate maggiormente dalla trasformazioni quasi tutte sono state portate a termine:
Piazza San Babila è diventata completamente pedonale, con la posa dei milomat lato Corso Matteotti, che ha visto il restringimento della careggiata e il contestuale allargamento dei marciapiedi, e ha visto l’apertura dell’omonima nuova fermata di M4 a interscambiare con la M1;
Corso Europa è diventato un viale alberato tutto ciclabile e pedonale a senso unico di marcia nel tratto tra Via Borgogna e il parcheggio di Largo Corsia dei servi e tra Via Cavallotti e Largo Bersaglieri;
Largo Toscanini è stato trasformato in zona pedonale con panchine e alberi;
Largo Augusto è diventata pedonale con una nuova pavimentazione in cubetti di granito, aiuole con piante, sedute, la posa della più antica “ruvida colonna” in ceppo e granito nella collocazione originaria e il riposizionamento della seicentesca Colonna del Verziere.
Conclusa di fatto la nuova piazza in Largo Augusto, è in corso l’allargamento dei marciapiedi con la posa di pietra su Via Durini, rimane poi da realizzare un doppio filare alberato suVia Verziere e la sistemazione dell’area superficiali soprastanti il parcheggio di Via Borgogna concluso da poco. La nuova maxi area pedonale dovrebbe essere completata entro l’estate e l’autunno 2024.
10 treni da record: quali sono e a che velocità sfrecciano i treni più rapidi del mondo.
I 10 treni più veloci del mondo: c’è anche l’Italia nella sfida agli aerei
#10 Frecciarossa 1000: 400 km/h
credit: multi-rail.com
Apre la graduatoria l’Italia con il Frecciarossa 1000, noto anche come ETR 400: può raggiungere i 400 km/h e collega città come Torino, Milano, Reggio Emilia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e Salerno, arrivando anche a Potenza e Taranto. Alcuni Frecciarossa 1000 collegano inoltre Venezia, Padova, Vicenza, Verona, Brescia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e Salerno. La velocità commerciale massima è di 300 km/h. Per un soffio è stato superato da uno dei mostri sacri della velocità su rotaia.
#9 Shinkasen (E5, E6, H5): 401 km/h
shortycolossus-pixabay – Shinkansen
Appena un chilometro orario in più per gli attuali Shinkasen più veloci in servizio: 401 k/h. Nel servizio commerciale non possono superare i 320 km/h. Sono utilizzati nella rete ad alta velocità del Giappone.
#8 AVE S103: 403,7 km/h
maquinista_emerito IG – AVE S103
La Spagna occupa l’ottavo posto con l’ultimo modello S103. I treni dell’Alta Velocidad Española possono arrivare a 350 km/h, anche se sono limitati a 310 km/h, mentre il nuovo arrivato a toccato i 403,7 km/h.
#7 ICE 3: 404 km/h
swabian_trainman IG – ICE3
Settimo posto per il tedesco ICE 3, prodotto da Siemens Mobility nel 1999. Sebbene sia omologato per una velocità massima di 330 km/h, durante i test su rotaia in Spagna ha raggiunto i 404 km/h.
#6 Fuxing Hao CR400AF/BF: 418 km/h
credit: nrdc.org
Al sesto posto c’è “Fuxing Hao”, letteralmente “ringiovanimento”, l’ennesima prova della capacità che i cinesi hanno di superare i limiti. Ogni giorno viaggia intorno ai 354 km/h e collega diverse linee, tra cui la Pechino-Shanghai, ma il record di velocità lo ha raggiunto nei test: 418 km/h.
#5 HEMU-430X: 421,4 km/h
credit: railway-news.com
Il sudcoreano HEMU-430X si prende al quinto posto della classifica con i suoi 421,4 km/h. Progettato per correre a 430 km/h, come suggerisce il nome, non è però riuscito a toccare tale velocità.
#4 Shanghai Maglev: 431 km/h
credit: mobileworldlive.com
Al quarto posto c’è lo Shangai Maglev, chiamato anche Shangai Transrapid per la velocità con cui percorre anche lunghi tragitti, primo al mondo tra quelli in esercizio con 350 km/h. Nei test ha toccato invece la velocità di 431 km/h.La tecnologia utilizzata è quella della levitazione magnetica e collega non solo la città di Shangai, dove impiega 7 minuti e 20 secondi per viaggiare dal centro all’aeroporto e fa parte della metropolitana cittadina, ma tutta la Cina.
#3 CRH380A Hexie: 486 km/h
credit: trainsimmods.com
A completare il trio della super-velocità cinese, con lo Shangai Maglev e il Fuxing Hao, c’è il CRH380A Hexie, conosciuto anche come Harmony. La velocità massima raggiunta durante i test è stata di 486 km/h, mentre quella commerciale si “ferma” a 380 km/h.
#2 TGV POS: 575 km/h
credit: http://transpressnz.blogspot.com/
Ritorniamo in Europa: il secondo posto nella classifica mondiale è occupato dal treno ad alta velocità francese TGV POS che ha toccato i 575 km/h nonostante sia un mezzo “datato”. Durante il servizio regolare questo treno non supera invece i 322 km/h.
#1 Shinkansen Serie L0: 603 km/h
credit: workinjapan.today
In cima alla classifica dei treni più veloci del mondo, che sfidano chiunque a sporgere la testa fuori dal finestrino, troviamo il giapponese Shinkansen Serie L0. L’ultima evoluzione del “treno-proiettile“, per la forma simile a quello delle testa di una pallottola nei suoi primi esemplari, questo treno attraversa il Giappone in lungo e in largo ed è gestito dalla Central Japan Railway Company. Nei test ha toccato la velocità record di 603km/h ed entrerà in servizio nel 2027 sulla nuova linea alta velocità Tokyo-Nagoya.
Brixton Station. Sarà così anche a Milano? ph. @londonundergroundknowledge
IG
Uno degli obiettivi del Pums di Milano è quello di trasformare i nodi di interscambio del trasporto pubblico in luoghi vivi e attrattivi con servizi per pendolari e cittadini. Ecco cosa è stato immaginato.
I capolinea della metro: da deserti di frontiera ad hub di servizi e intrattenimento
# Il futuro dei nodi interscambio del trasporto pubblico
Credits PUMS Milano – Nodi di interscambio
In base a quanto specificato dal PUMS, i nodi di interscambio attuali e futuri che corrispondono ai capolinea metropolitani e ai parcheggi di interscambio sempre a servizio delle fermate metropolitane anche non capolinea, dovranno diventare uno snodo di servizi integrati e sostenibili, potenziandone le condizioni di accessibilità, le dotazioni
infrastrutturali e le funzioni. Questi luoghi che oggi hanno un carattere prevalente di infrastruttura dovranno essere trasformati in spazi urbani di rilievo, riducendo il degrado fisico e sociale e migliorando la fruizione e l’accessibilità anche dai territori fuori dal Comune di Milano.
# L’obiettivo: trasformarli in hub di servizi
Credits saba – Parcheggio Comasina M3
I capolinea, i terminal bus e gli attuali spazi occupati dai parcheggi di interscambio, secondo quanto previsto dal piano della mobilità, dovranno essere trasformati in veri hub di servizi per tutta la comunità circostante e per i pendolari e milanesi che scenderanno in quelle fermate. In sintesi potrebbero esserci: negozi al dettaglio con servizi di prossimità, uffici della pubblica amministrazione, punti di assistenza sanitaria, sportelli bancari, centri sportivi e luoghi per il relax e l’intrattenimento, ma anche hotel e centri direzionali.
# I nodi di interscambio attuali e futuri
Credits Comune di Milano – Nodi di Interscambio
I nodi di interscambio interessati sarebbero quelli attuali di: Bisceglie, Famagosta, Rogoredo FS, San Donato, Cascina Gobba, Centrale FS, Garibaldi FS, Comasina, Bovisa, Molino Dorino, Bonola e il famigerato terminal bus di Lampugnano. In futuro ci saranno quelli di San Cristoforo, Segrate, Cinisello-Bettola (ilprogetto esisteva già ma è tutto bloccato) e Stephenson. A questi interventi si affianca il ripensamento di alcune piazze inseriti in snodi cittadini importanti come piazzale Loreto, con il progetto LOC, o piaza Trento a ridosso dello Scalo Romana.
# La situazione di cronico degrado della stazione di Lampugnano
Lampugnano
Uno dei nodi che avrebbe più bisogno di una seria rigenerazione, visto che si trova in città a poco di 2 km dalla circonvallazione esterna, è il terminal bus di Lampugnano. Qui partono e arrivano i bus internazionali, è presente anche l’interscambio con la linea metropolitana M1, e pertanto meriterebbe di trasformarsi in un vero luogo di attrazione per turisti e milanesi con tutti i principali servizi e avere maggiore decoro.
Tra il 2018 e il 2019 è stata effettuata la manutenzione straordinaria sia delle aree interne e esterne, come per il terminal di San Donato, ma a quanto pare la situazione non è migliorata. Sporcizia, degrado e scarsa sicurezza rimangono una costante essendo il terminal visto come un mero luogo di passaggio e non dove fermarsi per fare acquisti, pranzare o intrattenersi, e pertanto è ancora oggi un pessimo biglietto di visita per chi arriva a Milano.
# La suggestione di Yom Design Studio
Suggestione Stazione Lampugnano Yom Design Studio
Yom Design Studio ha provato ad immaginare a una sua trasformazione in un grande hub infrastrutturale e in una sorta di piazza pubblica, con panchine, alberi, aiuole, dove incontrarsi e socializzare. Nel progetto si vede una sala d’attesa con le indicazioni dei bus in arrivo e partenza e il contestuale rinnovo dell’edificio del terminal. Sarebbe già un primo passo. La speranza è che il piano della mobilità non rimanga sulla carta ma riesca a concretizzarsi cambiando una volta per tutte il destino di questi luoghi senza un’anima.
Piazza Duomo non è solo il centro di Milano. E’ ormai anche diventato il centro dei rooftop, delle terrazze con vista sulla città. Tra i rooftop più “segreti” c’è questo: in pochi lo conoscono, è super esclusivo, con prenotazione obbligatoria, ma, rispetto a quello che si potrebbe pensare, i prezzi per un aperitivo non sono neanche così alti. Ecco dove ci troviamo.
La terrazza segreta “a colori” con vista Duomo (con prezzi per tutte le tasche)
# Una vista spettacolo: dalle guglie del Duomo ai grattacieli di Porta Nuova
Credits: @sunelevenrooftop – SunEleven Rooftop
A Milano fare aperitivo sui tetti è sempre più facile grazie alle numerose aperture di locali sui rooftop negli ultimi anni. Tra quelli più glam e allo stesso tempo più nascosti, dove sorseggiare un drink quando il sole inizia a tramontare e a colorare di mille sfumature il cielo, c’è il SunEleven all’undicesimo piano dell’iH Hotels Milano Ambasciatori. Aperto dal 2020, dalla sua terrazza su due livelli si può ammirare lo skyline milanese a 360°, dalle guglie del Duomo a Citylife fino ai grattacieli di Porta Nuova.
# Un locale colorato, friendly e informale
giadafantini IG – Suneleven
Il locale, voluto dall’Architetto Corti che ha convinto il Ceo di iH Hotels Group a realizzare un lounge bar piuttosto che una suite panoramica, mette a disposizione posti anche all’interno. Si presenta colorato, friendly e informale, sfoderando un mix di colori pastello, che si ritrova nei suoi arredi, piante verdissime e arredi da Nord Europa.
# Aperitivo a 8 o 12 euro
milano.a.tavola IG – Suneleven
Il SunEleven è aperto tutti i giorni dalle 17 alle 23 e il sabato prolunga l’orario di chiusura di un’ora, l’ingresso è quello dell’iH Hotels Milano Ambasciatori, necessaria la prenotazione. Il lounge bar a cielo aperto è perfetto per fare aperitivo a un prezzo della media per Milano: si aggira intorno agli 8-12€, con calice/cocktail e stuzzichini. Non si tratta di un aperitivo abbondante, vengono serviti stuzzichini come patatine, taralli e olive, e per questo è previsto un menu tapas che propone ad esempio nachos e guacamole a 6 euro. Il costo di birre e vini parte da 8 euro, mentre i cocktail costano dai 12 ai 16 euro. Un locale quindi dai prezzi nella media, ma con una vista che rappresenta un vero lusso.
Quasi ventidue anni fa ci lasciava uno dei simboli della Milano che si mescolava con quell’umanità che arrivava dal Sud dell’Italia. Colui che, per primo, aveva saputo interpretare, con comicità e un po’ d’irriverenza, quei milanesi acquisiti che, pur tradendo con il linguaggio la provenienza dal Mezzogiorno, si dichiaravano “milannezi al centopeccento”. Giorgio Porcaro ci lasciava il 4 giugno 2022.
Giorgio Porcaro, l’inventore del “terrunciello”
# Chi ha inventato la parlata del terrunciello? Porcaro o Abatantuono?
Di sconosciuto – https://fondazionecsc.b-cdn.net/wp-content/uploads/2019/11/8688_derby.jpg, Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=10108615 – Giorgio Porcaro al Derby con Abatantuono, Boldi, di Francesco e Faletti
Chi ha inventato la parlata del terrunciello? Porcaro o Abatantuono? La risposta ce la diede Enzo Jannacci, nel programma televisivo Blitz, condotto da Gianni Minà. Era il 1982 e Jannacci dice che “la parlata pugliese, integrata milanesiata, è nata con Porcaro, che aveva predisposizione ad adottare quell’accento e lo faceva molto bene. Poi, facendo la Tappezzeria, ho pensato che quella parlata andava fatta in due, con battute tra Giorgio e Abatantuono”.
Quindi possiamo dire che ad inaugurare quel modo di comunicare, così comico e divertente, è stato Giorgio Porcaro, una delle figure più apprezzate del cabaret meneghino, quello del Derby degli anni ’70 e ’80, personaggio noto al pubblico italiano anche per i film comico-grotteschi in cui ha recitato, come “Io tigro, tu tigri, egli tigra”, “Si ringrazia la Regione Puglia per averci fornito i milanesi” e “Sturtruppen 2 – Tutti al fronte”.
Ma cos’era la Tappezzeria? Era uno spettacolo teatrale nato nel 1982, su progetto di Jannacci e Beppe Viola, con attori del calibro di Diego Abatantuono, Mauro Di Francesco, Giorgio Faletti, Guido Dogui Nicheli, Massimo Boldi, Ernst Thole e, naturalmente, Giorgio Porcaro. Quest’ultimo e Abatantuono danno vita ad uno sketch esilarante che rimarrà nell’antologia del cabaret in versione terronico-meneghina: è il 1978 e, proprio sullo spunto della tappezzeria, vediamo Abatantuono che, col proprio tram, cerca di passare per via Beato Michele da Carcano, naturalmente a Milano, ma viene bloccato da Porcaro che sta lucidando i binari. I due, con quella parlata da meneghin-terrunciello, battono e ribattono battute dandosi del terrone a vicenda.
# Dal debutto al Derby allo spettacolo la “Tappezzeria”
Porcaro era nato a Benevento il 29 novembre 1952, il padre era finanziere e, per lavoro, si trasferisce a Milano quando il figlio ha soli cinque anni. Nel 1972 c’è il debutto di Giorgio al Derby, poco dopo Gianfranco Funari lo fa recitare nel proprio gruppo chiamato “I Mormoranti”, con Fabio Concato e Bruno Graceffa. Nel 1977 passa invece allo spettacolo la “Tappezzeria”, dove inventa il personaggio del terrunciello. E’ anche il periodo in cui, con Boldi, Di Francesco e Thole, fa parte del gruppo “Repellenti”, altra idea di Jannacci e Viola. Porcaro, da bambino, arrivando a Milano, va ad abitare in via Caracciolo, poi in via Volta ed infine a Milano 3.
Ma come entra nel mondo del cabaret?“Ho sempre avuto il pallino per questo tipo di spettacolo -confida in un’intervista degli anni ottanta- poi da giovane vidi l’esibizione di un professionista del genere e pensai che, forse, io ero anche meglio di lui. Così mi sono buttato in questo mondo”.
# Film, trasmissioni televisive e un disco musicale al titolo “Milanese con pedigree”
Porcaro
Porcaro, oltre ai circa dieci film girati, alle tre trasmissioni televisive condotte, alle opere teatrali realizzate, nel 1981 ha anche inciso un disco musicale dal titolo “Milanese con pedigree”.
Con i brani, “Fresca”, “La mano a cucchiaietto”, “Gli amici della pelle” e “Sent’bello”, con l’intramontabile ritornello “Slarghes no, vusa no, Africa !, Africa!”, tradotto, “non allargarti troppo, non gridare, Africa…”, con il nome del continente inteso come irriverente marchio del Sud Italia.
Porcaro fu sconfitto dal cancro ad inizio del nuovo millennio, ma la sua comicità, la sua 128 Krups rosa, tanto tamarra, che guidava nei film, quell’alchimia tra lui Jannacci e Viola, lo renderanno eterno.
Ha aperto a Milano un nuovo negozio di abbigliamento che rivoluziona il concetto di shopping.
All You Can Fit di Vestiti: Il Nuovo Store di Milano
# Tutto quello che riesci ad arraffare… a soli 19 euro
Si tratta del 19Banzai in via Vigevano, nella zona di Porta Genova. La formula offerta è molto semplice: con soli 19 euro riceverete una sacchetta, che sarà poi in omaggio, da riempire fino all’orlo. Tutto ciò che riuscite a trovare e far stare nella sacchetta sarà vostro senza costi aggiuntivi.
# Dei Veri Affari
Credits: @Banzai19 (FB)
19Banzai offre una grande scelta di abbigliamento, sia per uomo che per donna, tra capi di seconda mano, vintage e, se si è fortunati, anche di grandi marche. Nonostante il negozio sia di dimensioni modeste, è possibile fare veri affari, portando a casa capi di qualità a prezzi stracciati, anche per 2-3 euro ciascuno.
Questo progetto, oltre a permettere ai clienti di risparmiare molto sullo shopping, promuove anche la sostenibilità. Punta a incoraggiare le persone a dare una seconda vita ai capi d’abbigliamento che altrimenti verrebbero scartati e buttati.
# Un’Esperienza Unica di Shopping
Se siete appassionati di moda e ci tenete alla sostenibilità, 19Banzai fa proprio al caso vostro. L’esperienza di riempire una sacchetta con quanti più vestiti possibile per una cifra fissa rende lo shopping più dinamico e aggiunge un pizzico di creatività al processo, contribuendo allo stesso tempo a un futuro più sostenibile.
Dopo l’aperitivo e l’apericena Milano non poteva farsi mancare l’aperisushi, la formula dell’aperitivo tutto a base di cucina giapponese, considerato che è la prima città del sud Europa per consumo dei bocconcini a base di riso, alghe, pesce e altre specialità. Scopriamo alcuni locali dove fare questa esperienza culinaria.
5+1 luoghi a Milano dove provare l’Aperisushi (la nuova moda del momento)
#1 Igiban Milano, l’all you can eat nel cuore di Porta Venezia
Credits carminafalconieri IG – Igiban
Igiban Japanese Restaurant è il ristorante giapponese all you can eat nel cuore di Porta Venezia, in via Tadino numero 4. Un locale intimo ed elegante dove la particolarità del sushi è quella quella di avere uramaki per ogni gusto e colore e dove il pesce crudo o cotto viene accompagnato spesso da frutti esotici. Per un aperisushi estremo.
#2 Perla D’oro, il ristorante giapponese con preparazioni inaspettate
Credits perladoro_grandimilano IG – Perla d’oro
Il ristorante Perla d’oro propone una cucina giapponese molto accurata con sushi, sashimi, noodles, tempura e ravioli. Tra le preparazioni inaspettate ci sono i tegamini di pollo, in salmone scottato in crosta di sesamo e qualche specialità cinese, come gli involtini primavera in varie versioni.
Indirizzo: piazza Grandi, 22
#3 Batukada, il ristorante sushi brasiliano specializzato in Robata e Caipirinha in Porta Nuova
Batukada Milano è un ristorante di sushi brasiliano specializzato in Robata e Caipirinha in via Amerigo Vespucci 12, a due passi da piazza Gae Aulenti. La Robata è una particolare tecnica di cottura originaria del Giappone che prevede l’utilizzo sapiente di carboni vegetali, aromi naturali e fiori edibili. L’aperisushi in questo locale si può accompagnare con quella che per molti è la migliore Capirinha di Milano, da gustare in diverse versioni: al mango, classica, abaxi e goiaba.
Indirizzo: in Via Amerigo Vespucci, 12
#4 Cacau Temakeria, il ristorante giappo-brasiliano in zona Tortona
Credits cacau.temakeria IG – Cacau Temakeria
Cacau Temakeria ha inaugurato a Milano nel 2017 in zona Tortona. Questo locale giappo-brasiliano si presente come informale e colorato, con un mix di richiami al Brasile e alla street, proponendo un menu composto da temaki, roll, poke, ceviche o churrasquinhos, cioè spiedini di carne, pollo o gamberi.
Basara Milano, con quattro locali a Milano, è il ristorante giapponese di qualità e pasticceria. La formula prevede infatti l’abbinamento del sushi ai dolci: dai morbidi daifuku ai piccoli e coloratissimi nerikiri di pasta di fagioli bianchi aromatizzata oppure le monoporzioni di panna cotta all’umeshu e tiramisù al tè verde o al sesamo nero. Nel locale all’ultimo piano della Rinascente c’è il kaiten, il tapis roulant che trasporta i piatti, dove provare l’esperienza dell’aperisushi in un modo insolito.
Indirizzi: via Tortona 12, corso Italia 6, via Washington 70, Rinascente Pizza Duomo.
#5+1 Wasabi Milano, il classico ristorante giapponese tra le vie di Brera
Credits wasabi.milano IG – Wasabi Milano
Wasabi Milano è il classico ristorante giapponese con menu fisso a prezzo, cena alla carte e la formula aperitivo o meglio aperisushi. Una lunga lista di cocktail e vini di alta qualità affiancano le specialità della cucina realizzati con prodotti selezionati direttamente dai migliori venditori locali, tra cui l’Orto di Brera per la frutta e gli ortaggi di stagione. Ha due locali, entrambi nel quartiere bohémien della città, il primo aperto oltre 15 anni fa.
Non siamo di certo più in quell’epoca dove la pelle pallida e non abbronzata fa nobiltà, anzi. Più si è abbronzati più significa che si ha la possibilità di andare in vacanza e stare tre mesi al mare o in montagna. Con oli abbronzanti e tecniche per essere sempre più scuri, è partita la sfida estiva. Per chi vuole vincerla, questa la destinazione da non perdere.
Questa è la località in Italia dove ci si abbronza più velocemente
A volte però non sono obbligatoriamente necessarie ore e ore di attesa sotto il sole per prendere melanina e abbronzarsi meglio, in Italia, infatti, c’è un posto dove ci si abbronza molto più velocemente del solito. Ed è solo a 3 ore da Milano. E’ stato svelato il trucco per abbronzarsi velocemente se non si hanno troppi giorni a disposizione.
# Quarzo e minerali nella sabbia favoriscono una abbronzatura più veloce
@sonia_stocco_ Spiaggia Sottomarina
Gli effetti del sole sul corpo cambiano in base a dove lo si prende. Esporsi ai raggi solari in barca, è diverso da prenderli in montagna o in città. L’ambiente in cui ci si trova riflette infatti i raggi in modo diverso e per questo ci sono luoghi dove ci si abbronza di più o dove l’esposizione al sole fa bene alla salute, mentre in altri no. A circa 3 ore da Milano, in una frazione di Chioggia, in provincia di Venezia, la particolare composizione della spiaggia permette di abbronzarsi più velocemente.
Siamo a Sottomarina, paese anticamente chiamato Chioggia minore, un antico borgo dalle case colorate e stabilimenti balneari pronti ad ospitare turisti. Qui la sabbia è composta da rocce dolomitiche di quarzo, minerali ferrosi ed elementi micacei che rendono l’azione del sole più impattante. Prendere il sole nelle spiagge di Sottomarina fa sì che l’abbronzatura sia più veloce e intensa, ma anche più duratura.
# Non solo prendere il sole: cosa fare a Chioggia e Sottomarina
@jessicatravelover Chioggia
Lo iodio, il quarzo e tutti i minerali della sabbia di Sottomarina, uniti ad una continua brezza di mare, fanno sì che ci si possa abbronzare più velocemente e soffrendo meno il caldo. Ma Sottomarina non è solo tintarella e acqua salata. Per girare tra Chioggia e Sottomarina l’ideale è muoversi in bicicletta, di cui il comune è pieno.
Chioggia è definita la “piccola Venezia”, molto simile a quella reale, i suoi palazzi e le sue case colorate che si stagliano contro l’azzurro del cielo rendono il paese una piacevole scoperta. Ma Chioggia nasconde anche qualche mistero esoterico: qui ad esempio ci sono una casa delle streghe e una statua senza testa. La sua frazione di Sottomarina poi è ideale per godersi la spiaggia e il mare, anche con una passeggiata a cavallo, e mangiare cicchetti accompagnati da uno spritz. Il tutto magari mentre ci si abbronza!
La realizzazione del progetto finanziato per circa 65,7 miliardi di euro, procede addirittura in anticipo rispetto al cronoprogramma iniziale. I primi convogli sono in costruzione e la loro entrata in servizio è prevista nel 2027: percorreranno circa 300 km in soli 40 minuti. Con questo treno si arriverebbe a Roma in un’ora, da Milano si raggiungerebbe il mare in 15 minuti.
Il treno più veloce sta per partire: percorrerà 300 KM tra le montagne in 40 minuti
# Il “Treno proiettile”: corre “fluttuando” sopra i binari
Bullet train, il treno proiettile: questo è il soprannome dato al Maglev (Magnetic Levitation) giapponese. Basato sulla tecnologia contactless, permette al treno di levitare per circa 10 centimetri sopra ai binari, generando un campo magnetico tra i magneti superconduttori a bordo e le spirali a terra. Il sistema non causa alcun attrito tra ruote e binari e in questo modo il treno può raggiungere e superare senza sforzi i 500 chilometri orari. La differenza di polarità nel campo magnetico genera una forza che allo stesso tempo spinge e tira il treno.
# Il treno è in servizio attualmente solo in una tratta urbana di 9 Km
japangrayline_inbound IG – Maglev
Il sistema al momento è in uso in Giappone solo in una tratta urbana costruita in occasione dell’Expo 2005, circoscritta nella regione di Aichi a livello metropolitano, che ha una lunghezza di appena 9 km.
# Da Tokyo e Nagoya in soli 40 minuti con punte di 505 km/h
Credits: ohayo.it
Il nome definitivo della ferrovia a conclusione dei lavori è Chūō Shinkansen ed in costruzione per far raggiungere al treno queste incredibili velocità tra Tokyo e Nagoya attraversando le prefetture di Kanagawa, Yamanashi, Nagano e Gifu. Lunga 286 chilometri, sarò la prima linea ferroviaria a far viaggiare treno veloce Magle sul suo intero percorso.
Oggi è operativo solo un tracciato di prova di 42,8 km, la Yamanashi Maglev Line, con altri 18,4 km in realizzazione, e che saranno parte della linea commerciale. I lavori cantieri sono attivi e dovrebbero terminare in base all’ultimo cronoprogramma.
# Con questo treno ci vorrebbe un’ora per fare Milano-Roma, in appena 15 minuti arriveremmo al mare
La compagnia ferroviaria giapponese prevede una velocità media di esercizio di circa 430 km/h, con punte di 505 km/h, con appena 40 minuti per percorrere la tratta. Se fosse esercitato sulla tratta di 477 km tra Milano e Roma, il viaggio durerebbe poco più di un’ora. Da Milano a Genova soli 15 minuti,come una metro per il mare.
# Inaugurazione programmata per il 2027: previste 4 fermate e un tunnel di 246 chilometri tra le montagne. Nel 2037 si estenderà fino a Osaka
Credits Satoshi Hirayama from Pexels – Osaka
La tratta Tokyo-Nagoya prevede quattro fermate intermedie: Samigahara, Kofu, Iida e Nakatsugawa, situate nelle rispettive prefetture citate. Quasi tutto il tracciato, circa l’86% pari a 246 chilometri, attraversa un terreno montagnoso e pertanto sarà realizzato in tunnel con alcune sezioni 40 metri di profondità. Lo scopo di questo percorso oltre a tagliare attraverso le montagne, consiste nell’ottenere una linea ferroviaria alternativa da poter utilizzare in caso di terremoti o tsunami. L’inaugurazione è programmata per il 2027, l’approdo a Osaka invece nel 2037 invece che nel 2045, in anticipo quindi sui tempi grazie ad un prestito del governo giapponese.
# A bordo del treno più veloce del mondo
Ma qual è l’attuale primato di velocità per un treno? Il record mondiale di velocità è stato registrato durante una corsa di prova martedì 21 aprile 2016 sulla linea sperimentale che si trova vicino al monte Fuji, nella prefettura di Yamanashi. Il Maglev L0 Series, sviluppato dalla Central Japan Railway Co. e Kawasaki Heavy Industries e composto da sette vagoni, ha superato la soglia dei 600 km/h per 11 secondi, spingendosi fino all’incredibile velocità di 603 km/h. Il “Superconducting Maglev Shinkansen” è in costruzione in un numero di 14 esemplari destinati alla nuova linea Tokyo-Osaka.
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La conferma del raddoppio del Museo del Novecento e della passerella sospesa tra i due “arengari” gemelli, con vista sulla Piazza del Duomo e sulla Galleria, è arrivata a fine dell’anno scorso. Il 2024 dovrebbe essere l’anno per la partenza dei cantieri. Quando è prevista l’inaugurazione di tutto il progetto.
Cammineremo su una passerella trasparente a 20 metri sopra piazza del Duomo: la data dei lavori e dell’inaugurazione
# Una rivoluzione storica: si camminerà sopra piazza Duomo a venti metri di altezza
Il progetto di raddoppio del Museo del Novecento è stato approvato in Giunta. Sarà una rivoluzione storica per piazza Duomo: gli spazi dell’Arengario gemello sono già destinati al contemporaneo, ma l’elemento di maggiore impatto sarà sicuramente dato dalla passerella sospesa per collegare i due palazzi.
Level Creative Studio – Passerella Museo 900 dalla Galleria
Il principale obiettivo del progetto è raggiungere una sintesi architettonica tra i due edifici gemelli in modo da formare un unico organismo. Tra le due soluzioni proposte, una passerella sospesa o la trasformazione di Via Marconi in una piazza-cortile, ha prevalso la prima. La passerella aerea dovrebbe essere posizionata all’altezza di 19,65 metri, in linea con il terzo livello dei due Arengari, e costituita da una trave reticolare fissata direttamente alle colonne laterali esistenti degli edifici, completamente reversibile.
Level Creative Studio – Passerella Museo 900
Vista dall’Ottagono della Galleria, si poggia sul tetto dell’edificio basso senza spezzare la vista della Torre Martini e viene concepita come una sorta di proscenio: il fronte della passerella rivolto a piazza Duomo è caratterizzato da pareti leggere trasparenti e da una struttura specchiante convessa nella parte sottostante, in grado di riflettere gli scorci e i movimenti della piazza. Potrebbe subire però qualche modifica da parte della Soprintendenza, che ha richiesto un “percorso evolutivo” rispetto all’ultimo progetto presentato.
# Un investimento salito a 27 milioni di euro per oltre 1.000 mq spazi di museali aggiuntivi
Raddoppio Museo del Novecento
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Credits Urbanfile - Planimetria Arengario
Credits Urbanfile - Planimetria Arengario
Passerella museo del Novecento
Vengono aggiunti oltre 1.000 mq di spazi espositivi al Museo del Novecento grazie alla riqualificazione e utilizzo del palazzo gemello. L’investimento complessivo è salito a circa 27 milioni di euro rispetto ai 18,5 dell’ultima stima di cui 5 milioni donati da Giuseppina Antognini, presidente della Fondazione Pasquinelli, collezionista e mecenate milanese. Alcuni lavori verranno eseguiti anche nel primo edificio, tra cui la modifica al piano terra dell’ingresso alle sale dedicato alle mostre temporanee attraverso un collegamento più diretto dopo l’acquisto del biglietto e l’aggiunta di un laboratorio di conservazione delle opere in sostituzione di sale conferenze e deposito.
Credits professionarchitetto – Caffetteria Museo del Novecento
Nel nuovo edificio è previsto nel dettaglio:
un portico su due piani, con all’interno un bookshop aperto al pubblico e una caffetteria con tavolini;
un auditorium al mezzanino con sedute a scomparsa nel pavimento, per poter essere utilizzato come ulteriore sala per le installazioni, consentendo al piano terra di rimanere a disposizione della nuova “piazza pubblica;
spazi museali nei quattro piani ricavati sopra lo spazio del portico, per ospitare oltre un centinaio di opere.
Credits professione architetto – Nuove sale Arengario
Il percorso museale è pensato per proporre nuove letture e confronti a partire dagli anni Ottanta fino alle esperienze più attuali. Tra queste ultime è previsto un importante nucleo di opere fondamentali del primo Novecento dalla Collezione Giuseppina Antognini e Francesco Pasquinelli che, oltre alla donazione di 5 milioni di euro per realizzare il museo, contribuirà con opere per un valore di 15 milioni di euro.
# Lavori al via entro il 2024, l’inaugurazione a fine 2026
Credits professionarchitetto – Raddoppio museo del novecento.jpg
Rispetto a quando ipotizzato in precedenza il nuovo museo non potrà essere visitati da tifosi e turisti in città in occasione delle Olimpiadi Invernali di Milano Cortina 2026. La partenza dei lavorinon dovrebbe avvenire nel 2024 e di conseguenza, con la durata del cantiere stimata in 2 anni, l’inaugurazione è possibile all’incirca tra il terzo e il quarto trimestre 2026.
Anche se spesso ci fanno arrabbiare, una notizia ci allieta la giornata. I mezzi pubblici sono tra i migliori del mondo.
Milano tra le prime nel mondo per i mezzi pubblici: 7+1 segreti e curiosità di un successo da champions
I mezzi di pubblici di Milano sono tra i migliori al mondo. In Europa risultano al settimo posto, nel mondo sono nella top 20, meglio di Barcellona, Boston e Dubai: uno studio internazionale incorona i mezzi pubblici di Milano. Si tratta di quanto risulta da uno studio dell‘Oliver Wyman Forum rilanciato dal sito RankingRoyals.com.
I parametri valutati sono il costo, la disponibilità, l’infrastruttura, la diffusione della rete e la frequenza dei mezzi. Al primo posto della classifica c’è la città stato di Hong Kong che precede Zurigo e Stoccolma. Tra il settimo e il decimo posto ci sono le grandi metropoli: Tokyo, Berlino, Parigi e Londra. New York è al tredicesimo posto, superando Mosca di due posizioni. Milano è diciottesima, alle spalle di Monaco di Baviera. Nessuna traccia in classifica di Roma. Ma quali sono i segreti e le curiosità di questo modello di successo?
# Segreti e curiosità dei mezzi pubblici di Milano
Credits ricordi_anni80e90_magenta IG – Pensilina metro con doppia M
Costo dei biglietti: 2,20 euro. Più cara di Roma e Napoli ma più a buon mercato rispetto alle altre grandi città d’Europa, come Londra, Berlino o Parigi.
Il “terzo” tram del mondo: la prima linea di tram di Milano fu aperta nel 1881. Fu la terza linea di tram elettrificata al mondo, dopo quelle di Berlino e Budapest.
Il tram più antico in funzione: il mitico 1, che collega Piazza Castello a Greco, è il tram più antico ancora in servizio a Milano. La sua prima corsa risale al 1931.
Gender Fluid: a Milano le linee dell’autobus vengono chiamate al femminile (es. la 68), mentre quelle dei tram sono al maschile (es. il 15)
Il sistema contactless: tra le poche metropolitane del mondo quella di Milano consente il pagamento “contactless” ai tornelli. Ciò significa che i passeggeri possono semplicemente toccare la loro carta di credito o il loro smartphone su un lettore, senza bisogno di inserire un biglietto o un pass.
Numero di autobus: Milano ha una flotta di oltre 2.000 autobus, che coprono oltre 180 linee di autobus nella città e nella sua area metropolitana.
Il Tram “sotterraneo“: a Milano esiste un tram che percorre un breve tratto del suo tragitto come una metro, viaggiando sottoterra: è il 7 (vedi anche il tram che si crede una metro)
La metro più veloce: La linea di metropolitana più veloce di Milano è la M5 (linea lilla), che corre da San Siro Stadio a Bignami. La velocità media è di circa 36 km/h, con una velocità massima di 80 km/h. (vedi anche Le metro più veloci)
Pochi sanno che a Milano, oltre al molto più noto Castello Sforzesco, esiste anche un secondo castello visconteo: più piccolo ma anche più antico.
Questo è il primo castello di Milano
Il castello di Macconago venne eretto tra 1330 e il 1340: si trova nel municipio 5, nell’omonimo quartiere situato a sud della città.
Il castello visconteo inizialmente di proprietà della famiglia Pusterla, cadde progressivamente in rovina con gli stessi Visconti. Venne poi restaurato interamente dalla famiglia Ferrario Gavana, attuale proprietaria grazie al quale il castello ha potuto dare il via alla location che per anni ha ospitato cerimonie, ricevimenti e altri importanti eventi, fino a poco fa, quando, purtroppo, i proprietari decisero di chiudere i battenti al pubblico definitivamente.
L’atrio del castello
La struttura si sviluppa su tre piani, tra cui un seminterrato, ed è caratterizzata da torri di avvistamento che si concludono con delle merlature a coda di rondine, contornato all’esterno da un grande prato fiabesco, con alberi e fiori.
L’interno presenta diverse sale, tutte rinnovate per poter accogliere al meglio i diversi eventi ma è stata conservata la struttura originale, tra cui i sontuosi camini.
Di fronte si trova una settecentesca chiesetta diroccata che dà il benvenuto al borgo oggi dimenticato, divenuto, insieme al castello, perla nascosta di Milano.
Insetti, gatti o sushi vegano? I 7 ristoranti più curiosi da sperimentare a Milano
# Altatto, per provare la micro-stagionalità vegana
Credits dario_lupo_11 IG – Altatto
Altatto è un ristorante di alta cucina vegetariana e vegana dove viene proposto un percorso gastronomico che mette al centro il rispetto della terra e il lavoro artigianale. Le tre donne alla guida del locale puntano sulla micro-stagionalità per dar vita a un viaggio onirico tra i sapori, in special modo se si opta per il menu degustazione.
Indirizzo: via Comune Antico, 15
# Pane e Trita, per provare l’hamburger con farina di grillo
Credits: @scienzenotizie IG
Da Pane e Trita a Porta Romana si può provare l’hamburger fatto con farina di grillo, fagioli cannellini, olio di semi di girasole, patate al vapore e pane grattugiato. Il panino si presenta con un colore verde brillante, anche se il colore non dipende dal grillo, arricchito da scamorza fusa, patate croccanti, cavolo viola e una speciale salsina.
# Entonote, per provare piatti arricchiti di insetti
Entonote IG
All’Entonote ci si spinge ancora oltre. Ogni piatto viene infatti arricchito di insetti, con schede che ne spiegano i nutrienti e le risorse per allevarli oltre a un confronto con prodotti animali e vegetali. Un’esperienza gastronomica e interattiva per scoprire una fonte alimentare che produce un impatto alimentare più basso, avendo bisogno di meno acqua, e che produce minori emissioni.
Indirizzo: piazza Prealpi, 3
# Nori Way, per provare il primo sushi vegano in Italia
Credits noriway.milano IG – Nori Way
RadiceTonda di sera si trasforma in Nory Way, il primo locale di sushi vegano in Italia, capace di riproporre i tipici piatti della cucina giapponese senza allontanarsi dai sapori originali. Il merito va dato alla sapiente marinatura che consente di rimpiazzare salmone, tonno e gamberi con prodotti a base di di acqua, tapioca o fecola di patate mantenendo lo stesso aspetto, sapore e consistenza.
Indirizzo: piazza Buozzi, 5
# InGalera, per provare il desiderio di evasione in un vero carcere
InGalera è il primo e unico ristorante in Italia in un carcere ad essere anche aperto al pubblico. Al suo interno ci lavorano i detenuti dell’istituto penitenziario di Bollate, che in questo modo hanno la possibilità di riappropriarsi o apprendere la cultura del lavoro, assunti regolarmente e seguiti da uno chef e un maître professionisti. Qui si può mangiare sia a pranzo che a cena. Condividendo con lo staff il desiderio di evasione.
Indirizzo: via Cristina Belgioioso, 120
# Crazy cat caffè, per provare a mangiare in mezzo ai gatti
Credits anna_rossiiyskaya IG – Crazy Cat Cafè
Il Crazy Cat Café è stato il primo locale di questo genere ad aprire a Milano. I padroni indiscussi sono dei gattini che dominano gli interi spazi, sopra i tavolini si sviluppano piccole tettoie e speciali percorsi dove possono girare girare indisturbati. Da mangiare si trovano gustosissimi brunch, merende e pranzi, da gustare mentre si accarezzano questi gatti trovatelli con nomi di cantanti famosi come Bowie, Freddie, Patti, Mina. Bisogna solo rispettare due regole: non dar loro da mangiare e non prenderli in braccio.
# Atmosfera, per provare una cena sul mitico tram “1928” in giro per Milano
Credits lnr_pgn IG – ATMosfera
I due tram di ATMosfera, gli storici Carrelli riadattati, sono i primi ristoranti itineranti d’Italia, entrambi con 24 posti a sedere. La scelta è tra una cena di gusto o un brunch, con tre menu differenti: carne, pesce e vegetariano. La salita è davanti al Castello Sforzesco e l’esperienza dura circa due ore e mezza, durante le quali si possono ammirare i luoghi e i monumenti più iconici di Milano.
Sulla carta d’identità c’è scritto: poeta. Ivan Tresoldi dai primi anni duemila semina i suoi versi, che lui chiama scaglie di poesia, con un marker sui muri della città, su un portone , sui listelli delle saracinesche, edifici dismessi, piazze e angoli trascurati, periferie anonime. Ma anche sulla facciata dell’Archivio Diocesano, in via San Calimero, dove l’impatto visivo è davvero stupefacente: una serie di lettere gotiche rosse e nere su fondo grigio, sulle pareti di Artkademy, nel cuore della Barona.
Ivan Tresoldi, il poeta di strada di Milano
# I versi metropolitani
Ogni posto è buono per regalare un po’ di bellezza ai cuori metropolitani che vanno sempre di corsa, sempre distratti, arrabbiati, delusi e stanchi, sempre scontenti di qualcosa. I suoi assalti poetici vogliono attentare poeticamente, sorprendere il pensiero sospeso di un passante con parole inaspettate. Un guizzo di emozione, il flash di un’ immagine, banalmente un sorriso, più facilmente un istante di curiosità. I primi versi metropolitani che lo hanno reso celebre “Chi getta semi al vento farà fiorire il cielo”, li ha scritti una notte sul parapetto della Darsena nel 2002, firmando semplicemente ivan, con la i minuscola.
# Dall’Italia al mondo
Giulia Soave – Ivan Tresoldi
Da allora viaggia portando con sé la sua Poesia di Strada per tutta l’Europa, passando, solo per citare alcuni luoghi, per Haiti, Chiapas, Cuba, Mali, Sud Africa, Santo Domingo, Libano, Palestina, New York. Ha partecipato a numerosi eventi e mostre sia collettive che personali in Italia e all’estero. Nel 2015 è co-fondatore di Artkademy, agenzia di produzione artistica e collettivo creativo, attiva sul territorio Italiano ed europeo, in collaborazione con alcune delle maggiori istituzioni museali, fondazioni, imprese, movimenti culturali nazionali ed internazionali. Nel 2022 per il progetto Horti dell’Almo Collegio Borromeo di Pavia ha composto In.Seme, la poesia più grande d’Europa, un murale di mille metri quadrati.
Alle spalle, la collaborazione come redattore per il quotidiano on line Peace Reporter e come dj per Postume Vivbration. E prima ancora esperienze politiche e sociali durante gli anni del liceo e quelli dell’Università (facoltà di sociologia), dove ancora studente ha preso parte a molte iniziative di controcultura. “Ma ho fatto anche il barista, il dj, il telefonista, il messo per il censimento per le università Bicocca e Cattolica, cioè facevo le interviste qualitative nei quartieri periferici di Milano”, precisa Ivan. “Poi, intorno agli anni Duemila, ho iniziato con gli “assalti poetici”. Scrivere in strada all’epoca non era ancora così attenzionato, ci fermava qualche volante, ma finiva lì. Tutto è cambiato quando abbiamo affermato le nostre pratiche dopo la mostra di Stree Art al Pac nel 2007.
# Le sue poesie nella celebre agenda Smemoranda
Alcune sue poesie sono state proposte fra le pagine della celebre agenda Smemoranda. Testi folgoranti, pienamente lirici. “Ci sono vite che capitano / e vite da capitano” oppure “Una pagina bianca / è una poesia nascosta (Quest’ultimo concetto gli è costato una multa di 500 euro per aver imbrattato un bene pubblico). “L’ordine è disordine con scarsa fantasia”. E poi ancora “Il futuro non è più quello di una volta”. “L’amore è la distanza più breve fra due cuori”. Sono solo alcuni esempi.
“Sono emozioni distillate in pochi versi incisivi, perché il segnale deve arrivare subito”, racconta Ivan , che è nato nel 1981 nel quartiere della Barona . “L’obiettivo è rompere il confine elitario della poesia rendendola fruibile alle persone comuni. La partecipazione diretta del pubblico è fondamentale: considero la poesia una forma di espressione naturale dell’animo. Prendo le parole e le metto al servizio di chi vuol farle proprie. Poeta di strada è tanto chi scrive che chi legge”.
# “La parola poetica come strumento di rinnovata coesione in società e in comunità”
Pensieri fiammeggianti per dare gioia, emozione consapevolezza, nutrimento e di questo ce bisogno in città come alternativa al fragore confuso e sciatto del social. Vi chiedo di leggermi, è l’invito. Un gesto semplice. Rivoluzionario. “Si può cambiare il mondo con le parole. Le parole non sono mai neutre, generano mondi e noi siamo le nostre parole”, argomenta filosoficamente Ivan. ” Il mio tentativo è quello utilizzare la parola poetica come strumento di rinnovata coesione in società e in comunità. Offrire uno sguardo trasformato e trasformativo sulla realtà”.
# Come prendono forma le poesie e un giudizio sulla Milano di oggi
Alessandro Schiariti – Ivan Tresoldi
La tua poesia si pone in chiara anteposizione, almeno dal punto di vista estetico, nei confronti della virtualità:
“Lo stile di scrittura a mano esprime l’urgenza di imprimere un segno tangibile dell’esistenza nei luoghi impersonali nei quali l’homo faber consuma la sua vita”.
Quali sono i temi che tornano più spesso nelle sue poesie?
“Parlo di cose che conosco. La vita, come la poesia, si fa in presenza, guardandosi negli occhi, con la fatica, è fatta di risa, sorrisi, pianto, sputo, lacrime, perché la poesia è proprio lì: la poesia s’immerge nella quotidianità”.
Come scegli i luoghi delle tue poesie?:
“Cerco luoghi ad alto gradiente di significato e di socialità. Per me la poesia di strada nasce da una urgenza: una necessità di scrivere, per com-prendere, prendere insieme. Un sentire insieme”.
Come vedi la città di Milano?:
“Stanca di correre, di essere performante, riempendosi di psicofarmaci e di dover presenziare a centomila eventi. Assetata di quella Milano che non esiste più e che le manca, anche se non lo sa. Una città senza direzione. Qui la vita sembra il frutto di una coincidenza che non riesce a trovare un senso, ma che tuttavia vale la pena vivere, fino allo sfinimento”.
Non più Bovisa. La linea ferroviaria S12, con partenza da Melegnano, ritorna ad operare a pieno regime con un nuovo capolinea. La linea del passante non solo è stata prolungata ma verrà inoltre garantito un maggior numero di corse giornaliere, fino a 22.
Non più Bovisa: il passante S12 avrà un nuovo capolinea
# Ultima fermata: Cormano- Cusano Milanino
Credits comunedicormano – Svincolo Cormano
La linea S12 si allunga. A partire dal 9 giugno cambia il capolinea: non più Bovisa, ma Cormano-Cusano Milanino. E non è l’unica novità in arrivo: ci saranno anche più corse giornaliere con una frequenza da “metropolitana leggera”.
# Una “metropolitana leggera”: treni ogni 15 minuti
Linea S12
Come ha detto l’Assessore regionale ai Trasporti e Mobilità sostenibile, i viaggiatori della tratta “potranno usufruire di una vera e propria ‘metropolitana leggera‘ che permetterà di raggiungere Milano con maggiore puntualità e frequenza”. Ha sottolineato inoltre che i pendolari della S12 avranno treni ogni 15 minuti grazie all’alternarsi degli orari con la linea S1 Saronno-Lodi. Questo miglioramento garantisce ai pendolari, studenti e lavoratori provenienti da fuori città collegamenti più veloci e agevoli.
I lavori infrastrutturali, portati avanti da FerrovieNord, hanno portato alla realizzazione del terzo binario tra le stazioni di Milano Affori, Milano Bruzzano Parco Nord e Cormano/Cusano Milanino. Il prolungamento della linea è stato possibile grazie agli investimenti di oltre 23 milioni di euro da parte della Regione Lombardia, che hanno coperto tutte le spese di realizzazione.
Questo progetto rappresenta un grande passo avanti per quanto riguarda la mobilità sostenibile della città ma anche di tutta la regione. Grazie all’aumento del numero di corse e al miglioramento delle linee, si otterrà un servizio più efficiente e sostenibile, riducendo enormemente il traffico cittadino su strada e quindi l’inquinamento.