Di Arbalete - Opera propria, Background map form Openstreetmap (http://www.openstreetmap.org/)., CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=29531392 - Nodo Castellanza-Busto Arsizio
Le rete tranviaria parigina si sta espandendo con servizi extraurbani veloci per collegare le periferie. Un’idea per migliorare i trasporti nell’area milanese?
I SUPERTRAM TANGENZIALI di PARIGI: una strategia da copiare?
# I tram-treno espressi che collegano le periferie parigine
Di Maximilian Dörrbecker (Chumwa) – Opera propria, CC BY-SA 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=6815561 – Tranvie Grande Parigi
Nello sviluppo del trasporto pubblico parigino, in questo caso dell’area metropolitana, una grande importanza stanno rivestendo le linee di tram-treno veloci.
sustainable-bus.com – T12
L’ultimo in ordine di tempo a ad entrare in funzione è stato a dicembre 2023 il Tram Express Sud, la T12, nella tratta tra Massy-Palasieau e Évry-Courcouronnes. Si tratta di un totale di 20,4 km di percorso che attraversa 13 comuni in 39 minuti.
# L’utilizzo misto di binari ferroviari in disuso e tranviari
sustainable-bus.com – Tram T12
La linea, che dovrebbe allungarsi a nord verso Versailles, prevede l‘utilizzo sia di binari tranviari che ferroviari, generando quindi economie di scala sia per quanto riguarda le infrastrutture che per il materiale rotabile. Nel tratto di circa 10 km tra Massy ed Épinay-sur-Orge i mezzi viaggiano su binari in precedenza serviti dalla linea suburbana RER C, a una velocità commerciale di 39 km/h, mentre il resto del percorso è su binari simili quelli del tram tradizionale, a una velocità di 25 km/h.
La linea T13 ha rilevato invece un tratto di una linea Transilien che a differenza delle RER, linee che attraversano il centro della capitale, sono linee radiali.
# Possibile nell’area metropolitana milanese?
Di Arbalete – Opera propria, Background map form Openstreetmap (http://www.openstreetmap.org/)., CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=29531392 – Nodo Castellanza-Busto Arsizio
Potrebbe Milano prendere spunto da Parigi? L’area metropolitana milanese presenta poche linee ferroviarie dismesse da riadattare a linea tramviaria o di tram-treno, però qualcosa si potrebbe fare. Tra i tracciati presenti, come segnala Marco Montella in un post sul gruppo Cantiere Urbanfile, c’è il vecchio raccordo tra Garbagnate FN e l’ex Alfa di Arese per il quale era stato ipotizzato un servizio suburbano come spola, o la ferrovia abbandonata tra Castellanza e Busto Arsizio che potrebbe tornare utile per creare un’intera rete a servizio della conurbazione del Sempione, date le diramazioni in disuso presenti nell’area.
Nel frattempo, per rendereefficiente il servizio delle tranvie extraurbane esistenti e in costruzione oltre a quelle urbane e le classiche linee tranviarie, consentendo un aumento della velocità commerciale dei mezzi e una frequenza maggiore, si potrebbe attivare il tanto atteso asservimento semaforico.
Dopo la prima corsa di prova è in partenza l’ultima generazione di treni. Quando è previsto il debutto e le tratte interessate.
DEBUTTA sui BINARI ITALIANI il nuovo RAILJET
# Il test tra Verona e Bologna
Siemens Mobility – Nuovi Railejt
Si appresta ad entrare in servizio il Railjet, l’ultima generazione dei treni della compagnia ferroviaria austriaca ÖBB, tra Italia, Austria e Germania. La prima corsa di prova è stata effettuata sabato 23 marzo 2024 da Verona Porta Nuova a Bologna Centrale e ritorno, con il convoglio in composizione completa di nove carrozze.
# Il viaggio inaugurale: Monaco – Verona
Siemens Mobility – Viaggio di prova Railjet
A trainarlo la locomotiva E 190, che è prevista per il primo periodo di esercizio, che non consente di sfruttare la reversibilità dei treni. Sono stati testati l’apertura delle porte e l’incarrozzamento ai marciapiedi delle stazioni di Bologna e Verona.Il 5 aprile è programmato il viaggio inaugurale sulla tratta Monaco – Verona con fermate intermedie a Rosenheim, Innsbruck e Bolzano.
# Arriva a 230 Km/h: questi i comfort delle carrozze
Siemens Mobility – Interni Railejt
In totale sono 8 i nuovi convogli previsti in circolazione anche sui binari italiani, in costruzione nello stabilimento di Siemens Mobility a Vienna, che possono correre a una velocità massima di 230 km/h. Mettono a disposizione 532 posti a sedere distribuiti su 9 carrozze, 430 posti sono in Economy Class, 86 posti in First Class e 16 posti in Business Class, prese di ricarica USB e wireless per i telefoni cellulari, wifi gratuito, servizio ristorante e migliore accessibilità per le persone con disabilità.
In generale, offrono un maggior grado di comfort per i passeggeri rispetto al modello precedente grazie a interni moderni e realizzati con materiali di alta qualità, sedili di nuova concezione regolabili individualmente con luci di lettura integrate. La Prima Classe e la Business Class hanno sedute in pelle e vero legno. Spazio anche per sei parcheggi per biciclette e per sci e snowboard.
# Le prime tratte servite
Railjet
L’avvio ufficiale del servizio è previsto l’8 aprile 2024 sulla direttrice Monaco – Bologna. Nello specifico sono due le coppie di Eurocity programmate:
86 Verona Porta Nuova – Monaco di Baviera
87 Monaco di Baviera – Bologna Centrale
88 Bologna Centrale – Monaco di Baviera
89 Monaco di Baviera – Verona Porta Nuova
Entro il 2025 dovrebbero percorrere queste tratte altri tre convogli.
I dati di febbraio 2024 confrontati con quelli di un anno fa: l’ultimo report di AMAT, l’agenzia per la mobilità, l’ambiente e il territorio del Comune di Milano. Le cose a Milano sembrano cambiare. Molto.
Report TRASPORTI a MILANO: meno INGRESSI in AREA B e C, mezzi pubblici OK, CROLLA lo SHARING
Meno ingressi nella ZTL, aumenta il trasporto pubblico, crollano i mezzi in sharing. Questi, in sintesi, i dati dell’ultimo rapporto sui trasporti a Milano. Ma vediamo i dati che mostrano come cambia il movimento da un anno all’altro.
# In calo gli ingressi in Area B e Area C
Area C
Le ultime restrizioni ai veicoli in entrata a Milano sembra aver prodotto i primi frutti. Cala il traffico a Milano. Rispetto al febbraio 2023, a febbraio 2024 in Area C si è resitrata una diminuzione degli ingressi del -2,77% dal lunedì al venerdì e del -0,36% il sabato. In calo anche le entrate in Area B pari al -3,21% nei giorni infrasettimanali e al -0,85% il sabato.
In crescita invece gli ingressi in Area B e C la domenica: rispetto allo stesso mese dell’anno precedente sono rispettivamente a +0,9% e +3,15%, ma con un trend in ribasso rispetto a gennaio 2024. Da considerare che a partire dal 1 ottobre 2024 l’Area C resterà off limits anche nel fine settimana.
# Più viaggiatori sui mezzi pubblici
Credits Atm – Passeggeri alla stazione M5
Secondo il report di AMAT, è il trasporto pubblico locale a guadagnarci, con un incremento medio mensile del +7,5% a febbraio 2024 rispetto a febbraio 2023. Nell’infrasettimanale è in crescita del +7,96%, del +0,11% il sabato e del +8,36% la domenica. La dimostrazione della correlazione con l’Area B è la crescita dell’utilizzo dei parcheggi di interscambio: l’aumento medio degli accessi è del +8,4%, soprattutto nei giorni feriali con un +9,10% dal lunedì al venerdì. Il sabato e la domenica l’utenza scende invece del -4,34% e del -5,75%.
# Crollo dei mezzi in sharing
Foto LaPresse – Claudio Furlan 28/7/2019 Milano, Italia CronacaMilano, monopattini elettrici in sharing: un’invasione silenziosaNella foto: monopattini in Piazza Duomo
Ma forse il cambiamento più radicale è quello che investe la mobilità in sharing. Da febbraio a febbraio il bike sharing scende del -16,4%, il noleggio di scooter del -30,8% e, soprattutto, quello dei monopattini precipita del -54,9%. In discesa anche il car sharing che segna un -13,1%, ma con tempo medio di viaggio raddoppiato.
2 aprile. L’oro tocca un nuovo record a 2.277 dollari l’oncia. Questo dopo un marzo da record con un rialzo mensile superiore al 10% (che significa oltre il raddoppio annualizzato). Tra le cause secondo gli esperti ci sono l’attesa del calo nei tassi di interessi da parte della FED negli USA (l’oro ha correlazione inversa rispetto ai tassi di interesse), il timore di un inasprimento del conflitto in Ucraina e l’aumento di investimento in questo metallo sui mercati asiatici. D’altra parte noi stessi suggerivamo questo tipo di investimento in tempi non sospetti (ottobre 2022): Proteggersi dall’inflazione: come si investe in ORO? Ma chi vuole investire in oro, come può fare?
L’ORO VOLA: battuti tutti i RECORD. Ma come si può INVESTIRE nel principe dei BENI RIFUGIO?
# Investire in oro finanziario
fill – pixabay
La forma di investimento finanziario più vicina all’acquisto del bene fisico è quello dell’ETF (Exchange Traded Fund). Sono fondi quotati in tempo reale sui mercati finanziari che si possono acquistare e vendere con le stesse modalità delle azioni. Gli ETF riproducono il prezzo dell’oro con un rapporto di quasi uno a uno, al prezzo infatti detraggono le spese di gestione. Per procedere all’acquisto è sufficiente indicare il nome del prodotto, il valore e il numero di pezzi. Quando il prezzo dell’oro sale, aumenta anche il valore dell’ETF e viceversa, quando il prezzo dell’oro scende. Gli ETF consentono di partecipare all’andamento del prezzo dell’oro offrendo agli investitori la possibilità di investire in oro fisico, senza dover sostenere costi per il trasporto, l’assicurazione o il deposito: il patrimonio viene custodito presso la banca che gestisce l’ETF.
Un investimento più aggressivo, ma più rischioso, collegato all’oro è quello di acquisire azioni di aziende che estraggono oro. Le più grandi del mondo sono: Barrick Gold, Newmont Mining e AngloGold Ashanti.
Acquisti di ETF e di aziende estrattive si possono effettuare tramite la banca, specie se si è attivato il conto online con deposito titoli, oppure su piattaforme di trading. Tra le più quotate ci sono: InteractiveBrokers, LiquidityX, EToro e DeGiro. Ma chi non si fida dei prodotti finanziari e vuole acquistare l’oro fisico come può fare?
L’alternativa più scomoda ma più sicura, specie se si ha un posto dove custodirlo, è l’acquisto dell’oro fisico. Le forme più conosciute e facilmente liquidabili sono: il lingotto e le monete. Il lingotto può avere diversi pesi, ma può diventare scomodo nel momento in cui si desideri vendere solo una parte del metallo posseduto. In questo senso più comode sono le monete che forniscono più liquidità e agilità nel rivendere. Le più famose e con un mercato più ampio sono le sterline d’oro, che hanno un valore attuale compreso tra i 470 euro (per la vendita) e i 540 euro (per l’acquisto). Discorso diverso è per le monete d’oro antiche, il cui valore si discosta dal prezzo effettivo dell’oro.
Per quanto riguarda i gioielli è ancora più complesso che per i lingotti: per il prezzo dipende da gioiello a gioiello.
# L’oro fisico non si può comprare ovunque ma da specifiche autorità dotate di certificazione
L’oro si compra presso operatori abilitati alla vendita da investimento. Si parla di banche, gioiellieri purché forniti di idonea autorizzazione, oppure si può acquistare online, sempre da chi ha l’autorizzazione.
# Sull’oro non si paga l’IVA ma al momento della rivendita si deve pagare una tassa
L’oro non è soggetto all’IVA: ma nel momento in cui si venderà, se si guadagnerà una certa cifra, ci sarà una tassazione del 26% sul guadagno per il capital gain, come accade per qualunque titolo finanziario.
A dicembre 2024 è prevista l’inaugurazione completa della linea blu. Nel frattempo Milano pensa già alla metro rosa e ai suoi futuri complessivi 220km di linea per il 2035, tra metropolitane e metrotranvie. Gli sviluppi della rete e le novità per il futuro.
MILANO RADDOPPIA: una rete di 220 km di METRO per il 2035. Sarà più estesa di quella di BERLINO?
# Metropolitane milanesi: un sistema di 104 km
Nell’ultimo decennio Milano ha aumentato sensibilmente la sua rete metropolitana, soprattutto per favorire sempre più collegamenti in città e fuori dai confini comunali. Ad oggi, con le sue 5 linee metropolitane, Milano conta circa 104km di linea, grazie all’aggiunta dei 7km della linea blu. Una città ben servita, se si pensa che Berlino ha circa 146 km (anche se aggiungendo i 330km della Sbahn arriva a 500) e che la grande Parigi con il suo sistema di metropolitane infallibile ha 16 linee per 213km. La rete di Milano, contando anche le metrotranvie, dovrebbe arrivare nei prossimi 10 anni a superare i 200km con i progetti già presentati e finanziati, raddoppiando la sua attuale estensione.
# I progetti in fase di realizzazione per il prolungamento delle linee attuali
Credits Atm – Metro M5 nella rimessa
I progetti in corso e quelli in attesa di realizzazione porterebbero quindi la rete di metro e metrotranvia milanese a superare quella di Berlino e a insidiare Parigi. Questi i progetti che dovrebbero essere realizzati.
Prolungamenti M1
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Credits Comune di Milano - Estensione M1 Quartiere degli Olmi
M1. Per quanto riguarda la M1, è previsto un prolungamento complessivo di 5km. Si allungherà da entrambi i lati: da Sesto si aggiungeranno due nuove stazioni e si giungerà a Cinisello Balsamo, mentre ad ovest la rossa arriverà fino a Baggio e Quartiere Olmi. Con questi prolungamenti dagli attuali 27km si arriverebbe ai 32km.
Prolungamento M2
M2. Anche la M2 si allungherà, per circa 10-12km. In questo caso si tratterà con molta probabilità di una metrotranvia veloce con circa 6 fermate, una per ogni comune attraversato, dall’attuale capolinea di Cologno a Vimercate. Manca al momento 1 milione di euro per completare lo studio di fattibilità.
Tracciato M3 fino a Paullo
M3. C’è poi il tanto discusso allungamento della M3 vero Paullo. Tra “sì si farà” e “forse no”, il prolungamento intanto ha ottenuto un finanziamento di 5,5 milioni di euro. Lo studio di fattibilità è atteso per il 2025. Si prevede un tracciato di 15km: 4,4km e altre due fermate di metropolitana e 10,9km e 8 fermate di metrotranvia.
La M4 conterà 15km (da Linate a San Cristoforo) per 21 fermate, ma già si pensa ad un suo prolungamento. Sono già stati finanziati milioni di euro per estenderla fino a Segrate di due fermate e 3,1 km.
Credits segratecitylab – Hub segrate
Con tutti questi interventi la linea metropolitana milanese conterà 160km, ma Milano guarda già oltre e parla della “rosa”. Non è ancora stato definito nulla ma a completare il sistema metropolitano meneghina dovrebbe esserci la M6, con l’idea di chiudere idealmente il ramo ovest della Circle line, per una lunghezza stimata massima circa 20km, portando quindi la rete a 180km.
# Le tre metrotranvie per un totale di 40km di tracciati
Capitolo metrotranvie. In costruzione al momento tre delle cinque tratte mancanti della metrotranvia nord, che in totale avrà una lunghezza di 14 km, le metrotranvie extraurbane Milano-Seregnoper altrettanti chilometri e la Milano-Limbiate di 11,6 km.
Se tutto dovesse proseguire secondo i piani, magari non entro il 2030 ma forse nel 2035, la nostra città potrebbe più che raddoppiare la sua rete toccando i 220 chilometri di linee.
Solitamente le rotonde hanno la funzione di rendere più fluido e meno pericoloso il transito dei veicoli nelle strade. A Milano ce ne sono però alcune che rivestono un ruolo aggiuntivo. Scopriamo quali sono.
Le 7 ROTONDE più FAMOSE di Milano
#1 Viale delle Rimembranze, il viale più rotondo di Milano
Rimembranze di Lambrate
Una piazza perfettamente circolare che prende il nome di viale. La rotonda di viale delle Rimembranze di Lambrate è un luogo di importanza simbolica rilevante per la storia della città. Questo luogo di circa 5.000 mq è infatti un giardino della memoria dove furono messi a dimora 114 platani per ricordare ogni singolo caduto del quartiere durante la Seconda Guerra Mondiale.
#2 Piazzale Loreto, dove storia e futuro si danno appuntamento
Piazzale Loreto è uno dei luoghi più congestionati della città per via del traffico veicolare in ingresso in città e in uscita verso Monza, ma anche per le linee di bus e metropolitana che vi transitano. Nei prossimi anni verrà rivoluzionato con il progetto LOC – Loreto Open Community, diventando una grande area pedonale e verde, con l’eliminazione della strada che la attraversa, negozi, uffici e un migliore accesso alla fermata della metropolitana.
#3 Piazzale Lodi, crocevia fondamentale per la viabilità del sud di Milano
Credits gngbnb_milano IG – Piazzale Lodi
Piazzale Lodi è uno snodo fondamentale nella viabilità a sud della città. È un crocevia tra Corso Lodi, che a sud porta fuori Milano verso l’autostrada e le tangenziale e a nord verso il quartiere di Porta Romana, e la circonvallazione, con le linee circolari 90-91 e 92. La rotonda, quasi totalmente a prato con fiori e alberi, è attraversata dalla pista ciclopedoanale che ricalcando il Cammino dei Monaci conduce all’Abbazia di Chiaravalle. Nei prossimi anni diventerà uno dei poli esterni della trasformazione dello Scalo Romana.
#4 Largo Cairoli, uno snodo cruciale e monumentale del centro città
Credits Andrea Cherchi – Largo Cairoli
Largo Cairoli si trova nel punto esatto di connessione tra piazza Castello e via Dante, che porta in piazza del Duomo, e assieme agli edifici a emiciclo fa da quinta ideale il Castello Sforzesco. Al centro del prato verde con siepi e fiori svetta la statua in memoria di Giuseppe Garibaldi, mentre ai lati è attraversata dai tram storici. Punto di snodo crucialedel centro città per chi è diretto alla stazione Cadorna da un lato e alla zona della movida di Corso Garibaldi dall’altro.
Credits alessandro.barra.988 IG – Piazza della Conciliazione
Piazza Conciliazione può essere definita la rotonda dei Vip o della “Milano bene”. Da qui infatti si snoda una delle zone residenziali più signorili della città, da via XX Settembre a tutte le vie limitrofe. Il quartiere è un susseguirsi di ville e dimore con giardino dove risiedono molti tra i milanesi più facoltosi.
#6 Piazzale Lotto, dal tramonto del Lido alla rinascita con l’hub M5-M1
Credits s.t.e.n.a.d IG – Piazzale Lotto
Piazzale Lotto è stato interessato da un’importante riqualificazione negli anni scorsi a seguito della realizzazione della nuova linea M5 con l’omonima stazione. Attraversata dalla circonvallazione, qui attestano i capolinea nord della linea 90-91, da un lato ha un nuovo giardino con alberi, una fontana con giochi d’acqua e area giochi per bambini, dall’altro un prato. Su piazzale Lotto affaccia anche il Lido di Milano, uno dei più storici centri balneari della città.
#7 Piazzale Brescia, la rotonda attraversata dal tram
Credits psykekaos IG – Piazzale Brescia
Piazzale Brescia è tra le rotonde più grandi in città. Si trova sulla circonvallazione, nel tratto nord ovest, ed è al contempo parco, spazio giochi,luogo di svago per i cani. Nel centro è attraversatada una linea del tram, la numero 16, che collega lo stadio di San Siro e attraversando il centro arriva nel quartiere di Calvairate ad est.
Immaginate di non essere milanesi e quindi immaginate anche di non essere mai stati a Milano. Fatto? Bene! Ora immaginate di essere persone che amano viaggiare, avete visitato la nostra penisola in lungo e in largo, avete girato l’Europa, siete stati sull’Orient Express e non c’è continente che non abbiate visto. Eppure c’è qualcosa che manca e quel qualcosa è Milano. Strano da immaginare, soprattutto considerando che Milano, negli ultimi anni, è diventata una delle mete più gettonate dagli amanti del viaggio. Chi viene per la prima volta a Milano, sarà più propenso e desideroso di visitare il Duomo, il Castello, i Navigli, Brera, l’ultima Cena, la Pinacoteca. Ma Milano nasconde molto altro, gioielli che, a volte, neanche i milanesi sanno di avere. Proviamo a vedere quali.
Le BELLEZZE più NASCOSTE di MILANO
# ZONA CENTRO
Il centro di Milano non è solo il Duomo e per lo meno solo a livello toponomastico. Eppure non molto distante dalla cattedrale, ci sono luoghi che andrebbero visitati o scoperti.
Dalle parti di via Torino, c’è via Bagnera, la via più stretta di Milano, celebre per Antonio Boggia, un serial killer che in questa strada a gomito ha adescato, ucciso e fatto a pezzi quattro vittime innocenti.
Stretta Bagnera
Pochi sanno che in via San Giovanni sul Muro si trova una statua di Nelson Mandela, un dono fatto dalla giunta milanese al consolato sudafricano in ricordo di chi ha combattuto l’orrenda vicenda dell’apartheid.
Milano è stata una città romana e come tutte le città conquistate dall’Impero aveva il suo Foro in Piazza San Sepolcro, dove ancora oggi sono visibili le fondamenta, figure e simboli dei Crociati e affreschi di epoca medioevale.
Credits: milanopocket.it statua libertà milano
La statua della libertà non è una prerogativa newyorchese. A parte il fatto che che la famosa statua è un dono fatto agli americani da parte dei francesi, anche Milano ha voluto la sua statua della libertà. La possiamo ammirare sul lato sinistro del Duomo, realizzata nei primi anni dell’ottocento da Camillo Pacetti, Sono in molti a credere che sia stata la prima ad essere realizzata e che sia stata la fonte d’ispirazione per Frederic Auguste Bartholdi quando concepì quella che poi sarebbe finita a New York.
# ZONA NORD
Giardini di via Terraggio https://www.uber.com/it/blog/milan/i5luoghisegreti_milano/
Ci spostiamo di poco dal centro e in Corso Magenta troviamo presso il Museo Archeologico una torre poligonale (detta di Ansperto) risalente al terzo o quarto secolo. Una torre alta diciassette metri e composta da 24 lati, riguardo il suo utilizzo ci sono ancora molti dubbi, ma è sicuramente una forte testimonianza di quando Milano era la capitale dell’Impero Romano d’Occidente.
Non molto distante, in via Terraggio 5, si trova un palazzo uguale a tanti altri, ma pochi sanno che dietro il suo portone si nasconde un giardino segreto contaminato da una natura senza eguali. La leggenda narra che nel 400 questo giardino fu un dono di Ludovico il Moro a Lorenzo il Magnifico.
Poco più in là, in via Tommaso da Cazzaniga, tra i palazzi di corso Garibaldi e la Casa degli Artisti, sorge un piccolo giardino curato dal WWF e intitolato a Pippa Bacca. I suoi murales, le vasche d’acqua, le panchine e i vasi colorati ricordano i temi cari della sfortunata artista milanese assassinata nel 2008 in Turchia.
# ZONA SUD
https://www.uber.com/it/blog/milan/i5luoghisegreti_milano/ – La Walk of Fame di Milano
Anche Milano ha la sua walk of fame: è infatti sufficiente spostarsi in Largo Corsia dei Servi per “ammirare” le impronte lasciate nel cemento dagli artisti internazionali che presenziavano al Gran Gala della televisione (il Telegatto per intenderci).
Poco più la, immersi tra le proprietà della Curia e l’Università Statale, troviamo in Sant’Antonio la chiesa dove Mozart eseguì per la prima volta il suo “Exsultate Jubilate”.
Percorriamo qualche chilometro e ci spostiamo in via Piacenza dove, tra una Corvetto in rivalutazione e la Fondazione Prada, svetta un palazzo in stile liberty caratterizzato dal suo angolo acuto e dalla punta molto stretta. Si tratta di Casa Sartorio, l’edificio a “ferro da stiro” ispirato al Flatiron Building di New York.
https://www.uber.com/it/blog/milan/i5luoghisegreti_milano/ – castello di carte
Il nostro viaggio prosegue tra i quartieri di Sant’Ambrogio, Fiera e Baggio. Nella chiesa del nostro patrono si entra nel sacello paleocristiano dove si conservano le spoglie di San Vittore: i suoi mosaici e le sue tessere d’oro sono una rarità di estrema bellezza.
In via Benedetto Brin sorge un palazzo che è una vera e propria opera d’arte voluta da Missoni e Fiorucci. La sua particolarità è che pare di trovarci di fronte ad un castello di carte da gioco.
Credits: pinterest.com
Portello è una zona divenuta celebre negli ultimi anni (complice anche il passaggio della linea lilla) ed è qui che sorge un parco dove troviamo il Time Garden, un rifugio immerso nella natura dove riscoprire la dimensione filosofica del tempo.
Concludiamo verso i quartieri più vicini alla tangenziale Est, definita da alcuni la tangenziale che i milanesi prendono per raggiungere i diversi luoghi di villeggiatura. In zona Porta Venezia, in via Serbelloni, sulla Ca’ dell’Oreggia esiste una scultura in bronzo a forma di orecchio, che potremmo definire il primo citofono wireless. Il suo scultore era Adolfo Wildt e la leggenda narra che i desideri sussurrati al suo interno si avverassero sempre.
Ci spostiamo di qualche chilometro in via Frisi dove, ancora una volta, lo stile liberty fa da padrona con un palazzo del primo novecento che ospitava un cinema fino al 1932. Oggi è una biblioteca, ma il suo fascino architettonica è rimasto intatto.
Ph. Andrea Cherchi
Concludiamo il nostro viaggio in via Balzaretti (zona Città Studi) dove si trova la celebre Casa dei Rossetti progettata da Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari che hanno voluto sulla facciata uno sfondo blu in cui spuntano mani che impugnano, appunto, dei rossetti. Una vera e propria opera pop.
Quelle parole che è impossibile abbinare a Milano.
Le 30 PAROLE che NON C’ENTRANO con Milano
#1 Mare
Milano Panoramica – Milano con il mare
Ci abbiamo provato con l’Idroscalo. Rilanceremo con l’alta velocità per Genova. Ma per ora resta un sogno lontano.
#2 Sole
Milano con il sole
Sole in Italia è Napoli, Roma, ma non Milano. In base ai dati di World Weather Online si piazza al 33esimo posto con poco più di 220 ore di sole al mese. Che poi, diciamoci la verità, spesso guardiamo in alto e non capiamo di che colore è.
#3 Lentezza
Velocità
A Milano è un insulto. Uno dei peggiori.
#4 Relax
Credits rivegauche1976 IG – Spiaggia delle due sorelle Sirolo
Per trovarlo bisogna andare altrove.
#5 Noia
Festa di laurea
Forse Milano è un po’ troppo stressata. Ma di sicuro la noia non è di casa.
#6 Pigrizia
Camera da letto Credits: @offgridinn IG
Uno dei difetti peggiori secondo i milanesi.
#7 Lavativo
Non è città per scansafatiche…
#8 Perditempo
..o peggio ancora perditempo.
#9 Reddito di cittadinanza
Quando ancora c’era il reddito di cittadinanza, ora sostituito da altro sussidio, Milano era tra le grandi città una di quelle con il minor percentuale di aiuti economici erogati.
#10 Italia
Area Metropolitana di Milano (OCSE)
Una delle risposte più menzionate. Per molti è difficile associare Milano alla parola Italia. A questo si aggiunge il fatto che un tempo la sua influenza andava oltre gli attuali confini italici, forse ancora oggi.
#11 Salubrità
Credits: rinnovabili.it
Sull’inquinamento purtroppo c’è ancora molto da fare, la nostra città rimane ancora una delle peggiori in Europa per qualità dell’aria.
#12 Sicurezza
Ph. Vigili del Fuoco – Incidente Luca Marengoni
Uno dei grandi problemi della Milano di oggi. Ci si sente sempre più insicuri.
A Milano solo il 14% della superficie comunale è destinata a prati e alberi e i milanesi hanno a disposizione solo 18,2 metri quadrati di verde a testa, contro il doppio di Napoli e Roma.
#19 Kebab
In tanti vanno pazzi del kebab, la città è piena di locali che lo propongono, ma è quanto di più lontano ci possa essere dalla cucina milanese.
#20 Ciclabile
Credits Roberto Lorenzetti FB – Cordoli ciclabile Corso Buenos Aires
Meglio non menzionare la parola altrimenti si scatenano i fulmini.
#21 Silenzio
Tra allarmi che suonano, sirene di ambulanze, clacson e fuochi d’artificio, a Milano non c’è silenzio nemmeno nei lockdown.
#22 Qualità della vita
Purtroppo difficile associare Milano alla qualità della vita.
#23 Vivibilità
Questa parola si collega alla precedente e forse va contestualizzata, al tipo di lavoro che si svolge, alla zona in cui si vive.
#24 Sanità mentale
Città di pazzi. Lo dobbiamo riconoscere.
#25 Amatriciana
Anche se l’invasione di ristoranti romani è ormai inarrestabile.
#26 Cafoneria
Credits Andrea Cherchi – Roberta Armani
Il milanese è elegante e discreto.
#27 Lamentela
Altra parola che non c’entra con Milano. Qui si soffre, ma in silenzio.
#28 Salvaguardia dell’ambiente
Tra Forestami, giornate a piedi, Area B e C si cerca di fare qualcosa per l’ambiente, ma purtroppo rimane molto da fare.
Conseguente al punto sopra. Una città troppo sporca. Purtroppo.
#30 Superficialità
Anche se c’è chi dice che Milano sia la città della “fuffa”, dove un rendering vale più di 1.000 progetti realizzati, la realtà è che si cerca sempre di essere concreti e di tenere la superficialità fuori dai confini comunali.
Il sabato pomeriggio intorno al Duomo di Milano: che tipologia di persone frequenta le strade del centro il sabato pomeriggio?
5+1 PERSONAGGI TIPICI che si vedono di SABATO POMERIGGIO nel CENTRO di Milano
#1 Famigliola iperstressata
Foto: Andrea Cherchi
Ovunque a Milano ci sono famigliole allegre e sorridenti a spasso per la città. Non al Duomo. Qui ci sono solo famiglie iperstressate. Lui manco ci voleva venire al Duomo, ci si ritrova suo malgrado. Con un braccio trascina il passeggino con bambino urlante dentro e con l’altro il cane. Lei entra ed esce da Bershka, Tally Weijl, Liu Jo. A ripetizione. Forse è impazzita.
#2 Turiste multietniche in trasferta… urlanti
Credits Andrea Cherchi – Donna tacchi alti Duomo
Comitive di turiste di varie nazionalità. Urlano. Parlando tra loro, parlando al cellulare, parlando al barista. Si ha l’impressione che possano perdere la voce da un momento all’altro. Ma no, non perdono la voce, urlano e ridono, ridono e urlano. Forse è una forma di schizofrenia.
#3 Orde di “bbella ggioventu”
Credits Maxim Klimashin-unsplah – Turisti Milano
Sciami di ragazzini e ragazzine vestiti tutti uguali. Lui jeans over, felpa over, sneakers colorate. Lei jeans over strappato, felpa over, sneakers con iper zeppa. E ridono, ridono per un nonnulla, per l’euro caduto sul marciapiede, per l’amica che inciampa, per la cover iperglitterata del cellulare. Stanno senza pensieri.
#4 Ciclisti e monopattinisti frettolosi
Credits: moto.it – Monopattini in Duomo
Il sabato pomeriggio al Duomo è un vero delirio. Un formicaio umano, un fiume informe, una marea umana che si muove ad ondate. Bisogna camminare a zig zag per non rimanere incastrati tra la folla. E tu, ciclista frettoloso, suoni il campanello della bicicletta perché non riesci a passare? Al Duomo il sabato pomeriggio? No comment, idem per il monopattinista.
#5 Turisti zen
Si sono dati appuntamento tutti qui al Duomo. Alcuni sono posizionati a cerchio, forse hanno un coach che suggerisce loro la strategia per farsi strada tra la folla. La maggior parte cammina sorridente, scatta foto. Nessuno di loro è minimamente sfiorato dal disagio causato dalla ressa che aumenta col trascorrere delle ore, se non è questa una autentica dimostrazione di cultura zen…
# 5+1 Gli straniati
Foto: Andrea Cherchi (c)
Strani personaggi che gironzolando con sguardo interrogativo, smarrito. Si guardano intorno come se vedessero il Duomo per la prima volta, Milano per la prima volta, il Pianeta Terra per la prima volta. Sembrano chiedersi chi sono, da dove vengo e perché sono qui? Impossibile aiutarli a tornare a casa perché non si ricordano dove abitano.
La prendiamo un po’ in anticipo, ma vale la pena ricordare che il 2024 è l’anno del centenario della nascita del maestro Bruno Canfora, nato a Milano il 6 novembre 1924. E’ stato direttore d’orchestra, compositore, paroliere e arraggiatore di musiche e di canzoni.
BRUNO CANFORA, l’autore delle hit evergreen per TV, cinema e i grandi della musica italiana
# La popolarità con le musiche per “Canzonissima”, “Studio 1” e per il Festival di Sanremo
Di ignoto – Radiocorriere, Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=4760637 – Bruno Canfora
La sua popolarità è legata agli anni sessanta, quando creò le melodie per “Canzonissima”, “Studio 1” e per il Festival di Sanremo. Canfora, che morì nell’agosto 2017, in un verdeggiante paesino dell’Umbria, entrò nella storia della Tv e del costume italiani, grazie (anche) alle musiche per canzoni come “Da-da-un-pa”, “Fortissimo” e “Il Geghegè”. Ma scrisse anche le parole, oltre che alle melodie, di “Brava” e “Cartoline”, due brani cantati da Mina.
Tra gli anni sessanta e i settanta, faceva spesso coppia con il regista Antonello Falqui, in trasmissioni che hanno reso popolarissime le gemelle Kessler, Mina, Rita Pavone e Rocky Roberts. Sono sue infatti le musiche di “Stasera mi butto”. Fu direttore d’orchestra anche delle trasmissioni “Senza rete” e “Sabato sera”, l’ultima apparizione di Canfora risale al 1995, quando partecipò alla trasmissione “Papaveri e papere”, al fianco di Pippo Baudo e Giancarlo Magalli.
# Compositore di colonne sonore di oltre venti film
Bruno Canfora realizzò le colonne sonore di oltre venti film, tra grande schermo e Tv: tra queste citiamo “Vite perdute”, del 1959, “L’ultimo dei Mohicani”, del 1965, “Rita la zanzara” del 1966 e “La banda del trucido”, del 1977.
Fu molto attivo nelle commedie musicali, infatti la sua carriera iniziò con “Angeli in bandiera”, “Viola, Violino e Viola d’Amore” e “Promesse, promesse”. La sua collaborazione con la commediografa Jaia Fiastri, con Garinei e Giovannini e con il già citato Falqui, hanno fatto al storia dello spettacolo.
# Nell’arco della sua carriera fu autore di 72 melodie
Canfora
Volendo fare un conteggio delle canzoni in cui il musicista milanese fu autore delle melodie, arriviamo a quota 72, con brani che, oltre a Mina, Rita Pavone e le Kessler, sono state interpretate anche da Ornella Vanoni, Loretta Goggi, Nicola Arigliano e Shirley Bassey.
Dotato di umiltà ed ironia, Canfora è sempre stato capace nel seguire i cambiamenti della società e della cultura, proponendo sempre musiche al passo con i tempi. Tutto ciò relativamente a oltre trent’anni di carriera.
Alcune delle musiche scritte da Bruno Canfora, vengono canticchiate e fischiettate anche dai giovani e sono diventate pietre miliari del divertimento del nostro paese. Tra queste citiamo “Da-da-un-pa”, “Zum zum zum”, “La notte è piccola”, tutti brani che possiamo definite “eterni”.
A prima vista potrebbe sembrare la storia de “La casa” di Sergio Endrigo. In realtà basta aprire la porta di questa curiosa abitazione, per approfondire e capire che, invece, si tratta di una faccenda molto seria…
La casa larga un metro che vale 750 milioni di dollari
# L’ex marito non la voleva più vedere ma lei…
Seattle Pie Shaped House Credits: abcnews.go.com
La storia comincia 100 anni fa, la costruzione della casa risale al 1925, in un periodo in cui le donne non potevano ottenere prestiti negli Stati Uniti. Si tratta di una delle case più strette che si sia mai vista, frutto della vendetta e della cocciutaggine.
Tutto nasce da un divorzio in cui i coniugi ormai ex devono dividersi un terreno. Lui sceglie un pezzo di terreno lasciando alla ex una porzione tale per cui, secondo le idee del marito, le sarà impossibile costruirvi sopra una casa.
Scontata l’infelicità e la frustrazione nella moglie per la scelta del marito, decise di La perdersi d’animo progettando una casa per ottenere vendetta. A entrare in gioco sono la cocciutaggine e la voglia di rivalsa di lei, che pur di non darla vinta all’ex, costruisce una casetta coi fiocchi su quel fazzolettino di prato largo un piede, trasformando i sentimenti negativi iniziali, in una delle soddisfazioni più grandi della sua vita. Secondo l’attuale proprietaria, l’architetto Emily Cangie, la volontà di costruire una casa in quello spazio fu anche per impedire al coniuge la vista sul cortile.
# Un’icona di Seattle larga appena 1,30 metri valutata 750 milioni di dollari
Il metro Credits: @a_traveling_turtle IG
La casa è la Montlake Spite House, al 2022 della 24th Ave a Seattle, e oggi è diventata un’icona della città. Spite House è il soprannome che gli abitanti di Seattle hanno dato a questa casetta deliziosa. Essendo nata sui presupposti di un dispetto (despite) Tutti i residenti la chiamano affettuosamente l’edificio “pie shaped“, nomignolo nato sulla misura più piccola disponibile per la costruzione.
Nella famosa causa di divorzio, in pratica il marito lascia alla moglie una sorta di “formaggino” o “fetta di torta”, che misura 1,30metri nel lato corto e ben 4,80 metri in quello più esteso.
La casa ricavata sopra, sfruttando ogni centimetro quadro disponibile, si estende per ben 80 m² e – grazie alla sua storia e iconicità conquistata nei decenni – oggi vale ben 750.000 dollari secondo il portale immobiliare Zillow. Periodicamente va sul mercato e la notizia viene ribattuta dalla stampa locale.
# Una tiny house coloniale spagnola su due piani con camere, bagni e salotti
Living room Credits: Zillow.com
La Spite House ha il pregio di osare. Laddove non si poteva costruire, la casa ha preso forma. La stretta striscia su cui è costruita, si trasforma da impedimento a fenomenale “doppia esposizione”, che rende la casa una delle più luminose di Seattle, in totale vi sono due stanze da letto, due bagni, cucina e salotto.
Pianta Credits: dailymail.co.uk
Ristrutturata mantenendo lo stile coloniale spagnolo tipico della metà degli anni ’20, con qualche influenza italiana, si sviluppa su due piani equamente suddivisi come metratura con questi spazi al piano terra entrando dal lato più stretto:
un piccolo portico/ingresso usato per riporre scarpe e cappotti;
una cucina con il frigorifero che sporge al centro della stanza;
un ampio soggiorno, con un grande divano e un tavolo da pranzo per sei persone;
una grande camera con letto queen size, due cassettiere e un bagno nell’area più grande della casa.
All’esterno c’è un piccolo giardino, mentre al piano interrato, con accesso dedicato, è presente un piccolo salotto, una camera rialzata, un bagno e un garage trasformato in un’altra stanza uso salotto/studio con televisione.
Vista dalla facciata frontale e porta d’ingresso principale appare come una normalissima casa, finché non le giri intorno e arrivi alla porta secondaria del foyer che conduce alla cucina. È lì che ti accorgi che bastano letteralmente due passi per uscire nuovamente dall’edificio.
Un tempo dimore di re e imperatori, oggi patrimonio dell’umanità e tra le più importanti mete turistiche. Ecco la classifica dei palazzi più belli del mondo secondo il sito internazionale Touropia.com.
I 10 PALAZZI più BELLI del MONDO (Immagini)
#10 Palazzo Nazionale di Pena, il più antico castello romantico in Europa
credits: unsplash.com, Palácio Nacional da Pena
Costruito nel 1842 dal re Ferdinando II, il Palácio Nacional da Pena si trova a Sintra in Portogallo ed è il più antico castello europeo in stile romantico. Il palazzo fu costruito come residenza estiva del re e venne realizzato sopra le rovine di un monastero gravemente danneggiato dal grande terremoto di Lisbona del 1755. Oggi, noto per le sue caratteristiche architettoniche originali, i suoi colori sgargianti e il vasto parco boscoso che lo circonda, è uno dei monumenti tra i più visitati del Portogallo ed è stato definito una delle 7 meraviglie del Paese.
#9 Mysore Palace, il palazzo indiano dall’originale stile hindu-gotico
credits: unsplash.com, Mysore Palace
Conosciuta anche come la Città dei Palazzi, Mysore, in India, ospita una serie di palazzi storici di cui Mysore Palace è il più famoso. Il palazzo fu commissionato nel 1897 al famoso architetto britannico Henry Irwin per sostituire il vecchio edificio distrutto da un incendio nel tardo XIX secolo. La costruzione, completata nel 1912, diede vita a un palazzo unico nel suo genere nel quale si possono ritrovare vari stili architettonici come l’indo-saraceno con reminiscenze hindu, musulmane e anche gotiche. Oggi il palazzo è la meta turistica più importante della città e raggiunge il suo massimo splendore durante la festa di Dasara quando, per la cerimonia, viene illuminato con più di 10.000 lampadine, offrendo un’esperienza surreale e una vista magnifica.
#8 Schönbrunn Schloss, il castello che ospita lo zoo più antico del mondo
Il castello di Schönbrunn, famosa reggia imperiale di Vienna con 1441 stanze, è una delle maggiori attrazioni turistiche della città. Il palazzo fu costruito tra il 1696 e il 1712 su richiesta dell’imperatore Leopoldo I ed è stato la sede della casa imperiale d’Asburgo dal 1730 al 1918. Secondo la tradizione, il nome deriva da una fonte d’acqua scoperta dall’imperatore Mattia che lui stesso chiamo “Schön(er) Brunn”, ossia “bella fonte” ed è proprio attorno a questa fonte che sarebbe stato eretto il castello.
Il palazzo è noto anche per il suo parco che offre molte attrazioni come il Privy Garden, lo zoo più antico del mondo, un labirinto e la Gloriette, un chiosco in marmo situato in cima a una collina alta 60 metri.
#7 Il Palazzo d’Estate, il giardino imperiale meglio conservato al mondo
Il Palazzo d’Estate o Yiheyuan, che in cinese significa “giardino dell’armonia educata”, è considerato il giardino imperiale meglio conservato al mondo. Si trova a 15 chilometri dal centro di Pechino ed è dominato dalla Collina della Longevità e dal Lago Kunming. Come suggerisce il nome, il Palazzo d’Estate è stato utilizzato come residenza estiva dai sovrani imperiali cinesi, come rifugio dalla “Città Proibita”. I giardini furono sostanzialmente ampliati nel 1750, riproducendo gli stili di vari palazzi e giardini di tutta la Cina. Venne aperto al pubblico nel 1924 e, considerato un capolavoro nel suo genere, venne dichiarato patrimonio dell’UNESCO nel 1988.
#6 Topkapi Palace, il “campo nomade” degli antichi sultani
credits: pixabay, Topkapi Palace
Il Topkai Palace, che in lingua turca significa “Porta del Cannone”, era la residenza dei sultani ottomani. Il palazzo venne concluso nel 1478, quando il sultano Mehmet II, venticinque anni dopo la presa di Costantinopoli, ordinò per primo la costruzione di una nuova residenza. Rimase l’enclave imperiale dei sultani per 4 secoli dal 1465 al 1853 e nel corso degli anni il complesso subì continue modifiche. Oggi il palazzo è formato da quattro corti principali di crescente imponenza ed è tutt’oggi protetto da cinte murarie.
Con la sua forma tentacolare appare come una sorta di campo nomade pietrificato, che ricorda e ricalca le usanze e i costumi di un popolo in continuo movimento. Nel 1924 Topkapi Palace venne trasformato in Museo, oggi solo una piccola parte di quella che poteva considerarsi l’antica cittadella imperiale è a aperta al pubblico.
#5 Chateau de Chambord, il castello romantico della Valle della Loira
credits: pixabay, Chateau de Chambord
Secondo solo a Versailles come castello più visitato in Francia, Chateau de Chambord è un capolavoro del Rinascimento francese. Si trova a meno di due ore da Parigi e apre le porte della Valle della Loira. La sua costruzione iniziò nel 1519 per volontà del re Francesco I che desiderava cacciare nelle foreste vicine. Nonostante la sua imponenza, disponendo di ben 440 camere, 365 caminetti e 84 scale, non venne progettato per essere una residenza permanente, ma semplicemente un padiglione di caccia. Infatti, una curiosità sottolinea come lo stesso Francesco I vi soggiornò per meno di 40 giorni a causa delle sue stanze fredde e massicce.
#4 Versailles, cinque secoli di storia francese
Credits: unsplash.com, Palace of Versailles
La reggia di Versailles è una delle più straordinarie realizzazioni dell’architettura europea de XVII secolo. Venne costruita nel 1624 come residenza di caccia per il re Luigi XIII, ma la famiglia reale si affezionò talmente a questo luogo, che riuscì a convincere il successore Luigi XIVV a spostare la corte reale da Parigi a Versailles.
Fu così che da un casino di caccia si trasformò in uno dei più grandi palazzi del mondo, utilizzato dal Re Sole per controllare la Francia con il dominio assoluto. La Reggia di Versailles rimase la residenza ufficiale dei Re di Francia fino all’ottobre 1789, quando la famiglia reale fu costretta a tornare a Parigi durante la Rivoluzione francese. Oggi la Reggia, che rappresenta oltre cinque secoli di storia francese, è uno dei punti di interesse più ammirati e visitati della Francia. Si stima che ogni anno circa 5 milioni di persone la visitino e passeggino fra i suoi giardini.
#3 L’Alhambra, uno dei massimi capolavori dell’arte araba
credits: pixabay, Alhambra
Conosciuta anche come “La Rossa”, per il colore rossastro delle sue mura, l’Alhambra è uno dei massimi capolavori dell’arte araba. In parte fortezza, in parte palazzo e in parte giardino, è situata su un altopiano che domina la città di Granada, nella regione dell’Andalusia nel sud della Spagna. Il palazzo fu costruito durante la metà del XIV secolo dai sultani Nasridi ed è una testimonianza dell’abilità degli artigiani musulmani di quel tempo e l’unico complesso a giungere quasi totalmente integro ai giorni nostri. Storicamente era una cittadella reale fortificata e autonoma rispetto a Granada. Oggi il l’Alhambra è una delle principali attrazioni turistiche della Spagna e molti visitatori vengono a Granada solo per vederla.
#2 Palazzo del Potala, l’antica residenza del Dalai Lama nel Tibet
Il Palazzo del Potala è una delle massime meraviglie architettoniche dell’Oriente e la più grande struttura monumentale di tutto il Tibet. Una fortezza imponente color bianco e ocra che si erige sopra la città di Lasha, situata sulla collina di Marpo Ri a una delle maggiori altitudini del mondo. Il sito ospitava già un palazzo costruito nel VII secolo, mentre la costruzione dell’attuale palazzo iniziò nel 1645 durante il regno del quinto Dalai Lama.
Attualmete è composto da un da un palazzo bianco chiamato Potrang Karpo, terminato nel 1648, e un palazzo rosso di tre piani chiamato Potrang Marpo, aggiunto tra il 1690 e il 1694. Il Palazzo del Potala rimase la residenza del Dalai Lama fino a quando il 14° Dalai Lama fuggì in India, dopo l’invasione cinese nel 1959.
#1 La Città Proibita, il più grande complesso di palazzi al mondo
credits: pixabay, Forbidden City
Situata nel centro di Pechino e divenuta simbolo della città, the Forbidden City è il più grande complesso di palazzi al mondo e il palazzo imperiale più grande e meglio conservato della Cina. Il complesso venne costruito dal 1406 al 1420 e copre 72 ettari. È composto da 980 edifici con 8.707 stanze e circondato da un fossato profondo sei metri e da un muro alto dieci. Per quasi cinque secoli la Città Proibita venne utilizzata come residenza imperiale ospitando ben ventiquattro imperatori fino all’abdicazione di Puyi, l’ultimo imperatore della Cina.
In origine si chiamava la “Città Proibita Viola” essendo una riproduzione del Palazzo Viola conosciuto, secondo la tradizione, come la dimora del Dio del Cielo. Anticamente si pensava che gli imperatori fossero figli del Cielo e anche per questo l’accesso al palazzo imperiale era proibito alla gente comune. Oggi, invece, è un’attrazione imperdibile e ospita ogni giorno migliaia di visitatori da tutto il mondo.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Tra gli ultimi edifici realizzati a Milano c’è un grattacielo residenziale ispirato all’architettura del Novecento e con continui richiami alla città che lo ospita. Scopriamo quali sono le sue caratteristiche.
La nuova TORRE di MILANO ispirata alla grande TRADIZIONE MILANESE del ‘900
# “La città ti porta in alto”… a 86 metri d’altezza
Credits: torremilano.it Torre Milano
Torre Milano è la nuova torre sorta tra Isola e Maggiolina, vicino a Porta Nuova e alla Stazione Centrale: un edificio di 23 piani per un totale di 86 metri. Completata alla fine del 2022, al posto di un vecchio stabile, è stata pensata appositamente per essere luogo ideale per partecipare attivamente alle trasformazioni della parte nuova della città: si presenta come “la torre della città che ti porta in alto”.
Oltre agli appartamenti presenta al suo interno uno spazio polifunzionale con aree co-working, wellness e relax (piscina, palestra, area giochi per i più piccoli) e un giardino esterno. Alla torre si aggiungono due edifici più piccoli di due e tre piani.
Al suo interno sono ospitati 88 unità immobiliari di tagli differenti oltre a 150 box auto. Un edificio che continua a richiamare la tradizione meneghina, nell’architettura, nei nomi e nel concept innovativo. Ogni piano di Torre Milano si chiama come un parco della città, quindi si può vivere la pavimentazione della zona lounge alla base della Torre ricorda il lastricato del Duomo, mentre il cemento armato richiama il Pirellone e la Torre Velasca.
doni_tombolato IG – Torre Milano al tramonto
In realtà la struttura in sé ricorda molto la torre vicino piazza Missori. Torre Milano è poi ispirata ai grandi nomi dell’architettura milanese novecentesca: Portaluppi, Ponti, Aulenti, Caccia Dominioni.
Torre Milano è un progetto realizzato da Opm (Impresa Rusconi e Storm.it) e firmato dallo Studio Beretta Associati. Sulla vetta dell’edificio, oltre ai 23 piani di unità abitative e spazi condivisi, c’è un 24esimo livello che fa da belvedere sulla città.
Una vista panoramica sullo skyline della nuova Milano. Inoltre, l’intero edificio è progettato secondo elevati standard di sostenibilità: 190 pannelli fotovoltaici, una vasca con capacità di 15.000 litri per la raccolta delle acque piovane a scopo di irrigazione e in generale una classe energetica A.
# Tutto bello ma… potrebbe essere un abuso edilizio
Attualmente per tutto il complesso Via Stresa 22 è in corso un’indagine giudiziaria per abuso edilizio, con otto persone indagate, in quanto secondo la magistratura l’intervento è stato “qualificato come ristrutturazione edilizia, con totale demolizione e ricostruzione e recupero integrale della superficie lorda di pavimento preesistente”, invece che come “nuova costruzione”.
I Milanesi sono giustamente orgogliosi della loro città e come tutte le persone orgogliose di qualcosa, amano mostrare quella cosa. Malizia a parte, i milanesi in generale amano i turisti, purché rispettosi si intende.
Quello che i milanesi pensano dei TURISTI STRANIERI
#1 Senza di loro i ristoranti in Galleria sarebbero vuoti
Ho visto turisti mangiare in luoghi che voi milanesi potete solo immaginare.
#2 Sono un’occasione per parlare l’inglese vero
dialetto milanese totò e peppino
Ho un meeting, dopo una conference call quindi se vuoi ci vediamo domani al brunch. I milanesi hanno contaminato la lingua italiana con tutto l’anglofono possibile. I turisti sono l’occasione onesta per mettersi alla prova.
#3 Mangiano il cappuccino dopo pranzo
charming girl drinking cappuccino and eating cheesecake in coffee shop
Le usanze alimentari da noi sono una fede. Quindi quando vediamo gli stranieri fare scempio di queste usanze ci sentiamo come se qualcuno avesse bestemmiato in chiesa.
#4 Cenano alle 5 del pomeriggio
Cena tra amici (Film)
Una volta si diceva ceni alle 5 come la galline, oggi si dice ceni alle 5 come i tedeschi. Per fortuna poi arrivano gli spagnoli che cenano alle 22.
#5 Sono appassionati delle code
coda musei
L’eleganza e l’ordine di una fila composta solo da turisti stranieri è commovente.
#6 Sorridono
credits: sorrisi e canzoni tv
Bella forza, sono in vacanza. Pure io sorriderei.
#7 Si entusiasmano agli eventi
I turisti affrontano gli eventi con genuina curiosità. Il milanese invece ormai è abituato, sa cosa lo attende. Portare un turista a un evento è come portare un bambino per la prima volta al parco giochi.
#8 Ad aprile girano in canotta
Turisti in giro in centro a Milano (Foto Omnimilano)
Siccome siamo il meridione d’Europa, qualsiasi turista europeo venga a farci visita come scende dall’aereo ha caldo. Ed è subito folclore.
#9 Girano sulle balle del toro
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Qualcuno mi spiega come ha fatto questa leggenda ad arrivare fino in Cina?
#10 Le turiste sono facili
Credits: adviseonly.com
Un mito alimentato dagli organizzatori di feste per studenti Erasmus.
Ust - Grado di soddisfazioni popolazioni in Europa
Chi sono i più soddisfatti della loro vita in Europa? I risultati di una ricerca che dà ragione una volta ancora a Carlo Cattaneo.
I PIÙ SODDISFATTI della propria VITA in EUROPA? Per trovarli bisogna fare poca strada
# Gli svizzeri i più soddisfatti: nella top ten dominano i Paesi del nord Europa
Ust – Grado di soddisfazioni popolazioni in Europa, prime dieci posizioni
Il 26 marzo 2024 l’Ufficio federale di statistica, l’autorità federale della Confederazione Svizzera incaricata della statistica pubblica, ha pubblicato uno studio sulle popolazioni più soddisfatte della propria vita. Il periodo di riferimento è il 2022 e in testa a questa classifica troviamo proprio la Svizzera. I suoi cittadini sono i più “soddisfatti” d’Europa, con un punteggio di 8 in una scala da 0 a 10. Scendendo troviamo Austria con 7,9 punti e tre Nazioni con 7,7: Finlandia, Romania e Polonia. A completare la top 10 ci sono Norvegia, Paesi Bassi e Belgio con 7,6, poi Slovenia e Danimarca con 7,5 punti. Tutti paesi del Nord Europa con due intrusi dell’Est. E l’Italia come si posiziona?
# Italiani in 17esima posizione, francesi e tedeschi con punteggi sotto la media europea
Ust – Grado di soddisfazioni popolazioni in Europa, fuori top ten
L’Italia è in 17esima posizione con 7,2 punti, poco sopra la media europea. Tra i paesi del Sud Europa siamo però tra i primi: solo Malta fa meglio di noi. Tra i meno soddisfatti ci sono i colossi europei: Francia e, soprattutto, Germania, al quart’ultimo posto. L’area dell’infelicità in Europa è tra i Balcani: Serbia, Montenegro e Bulgaria chiudono la classifica.
# Gli ambiti in cui è maggiore la soddisfazione per gli svizzeri
Lo studio mostra anche che più invecchiano e più gli svizzeri si dicono soddisfatti. Ma in quali ambiti della vita in particolare? Quelli in cui hanno espresso un grado maggiore di soddisfazione, oltre il 50% delle persone con almeno 16 anni di età, sono stati tre: la vita in comune (convivenza), l’ambiente di lavoro e le relazioni personali, con punteggi di 9 o 10. Quelli dove il grado di soddisfazione è risultato minore, registrato solo in un terzo delle persone, sono stati il tempo libero disponibile e la propria situazione finanziaria, nonostante la Svizzera detenga uno dei tenori di vita più alti d’Europa.
Una rete ciclabile progettata come una metropolitana, con linee radiali, circolari e velostazioni di interscambio. Tutti i dettagli dell’idea elaborato da uno studente di un liceo milanese.
La REC, la BICIPOLITANA di Milano: le 10 LINEE della METRO delle BICI
# L’obiettivo: creare un sistema integrato di ciclabili e favorire gli spostamenti
Ciclabile interrotta
L’obiettivo della proposta di uno studente 17enne di un liceo scientifico milanese è quella di creare un vero sistema di ciclabili, dato che come sottolinea molte “iniziano e finiscono nel nulla”, con una sovrastruttura che le leghi e segnaletica chiara. In questo modo si può favorire spostamenti sicuri e una pianificazione ottimale. Al momento la maggior parte delle piste ciclabili è slegata tra di loro e a ben vedere l’unica continua, realizzata in modo adeguata e anche la più trafficata è la tanto vituperata pista di Corso Buenos Aires.
# REC: una rete ciclabile espressa come una metropolitana, con 10 linee radiali, 3 circolari e 18 velostazioni di interscambio
velocipedi IG – REC
Per raggiungere questo scopo ha realizzato un masterplan in cui sono disegnate e identificate tutte le linee di una bicipolitana milanese, visibile sulla pagina instagram Velocipedi, a cui ha dato il nome di Rec: Rete ciclabile espressa. In totale sono previste 10 linee radiali, 3 circolari e 18 velostazioni di interscambio, come se fosse una metropolitana: dalla B1 alla B10 per quelle radiali e C1, CB e CN per quelle circolari. In Europa sono diversi gli esempi, partendo dall’Italia con Pesato e Bologna, poi Porto, Parigi e Londra.
# Una segnaletica adeguata su strada e percorsi protetti
velocipedi IG – Segnaletica ciclabili
Proprio come questa dovrebbe presentare una segnaletica adeguata su strada, con indicazione degli interscambi con i mezzi pubblici, e i percorsi dovrebbero seguire le direttrici principali e nello specifico quelli delle metropolitane, delle tramvie e le circonvallazioni. A questi si aggiungerebbero rami secondari per connettere le varie linee tra di loro.
Credits Roberto Lorenzetti FB – Cordoli ciclabile Corso Buenos Aires
Le piste dovrebbero essere poi realizzate in sede protetta, separate quindi dai veicoli e motoveicoli, con una larghezza tale per consentire il sorpasso tra i ciclisti e il transito di cargo bike e prevedere incroci protetti.
# Integrazione con le piste attuali e previste a Milano dal Pums e con Cambio, la rete di ciclabili della Città Metropolitana
Rete ciclabili PUMS Milano
Si tratterebbe quindi di un sistema di ciclabili integrato, anche con quelle esistenti e quelle previste dal PUMS oltre che con quelle di collegamento tra l’hinterland e Milano delprogetto Cambio.
Cambio
Quest’ultimo infatti prevede entro il primo semestre 2026 una rete di 750 km di piste, grazie a 450 milioni di euro di investimento, che non proseguono però in città e al momento non ci sono piani per estendere il progetto dentro in confini comunali.
# Il possibile costo dell’intervento: 42 milioni
velocipedi IG – REC su mappa
L’idea, che dovrebbe essere studiata da parte della commissione mobilità del Comune di Milano, non è ancora un progetto vero e proprio ma ne sono stati stimati i costi di realizzazione in modo spannometrico. Utilizzando il costo per chilometro l’investimento potrebbe essere di circa 42 milioni, fino a 50 contando le velostazioni, a cui andrebbero aggiunte altre risorse per le necessarie riqualificazioni.
Il pane a Milano è una vera superstar. Complici anche i forni di quartiere, che non sono più soltanto mere panetterie, ma luoghi di incontro dove si sosta e si fa aperitivo. Vediamo dunque qualche spunto.
Il PANE, la SUPERSTAR di MILANO: 5 luoghi dove lo si fa “STRANO”
# Clandestino non esiste: la bakery creativa in zona Lambrate
Credits avvocuoca IG – Clandestino non esiste
In zona Lambrate, in via Conte Rosso, questa bakery si inserisce perfettamente nel quartiere che la ospita, ossia un contesto in forte crescita, ricco di aree creative, design e nuove idee. Una piccola bakery artigianale con prodotti freschi sfornati ogni giorno, con focacce, pizze e un’ampia selezione di specialty coffee.
# Il circolino del pane: la location del guru del pane
Davide Longoni, leader indiscusso della panificazione milanese e che vanta parecchie sedi in città, ha aperto in via Tertulliano questo spazio dove si incontrano persone, si socializza e si assaggia il pane, buonissimo. Pane lavorato a lungo, prodotti di qualità e una filiera corta che utilizza materie prime provenienti dalle coltivazioni nei pressi della Abbazia di Chiaravalle.
Un pane di qualità made in Veneto, preparato con lievito madre e farine integrali. Non mancano pizze classiche o alla pala, tutte preparate con farine da grani antichi. E poi ci sono i pani tipici veneti come il mazi’mazi’, che prende il nome appunto dal mazi’, la farina di grano antico con cui è preparato, la ciopetta, con farina di grano duro e il pan piuma, leggerissimo. All’Isola, in via Thaon de Ravel.
# Unsacco: il forno di grani antichi alla Barona
esmachali IG – Unsacco
Pagnotte e filoni sono preparati con grani antichi biologici tutti certificati quanto a provenienza regionale italiana. Non mancano focacce, dolci e biscotti vegani nonché i lievitati tipici delle feste. C’è anche un laboratorio dedicato alla formazione di nuovi professionisti della panificazione di qualità. In via Antonio Binda alla Barona.
# Le polveri: il micropanificio in via Ausonio
mystic.milano IG – Le polveri
In zona Sant’Ambrogio ha sede questo piccolo panificio che produce pane di qualità lasciato lievitare tutta la notte, preparato e infornato il giorno dopo. Si usano farine artigianali di provenienza italiana e si producono pagnotte, pizze alla pala, biscotti, pan brioche e i lievitati della tradizione. Un vero e proprio festival di grani antichi alla riscoperta di sapori perduti.
Un invito fatto da un amico, una parola d’ordine, un segnale segreto dietro una tenda, un ingresso sul retro. Tra le strade di Milano si nasconde un mondo segreto che solo pochi eletti possono frequentare. Scopriamo quali sono i bar segreti di Milano, dei veri e propri speakeasy, con uno speciale ringraziamento al sito milanairports.com.
I SECRET BAR di Milano: gli esclusivi “LOCALI CLANDESTINI” in cui a pochi è concesso entrare
# La storia degli speakeasy: nati con il proibizionismo negli anni ’20
Credit: thewalkman.it
Bisogna fare u passo indietro all’era del proibizionismo, negli Stati Uniti, l’era dei desideri nascosti, delle parole non dette, dei sotterfugi per riuscire a scamparla ancora una volta. Subito dopo la crisi del 1919 fu dichiarato illegale produrre, commerciare e consumare alcool. Non tutti furono dello stesso avviso e da lì a poco nacquero gli speakeasy, locali clandestini ricavati da seminterrati e retrobottega dove niente è proibito.
Bisognava parlarne sottovoce, entrare dal retro, avere una parola segreta eppure, una volta entrati, tutto tornava possibile. Molti potrebbe pensare che in un’epoca come la nostra in cui tutto è concesso non sia più spazio per gli speakeasy, ma non è affatto così. D’altronde, il mistero e il proibito, affascina tutti.
Vediamo insieme i secret bar di Milano che, con qualche modifica innovativa, possono essere ancora considerati dei veri e propri speakeasy.
# 1930: lo speakeasy sulla bocca di tutti
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Per entrare in questo locale bisogna passare da un negozio anonimo e solamente se si possiede un invito, nessuno infatti conosce l’indirizzo del 1930. L’unica possibilità per ottenere l’ingresso esclusivo è di guadagnarselo oppure strappare il segreto a uno dei gestori del MAG, il locale sul Naviglio Grande precursore di questo salotto.
Varcata la soglia del 1930 sembra di trovarsi all’interno di un pub degno dei Peaky Blinders: pareti con mattoni a vista, luci soffuse, poltrone in pelle dell’epoca e il jazz che risuona dal grammofono. Le vere protagoniste qui, così come al MG, sono sempre le bottiglie: whiskey, gin, distillati di pregio, al 1930 si va per bere.
Sia il menù dei drink sia quello della tavola è stagionale e impiega ingredienti di massima qualità. Tutto questo rende il 1930 un locale intimo che permette di fare un viaggio nel tempo, un vero speakeasy che ormai è sulla bocca di tutti.
# Il White Rabbit: il locale al buio (con i baristi mascherati da coniglio)
Credits: @whiterabbitmilano IG
In questo caso si conosce il quartiere in cui si trova, l’Isola, ma nulla più. Il White Rabbitsi nasconde infatti dietro una vetrina che non lascia intravedere nulla. L’unico segnale per saper se è aperto è una luce accesa, ma si può entrare solo con una parola d’ordine.
Capisaldi di questo speakeasy sono i drink ricercati all’interno di un ambiente a dir poco particolare: il locale si trova praticamente al buio e tutti i bartender sono vestiti da….white rabbit.
# Apophis e The Spirit: i nuovi membership club aperti negli ultimi anni
apophisclub IG
Negli ultimi sono nati altri locali con un concetto di secret bar innovativo, dopo è possibile accedere solo con una quota associativa annua. Tra questi l’Apophis Club, uno dei primi membership club di Milano e dove si ha bisogno di un invito da parte di un altro membro, o The Spirit, dove si acquisiscono una card per i propri consumi e una bottiglia di champagne per festeggiarvi il compleanno. In questi club esclusivi l’atmosfera è decisamente più moderna ma il legame con i vecchi speakeasy è evidente.
# Backdoor 43: il locale più piccolo del mondo
Credits backdoor43_milano IG – Backdoor
Eccoci al cocktail bar più piccolo al mondo:Backdoor 43. Si trova sul Naviglio Grande a Milano e riprende le caratteristiche tipiche degli speakeasy nonostante le dimensioni ridottissime: prodotti di alta qualità, cura dell’ambiente e riservatezza. Quest’ulima è una caratteristica così importante che il bartender serve il drink attraverso uno sportellino, le mani saranno l’unica cosa visibile, assicurando l’anonimato totale.
# Ma’ Hidden Kitchen Supper Club: a cena con gli sconosciuti
mahksc IG
Ma’ Hidden Kitchen Supper Club è un locale ancora diverso e sono solo due le regole per entrarci: portare la propria bottiglia e il divieto di svelare ad amici o conoscenti l’indirizzo esatto. Una volta dentro il loft diventa tutto semplice: ci si siede ad un tavolo e si inizia a parlare e mangiare insieme a dei perfetti sconosciuti. Tutto è partito nel 2012 da Lele e Melissa che hanno pensato di fare una cosa in più dopo avere arredato il loro appartamento: trasformarlo in un luogo dove gli sconosciuti si danno appuntamento
Un tempo a Milano le streghe finivano sul rogo. Oggi invece hanno un punto di ritrovo. Prima di vedere dove, ripassiamo la loro storia.
Il TEMPIO delle STREGHE a Milano
# I roghi pubblici di piazza Vetra
Nel 1228 a Milano presso il convento di Sant’Eustorgio inizia l’attività del tribunale ecclesiastico dell’Inquisizione lombarda che aveva il compito di identificare e reprimere l’eresia. Nel 1559 il tribunale fu trasferito nel convento di Santa Maria delle Grazie, imponente edificio rinascimentale nel cui refettorio Leonardo da Vinci ha dipinto l’Ultima Cena, opera tra le più famose e ammirate del mondo.
Gli inquisitori dovevano indagare su tutti quei comportamenti contrari all’ortodossia cattolica che venivano perciò considerati reato e puniti severamente. Tra le pratiche perseguite vi era anche la stregoneria e tra il Trecento e il Cinquecento numerosi furono i roghi pubblici che si svolsero in piazza Vetra, al Broletto, in piazza Santo Stefano e in piazza Sant’Eustorgio.
# Le prove di “colpevolezza” delle streghe
credits: visiteguidatemilano.it
A dire la verità era molto facile venire tacciate di stregoneria. Durante il periodo buio della caccia alle streghe, per destare sospetti ed essere accusate, infatti, era sufficiente avere conoscenze di erboristeria, latte e burro andato a male in casa, riunirsi con altre donne con il dubbio di invocare forze oscure, avere dei nei o un tratti fisici particolari, essere povera o rifiutata dal marito.
In pratica chiunque uscisse anche minimamente dai rigidi canoni delle regole dell’epoca veniva considerato una minaccia sociale e perseguitato. Le condanne al rogo aumentarono all’espandersi di epidemie come quella della peste dove trovare un “untore” da sacrificare faceva pensare di poter salvare il mondo.
Non è un caso che ancora oggi il mercato azionario parli di triple witching day, giorno delle tre streghe, ad indicare il terzo venerdì dell’ultimo mese di ogni trimestre naturale in cui scadono alcuni titoli azionari con conseguente abnorme e insolita volatilità.
# Oggi la stregoneria è conosciuta con il termine WICCA
credits. MRpersonaldiary
La stregoneria moderna, vera e propria religione neopagana conosciuta con il nome di Wicca, nasce nel 1954 in Inghilterra. Attraverso rituali, danze e incantesimi, praticati individualmente o facendo parte di una congrega, si celebrano gli elementi naturali e l’unione di ogni essere vivente o inanimato con l’Universo attraverso i suoi opposti come il femminile e il maschile che unendosi creano una forza generatrice e benefica.
La Wicca è priva di una gerarchia sacerdotale e il rapporto con il Divino è diretto e trae spunto dal testo sacro di riferimento chiamato Libro delle Ombre. Elementi di uso comune come fiori, erbe, candele, dopo essere stati caricati di energia nelle notti di luna piena, diventano oggetti sacri e vengono utilizzati durante i rituali.
# La congrega delle streghe
credits: circolo dei trivi su FB
Le moderne streghe si riuniscono in veri e propri templi durante i sabbat, feste legate ai movimenti ciclici del sole. In Italia, le streghe (e gli stregoni) sono diverse migliaia e concentrati soprattutto al nord. Si tratta di persone appartenenti a tutti i ceti sociali, in prevalenza donne, che di giorno svolgono attività lavorative normalissime e nel tempo libero si dedicano a creare pozioni magiche e incantesimi. La congrega milanese più nota del settore è il Circolo dei Trivi che, fondata nel 2002, rappresenta la prima associazione wiccan italiana.
# Il punto di ritrovo è il TEMPIO DELLA LUNA
credits: Tempio della Luna gruppo FB
A Milano uno dei più grandi punti di ritrovo dei wiccan è il Tempio della Luna, situato vicino al Parco Trotter, che è frequentato anche da seguaci di altre correnti esoteriche come quella degli sciamani. In questi luoghi, chi organizza corsi e seminari di settore, pur ispirandosi a correnti spirituali molto antiche, si serve delle più moderne tecnologie attraverso l’uso dei canali social e pagine web dedicate per pubblicizzare la propria attività. È proprio il caso di dire: tremate, tremate! Le streghe (social) son tornate.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
«Un sogno», «un segno di civiltà», «eh, ma chissà quanto costa» sono solo alcune delle risposte date dai milanesi quando si chiede loro cosa pensano di un servizio metro h24. Poi c’è la mia preferita: «non si può fare, non siamo mica a New York».
Già, ma allora come fanno nelle città in cui la metropolitana fa servizio 24 ore?
METRO 24h: le città che hanno il servizio NON-STOP e come si potrebbe fare a MILANO
# Perché a Milano la metropolitana è chiusa di notte
Credits: metropolitanadimilano.it
A Milano la metropolitana funziona dalle 5:30 del mattino alla mezzanotte e mezza sulla rossa, verde e gialla. La lilla apre alle 5:40 e termina a mezzanotte. La blu corre dalle 6 di mattina a mezzanotte e mezza circa (ultima corsa da Linate alle 0:40).
Gli orari assecondano il lavoro diurno, nel senso che la maggior parte del servizio metropolitano è studiato per gli spostamenti dettati dalle necessità della maggioranza delle persone, che in orario notturno è inattiva.
Di notte, quindi, ATM mette in stop le corse dei treni, anche per effettuare la pulizia e la manutenzione praticamente dell’intera linea metropolitana. Il servizio fuori dagli orari di apertura dei tornelli, è garantito dalla rete notturna tramite rete di superficie: i mezzi come bus e navette, insieme alla 90 e 91, sono gli unici presidi per chi si deve spostare di notte, anche se M5 non ha nessun servizio sostitutivo (la M4 ha invece i bus della linea NM4). In tanti a Milano si chiedono: sicuri che non si può fare di più?
# Case study in giro per il mondo: New York 24h 7/7, Londra nei week end. Ma ci sono altri esempi anche in Europa
Ph. Pixabay
Il servizio di metropolitana 24/7 è certamente un sogno proibito, ancorato il più delle volte ad una questione di infrastrutture e possibilità. Gli esempi non mancano però, in giro per il mondo ci sono città che offrono il servizio h24, tutte in maniera differente.
A New York City la prestazione è full, 24/7. MTA ha a disposizione un alto numero di binari per molte linee, quasi tutte. Sono quelle utilizzate per i servizi expressway di giorno, la cui ridondanza permette di effettuare interventi e manutenzione sui binari paralleli, senza interrompere il servizio.
Londra è aperta 24h tutti i fine settimana: dal venerdì mattina alla domenica sera la metropolitana non si ferma mai. In un piano di espansione, che prevede l’impiego di un numero sempre crescente di linee, Londra ha deciso un approccio più orientato al divertimento ricreativo, quello del fine settimana.
La metro funziona di notte in settimana o nel week end anche a Chicago, Toronto, Berlino, Mumbai, Vienna, Stoccolma, Zurigo ed altre. Ognuna con la sua particolarità, dettata dalle differenze delle proprie popolazioni.
A Copenaghen la metropolitana funziona 24/7 perché è stata progettata per farlo. Il sogno è nato all’origine così, l’opera prevedeva l’utilizzo del servizio a qualsiasi ora del giorno e della notte. Copenaghen sta ispirando la maggior parte delle soluzioni nel mondo, laddove le linee delle metropolitane sono progettate intorno a vie in uso da secoli. A Copenaghen, invece, l’efficienza è stata progettata su percorsi nuovi: non è la città ad essersi sviluppata intorno alla sua possibilità di espandere la metropolitana (come a Milano) ma è il metrò che arriva sotto casa, laddove l’urbanizzazione ha portato più concentrazione di zone residenziali.
Metroservice usa un sistema di segnalazione all’avanguardia, che garantisce la massima sicurezza per i passeggeri, i treni e la linea, diminuendo le necessità di manutenzione o un numero di stop e interruzioni decisamente sotto la media mondiale. Interscambi e raddoppi di binari si susseguono, anche in superficie, per assicurare alternative a linee interrotte o da verificare e stanno, così, ispirando tante possibili soluzioni anche altrove.
# Soluzione 1: le tabelle orarie per consentire manutenzione e servizio notturno
Le propone RM Transit, i cui contenuti sono dedicati al trasporto pubblico di Vancouver. L’autore ci fa vedere come si potrebbe fare ad espandere gli orari delle metropolitane, come quelle di Milano.
Si potrebbe ad esempio pensare ad allungare gli orari nel fine settimana, alla maniera di Londra o di Berlino. Una soluzione molto adatta per la nostra città, che fa degli eventi, dei locali e dello svago, la principale attrazione dal venerdì alla domenica.
Rimodulando, ad esempio, gli orari di manutenzione notturna. RM Transit mostra due tabelle orarie in cui è possibile, ad esempio, guadagnare un’ora extra di manutenzione notturna, pure se i treni restano in servizio dalle 5:30 del venerdì mattina, alla mezzanotte di domenica ininterrottamente.
Come guadagnare 1 h in servizio nel fine settimana (prima) – Credits: RM Transit
# Soluzione 2: Loop passanti tra un binario e l’altro
Esempio loop interscambio (prima foto) – Credits: RM Transit
Una soluzione pratica, per modificare le infrastrutture già esistenti, è anche quella dei loop passanti tra un binario e l’altro.
Gli interscambi garantirebbero, durante il servizio notturno, la possibilità di avere treni in servizio su un binario, mentre si fa manutenzione sull’altro. Questa soluzione prevede che i binari siano elettricamente isolati e alimentati separatamente.
Immaginiamo una linea, con 4 stazioni e i binari che corrono praticamente paralleli (prima foto). I loop di intercambio sono passaggi che permettono di “saltare” da una direzione all’altra all’occorrenza. Quindi se alla stazione di Duomo c’è da effettuare manutenzione al binario che va in direzione Sesto, gli interscambi a monte e a valle permetterebbero ai treni di utilizzare un solo binario (quello per Bisceglie/Molino Dorino) per andare avanti e indietro di notte, garantendo la fermata per salita e discesa e dando possibilità di intervento tecnico dall’altro lato. E così sull’intera Linea 1.
Esempio loop interscambio – Credits: RM Transit
Basta focalizzarsi la sicurezza perché – almeno nelle stazioni – le linee sono così vicine che ai tecnici della manutenzione toccherebbe l’ingrato compito di effettuare lavori accanto ai treni passeggeri, ad una distanza molto prossima.
Avere un servizio di metropolitana h24 è solo questione di mettersi a studiare cosa serve, capire dove si deve investire in un certo numero di opere, settori e miglioramenti. Poi capire come fare.
Milano è una città che ce la può fare, tranquillamente. Nonostante la maggior parte stia pensando che i sistemi proposti e le migliorie da fare siano onerose e fuori dalla portata delle tasche di Milano, dobbiamo ricordare che la nostra città è quella con il più alto residuo fiscale al mondo. Quando mi capita di dire questo agli amici che vivono all’estero, meraviglia e occhi sbarrati sono la prima reazione suscitata. Insieme alla successiva, più naturale: “ma allora perché così tante cose non vanno, a Milano”?
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.