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L’airbag per i tram contro gli incidenti urbani. Arriverà anche a Milano?

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techmoments - Airbag Tram impatto frontale

I primi test sono partiti qualche anno fa ed entro l’estate si attende la decisione per dotare i nuovi tram di questa città dell’innovativo sistema di protezione per pedoni e ciclisti. Come sono fatti gli airbag e come funzionano.

L’airbag per i tram contro gli incidenti urbani. Arriverà anche a Milano?

# I primi test partiti nel 2021, l’accelerazione all’installazione sui convoglio dopo l’impennata di incidenti

techmoments – Airbag Tram

I primi test voluti dalla Verkehrsbetriebe Zurich (VBZ), la società dei trasporti di Zurigo, realizzati con l’aiuto del produttore di tram Alstom, sono partiti a dicembre 2021. La necessità di dotare i tram di un airbag esterno per renderli più sicuri è diventata però ancora più impellente in seguito all’impennata del numero di incidenti negli ultimi anni nella città svizzera: 675 nel 2023, con un record di tre morti in una sola settimana a marzo 2024. La maggior parte dei sinistri è causata dalla partenza e dalla fermata del tram. 

# Come sono fatti e come funzionano

techmoments – Airbag Tram dall’alto

L’airbag per i tram consiste in un sacco gonfiabile fissato alla parte anteriore del veicolo, già in uso su quelli più antichi della città, che si attiva se qualcuno cammina davanti al tram mentre è in movimento grazie a un sensore o tramite segnale da parte del conducente. In questo modo ciclisti e pedoni non sbattono la testa contro il vetro, rischiando di finire sotto il tram, e vengono almeno evitate lesioni gravi.

# Entro l’estate la decisione: l’obiettivo è dotare di airbag tutti i nuovi 110 tram ordinati

techmoments – Airbag Tram impatto frontale

Il responsabile del progetto Marcel Kunz, intervistato da ZüriToday, ha spiegato come è necessario incrementare la velocità di gonfiaggio e sgonfiaggio degli airbag per far proseguire subito la marcia al tram, prima di arrivare alla produzione in serie. La società dei trasporti di Zurigo si è ritenuta comunque già soddisfatta dei risultati raggiunti, decidendo di proseguire con la sperimentazione ancora per alcune settimane per poi decidere entro l’estate 2024 se implementarli su tutti i 110 nuovi tram Flexity ordinati.

L’obiettivo di Alstom è apportare le modifiche al sistema per poi brevettarlo e proporlo ad altre città con alte densità di pedoni, ciclisti e conducenti di monopattini, Milano sarà tra queste?

Continua la lettura con: Tram e autobus senza orari fissi: il progetto test che potrebbe rivoluzionare il trasporto pubblico

FABIO MARCOMIN

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La Milano Meda diventa a pagamento: queste le modifiche e le date dei lavori

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Di Gigillo83 - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=7843578 - Milano-Meda e sistema pedemontana

Nei prossimi mesi è previsto l’avvio del cantiere per la trasformazione di un tratto della superstrada in autostrada. Al termine dei lavori diventerà a pagamento. Le proteste di cittadini e sindaci attraversati dall’arteria stradale.

La Milano Meda diventa a pagamento: queste le modifiche e le date dei lavori

# La storia della superstrada pensata per sgravare l’Autostrada dei Laghi

Di Gigillo83 – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=7843578 – Milano-Meda e sistema pedemontana

La nascita di quella che oggi è la Superstrada Milano-Meda-Lentate risale agli anni ’60, con un progetto che prevedeva di farne una variante fino alla periferia di Como dell’Autostrada dei Laghi. L’arteria stradale fu costruita però solo fino a Meda, per mancanza di gran parte dei fondi destinati all’opera, e solo tra gli anni ’80 e gli anni ’90 fu portata prima a Lentate sul Seveso e poi a Cermenate per utilizzarla come variante alla vecchia SS 35. Fino ad oggi il transito dei veicoli è sempre stato gratuito, ma nei prossimi anni un tratto diventerà a pagamento in quanto inserito nella costruenda Pedemontana Lombarda.

# La trasformazione in autostrada del tratto da Lentate a Bovisio Masciago

Tratta B2 Pedemontana Lombarda

I lavori preliminari per la trasformazione del tratto da Lentate a Bovisio Masciago della Milano-Meda in autostrada, diventando parte integrante del tragitto dei 157 km di Pedemontana Lombarda, sono partiti da poco. Nei prossimi mesi verranno avviati i cantieri veri e propri. La tratta prevista nel progetto è la B2, in gran parte costituita dal vecchio percorso dell’attuale superstrada, misura 9,5 km e include gallerie artificiali e viadotti. La nuova autostrada lombarda, una volta completata, collegherà Como e Varese con Bergamo, Brescia e il Veneto senza passare da Milano.

Leggi anche: La PEDEMONTANA INCOMPIUTA

# In arrivo il pedaggio: protestano residenti e sindaci

Credits: quotidiano.it
Casello autostradale

Questo tratto della Milano-Meda, con la trasformazione in autostrada, diventerà di conseguenza a pagamento. Le proteste dei residenti e dei sindaci dei comuni interessati, Cesano Maderno, Bovisio Masciago, Seveso, Barlassina, Lentate sul Seveso e Meda, non si sono fatte attendere. L’arteria stradale è infatti utilizzata oggi anche e soprattutto per gli spostamenti intercomunali o, addirittura, da un quartiere  all’altro, in modo totalmente gratuito

Aggiornamento 26/07/2024: in base alle prime ipotesi le tariffe dovrebbero oscillare tra i 4 e i 6 euro al giorno, per percorrere tutta la tratta, vale a dire in media tra gli 80 e i 120 euro al mese considerando solo i giorni lavorativi.

# Le richieste del rappresentate del Coordinamento dei sindaci dei comuni del tratto B2 e la risposta del direttore generale di Autostrada Pedemontana Lombarda

pierpaolo.cazzato IG – Milano-Meda

Durante l’audizione in Commissione Territorio, Infrastrutture e Mobilità in Regione Lombardia il Sindaco di Cesano Maderno, Gianpiero Bocca, nel ruolo di rappresentate del Coordinamento dei sindaci dei comuni del tratto B2, ha avanzato le richieste dei territori attraversati dall’infrastruttura: “Ho ribadito con forza che serve un impegno concreto sul tema del pedaggiamento affinché ai cittadini residenti nel tratto della B2 sia garantita la gratuità o quantomeno condizioni di agevolazione nel passaggio da un Comune all’altro e soprattutto per andare verso Milano. Anche sulle compensazioni ho evidenziato come le risorse previste non siano sufficienti e debbano essere adeguate alle reali esigenze dei territori in considerazione degli aumenti di costi registrati”.

La risposta del Direttore Generale di Autostrada Pedemontana Lombarda, Sabatino Fusco: “Il pedaggio sulla tratta B2 è necessario per garantire la sostenibilità finanziaria dell’opera senza pesare sulla fiscalità generale. Autostrada Pedemontana Lombarda metterà a disposizione dei Comuni interessati risorse pari a 60 milioni di euro per il potenziamento della viabilità ordinaria per migliorare gli spostamenti locali”.

Fonte: ilnotiziario.net

Continua la lettura con: Il cantiere infinito sull’autostrada dei laghi sta per chiudere

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La funicolare in galleria per unire Italia e Canton Ticino: manca solo il sì di Roma

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Funicolare tra le Alpi

Piccoli passi in avanti per un’opera di importante valenza turistica pensata per rilanciare due vallate splendide tra Italia e Svizzera. Cosa prevede il progetto e a che punto siamo.

La funicolare in galleria per unire Italia e Canton Ticino: manca solo il sì di Roma

# Un progetto per rilanciare il turismo di due suggestive vallate tra Italia e Svizzera “oscurate” dalle località più rinomate

Credits laratorgano IG – Val Formazza

Piccoli passi in avanti per un’opera che potrebbe rivoluzionare i collegamenti transfrontalieri e rilanciare l’economia dei territori interessati. La “metropolitana delle Alpi” è un progetto a valenza turistica e infatti è stata pensata per rilanciare due vallate splendide tra Italia e Svizzera, che oggi soffrono la concorrenza delle località montane più rinomate e preferite dai turisti, consentendo di creare un circuito turistico tra i grandi assi di comunicazione internazionali del Sempione-Lötschberg e del San Gottardo.

# Un investimento di 52 milioni di franchi 

Per realizzare la funicolare si prevede un investimento di 52 milioni di franchi, come calcolato dall’autorevole centro studi elvetico Bak Economics, con un valore aggiunto lordo di 26,5 milioni di franchi generato solo in fase di costruzione e un fatturato stimato per il primo anno di circa 4,3 milioni di franchi. Sul totale delle risorse necessarie 15 milioni di franchi dovrebbero essere a carico degli enti pubblici e 37 dai privati. I posti di lavoro creati, tra occupazione diretta e indotto, sarebbero 235 per la costruzione dell’opera e 97 posti all’anno per l’esercizio dell’infrastruttura e l’incremento della domanda turistica sul versante ticinese.

# Il tracciato della funicolare in galleria: 5,8 km e due fermate

tvsvizzera.it – Tracciato funicolare Italia-Svizzera

La funicolare prevede un tracciato, interamente in galleria per ridurre l’impatto ambientale con la talpa che partirebbe dal versante italiano, di 5,8 km e due fermate: il capolinea italiano nella località di Formazza, a 1.280 metri in Piemonte nell’omonima valle, e la località walser ticinese di Bosco Gurin, in Vallemaggia a 1.500 metri d’altezza. 

La durata del viaggio è stata calcolata in 8 minuti, mentre i convogli di questa funicolare sotterranea avrebbero una capienza di 50 posti e una frequenza tre corse all’ora. Molti dei passeggeri trasportati dormirebbero almeno una notte nelle strutture ricettive e rimarrebbero a mangiare nei rifugi e nei ristoranti dei due comuni contribuendo a sostenere l’economia delle due valli.

# Attesa per il sì di Roma e la firma dell’intesa con Berna

A dare una spinta all’iniziativa è stato l’imprenditore ticinese Giovanni Frapolli, la cui società gestisce già gli impianti di risalita della stazione invernale valmaggese, che ha incontrato a Roma i ministeri coinvolti sul progetto. Queste le sue parole: “Sono stato a gennaio a Roma e tutte le persone che ho incontrato nei vari ministeri coinvolti sono aggiornate sulla questione. Devo dire che ho riscontrato un grande interesse per questa proposta”. Sui passi da compiere: “Svizzera e Italia devono ora firmare l’intesa che è sul tavolo”, da inserire nell’accordo che riguarda i trasporti transfrontalieri che esiste già, “non occorre quindi stipularne uno nuovo”.

Roma dovrà dare una delega a Berna per la concessione, che sarà rilasciata dall’Ufficio federali dei trasporti (UFT), da integrare a quella esistente di cui è titolare la società dell’imprenditore Frapolli. 

# I passi in avanti confermati dal Sindaco di Formazza

Funicolare tra le Alpi

Anche il Sindaco di Formazza, Bruna Papa, spiega di aver partecipato ad un paio di incontri nel gennaio 2024 con il viceministro dei trasporti Edoardo Rixi, utili per mettere le basi per il dialogo. Le trattative verranno portate avanti dal console diplomatico italiano, in accordo con il dirigente di settore competente, in vista dell’accordo tra Italia e Svizzera.

L’obiettivo è creare un percorso turistico e culturale a basso impatto ambientale che includa la ferrovia Locarno-Domodossola a nord del Verbano, la Valle Maggia e la futura funicolare verso la quale convogliare nella stagione estiva parte del flusso turistico del Lago Maggiore. I due territori, come spiega Bruna Papa, verrebbero uniti con offerte integrate riguardanti lo sci alpino di Bosco Gurin e le due piste di sci di fondo, i percorsi di trekking, le ciclopiste e le Terme di Premia nella Formazza.

# Quando le prime corse?

Il progetto della “metropolitana delle Alpi” è stato presentato per la prima volta nel 2022 con l’obiettivo di attivare il servizio entro la fine del 2027. I tempi saranno sicuramente da rivedere ma le possibilità di vedere realizzata l’opera sembrano essere più concrete di qualche mese fa.

Fonte: tvsvizzera.it

Continua la lettura con: La “metropolitana delle Alpi”: il progetto per unire Italia e Svizzera

FABIO MARCOMIN

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Arrivano le stazioni per riparare le bici gratis: la prima città del progetto

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biciclette-pixabay - Biciclette con murales

Il progetto prevede l’installazione di diverse stazioni in zone strategiche della città dove si concentra il traffico ciclistico. Cosa prevede il piano e come sono fatte le stazioni.

Arrivano le stazioni per riparare le bici gratis: la prima città del progetto

# Inaugurata a Berlino la prima stazione per riparare le biciclette gratis

https://viz.berlin.de/aktuelle-meldungen/berlin-stellt-20-neue-fahrradreparaturstationen-auf/ – Stazioni riparazioni biciclette Berlino

Nell’ambito della campagna promossa dal Senato dell’ambiente, chiamata “Weniger dicke Luft“ e che in italiano significa “Meno aria inquinata”, è stata inaugurata a Berlino la prima stazione per riparare gratis le biciclette. Si trova ad Alexanderstraße 7 e fa parte di un piano che ne prevede 20 in totale, altre 5 ne se sono già state installate e attendono di essere attivate, prodotte dall’azienda polacca Ibombo specializzata nelle stazioni di riparazione. Il finanziamento è stato sostenuto finanziariamente dal Governo Federale per l’85% dell’importo.

Leggi anche: Lo SPETTACOLARE TUNNEL solo per BICI e PEDONI più LUNGO del MONDO (Immagini)

# L’obiettivo del progetto è una migliore qualità della vita in una città più pulita

Buntes_Licht-pixabay – Biciclette Berlino

L’obiettivo del progetto è quello di raggiungere una migliore qualità della vita in una città più pulita, rendendo più fluido il traffico, riducendo l’inquinamento atmosferico e promuovendo un cambiamento nel traffico berlinese. La scelta sulla localizzazione delle stazioni è ricaduta infatti su zone strategiche della capitale tedesca dove si concentra maggiormente il traffico ciclistico.

Leggi anche: La metropolitana di Milano: le stazioni del prossimo futuro già in costruzione (immagini)

# Come sono fatte le stazioni e quali attrezzi mettono a disposizione

Pexels-pixabay – Bicicletta rotta

Le stazioni sono costitute da scatole metalliche verdi e strette contenenti gli attrezzi necessari a riparare le biciclette, ma anche passeggini e sedie a rotelle, quali cacciaviti, chiavi inglesi o sollevatori per pneumatici. Ogni stazione è dotata anche di supporto per il montaggio della bicicletta. La colonna metallica che contiene gli attrezzi, tutti fissati con cavi spessi al suo interno, è chiusa da un porta che si apre inserendo un gettone o una moneta in un apposito lucchetto. 

Potrebbero essere un’idea per incentivare la mobilità dolce anche a Milano?

Fonte: Berlino Magazine

Continua la lettura con: La REC, la BICIPOLITANA di Milano: le 10 LINEE della METRO delle BICI

FABIO MARCOMIN

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“Ridateci la 73”: i cittadini si mobilitano contro i tagli dei mezzi pubblici

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Assemblea comitati per i trasporti di superficie

Per ora le parole non hanno seguito i fatti, la linea 73 non è stata ripristinata come deliberato in Consiglio Comunale. Il Comitato “La 73 non si tocca” chiede che si intervenga al più presto, mentre il Comitato Lambrate-Rubattino Riparte invita tutti gli altri ad unirsi per chiedere un ripotenziamento della rete dei trasporti di superficie. 

“Ridateci la 73”: i cittadini si mobilitano contro i tagli dei mezzi pubblici

# Il gruppo “La 73 non si tocca” chiede il ripristino del tragitto integrale della linea di bus da Linate al centro

Linea 73

Per ora le parole non hanno seguito i fatti, la linea 73 non è stata ripristinata come deliberato in Consiglio Comunale. Riportiamo il comunicato stampa dell’assemblea organizzata dal comitato la “La 73 non si tocca”.

“A Milano durante la partecipata assemblea di sabato 4/5 mattina organizzata dal Comitato di viale Corsica, i cittadini riuniti nel gruppo “La 73 non si tocca” in lotta per il ripristino della linea hanno ribadito – soprattutto per voce di Cecilia De Santis – la loro ferma intenzione di “non mollare” fino a che non riavranno il bus con il tragitto completo di prima del taglio. La “restituzione” alla cittadinanza della 73 è stata deliberata dal Consiglio comunale 5 mesi fa ma poi continuamente rimandata per dichiarati problemi tecnici, nonostante le sollecitazioni del comitato di viale Corsica che a febbraio ha protocollato presso Comune, Regione e Prefettura oltre 3100 firme raccolte tra i cittadini.”

# Il problema sembra essere “un disinvestimento di risorse su tutta la rete dei trasporti di superficie”

Assemblea comitati per i trasporti di superficie

“D’altra parte, gli interventi di altri comitati cittadini, tra cui il Comitato Basmetto e il Comitato Lambrate-Rubattino Riparte, hanno evidenziato come il problema dei tagli e della diradazione delle corse dei mezzi di superficie (con conseguenti attese alle fermate che arrivano fino a 30-40 minuti) riguardi tutta Milano.

Già a luglio 2023 ATM era intervenuta con tagli e “riorganizzazioni” di linee giustificati con l’apertura della prima tratta della M4. Sono poi seguite due cosiddette “rimodulazioni del servizio” (nella sostanza riduzioni delle corse), una a novembre 2023 e una a febbraio 2024, che hanno interessato complessivamente una settantina di linee, come ha ben spiegato Sonia Ferrari del Comitato Basmetto.
Il problema insomma sembra essere “un disinvestimento di risorse su tutta la rete dei trasporti di superficie”, ha osservato Adriana Berra del comitato Lambrate-Rubattino Riparte. Anche i contributi di altri relatori – tra cui un delegato sindacale degli autisti ATM – hanno rafforzato il dubbio che il problema a monte dei tagli non sia tanto la mancanza degli autisti, bensì una più complessa questione di risorse insufficienti o tolte alla rete di superficie per destinarle ad altro che andrebbe indagata più a fondo per comprendere meglio scelte e responsabilità politiche.”

# L’invito del comitato Lambrate-Rubattino Riparte ad unirsi per chiedere che “la rete dei trasporti pubblici venga ripotenziata, migliorata nell’efficienza, nella capillarità”

“Pur riconoscendo che la battaglia per la 73 è sacrosanta per la strategicità della linea e perché è una battaglia simbolo per tutti i Milanesi, Adriana Berra di Lambrate-Rubattino Riparte ha invitato i comitati – piuttosto che a farsi concorrenza lanciando ognuno la propria petizione di quartiere, a unirsi “per chiedere con un’unica voce la che la rete dei trasporti pubblici venga ripotenziata, migliorata nell’efficienza, nella capillarità, e che resti pubblica”. Adriana ha anche ricordato all’assemblea che “la mobilità è un diritto, al pari dell’istruzione e la salute”.

Diversi interventi hanno sottolineato come i tagli e i ritardi dei mezzi di superficie concorrono alla pessima qualità dell’aria milanese, perché costringono i cittadini a usare l’auto, contro l’indicazione degli stessi amministratori cittadini ad abbandonarla.

Al termine dell’assemblea, i cittadini hanno dato vita a un flash-mob con striscione e cartelli che ha fermato per alcuni minuti il traffico su viale Corsica al grido di “Rivogliamo la 73”.

Per sostenere la lotta cittadina contro il depotenziamento dei mezzi di superficie, tutti i Milanesi in possesso dello SPID possono firmare la petizione inserita sul portale del Comune di Milano (area “Partecipazione”) dal Comitato Basmetto per chiedere la cancellazione della riduzione delle corse su 31 linee. Ma è solo un inizio. Presto i comitati cittadini uniti contro il depotenziamento delle linee di superficie lanceranno nuove iniziative.”

Continua la lettura con: Milano–Malpensa: e se fosse una metropolitana?

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Sarà l’estate dei “Treni turistici”: il Milano-Costa Azzurra la grande novità del 2024

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Pronti a imparare il francese? La grande novità di “Treni turistici” in arrivo entro l’estate. 

Sarà l’estate dei “Treni turistici”: il Milano-Costa Azzurra la grande novità del 2024

Credits valefumelli IG – Costa Azzurra

“Treni turistici” si espande: la grande novità in arrivo è il nuovo collegamento ferroviario tra Milano e la Costa Azzurra. Il debutto dovrebbe avvenire in estate. Si aggiunge quindi a un’altra novità storica. 

La grande novità dello scorso inverno è stato il collegamento ferroviario fra Roma e Cortina d’Ampezzo: l’Espresso Cadore che, partendo la sera dalla stazione Termini, arrivava in mattinata a Calalzo Di Cadore (Belluno), dove era disponibile un servizio di autobus che consentiva di raggiungere la “perla delle Dolomiti” in 50 minuti. L’iniziativa è stata realizzata dalla società Fs Treni Turistici italiani, inquadrata nel Polo passeggeri del Gruppo Fs Italiane, di cui Trenitalia è capofila. Ma con l’arrivo dell’estate ci aspetta un’altra grande novità che tocca questa volta Milano. 

Spiaggia di Juan Les Pins (Costa Azzurra – Francia)

Sarà la Milano Costa Azzurra la grande superstar dell’estate 2024? Così ha illustrato il piano di azione l’amministratore delegato di FS Treni Turistici italiani Luigi Cantamessa: “Si torna al mito del viaggiare, riscoprendo le bellezze del nostro Paese”. Le corse per la Costa Azzurra si aggiungono alla tratta Roma-Cortina che tornerà attiva in estate, per permettere agli amanti della montagna di potersi recare comodamente nelle località venete. Non solo: sarà potenziata in vista delle Olimpiadi invernali del 2026. 

Fonte: ANSA

Continua la lettura con: Da Milano a Lugano in treno in soli 30 minuti?

MILANO CITTA’ STATO

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Milano-Bologna in treno a velocità super: si viaggerà a 350 km/h?

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Prima della pandemia erano stati programmati dei test per portare il servizio a quelle velocità, ma lo stop da parte da parte del Ministero dei trasporti e dall’Agenzia per la sicurezza ferroviaria a fermato sul nascere la possibilità di andare di far correre i treni a quella velocità. A che punto siamo: qual è la velocità attuale e si riproverà a premere sull’acceleratore?

Milano-Bologna in treno a velocità super: si viaggerà a 350 km/h?

# A che velocità si viaggia sull’alta velocità in Italia?

Credits Mood101-pixabay – Frecciarossa in Stazione Centrale Milano

L’alta velocità ferroviaria ha rivoluzionato il modo di viaggiare in Italia, offrendo un servizio rapido, di qualità e a prezzi economici. In alcuni casi i treni veloci hanno battuto la concorrenza dell’aereo come sulla tratta Milano-Roma, nonostante nell’ultimo periodo la forbice tra voli e viaggi su rotaia si sia ridotta a causa di ritardi e crescita del costo dei biglietti dell’alta velocità. Nel 2012 è arrivato inoltre Italo ad affiancarsi all’offerta di Trenitalia, mentre in futuro non si esclude l’ingresso di operatori stranieri oltre al TGV operante da Milano verso la Francia.

Ma a quale punto si arriva con i treni dell'”alta velocità”? Attualmente la velocità di esercizio è compresa tra i 250 e i 300 km/h. Non si tratta dei limiti massimi raggiungibili dai convogli, ma di quelli imposti dai costi di manutenzione sia dai mezzi che dell’infrastruttura: a una velocità maggiore aumenta infatti il consumo dell’energia e l’usura complessiva di treno, rotaie e catenaria.

Leggi anche: Il TGV FRANCESE alla conquista dei milanesi: da ora in vendita i BIGLIETTI super CONVENIENTI per portarci via da MILANO

# Le velocità massime omologate per Trenitalia e Italo: si sfiorano i 400 km/h

Credits frecciarossaofficial- #RAILWAYHeART IG – Frecciarossaù

Passiamo alle velocità massime omologate per i singoli treni. Trenitalia dispone di:

  • ETR. 600 di Alstom ferroviaria che possono arrivare ai 280 km/h;
  • ETR. 700 di AnsaldoBreda ai 250 km/h;
  • ETR. 500 di AnsaldoBreda ai 360 km/h;
  • ETR. 1000 di Bombardier ai 400 km/h, con una velocità massima raggiunta di 394 km/h in un test.

Italo ha una flotta composta da treni prodotti da Alstom. Il più veloce può raggiungere i 360 km/h, il modello Italo Evo, più corto e con un numero ridotto di carrozze, può toccare i 250 km/h.

# Sulla Milano Bologna si correrà ai 350 km/h?

Credits OpenRailwayMap – Velocità Milano-Bologna in treno

Sarà quindi possibile viaggiare a 350 km/h sulla Milano-Bologna? Le prestazioni massime raggiungibili dai treni sulla rete ferroviaria italiana non sono al momento state toccate in un servizio commerciale. I treni dell’alta velocità su questa tratta viaggiano infatti per gran parte vicini ai 300 km/h: dal nodo di Melegnano fino a quello di Modena, dove non si possono superare i 240 km/h, e poi sul tratto successivo fino a poco prima dell’approdo alla Stazione di Bologna Centrale.

Un test positivo è stato effettuato nel dicembre del 2017 quando un Frecciarossa aveva percorso la tratta Milano-Roma in 2 ore e 20, dimostrando la possibilità teorica di un servizio più rapido sulla rete, mentre nel 2018 ne era previsto un altro per far viaggiare i treni a 350 km/h tra le due città. Il Ministero dei trasporti e l’Agenzia per la sicurezza ferroviaria a Rete Ferroviaria Italiana, proprietaria dell’infrastruttura, decisero però di non far effettuare la prova per diversi motivi: l’esiguo risparmio di tempo di viaggio, appena 10 minuti, e la “protesta” di Italo per avere scelto Trenitalia per i test. Si riproverà in futuro? Le indiscrezioni sembrano portare in quella direzione, almeno sul tratto più veloce della Milano Bologna si potrà presto premere sull’acceleratore. 

Leggi anche: LUCI e OMBRE sull’ALTA VELOCITÀ in Italia: i problemi principali e le aree di intervento

Continua la lettura con: I treni dell’alta velocità arrivano in Africa: la rivoluzione d’Egitto

FABIO MARCOMIN

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L’ultima dei mohicani: la cabina telecom abbandonata in piazza Castello

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Ph. Lino Raffaele (Profilo Facebook)

C’era un tempo in cui per per telefonare quando si era fuori di casa c’era solo una possibilità: le cabine telefoniche. Prima della Sip poi della Telecom. Con l’avvento dei telefonini sono state progressivamente smantellate. Ma alcune resistono. Una su tutte, nel cuore di Milano, al centro di una piazza appena riqualificata. 

L’ultima dei mohicani: la cabina telecom abbandonata in piazza Castello

Ph. Lino Raffaele (Profilo Facebook)

“In Piazza Castello a Milano, da diversi anni c’è questo monumento Telecom, terribilmente sporco. Perché non viene asportato?“, ricorda Lino Raffaele sul suo profilo Facebook. Si tratta di una cabina telefonica della Telecom che ha resistito all’avvento dei telefonini e alla riqualificazione di Piazza Castello, nella nuova versione in total white. Forse si tratta di un monumento alla memoria, anche perchè si tratta di un anniversario storico: ma in tal caso bisognerebbe preservarla e difenderla dal degrado. Ma qual è la sua storia o, meglio, qual è la storia delle cabine del telefono?

# La prima cabina fu milanese

Sembra incredibile, ma la prima cabina del telefono è comparsa esattamente un secolo fa. Era il 1924 e parlava inglese. Già, perché le prima a comparire furono le celebri cabine rosse di Londra. Per vederle anche in Italia bisogna però aspettare quasi trent’anni: la prima cabina italiana comparve a Milano nel 1952 a San Babila. Alla fine degli anni Settanta si contavano in Italia 33.000 cabine telefoniche. Il declino è iniziato alla fine degli anni Novanta con la diffusione dei telefoni cellulari finché nel 2018 è arrivato il definitivo stop alla produzione e alla diffusione. Pochi sanno che è possibile ricevere chiamate su cabina: è necessario chiamare il numero a pagamento 199 229 229 digitando il numero del telefono pubblico che si vuole chiamare. I numeri delle cabine si possono avere premendo il tasto “OK” sull’apparecchio telefonico della cabina stessa. 

# Piazza Castello in total white (con annessa cabina)

Andrea Zoppolato – Piazza Castello direzione Duomo

Il restyling di Piazza Castello ha visto la la riqualificazione dei viali che la collegano a Foro Bonaparte, con il calcestre al posto dell’asfalto. In Via Beltrami c’è stato il rifacimento della pavimentazione con il granito bianco di Montorfano con inserti di beola grigia trasformata nell’estensione di Piazza Castello. Tutta l’area è stata pedonalizzata, in alcuni punti con accesso solo ai residenti e ai taxi. Ma in tutto questo c’è ancora qualcosa del passato che resiste: la cabina del telefono della Telecom. 

Continua la lettura con: La nuova Piazza Castello in total white: cosa manca ancora per l’inaugurazione ufficiale

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Milano–Malpensa: e se fosse una metropolitana?

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Entro la fine del 2024 saranno conclusi i lavori della M4, la linea che comprende il collegamento diretto tra il centro città e l’aeroporto di Linate. Un ulteriore scatto in avanti potrebbe essere il prolungamento del network metropolitano milanese fino a Malpensa. Vediamo come potrebbe essere fatto. 

Milano–Malpensa: e se fosse una metropolitana?

# Attuali collegamenti: una corsa ogni mezzora

Credits @goro_hashi (IG) – Malpensa Express in partenza dalla Stazione Centrale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’aeroporto di Malpensa dista circa 50km dal centro città ed è collegato, tramite bus o treni, con le stazioni di Milano Centrale, Garibaldi e Cadorna. Le corse sono circa una ogni mezzora: i treni Malpensa Express ci impiegano circa 40 minuti, 50 minuti i bus. Alla luce della M4 che collega Linate al centro, molti si chiedono: perché non fare lo stesso con Malpensa? 

# L’ipotesi più ambiziosa: estensione della M1 con fermate a Rho, Legnano e Busto Arsizio

Credits @nicolaarmento_ (IG) – Linea M1 Milano

Il servizio presente attualmente è abbastanza efficiente, però se si riuscisse a realizzare una linea metropolitana esclusiva il collegamento sarebbe più immediato. Ma come si potrebbe fare?

Una possibile soluzione sarebbe di prolungare la M1: da Rho fiera fino all’aeroporto, includendo anche alcune fermate strategiche come Rho, Legnano e Busto Arsizio.

Uno dei vantaggi principali sarebbe la velocità: questo progetto garantirebbe ai passeggeri un collegamento più diretto e la possibilità di risparmiare minuti preziosi durante gli spostamenti. Inoltre, ci sarebbe la possibilità di aumentare le corse, passando da una ogni trenta minuti a una ogni 5/10 minuti. Si tratterebbe di una metropolitana di superficie, simile all’ultimo tratto della M2, mantenendo comunque le classiche caratteristiche di una metropolitana.

Un’altra proposta potrebbe essere una linea totalmente sotterranea, con le stesse fermate, che nonostante i costi e i tempi di realizzazione più elevati, avrebbe ancora più vantaggi come la diminuzione di rumore, minore impatto visivo e maggiore sicurezza.

Leggi anche: La Metropolitana di Milano avanza: i futuri prolungamenti in arrivo

Un tale progetto avrebbe dei costi e delle tempistiche molto elevati però, a lungo termine, sarebbe un grande beneficio per la città: ridurrebbe il traffico e quindi di conseguenza le emissioni, garantirebbe un collegamento più veloce e diretto, e renderebbe Milano sempre più globale e integrata con il suo territorio.

Per adesso non vi è nessun possibile progetto all’orizzonte, ma il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha sottolineato che «Il prossimo obiettivo è collegare Malpensa con l’alta velocità per una Milano sempre più globale».

Riuscirà Milano a realizzare un progetto di tale portata? 

Continua la lettura con: La metropolitana di Milano: le stazioni del prossimo futuro già in costruzione (immagini)

FABIO MARCOMIN

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7 eventi di maggio e giugno da non farsi scappare a Milano

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Bam Circus

Nell’agenda di chi è di Milano non possono mancare questi appuntamenti. 

7 eventi di maggio e giugno da non farsi scappare a Milano

# 15 maggio: il concertone di Radio Italia in Piazza del Duomo 

Concertone in Piazza Duomo – Credits: Radio Italia

Il 15 maggio in Piazza Duomo c’è la musica del grande concerto gratuito di Radio Italia Live. Sono 12 gli artisti italiani attesi sul palco: Alessandra Amoroso, Annalisa, Emma, Gazzelle, Geolier, Ghali, Mahmood, Angelina Mango, Gianna Nannini, Noemi, The Kolors e Ultimo, accompagnati dalla Radio Italia Live Orchestra diretta dal Maestro Bruno Santori.

# Dal 17 al 19 maggio: Piano City Milano

Piano City 2024

Torna anche nel 2024 PianoCity, il primo festival diffuso di Milano nato nel 2011. Il festival di pianoforte che coinvolge tutta la città, in giardini, parchi, cortili, palazzi storici e case, si tiene quest’anno nel weekend del 17 e 19 maggio. Si suona ovunque, dall’alba al tramonto, con tanti artisti che si esibiscono in concerti gratuiti di musica classica, jazz, pop ed elettronica. I giardini della GAM (Galleria d’Arte Moderna) sono ancora una volta il main stage della manifestazione. 

# Dal 23 al 26 maggio: MiAmi Festival all’Idroscalo 

MiAmi Festival

Da giovedì 23 maggio a domenica 26 maggio all’Idroscalo Milano, al Circolo Magnolia, si tiene la 18esima edizione del MiAmi Festival con il concerto d’apertura. La manifestazione inizia ufficialmente il giorno seguente con artisti come Chiello, Colapesce e Dimartino, Daniela Pes, Diss Gacha, Ele A, Irbis, Lauryyn, Marco Castello, Rosa Chemical, Santamarea, Tony Boy e i Tre allegri ragazzi morti. 

# Dal 26 al 28 maggio: BAM Circus, il festival di circo contemporaneo e teatro di strada 

Bam Circus

Dal 26 al 28 maggio va in scena BAM Circus, la tre giorni del il Festival di circo contemporaneo e teatro di strada, ideato e diretto da Francesca Colombo, Direttore Generale Culturale di BAM, Fondazione Riccardo Catella. In questa terza edizione ci saranno spettacoli internazionali, molti inediti in Italia, azioni partecipate, parate itineranti, installazioni, talk e il documentario “Calder’s 1927 Great Circus” per approfondire il legame tra la Storia dell’arte e il Circo.

# 8 e 9 giugno: Party Like a Deejay al Parco Sempione

Party like a deejay 2024

Il Party Like a Deejay si tiene anche quest’anno al Parco Sempione. Le date sono l’8 e il 9 giugno, per una due giorni di festa con concerti, eventi, incontri, attività ludiche e sportive, momenti di relax. Il primo giorno sul palco i protagonisti della musica italiana insieme in un grande spettacolo presentato dagli speaker di Radio Deejay, il secondo giorno i DJ set dei più grandi artisti del panorama dance.

# A partire dal 21 giugno: Milano è Viva – Estate al Castello, con 71 spettacoli dal vivo 

Milano è viva

Il 21 giugno apre il cartellone della nuova stagione di Milano è Viva – Estate al Castello, ospitato nel Cortile delle Armi, con il concerto d’apertura di Ariete. La manifestazione, che proseguirà fino all’8 settembre, prevede 71 eventi dal vivo di musica pop, elettronica, classica, teatro, danza, molti gratuiti ed altri a prezzo calmierato.

# Fino al 30 giugno: “Picasso. La metamorfosi della figura” al Mudec 

yesmilano.it – Picasso

Si può visitare fino al 30 giugno la mostra “Picasso. La metamorfosi della figura” al MUDEC – Museo delle Culture. Racconta la costante rielaborazione intellettuale e l’eredità artistica della visione del pittore spagnolo, famoso per la sua decostruzione delle figure e dei volti, con oltre quaranta opere tra dipinti e sculture. A queste si aggiungono 26 disegni e bozzetti di studi preparatori.

Continua la lettura con: Grandi eventi, sport, concerti: gli APPUNTAMENTI 2024 a MILANO da segnare in AGENDA

FABIO MARCOMIN

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I “Gufi”, il gruppo musicale, dialettale e cabarettistico milanese più famoso di sempre

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Gufi

Sessant’anni fa nascevano “I Gufi”, il gruppo musicale, dialettale e cabarettistico milanese più famoso di sempre. Era infatti il 1964 quando iniziavano le prime mosse per la composizione (casuale e decisa dal destino) di un quartetto che, dopo un brevissimo periodo di rodaggio, ebbe da subito un successo straordinario.

I “Gufi”, il gruppo musicale, dialettale e cabarettistico milanese più famoso di sempre

# Composto da un calabrese milanesizzato e tre milanesi doc

Di Sconosciuto – Italian magazine Radiocorriere, year XLIII, n. 3, page 34, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=48955989 – I Gufi

Era composto da un calabrese milanesizzato e tre milanesi doc: Roberto Brivio, classe 1938, che si era diplomato all’accademia d’arte drammatica, Nanni Svampa, classe 1938 pure lui, laureato in Economia alla Bocconi, con genitori nati sul lago Maggiore, papà sul versante piemontese, mamma su quello lombardo, poi c’era Gianni Magni, classe 1941, nato in una famiglia circense, si specializzò nell’arte del mimo. Infine c’era Lino Patruno, nato a Crotone nel ’35 e, per amore della musica, arrivato a Milano. Patruno era l’esperto di Jazz.

Leggi anche: NANNI SVAMPA, l’ironico artista della canzone milanese

# Come è nato il gruppo

Ma come sono nati i Gufi? A seconda del punto di vista, che la si veda dalla parte di Patruno, di Svampa o degli altri due, cambia la prospettiva e la narrazione, un po’ come una di quelle figure a doppio riflesso che troviamo in regalo nelle patatine. Arduo, ma ci proviamo: Brivio, dopo l’accademia d’arte drammatica, si mette a cantare, venendo ingaggiato dalla Ricordi e lì conosce Patruno, che alla Ricordi ci lavorava da qualche tempo. Brivio gli dice di avere delle canzoni “macabre” da proporre, Lino le ascolta e invita Roberto a cantarle in un concerto che il gruppo musicale “Riverside Jazz Band” avrebbe tenuto a Chioggia. Nella “Riverside” suonava proprio l’artista calabrese. Brivio, davanti al pubblico veneto, canta “Vorrei tanto suicidarmi” e “Quando sarò morto”. È un successo.

Lino Patruno conosceva Nanni Svampa, che faceva cabaret e che aveva avuto una discreta esperienza con il gruppo dei Peos. Propone a Brivio di andare a vedere l’esibizione di Nanni al Capitan Kidd, un nightclub milanese, così da due diventano tre. Roberto Brivio in quegli anni collaborava con Cino Tortorella (il Mago Zurlì) in Tv e Tortorella era amico di Gianni Magni, che era noto per la sua bravura come mimo. Magni era perfetto per mimare le canzoni macabre e renderle divertenti. E così arrivano a quattro.

# I Gufi propongono grottesco e politico, popolare e paradossale

Gufi

I Gufi si esibiscono per la prima volta al Boccaccio di Milano, lo spettacolo va bene ed è la dimostrazione che il quartetto funziona. Nella kermesse che faranno a Torino attirano consensi superiori alle più rosee aspettative: propongono le canzoni macabre, quelle popolari e brani di denuncia sociale. E’ un mix perfetto, nella metà degli anni sessanta, per avere successo, per far rumore. Rumore in un mondo, della musica e della canzone, un po’ troppo ingessato. I Gufi propongono grottesco e politico, popolare e paradossale. Qualcuno oggi definirebbe molte delle loro canzoni “demenziali”, ma erano qualcosa d’altro. Il gruppo canta “Porta Romana bella” e “Contently becchin story” (la storia del becchino contento), “E’ la domenica il giorno del Signore” e “Si può morire”, una canzone di denuncia sociale contro le morti sul lavoro, gli omicidi per motivi religiosi, razziali e ideologici.

# Un centinaio di brani in 4 anni di attività

Dal 1965 (anno di uscita del primo disco, “Milano canta”), al 1969, (anno del primo scioglimento del quartetto), i Gufi incidono un centinaio di brani, tra cui “La Balilla”, “A l’era sabet sera”, “Fischia il vento”, “Bella ciao”, “Va Longobardo”, “Addio Monella” e “Sant’Antonio allu desertu”, una canzone popolare abruzzese che i Gufi elaborarono in una versione considerata blasfema e si presero una denuncia, poi archiviata in sede di giudizio.  

# La partecipazione a Sanremo prima dello scioglimento definitivo

Di sconosciuto – https://www.ilgiorno.it/milano/cultura/brivio-1.5050565, Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=8566071 – Reunion del 1981

Dopo la chiusura del progetto artistico, avvenuta nel ’69, si rimisero insieme nel 1981, conducendo, su Antenna 3 Lombardia, la trasmissione “Meglio Gufi che mai”, sotto la regia di Beppe Recchia. In quell’anno partecipano al Festival di Sanremo (ma come ospiti) con il brano “Pazzesco”, una canzone solo apparentemente leggera. Si esibirono anche in alcune trasmissioni Tv, tra cui Domenica In. Il gruppo si scioglierà definitivamente nel 1982.

Dei quattro artisti è rimasto solo Lino Patruno, proprio il più anziano: Magni fu il primo a lasciarci, nel 1992, Svampa nel 2017 e Brivio nel 2021, sconfitto dal Covid.    

FABIO BUFFA 

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Storia di una GRANDE DONNA di Milano: ALDA MERINI

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La rotta degli hippie: tornerà un giorno?

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Di Karte: NordNordWest, Lizenz: Creative Commons by-sa-3.0 de, CC BY-SA 3.0 de, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=28476198 - La rotta degli hippie

Un viaggio alla ricerca della libertà, fisico e spirituale, una sorta di turismo alternativo dove contava muoversi spendendo il meno possibile per prolungare la permanenza lontano da casa. La storia di questa rotta e i percorsi più battuti attraverso l’Europa e l’Asia.

La rotta degli hippie: tornerà un giorno?

# La rotta attraverso Europa e Asia della generazione hippie

Hippie

Il nome Hippie Trail, “la rotta degli hippie”, è riferito al viaggio intrapreso attraverso l’Europa e l’Asia dalla metà degli anni cinquanta alla fine degli anni settanta da un’intera generazione di giovani facenti parte della controcultura hippie. La parola “hippie” venne utilizzata solo a partire dalla metà alla fine degli anni sessanta, prima si parlava di “beatnik”. In maggioranza i viaggiatori erano europei, nord americani, australiani e giapponesi. 

# Alla ricerca della libertà, in un viaggio fisico e spirituale

57armadillo – Hippie

Si trattava di un viaggio alla ricerca della libertà, fisico e spirituale, una sorta di turismo alternativo dove contava muoversi spendendo il meno possibile per prolungare la permanenza lontano da casa. Per questo motivo gli spostamenti venivano fatti a bordo dei classici pulmini Volkswagen, in autobus privati a basso costo, in case mobili costruite a mano a volte dotate di servizi, in autostop, ma c’erano anche dei treni che percorrevano parte del tragitto. Molti viaggiavano zaini in spalla, leggeri, senza preoccuparsi dei soldi, delle prenotazione alberghiere e della pianificazione del viaggio. Ad ogni tappa principale si trovano ostelli, hotel ed altri luoghi di ritrovo dove i viaggiatori potevano scambiarsi idee ed esperienze, tra i più famosi lo Yener’s Café ed il The Pudding Shop a Istanbul, lo Sigi’s in Chicken Street a Kabul o l’Amir Kabir in Tehran.

# Il percorso dalle città europee a quelle asiatiche

Di Karte: NordNordWest, Lizenz: Creative Commons by-sa-3.0 de, CC BY-SA 3.0 de, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=28476198 – La rotta degli hippie

Il viaggio aveva solitamente come punto di partenza le principali città dell’Europa occidentale, quali Londra, Copenaghen, Berlino Ovest, Parigi, Amsterdam, Milano o Roma, e un tragitto che attraversava generalmente Turchia, Iran, Afghanistan, Pakistan, India e Nepal. Arrivati ad Instanbul i percorsi si dividevano in due:

  • la rotta settentrionale, quella più frequentata, che toccava Teheran, Herat, Kandahar, Kabul, Peshawar e Lahore, per arrivare in India e in Nepal;
  • la rotta meridionale, che passava dalla Turchia attraverso Siria, Giordania, Iraq, Iran e Pakistan.

C’era anche chi proseguiva oltre, verso l’India meridionale, la spiaggia di Kovalam a Trivandrum (Kerala) e lo Sri Lanka, o addirittura fino in Australia. Tra le mete preferite c’erano Delhi, Varanasi, Goa, Kathmandu e Bangkok, dove poter vivere indisturbati esperienze psichedeliche. 

# La fine della rotta degli hippie nel 1979 e una timida rinascita negli anni 2000

Nel 1979 la chiusura della rotta degli hippie. A sancirla fu la prese del potere in Iran dell’Ayatollah Kohomeini, che bloccò le frontiere, e l’invasione dell’Afghanistan da parte dell’Unione Sovietica. La rotta era tornata parzialmente percorribile dalla metà degli anni 2000, ma in modo più difficoltoso e pericoloso per il prolungarsi delle guerre e delle tensioni in Iraq, Afghanistan e in alcune parti del Pakistan. Ozbus ha reso disponibile nel settembre 2007 un servizio di breve durata tra Londra e Sydney lungo l’hippie trail, oggi invece è possibile approfittare di alcuni viaggi commerciali tra Europa ed Asia che passano passando per il Nepal e il Tibet per la vecchia Via della seta scavalcando l’Iraq, l’Afghanistan e il Pakistan. Tornerà in futuro la possibilità di percorrere la rotta originale?

Continua la lettura con: Tornerà il VIAGGIO in TRENO più LUNGO partendo da MILANO?

FABIO MARCOMIN

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George Clooney in Centrale: le immagini

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Clooney - Centrale - Ezio Cairoli

Le fotografie scattate da Ezio Cairoli, giovedì 2 maggio 2024, a Milano presso la Stazione Centrale sul set di George Clooney e di Adam Sandler.

Fotogallery di Ezio Caroli:

Continua la lettura con: I nuovi treni per la metro di Roma

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I nuovi treni per la metro di Roma

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Nuovi treni Roma

Dopo anni di torpore anche la Città Eterna sembra essersi risvegliata, almeno per quanto riguarda il trasporto pubblico. Scopriamo come sono i nuovi convogli e quando inizieranno a circolare.

I nuovi treni per la metro di Roma

# Svelati i nuovi convogli per la metro capitolina

L’Assessore alla Mobilità di Roma Capitale, Eugenio Patanè, ha svelato nei giorni scorsi i nuovi treni destinati alla metropolitana cittadina, in particolare alle linee A e B. Dopo il restyling delle stazioni, l’avvio del cantiere della stazione della linea C e della riprogettazione della linea D, anche la Città Eterna sembra essersi risvegliata da un lungo torpore che aveva colpito pesantemente il trasporto pubblico. 

# Previsti 30 treni, il primo in arrivo a dicembre 2024

In totale sono previsti 30 nuovi treni. La produzione è affidata a Hitachi Rail e il primo dei arriverà a dicembre 2024. Il primo contratto applicativo ne prevede 14, di questi 12 sono per la linea B e 2 per la linea A, con 7 previsti in consegna nel 2025 e gli ultimi 6 nel 2026. Il secondo contratto applicativo ne prevede altri 16, di cui 11 sulla B e 5 sulla A, a partire dal 2027.

# Analoghi ai treni della metro milanese, la livrea segue la Corporate Identity di Roma Capitale

Nuovi treni Roma

Per quanto riguarda il design e l’estetica le proposte sono state realizzate “coniugando l’evoluzione dei veicoli metropolitani di Roma, l’esperienza di viaggio del passeggero, i principi di comfort, sicurezza ed ergonomia”, come spiega l’Assessore Patanè. I convogli sono analoghi ai treni Leonardo già in servizio sulle linee M1 e M2 di Milano e ai modelli aggiornati in arrivo per la linea M1 e M3, in quanto prodotti sempre da Hitachi. La livrea segue le linee guida della Corporate Identity di Roma Capitale e si caratterizza per una colorazione bianca con la fascia amaranto come sugli esistenti convogli CAF.

Leggi anche: I nuovi TRENI stilosi e super SILENZIOSI in arrivo per M1, M2 e M3

Fonte: ferrovie.info

Continua la lettura con: Roma si muove: dal giardino verticale al “bianco dinamico” si rinnovano le stazioni della metro A. Si muoverà anche Milano?

FABIO MARCOMIN

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Sulle mura del Castello Sforzesco si trova un fiore unico al mondo

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giorgio_bardelli_naturalista IG - hieracium australe

Nell’ultimo inventario della flora spontanea italiana questo fiore è risultato l’ultimo superstite tra le piante endemiche in città. Non si trova in nessun altro luogo al mondo. Scopriamo come è fatto.

Sulle mura del Castello Sforzesco si trova un fiore unico al mondo

# L’Italia al primo posto in Europa per la ricchezza della sua biodiversità

greenplanner.it – Mappa biodiversità vegetale

Il nostro Paese è al primo posto in Europa per la ricchezza della sua biodiversità grazie alla variabilità climatica e morfologica. Solo la Turchia, se si considera il bacino del Mediterraneo, ha un numero maggiore di piante e fiori spontanei. Sul territorio italiano sono presenti 1702 piante endemiche, che germogliano solo qui, sui 10.023 tipi di piante complessivi. A queste se ne aggiungono 8.241 autoctone, originarie del luogo ma non per forza presenti solo nell’area in cui sono nate, e 1782 aliene. 

# L’ultimo inventario della flora spontanea italiana del Museo di Storia Naturale di Milano

dailygentile IG – Museo di Storia Naturale di Milano

Nell’ultimo inventario della flora spontanea italiana, curato dal Museo di Storia Naturale di Milano e disponibile online sul Portale della Flora d’Italia, è emerso come le specie estinte siano passate da 26 a 28. Una di queste specie esclusive scomparse era in centro a Milano, che ora ne ha solo un’altra. L’aggiornamento del database è stato arricchito con le informazioni di un nuovo studio coordinata dal Museo, che ha coinvolto un un team internazionale di 45 botanici, promosso dal Comune di Milano e patrocinata dalla Società Botanica Italiana, dalla Fondazione per la Flora Italiana e dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. 

# Sulle mura del Castello Sforzesco un fiore unico al mondo che rischia di scomparire

giorgio_bardelli_naturalista IG – hieracium australe

La specie di fiore superstite a Milano germoglia sulle mura del Castello Sforzesco, come quella scomparsa per sempre dal nome l’hieracium tolstoii. Quello che è ancora sopravvive è un fiore unico al mondo, si tratta dell’hieracium australe. L’aspetto è simile a quello del tarassaco, il fiore giallo molto comune nei prati che diventa un “soffione”. Non si sa però ancora per quanto si riuscirà ad ammirarlo. Il probabile cambiamento dell’habitat, che avrebbe causato l’estinzione dell’altra specie, metterebbe infatti in serio pericolo anche l’ultimo fiore presente solo nella nostra città.

Fonte: Corriere Milano

Continua la lettura con: La nuova Piazza Castello in total white: cosa manca ancora per l’inaugurazione ufficiale

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La brioche extralarge di Milano: un’esperienza esagerata

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Nel regno delle brioche colorate, con i famosi “cornetti ape”, se ne può mangiare una versione davvero esagerata. 

La brioche extralarge di Milano: un’esperienza esagerata

# Il regno delle brioche colorate

aromanapoletano IG – Cornetti ischitani

Nel quartiere Isola c’è un locale famoso per le sue brioche colorate, “Aroma Napoletano”. Stiamo parlando dei cornetti ischitani, una specialità di pasticceria realizzata con un doppio impasto più leggero e appetitoso rispetto a quelli classici. Viene realizzato grazie all’unione tra la pasta brioche e la pasta sfoglia producendo una sfoglia fragrante all’esterno e un morbido interno alveolato.  

Esternamente hanno il tipico aspetto bicolore delle api e per questo alcuni lo chiamano “cornetto ape”, e sono disponibili in diversi gusti con l’esterno caratterizzato dal colore del contenuto. Oltre a quello vuoto troviamo quelli a crema e amarena, pistacchio, cacao, frutti rossi, caramel, siciliano. Il prezzo medio è di 4 euro.

# La variante estiva

Credits italyfoodtag IG – Brioche estiva

Tra le varianti disponibili troviamo anche la ‘Ischitano Cream, la brioche estiva di Aroma Napoletano. In questo caso il cornetto ischitano viene tagliato in orizzontale, farcito con gelato, crema, topping, sormontato dalla granella e chiuso con la punta.

# La brioche XXL per un’esperienza disumana

 

 
 
 
 
 
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La più esagerata di tutte, per un’esperienza davvero disumana, è la brioche in formato XXL. Non si tratta della versione maxi del cornetto ischitano, ma di una versione ancora più grande. Occupa un piatto da secondo e può essere farcita in differenti modi, tra cui al cioccolato bianco e frutti di bosco all’interno e all’esterno.

Una vera bomba calorica. In realtà sarebbe per 6/7 persone e infatti viene proposta anche come torta di compleanno. Rispetto alle brioche classiche si richiede su prenotazione e il prezzo varia in base al peso. Chi è pronto a mettersi alla prova?

Indirizzo: Via Traù, 2

Continua la lettura con: A Milano la BRIOCHE ESTIVA

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Le auto volanti sono già realtà: ecco dove

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xpeng_aeroht IG - Evtol

La produzione di massa delle auto volanti è sempre più vicina, i preordini saranno possibili già nei prossimi mesi. Nel frattempo i primi modelli debuttano ai saloni internazionali dell’auto. Scopriamo quali sono e dove inizieranno a volare.

Le auto volanti sono già realtà: ecco dove

# Dai prototipi al debutto ai saloni internazionali dell’auto

hdmotori – Prototipo Xpeng 2 testato a Dubai nel 2022

La Cina è la Nazione leader nello sviluppo di auto volanti, secondo il report China Merchants Securities, detenendo il 50% dei modelli mondiali. Tra le diverse aziende che si stanno focalizzando sulla commercializzazione di veicoli con un design diverso dal più comune velivolo eVTOl c’è Xpeng, con la divisione AeroHT creata appositamente per lo scopo. Nel 2022 un primo test positivo a Dubai con il modello X2, nel 2023 l’ottenimento del permesso in Cina per volare con equipaggio a bordo, nel 2024 il debutto assoluto a uno dei saloni internazionali dell’auto, quello di Pechino.

# In Cina l’avvio della produzione di massa di auto volanti dal 2025

xpeng_aeroht IG

Il modello presentato al Salone dell’Auto di Pechino 2024, l’eVTOL Flying car di Xpeng, non presenta due moduli separati, con la parte superiore che si stacca per il volo. Si tratta infatti di un modello integrato con l’elica che esce da un apposito alloggiamento sul tetto per volare e si riposiziona nell’auto durante l’uso su strada.

xpeng_aeroht IG – Evtol

A gennaio 2024 è arrivato l’annuncio dell’avvio della produzione di massa di questi mezzi volanti per l’ultimo trimestre del 2025, con i preordini attesi ad ottobre, destinati inizialmente alle aziende turistiche e agli appassionati di outdoor. L’Amministrazione dell’aviazione civile cinese sta attualmente esaminando l’aereo per la certificazione commerciale.

evtol.news – EH216-S

La l’EH216-S a due posti di EHang, capace di volare per 25 minuti con una carica, ha già iniziato le vendite nel mese di aprile 2024, dopo essere stata il primo velivolo al mondo a ottenere la certificazione per il volo senza pilota con a bordo due passeggeri. Ha anche ricevuto l’autorizzazione per la produzione di massa, ma ancora non c’è una data ufficiale.

# Gli altri modelli in arrivo

evtol – Prototipo auto volante Xpeng

La divisione eVtol della società Xpeng ha in fase di progettazione anche un veicolo più tradizionale della casa automobilistica, dal nome di X3, con la forma di coupè e dotato di otto propulsori pieghevoli installati sul tetto per il decollo e l’atterraggio verticale e 12 motori elettrici. Il prezzo di questo modello, inizialmente fissato a circa 130.000 euro, sembra già destinato ad essere ribassato nel prossimo futuro. Tra gli altri modelli in arrivo GOVE eVTOL di Guangzhou Automobile Group, con sezione di aereo staccabile e l’Aerofugia di Geely, un sei posti per voli più lunghi.

Fonte: asia.nikkei.com

Continua la lettura con: Dal 2025 inizia la PRODUZIONE di MASSA di MACCHINE VOLANTI

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Un ponte tra le nuvole a due ore da Milano: dove sarà costruito

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Passerella Forcel Rosso

La costruzione dell’opera consente di raggiungere un duplice obiettivo: fornire un’alternativa al transito pedonale rispetto al classico sentiero, rimasto interrotto a lungo a causa di un’alluvione, e diventare un’attrazione turistica per la zona. Dove e come sarà realizzata.

Milano-Rifugio Lissone

Un ponte tra le nuvole a due ore da Milano: dove sarà costruito

# Una passerella scenografica nel cuore del Parco dell’Adamello

Google Maps – Passo Forcel Rosso

Nel cuore del Parco dell’Adamello verrà costruita una passerella scenografica simile a quella del Sentiero dei Fiori, la via ferrata intorno ai 3.000 metri di quota nei monti sovrastanti il Passo del Tonale. Ci troviamo a circa due ore e mezza di auto da Milano, nei pressi del rifugio Lissone in provincia di Brescia.

Passo Cai – In rosso il sentiero interrotto e dove è prevista la costruzione della passerella

L’obiettivo è scongiurare che si ripeta quanto successo nell’estate 2023 quando il sentiero 601, l’Alta Via dell’Adamello, è stato a lungo interrotto a causa di un’alluvione in corrispondenza del Vallone del Forcel Rosso poco prima del rifugio. La passerella verrà realizzata proprio nel punto di interruzione del sentiero, cerchiato in rosso nell’immagine. Gli escursionisti sono stati obbligati a fare giri incredibili andando fino sul versante trentino prima del ripristino del sentiero. Oltre a questo la costruzione dell’opera sarà anche una nuova attrazione turistica per la zona.

# Un tragitto di 115 metri sospeso nel vuoto

paolo_plona IG – Sentiero dei Fiori

A realizzare la passerella sarà la Comunità montana in accordo con il Cai della Valcamonica, grazie a 300mila euro stanziati da Regione Lombardia per interventi straordinari sulla rete dei sentieri oltre ad ulteriori risorse locali. Si camminerà sospesi nel vuoto per 115 metri.

# Un collegamento dal valore storico e simbolico

Passerella Forcel Rosso

Il nuovo collegamento pedonale sopra la valle avrà anche un valore storico e simbolico. In questo punto infatti era già stata realizzata un’altra passerella dai soldati italiani nella Prima Guerra Mondiale, con il passare del tempo degradata e poi andata distrutta. Verrà garantito il transito in sicurezza, possibile l’installazione di protezioni per il rischio valanghe, grazie a 4 tiranti di ancoraggio e 6 micropali in entrambe le sponde. I lavori dovrebbero essere realizzati nel corso del 2024.

Fonte: TeleBoario

Continua la lettura con: La PASSERELLA TRASPARENTE SOSPESA su PIAZZA del DUOMO: la data dei lavori e dell’inaugurazione

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Chiude l’Ippodromo: al suo posto un nuovo quartiere?

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Rendering nuovo Quartiere residenziale La Maura

Al posto del vecchio impianto del trotto accanto allo Stadio Meazza sta nascendo un nuovo complesso residenziale. Stessa sorte potrebbe toccare ai terreni del più recente impianto de La Maura. Questa l’ipotesi circolata negli ultimi giorni.

Chiude l’Ippodromo: al suo posto un nuovo quartiere?

# L’ultima corsa all’Ippodromo del trotto “La Maura”

lo_.gabry IG – Ippodromo La Maura

L’annuncio della definitiva dismissione dell’Ippodromo del trotto “La Maura” in Via Lampugnano è arrivata dopo l’ultima corsa all’interno della pista avvenuta il 25 aprile. La chiusura era già programmata da tempo da parte di Snai, per problemi di bilancio, e infatti le trattative per la cessione dell’area sono state diverse nell’ultimo periodo. L’area di 17 ettari è nata come una delle piste di allenamento dei vicini ippodromi di San Siro per poi vedere l’inaugurazione dell’impianto attuale nel 2015 in sostituzione del vecchio ippodromo del trotto, accanto allo Stadio Meazza, dove è in realizzazione un progetto residenziale con 700 case a canone convenzionato e 600 a mercato libero. Dopo appena nove anni di attività i terreni de “La Maura” seguiranno la stessa strada?

Leggi anche: Il nuovo QUARTIERE VERDE di MILANO con 700 case a basso prezzo

# Il progetto stoppato sul nascere per la costruzione del nuovo stadio del Milan

Stadio Bosco Boeri La Maura

Tra le ipotesi più recenti di riconversione dei terreni dell’Ippodromo “La Maura” c’è stata quella di realizzare il nuovo stadio del Milan, una suggestione dell’architetto Stefano Boeri aveva ipotizzato una struttura “verde” immersa in un “Parco della biodiversità”. Il progetto è stato però stoppato sul nascere, quando erano in corso le trattative per l’acquisizione dell’area da parte della società rossonera, per via delle proteste e opposizioni in Consiglio comunale a cui si è aggiunta la manifestazione di ambientalisti e residenti anti-stadio, una catena umana di tremila persone attorno all’impianto nella primavera 2023. 

# Un nuovo quartiere con 20 edifici?

Rendering nuovo Quartiere residenziale La Maura

Sorgerà un nuovo quartiere? La preoccupazione di ambientalisti e residenti per una nuova speculazione edilizia è giustificata dai rendering circolanti in rete che ipotizzano per l’area un nuovo quartiere residenziale costituito da 20 edifici. Il Comune di Milano al momento ha smentito tale possibilità e non risulterebbero al momento richieste per la costruzione di un progetto di questo tipo che comunque richiederebbe un iter tortuoso essendo la pista compresa e vincolata nel Parco Sud. Sono state inoltre depositate in Soprintendenza circa 5000 firme a sostegno della richiesta, sottoscritta da Italia Nostra, WWF e Legambiente, per estendere il vincolo monumentale vigente su Galoppo e Pista Trenno anche sulla pista de La Maura.

Un fattore che potrebbe però cambiare le carte in tavola, aprendo quindi a sviluppi immobiliari nei terreni del circuito ippico, il processo avviato da Regione Lombardia per modificare la gestione del Parco Agricolo Sud con l’obiettivo di assumerne il controllo.

Fonte: Urbanfile

Continua la lettura con: Per un’altra MILANO: un NUOVO QUARTIERE SATELLITE?

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Arrivano il “super centro” chiuso al traffico e altre 100 strade a 30 all’ora: fissata la data della rivoluzione slow

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Strade Milano

La rivoluzione della mobilità cittadina è attesa in coda all’estate. Cosa è previsto e la strategia di Palazzo Marino per il prossimo futuro.

Arrivano il “super centro” chiuso al traffico e altre 100 strade a 30 all’ora: fissata la data della rivoluzione slow

# Le prime cento scuole dopo l’estate

Si parte da settembre, in coda all’estate, con la rivoluzione della mobilità cittadina che prevede la riduzione del limite a 30 km/h in circa 100 strade davanti alle scuole. L’annuncio è arrivato direttamente dal Sindaco Beppe Sala, a seguito dell’inaugurazione della nuova oasi Zegna in Piazza Duomo, che ha spiegato la strategia della giunta: “non saranno tutte le strade milanesi dove ci sono le scuole a 30 all’ora da settembre, ma un numero significativo. Orientativamente io direi che vogliamo avvicinarci alle 100 e poi andare avanti”.

Si tratta quindi di un primo passo per estendere il prima possibile questo limite a tutte le vie di Milano su cui affacciano gli istituti scolastici. A quanto pare quindi nessuno ostacolo nemmeno dal Ministro alle Infrastrutture, Matteo Salvini, nonostante l’introduzione di una direttiva più stringente sull’introduzione dei limiti dei 30 all’ora nelle città.

# Stop alle auto private nel Quadrilatero della Moda “allargato”

Ztl centro

Sempre a settembre 2024 è prevista la chiusura al traffico di auto private nel “super centro”, corrispondente al Quadrilatero della Moda e ad altre vie limitrofe tra Corso Matteotti e Corso Vittorio Emanuele. Le uniche deroghe sono concesse ai residenti proprietari di box o garage e a chi parcheggia nelle autorimesse della zona, oltre a mezzi di servizio e di trasporto pubblico e privato, come taxi e Ncc, e fornitori autorizzati. Ancora in valutazione la possibilità di lasciare circolare i non residenti all’interno della nuova Ztl il tempo necessario a trovare parcheggio nelle aree limitrofe o per accompagnare qualcuno per gli acquisti. Attesa nei prossimi mesi l’installazione delle telecamere per sanzionare i trasgressori.

# L’obiettivo è quello di estendere l’area vietata in futuro

Via Tortona_ArtNightOut
Via Tortona

Lo stop ai privati nel Quadrilatero della moda “allargato” potrebbe però essere solo un piccolo assaggio delle limitazioni immaginate per il futuro della città. Il Sindaco Sala non ha infatti escluso di allargare il perimetro della Ztl, magari trasformando in aree pedonali o ZTL le strade chiuse per il Fuorisalone 2024.  

Continua la lettura con: Milano città chiusa: nuove strade off limits, Area B a pagamento e Area C più costosa?

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