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Inghilterra: costruito un «nuovo quartiere tradizionale»: i tre stili per una nuova Milano

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Nel Regno Unito, un nuovo quartiere sta facendo parlare di sé per la sua capacità di unire tradizione e modernità. Ma cosa succederebbe se l’Italia, in particolare Milano, prendesse esempio da progetti come questo?

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Inghilterra: costruito un «nuovo quartiere tradizionale»: i tre stili per una nuova Milano

# Cecil Square a Stamford: l’architettura UK guarda al passato

Credits: ArchitecturalUprising (FB)

Nel cuore del Regno Unito, a Stamford, è stato recentemente costruito un quartiere che fa discutere per la sua straordinaria attenzione alla tradizione architettonica. Il nuovo sviluppo residenziale, chiamato Cecil Square, sorge su un sito di 1,5 ettari, dove un tempo si trovava lo stadio del club calcistico Stamford AFC.

Con i suoi 45 nuovi edifici, questo quartiere rappresenta un esempio di come si possa costruire in modo moderno senza rinunciare a un’identità radicata nel passato. Un progetto che ha come principio fondamentale il rispetto per il contesto storico e culturale, utilizzando un “Pattern Book” per comprendere l’architettura locale e le caratteristiche delle strade.

La comunità locale ha partecipato attivamente alla progettazione, ed è emerso un equilibrio tra innovazione e tradizione, un connubio che rende questo quartiere un esempio da prendere in considerazione per l’Italia.

# Milano: il laboratorio di design dove il passato non trova spazio

filieracasa IG – CItylife

In Italia, al contrario, sembra esserci una sorta di rinuncia all’uso degli stili tradizionali. Milano, città dal profondo valore storico e architettonico, è diventata un laboratorio di design moderno e internazionale. Il suo skyline, dominato da grattacieli futuristici e piazze moderne, è diventato l’emblema della metropoli globale, capace di mescolare stili e tendenze internazionali. Ma c’è da chiedersi: davvero Milano ha bisogno di diventare sempre più “internazionale” a scapito della sua identità? E se ci fosse un’alternativa?

Prendiamo ad esempio il quartiere Gae Aulenti e CityLife, due tra i progetti più recenti della città. Non si può negare che siano oggettivamente belli. L’architettura futurista e i grattacieli di CityLife, con le loro forme audaci, la sostenibilità integrata e gli spazi pubblici ampi e ben progettati, sono indubbiamente una realizzazione all’avanguardia.

Così anche Gae Aulenti, con il suo mix di modernità e funzioni urbane, ha dato nuova vita a un’area storica, diventando simbolo di Milano come città dinamica e in crescita. Tuttavia, una domanda rimane: quanto questi spazi sono “milanesi”? O, piuttosto, non sono un esempio di un’estetica internazionale che potrebbe trovarsi in qualsiasi città globale?

Non possiamo limitarci a guardare a progetti come CityLife o Gae Aulenti e dire “questa è Milano”. Dobbiamo andare oltre.

# A Milano è possibile un futuro che integri tradizione e innovazione?

Credits: Wikipedia

Prendiamo l’esempio della Sagrada Familia di Gaudí a Barcellona: un’architettura radicalmente nuova e radicalmente antica, ma che integra in modo sublime gli stili tradizionali con il contemporaneo (di allora), creando un’armonia tra antico e moderno che ancora oggi incanta il mondo. Perché non provare a fare lo stesso a Milano?

#1 I grattacieli gotici: immaginiamo, per esempio, grattacieli che non siano solo monumenti al design moderno, ma che, come il Duomo, siano adornati con statue, gargoyle e altre decorazioni che richiamano la tradizione gotica e rinascimentale. Grattacieli che non siano solo torri d’acciaio, ma veri e propri “palazzi viventi”, arricchiti da dettagli scultorei e architettonici che raccontano, per esempio, la storia di Milano.

#2 Il “dorico-popolare”: perché non progettare case popolari che non siano soltanto funzionali ma che integrino colonne doriche, richiami al classicismo greco e romano, portando una dimensione di bellezza anche negli edifici destinati ai ceti meno abbienti?

#3 Lo stile mitico-circolare per gli edifici pubblici: perché non pensare a edifici pubblici che, invece di limitarsi alla geometria funzionale del moderno, abbraccino la pianta circolare, come gli antichi templi romani o le costruzioni celtiche? Edifici pubblici che non siano solo contenitori di spazi, ma che raccontino storie, che evochino il passato con uno spirito nuovo, ma non banale, che non si accontentino di un estetismo vuoto, ma che diventino un richiamo continuo alla memoria storica della città.

Non si tratterebbe di tornare indietro nel tempo, né di riscoprire uno stile che non ha più senso nel contesto odierno, ma di integrare tradizione e modernità, in modo radicale, creando una Milano che non sia solo un posto dove si vive, ma un’opera d’arte a cielo aperto. Un’idea che potrebbe fare di Milano non solo una città internazionale, ma una città unica, capace di dare al mondo un nuovo modello di bellezza.

Continua la lettura con: Il Villaggio Olimpico in stile casermone sovietico: e quale sarebbe lo scandalo?

MATTEO RESPINTI

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I 7 hotel più prenotati su Booking a Milano

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ale.catanzaro IG - Hotel da Vinci

Ogni giorno Milano accoglie numerosi viaggiatori: si è confermata anche per il 2024 tra le 10 città più visitate d’Europa (all’ottavo posto). Ma quali sono le strutture che su Booking hanno ricevuto le migliori recensioni?

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I 7 hotel più prenotati su Booking a Milano

#7 Hotel Da Vinci (7,7)

ale.catanzaro IG – Hotel da Vinci

Immerso in un parco di 8.000 mq, l’Hotel Da Vinci sorge alle porte di Milano a 150 metri dalla Stazione di Bruzzano, che fornisce collegamenti diretti con il centro città, e offre un ristorante e un parcheggio privato. Moderno albergo a 4 stelle, l’Hotel Da Vinci propone camere ampie, eleganti, climatizzate e dotate di uno spazioso bagno decorato con piastrelle in mosaico, una TV a schermo piatto con canali internazionali, un minibar e la connessione WiFi gratuita. La struttura fornisce un bar e diverse sale riunioni adatte ad accogliere fino a 1.000 persone. Offre una reception 24 ore su 24, un concierge, il servizio in camera e mette a disposizione, per gli ospiti con un veicolo, un parcheggio gratuito.

Si trova accanto al Parco Nord: la struttura dista circa 9 km dal centro storico di Milano, 10 minuti in auto dal centro espositivo Rho Fiera Milano e 700 metri dalla Stazione della Metropolitana Comasina. Con un ambiente adatto alle famiglie e una varietà di servizi ideali, questo alloggio offre i migliori comfort e un ottimo rapporto qualità-prezzo. Il comfort e la soddisfazione dei viaggiatori sono garantiti, anche se i clienti l’hanno valutato 7,7: un voto penalizzato dal wi-fi “che non funziona bene”.

#6 Ibis Milano Centro (7,8)

ibismilanocentro IG

Situato a 350 metri dalla stazione ferroviaria e della metropolitana Repubblica e a 15 minuti a piedi dalla stazione ferroviaria di Milano Centrale, l’Ibis Milano Centro offre il WiFi gratuito e camere climatizzate e insonorizzate. L’hotel comprende 439 camere dotate di TV al plasma con canali internazionali e bagno privato. Il ristorante ‘Lineauno Bistro’ che propone piatti della cucina internazionale, mentre nella zona lounge-bar aperta 24 ore su 24 e affacciata sui giardini sono servite bevande calde e snack. La colazione è disponibile dalle 04:00 alle 12:00, mentre la reception è aperta 24h su 24h, inoltre, proprio dietro l’angolo, è presente una piscina comunale. L’Ibis Milano Centro dista 15 minuti in auto dall’Aeroporto di Linate e 50 km dall’Aeroporto di Malpensa.

#5 Starhotels Business Palace (8,0)

starhotelsbusinesspalace IG

Nato dalla conversione di un edificio industriale del 1900, lo Starhotels Business Palace è strategicamente situato nell’area est di Milano con comodi collegamenti con i trasporti pubblici e il cuore della città. Situato a soli 50 metri dalla stazione della metropolitana Porto di Mare e a 10 minuti a piedi dalla stazione ferroviaria di Rogoredo, lo Starhotels Business Palace vanta il WiFi gratuito in tutte le aree, un’ampia area all’aperto e una palestra con viste panoramiche sulla città. Ciascuna delle 255 camere e suite spaziose e climatizzate offrono ampi spazi con una suggestiva atmosfera chic metropolitana: sono progettate per essere un’oasi di relax dopo un’intensa giornata milanese, infatti, dispongono anche di menù di cuscini e letti Starbeds. ll ristorante ‘Il Borromeo by Eataly’ delizia il palato con ricette della tradizione mediterranea e internazionale, mentre l’atmosfera eclettica del bar ‘La Corte by Eataly’ è ideale per concedersi un buon caffè, un pranzo veloce o un cocktail fino a tarda sera magari giocando ai di tavoli da biliardo di cui è provvisto. Le 10 sale meeting offrono tutto lo spazio necessario per ospitare incontri di business ed eventi privati, mentre la fitness room all’11° piano regala una stupenda vista sullo skyline di Milano.

#4 Hotel Soperga (8,2)

Hotel Soperga

Soperga Hotel rappresenta una scelta molto frequente tra i viaggiatori che visitano Milano, con un ambiente tranquillo e molti utili servizi per farti trascorrere un soggiorno speciale. Situato a soli 600 metri dalla stazione ferroviaria di Milano Centrale e dalla stazione della metropolitana di Loreto, l’Hotel Soperga è servito da ottimi collegamenti e offre eleganti camere non fumatori e ricca colazione continentale. La famosa via dello shopping Corso Buenos Aires è raggiungibile in 10 minuti a piedi, il Duomo di Milano dista 5 fermate di metropolitana, mentre il centro espositivo Rho Fiera Milano è raggiungibile in 30 minuti.

Caratterizzate da colori caldi e pavimenti principalmente in moquette, le sistemazioni dell’Hotel Soperga dispongono di aria condizionata, connessione Wi-Fi gratuita offerta dall’hotel, mini-bar e TV satellitare con canali pay per view. Il personale è disponibile 24 ore su 24, per un consiglio sui ristoranti e locali della città, oppure per prendere un drink o un cocktail al bar dell’hotel o farselo consegnare direttamente in camera. Un ottimo luogo dove soggiornare quando visiti Milano grazie ai punti d’interesse come Dialogo nel Buio (2,2 km) e Quartiere Brera (2,4 km). Non troppo distante si trovano anche Villa Necchi Campiglio, la Pinacoteca Ambrosiana e la Basilica di Sant’Ambrogio.

#3 UNA Hotels Scandinavia Milano (8,3)

unahotels_scandinavia_milano IG

Situato a 200 metri dalla fermata della metropolitana Gerusalemme, utile per raggiungere il centro di Milano, l’UNA HOTELS Scandinavia Milano offre camere moderne con WiFi gratuito. Favorito da una posizione strategica e impreziosito da rifiniture lussuose, l’UNA Hotel Scandinavia soddisfa le richieste più esigenti della clientela business: 153 camere, fitness center con sauna, un ampio garage a disposizione dei clienti, 6 sale meeting in grado di ospitare fino a 170 persone. La struttura dista 1 km dal centro espositivo MiCo CityLife di Milano e 15 minuti di auto dal centro espositivo Rho Fiera Milano. Le camere dello Scandinavia sono dotate di aria condizionata, TV a schermo piatto, arredi in mogano e minibar, il bagno privato è completo di asciugacapelli e set di cortesia con prodotti a base di aloe. Il Giardino Bar & Restaurant by Una Cucina serve piatti della cucina italiana e internazionale, mentre presso il lounge bar potrete gustare bevande e snack. Ogni mattina è disponibile una colazione leggera a partire dalle 04:00 e la gustosa cucina del ristorante può essere apprezzata anche nel piacevole giardino, ideale per cene ed eventi all’aperto.

#2 J24 Hotel Milano (8,5)

j24hotel_milano IG

Il J24 Hotel Milano è un albergo a 4 stelle con 151 camere situato in viale Edoardo Jenner 24. La struttura si trova nel quartiere Niguarda, a soli 350 m dalla stazione della metropolitana Maciachini (MM3 – Linea Gialla), con la quale si può raggiungere comodamente con sole 7 fermate di metro, da Maciachini a Duomo, il centro di Milano.

L’albergo dista circa 2 km dalla stazione ferroviaria Garibaldi e 12 km dall’Aeroporto di Milano-Linate, lo scalo più vicino, e dispone di: un bar e 2 sale riunioni, camere accoglienti, curate e provviste di ogni comfort, dall’aria condizionata all’insonorizzazione, dal parquet  alla cassaforte, fino alla TV a schermo piatto e al Wi-Fi gratis. Il bagno è privato e comprende doccia, asciugacapelli, asciugamani e prodotti da bagno in omaggio. Al mattino vi attende una colazione a buffet con opzioni continentali, il personale della reception parla inglese e spagnolo, con disponibilità 24 ore su 24.

#1 Melià Milano (8,6)

meliamilano IG

Situato a soli 2 minuti a piedi dalla Stazione Metro Lotto, nel quartiere più dinamico e in più rapida crescita di Milano, vicino al quartiere CityLife e alla nuovissima zona di Parco Vittoria dove il Milan ha trasferito il suo leggendario museo.

La struttura si trova a meno di 2 km dallo Stadio di San Siro e a 8 fermate di metro dal Duomo di Milano e da Rho Fiera Milano. Il Meliá Milano è anche vicinissimo al centro espositivo MiCo Milano Congressi e offre ai suoi clienti la nuovissima THE LEVEL Lounge, la più grande d’Europa, con servizi che includono check-in e check-out privati, colazione privata e cocktail pomeridiani. Tutte le 56 nuovissime camere del Meliá presentano ambienti climatizzati con arredi e lenzuola di lusso, inoltre sono dotate anche di minibar, cassaforte e TV a schermo piatto con canali satellitari. Questo hotel offre una palestra accessibile gratuitamente 24 ore su 24 e spaziose camere con arredi eleganti. L’hotel ha reinventato tutto o quasi tutto, introducendo anche il nuovissimo Jigger Food & Cocktail Bar dove la fresca cucina mediterranea si combina con un’esclusiva selezione di drink premium e cocktail d’autore. Potrete anche gustare la colazione a buffet al ristorante Mami e cocktail d’autore e stuzzichini al bar Elyxr.

Continua la lettura con: L’hotel con i prezzi più bassi di Milano: una camera full service a 10 minuti a piedi dal nuovo quartiere Glam Chic

MARTA BERARDI

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26 marzo 2011. Viene inaugurata Affori Centro, stazione della M3: queste le sue 3+1 curiosità

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Ph. @christianmetta IG

26 marzo 2011. Viene inaugurata sulla linea 3 la fermata Affori Centro. Ma che in realtà centro non è. 

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26 marzo 2011. Viene inaugurata Affori Centro, stazione della M3: queste le sue 3+1 curiosità

wikipedia

26 marzo 2011. Alla presenza dell’allora Sindaco Letizia Moratti, viene inaugurata la fermata Affori Centro, stazione della M3. Eppure non è in centro, come invece suggerisce il nome.

A dispetto della denominazione, sorge nella zona meridionale del quartiere di Affori, il cui vero centro è piazza Santa Giustina. Le uscite si trovano in via Pellegrino Rossi.  

Leggi anche: 10 motivi per amare Affori, la periferia nobile di Milano 

# Altre curiosità sulla fermata di Affori Centro

  • nei pressi della fermata, in Via Pellegrino Rossi 52 si trova Casa Gigiotti dell’architetto Zanotti edificata nel 1926: un tempo era rossa ora tendente al rosa
  • ad Affori c’è un esemplare più che centenario (190 anni circa) di Platanus Acerifoli, situato all’incrocio tra via Astesani e via Affori. L’albero risale all’epoca della conquista napoleonica: si racconta che il Platano di Affori sia stato piantato in onore di una nobildonna milanese per cui Napoleone aveva perso la testa.
  • la chiesa di Santa Giustina, che si trova nel vero centro di Affori, conserva un bellissimo dipinto del 1500 realizzato da un allievo di Leonardo da Vinci: si tratta di una piccola copia della celebre Vergine delle Rocce

Continua la lettura con: 25 marzo: ritorna lo spettacolo del Fiume di Latte

MILANO CITTA’ STATO

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Se Milano non esistesse, quale sarebbe la nuova Milano? Le 5 preferite dai milanesi

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Le cure, Firenze - ph. @mcfarinata IG

Abbiamo chiesto ai milanesi quale città potrebbe ambire a ricoprire il ruolo di capitale economica del Paese. Vediamo le 5 sostitute secondo i milanesi. 

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Se Milano non esistesse, quale sarebbe la nuova Milano? Le 5 preferite dai milanesi

#1 Firenze, era la “Milano” del Rinascimento 

Credits Azamat Esmurziyev-unsplash – Firenze

L’altra Milano? Firenze. In fondo c’è stato un tempo in cui la Milano d’Italia era Firenze, quando la città toscana era la luce del Rinascimento. Come sottolineano però i milanesi oggi ha un problema: rispetto a Milano, manca quella spinta industriale e finanziaria che la renderebbe un vero motore economico. E se senza Milano la città del giglio tornasse agli antichi splendori? 

#2 Torino, la riserva pronta ad approfittare di una uscita dal campo di Milano

Credits: @russo_alice – Torino

Capitale d’Italia prima di Firenze, Torino ha già vissuto nel secolo scorso un’epoca da protagonista, tra l’industrializzazione e il boom economico. Negli ultimi anni ha saputo reinventarsi, puntando su innovazione, startup e cultura, anche se la crisi occupazionale e demografica ha colpito duramente e ormai è sempre un passo dietro Milano. Se Milano non esistesse, potrebbe ricoprire il ruolo di capitale economica? L’unica cosa che appare ai milanesi è che Torino sembra come quei giocatori messi in panchina con caratteristiche fotocopia al titolare. In questo caso, Milano. 

Leggi anche: Torino farà la fine di Detroit?

#3 Bergamo, il desiderio proibito di scalzare Milano 

superstar-pixabay -Bergamo

Se c’è una città che può essere considerata una piccola Milano, quella è Bergamo. Dinamica, produttiva, arrembante, con un centro storico di rara bellezza, con le mura Patrimonio dell’Unesco, e un’area industriale tra le più attive d’Italia. Negli ultimi anni ha saputo emergere come polo economico e culturale, avvicinandosi sempre di più allo stile milanese. Non è un mistero che sotto sotto la città orobica culli il desiderio di diventare la nuova Milano. 

Leggi anche: I 5 progetti che stanno rivoluzionando Bergamo: diventerà la «nuova Milano»?

#4 Verona, la più milanese delle città del Veneto

Credits Timo Wielink-unsplash – Verona

Una città molto cara ai milanesi. Forse la più milanese del Veneto. Con una posizione strategica invidiabile tra il nord e il centro Italia, nodo cruciale per i collegamenti verso l’Austria e l’Europa Centrale, un turismo in crescita costante e un tessuto imprenditoriale dinamico. Le manca solo un respiro più internazionale per competere davvero con Milano.

Leggi anche: I lavori straordinari nel Tunnel sotterraneo più lungo del mondo (che si sta costruendo in Italia)

#5 Bologna, la città dei giovani che deve affrancarsi dal provincialismo

CristinaLama-pixabay -Bologna

Bologna ha un’università tra le più antiche del mondo e una tradizione culturale e imprenditoriale che la rende unica, si trova infatti al centro della Motor Valley, dove hanno sede le industrie automobilistiche e motociclistiche più importanti del mondo. La sua vivacità intellettuale, l’attenzione per l’innovazione e il cibo iconico potrebbero trasformarla nella nuova capitale morale del Paese. C’è stato un periodo, a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, che per la sua capacità di attirare i giovani sembrava porsi come reale alternativa a Milano. Ma poi forse per provincialismo, forse per mancanza di coraggio, è parsa ripiegarsi troppo su se stessa. Forse senza Milano potrebbe passare dall’ombra alla luce?

Continua la lettura con: Le 7 «Milano d’Europa»: le città che contano più delle capitali

MILANO CITTA’ STATO

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L’Italia ha perso il sorriso: in Europa c’è solo questo Paese più triste di noi

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Designer AI

L’Italia scivola nelle retrovie della classifica sulla felicità, con solo un Paese europeo dietro di sé. Intanto, il Nord Europa si conferma al vertice. Vediamo i risultati del World Happiness Report.

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L’Italia ha perso il sorriso: in Europa c’è solo questo Paese più triste di noi

# I paesi del nord Europa si confermano i più felici

jsem.tereza IG – Helsinki

C’è sempre la Finlandia al primo posto tra i paesi più felici del mondo. Nel World Happiness Report 2025, pubblicato annualmente da un team interdisciplinare di ricercatori del Wellbeing Research Centre presso l’Università di Oxford in occasione della Giornata mondiale della felicità il 20 marzo, si conferma per l’ottava volta consecutiva in vetta alla graduatoria mondiale della felicità.

Top ten World Happiness Report

La top five della classifica guarda tutta verso il Nord Europa, nell’ordine troviamo infatti: Danimarca, Islanda, Svezia, Paesi Bassi.Nella top ten globale solo tre Paesi provano a insidiare il dominio europeo (Costa Rica, Israele e Messico), gli altri sono Norvegia e Lussemburgo.

# I fattori presi in considerazione

Fattori studio World Happiness Report

Lo studio, che ha misurato l’indice medio di felicità nel periodo tra il 2022 e il 2024, ha preso in considerazione sei principali fattori: il Pil pro capite, l’aspettativa di una vita sana alla nascita, il sentimento di libertà, il supporto sociale, la generosità delle persone e la percezione della corruzione. A questi si aggiunge una valutazione media su come le risate, il divertimento e le cose interessanti abbiano prodotto effetti positivi nel giorno precedente, e una su come i sentimenti di preoccupazione, tristezza e rabbia ne abbiano prodotti di negativi.

# In Europa solo il Portogallo è più triste dell’Italia 

thegap_media IG – World Happiness Report

L’Italia si posiziona in coda alla classifica a livello europeo con un punteggio di 6,41, in 21esima posizione, davanti solo al Portogallo. Viene superata, tra gli altri, anche da: Svizzera, Belgio, Austria, Germania, Regno Unito, Francia, Spagna e persino Romania. A livello mondiale occupa la 40esima piazza. Le bellezze naturali e culturali non bastano a renderla una Nazione felice, perchè soffre di una bassa generosità sociale, una percezione diffusa della corruzione e un sistema di welfare sempre meno in grado di soddisfare le esigenze della popolazione.

Continua la lettura con: «Milano è la città più felice d’Italia»

FABIO MARCOMIN

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I treni della metro di Milano: l’evoluzione dai 100/200 alla M4

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credits Wiki Wand

Il primo convoglio della metropolitana milanese ha compiuto il suo primo viaggio il 1° novembre del 1964. Da allora i treni si sono evoluti stando al passo con lo sviluppo della città, fino ad arrivare alla nuovissima M4. Vediamo insieme tutti i modelli.

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I treni della metro di Milano: l’evoluzione dai 100/200 alla M4

# I treni “Revamping” a “sagoma intera”

Le prime elettromotrici delle tre linee, 1,2 e 3, sono conosciute anche come tradizionali e “revamping”, proprio a seguito delle operazioni di revamping effettuate su alcuni treni negli anni 2000. Sono quindi elettromotrici di tipo metropolitano in servizio sulla Linea 1 della metropolitana di Milano.

#M1 dalla serie 100/200 alla 600/700

credits Wiki index

Sono stati 9 i diversi lotti costruiti dal 1962 al 1989 ed entrarono in servizio regolare il 1° novembre 1964. Si partì dalla serie 100/200, per poi finire con quella 600/700. I primi lotti erano dotati di fari sporgenti, porte scorrevoli e pantografi a rombo sulle motrici. Ad oggi, rimangono in servizio quelli del 4°-5° lotto e del 7°-9° lotto revampizzati.

Leggi anche: Due linee (e uno scivolo) per far passare la METRO sotto al Castello

#M2 dalla serie 300/400 alla 500, i primi miglioramenti

credits Wikiwand

I convogli per la linea 2 furono costruiti in 4 diverse serie divise in 6 lotti, dal 1970 al 1991. I lotti dall’1 al 3 disponevano di motrici serie 300/400, con rimorchiate di serie 2100/2500. Questi lotti erano caratterizzati da tre porte per lato, due finestre ogni porta e dalla seduta trasversale. Il lotto 4, invece, entrò in funzione nel 1981, ed era dotato di motrici serie 400 e rimorchiate serie 2500. L’ultimo lotto, entrato in scena nel 1991, disponeva addirittura di quattro porte per lato e della seduta longitudinale.

Leggi anche: M2: 7 RECORD CURIOSI che forse non sai della METRO dell’HINTERLAND

#M3 dalle serie 8000 alla 8100 con i primi treni intercomunicanti

credits Metro Milano

I treni della M3 furono costruiti in due lotti distinti, dal 1989 al 2004. Il primo lotto disponeva di motrici di serie 8000 e rimorchiate di serie 9000. Su tutti i treni, ai due lati delle velette indicatrici interne, sono presenti degli indicatori luminosi a forma di freccia che indicano il lato di apertura delle porte nella stazione in cui si sta per arrivare.

Leggi anche: M3: 7 CHICCHE che forse non sai sulla METRO dei MONDIALI 

# 2009: arriva MeNeGhino, il primo treno di nuova generazione

credits Ferrovie.it

Nel 2009 ha debuttato nella metropolitana milanese Meneghino. Questo convoglio nacque su commissione dell’ATM per il rinnovo dei rotabili delle linee della metropolitana. Il soprannome fu coniato interponendo alle tre lettere dell’acronimo MNG (Metropolitana di Nuova Generazione, vero nome del convoglio) le vocali e ed aggiungendo in finale le sillabe -hino, per ottenere quindi il termine MeNeGhino. A sua volta, Meneghino prende il nome dalla tipica maschera del carnevale milanese. Il progetto venne presentato il 19 marzo 2009 sulla linea M1, dopo una serie di test e corse di addestramento.

# 2014: Leonardo, l’evoluzione del Meneghino in vista di Expo 2015

credits Ferrovie.it

Questo nuovo convoglio si basava sul precedente Meneghino e nacque in vista di Expo 2015. Ci fu un finanziamento di 220 milioni di euro, completamente a carico dell’azienda ATM, con i quali sono stati acquistati i treni. Il progetto è stato presentato nell’aprile 2014 in piazza del Duomo. Il primo convoglio è entrato in servizio il 23 dicembre 2014, seguito da altri 13 convogli prima dell’apertura di Expo 2015. le prime forniture hanno portato a 30 treni, di cui 20 destinati alla linea M1 e 10 destinati alla linea M2; a differenza di quanto avvenuto con il “Meneghino”, non sono stati realizzati esemplari del “Leonardo” per la linea M3.

Leggi anche: L’EVOLUZIONE del TRAM a Milano

# I treni della M5, primi a guida driverless

credits MM Spa

I treni della M5 sono stati i primi con un sistema di guida driverless, cioè a guida autonoma. Essi non dispongono della cabina per l’autista da nessun lato del convoglio, ma hanno solo un pannello di controllo da usare in caso di emergenza. Le banchine di questa linea sono lunghe solamente 50 metri, rispetto ai 110 delle prime tre linee di Milano. Un’altra peculiarità interessante è il fatto che le carrozze hanno anche sedute a salotto e altre richiudibili. Ad oggi sono 21 i convogli in servizio sulla M5.

Leggi anche: Le ESTENSIONI FUTURE delle linee della METROPOLITANA

# I convogli della M4, con banchine di soli 50 m

credits MilanoNews

I treni della M4 sono dotati di guida completamente automatica e di porte di banchina che si aprono all’arrivo dei treni solo quando essi sono totalmente fermi e perfettamente allineati. Il sistema è quindi analogo a quello della M5, controllato unicamente da un unico centro operativo. Le banchine sono lunghe 50 m (come quelle della M5) e sensibilmente più corte di quelle delle prime tre linee (110 m)

Continua la lettura con: La «Cattedrale del Movimento»: tre curiosità sulla Centrale, la stazione in stile “assiro-milanese”

ANDREA PARRINO

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Milano si conferma tra le 10 città più visitate d’Europa

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Istanbul - ph. @ ilkinkaracan IG

Ancora una volta tra le città più visitate d’Europa, grazie alla sua posizione strategica e alla continua offerta di eventi di richiamo internazionale. Questa la classifica elaborata da geostatista.

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Milano si conferma tra le 10 città più visitate d’Europa

#10 Berlino (6.195.800 di turisti)

pixabay-Kai_Vogel – Berlin cattedrale

Apre la ton ten Berlino, ancora oggi un centro pulsante di creatività e storia. Con i suoi 6.2 milioni di visitatori, la capitale tedesca ha il merito di saper mescolare passato e futuro. Dai resti del Muro di Berlino alla modernità del Museo di Arte Contemporanea, Berlino ha saputo reinventarsi come città cosmopolita, ma pur sempre legata al proprio passato. Una capitale che non ha paura di essere controversa, dove la storia non è solo quella che si studia sui libri, ma si vive nelle strade, nei muri, nei musei, nelle gallerie e, naturalmente, nella sua scena musicale underground.

#9 Vienna (6.634.700 di turisti)

sjuzi_sue – pixabay – Prater Vienna

A Vienna il turismo è una dolce melodia che risuona tra i palazzi imperiali, i caffè storici e i concerti di musica classica. Con 6,6 milioni di turisti, la capitale austriaca non ha certo bisogno di presentazioni. La città sembra sospesa nel tempo, tra il Castello di Schönbrunn e il Teatro dell’Opera, ma non è mai noiosa. Ogni angolo di Vienna racconta una storia di potere, arte e cultura. È la città dei caffè, degli artisti e dei sogni, dove una passeggiata può trasformarsi in un viaggio nel passato imperiale dell’Europa.

#8 Milano (6.804.500 di turisti)

Credits Andrea Cherchi – Piazza Gae Aulenti dall’alto

Milano, con i suoi 6,8 milioni di turisti, si conferma tra le città più visitate d’Europa piazzandosi all’ottavo posto della graduatoria. Sebbene la città non sia certo un polo esclusivo di turismo come altre capitali europee, attira visitatori grazie alla sua offerta culturale e agli eventi internazionali. La moda e il design sono le sue vetrine, ma Milano è anche la città di monumenti storici come il Duomo e il Castello Sforzesco, e di luoghi emblematici come il Teatro alla Scala o i nuovi quartieri moderni di Citylife e Porta Nuova.

#7 Barcellona (7.016.600 di turisti)

Leonhard_Niederwimmer-pixabay – Barcellona

La Spagna ha la sua punta di diamante in Barcellona, che con 7 milioni di turisti si piazza al settimo posto. Il capolavoro di Gaudí è un richiamo irresistibile, ma Barcellona non è solo questo: è il sole che bacia le sue spiagge dorate, le ramblas che vibrano di vita, e la sorprendente energia della sagrada Familia, in continua evoluzione. La città catalana sa come mescolare storia, cultura, e divertimento, ed è proprio questa alchimia a renderla una delle mete più visitate in Europa. Un viaggio qui è una promessa di emozioni contrastanti, tra il profumo di mare e quello della cultura.

#6 Amsterdam (8.835.400 di turisti)

Amsterdam @pixabay

Con 8.8 milioni di turisti si issa alla sesta posizione Amsterdam. La città dei canali è il cuore pulsante di un’Europa sempre più “green” e all’avanguardia. Le biciclette, i musei come il Van Gogh Museum e il Rijksmuseum, e l’atmosfera rilassata della capitale dei Paesi Bassi sono solo alcuni dei suoi tratti distintivi. Ma è anche la città dove ogni angolo racconta di libertà, arte e modernità.

#5 Roma (10.317.000 di turisti)

Ph: noidiroma – Instagram

Roma, la Città Eterna, conquista la quinta posizione con 10,3 milioni di turisti all’anno. Chiunque abbia visto il Colosseo, il Pantheon o San Pietro, sa che Roma non è una città che si visita, ma una città che si vive. Ogni strada, ogni piazza ha qualcosa da raccontare. Dalle fontane barocche a quei vicoli che emanano storia e leggende millenarie, Roma è una meta senza tempo. È anche la città dove cultura e gastronomia si fondono in un’esperienza che non si dimentica, dove il cibo diventa un rito da assaporare in uno dei suoi tanti ristoranti tipici.

#4 Antalya (14.121.700 turisti)

pixabay-antalya- AysglAlp

Passiamo a Antalya, la città turca che conquista il quarto posto con 14.1 milioni di turisti. Spesso trascurata in favore di altre mete più celebri, Antalya è una delle gemme nascoste dell’Asia Minore. Spiagge mozzafiato, acque cristalline e una storia millenaria che affonda le radici nell’antichità greco-romana la rendono una meta ideale per chi cerca mare e cultura in un mix perfetto. Non è solo una città di vacanza, ma una destinazione che offre divertimento e scoperta in ogni angolo.

#3 Istanbul (14.715.900 di turisti)

Alpcem-pixabay – Istanbul

Istanbul, sul gradino più basso del podio con 14,7 milioni di turisti, è l’esempio perfetto di come una città possa racchiudere in sé due mondi: quello europeo e quello asiatico. È la città che attraversa i due continenti e lo fa con eleganza, storia e modernità. Il Palazzo Topkapi, la Moschea Blu, e il Gran Bazar sono solo alcune delle meraviglie che Istanbul ha da offrire. Un crocevia di culture, religioni e tradizioni che la rendono unica, una città dove ogni visita è un viaggio attraverso le sue contraddizioni affascinanti.

#2 Londra (19.090.000 di turisti)

Credits: chloeet96, IG

Londra è di un soffio al secondo posto con 19,09 milioni di turisti, una metropoli cosmopolita che continua ad affascinare il mondo. Il Big Ben, la Torre di Londra e il Palazzo di Buckingham sono solo alcuni dei suoi punti di forza. Ma Londra è molto più di questo. È una città che non smette mai di sorprendere, con i suoi mercati vibranti, i pub storici e le gallerie d’arte che offrono un concentrato di cultura, moda e diversità in ogni angolo. 

#1 Parigi (19.100.000 di turisti)

pixabay-pierre9x6 – Parigi

Parigi, con i suoi 19,1 milioni di turisti, si conferma regina incontrastata del turismo mondiale. La Torre Eiffel, il Louvre, e la Cattedrale di Notre-Dame sono solo alcuni dei luoghi che ogni anno incantano milioni di visitatori della città dell’amore. C’è il Quartiere Latino, con le sue stradine storiche, i Giardini delle Tuileries per una passeggiata rilassante, il Mercato delle Pulci di Saint-Ouen, un angolo perfetto per chi cerca pezzi vintage e curiosità. Parigi è la città dove arte, architettura, gastronomia e shopping si fondono alla massima potenza.  

Continua la lettura con: Milano è tra le 4 città in Europa che producono più ricchezza

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7 espressioni romane cadute in disuso

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Ph: alberto.sordi - Instagram

Da Gioacchino Belli a Trilussa, da Alberto Sordi a Carlo Verdone passando per Gigi Proietti, il romano – o forse meglio “romanesco” – è stata la lingua che ha caratterizzato grandi artisti della nostra storia. Non solo, quindi, un semplice dialetto, ma un vero e proprio veicolo espressivo composto di eccentricità, poeticità, sensibilità e, perché no, una giusta dose di spregiudicatezza. Ad oggi questa lingua è mutata moltissimo e tante espressioni tipiche sono andate perdute. Ecco quindi le 7 espressioni tipiche del romanesco ormai cadute in disuso.

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7 espressioni romane cadute in disuso

# Appizzare

Ph: gigiproiettigram – Instagram

Un tempo si diceva “me so’ appizzato du’ spicci” per dire che si aveva risparmiato qualche soldo, messo da parte magari in un momento di difficoltà per poterlo usare quando si restava a secco. Questo termine riflette quella che era la tipica parsimonia delle famiglie popolari romane, le stesse che hanno contribuito a creare l’immaginario collettivo relativo alla borgata. Ad oggi il termine è quasi totalmente perduto, soppiantato da termini più generici come “mettere da parte”.

# Cazzabubbole

Monumento a Gioacchino Belli – tripadvisor.it

Quante volte capita di dover ascoltare discorsi privi di sostanza o pieni di sciocchezze e luoghi comuni? Insomma, concentrati di fesserie, stupidaggini o, come si sarebbe detto a Roma, di cazzabubbole! Questo termine indicava esattamente questo e il suo suono buffo e musicale richiama perfettamente il suo significato. Ad oggi anche questa parola è stata sostituita da termini decisamente più generici.

# Frescà

Ph: alberto.sordi – Instagram

“Ao ma che me stai a frescà?” ogni tanto si sente ancora e forse qualche romano ancora lo riconosce. Questa è la tipica domanda che un romano poteva rivolgere a qualcuno che cercava di fregarlo o prendersi gioco di lui. Questa espressione richiama anche altri termini come “frescone” che indicano qualcuno con la testa tra le nuvole. Nonostante sia alquanto originale, si usa sempre meno in favore di termini spesso più volgari.

# Gnafà

Monumento a Trilussa – turismoroma.it

Un’espressione come “sto a gnafà tutto er giorno” indicava una giornata passata in totale pigrizia. Sebbene il concetto di ozio resti eterno, questa parola è caduta in disuso, lasciando spazio a modi di dire più attuali come “nun faccio niente“.

# Scarpinare

Ph: gigiproiettigram – Instagram

Un romano, per raccontare di una giornata in cui ha camminato tanto o ha battuto più strade o sentieri, poteva dire di aver “scarpinato” qua e là, per questo o quel borgo. Anche questa parola ha un suono che richiama vividamente il suo significato, anche perché in sé stessa contiene proprio la parola “scarpa”. Ad oggi non esiste una parola che l’abbia sostituita.

# Sguillà

Ph: carloverdone – Instagram

Dire “so’ sguillato per le scale” sicuramente non fa pensare a una bella esperienza. “Sguillare” in romano voleva dire scivolare o cadere rovinosamente, evocando un’immagine chiara e sonora dell’accaduto. Anche questa parola è scomparsa senza essere sostituita da un termine apposito.

# Zompare

Ph: alberto.sordi – Instagram

Sentire un bambino dire “zompa qua!” può farci pensare che stia giocando con un amico o che comunque si stia intrattenendo in un’attività fisicamente impegnativa. Questo verbo, decisamente vivace e dinamico, è oggi sostituito dal termine italiano “saltare”.

Continua la lettura con: I 7 luoghi da riqualificare a Roma

RAFFAELE PERGOLIZZI

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«Come nuovo collegamento, dalla stazione di Milano Centrale suggerirei anche…»

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Buongiorno,

Come nuovo collegamento, dalla stazione di Milano Centrale suggerirei anche una linea ferroviaria dedicata per Linate, visto che per l’80 per cento del percorso sarebbe già pronto.

Per completezza a quel punto anche Milano Garibaldi e Milano Bovisa via passante potrebbero entrare in gioco.

CLAUDIO T
 

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La ferrovia sarà la nuova metro. Occorre solo utilizzarla meglio e integrarla con la rete della metropolitana.
 
 
 
IL POSTINO
 
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Continua la lettura con: «Volevo raccontarvi l’odissea che migliaia di abbonati con tessera digitale atm stanno vivendo…»

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Le 5 +1 principali differenze tra la vita a Milano e a Roma

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fralazia IG - Piccolo Duomo di Milano a Roma

La capitale morale da una parte, quella politica dall’altra. Della moda l’una, delle bellezze artistiche l’altra. Potranno mai assomigliarsi?

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Le 5 +1 principali differenze tra la vita a Milano e a Roma

#1 Rimandare

Credits StartupStockPhotos-pixabay – Lavoro

Difficilmente a Milano si rinvia un appuntamento di lavoro, una cena o una qualsiasi scadenza perché per il milanese é fondamentale stare sul pezzo. A Roma si rimanda volentieri, del resto “ma che ce frega ma che ce importa”, si fa oggi il necessario, tutto il resto è noia.

#2 Moda

Chatgpt – Persone alla moda in piazza Duomo a Milano

Non può esistere che si veda un milanese in giro per la città vestito come capita. Anche se indossa una tuta, sarà un indumento ricercato, tutto parla di cura del dettaglio, di se stessi. È proprio un approccio diverso che vede Roma più propensa all’approssimazione.

#3 Arte e bellezza 

Giovanni Fanelli – Edificio cortile rosso

È innegabile che la bellezza di Roma sia ovunque, in ogni angolo e che inebri, accarezzi in ogni vicolo, stupisca in ogni piazza. E dunque Milano è brutta? Chi non la vuole conoscere veramente, lo potrebbe sostenere, ma la realtà è che Milano gode di scorci nascosti sorprendenti, di una bellezza che è stimolante andare a cercare.

#4 Ristoranti 

Stendhal Roma

È indubbiamente vero che in entrambe le metropoli si mangi bene, forse Roma è più legata alle proprie tradizioni culinarie che sta copiosamente esportando a Milano dove si vive una vera e propria invasione di cucina romana, da Mariola a Vaporidis col suo Trastevere, al recente Claudio Amendola in Porta Venezia. Unica eccezione all’inverso, il ristorante Stendhal, iconica location milanese in zona Brera che ha aperto a Roma all’interno della elegante galleria Alberto Sordi. Resterà un caso isolato?

#5 Mezzi di trasporto

Credits odisseaquotidiana IG – Bus a fuoco a Roma

Realizzate in concreto o solo progettate, le linee di comunicazione milanesi funzionano, aumenti dei prezzi a parte, cantieri e ritardi compresi. Decennale a Roma il problema delle buche sul manto stradale e, per questo aspetto, le similitudini con Milano si fanno più corpose. Va da sé che una metropoli di estensione enorme come Roma ha solo tre linee metropolitane, né del resto il trasporto di superficie è migliore visto il parco mezzi datato, i ritardi cronici, i cantieri perenni, le arterie cittadine soffocate da un caos fuori controllo. 

#5+1 Movida

Credits bischerimilano IG – Bischeri Milano

A Milano si organizza tutto, eventi, serate, week dedicate a qualunque cosa. Sembra quasi essa spinga a partecipare, esserci, non perdersi nulla. Del resto stiamo parlando della patria della creatività, dell’azione, del vivere il futuro prima di tutti gli altri.

A Roma non serve organizzare nulla, le sue incomparabili bellezze bastano da sole a riempire il cuore oltre che il tempo. In una settimana è probabile vedere buona parte di Milano ma ahimè solo un decimo di Roma.
 

Continua la lettura con: La metro di Milano è forte solo al centro: i risultati a sorpresa da un confronto con Roma

ALESSANDRA GURRIERI

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La foto del giorno: dove siamo?

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Ph. @silvia_introzzi IG

La foto del giorno: oggi siamo in via Bernardino Telesio.

Ph. @silvia_introzzi

 
Ph. @silvia_introzzi IG

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Continua la lettura con: La foto del Giorno 

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Quando perdi la 90 e ti metti a correre per prenderla alla fermata successiva

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La corsa che ogni milanese fa almeno una volta nella vita. 
 

Qui il video: Quando perdi la 90 e ti metti a correre per prenderla alla fermata successiva

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Continua con: Quando provi un mezzo alternativo per circolare a Milano senza parcheggio

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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Cosa fai per addormentarti? Quali sono i vostri mostri? «Una cosa pazzesca: il finale» – Ep. 3

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«E’ successa una cosa pazzesca»: l’ultima parte di Ci vediamo a Fermento, il nuovo videopodcast di Milano Città Stato: cinque ventenni, con personalità e visioni del mondo diverse, si confrontano apertamente sulle loro esperienze. La terza puntata di Ci vediamo a Fermento sul canale di youtube di Milano Città Stato. 

Regia: Francesco Leitner. Prodotto da: Fabio Novarino. Location: Fucine Vulcano APS – Via Fabio Massimo 15/12 (IG: @fucinevulcano).

Qui la prima parte:

Qui la seconda parte:

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La nuova Milano-Malpensa: la data dell’inaugurazione

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Dal primo dicembre del 2022 sono in corso i lavori per la realizzazione del nuovo collegamento ferroviario tra il Terminal 2 dell’aeroporto di Milano Malpensa e la linea ferroviaria del Sempione. Ma quanto manca alla fine? E cosa succederà?

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La nuova Milano-Malpensa: la data dell’inaugurazione

# Avanza il cantiere per il nuovo collegamento ferroviario tra il Terminal 2 di Malpensa e la linea ferroviaria del Sempione

credits SALC Spa facebook

A dicembre del 2022 erano iniziati i lavori per realizzare questo nuovo collegamento. Pochi mesi fa, nell’ottobre del 2024, è stato concluso lo scavo della galleria naturale. La connessione è lunga 385 metri. Stanno ora proseguendo i lavori per la costruzione di tutte le altre gallerie e trincee. Fino ad oggi, sono state realizzate le strutture di otto tra gallerie artificiali e trincee. «Come da programma, i lavori proseguono a pieno regime per un’opera che avvicina sempre di più la Lombardia all’Europa. La T2 Malpensa-Sempione renderà più agevoli e veloci i collegamenti con Milano e con la Svizzera, migliorando notevolmente i servizi ferroviari e recando quindi un notevole beneficio al trasporto pubblico locale» ha commentato l’assessore ai Trasporti, Franco Lucente. 

# Un progetto di quasi 5 chilometri: attivazione a fine 2025

gazzetta dei trasporti – Collegamenti da Malpensa

Il collegamento ferroviario a doppio binario tra il T2 e la linea Rfi del Sempione sarà lungo 4,6 chilometri verso Gallarate, più 1,1 chilometri di raccordo verso Casorate Sempione. Il tempo previsto di percorrenza tra il Terminale e Gallarate è di sette minuti. L’intevento fa parte, in ambito europeo, del cosiddetto “Global Project”, è promosso da FerrovieNord in partnership con Sea ed è realizzato da Salc Spa. Il costo totale dell’operazione è di 264 milioni e mezzo, e la conclusione dei lavori è prevista per luglio 2025, mentre l’attivazione per dicembre 2025.

# Nuovi scali avviati a gennaio: una movimentazione di 150 mila metri cubi di terra

Credits malpensa24 – Ferrovia Malpensa-Sempione

A gennaio di quest’anno sono stati avviati altri scavi, come per esempio quelli della galleria artificiale Ga05, a ridosso della superstrada 336, nel territorio di Somma Lombardo. L’intervento prevede la movimentazione di 150mila metri cubi di terra ad opera dell’impresa Perino Piero di Torino.

In questa fase il cantiere ha previsto lo spostamento della sede della Statale 336 su un nuovo tracciato provvisorio, in attesa di successiva modifica, così come previsto anche per un tratto della Statale 33 “del Sempione”.

# Un’opera di oltre 250 milioni di euro: cosa cambierà a lavori ultimati? Il super-collegamento con la Svizzera

tickets-milan.it – Malpensa Express

Lo scalo di Malpensa, dopo l’inaugurazione del collegamento, diventerà un nodo di interscambio con servizi ferroviari di breve e medio raggio, ad alta velocità e transfrontalieri dalla Svizzera, questo perché i treni faranno scalo direttamente all’aeroporto anche per chi arriva da oltre confine.

Il costo complessivo dell’opera è di 264 milioni di euro, ed è così finanziato:

98.000.000 euro da Regione Lombardia (di cui 11 milioni dal Piano Lombardia);
63,402.000 euro dall’UE nell’ambito del programma “CEF ‐ Connecting Europe Facility ‐ 2019 CEF Transport call”
55.937.000 euro dal Ministero delle infrastrutture (Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022)
1.000.000 euro a carico di SEA;
5.800.000 mln € a carico L. 234/2021;
40.450.000 mln € a carico L. 197/2002.

Continua la lettura con: Il direttissimo «Roma-Malpensa con l’alta velocità, senza passare da Milano»

ANDREA PARRINO

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25 marzo: ritorna lo spettacolo del fiume di latte a un’ora da Milano

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Ph. silxref Ig

Inizia a scorrere il 25 marzo con l’arrivo della primavera e smette di farlo il 7 ottobre. La sua origine e il colore delle sue acque sono ancora avvolti nel mistero. 

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25 marzo: ritorna lo spettacolo del fiume di latte a un’ora da Milano

# Fiumelatte, il torrente bianco come il latte

Credits betty_saccani IG – Fiumelatte

Il fiume di latte. Inizia a scorrere il 25 marzo con l’arrivo della primavera e smette di farlo il 7 ottobre. Con i suoi 250 metri Fiumelatte è uno dei corsi d’acqua più corti d’Italia. La sua corsa termine nel Lago di Como dopo aver tagliato in due il pittoresco comune di Varenna. Il suo nome proviene dalla caratteristica colorazione che assume l’acqua: bianca come il latte. Singolare anche la sua origine: il fiume nasce da una grotta situata sulla cima del paese.

Ancora mistero sulla colorazione delle sue acque. L’ipotesi più avvalorata è che il fiume provenga da una sorgente carsica naturale del Moncodeno. E le sue particolarità non sono ancora finite: si tratta di un fiume “temporaneo”, che appare e scompare durante l’anno. 

Leggi anche: Il “fiume più CORTO del mondo” è a un paio d’ore da Milano

# Il delizioso borgo che ne prende il nome

Credits valentina_.facchetti iG – Fiumelatte

Il fiume scorre attraverso la frazione di Fiumelatte: il piccolissimo borgo che ne prende il nome, che si specchia sul lago di Como e si arrampica ai piedi del monte Fopp.

Il piccolo borgo è un micro agglomerato di case: un tempo abitazioni di pescatori oggi diventate per lo più dimore di turisti e villeggianti, dove passeggiare è quasi un’esperienza surreale. Il punto più suggestivo è il ponticello che affaccia sul corso d’acqua color del latte e la cui origine è fitta di misteri. 

Leggi anche: L’INCANTEVOLE BORGO tra RUSCELLI e CASCATELLE senza bar, negozi e ristoranti

# La leggenda di Fiumelatte e della sorgente segreta

Credits nad_1983_ IG – Grotta sorgente Fiumelatte

Tra le leggende più suggestive c’è quella che racconta di un’avvenente fanciulla con tre pretendenti chiamati a compiere una prova particolare per convolare con lei a nozze: svelarle la sorgente di Fiumelatte.

Tornarono dalla grotta con un aspetto invecchiato e trasandato. Uno di loro disse di aver conosciuto una sirena e di essere passato da un luogo paradisiaco ad un antro senza via d’uscita. Il secondo pretendendo rivelò di essersi ritrovato in un luogo luminoso e scintillante popolato da bellissime donne trasformatesi poi in terribili creature notturne. Mentre il terzo dopo aver fatto ritorno al villaggio non volle nemmeno raccontare quello che gli era accaduta nella grotta. Che cosa ci sarà dunque nella grotta dove nasce il Fiumelatte? Non resta che un solo modo per scoprirlo: andarci. 

Continua la lettura con: 23 marzo. La più grande strage in tempo di pace a Milano

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Mind-Bovisa in funivia? Le 4 fermate del progetto

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ideogram AI - Funivia

Una proposta che potrebbe cambiare la mobilità cittadina. Vediamo il tracciato, le caratteristiche dell’opera e le criticità della soluzione.

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Mind-Bovisa in funivia? Le 4 fermate del progetto

# Un’idea rivoluzionaria per collegare Bovisa e MIND

Zona proposta funivia

Una funivia per collegare Bovisa a MIND? La proposta lanciata da Gianluca Gennai sul blog Urbanfile nasce dalla necessità di connettere il polo universitario della Bovisa, sede del Politecnico e dell’Istituto Mario Negri, con il Milano Innovation District (MIND), la cittadella della ricerca che sta sorgendo nell’ex area Expo. Oggi, MIND è un’isola nel deserto della mobilità: l’unico collegamento è la stazione M1 di Rho Fiera e il passante ferroviario. Ma con l’apertura della passerella che unirà Merlata Bloom al cuore dell’ex sito Expo, qualcosa si sta muovendo.

# Un tracciato di 5 km e 4 stazioni

Urbanfile – Percorso proposta

La funivia, spiega Gennai, potrebbe essere la soluzione ideale per superare il problema dei costi proibitivi di una nuova linea metropolitana (circa 120 milioni al km), la futura M6 non arriverebbe nel caso prima di 15 anni, e la scarsa accessibilità di quartieri come Cascina Merlata e Stephenson. Il tracciato ipotizzato sarebbe lungo 5 km, con quattro stazioni strategiche: Bovisa, Certosa, Stephenson e Cascina Merlata-MIND, quest’ultima connessa alla futura stazione ferroviaria dell’area. Le cabine da 16 posti garantirebbero un flusso continuo, con una capacità di 1.200 passeggeri l’ora e un impatto ambientale ridotto rispetto ad altre infrastrutture pesanti.

# Costi, benefici e criticità

Metrotranvia nord
Metrotranvia nord

I vantaggi sarebbero molteplici: un trasporto rapido ed ecologico, un boost per la valorizzazione dell’area e una vista panoramica mozzafiato sulle Alpi. Il costo? Circa 120 milioni di euro, una cifra che, a confronto con altre opere, sembra addirittura irrisoria. Tuttavia, non mancano gli ostacoli: la vicinanza della funivia alla ferrovia potrebbe creare problemi di sicurezza ed evacuazione, mentre il progetto rischierebbe di sovrapporsi alla futura linea metrotranvia nord, rallentandone ulteriormente la realizzazione.

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# Funivia o treno? Il futuro della mobilità tra Bovisa e MIND

MIND-Merlata-Progetto preliminare stazione

E poi c’è il tema della ferrovia: in futuro, il collegamento ferroviario tra Bovisa e MIND dovrebbe diventare realtà, con una nuova stazione a Merlata-MIND che ridurrebbe il viaggio a cinque minuti mettendo in collegamento anche i quartieri, lungo il percorso, di Musocco e Villapizzone.

Nuove stazioni circle line Milano MIND-Merlata e Milano Stephenson

Vale la pena investire su una funivia che potrebbe essere superata dalle ferrovie? Oppure è l’ennesima opera che si discute per anni senza mai vedere la luce? Milano guarda avanti, ma la strada è ancora lunga.

Fonte: Urbanfile

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FABIO MARCOMIN

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Nuove costruzioni a Milano: i 5 work in progress più interessanti tra quelli meno noti

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Rendering The Units

Milano si trasforma con grandi opere di rigenerazione urbana, dagli ex scali ferroviari a MIND. Ma la città pullula anche di piccoli cantieri, meno appariscenti ma altrettanto significativi. Ecco una selezione dei più interessanti.

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Nuove costruzioni a Milano: i 5 work in progress più interessanti tra quelli meno noti

#1 La trasformazione e riqualificazione del complesso Quark due al Vigentino

Rendering progetto via Lampedusa Hines

Nel cuore del Vigentino, lungo Via Lampedusa, un gruppo di undici edifici abbandonati da anni è pronto a rinascere, almeno in parte. Tra i progetti più rilevanti c’è quello firmato Hines, che punta a trasformare il residence Quark Due al civico 11/3, costruito negli anni ‘90, in un moderno complesso con oltre 100 unità abitative destinate all’affitto di medio-lungo periodo. Terminate le fasi operazioni di bonifica e demolizione da quasi un anno, attende di essere riqualificato ma al momento è tutto fermo. La riqualificazione era prevista inizialmente entro la fine del 2025, ma a questo punto la scadenza non verrà rispettata.

Al civico 13, dove sorgono sette edifici, sono in corso interventi di strip out. Anche in questo caso sarà Hines a guidare la ristrutturazione, convertendoli in strutture ricettive per nuove residenze. Più incerto, invece, il destino degli immobili al civico 11/A: tre edifici messi in sicurezza, ma senza un progetto definito all’orizzonte anche se si che ad occuparsene è lo studio SBGA Blengini Ghirardelli. Nel mese di marzo sono partite le opere di demolizione nel palazzo centrale.

#2 The Units, un edificio residenziale in Piazzale Accursio con rooftop garden 

Rendering The Units

All’angolo tra Via Traiano e Via Grosotto prende forma un nuovo sviluppo residenziale di 11 appartamenti, firmato AbitareIn S.p.A.. Il progetto, chiamato The Units, punta su un design compatto ed essenziale, con un rivestimento che mixa materiali effetto pietra e legno, mentre scale e strutture di risalita giocano sulla leggerezza di vetro e acciaio.

Ogni unità godrà di ampie terrazze private, affacciate su Piazzale Accursio e l’area del Portello, per un mix tra skyline urbano e spazi verdi. Previsti anche un giardino al piano terra, un rooftop garden, un deposito condominiale e persino un bike lab, per un’idea di abitare contemporanea e sostenibile.

#3 NestMi, un edificio moderno nel cuore del “borgo” dimenticato

Nestmi

BlueStone Holding è al lavoro su NestMi, un nuovo edificio residenziale di 4 piani che sorgerà al posto di un vecchio magazzino in Via Pietro Gassendi 12, con il retro affacciato su Via Privata della Bindellina. Un angolo che porta con sé la memoria della cascina Bindellina, ormai scomparsa, nel borgo “dimenticato” della Cagnola, che ancora oggi conserva un’atmosfera ottocentesca con caseggiati dall’aspetto rurale.

Il progetto, caratterizzato da un design semplice e minimalista, si fonde armoniosamente con l’ambiente circostante, che mixa elementi antichi e moderni. Il palazzo ospiterà bilocali dotati di isolation acustico e termico e domotica, per garantire una vita confortevole nel cuore della Milano storica, che guarda al futuro.

#4 NoloTown, un’architettura moderna, dinamica e sinuosa affiancata al recupero di una villetta d’inizio Novecento

Nolo Town progetto immobiliare

Nolo Town è un progetto residenziale che sta trasformando il quartiere vivace e in crescita di Nolo a Milano. Caratterizzato da un’architettura moderna, dinamica e sinuosa, il complesso offre spazi outdoor eleganti, con terrazzi panoramici e logge intime. Si compone di due palazzine in via Erodoto 16, una di 9 piani e una di 2 piani, separate da un giardino condominiale. Inoltre, è previsto il recupero di una villetta d’inizio Novecento all’angolo con Via Dracone. Lo sviluppo è a cura di AbitareCo.

#5 Domus Arya, un omaggio all’architettura razionalista e funzionalista

Domus Arya

In Via Nizzoli 4, a due passi dalla fermata Primaticcio della M1, nasce Domus Arya, un progetto residenziale che rievoca l’estetica razionalista degli anni ’20, reinterpretata in chiave contemporanea. Il progetto, che propone 19 residenze curate nei minimi dettagli, si ispira al celebre designer e architetto Marcello Nizzoli. Un omaggio al suo stile minimalista, con linee pulite, simmetrie perfette e materiali scelti con cura per esaltare l’equilibrio tra forma e funzionalità. L’esposizione luminosa gioca un ruolo cruciale, esaltando l’architettura e creando un’atmosfera armoniosa, perfettamente integrata nel contesto urbano circostante.

Continua la lettura con: La rinascita di Porta Vittoria: i 5 progetti e l’ultimo tassello per completare il puzzle

FABIO MARCOMIN

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Gli italiani sono i più puliti d’Europa: tutto grazie a questa nostra abitudine quotidiana

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Ph. @vis.ion.mix IG

I più puliti d’Europa? Gli italiani. Gli unici del Vecchio Continente a farsi la doccia ogni giorno (il 95%). Percentuale vertiginosamente più alta rispetto a quella degli altri paesi europei.

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Gli italiani sono i più puliti d’Europa: tutto grazie a questa nostra abitudine quotidiana

# Campioni d’Europa!

Almeno in questo siamo i campioni d’Europa: oltre il 95% della popolazione si lava almeno una volta al giorno. Al secondo posto abbiamo i portoghesi, con una percentuale che spazia dall’85% al 94%, seguiti dagli spagnoli e dai greci, che si attestano tra il 75% e l’84%.

# Il nostro fattore fondamentale

credits: laghettialpini.com

Il nostro cavallo di battaglia? Il bidet, un elemento essenziale, tipico della cultura italiana, ma spesso considerato un enigma all’estero. Infatti, pochi altri paesi europei utilizzano il bidet. Secondo uno studio dell‘Osservatorio Europeo dell’Igiene, gli italiani hanno una vera e propria predisposizione per l’igiene. Gli italiani si sono infatti dimostrati particolarmente diligenti nel lavarsi le mani in diverse situazioni quotidiane, come prima di mangiare o dopo aver utilizzato i mezzi pubblici.

# I paesi europei che si lavano di meno

A differenza degli italiani, gli altri paesi europei risultano meno brillanti da questo punto di vista. In Germania, ad esempio, le abitudini igieniche sono migliorate, ma rimangono inferiori rispetto a quelle italiane. In altre nazioni, come Regno Unito, Francia e Scandinavia, meno del 65% della popolazione fa la doccia quotidianamente. Una delle motivazioni può essere che nei climi più freddi serva lavarsi di meno. Anche se ci sono delle eccezioni: olandesi e danesi si lavano di più tra i popoli del Nord, mentre turchi, rumeni e gli stessi francesi si lavano di meno. 

Un recente sondaggio ha poi rivelato che il 57% degli italiani prova disagio per le scarse condizioni igieniche dei mezzi di trasporto, mentre il 30% esprime il medesimo sentimento nei confronti delle persone con cui interagisce.

Continua la lettura con: Perchè Milano non è più quella di una volta?

ANDREA PARRINO

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San Siro: c’è un «aiutino» del Comune a Milan e Inter? Parte l’inchiesta

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Credits dpstadiomilano.it - Masterplan Nuovo stadio

L’eterna storia dello stadio finisce in procura. Il nastro è stato riavvolto al 2019, anno in cui le due società milanesi avevano presentato il progetto di un nuovo stadio a San Siro con abbattimento del Meazza. Non si riparte però dal via, ma dalla delibera di giunta del gennaio 2023. La ripresa dell’iter si mostra tuttavia già in salita: c’è infatti chi contesta il valore fornito dall’Agenzia delle Entrate sullo storico impianto dedicato al calcio. La procura ha deciso di aprire un’indagine.

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San Siro: c’è un «aiutino» del Comune a Milan e Inter? Parte l’inchiesta

# Ripartito l’iter per realizzare un nuovo stadio a San Siro

Credits dpstadiomilano.it – Masterplan Nuovo stadio

“In continuità con la procedura instaurata nel 2019”. È scritto così all’interno del DOCFAP, il documento di fattibilità delle alternative progettuali presentato congiuntamente da Inter e Milan l’11 marzo 2025 al Comune di Milano. Un documento con cui le due società milanesi, entrambe di proprietà di fondi americani, hanno formulato la proposta di acquisto di tutto il “Compendio immobiliare Ambito GFU San Siro Comprensivo dello Stadio “Giuseppe Meazza” con modalità e costi di intervento sull’area di 280mila mq.

In seguito alla ricezione del DOCFAP, il 18 marzo la giunta comunale ha approvato la delibera con le linee di indirizzo per proseguire nelle attività. Nello specifico si prevede la costituzione di “un gruppo di lavoro tra le varie Direzioni comunali coinvolte e di avviare, nello stesso tempo, la Conferenza dei servizi per valutare gli aspetti tecnici della proposta verificando anche la coerenza con la delibera di giunta del gennaio 2023, approvata in seguito all’ordine del giorno del consiglio comunale di dicembre 2022 e agli esiti del dibattito pubblico.”

# I prossimi passi

ph. Affaritaliani – aula consiliare Palazzo Marino

Nella prosecuzione dell’iter è prevista la pubblicazione di avvenuta ricezione della proposta e di sollecitazione di eventuali manifestazioni di interesse, per un periodo di almeno 30 giorni. In caso di valutazione positiva del DOCFAP, il Comune di Milano emetterebbe un bando pubblico, con la destinazione d’uso dell’area che rimarrebbe sportiva, per poi procedere con trattazione diretta con le due società se l’offerta non venisse superata da altri soggetti. Dovrebbe seguire poi la presentazione del progetto esecutivo e la conferenza dei servizi comprensiva del parere della Soprintendenza. La partita si gioca però sul valore dell’area, stimata in 197 milioni di euro da parte delle Agenzie delle Entrate, di cui 128 per le aree e 73 per lo stadio.

C’è però chi pensa sia troppo poco, anche perché potrebbe essere decurtato di circa 80 milioni di euro dei costi di bonifica, in base a quanto previsto dalla Legge Stadi. Se fosse così, questi costi sarebbero comunque oggetto di contrattazione, il Meazza sarebbe di fatto regalato.

# San Siro venduto ad appena «400 euro per metro quadrato»

Credits Andrea Cherchi – Stadio Meazza

Tra i primi a volerci vedere chiaro sulla vicenda, nello specifico sulla valutazione delle aree, c’è il comitato «Sì Meazza», che a febbraio ha presentato un esposto. La procura milanese è stata obbligata ad aprire un fascicolo a modello 45, senza ipotesi di reato né indagati. Coordinata dalla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano a capo del dipartimento reati contro la pubblica amministrazione e del Procuratore, Marcello Viola, questa indagine esplorativa ha l’obiettivo di verificare un eventuale danno alle casse comunali. 

Luigi Corbani, presidente del comitato e vicesindaco negli anni Ottanta, spiega le ragioni di questa azione al Corriere della Sera: «Dal 2000 al 2024 il Meazza ha reso 260 milioni di euro. E allora che fai? Svendi un bene che ti produce ricchezza? Cederlo a 73 milioni è una svalutazione dell’impianto. La cifra è un valore farlocco». A questo aggiunge il fatto che «le aree intorno al Meazza sono vendute a ribasso: 280 mila metri quadrati per 124 milioni. Tradotto 400 euro per metro quadrato». 

Enrico Fedrighini, consigliere del gruppo misto, evidenzia invece come la delibera affermi che il valore dello stadio sia stato determinato dall’Agenzia delle Entrate “in base a un ‘deprezzamento del valore’ determinato sulla base di un parere formulato da M-I Stadio, cioè dagli acquirenti”. M-I Stadio S.r.l. è la società, compartecipata da F.C. Internazionale Milano S.p.A. e A.C. Milan S.p.A., che gestisce le attività dello Stadio G. Meazza per conto dei Club. 

In poche parole, il Comune di Milano avrebbe indicato una quotazione rivista al ribasso della “Scala del calcio” sulla scorta di un documento formulato dalla società che gestisce gli interessi di Inter e Milan.

# Come è stato calcolato il valore di aree e stadio?

Maps – San Siro

Nell’analisi di 150 pagine consegnata a Palazzo Marino da parte dell’Agenzia delle Entrate, come riportato da Repubblica, viene spiegata la motivazione della valutazione di 197 milioni di euro di tutto il comparto San Siro. L’istituto ha utilizzato la “metodologia della stima indiretta a costo di riproduzione deprezzato, ovvero la stima legata al costo di un immobile di pari utilità poi deprezzato per lo stato di vetustà”. Prendendo come valore base quello di uno stadio nuovo di “classe media-discreta”, come è stato ritenuto il Meazza, dal costo di 231 milioni di euro (“calcolati sulla base del costo unitario di 2.270 euro a posto”), è stato sottratto un 40% per “l’obsolescenza fisica” e un ulteriore 30% per “l’obsolescenza fisica”. Il risultato porta a 73 milioni di euro.

Le aree limitrofe sono state invece valutate in 4.700 euro al mq, per un totale di 508 milioni di euro. Da questo valore sono stati defalcati i costi diretti e indiretti della trasformazione e in particolare quelli “tecnici” pari a circa 221 milioni, quelli delle sistemazioni esterne pari a 6 milioni e gli oneri di urbanizzazione di circa 60 milioni di euro. La stima è scesa in questo modo a 124 milioni di euro. 

I problemi non si esauriscono sulla determinazione del costo delle aree.

# La dirigente scelta come responsabile del procedimento per il progetto stadio è indagata in un’inchiesta che ha colpito il settore delle costruzioni

Non è però questa l’unica grana sul secondo tentativo di Inter e Milan di costruire il loro nuovo stadio congiunto a San Siro. Palazzo Marino ha infatti nominato l’architetto Simona Collarini quale Responsabile di Procedimento in quanto ha già svolto questo ruolo nell’ambito della presentazione del primo progetto nel 2029. Una scelta fatta quindi in continuità e in considerazione della conoscenza maturata nel ruolo di Direttore protempore della Direzione Rigenerazione Urbana, prima di essere messa a capo della Direzione specialistica Pianificazione e Programmazione servizi a febbraio 2025, nel pieno della bufera giudiziaria abbattutasi sul mondo delle costruzioni. Dove è quindi il problema? Il fatto è che la dirigente è indagata nell’ambito del procedimento avviato dalla Procura sulle Residenze Lac al Parco delle Cave, quando era alla guida della Direzione Rigenerazione Urbana. Immediati gli attacchi da parte del centrodestra in consiglio comunale, che ritengono la scelta sbagliata soprattutto per questioni di opportunità politica e si auspicano non possa essere un ulteriore ostacolo o forse la pietra tombale al progetto.

Continua la lettura con: Anche la periferia avrà la sua ZTL: sarà qui

FABIO MARCOMIN

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Le stazioni abbandonate (o trasformate) di Milano

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credits Andrea Cherchi

Le stazioni più importanti di Milano hanno subito modifiche e trasformazioni radicali. Ogni stazione ha una storia a sè, anche se tutte condividono un passato simile. Andiamo a scoprire la loro evoluzione.

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Le stazioni abbandonate (o trasformate) di Milano

# Porta Romana e le sue trasformazioni

credits Urbanfile

La stazione fu attivata nel 1891, in contemporanea con l’apertura al traffico della linea di cintura sud. All’inizio, però, la stazione era abilitata solamente al servizio merci. Solamente 40 anni dopo, nel 1931, fu estesa anche al servizio passeggeri, grazie alla costruzione di un fabbricato viaggiatori. La stazione sta venendo rinnovata con apertura prevista entro le Olimpiadi invernali del 2026 per permettere un interscambio più agevole con la fermata della metropolitana M3 di Lodi.

# Porta Nuova: la prima ferrovia lombarda

credits Urbanfile

La storia di questa stazione è molto particolare. E’ stata la prima stazione ferroviaria milanese. Nel 1839, l’imperatore Ferdinando I d’Austria concesse a Giovanni Putzer, rappresentante della ditta “Holzhammer” di Bolzano, la possibilità di realizzare la strada ferrata da Milano a Monza. entrata in servizio nel 1840 e inaugurata il 17 agosto dello stesso anno. Solamente dopo pochi mesi la stazione contava già tantissimi passeggeri, in media 1750 al giorno, diventando meta preferita per le gite domenicali.

La stazione milanese e quella monzese erano molto simili per alcune peculiarità in comune: entrambe realizzate in stile neoclassico si differenziavano solamente per la dimensione. La stazione milanese fu realizzata su tre piani con un pronao a capitelli ionici, sormontato da un frontone triangolare, mentre quella monzese a un solo piano.

# Milano Bullona: la stazione che oggi si chiama Milano Domodossola

credits Moovit

La Bullona prendeva il nome da una cascina posta nelle vicinanze, e venne attivata nel 1929 in concomitanza con la ricostruzione in trincea della linea ferroviaria. La fermata era costituita da due binari centrali serviti da banchine esterne, poste ad un livello ribassato rispetto all’adiacente piano stradale, raggiungibili tramite scale dal fabbricato viaggiatori. Dopo la chiusura dell’impianto, iniziarono i lavori di raddoppiamento della linea, che comportarono la demolizione della banchine e delle scale d’accesso al sedime ferroviario. La stazione è stata dismessa il 18 maggio del 2003 e sostituita dalla stazione di Milano Domodossola, inaugurata il 15 maggio, e posta alcune centinaia di metri più a sud.

# La prima stazione di Lambrate: sorgeva all’Ortica (che a quel tempo faceva parte del comune di Lambrate)

La prima stazione di Lambrate

La prima stazione di Lambrate si trovava sulla linea Milano – Venezia, in esercizio dal 1906 al 1931. Sorgeva nel quartiere Ortica, che a quel tempo era una frazione del comune di Lambrate che nel 1923 sarebbe stato poi annesso a Milano.

La stazione venne attivata il 27 agosto 1906, e inizialmente venne abilitata al solo traffico merci. Il 18 novembre dello stesso anno venne poi utilizzata anche per il traffico passeggeri.

Nel 1931 la stazione fu dismessa in concomitanza col riassetto totale del nodo ferroviario di Milano e con l’attivazione al traffico passeggeri della nuova stazione attualmente in funzione. Il fabbricato viaggiatori sorge vicino alla chiesa dei Santi Faustino e Giovita, nel quartiere Ortica.

# La più gloriosa delle stazioni milanesi: Stazione Centrale

credits Esquire

La madre delle stazioni milanesi. La prima stazione centrale occupava l’area corrispondente all’attuale piazza della Repubblica. I lavori erano iniziati nel 1857 durante il Regno Lombardo-Veneto di Francesco Giuseppe, e venne completata il 2 febbraio del 1864. Fu poi inaugurata l’11 febbraio del 1864 dal Re d’Italia Vittorio Emanuele II.

Dal 1898 risultò evidente l’inadeguatezza di questa stazione, insufficiente a rispondere al crescente numero di viaggiatori. Pertanto, il Ministero dei Lavori Pubblici nominò il 9 febbraio 1898 una Commissione governativa di riforma col mandato di studiare i provvedimenti necessari alla sistemazione definitiva del servizio ferroviario di Milano.

Nel 1905 poi il direttore generale dell’azienda autonoma delle Ferrovie dello Stato, Riccardo Bianchi, predispose un progetto di riforma dell’intero nodo ferroviario milanese, che risponde ancora oggi all’infrastruttura ferroviaria in superficie. La prima pietra della nuova stazione venne posta il 29 aprile 1906, in occasione dell’inaugurazione dell’Esposizione internazionale al Sempione.

Nel 1912 venne poi indetto un nuovo concorso, che si basava però su un nuovo schema funzionale ispirato alle stazioni di Lipsia e Stoccarda. La nuova Centrale è stata inaugurata nel 1931. 

Nel 1990 Milano Centrale diventa, dopo Milano Cadorna, la seconda stazione ferroviaria di Milano a essere servita da due linee di metropolitana, in quanto la fermata Centrale FS diventa punto di incrocio tra la linea M2 e la neonata linea M3.

Altri lavori vennero conclusi il 13 novembre 2010, alla presenza del sindaco di Milano Letizia Moratti e dei cardinali Dionigi Tettamanzi e Tarcisio Bertone. L’impianto è stato dedicato a Santa Francesca Cabrini, patrona dei migranti.

Continua la lettura con: La nuova metropolitana Ticinese-Lombarda: il progetto e l’orizzonte di Milano

ANDREA PARRINO

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