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Corso Buenos Aires, la futura “Red Street” di Milano: come procede la riqualificazione?

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Riqualificazione Buenos Aires

La rivoluzione della principale arteria dello shopping milanese è nella seconda fase per quanto riguarda la realizzazione della pista ciclabile. Gli altri interventi previsti sono in fase di ridefinizione. Queste le ultime novità sul progetto e come si sta trasformando Corso Buenos Aires.

Corso Buenos Aires, la futura “Red Street” di Milano: come procede la riqualificazione?

# Terminata quasi tutta la ciclabile protetta, in stand by alcuni tratti

Credits Roberto Lorenzetti FB – Cordoli ciclabile Corso Buenos Aires

Dopo i primi test a maggio del 2021, sul tratto compreso tra via Scarlatti e Pergolesi, con vasi in cemento a bordo marciapiede a simulare la larghezza della strada per valutarne l’impatto sulla viabilità futura, nel 2023 è stata realizzata (quasi tutta) la prima fase di cantieri.

Nel dettaglio è stata costruita una pista ciclabile in sede protetta, prevista su entrambi i lati della via, con una larghezza di circa due metri e con cordoli larghi 50 cm e alti 17. In realtà manca ancora il tratto tra Piazza Argentina e Piazzale Loreto e quello tra Viale Tunisia e Piazza Oberdan lato dispari.   

I lavori hanno previsto anche il ristringimento della carreggiata ad una corsia per senso di marcia e l’eliminazione della sosta lungo corso Buenos Aires. Alcuni spazi per il carico e lo scarico per gli esercizi commerciali, per la sosta dei disabili e le piazzole per gli alberghi sono stati mantenuti, altri sono stati spostati nelle vie limitrofe.

# Nella seconda fase prevista riasfaltatura di colore rosso della ciclabile

 

Il progetto di riqualificazione prevede un vero e proprio restyling, che andrà a unirsi al piano di trasformazione di Piazzale Loreto in un’agorà verde, e nella seconda fase attualmente in corso è previsto la riasfaltatura della ciclabile in pasta rossa.

Urbanfile – Ciclabile Buenos Aires

I lavori dovrebbero concludersi a dicembre 2024.

# Sconosciuti i tempi per l’allargamento dei marciapiedi e la posa di piante in vaso

Credits Urbanfile – Test di maggio 2021 su Corso Buenos Aires

In realtà nel progetto era previsto anche l’allargamento dei marciapiedi per creare un grande boulevard pedonale, da realizzare con pavimentazione in pietra, come annunciato dal Comune di Milano a giugno 2023. Si aggiunge poi la posa di piante o piccoli arbusti in vaso partendo con i primi 30 sul tratto occupato dalle rinnovate Corti di Baires per poi estendersi a tutto il corso.

Credits realestatehero – Corso Buenos Aires

Manca ancora una data di avvio per questa parte dei lavori, che si sarebbero dovuti concludere sempre entro dicembre 2024, ma sono in via di definizione i dettagli dell’intervento dato l’impatto che avrà sulla viabilità tenendo conto del concomitante cantiere di Piazzale Loreto.

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# Inaugurato il progetto “le Corti Segrete” che riqualifica le ex Corti di Baires

Il primo tassello del corso rinnovato è la rigenerazione delle vecchie Corti di Baires nelle nuove “Corti Segrete”, terminato nel 2023. Proprio in questo punto si dovrebbero vedere i primi effetti della rivoluzione del “boulevard milanese”, nel tratto dove era stato eseguito il test nel 2021.

Credits l22.it – Corti segrete

Il complesso si sviluppa su un totale di 13.500 mq e comprende: 166 appartamenti di lusso. 4 suggestive corti interne con giardino e percorsi pedonali. Presenti negli spazi comuni una nuova conciergerie/reception, una sala multifunzionale per eventi, uno spazio di co-working e una sala fitness. Gli spazi commerciali, che occupano una superficie di circa 9.000 mq con ogni negozio distribuito su tre livelli, sono stati interamente occupati.

Foto redazione – Corti Baires lato lungo

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Continua la lettura con: A Milano arriva la “Foglia”: con l’arena, il lifestyle center e il terzo parco più grande della città (Immagini)

FABIO MARCOMIN

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La casa supertecnologica che costa come un’auto: si costruisce in 2 ore

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volferda_official IG

Dai modelli basici a quelli di lusso iper accessoriati con interni di design, personalizzabili in ogni dettaglio. Scopriamo come sono fatte, i vantaggi rispetto a un’abitazione classica e quanto costano.

La casa supertecnologica che costa come un’auto: si costruisce in 2 ore

# Una casa supertecnologica costituita da una struttura automatizzata

capsulehousefactory

Vivremo tutti dentro delle capsule? Da un po’ di tempo hanno preso piede delle soluzioni abitative, al momento diffuse per affitti brevi, come moduli utilizzati in campeggi e strutture alberghiere diffuse all’aperto, supertecnologiche dal nome di capsule house. Nella loro costruzione non è previsto alcun mattone dato che si tratta di una struttura prefabbricata automatizzata, molto più vicina ad un’automobile e che viene assemblata in poche ore.

Le porte assomigliano a sportelli, mentre la tecnologia e la domotica a bordo consente agli oggetti di comunicare tra di loro per garantire un’esperienza con il massimo del comfort e della sicurezza. 

Leggi anche: Le MINICASE fai-da-te di IKEA: low cost e costruibili ovunque

# Dai prototipi alla diffusione di massa

volferda_official IG

Le capsule house, progettate inizialmente come prototipi e prodotte in poche esemplari, sono realizzate e distribuite da un sempre maggior numero di aziende. Si possono acquistare online, scegliendo le personalizzazione desiderate, e attendere che vengano consegnate nel luogo prescelto per l’utilizzo. I vantaggi di queste tipologie di abitazioni sono di essere mobili, quindi trasportabili ovunque, di avere un isolamento migliore di quelle in muratura, di essere smontabili e che ogni pezzo può essere sostituito, come se si dovesse cambiare quello di automobile, e riciclato.

# I prezzi partono da circa 20.000 euro

Interno modello di lusso capsule house

Le aziende produttrici hanno ormai un ampio catalogo di modelli, da quelli basici a quelli di lusso iper accessoriati con interni di design, ma tutti sono caratterizzate da un alto livello di tecnologia e ambienti studiati nei minimi dettagli per massimizzare gli spazi. Come le casi comuni anche queste sono dotate degli elettrodomestici di uso quotidiano, dal forno all’asciugatrice, dalla televisione all’aria condizionata. Le dimensioni variano da poco più di 10 mq fino a raggiungere quelle di un bilocale di 50 mq, in alcuni casi di superarli data la possibilità offerta dalla personalizzazione di alcune tipologie di modelli. I prezzi partono da circa 20 mila euro per il modello più piccolo fino a toccare i 150 mila euro. Si diffonderanno anche nelle nostre città e nei piccoli paesi?

Spunto: valeaffitti IG

Continua la lettura con: La CASA LARGA UN METRO che vale 750 MILIONI di dollari

FABIO MARCOMIN

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Il Cinema America: prezzi rasoterra, luogo di incontro 24 H per i ragazzi di Roma. Ci vorrebbe anche a Milano

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orsoleone IG - Cinema America

Tutto nasce dall’iniziativa di un gruppo di ragazzi che, durante la loro ricerca di spazi dove dare vita a un’alternativa culturale, occupano una sala cinematografica in disuso salvandola dalla demolizione. Da questa esperienza prende corpo una fondazione che propone cinema gratuito all’aperto in estate e che riapre un altro storico cinema romano.  

Il Cinema America: prezzi rasoterra, luogo di incontro 24 H per i ragazzi di Roma. Ci vorrebbe anche a Milano

# La storia del cinema Lamarmora, poi America, in Trastevere: doveva diventare un edificio residenziale

user32212-pixabay – Trastevere

All’inizio ci fu il cinema Lamarmora, costruito nell’ambito dell’urbanizzazione di Trastevere tra il XIX e il XX secolo e voluto Iginio Amigoni, rivelatosi di dimensioni e demolito nel 1954. Al suo posto venne costruito il nuovo cinema America, su progetto di Angelo Di Castro, inaugurato nel 1956 e passato nel corso dei decenni sotto diverse gestioni: dalla prima del Circuito di Giovanni Amati all’ultima di Cecchi Gori. Dopo la chiusura del 1999 ne fu prima proposta la riconversione in una sala bingo, poi il suo abbattimento per un edificio residenziale con garage.

# La nascita della Fondazione Piccolo America per dare vita a un’alternativa culturale nella zona e non solo

orsoleone IG – Cinema America

A salvare il cinema dalla demolizione sono stati un gruppo di studenti delle scuole del centro storico, in seguito a mesi di assemblee con i residenti del Rione Trastevere, con l’occupazione del 13 novembre 2012. Nel 2014 lo sgombero della sala. Un fatto che non ha però fermato i ragazzi nella loro ricerca di spazi dove dare vita a un’alternativa culturale al consumo connesso alla movida e al turismo. Prima la riattivazione del loro proiettore all’interno di un piccolo forno abbandonato, con il sostegno di Bernardo Bertolucci, Franco Rosi ed Ettore Scola, poi la Fondazione Piccolo America nel settembre dello stesso anno dall’esperienza di “Assemblea Giovani al Centro”. Nel frattempo sullo storico edificio sono stati posti un vincolo per l’interesse culturale e l’altro per il valore storico-artistico dei mosaici decorativi e l’ultimo ricorso presentato dal Consiglio di Stato, da parte della proprietà Progetto Uno, è stato respinto nel 2023.

# Dalle arene estive gratuite con proiezioni gratuite di film, alla riapertura del Cinema Troisi, attivo H24 e con spazi per i giovani

piccoloamerica.it – Cinema in piazza Ostia

Tra i progetti realizzati in oltre dieci anni dalla Fondazione Piccolo America troviamo: gli Schermi Pirata, che hanno portato le immagini dei grandi film sui muri e i monumenti della città, e il Cinema in Piazza, che ha coinvolto molti personaggi del cinema italiano e internazionale con proiezioni gratuite di film in arene estive all’aperto a San Cosimato, Ostia, Cervelletta e Monte Ciocci.

irene_orru IG – Cinema Troisi

Infine la riapertura del Cinema Troisi a Trastevere, uno spazio culturale aperto a tutti con una sala cinematografica all’avanguardia con biglietti per un film anche a pochi euro, un’aula studio aperta 365 giorni l’anno a tutte le ore al giorno, una videoteca, un foyer-bar e una splendida terrazza. 

Prendiamo spunto anche per Milano?

Continua la lettura con: Non vi dimenticheremo: i LOCALI STORICI che l’anno passato hanno CHIUSO o STANNO per CHIUDERE

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Il volo più breve del mondo: video di 2 minuti (più lungo del volo)

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Non c’è neppure il tempo di provare paura per il volo: appena 80 secondi è la durata di questo aereo commerciale che sorvola le Isole Orcadi. Si tratta del “volo diretto più breve del mondo”, che assomiglia più a un saltello tra le isole di Westray e Papa Westray in Scozia, due isole distanti tra loro di soli 2,7 km. Da oltre 50 anni, la compagnia aerea scozzese Loganair trasporta gli isolani tra i due arcipelaghi, diventando parte integrante degli spostamenti quotidiani di molti passeggeri. Con una durata inferiore a due minuti, il volo è diventato un’esperienza unica che attira anche diversi turisti. 

Dal 2011 Loganair ha infatti introdotto questa tratta anche per i turisti

Questo il video di due minuti. Dura più del volo. 

Il volo è disponibile tutti i giorni tranne la domenica, a orari variabili ma sempre al mattino. Chi prenota vede voli tra le 8.51 e le 8.53 e in questo caso non si fa per dire dato che il volo decolla alle 8.51 e atterra due minuti dopo.

Continua la lettura con: Video: come saranno le terme fiabesche di Milano

MILANO CITTA’ STATO

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«Un caffé, per favore» «30 centesimi, grazie»: il bar più economico d’Italia

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Listino prezzi

Alcune volte si riesce a trovare un caffè al costo di 80 centesimi, ma solitamente è difficile trovarlo con un prezzo inferiore a 1 euro. In questo bar riescono a fare qualcosa ancora di più eccezionale. Ecco dove si trova e perché riesce a tenere dei prezzi stracciati.

«Un caffé, per favore» «30 centesimi, grazie»: il bar più economico d’Italia

# “Un caffè, per favore” – “Sono 30 centesimi, grazie”

Credits kirby parsons – Ideal Bar

Continua a tenere prezzi stracciati il “bar più economico d’Italia”. Stiamo parlando dell’Ideal Bar, nel piccolo comune di Alia in provincia di Palermo, dove un caffè espresso si beve con appena 30 centesimi. Un costo addirittura rincarato di qualche anno fa, quando di centesimi ne bastavano 20. A gestire il locale è da generazioni la famiglia Perrone che ha scelto una strategia opposta a quella abituale per far quadrare i conti, quella di comprimere drasticamente i margini di guadagno e puntare sui prodotti del territorio.

Tutto questo avviene mantenendo la qualità degli stessi, in primis il caffè espresso, con la materia prima proveniente da una torrefazione del vicino comune di Mussomeli. Lo stesso discorso vale anche per gli altri prodotti da bar, dalla gastronomia ai dolci, sempre a prezzi imbattibili. Ecco quanto costano.

# Caffè macchiato a 40 centesimi, pizza e panini a 80 centesimi

Listino prezzi

Ma come è possibile una tale economia di costi? Il segreto sta nella conduzione familiare dell’azienda. Troviamo infatti al banca Mariagrazia insieme alla figlia, mentre nel laboratorio di specialità dolci e salate il marito insieme al figlio, per portare avanti una gestione che dura da 60 anni.

Solo così è possibile lasciare bassi anche gli altri prezzi: il caffè macchiato a 40 centesimi, il caffè freddo a 60 centesimi così come i cornetti artigianali, panini, pizza e sfincione a 80 centesimi al pezzo. Mariagrazia Perrone racconta quando è nata la tradizione: “Quella dei prezzi bassi è una tradizione inaugurata dai miei suoceri. Negli anni ’60 un espresso costava 300 lire. Adesso abbiamo arrotondato a 30 centesimi”.

# Gli ordinativi di dolci arrivano persino dal nord Italia

Credits kirby parsons – Bancone Ideal Bar

Il successo del bar va ben oltre i confini locali e regionali. Gli ordinativi di dolci arrivano infatti persino dal nord Italia. Tra le dolcezze non mancano i cannoli alla ricotta e paste e brioches ai vari tipi di crema e marmellata.

Thomas Barbagallo FB – Ideal Bar

Queste le parole della proprietaria: “Un lavoro che ci costa tanta fatica. Anche 18 ore al giorno ma tutto è ripagato dal successo della clientela e dagli ordini per dolci e paste di mandorla che arrivano dagli altri paesi e persino dal nord Italia”. 

 

Fonte articolo: Cominicaffe, SicilianFan

Continua la lettura: Il BAR più ANTICO di Milano

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La Metro 13 ha perso le Olimpiadi

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La fiamma olimpica si è spenta: almeno per la “metro 13”.  La notizia è arrivata direttamente dal Sindaco Sala in occasione della presentazione del nuovo masterplan del quartiere di Santa Giulia.

La Metro 13 ha perso le Olimpiadi

# Il Sindaco Sala annuncia che la metrotranvia 13 non sarà attivata in tempo per l’evento olimpico: per arrivare al PalaItalia ci sarà solo il bus

Fabio Marcomin – Sindaco Sala alla presentazione masterplan Santa Giulia

In occasione della presentazione del nuovo masterplan di Santa Giulia, il Sindaco Sala ha annunciato quello che può considerarsi il primo vero flop delle Olimpiadi 2026: la metrotranvia 13 non verrà costruita in tempo. A dire il vero bisognerebbe annoverare tra i progetti mancanti anche il Palasharp, che chissà ancora per quanto tempo rimarrà abbandonato, ma almeno le gare di hockey femminili previste al suo interno rimarranno a Milano e più precisamente nei padiglioni di RhoFiera. Per la metrotranvia invece non c’è soluzione alternativa per i tifosi diretti al PalaItalia, al netto di bus da impiegare ad hoc durante la manifestazione, e pensare che nelle intenzioni del Comune di Milano la nuova linea è stata prevista anche per questo scopo

# Il percorso della metro 13: 4,7 km e 17 fermate da Rogoredo M3 a Repetti M4

Progetto Metrotranvia 13

Il tracciato prevederebbe un capolinea alla fermata della M4 Repetti che serve il quartiere Forlanini e uno alla stazione M3 di Rogoredo e relativo hub ferroviario dei treni regionali, suburbani e alta velocità. 

Percorso Metrotranvia 13

In totale sarebbero 4,7 chilometri di percorso e 17 fermate, 9 delle quali già presenti e in condivisione con il 27 e 8 da realizzare da zero, integralmente a doppio binario. Tra le fermate previste, oltre ai due capolinea, quelle appunto nei pressi della costruenda arena sportiva, altre nelle vie Mecenate, Ovidio, Marco Bruto.

# Quando potrebbe essere realizzata?

Metrotranvia Olimpica

Al momento non è stata comunicata una data precisa di inizio e fine lavori. Sala ha specificato che la costruzione della metrotranvia seguirà lo sviluppo del quadrante nord di Santa Giulia. Tale affermazione vuol dire tutto e niente dato che Leandlease ha dichiarato come orizzonte ultimo per la conclusione di tutto il progetto di rigenerazione l’anno 2032. La speranza è che non si trasformi in un’altra odissea come la M4, attesa inizialmente per Expo2015 e solo dopo quasi dieci anni è attesa alle fasi finali, o come la M1 verso Monza con i cantieri aperti da 12 anni.

Continua la lettura con: La “METRO 13” di MILANO: arriverà in tempo?

FABIO MARCOMIN

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A Milano arriva la “Foglia”: con l’arena, il lifestyle center e il terzo parco più grande della città (Immagini)

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MCA_Milano Santa Giulia_birds-eye view_Visual by MCA VIsual

Il nuovo masterplan definisce i tasselli mancanti per completare uno dei più grandi interventi di rigenerazione urbana di Milano e d’Europa. Oltre all’arena olimpica, residenze, un lifestyle center innovativo e il terzo parco più grande della città con laghetto e waterfront. Vediamo cosa è previsto nel dettaglio, i rendering e quando verrà completato tutto il progetto.

A Milano arriva la “Foglia”: con l’arena, il lifestyle center e il terzo parco più grande della città (Immagini)

# Il masterplan che ricorda la forma di una foglia

Mca- Masterplan Santa Giulia

Prosegue lo sviluppo di Leandlease del quartiere Santa Giulia, che ha visto come ultimi nati Spark One e Spark Two, due edifici ad uso uffici occupati da Saipem e altre aziende con il primo a lato della stazione ferroviaria di Rogoredo. La società australiana, già impegnata con la realizzazione di MIND, la “mente” che si unisce idealmente con il nuovo “cuore” pulsante di Milano, ha presentato alla presenza del sindaco di Milano Giuseppe Sala e l’assessore alla rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi il nuovo masterplan firmato da MCA – Mario Cucinella Architects.

MCA_Milano Santa Giulia_birds-eye night view_Visual by Hido

Il masterplan prevede un sviluppo sul modello del cardo-decumano, in prosecuzione della parte di quartiere già realizzato verso la ferrovia, e ricorda la forma di una foglia. 
Il progetto è infatti inteso come un organismo vivente e in crescita, ispirato al concetto stesso di ecosistema.

# Investimenti pari a 3,5 miliardi di euro e 1,1 milioni di mq rigenerati

MCA -Altra Vista Masterplan

In tutta l’area sono in corso investimenti pari a 3,5 miliardi di euro, compresi quelli relativi al conservatorio e nuovo flagshipstore esselunga, di cui 2,7 a carico di leandlease. Si tratta di 1,1 milioni di mq rigenerati, uno dei più grandi interventi in città e in Europa, con 672 mila mq di diritti edificatori di cui quasi 300 mila già realizzati. La porzione di quartiere interessata dai lavori in corso e futuri è in in prevalenza quella a nord. 

# Il Pala Italia, il terzo parco più grande di Milano con laghetto e waterfront e un lifestyle center a cielo aperto

Ph. @Onirism IG – PalaItalia

In costruzione già ora c’è il PalaItalia, l’arena da 16.000 posti che ospiterà le gare di hockey maschili a Milano Cortina 2026 e che in futuro potrà essere utilizzata per accogliere altri eventi sportivi e concerti, si stima fino a 200 all’anno.

La consegna è prevista per la fine del 2025.

Il cuore del progetto è un grande parco urbano di circa 270mila mq, il terzo di Milano per estensione, con attrezzature per lo sport e il tempo libero, un laghetto e un waterfront di 400 metri lineari.

Masterplan Santa Giulia

Oltre all’arena attorno ad esso si sviluppano altre tre importanti funzioni urbane:

  • il Museo per Bambini;
  • la nuova sede del Conservatorio di musica Giuseppe Verdi, il Bosco della Musica, per 1.500 studenti con oltre 200 posti letto;
  • l’area commerciale Soul di nuova generazione, un lifestyle center a cielo aperto di 55.000 mq di due piani interrati e uno fuori terra, dove è presente un sistema di isole commerciali aperte verso le strade esterne e verso l’interno, con un “boulevard sportivo” che conduce all’arena e attraversato solo dal tram, oltre a spazi di sosta. Al suo interno anche cinema e palestra. I lavori sono attesi entro l’inizio del 2025.

A questo si aggiungono all’interno di nuovi edifici del quartiere servizi alle persone, tra cui una mediateca e plessi scolastici, e alle imprese. Accanto all’arena attesi entro l’anno i cantieri per il flagship store Esselunga.

# 3500 nuove abitazioni tra Spark Living e Linfa

Fabio Marcomin – Spark Living

Per il comparto residenziale sono previste 3.500 nuove abitazioni, per circa 6.000 residenti. Il primo a partire con i lavori è Spark living nei pressi dello Spark Business District, un complesso di due edifici a corte in linea con i più alti standard energetici con 500 appartamenti, con avvio della costrizione entro fine anno e consegna nei primi mesi 2027.

MCA – Linfa

Nel quadrante nord, con affaccio sulla promenade che corre a fianco del waterfront, Linfa, un complesso di edifici caratterizzati da una sequenza di corti interne private, attraversate da viali secondari e vie minori.

# Niente metrotranvia entro le Olimpiadi, tutto il progetto realizzato attorno al 2032

Percorso Metrotranvia 13

Il Sindaco Sala, durante l’intervento di presentazione del masterplan, ha confermato che la metrotranvia non arriverà in tempo con le Olimpiadi Invernali di Milano Cortina 2026 ma seguirà lo sviluppo dell’area. Tra le opere previste anche il nuovo svincolo tangenziale di Mecenate e la prosecuzione della Paullese sotto il quartiere. L’obiettivo è quello di concludere tutto il progetto attorno al 2032. 

Continua la lettura con: PORTA sempre più NUOVA: i progetti in corso e futuri del cantiere più grande d’Europa

FABIO MARCOMIN

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Boeri: “Milano deve andare oltre i suoi confini amministrativi, anche dal punto di vista politico e giuridico”

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Credits: architetti.com Stefano Boeri

Intervista di Venanzio Postiglione a Stefano Boeri sul Corriere. Il grande architetto milanese l’idea che appartiene a molti di noi: “Milano deve andare oltre i suoi confini amministrativi. Anche dal punto di vista politico e giuridico”.

Boeri: “Milano deve andare oltre i suoi confini amministrativi, anche dal punto di vista politico e giuridico”

Ph. @andreacherchi_foto IG

Estratti da Milano come stai? L’archistar Stefano Boeri: «La città esca dai confini comunali» (di Venanzio Postiglione – Corriere della Sera)

# Che cosa sta succedendo a Milano?

“Era sbagliato questo eccessivo entusiasmo sulla capacità attrattiva di Milano, ed è sbagliato oggi un pessimismo che si alimenta di gelosie esterne alla città. Milano è straordinaria, rappresenta l’Italia: ha dentro tutte le virtù e anche tutti i vizi di questo straordinario paese”. “Questa città ha delle risorse straordinarie per superare i problemi che già aveva quattro anni fa, una città che non sa riconoscere di essere diventata una metropoli, e che dunque deve anche dal punto di vista politico, giuridico fare i conti con una dimensione diversa. Senza i più di 130 comuni dell’hinterland Milano non ha senso, non ha futuro. Senza una idea di metropoli a livello globale, capace di continuare ad attrarre i giovani, dare case, dare servizi, dare futuro ai giovani questa Milano non ha futuro. Ma questo non può essere giocato solamente limitandosi ai confini comunali.”

# Milano sta diventando una città per ricchi?

“Il rischio è di diventare una città per anziani agiati. Milano negli ultimi dieci anni ha perso quasi 400mila persone, ma ne ha acquistati 500mila. Milano è una città in crescita ma è una città che ha cambiato il suo DNA. Chi abbiamo perso? Sicuramente giovani, famiglie non in grado di accedere ai costi della casa, questa è una sfida e noi abbiamo tutte le risorse per poterla superare. E’ una città dove il mondo delle imprese, il mondo del terzo settore, il mondo delle famiglie, il mondo delle libere professioni, questi quattro grandi soggetti, sono capaci di un’innovazione e di una generosità straordinari.”

“C’è una politica sulla casa che va fatta con più attenzione per quella fascia di domanda che sta sopra l’edilizia popolare e sotto il mercato dell’edilizia libera e che è la fascia più vitale e giovane della popolazione. Ci sono dei progetti importanti da fare. Un progetto di riuso di un numero altissimo di edifici del terziario che potrebbero essere dati a basso affitto ai giovani. Ma in generale serve riconoscere che Rozzano, Sesto San Giovanni, Magenta sono una parte di Milano e che hanno una qualità della vita spesso superiore a quella dei quartieri esterni della città sarebbe anche questo un salto importante, politico e culturale”

Credits Andrea Cherchi – Bosco Verticale

# La città green è soltanto un sogno?

“E’ un’ipotesi necessaria. (..) L’aria che respiriamo è una delle peggiori delle arie presenti nelle grandi metropoli del mondo. Il verde è la forma più democratica, più efficace e meno costosa per fare i conti con questo tema che è un problema fondamentale perché la mortalità a Milano per malattie polmonari è altissima (…)”

# Qual è la vocazione di Milano adesso?

“La vocazione di Milano è quella di una metropoli insieme grande come capacità attrattiva perché ha delle qualità uniche e le ha perché in fondo è anche una città piccola come dimensioni geografiche. Insieme a questo binomio di reciprocità tra innovazione e generosità la rende una città unica. (…) L’intensità di luoghi di eccellenza, di paesaggi culturali, di combinazioni sociali ed economiche che si trovano qui è rarissima”

# Un’idea per la Triennale dei prossimi anni?

“Stiamo lavorando per aprire tutto lo spazio che si rivolge al giardino, al parco Sempione. (…) La novità importante sarà uno spazio importante per la musica. Che tornerà in Triennale con una forma straordinaria.”

# La ricetta del Salone del Mobile è ancora valida?

“Il binomio Rho Fiera- Fuorisalone MIlano è unico. Siamo gli unici a offrire questo doppio movimento, uno più commerciale l’altro più culturale, ma simultaneo, non possiamo perderlo, ma dobbiamo ragionare con coraggio sul fatto che una fiera in quel modo con i grandi stand forse comincia a traballare, avendo una città dove ci sono gli show room delle stesse aziende che hanno una capacità commerciale potente”

# 10 anni del Bosco Verticale. Ha in mente un altro grattacielo superstar o è un’epoca diversa e superata?

Gli edifici alti sono nel futuro del mondo perché occupano poco suolo, perché riducono i costi su infrastrutture e servizi. La sfida è renderli accessibili. Abbiamo realizzato un paio d’anni fa un primo bosco verticale in social housing in un posto dell’Europa molto vicino come caratteristiche, Eindhoven è una città importante, ricca, abbiamo dimostrato che è possibile avere un edificio, innovativo, verde, a prezzi calmierati per i giovani”

Qui l’intervista completa: Milano come stai? L’archistar Stefano Boeri: «La città esca dai confini comunali» (di Venanzio Postiglione – Corriere della Sera)

Continua la lettura con: 5+1 cose che non sapevi sulla Triennale

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I 10 “migliori” RISTORANTI all’APERTO di Milano

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Quali sono i ristoranti all’aperto migliori a Milano? L’abbiamo chiesto sulla nostra fanpage: ecco la classifica che dà la precedenza ai vostri ristoranti preferiti.

I 10 “migliori” RISTORANTI all’APERTO di Milano

Tornano il sole e il cielo azzurro su Milano. E’ tempo di uscire allo scoperto, anche al ristorante. Questa la nostra classifica che dà la precedenza alle scelte dei milanesi 

#10 OSSO – Macelleria e Fornelli

credit: Milano Food Spirit

Per gli amanti della carne fresca e appena tagliata, a Milano non si può non provare il ristorante con dehors OSSO – Macelleria e Fornelli. Fiorentina, costata e filetto sono solo alcune delle disponibilità di OSSO, oltre ad un’ampia scelta di vini selezionati direttamente dallo staff. In questo locale di Corso Lodi, 26 – all’angolo con via Passo Buole – il menù è costantemente aggiornato per servire nuove ricette che vedono la carne come protagonista.

#9 Al Cortile

Una piccola oasi, un cortile nascosto tra magazzini e vecchie case di ringhiera. Si trova in via Giovenale 7: si arriva dopo aver percorso una stradina sterrata fino ad oltrepassare una vecchia porta arrugginita. A quel punto un corridoio illuminato la sera da una luce led blu, conduce in un’altra area per lo più diroccata dove vecchie mura spagnole sopravvivono al cemento più recente. Finalmente si approda Al Cortile, un ristorante voluto da Desiree Nardone, direttrice della scuola di Alta cucina Food Genius Academy. Nato come un temporary, durante Expo Milano 2015, oggi è un punto fisso con il cortile segreto e un menù super saporito. 

#8 Ceresio 7

Credits aleildevi IG – Ceresio 7

In zona Monumentale il progetto nato dagli stilisti canadesi Dean and Dan Caten – Dsquared2 – si trova sul rooftop dello storico palazzo Enel. Due piscine, due lounge e un ristorante che si snoda lungo il rettangolo. Aperto tutto il giorno, dalle 10 alle 2, punta sull’abbinamento tra qualità ed eleganza. In via Ceresio 7, con vista sullo skyline. 

#7 Vista Darsena

credit: MyMi

Tra i ristoranti scelti invece da Fine Dining Lovers, non poteva mancare un ristorante nella zona più amata dai milanesi: i navigli. Il locale Vista Darsena non solo si trova in zona Navigli… praticamente ci naviga. Infatti il dehors di questo smart bar con cucina in viale Gabriele D’Annunzio 20, ha la caratteristica di essere proprio vicino all’acqua e i posti sono limitati, quindi inutile dire che per assicurarsi il posto bisogna assolutamente prenotare!

#6 Ristorante Emporio Armani

credit: Milano Events

I nostri lettori sono piuttosto eterogenei, così dalla cucina con macelleria annessa si passa ai ristoranti più sofisticati: l’Emporio Armani Caffè & Ristorante. Tra i locali più chic della città, il locale dello stilista italiano ha ben pensato di creare un menù apposito per ogni occasione, anche per chi decide di mangiare in giardino. In questo giardino del gusto in zona Montenapoleone – in via dei Giardini, 2 – ce n’è davvero per tutti i gusti: antipasti, crudité, primi, secondi e dolci dal gusto inconfondibile.

#5 Balera dell’Ortica

credit: foodtrip and more

Uno dei locali cult di Milano che rispecchia la milanesità genuina, senza troppe sciccherie: la Balera dell’Ortica. L’ampia area all’aperto e la sua atmosfera caratteristica la rendono una tappa immancabile, soprattutto ora che si ha proprio voglia di tornare alla normalità. Per chi non lo sapesse, la Balera si trova a pochi chilometri dal centro, in Via G.A. Amadeo 78.

#4 La Brisa

credit: il Sole 24 ore

Nel cuore di Milano si trova invece il ristorante La Brisa, che oltre ad avere una vasta scelta gastronomica, mette a disposizione della clientela una lista di vini e birre della loro cantina. Il menù si rinnova mensilmente, seguendo l’andamento stagionale e proponendo piatti di carne, pesce, piatti tradizionali lombardi e anche opzioni vegetariane. Il ristorante si trova in Via Brisa, 15 ed è senza dubbio tra i ristoranti con giardino più buoni di Milano.

#3 Seta – Mandarin Hotel

All’interno del Mandarin Oriental, Milan c’è il ristorante Seta, forte di due stelle Michelin. Vi si accede dall’entrata in via Monte di Pietà, oppure dall’ingresso principale dell’Hotel in via Andegari. Il menù dello chef Guida prevede una versione originale della cucina classica italiana arricchita dai piatti e componenti internazionali. In particolare, spiccano le influenze toscane e francesi

#2 Don Lisander

https://www.mitomorrow.it/online/ultime/milano-don-lisander-conte-ristoratori/

Il ristorante intitolato al grande Alessandro Manzoni è sempre un punto fermo a Milano. Posizione centralissima, a due passi da Palazzo Marino, può utilizzare un giardino con 140 posti a sedere e immersi in una atmosfera raffinata. Il pezzo forte: il risotto. In Via Alessandro Manzoni 12. https://www.ristorantedonlisander.com/

#1 Al Garghet

credit: Quatarob Pavia

Così come lo siamo noi, i nostri fan adorano tanto l’innovazione quanto la tradizione. Al Garghet è stato citato per essere un eccellente ristorante tradizionale meneghino, con piatti che spaziano dai primi, come il risotto giallo, ai secondi come ad esempio la mitica cotoletta. Qui non solo si può gustare la cucina tradizionale milanese, ma si ha l’opportunità di mangiare immersi in un vero e proprio giardino botanico. Il locale infatti, che si trova in Via Selvanesco al civico 36, ha scelto di posizionare i tavolini all’esterno sotto ad un pergolato circondato da giacinti, tulipani, azalee, camelie e gelsomini.

Fonte: Fan Page Milano Città StatoFine Dining Lovers, Flawless

Leggi anche: Il RISTORANTE SOSPESO nel cielo d’Italia

ROSITA GIULIANO (Aggiornato dalla redazione)

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Una “foresta” a Milano: inaugurato il primo borgo residenziale della città

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Portato a termine il primo borgo residenziale milanese, Forrest in Town, con un orto sotterraneo unico nel suo genere. Le immagini e le caratteristiche di questo nuovo complesso che richiama la storia della città in un connubio perfetto tra tradizione e innovazione.

Una “foresta” a Milano: inaugurato il primo borgo residenziale della città

# L’ex fabbrica Galbani è stata trasformata nel primo borgo residenziale di Milano

Forrest in Town dall’alto

Con l’arrivo del 2024 è avvenuta l’inaugurazione del primo borgo residenziale milanese all’insegna della sostenibilità, del relax e della socialità: Forrest in Town. Sorto sulle ceneri dell’ex fabbrica Galbani, il complesso è stato portato avanti dal Gruppo Building e firmato dallo studio DFA Partners di Daniele Fiori in collaborazione con Boffa Petrone & Partners.

gruppobuilding.it – Forrest in Town dall’alto

Si trova in una delle zone milanesi più rivalutate negli ultimi anni: il Naviglio Grande, tra via Biella, Via Simone Martini e Via Bonaventura Zumbini a pochi passi dal nuovo business district The Sign.

Leggi anche: THE SIGN: una “SCOSSA ELETTRICA” sui NAVIGLI sta rivoluzionando lo SKYLINE di Milano

# Un condominio orizzontale di design che richiama le case di ringhiera tra tradizione e innovazione

casanaturale.magazine IG – Forrest in Town

Una sorta di condominio orizzontale sviluppato sue due e tre piani, con corte interna, caratterizzato da design e tecnologia in contrasto con l’ambiente tradizionale delle case di ringhiera. Un design ricercato sia per gli interni degli appartamenti che per i giardini.

Interni Forrest in Town

Le residenze sono state studiate per rappresentare l’aspetto moderno e tecnologico senza tralasciare la cura di ogni singolo dettaglio.

# Un’oasi di relax di 4.500 mq a stretto contatto con la natura

bruno_cardin IG – Ingresso Forrest in Town

Ogni condomino affaccia sul cuore pulsante della corte, un giardino di 4.500 mq realizzato dallo studio Hortensia e pensato per risvegliare la socializzazione, una sorta di piazza o di agorà dove trascorrere tempo insieme e non perdere quell’innato bisogno di natura che spesso chi vive in città chiude in un cassetto.

freshpointmagazine IG – Orto Forrest in Town

Nel complesso è presente il primo orto aeroponico condominiale seminterrato che sfrutta la tecnologia brevettata da Agricooltur. La costruzione di Forrest in Town ha seguito i criteri della bioedilizia e del contenimento energetico, la certificazione è in classe A4. L’innaffiamento delle aree verdi viene gestito attraverso il reimpiego delle acque di pozzo, mentre l’inquinamento sonoro è ridotto al minimo e contenuto all’interno dei locali tecnici interrati. Il benessere personale può invece essere ritrovato nella palestra posta sotto al giardino. 

 

Fonte: Forrest in town

Continua la lettura: PORTA sempre più NUOVA: i progetti in corso e futuri del cantiere più grande d’Europa

FABIO MARCOMIN

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A qualcuno piace carne: quattro ristoranti da non perdere a Milano 

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Credits sallylibellula IG - El Carnicero

Per gli amanti della carne, italiana e non solo, quattro proposte di ristoranti specializzati a Milano. Un viaggio nel gusto per veri intenditori.

A qualcuno piace carne: quattro ristoranti da non perdere a Milano 

#1 Da Berti, il giardino interno che non ti aspetti

Credits alex_mangiacasale IG – Da Berti

Che bello questo posto con tavolini all’aperto in un ampio giardino con tettoia ricoperta di piante e lampade in bambu. Sullo sfondo noto anche qualche divano dove sorseggiare un drink in modo più intimo e raccolto. È spazioso anche l’interno del locale che, al piano inferiore, ha una vasta cantina dotata di notevole fornitura di vini. Cominciamo con gli eccezionali crudi dello chef, con le tartare condite diversamente che vanno degustate seguendo un crescendo di sapori ed altrettanto accade per i carpacci tutti estremamente saporiti.

Credits slowly_advisor IG – Da Berti

Tra tagliate di carne e fiorentine eccellenti, patate al forno e verdure grigliate, la cena trascorre in modo rilassante, annaffiata da un ottimo Montepulciano e terminata con una cheesecake ai frutti di bosco che non scorderò facilmente, anche grazie all’affabile cameriere che ci assiste al tavolo e che mi canta buon compleanno con voce da tenore. Un incanto per una serata elegante in stile vecchia Milano.

Indirizzo: Via Francesco Algarotti, 22 (Isola)

Leggi anche: Le 7 CUCINE REGIONALI preferite dai MILANESI (con relativo ristorante top in città)

#2 Bbq, gentilezza e carne italiana 

Credits bbq_milano IG

In via Sottocorno ha sede questo accogliente ristorante caratterizzato dalla prevalenza di carni made in Italy. Si entra accolti da pareti rosse e dal sorriso dei titolari e si prosegue con ottimo antipasto a base di crostini con salsiccia e le tartare declinate con molteplici condimenti differenti. 

Credits bbq_milano IG – Piatti di carne

Ottima anche la fiorentina, con verdure o patate. Il menù non è eccessivamente corposo, c è anche una piccola lista di primi piatti, ma le carni sono davvero tutte ottime così come ragionevolissimi sono i prezzi. C’è anche un gradevole dehor esterno pieno di piante e con tavolini in ceramica, dove è possibile fare aperitivo. 

Indirizzo: Via Pasquale Sottocorno, 5/A (MM4 Tricolore)

Leggi anche: A Milano si può MANGIARE il SUSHI di CARNE

#3 El carnicero, carne argentina in un ambiente chic e raffinato

Credits inforchettami_ IG – El Carnicero

El Carnicero, in Corso Garibaldi, propone un ambiente elegante e raffinato con grandi tavole e luci soffuse e ormai da tempo è un punto di riferimento indiscusso per gli amanti della carne argentina. E in effetti la regina del locale è proprio la carne argentina squisita, morbida e saporita. 

Credits sallylibellula IG – El Carnicero

Da non perdere, tra gli antipasti, le empanada o il Jamon iberico e poi tra le carni, superbe quelle made in Argentina come il lomo o il bife de chorizo, ossia il controfiletto di manzo. Interessante la carta dei vini che, con un occhio di riguardo a quelli argentini davvero numerosi, abbraccia molteplici parti del mondo come Israele o Uruguay. Non c’è dunque che l’imbarazzo della scelta. Consigliato per una cena romantica in un’atmosfera chic e sofisticata.

Indirizzo: Corso Garibaldi, 108 

#4 Muu house, carne di qualità cotta in modo particolare 

Credits valee__59 IG – Muu House

In viale Premuda a due passi da Piazza Tricolore, vi è questo locale piccolo ma molto curato con qualche tavolo anche all’esterno: Muu House. Sfiziosissimi, per cominciare, gli antipasti che spaziano da prelibatezze italiane come il tortino di patate e gorgonzola, al Jamon iberico Pata Negra made in Spagna

Credits valee__59 IG – Piatti Muu House

Le carni sono cotte nel Jasper, una sorta di barbecue chiuso, che garantisce cotture ottimali per succosità e morbidezza a carni italiane e non, filetto di fassona piemontese o come Angus argentino, manzo wagyu o black Angus americano. 

Indirizzo: Viale Premuda, 46 (MM Tricolore)

Continua la lettura con: Le “STELLINE” di Milano: i 7 RISTORANTI ECONOMICI consigliati dalla MICHELIN

ALESSANDRA GURRIERI

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Venezia diventa il luogo della creatività diffusa

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Un ambizioso progetto che vuol fare di Venezia la città eco-sostenibile del futuro.

Venezia diventa il luogo della creatività diffusa

# City Hub Venezia: la casa dell’ “innovazione partecipata”

Credits: @fablavenezia.org

Venezia è pronta a dar vita a una “casa dell’innovazione partecipata“. Si tratta di un’idea particolarmente ambiziosa che punta allo sviluppo dell’applicazione di alcune nuove tecnologie.

Tra queste troviamo ad esempio robotica, taglio laser, stampa in 3D, coding, modellazione avanzata e parametrica. Un luogo di collaborazione dove imprese, artigiani, professionisti più o meno creativi, e anche normali cittadini, potranno sperimentare, collaborare e ispirarsi reciprocamente. Il Progetto è stato presentato ufficialmente nello scorso mese di Febbraio presso Venezia Heritage Tower.

# Fablab Venezia

City Hub Venezia
Credits: @fablavenezia.org

L’iniziativa è promossa da Prossimi, impresa sociale nata da Fablab Venezia che si occupa di mettere in pratica queste competenze tecnologiche in progetti sociali e inclusivi.

Fab Lab nasce come estensione del Center of Bits and Atoms dell’università MIT di Boston, un luogo dove fare ricerca applicata sui temi della fabbricazione digitale e dei processi computazionali. Un fablab è quindi uno spazio fisico per l’innovazione e la sperimentazione dove imparare, progettare, costruire, inventare e scoprire. Oggi i fablab sono circa 1.750, distribuiti in 100 nazioni nel mondo e uniti in una rete che condivide valori e tecnologie. I fablab devono condividere un set di strumenti tecnologici e conoscenze di base per permettere lo scambio di opportunità e agire come attori locali per progetti global.

# Gli obiettivi di Fablab Venezia

Credits: @fablavenezia(FB)

Gli obiettivi principali di Fablab Venezia sono quelli di riportare e sviluppare i valori del network fablab anche in territorio veneto. Fablab Venezia è un’infrastruttura di riferimento nel contesto locale e non solo, per la digitalizzazione di processi creativi e culturali, per l’implementazione di nuove pratiche produttive e imprenditoriali e per l’innovazione sociale.

Grazie al contatto diretto con aziende, professionisti, artigiani, Enti e Pubbliche Amministrazioni, studenti e scuole, Fablab è un’officina d’innovazione nella quale il saper fare artigianale incontra strumenti digitali e macchinari innovativi, per offrire soluzioni nuove, ecoefficienti e a costi contenuti ai settori della manifattura e della cultura e patrimonio.

Credits: @fablavenezia(FB)

E’ un vero e proprio hub per la cultura digitale che propone attività e percorsi formativi aperti a giovani, lavoratori, cittadinanza, categorie sensibili, per insegnare a governare la rivoluzione 4.0 e padroneggiare la tecnologia in maniera positiva e creativa.

Credits: fablabvenezia.org

Continua la lettura con: Il FUTURO di MILANO: le GRANDI OPERE che la RIVOLUZIONERANNO nei prossimi anni

LUCIO BARDELLE

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Le 10 cose a cui chi vive a Milano non può rinunciare

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Milano può rivelarsi un luogo più spietato della giungla. Per chi si vuole avventurare in città senza rischiare di rimanere esclusi, abbiamo preparato una lista di 10 cose essenziali che bisogna avere.

sopravvivere a Milano

Le 10 cose a cui chi vive a Milano non può rinunciare

#1 Lo smartphone

Ormai più essenziale delle scarpe ai piedi. Soprattutto a Milano. Se sei in difficoltà puoi darti un tono dando un’occhiata al display. Se ti serve qualcosa puoi trovare l’app che ti risolve ogni problema. Se hai bisogno di ricevere l’affetto delle persone puoi lasciarlo cadere sul pavé.

#2 La macchina 

Indispensabile per recarti a cene, occasioni mondane, eventi, per andare al mare e per avere una scusa pronta quando arrivi tardi agli appuntamenti, “scusate, non trovavo parcheggio”. Vale anche se di amici o compagni. 

#3 Un paio di scarpe da ginnastica

Se no sei tagliato fuori dal giro dei runner e dei radical chic ironici.

#4 La tessera del supermercato

Fondamentale per raccolta punti e per riempire uno slot del portafoglio. Poi è sempre bello quel senso di appartenenza a un gruppo.

#5 L’iscrizione al car sharing (e al bike sharing)

Molto cool. Talvolta anche utile

Carsharing al mercato

#6 Più Outfit

Uno di rappresentanza, uno casual, uno casual chic, uno da inaugurazione. Ma ricorda che gli outfit sono come le mosse segrete dei cavalieri dello zodiaco: la stessa non funziona mai due volte.

#7 La bici, lo scooter o almeno il monopattino

Ormai a Milano si va su due ruote o su due piedi. Il mezzo agile serve per le convocazioni immediate e urgenti. Ma soprattutto per quel senso di superiorità che ti dà rispetto ai poveri automobilisti imbottigliati nel traffico.

#8 Un k-way o spolverino

Contro la pioggia improvvisa. Perché per sopravvivere a Milano bisogna essere pronti a tutto, anche a fingersi Humphrey Bogart.

#9 Una scrivania d’appoggio in un coworking

Per non essere tagliati fuori dal mondo lavorativo e per provarci con le donne in carriera.

#10 Network di conoscenze

Se non conosci nessuno non vai da nessuna parte.

Continua la lettura con: 10 tipi di aperitivi milanesi

IVAN SAL

copyright milanocittastato.it

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CINQUE TUNNEL SOTTOMARINI tra DUE CONTINENTI: realizzati in appena 6 ANNI

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mapio.net - Tunnel Suez

Dopo il primo tunnel realizzato agli inizi degli anni ’80, in pochi anni ne sono stati costruiti altri cinque per arrivare a un totale di 30 chilometri di strade sottomarine. Dove si trovano e cosa collegano.

CINQUE TUNNEL SOTTOMARINI tra DUE CONTINENTI: realizzati in appena 6 ANNI

# Il primo è stato inaugurato nel 1981

nccnet.co.jp – Ahmed Hamdi-Tunnel

Il primo tunnel ad aprire sotto il Canale di Suez, nel 1981, è stato l’Ahmed Hamdi, intitolato a un ingegnere e generale egiziano ucciso in azione durante la guerra del Kippur nel 1973. Riqualificato nel 1992 ha un diametro esterno di 11,6 metri, una lunghezza di 1,64 chilometri e raggiunge una profondità massima di 51 metri.

# Altri cinque tunnel in soli sei anni

Fogtec – Ismail tunnel

A partire dal 2015 sono partiti i cantieri per realizzare altri cinque tunnel tra il Sinai e il delta del Nilo. I primi quattro sono stati inaugurati nel 2019 e servono a collegare le penisola depressa alla terraferma: due a Port Said, chiamati “3 luglio”, sul Mar Mediterraneo e con una lunghezza complessiva di 3,9 km, due a Ismailia, chiamati “Tahya Misr” o “Viva l’Egitto, nella parte centro-nord del Canale di Suez e con un lunghezza di 5,8 km.

mapio.net – Tunnel Suez

Nel 2021 l’apertura di un tunnel parallelo al primo costruito nel 1981, raddoppiandolo, con una struttura a due corsie a senso unico. L'”Ahmed Hamdi 2″ si estende per 4,2 km e scende fino a una profondità di 70 metri.  

# Un totale di 30 km di gallerie scavate sotto il Canale di Suez

Canale di Suez wikipedia

Il Canale di Suez, inaugurato nel 1869 e ingrandito nel 2015 arrivando a un percorso complessivo di 193,30 km, è servito anche da ponti e traghetti, ma grazie ai tunnel presenti sotto di esso i tempi di viaggio si riducono da 4 giorni a 20 minuti.  

Leggi anche: I 3 TUNNEL SOTTOMARINI per portare l’ITALIA in SARDEGNA: da MILANO a OLBIA in 6 ore senza toccare l’acqua

Continua la lettura con: Il PRIMO TUNNEL SOTTOMARINO d’ITALIA: iniziano i LAVORI

FABIO MARCOMIN

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Come la SVIZZERA ha risolto in “24 ore” il problema dell’IMMIGRAZIONE: la imitiamo?

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Ph. dimitrisvetsikas1969

Una innovazione apparentemente semplice e banale ha fatto crollare gli arrivi dal Maghreb del 70%.

Come la SVIZZERA ha risolto in “24 ore” il problema dell’IMMIGRAZIONE: la imitiamo?

pixabay-GDJ – Svizzera

# Il deterrente all’arrivo? Solo 24 ore per la risposta ai richiedenti asilo

Come riporta il sito tvsvizzera.it, da novembre, il numero di persone che arrivano al centro federale d’asilo di Zurigo dai Paesi dell’Africa nord-occidentale, è calato del 70%. Secondo la Segreteria di Stato della migrazione (SEM)Collegamento esterno, il risultato è dovuto all’effetto deterrente della nuova procedura rapida di disbrigo delle pratiche: ora sono necessarie solo 24 ore per dare una risposta ai richiedenti. A novembre, infatti, è stato avviato il test delle pratiche in appena 24 ore che ha determinato un calo sensibile nei centri in cui questa procedura è stata attivata. Ma non solo: si è verificato anche un effetto positivo sugli altri centri che hanno visto anch’essi un calo, seppur più limitato al 41%. 

# “Si sta spargendo la voce che la Svizzera è meno attraente”

Daniel Bach, il portavoce della SEM, ha dichiarato al telegiornale della televisione svizzerotedesca che “tra i nordafricani si sta diffondendo la voce che le procedure per le persone provenienti dal Maghreb vengono ora elaborate più velocemente”. Il risultato secondo le autorità elvetiche? Che questo “rende meno attraente venire in Svizzera”.

Ph. dimitrisvetsikas1969

# Per le organizzazioni pro rifugiati il calo è causato dal freddo

Ma esistono anche opinioni diverse. Secondo Miriam Behrens, direttrice dell’Organizzazione di aiuto svizzero ai rifugiati (OSAR),Collegamento esterno il numero di domande sarebbe in realtà calato semplicemente a causa delle “fluttuazioni stagionali”. A questo punto solo i mesi più caldi daranno la certezza che la nuova procedura di 24 ore abbia prodotto l’effetto desiderato. Sempre Miriam Behrens lamenta anche un altro problema: “più l’iter è sbrigativo, maggiore è il rischio di decisioni sbagliate”. Le decisioni considerate sbagliate possono inoltre portare a ricorsi, rendendo così la procedura più lunga di quanto lo sarebbe stata con i tempi standard.

# La volontà di estendere la procedure superveloce in tutti i centri della Federazione

Ma, nonostante le critiche, il governo pare procedere sulla stessa strada. Durante una visita a Chiasso a febbraio, il consigliere federale Beat Jans ha proposto di estendere la nuova procedura a tutti i centri entro la fine di aprile. L’obiettivo è di poter archiviare in tempi brevi le domande di richiedenti provenienti da Paesi con un basso tasso di approvazione, così da scoraggiare tutti quelli che non hanno possibilità di ottenere l’asilo.

Fonte: Procedure rapide d’asilo, i primi segnali parlano di successo (Tvsvizzera.it)

Continua la lettura con: Sanità svizzera: come funziona e perché potrebbe essere un modello da imitare

MILANO CITTA’ STATO

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NUOVE REGOLE per i PASSAPORTI a Milano in tempi BREVI

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La nuova modalità comunicata dalla Questura di Milano per richiedere un appuntamento per il rilascio o il rinnovo del passaporto. Cosa serve e le condizioni necessarie per beneficiarne. 

NUOVE REGOLE per i PASSAPORTI a Milano in tempi BREVI

# La nuova modalità per ottenere il passaporto in massimo  30 giorni

jackmac34-pixabay – Passaporto

Stop alle attese lunghe mesi. Sabato 30 marzo 2024 la Questura di Milano ha annunciato una nuova modalità che consente di ridurre sensibilmente i tempi per la richiesta di un appuntamento per il rilascio di passaporto. Non si arriva ai tempi svizzeri, ma se si hanno motivi di urgenza, quali studio, lavoro, famiglia e turismo, è possibile ottenere il passaporto in massimo 30 giorni

Se non ci sono disponibilità nelle prenotazioni ordinarie, ora è infatti possibile cliccare su “Appuntamenti Prioritari” sul nuovo sistema online della questura di Milano.

# Le condizioni necessarie 

passaporto

Il sistema consente di prenotare un appuntamento sia per il rilascio di un nuovo passaporto che per il rinnovo di uno già in possesso. Le condizioni necessarie per sfruttare questa procedura agevolata sono:

  • l’utilizzo dello Spid o della Cie (Carta d’identità elettronica);
  • essere residenti nella Città Metropolitana di Milano;
  • dimostrare tramite documentazione adeguata la necessità di ottenere il passaporto in tempi rapidi.

Le nuove disponibilità vengono pubblicate ogni giorno delle 8 di mattina e si possono prenotare fino a due appuntamenti per ogni titolare di Spid o Cie.

Continua la lettura con: Rifare il PASSAPORTO: in SVIZZERA 7 MINUTI, in ITALIA 7 MESI

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Nuova Darsena ancora in alto mare: cosa serve per completare la riqualificazione?

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claudrada IG - Darsena

Nove anni dalla sua inaugurazione e sarebbe già rifare. La Darsena è stato il lascito più grande oltre che simbolo della rinascita di Milano in occasione dell’Expo2015, soprattutto perché realizzata dopo la risoluzione di una controversia giudiziaria legata al progetto di costruzione di un parcheggio sotto il vecchio porto milanese. Da acquitrino misto a vegetazione selvaggia e fauna varia l’ex porto della città è rinato, ma avrebbe urgente bisogno di un pesante restyling e di una manutenzione straordinaria. 

Nuova Darsena ancora in alto mare: cosa serve per completare la riqualificazione?

# Il vecchio porto di Milano abbandonato per anni e la controversia giudiziaria per un parcheggio sotterraneo

Darsena prima dei lavori

L’immagine in alto mostra lo stato di abbandono e degrado in cui si trovava la Darsena prima dei lavori di rifacimento, di certo non un bello spettacolo da far vedere ai milioni di turisti attesi da tutto il mondo per partecipare ad Expo2015 e visitare la città. La causa di questa situazione era lo stallo dovuto a un progetto che prevedeva la realizzazione di un parcheggio sotterraneo a pagamento proprio sotto la superficie dell’acqua, stralciato dal Comune di Milano e che dopo una controversia giudiziaria con l’azienda appaltatrice è stato definitivamente bloccato. In questo modo Milano i milanesi hanno potuto beneficiare di una Darsena rinnovata.

# Il progetto di restyling della Darsena e il mistero della Conca perduta

Credits: riaprireinavigli.it – Progetto restyling Darsena

Il progetto definitivo del restyling della Darsena ha previsto una banchina allargata rispetto a quella presente in origine, in modo tale da consentire l’installazione di bar e la costruzione del nuovo mercato rionale in sostituzione di quello precedente demolito, la riapertura del Ticinello a ridosso di Piazza 24 Maggio e la pedonalizzazione di quest’ultima.

Foto Credit: https://www.milanodavedere.it
Foto Credit: https://www.milanodavedere.it – Conca di Viarenna

Spostandosi al centro, sul lato di Viale D’Annunzio, è stato costruito un piccolo ponticello con la predisposizione sottostante al collegamento con la Conca di Viarenna.

Emiliano Orsi FB- Chiusura verso conca

Un intervento ancora oggi non realizzato, che comprendeva l’apertura del collegamento con la Darsena e la rifunzionalizzazione della conca, nonostante fosse stato dato per certo fino a poco prima della progettazione definitiva.

Proseguendo verso ovest, sul lato opposto alla Canottieri Milano, è stato realizzato un ponticello di attraversamento tra le due sponde e un’area verde per fare attraccare le piccole imbarcazioni. 

Leggi anche: La proposta di UrbanFile per RISOLLEVARE la DARSENA dal degrado

# Un progetto suggestivo, ma di bassa qualità e con molti problemi

Credits Urbanfile – Degrado in Darsena

Il giorno dell’inaugurazione della nuova Darsena è stato un momento di rinascita per un intero quartiere oltre che di un simbolo di tutta le città. Purtroppo a distanza di poco tempo sono venute a galla le pecche progettuali e la scarsa qualità dei materiali impiegati. 

Queste le cose che non funzionano e da sistemare:

#1 Un design datato

Emiliano Orsi Fb – Degrado Darsena

Partiamo innanzitutto dalla cosa più evidente, la scelta dei mattoni in pietra, inguardabili e fuori contesto. In nessun modo richiamano lo stile architettonico milanese e in aggiunta fanno da sponda al secondo e ben più grave problema.

#2 Materiali sbagliati e scarsa manutenzione che portano a degrado

Credits: Urbanfile – Degrado in Darsena

Eccoci quindi alla conseguenza peggiore dell’utilizzo dei mattoni per i muri perimetrali e della scelta di lasciare le altre pareti grigie: un invito ai writer a realizzare i loro “capolavori”. In poco tempo sono state infatti prese d’assalto e ricoperte di tag e scarabocchi. Se a questo si aggiunge la non tempestiva pulizia delle scritte, da parte degli operatori dell’Amsa, il risultato è una situazione di degrado.

Credits Urbanfile – Tag Darsena

La manutenzione insufficiente peggiora l’estetica e oltretutto crea pericoli. Sono tanti gli interventi che andrebbero fatti: sui faretti delle banchine, sui listelli di legni rotti sulla banchina e sul ponte di attraversamento tra le sponde, che ha anche gli ascensori per i disabili fermi e mai entrati in funzione, balaustre completamente rovinate, panchine e molto altro.

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#3 Materiale di pessima qualità

Ponticello ammalorato e arrugginito

A peggiorare il quadro, date anche le poche risorse a disposizione per il progetto e la sua implementazione e la concomitante scarsa lungimiranza, l’impiego di materiali di scarsa qualità. La conseguenza è che:

  • le balaustre in legno sono da tempo ammalorate, con evidenti segni di usura nonostante l’opera sia recente;
  • la pavimentazione della banchina d’attracco sarebbe già da sostituire;
  • numerosi faretti a bordo banchina sono rotti;
  • i lampioni dall’orrendo design come se ci trovassimo in un’area industriale;
  • panchine realizzate con legno di bassa qualità;
  • il ponticello con la struttura già gravemente arrugginita.

Questo e altro nella galleria di foto in basso:

# Serve quanto prima un nuovo restyling

Credits Urbanfile – Tag sui muri della Darsena

Più passa il tempo è più la situazione rischia di diventare irrecuperabile. Non c’è un angolo che libero da scritte, scarabocchi e disegni di ogni tipo, la Darsena sembra ormai fuori controllo. Per prima cosa occorre un rapido intervento di manutenzione straordinaria di tutte le parti ammalorate e la pulizia delle scritte con presidio costante per ridurre il rischio di nuovi imbrattamenti.

claudrada IG – Darsena

In secondo luogo andrebbe indetto un nuovo bando internazionale che rivisiti il progetto iniziale e preveda materiali e arredo urbano degni di Milano e della sua storia. L’obiettivo dovrebbe essere quello di trasformarlo in un fiore all’occhiello della città, visto lo scarso risultato raggiunto con la riqualificazione conclusa nel 2015. 

Per farlo si potrebbero sfruttare gli oneri a scomputo di interventi edilizi e intercettare una parte della mole di investimenti esteri che si riversano costantemente su Milano. 

Continua la lettura con: Una PENNELLATA contro il DEGRADO: il quadrilatero dell’illegalità riprenderà COLORE?

FABIO MARCOMIN

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I SUPERTRAM TANGENZIALI di PARIGI: una strategia da copiare?

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Di Arbalete - Opera propria, Background map form Openstreetmap (http://www.openstreetmap.org/)., CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=29531392 - Nodo Castellanza-Busto Arsizio

Le rete tranviaria parigina si sta espandendo con servizi extraurbani veloci per collegare le periferie. Un’idea per migliorare i trasporti nell’area milanese?

I SUPERTRAM TANGENZIALI di PARIGI: una strategia da copiare?

# I tram-treno espressi che collegano le periferie parigine

Di Maximilian Dörrbecker (Chumwa) – Opera propria, CC BY-SA 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=6815561 – Tranvie Grande Parigi

Nello sviluppo del trasporto pubblico parigino, in questo caso dell’area metropolitana, una grande importanza stanno rivestendo le linee di tram-treno veloci.

sustainable-bus.com – T12

L’ultimo in ordine di tempo a ad entrare in funzione è stato a dicembre 2023 il Tram Express Sud, la T12, nella tratta tra Massy-Palasieau e Évry-Courcouronnes. Si tratta di un totale di 20,4 km di percorso che attraversa 13 comuni in 39 minuti.

# L’utilizzo misto di binari ferroviari in disuso e tranviari

sustainable-bus.com – Tram T12

La linea, che dovrebbe allungarsi a nord verso Versailles, prevede l‘utilizzo sia di binari tranviari che ferroviari, generando quindi economie di scala sia per quanto riguarda le infrastrutture che per il materiale rotabile. Nel tratto di circa 10 km tra Massy ed Épinay-sur-Orge i mezzi viaggiano su binari in precedenza serviti dalla linea suburbana RER C, a una velocità commerciale di 39 km/h, mentre il resto del percorso è su binari simili quelli del tram tradizionale, a una velocità di 25 km/h.

La linea T13 ha rilevato invece un tratto di una linea Transilien che a differenza delle RER, linee che attraversano il centro della capitale, sono linee radiali.

# Possibile nell’area metropolitana milanese?

Di Arbalete – Opera propria, Background map form Openstreetmap (http://www.openstreetmap.org/)., CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=29531392 – Nodo Castellanza-Busto Arsizio

Potrebbe Milano prendere spunto da Parigi? L’area metropolitana milanese presenta poche linee ferroviarie dismesse da riadattare a linea tramviaria o di tram-treno, però qualcosa si potrebbe fare. Tra i tracciati presenti, come segnala Marco Montella in un post sul gruppo Cantiere Urbanfile, c’è il vecchio raccordo tra Garbagnate FN e l’ex Alfa di Arese per il quale era stato ipotizzato un servizio suburbano come spola, o la ferrovia abbandonata tra Castellanza e Busto Arsizio che potrebbe tornare utile per creare un’intera rete a servizio della conurbazione del Sempione, date le diramazioni in disuso presenti nell’area.

Nel frattempo, per rendere efficiente il servizio delle tranvie extraurbane esistenti e in costruzione oltre a quelle urbane e le classiche linee tranviarie, consentendo un aumento della velocità commerciale dei mezzi e una frequenza maggiore, si potrebbe attivare il tanto atteso asservimento semaforico

Leggi anche: BOLOGNA apre ai TRAM ma sceglie un’ALTRA STRADA: a Milano le FERMATE sono TROPPO VICINE?

Continua la lettura con: TRAM come METRO: la LIGHT RAIL sarebbe utile per Milano?

FABIO MARCOMIN

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DEBUTTA sui BINARI ITALIANI il nuovo RAILJET

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Siemens Mobility - Viaggio di prova Railjet

Dopo la prima corsa di prova è in partenza l’ultima generazione di treni. Quando è previsto il debutto e le tratte interessate.

DEBUTTA sui BINARI ITALIANI il nuovo RAILJET

# Il test tra Verona e Bologna

Siemens Mobility – Nuovi Railejt

Si appresta ad entrare in servizio il Railjet, l’ultima generazione dei treni della compagnia ferroviaria austriaca ÖBB, tra Italia, Austria e Germania. La prima corsa di prova è stata effettuata sabato 23 marzo 2024 da Verona Porta Nuova a Bologna Centrale e ritorno, con il convoglio in composizione completa di nove carrozze.

# Il viaggio inaugurale: Monaco – Verona

Siemens Mobility – Viaggio di prova Railjet

A trainarlo la locomotiva E 190, che è prevista per il primo periodo di esercizio, che non consente di sfruttare la reversibilità dei treni. Sono stati testati l’apertura delle porte e l’incarrozzamento ai marciapiedi delle stazioni di Bologna e Verona.Il 5 aprile è programmato il viaggio inaugurale sulla tratta Monaco – Verona con fermate intermedie a Rosenheim, Innsbruck e Bolzano.

# Arriva a 230 Km/h: questi i comfort delle carrozze

Siemens Mobility – Interni Railejt

In totale sono 8 i nuovi convogli previsti in circolazione anche sui binari italiani, in costruzione nello stabilimento di Siemens Mobility a Vienna, che possono correre a una velocità massima di 230 km/h. Mettono a disposizione 532 posti a sedere distribuiti su 9 carrozze, 430 posti sono in Economy Class, 86 posti in First Class e 16 posti in Business Class, prese di ricarica USB e wireless per i telefoni cellulari, wifi gratuito, servizio ristorante e migliore accessibilità per le persone con disabilità.

In generale, offrono un maggior grado di comfort per i passeggeri rispetto al modello precedente grazie a interni moderni e realizzati con materiali di alta qualità, sedili di nuova concezione regolabili individualmente con luci di lettura integrate. La Prima Classe e la Business Class hanno sedute in pelle e vero legno. Spazio anche per sei parcheggi per biciclette e per sci e snowboard.

# Le prime tratte servite

Railjet

L’avvio ufficiale del servizio è previsto l’8 aprile 2024 sulla direttrice Monaco – Bologna. Nello specifico sono due le coppie di Eurocity programmate:

  • 86 Verona Porta Nuova – Monaco di Baviera
  • 87 Monaco di Baviera – Bologna Centrale
  • 88 Bologna Centrale – Monaco di Baviera
  • 89 Monaco di Baviera – Verona Porta Nuova

Entro il 2025 dovrebbero percorrere queste tratte altri tre convogli.

Fonte: ferrovie.info

Continua la lettura con: Il PRIMO VIAGGIO del TRENO HYBRID di Trenitalia (VIDEO): il percorso e le prossime estensioni

FABIO MARCOMIN

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Report TRASPORTI a MILANO: meno INGRESSI in AREA B e C, mezzi pubblici OK, CROLLA lo SHARING

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Carsharing al mercato

I dati di febbraio 2024 confrontati con quelli di un anno fa: l’ultimo report di AMAT, l’agenzia per la mobilità, l’ambiente e il territorio del Comune di Milano. Le cose a Milano sembrano cambiare. Molto. 

Report TRASPORTI a MILANO: meno INGRESSI in AREA B e C, mezzi pubblici OK, CROLLA lo SHARING

Meno ingressi nella ZTL, aumenta il trasporto pubblico, crollano i mezzi in sharing. Questi, in sintesi, i dati dell’ultimo rapporto sui trasporti a Milano. Ma vediamo i dati che mostrano come cambia il movimento da un anno all’altro. 

# In calo gli ingressi in Area B e Area C

Area C

Le ultime restrizioni ai veicoli in entrata a Milano sembra aver prodotto i primi frutti. Cala il traffico a Milano. Rispetto al febbraio 2023, a febbraio 2024 in Area C si è resitrata una diminuzione degli ingressi del -2,77% dal lunedì al venerdì e del -0,36% il sabato. In calo anche le entrate in Area B pari al -3,21% nei giorni infrasettimanali e al -0,85% il sabato.

In crescita invece gli ingressi in Area B e C la domenica: rispetto allo stesso mese dell’anno precedente sono rispettivamente a +0,9% e +3,15%, ma con un trend in ribasso rispetto a gennaio 2024. Da considerare che a partire dal 1 ottobre 2024 l’Area C resterà off limits anche nel fine settimana. 

# Più viaggiatori sui mezzi pubblici

Credits Atm – Passeggeri alla stazione M5

Secondo il report di AMAT, è il trasporto pubblico locale a guadagnarci, con un incremento medio mensile del +7,5% a febbraio 2024 rispetto a febbraio 2023. Nell’infrasettimanale è in crescita del +7,96%, del +0,11% il sabato e del +8,36% la domenica. La dimostrazione della correlazione con l’Area B è la crescita dell’utilizzo dei parcheggi di interscambio: l’aumento medio degli accessi è del +8,4%, soprattutto nei giorni feriali con un +9,10% dal lunedì al venerdì. Il sabato e la domenica l’utenza scende invece del -4,34% e del -5,75%.

# Crollo dei mezzi in sharing

Foto LaPresse – Claudio Furlan
28/7/2019 Milano, Italia CronacaMilano, monopattini elettrici in sharing: un’invasione silenziosaNella foto: monopattini in Piazza Duomo

Ma forse il cambiamento più radicale è quello che investe la mobilità in sharing. Da febbraio a febbraio il bike sharing scende del -16,4%, il noleggio di scooter del -30,8% e, soprattutto, quello dei monopattini precipita del -54,9%. In discesa anche il car sharing che segna un -13,1%, ma con tempo medio di viaggio raddoppiato.

Fonte: Moveo

Continua la lettura con: Un altro stop al servizio di Scooter Sharing a Milano

MILANO CITTA’ STATO

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