A Milano si continua a costruire senza guardare in faccia a nessuno. Ma c’è chi dice no. Come questa casetta in viale Gran Sasso.
Quella piccola villetta di Milano che “resiste” ai colossi immobiliari
# La villetta che “resiste” ai colossi immobiliari dagli anni ’50
Lorenzo Ferrari Fb – Anni ’50 casa tra i palazzi
Siamo in Viale Gran Sasso 8, nel Municipio 3 in zona Città Studi. Qui è presente una casetta di tre piani che negli anni ’50 è riuscita a resistere a due colossi immobiliari da 9 piani che le sono stati costruiti addosso. Il proprietario di quei tempi non ha accettato alcuna proposta scegliendo di rimanere a vivere nella sua abitazione, oggi disabitata. E in vendita.
# Disposta su 4 livelli: da tempo in vendita a un prezzo esorbitante
Fabio Bonazzi Fb – Casetta tra i condomini
Da tempo non ci vive più nessuno: qualche anno fa è stata ristrutturata a rustico, con la predisposizione del vano ascensore per collegare i tre piani, per poi essere messa invendita. Questa piccola villetta indipendente, come recita l’annuncio su immobiliare.it, si sviluppa su 4 livelli per un totale di 270 mq: c’è anche un vano taverna di 97 mq con locale lavanderia.
immobiliare.it - Villa tra i palazzi
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immobiliare.it - Vista frontale
immobiliare.it - Vista Retro
immobiliare.it - Vista interno
immobiliare.it - Terrazzo retro
immobiliare.it - Altra vista giardino
Tra piano rialzato, primo piano e piano secondo sottotetto trovano spazio i seguenti ambienti: ingresso, soggiorno con terrazzo di 20 mq, cucina abitabile e bagno, due camere matrimoniali con bagno in camera, un’ampia camera matrimoniale con bagno e terrazzino di 8 mq oltre a locale hobby.
immobiliare.it – Giardino interno
Dal terrazzo del soggiorno si accede poi a un giardino privato di 100 mq, con verde e qualche albero. Un nuovo acquirente per questa abitazione non è stato ancora trovato e probabilmente la difficoltà principale è causata dal prezzo davvero esorbitante, pari a 1 milione e 250 mila euro.
Maps – Casa dall’alto
# Il caso più famoso di Milano: il condominio intrappolato nel grattacielo
Credits: ilcinemadelcarbone.it
Forse il caso più eclatante è però un altro: il piccolo condominio verde di Via Bellani, intrappolato nel grattacielo della Regione Lombardia. L’edificio si trova stretto su tre lati dalle braccia dell’incombente sede regionale e i tentativi di fare andare via le 14 famiglie presenti al suo interno sono stati vani, prima con una valutazione di 4500 euro al metro quadro, poi proponendo una permuta con appartamenti di pari superficie e nella stessa zona. Niente da fare, le offerte sono state rimandate al mittente.
Alcuni lo considerano l’antesignano del telefono. Già, perché nel 1200 a Milano si poteva comunicare a distanza. Si può farlo ancora oggi in Piazza dei Mercanti. Vediamo come. Foto cover: @francina1983 IG
Parlarsi al “telefono del Medio Evo” in Piazza dei Mercanti
# Piazza dei mercanti nasce nel 1200 e prende il nome dal mercato che aveva luogo nella piazza
Piazza dei Mercanti era il centro di Milano in epoca medioevale. Qui si svolgeva il più importante mercato cittadino. Le bancarelle erano collocate sotto i portici del Palazzo della Ragione, detto anche Broletto Nuovo. I mercanti con il tempo si erano accorti che questo luogo non era caratterizzato da estrema bellezza ma da una particolarità che iniziarono a sfruttare.
# Le colonne del Palazzo della Ragione fanno da interfono
I mercanti si resero conto che le colonne fungevano da interfono tra due persone che si trovavano alle colonne controlaterali. Così usavano questo fenomeno come un telefono privato: parlando contro una colonna, infatti, solo chi si trovava vicino a quella controlaterale poteva sentire ciò che era stato detto. In questo modo potevano contrattare sui prezzi della merce all’insaputa dei clienti. Ma perché accade questo fenomeno?
# La volta a crociera è il segreto del telefono senza fili
credits: tripadvisor
A creare questo fenomeno del telefono senza fili è la conformazione della struttura della volta a crociera, copertura architettonica formata dall’intersezione longitudinale di due volte a botte. Il suono viene incanalato e riportato dalla parte opposta in forma di lieve sussurro.
# Il telefono medievale è stato utile anche durante la peste
Questo piccolo trucchetto scoperto dai mercanti fu usato anche durante la peste, quando i preti dovevano confessare gli appestati in procinto di morte. Così si poteva procedere alla confessione senza avvicinarsi troppo e rischiare di essere contagiati. Un metodo che si può usare anche oggi che come allora il distanziamento è parola d’ordine.
E tu hai mai provato a parlare con qualcuno sotto i portici del Palazzo della Ragione? Scrivicelo nei commenti qui sotto o sotto il post di Facebook.
La “torta di nozze”, la più celebre fontana di Milano, davanti al Castello, è ora circondata di bianco. I lavori sono formalmente conclusi. Attualmente è in corso la sistemazione degli ultimi dettagli per procedere poi all’inaugurazione ufficiale. Vediamo come si è trasformata e quali interventi sono stati realizzati.
La nuova Piazza Castello in total white: cosa manca ancora per l’inaugurazione ufficiale
# Chiuso formalmente il cantiere
Credits: Urbanfile – Progetto di restyling Cairoli/Piazza Castello
Dopo circa quattro anni di ritardi è stato formalmente chiuso il cantiere per la riqualificazione di Piazza Castello. I lavori sarebbero infatti dovuti partire nel 2017, quando è stato presentato il progetto vincitore realizzato dal team composto dagli architetti Genuizzi Emanuele, Strambio De Castillia Vincenzo, Banal Giovanni, Ragazzo Enrico, Carloni Andrea e dal consulente Taddei Roberto. Rivisto dalla Soprintendenza, le prime lavorazioni sono iniziate effettivamente nel 2021.
# I numeri di un progetto da circa 5,5 milioni di euro di investimento
piazzacastellomilano.it – Vista frontale
Il progetto complessivo, che prevedeva anche il restyling di Largo Cairoli ancora senza una data per l’avvio dei lavori, ha previsto un investimento di 9,9 milioni di euro. La metà pari a circa 5,5 milioni sono stati destinati al lotto di Piazza Castello e Via Beltrami. Nel dettaglio per la parte di Piazza Castello sono stati messi a dimora 186 i nuovi alberi, di cui 167 aceri, che creano un triplice filare alberato con panchine modello Milano e una sorte di cornice intorno agli attraversamenti, cordoli in marmo e nuove aiuole.
A questi si aggiungono:
3.600 mq di arbusti;
14.024 nuovi arbusti e fiori;
3.000 mq di prato;
16.000 mq di pavimentazione naturale.
# Calcestre al posto dell’asfalto, pedonalizzazione dell’area e miglioramento dell’illuminazione pubblica
Il restyling ha visto la la riqualificazione dei viali che la collegano a Foro Bonaparte, con il calcestre al posto dell’asfalto, la valorizzazione degli attraversamenti pedonali, l’aumento del verde intorno al Castello e il miglioramento dell’illuminazione pubblica. In Via Beltrami c’è stato il rifacimento della pavimentazione con il granito bianco di Montorfano con inserti di beola grigia trasformata nell’estensione di Piazza Castello. Tutta l’area è stata pedonalizzata, in alcuni punti con accesso solo ai residenti e ai taxi.
# I resti dei bastioni ricoperti su decisione della Sovrintendenza
Credits Urbanfile - Resti bastioni
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Credits Urbanfile - Resti bastioni prima di essere ricoperti
Credits Urbanfile - Resti bastioni ricoperti
In via Quintino Sella verso Lanza erano stati rinvenuti i resti dei bastioni del Cinquecento e Seicento realizzati a scopo difensivo quando il castello divenne una caserma e fortezza durante le denominazioni spagnole. La decisione della Sovrintendenza alle Belle Arti è stata di non spostarli per esporli in qualche area museale ma di lasciarli e ricoprirli di terreno. Allo stesso tempo per evitare che le radici scavassero fino a rovinare le antiche mura, mantenendo il disegno del progetto, sono stati posizionati degli arbusti di dimensione più piccola ma nessuno potrà ammirare una testimonianza del passato della città.
# I dettagli mancanti
Detto della chiusura formale del cantiere, rimangono ancora alcuni dettagli da sistemare e tra questi ci sono: alcuni raccordi, scivoli, piccole aree di pavimentazione, la sostituzione di alcuni arbusti, il completamento delle aree verdi attorno ai chioschi ricollocati, la segnaletica, la posa di sedute e banchine dalla fontana alla zona del fossato e altri piccoli interventi. Entro la fine della primavera si prevede la sistemazione completa con l’inaugurazione ufficiale.
Primo passo per la trasformazione della 90/91 in una circle line? Per ora riguarda solo il “colore”: si realizzerà un anello verde lungo i 40 km della circolare filoviaria con alberi, arbusti e erbe perenni. Il progetto nel dettaglio, compresi i benefici per i milanesi, e quando è previsto il suo completamento.
La 90/91 si trasforma in Green Circle
# Il progetto di Comune di Milano e Forestami finanziato da Giorgio Armani
@simo.landri
Il progetto “Milano Green Circle” è frutto della collaborazione tra Comune di Milano, Forestami, che ha l’obiettivo di mettere a dimora 3 milioni di alberi nella Città metropolitana di Milano entro il 2030, e Giorgio Armani, che lo ha finanziato con oltre 500mila euro. Queste le sue parole: “Sono convinto che chi ne ha la possibilità debba agire attivamente, in ogni campo. Milano è il luogo con cui ho da sempre un rapporto speciale. Restituire alla città parte di quanto mi ha dato è per me un preciso impegno e un dovere morale. Per questo mi rende felice continuare la collaborazione con Forestami, iniziata nel 2020, con un’iniziativa che renderà la città più bella e più accogliente, ma anche più vivibile. Non dobbiamo dimenticare che il nostro futuro dipende dal rispetto dell’ambiente, così come da un senso di collettività: due valori che questo nuovo progetto esprime perfettamente”.
# Previsti 350 nuovi alberi e 60.000 arbusti lungo l’anello filoviario
Percorso linea 90-91
L’intervento affianca i progetti di realizzazione dei tre tratti di preferenziale mancanti, quello in zona Lotto con i cantieri in partenza e quelli previsti in autunno in zona Viale Umbria e Pergolesi sul tratto promiscuo della 92 e dove in futuro dovrebbe transitare la 90/91, agendo su tutto il percorso circolare lungo 40 chilometri.
Si prevede una rinaturalizzazione di tutto l’anello con una piantumazione di350 nuovi alberi e oltre 60.000 arbusti ed erbacee perenni, tra cui querce, ligustri, viburni, frassini, edere e ginko biloba. A questi si aggiungono circa 300 alberi, finanziati tramite il PNRR, solo al termine della realizzazione della preferenziale a Lotto.
# Lavori dall’autunno 2024, conclusione nel 2026
forestami.org – Green Circle Line
La cura del progetto è stata affidata all’agronoma e paesaggista Laura Gatti, la messa a dimora di alberi e arbusti e la loro manutenzione è a carico di Forestami. I lavori partono nell‘autunno 2024, iniziando dalle aree più assolate e quelle a scorrimento veicolare più rallentato, e proseguiranno per fasi fino al 2026.
forestami – Milano Green Circle
Nelle diverse sezioni della corsia protetta sono state scelte delle specifiche tipologie di intervento. L’esperta spiega che sono state previste “tre macro-tipologie di interventi finalizzati specificamente a massimizzare il contributo nel migliorare la qualità dell’aria attraverso la rimozione degli inquinanti atmosferici” e che tra gli effetti collaterali positivi ci sono: “regolazione delle temperature, aumento della capacità di infiltrazione delle acque piovane, incremento della biodiversità, e anche, nel complesso, miglioramento della qualità del paesaggio urbano.”
comune.roma.it - Rendering riqualificazione stazione Spagna
Una trasformazione globale con interventi strutturali. Questi i cambiamenti previsti sulla linea più trafficata della capitale.
Roma si muove: dal giardino verticale al “bianco dinamico” si rinnovano le stazioni della metro A. Si muoverà anche Milano?
# Gli interventi previsti su tutta la linea MA
comune.roma.it – Atrio stazione Cipro
La seconda linea metropolitana inaugurata nella Capitale e prima per numero di passeggeri, la MA, è partita l’8 aprile 2024 con una serie di interventi per proseguire la sua riqualificazione. Il piano complessivo prevede:
la sostituzione integrale dei binari nella tratta Ottaviano-Battistini risalenti alla fine degli anni ’90;
la manutenzione straordinaria e rinnovo degli impianti di traslazione;
la costruzione degli ascensori nella stazione di San Giovanni, dopo il Giubileo, per consentire gli utenti a mobilità ridotta di scambiare tra metro A e C e accedere alla metro A;
il restyling completo di tutte le stazioni.
Il finanziamento complessivo è di 55 milioni di euro proveniente da Fondi Giubileo, in parte con lo strumento del Project Financing e in parte attraverso la gestione diretta di Atac.
# Avvio del restyling delle prime tre stazioni: Spagna con il “giardino verticale”, Ottaviano e Cipro
comune.roma.it – Rendering riqualificazione stazione Spagna
Le prime tre stazioni soggette a restyling sono Spagna, Ottaviano e Cipro, con i lavori che dovrebbero partire a giugno 2024. Per la prima è prevista l’installazione di una parete verde in corrispondenza della facciata d’ingresso per migliorare la qualità spaziale dell’entrata e dell’intero vicolo oltre a mitigare la concentrazione di particolato atmosferico PM10. Sono state scelte specie arboree con un’elevata capacità antismog e di assorbimento delle polveri presenti nell’atmosfera, inserite in moduli preallestiti che necessitano di manutenzione meno frequente e costosa e dotati impianti di irrigazione.
comune.roma.it – Vico del Bottino stazione Spagna MA
La riqualificazione prosegue all’interno nelle aree di passaggio con controsoffitto specchiato per amplificare gli spazi di percorrenza di ingresso, riflettere la luce e restituire una migliore sensazione immersiva.
comune.roma.it - Mezzanino Spagna
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comune.roma.it - Mezzanino Spagna
comune.roma.it - Led Natale Spagna
A caratterizzare il mezzanino è un sistema di luci LED RGB per ravvivare gli ambienti di luce colorata e programmare i colori su eventi speciali o iniziative specifiche.
# Tra gli interventi in comune di restyling il “bianco dinamico” e la sostituzione delle coperture dei cavidotti in aree di passaggio con elementi di disegno
comune.roma.it – Bianco dinamico
Le tre stazioni oggetto di intervento prevedono tra le varie azioni di riqualificazione:
un re-design del sistema segnaletico negli ambienti e sugli elementi tecnologici ricorrenti, per conferire maggiore efficacia e contemporaneità;
la sostituzione delle coperture dei cavidotti in aree di passaggio con elementi di disegno e nuove luci;
un’illuminazione del tipo “bianco dinamico” nelle banchine e nei corridoi in grado di riprodurre i livelli di colore della luce solare durante l’intera giornata, più calda al mattino e più fredda a mezzogiorno;
un rinnovo degli arredi (sedute, cestini e portagiornali);
rivestimento delle lastre in travertino o loro colorazione.
comune.roma.it – Stazione Cipro
Un nuovo sistema di pavimentazione all’avanguardia con moduli in PVC personalizzabili nelle dimensioni, colori e texture è stato previsto nelle stazioni Spagna e Ottaviano, mentre nella stazione di Cipro degli impianti ledwall aree immersive.
# Fine lavori dicembre 2026
comune.roma.it – Lavori MA
Il termine dei cantieri di riqualificazione delle tre stazioni è programmato per novembre 2024, mentre nel 2025 è l’affidamento ad Atac per la realizzazione dei lavori di circa altre 10 stazioni. A dicembre 2026 il rinnovo di tutte le 23 stazioni rimanenti.
Al netto di interventi di riqualificazione in alcune stazioni della linea M1 e M2, un esempio e Loreto, Milano non ha ne mai realizzati di così strutturali come quelli in partenza a Roma: potrebbe prendere spunto per rendere più belle e accoglienti le prime due linee metropolitane?
Alcuni tra i protagonisti della nuova generazione cercano di capire cosa serve per dare all’Italia un nuovo fermento culturale. “Si deve partire con la cultura”, “La chiave è lo scambio di conoscenze”, “Serve una crescita di mentalità”, “Creare networking”, “Serve una nuova identità italiana anche nei rapporti internazionali”, “Serve pensare a cose di giovani per i giovani” @fermento.online #fermento
Qui il video. Segui Fermento, il nuovo progetto di Vivaio, seguendoci su:
Una vasca sospesa con una vista spettacolare sulla natura circostante. Dove si trova e come è fatta.
La PISCINA GALLEGGIANTE sul LAGO a solo un’ora da Milano
# L’icona Art Nouveau 5 stelle sul lago di Como: scelta dal jet set internazionale
Credits traceyshaw1969 IG – Grand Hotel Tremezzo
Ci troviamo a Tremezzina, ad appena un’ora d’auto da Milano, sulla sponda occidentale del Lago di Como. In questo luogo meraviglioso si può ammirare una delle perle dell’architettura più suggestive della Lombardia, un’icona dell’Art Nuoveau a cinque stelle: il Grand Hotel Tremezzo. Varcata la soglia dell’imponente edificio affacciato sull’acqua si viene accolti da splendidi interni d’epoca, con colori accesi, materiali d’eccellenza e arredi prestigiosi capaci di far rivivere ai clienti le atmosfere della Belle Époque.
Fino dalla sua inaugurazione, avvenuta nel 1910, è stata una delle location preferite dal jet set internazionale. A renderlo così speciale, oltre agli ambienti interni, sono i paesaggi mozzafiato che lo abbracciano, dalle acque del lago verso Bellagio fino alle cime delle Grigne, il massiccio alpino in provincia di Lecco.
# Tra le attrazioni: un parco privato, una spiaggia privata e tre piscine
Credits resorttolauramadrid IG – Parco Grand Hotel
Allo sfarzo e al lusso di hall, ristorante e camere si affianca un lussureggiante parco privato, una spiaggia privata e di ben tre piscine, ognuna con caratteristiche uniche: quella dei Fiori, tra aromi e colori di stagione, quella Infinity nella T Spa e la più ambita Water-On-the-Water.
# La piscina galleggiante più fotografata d’Italia è la più spettacolare dell’hotel
Credits massoortravel IG – Grand Hotel
A prendersi la scena è senza dubbio la piscina rettangolare galleggiante “Water-On-the-Water”, tra tutte la scenografica, suggestiva e panoramica. La vasca si protende infatti sul Lago di Como, la cui acqua la circonda interamente, ed è collegata alla spiaggia privata della struttura alberghiera, sempre affacciata sullo specchio lacustre, tramite due ponticelli in legno.
Credits massoortravel IG – Piscina Galleggiante
L’aggettivo panoramico calza a pennello dato che da questa piscina si può godere di vista mozzafiato della natura circostante. Non è un caso quindi che nel 2022 “Big 7 Travel”, sito internazionale che si occupa di turismo e offre consigli sulle migliori destinazioni per chi ama viaggiare, ha inserito la vasca sospesaal primo posto in Italiatra le più instagrammabili e al 13esimo a livello mondiale.
Non importa quale sia la vostra situazione sentimentale adesso, o quale sia il credo della vostra gang di filosofi underground: l’amore è qualcosa di notevole. Lo dimostra il volteggiare più o meno educato delle coppiette, soprattutto adesso che è primavera, soprattutto qui a Milano dove passeggiare è bello.
Tuttavia, le coppie che passeggiano a Milano non sono tutte uguali.
11 modi di camminare in coppia a Milano
Ph. @Andreatintin123 IG
1. Il classico
Mano nella mano, guardandosi in giro e ogni tanto parlandosi. Si può ottenere un effetto molto simile con un animale da passeggio.
2. Coppia High Touch
Ognuno col suo smartphone, chattano, ognuno con la sua vita social. L’unica cosa che li distingue dai single è che mentre passeggiano non stanno su Tinder.
3.Coppia selfie
Passano tutto il loro tempo a farsi selfie pieni di cuoricini per mostrare a tutto il mondo quanto si amano. Appena si disconnettono lite furiosa.
4. Gli appiccicati
Limonano h24, tornano a casa con una sete che neanche del deserto del Sahara.
5. Coppia shopping
Lei con mini borsetta, lui con dodici sacchetti per braccio e una carriola di borse a traino. Lei davanti impettita e fiera si ferma ad ogni vetrina, lui avanza ingobbito sotto il peso dei sacchetti.
Gli amanti di Magritte
6. A braccetto
Coppia di diversamente giovani, camminano come fossero usciti dai primi film lumiere, amanti del cinema degli albori e dei mercatini d’antiquariato. Velocità media: mezzo chilometro all’ora. Nelle giornate a rischio di pioggia lui usa l’ombrello a mo’ di bastone. Lei chignon d’ordinanza.
7. La coppia bike
Frequentano la critical mass.Per loro amore vuol dire due ruote. Passeggiano in bicicletta, imprecano contro pedoni e automobilisti. Un giorno lei lo lascerà per uno colSUV.
8. La fotocoppia
Vestiti uguali, fai fatica a distinguerli. Se lui ha i capelli lunghi non ti è chiaro a quale dei due devi guardare il sedere.
9. La coppia col cane
C’è la coppia con il cane di taglia piccola. Fa fatica a fare la strada perché il cagnettino si incazza con tutti gli altri cani che passano e quindi procedono a scatti.
La coppia con il cane grande è invece molto rapida. Solitamente si tratta di un cane di dimensioni enormi che ti fa percorrere la via alla velocità della luce.
10. La coppia single
Sono in coppia ma non sono assieme. Ti chiedi se sia il fratello, il cugino o un amico lontano. Camminano distanti, parlano a intermittenza, con andatura irregolare con traiettorie differenti.
11. La coppia dandy
Lei ha il completo superfighetto, intonata dalla punta dei piedi agli orecchini. Lui ha il completo classico, gessato nero. Camminano a un centimetro dal pavimento, dotati di un apparecchio di levitazione. Sembrano sul red carpet per ritirare la palma d’Oro anche se si trovano in via Lorenteggio.
Affinché una città possa guadagnare sul campo il titolo di “città stato” non può certo prescindersi da una forte identità di quartiere. Si pensi ai borough di Londra e soprattutto agli arrondissement.
Più identità ai quartieri: una proposta per dividere Milano in arrondissement sul modello parigino
# Il city branding parigino insiste a spron battuto sull’identità degli arrondissement
A Parigi ogni quartiere ha una storia ed un’identità precise e definite e finanche un proprio stile architettonico. Soprattutto ogni arrondissement ha molte storie da raccontare. Non è un caso se quasi tutte le guide turistiche ed i libri sono quasi sempre divisi secondo lo schema “1 capitolo = 1 arrondissement“. In città ogni arrondissement ha un proprio codice postale immediatamente riconoscibile: ad esempio il primo arrondissement ha il 75001, il secondo 75002 e così via fino a 75020. Quando si cammina per le vie della città sono sempre presenti le indicazioni per il “mairie” cioè il municipio del quartiere che è quasi sempre un edificio di notevole pregio architettonico, tant’è che molti turisti organizzano passeggiate ad hoc per vederli tutti.
Questa identità di quartiere, sapientemente costruita e sedimentata, esercita un fascino incredibile sull’osservatore straniero e di fatti il city branding parigino insiste a spron battuto su questa linea vincente. Se ogni quartiere è una piccola città con la sua storia ed i suoi monumenti, come può l’unione di questi quartieri-città non essere una città stato?
# I municipi di Milano sono mere creazioni burocratiche, assolutamente impersonali
Credits: wikipedia.org – Municipi di Milano
Da questo punto di vista, ahimè Milano è indietro anni luce: i municipi in cui è divisa Milano sono mere creazioni burocratiche ed assolutamente impersonali. Non hanno un proprio codice postale che li identifica in modo immediate e semplice, l’edificio che ospita il municipio è del tutto anonimo, insomma in definitiva non hanno un’anima ed una città stato non può essere una città senz’anima. Quindi perché non proporre qualcosa del genere a Milano, dove più o meno c’è lo stesso terreno fertile poiché entrambe le città possono essere divise in 15-20 quartieri? A Roma, ad esempio, sarebbe impossibile poiché data la superficie sterminata i quartieri sarebbero troppo grandi o troppo numerosi per poter avere un’identità apprezzabile. Basterebbe semplicemente procedere ad una suddivisione amministrativa più omogenea e razionale ed intellegibile. Poi per esempio potrebbero costruirsi degli edifici municipali di design in modo tale che possano diventare mete turistiche. Di seguito una mappa con la mia proposta di divisione.
# La proposta di nuova divisione dei quartieri di Milano
Quartiere I: coincide con la cerchia interna ed in esso vi è la gran parte dei monumenti, dei musei e delle vie commerciali più prestigiose.
Quartiere II: un unicum a livello mondiale. in pochi chilometri quadrati convivono il moderno CBD di Porta nuova, il quartiere bohemien di isola e la zona Moscova – Garibaldi che è il non plus ultra in quanto ad eleganza e classe.
Quartiere III: sono i “quartieri alti” per antonomasia, quelli dove vivono i VIP e ci sono le residenze più eleganti e signorili. Si tratta di un quartiere per molti aspetti simili al sesto/settimo arrondissement parigino.
Quartiere IV: un quartiere un tempo popolare che a seguito di massiccia gentrificazione è diventato il “marais” di Milano poiché conserva inalterati molti scorci della Milano che fu.
Quartiere V: quartiere elegante e signorile, costellato da locali a la page e palazzi eleganti affine all’ottavo di Parigi.
Quartiere VI: quartiere vitale e multietnico, ricco di bei negozi a buon mercato e di locali rinomati.
Quartiere VII: quartiere un tempo operaio, eccelsamente riqualificato con la costruzione del cluster di grattaceli di citylife che rappresenta un modello invidiato in tutta Europa.
Quartiere VIII: quartiere in cui ci sono lussuosi palazzi residenziali ed una vita notturna vivace ed intensa.
Il senso della vista ci comanda un po’ troppo, dovremmo lasciare un po’ di spazio anche agli altri. Per esempio, Milano è anche una città da ascoltare, non solo da guardare. Provate a fare questo esperimento. Il risvolto è molto affascinante, potrete scoprire una nuova identità di Milano. Ci sono dei suoni peculiari della città che se ascoltati nel posto giusto ne rivelano una nuova essenza.
I 10 suoni tipici di Milano: dove ascoltarli
#1 Le campane in piazza Sant’Alessandro
Credits: @m.giaggia Piazza Sant’Alessandro
Il luogo migliore per ascoltare le campane è Piazza di Sant’Alessandro. I rintocchi provengono dalla chiesa di questo martire. Se dopo l’ascolto volete deliziare gli occhi entrate nella chiesa e godetevi il suo interno barocco.
#2 Il rombo degli aerei al Forlanini
Foto di: Andrea Cherchi
Oltre al fruscio delle piante e al cinguettare dei passeri, Parco Forlanini è il luogo ideale dove origliare il ruggito degli aerei.
#3 I boati a San Siro
Credits Andrea Cherchi – Stadio Meazza
L’onda sonora si alza e si abbassa dopo un rapido colpo di reni. È un’esperienza da provare in zona Stadio San Siro.
#4 Lo sferragliare dei tram al Verziere
Via Verziere
Il tram è tipico di Milano, infatti lo esportiamo ovunque. Non sono solo i suoi lineamenti a colpire, molto fa lo stridore di rotaia quando si avvicina. Location consigliata: il Verziere.
#5 Il garrito delle rondini al Castello
Una rondine non fa primavera e non fa rumore. Tante rondini invece fanno più fracasso di un gruppo di bambini che giocano. Ascoltare per credere al Castello Sforzesco.
Da non trascurare la variante di volatile meno poetica della rondine. I piccioni quando partono in stormo è come se i ciottoli di Piazza Duomo si alzassero in volo.
#7 I passi di Cadorna
Cadorna Milano Ovest
Un rumore tipico di Milano è la fretta. Il luogo privilegiato dove ascoltarla è la Stazione Cadorna, impersonata dai passi di corsa.
#8 Il gracchiare degli altoparlanti in Centrale
Come nei romanzi distopici 1984 e Il Mondo Nuovo, c’è sempre un autoparlante che suggerisce cosa fare, dove andare e che in qualche modo chiarisce la situazione. Il migliore di tutti si trova inStazione Centrale.
#9 Il vociare in Galleria
Credits Andrea Cherchi – Albero Swaroski Galleria 2021
L’eco di un brulicare di voci di ogni nazione nel salotto di Milano.
#10 La musica di corso Vittorio Emanuele
credits: pinterest – Corso Vittorio Emanuele
Lungo corso Vittorio Emanuele puoi passeggiare con la colonna sonora, come se fossi il protagonista di unfilm.
Che fine ha fatto il Colosseo verde di Milano? Dal 2018 è in ballo un progetto che avrebbe dovuto sostituire il compianto Vivaio Riva. Ispirato al tema della simbiosi fra vegetazione e ruderi, ha l’obiettivo di realizzare il più vasto parco archeologico della città chiamato PAN (Parco Amphitheatrum Naturae). L’inaugurazione era prevista per il 2022, ma nulla è accaduto: a che punto sono i lavori?
Il nuovo video di Milano Città Stato di Francesca Monterisi. Iscriviti al canale su YouTubeper i video esclusivi.
Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)
Sono diversi i progetti per estendere la rete metropolitana milanese fuori dai confini comunali, con l’obiettivo di ridurre il traffico in ingresso a Milano e nell’hinterland. Ecco cosa prevede lo studio di fattibilità in valutazione e di quanto potrebbe allungarsi la linea lilla.
La M5 si allunga oltre San Siro? Il progetto per estendere la linea di 11 chilometri
# Prima analisi di fattibilità tecnica ed economica per l’estensione della M5 di 11 km da San Siro Stadio a Bareggio
Nel 2019 un primo studio preliminare di fattibilità immaginava un prolungamento fino a Settimo Milanese, per un totale di 5 fermate. Nel 2021, durante a un incontro con gli enti interessati al prolungamento della M5 insieme alla Città Metropolitana di Milano e Metropolitana Milanese, sono state presentate altre sei ipotesi. Il comune che trarrebbe maggior beneficio sarebbe quello di Bareggio il maggior beneficio a circa 11 km dal capolinea ovest di San Siro Stadio con prosecuzione come metrotranvia lungo il Canale Scolmatore, per creare aree di sosta fuori i centri abitati e non congestionare i Comuni coinvolti dal nuovo tracciato. Tra gli scenari un’estensione fino Sedriano, con un interscambio presso una futura stazione ferroviaria da realizzare anch’essa.
Lo studio di fattibilità prevede che in caso di prolungamento la linea sarebbe obbligata a proseguire in superficie dopo il Comune di San Pietro all’Olmo per mancanza di spazio sotto la strada statale ex-S11. Ad oggi non ci sono nuovi aggiornamenti.
# Capolinea a Magenta?
Prolungamento M5 Settimo Milanese
In seguito, un’altra delibera regionale aveva dato il via libera a realizzare uno studio di fattibilità per portare la M5 fino a Magenta, per un totale di quasi 20 km di nuovo tracciato. In tal caso la soluzione più accreditata sarebbe comunque quella di arrivare con la metropolitana fino a Settimo Milanese e poi proseguire con una metrotranvia o un sistema di BRT (Bus rapid transit).
Sul tavolo le ipotesi più concrete sono due: quella di 5 fermate (Sant’Elena, Quarto Cagnino, Quinto Romano e il capolinea con deposito di Settimo Milanese), e quella di un percorso più breve di 2,5 km e due fermate ad ovest: Quarto Cagnino e Quinto Romano. Per quest’ultima è atteso lo studio di fattibilità e l’investimento per la sua realizzazione è stato stimato in 350 milioni di euro.
# Gli ulteriori prolungamenti in fase di studio: M2 a Vimercate, M3 a Paullo, M4 a Buccinasco
Il prolungamento della linea M5 fino a Bareggio oppure a Magenta non sono le uniche estensioni della metro allo studio. Vediamo alcuni dei più probabili.
#1 La linea M2 da Cologno Nord a Vimercate con un tracciato di 12 km, come metropolitana leggera: manca 1 milione di euro per completare lo studio di fattibilità
#3 Il prolungamento della futura M4 a ovest da San Cristoforo-Buccinasco, con 6 ipotesi al vaglio: Regione Lombardia e Comune di Milano propenderebbero per una sola fermata
Credits: giornaledeinavigli.it – Diverse ipotesi di prolungamento M4 a ovest
# Le altre estensioni in costruzione o già finanziate
Oltre a questi nuovi progetti di sviluppo, ci sono altre linee certe di vedere la luce. Ecco quali sono:
#1 Due nuove fermate M1 a nord apriranno non prima del 2028
Credits: Urbanfile – Prolungamento Monza Bettola
Il cantiere infinito della M1 verso nord, aperto da 12 anni, prevede l’estensione della linea di di 1,9 km e due nuove fermate, Restellone e Cinisello/Monza Bettola. I lavori di scavo del tunnel sono terminati e al momento sono riprese alcune lavorazioni alla stazione di testa. Al momento non si nulla nemmeno se verrà ancora realizzato il centro commerciale sopra la staziona capolinea. Si attende nuovo bando, dopo la risoluzione del contratto da parte dell’azienda appaltatrice, oltre a circa 20 milioni di euro mancanti.L’ipotesi più realistica è quella di vedere i treni viaggiare fino quasi al confine con la provincia di Monza nel 2028.
#2 M1 a ovest con tre nuove fermate fino a Baggio, bando ad aprile 2024 e partenza cantieri al più tardi nel 2025
Credits: Urbanfile – Prolumgamento Bisceglie-Quartiere degli Olmi
Entro aprile 2024 è attesa la gara di appalto, dopo lo stanziamento dei 124 milioni di euro di extra costi, dovuti principalmente alle conseguenze della guerra e della crisi energetica, che fatto lievitare il costo dell’opera a 522 milioni di euro. Il progetto prevede 3,5 km di estensione della linea M1 a ovest, con deposito e parcheggio di interscambio oltre la tangenziale ovest. Sono3 le nuove fermate che si vanno ad aggiungere al capolinea di Bisceglie: Parri, Baggio e Quartiere degli Olmi. Al netto di altri intoppi i cantieri dovrebbero partire del 2025, mentre l’inaugurazione è attesa non prima del 2030.
#3 Due nuove fermate a est sulla linea M4, da Linate a Segrate. Lo studio prevede una stazione intermedia “Idroscalo” oltre a quella di Segrate che servirà il “Westfield Center” e l’hub AV
A dicembre 2024 la linea M4 dovrebbe essere completamente operativa, oggi è attiva la tratta San Babila-Linate. Si guarda però già oltre. Nel progetto ufficializzato a dicembre 2021 che prevede la realizzazione del “Milan east gate hub”, la nuova stazione ferroviaria dell’alta velocità ad est della città, è compreso il prolungamento del tracciato di 3,1 km della linea M4. Il percorso prevede una prosecuzione in sotterranea dall’Aeroporto di Linate all’Idroscalo e due fermate nel territorio di Segrate: Idroscalo-San Felice e Segrate punta Est.
Alla fine del 2023 la giunta di Milano ha approvato il Piano di fattibilità tecnica ed economica ma, a causa dell’incremento dei costi, servono altri 44 milioni aggiuntivi rispetto a quelli già stanziati e che hanno fatto salire la cifra a 470 milioni di euro. Rispetto alle tempistiche originarie, l’inaugurazione di tutto il progetto comprensivo della stazione AV Porta Est slitterà oltre il 2029.
#4 La linea M5 si estende di 13 km a nord con 11-12 fermate fino a Monza Polo Istituzionale
Credits ascuoladiopencoesione.it – Tracciato M5
La M5 raddoppia e diventerà la prima a collegare due province. Il progetto della linea prevede infatti un percorso di 13 km, quello operativo è di 12,9 km, attraverso i comuni di Milano, Cinisello Balsamo, Sesto San Giovanni e Monza. Dopo la stazione di Bignami, ora capolinea, verranno costruite altre 11-12 fermate, tra cui una Monza FS e Villa Reale ferroviaria, compreso il capolinea nord di Monza Polo Istituzionale.
L’opera è già stato approvata e in teoria anche finanziato prima dell’aumento del costo delle materie prime. Per procedere con la gara d’appalto vanno trovati 300 milioni di extracosti. I cantieri non prima del 2025 e di conseguenza per l’apertura bisognerà aspettare almeno il 2032.
La giornata tipo della sciura milanese, che vive in pieno centro, potrebbe svolgersi così: sveglia in orario comodo, colazione al bar con le amiche e poi tappa al mercatino vintage più chic di Milano.
Il mercatino di classe delle sciure milanesi
# Il Mercatino dell’artigianato e del collezionismo
myeyesinmilano IG – Mercatino Brera
Il fascino di Brera si respira camminando tra le sue vie, osservando le vetrine delle piccole boutique introvabili altrove in città e dal glamour delle sciure milanesi a passeggio. Da quando è stato istituito il Mercatino dell’artigianato e del collezionismo non è difficile imbattersi in qualcuna di loro, anzi, è molto probabile trovarne molte alla ricerca di un foulard Hermes anni ’70 o di una borsa Louis Vuitton non più in vendita. Le bancarelle si snodano tra Via Fiori Chiari, Via Madonnina e Via Formentini e anche davanti all’Accademia.
# Cosa si trova sulle bancarelle
antonellaprete13 IG – Mercatino Brera
In esposizione si può trovare oggettistica davvero particolare come porcellane, vetri lavorati, preziosi oggetti di modernariato, filatelia, design italiano, libri, alta bigiotteria, oltre a orologi di valore e gioielli. Si tratta come detto di un mercato dedicato all’artigianato, d’eccellenza, e al collezionismo, anche se oggi prevale forse di più il vintage che non è certo alla portata di tutti.
L’esperienza raccontata da “theflyer” sul sito theflightclub.it, supplemento della testata giornalistica IVG.it. I servizi a bordo, la qualità del cibo e il prezzo del biglietto.
Volo intercontinentale low cost con l’America: la mia esperienza
# A bordo di Norse Atlantic da New York a Londra
theflightclub.it – Norse
Un volo low cost tra New York e Londra? Questa è l’esperienza raccontata da “theflyer” sul sito theflightclub.it, supplemento della testata giornalistica IVG.it. La scelta per il viaggio è ricaduta sulla compagnia Norse Atlantic: ricevuto il passaggio di testimone da Norwegian Air, ha ripreso i voli tra l’Europa e gli Usa dall’estate 2023, compreso un volo Roma-New York. Le altre città europee collegate sono Atene, Parigi, Berlino e Oslo. La tratta in questione è la New York Jfk-Londra Gatwick, con opzione premium light, servita da un Boeing 787. Ma qual è l’esperienza vissuta per il volo low cost intercontinentale?
# Il peggior terminal del JFK: pochi posti a sedere
theflightclub.it – Gate
“Purtroppo Norse usa il peggiore dei terminal del JFK, la ex casa di British Airways ha i giorni contati e tra 24 mesi sarà demolita per far posto al nuovo Terminal 6 che è in costruzione.” Ci sono solo alcune lounge, a pagamento, così come scarseggiano i posti a sedere per l’attesa come in diversi altri aeroporti americani.
# Dimensioni e peso dei bagagli da “gioco delle tre carte”
Credits: idealo.it – Bagaglio a mano in cabina
“Ho subito capito che dimensioni e peso dei bagagli sono tenuti in grande considerazione. Quando ho messo il mio trolley sulla bilancia ho subito notato che, a seconda della posizione, il peso era differente. Ho discusso con l’addetta che pretendeva togliessi circa 1kg di peso dal trolley, quando spostando di 5 cm il peso segnato sulla bilancia scendeva o saliva di 2kg. La cosa assurda è che il trolley ha un limite di peso di 10kg, mentre la borsa non ha alcun limite di peso, ma importante che entri nell’apposito regolo.”
# Poltrone da business class, ma copertina e cuscino senza cellofan e niente wifi
theflightclub.it – Poltrone
“Le poltrone sono un modello molto popolare e presente su tante business class di aerei a fusoliera larga, non vorrei sbagliarmi ma è la stessa che usa Qatar a bordo dei suoi A320, solo che questa è decisamente migliore. La poltrona ha tutto quello che serve per fare un volo di questo tipo in maniera confortevole. Spazio per le gambe, supporto per le gambe e plantare e una più che abbondante inclinazione.”
theflightclub.it – Schermo e tavolino
Ogni seduta è dotata di schermo e tavolino: “Dal bracciolo centrale esce lo schermo dell’IFE, dotato di presa usb, mentre da quello esterno il tavolino.” Data l’orario di partenza e la durata del volo 5 ore 50 effettivi, sono presenti anche copertina e cuscino, purtroppo non incellofanati nonostante il servizio premium. Niente wifi: “La nota negativa è l’assenza del wi-fi“.
# Drink di benvenuto, cena e colazione abbondante, pur se tutto di bassa qualità
thefightclub.it – Pasti compresi
Nel biglietto sono compresi drink di benvenuto, cena e colazione abbondante, non inclusi nei biglietti più economici, anche se la qualità è in generale bassa per tutto: “Drink di benvenuto: succo d’arancia, di mela o acqua. Subito dopo il decollo è stato distribuito l’amenity kit: mascherina per gli occhi, tappi per le orecchie e cuffie per l’IFE. Tutto questo è gratis per chi viaggia in premium e a pagamento per tutti gli altri passeggeri.”
theflightclub.it – Colazione
“La cosa che mi ha stupito di più è stata la colazione, mi aspettavo un plumcake e un calcio nei denti e invece un vero vassoio con piatto caldo (uova, spinaci e qualcosa che sembrava un hash browm, ma poteva anche essere il pollo avanzato la sera prima. Servito assieme a uno yogurt, pane burro e marmellata.” L’autore sottolinea come a bordo di ITA Airways, quindi vettore tradizionale e non low cost, vengono serviti solo plumcacke e uno yogurt.
# Il prezzo del volo con servizio Premium Light
thefightclub.it – Prezzo del volo
Tutto questo quanto costa? Il biglietto è stato acquistato al prezzo di 307 dollari, compreso il servizio premium, a cui sono stati aggiunti 60 dollari per la scelta del posto. Il volo è arrivato in anticipo di 20 minuti, l’aereo è risultato pulito anche nei bagni ed erano presenti tutti i servizi di base che ci si aspetta su una Premium Economy. Un prezzo ritenuto giusto per quanto offerto anche se rispetto alle compagnie tradizionali sconta:
gli orari scomodi, partenza alle 6.20 di sera e arrivo alle 6.20 di mattina di Londra il giorno successivo;
il numero ridotto di voli necessari per garantire alternative ai passeggeri in caso di problemi (un solo al giorno);
il cibo e la coperta sono gratis solo con servizio premium;
non si possono accumulare punti per successivi viaggi scontati o gratis.
Raggiunge il podio classificandosi al terzo posto tra i borghi più belli d’Italia nel concorso Rai “Borgo dei Borghi” 2024 , il borgo lombardo Grazie di Curtatone, a poco più di 2 ore da Milano.
Milano-Grazie
Grazie! Un nuovo borgo lombardo tra i tre più belli d’Italia
# Un borgo rurale circondato dalla riserva naturale del fiume Mincio
arimar80 IG – In barca sul Mincio
Grazie a Grazie la Lombardia ha uno dei tre borghi più belli d’Italia. Si tratta di un borgo rurale incantevole abitato da seicento abitanti, immerso nella campagna mantovana e abbracciato dal fiume Mincio.
laura.baroni2105 IG - Borgo di Grazie
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laura.baroni2105 IG - Borgo di Grazie dettaglio
laura.baroni2105 IG - Borgo di Grazie
Nel 2009 Grazie ha ottenuto il riconoscimento di terza località italiana tra le migliori location naturalistiche quanto a turismo sostenibile in aree protette. Il merito va alle circostanti valli del Mincio, una riserva naturale assai estesa, navigabile con canoe o kajak, ricca di habitat naturalistici unici.
# La meraviglia del Santuario della Beata Vergine delle Grazie
Santuario Grazie
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arimar80 IG - Interno santuario Grazie
alessiorizzello265 IG - alessiorizzello265 IG - Santuario Grazie
Da vedere il Santuario della Beata Vergine delle Grazie, un edificio antichissimo di origini medievali, famoso per la sua maestosità in puro stile gotico.
Museo Madonnari
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laura.baroni2105 IG - Museo Madonnari
happy.patti IG - Madonnari
E poi il Museo dei Madonnari che valorizza le opere degli artisti di strada che ancora oggi disegnano immagini sacre su piazze e marciapiedi di questo borgo immerso nella natura
# Una cucina locale ricca di prodotti tipici
angywinxorlandi IG – Ristorante a Grazie
Degna di pregio la cucina locale ricca di prodotti tipici fra selvaggina e pesce di acqua dolce, di tortelli di zucca e di agnoli, ossia ravioli ripieni di cappone o infine di risotto alla pelota condito con salamelle e grana. Il tutto accompagnato da un buon calice di Lambrusco mantovano.
Le ombre cinesi sono una forma d’arte che risale al 138 a.C., quando alcuni collaboratori dell’imperatore Han Wudi, per tirare su il morale al loro sovrano, scolpirono una figura di donna con il legno e ne proiettarono l’ombra su una tela, con una luce creata da una fiamma. Questi due artisti milanesi le portarono in occidente.
Enrico Longone e Giacomo Campi, i due milanesi che portarono in occidente le ombre cinesi
# Il libro “Ombre” dedicato a Giacomo Campi
cacciatoredilibri.it – Ombre
Le ombre cinesi. Due secoli fa a riprodurre questa attrazione nel mondo occidentale furono due milanesi, ovvero il mago Frizzo, all’anagrafe Enrico Longone, e il pittore Giacomo Campi. A quest’ultimo, nato a Milano il 20 ottobre 1846, fu dedicato il libro “Ombre”, uscito nel 1886, che riferiva come “Campi sa fare la pioggia e il bel tempo, la tempesta e il sereno, i fuochi d’artificio, il passaggio de reggimento (…) la vecchia che fa la calza (…)”.
Come si realizzavano le ombre, con i giochi di chiaroscuri, ce lo dice proprio questo antico libro: “tutti i lumi sono spenti. Nella sala c’è una penombra deliziosa, (…) tutti aspettano con impazienza queste ombre del Campi. Le sedie per gli spettatori sono messe di faccia a una tela bianca, illuminata dal di fuori da una lanterna a luce elettrica. La lanterna offre il vantaggio di una maggior forza alle ombre (…)”. Giacomo Campi si presentava tra la lanterna e la tela, con le mani proponeva varie realizzazioni con le ombre: un lupo. un signore col cappello, un coniglio che corre.
# L’illusionista Enrico Longone in arte Frizzo
Ombre
Campi era un pittore di sei anni più vecchio di Enrico Longone, in arte Frizzo, che nacque a Milano nel 1852. Longone era un illusionista che, tra i vari numeri di magia, proponeva anche lui le ombre animate. Un volantino del 1886, che promuoveva lo spettacolo del Longone, citava che il mago Frizzo realizzava, “quelle stesse ombre che inventò il celebre pittore Campi e delle quali il Frizzo ne è riproduttore autorizzato”.
L’illusionista meneghino, per dar vita alle proprie immagini, si dotava della lampada di Drummond. Con questa sua arte ricreava “la requisizione dell’avvocato, gli amanti della sera, la lotta e un intervento dei Carabinieri”. Longone nella propria carriera si esibì in tutte le principali città italiane e a Parigi, in Africa (Tunisia e Algeria), in Spagna, Portogallo, Belgio e Grecia.
Preziosi reperti dei volantini degli spettacoli di Frizzo sono stati trovati negli uffici del teatro Chiabrera di Savona, proprio per uno spettacolo che l’illusionista milanese tenne in Liguria nel febbraio 1886. Enrico Longone morì a 42 anni, nel 1894, mentre il pittore Campi ebbe una vita più lunga: è deceduto nel 1921, all’età di 75 anni.
Ogni municipio della città presenta aree più o meno grandi che avrebbero urgente bisogno di una riqualificazione.
7 aree a Milano da rigenerare… alla grande
#1 Porto di Mare – Corvetto
Una vasta area che include un’ex zona industriale, con tutti i servizi i servizi accessori all’ortomercato, il boschetto di Rogoredo risanato in un parco accessibile a tutti, e quartiere popolare difficile caratterizzato da forte immigrazione che ha peggiorato ulteriormente il quadro.
Di sera si svuota completamente la zona di Porta di Mare, dato che è adibita in prevalenza al terziario, e nonostante le diverse ipotesi di riqualificazione nessuna di queste è andata a buon fine: la Cittadella Giudiziaria o un nuovo stadio per Inter o Milan sono solo alcuni esempi.
Tutta la zona compresa tra Via Fabio Massimo, Via Sant’Arialdo e Via S. Dionigi, una vasta area comunale occupata da orti, carrozzerie, depositi di materiali edili e non solo e alcune roulotte, potrebbe diventare un’altra porzione del parco di Porta di Mare, ampliare l’adventur park già presente oppure un nuovo quartiere eco-sostenibile come quello presentato da IMMdesignlab, uno dei vincitori del New European Bauhaus nel 2021.
Comune di Milano – Vista aerea Urban Park
Anche l’Urban Park previsto al posto dell’ex mega discoteca del Karma, avrebbe dovuto essere nell’estate 2023, sembra sparito nel nulla.
Credits: milano.repubblica.com
Il cavalcavia che entra direttamente in Corvetto, proveniente da autostrade e tangenziali, è il lascito di una viabilità pensata per anni sessanta ed era stato ipotizzato l’abbattimento, ma non c’era ancora niente di concreto.
L’ultima suggestione riguarda un progetto “Fly over live under”, elaborato dal team multidisciplinare Fab For Future (FFF), per eliminare il traffico veicolare convertendo la struttura in una sorta di Highline.
Un’altra area che da tempo dovrebbe esser riqualificata è quella nella parte iniziale di via Bonfadini. Resiste ancora oggi uno spettrale cimitero di decine di veicoli bruciati così come il campo rom regolare in cui vivono anche soggetti che hanno causato questo degrado. Entro l’anno è prevista la sua chiusura, ma non un piano di rigenerazione che potrebbe sfruttare l’onda lunga di quello nel lotto adiacente e di quello di Santa Giulia nord per restituire un luogo fruibile per i cittadini.
In zona Turro c’è parchetto degradato, i Giardini in memoria dei Caduti di Nassirya, che avrebbe bisogno di essere sistemato insieme alle zone adiacenti. Tra questi ci sono i distaccamenti dell’Ospedale San Raffaele, pieni di graffiti e in abbandono. La vicinanza allo scalo di Greco, in fase di riqualificazione grazie al progetto Innesto uscito vincitore dal concorso internazionale Reinventing Cities, potrebbe fare da traino anche Turro come successo con Isola perché limitrofa a Porta Nuova.
#4 Il complesso dell’ex ospedale delle malattie infettive di viale Jenner
Credits-abcmilano-Ex-Ospedale-Bassi
Un complesso enorme abbandonato da anni, quello l’ex ospedale delle malattie infettive Bassi lungo Viale Jenner, potrebbe essere recuperato per un utilizzo museale e un’area verde a servizio dei cittadini. Gli edifici di pregio in stille anni venti presentano inestre murate, pareti distrutte e degrado visibile a occhio nudo. L’unica porzione recuperata è stata trasformata in un presidio ATS. All’interno del perimetro dell’ospedale, annessa un secolo fa, è presente anche un’antica villa di una famiglia di industriali caratterizzata da un ottima qualità architettonica.
#5 Le 5 vie – Centro storico
Credits: lamarydiaries.weebly.com – Le 5 vie
Le 5 vie sono una splendida zona del centro storico milanese, che deve il suo nome alla forma di stella che genera il confluire di 5 strade in un stesso punto.
Nuovo palazzo via Santa Marta
La zona necessita di diversi micro-interventi di arredo urbano, pedonalizzazione e limitazione del traffico automobilistico. In questo caso non mancano le notizie positive. In costruzione c’è infatti un edificio chiamato a riempiere il vuoto lasciato da palazzo distrutto all’angolo di via Santa Marta, e un altro in sostituzione di un palazzo di pochi piani. Per dare degno lustro al quartiere più antico della città c’è però ancora molto da fare.
In via Gratosoglio si trova l’ex fabbrica Cederna, che ha chiuso i battenti dal 2020 e che da allora è stata Lasciata in gran parte a se stessa. La superficie interna è di 30.000 mq di superficie e ospitava anche l’asilo e i vecchi alloggi per i dipendenti del cotonificio. Il complesso si sviluppa sulle sponde del Lambro Meridionale, le cui acque venivano utilizzate per la produzione di tessuti e per la tintoria, ed era presente già nell’800 anche se fatto di legno e più ridotto. Un’idea per il suo recupero potrebbe essere quella di trasformarlo in un maxi spazio per il coworking.
Non abbandonata ma a serio rischio di esserlo a breve l’antica Cascina Monterobbio di via San Paolino al quartiere Barona, alle porte del Parco Agricolo Sud, vi hanno dimorato anche Hayez è Napoleone. Il sito è sempre più malconcio, ammalorato e viene “tenuto in vita” grazie autogestione di un gruppo di anziani con il circolo culturale Virgilio Ferrari. Purtroppo i bandi per la sua riqualificazione vanno sempre deserti, anche il terzo del 2023 è andato allo stesso modo. La situazione vede nella parte inutilizzabile il tetto sfondato, accumuli di materiale crollato, crepe e degrado. Un suo riutilizzo agricolo e didattico potrebbe essere la soluzione ideale.
La rivoluzione della principale arteria dello shopping milanese è nella seconda fase per quanto riguarda la realizzazione della pista ciclabile. Gli altri interventi previsti sono in fase di ridefinizione. Queste le ultime novità sul progetto e come si sta trasformando Corso Buenos Aires.
Corso Buenos Aires, la futura “Red Street” di Milano: come procede la riqualificazione?
# Terminata quasi tutta la ciclabile protetta, in stand by alcuni tratti
Credits Roberto Lorenzetti FB – Cordoli ciclabile Corso Buenos Aires
Dopo i primi test a maggio del 2021, sul tratto compreso tra via Scarlatti e Pergolesi, con vasi in cemento a bordo marciapiede a simulare la larghezza della strada per valutarne l’impatto sulla viabilità futura, nel 2023 è stata realizzata (quasi tutta) la prima fase di cantieri.
Nel dettaglio è stata costruita una pista ciclabile in sede protetta, prevista su entrambi i lati della via, con una larghezza di circa due metri e con cordoli larghi 50 cm e alti 17. In realtà manca ancora il tratto tra Piazza Argentina e Piazzale Loreto e quello tra Viale Tunisia e Piazza Oberdan lato dispari.
I lavori hanno previsto anche il ristringimento della carreggiata ad una corsia per senso di marcia e l’eliminazione della sosta lungo corso Buenos Aires. Alcuni spazi per il carico e lo scarico per gli esercizi commerciali, per la sosta dei disabili e le piazzole per gli alberghi sono stati mantenuti, altri sono stati spostati nelle vie limitrofe.
# Nella seconda fase prevista riasfaltatura di colore rosso della ciclabile
Comune di Milano - Rendering lavori Corso Buenos Aires
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Comune di Milano - Rendering prima fase lavori
Comune di Milano - Rendering seconda fase lavori
Il progetto di riqualificazione prevede un vero e proprio restyling, che andrà a unirsi al piano di trasformazione di Piazzale Loreto in un’agorà verde, e nella seconda fase attualmente in corso è previsto la riasfaltatura della ciclabile in pasta rossa.
Urbanfile – Ciclabile Buenos Aires
I lavori dovrebbero concludersi a dicembre 2024.
# Sconosciuti i tempi per l’allargamento dei marciapiedi e la posa di piante in vaso
Credits Urbanfile– Test di maggio 2021 su Corso Buenos Aires
In realtà nel progetto era previsto anche l’allargamento dei marciapiedi per creare un grande boulevard pedonale, da realizzare con pavimentazione in pietra, come annunciato dal Comune di Milano a giugno 2023. Si aggiunge poi la posa di piante o piccoli arbusti in vaso partendo con i primi 30 sul tratto occupato dalle rinnovate Corti di Baires per poi estendersi a tutto il corso.
Credits realestatehero – Corso Buenos Aires
Manca ancora una data di avvio per questa parte dei lavori, che si sarebbero dovuti concludere sempre entro dicembre 2024, ma sono in via di definizione i dettagli dell’intervento dato l’impatto che avrà sulla viabilità tenendo conto del concomitante cantiere di Piazzale Loreto.
# Inaugurato il progetto “le Corti Segrete” che riqualifica le ex Corti di Baires
Foto redazione - Corti di Baires
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Foto redazione - Corti di Baires
Foto redazione - Corti di Baires lato
Il primo tassello del corso rinnovato è la rigenerazione delle vecchie Corti di Baires nelle nuove “Corti Segrete”, terminato nel 2023. Proprio in questo punto si dovrebbero vedere i primi effetti della rivoluzione del “boulevard milanese”, nel tratto dove era stato eseguito il test nel 2021.
Credits l22.it – Corti segrete
Il complesso si sviluppa su un totale di 13.500 mq e comprende: 166 appartamenti di lusso. 4 suggestive corti interne con giardino e percorsi pedonali. Presenti negli spazi comuni una nuova conciergerie/reception, una sala multifunzionale per eventi, uno spazio di co-working e una sala fitness. Gli spazi commerciali, che occupano una superficie di circa 9.000 mq con ogni negozio distribuito su tre livelli, sono stati interamente occupati.
Dai modelli basici a quelli di lusso iper accessoriati con interni di design, personalizzabili in ogni dettaglio. Scopriamo come sono fatte, i vantaggi rispetto a un’abitazione classica e quanto costano.
La casa supertecnologica che costa come un’auto: si costruisce in 2 ore
# Una casa supertecnologica costituita da una struttura automatizzata
capsulehousefactory
Vivremo tutti dentro delle capsule? Da un po’ di tempo hanno preso piede delle soluzioni abitative, al momento diffuse per affitti brevi, come moduli utilizzati in campeggi e strutture alberghiere diffuse all’aperto, supertecnologiche dal nome di capsule house. Nella loro costruzione non è previsto alcun mattone dato che si tratta di una struttura prefabbricata automatizzata, molto più vicina ad un’automobile e che viene assemblata in poche ore.
Le porte assomigliano a sportelli, mentre la tecnologia e la domotica a bordo consente agli oggetti di comunicare tra di loro per garantire un’esperienza con il massimo del comfort e della sicurezza.
Le capsule house, progettate inizialmente come prototipi e prodotte in poche esemplari, sono realizzate e distribuite da un sempre maggior numero di aziende. Si possono acquistare online, scegliendo le personalizzazione desiderate, e attendere che vengano consegnate nel luogo prescelto per l’utilizzo. I vantaggi di queste tipologie di abitazioni sono di essere mobili, quindi trasportabili ovunque, di avere un isolamento migliore di quelle in muratura, di essere smontabili e che ogni pezzo può essere sostituito, come se si dovesse cambiare quello di automobile, e riciclato.
# I prezzi partono da circa 20.000 euro
Interno modello di lusso capsule house
Le aziende produttrici hanno ormai un ampio catalogo di modelli, da quelli basici a quelli di lusso iper accessoriati con interni di design, ma tutti sono caratterizzate da un alto livello di tecnologia e ambienti studiati nei minimi dettagli per massimizzare gli spazi. Come le casi comuni anche queste sono dotate degli elettrodomestici di uso quotidiano, dal forno all’asciugatrice, dalla televisione all’aria condizionata. Le dimensioni variano da poco più di 10 mq fino a raggiungere quelle di un bilocale di 50 mq, in alcuni casi di superarli data la possibilità offerta dalla personalizzazione di alcune tipologie di modelli. I prezzi partono da circa 20 mila euro per il modello più piccolo fino a toccare i 150 mila euro. Si diffonderanno anche nelle nostre città e nei piccoli paesi?
Tutto nasce dall’iniziativa di un gruppo di ragazzi che, durante la loro ricerca di spazi dove dare vita a un’alternativa culturale, occupano una sala cinematografica in disuso salvandola dalla demolizione. Da questa esperienza prende corpo una fondazione che propone cinema gratuito all’aperto in estate e che riapre un altro storico cinema romano.
Il Cinema America: prezzi rasoterra, luogo di incontro 24 H per i ragazzi di Roma. Ci vorrebbe anche a Milano
# La storia del cinema Lamarmora, poi America, in Trastevere: doveva diventare un edificio residenziale
user32212-pixabay – Trastevere
All’inizio ci fu il cinema Lamarmora, costruito nell’ambito dell’urbanizzazione di Trastevere tra il XIX e il XX secolo e voluto Iginio Amigoni, rivelatosi di dimensioni e demolito nel 1954. Al suo posto venne costruito il nuovo cinemaAmerica, su progetto di Angelo Di Castro, inaugurato nel 1956 e passato nel corso dei decenni sotto diverse gestioni: dalla prima del Circuito di Giovanni Amati all’ultima di Cecchi Gori. Dopo la chiusura del 1999 ne fu prima proposta la riconversione in una sala bingo, poi il suo abbattimento per un edificio residenziale con garage.
# La nascita della Fondazione Piccolo America per dare vita a un’alternativa culturale nella zona e non solo
orsoleone IG – Cinema America
A salvare il cinema dalla demolizione sono stati un gruppo di studenti delle scuole del centro storico, in seguito a mesi di assemblee con i residenti del Rione Trastevere, con l’occupazione del 13 novembre 2012. Nel 2014 lo sgombero della sala. Un fatto che non ha però fermato i ragazzi nella loro ricerca di spazi dove dare vita a un’alternativa culturale al consumo connesso alla movida e al turismo. Prima la riattivazione del loro proiettore all’interno di un piccolo forno abbandonato, con il sostegno di Bernardo Bertolucci, Franco Rosi ed Ettore Scola, poi la Fondazione Piccolo America nel settembre dello stesso anno dall’esperienza di “Assemblea Giovani al Centro”. Nel frattempo sullo storico edificio sono stati posti un vincolo per l’interesse culturale e l’altro per il valore storico-artistico dei mosaici decorativi e l’ultimo ricorso presentato dal Consiglio di Stato, da parte della proprietà Progetto Uno, è stato respinto nel 2023.
# Dalle arene estive gratuite con proiezioni gratuite di film, alla riapertura del Cinema Troisi, attivo H24 e con spazi per i giovani
piccoloamerica.it – Cinema in piazza Ostia
Tra i progetti realizzati in oltre dieci anni dalla Fondazione Piccolo America troviamo: gli Schermi Pirata, che hanno portato le immagini dei grandi film sui muri e i monumenti della città, e il Cinema in Piazza, che ha coinvolto molti personaggi del cinema italiano e internazionale con proiezioni gratuite di film in arene estive all’aperto a San Cosimato, Ostia, Cervelletta e Monte Ciocci.
irene_orru IG – Cinema Troisi
Infine la riapertura del Cinema Troisi a Trastevere, uno spazio culturale aperto a tutti con una sala cinematografica all’avanguardia con biglietti per un film anche a pochi euro, un’aula studio aperta 365 giorni l’anno a tutte le ore al giorno, una videoteca, un foyer-bar e una splendida terrazza.