La costruzione dell’opera consente di raggiungere un duplice obiettivo: fornire un’alternativa al transito pedonale rispetto al classico sentiero, rimasto interrotto a lungo a causa di un’alluvione, e diventare un’attrazione turistica per la zona. Dove e come sarà realizzata.
Milano-Rifugio Lissone
Un ponte tra le nuvole a due ore da Milano: dove sarà costruito
# Una passerella scenografica nel cuore del Parco dell’Adamello
Google Maps – Passo Forcel Rosso
Nel cuore del Parco dell’Adamello verrà costruita una passerella scenografica simile a quella del Sentiero dei Fiori, la via ferrata intorno ai 3.000 metri di quota nei monti sovrastanti il Passo del Tonale. Ci troviamo a circa due ore e mezza di auto da Milano, nei pressi del rifugio Lissone in provincia di Brescia.
Passo Cai – In rosso il sentiero interrotto e dove è prevista la costruzione della passerella
L’obiettivo è scongiurare che si ripeta quanto successo nell’estate 2023 quando il sentiero 601, l’Alta Via dell’Adamello, è stato a lungo interrotto a causa di un’alluvione in corrispondenza del Vallone del Forcel Rosso poco prima del rifugio. La passerella verrà realizzata proprio nel punto di interruzione del sentiero, cerchiato in rosso nell’immagine. Gli escursionisti sono stati obbligati a fare giri incredibili andando fino sul versante trentino prima del ripristino del sentiero. Oltre a questo la costruzione dell’opera sarà anche una nuova attrazione turistica per la zona.
# Un tragitto di 115 metri sospeso nel vuoto
paolo_plona IG – Sentiero dei Fiori
A realizzare la passerella sarà la Comunità montana in accordo con il Cai della Valcamonica, grazie a 300mila euro stanziati da Regione Lombardia per interventi straordinari sulla rete dei sentieri oltre ad ulteriori risorse locali. Si camminerà sospesi nel vuoto per 115 metri.
# Un collegamento dal valore storico e simbolico
Passerella Forcel Rosso
Il nuovo collegamento pedonale sopra la valle avrà anche un valore storico e simbolico. In questo punto infatti era già stata realizzata un’altra passerella dai soldati italiani nella Prima Guerra Mondiale, con il passare del tempo degradata e poi andata distrutta. Verrà garantito il transito in sicurezza, possibile l’installazione di protezioni per il rischio valanghe, grazie a 4 tiranti di ancoraggio e 6 micropali in entrambe le sponde. I lavori dovrebbero essere realizzati nel corso del 2024.
Al posto del vecchio impianto del trotto accanto allo Stadio Meazza sta nascendo un nuovo complesso residenziale. Stessa sorte potrebbe toccare ai terreni del più recente impianto de La Maura. Questa l’ipotesi circolata negli ultimi giorni.
Chiude l’Ippodromo: al suo posto un nuovo quartiere?
# L’ultima corsa all’Ippodromo del trotto “La Maura”
lo_.gabry IG – Ippodromo La Maura
L’annuncio della definitiva dismissione dell’Ippodromo del trotto “La Maura” in Via Lampugnano è arrivata dopo l’ultima corsa all’interno della pista avvenuta il 25 aprile. La chiusura era già programmata da tempo da parte di Snai, per problemi di bilancio, e infatti le trattative per la cessione dell’area sono state diverse nell’ultimo periodo. L’area di 17 ettari è nata come una delle piste di allenamento dei vicini ippodromi di San Siro per poi vedere l’inaugurazione dell’impianto attuale nel 2015in sostituzione del vecchio ippodromo del trotto, accanto allo Stadio Meazza, dove è in realizzazione un progetto residenziale con 700 case a canone convenzionato e 600 a mercato libero. Dopo appena nove anni di attività i terreni de “La Maura” seguiranno la stessa strada?
# Il progetto stoppato sul nascere per la costruzione del nuovo stadio del Milan
Stadio Bosco Boeri La Maura
Tra le ipotesi più recenti di riconversione dei terreni dell’Ippodromo “La Maura” c’è stata quella di realizzare il nuovo stadio del Milan, una suggestione dell’architetto Stefano Boeri aveva ipotizzato una struttura “verde” immersa in un “Parco della biodiversità”. Il progetto è stato però stoppato sul nascere, quando erano in corso le trattative per l’acquisizione dell’area da parte della società rossonera, per via delle proteste e opposizioni in Consiglio comunale a cui si è aggiunta la manifestazione di ambientalisti e residenti anti-stadio, una catena umana di tremila persone attorno all’impianto nella primavera 2023.
# Un nuovo quartiere con 20 edifici?
Rendering nuovo Quartiere residenziale La Maura
Sorgerà un nuovo quartiere? La preoccupazione di ambientalisti e residenti per una nuova speculazione edilizia è giustificata dai rendering circolanti in rete che ipotizzano per l’area un nuovo quartiere residenziale costituito da 20 edifici.Il Comune di Milano al momento ha smentito tale possibilità e non risulterebbero al momento richieste per la costruzione di un progetto di questo tipo che comunque richiederebbe un iter tortuoso essendo la pista compresa e vincolata nel Parco Sud. Sono state inoltre depositate in Soprintendenza circa 5000 firme a sostegnodella richiesta, sottoscritta da Italia Nostra, WWF e Legambiente, per estendere il vincolo monumentale vigente su Galoppo e Pista Trenno anche sulla pista de La Maura.
Un fattore che potrebbe però cambiare le carte in tavola, aprendo quindi a sviluppi immobiliari nei terreni del circuito ippico, il processo avviato da Regione Lombardia per modificare la gestione del Parco Agricolo Sud con l’obiettivo di assumerne il controllo.
La rivoluzione della mobilità cittadina è attesa in coda all’estate. Cosa è previsto e la strategia di Palazzo Marino per il prossimo futuro.
Arrivano il “super centro” chiuso al traffico e altre 100 strade a 30 all’ora: fissata la data della rivoluzione slow
# Le prime cento scuole dopo l’estate
Si parte da settembre, in coda all’estate, con la rivoluzione della mobilità cittadina che prevede la riduzione del limite a 30 km/h in circa 100 strade davanti alle scuole. L’annuncio è arrivato direttamente dal Sindaco Beppe Sala, a seguito dell’inaugurazione della nuova oasi Zegna in Piazza Duomo, che ha spiegato la strategia della giunta: “non saranno tutte le strade milanesi dove ci sono le scuole a 30 all’ora da settembre, ma un numero significativo. Orientativamente io direi che vogliamo avvicinarci alle 100 e poi andare avanti”.
Si tratta quindi di un primo passo per estendere il prima possibile questo limite a tutte le vie di Milano su cui affacciano gli istituti scolastici. A quanto pare quindi nessuno ostacolo nemmeno dal Ministro alle Infrastrutture, Matteo Salvini, nonostante l’introduzione di una direttiva più stringente sull’introduzione dei limiti dei 30 all’ora nelle città.
# Stop alle auto private nel Quadrilatero della Moda “allargato”
Ztl centro
Sempre a settembre 2024 è prevista la chiusura al traffico di auto private nel “super centro”, corrispondente al Quadrilatero della Moda e ad altre vie limitrofe tra Corso Matteotti e Corso Vittorio Emanuele. Le uniche deroghe sono concesse ai residenti proprietari di box o garage e a chi parcheggia nelle autorimesse della zona, oltre a mezzi di servizio e di trasporto pubblico e privato, come taxi e Ncc, e fornitori autorizzati. Ancora in valutazione la possibilità di lasciare circolare i non residenti all’interno della nuova Ztl il tempo necessario a trovare parcheggio nelle aree limitrofe o per accompagnare qualcuno per gli acquisti. Attesa nei prossimi mesi l’installazione delle telecamere per sanzionare i trasgressori.
# L’obiettivo è quello di estendere l’area vietata in futuro
Via Tortona
Lo stop ai privati nel Quadrilatero della moda “allargato” potrebbe però essere solo un piccolo assaggio delle limitazioni immaginate per il futuro della città. Il Sindaco Sala non ha infatti escluso di allargare il perimetro della Ztl, magari trasformando in aree pedonali o ZTL le strade chiuse per il Fuorisalone 2024.
Nato milanese, preferiva definirsi torinese, per la città dove è cresciuto. Ma Milano fu una presenza costante per tutta la sua vita.
Gian Maria Volontè, l’attore impegnato “al di sopra di ogni sospetto”
# Il “migliore attore nella storia del cinema italiano”
Nelle biografie di Gian Maria Volontè Milano appare come un lampo iniziale nella vita dell’attore, ma milanese, lui, non si è mai sentito, anzi, lui si considerava torinese, legato alla città che lo aveva cresciuto. Ma a Milano Volontè ci nacque, il 9 aprile 1933, il padre era un militante del regime fascista, la madre apparteneva ad una famiglia di industriali lombardi. Volontè è stato uno degli attori più apprezzati nel panorama artistico italiano e non solo, qualcuno addirittura lo definì il migliore attore nella storia del cinema italiano.
# Nato milanese, cresciuto torinese
Dicevamo che Milano per Volontè fosse solo il luogo di nascita, considerando che neppure un mese dopo (nel maggio del ’33), la madre si trasferisce con il figlio in un albergo in Corso Galileo Ferraris, proprio nel capoluogo piemontese. Ma nella vita professionale di Gian Maria Volontè la città di Milano ritorna, per proporre sul grande schermo episodi di cronaca nera accaduti sotto la Madonnina. Come quando interpretò il bandito Piero Cavallero, capobanda dell’omonima gang torinese, nel film “Banditi a Milano”, in cui si ripercorre la storica rapina al Banco di Napoli in largo Zandonai nel settembre del ’67. Alla prima del Carignano di Torino, il pubblico rimase impressionato da come Volontè riusciva a rappresentare in modo così fedele la figura di Cavallero, nella parlata, nei gesti e nel carattere. Stessa cosa per il film “Il caso Moro” del 1986, dove l’attore milanese riuscì ad interpretare l’esponente della DC in modo totalmente fedele alla realtà, la sua fu una somiglianza agghiacciante e struggente.
# Il successo con gli “spaghetti western”
Nei 56 film in cui Volontè ha lavorato, tra il 1960 e il 1993, ha interpretato tutti i drammi, le contraddizioni, le vergogne e i vizi del nostro paese. Pellicole come “Un uomo da bruciare”, “I sette fratelli Cervi”, “Indagine di un cittadino al di sopra di ogni sospetto” e “La classe operaia va in paradiso”, sono un limpido esempio dell’impegno sociale che l’attore impiegava nel proprio lavoro, tant’è che ancora oggi è ricordato come uno degli artisti più vicini alle tematiche socio politiche del ‘900.
Aveva un fratello, Claudio, attore pure lui, ma deceduto poco più che quarantenne. Gian Maria a 16 anni si aggrega alla compagnia itinerante “I carri trespi”, poi si iscrive all’Accademia d’arte drammatica di Roma. Negli anni sessanta la sua popolarità cresce notevolmente grazie anche ai film del genere “spaghetti western”, come “Per un pugno di dollari”, “Per quache dollaro in più”, e “Quien Sabe?”.
# La morte sul set
Ma Milano torna ancora come protagonista di Volontè, quando nel 1965 è l’ispettore di Polizia Moroni nella pellicola sul bandito Luciano Lutring, dal titolo “Svegliati e uccidi”. In questo film sul solista del mitra, la nostra città appare con via Filippo Sassetti, Piazza Dumo, Via Plana, Via San Marco, via Poliziano e via Monte Napoleone.
Volontè, dopo quarantaquattro anni di carriera, tra cinema, teatro e Tv, dopo alcune esperienze come regista e sceneggiatore, morì per infarto, sul set del film “Lo sguardo di Ulisse” il 6 dicembre 1994, nella città greca di Florina. La particolarità di Volontè fu quella di essere stato uno studioso scrupoloso alla ricerca del modo migliore di far risaltare il personaggio che doveva interpretare.
Lo ha annunciato il sindaco: la metropolitana correrà anche sotto il “mare di Milano”. Questa la novità in arrivo.
“La metro passerà sotto l’Idroscalo”: la nuova fermata in arrivo
# La fermata più vicina: Linate
Se si vuole andare con la metro all’Idroscalo al momento la possibilità migliore è offerta da Linate M4che è a 891 metri di distanza a piedi e ci si arriva in 12 minuti di cammino. Ma presto si potrà arrivarci direttamente. Con un percorso particolarmente suggestivo.
# La prossima estensione: Segrate
Area Segrate con nuovo polo per lo sport indoor
Il Comune di Milano sta infatti lavorando per portare la M4 a Segrate. Lo ha confermato il sindaco Beppe Sala nella diretta social ‘Cose in Comune’, dichiarando che “É un progetto a cui stiamo già lavorando: é importante portare la M4 a Segrate e ci stiamo pensando già oggi perché proprio a Segrate Rfi, Rete ferroviaria italiana, ha deciso di portare lì la futura stazione di porta est che sarà una stazione dell’alta velocità. Abbiamo avviato la progettazione per aggiungere i tre chilometri che mancano dall’aeroporto di Linate fino a Segrate”.
# 10 metri sotto il fondo dell’Idroscalo
idroscalo
Per arrivare alla stazione il percorso correrà sotto l’Idroscalo. Non si tratta di un problema di profondità: l’Idroscalo ha una lunghezza di 2,5 chilometri, 300 metri di larghezza all’estremità nord, e 450 metri all’estremità sud, con una profondità media di una decina di metri. La profondità media della M4 è di 20 metri.
Un ponte da record che ha consentito di ridurre drasticamente i tempi di viaggio tra le città toccate dall’infrastruttura. Come è stato realizzato, tutti i numeri e dove potrebbe essere utile se realizzato nel nostro Paese.
55 chilometri: il ponte marino più lungo del mondo. In Italia cosa potrebbe collegare?
# Il ponte da record che collega le tre maggiori città sul delta del Fiume delle Perle, tra cui due città stato
Biblus – Ponte Macao – Hong Kong
Un’incredibile opera ingegneristica che ha rivoluzionato i trasporti sul delta del Fiume delle Perle in Cina. I cantieri per realizzare il ponte marino più lungo del mondo, si estende per 55 chilometri, sono iniziati a dicembre 2009 e si sono conclusi nel novembre 2017. La struttura, operativa dal 2018, si snoda attraverso il canale di Lingdingyang e si chiama Hong Kong–Zhuhai–Macao, in quanto collega le tre principali città dell’area.
# Ricorda la forma di un dragone cinese e si compone di ponti, tunnel e isole artificiali
martin.santos.353 – Hong Kong-Macao Bridge
Si compone di una serie di ponti e gallerie, tra cui un tunnel sottomarino lungo 6,7 chilometri, due isole artificiali e la sezione più lunga misura 29,6 km incluse tre campate strallate tra 280 metri e 460 metri.
Hong Kong-Zhuhai-Macao Bridge
La sua forma ricorda quella di un dragone cinese, se vista dall’alto, ed è costituito da 400.000 tonnellate di acciaio. L’infrastruttura è costata 7 miliardi dollari a cui ne vanno aggiunti altri 13 per tunnel e infrastrutture complementari.
Il ponte da record ha ridotto drasticamente la distanza da Hong Kong a Macao e Zhuhai, da 160 chilometri a soli 30 chilometri, e anche la durata del viaggio da 4 ore ad appena 45 minuti. Presente anche un servizio ininterrotto di bus navetta, che funziona 24 ore al giorno, con un costo del biglietto sensibilmente inferiore al traghetto.
# Cosa si potrebbe collegare in Italia con un ponte del genere?
Webuild – Ponte sullo stretto di Messina
Mentre nel mondo si costruiscono infrastrutture faraoniche in Italia si procede a rilento, dalle autostrade ai tunnel ferroviari, fino ad arrivare al tanto dibattuto Ponte dello Stretto che potrebbe vedere partire i cantieri nel 2024 o forse essere rimandato sine die. Potendo invece immaginare di realizzare un ponte marino di 55 chilometri nel nostro Paese, cosa potrebbe collegare?
#1 Bastia e l’Isola dell’Elba
Ponte Bastia-Isola d’Elba
La distanza tra Bastia in Corsica e l’approdo ad ovest dell’Isola d’Elba è esattamente di 55 km. Attualmente per andare dalla cittadina francese e Portoferraio ci vuole circa 1 ora e 30 di traghetto, meteo permettendo. Costruendo un ponte, come quello tra Hong Kong e Macao, si potrebbe arrivare da un’isola all’altra in meno di mezz’ora. Bisognerebbe prevedere opere accessorie, come ad esempio un tunnel diretto a Portoferraio per consentire un accesso migliore rispetto a quello che si avrebbe nelle frazione di Pomonte.
#2 L’isola di Capraia e Piombino
Capraia-Piombino
Rimaniamo sempre in zona. Una distanza simile è quella che c’è tra l’Isola di Capraia e la terraferma a Piombino, sempre in Toscana. In questo caso il risparmio di tempo sarebbe inferiore, oggi si impiega circa 40 minuti in aliscafo e 1 ora in traghetto, ma sempre senza l’incognita del maltempo.
#3 Isole Tremiti-Peschici
Tremiti-Peschici
Spostiamoci più a sud, dal Mar Tirreno al Mar Adriatico. Un altro possibile collegamento, tenendo conto della misura del ponte cinese, potrebbe essere tra Peschici e le Isole Tremiti dove la distanza in linea d’aria è di circa 50 km. Il tempo di viaggio verrebbe ridotto da circa 1 ore 30 minuti, necessari con il traghetto, a poco più di 20 minuti.
Fissata la data per l’apertura dell’intera linea della M4. Si era parlato di fine anno, invece avverrà ancora prima.
M4: tutte le 21 fermate attive entro questa data
# L’inaugurazione dell’intera linea entro fine settembre
Ezio Cairoli – Cartello tratta attiva M4
L’inaugurazione in anticipo sui tempi. Invece della fine dell’anno i milanesi potranno utilizzare già prima l’intera linea della M4: entro fine settembre si potrà andare da Linate a San Cristoforo percorrendo 21 stazioni e 15,9 chilometri. La nuova data l’ha annunciata lo stesso sindaco Sala durante la diretta social di “Cose in Comune”.
# 5 milioni di tragitti in auto in meno
Credits: primalamartesana.it – Metro M4
L’intera realizzazione della M4 costerà alla fine 2,3 miliardi di euro. Sulla M4 ci sarà una frequenza di 90 secondi negli orari di punta garantita da 47 treni lunghi 48 metri, ciascuno con 4 vagoni, con una capacità di trasporto per circa 600 persone per treno. Prevista una riduzione del traffico pari a circa 5 milioni di tragitti in auto.
# Il miglior modo di festeggiare l’anniversario della metropolitana di Milano
Il primo novembre la metropolitana di Milano festeggia il suo 60esimo anniversario: nel 1964 inaugurava la M1. Con l’apertura della M4, Milano raggiunge quota 45% di tutte le reti metropolitane in Italia.
Dalla classifica dei migliori locali per fare aperitivo a Milano pubblicata da Agrodolce, abbiamo estratto quelli che secondo noi sono i 10 locali top in assoluto.
#10 Bob
ilcoloredelvetro IG – Bob
Viene definito come un locale elegante dall’atmosfera industrial-chic che serve cocktail artigianali e piatti panasiatici. Se quindi gli aperitivi sono la vostra passione, ma vi siete stancati delle solite patatine, olive e pizzette, penso che Bob in zona Isola potrebbe diventare il vostro posto preferito. Il menu propone cocktail e specialità asiatiche, con un focus sulla cucina di Taiwan. Potrete gustare fantastici panini nel dehors affacciato sulla strada. Un esempio? Il panino farcito con polpo grigliato.
Indirizzo: Via Borsieri, 30
#9 Clotilde Brera
clotildebrera
Un altro posto pazzesco per fare aperitivo a Milano è Clotilde Brera. L’affaccio esterno del locale è una terrazza con tavolini e vista sui tetti di una delle zone più antiche di Milano oltre che sulla Chiesa di San Marco. Una vera e propria esperienza di gusto grazie agli esperti chef e mixologist che propongono il giusto abbinamento tra cocktail/long drink e i piatti del menu.
Indirizzo: Piazza San Marco, 6
#8 Ceresio 7
Credits aleildevi IG – Ceresio 7
Se si parla di vista panoramica non si può non citare almeno un rooftop. Tra tutti i locali con terrazza presenti in città per un aperitivo abbiamo inserito nella nostra top 10 Ceresio 7, che si trova nell’omonima via… proprio al numero 7. L’attico permette di osservare tutto lo skyline cittadino di Porta Nuova e nelle giornate più terse si riescono a scorgere persino le montagne. Il tutto arricchito da due piccole piscine che creano un’atmosfera magica.
Indirizzo: Via Ceresio, 7
#7 Otto
credit: inthemoodfordesign.eu
In Chinatown c’è Otto, un locale sui generis con terrazza esterna e un cortile privato su cui affaccia, insomma un angolino appartato e tranquillo. Tra quelli all’aperto è uno dei migliori per fare aperitivo a Milano, con taglieri di assaggi anche vegetariano da accompagnare ai cocktail. Come suggerisce il nome, il locale si trova al civico 8 della via principale del quartiere.
Indirizzo: Via Paolo Sarpi, 8
#6 Librosteria
milano_sguardi_inediti IG – Librosteria
Avete mai bevuto uno spritz mentre scegliete libri da un’intera libreria a vostra disposizione? E non si parla della libreria di casa, ma di una vera e propria libreria. Nella Librosteria nel Borgo degli Ortolani, a sud di Chinatown, è stato ricreato il mix perfetto tra un’osteria e una libreria di libri usati, visto che il locale condivide gli spazi con la libreria Baravaj. Ci si può sedere all’interno e nel dehor esterno affacciato su una piazzetta pedonale con aiuole, per fare aperitivo oppure per leggere un libro.
Indirizzo: Via Cesare Cesariano, 7
#5 Frida
credits: www.fridaisola.it – Bar Frida Isola
Uno dei locali più amati di Milano, prima dai radical chic e oggi ritrovo fisso per tantissimi giovani, nascosto tra le vie dell’Isola. Il Frida è anti convenzionale per eccellenza e conosciuto per i suoi murales, ha numerosi tavolini nello spazio esterno con giardino e insieme alle piante rampicanti lo rendono un posto perfetto per sorseggiare le tantissime varianti di Spritz in carta.
Indirizzo: Via Antonio Pollaiuolo, 3
#4 Rita’s Tiki Room
milanosocial IG – Tiki Milano
Partiamo dalle basi: che cos’è un Tiki Bar? Sono dei locali a tema esotico, che servono cocktail elaborati – spesso in bicchieri fuori dal comune – e richiamano esteticamente le atmosfere tropicali. Il migliore sulla piazza è il Rita’s Tiki Room di Milano sui Navigli, grazie ai suoi super cocktail a base di rum, con più di 350 etichette, ma tutta la lista di drink è assolutamente da provare, dai frozen drinks ai classici tiki. In accompagnamento le proposte culinarie di Eugenio Roncoroni, basate su una cucina di ispirazione cantonese, con influenze thailandesi, caraibiche, creole, giapponesi.
Indirizzo: Ripa di Porta Ticinese, 69
#3 Un posto a Milano
Credits: cuccagna.org – Cascina Cuccagna
Dai Caraibi alle cascine di campagna ci si mette davvero poco, se si abita a Milano. In zona Porta Romana troviamo infatti la Cascina Cuccagna, l’unica cascina rimasta in centro città, con bar, ristorante e foresteria. Il duo – chiamato Un posto a Milano – è gestito dallo chef Nicola Cavallaro e propone una vasta scelta di cocktail, vini e birre da sorseggiare tra gli spazi verdi che circondano la cascina, compreso un orto.
Indirizzo: Via Cuccagna, 2
#2 Al Cortile
whereatmilano IG – Al Cortile
Sapevate che esiste una Little Italy milanese? Si nasconde nel ristorante Al Cortile, tra la zona Bocconi e la Darsena. In ogni Little Italy che si rispetti, la cucina deve obbligatoriamente essere italo-americana… ma non cadete in frettolosi pregiudizi. Si possono degustare i piatti italiani conosciuti nel mondo per essere stati rovinati dagli americani, ma cucinati con passione e cura tutta Made in Italy. Insomma, qui anche le Fettuccine Alfredo sono deliziose.
Indirizzo: Via Giovenale, 7
#1 Tranvai
ilapinklady IG – Tranvai
Il primo posto della nostra top 10 dei locali migliori per fare aperitivo a Milano se lo è aggiudicato il Tranvai. Un tempo un tram, se non si fosse capito dal nome, oggi locale dall’atmosfera calda e rilassante. Uno dei simboli più rappresentativi della nostra città che nel tempo si sono riconvertiti in saune e ristoranti. Attorno al tram-cucina si trova uno splendido dehor con pergolato ideale per un cocktail o una birra in compagnia, frequentato anche da famiglie con figli.
Ecco, questi sono i 10 locali migliori per fare aperitivo a Milano secondo noi. Ma per fortuna la nostra città è piena di sorprese, segnalateci i vostri preferiti!
Indirizzo: Via Tirano c/o Naviglio della Martesana Angolo, Via Gianfranco Zuretti, 63
Credits Andrea Cherchi - Albero della vita in funzione
In occasione dell’Expo i milioni di visitatori accorsi da tutto il mondo hanno potuto apprezzare l’originalità e la diversità dei padiglioni dei vari stati, quelli a tema legati a un determinato alimento o prodotto così come le piccole o grandi attrazioni sparse sul Cardo e sul Decumano. Di sicuro, l’attrazione che più ha colpito tutti soprattutto a livello sonoro e luminoso è stato l’Albero della Vita. Ma che fine ha fatto e farà?
La seconda vita dell’Albero della Vita: questo sarà il suo futuro
# Nel 2025 attesa la rinascita grazie a MIND
MIND
MIND è una delle più grandi partnership pubblico-privato in Italia per la realizzazione di infrastrutture di ricerca. Già sede di ospedali di cura e ricerca medica come IRCCS Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio ed enti di ricerca quali Human Technopole, ospiterà anche l’attività di ricerca di due università milanesi di livello internazionale, Università degli studi e Politecnico di Milano, assieme a illustri ospiti internazionali come Berkeley SkyDeck Europe. Ed è proprio MIND che ha lanciato un progetto di riqualificazione dell’Albero della vita da completare nel 2025, ovvero a due lustri di distanza dall’Esposizione Universale milanese.
# Piazzale Expo 2015
Credits Andrea Cherchi – Albero della vita Expo
L’Albero della Vita è diventato un simbolo della città e come tutti i simboli deve essere preservato e valorizzato. Igor De Blasio, amministratore delegato di Arexpo ha dichiarato che svariate volte in molti si sono chiesti in questi anni post Expo cosa sarebbe diventato l’Albero della Vita, e che nel 2024 sarà delineato il progetto della nuova piazza sottostante che si chiamerà piazzale Expo 2015 che tornerà a offrire spettacoli, oltre ad ad essere un punto di riferimento per Mind come per la città intera.
# La seconda vita dell’Albero della Vita
Credits Andrea Cherchi – Futura piazza Expo2015
Se l’Albero è stato il simbolo del rilancio di Milano, l’idea è quello di rigenerarlo e di dargli una nuova vita. Nei prossimi mesi verrà lanciata una manifestazione d’interesse rivolta alla città per raccogliere proposte su quella che sarà la seconda vita dell’Albero anche se De Biasio qualche idea ce l’ha già: “Mi piacerebbe che l’Albero diventasse un po’ quelle che sono le fontane di Burj Khalifadi a Dubai, con spettacoli quotidiani che attirino turisti e siano un punto di aggregazione per le 60mila persone che ogni giorno vivranno il nuovo quartiere di Mind”. Sicuramente, lo spettacolo sarà diverso da quello visto durante i sei mesi di Expo perché a detta dell’AD sarebbe sbagliato ripetere dopo così tanti anni quello che era una bellissima esibizione. La tecnologia ha fatto dei grandi passi avanti e quindi non potrà che esserci un aggiornamento in linea con i tempi presenti. Le modifiche tecnologiche permetteranno anche di contenere i costi di manutenzione. Se per l’Albero della Vita, il futuro è assicurato, restano invece molti dubbi sul destino dell’Open air theatre, l’arena all’aperto da 6000 posti a sedere.
Resta da capire (ma questa è opinione personale) se la maestosa colonna sonora dell’Expo, Wild Side del maestro Roberto Cacciapaglia, sarà ancora di accompagnamento alle esibizioni luminose di quello che è stato l’albero artificiale più grande e famoso d’Italia e d’Europa. Perché chi come il sottoscritto all’Expo ci ha lavorato quella musica se la ricorda bene e non la dimenticherà mai.
A Milano i bagni pubblici sono pochi e spesso in condizioni degradate. Milano conta appena 49 bagni pubblici, molti dei quali sono fuori uso, costringendo i turisti a dover utilizzare i bagni di bar, ristoranti e negozi. In alcune città estere hanno provato, con grande successo, a trasformare i bagni pubblici in vere opere d’arte, belli e allo stesso tempo funzionali, in modo da garantire un servizio efficiente a chiunque. Eccone alcuni esempi.
Bagni pubblici quasi come opere d’arte: un’idea per Milano?
# The Tokyo Toilet (TTT)
galen_lowe IG
“Piccoli santuari di pace e dignità”, così li definisce il regista Wim Wenders. Questi bagni, con i loro colori, vogliono rappresentare l’accoglienza giapponese.
# Servizi ispirati alla cultura dell’origami – Hiroshima
Credits pinterest-arcdaily – Hiroshima
Complesso di 17 bagni pubblici in cemento, in differenti colori, integrati alla perfezione con il contesto del parco in cui sorgono. Dotati di superfici esterna repellente allo sporco che ne rende facile la manutenzione.
# Un bagno pubblico al circolo polare artico – Norvegia
starenkov.universal IG
Lungo una delle strade più turistiche della Norvegia si trova “Ureddplassen”, bagno pubblico a forma di onda che si affaccia sul mare.
# Perry Lakes bathroom – Marion, Alabama
roawr123 (tripadvisor) – Perry Lakes
All’interno del parco Perry Lakes a Marion, Alabama si trovano tre strutture, una diversa dall’altra, con un design armonioso con l’ambiente circostante.
# Kumutoto toilets – Wellington, Nuova zelanda
virginiagkelly IG – Kumutoto
Struttura in acciaio e cemento la cui forma ricorda dei tentacoli. Il progetto ha vinto nel 2012 il premio NZIA Wellington Architecture Awards.
# Ultime novità
Credits Comune di Milano
Solo recentemente il Comune di Milano ha annunciato la costruzione di 110 nuovi servizi igienici gratuiti da distribuire in tutta la città. Sul totale sono 70 quelli automatizzati, di cui:
49 in sostituzione di impianti già presenti su suolo pubblico;
21 da fornire e installare in nuovi siti già individuati;
40 da fornire e installare ex novo, previa individuazione delle relative posizioni in accordo con il Comune.
L’obiettivo è quello di riuscire ad avere le prime strutture entro quest’estate. Riuscirà Milano a rispettare questo progetto e ad avvicinarsi anche solo minimante al livello che hanno raggiunto molte altre città? Noi ce lo auguriamo, in quanto i bagni pubblici sono un servizio essenziale per tutta la comunità.
Milano è una metropoli con carattere europeo, talmente abituata a confrontarsi con cose che non le appartengono, di default, che quasi ha perso un carattere predominante che la identifichi: la nebbia, che non c’è più, lo stress, che è arrivato in ogni parte d’Italia, il lavoro, ahimè anche questo latita di tanto in tanto. Ma se c’è una cosa che ancora non si può negare è che i milanesi almeno agli occhi di chi arriva da fuori sembrano quasi sempre la stessa persona: ordinati, metodici, amanti della bella vita, fighettini, manager anche se sono dog-sitter o commessi, con ogni rispetto di queste due categorie di super lavoratori. Tuttavia esistono dei milanesi atipici, talmente tanto che c’è chi non crede alla loro esistenza.
7 milanesi atipici: c’è chi non crede alla loro esistenza
#1 Il cinese milanese (il Milacinese)
Chinatown
Sono i nuovi milanesi: i milacinesi, quelli della generazione Z, figli dei primi cinesi trasferiti a Milano negli anni ’90. Vestono come Guè Pequeno, con gli occhi a mandorla e i capelli liscissimi che ondulano ad ogni passo, vanno in giro con tecnologia portatile all’ultimo grido e se li chiami “cinciullai” ti rispondono: “wè, àlura?”. Sulla carta d’identità hanno scritto “luogo di nascita: Milano”, non hanno mai preparato un riso alla cantonese e non sanno minimamente come sia fatta Canton, la città natale dei genitori.
#2 Il milanese impiegato nella pubblica amministrazione
Credits hoigole IG – Palazzo Marino
Beh si, in una città dove sono tutti Junior e Senior manager di multinazionali straniere, tutti piccoli – medi imprenditori, tutti dirigenti, avvocati, magistrati, dottori, personal trainer, il milanese impiegato nella pubblica amministrazione, è atipico ma esiste. In Comune, in Regione, allo Stadio, e perfino nelle caserme Interregionali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, così come alla Caserma Santa Barbara in Perrucchetti o in Piazza Novelli, anche Milano ha la sua fetta di impiegati nelle Pubblica Amministrazione.
#3 Il milanese che non tifa né Milan, né Inter, né Juventus
Boldi si finge romano in Tifosi (1999). Credits: @romanzogiallorosso (INSTG)
Ma per il Napoli, la Bari, o la Roma, la Samp, il Bologna, il Lecce. Perché Milano ha accolto tutti, ha avuto generazioni di lavoratori partiti dal Sud, dal Centro e, questi, come i cinesi di cui sopra, hanno fecondato la generazione successiva lasciando le radici lì dove le avevano impiantate…e così oggi molti milanesi sono tifosi apolidi, non tifano per le tre grandi squadre del Nord ma per altre. Vanno allo stadio acquistando il biglietto del tifo di casa ma poi supportano la loro squadra. Sono milanesi atipici, stando alle stime di tifo cittadino ma, tuttavia, esistenti.
#4 Il milanese che viene dal nord
Credits miss__trainspotter__2002 IG – Treno svizzero Stazione Centrale
Eh già, perché questa storia che a Milano sono tutti del Sud è la più grande bufala dopo quella della nebbia. Da Varese, da Como, dalla Svizzera. A Milano c’è gente del Nord, ci sono milanesi che vengono dal Nord, gente che per difformarsi dal mood cittadino degli appartamenti di 70 mq che costano come l’oro, hanno preferito la villetta ad Arese e la tranquillità del paesino a Nord di Milano o, ancora, la cittadina più piccola ma con tutti i servizi. Sono gli atipici ma veri, milanesi del Nord.
#5 Il milanese in pensione
paolo.tammy IG – Umarell
Milano e lavoro è uno stereotipo tutto italico che nasce dal boom degli anni ’60 e continua fino ai giorni nostri. Dire vado a Milano è spesso seguito dalle parole “a lavorare” o “per lavoro” e l’antitesi del lavoro è proprio la pensione. Ma può essere che a Milano ci siano anche i pensionati? Ebbene sì, il milanese va in pensione, come tutti gli altri (almeno quelli della generazione scorsa) e se fai un giro a Corso XXII Marzo, il giovedì alle 9, puoi anche vederli. Ma siamo sicuri che tutti i milanesi pensionati vadano a controllare lo stato di avanzamento lavori dei cantieri? Qualche dubbio, perché il milanese pensionato quando va in pensione cerca un altro lavoro.
#6 Il milanese squattrinato
Senza tetto in centro
Milano, posto di ricchi: c’è chi ha i soldi e chi fa finta di averli, chi li guadagna lavorando e chi li guadagna con il genio, con il culo, con l’illegalità. Però a Milano devi avere i soldi, senza quelli potresti non essere in grado di capire la città e starne fuori. Restare fuori da un sistema economico, fuori dal business. Ma l’economia è un’onda sinusoidale, oggi sei povero, domani sei ricco e poi di nuovo povero, fa parte del gioco del lungo periodo. Pertanto non credi che possano esistere, a Milano, milanesi squattrinati, eppure è così. Si tratta di nobili decaduti perché hanno gestito male le loro carte, di chi ha troppo amato vivere la città, di chi ha rifiutato eredità imbarazzanti per stile di vita, di chi si è accontentato di poco e non è riuscito a stare al passo con il cambiamento. Sono milanesi atipici, talvolta li vedi anche di notte dormire su qualche cartone, ed esistono.
#7 Il milanese di Milano
Milanese
Last but not least la categoria più impropria e più atipica di tutta la classifica: ma voi, lo sapevate che a Milano ci sono i milanesi di Milano? Tutti dicono di no, la cosa che più spesso sentirete dire è che “comunque i genitori non erano di Milano!”. E invece, rullo di tamburi, a Milano ci sono milanesi che da generazioni nascono e muoiono a Milano, lasciano genesi che si ripetono nel tempo e poco male se il cognome Hu ha superato Rossi già nel 2014, dieci anni fa, i longobardi sono atipici ma esistono, e insistono, su quella che è la loro città.
Nel mese di settembre 2022 era programmata la posa della prima pietra, ma il cronoprogramma non è stato rispettato. Se venisse costruito diventerebbe il parco tematico più grande d’Europa, superando il più famoso parco di Gardaland e addirittura DisneyLand Paris. Questi i dettagli del progetto e l’investimento previsto.
Più grande di DisneyLand Paris: in Italia il parco tematico più grande d’Europa resterà solo un sogno?
# In Campania il parco più grande di DisneyLand Paris?
Ph: vesuviolive.it Ludo-Felix
Più grande dello storico e più famoso parco italiano di Gardaland e addirittura di Disneyland Paris. Sono state queste le promesse fatte dai promotori presentando a maggio 2022 il più grandeparco tematico più grande d’Europa da realizzare dell’ex cava Cementir a Maddaloni, in provincia di Caserta, da tempo in disuso. La scelta del nome è ricaduta su Ludo&Felix. Il parco dovrebbe svilupparsi su un’area di 100 ettari con attrazioni di ogni tipo, dalla cultura, al turismo, al divertimento e essere suddiviso in due aree:
Ludo su 40 ettari dedicata alle attrazioni;
Felix, il polo culturale di altri 60 ettari.
# Un investimento di 400 milioni di euro da finanziare in parte con fondi pubblici
Ph: appiapolis.it – Presentazione Ludo&Felix
L’investimento necessario alla realizzazione del parco di divertimenti è stato stimato in 400 milioni di euro, di cui 130 milioni da privati e il residuo che sarebbe dovuto arrivare tramite le risorse del PNRR. Avrebbe dovuto essere una grande opportunità lavorativa per molte persone della zona, grazie alla necessità di 3.500 figure, di cui 1500 dipendenti diretti e gli altri 2000 creati dall’indotto.
# L’unico vero grande parco a tema italiano
Ph: vesuviolive.it Ludo-Felix
Sempre secondo quanto dichiarato dai promotori questo parco sarebbe l’unico grande parco a tema del BelPaesecompletamente italiano e colmerebbe il vuoto di strutture ricettive turistiche-culturali di grandi dimensioni nell’area metropolitana di Napoli. Nei suoi spazi previsto anche un cinema da 1000 posti e la possibilità di ospitare anche fiere internazionali, con l’obbiettivo di richiamare turisti dall’Italia e dall’estero.
Con la creazione di questo parco a tema, , l’area metropolitana di Napoli colmerebbe un vuoto per quanto riguarda le . L’obiettivo è di avere un nuovo prodotto turistico capace di attirare turisti provenienti da tutta Italia e dall’estero.
# Rimarrà solo un sogno?
Credits 12019-pixabay – Parco divertimenti
Il progetto vedrà mai luce? Facciamo qualche passo indietro. Nel mese di giugno 2022, poco dopo l’annuncio del progetto, si erano aperte le candidature con l’arrivo di migliaia di curricula e centinaia di ragazzi selezionati per sostenere i corsi di formazione necessari a lavorare nel parco. A luglio sempre dello stesso anno, Filippo Ferdinando Gustavo Vettone, uno degli ideatori di Ludo & Felix, aveva confermato la posa della prima pietra nel terza settimana di settembre, dal 20 al 22. Pur se in ritardo sulla tabella di marcia iniziale tutto sembrava quindi procedere come previsto.
A mettere però in discussione sono arrivate le dichiarazioni il Presidente della III Commissione permanente del Consiglio regionale della Campania, Giovanni Mensorio, che rendeva noto sempre a luglio con una nota come non fosse stata “assunta nessuna iniziativa dalla Commissione da egli presieduta, né è stato mai avviato alcun procedimento teso a verificare la realizzabilità di tale progetto”.
La replica arrivata pochi giorni dopo da Vettone: “Il nostro progetto nasce come iniziativa privata e quindi con l’idea di non dover necessariamente dipendere dai fondi pubblici. Per questo motivo non è ancora stata fatta una richiesta ufficiale alla Regione, ma, ovviamente, qualora ci fosse interesse, c’è tutta la volontà, anche in un secondo momento, di coinvolgerla per una collaborazione”
Area ex cava maggio 2023
Quelle date ovviamente sono trascorse senza che nulla accadesse, in alto le immagini dell’area a maggio 2023, e si sono riversate molte ombre sull’effettiva nascita del mega parco divertimenti. Verrà prima o poi realizzato o rimarrà solo un sogno?
Il piccolo principe dei ponti di primavera. Si tratta di una tra le località più ricercate dagli italiani quando c’è un week end: un piccolo paese della Lombardia che pochi conoscono. Foto Cover: @villa_il_geraneo IG
Milano-Monvalle
Il piccolo principe dei ponti di primavera: il paese a un’ora da Milano che svetta tra le mete del primo maggio
# La perla nascosta del Lago Maggiore
Credits stefanozorzitto IG – Monvalle
Secondo i motori di ricerca tra le località più gettonate per i week end di ponte in primavera c’è Monvalle. Si trova in provincia di Varese: conta poco meno di 2.000 abitanti, e può essere considerato la perla nascosta del Lago Maggiore su cui gode di tre punti di accesso: il Lido, la spiaggia del Gurée ed il porto naturale del Cantone.
Le prime tracce di questo piccolo borgo risalgono all’anno 1035, mentre nell’Historia del Verbano di Fra Paolo Moriggia pubblicata nel 1603 si trova il riferimento all’origine del nome chiamato Monvalle “per aver egli Monti e Valli”.
# Le attrazioni più interessanti
Credits ottocento.italiano IG – Monvalle
Tra le cose da vedere a Monvalle ci sono alcuni edifici in via Cadorna, Diaz, Gramsci, Piave, Broletto, in località Carpanéé: una strada in acciottolato ben conservata che conduceva al “castrum” medievale con torre, di cui ormai non rimangono tracce, se non alcuni portali e un affresco di devozione. Valgono una visita anche le chiese Santo Stefano Protomartire e l’oratorio di S. Nazaro e Celso nella frazione di Turro.
# Il Sentiero dei Mulini
Credits g.nonini IG – Mulino di Monvalle
Suggestivi anche la Foce Monvallina e l’antico mulino nella frazione di Turro, che si trova lungo il sentiero dei Mulini che mette in comunicazione i mulini per secoli hanno caratterizzato la vita locale a ridosso dei fiumi Monvallina e Bardello. Per gli amanti dello sport all’aria aperta ci sono anche altri percorsi come il “Percorso Natura” oltre alla possibilità di sport acquatici, quando il livello del lago lo consente, partendo dal Lido di Monvalle, dalla spiaggia del Gurée ed dal porto naturale del Cantone. Per chi cerca relax invece può scegliere di riposarsi sul lungolago o la spiaggia.
# Come arrivarci
Partendo da Milano ci vuole circa un’ora di auto, tramite l’Autostrada A8 con l’uscita a Sesto Calende-Vergiate e poi la strada statale 629 e la strada provinciale 32.
“La mia reazione è stata: voglio provarci con la persona che stimo di più intellettualmente”, “Siamo stati bravi a far funzionare quell’idea lì in Italia”. Alessandro Fracassi (founder di @Moltiply Spa – Ex Mutui On Line Spa) a @fermento.online www.fermento.online @fermento.online #fermento
Qui sotto il video. Segui Fermento, il nuovo progetto di Vivaio, qui:
A luglio 2023 la linea M4 ha aperto altre due fermate, Tricolore e San Babila, portando la rete a 104 km di estensione. Tra settembre e dicembre 2024 è in programma l’entrata in funzione delle restanti fermate, ma sono diversi i progetti già approvati o in fase di studio per il prolungamento di altre linee esistenti o di realizzazione di linee aggiuntive anche fuori dai confini comunali. Ecco quali sono i prolungamenti programmati e quelli possibili nel prossimo futuro.
La Metropolitana di Milano avanza: i futuri prolungamenti in arrivo
# M1: si allungherà di 5,4 km, confermato il primato in città con 43 fermate
La linea M1 crescerà di 5,4 km grazie a due prolungamenti, uno a nord e l’altro ad ovest, arrivando a 32 km di tracciato e 43 fermate.
Prolungamento M1 Monza-Bettola
A nord sono già state realizzate le gallerie per estendere il tracciato di 1,9km con le due nuove fermate di Sesto Restellone e Monza Bettola. I lavori sono partiti oltre 12 anni fa e sono stati fermati dalla vecchia impresa, che ha rinunciato al contratto. Si attende quindi il bando per quella nuova. Mancano inoltre 38 milioni di euro, anche se circa 20 dovrebbe essere stati ottenuti dal Sindaco di Cinisello Balsamo. L’apertura del nuovo tratto di linea dovrebbe avvenire al 2027, sempre che il nuovo appalto venga assegnato entro l’anno.
Credits: Urbanfile – Prolumgamento Bisceglie-Quartiere degli Olmi
A ovest è già stata approvata l’estensione della linea rossa da Bisceglie a Baggio, con la realizzazione di tre nuove fermate: Parri, Baggio, Olmi. Il tracciato si snoda per 3,5 km, con capolinea in via degli Ulivi. Il costo dell’opera è interamente coperto, dopo lo stanziamento di 145 milioni di euro di extra costi, ed è pari a 550 milioni. La gara d’appalto è attesa entro aprile-maggio 2024, i cantieri entro il 2025 e l’inaugurazione per il 2030-2031.
# M2: si attende lo studio di fattibilità per il prolungamento da Cologno a Vimercate con una metropolitana leggera
Prolungamento M2
La linea M2 verrà prolungata da Cologno Nord a Vimercate, anche se come metropolitana leggera. Il primo progetto è stato presentato nel 2019 da MM e rivisto più volte, la stessa partecipata milanese è stata incaricata di realizzare un approfondimento per definire gli standard infrastrutturali del sistema, effettuare un’analisi planoaltimetrica del tracciato, verificare le principali interferenze e vincoli. Si prevede un tracciato di circa 12 km che serva i comuni di Brugherio, Carugate, Agrate Brianza, Concorezzo e Vimercate. Al momento manca un milione di euro, in carico a Regione Lombardia, per il completamento dello studio di fattibilità tecnico-economica per individuare il percorso migliore.
M2 a Rozzano
A sud una possibile estensione, che ha ottenuto le migliori performance nell’analisi costi-benefici ma senza ancora uno studio di fattibilità, potrebbe arrivare nel comune di Rozzano.
# M3: allo studio due prolungamenti per la linea, a nord fino a Paderno Dugnano e a sud fino a Paullo
I progetti di prolungamento della linea metropolitana M3 viaggiano più lentamente rispetto alle altre, ma sono comunque allo studio l’estensione a nord fino a Paderno Dugnano e a sud fino a Paullo.
Credit: nord24milano.it
Alla fine del 2020 è stata messa a disposizione una somma di 350mila euro per finanziare lo studio di fattibilità del prolungamento della M3 a nord di due fermate, nei comuni di Cormano e Paderno Dugnano. Da allora nessuna novità a riguardo.
Tracciato M3 fino a Paullo
La vicenda sul prolungamento della linea gialla fino a Paullo dura invece ormai da 30 anni anche se la scelta sulla tipologia di percorso e servizio è stata fatta. L’ultimo progetto elaborato da MM e presentato dal Comune di Milano al Ministero dei Trasporti prevede la prosecuzione del tracciato della M3 in una doppia modalità. In totale sono circa 15 km, suddivisi tra metropolitana e metrotranvia, e rispettivamente: 4,4 km e due fermate, 10,9 km e 8 fermate. L’investimento necessario è salito a 850 milioni di euro a causa dell’aumento dei costi delle materie prime e delle energie. Mm Spa dovrebbe elaborare studio di fattibilità tecnico-economica entro il 2025, con l’obiettivo di partire con i lavori entro il 2028.
# M4: entro il 2024 entreranno in funzione le restanti 13 stazioni della nuova linea. In fase avanzata di progettazione due prolungamenti oltre i due capolinea
Le nuove denominazioni delle stazioni delle linea blu
La nuova linea metropolitana milanese, la blu o M4, dopo numerosi ritardi e rinvii ha inaugurato la prima tratta di 5,6 km tra Linate Aeroporto e Dateo il 26 novembre2022, più altre due a luglio 2023, quelle di Tricolore e San Babila. Il tratto rimanente, dal centro alla periferia sud-ovest del Giambellino e Lorenteggio fino alla stazione di San Cristoforo FS dovrebbe entrare in funzione tra settembre e dicembre2024.
Nel frattempo sono già in fase avanzata di studio la realizzazione di due prolungamenti verso ovest e verso est.
Prolungamento M4
Nel progetto ufficializzato a dicembre 2021 che prevede la realizzazione del “Milan east gate hub”, la nuova stazione ferroviaria dell’alta velocità ad est della città, è compreso il prolungamento del tracciato di 3,1 km della linea M4. Nel mese di dicembre 2023 la giunta di Milano ne ha infatti approvato il Piano di fattibilità tecnica.Il percorso si allungherà in sotterranea dall’Aeroporto di Linate all’Idroscalo e ci saranno due fermate nel territorio di Segrate: Idroscalo-San Felice e Segrate punta Est. Il finanziamento dell’opera è quasi completo, vanno reperiti 44 milioni di extra costi dovuti all’incremento delle materie prime da aggiungere ai 420 milioni di euro già messi a disposizione. Per la fine dell’anno potrebbe arrivare il progetto definitivo. L’inaugurazione non dovrebbe avvenire prima del 2030.
Credits: giornaledeinavigli.it – Diverse ipotesi di prolungamento M4 a ovest
La linea blu potrebbe allungarsi verso ovest oltre il capolinea di San Cristoforo Fs. Tutti gli enti coinvolti, comuni, Città Metropolitana di Milano e Regione Lombardia, hanno approvato il prolungamento, resta da decidere il percorso, la lunghezza e il numero di fermate. Sono 6 le ipotesi al vaglio su cui dovrà ricadere la scelta definitiva, per una lunghezza massima di 4 km.
Credits milanotoday – Percorso breve M4 a Buccinasco
In base agli ultimi aggiornamenti il Comune di Milano e la Regione Lombardia sarebbero più propensi ad un prolungamento con percorso breve, con una sola fermata a Buccinasco, in quanto tale soluzione risulterebbe meno impattante in termini di costi di realizzazione e di successivi costi di esercizio. L’investimento previsto sarebbe di 150 milioni di euro, un costo di esercizio annuo di 3,5 milioni di euro ed un rapporto tra benefici e costi in area ampiamente positiva. Ad oggi manca ancora la scelta del percorso ufficiale e il relativo studio di fattibilità.
# M5: entro il 2031 la linea raddoppierà con nuovo capolinea nord a Monza Polo Istituzionale: 13km e 11 fermate. Ipotizzate altre due estensioni: verso Bresso e Settimo/Magenta
La linea lilla dovrebbe raddoppiare la sua estensione entro il 2032, con 13 km e 11-12 nuove fermatea nord e nuovo capolinea Monza Polo Istituzionale e sarà così la prima metropolitana a collegare due province. In studio due ulteriori prolungamenti, un altro a nord e uno ovest.
Tracciato M5
Il progetto di estensione della M5 a nord prevede l’attraversarmento i comuni di Milano, Cinisello Balsamo, Sesto San Giovanni e Monza, raddoppiando la lunghezza attuale con i 13 km di binari aggiuntivi e 11-12 fermate. Dopo la stazione di Bignami, ora capolinea, quelle certe sono: Testi Gorky, Rondinella Crocetta, Lincoln, Monza Bettola, Campania, Marsala, Monza Fs, Monza Centro Trento Trieste, Villa Reale, Ospedale San Gerardo, Polo Istituzionale. L’opera è stata finanziata con 1,265 miliardi di euro, di cui 900 milioni di euro stanziati dallo Stato Italiano, ma vanno trovati ancora circa 300 milioni di extra costi, per completare il finanziamento. Il 30 novembre 2023 è stato pubblicato l‘avvio del procedimentodegli espropri, entro il 2024 è atteso il bando, nel 2025 l’avvio dei cantieri e nel 2032 l’entrata in funzione del prolungamento.
Sbinamento M5
La linea potrebbe prevedere un ulteriore prolungamento a nord, verso i territori di Bresso, Cusano Milanino e Cinisello, con la biforcazione dei binari da Bignami: da un lato proseguendo verso Monza, dall’altro in direzione Bresso con l’ipotesi di 5 nuove fermate: Parco Nord, Bresso, Cusano e due fermate a Cinisello. Il tracciato dovrebbe estendersi per 5,5 km. Dopo la realizzazione di un studio preliminare il progetto è stato messo in stand-by.
Prolungamento M5 Settimo Milanese
In fase di partenza c’è anche uno studio fattibilità per il prolungamento della lilla a ovest da San Siro Stadio verso Settimo Milanese. Le nuove fermate sarebbero 5: Caldera, Quinto Romano, San Romanello, Figino, Settimo Milanese. Una delibera regionale ha inoltre approvato uno studio di fattibilità su estensione supplementare da Settimo Milanese a Magenta per quasi 20 km di nuovo tracciato, da realizzare comunque come metrotranvia veloce o Brt. L’ipotesi più probabile pare però essere una terza, un percorso più breve di 2,5 km e due fermate ad ovest: Quarto Cagnino e Quinto Romano. Anche si questa si attende uno studio di fattibilità e l’investimento stimato per la costruzione del tracciato è di 350 milioni di euro.
# Circle Line: una metro semi-circolare sul percorso della S9 e futura S16 con 12 fermate, interscambi con 5 linee metropolitane e passaggio dei treni ogni 10 minuti
Credits: wikipedia.org – Circle line Milano
Tra le linee più interessanti del futuro sistema di trasporto milanese c’è la circle line, una metro semi-circolare di 12 fermate sul percorso della linea S9 e della futura S16, nel tratto compreso tra Rho Fiera e San Cristoforo FS. La linea dovrebbe vedere altre 3 nuove stazioni, oltre a quella Tibaldi-Bocconi inaugurata a dicembre 2022: Istria con interscambio con la M5, Dergano con M3, Stephenson e MIND-Cascina Merlata a nord-ovest. Insieme alle 7 stazioni esistenti di San Cristoforo, Romolo, Porta Romana in fase di riqualificazione, Forlanini, Lambrate, Certosa, Rho Fiera ci saranno un totale di 12 stazioni a servizio della città e dei pendolari in ingresso. Tenendo conto del transito delle due linee suburbane si dovrebbe arrivare a una frequenza media di un treno ogni 10 minuti.
# M6: una nuova linea da sud-est a sud-ovest con ipotesi di estensione a nord in direzione di Rho Fiera o Mind. In alternativa capolinea a Opera con interscambio stazione AV della Milano-Genova. I cantieri non partirebbero prima del 2030
La linea M6 con le varianti previste nel PUMS
Nel Pums è prevista un’altra linea metropolitana per Milano, la linea M6 o linea rosa, al momento l’ultima linea metropolitana radiale in fase di analisi. La linea nelle ipotesi iniziali avrebbe dovuto fungere da collegamento tra la periferia nord-ovest e quella sud-est di Milano, passando per il centro della città. Nel piano del 2010 la linea prevedeva 37 fermate (tra le quali Quarto Oggiaro, viale Certosa, Pagano, Porta Genova, piazza XXIV Maggio, Porta Romana, via Lombroso, Ponte Lambro).
Credits milano.corriere – M6 Milano
L’ ipotesi allo studio da parte del Comune di Milano prevede un tracciato che colleghi Ponte Lambro ad est e la Barona ad ovest. Nella finanziaria 2022 sono stati stanziati 4,5 milioni di euro per lo studio di fattibilità tecnica di M6 che interesserà la parte sud del milanese in connessione con le linee della metropolitana 2 e 3.
Credits Urbanfile– M6 lato ovest ipotesi da Urbanfile
L’amministrazione comunale di Milano ha inoltre presentato una proposta al governo per ottenere i finanziamenti utili a chiudere “idealmente” il semicerchio Ovest della Circle Line, dato che quest’ultima correrà sulla cintura ferroviaria e sarà un’infrastruttura a parte rispetto alla metropolitana, facendo arrivare la M6 fino a Cascina Merlata/MIND connettendo tutte le altre linee.
Mappa M6
Lo stesso governo vorrebbe invece che la linea proseguisse a sud lungo l’asse del Ripamonti per arrivare a Opera dove sta lavorando per il progetto di una stazione dell’alta velocità sulla Milano-Genova, che possa quindi interscambiare con il possibile capolinea alternativo della M6. I cantieri, in caso di approvazione del progetto definitivo e di ottenimento dei fondi necessari, non partirebbero prima del 2030.
L’ex quartiere della mala, ora è considerato uno dei 10 quartieri più cool del mondo. Questi sono i fatti che non tutti i milanesi conoscono.
21 fatti sull’Isola che non conoscevi
Credits Andrea Cherchi – Isola
#1 Uno dei quartieri più cool del mondo. La rivista Time Out ha inserito Isola nella top ten dei quartieri più “cool” in cui vivere. In particolare, la classifica pone Isola all’ottavo posto, dietro sette zone altrettanto particolari di Dublino, Honk Kong, Shanghai e altre.
#2 Il quartiere più radical chic. Se chiedete a un milanese come definirebbe l’Isola oggi, la risposta probabilmente sarebbe “radical chic”. Zona di periferia urbana ma vicinissima al centro, orgogliosa della sua origine popolare e nuova meta della movida milanese, attaccata alla sua solida tradizione artigiana che è sempre più relegata nell’angolo dall’apertura di nuovi locali e dagli arrivi dei nuovi creativi, nostalgica delle “occupazioni” e degli “abusivi” eppure sempre più affollata di negozi alla moda e appartamenti di lusso.
#3 L’Isola era davvero un'”isola”. Isola era uno dei Corpi Santi di Milano, una terra di cascine agricole che venne annessa al Comune solo nel 1873. Era una zona considerata un’ “isola” dai milanesi, sia per motivi simbolici che per ragioni più concrete. Era un dedalo di vie e di palazzi, dove chi non li conosceva difficilmente vi si avventurava. Inoltre esisteva un limite fisico che lo isolava dalla città: la ferrovia di Garibaldi. A collegarla con Milano c’era solo un ponticello fino agli anni Sessanta, quando entrò in funzione il cavalcavia Eugenio Bussa.
#4 La terra della Ligéra. Un tempo l’Isola aveva fama di essere un quartiere malfamato, rifugio della rinomata e temuta mala milanese, una microcriminalità che viveva per lo più di piccoli furti e ricettazione, cui la musica popolare milanese spesso e volentieri strizzava l’occhio. Fu chiamata la Ligéra.
#5 Il Robin Hood di Isola. Uno degli esponenti più celebri della Ligèra fu Ezio Barbieri. Nato a Isola il 1 novembre 1922, entrò nell’immaginario collettivo come il Robin Hood di Isola. A bordo di un’Aprilia nera targata “777”, che allora era il numero della Questura, lui e i suoi soci rapinavano banche, derubavano automobilisti, “ripulivano” imprenditori milanesi, colpevoli di arricchirsi con la borsa nera. La leggenda narra che Barbieri, con la refurtiva, si recava in via Pietro Borsieri per distribuire ai più poveri parte del denaro e dei beni rubati. Nell’aprile del 1946 riuscì a organizzare la più grande rivolta nella storia delle carceri italiane.
Credits Andrea Cherchi – Bosco Verticale e BAM
#6 BAM e Gae Aulenti. Tra i simboli della “nuova Milano” ci sono la Biblioteca degli Alberi, il parco botanico con vari percorsi affollato nelle giornate di sole, e piazza Gae Aulenti, la sontuosa piazza attorniata da grattacieli dove si può letteralmente camminare sull’acqua o far risuonare la voce attraverso le trombe più famose di Milano.
#7 La Casa della Memoria. Istituzione in memoria delle vittime del 1900 dove, al suo interno, si trovano mostre e conferenze dedicate ai valori di libertà e democrazia. La sua struttura esterna, realizzata tra il 2013 e il 2015, si presenta come un parallelepipedo dai materiali poveri che richiamano il legame con la tradizione artigiana e industriale del quartiere.
#8 Il mercato plastic-free. Uno dei luoghi più frequentati nel quartiere è stato riqualificato e riaperto nel 2022. Il mercato Isola è il primo in Italia dichiaratamente plastic-free. La somministrazione dei cibi o delle bevande al suo interno o per asporto, non fa uso di plastica mono uso. All’interno del mercato Isola si trovano due botteghe di carne, una di pesce, sushi fusion, frutta, verdura, pasta, birra, pizza, dolciumi, salumi e un bar per la pausa caffè.
#9 La fontana miracolosa. Il Santuario Santa Maria alla Fontana con i bei cortili porticati, le vasche interrate e decorati da affreschi seicenteschi, ospita la “fontana degli undici zampilli”, un tempo ritenuta fonte miracolosa. Era la piccola Lourdes di Milano. Secondo la leggenda la chiesa fu edificata proprio in seguito a una guarigione miracolosa.
#10 La pizza al trancio “miracolosa”. Nel quartiere di Isola si può mangiare quella che a Milano viene definita la “pizza al trancio più buona” di Milano. Precisamente in Via Genova Thaon di Revel, 28, c’è Pizzeria alla Fontana, locale storico aperto nel 1973. La pizzeria è conosciuta per l’abbondanza dei suoi tranci. La pizza, alta, come vuole la tradizione, e lievitata in modo corretto, è farcita al momento. Ma il motivo della sua bontà risalirebbe indietro nei secoli. Con un ingrediente addirittura “miracoloso”: l’acqua della fontana degli 11 zampilli.
#11 Il Secret Bar. Il White Rabbit è uno Speakeasy e, come tale, vi si può accedere solo grazie alla parola d’ordine, che cambia ogni mese. Al suo interno si trova un bellissimo locale in legno, con musica dal vivo, barman eccelsi e una taverna in stile proibizionismo americano.
#12 Il monumento ai caduti. Opera di Carlo Ramous del 1972, che riporta alcuni dei nomi dei caduti nella lotta contro il fascismo. Il monumento si trova in piazzale Segrino dove è stato riallocato in seguito a una richiesta degli abitanti del quartiere, ai commercianti di via Borsieri e alle associazioni Don Eugenio Bussa, in vista dei lavori di riqualificazione della zona e, in particolare, al rinnovamento della zona Garibaldi.
#13 Fonderia Napoleonica Eugenia. In via di Thaon di Revel si trova un luogo dall’atmosfera unica. Nel 1806 venne fondata la Fonderia Napoleonica Eugenia, prestigiosa fonderia di bronzo, così chiamata dai fratelli Manfredini in onore di Eugenio di Beauharnais viceré del Regno d’Italia. Oggi gli antichi edifici ospitano un museo, dedicato alla storia dell’arte fusoria, e locali destinati a eventi, mostre e concerti.
milanosguardinediti.it – Fonderia Napoleonica
#14 Il regno dei bikers. Via Thaon de Revel è anche considerata il regno dei Bikers, dove il tempo sembra essersi fermato agli anni Cinquanta: officine, negozi di abbigliamento, locali, backery, librerie e barber shop.
#15 La Mojazza. Era l’antesignano del Monumentale. Il Cimitero della Mojazza era un antico cimitero storico dell’Isola: derivava il suo nome dalle caratteristiche del terreno su cui sorgeva, fortemente imbevuto d’acqua e quindi estremamente fangoso. Il verbo mojà, in dialetto milanese, significa infatti inzuppare, ammollare o intingere in un liquido, da cui il sostantivo mojàscia che sta per poltiglia, melma, fanghiglia. Nel cimitero avevano trovato sepoltura personaggi illustri quali Cesare Beccaria o Giuseppe Parini. Il cimitero venne soppresso il 22 ottobre 1895 con l’apertura del nuovo Monumentale dove furono trasferiti i resti dei personaggi più famosi sepolti alla Mojazza.
#16 L’Isola delle Brioche Colorate. Nel quartiere suscita attenzione un barettino dalle “deliziose creazioni” di pasticceria tradizionale partenopea sfornate al laboratorio artigianale interno. Si tratta di “Aroma Napoletano”, famoso per “il cornetto ischitano che ha conquistato Milano”. E, soprattutto, per le brioche colorate.
#17 Il Jazz Festival. L’ AH-UM MILANO JAZZ FESTIVAL si tiene in genere a fine maggio. Per sei giorni l’Isola si trasforma in un grande laboratorio musicale, con un programma ricco di serate speciali e concerti gratuiti del circuito “Isola Jazz Club”, organizzati in gallerie d’arte, cortili, locali, ristoranti e negozi, dall’ora dell’aperitivo a notte fonda, che fanno risuonare musica live in ogni angolo del quartiere.
#18 Il Clown Festival. Un altro festival che si tiene nel quartiere è il Milano Clown Festival: ogni anno, durante il Carnevale Ambrosiano, ospita i migliori artisti in arrivo da tutta Europa. E’ una kermesse che offre al più ampio pubblico possibile il meglio del nuovo teatro di strada e nuovo circo europeo, concentrata nel quartiere con spettacoli a rotazione all’aperto e al chiuso, dal mattino alla sera, nelle strade e nelle piazze, nei teatri e nei pub.
credits: www.fridaisola.it – Bar Frida Isola
#19 Il Frida Market. Frida Isola è un locale che fa da ristorante, ma anche da negozio molto attento all’ecosostenibilità. E’ composto da tre sale con due grandi vetrine che danno sul verde cortile interno: tra le fronde degli alberi, si possono trovare articoli vintage, bijioux dal design creativo e tantissimi prodotti originali, creati dalla contaminazione di diversi stili. Periodicamente, la domenica, il Frida Isola ospita il Frida Market, un mercatino all’interno del suo shop completamente dedicato all’homemade.
#20 Il distretto della Street Art internazionale. La domenica è il giorno più ambito dagli appassionati di Street Art quando, complici le serrande abbassate e le strade deserte, non solo i muri ma anche clair, tombini, energy box semaforici esplodono in un turbinio di colori. Da via Gaetano de Castillia a Piazzale Minniti (opera di Microbo), da via Cola Montano (Zedz) a viale Sturzo, senza dimenticare le incursioni di Pao e i murales all’interno di locali come il Frida, il quartiere è una galleria a cielo aperto della più rappresentativa Street Art cittadina di questi anni.
#21 Sarà la nuova Isola? L’area che oggi è conosciuta come Nolo, compresa tra Greco, Casoretto e Turro, fino a circa dieci anni fa era un quartiere popolare solitamente noto alle cronache per fenomeni come spaccio, prostituzione, scippi, case occupate oltre a degrado e sciatteria di strade e muri. Negli ultimi anni grazie a una trasformazione spontanea, la zona è diventata una delle preferite da studenti, giovani professionisti e creativi attratti dai prezzi bassi delle case e degli affitti, ma anche da un arinascente atmosfera. Secondo molti sarà la “nuova Isola” di Milano.
Una storia lunga oltre 120 anni, un luogo che ha visto il passaggio di alcuni dei più famosi artisti internazionali, un connubio armonico tra arte e natura.
Il giardino incantato della Lombardia
# Una storia lunga oltre 120 anni
ilnico_89 IG – Giardino Heller
La nascita di questo luogo meraviglioso risale ai primi del ‘900. Fu il dentista dell’ultimo Zar e di illustri personaggi come Sigmund Freud o i Papi Pio XII e Giovanni XXIII, l’austriaco Arturo Hruska, a innamorarsi perdutamente delle bellezza del Lago di Garda a tal punto da decidere nel 1903 di trasferirvi il proprio studio e acquistare un terreno. Da quel momento iniziò a realizzare uno dei giardini privati più magici e più ricchi di biodiversità d’Italia. Verso la fine del secolo, nel 1988, André Heller lo scoprì durante un soggiorno Gardone Riviera in provincia di Brescia dato il suo stato trascurato decise di raccoglierne l’eredità.
# Un luogo che ha visto passare alcuni dei più famosi artisti internazionali, da Lou Reed a David Bowie
laandre7 IG – Giardino Heller
Heller, artista universale di fama mondiale, acquisto quindi questo giardino incantato e per 30 anni ha invitato molti amici artisti in questo luogo meraviglioso per ritrovare energia e relax. Tra questi Lou Reed, Laurie Anderson, Hans Magnus Enzensberger, HC Artmann, Gert Jonke, David Bowie, Brian Eno e Peter Gabriel.
# Una superficie di 10.000 mq e 3.000 specie botaniche da tutto il mondo
elenaltini IG – Giardino Heller
Oggi i nuovi proprietariJovanka e Hans Porsche, in collaborazione con l’artista, proteggono con generosità e amore il Giardino Botanico – Fondazione André Hellerche sviluppa su una superficie di 10.000 mq e contiene al suo interno 3.000 speciebotaniche da tutto il mondo. Una raccolta eccezionale che tocca tutti i continenti, dalle Alpi all’Himalaya al Mato Grosso alla Nuova Zelanda, dal Giappone all’Australia, dal Canada all’Africa. A renderla ancora più incredibile è il fatto che sia perfettamente inserita nel suo ambiente naturale, ricreato con dedizione nei minimi dettagli.
# Un connubio armonico tra arte e natura
melaniatruglio IG – Giardino Botanico Heller
La biodiversità viene arricchita e completata da sculture contemporanee rende il giardino botanico un’opera d’arte totale. Si cammina infatti tra ruscelli, cascate, stagni con carpe Koi, colline in pietra dolomitica, cactus e torri ricoperte di edera, combinate magistralmente con strutture artificiali, effetti scenografici sorprendenti e sculture di artisti quali: Keith Haring, Roy Lichtenstein, Auguste Rodin, Fernand Leger, Pierre-Auguste Renoir e molti altri. Un connubio armonico tra arte e natura.
# Come arrivarci, quando è aperto e quanto costa
Milano-Giardino Botanico
Da Milano dista circa due ore di auto. Si prende l’autostrada A4 fino a Brescia e poi dirigersi sulla Strada Statale Gardenese e prendere l’uscita di Gardone Riviera. Il giardino botanico si trova in Via Roma 2, dove è presente un parcheggio. Gli orari di apertura sono dalle 9 alle 19 da marzo a ottobre, tutti i giorni, e il prezzo dei biglietti è di 12 euro per adulti e 5 euro per bambini dai 6 agli 11 anni, pagamento solo in contanti.
181,8 kmq: questa è la superficie del territorio comunale di Milano, piccolo se paragonato alle grandi città del mondo. Una vera e propria metropoli tascabile. Le cose però cambiano di molto se si usa il parametro della continuità urbana invece di considerare i confini politici. L’Istituto Demographia ha redatto la classifica delle città più grandi per estensione, calcolandole in base al “continuum urbanizzato” della loro area metropolitana, quindi non quella definita dei confini amministrativi. Con questo nuovo metodo Milano viene proiettata tra le più grandi aree urbane d’Europa.
Le 10 aree urbane più grandi d’Europa: Milano è al quarto posto!
#10 Roma, sei volte più grande di Milano per estensione amministrativa, ma più piccola di 700 kmq per area urbana
Roma
Roma si classifica decima nella classifica delle città più grandi d’Europa. L’area urbana di Roma risulta minore di quella amministrativa, con una superficie di 1.145 km quadrati, risultando con questo calcolo più piccola di Milano anche se i suoi confini amministrativi sono sei volte più estesi: 1.287,36 kmq contro i 181,8 kmq. Il suo centro storico, insieme alle proprietà extraterritoriali della Santa Sede dentro la città e alla Basilica di San Paolo Fuori le Mura, è tra i 55 siti italiani inseriti dall’Unesco nella World Heritage List.
#9 Madrid, la città stato spagnola: 3 volte più grande per confini amministrativi ma più piccola di Milano per area urbana
In nona posizione troviamo Madrid con un’area urbana di 1.365 chilometri quadrati, circa il doppio di quella amministrativa che con 604,3 km² è poco più di tre volte quella di Milano. Una delle città stato d’Europa, centro politico della Spagna e sede del governo e residenza del monarca spagnolo.
#8 Berlino, la più grande città del “Nord Europa”
La città stato (StadtStaat) di Berlino si prende l’ottavo posto nella classifica delle aree urbani più grandi d’Europa con i suoi 1.368 kmq. L’estensione della superficie amministrativa sfiora i 900 kmq, subito dopo Roma, quasi cinque volte più di Milano. Il suo sviluppo è stato costante nel tempo attraverso l’inurbazione di paesi precedentemente autonomi, fino alla costruzione del muro nel 1961 che ha tagliato la città in due: Berlino Est e Berlino Ovest. Oggi il muro che divideva la città è stato in parte demolito ma resta uno dei simboli della Germania del dopoguerra.
#7 San Pietroburgo, la città federale antica capitale della Russia
Credits: musement.com – Hermitage Museum San Pietroburgo, Tour Virtuale
Spostiamoci in Russia. Un’altra città stato al settimo posto: San Pietroburgo. La sua area urbana è di 1.372 kmq e ha in comune con Roma il fatto di averla inferiore rispetto a territorio amministrativo, in questo caso di 100 kmq. Prima di avere di nuovo il nome odierno, nel corso della sua storia lo ha cambiato tre volte diventando Pietrogrado nel 1914, Leningrado durante il regime comunista e infine San Pietroburgo con la caduta del Muro di Berlino. Tra i simboli più importanti della città c’è l’Hermitage Museum, tra i musei più visitati al mondo grazie alle sue incredibili collezioni d’arte.
#6 Istanbul, divisa tra Europa e Asia, ha 500 kmq in meno di Milano ma i confini amministrativi più estesi d’Europa
Credits: siviaggia.it
Divisa dallo stretto del Bosforo in due parti, tra Europa e Asia, Istanbul è la città più grande della Turchia e al sesto posto nella classifica delle maggiori aree urbane d’Europa con 1.375 kmq. I confini amministrativi sono quattro volte più estesi, 5.343 kmq, nessun’altra città come lei in Europa. Una delle principali attrazioni della città è il quartiere di Sultanahmet con i minareti e le cupole di magnifiche moschee secolari che dominano il panorama cittadino, il lussuoso palazzo del sultano e l’impressionante cisterna sotterranee.
#5 Londra, la capitale della finanza europea, con 100kmq meno di Milano
Quinta posizione per Londra: città stato (città contea) e capitale della Gran Bretagna, conta 8.825.000 abitanti. La sua area urbana si estende per 1.739 kmq, poco di meno i confini amministrativi con 1.572 kmq. Il suo PIL è uno dei più importanti del mondo e la capitale vanta una delle economie più fiorenti in assoluto in Europa e non solo. Tra tra le tante attrazioni capaci di attrarre turisti da tutto il mondo, solo per citarne alcuni, Il Big Ben, il British Museum e il Tower Bridge.
#4 Milano, “Milan l’è on gran Milan”, prima in Italia con quasi 1.900 kmq (nonostante i soli 182 Kmq di area amministrativa)
Foto di: Andrea Cherchi
A un soffio dal podio Milano. Si potrebbe rimanere sorpresi nel vederla tra le aree urbani più grandi, ma secondo Istituto Demographia la sua superficie si estende per 1.881 kmq. Una misura di quasi dieci volte più grande dei suoi confini amministrativi, fatto che pone molte domande sulla definizione dei confini attuali, scelta che risulta slegata da motivazioni urbane e geografiche. La più europea delle città italiane e capoluogo lombardo, accanto al suo monumento simbolo, il Duomo, con la luminosa facciata in marmo e l’architettura tardo-gotica, al Castello Sforzesco e al Teatro alla Scala, tra le attrazioni più recenti ci sono i quartieri dei grattacieli di Citylife e Porta Nuova.
#3 Parigi: il doppio di Roma e 700 kmq più di Milano
Al terzo posto, ma per distacco su Milano, troviamo Parigi. La capitale francese ha una situazione simile alla nostra città: molto piccola come confini amministrativi, con appena 105,4 kmq e quasi la metà di Milano, e molto più grande come area urbana, 2.509 chilometri kmq. Conosciuta da tutti come Ville Lumiere ha come principali attrazioni il museo del Louvre,Montmartre, il quartiere latino, ilCentre Pompidou ma soprattutto la Tour Eiffel e gli Champs Elysées, ed è una delle mete principali delle coppie che, innamorate, vogliono viversi a pieno una delle città più romantiche del mondo.
#2 Düsseldorf, la sorpresa tedesca: 800kmq più grande di Milano e seconda in Europa
Credits: aviontourism.com
Una vera sorpresa. Se pensiamo alle grandi città tedesche ci vengono in mente Berlino, Monaco, Amburgo, Francoforte. Il secondo posto della graduatoria se lo prende una città lungo le sponde del Reno: Düsseldorf. La sua area urbana ha estensione di 2.684 kmq, talmente grande da contenere due porti interni oltre ad essere la sede di alcune università, tra cui la famosa accademia d’arte e l’Università Heinrich-Heine. La superficie compresa all’interno dei suoi confini amministrativi è invece di poco più estesa di quella del comune di Milano: 217 kmq. Tra le attrazioni principali della città troviamo il Castello Jägerhof, antica residenza principesca.
#1 Mosca, l’unica europea tra le 10 più grandi del mondo, è 3 volte più estesa dell’area urbana di Milano
La città più grande d’Europa con 5.891 kmq di estensione è Mosca, al settimo posto della classifica mondiale, tre volte quella milanese. I suoi confini amministrativi sono circa la metà, davanti a lei ha comunque solo Instanbul. La capitale della Russia e città stata (o città federale), coloratissima e rigorosa, è caratterizzata dalla presenza di numerosi luoghi d’interesse, soprattutto a livello storico e culturale. La città è servita da un’ampia rete di trasporti, che include 4 aeroporti internazionali, 9 stazioni ferroviarie e la metropolitana, con tre circle line, che è una delle più grandi e profonde del mondo, la più frequentata in Europa e tra le più frequentate al mondo. Sono molti i luoghi di interesse, tra questi vanno citati il Cremlino, la Piazza Rossa e la Cattedrale di San Basilio, il Teatro Bolshoi e il convento di Novodevichy.
Abbiamo visto quindi la classifica per aree urbana. Considerando i confini amministrativi dei comuni le posizioni sono completamente differenti. Troviamo infatti al primo posto Istanbul con 5.343 Kmq, poi Mosca con 2.511 e Londra con 1.572 a chiudere il podio. Quarta San Pietroburgo con 1.439, quinta Roma con 1.287, che è anche il comune più esteso dell’Unione Europea. E Milano? Con 182 kmq è molto distante. Però si può consolare: è comunque più grande di Parigi.
Si svela la futura stazione gioiello: ispirata all’antica struttura realizzata nel XVI secolo. Come è fatta e i due record che batterà quando entrerà in funzione.
La stazione della metropolitana in Italia che sarà ispirata al pozzo di San Patrizio
# La nuova stazione gioiello di Capodichino
webuild – Rendering progetto stazione Capodichino
Dopo le stazioni dell’arte, come Toledo e Università, sulla linea L1 della metropolitana di Napoli è in fase di costruzione un’altra stazione gioiello, quella a servizio dell’Aeroporto di Capodichino. Si inserisce nella tratta tra Piazza Garibaldi/centro Direzionale e Capodichino di 3,2 km. Il progetto, realizzata da un consorzio guidato da Webuild su disegno dello studio RSHP di Londra, prevede anche la riqualificazione di tutta l’area urbana circostante.
# Si ispira al pozzo di San Patrizio e ha una profondità di 50 metri
webuild – Stazione Capodichino
La stazione è ispirata al Pozzo di San Patrizio, profondo 54 metri e costruito a Orvieto nel XVI secolo: si caratterizza per una pianta circolare del diametro interno di circa 33 metri e una profondità di circa 50 metri. Si presenta con un unico spazio aperto con 8 ascensori centrali e quattro scale elicoidali che risalgono su lungo le pareti fino a un atrio a vista in corrispondenza del piano stradale. La stazione si estenderà su una superficie esterna di oltre 3.000 mq.
webuild - Copertura Stazione Capodichino
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webuild - Copertura dal'alto stazione Capodichino
webuild - Copertura Stazione Capodichino
A copertura della stazione una struttura metallica di 65×53 metri di 450 tonnellate, ispirata ad un hangar, alta 8 metri dal piano stradale e composta da profili tubolari di acciaio di colore blu e arancione che formano elementi tridimensionali. Gli infissi in vetro consentiranno di illuminare la stazione sfruttando al massimo la luce naturale creando giochi ed effetti di luce al variare delle ore del giorno.
# Una stazione e una linea da record
Credits coesionenapoli.it – Linea L1 metropolitana
Quando sarà operativa la stazione stabilirà due record: collegherà gli utenti dall’aeroportoal centro città in appena 9 minuti, contro i 12 della metro milanese, e consentirà a Napoli di essere una delle prime città al mondo ad avere un collegamento diretto metropolitano tra i tre grandi poli della mobilità cittadina: porto, aeroporto e rete ferroviaria, inclusa l’alta velocità.
Il Paese dei Faraoni si prepara a una rivoluzione a livello di trasporti ferroviari, con l’arrivo dell’alta velocità. Le linee previste e gli obbiettivi del maxi piano approvato e finanziato.
I treni dell’alta velocità arrivano in Africa: la rivoluzione d’Egitto
# Un maxi piano dei trasporti ferroviari
Il governo egiziano ha messo in campo un piano d’azione per rivoluzionare il trasporto della Nazione con una rete ferroviaria ad Alta Velocità/Alta Capacità.L’obiettivo della rete è quello di supportare il turismo fornendo diversi programmi di viaggio e di integrarsi con gli aeroporti, i porti marittimi e le autostrade esistenti per mettere a disposizione opzioni di trasporto multimodali. I treni andranno a collegare anche i centri logistici e le moderne aree di sviluppo agricolo.
# Quattro linee per un totale di 2.250 km
Attualmente in Egitto esistono 5.085 km di linee ferroviarie tutte a scartamento standard. Dal 2018 è iniziata la pianificazione di una rete di linee ferroviarie ad Alta Velocità. Sono previste 4 linee per un totale di 2.250 km andando a connettere oltre 80 città e i Paesi vicini quali Sudan e Libia, garantendo un trasporto pubblico a circa il 90% della popolazione.
# Le prime due a partire
La prima linea è stata progettata per collegare Ain Sokhna, Alessandria, Alamein e Matrouh, nei pressi del confine egiziano-libico, con una lunghezza di 660 chilometri. Metterà in collegamento anche il Mar Rosso e il Mediterraneo nell’ottica di un’iniziativa strategica più ampia volta a collegare i Paesi arabi del Nord Africa.
La seconda collegherà Assuan e Abu Simbel, migliorando le relazioni tra Egitto e Sudan e dimezzando il tempo di viaggio da Il Cairo ad Assuan da 11 a 5 ore. La lunghezza prevista è di 1.100 chilometri e metterà in connessione le aree di produzione delle materie prime e le cave con i porti di esportazione.
# I treni prodotti da Siemens
Il governo egiziano ha sottoscritto un accordo del valore di 8,1 miliardi di euro con il ramo mobilità della multinazionale Siemens, per la costruzione della rete ferroviaria ad Alta Velocità con un progetto in collaborazione con due società partner, Orascom Construction e Arab Contractors. Prevista la consegna di 41 treni ad alta velocità, che potranno viaggiare fino ai 250 km/h, 94 treni regionali, 41 treni merci e otto depositi e stazioni per le merci.