Abbiamo chiesto a voi lettori: “Diteci che siete di Milano senza dirci che siete di Milano“. Vediamo insieme le risposte più divertenti e che hanno ricevuto più like tra le quasi 1.000 inserite nei commenti sulla nostra fan page su Facebook.
30 modi per dire che sei di Milano senza dire che sei di Milano
#1 “Non prendete la 90/91” Simon N.
mezzi_atm_milano IG – Linea 90-91
#2 “Stasera offro io… Al drago verde” Gio M.
#3 “Ma va a ciapà i ratt, balabiott!”Fulvia T.
Credit: laregione.ch
#4 “Fa’ no l’asilo Mariuccia….”Lidia S.
#5 “quant la m…a la munta a scagn o la spùsa o la fa dagn!”Massimo B.
#6 “Bei tempi quelli in cui in Piazza Beccaria esisteva ancora la Crota con i suoi fantastici panini wurstel e crauti!”Rossella L
#7 “Faceva il palo nella banda dell’ortica”Loredana M.
#8 “Nostalgia del Burghy in San Babila” Cristina F.
Paninari davanti al Burghy di San Babila
#9“Cadorna, là chiedi che lo sanno…”Stefano A.
Credit: @thecolorsofmilano
#10 “Andiamo da Viel a farci un frullato, ascoltando radio Milano International” Francesco A.
#11 “Lavoro, guadagno, spendo e pretendo! Taaac” Nicoletta G.
il dogui, il principe, (anche se non era di Milano)
#12 “F205” Mara M. G.
#13 “O Signur d’amur aces fa gni gio’ i biiett de des” Ercole M.
#14 “Senza nemmeno parlare: basta guardare dove mi metto sulla scala mobile…”Barbara B.
Scale mobili a Milano
#15 “Ci si trova davanti al portone centrale del Duomo…”Paola C.
Credit: @auraveliacolomer
#16“Quando Spontini era solo in via Spontini” Marco L. C.
Credit: tripadvisor.it
#17 “Ma va a Bagg a sunà l’orghen” Maddalena B.
#18 “Sta su de doss, che fa giamò cald” Roberto B. B.
#19“Il primo hamburger l’ho mangiato da Wendy in Moscova” Francesca F.
#20 “Le file fatte al Mariposa x comprare i biglietti dei concerti! Bei tempi andati..”La Grace
credits: deagostinivynil.com – Mariposa in Galleria S. Radegonda
#21 “Il Tranvai in Corso Sempione” Sabrina G.
#22 “Facciamogli l’inganno della cadrega” Martina C.
#23 “La città dei portoni…ne apri uno e si apre un mondo….cortili e giardini da rimanere senza fiato” Federica F.
Credit: @lucciola_travel_
#24 “O mia bela Madunina, che te brillet de luntan, tuta dora e piscinina…” Giorgio G.
Credit: @milanopersempre.it
#25 “Ci becchiamo dalle luride. Stasera esagero, panino con tutto.”Manuela M.
#26 “Abito a CityLife” Federica R.
filieracasa IG – CItylife
#27 “i giocattoli di Cagnoni in corso Vercelli”Barbara L.
#28 “Panzerotto da Luini” Serena R.
Credit: @luini_panzerotti
#29 “piuttost che nient… l’è mej piuttost”Alessandra G.
“Lavoro” di ripristino masselli che si erano sollevati. Ma…manco a Kabul!! Questo il commento di Maria Grazia Colucci sul gruppo facebook Porta Venezia Milano. Queste le immagini con un interrogativo: sarà così la Milano pedonalizzata?
Milano o Kabul? L’ultimo scempio di Buenos Aires
Sembra un’immagine di un rattoppo post bombardamento in un Paese del Medio Oriente negli anni Settanta. Brutta cosa, la guerra. Invece no: siamo nella capitale fashion. Non solo: nell’arteria commerciale più famosa della città. Corso Buenos Aires a Milano. Come spesso si vede anche in altre parti della città, i masselli divelti sono stati sostituiti con una colata di cemento nero. Queste le foto con segnalazione di Maria Grazia Colucci. Lasciamo a voi i commenti.
Ph. Maria Grazia ColucciPh. Maria Grazia Colucci (FB)
ecodibergamo.it - Rendering Stazione Orio al Serio
Arrivare a Orio al Serio in treno direttamente da Milano? Un sogno per molti milanesi e non, ma che ben presto diventerà realtà. Tra i nuovi progetti di Ferrovie dello Stato c’è anche il tanto atteso treno per Orio al Serio. Tutti i dettagli e quando entrerà in funzione il servizio.
Da Milano a Orio col treno e in soli 50 minuti: il rendering della futura stazione già in costruzione
# Terzo scalo più movimentato d’Italia, eppure mal collegato
credits: @oriospottedgroup su IG
Ci sono ben tre aeroporti di cui possono servirsi i milanesi: Malpensa, Linate e Orio al Serio.
Il primo è collegato da anni con Milano grazie al Malpensa Express, che consente in circa cinquanta minuti di raggiungere i terminal dell’aeroporto: con la chiusura dell’anello ferroviario in corso la connessione verrà migliorata. Linate è collegata con il centro di Milano tramite la metropolitana M4 dal 2023 e, fra qualche mese, anche con il resto della città grazie all’inaugurazione integrale della linea fino a San Cristoforo FS, oltre agli interscambi con le altre linee. L’unico scalo servito solo da bus è il Caravaggio di Bergamo che, pur essendo il terzo in Italia per movimento di passeggeri, risulta scomodo per chi proviene da Milano. Nel giro di pochi anni le cose sono destinate a cambiare.
# Un treno ogni mezz’ora: in 50 minuti da Milano all’aeroporto
credits: IG @hey_yo1126
Nel piano industriale fino al 2031 emanato dalle Ferrovie dello Stato è arrivata la grande notizia: la realizzazione del collegamento ferroviario tra Milano e l’aeroporto di Orio al Serio con l’obiettivo di portare un treno ogni mezz’ora a collegare il capoluogo con il “suo” aeroporto.
Credits ferrovie.it – Tracciato ferrovia Bergamo-Orio al Serio
L’opera è inserita in un progetto più ampio, tra cui il rinnovo dellastazione di Bergamo: consiste in una nuova linea a doppio binario di circa 5,3 chilometri, di cui il primo chilometro in uscita dalla stazione di Bergamo in affiancamento alla linea esistente Bergamo-Montello. Tra le modifiche più importanti approvate al tracciato c’è l’abbassamento della linea ferroviaria in prossimità di via Lunga, non più realizzato a in viadotto ma a raso. Con il nuovo collegamento si andrà da Bergamo allo scalo di Orio al Serio e viceversa in 10 minuti, mentre da e verso Milano la connessione su rotaia diretta con l’aeroporto è stimata in circa 50 minuti. La previsione iniziale è di un treno ogni 10 minuti, la velocità massima sul tratto di 60 km/h.
Tutti e 3 gli aeroporti milanesi saranno quindi collegati con Milano.
# Partiti i lavori per la stazione di Orio al Serio
Credits ecodibergamo – Futura stazione di Orio al Serio
Sono stati attivati nel febbraio 2024 i cantieri per la futura stazione a servizio dello scalo Milano Bergamo, il cui bando di 113 milioni di euro parzialmente coperto dal Pnrr è stato assegnato al raggruppamento di imprese composto da D’agostino Angelo Antonio Costruzioni Generali (capofila) e SE.GE.CO. La stazione sarà dotata quattro binari di stazionamento coperti da pensiline, con marciapiedi lunghi 250 metri e alti 55 centimetri. Il collegamento tra la fermata e l’aeroporto è garantito da un tunnel lungo 80 metri a 4 metri di profondità in costruzione da parte dell’azienda cremonese Carba, pronto entro la fine 2024. L’investimento per questa specifica opera è di 5,2 milioni di euro, tutti a carico della Sacbo, la società che gestisce lo scalo .
Credits Mood101-pixabay – Frecciarossa in Stazione Centrale Milano
Lo scalo dovrebbe essere raggiungibile dalla stazione Milano Centrale anche a bordo dei treni dell’alta velocitàFrecciarossa a partire dal 30 novembre 2026, data perentoria per l’inaugurazione della stazione pena la restituzione delle risorse del Pnrr. Inizialmente, il progetto era stato incluso nel primo decreto per le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026, ma successivamente è stato deciso di finanziarlo attraverso i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per poter usufruire di una procedura più rapida.
Uno dei borghi più belli d’Italia, un complesso architettonico medievale unico e tra quelli meglio conservati del Vecchio Continente. La sua storia, come è stato realizzato e le attrazioni da non perdere.
Maps Milano-Ricetto di Candelo
Ricetto di Candelo: a solo 1 ora da Milano uno dei luoghi medievali meglio conservati d’Europa
# Una struttura fortificata voluta dalla comunità per preservare i beni più preziosi
minanuzzo10 IG – Ricetto di Candelo
Tutto nasce dall‘iniziativa e dalla volontà della comunità di Candelo: l’obiettivo era quello di preservare i beni più preziosi del paese. Per questo motivo verso la fine del XIII e l’inizio del XIVsecolo i suoi abitanti costruirono il Ricetto, una struttura fortificata, su un terreno di signori locali, pagando inizialmente un censo annuo per poi riscattarlo. Questo borgo contava 157 casupole al 1360, non destinate a essere abitate in modo permanente ma come magazzino per i prodotti agricoli durante i periodi di pace e come rifugio temporaneo in caso di pericolo o guerra. La parola “ricetto” deriva infatti dal latino “receptum”, che significa ricovero o rifugio.
# Uno dei borghi medievali meglio conservati d’Europa
elena_squinobal IG – Ricetto di Candelo
Il borgo medievale si è mantenuto intatto nel tempo perché è riuscito a mantenere la sua funzione rurale di custode della comunità contadina e oggi è uno dei meglio conservati in tutta Europa, oltre che nell’elenco dei “Borghi più belli d’Italia”. A solo un’ora di Milano, in provincia di Biella.
girinsoliti_piemonte_ IG – Ricetto di Candelo
Attualmente sono circa 200 edifici al suo interno, su una superficie di 13.000 mq, e ognuno occupa un’area di circa 110 metri di larghezza per 120 metri di lunghezza. Si tratta di singole cellule edilizie non comunicanti e senza fondamenta.
# Le porte, le torri e il Palazzo del Principe
ricettocandelo..it – Mappa
Ricetto di Candelo ha una cinta muraria che lo circonda, fatta in ciottoli a spina di pesce con coronamento merlato, e l’unica via di accesso è una torre-porta.
minanuzzo10 IG – Torre Ricetto di Candelo
Appena entrati si viene accolti da una piazzetta pavimentata con i ciottoli del vicino torrente e dall’edificio più importante: la “casa del principe” o “torre del principe”.
jemelectronics_torino IG – Torre del Principe
La dimora fu costruita verso la fine del 1400 dal Sebastiano Ferrero, consigliere e tesoriere delle finanze per il Ducato di Savoia e per quello di Milano, sopraelevando le cantine preesistenti e con elementi di decoro sulle facciate e negli interni.
# Una meta turistica per agli appassionati del Medioevo
Candelo in fiore
Nell’arco dell’anno si tengono manifestazioni di diverso tipo, dentro le mura, tra cui la rinomata manifestazione che trasforma Ricetto di Candelo in un tripudio di colori e profumi: Candelo in Fiore. I suggestivi vicoli a ciotoloni vengono allestite con composizioni floreali dei florovivaisti biellesi.
Una meta turistica dall’atmosfera affascinante che richiama gli appassionati di Medioevo e che offre anche un ecomuseo, strutturato attraverso le sue casupole, pensato per documentare la civiltà e il paesaggio in cui il Ricetto è inserito.
A furia di proiettarsi al futuro, si rischia di dimenticare le roccaforti della Milano da bere (o da mangiare) che hanno fatto la storia della città. Luoghi che non hanno alcuna intenzione di vendere o peggio svendere e, anzi, puntano a mantenere una tradizione meneghina che sta sparendo. Ecco a voi i migliori locali nostalgici di Milano.
I locali della nostalgia, dove si rivive la Milano di una volta
# Pizzeria Geppo: agli ordini di Bismarck
Credits: @geppo.1981 Pizzeria Geppo di Geppo 1981
Per chi abita in Porta Venezia questa pizzeria è una vera e propria istituzione. La pizza croccante e sottile di Geppo (Via Morgagni 37) può esser gustata qui dal lontano 1981, nello stesso locale che conserva ancora gli interni con i muri in spugnato sporgente, perline in plastica gialla nel soffitto coordinate a sedie e panche. Il posto è piccolo, pochi tavoli e un po’ quell’atmosfera giovanile da pizzeria a fine serata dopo esser usciti da una discoteca estiva. Da Geppo le regole sono rigide come il carattere dei proprietari: non si può prenotare, non si può scegliere il tavolo e non si possono modificare le pizze. Una delle più famose è la pizza Gass con mozzarella, mele, gorgonzola e pepe, mentre il meglio dagli anni ’80 è rappresentato dalla Bismarck, pizza con uovo e prosciutto così chiamata perché dedicata al cancelliere tedesco vissuto nell’800, grande amante delle uova.
# La Balera dell’Ortica: come ai tempi del Bandiera Gialla
Credits: @alessandro_romenti La Balera Dell’ortica
Ex bocciofila e storico dopolavoro ferroviario degli anni ’60, dopo quindici anni di chiusura ha riaperto i battenti nel 2012 grazie a una nuova gestione familiare. Bar, trattoria con cucina casalinga, nuova bocciofila e balera per ballare liscio o lindy hop con musica dal vivo (d’estate sulla pista all’aperto), ha un ambiente genuino e volutamente datato. Abituale punto di ritrovo per un pubblico over sessanta, la Balera dell’Ortica è ormai di gran moda anche tra i più giovani che vengono qui per un aperitivo, per i garage market o per ballare e trascorrere una bizzarra serata diversa dal solito in un’atmosfera vintage. D’inverno ospita anche corsi di ballo da sala e di boogie. Si trova in via Amadeo 78, nel cuore del multietnico e popolare quartiere Ortica, periferia est di Milano.
Non lontano dal Duomo, questo piccolo ristorante è una ricostruzione in miniatura della Milano degli anni ’60. All’ingresso ad accogliervi trovate un frigorifero Zoppas e un autentico Jukebox del tempo. Le pareti – rigorosamente verde menta – sono ricoperte di pubblicità a dir poco datate. Da Risoelatte ci si sente esattamente in un appartamento vecchio stile: sulla ringhiera della mansarda c’è della biancheria (mutande incluse) fissa e appesa in bella vista, nella toilette c’è la vasca da bagno, una cuffia e dei bigodini in un cestino appeso di fronte allo specchio vicino a una camicia da notte. Come se non bastasse c’è anche il pennello da barba di un ipotetico inquilino vicino al lavandino. Un drink o un caffè come foste in una qualunque casa di Milano di cinquant’anni fa.
# Spirit de Milan: bentornati negli anni’50
credits: spiritdemilan IG
Un dance floor come quello ambientato nel 1955 in Ritorno al Futuro, dentro alle Cristallerie Livellara alla Bovisa (zona nord di Milano), location post-industriale che dal 2015 rivive come Spirit de Milan. Con il ristorante La Fabbrica della Sgagnosa (ottimi taglieri, aperitivo con cocktail, birra o vino lombardo e ricette meneghine doc) e soprattutto un’immensa sala ballo dedicata soprattutto alla musica dal vivo. Il tutto in uno sterminato spazio che mantiene l’impronta di vecchia fabbrica, recuperata, riadattata e arricchita con un arredamento vintage. D’estate la programmazione si sposta all’esterno, nel cortile circondato da rampicanti, proponendo jazz, cabaret, canzone milanese, swing. Venerdì con la musica anni 60/70/80 di “Bandiera Gialla”, sabato con lo swing di “Holy Swing Night”.
# Bar Basso: mezzo secolo di Negroni
Credits: @sterzaroberto Bar Basso
Se nel resto d’Italia ci si vedeva “per bere un caffè” qui al Bar Basso, decenni or sono, è nata la tradizione del vedersi per un drink pre-cena anticipando la tendenza che poi avrebbe dato vita alla celeberrima Milano da bere. Presso queste storiche mura ancora arredate in stile anni’70 il piatto forte (anche se di piatto non si tratta) è il Negroni Sbagliato, ovvero il principe indiscusso dei cocktail milanesi, inventato dal compianto barman Mirko Stocchetto. Ancora oggi il Bar Basso è fulcro fondamentale dell’happy hour meneghino e perché no anche di un ricco e ovviamente alcoolico dopocena.
LOCALI DI CUI ABBIAMO GIA’ LA NOSTALGIA (CHIUSI DA POCO):
# Bar Gatto: atmosfera felina e retrò
Credits: @ilymadestyle Bar Gatto
Nel 2023 il titolare Carlo è andato in pensione chiudendo così, forse definitivamente, questo bar storico a pochi passi da Piazzale Loreto, in via Pierluigi da Palestrina 1, con l’iconica insegna di un gatto stilizzato dal sapore retrò. Ma il felino più amato non c’entrava: il nome viene dal cognome dell’anziano fondatore. Il Bar Gatto è stato un ritrovo indiscusso di bauscia e colletti bianchi (ma anche di ferrovieri e operai), aperto sino alle due di notte. Fra i piatti e le bevande d’epoca che si gustavano c’erano il cocktail Raffaella Carrà con Apricot Brandy, Cointreau, crema di latte, granatina, qualche goccia di colorante blu (era scritto proprio così!) e Curaçao. Mentre dal menu si trova l’inimitabile panino Gatto con prosciutto di Praga, paté e Brie. Per quanto riguarda gli interni, sulle mensole e alzando la testa verso il soffitto si vedevano solo e soltanto gatti, sia sotto forma di affresco che di piccole e simpatiche statuine.
# Latteria San Marco: gli antichi sapori di Brera
Altra grave perdita per Milano. Anche in questo caso causa pensione dei titolari, che hanno chiuso il locale a fine dicembre del 2023. Celebrata a livello internazionale (ne ha parlato anche il New YorkTimes), la Latteria a dispetto del nome era una sfiziosa ed elegante trattoria, un ritrovo indiscusso di celebrità milanesi e non solo. Lo storico chef Arturo Maggi proponeva piatti indimenticabili: gnocchi di zucca e storione, svariati piatti di mare e trippa. Per non parlare delle uova spolverate con bottarga di muggine, che era uno dei fiori all’occhiello della Latteria. Le sue creature originali erano tante, ma forse la più conosciuta era lo spaghetto limone e peperoncino che Sam Kass, chef dell’allora presidente Obama e frequentatore della Latteria ai tempi dell’Expo inserì nel menu della Casa Bianca. Erano come una volta anche i rituali: non si accettavano prenotazioni, nel week end restava chiusa.
Costa Smeralda, Porto Cervo, La Maddalena, L’Asinara… Si parla sempre di Sardegna esclusiva, quella dei milionari, degli yatch club con selezione all’ingresso basata su conti a sei zeri, quella dei “wow, hai la casa in Sardegna!” o quella del “Io vado da anni, sempre, in quel villaggio!”. Eppure esiste anche un’altra Sardegna: più accessibile e non meno bella.
La Sardegna “alternativa”: le dune di Piscinas, lo scoglio più alto d’Europa, la piccola Parigi e le spiagge da surf
Credits: @Eleonora Uccheddu Costa Verde
Un patrimonio nazionale che altre mille mila culture ci invidiano. Facendo atto di tutto questo ed esaltando una delle caratteristiche che più ci contraddistingue, non solo calcisticamente parlando, quale è “l’amor di Patria”, più convinti di Foscolo sulle sue amate sponde, troviamo il modo di smitizzare l’idea di SARDEGNA ESCLUSIVA. Perché esistono posti che, silenziosamente, possono stupire le due facce del turista “Ricercatore di tranquillità – Non intento a spendere un rene”, regalando quelle stesse emozioni e perché no, andando oltre anche le aspettative. Ed il trucco è semplice. Conoscere, vivere e scoprire luoghi meno “noti” della Sardegna.
# Sud Ovest selvaggio
Credits: @Eleonora Uccheddu Sud Sardegna
Prima di tutto, non fermarsi ad Olbia o Alghero ma, sorvolare l’intera isola per arrivare nel capoluogo di regione, Cagliari, è già una delle migliori opzioni per risparmiare sul volo aereo, anche perché arrivano tutte le compagnie e tutti gli aerei che hanno come partenza Milano e dintorni (Malpensa, Bergamo, Linate). Ed è proprio qui, nel Sud Sardegna che possiamo immergerci, senza spendere in quattro e quattrocchi tutta la quattordicesima sudata nelle ultime giornate afose di caldo meneghino di luglio, in un itinerario che va a costeggiare il Sud-Occidente. Risalendo la città del meraviglioso Bastione di Sant’Efisio, in poche decine di chilometri siamo catapultati in una Sardegna più arcaica, più selvaggia ma, incantevole. Non a caso fresca, fresca dal Festival di San Remo ci arriva la notizia del luogo in cui è stato girato il video della canzone vincitrice della 72 esima edizione. Infatti, “Due Vite” di Marco Mengoni, ha scelto un vero deserto.
# Piscinas nel deserto: 7 chilometri di spiaggia
Credits: @Eleonora Uccheddu Piscinas
Con un vento caldo, impercettibile ma, costantemente allineato con le note che vanno a definirsi tra il susseguirsi di linee ondulate sulle dune. Ed è proprio a Piscinas, su quella che è denominata Costa Verde (Arbus) che ci imbattiamo come meta quasi orientale. Un paesaggio desertico, paradossalmente ben noto ai turisti tedeschi, amanti dello scorrazzare in lungo ed in largo con il camper. Innumerevoli, infatti, i campeggi alla buona e le zone di sosta che questa zona offre. Dalle macerie di antichi siti minerari dell’estrazione del carbone sovrastati da una fitta vegetazione si apre una strada sterrata che porta ad una delle più impensabili immagini: una spiaggia di sabbia di 7 chilometri, acqua cristallina ed un forte, buonissimo profumo di mare. I servizi pochi e necessari: qualche chiosco sulla spiaggia, un buon ristorante ed un piccolo stabilimento balneare che conta pochi lettini. Un vero e proprio tesoro nascosto tra le dune di sabbia brillante, dalle quali grandi e piccini si dilettano addirittura a scendere come con lo slittino sulle piste. Annoverato tra i Patrimoni dell’UNESCO, qui di umanità se ne vede ben poca ma, il silenzio del deserto compenserà tutti i sensi.
# Nebida e lo scoglio più alto d’Europa
Credits: @Eleonora Uccheddu Nebida Porto Flavio
Salendo diversi chilometri, lasciandoci alle spalle Piscinas, ci imbattiamo in Nebida: vero e proprio gioiellino sia dal punto di vista naturale e paesaggistico sia da quello storico ed archeologico. Come molti, moltissimi siti dell’isola, conserva una perfetta coesione tra ambiente ed influenze umane. Il fotogramma di una bella storia antica che racconta anni ed anni di passato ma, così ben visibili nel presente. La bellezza della ricchezza di centinaia e centinaia di gallerie delle antiche miniere cha risalgono nientemeno che all’epoca romana, ha lasciato un inimmaginabile tesoro di paleo ed archeo-storia. E da Nebida che si può avere una delle migliori viste panoramiche della zona: ci troviamo sulla costa a poco più di 14 chilometri circa da Iglesias.
L’intera cittadina dell’800 è incorniciata in archi e archetti del sito archeologico che hanno come culmine di bellezza una strada panoramica che corre sui faraglioni e che non può che fare a meno di far tuffare lo sguardo sì nel mare blu ma, anche sulla maestosità di scogli che si ergono dal mare in tutta la loro grandezza. Primo tra tutti, quello che è lo scoglio più alto d’Europa “Pan di zucchero” che con i suoi 133 metri di altezza è una pietra preziosa incastonata nella sempre più cristallina acqua. Un ambiente mozzafiato unico al mondo. Arrampicarsi, costeggiare e tuffarsi nelle acque della parte meno conosciuta della Sardegna chiama subito alla mente una sensazione di smarrimento, di ritorno primordiale e di contatto con una natura così selvaggia, perfetto sinonimo di relax e spensieratezza.
# Cala Domestica, un piccolo fiordo dalle acque basse
Credits: @gianlucanonnis_ Cala Domestica
Non poco distanti e molto più comode da raggiungere via mare, decine sono le proposte per il noleggio di gommoni e piccole barche, ci si aprono una serie di calette e mini-spiagge dove la concezione di “perdizione” si insinua completamente nell’Essere del naufrago che vi si ritrova. Dopo una nuotata, per niente faticosa, vista la concentrazione di salinità dell’acqua pulitissima che fa letteralmente galleggiare, qualche bracciata in pagaia od ore ed ore interminabili a fare snorkeling, possiamo farci riscaldare dalla tiepida sabbia della riva di Cala Domestica, un nido, un porto sicuro. Un’insenatura, quasi un piccolo fiordo con le acque basse, ideali per famiglie e bambini. Un ottimo posto dove fare un pranzo al sacco, una spiaggia candidamente bianca e dai granelli di sabbia per niente fastidiosi, quelli che sembrano piccole perline e che vanno ancor più ad impreziosire la permanenza. Davanti, si affaccia il panorama di uno dei mari più belli di tutta l’Isola, pennellato da una delle scale di colore più invidiate dai pittori del Der Blaue Reite: azzurro- celeste- turchese- indaco, blu a svista d’occhio fino all’orizzonte.
# La piccola Parigi sarda e le spiagge da surf
Credits: @Eleonora Uccheddu Spiaggia San Nicolò
Per chi in questo miniviaggio però non ha trovato tutto quelle che le località del Nord Sardegna possono dare, quale Movida/divertimento ed attività da fare in gruppo, niente paura. Perché a pochissimi chilometri da questa spiaggia incantata c’è una delle località più gettonate dai surfisti di tutto il mondo e si sa, il mare bello “piatto-come una tavola” piace a tutti ma, l’adrenalina di cavalcare l’onda è sempre dietro l’angolo. Per questo c’è Buggerru, mistico e riservatamente felice nido di pensionati in inverno, meta allegra e movimentata d’estate che ospita, appunto scuole di surf. Apoche bracciate dal centro storico dellacosiddetta “Piccola Parigi”, nome dato a Buggerru all’inizio nel XXI sec. troviamo chilometri di spiagge, che anche nel periodo più centrale dell’estate, mai affollate, estendendosi per vastità interminabili offrono innumerevoli occasioni di far festa di giorno e di notte: la più vicina San Nicolò. Lo scenario che ci si apre è strepitoso, con un’alta costa ai lati ed un susseguirsi di vegetazione mediterranea, pinete e piccole dune, Per i camperisti e i vagabondi o semplicemente per i più sognatori, è d’obbligo una nottata sotto il cielo punteggiato di stelle: da ammirare a poche centinaia di metri dal suolo la Via Lattea, tersa e chiarissima, vista la pochissima quantità di inquinamento luminoso che solo questa zona offre.
# La fine del viaggio nella Sardegna sconosciuta
Credits: @Eleonora Uccheddu Miniera di carbone
Il nostro piccolo itinerario si ferma qui ma, la voglia di esplorare i luoghi più remoti di questa area verrà da sé, basta approdare sulle coste di questa meravigliosa regione per scoprire più che un Nuovo Continente un vero e proprio paradiso terrestre… In realtà, non dobbiamo dimenticarci che la Sardegna, a tutto tondo, non è altro che una delle regioni dell’Italia, la Bell’Italia. Un piccolo pezzetto di patrimonio nazionale che altre mille mila culture, specialmente quelle oltre oceano, ci invidiano. Quelle per cui, all’ordine del giorno su tutti i social media, vengono sponsorizzate ed o pubblicate pagine e compagini di contenuti: “Consigli su come vivere l’Italia”, “dove devi andare o meno in Otalia”, “ se sei in Italia, ricorda, il cappuccino si può bere solo a colazione” etc, etc.
Credits: @Eleonora Uccheddu Pan di zucchero dal mare
Che poi? Che ne sanno loro? Dimenticandoci di tutto questo ed armati di pennarello per cerchiare sul calendario i giorni che vogliamo e possiamo dedicare alle nostre ferie, facciamoci ispirare da tutta la bellezza che un luogo così favoloso come la Sardegna può offrire, senza per forza cercare di accaparrarsi la meta e la località più In voga ma, semplicemente quella che ci farà star meglio. In ogni caso, sperduta o meno che sia la nostra meta, l’accoglienza, il buon cibo e il buon bere della Sardegna ci trasporteranno comunque nella più esclusiva delle esperienze , letteralmente ALL-INCLUSIVE.
Scopriamo i migliori ristoranti dove mangiare pesce a Milano in questa selezione realizzata mettendo insieme alcuni dei locali più interessanti provati da Puntarella Rossa.
I 7 migliori ristoranti di pesce di Milano
# A’ Riccione Bistrot, con un’ottima selezione di ostriche e crostacei
Credits eroina_888_ IG – A’Riccione Bistrot
Partiamo dalla zona Sempione. Da A’ Riccione Bistrot si può gustare un’ottima selezione di ostriche e crostacei, meglio se presi crudi, antipasti cotti raffinati e l’imperdibile calamarata “cacio e pepe” con gamberi rossi di Mazara del Vallo. In alternativa ci sono i tagliolini in carbonara di mare con bottarga di muggine di Cabras, l’osso buco di Rana Pescatrice,con riso venere e zest di limone o un delizioso battuto di gamberi rossi con stracciatella, lime e ‘nduja di Spilinga.
Indirizzo: via Giulio Cesare Procaccini, 28
# Pescetto, cucina di mare casalinga
Credits pescetto_milano – Ristorante il pescetto
Ci spostiamo in zona Garibaldi, da Pescetto, dove si trovano pesce di ottima qualità da scegliere direttamente al banco. Le specialità sono sono i piatti del giorno con una proposta di cucina di mare casalinga a un prezzo abbordabile, con 20 euro si prende una catalana di astice e gamberi, con 6,50 il merluzzo mantecato con patate o riso patate e cozze.
Indirizzo: via Alessandro Volta, 9
# Gli Orti del Belvedere, un ristorantino elegante nella via dei locali tipici
Credits ad alexa_88 IG – Gli Orti del Belvedere
In via Orti, una delle più ricche di locali tipici, ecco gli Orti del Belvedere. Qui il piatto della casa è la catalana di crostacei, a cui si affiancano nel menu tra gli altri piatti anche le mafalde con ragù di polpo, il cartoccio di paccheri ai frutti di mare e capesante scottate ai capperi e insalatina di puntarelle. Il locale è elegante, in linea con l’impiattamento, e di piccole dimensioni all’interno, un altro grande spazio è presente fuori.
Indirizzo: via Orti, 10
# Trattoria del Pescatore, l’astice alla catalana più famoso in città
#5 Credits: @trattoriadelpescatore IG
La Trattoria del Pescatore è uno storico ristorante sardo in Porta Romana. Qui si può mangiare un’ottima ventresca di tonno o il classico spaghetto allo scoglio ma soprattutto l’astice alla catalana, il più famoso a Milano. Oltre a questi sono da provare il baccalà mantecato e la tagliata di tonno. Come omaggio della casa viene proposto il pecorino e a fine pasto il mirto ghiacciato.
Indirizzo: via Atto Vannucci, 5
# Pescherie Riunite, dove tutto ruota attorno al banco del pesce
Credits park_jeeyion IG – Pescherie Riunite
In zona Darsena ci sono le Pescherie Riunite, dove tutto ruota attorno al banco del pesce della pescheria. Si sceglie il prodotto al banco, si mangia bene e non si spende tanto. Con 16 euro si prende il fritto di calamari e gamberi, con 12 euro calamarata con guazzetto di polpo, patate e cannellini e con 10 euro la zuppa di cozze o il baccalà mantecato.
Indirizzo: corso Cristoforo Colombo, 11
# Langosteria, il pesce più glamorous di Milano
Credits caliandroleo86 IG – Langosteria
Spostiamoci oltre i binari della stazione ferroviaria di Porta Genova per provare uno delle Langosterie presenti in città, quella di via Savona. La qualità del cibo è di fascia alta, così come i prezzi, e anche l’ambiente è in linea con la proposta, glamour e lussuoso.
Indirizzo: via Savona 10
# Antica Osteria del Mare, specializzato nelle proposte crude
Credits antica_osteria_del_mare IG – Antica Osteria del Mare
Altro ristorante sardo di questa selezione, in zona Famagosta. Scendiamo lungo il Naviglio Pavese per provare l’Antica Osteria del Mare. Specializzata nelle proposte crude servite in ricchi vassoio fatti apposta per la condivisione, il costo è di 4 euro al pezzo, con scampi, gamberi, ostriche e tartare. Da non perdere gli spaghetti vongole e bottarga e il rombo al forno.
“Se avessi da spendere 100 mila euro a Milano cosa compreresti?”. Tra le risposte più popolari troviamo queste 10. Un ringraziamento speciale a chi ha risposto.
100 mila euro extra? I milanesi li spenderebbero per questo
#10 Un acconto per un appartamento vicino alla metro
Credits: @stefanello71 metro lima
“Dove poter invecchiare in serenità“, precisa Alessandra F. Perché la vicinanza alla metro è diventata una prerogativa imprescindibile per vivere nella Milano del terzo millennio, tra strisce blu, carreggiate ristrette e ZTL.
#9 Beneficienza a un ente no profit
Credits paola.girardi IG – Fila al Pane Quotidiano
Tipo “Ai bravi ragazzi della Croce Rossa (in particolare a coloro che si offrono volontari e senza percepire o pretendere soldi). Grandi persone”, precisa Gianluca M. La Milano dal cuore in mano è più viva che mai: ogni denaro extra guadagnato lo destinerebbe a chi ha di meno.
#8 Un acconto per una casa da mettere a reddito
Credits forrestintown – Interno appartamento
“Si pagherebbe da sola in pochi anni quadruplicando l’investimento”, chiarisce Mirko N. Si torna al mattone, ma in questo caso serve per integrare i futuri guadagni. O la pensione.
#7 Aiutare i figli
casanaturale.magazine IG – Forrest in Town
Anche “estinguendo il mutuo”, specifica Francesca I. Il mutuo è per molti un incubo di notte. Ma i figli sono pezzi ‘o core anche a Milano.
#6 Shopping sfrenato nel Quadrilatero della Moda
Credits Andrea Cherchi – Via Montenapoleone
Carpe diem. Il motto di chi invece userebbe i guadagni extra per sollazzarsi attorno a via Montenapoleone.
#5 Un’auto sportiva
porsche-pixabay
Tipo “Una 911 raffreddata ad aria o una Bmw M3 cabriolet e30, il resto l’ho già.”, precisa Daniele M. Discorso analogo al precedente, virato sul genere maschile.
#4 Lasciare Milano
credits: pexels
Tipo? Citiamo quattro variabili: “Mi trasferisco alle Canarie” – Marco G, “Una casa al mare e addio Milano” – Santa G, “Una casa in montagna” – Pinuccia C o “Una casa al lago” – Roberta C. Per tutti i gusti, insomma.
#3 Un rifugio per animali in difficoltà
pixabay- katja – Rifugio animali
Si torna alla generosità. C’è chi lo impiegherebbe per gli animali. Chi per altri nel bisogno, ad esempio i poveri o i disabili.
#2 Un garage
pixabay-JayMantri – Garage
100mila euro? Troppo pochi per una casa, ma ottimi per un box. Un investimento su cui puntano in molti vista la lotta contro i parcheggi.
#1 Affitto di uno spazio per attività sociali ad uso della collettività
Credits: pianetamamma.it
“Affitterei nel mio quartiere un locale da adibire a spazio comune dove tutti possono portare la propria abilità e condividerla con gli altri relazionandosi pacificamente e serenamente . Giornate a tema del tipo lezioni di musica, ricamo, pittura, lettura, uncinetto…volontari che insegnano per la gioia di farlo migliorando il tessuto sociale territoriale e abbattendo anche le distanze generazionali. Utopistico ma davvero tanto bello sognarlo”: il bel desiderio di Paola Cappato ha fatto incetta di like. Questa è la Milano che ci piace.
Da nord a sud le opere che rivoluzioneranno l’Italia. Il video di GeoPop
Infrastrutture: i 5 progetti più grandiosi in realizzazione in Italia (Video)
#1 La nuova diga foranea di Genova, una delle più profonde al mondo
Credits webuildgroup – Diga foranea Genova
La nuova diga foranea in costruzione a Genova, da parte del Consorzio “Per Genova Breakwater” guidato dal Gruppo Webuild, sarà una delle più profonde del mondo Posizionata circa 450 metri più lontano dalla costa rispetto alla struttura attuale, la nuova diga sostituirà quella esistente, offrendo al Porto di Genova la capacità di accogliere e manovrare agevolmente navi di dimensioni eccezionali, fino a 450 metri di lunghezza. Con una lunghezza totale di 6,2 km, questa imponente opera sarà ancorata su fondali che raggiungono profondità fino a 50 metri. Il suo basamento sarà costituito da 7 milioni di tonnellate di materiale roccioso, oltre un milione già posizionato, mentre la struttura comprenderà 100 cassoni cellulari prefabbricati in cemento armato, il primo è in costruzione, con altezze fino a 33 metri, larghezze fino a 35 metri e lunghezze fino a 67 metri.
L’investimento stimato è di circa 1,3 miliardi di euro, in parte coperto da fondi del Pnrr, con la conclusione della prima fase nel 2026 sarà infatti terminata la prima fase e il completamento con tutti i terminali di Sampierdarena in attività nel 2030.
#2 L’Alta Velocità da Brescia a Padova: Milano accelera a Est
Credits Ego l’hub – corriere – Tav veneta
Per completare l’Alta Velocità tra Milano e Padova, si sta realizzando un nuovo tratto di 48 km che parte da Brescia comprensivo dell’interconnessione “Verona Merci” di collegamento con l’asse ferroviario Verona – Brennero, precisamente da Mazzano. Qui, un nuovo bivio separerà la nuova linea ferroviaria dalla tratta convenzionale Milano – Venezia, affiancandola per 2 km fino al bivio di Verona Ovest, situato all’altezza di Sommacampagna. In questo punto i binari dell’Alta Velocità/Alta Capacità si ricongiungeranno alla linea ferroviaria convenzionale Milano-Venezia.
Durante il percorso, i treni attraverseranno l’autostrada A4 e percorreranno tratti in galleria, trincea e su viadotti. Questo tratto si unisce alla successiva sezione tra Verona e Padova, lunga 76,5 km, a quelle già in esercizio dal 2007, la Milano-Treviglio e la Padova-Venezia, e dal 2016, la Treviglio-Brescia. I treni potranno viaggiare a una velocità massima di 250 km/h. Complessivamente, l’investimento previsto è di 4,8 miliardi di euro, con la previsione di completare i lavori entro il 2026.
#3 Potenziamento ferroviario della linea Venezia-Trieste: prossima fermata, la Slovenia
Il Sole 24ore – Venezia – Trieste
Per completare il collegamento ferroviario veloce da Milano a Trieste, il tratto Padova-Venezia è già operativo da diversi anni. Tuttavia, rimane ancora da realizzare l’ultima sezione tra il capoluogo della regione Veneto e quello friulano, attualmente in fase di potenziamento infrastrutturale. Si prevede che questo intervento consentirà un risparmio di tempo fino a 30 minuti, grazie all’aumento della velocità massima dei treni fino a 200 km/h. Saranno introdotte tre nuove fermate lungo il percorso, e i lavori dovrebbero essere completati entro il 2025.
#4 Alta Velocità da Napoli a Bari: dimezzato il tempo di percorrenza
gazzettadelmezzogiorno – Napoli Bari
Tra qualche anno, Napoli e Bari saranno unite da una linea ferroviaria ad Alta Velocità-Alta Capacità. Questa connessione rapida non solo faciliterà gli spostamenti tra le due città, ma aprirà anche un collegamento veloce con il resto d’Italia. Questa rete ferroviaria farà parte del Corridoio ferroviario europeo TEN-T, che collega la Scandinavia al Mediterraneo, contribuendo così a rafforzare i legami tra le diverse regioni europee.
L’investimento complessivo per il progetto è di 5,78 milioni di euro in parzialmente coperti dal PNRR. La linea sarà lunga 145 km e i treni viaggeranno a una velocità massima compresa tra i 200 e 250 km/h. Tutti i cantieri sono operativi e la conclusione dei primi grandi lotti, compresa la stazione Hirpinia, è programmata per l’estate 2024. Si tratta di 121 km di doppi binari e 63 km di percorso che consentiranno un risparmio dei tempi di percorrenza, da 4 ore a 2 ore e 40 minuti. Una volta completati i lavori, il tempo di viaggio tra le due città si ridurrà ulteriormente attestandosi a sole 2 ore. Da Roma a Bari, il tempo passerà da 5 ore a 3 ore. Si prevede che l’inaugurazione completa avverrà entro il 2027.
#5 Raddoppio dei binari da Palermo a Catania: opera attesa da un secolo
Credits mobilita.org – Palermo-Catania
Spostandoci più a sud, sono in corso i lavori per potenziare il collegamento ferroviario tra Palermo e Catania, includendo l’adeguamento a doppio binario elettrificato su gran parte dei tratti attualmente a binario singolo. Inoltre, si sta lavorando sul tratto Fiumefreddo-Giampilieri tra Catania e Messina. Si prevede che questa infrastruttura ridurrà il tempo di viaggio tra Palermo e Catania da 3 a 2 ore, mentre tra Messina e Catania da 1 ora e 15 minuti a 45 minuti. Si prevede che tutti questi interventi saranno completati tra il 2025 e il 2030.
Lusso, contemporaneità ed eco-sostenibilità: gli ingredienti essenziali per creare la villa perfetta. Ma dove si trova e come è fatta?
Questa è la casa di lusso più bella d’Italia
Credits: @Caprioglio Architects(FB)
Ci troviamo a Mogliano Veneto, cittadina del trevigiano di circa 30.000 abitanti. Come in tutto il Veneto, le belle case non mancano di certo. Ma una casa privata, in particolare, si distingue per alcune caratteristiche che, nel 2021, le hanno permesso di vincere a New York il prestigioso Lifestyle Luxury Award.
# F+T+3
La villa si chiama F+T+3, che corrisponde alle iniziali dei nomi dei committenti privati e al numero dei loro figli. E’ stata progettata dallo Studio Caprioglio Architects con la volontà di rispondere ad una richiesta specifica: avere un edificio con una chiara matrice contemporanea, con linee compositive pulite e geometrie tese verso la purezza formale.
# A forma di L
Sviluppata su due piani, al piano terra si trova dapprima l’ingresso, in continuità con l’area living. A fare da fulcro dell’intera costruzione, la cucina posta in asse, come fosse una cerniera per la forma a “L” del fabbricato.
Credits: @Caprioglio Architects(FB)
La luce naturale penetra attraverso grandi aperture vetrate, e illumina in maniera geometrica la zona del living, orientato sui lati sud- est ed ovest.
La scala tra ingresso e living conduce al primo piano. Un ballatoio con parapetto vetrato, permette di affacciarsi sul piano inferiore.
Credits: @Caprioglio Architects(FB)
Grazie a una passerella in acciaio e vetro si può raggiungere lo studio orientato a sud. Il normale percorso distributivo conduce invece alle tre camere.
# Il segreto del suo successo: luce e acqua
La piscina è l’elemento caratterizzante visibile da tutte le stanze del piano terra.
Grazie all’abbondanza di luce naturale di cui gode l’edificio, l’illuminazione artificiale ha puntato sulla invisibilità degli apparecchi d’illuminazione. Questo, ad esclusione di una opera scultorea, la lampada IXI.
Credits: @Caprioglio Architects (FB)a
Il suo design è dello stesso architetto Caprioglio ed è stata realizzata con configurazione ad hoc per questo spazio. L’incasso Laser Blade è utilizzato nelle sue varie versioni ed ottiche ed è presente anche nella versione a sospensione all’interno della cucina.
Gli apparecchi a parete Walky, volontariamente in stile minimale, segnano la lunghezza delle pareti. Nella loro versione Bollard, illuminano invece alcune aree del verde.
La casa è stata costruita utilizzando soluzioni per la sostenibilità. Si è infatti dato spazio alla ventilazione naturale, alla geotermia e al recupero delle acque piovane.
Le 7 curiosità che forse non conosci sulla linea verde.
M2: 7 record curiosi che forse non sai della metro dell’hinterland di Milano
#1 E’ la metropolitana più lunga d’Italia… e tra le più lunghe d’Europa
Credits: wikipedia.org -Linea M2
La linea verde, inaugurata nel 1969, è la linea della metro più lunga tra quelle attualmente in servizio a Milano, per un totale di 35 stazioni e 40,4 km di estensione. Un primato che detiene anche a livello italiano. Non solo: è anche tra le più lunghe anche in Europa.
#2 L’unica metropolitana milanese a uscire allo scoperto
Stazione in superficie di Cascina Gobba
Un altro fattore di unicità della seconda linea milanese è quella di essere l’unica che corre anche in superficie: a est, dopo la fermata di Udine i binari della M2 proseguono in superficie verso le due diramazioni che terminano una a Cologno Nord e l’altra a Gessate. Nel ramo opposto, in direzione sud-ovest, scorre invece prevalentemente in superficie il tratto aperto nel 2011 da Famagosta ad Assago Forum.
#3 L’unica con i treni con una luce posteriore lampeggiante
Essendo la linea verde l’unica a viaggiare per alcuni tratti in superficie c’è la necessità che il treno sia sempre ben visibile. Per questo motivo tutti i convogli della linea hanno una luce posteriore che lampeggia, così da poter essere individuabili durante le giornate di nebbia.
#4 La metropolitana dell’hinterland: 15 fermate fuori dai confini comunali
Celeri Adda
Oltre a essere la metropolitana più estesa è anche quella che si spinge di più fuori dal Comune di Milano, contando ben 15 fermate di cui 13 a nord e 2 a sud. Questo anche perché la diramazione verso Gessate un tempo era un tracciato ferroviario, con capolinea a Gorgonzola, utilizzato dalla “Linee Celeri dell’Adda” e previsto dall’ATM come collegamento verso Bergamo e Brescia.
#5 Ha il capolinea più lontano dal centro di Milano…
Metro Gessate
La linea M2 detiene anche il primato del capolinea più lontano in assoluto dal centro: separato da 23 fermate da Cadorna M2 e 25 km ovvero quasi il doppio della distanza della seconda stazione in classifica. Questo tratto di linea verde preso da solo sarebbe lungo quasi come tutta l’intera M1 che si estende per 27 km.
Il capolinea di Piazza Abbiategrasso è in assoluto il più vicino al centro di Milano, ad appena 5 chilometri e solo 5 stazioni lo separano dalla fermata di Cadorna. Un capolinea che ha un’altra particolarità curiosa: si trova nella diramazione a sud-est della linea che è costituita da appena una stazione, il capolinea stesso.
#7 Una metro musicale: i Coma_Cose citano una fermata della M2 in una loro canzone
Nella canzone Granata il duo Coma_Cosa cita una fermata della linea: “Mai una gioia tranne la fermata prima di Centrale”. Il riferimento è alla fermata Gioia sulla linea verde tra Garibaldi e Centrale.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Il ristorante più economico di Milano è sempre lui, almeno secondo Tripadvisor. La qualità dei piatti secondo i diversi portali di recensioni risulta essere nella media, i prezzi invece sono da record, pur essendo leggermente saliti negli ultimi anni. Scopriamo dove si trova e cosa si mangia.
Il ristorante più a buon prezzo di Milano: la cifra record per un menù completo
# Il ristorante più economico in città è una trattoria che propone una cucina italo-cinese
Credits Oscar Bettinelli tripadvisor – La Pergola
È la trattoria “La Pergola” il ristorante di Milano più economico in assoluto secondo tripadvisor: propone una cucina italo-cinese. In base alle recensioni sul web la valutazione sulla qualità del cibo e del servizio in generale è nella media: su google si arriva a 3,7 su 5. i proprietari hanno deciso di tenere i prezzi più bassi possibili per riempire sempre il locale e sfruttare quindi il ricambio rapido dei clienti.
# Per un menu completo bastano 9 euro
Google maps – Ristorante La Pergola
Nell’ultimo periodo il prezzo del menu completo è salito leggermente, anche se di appena 50 centesimi, passando da 8,5 euro a 9 euro. Stiamo parlando comunque di prezzi da record per Milano. Bastavano addirittura soli 6,80 euro fino a qualche anno fa. La proposta, disponibile solo a pranzo, include coperto primo, secondo, contorno e 1/2 litro d’acqua o 1/4 di vino. Con pochi centesimi si possono ordinare inoltre i piatti speciali e con soli altri 2 euro in più si può avere il dolce. Secondo le recensioni il cestino del pane è sempre pieno e i primi sono abbondanti.
# I piatti più costosi, come i gamberoni alla griglia o l’anatra alla piastra, vengono 6,5 euro
Credits Oscar Bettinelli tripadvisor – Listino prezzi La Pergola
Se non si approfitta della promozione del menu completo, anche il prezzo dei piatti è competitivo: i più costosi arrivano a 6,5 euro, come i gamberoni o l’anatra alla piastra. I primi piatti costano al massimo 4,5 euro, se si opta per le tagliatelle alla carne e gamberetti o quelle ai frutti di mari, mentre i secondi di carne o di pesce variano dai 5 ai 6,5 euro. Il ristorante è al Gallaratese, periferia nord-ovest della città, non distante della metro M1 di San Leonardo e dal nuovo quartiere di Cascina Merlata.
Sono a pieno regime i lavori per la realizzazione di questa linea extraurbana tanto attesa: sono passati oltre 20 anni dalla sua prima progettazione. Cosa prevede il progetto e tutti i numeri dell’opera.
La Milano-Brianza avanza: quando sarà la prima corsa
# I cantieri sono tutti attivi: l’opera pronta entro il 2026
Credits Urbanfile– Cristian1989 – Cantiere metrotranvia a Cusano Milanino
Dopo oltre 20 anni dalla sua prima progettazione, sono partiti a maggio del 2023 i lavori per la costruzione della metrotranvia Milano-Seregno FS, che connetterà Milano e la Brianza e consentirà di ridurre il traffico veicolare privato. Oggi i cantieri sono attivi in tutti i comuni interessatie per tutta la lunghezza della tratta.
Tramlink
L’investimento complessivo è di 258 milioni e nel progetto è previsto anche un nuovo deposito tranviario Desio-Seregno, al confine fra i due comuni, un capolinea intermedio con un anello di ritorno al confine tra Cusano Milanino e Nova Milanese, l’acquisto di 18 nuovi tram bidirezionali Tramlink della Stadler e un nuovo parcheggio di interscambio a Paderno Dugnano allo svincolo della A52 / Tangenziale Nord. La durata complessiva dei lavori è stimata in 28 mesi con inaugurazione tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026.
# Una nuova linea lunga 14,3 km per 25 fermate e 8 comuni attraversati
Credits: MM – Metrotranvia Milano Seregno
La nuova linea sostituisce la dismessa tranvia extraurbana Milano – Desio, senza ricalcarne il tracciato, proseguendo fino a Seregno. Il tracciato misura 14,3 chilometri con 25 fermate distanti tra loro in media 540 metri e otto comuni attraversati: Milano, Bresso, Cormano, Cusano Milanino, Paderno Dugnano, Nova Milanese, Desio e Seregno fino alla stazione per i collegamenti con Saronno, Como, Carnate e Monza. Sono previsti diversi interscambi: con la stazione Seregno al capolinea nord, con quella di Milano Maciachini M3 al capolinea sud, mentre a Niguarda alla metrotranvia 4 e alla nuova metrotranvia Cascina Gobba-Certosa. Si prevede una frequenza di 10 minuti negli orari di punta e 30 negli orari di morbida.
Si tratta di una ricostruzione totale, con una progettazione all’avanguardia, parterre tranviari protetti e inerbiti quasi tutti a centro carreggiata, e fermate con marciapiedi alti e pensiline in linea con quelle installate nella rete milanese. Nello specifico è prevista la demolizione del dismesso obsoleto impianto tranviario, il rifacimento integrale dell’attuale struttura di armamento e trazione elettrica e l’installazione dell’innovativa tecnologia impiantistica e di segnalamento. Anche la viabilità verrà ricostruita integralmente, comprese le piste ciclabili, il verde urbano, e i canali lungo il corridoio interessato dai lavori.
# Gli interventi nelle singole tratte
Città Metropolitana di Milano – Milano-Paderno metrotranvia
Il tracciato non sarà realizzato tutto con le stesse caratteristiche, data l’alternanza di tratti a singolo binario ad altri a doppio binario. La prima parte della linea sarà a doppio binario, nei comuni di Milano, Bresso e Cusano Milanino, e collegherà il Parco Nord con Paderno Dugnano località Calderara (7,9 km).
Città metropolitana di Milano - Paderno-Seregno metrotranvia
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Città metropolitana di Milano - Paderno-Desio metrotranvia
Città metropolitana di Milano - Desio-Seregno metrotranvia
La seconda parte della linea, da Calderara a Seregno FS (6,4 km), è prevista invece a singolo binario anche se intervallata da tratte ancora a doppio binario e raddoppi agli incroci, con il tratto Desio-Seregno di nuova costruzione.
A bordo di un treno dell’alta velocità con prezzi da regionale. Queste le caratteristiche dei convogli, i prezzi dei biglietti e le destinazioni raggiunte.
ll primo treno low-cost che va a 300 Km/h: il prezzo e le destinazioni raggiunte
# In servizio in Spagna il primo treno veloce lowcost
Credits ivancasanovarivas IG – AvLo
Nell’estate del 2021 la compagnia spagnolaRenfe ha lanciato il primo servizio di treni low cost ad alta velocità con il brand AvLo:Alta Velocità Low Cost. I primi viaggi sono partiti il 23 giugno 2021 con cinque i treni della serie 112 ristrutturati. I colori della livrea sono il viola, l’azzurro e l’arancione, quelli interni il bianco e l’arancio. Lo slogan della compagnia per questo nuovo concetto di viaggio è: “viaggiare con tutti i confort al prezzo migliore“.
# Aumentano i posti disponibili
Credit: mobilita.org
Anche se i prezzi sono da regionale i servizi per i passeggeri sono da prima classe, tra cui:
connessione Wi-Fi a bordo;
la piattaforma di contenuti multimediali Play Renfe;
distributori automatici in diversi punti del treno;
sedili con tappi e rivestimenti curati con colori chiari.
Il convoglio della compagnia spagnola è stato unificato in classe economica per il servizio di AvLo facendo a salire il numero di posti a 438 posti: un aumento della capacità del 20%.
# In viaggio a 300 km/h con biglietti a partire da 7 euro
Credit: ferrovie.info
Il servizio è partito con quattro corse giornaliere tra Madrid e Barcellona, la prima tratta a entrare in funzione. In seguito si sono aggiunte Madrid-Valencia e Madrid-Alicante. I biglietti per viaggiare su qualsiasi tratta a 300 km/h, con un bagaglio a mano incluso, partono da 7 euro. Questi prezzi stracciati sono stati da subito un successo, nei primi tre mesi ne sono stati venduti oltre 1,5 milioni, e il sistema di vendita funziona in modo dinamico per offrire in ogni momento il miglior prezzo disponibile per il viaggio prescelto.
Al costo di partenza è possibile aggiungere servizi aggiuntivi come la selezione del posto, modifiche o cancellazioni e il bagaglio aggiuntivo. Per bambini di età inferiore ai 14 anni si paga 5 euro, se accompagnati da un adulto, e sono disponibili anche sconti per famiglie numerose.
# Le nuove fermate
Credits: pixabay.com – Malaga
Alle fermate già attive tra Madrid e Barcellona, tra cui Guadalajara, Calatayud, Saragozza, Lleida, e tra Madrid e le due città di Valencia e Alicante, l’offerta è stata ampliata con l’aggiunta di queste nuove fermate per i treni verso Malaga e Valencia: Ciudad Real, Puertollano, Villanueva de Córdoba, Córdoba, Puente Genil e Antequera.
Dopo il treno notturno per Reggio Calabria è ai nastri di partenza anche un Frecciarossa per il Salento. Quando parte e per quanto tempo rimane attivo il servizio, la cadenza dei treni e le fermate previste.
Cena a Milano e colazione in spiaggia: arriva il nuovo Frecciarossa notturno per il Salento
# Da Milano in Alta Velocità lungo la costa adriatica
intercity_train e marco.fr8819 IG – Frecciarossa Sanremo
La prima corsa è programmata per il 21 giugno. Dopo il collegamento notturno con il Frecciarossa per Reggio Calabria anche la costa adriatica viene servita da un treno dell’Alta Velocità con destinazione Lecce. Previsto il servizio con gli ETR 500, con il numero 9561 in partenza da Milano alle ore 22.45 e arrivo Lecce 07.57. C’è anche il viaggio notturno in direzione opposta: il numero 9562 in partenza dal Salento alle ore 21.05 e arrivo in Centrale alle 07.35.
# Il servizio attivo fino a inizio settembre quasi ogni weekend
Un Frecciarossa a Ostuni
Il servizio prevede corse quasi ogni weekendfino ad inizio settembre e nello specifico in queste date:
21, 22, 28, 29 Giugno;
12, 13, 19, 20 Luglio;
02, 03, 09, 10 Agosto;
06, 07 Settembre.
Il venerdì e il sabato notte il Frecciarossa fa il percorso da Milano Centrale a Lecce Centrale, il percorso inverso il sabato e la domenica.
# Dodici fermate intermedie lungo il percorso, tra cui Brindisi, Monopoli e Ostuni
Credits outrinette82 IG – Ostuni
Lungo il percorso, in un viaggio che dura poco più di 9 ore, sono dodici le fermate intermedie sia all’andata che al ritorno: Milano Rogoredo, Parma, Reggio Emilia,
Modena, Bologna Centrale, Foggia, Barletta, Bari Centrale, Monopoli, Fasano, Ostuni e Brindisi.
Non erano solo negozi, ma punti di riferimento per appuntamenti e ritrovi in genere, luoghi in cui molti si sono identificati.
I negozi più mitici della Milano di un tempo
# Le vetrine di Cagnoni, il paradiso dei bambini
ph. milanodavedere
Era il paradiso dei bambini nati fino all’inizio degli anni Novanta. C’è stato un momento in cui Cagnoni è stato la la versione milanese di Fao Schwarz. I bambini che oggi fanno la fila da Fao, probabilmente sono accompagnati dai genitori che, da piccoli, sognavano davanti alle vetrine di Corso Vercelli.
L’emporio misurava 500 m² di giocattoli, che in alcuni punti arrivavano fino al soffitto. Montati o chiusi nelle scatole, Cagnoni offriva qualsiasi soluzione per il Natale e i compleanni. Era nato nel 1921 come emporio di casalinghi e tutto per la casa, dopo la guerra è diventato il più grande e magico negozio di giocattoli di Milano fino alla chiusura nel 2001, quando Fiorella Cagnoni, nipote del fondatore, decide che è arrivato il momento di cambiare strada per dedicarsi alla scrittura.
# I tempietti della musica: Prina, Messaggerie Musicali, Stradivari, Mariposa
credits: deagostinivynil.com – Mariposa in Galleria S. Radegonda
Una delle passioni della Milano di ieri: i dischi. Di tutti i generi, pop o di nicchia, i giovani degli anni ’80 e ’90, probabilmente richiamati in Piazza Duomo dal fenomeno di MTV live, hanno sempre investito in musica. All’ombra della Madonnina sono fioriti moltissimi punti di riferimento, per soddisfare questo trend: Messaggerie Musicali in Corso Vittorio Emanuele, il Virgin Mega Store lato Via Torino, Mariposa che da Porta Romana apre un punto in galleria Santa Radegonda (sotto la metropolitana). Bigi, Metropolis, Rasputin e Bonaparte sono altri nomi di negozi di dischi.
Più lontano, verso Loreto, Stradivari è stato il riferimento della Milano da Porta Venezia a Monza. Oggi non ci sono più, così come i negozi di strumenti musicali, come Prina.
Fenomeno molto “Made in Milano“, quello di un imprenditore di nome Pietro Fioravanti, che internazionalizza il suo nome trasformandolo in un nome che ha fatto epoca: Peter Flower’s.
Inizia ad importare calzature dall’estero e la sua attività diventa un vero e proprio brand. Da Peter Flower’s, in Via San Michele del Carso, potevi trovare i Camperos e le Dr. Maertin’s appena uscite. In giro per Milano era impossibile non trovare qualcuno con in mano il suo sacchetto bianco con la stampa blu. Peter Flowers diventa anche un’emittente radiofonica (Radio Peter Flowers) e trasmetteva in FM sui fm.104,500 e 96,900.
Il luogo delle bigiate e delle fughe di migliaia di studenti milanesi negli anni Ottanta e Novanta. Astra Games era il paese dei balocchi, una enorme sala giochi non lontana dal Duomo, sotto i portici di Vittorio Emanuele, raggiungibile solo a piedi dietro al Cinema Astra. Non aveva insegna, l’entrata era quasi segreta, una scalinata conduceva all’ “antro infernale”, un locale buio illuminato solo dai display dei videogames. Ha chiuso nel 2000.
# Fiorucci
Ph. Amalia del Ponte
Ritrovo, appuntamento e fornitore di vestiti e accessori. Tutto in un unico, mitico, punto, il negozio di Fiorucci. Anche Fiorucci interpreta Corso Vittorio Emanuele come centro nevralgico e lo caratterizza con le sue creazioni. La proposta di Fiorucci è sempre stata il punto di riferimento per i giovani di un tempo, quindi oggi viene ricordato con tanto affetto, una punta di nostalgia per i tempi andati e per le emozioni che ha saputo regalare. “Felicità” è il sinonimo più ricorrente, scatenato dal ricordo delle sue vetrine.
Quanti appuntamenti vi siete dati davanti alle vetrine di questi mitici negozi?
La gallery del primo quartiere-museo che racconta la storia di Milano. Di quale zona si tratta e quali tappe ripercorre?
Il quartiere che racconta la storia di Milano (FotoGallery)
Nella periferia est di Milano c’è un quartiere che attraverso i murales sui suoi muri racconta ai visitatori la storia dell’intera città. Il progetto, unico in tutta Italia, ha trasformato una periferia in un museo a cielo aperto grazie a 20 opere murarie. Scopri di quale quartiere si tratta e, scorrendo la gallery, rivivi la storia di Milano.
# L’Ortica: il primo quartiere-museo d’Italia racconta la storia di Milano
Credit: siviaggia.it
Il quartiere di cui stiamo parlando è l’Ortica, che sta cercando di crearsi una nuova fama dopo un lungo e chiacchierato passato. Oggi l’atmosfera che si respira è di tranquillità, una quotidianità circondata dalla fitta vegetazione che le ha donato il suo nome. Infatti da sempre quest’area della città è stata caratterizzata dal verde, tra orti ed erba alta. Il progetto che vede come protagonisti 20 murales ha trasformato il quartiere ai bordi di periferia in un’attrazione per turisti e cittadini: il primo quartiere-museo in Italia a raccontare la storia di un’intera città. Dalla Madonnina alla guerra, i volti dei personaggi più celebri che rappresentano la nostra città, la storia di Milano in un quartiere. In una gallery.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Milano e il design sono un binomio indissolubile e con l’apertura graduale della M4 viene da chiedersi: le uscite delle stazioni sono degne della capitale del design? I rendering proposti durante la prima fase di progettazione avevano fatto sperare in uscite in vetro trasparente per scale mobili e ascensori, un design ricercato e in grado di integrarsi alla perfezione con il contesto circostante, soprattutto per quanto riguarda il centro storico. La realtà di oggi rispecchia le aspettative?
Il nuovo video di Milano Città Stato di Francesca Monterisi. Iscriviti al canale su YouTubeper i video esclusivi.
Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)
I prolungamenti già nelle idee dei vari progettisti pensano alla blu che si estenda oltre l’aeroporto e l’Idroscalo e l’M1 che raggiunga Baggio o Cinisello Balsamo. C’è però un’area trascurata da tutti: la periferia sud-est di Milano.
La metro che non c’è: una linea nuova che colleghi le zone dimenticate di Milano
# Il quartiere Forlanini
__simonarusso__ IG – Piazza Ovidio
La zona Forlanini – Taliedo è nota ai milanesi per essere il quadrante sud orientale della città, un quadrante che da solo ha numerosi punti nevralgici attorno a cui si sviluppano buona parte delle principali attività del capoluogo lombardo. Siamo infatti nella zona dei Corrieri Espresso, a due passi dall’Aeroporto di Milano Linate, vicini all’Idroscalo e in piena area dei mercati all’ingrosso come quello del pollame, dei fiori, il mercato ortofrutticolo e il mercato del pesce di via Lombroso, il più grande d’Europa. La piazza che racchiude e cinge come fosse una cintura tutti questi luoghi è piazza Ovidio, una piazza tonda recentemente riqualificata dove passa lo storico tram 27 (una volta era il 12), e i bus 66, 45 che, soprattutto quest’ultimo, tagliano come una lama nel burro la pacifica zona residenziale di via Zante e via Pecorini. Di una fermata Metro, però, non si parla.
# La zona attorno a Piazza Ovidio tagliata fuori da progetti di metropolitane
Piazza Ovidio
Se di recente la metro blu è arrivata sino a Repetti e chiude con il nuovo capolinea della fermata di Milano Linate, e più a sud-est c’è la roccaforte dei trasporti della Metro gialla San Donato (che è anche un crocevia del trasporto pubblico nazionale e internazionale via autobus) a piazza Ovidio non si parla di metro perché a quanto sembra buona parte del sottosuolo presenta delle falle, che anni or sono (ricordi da bambino) ogni tanto presentava delle buche nell’asfalto nelle torride giornate di agosto. Nonostante i palazzi e le costruzioni di zona siano tutt’altro che obsoleti e anzi, in via Salomone ci sono degli edifici residenziali nuovi di zecca e tutt’altro che economici.
Quel che è certo è che a ottobre del 2024 apriranno nuove fermate della metro M4. Entro l’autunno infatti toccherà alle stazioni di Santa Sofia, Vetra, De Amicis, Coni Zugna, California, Bolivar, Tolstoj, Frattini, Gelsomini, Segneri e San Cristoforo. In teoria dovrebbero aprire anche le fermate Sforza-Policlinico e Sant’Ambrogio, ma in questi ultimi casi i lavori sono stati rallentati a causa del ritrovamento di alcuni reperti archeologici. Di Piazza Ovidio e dintorni, però, ancora nessuna traccia.
Il New York Times T Magazine ha pubblicato un reportage su Milano. Viene esplorata la sua scena gastronomica sottolineando il fatto che nell’ultimo anno si è assistito all’apertura di numerosi locali capaci di farsi spazio nel già ricco panorama gastronomico della città. Eccone alcuni.
I 7 migliori locali appena aperti a Milano secondo il New York Times
# Trattoria del Ciumbia
Credits: @trattoriadelciumbia (IG)
Nel cuore di Brera la tradizione gastronomica regionale e locale viene proposta in chiave contemporanea. La sua grande particolarità sono gli interni di design progettati da Dimorestudio.
Via Fiori Chiari, 32.
# Bicchierino Bar
Credits: @loren_stalder (IG)
Wine bar situato nel quartiere di Giambellino. Idea nata da cinque amici provenienti da diversi ambiti creativi, come per esempio la fotografia. Il fine del loro progetto è era quello di realizzare uno spazio intimo per la loro community.
In Porta Vittoria si trova questo locale dai gusti particolari. Oltre a molte interessanti proposte offre gelati e sorbetti dai gusti particolari, come orchidea, gelsomino o caramello al caffè. Prodotto di spicco sono le caramelle Loukoum, fatte a mano e tipiche del Medio Oriente.
Via Filippo Corridoni, 1.
# Via Stampa
Credits: @viastampa_milano (IG)
Caratterizzato da un menù essenziale che rispecchia la semplicità e l’eleganza dell’arredamento in pieno centro città. Il loro punto forte è la stagionalità e l’offerta di piatti semplici ma ben eseguiti.
Ex-gommista trasformato in enoteca di vini naturali in città studi. I due fondatori, provenienti dal mondo della moda, hanno affidato i lavori del locale allo studio Milanese Sagoma.
Via Cesare Saldini, 2.
# Pan
Credits: @panmilano (IG)
In zona Risorgimento si trova questa panetteria, caffetteria e bistrot fondato dalla ristoratrice Alice Yamada e dallo chef Yoji Tokuyoshi. È specializzato nella produzione di specialità dolci e salate, provenienti dal mondo giapponese e nord-europeo.
Lo scorso settembre gli ex gestori di enoteca/naturale con lo chef Tommaso Melilli hanno aperto in zona Ticinese quella che può essere definita una “trattoria contemporanea”. La proposta prevede un menù stagionale che quotidianamente viene aggiornato.