Non sono solo i camerieri a ricevere paghe elevate in Svizzera, più di un manager in Italia, ma anche lavorando in campagna si possono guadagnare stipendi davvero interessanti. Ecco dove, come ci si può proporre e quanto si guadagna.
La Svizzera assume nelle campagne: gli stipendi sono da favola
# Chi offre l’opportunità
Portale annunci lavoro svizzero
Tra le diverse opportunità di lavoro remunerative che si possono trovare in Svizzera ci sono anche quelle nel campo dell’agricoltura. Sono diversi i siti dove è possibile scovare queste offerte, tra questi ce ne sono tre segnalati da newslavoro.ch: Zalp.ch, Bergeinsatz.ch e Agriviva.ch.
Tra le tantissime posizioni disponibili hanno aperto le selezioni per lavorare come bracciante in campagna. L’attività di raccolta nei campi è faticosa e per questo tra i requisiti richiesti ci sono buona volontà, flessibilità e spirito di adattamento, oltre alla conoscenza della lingua tedesca o francese, anche se non indispensabile.
# A chi sono rivolte le proposte di lavoro e a quanto ammontano gli stipendi
koreafreund – pixabay – Vendemmia
Le proposte di lavoro sono rivolte a tutti, non prevedono un limite di età e comprendono anche vitto e alloggio. A questo si aggiunge una retribuzione da favola. Lavorando ad esempio come bracciante agricolo che si occupa della raccolta dell’uva si possono ricevere 120 euro al giorno, pari a uno stipendio mensile netto di 3.600 euro al mese.
Per trascorrere un fine settimana fuori Milano non serve allontanarsi troppo da casa. Vediamo 7 posti insoliti e incredibili dove è possibile trascorrere il weekend.
I 7 posti più strani dove passare la notte… entro due ore da Milano
#7 Dentro un aereo a due passi da Bergamo
Credits Naturooms IG – Natur Air Suite
In provincia di Bergamo, a Brembate di Sopra, si trova la Nature Air Suite, un glamping ricavato da un Fokker 27 del 1968 che in passato trasportava addirittura 44 passeggeri per tratta. Oggi, grazie alla ristrutturazione e alla diversa destinazione d’uso, l’aereo può ospitare fino a 4 persone: è perfetto quindi per coppie o famiglie alla ricerca di un’esperienza insolita e ricca di comfort.
Indirizzo: Via XXIV Maggio, 95, 24030 Brembate di Sopra (BG)
#6 Nella cabina di una funivia (con piscina)
Credits Cablewayroom IG – Cableway Room
A Selvino, sulle montagne bergamasche, si trova la Cableway Room, una camera doppia attrezzata che permette di dormire sotto un cielo stellato avendo a disposizione ogni comodità. La struttura si sviluppa su due piani: la zona giorno si trova al piano di sotto, mentre al piano superiore si trova la zona notte. All’esterno è disponibile una piscina riscaldabile utilizzabile in tutte le stagioni.
Indirizzo: Via Aviatico, 24020, Selvino (BG)
#5 Nella Scarface Room, per una notte alla Tony Montana
Credits Emotionalgrandmotel IG – Emotional Grand Motel Scarface Room
Questa camera è perfetta per i fan di “Scarface” e del suo protagonista Tony Montana.
All’Emotional Grand Motel di Fontaneto d’Agogna (NO) si trovano tantissime camere con temi insoliti che permettono di immergersi nelle proprie cine-fantasie. In questa stanza c’è a disposizione un ampio letto a due piazze e una grande vasca idromassaggio, per sentirsi dei veri protagonisti.
Indirizzo: Via della Fontana 41, 28010, Fontaneto d’Agogna (NO)
La Cantina Al Sinter si trova in provincia di Bergamo e permette agli ospiti che ci soggiornano di dormire all’interno di una vera botte di vino. Questa esperienza consente ai clienti di immergersi nel contesto di una vera cantina bergamasca settecentesca senza allontanarsi da Milano. E’ inoltre possibile richiedere altri servizi come la colazione o il pranzo, rigorosamente a base di prodotti a km zero.
Indirizzo: Via Trieste 27H, 24042, Capriate San Gervasio (BG)
#3 In una casetta per uccelli
Credits: Curzutt IG _ Birdbox Curzutt
In Svizzera, ma solo a un’ora e venti da Milano, si trova la Birdbox Curzútt, una stanza matrimoniale situata sul Monte Carasso, nel Canton Ticino, ideale per vivere un’esperienza a contatto con la natura. Per raggiungerla è possibile prendere la funivia, che in circa 3 minuti porta a destinazione, oppure percorrere il percorso a piedi, che ne richiede circa 45. Una volta trascorsa la notte sotto le stelle, si potrà godere di una ricca colazione con vista sul paesaggio circostante.
Indirizzo: Via I Fracc 1, 6513 Monte Carasso, Svizzera (stazione della funivia di partenza)
#2 Nell’Urban Picnic, con il pavimento di erba vera
Credits Naturooms IG – Urban Picnic
A Piazza Brembana (BG) si trova Urban Picnic, un piccolo appartamento di 12 mq dotato di molte particolarità. Il pavimento, per esempio, è realizzato in erba vera, così da offrire l’impressione di essere sempre a contatto con la natura. Il letto, inoltre, è dotato di un meccanismo che lo fa scendere direttamente dal soffitto per occupare meno spazio. Separato dall’appartamento, ma comunque vicino, c’è anche un’altra stanza con vasca idromassaggio, ottima per rilassarsi da soli o in compagnia.
Indirizzo: Via Roma 16, Piazza Brembana, 24014, (BG) – luogo del check-in
#1 Nella tenda degli indiani d’America
Credits www.mondocamping.com – Lago Idro Gampling
Per coloro che sono alla ricerca di un luogo strano dove dormire con tutta la famiglia vicino a Milano, questo glamping è perfetto. Al suo interno dispone di numerosi alloggi, fra cui quello in foto, costruito come una vera capanna degli indiani, ma comunque dotato di tutti i comfort, come la vasca idromassaggio.
Indirizzo: Via Carlo Alberto dalla Chiesa 7, Anfo, 25070 Brescia (BS)
Abbiamo posto questa domanda ai milanesi: “La cosa più bella che c’è nel tuo quartiere?”. Quartiere per quartiere ecco che cosa risulta più amato da chi ci vive.
La cosa più bella che c’è nel tuo quartiere (secondo chi ci vive)
# Navigli-Ticinese: Naviglio Grande
Credits Andrea Cherchi – Navigli al tramonto
Per chi vive in zona Navigli e Ticinese il simbolo non può che essere uno dei corsi d’acqua simbolo di Milano. Naviglio Grande, Naviglio Pavese e Darsena costituiscono un intreccio molto amato da milanesi e turisti. Una curiosità? A Milano ancora molti confondo il Naviglio Grande con quello Pavese. Come riconoscerli? Il Naviglio Grande, considerato “il re dei Navigli”, è stata la prima opera del genere a essere realizzata in Europa e storicamente è il più importante dei Navigli milanesi. Riceve le sue acque dal Ticino nei pressi di Tornavento (VA), è il più turistico e il più affascinante tra i Navigli ed offre scorci di antica bellezza con le sue case che si rispecchiano sull’acqua. Caratteristici sono i suoi cortili, i suoi tanti locali, hanno una storia lunga e complessa della quale possiamo indicare la data della nascita attorno al 1200.
Per orientarsi, il Naviglio Grande è quello che dalla Darsena costeggia Porta Genova. Il Naviglio Pavese lo si riconosce perchè inizia il suo corso direttamente in Darsena e la corrente lo porta fino a Pavia. Progettato intorno al 1359 con i Visconti, per realizzare il sogno di collegare Milano al mare. Contraddistinto nel tratto milanese da brutti condomini anni 50/60 ma da una vivace vita notturna grazie ai numerosi locali presenti lungo le sponde.
E’ considerata la piccola Versailles di Milano. Progettata come tenuta di caccia per Cicco Simonetta, utilizzata poi anche da Ludovico il Moro, è stata costruita nella seconda metà del ‘400 ed ampliata nel ‘700. All’interno del Parco di Villa Scheibler si trova anche Villa Caimi, dimora settecentesca nata come casa di campagna di una ricca famiglia milanese (i Caimi) che da decenni risulta in stato di abbandono. Sembra che, un tempo, Villa Scheibler e Villa Caimi fossero collegate da un passaggio sotterraneo.
Un tempo era in aperta campagna, costruita nel trecento per consentire ai monaci di potersi ritirare dal mondo. Un po’ quello che sogna ogni milanese. Fondata nel 1349, è stata uno dei più importanti monasteri certosini d’Italia.
All’interno di questa chiesa si trova la “pietà” di Paterzano, eseguita nel 1584/88 per l’ormai demolita chiesa di Santa Maria della Scala durante il periodo di apprendistato del giovane Caravaggio. Al suo interno è presente anche il Museo della Scultura Contemporanea di Garegnano.
Il Parco Lambro, per anni il più grande della città, si estende per oltre 700.000 mq tra Cimiano, via Crescenzago e la tangenziale est all’interno del Municipio 3. Lambro viene dal greco ambros e significa limpido. Si riferisce ovviamente al fiume che dà il nome al Parco. Così lo descrisse il Petrarca nel 1353: «A piè del colle scorre il Lambro limpidissimo fiume e benché piccolo, è capace di sostenere barche di ordinaria grandezza, il quale scendendo per Monza, di qui non lungi, si scarica nel Po.»
La sua caratteristica di un tempo viene confermata dal detto milanese: ciar com’el Làmber, “limpido come il Lambro“.
Di parco in parco, eccoci al Parco delle Cave. Terzo parco di Milano per dimensioni, nato dalla riconversione di una zona adibita a cave estrattive presenta quattro bacini artificiali, il prato erboso solcato da percorsi equestri e ciclabili, i boschi, gli orti urbani e la cascina Linterno. I lavori di rigenerazione si sono completati nel 2009: il Parco è oggi gestito dalla facoltà di Biologia dell’Università degli Studi di Milano.
Poco più a nord sempre nel Municipio 7 confinante con il Parco delle Cave, tra via Novara e il quartiere Trenno, c’è il Bosco in Città. Realizzato a partire dagli anni ’70, è stato il primo progetto italiano di riforestazione urbana. La sua estensione è di 110.000 mq. Uno dei pochi luoghi in città dove si perde la cognizione di trovarsi a Milano.
# CityLife: i tre grattacieli
Credits Andrea Cherchi – Citylife tra gli alberi
I tre grattacieli di CityLife: il Dritto, lo Storto e il Curvo. Sono il simbolo del quartiere rinato sulle ceneri dell’ex Fiera, sul lato più centrale del Municipio 8. Il primo, progettato dal compianto Isozaki, è ad oggi il più alto d’Italia al piano con i suoi 209 metri.
C’è chi ha detto le Terme, chi la stessa Porta, ma su tutti la spunta una vera e propria istituzione nel quartiere. Da oltre 50 anni, conosciuto da tutti per il pollo allo spiedo più buono di Milano, si trova in piazza Buozzi e oltre alla rosticceria propone carni crude, i fritti, i primi piatti come lasagne, parmigiana, timballo, risotti di ogni genere. Ultimamente è stato al centro delle cronache il taglio del platano accanto.
Credits travelling.phoenix IG – Orto botanico Città Studi
L’Orto Botanico di Città Studi, fondato nel 1774, è uno dei giardini botanici più antichi d’Italia. Occupa un’area di circa 2,5 ettari e ospita una vasta collezione di piante, tra cui numerose specie rare e in via di estinzione. Un grande motivo d’orgoglio per gli abitanti di Città Studi.
Splendida villa storica, vero e proprio simbolo del quartiere di Affori nel Municipio 9. Circondata da un vasto parco di circa 40.000 mq, la sua costruzione risale al XVII secolo e nel corso della sua storia ha ospitato importanti personalità storiche come il principe Eugenio di Savoia.
Nel quartiere bohémien di Milano sgomitano molte bellezze per un posto al sole. Su tutte sembra spuntarla la Pinacoteca, uno dei musei d’arte più importanti di Milano nel cuore di Brera. Tra le opere più famose conservate nella Pinacoteca di Brera ci sono la “Cena in Emmaus” di Caravaggio, il “Bacio” di Francesco Hayez e il “Cristo Morto” di Andrea Mantegna.
Credits dimitrisvetsikas1969-pixabay – Arco della Pace
Chi vive nei dintorni la considera il suo grande punto di riferimento. Più ancora del parco o del Castello, si tratta del monumento progettato dal Cagnola e costruito a inizio del XIX secolo in stile neoclassico durante l’era napoleonica: puntava verso Parigi creando un ipotetico viale di collegamento tra Milano e la capitale francese. Con gli austriaci è cambiato il nome, da Arco della Vittoria ad Arco della Pace, dedicato al congresso di Vienna del 1815) e l’orientamento dei cavali, che sono stati girati per volgere le terga proprio in direzione degli odiati francesi. Misura 25 metri di altezza.
La realizzazione del Ponte sullo Stretto non velocizzerebbe solamente gli spostamenti tra le due regioni, ma, grazie anche a tutte le infrastrutture previste in entrambi i territori, potrebbe dar vita a una vera metropoli del Mediterraneo. Un po’ come successo in Scandinavia per Copenaghen e Malmoe.
La Città dello Stretto: la nuova metropoli che potrebbe nascere al Sud
# Il Ponte sullo Stretto potrebbe dar vita alla metropoli del Mediterraneo
Webuild – Ponte stretto da lontano
La certezza si avrà solo quando sarà posta l’ultima pietra. Se verrà realizzato, il Ponte sullo Stretto avrà la campata unica più lunga del mondo, 3.330 metri, e vi dovrebbero transitare annualmente a regime 60.000 treni e 6 milioni di veicoli ogni anno. L’opera consentirebbe di ridurre i tempi medi di attraversamento, ad un massimo di 15 minuti con il treno e 13 con l’auto, ma anche di dar vita a una metropoli del Mediterraneo grazie a tutte le infrastrutture connesse inserite nel progetto.
Nino Germanà Fb – Metroferrovia
Nello specifico sono previsti 40 km di raccordi viari e ferroviari che collegheranno l’autostrada del Mediterraneo (A2) e la stazione Fs di Villa San Giovanni da lato Calabria e le autostrade Messina-Catania (A18) e Messina-Palermo (A20), oltre a una nuova stazione Fs di Messina dal lato Sicilia.
A questo si dovrebbe aggiungere la metroferrovia, impropriamente chiamata metropolitana dello stretto e attualmente operativa con 10 fermate in Sicilia, che andrebbe a collegare i territori delle due città separate dal mare, compresa l’attuale stazione di Reggio Calabria Aeroporto.
# Una città da oltre 1,1 milioni di residenti
Google Maps – Stretto di Messina
Sommando la popolazione del Comune di Messina, 217mila residenti, e quella del Comune di Reggio Calabria, 170mila residenti, si arriva a un totale di 387mila residenti. Mettendo insieme invece quelle delle rispettive città metropolitane si supera la quota di 1,1 milioni.
# Due musei di pregio: il Museo Interdisciplinare Regionale di Messina e il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria
cn24tv – Bronzi di Riace
La “Città dello Stretto” porterebbe in dote due grandi istituzioni museali italiane:
il Museo Interdisciplinare Regionale di Messina ospitato nell’ottocentesca ex filanda Mellinghoff e nell’ex monastero basiliano di San Salvatore dei Greci, con opere di autori prestigiosi come Antonello, Caravaggio, Laurana e un percorso che va dal Medioevo all’Ottocento;
il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, tra i poli museali archeologici più prestigiosi d’Italia, dove spicca la sezione di archeologia subacquea dedicata ai Bronzi di Riace, tra i capolavori al mondo più significativi dell’arte greca.
# Due università per un totale di 10 facoltà
sonny__0314 IG – Università Messina
La città porterebbe in dote anche due università: l’Università degli Studi di Messina istituita nel 1548 da papa Paolo III e rifondata nel 1838 da Ferdinando II, con 7 facoltà tra cui Medicina, Giurisprudenza, Economia e Ingegneria, e l‘Università di Reggio Calabria, con le facoltà di Architettura, Ingegneria e Scienze Agrarie, che agli inizi degli anni 2000 ha cambiato denominazione Università degli Studi “Mediterranea” per ambire a diventare un punto di riferimento culturale e scientifico nel bacino del Mediterraneo.
# 450 km di costa distribuiti tra le due città metropolitane
Non mancano poi le spiagge e il mare. Il Comune di Messina conta 58 km di costa, quello di Reggio Calabria 32, mettendo insieme quello dei due territori metropolitani si arriva a quasi 450 km.
Credits milanoportagenova IG - Piazzale Porta Genova
A Milano dal 1870. Ma il suo destino è segnato. Cesserà di essere la stazione di partenza e di arrivo dei treni regionali. Al suo posto: il capolinea della M4.
Addio Porta Genova: sarà smantellata la storica stazione
credits: mumi-ecomuseo.it
Conto alla rovescia per due. Per la M4 e per Porta Genova. Una verrà aperta tutta, l’altra sarà smantellata. E si tratta di due fatti collegati. Già, perchè il destino della stazione di Porta Genova è segnato proprio dall’apertura della linea blu.
# L’apertura della M4 segna la fine di Porta Genova Fs
Credits luigibertino IG – Piazzale Porta Genova
Come annunciato dal sindaco, entro fine settembre tutta la linea blu sarà aperta. Da quel momento Porta Genova Fs smetterà di essere, giorno dopo giorno, il punto di partenza e di arrivo per i treni regionali. La nuova stazione sarà infatti San Cristoforo, capolinea della M4: in questo modo si procederà a un altro passo per un riassetto generale dei collegamenti tra la cintura sud di Milano e le aree del vigevanese e del pavese.
# I motivi del trasferimento a San Cristoforo
Oma – Rendering San Cristoforo
Il limite di Porta Genova si chiama “binario unico” che penalizza in particolare la tratta Milano – Albairate. Altro vantaggio di portare i treni a San Cristoforo è di deviare il traffico dei pendolari sulla nuova linea blu e da e per Linate. Non solo: un altro vantaggio sarà il collegamento con il passante. Per potenziare il movimento nella cintura di Milano si punta su Rogoredo FS.
Ancora mistero su cosa ci sarà al posto di Porta Genova Fs. Resta comunque il simbolo storico di una stazione che è stata il primo approdo ferroviario per chi proveniva dal sud-ovest.
“A Milano faremo un’altra metropolitana e stiamo mettendo a punto il tracciato”, ha annunciato Beppe Sala in diretta Instagram mercoledì 8 maggio. “Sono convinto”, ha aggiunto il sindaco, “che (le metropolitane) vanno portate fuori oltre i confini cittadini. L’esempio classico è Monza, ma anche la M4. Una volta aperta la seconda tratta da San Babila a San Cristoforo abbiamo in programma di progettare un prolungamento con altre due fermate: Idroscalo e Segrate“. L’intenzione del sindaco è di rilanciare l’Idroscalo: “È veramente un valore sottovalutato di Milano”. A Segrate si realizzerà la porta Est dell’alta velocità, secondo i piani di Rfi. Ma quale potrebbe essere il tracciato della sesta linea di Milano? Al momento esistono due ipotesi.
Tra le ipotesi più probabili c’è quella di collegare il Sud Est di Milano con il Sud Ovest, dalla Barona a Ponte Lambro. Soluzione che potrebbe essere ulteriormente estesa portando la M6 da MIND a Ponte Lambro, passando per Santa Giulia e intercetterebbe tutte le linee metropolitane esistenti incrociando la Circle Line alla stazione MIND-Merlata, la M1 e M5 ad ovest, la M4 a sud ovest, la M2 e la M3 a sud con probabile interscambio a Lodi T.I.B.B. a servizio dello Scalo Romana. Ma l’ultima ipotesi sembra invece particolarmente caldeggiata dal governo: arrivare fino a Opera.
L’altra ipotesi prevede un tracciato a sud lungo l’asse di Via Ripamonti per servire il quartiere Vigentino, lo IEO, Noverasco e fare capolinea nel Comune di Opera, dove verrebbe realizzato il deposito-officina e un hub dell’Alta Velocità per i Frecciarossa e gli Italo Treno diretti a Genova.
Area giochi in piazza Gobetti - ph. Gabriele Simonelli
La situazione alloggi a Milano per molti è drammatica. Affitti alle stelle che si aggiungono a una Milano in cui la forbice tra ricchi e poveri si sta sempre più allargando. Oltre a questo ci sono anche arrivi a Milano di persone in cerca di fortuna che spesso non riescono a trovarla. Ma tutto questo non giustifica il fatto che sempre più spazi pubblici si stanno trasformando in dormitori, o peggio. Come è il caso di questa area giochi per bambini.
Quest’area giochi non è un albergo
Area giochi in piazza Gobetti – ph. Gabriele Simonelli
E’ Gabriele Simonelli che ci segnala l’uso “alternativo” delle aree giochi di Milano. In particolare di quella in piazza Gobetti. Simonelli documenta anche con una “foto scattata questa mattina alle ore 7.05” (il 9 maggio 2024), la presenza di due persone che “abitano” l’area. La preoccupazione è soprattutto per l’igiene. “Immagino”, scrive Simonelli, “che a breve utilizzeranno anche il verde presente come area utile per espletare i propri bisogni fisiologici e la fontana per lavarsi, lasciando così libera l’area per i bambini che nel pomeriggio verranno a giocare.”
Simonelli ha inviato la segnalazione a sindaco e assessori augurandosi un intervento.
Il pane è un alimento di base che viene consumato in tutto il mondo da molte generazioni. Oltre ad essere un alimento nella dieta umana, il pane ha una storia importante e svolge un ruolo importante nella cultura e nella società. Chi di noi non è mai entrato, almeno una volta nella vita, da un panettiere (o dal prestinè per noi milanesi)? Impossibile trovarne qualcuno. Ma se le generazioni di oggi hanno la possibilità di trovare e scegliere tra svariati tipi di pane, ce n’è uno che è rimasto scolpito nell’immaginario collettivo meneghino e che purtroppo non si trova più così facilmente in giro. Sto parlando della mitica michetta.
Che fine ha fatto la michetta milanese?
# Una storia secolare
credits backmagicit -kaisersemmel
La michetta milanese è un pane tradizionale noto per la sua forma unica tondeggiante e la morbida consistenza della sua pasta. Molto amata nella città di Milano e in tutta la regione lombarda, la michetta ha una lunga e ricca storia che la rende un simbolo culinario dell’arte della panificazione locale.
La sua origine esatta non è del tutto certa, tuttavia, ci sono varie teorie sulla sua creazione. Secondo una di queste, la michetta sarebbe stata inventata durante il Rinascimento, quando le donne aristocratiche dovevano avere un proprio “panino elegante” da sfoggiare per essere accettate nei circoli di alta società. Con l’obiettivo di creare un pane elegante da offrire alle donne, i panettieri milanesi avrebbero creato la michetta con la sua forma particolare e il sapore unico.
Un’altra teoria sostiene che la michetta sia nata dalla combinazione degli ingredienti per il pane con l’aggiunta di strutto, uno dei principali ingredienti utilizzati nella panificazione a Milano. L’aggiunta di strutto renderà la pasta della michetta meno dura e piuttosto morbida, caratteristica che la distinguerebbe da altri tipi di pane. Inoltre, ci sono prove storiche che sulle ricette di panificazione milanesi la quantità di strutto utilizzata era decisamente maggiore rispetto alle ricette di altre regioni.
Tuttavia, nonostante queste teorie, l’origine esatta della michetta rimane ancora un mistero.
# Il successo meneghino e non solo
rugol_milano IG – Michetta
Ciò che è certo è che la michetta è un pane molto apprezzato nella cucina italiana. La sua forma unica, con la crosta croccante e dorata e la morbida pasta interna, rende la michetta un pane molto versatile che può essere apprezzato in molti modi. La sua forma tondeggiante, in particolare, la fa facilmente distinguere da altri tipi di pane presenti in Italia e nel resto del mondo.
La michetta milanese solitamente ha un diametro di circa otto centimetri, con lievito utilizzato per l’impasto che viene lasciato riposare per alcune ore. Grazie alla sua pasta morbida, la michetta milanese è un pane liscio, difficile da tagliare con i coltelli, ma che si spezza facilmente a mano, caratteristica che la rende stuzzicante e piacevole da mangiare.
La michetta milanese si può gustare in numerosi modi, ma spesso viene accompagnata da salumi locali, come salame e prosciutto, oppure da formaggi come il gorgonzola o la crescenza. Altrettanto spesso, viene usata per preparare panini, toast o tramezzini, oppure servita con zuppe e minestre.
In passato, la produzione della michetta milanese era molto limitata, poiché veniva prodotta solo da una piccola ma selezionata cerchia di panifici tradizionali. Oggi, però, molte pasticcerie e panetterie milanese producono la michetta, che è diventata uno dei prodotti di panificazione più amati e noti anche a livello nazionale e internazionale. Infatti, la michetta milanese è stata presente in numerosi programmi televisivi italiani dedicati alla gastronomia e ai prodotti tradizionali.
Inoltre, la diversità delle sue varietà ha permesso la creazione di prodotti a base di michetta, come la famosa “focaccia alla salentina” o la celebre pasticceria “michettina”, un dolce simile a un biscottino piccolo, croccante e molto aromatico.
In ogni caso, la michetta milanese rappresenta un vero e proprio simbolo dell’arte della panificazione milanese, della sua cultura e della sua gastronomia. Senza dubbio, si tratta di un prodotto di panificazione di grande valore che si è inserito nell’identità storica e culturale di Milano. Anche se la sua origine esatta rimane ancora incerta, la michetta milanese è oggi un pane iconico, riconosciuto e apprezzato in tutto il mondo.
Nel 2007 la michetta ha ottenuto dal Comune di Milano il riconoscimento De.Co. che significa “Denominazione Comunale”, assegnato ai prodotti gastronomici tradizionali milanesi.
# Merce rara
panificiodanelli IG – Michetta
La scomparsa della michetta milanese come pane comune nei negozi di alimentari e nelle panetterie è un fenomeno che ha reso molto difficile trovarla oggi, a differenza di qualche tempo fa.
Uno dei motivi principali di questo declino è il cambiamento delle preferenze dei consumatori, che sempre più spesso cercano alimenti senza glutine o a basso contenuto di carboidrati. Queste tendenze alimentari hanno spinto molte panetterie a ridurre la produzione di pane tradizionale, come la michetta, in favore di prodotti alternativi.
Un altro fattore che ha portato alla scomparsa della michetta milanese è l’industrializzazione del settore del pane e l’aumento del commercio globale. Molte panetterie e pasticcerie artigianali hanno dovuto fare i conti con l’intensa concorrenza di grandi aziende alimentari e dei produttori di pane su scala industriale, i quali sono in grado di produrre grandi quantità di pane a prezzi competitivi.
In particolare, il costo di produzione della michetta è più elevato rispetto ad altre varietà di pane, siccome richiede un maggiore lavoro manuale. Ciò porta ad un prezzo del prodotto finale maggiore rispetto ad altre varietà di pane meno faticose da preparare. Molti consumatori, a causa di questo alto prezzo, preferiscono comprare vari tipi di pane più abbordabili.
Un altro fattore che ha contribuito alla scomparsa della michetta milanese è il cambiamento dei metodi di produzione del pane, usando macchinari specializzati per produrre grandi quantità di pane. Questa nuova tecnologia ha permesso di produrre enormi quantità di pane rapidamente e con un basso costo. Tuttavia, la produzione del pane tradizionale, che richiede ancora il lavoro manuale e l’utilizzo di tecniche di cottura molto selettive, non è in grado di competere con questi costi.
La crescente omogeneizzazione dei prodotti alimentari è un altro fattore che ha portato alla scomparsa della michetta milanese. Molte grandi aziende alimentari producono e distribuiscono prodotti alimentari in grande quantità in tutta Italia e in tutto il mondo, utilizzando un’unica ricetta e eliminando le parti tradizionali. Invalidando la possibilità di acquistare prodotti locali, come la michetta, i consumatori non sono in grado di apprezzare e conoscere questi tipi tradizionali di pane.
Fortunatamente, nonostante la scomparsa della michetta dalle panetterie locali, ci sono ancora molte panetterie e pasticcerie tradizionali di Milano che producono la michetta. Questi panifici artigianali e le pasticcerie sono i custodi della tradizione del pane milanese e continuano a fornire l’occasione per gustare una delle prelibatezze più famose della città.
In conclusione, purtroppo la scomparsa della michetta milanese è un dato di fatto. Sebbene ci siano molte ragioni alla base di questo declino, la michetta milanese resta ancora un simbolo importante della cucina milanese, della tradizione culinaria italiana e della cultura del pane in genere. Ancora oggi, molti panifici artigianali a Milano producono la michetta con le tecniche tradizionali, rendendo possibile gustare quest’unico pane tanto apprezzato dalla popolazione locale.
I milanesi si spostano in periferia e nell’hinterland, o hanno espresso il desiderio di farlo. Ma c’è chi si muove nella direzione opposta: le multinazionali. La scelta di Coca-Cola, che ha trasferito la propria sede nel rinnovato complesso prima sede de Il Sole24ore, è solo l’ultimo caso in ordine di tempo.
La fuga delle multinazionali dall’hinterland a Milano
# Aumentano i residenti, ma molti milanesi lasciano la città
Credits Andrea Cherchi – Duomo dall’alto
I residenti a Milano hanno sfondato il muro di 1,4 milioni, in crescita di circa 200mila unità rispetto a circa 15 anni fa. Analizzando però i dati statistici pubblicati sul portale “Open Data” del Comune si può vedere come negli ultimi cinque anni hanno lasciato la città 204mila persone a fronte di circa 240mila arrivi. Tra i motivi principali del trasferimento fuori Milano ci sono l’alto costo della vita, case poco spaziose e verde insufficiente. Una parte si traferisce in altre regioni o all’estero. I nuovi milanesi sono per il 25% stranieri, il resto proveniente da altre parti d’Italia e in minima parte dall’hinterland.
Se quindi sempre più milanesi si spostano in periferia e nell’hinterland, o hanno espresso il desiderio di farlo come raccontato in questo articolo, negli ultimi anni le multinazionali stanno scegliendo di fare il percorso inverso.
# Le multinazionali scelgono il percorso inverso: da Microsoft a Coca-Cola
Microsoft House
Una delle prime multinazionali a trasferirsi dall’hinterland a Milano è stata MicrosoftItalia nel 2017, quando ha lasciato la sua sede italiana di Segrate prendendo gli spazi di una delle piramidi progettate studio svizzero Herzog & De Meuron in Porta Volta.
edificigaribaldiexecutive.com – Edge
Nel 2022 è stato il turno di Novartis che ha trasferito il suo HQ da Origgio, in provincia di Varese, in Porta Nuova. Si è insediato nel nuovo complesso immobiliare dal nome “Edge” che ha riqualificato quello precedente sede dell’hotel Executive e anche del Calciomercato.
Nel 2023 la multinazionale Whirlpool ha inaugurato i nuovi uffici della regione Europa, Medio Oriente e Africa nel quartiere Certosa di Milano,spostandosi da Pero, al netto delle successive vicende societarie. Una struttura a due piani di oltre 7mila metri quadri progettata dallo studio Realstep e Jamestown.
mark-up.it – Sede Coca Cola
Nei giorni scorsi Coca Cola ha lasciato lo storico edificio arancio di Sesto San Giovanni per approdare nel rinnovato complesso progettato e riqualificato dal Renzo Piano Building Workshop, prima sede de Il Sole24ore, in Viale Monterosa 91 in zona Lotto.
# Nel 2027 Campari torna a Milano, dove è nata, con il suo Quartier Generale
Credits Bnp – Futura sede Campari
Nel mese di marzo 2024 è arrivato inoltre l’annuncio da parte di Campari che nel 2027sposterà la sua sede dall’attuale sede di Sesto San Giovanni a un edificio di circa 10mila metri quadrati e 9 piani fuori terra in Corso Europa 2 a Milano. Il palazzo, acquistato per una cifra di circa 110 milioni di euro da Bnp Paribas Reim, verrà riqualificato profondamente. Per Campari si tratta di un ritorno in città, l’avventura iniziò infatti ufficialmente nel 1867 nello storico locale in Galleria Emanuele II affacciato su Piazza del Duomo.
# La Grande Milano è solo un bluff?
MIND
Gli interventi di MIND e della futura MilanoSesto, sui terreni un tempo occupati dalle ex acciaierie Falck, sembrerebbero far propendere per un allargamento di Milano verso l’area metropolitana e quindi verso un concetto di Grande Milano. A ben vedere però si tratta per entrambi i casi di aree di prima cintura e anzi confinanti con Milano, se non condivise con il territorio comunale, e quindi da considerare come parti integranti della città. Il trasferimento delle aziende dall’hinterland a Milano pare quindi solo un ulteriore conferma della scarsa considerazione alla città allargata oltre il suo perimetro amministrativo. Se queste dinamiche dovessero rinsaldarsi anche in futuro, si assisterà ad un’inversione di rotta anche da parte dei residenti che vivono fuori città?
A Milano impossibile is nothing. Si può fare tutto. Tipo queste dieci cose impossibili che possono diventare possibili.
A Milano niente è impossibile: 10 cose (forse) irreali che ci vorrebbero in città
#1 Il mare
O almeno una zona balneare più centrale dell’Idroscalo, magari in Darsena tipo Parigi sulla Senna.
mare milano milano panoramica
#2 L’ozio
Per imparare a godersi la città.
#3 Senza traffico
Riappropriandosi dello spazio di Milano.
#4 La consapevolezza di vivere nella quarta città d’arte italiana
Mentre molti pensano di essere nella centesima.
Credits Andrea Cherchi – Ultima Cena
#5 Una città a mobilità elettrica
Tutti i veicoli a emissioni a zero, fotovoltaico a manetta.
#6 Colline
Più alte del Montestella, più vicine del Montevecchia, da dove ammirare il panorama della città.
vista di milano da montevecchia
#7 L’aria pulita
Per respirare a pieni polmoni e per allinearci alle città del nord Europa.
#8 Una circolare periferica
La circonvallazione 90/91 trasformata in due tunnel sovrapposti (uno per ogni senso di marcia) senza semafori, con uscite ogni 2/3 km e la parte sopra resa parco e per la circolazione locale. Come la Boulevard Périphérique di Parigi.
Ipotesi delle 3 Circle line
#9 Collegamento ultraveloci con le montagne e il mare
Un’ora e siamo in spiaggia o sulle piste da sci.
#10 Milano città stato
Autonoma come una regione o una provincia autonoma. Tipo Bolzano, tipo Berlino, tipo Hong Kong. O tipo Montecarlo?
Hong Kong credits: pexels
Un ringraziamento speciale per le proposte di nominations a: Emil Abirascid (Giornalista), Giacomo Biraghi (Il Secolo Urbano), Francesco Boz (Autore TV), Mauro Colombo (Redattore), Ugo Fava (Osteria della Triennale/Le Biciclette), Alessandro Fracassi (Mutui On Line Spa), Fabio Massa (Affari Italiani), Gigi Mazzeschi (Macchianera Awards), Arianna Ricotti (Event Manager), Ivan Salvagno (HiTech Professional), Gianmarco Senna (Fatto Bene/Ghe Sem), Antonella Tagliabue (Imprenditrice Sociale), Marco Torchio (Reply)
A Linate per volare basta la faccia: il primo aeroporto del mondo ad attivare il Face Boarding
# Arriva il FaceBoarding
Credits: siviaggia.it Linate
All’aeroporto non è più necessario esibire ai diversi check point il passaporto o la carta d’identità elettronica. Non solo: neppure la carta di imbarco. Con il FaceBoarding è possibile procedere semplicemente mostrando il proprio viso.
I viaggiatori possono scegliere liberamente se utilizzare o meno il nuovo sistema: vi è sempre la possibilità di effettuare i controlli in modo tradizionale.
Per tutti i passeggeri delle compagnie aeree che hanno aderito al servizio è inoltre possibile imbarcarsi tramite FaceBoarding. Ma come funziona?
# Ma come funziona?
Dopo aver effettuato il check-in online o ai banchi dedicati in aeroporto ed aver imbarcato eventualmente il proprio bagaglio, per registrarsi al FaceBoarding bisogna recarsi presso gli appositi chioschi presenti nell’area dedicata situata vicino all’isola check-in 8.
Sarà presto disponibile l’app mobile dedicata al FaceBoarding sia per Android che iOS.
Ai chioschi presenti in aeroporto, basta seguire le istruzioni che appaiono sul monitor del chiosco stesso, che sono:
Prestare il consenso per il trattamento dei propri dati personali.
Registrare la carta di imbarco scansionandola attraverso il lettore del chiosco.
Registrare il proprio documento elettronico accostandolo al medesimo lettore.
Effettuare la scansione del proprio volto tramite la telecamera del chiosco.
Scegliere fra la registrazione al servizio solo per un volo o per l’intero programma.
Recarsi al tornello dedicato al FaceBoarding per accedere ai filtri di sicurezza.
Superare i gate di imbarco usufruendo della corsia dedicata se il vettore con cui si sta viaggiando ha aderito al servizio FaceBoarding.
Per ogni successivo accesso, i passeggeri che hanno scelto la registrazione per l’intero programma possono associare le carte di imbarco usando nuovamente i chioschi elettronici presenti in aeroporto come utente registrato. I passeggeri che hanno scelto di conservare la propria registrazione solo per 24 ore devono ripetere l’intera registrazione.
cristian1989 skyscrapercity - Mappa Metro futura con linea circolare
Il Sindaco Sala ha annunciato che la linea M6 sarà l’ultima metropolitana realizzata nei confini milanesi: per migliorare la rete si lavorerà esclusivamente sui prolungamenti delle linee esistenti. Perché fermarsi a sole sei linee e non sognare in grande? Un utente di skyscrapercity ha provato a immaginare alcuni sviluppi alternativi.
Una super rete metropolitana per Milano: 8 linee e oltre 250 stazioni
# Una rete di 8 linee, compresa una dedicata per Monza, e 233 stazioni
cristian1989 skyscrapercity – Mappa Metro futura
L’attuale amministrazione milanese ha dichiarato a più riprese che la M6 sarà l’ultima linea realizzata all’interno dei confini della città. Gli altri interventi riguarderanno solo estensioni di linee esistenti. Nessuno vieta però di sognare più in grande, immaginando un sistema di metro in linea quello delle capitali europee.
Alcune delle proposte realizzate dall’utente Cristian1989 sul forum skyscrapercity vanno in quella direzione. La prima ipotesi per la futura retemetropolitana di Milano e dell’hinterland prevede 8 linee per un totale di:
• 233 stazioni metro
• 23 interscambi fra sole metro • 26 interscambi metro/treni
Le attuali linee diventerebbero così:
• M1 con i prolungamenti previsti fino al Quartiere Olmi a sud est, a Cinisello Bettola a nord, e 3 nuove fermate nord ovest (Mazzo di Rho, Arese e Arese Centro Commerciale);
• M2 con 5 nuove fermate a nord est (Brughiero, Carugate, Agrate-Colleoni, Concorrezzo, Vimercate-Torri Bianche) e 6 a sud di cui 3 in prosecuzione di Assago Forum (Cassino Scanasio, Rozzano Centro e Ospedale Humanitas) e 3 da Piazza Abbiategrasso (Vigentino, Omero e Rogoredo Fs);
• M3 estesa a nord di 2 fermate (Novate Milanese e Bollate Centro Fn a interscambiare con una futura M7) e a sud di 3 (Bolgiano, Zeroforamagno e Peschiera Borromeo);
• M4 con le 2 fermate ad est già previste (Idroscalo San Felice e Segrate Porta Est) e 6 fermate ad ovest a a servire i comuni di Buccinasco, Cesano Boscone, Corsico e Trezzano sul Naviglio (Buccinasco Alpini, Corsico centro, Quartiere Lavagna, Quartiere Tessera, Nuova Vigevanese e il nuovo capolinea a Trezzano FS);
• M5 con l’estensione a nord a Monza di sole 4 fermate fino a Cinisello Bettola a interscambiare con la M1 e altre 5 fermate con lo sbinamento ipotizzato qualche anno fa (Bresso Campovolo, Bresso Nord, Cinisello Togliatti, Cinisello Bellaria e Calderara a incrociare una futura M7), a cui aggiungere altre 4 fermate ad ovest (Cascina Bellaria, Quarto Cagnino e nei comuni di Settimo Milanese e Cornaredo, oltre la tangenziale ovest);
Le tre nuove linee avrebbero questi tracciati:
• M6, di colore arancio, con partenza da Molino Dorino a interscambiare con la M1, poi a Merlata-Mind con la futura stazione della Circle line ferroviaria, per poi procedere con fermate all’Ospedale Sacco e Quarto Oggiaro e lungo l’asse di Corso Sempione con fermata all’Arco della Pace, tra le zone peggio servite in centro. Da qui virerebbe ad est incrociando la M2 a Moscova, la M3 a Turati, di nuovo la M1 a Palestro, la M4 a Tricolore, e infine la M3 a San Donato. Il tracciato arriverebbe fino a San Giuliano Milanese. Tra le fermate anche quella per il PalaItalia e per il quartiere Metanopoli di San Donato.
• M7 sarebbe una delle due linee ad uso esclusivo dell’hinterland, oltre che tangenziale, indicata con un colore azzurro, con percorso da Rho Fiera Milano M1 ad Agrate Colleoni sulla M2. Servirebbe comuni di Agrate Brianza, Baranzate, Bollate, Cinisello Balsamo, Monza, Muggiò, Paderno Dugnano, Rho. Previsti interscambi anche a Monza Fs, a Calderara con la M5 e Bollate Centro FN.
• M8 sarebbe la seconda linea dell’hinterland, a servizio di Monza, e non sarebbe altro che il tracciato composto dalle 8 fermate rimaste dal progetto approvato per l’estensione della M5.
# Una variante con 258 stazioni e una vera circle line, più esterna di quella ferroviaria
cristian1989 skyscrapercity – Mappa Metro futura con linea circolare
Un’altra ipotesi della futura rete metropolitana di Milano prevede sempre 8 linee, con 258 fermate, e una vera circle line più esterna della semicircle in fase di realizzazione.
Le attuali linee diventerebbero così:
• M1 come nella prima ipotesi per un totale di 46 fermate.
• M2 con 5 nuove fermate a nord est (Brughiero, Carugate, Agrate-Colleoni, Concorrezzo, Vimercate-Torri Bianche) e tre a sud (Cassino Scanasio, Rozzano Centro e Ospedale Humanitas). In totale 42 fermate.
• M3 estesa a nord di tre fermate (Ospitaletto nel Comune di Cormano, Villaggio Ambrosiano e Paderno Dugnano) a servizio anche dei Comuni di Bollate e Novate Milanese, e a sud di 6 (San Donato Centro, Peschiera Borromeo, Pantigliate, Mediglia, Caleppio Cerca, Paullo Centro e Paullo est). In totale 30 fermate.
• M4 come nella prima ipotesi per un totale di 29 fermate.
• M5 con l’estensione a nord a Monza di 11 fermate e a Cinisello di 3, con lo sbinamento ipotizzato qualche anno fa, e 4 fermate ad ovest (Cascina Bellaria, Quarto Cagnino e nei comuni di Settimo Milanese e Cornaredo, oltre la tangenziale ovest);
Le tre nuove linee avrebbero invece questi tracciati:
• M6 con identico percorso della precedente ipotesi, ma con tre differenze: il colore rosa al posto dell’arancione, l’aggiunta dell’interscambio con la M8 Circle Line a Cuoco e lo stop a San Donato M3. In totale 23 fermate.
M7 avrebbe percorso simile ma più spostato verso Milano, sempre a servizio degli stessi comuni, per un totale di 19 fermate. Gli interscambi previsti sarebbero Cinisello Togliatti con la M5 e Ospitaletto con la M3.
M8, di colore arancione, sarebbe invece una vera circle line, più esterna della semi-circle line in fase di realizzazione, con un percorso Lotto – Susa – Lotto e interscambi ad Affori Centro con la M3, Cà Granda con la M5, Rovereto con la M1, Piola con la M2, Susa con la M4, Cuoco con la M6, Corvetto con la M3, Famagosta con la M2, Frattini con la M4, Bande Nere con la M1, Lotto con M1 e M5 e infine Accursio con la M6. In totale 32 fermate.
Bisogna ammetterlo: a Milano a volte sembra che quando andiamo in bicicletta tutto ci sia dovuto. Invece non è così.
Le regole che i ciclisti non sanno di dover seguire
#1 Se in una strada c’è una pista ciclabile chi è in bici deve percorrerla
pitcap67.wordpress.com – Pista ciclabile a Zurigo
Lo prevede il comma 9 dell’articolo 182 del Codice della Strada: “I velocipedi devono transitare sulle piste loro riservate ovvero sulle corsie ciclabili o sulle corsie ciclabili per doppio senso ciclabile, quando esistono, salvo il divieto per particolari categorie di essi, con le modalità stabilite nel regolamento. Le norme previste dal regolamento per la circolazione sulle piste ciclabili si applicano anche alla circolazione sulle corsie ciclabili e sulle corsie ciclabili per doppio senso ciclabile.”
#2 In corrispondenza delle strisce pedonali non si ha la precedenza sui pedoni
In base a quanto riportato al Comma 11 dell’articolo 40 del Codice della Strada “in corrispondenza degli attraversamenti pedonali i conducenti dei veicoli devono dare la precedenza ai pedoni, che si accingono ad attraversare la strada o che hanno iniziato l’attraversamento.” Per veicoli si intendono anche le biciclette.
#3 Quando si attraversano le strisce non si ha la precedenza sulle auto, se non si conduce la bicicletta a mano
Per avere la precedenza sulle automobili sulle strisce pedonali i ciclisti devono portare a mano la bicicletta: anzi, è proprio vietato attraversarle con il mezzo a due ruote.
#4 Anche con segnale di fine ciclabile bisogna lasciare passare i veicoli in transito agli incroci
In caso di attraversamenti ciclabili, segnalati con quadrati posti ai lati della carreggiata ciclabile, la precedenza è di chi si muove in bicicletta. Nel caso però in cui sia stata collocata una segnaletica verticale che indichi la fine della pista ciclabile, prima che riprenda dopo l’incrocio, sono le auto ad avere la precedenza.
#5 Nelle aree pedonali la bicicletta va portata a piedi
wal_172619-pixabay – Bicicletta a piedi
I ciclisti possono muoversi nelle aree pedonali solo scendendo dalle biciclette e conducendole a mano, salvo che non sia ammesso diversamente.
#6 La pista monodirezionale va percorsa nel senso di marcia delle auto
Credits Roberto Lorenzetti FB – Cordoli ciclabile Corso Buenos Aires
Nelle corsie o piste ciclabili monodirezionali il ciclista deve procedere nel senso di marcia delle automobili, quindi non contromano, anche se sulla strada non è presente una pista da percorrere nel senso opposto.
#7 Niente smartphone quando si è in movimento
pixabay – Bici e cellulare
Una norma che molti disattendono è quella che vieta l’uso di qualsiasi dispositivo radiotelefonico mentre si è in marcia, come recita l’articolo 173 del Codice della Strada: “E’ vietato al conducente di far uso durante la marcia di apparecchi radiotelefonici (smartphone, computer portatili, notebook, tablet e dispositivi analoghi che comportino anche solo temporaneamente l’allontanamento delle mani dal volante) ovvero di usare cuffie sonore, fatta eccezione per i conducenti dei veicoli delle forze armate e dei Corpi di cui all’articolo 138, comma 11, e di polizia. E’ consentito l’uso di apparecchi a viva voce o dotati di auricolare purchè il conducente abbia adeguate capacità uditive ad entrambe le orecchie che non richiedono per il loro funzionamento l’uso delle mani.”
Porta Romana sotto la neve, nell’arte del pittore milanese contemporaneo Antonio Cazzamali
Divenuto celebre in tutta Italia con la canzone di Gaber è uno dei quartieri del cuore dei milanesi. Ma non tutti sanno quali sono le sue caratteristiche uniche.
21 fatti su Porta Romana che non conoscevi
credits: beethecity.com
Porta Romana è una delle sei porte che costituivano gli accessi principali di Milano. Si trova lungo i bastioni spagnoli ed è caratterizzata dalla presenza dell’arco monumentale che sorge al centro di piazza Medaglie d’Oro, su cui si chiude corso di Porta Romana.
L’arco fu eretto nel 1596 in occasione dell’ingresso di Margherita d’Austria-Stiria, promessa sposa di Filippo III di Spagna. Le mura spagnole sono a forma di cuore con la punta rivolta verso la Porta Romana. Tale forma fu fatta dare apposta da Filippo III, come regalo di nozze alla sua futura sposa, e per i due secoli successivi quello di Porta Romana fu l’unico ingresso monumentale della città.
La Crocetta all’entrata del Corso. Dalla parte opposta rispetto all’arco si trova la piazzetta spartitraffico che divide Corso di Porta Romana da Corso di Porta Vigentina e dove si trova un obelisco con in cima la scultura di Santo Calimero. E’ considerato il punto di entrata nel quartiere da dove si diramano le strade principali che attraversano e delimitano la zona.
Credits: foursquare – Crocetta
4. Porta Romana identificava uno dei sei sestieri storici in cui era divisa la città: il Sestiere di Porta Romana.
5. Corso di Porta Romana era l’antica via per Roma. Era la Via Porticata che ricalcava l’asse del decumano dell’antica Mediolanum.
6. Tra i molti suoi abitanti illustri svetta Satana. Nel palazzo al numero 3 del corso attuale abitava il marchese Ludovico Acerbi: incurante della peste che affliggeva Milano nel 1630 il marchese ospitò nel suo palazzo feste e ricevimenti senza che nessuno venisse contagiato. Per i milanesi questa era la prova che Acerbi fosse il diavolo in persona.
7. La celebre canzone della “mala”. Alla porta è ispirata una famosa ballata della “mala” milanese: Porta Romana bella, interpretata da Nanni Svampa e resa celebre soprattutto nella versione di Giorgio Gaber che cantava “Ci stan le ragazzine che te la danno”.
8. Delitto a Porta Romana. Il quartiere fu protagonista anche di un film del 1980, con la regia di Bruno Corbucci, e con Tomas Milian e Bombolo come attori.
9. Mariposa, il tempio della musica. In Piazza Medaglie d’oro c’era una volta Mariposa, meta degli amanti dei dischi in in vinile, dove si ritrovavano i cantanti milanesi più rappresentativi degli anni ’60- ’70. Ora al suo posto si trova un punto vendita di Trapizzino.
10. Le Terme di Milano. In parte al coperto di un edificio in stile liberty e in parte all’aperto, con il celebre tram-sauna, sono delimitate dalle mura spagnole. Sorgono su spazi di proprietà ATM che in precedenza ospitavano la discoteca Il Ragno d’Oro.
11. Il passato “macabro” delle Terme di Milano. Nel 1908 proprio in quel luogo venne realizzata una stazione funebre da cui partivano le salme dirette ai cimiteri Musocco, Monumentale e Maggiore.
12. Il bazar di Porta Romana. Più simile a un Suq che a un mercato rionale, su piazza Medaglia ogni settimana ci sono stand, in parte anche abusivi, che non sempre rispettano la raffinatezza e lo stile della zona.
Vista allargata bancarelle Porta Romana
13. I “tre ubriachi”: la statua simbolo della Movida. Nello spartitraffico di via Tiraboschi, c’è un monumento in onore delle vittime della grande guerra che è però entrato nell’immaginario cittadino con un soprannome che fa ridere: viene infatti comunemente chiamato I Tri Ciucc, ovvero “I tre ubriachi”. Questo soprannome deriva dal fatto perché sembrano due persone che sorreggono un terzo ubriaco, all’uscita dell’osteria.
14. Era uno dei quartieri poveri di Milano. Il quartiere di porta Romana, il quartiere di porta Ticinese e, in generale, i quartieri poveri della città erano quelli posti a sud. C’era una motivazione molto pratica: la vicinanza con le risaie che rendeva l’aria poco salubre, a differenza invece dei quartieri a nord della città che ricevevano l’aria fresca dei monti. Aria poco salubre che significava nebbia fitta d’inverno e nuvole di zanzare d’estate.
15. La Cascina Cuccagna. Nel quartiere si trova una vecchia villa settecentesca che dopo anni di abbandono, ha ritrovato vita come luogo di aggregazione ad uso pubblico. Si trova nella via privata Cuccagna ed è, grazie all’iniziativa di una rete di cittadini e associazioni, l’Associazione Consorzio Cantiere Cuccagna, uno spazio in cui ogni anno si organizzano e tengono eventi di ogni tipo, privati e pubblici.
Credits: cuccagna.org – Cascina Cuccagna
16. Il Cinemino. Una piccola sala proiezione da 74 posti e un piccolo bar che “vuole essere crocevia di cultura, di scambio e di interazione”. La sala proiezioni può essere inoltre affittata per proiezioni private, rough cut, presentazioni ed eventi. Si trova in via Seneca 6.
17. Casa Lisio, l’edificio “fiorentino” di Milano. In via Silio Italico 3, all’angolo con Piazzale Libia, si trova un grande edificio storico, costruito negli anni ’30 del 900. Con i suoi grandi portoni e le bellissime finestre ad arco, richiama molto i palazzi fiorentini rinascimentali. Una delle cose più particolari e curiose che si possono osservare da fuori di questo palazzo sono le decorazioni in ferro battuto poste alle finestre del piano terreno, che raccontano le fasi della lavorazione della seta, partendo dalla raccolta dei bozzoli fino alla filatura.
19. I polli di Giannasi 1967. Su corso Lodi, in Piazza Bruno Buozzi, si affaccia la storica Rosticceria “on the road” di Milano.
Credits: @mauriziotentella Giannasi
20. I Bagni Misteriosi. L’intuizione di Andree Ruth Shammah che nel 2016 ha trasformato la piscina storica di via Carlo Botta integrandola al Franco Parenti, rendendolo uno spazio multifunzionale di cultura e intrattenimento unico nel suo genere.
bagnimisteriosi – Teatro Parenti
21. Scalo Romana, the next big thing di Milano. E’ a Sud la nuova frontiera di Milano con il vasto cantiere della zona dell’ex scalo romana. Qui stanno venendo costruite opere come il Villaggio Olimpico, un nuovo studentato e il grattacielo A2A.
Le dichiarazioni al fisco del 2023, fornite dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef), mostrano la distribuzione dei redditi nei maggiori centri italiani e anche nei singoli quartieri, definiti dai codici di avviamento postale. Milano si conferma dominatrice assoluta della classifica anche quest’anno. Vediamo nel dettaglio la top ten.
La classifica dei quartieri più ricchi d’Italia: gli ultimi dati
#10 Portello-Fiera-De Angeli a Milano: reddito medio di 54.764 euro
Cap 20149
Al decimo posto la zona milanese riferibile al CAP 20149, che comprende la zona di Portello, Fiera, De Angeli e Buonarotti, con 54.764 euro di reddito medio pro capite.
#9 Coppedè-Trieste al centro di Roma: 54.999 euro di reddito medio
Cap 00198
Al nono posto il primo quartiere di Roma in classifica, quello corrispondente al CAP 00198 e dove si trova il quartiere Coppedè, parte del quartiere Trieste, l’Università Guido Carli e il Museo Macro. Qui il reddito medio pro capite è di 54.999euro.
#8 Risorgimento-Tricolore a Milano: 56.142 euro di reddito medio
Cap 20129
Ottava piazza per un’altra zona di Milano, il CAP 20129, che comprende i quartieri di Risorgimento e Tricolore e lambito da quelli di Porta Venezia, Centrale e Città Studi. Il reddito medio pro capite dell’area è di 56.142 euro.
#7 Il centro di Torino: 59.768 euro di reddito medio pro capite
Cap 10121
Anche Torino è presente in questa classifica, in settima posizione con il suo centro città: nello specifico l’area ricompresa nel CAP 1021. Qui troviamo la Stazione di Porta Susa, Piazza San Carlo e le Gallerie d”Italia, e un reddito medio pro capite di 59.768 euro.
#6 Quadronno, Guastalla, Porta Monforte a Milano: 59.923 euro di reddito medio
Cap 20122
In sesta posizione si torna a Milano, all’interno del CAP 20122, corrispondente allo spicchio sud-est del Municipio 1. Siamo quindi nel centro storico, con i quartieri di Quadronno, Guastalla, Porta Monforte, Borgogna e luoghi iconici quali Piazza del Duomo, il Tribunale, il Policlinico, l’Università Statale, la Torre Velasca, dove il reddito medio pro capite è di 59.923 euro.
#5 Parioli e Villa Borghese a Roma: 64.021 euro di reddito medio
Cap 00197
Roma si prende invece la quinta piazza con il CAP 00197, dove troviamo il secondo quartiere di Roma, il Parioli, e Villa Borghese con la Terrazza del Pincio. Il reddito medio pro capite è in questo caso di 64.021 euro.
#4 L’area dal Rione XVII Sallustiano alla Fontana di Trevi, nel Municipio I di Roma: 66.585 euro di reddito medio
Cap 00187
Appena giù dal podio un’altra zona centrale della capitale, riferibile al CAP 00187 nel Municipio 1, dove si trovano le vie dello shopping e alcune delle attrazioni più importanti tra cui la Fontana di Trevi, i Giardini del Quirinale, la Scalinata di Trinità dei Monti e Piazza di Spagna, oltre a Porta Pia e Piazza del Popolo. Qui il reddito medio pro capite è di 66.585 euro.
#3 Sant’Ambrogio, San Vittore, Cinque Vie a Milano: 74.332 euro di reddito medio
Cap 20123
Il podio è tutto milanese. La medaglia di bronzo spetta al CAP 20123, dove ci sono i quartieri di Magenta, Sant’Ambrogio, San Vittore, Cinque Vie, con le magnifiche basiliche di Santa Maria delle Grazie e di San Lorenzo Maggiore. Il reddito medio di chi vive qui è di 74.332 euro.
#2 CityLife e Porta Magenta: reddito medio di 83.767 euro
Cap 20145
A prendersi la medaglia d’argento è un’area fuori dal centro storico, che comprende ad esempio i quartieri di Tre Torri, Porta Magenta e Corso Sempione fino al limite con l’Arco della Pace, facenti parte del CAP 20145. Il reddito medio degli abitanti di questa zona supera ampiamente gli 80mila euro, arrivando a 83.767 euro.
#1 Brera e Quadrilatero della Moda: i più ricchi d’Italia con un reddito medio di 94.369 euro
Cap 20121
Il quartiere più ricco di Milano e d’Italia è il supercentro, quello riferibile al CAP 20121, che include Brera, Castello, San Marco e il Quadrilatero della Moda. Il reddito medio sfiora i 95mila euro, per la precisione 94.369 euro.
Su www.3nz.it le metropolitane sono protagoniste di un rassegna speciale che unisce Napoli a Mosca, Monaco a Varsavia, e molte altre. Scopriamo le più sureali.
Suggestioni metropolitane: le fermate più surreali del mondo (Immagini)
# Dalla stazione dell’inferno alla Sala delle Feste sovietica
Bund Sightseeing Tunnel, Shanghai
Niente vagoni, stavolta: a sorprendere sono le decorazioni surreali, a trompe l’oeil, tridimensionali, le sculture e le architetture, gli arredi e i temiche decorano i sotterranei di alcune delle fermate della metropolitana delle linee delle città al mondo. Gli artisti di queste stazioni hanno realizzato delle decorazioni capaci di deformare lo spazio e produrre una inedita esperienza del servizio della linea metropolitana.
Stazioni Stoccolma
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“The-Water-Lily-Station”
Kungstradgarden - Linea Blu
Solna Station, Stoccolma 2
Solna Station, Stoccolma 2
Stadion Station, Stoccolma
Stadion Station, Stoccolma
T-Centralen Station, Stoccolma .jpg
Partiamo dalla metropolitana di Stoccolma, dove sono stati una ventina gli artisti coinvolti negli anni alla personalizzazione delle fermate delle linee. Avreste mai pensato di scendere alla Solna Station di e trovarvi dritti dritti…all’inferno? Oppure alla T-Centralen e trovarvi in una caverna? La capitale di Svezia è una delle città più sensibili al tema della decorazione metropolitana, ma non è la sola.
Stazioni Mosca
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Stazione Kievskaya
Stazione Mayakovskaya, Mosca
Stazione Park Pobedy, Mosca.jpg
Anche nell’ex Unione Sovietica se la cavano assai bene, sembra una sala degna del Salone delle Feste del Palazzo d’Inverno la Stazione Kievskayadi Mosca, per non parlare della Stazione Mayakovskaya.
Stazioni nel mondo
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Bund Sightseeing Tunnel
Candidplatz U-Banhof
Marienplatz U-Bahn Station, Monaco
Metro Station Plac Wilsona, Varsavia
Olaias Station, Lisbona
Slavyansky Bulvar Station, Mosca .jpg
Slavyansky Bulvar Station, Mosca .jpg
Stazione Avtovo, San Pietroburgo
Stazione Avtovo, San Pietroburgo
Stazione Formosa Boulevard, Kaohsiung (Taiwan)
Stazione Formosa Boulevard, Kaohsiung (Taiwan)
Stazione Formosa Boulevard, Kaohsiung (Taiwan)
Stazione Park Pobedy, Mosca.jpg
Tilework In Szent Gellért Square, Budapest
Zoloti Vorota Station, Kiev
Ancora la prima stazione della metropolitana di Lisona, Olaias, con pareti e soffitti dipinti e decorati da mille colori, la psichedelica Candidplatz U-Banhof della Metropolitana di Monaco di Baviera con colori che sfumano gli uni con gli altri in un bell’effetto arcobaleno, oppure la Formosa Boulevard a Kaohsiung, Taiwan, con il soffitto completamente illustrato con storie tratte dai 4 elementi, acqua, terra, luce e fuoco
Credits leggofuorigrotta IG - Banchina fermata Duomo Napoli
Metro d'arte a Napoli. Credit: timelapseitalia.it
Metro d'arte a Napoli. Credit: timelapseitalia.it
Vanvitelli
Università
Stazione Università, Napoli
Protagonista delle suggestioni metropolitane è Napoli: la fermata Toledosquarcia – artisticamente parlando – il soffitto ed apre allo spazio sconfinato verso un cielo di puntini luminosi, sulle scale della Università compare Dante in versione pop, in quella di Duomo progettata da Fuksas dove sembra di fare una passeggiata quasi da astronauti. In arrivo inoltre quella di Capodichino che richiama il pozzo di San Patrizio. Da sole, queste straordinarie stazioni metropolitane valgono un tour delle città del mondo viste…in sotterranea.
Dopo i casi di piazza Aspromonte, via Stresa, via Crescenzago, con tecnici comunali e imprenditori indagati per pratiche edilizie giudicate illegittime dai magistrati, un altro progetto immobiliare è entrato nel mirino.
Stop al giardino segreto di Milano: cosa è successo
# Sequestrato il cantiere in zona Isola
giardinosegretoisola
Ennesimo caso di presunta violazione delle norme urbanistiche. Dopo il condominio di Piazza Aspromonte, la Torre Milano di Via Stresa e le Park Towers di Via Crescenzago, un altro progetto immobiliare è finito nel mirino della magistratura. Il cantiere del “Giardino Segreto” in zona Isola, ai civici 7 e 9 di Via Lepontina tra Via Valtellina e Via Farini, è stato posto sotto sequestro dalla Guardia di Finanza di Milano su richiesta della procura. Si tratta di un progetto che prevede la demolizione di un edificio di due piani nel cortile interno, adibito a uffici e laboratori, e la successiva costruzione di una torre di 7 piani, ad uso residenziale, alta 21,95 metri per 61 appartamenti.
# L’indagine della magistratura
Credits bolmarco IG – Tribunale di Milano
Il pm Marina Petruzzella, che coordina l’indagine, ha contestato“violazioni alla normativa urbanistica, una quantificazione sottostimata degli oneri di urbanizzazione e un illecito aumento delle cubature e delle superfici realizzabili senza la predisposizione, oltremodo, di una pianificazione urbanistica attuativa che prevedesse la realizzazione di opere aggiuntive per compensare gli standard dei residenti già insediati in zona”. A monte di queste contestazioni il fatto che il progettonon sia stato approvato come nuova costruzione ma attraverso la Scia, la segnalazione certificata di inizio attività, e quindi come ristrutturazione.
# I reati contestati in attesa della norma “salva-Milano”
Credits Andrea Cherchi – Milano vista dall’alto
I reati contestati sono i seguenti: lottizzazione abusiva di terreni a scopo edilizio ed esecuzione di opere in difformità, false attestazioni relative alla segnalazione di inizio attività ed abuso d’ufficio. Nel registro degli indagati sono finite invece nove persone: il dirigente e due responsabili dello Sportello unico per l’edilizia, l’allora presidente della Commissione comunale per il Paesaggio che avrebbe omesso di rilevare la difformità del progetto in base al Pgt.
In soccorso di questo progetto, e di tutti i 150 immobili messi sotto inchiesta a Milano, dovrebbe però arrivare una legge ad hoc. La norma “salva-Milano”, che sarà inserita nel decreto salva-Casa atteso in approvazione entro maggio in Consiglio dei ministri, è stata infatti pensata per andare a sanare tutte le relative pratiche edilizie giudicate illegittime.
Una selezione con le mostre da vedere assolutamente nei prossimi mesi.
Le mostre da non perdere a Milano
# Van Gogh presso Lampo Scalo Farini (fino al 2 giugno)
eventiatmilano.it – The immersive experience – Van Gogh
“The immersive experience” è appunto una vera e propria esperienza immersiva davvero sorprendente, per scoprire l’arte di Van Gogh tra girasoli e mandorli in fiore. Fino al 2 giugno in via Valtellina, sarà possibile godere di questo bellissimo viaggio che combina arte digitale e realtà virtuale per una imperdibile esperienza immersiva diversa dal solito
# Picasso al Mudec, in via Tortona 56 (fino al 20 giugno)
yesmilano.it – Picasso
Fino al 20 giugno si può ammirare la mostra dedicata a Picasso dal titolo “la metamorfosi della figura”. Una mostra incentrata sul rapporto tra il celebre artista spagnolo e l’arte primitiva, che cerca di raccontare al pubblico i principi ispiratori dell’arte picassiana, tramite esempi di arte neolitica, africana o proto iberica, ossia appartenente alla Spagna pre romana. Esempi tutti, cui il pittore si ispirò e che contribuirono allo sviluppo e alla crescita di Picasso e della sua arte nel corso del tempo.
# Cezanne e Renoir a Palazzo Reale (fino al 30 giugno)
yesmilano.it – Cézanne e Renoir
Una magnifica esposizione di ben 52 capolavori provenienti dal Museo d’Orsay e dal Museo de l’Orangerie di Parigi. La mostra ripercorre la vita e le opere dei due artisti che erano amici e si rispettavano anche artisticamente tanto è vero che condividevano la passione per le nature morte o per i ritratti o i paesaggi. Fino al 30 giugno in Piazza del Duomo.
# Monet e gli impressionisti presso Next Area (fino a settembre)
nextexhbition.net – Monet e gli impressionisti digital experience
Next area è un nuovo spazio espositivo inaugurato in via Paolo Sarpi a fine marzo. Oltre 1000 metri quadrati che si propongono di ospitare l’arte in tutte le sue forme, dall’arte classica alle esperienze digitali immersive, come questa attualmente presente, dal titolo “Monet e gli impressionisti digital experience”. Un viaggio virtuale dunque tra video mapping, stanze interattive e virtual reality. Fino a settembre.
Un parco acquatico da record, a poco distanza da Milano, dove sembra di essere catapultati nei mari delle isole tropicali. Accessibile tutto l’anno. Dove si trova e cosa si può fare al suo interno.
Milano-Acquaworld
Alle porte di Milano il primo parco acquatico al coperto d’Italia, dove si nuota come alle Maldive
# Un parco acquatico con una superficie da record: 20.000 mq e 12 vasche e piscine
Mappa Acquaworld
Acquaworld a Concorrezzo, a 30 minuti di Milano, è stato il primo grande parco acquatico al coperto ad essere realizzato in Italia. Per anni è stato anche l’unico. La struttura è aperta 12 mesi all’anno, tutti i giorni in estate e con limitazioni nei mesi rimanenti, e fruibile con qualsiasi condizione atmosferica.
Google maps – Acquaworld
Le sue dimensioni sono da record: si sviluppa su una superficie di circa 20.000 mq e offre 12 vasche e piscine interne ed esterne, tutte con acqua fra i 32° e i 35°C, per una superficie d’acqua totale di circa 3.000 metri quadrati. La temperatura dell’acqua negli spazi interni è costante a circa 30°C. Ci sono tre cupole trasparenti a fare da copertura alla struttura e sono realizzate con l’Etfe, un elemento artificiale ricavato dal fluoro, utilizzato anche per l’Allianz Arena di Monaco e il Water Cube di Pechino.
# Le due aree del divertimento: Area Scivoli e Area Fun. Attenzione al Black Mamba
All’interno del parco sono presenti due aree distinte dedicate al divertimento.
Quella più dinamica è l’Area Scivoli. L’attrazione principale è una torre di 18 metri di altezza dotata di 8 scivoli acquatici, che prevede l’arrivo sempre al coperto e pendenze tra il 7% il del 35%, per una lunghezza complessiva di ben 1.100 metri lineari. In tre di questi scivoli si può scegliere di scendere con con gommoni singoli e/o doppi. Troviamo poi Tra tutti il multipista Baby Slide, riservato ai più piccoli, gli spettacolari Turbo Slide e Ice Express, e per finire il Black Mamba, il più temibile di tutti e adrenalinico.
campermaro IG – Acquaworld
A prendersi la scena nell’Area Fun è invece la Vasca Onde, un enorme specchio d’acqua di 1.000 mq con giochi acquatici. A questo si aggiunge il divertentissimo River, uno spazio giochi e scivoli per bambini dal nome di Area Miniworld, l’area idromassaggi, cascate. Le zone per il relax e per rigenerarsi ci sono anche all’esterno, con la piscina di 200 mq con giochi d’acqua e idromassaggi, con temperatura costante di 32°C, per le famiglie.
# Nell’area benessere di oltre 2.000 mq è disponibile una vera e propria spa
Credits babina994 IG – Area Benessere Acqua world
Su una superficie totale di oltre 2.000 mq, metà della quale occupata da vasche interne ed esterne, trova spazio l’Area benessere. Si tratta di una spa a tutti gli effetti con:
la Grotta del Temporale Monsonico;
vasche di reazione calda (Calidarium) e fredda (Frigidarium);
idromassaggi plantari, cervicali e lettini massaggianti;
una sauna;
una stanza del sale;
le stanze del vapore.
I prezzi partono da 19,90 euro, i bambini sotto il metro di altezza non pagano.