Si è sempre in attesa della pubblicazione del bando per l’ultimo miglio prima dell’avvio dei cantieri: il progetto del prolungamento e quando dovrebbe inaugurare.
La linea M1 si fermerà a Olmi: le prime immagini delle tre nuove fermate
# Un’estensione di 3,3 km e tre nuove fermate: Parri-Valsesia, Baggio e Olmi
Credits Comune di Milano – Estensione M1 Quartiere degli Olmi
Il futuro capolinea della linea M1 a sud ovest è un quartiere di edilizia residenziale pubblica di circa 8000 abitanti confinante con il Comune di Cesane Boscone, con il quale condivide un pezzetto di una via: il Quartiere degli Olmi.
Comune di Milano – Deposito M1
Il progetto di estensione della metropolitana rossa prevede altre due fermate, Parri-Valsesia, Baggio, un deposito/rimessa oltre la tangenziale al confine con il Comune di Settimo Milanese, e un tracciato di 3,3 km lungo le vie Parri e Pertini. Già circola l’anteprima delle future stazioni.
Ogni stazione prevede aree verdi e alberi. La stazione di Parri avrà 3 accessi, di cui una aggiunta nel progetto definitivo per collegare direttamente il quartiere Mengoni. La stazione di Olmi avrà un parco con giochi per bimbi, una pista di educazione stradale, un circuito da corsa, un giardino con le dune, un campetto polivalente. A questo si aggiungono altre aree attrezzate e parcheggi per biciclette.
Comune di Milano – M1 fino a Quartiere Olmi
Nella sistemazione dell’area superficie è prevista anche la realizzazione di un sistema di piste ciclabili che mettano in connessione le tre nuove fermate con i comuni di Cesano Boscone e di Muggiano, oltre all’area a nord e ad est di Baggio.
# Inaugurazione tra il 2030 e il 2031
Credits pamypt IG – Treno M1 in arrivo
Il progetto definitivo è stato realizzato nel 2021, mentre a febbraio 2024 sono arrivati i 145 milioni di euro di extra costi promessi dal governo e che hanno portato il costo dell’opera a 543 milioni di euro. Si attendono notizie sulla pubblicazione del bando, che era atteso tra aprile e maggio 2024, per poi procedere con le fasi successive: l’assegnazione dei lavori all’azienda vincitrice e l’avvio dei cantieri previsto per il 2025. L’inaugurazione dovrebbe avvenire tra il 2030 e il 2031.
Primi anni del 1500. Sulla gloriosa Milano di Ludovico e di Leonardo è calato il sipario. Tutta colpa dei francesi che aprono un lungo periodo di dominazioni straniere. Solo un miracolo può salvare Milano.
Gli “Undici Zampilli”, la fontana più antica di Milano: era come l’acqua di Lourdes
Milano era nelle mani del francese Carlo II d’Amboise. Secondo la leggenda soffriva di un male cronico che non riusciva a curare in alcun modo. Il governatore venne a sapere che in città c’era una sorgente da cui usciva un’acqua miracolosa che guariva ogni male. Decise così di mascherarsi da mendicante e si intrufolò in mezzo ai tanti pellegrini che riempivano brocche da questa sorgente che zampillava nei pressi della porta Comasina. Il duca bevve l’acqua e dopo pochi giorni il suo male scomparve. Per celebrare il miracolo e dimostrare la sua riconoscenza alla Madonna il 29 settembre 1507 fece edificare una cappella attorno alla fonte.
Da allora esiste una costruzione porticata che sorge su un avvallamento del terreno dietro l’abside della chiesa di S. Maria alla Fontana in via Thaon de Revel. In uno dei due ambienti che la compone, con le pareti rivestite da affreschi del Cinquecento, un’ampia breccia custodisce, al riparo di una ringhiera, una rude pietra medievale da cui sgorgano gli “undici zampilli” dell’acqua miracolosa.
Nell’Ottocento la falda venne inquinata e la fonte venne chiusa salvo poi riaprire la fontana che è però collegata alla normale rete idrica della città. Non più miracolosa ma pur sempre la fontana più antica della città.
Fonte: A Milano c’è di Bruno Pellegrino – De Ferrari Editore
Il magazine Tio.ch ha intervistato alcune persone per le strade di Milano per capire quanto fosse conosciuto il Canton Ticino in città. Risultato? Nonostante la vicinanza, il cantone svizzero confinante con la Lombardia resta un luogo ignoto per i milanesi.
Tra i pochi che hanno azzardato a rispondere c’è chi ha confuso il Ceresio con una sostanza chimica o chi ha cambiato il nome della Valle Verzasca in Vallanzasca. Secondo Ticino Turismo sono però molti i milanesi ad apprezzare il cantone italiano della Svizzera. Scopriamo le attrazioni preferite.
Le 10 attrazioni del Canton Ticino più amate dai milanesi: una terra ancora ignota a pochi chilometri da Milano
#1 Funicolare Monte Brè, per arrivare in cima al monte più soleggiato della Svizzera
Credits alexschwaller IG – Funicolare Monte Brè
La Funicolare Monte Brè, attiva dal 1908, fa ormai parte della storia di Lugano. Lungo un percorso di 1,6 km si può raggiungere la vetta del Monte Brè a 933 m s.l.m., il monte più soleggiato della Svizzera, in poco più di 10 minuti. Da qui si possono ammirare panorami mozzafiato sul Lugano, sul lago e sulle montagne circostanti, in particolare i monti sul confine italiano che contornano la Val d’Intelvi. Dalla parte opposta di Lugano c’è anche un’altra funicolare molto famosa, quella che porta in cima al Monte San Salvatore, sulla cui vetta nelle giornate di sole si può vedere perfino Milano. Dal Monte San Salvatore parte un sentiero trai boschi che arriva fino a Morcote, giudicato “il più bel borgo della Svizzera”.
#2 Swissminiatur, la Svizzera in miniatura (c’è anche Milano)
Credits sujtha94 IG – Swissminiatur
A Melide, l’ultima uscita in autostrada prima di Lugano, si trova Swissminiature, un parco tematico con la ricostruzioni di tutti i luoghi ed edifici più famosi della Svizzera. Montagne, funivie, treni, Bus Postali, battelli sui laghi e tutto un mondo di piccoli personaggi. Non mancano però sconfinamenti anche in Italia, c’è persino il Duomo di Milano.
#3 LAC, il centro culturale di Lugano
credit: ilgiornaledellarchitettura.com – LAC
Nel centro di Lugano si trova il LAC, il Lugano Arte e Cultura, il moderno centro culturale cittadino dove si tengono importanti mostre, balletti, concerti e rappresentazioni teatrali. Al suo interno ha sede il Museo d’arte della Svizzera italiana, nato dall’unione tra il Museo Cantonale d’Arte e il Museo d’Arte Lugano. Nei tre piani espositivi ci sono mostre temporanee, installazioni “site spécific” e la collezione permanente.
#4 La Funicolare Locarno – Madonna del Sasso
Credits erigeh IG – Funicolare Locarno
Un’altra delle attrazioni amate dai milanesi in Canton Ticino è la funicolare Locarno-Madonna del Sasso. Con pendenza massima del 30%, questa scenografica funicolare collega il centro di Locarno con il luogo di pellegrinaggio del Santuario della Madonna del Sasso di Orselina, con affaccio diretto su Locarno.
#5 Lido di Locarno, un’oasi di benessere sulle rive del Lago Maggiore
Credits lidolocarno IG – Lido di Locarno
Il Lido di Locarno, sulle rive del Lago Maggiore, è un’oasi per gli amanti del benessere, dello sport e del divertimento. Mette a disposizione piscine coperte e all’aperto, una piscina olimpica, il bagno termale, delle vasche per i più piccoli e quattro scivoli d’acqua. Molto popolare a fine estate quando diventa capitale del cinema con l’omonimo Festival, forse il più accessibile per gli appassionati di cinema d’autore.
#6 Lido di Lugano, tra le spiagge preferite sull’omonimo lago
Credits heajunp IG – Lido di Lugano
Il Lido di Lugano, inaugurato nel 1928, è tra le spiagge preferite sull’omonimo lago. Ci sono 2.000 mq di battigia con sabbia fine sulle sponde del Ceresio, piscine di varie dimensioni e forme, tra cui una olimpionica riscaldata a circa 25 gradi, una media e una vasca per bambini con giochi in acqua. Non mancano ampi spazi verdi, oltre a un campo da beach volley e da calcetto, un nuovo parco giochi e un bar-ristorante.
#7 I tre Castelli di Bellinzona, Patrimonio Unesco dal 2000
Castelli di Bellinzona
I tre castelli di Bellinzona, inseriti nell’elenco dei siti Patrimonio dell’UNESCO dal 2000, sono tra i monumenti più ricercati dagli italiani che si recano in Ticino. Furono costruiti lungo le mura che un tempo attraversavano tutta la valle per difendere i territori della Milano degli Sforza dalle invasioni dei popoli provenienti da nord. Il castello di Castelgrande si trova nel centro della capitale del cantone, Montebello leggermente in collina e Sasso Corbaro in alto sopra la città.
#8 Ferrovia Monte Generoso
Credits soloinveterolingua IG – Ferrovia del Monte Generoso
La ferrovia del Monte Generoso si estende per 9 km dal quartiere di Capolago nel territorio cittadino di Mendrisio fino alla vetta del Monte Generoso, la maggiore del Sottoceneri con 1.701 metri d’altezza, condivisa tra il comune italiano di Centro Valle Intelvi e quello svizzero di Rovio. Si tratta di una linea ferroviaria a cremagliera e scartamento ridotto, l’unica del Canton Ticino. I treni impiegano circa 40 minuti per percorrere tutto il tracciato. Se si arriva dal versante italiano l’unico mezzo sono i propri piedi: il sentiero comunque è molto gradevole e accessibile.
#9 Splash e Spa Tamaro, il parco acquatico del Canton Ticino
Credits splashespa IG – Splash and Spa
Splash&SPA è il parco acquatico del Canton Ticino. Si trova nella località di Rivera è si compone di una parte dedicata al divertimento in acqua con una piscina con onde, scivoli mozzafiato, un’area gioco interamente dedicata ai bimbi e piscine termali, e un’altra alla Spa con saune, da quella del castagno a quella del sale dell’Himalaya, l’Hamam e la sauna esterna con vasca salina.
#10 Val Verzasca, le Maldive di Milano
Val Verzasca
La Val Verzasca è ormai conosciuta da qualche anno come “leMaldive di Milano”, è infatti una delle mete predilette dai milanesi che vogliono godersi una giornata di sole tra nuotate e relax. In particolare il suo fiume, con le sue acque limpide dal colore verde smeraldo che ricordano i mari tropicali, attira ogni anno orde di turisti causando non pochi problemi di traffico. La bellezza di questo luogo naturale è arricchita dalle rocce levigate sia sul letto del fiume che in superficie, dalle cascate e cascatelle vorticose e dall’iconico ponte dei tuffi.
Se non avessi la necessità di lavorare, a cosa ti dedicheresti?
Le risposte di Carlo Vittorio Matrone, Arianna Pozzi, Greta Maroni e Mirko Regalbuto al Breakfast Club di Fermento @fermento.online www.fermento.online @fermento.online #fermento
Qui sotto il video. Segui Fermento, il nuovo progetto di Vivaio, qui:
Se dovessi trascorrere tutta la vita in un solo quartiere di Milano, quale sarebbe? Questa la classifica dei primi 10 tratta da un sondaggio con oltre 1000 risposte tra commenti, like e post.
La classifica dei quartieri dove i milanesi vorrebbero trascorrere la loro vita
#10 Martesana (3,6%)
Credits: @matthewgoesto Martesana
#9 Baggio (3,7%)
Piazza d’Armi – FAI
#8 Navigli (4,3%)
#7 Magenta – Sant’Ambrogio (4,5%)
Credits conpassigiapponesi IG – Corso Magenta
#6 Porta Venezia (4,7%)
Credits Andrea Cherchi – Porta Venezia
#5 Arco della Pace/Sempione (5,6%)
Credits dimitrisvetsikas1969-pixabay – Arco della Pace
#4 Brera (6,4%)
Credits: @sardiniamood Brera
#3 Città Studi (9,3%)
#2 Wagner – Vercelli – Buonarroti (12,7%)
Credits: @griff_fra Milano Buonarroti/Wagner
#1 Porta Romana (15,2%)
Gli hotspots di Porta Romana evidenziati nell’articolo
# Note curiose
Duomo – San Babila è stata scelta appena dal 2,8%. CityLife dal 2,3%. Isola dall’1,7%. Tra le zone periferiche, dopo Baggio e Martesana c’è San Siro con il 3,3%.
Nella classifica delle spiagge più belle del mondo questa perla della costa italiana si posiziona sul secondo gradino del podio. Di quale si tratta, quali sono le sue caratteristiche e le altre spiagge italiane presenti in graduatoria.
Il sogno dell’estate: la “seconda spiaggia più bella del mondo”. È in Italia
# La più bella d’Europa secondo la classifica “World’s 50 Best Beaches”
Credits: @giusicasada – Cala Mariolu
Dopo la Sicilia tocca alla Sardegna. Nel 2022 era stata infatti la Spiaggia dei Conigli, a Lampedusa, ad essere considerata secondo Travel365 la più bella d’Italia e la più bella d’Europa. La stessa graduatoria aveva messo al secondo posto Cala Mariolu nell’Ogliastra in Sardegna: la spiaggia che secondo il sito americano worlds50beaches.com è risultata al primo posto in Europa nel 2024.
# Nel mondo è seconda solo alla Baia di Trunk nelle Isole Vergini Americane
f_cassina IG – Parco Nazionale Isole Vergini
La classifica “World’s 50 Best Beaches” mette la spiaggia sarda al secondo posto a livello mondiale, appena dietro alla Baia di Trunk nelle Isole Vergini Americane.
enricotravels_insardinia IG – Cala Mariolu
Cala Mariolu si caratterizza per sabbia e rocce bianche e dai ciottoli rosa e per preservare la sua bellezza e il suo delicato ecosistema è stato introdotto un limite massimo di 700 visitatori contemporaneamente. Questo angolo di paradiso incastonato tra scogliere frastagliate nel comune di Baunei è accessibile unicamente via mare o attraverso impegnativi sentieri escursionistici.
# Altre due spiagge italiane tra le più belle al mondo
Credits gianlucanonnis_ IG – Cala Goloritzé
Nella graduatoria delle spiagge più belle del mondo ci sono altre due spiagge italiane. Troviamo infatti sempre in Sardegna quella di Cala Goloritzé, con lisci sassolini di marmo bianco e mare limpido e un suggestivo pinnacolo alto circa 143 metri sovrastante la spiaggia, al 19esimo posto mondiale e al quinto in Europa. Al 50esimo posto nel mondo una perla siciliana, come visto sopra spesso inserita tra le più belle, la Spiaggia dei Conigli a Lampedusa. Parte di una riserva naturale protetta dal 1995, ha sabbia bianca e fine, acque calme e limpide e scorci panoramici incredibili.
Credits paolomenozzi IG - Camera del lavoro Milano
Odiati da molti, ritenuti orrendi o fuori contesto da altri, alcuni edifici milanesi hanno saputo ritagliarsi un ruolo importante fino a diventare delle vere icone e simboli della città stessa. Scopriamo quali sono.
5 palazzi di Milano brutti ma sexy: immagini
#1 Torre Velasca, uno dei simboli più “odiati” di Milano
Credits: @amilanopuoi su IG
Progettata dallo Studio BBPR e realizzata tra il 1956 e il 1957, la Torre Velasca ospita negozi, uffici e appartamenti privati ed è uno dei simboli della città. Ora in fase di ristrutturazione, da sempre la sua caratteristica forma “a fungo” è oggetto di critiche, da molti è ritenuta un obbrobrio, anche se non mancano gli ammiratori. Questa forte contrapposizione di giudizio tra i i milanesi e studiosi d’arte ha contribuito ad accrescere la sua fama e ad affermarla come uno dei simbolo di Milano.
#2 Ca’ brutta, una delle tappe fondamentali dell’architettura italiana
Credits: @attangelox IG – Ca’ Brutta
Ca’ Brutta è ritenuta una delle tappe fondamentali dell’architettura italiana, dato che in questa struttura sono presenti, primi fra tutti, i caratteri con cui verranno edificati tutti i condomini del futuro. Edificata tra il 1919 e il 1922 ad opera dell’Architetto Giovanni Muzio si costituisce da due blocchi: il primo che ricalca gli antichi palazzi nobiliari milanesi, con una corte interna, mentre il secondo è lineare e si trova dall’altra parte del cortile interno. Questo edificio in via della Moscova all’angolo con Via Turati ha fatto molto discutere al momento della sua ultimazione, tra entusiasti e conformisti, con i secondi che hanno “vinto” affibbiandole il nome di Ca’ Brutta.
Il complesso architettonico è formato da Palazzo Rasini di sei piani, con attaccata una torre di dodici piani, che ha in cima una terrazza da cui si gode la vista sopra i Giardini di Porta Venezia. Palazzo Rasini è in marmo bianco, la torre in mattoni a vista. Progettato da Emilio Lanci e Giò Ponti e terminato nel 1935, questo “gruppo di case” di diverso stile e altezza fa storcere il naso a molti milanesi ma è considerato ormai un’icona della città.
L’edificio è curioso proprio per il netto contrasto tra le due parti che lo compongono: «c’è forse più Lancia nella “torre” (fuorché nelle terrazze a gradoni degli ultimi piani, tipica soluzione pontiana) e più Ponti nella cubica “villa”». Una differenziazione così marcata che per molti testimoniava la crisi professionale dei due architetti: si divisero proprio dopo questo loro ultimo progetto.
#4 Palazzo della Camera del Lavoro, l’edificio con le braccia
Credits paolomenozzi IG – Camera del lavoro Milano
Questo storico edificio situato al n. 43 di Corso di Porta Vittoria, oggi sede del Palazzo della Camera del Lavoro e un tempo dei Sindacati Fascisti dell’Industria fu eretto fra il 1930 e il 1932. Progettato dagli architetti Angelo Bordoni, Luigi Caneva e Antonio Carminati, e modificato dopo la Seconda Guerra Mondiale per rimuovere i simboli del tragico ventennio, si presenta con una forma ad U che si apre sul corso e con due braccia laterali di quattro piani. Al centro si erge invece una torre di 48 metri. Il suo stile monumentale e duro non è esente da critiche ma rimane una delle architetture più riconoscibili di Milano.
Inaugurato nel 1937 la Torre Snia Viscosa è stato il primo grattacielo cittadino e per 14 anni il più alto con i suoi 59,25 metri. Meglio conosciuta come Torre San Babila, si presenta con un’architettura sobria, curata e di stampo fascista e nonostante si trovi in pieno centro storico non è mai stata tanto amata dai milanesi. Il nomignolo “rubanuvole” con cui è stata appellata dai cronisti dell’epoca sta a sottolineare questa scarsa considerazione, ma nonostante tutto continua a dominare piazza San Babila.
Una stranezza delle strade di Milano è che non esiste una via Roma. Ma non è l’unica cosa bizzarra. Un’altra sono le vie intitolate a città che portano però da tutta un’altra parte. Vediamo quelle più evidenti.
Via Palermo porta a Venezia, viale Sondrio al lago: le vie intitolate a città che portano fuori strada
Molte strade di Milano sono intitolate a città italiane. Padova, Venezia, Novara, Como: quasi sempre indicano la direzione. Ma ci sono delle eccezioni.
# Viale Sondrio punta al Lago Maggiore
Viale Sondrio
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Maps - Viale Sondrio
Maps - Milano Sondrio
Viale Sondrio in zona Centrale è posizionata correttamente nel quadrante nord, ma la direzione è completamente sbagliata. Si muove in modo longitudinale e punta verso nord ovest da un lato, a Busto Arsizio e sul Lago Maggiore, e verso la pianura lombarda a sud est. Mentre la città di Sondrio si trova a nord est rispetto a Milano.
# Via Verona porta a Piacenza o a Varese
Google Maps – Via Verona
Anche Via Verona è posizionata nella direzione sbagliata. Si trova in zona sud tra Porta Romana e Scalo Romana, ed è trasversale: si dirige verso l’asse della Via Emilia da una parte e, dall’altra, verso l’area del varesotto.
# Via Piacenza guarda a Novara o al lago di Garda: perchè non sostituirla con via Verona?
Maps – Via Piacenza
Rimanendo sempre nello stesso quartiere c’è invece Via Piacenza, che punta ad ovest verso Novara e ad est verso il Lago di Garda e la città di Romeo e Giulietta. Basterebbe invertire il nome con Via Verona per rendere più logica la denominazione di entrambe le strade.
# Via Crema va a Pavia oppure sul lago di Como
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Maps - Via Crema
Maps - Milano-Crema
Un’altra via della zona, che incrocia Via Piacenza ed è parallela a Via Verona, ha un nome che poco le se addice: Via Crema. Si trova quasi perfettamente verticale nel reticolo stradale cittadino e proseguendo in linea d’aria verso nord si arriverebbe a Como, mentre verso sud nell’area del pavese. Per andare Crema bisognerebbe invece dirigersi ad est di Milano.
# Via Palermo si trova oltre il centro cittadino e in posizione longitudinale: porta a Torino o a Venezia
Maps – Via Palermo
In zona Brera, tra Largo Treves e Corso Garibaldi, troviamo Via Palermo. Forse è il caso più nonsense. La strada è innanzitutto posizionata a nord rispetto al centro della città e al Duomo, quando ci si aspetterebbe di vederla a sud. Ma non solo: si sviluppa in senso longitudinale invece che perpendicolare in direzione della Sicilia. Percorrendola in un senso o nell’altro si percorrerebbe il Nord Italia: da una parte si finirebbe a Torino, dall’altro a Venezia.
Ne avevamo già parlato nel 2023, quando era stata proprio l’Assessore al Verde Elena Grandi a confermare che il Comune di Milano aveva deciso intenzionalmente di ridurre gli sfalci per tutelare la biodiversità. Ma tra la pioggia monsonica e la scelta di non tagliare l’erba dei parchi, sembra che qualcosa stia sfuggendo di mano. Ad esempio, le panchine.
Le panchine sommerse nella foresta pluviale di Milano: le immagini
# La scelta del Comune: limiti a tagliare l’erba per tutelare la biodiversità
elengrandi_verdi_it IG
Una scelta voluta dal Comune di Milano quella di ridurre gli sfalci nei prati e nei giardini. A confermarlo era stata direttamente l’Assessore al Verde Elena Grandi sulla sua pagina facebook nel 2023. L’obiettivo è tutelare la biodiversità, questo un estratto del suo post: “Francoforte ha fatto una scelta precisa per tutelare ecosistemi e biodiversità. In molti parchi e giardini e aiuole della città l’erba è lasciata alta eppure i bambini giocano lo stesso e le persone si sdraiano nei prati. Stiamo provando a fare lo stesso a Milano, riducendo la frequenza degli sfalci.”
Nello specifico lo sfalcio ridotto dell’erba consente, come spiegato sul sito del Comune di Milano, alle piante di completare il loro ciclo vegetativo fino alla fioritura e alla produzione di seme, e oltre a salvaguardare la biodiversità, di risparmiare risorse e ridurre l’impronta ecologica, migliorare la qualità del suolo, migliorare la qualità dell’aria, rispondere ai cambiamenti climatici.
# Un totale di 1,3 milioni di mq distribuiti su 54 aree verdi
Sono state scelte 54 aree verdi in tutta la città, tra parchi estensivi e attrezzati ma anche lungo le carreggiate stradali, che coprono una superficie di 1,3 milioni di mq sui circa 19 milioni complessivi. Questa la suddivisione:
nel Municipio 1 è presente solo un’area attorno a un platano nei Giardini Indro Montanelli, poco meno di 5mila mq;
nel Municipio 2 le aree verdi interessate si trovano al Parco Martiri delle Libertà Iracheni Vittime del Terrorismo e al Parco Adriano (70.400 mq);
nel Municipio 3 ci sono 22 ettari al Parco Lambro;
nel Municipio 4 troviamo i parchi Monluè, Forlanini, Cassinis e la Via del Autosole, il Cavalcavia Pontinia e Via Rogoredo (283.794 mq);
nel Municipio 5 le vie Ferrari – Lampedusa, dei Missaglia – De Ruggero, Lampedusa – Valla – Treccani degli Alfieri, Verro – Cuore Immacolato di Maria e i parchi della Vettabbia e del depuratore di Nosedo (174.408 mq);
nel Municipio 6 le vie De Nicola – San Vigilio – Di Rudinì, Lodovico il Moro – Santi, Cascina Bianca – De Pretis – Danusso – Finetti, San Paolino – San Vigilio, Gonin – Lorenteggio, S. Paolino – Danusso, Crivelli Balsamo, Buccinasco – Enna, dei Calchi Taeggi, San Paolino – via del Mare, Don Primo Mazzolari – De Pretis, del Cardellino, e i parchi dei Fontanili, della Vettabbia e il parco Andrea Campagna (229.650 mq);
nel Municipio 7 ci sono le vie Luraghi, Zurigo, Amantea, Lucca – Zurigo – Isola di Creta, Novara – San Romanello, Amantea – Budrio, Cusago, Muggiano, Anghileri, Cusago, Cusago – Stupinigi, Quinto Romano, Mosca – Pertini, Rasario, il quartiere Muggiano e Parco della Cava di Muggiano (189.433 mq);
nel Municipio 8 invece Viale De Gasperi – Papa Achille, le vie Quarenghi – Castellanza il Parco Monte Stella e il Parco Franco Verga (268.473 mq);
nel Municipio 9 infine le vie Zubiani – Crespi, Jorini – Cascina dei Prati e Senigallia – Girardengo (79.255 mq).
# Una situazione che sembra sfuggita di mano: le immagini delle panchine
Erba alta a Milano
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Lucia Marti - Erba alta alla montagnetta
Alessandro Vidali - Erba alta parco zona Bonola
Alessandro Vidali - Erba alta tra panchine zona Bonola
La situazione sembra essere sfuggita di mano, come testimoniano le foto scattate al Parco della Montagnetta e in un’area verde in zona Bonola. L’erba è talmente alta che passa attraverso le fessure tra le stecche che compongono la struttura delle panchine, rendendo difficile non solo camminare nei prati, con il rischio di trovare oggetti pericolosi e procurarsi danni agli arti inferiori, ma anche solo sedersi.
Non si sono fatte attendere le proteste dell’opposizione, che hanno denunciato come Milano sia diventata una giungla e consegnando al Sindaco Sala in Consiglio Comunale, alcuni giorni fa, dei mazzi di graminacee selvatiche raccolte nei prati della città. Queste graminacee, con i semi conosciuti come forasacchi e caratterizzati da spighe molto piccole, appuntite e rugose‚ sono un pericolo per i cani dato che possono intaccare le vie respiratorie, perforare i timpani delle orecchie o infilarsi negli occhi provocando infezioni anche gravi. Poco conta che lo sfalcio non riguardi aree cani dato che le spighe si spostano nell’aria con il vento. Dai banchi del centrodestra anche la constatazione del fatto che la grande maggioranza dell’aree verdi scelte per lo sfalcio tardivo si trovi in periferia, mentre in centro quasi nulla.
Fino a che punto è tollerabile la tutela della biodiversità se questa rischia di mettere a repentaglio la salute di animali e persone, oltre a ridurre la possibilità di fruire delle aree verdi disponibili in città?
Siamo a Milano, è ovvio che in qualsiasi giorno della settimana si vada al ristorante. È ovvio che specie nel weekend facciamo la fila per entrare in quel posticino di nuova apertura che fa tanto trendy. È ovvio che ai milanesi piaccia scoprire nuove tendenze, nuovi locali alla moda. E insomma esserci. Ma avete mai notato che esistono alcune tipologie comuni a Milano a tavola? Tipo queste sette.
Quelli che al ristorante: 7 clienti tipici che si incontrano a mangiare fuori a Milano
#1 Famiglie
StockSnap-pixabay
In pochi e rari casi sono famiglie da Mulino Bianco. Bella e bionda lei, bello e biondo lui, bella e bionda la bimba che gioca con la bambola, bello e biondo il pupo che succhia un po’ il latte e un po’ il ciuccio.
Più facile incontrare famiglie chiassose dove i genitori chiassosizittiscono i bambini capricciosi con il tablet, costringendo questi ultimi a restare ipnotizzati davanti al video per ore. Praticamente impossibile vederli interagire assieme.
#2 Le coppie antartiche
pixabay-Cloud1902 – Coppia
Entrano al ristorante in silenzio, si accomodano silenziosi in fondo alla sala e silenziosi stanno per 2 ore col viso incollato al cellulare. Non parlano nemmeno sotto tortura. Ci si chiede: perchè sono usciti?
#3 Le comitive in trasferta
Fill1970-pixabay – Al ristorante
Entrano al ristorante un po’ sudaticci ed esagitati, probabilmente sono stati in giro per Milano tutto il giorno. Lei si sventola col tovagliolo, lui tossisce un po’ paonazzo, l’altra si guarda intorno come se si trovasse su Marte. Parlano ridono e sbuffano. Quando arriva il momento di ordinare non hanno ancora deciso. Consiglio: è un ristorante, non un albergo. A una certa…
#4 Le coppie due per due
Sono coppie di quarantenni affermati. Chic. Forse radical chic. Lui mocassino senza calze, pantalone vista caviglia, capello brizzolato e sguardo accattivante del tipo “so tutto io”. Lei non cammina ma incede, sembra quasi sollevata dal pavimento. Borsa chic, foulard chic, paroline a mezza voce e risatine bisbigliate. Sembra un duello per vincere la coppa della coppia più chic di Milano.
#5 Comitive di mezza età che si comportano come teenagers
Ridono allegramente, sembrano adolescenti durante l’ora di ricreazione, ragazzini che hanno appena ricevuto lo scooter nuovo. Si sorprendono per un nonnulla, pure per la forma delle posate, per gli arredi, per il lampadario. Ti faccio una foto, mi faccio un selfie, aspetta che faccio un altro scatto, che figata, che bello questo posto. Cucinare a casa? No zero sbatti, anche meno.
Che figata questo spaghetto, come spacca questo filetto, il nonnetto dove lo metto.
#6 Ragazze bellissime e very social trendy
Credits Andrea Cherchi – Donna tacchi alti Duomo
Bellissime. Altissime. Ben vestite. Ben truccate. Ben pettinate. Vanno solo nei locali all’ultima moda, fotografano ogni piatto, ogni calice di vino, ogni angolo del locale pure la toilette. Si fotografano tra loro, fanno selfie a turno. È tutto molto allegro ma forse, domando, un po’ troppo slegato dalla realtà?
#7 Il lupo solitario
Cena da solo come abitudineanche il sabato sera in mezzo ad una folla pazzesca
Si accomoda sereno e ordina dall’antipasto al dolce come se in sala ci fosse solo lui
Pure un calice di vino. Raramente guarda il cellulare, più spesso legge il suo quotidiano preferito. Nessun imbarazzo, nessuna timidezza. Ha un aplomb e un controllo di sé fuori dal comune. Ti stimo.
Non bastavano risse e arresti eccellenti, come quelli dei rapper Babygang, Simba la Rue e Shiva. Nelle ultime ore i maranza si sono conquistati le prime pagine delle cronache grazie all’apporto di due personaggi di primo piano della scena musicale e del costume di Milano. Fedez coinvolto in un presunto pestaggio con ultras e, soprattutto, Rovazzi che ai maranza ha dedicato il suo ultimo video promosso da un finto furto del cellulare. Strumentalizzazioni a parte, sono in costante aumento le aggressioni, i furti e gli atti vandalici commessi da giovani e giovanissimi soprattutto nelle zone in cui si concentra la movida. Ormai tutti parlano dei maranza. Ma dove nasce questo fenomeno e che caratteristiche tipiche sta mostrando a Milano? Foto cover: Rovazzi e il “maranza” (da @rovazzi IG)
I maranza alla conquista di Milano: ma chi sono?
Nato ai margini si sta ora affermando come protagonista sulla scena milanese e dei media nazionali. E’ il “maranza”, diventato anche un meme sui social (soprattutto Instagram e TikTok). Su internet se ne parla in modo scherzoso ma i sempre più frequenti fatti di cronaca sollevano preoccupazione e inducono a cercare di capire chi siano questi ragazzi e sul perché attuino questo tipo di comportamenti di carattere antisociale. Cos’è quindi esattamente un “maranza”?
# Le origini del termine: “l’è un Zanza”
Il termine maranza ritrova la sua radice nella parola “zanza”, traducibile in imbroglione, truffatore, furfante. Arriva dal gergale milanese o “del parlar furbesco” della Milano di Scerbanenco. “Attento che l’è un Zanza” significava di prestare attenzione a quel tipo in quanto truffatore.
Possiamo dunque scomporre il termine in mar-anza. La prima parte sta ad indicare la loro presunta etnia: secondo lo stereotipo degli anni Ottanta e Novanta le persone maghrebine erano considerate di origine marocchina. La seconda invece si riferisce all’atteggiamento tipico dello zanza.
La parola maranza è nata recentemente per definire le babygang di origine nord africana che si ritrovano soprattutto nelle zone della movida milanese per compiere atti violenti, molesti o vandalici. La denominazione di “baby gang” sta ad indicare alcune forme di devianza minorile di tipo associativo che si caratterizzano per l’estrema violenza con cui i giovani realizzano le varie condotte illecite.
Seppur fenomeno variegato si può individuare un primo identikit del “maranza” tipo.
# Identikit del maranza
webboh.it
Sono gli stessi ragazzi di Milano che così rispondono alla domanda sui tratti distintivi in base ai quali si può riconoscere un maranza. La maggior parte delle persone li definisce come gruppi di giovani (spesso minorenni) di sesso maschile e di origine nord africana, che hanno atteggiamenti molesti e violenti nei confronti degli altri ragazzi.
Il classico maranza a livello estetico si presenta come un “tamarro”. Quindi in tuta, aceta o tech, o con le divise sportive delle squadre di calcio (ad esempio Real Madrid o Paris Saint Germain), borsello di marca (spesso contraffatto) e non di rado utilizzano passamontagna o altro per coprirsi il volto prima di compiere violenze o atti vandalici.
Il maranza non è solo un look ma anche una modalità di agire. Vediamo in cosa consiste.
# I maranza in azione
poliziadistato.it
Le modalità di approccio ed esecuzione sono quelle tipiche delle baby gang. Innanzitutto si instaura un contatto con la vittima dalla quale, quasi sempre per futili motivi, ne scaturisce una lite. Dalla violenza verbale si passa velocemente a quella fisica, «il tutto con un ritmo estremamente rapido che crea una situazione di terrore e panico per la vittima» che, spiazzata, si ritrova ad essere derubato o aggredito dal gruppo.
Mentre è facile riconoscerlo, meno note sono le origini del fenomeno. Da dove nasce il maranza?
# Dove nasce il maranza
Film. I guerrieri della notte
Tradizionalmente il maranza è considerato la manifestazione di una forma di emarginazione sociale. L’atteggiamento, in particolare, viene visto come l’espressione di una rabbia sociale: il carattere “antisistema” dei loro atteggiamenti, basati sulla forza del branco, piccoli furti, rapine, risse e altre forme di vandalismo o violenza, spesso fine a se stessi, unita alla provenienza da contesti periferici porta la letteratura sociale a formulare questo tipo di ipotesi.
Un documento del Ministero degli Interni descrive il fenomeno come “criminalità epidemica, i cui tratti distintivi sono costituiti dall’operare in gruppo degli autori dei reati, anche se al di fuori dei contesti di criminalità organizzata, e dal tasso di violenza utilizzato nei confronti delle vittime, generalmente elevato (…) e, comunque, del tutto sproporzionato rispetto al movente, futile (…) e persino degradante a mero pretesto”.
Il fenomeno viene quindi pensato come una forma di ribellione giovanile a un ambiente sociale privo di stimoli e di prospettive sul futuro. Questo tipo di gruppo diventa un modo per affermare se stessi in una società in cui questi ragazzi si sentono ignorati ed emarginati.
Nelle baby gang i membri, frequentemente, “attribuiscono al gruppo anche un nome al fine di darsi una connotazione identitaria; tra i componenti esiste un marcato senso di unione ed una forte coesione interna in quanto il gruppo rappresenta un punto di riferimento per l’adolescente che ivi vi condivide esperienze, valori, linguaggio, comuni sentimenti di disagio, trovando, altresì, nella gang, lo stimolo all’aggressività come metodo di sfogo e compensazione.”
Lo scopo principale della condotta delittuosa appare essere, infatti, lo sfogo della violenza che non è quindi il mezzo per perpetrare il delitto ma costituisce lo scopo stesso dell’aggressione. Oltreché ad azioni violente nei confronti delle persone si assiste anche ad episodi di bullismo metropolitano e ad atti vandalici consumati in pregiudizio di istituti scolastici, edifici e mezzi pubblici.
# Il report: boom di reati nell’ultimo anno. 1 su 2 di origine straniera. Tre ragazzi su 10 hanno partecipato a delle risse
Film: Arancia Meccanica
Lo segnala l’ultimo report del Servizio analisi criminale della Direzione centrale della Polizia criminale sui minori nel periodo della pandemia. Aumenta del 10% in un anno la quantità di minori denunciati o arrestati (sono stati circa 25 mila nel 2021), così come sale del 20% il numero di reati. Si impenna anche il traffico di stupefacenti e cresce, dal 44 al 46%, la percentuale di stranieri – o di italiani di seconda generazione – che fanno parte delle baby gang. Tra gli immigrati le prime due etnie a cui sono attribuite più denunce sono proprio di origine marocchina e tunisina.
L’allarme è che sembra sia un fenomeno molto diffuso, anche oltre le sacche di reale disagio. Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza su un campione di 7.000 adolescenti sul territorio nazionale, il 6,5 per cento degli adolescenti fa parte di una gang, che intenzionalmente sferra attacchi nei confronti dei loro coetanei o danneggiano strutture pubbliche o private, come la scuola, compiendo furti o veri e propri atti di vandalismo. Il 16 per cento ha commesso atti vandalici e 3 ragazzi su 10 hanno partecipato a risse.
# L’età e l’origine suonano l’allarme
Film: I ragazzi della 56ima strada
Questo fenomeno acquisisce una rilevanza particolare per due ragioni: a) stiamo parlando di ragazzi spesso giovanissimi, b) una quota rilevante di questi ragazzi è di origine straniera.
Il primo punto deve far riflettere sulla carenza di modelli di vita e di opportunità che la nostra società offre ai giovani. Se è vero che più di 6 ragazzi su 100 fanno parte di una gang significa che le nostre istituzioni e la società civile italiana non sono state in grado di offrire loro dei contesti in cui sviluppare una prospettiva sul proprio futuro, di immaginare dei progetti, sviluppare delle idee e delle passioni su cui investire per avere un ruolo positivo per se stessi, per la propria famiglia e per la collettività.
Il secondo punto invece rilancia la questione della mancata integrazione di una quota rilevante di alcuni immigrati di seconda generazione. Evidentemente per alcuni di questi ragazzi l’unica forma di riscatto sociale visibile è nella violenza e nella sopraffazione del prossimo. Tutto ciò però non deve ridursi a un circolo vizioso che oscilla tra la segregazione e la violenza, non è accettabile che questi ragazzini vengano già definiti come irrecuperabili.
# Invincibili, senza sogni
Film: Trainspotting
La gravità della situazione viene rappresentata dall’avvocato Valentina Calzavara pronunciate: “Quelli delle baby-gang quasi sempre sono ragazzi che non studiano e non lavorano, col benestare dei genitori. Parlo con loro e mi sorprendo a scoprire la totale assenza di progetti per il futuro: sono adolescenti che hanno smesso di sognare, o forse non l’hanno mai fatto”.
Giovani senza ambizioni, se non quella di proiettare sugli altri un’immagine di invincibilità. “Ricordo un cliente di 17 anni, che faceva parte di un gruppo accusato di spaccio di droga, rapine, rissa e lesioni. Alla fine dell’udienza gli dissi che la sua posizione processuale era critica, probabilmente peggiore di quella di tutti i suoi amici. Non disse nulla ma sorrise con uno sguardo gonfio di orgoglio…”.
Facendo una ricerca sui motori di prenotazione vacanze, nei prossimi weekend fino alla metà del mese giugno, risulta essere questo l’hotel più economico di Milano. E non è la prima volta.
L’hotel che costa meno a Milano: questo il suo prezzo per una camera a 2 stelle
# L’Hotel Brivio è di nuovo il più economico, ma il prezzo è salito rispetto all’ultima volta
booking – Hotel Brivio insegna
Se poco meno di un anno fa a “fregiarsi del titolo” di hotel più economico di Milano era stato l’Hotel Idea 4 stelle in zona San Siro, una camera a 47 euro, nel 2024 a spuntarla è una vecchia conoscenza: l’Hotel Brivio 2 stelle in zona Dergano. La struttura era risultata la più economica nel 2021, anche se da allora il prezzo è passato da 36 a 63 euro a notte.
# Vicino alla metropolitana M3 e con tutti i servizi base, ma il bagno è condiviso
A nord della città è ben collegato, con la vicina stazione di Dergano M3 distante pochi passi, e non lontano dal Campus Universitario del Politecnico e dall’Ospedale Niguarda.
booking – Hotel Brivio esterno
L’albergo dispone di un piccolo giardino interno con tavolini e sedie, dove fare colazione in estate. Ogni camera è dotata di TV a schermo piatto per soddisfare le esigenze degli ospiti. Al prezzo più basso proposto il bagno non è in camera, ma condiviso con altri ospiti.
# Wifi gratuito ovunque e reception 24 ore su 24
Hotel Brivio
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booking - Hotel Brivio camera
booking - Hall Hotel Brivio
Tra i servizi messi a disposizione ci sono wifi gratuito in tutte le aree, reception 24 ore su 24, deposito bagagli e la pulizia delle camere giornaliera.
Cari forestieri, quante volte vi è capitato, passando da queste parti, di inciampare in espressioni che pensavate fossero solo gag da film di Pozzetto? E invece queste parole esistono, sono vive e vegete, si ramificano come edera nel tessuto di qualunque conversazione milanese. Ma quel che è peggio è che avete iniziato a utilizzarle anche voi.
Lo sappiamo, in principio faceva lo stesso effetto dell’unghia su una lavagna, ma poi vi ci siete abituati, dai… Anche se fino a ieri eravate convinti che l’iperinflazionato “pirla” fosse un faro solitario nella nebbia. Tralasciando la ricchezza del dialetto e sorvolando su mostri sacri come “sbatti” o sul pantagruelico “piuttosto che”, sul cui significato milanese lavorano scienziati e letterati del mondo intero, vediamo quali sono i termini più camaleontici per un non-milanese a Milano.
Le prime 7 parole e le regole di comportamento che devi conoscere per sembrare di Milano se vieni a Milano
#1 Uè, un passepartout
Semplice come bere un bicchier d’acqua. Il nostro “uè” rappresenta la naturale evoluzione del romano “ahò”. Da utilizzare in qualunque zona o quartiere, rigorosamente con “e” aperta. Ma non troppo, sennò vi sgamano.
#2 Sgamàre, consigliato l’uso in orario aperitivo/cena
Appunto. Universalmente noto in ambito liceale/studentesco, il termine “sgamàre” da qualche anno si è fatto strada a colpi di machete anche in ambito professionale. Nonostante non sia del tutto inelegante, ne consigliamo un utilizzo moderato, preferibilmente a orario aperitivo/cena.
#3 Minchia, da usare in contesti di strada
Lemma non registrato del ceto medio-basso, il “minchia” milanese è eredità neanche troppo celata della folta immigrazione dal Meridione a Milano. A braccetto con “sciallo”, va usato tassativamente in contesti di strada, tipo le crew di skaters del Parco Lambro, per intenderci. Gergo volgarotto, ma c’è di peggio, non temete.
#4 Gradisci?
Rispetto al più popolare vuoi?, “gradisci?” è il miglior compromesso fra classe e fermezza. Nella sua stessa pronuncia sono compresi il benessere, l’alta società, il Sancarlismo allo stato puro. Milanesi di ogni età che troverete in Brera o in Sempione, per capirci. Utilizzando il “gradisci?” al posto del “ti va?” uscirete a testa alta dal proletariato, per entrare di diritto con un fast-track nel bauscia-style dei giorni nostri.
#5 Esatto!, per mettere di buonumore
State sorridendo, vero? “Esatto!” detto ad alta voce, e possibilmente con la A trascinata a oltranza, mette di buonumore, oltre a risolvervi qualunque discussione stiate portando avanti col vostro interlocutore. Se scritto, ci vuole il punto esclamativo, ricordatelo, come reso celebre da Francesco Salvi. Da evitare durante i pasti insieme a tutte le parole che dilatano la “a”.
#6 Esageriamo, uno dei verbi più milanesi che esista
Uno dei verbi più milanesi che esista. Detto al plurale fa molto maiestatis, inoltre, come per “esatto!” vale il trascinamento molesto. Esageriamo è un verbo che può durare 5 secondi buoni, anche se una leggenda narra che laggiù oltre i Bastioni, un vecchio sciuro di Porta Nuova lo abbia pronunciato in 12 secondi netti. Ragion per cui potete utilizzarlo a piacimento ma, considerando l’alto numero di vocali, occhio a come le aprite per non farvi scoprire come al punto 1.
#7 Figa, da usare a piacimento in ogni contesto
Non poteva mancare, e non c’è molto da aggiungere, rispetto a quanto già abbondantemente si sa della regina del gergo meneghino. Si può usare a piacimento in qualunque contesto, se detto con un sorriso e a denti stretti non risulterà quasi mai volgare. Per un milanese del ceto medio è praticamente impossibile non pronunciare un figa entro venti o trenta parole al massimo. Non vi chiediamo certo di raggiungere questi livelli, ma iniziando con due o tre al giorno sarete sulla strada giusta.
# Le regole universali di Milano
Scale mobili a Milano
Per il resto, cari forestieri a Milano, le regole per mimetizzarsi sono sempre le stesse:
#1 Lamentarsi del parcheggio anche se lo trovate subito
#2 Rimpicciolire quasi ogni termine maschile aperitivino/giochino/progettino/sushino
#3 Salutare sempre con buongiorno/buonasera e MAI con il salve
#4 Non dare del Voi invece del Lei
#5 Infarcire i discorsi con qualche inglesismo e soprattutto… Soprattutto…
#6 Quando parlate di una ragazza, mettere SEMPRE l’articolo determinativo davanti al suo nome. Diversamente, per la GIULIA, la CAMI o la SABRI sarete sempre e irrimediabilmente dei “terùn” ;-).
Lo ha annunciato Sala: Milano avrà una nuova metropolitana. Sarà la M6. Ora si dovrà decidere il percorso anche se secondo le indiscrezioni e secondo i desideri dei milanesi, questo sembra il più probabile. Vediamo la storia della M6 della rete metropolitana milanese e degli sviluppi che ne definiranno il tracciato in questo video con rendering e animazione realizzato da blog.urbanfile.org
Riuscire a trovare una soluzione abitativa a prezzi accessibili a Milano, per chi percepisce uno stipendio “normale”, non è facile. Ma ci sono molte differenze da zona a zona e da strada a strada.
Le strade di Milano dove si trovano le case meno care
# Il quadrante nord: le strade sotto i 190mila euro per un trilocale
Credits: clubmilano.net – Quarto Oggiaro
La cosa certa è che le abitazioni meno costose si trovano in periferia, nonostante stiano registrando una crescita più marcata dei prezzi rispetto anche a molte zone centrali, ma non tutte sono economiche allo stesso modo. A nord tra le meno care troviamo via Satta e Amoretti a Quarto Oggiaro o via Cogne verso l’area dell’Ospedale Sacco, con quotazioni immobiliari pari 184.000 in media per un trilocale. Sopra i 200.000 euro ci sono via Gallarate, via Falck, via Lampugnano e via Padova, attorno a una media di 216.000 euro troviamo via Crescenzago, via Gorla, via Adriano e viale Monza.
# Il quadrante sud: la via dove si trovano trilocali a 180mila euro
credits: @chiaravallemilanese IG
Andando all’estremo opposto, a sud, troviamo le vie con le case più economiche della città, Nello specifico la parte finale di via Ripamonti, dove per un trilocale di 100 mq servono circa 180.000 euro in media, con quotazioni simili anche in via San Bernardo nel quartiere Chiaravalle, via Cassanese e via Quaranta. A livelli analoghi anche via Manduria in Ronchetto delle Rane. In via dei Missaglia e le strade del Gratosoglio come via dell’Arcadia i valori superano invece di poco i 190.000 euro.
# Il quadrante ovest: le più economiche sono attorno ai 200mila euro per un trilocale
Credits: radiopopolare.it
Spostandoci a ovest troviamo Baggio, con alcune strade tra cui le vie Forze Armate e via Mosca, registra prezzi attorno ai 200.000 euro per un trilocale, con valori simili nelle vie Giuseppe di Vittorio e Vittorio de Sica in quinto Romano e via Novara. Via Lorenteggio e via Giambellino si attestano a una media di poco oltre i 210.000 euro in linea con le abitazioni attorno a via Bisceglie.
# Il quadrante est: sotto i 220mila euro non si scende
Credits mirta.warren IG – Via Rombon
Puntando ad est troviamo le abitazioni comprese tra la via Rubattino e il Fiume Lambro, in via Rombon e nelle traverse interne oltre alle altre vie di Lambrate più vicine ai confini comunali: qui per un trilocale di circa 100 mq si arriva a una media di 220.000 euro. Si spende poco di più, circa 222.000 euro, in via del Futurismo e Manzù in Santa Giulia, in via Mecenate e nelle strade interne del quartiere Forlanini.
Sarà la seconda più grande d’Italia. Scelto il luogo dove verrà costruita dopo l’accordo tra il Comune e la comunità islamica
La Grande Moschea di Milano sarà costruita qui
A Milano ci sarà una grande moschea, anche se non “completa”. Dove sarà?
# Sorgerà nella zona più multietnica di Milano
La Grande Moschea sorgerà nella zona più multietnica di Milano: in via Carlo Esterle, zona Parco Trotter, poco distante da via Padova dove la Casa della cultura musulmana, l’associazione che ha vinto il bando comunale per la concessione di trent’anni della struttura, ha annunciato il cronoprogramma dei lavori. L’Imam e architetto di origini giordane Mahmoud Asfa, presidente del consiglio direttivo, ha illustrato il progetto: la moschea sarà disposta su due piani di spazi per la preghiera, avrà un parcheggio sotterraneo, sarà circondata da un’area verde e sarà costruita tra i 18 e i 24 mesi appena arriverà il via libera definitivo di Palazzo Marino.
# Sarà senza minareto: affitto di mezzo milione all’anno
Il minareto della moschea di Casablanca – ph. hansjuergenw
La struttura sarà priva di minareto, la tipica torre da cui il muezzin invita alla preghiera i fedeli cinque volte al giorno. Al suo posto ci sarà una cupola. Lo spazio sarà quello del palazzo degli anni Trenta che ospitava gli ex bagni pubblici, che sono stati sgomberati dall’estate 2023 e che saranno demoliti per fare spazio al nuovo edificio.
“I 100mila musulmani in città aspettano da vent’anni una moschea in uno spazio degno di questo nome”, aveva spiegato Mahmoud Asfa, “I musulmani non possono continuare a pregare negli scantinati, è una comunità che contribuisce allo sviluppo di questa città e ha diritto a un luogo degno”. L’affitto annuale per l’utilizzo della struttura sarà di mezzo milione di euro. Se non ci saranno intoppi, a Milano ci sarà la seconda grande moschea d’Italia, dopo quella di Roma. Che non è solo la piùù grande d’Italia ma dell’intero Continente.
# La Grande Moschea di Roma: la più grande d’Europa
Moschea di Roma
La grande moschea di Roma è stata inaugurata nel 1995 nella zona nord, ai piedi dei Parioli ed è sede del Centro islamico culturale d’Italia. È il principale luogo di culto della comunità musulmana a Roma e il più grande in Europa. La struttura rappresenta una sintesi tra l’architettura islamica, italiana e la tradizione romana.
Il piano industriale da 300 milioni di euro sta dando vita una nuova città, tra Milano e Rho, che punta ad essere un riferimento per l’innovazione a livello globale.
Come sarà la “città del futuro”, con il palazzo di legno più alto d’Italia ai confini di Milano
# Cosa è stato già realizzato: da Cascina Triulza al MIND Village
Cosa c'è ad Expo
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Credits: Mind.it - 2- Fondazione Triulza
Credits: Mind.it - Fondazione Triulza
Credits michele_lupi IG - Palazzo Italia ad Expo2015
Credits Andrea Cherchi - Ospedale Galeazzi
La “città del futuro” sta prendendo forma sempre di più ogni giorno. Partiamo da quello che c’è già. Per prima cosa Cascina Triulza, la prima vera eredità di Expo insieme all’Albero della Vita quale simbolo dell’evento che presto ritornerà a funzionare, dove Fondazione Triulza ha dato vita nel 2015 al primo Padiglione della Società Civile. Altro simbolo dell’evento è stato Palazzo Italia, oggi centro nevralgico del polo di ricerca per le Scienze della vita Human Technopole in fase di completamento con gli ultimi edifici. Nel 2022 ha inaugurato l’IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambriogio, nato dalla fusione tra l’Istituto Ortopedico Galeazzi e l’Istituto Clinico Sant’Ambrogio con tradizione cardiovascolare e bariatrica, 150.000 mq di superficie e tra gli ospedali più alti d’Europa con i suoi 16 piani per 85 metri altezza.
In funzione dal 2023 “Big Theatre”, uno spazio polifunzionale con una capienza complessiva che arriva fino a 3.500 persone destinato ad ospitare grandi eventi e realizzato da Big Spaces e Lendlease. Lo SkyDeck Europe dell’Università di Berkeley che ha consentito allo all’accelerazione di 36 startup e infine lo store senza casse di Esselunga, un Lab “dinamico” che sperimenta un nuovo concetto di retail sviluppato su due piani per una superficie di circa 600 mq.
Mind Village
C’è spazio poi Federated Innovation, una rete di 41 aziende tecnologiche, che hanno dato vita nel 2023 a oltre 100 innovazioni in 12 diverse aree, e il MIND Village,nata dalla rigenerazione degli edifici ex Expo 2015.
# Cosa è in corso di realizzazione: dal Campus della Statale alla prima parte del Westgate
Credits: Mind Milano – Campus Scientifico Statale
Tra i cantieri partiti troviamo quello del nuovo polo universitario scientifico dell’Università Statale di Milano, pronto nel 2027, con 4facoltà scientifiche (scienze e tecnologia, scienze agricole e dell’alimentazione, medicina e chirurgia, farmacologia). Un campus a firma Carlo Ratti Associati con: 210.000 mq di superficie, cinque corti circondate da cinque palazzi con 18.300 mq di aule, 50mila mq tra laboratori didattici e dipartimentali, oltre 8mila metri quadrati di biblioteca, oltre 23 mila persone attese e un investimento di 458mila euro.
Molo, Mobility Hub
Horizon Mind
Westgate
Nell’area Westgate, 300.000 mq nei pressi della stazione metropolitana di Rho Fiera M1 da realizzare senza l’impiego di combustibili fossili di carbonio e alimentata al 100% da energia rinnovabile, sono stati avviati i cantieri per “Molo”, Il Mobility Hub e Horizon. Il primo si sviluppa su 3.000 mq e prevede una funzione mixed-use con laboratori, uffici, l’energy center dell’ecosistema, un’area retail ed un parcheggio multipiano con 1500 posti auto tra pubblici e privati. Il secondo è stato progettato da Piuarch e dallo studio inglese Waugh Thistleton Architects e ospiterà spazi di lavoro flessibili, tra gli arrivi ABB, E. ON e Confidi Systema, e destinati a uso commerciale.
Credits jpius.it – Human Technopole
In costruzione anche il nuovo edificio del Campus dello Human Technopole di dieci piani e 61 metri di altezza. Si tratta di oltre 16.500 mq esclusivamente dedicati a laboratori per la ricerca scientifica e 3.000 mq di terrazze, giardini pensili, piazze pubbliche e spazi a misura d’uomo.
# In partenza il cantiere per l’edificio in legno più alto d’Italia
Zenith
Tra i cantieri attesi per il 2024 spicca il gemello di Horizon, dal nome di Zenith, che con i suoi 13 piani fuori terra e 56 metri di altezza sarà l’edificio in legno più alto d’Italia e uno dei più alti in Europa.
Zenith
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Interni Zenith
Hall Zenith
Un edificio da realizzare con componenti costruttivi realizzati off-site e assemblati in cantiere, in parte smontabile e riutilizzabile. La scelta di utilizzare il legno è stata fatta in quanto è considerato il materiale carbon neutral per eccellenza.
Westgate
Sempre nell’area West Gate seguiranno poi i lavori per le residenze, previsti 400 appartamenti a firma studio Peluffo & Partners architettura oltre a un hotel e l’Innovation Hub, pensato come un “sistema aperto” per riunire attività educative, creative, culturali e di ricerca.
# Il parco lineare di 1,5 km sarà l’ultimo a vedere la luce
Credits: lifegate.it – 1- Parco lineare
Tra gli elementi caratterizzanti la nuova città di MIND c’è il Common Ground che attraverserà tutta l’area trasversalmente per un’altezza di 10 metri, mettendo a disposizione un’area pubblica con il parco lineare più grande d’Europa di circa 1,5 km, lungo tutto il decumano. Questi i numeri: 460mila metri quadrati di verde, con un incremento di 3.000 alberi rispetto a quelli già esistenti, 4 parchi tematici (dello sport, del cibo e della salute, l’orto botanico e il parco attrezzato), 4 chilometri di piste ciclabili e 4.000 mq di specchi d’acqua in più.
# L’accessibilità dell’area garantita dalla stazione di Rho Fiera e da quella futura della Circle Line di MIND-Merlata
Mind-Merlata
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MIND-Merlata-Progetto preliminare stazione altro lato
Nuove stazioni circle line Milano MIND-Merlata e Milano Stephenson
L’accessibilità di tutta l’area viene garantita oltre che dalla Stazione Rho Fiera, con treni regionali, suburbani, dell’Alta Velocità e della linea M1, anche dalla futura stazione della Circle Line di MIND-Merlata. Il progetto preliminare è stato realizzato dallo studio 3TI Progetti, prevista una struttura in metallo bianco che si integri con la vicina passerella ciclopedonale. Si attende la progettazione definitiva finanziata con 10 milioni di euro.
foodserviceweb.it – MIND
Tutto il progetto di MIND dovrebbe concludersi entro il 2036.
Qual è la via più lunga di Milano? Tendenzialmente, si è portati a pensare possa essere via Ripamonti in quanto mette in collegamento il quartiere vicentino con Opera. Ma ci si sbaglia. Ecco alcuni numeri della nostra metropoli in base all’ultimo report di Amat.
Diamo i numeri…alle vie di Milano
# La via più lunga di Milano: via del Mare con 9,29 km
Google maps – Via del Mare
Smontiamo la prima certezza, contrariamente a quanto si crede via Ripamonti non è la più lunga di Milano. Si piazza infatti solo al terzo posto con 7,8 km, davanti a via Palmanova. Prima di lei ci sono via Novara, che sfiora gli 8 km, 7972,6 metri per la precisione, e via del Mare che con oltre 9 km di lunghezza, esattamente 9290,4 metri, si prende la prima piazza. Tutte queste sono arterie di scorrimento che vanno dalla città verso la periferia.
# La strada commerciale più lunga: corso Buenos Aires
Corso Buenos Aires, con 1,5 chilometri, è ritenuta la strada commerciale più lunga di Milano e tra le più lunghe in Europa.
Corso Buenos Aires
La via monumentale più importante è Corso Sempione che ha una lunghezza di 1,75 chilometri.
Corso Sempione
# La via con più palazzi: viale Monza con 232 civici
martesanamonamour IG – Viale Monza
A primeggiare per numero di civici, intesi come condomini o palazzine abitativi, è viale Monza con 232. Al secondo posto con 228 è via Padova che con quasi 11.000 residenti è quella che ne conta di più. Al terzo c’è via Costantino Baroni. Si tratta di piccoli numeri rispetto alle metropoli sparse nel mondo, ma che mettono i brividi se si pensa che Milano è l’evoluzione di un piccolo accampamento sorto intorno al 590 a.C. per mano delle popolazioni celtiche.
# La via più densamente abitata: via San Giovanni alla Paglia con oltre 13 abitanti per metro lineare
Credits: milano.corriere.it
La via che detiene più abitantidi media per metro lineare èvia San Giovanni alla Paglia, zona Centrale, con 13,1 abitanti. Seguono poi Via Strehler, zona Arena, e via don Francesco Beniamino della Torre, a Quarto Oggiaro.
# Le vie più corte di Milano
Credits: milano.corriere.it
Vi starete domandando quindi quali sono le vie più corte di Milano.
I numeri ufficiali di Amat riportano il vicolo Piero Manzoni, scultore diventato internazionalmente famoso per la “Merda in scatola”, con 29,7 metri, a seguire in zona Duomo la Galleria Ciro Fontana con 30,1 metri e infine il passaggio Scuole Palatine in zona Piazza dei Mercanti con 33,1 metri. È questo il podio delle strade più corte?
Da qualche tempo a questo parte sì. Il primo posto spettava infatti avia Citta del Messico, 12 metri nella zona della ex fiera di Milano, prima che fosse eliminata insieme parcheggio a cui accedeva per fare spazio ad un edificio al momento in costruzione.
Milano-simpatia. Questa volta anziché cercare il bello o il particolare, si vuole parlare di quei quartieri che fanno più sorridere al solo nominarli.
I 7 quartieri più simpatici di Milano
Abbiamo chiesto ai milanesi: “Quale quartiere ti sta più simpatico?”. Anche se tra i commenti c’è chi ha scritto “La simpatia a Milano? Stai sicuramente scherzando”, c’è chi invece trova una certa vivacità per le vie della città, ecco quali sono nello specifico. Li abbiamo ordinati in senso crescente, calcolando il numero di commenti più il numero di like ricevuti. Questo è il risultato.
#7 Sempione – Arco della Pace: locali, ampi spazi e pappagallini verdi
Con uno dei polmoni verdi della città e un castello che non ha niente da invidiare a nessuno, il quartiere di Corso Sempione, del Parco e del Castello Sforzesco è una delle zone più caratteristiche della città. La zona si estende per tutto Corso Sempione, realizzato nel 1801 e lungo poco meno di 2km, fino ad arrivare a Piazza Firenze. In perfetto centro città, Sempione è uno dei quartieri più simpatici: sarà forse il verde come colore predominante alternato alla sua storicità e movida a renderlo tale? Alla fine del parco c’è infatti l’Arco della Pace ricco di locali e pub interessanti, ai lati si apre Chinatown con i suoi colori e la sua innata simpatia, ma non solo. Nel parco si trova anche la Torre Branca dove ammirare la città dall’alto e la Triennale per un po’ di cultura. E non mancano neppure i pappagallini verdi, che affollano ogni sera due aceri nei pressi del Bar Bianco. In poche parole Sempione è un quartiere sempre popolato, dove ognuno trova qualcosa da fare.
#6 CityLife: l’isola felice amata dai giovani milanesi
Credits: http://www.chetvfa.it/
Fiera Milano si trova nella zone del Portello e Lotto-Fiera e, prima che fu costruito il polo Rho-Pero, era l’area fieristica più importante della città. Nata nel 1906 in occasione dell’Esposizione Universale, oggi ha lasciato parte della sua area complessiva al progetto di riqualificazione che ha fatto nascere CityLife. Ma perché è uno dei quartieri più simpatici di Milano? Citando le parole del nostre lettore Francesco E.C. “Fiera MilanoCity è un’isola felice e soprattutto pulita“, in più è sempre stata punto di ritrovo di milioni di persone che si recavano alle fiere milanesi.
#5 Porta Ticinese: l’ex Porta Cicca, dalle case chiuse alla movida milanese
Credits: @lino.grillo Porta Ticinese
Giovanni d’Anzi cantava “Lassa pur ch’el mond el disa, ma Milan l’è on gran Milan. Pòrta Cicca e la Bovisa, che dintorni pròpi san”. Conosciuta da molti milanesi, soprattutto da quelli meno giovani, come Porta Cicca, in realtà altro non è che Porta Ticinese. Il perché è chiamata così non si sa bene, si pensa derivi dallo spagnolo chica che vuol dire ragazza. Cosa c’entra una qualsiasi ragazza con una porta milanese? Il quartiere di Porta Cicca ha ospitato per anni tra le case chiuse milanesi più famose, nel vicolo Calusca. Qui le prostitute erano chiamate sparagnadolitt perché avevano l’abitudine di mangiare le ciliegie per strada. Una storia particolare, che rende il quartiere curioso.
E poi oggi Porta Ticinese è una delle zone della movida milanese dove è impossibile non trascorrere qualche serata simpatica all’insegna del divertimento.
#4 Pagano – Wagner: il ricco quartiere dove si vive a misura d’uomo
Credits: @griff_fra Milano Buonarroti/Wagner
Simpatici, non si sa, ma certamente gli abitanti del quartiere Wagner sono tra i più felici della città: circa tre anni fa uno studio ha infatti rivelato che il 94% di chi abita nella zona dichiara di vivere bene. Wagner è infatti una delle zone più ricche della città con i suoi palazzi signorili ed edifici storici eleganti. È popolata dalle famiglie più benestanti della città. Per questo potrebbe essere tra i quartieri milanesi più simpatici, magari definendolo tale si entra nelle grazie di qualche ricco manager.
Ma il quartiere Pagano-Wagner, oltre ad essere una zona perfettamente collegata dai mezzi di trasporto, è testimone di cultura e storia (delle famiglie milanesi più illustri) e ora è centro della movida milanese un po’ chic con i suoi ristoranti e locali che propongono etnici-fusion, vegan-friendly e american bakery.
Ortica è uno dei quartieri più colorati di Milano grazie al progetto OrMe (Ortica Memoria) che ha fatto sì che le strade del quartiere si riempissero di murales. Eppure Ortica non ha una storia artistica, al contrario. Il nome è ispirato proprio all’erba pungente che durante il Medioevo riempiva campi ed orti dell’area. Nel ‘900 poi Ortica è diventata un vero e proprio polo industriale con la fabbrica Innocenti e il troncone ferroviario. Una vita intensa e ricca di cambiamenti, sarà quindi la sua indole al voler cambiare che dall’agricoltura si è passati all’industria e ora all’arte?
I murales di Ortica sono quello che rendono la zona così caratteristica e simpatica. Ormai sono tantissimi: dal muro ricoperto di fiori rosa dipinti, a quello sulla musica popolare fino a quello sulla legalità. E poi la vivacità dell’Ortica non si esaurisce certo nei suoi muri colorati. Sono il Circolino, la Balera, le trattorie, feste ed eventi ad animare il quartiere tutto l’anno.
#2 Garibaldi: la splendida fusione tra la Milano del futuro e del passato
Credits: jeyjoo.it
Il “nuovo” antico quartiere milanese dove si respira aria di contemporaneità. Grazie a Piazza Gae Aulenti, la Biblioteca degli alberi e il Bosco Verticale, il quartiere intorno ad una delle porte di Milano è diventato tra i più importanti della città. Oggi è anche centro della movida milanese, di quella vip però: basti pensare alle boutique e ai locali di Corso Como. Un mix di grattacieli e parchi, di tranquillità e ricchezza, che rende il quartiere meneghino uno dei più simpatici. Anche per il suo luogo simbolo: Porta Nuova che in realtà è una delle più antiche di Milano. Già allora i milanesi della zona amavano far sorridere.
#1 Brera: il cuore della Milano con il cuore in mano
Al primo posto non poteva esserci che lei: il cuore di Milano, il quartiere artistico milanese, un po’ trasgressivo, ma molto raffinato. La zona dove si respira un’atmosfera bohémienne e romantica. Brera è un quartiere magico, ogni scorcio diventa un panorama unico: palazzi eleganti, negozietti e botteghe artigianali, la Pinacoteca, l’Osservatorio Astronomico e l’Orto Botanico danno un fascino senza tempo ai vicoletti del quartiere. Allora, appare quasi scontato il motivo per cui Brera è stata classificata come il quartiere più simpatico di Milano, forse anche per la sua tradizione: non solo dei suoi artisti ma anche per il passato in stile pigalle, quando era uno dei quartieri a luci rosse più famosi d’Italia. Con i suoi ristorantini eleganti e radical chic alternati a qualche cartomante che legge il futuro ai passanti, Brera è decisamente il quartiere più simpatico di Milano.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
La “guerra alle auto” passa attraverso la desertificazione dei parcheggi? Così sembra circolando per Milano. Ma si tratta di una strategia sensata o è destinata a rendere Milano sempre più una città solo per turisti e rentier?
A Milano il parcheggio è un miraggio
# Strisce blu, piste ciclabili senza logica e divieti: i veicoli non sanno dove parcheggiare
Andrea Urbano - Auto su binari del tram
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Andrea Urbano - Auto su binari del tram
Andrea Urbano - Auto sui binari del tram
Mentre si continua piazzare strisce blu a macchia di leopardo senza logica, creando cittadini di serie a e serie b, si procede senza sosta a creare piste ciclabili e si punta a mettere divieti, le auto parcheggiate in ogni angolo della città si moltiplicano creando un assoluto disordine. La situazione è talmente sfuggita di mano che in occasione dei lavori lungo la linea tranviaria, a quanto pare pure in ritardo, le rotaie si sono trasformate in un parcheggio. Se tutto questo vi sembra normale…
# Auto su strisce pedonali, spartitraffico e marciapiedi
Andrea Urbano - Auto su marciapiedi
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Andrea Urbano - Auto su marciapiedi
Questo orrore si va ad aggiungere a situazioni già ben oltre l’accettabile. In certe zone e in certi orari le auto vengono parcheggiate sulle strisce pedonali, sugli sparti traffico, sui marciapiedi e i vigili pare facciano finta di niente. Mettere i divieti senza poi sanzionare che senso ha? Non creare parcheggi lasciando che ogni spazio libero sia occupato dalle automobili ha forse una logica?