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Le 7 NUOVE APERTURE del FEBBRAIO MILANESE

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Egalite

Ristoranti, pasticcerie e pizzerie. Vediamo tutte le novità del febbraio milanese, un vero e proprio festival di novità interessanti.

Le 7 NUOVE APERTURE del FEBBRAIO MILANESE

#1 Égalité triplica: corso Sempione sempre più francese

Égalité 

Si conferma vincente la formula proposta dalla pasticceria Égalité, che dopo il successo di via Melzo e di via San Simpliciano, apre in corso Sempione in zona Arco della Pace. Un tripudio di croquet monsieur, baguettes e Madeleine oltre ai vini francesi proposti per l’aperitivo serale. 

#2 Deposito Enoteca: il boom dei vini naturali

deposito_enoteca IG

In via Felice Casati, zona Porta Venezia, ha aperto questa enoteca con cucina che propone vini naturali, a conferma del grande successo che a Milano stanno ottenendo questo tipo di locali. Si può fare un aperitivo oppure fermarsi per cena, accompagnando il pasto da vini italiani ed europei tutti rigorosamente naturali.

#3 Locanda Sempione: il mix di cucine regionali

locandasempione IG

Una novità questa, in corso Sempione, che vuole offrire ai clienti una cucina varia che va ad abbracciare molteplici regioni italiane come la Puglia con le bombette o il Piemonte con la classica tartare di fassona. Ci sono anche numerose proposte di piatti tipici milanesi e assai varia la proposta di pietanze a base di pesce. 

#4 Eggs: fusion Milano-Roma

eggsristorante

Apre in via Solferino questo locale che da Roma parte alla conquista di Milano. Il centro della proposta culinaria sono le uova ma soprattutto, è interessante il connubio tra cucina romana e milanese, quasi a voler fondere le due culture gastronomiche. Un esempio? I supplì con ripieno di risotto e ossobuco.

#5 Rosticceria Palazzi: la rinascita del locale

rosticceriapalazzi IG

Una riapertura questa per un locale che rinasce a nuova vita. Rosticceria Palazzi in via Plinio resta ferma la ricca proposta gastronomica da asporto a base di lasagne, pasta fresca o arrosti, ma si può adesso sostare per un aperitivo sfizioso accompagnato da un buon calice di vino. 

#6 Ultra: pizza & cocktail

ultra.milano IG

In viale Montenero apre questa nuova pizzeria che vuole sfruttare il trend positivo e che spopola in città, ossia l’abbinamento pizza e cocktails. Pizze classiche o gourmet, ingredienti freschi e di stagione, accompagnate dunque da cocktails classici o rivisitati. Non mancheranno le pizze al padellino o sfiziosità regionali italiane

#7 Section80 bar: musica e tavola fredda

section80bar ig

Si tratta di una casa di produzione cinematografica situata in via Farini che ha aperto anche uno spazio bar con tavola fredda e possibilità di fare aperitivo con un buon cocktail. Qui si viene per incontrarsi, condividere, vedere un video o ascoltare buona musica in totale relax.

Continua la lettura con: I MEMBERS CLUB più ESCLUSIVI di Milano

ALESSANDRA GURRIERI

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COME sono NATE le MAPPE di Milano?

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stagniweb.it - Busetti - Mappa Busetti centro storico

Scopriamo chi ha inventato le mappe che sono arrivate ai giorni nostri e che vengono utilizzate da milanesi e turisti, nonostante l’avvento di app e gps. 

COME sono NATE le MAPPE di Milano?

# Otello Busetti, amante della musica e dell’arte

confcommercio.it – Busetti

Otello, figlio di Itala imprenditrice nel tessile e Emilio amante di arte, musica, disegno, fu l’unico rispetto agli altri suoi 5 fratelli a nascere a Parma. Studia musica e arte già dalla scuole primarie, passioni ereditate dal padre, e per mantenersi agli studi riproduceva le colonne sonore di film muti nei cinema con il violino. Ritornato in famiglia a Milano all’età di 13 anni riesce a trasformare in qualcosa di concreto la sua passione artistica frequentando prima la Scuola Superiore d’Arte del Castello Sforzesco, specializzandosi in disegno prospettico e toponomastica, e riesce a sviluppa il suo desiderio di ricerca e di voler fare il censimento dell’esistente di vie, piazze, palazzi. 

# L’idea in un tram degli sposi, dei turisti e di un tram prontosoccorso

Proprio all’interno dell’istituto progettò un ampliamento di quello che fino a quel momento era l’utilizzo solito del tram, per essere uno “strumento di connessione e di conoscenza”. Immaginò ad esempio come usi alternativi il tram degli sposi, quello dei turisti e persino un tram prontosoccorso, che avrebbe dovuto avere corsie preferenziali. Fu implementato solo per tratti brevi durante la guerra.

# Per ATM si occupava di disegnare le mappe di Milano e dell’hinterland 

Milano Sparita e da ricordare – Autobus

ATM fu fondata nel 1931 prendendo in carico la gestione della rete, nel 1933 prese avvio il servizio della rete filoviaria, mentre nel 1939 assunse l’esercizio delle autolinee interurbane. La carriera di Otello Busetti inizia come disegnatore di piante e mappe presso l’Ufficio Tecnico del Comune di Milano, per poi essere assunto come Capo dell’Ufficio Tecnico dell’autonoma Azienda Tranviaria Milanese proprio nell’anno della sua fondazione. Si occupava di disegnare le mappe di Milano e dell’hinterland. Le guide erano realizzate a mano e con i disegni dei monumenti in chiave prospettica. 

# Tra le guide più significative “Milano in tram” del 1948 e “Tram a Milano – i percorsi”

stagniweb – Mappa Busetti 1964 con tram, bus e prima tratta M1

Le due edizioni più significative delle Guide Busetti furono “Milano in tram” del 1948 e “Tram a Milano – i percorsi” (edizioni dal 1959 al 1966). Con l’inaugurazione della prima tratta della M1 nel 1964, si avvera il sogno di Otello di vedere la rete di trasporti spingersi verso la periferia. Nella guida di quell’anno sono visibili i percorsi di tram, bus, filobus e della metropolitana rossa. Busetti era un vero e proprio testimonial del trasporto pubblico, che secondo lui era da usare anche per recarsi in vacanza, e questa sua visione turistica della città era talmente “futuristica” che le sue guide erano delle vere e proprie enciclopedie informative per residenti e visitatori di Milano.

# Esemplari di carte e guide conservate nella vecchia sede della Scuola Superiore d’Arte del Castello Sforzesco

stagniweb.it – Busetti – Mappa Busetti centro storico

Di tutto il materiale Busetti mantenne in seguito il copyright per poi sviluppare questo lavoro con la propria Casa Editrice EIA (Edizione Italiane Artistiche) poi chiamata Edizioni Guide e Piante BusettiAlcune esemplari di carte e molte edizioni di guide realizzate da Busetti, del periodo che vanno dagli anni ’30 agli anni ’70, sono conservate negli spazi di quella che era la vecchia sede della Scuola Superiore d’Arte del Castello Sforzesco, oggi Museo con la Civica raccolta delle stampe “Achille Bertarelli”.

Fonte: confcommerciomilano.it

Continua la lettura con: Per la CENTRALE prendiamo la I o la N? QUANDO gli AUTOBUS di MILANO erano indicati con una LETTERA

FABIO MARCOMIN

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La METROPOLITANA più CORTA d’Italia ALLUNGA il suo tracciato

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Credits wikipedia.org - Metro Genova

La prossima estate la metropolitana più corta d’Italia, la settima più corta del mondo, festeggia i 35 anni dalla sua inaugurazione: 8 fermate per 7 chilometri. L’amministrazione comunale è al lavoro per recuperare il terreno perduto.  

La METROPOLITANA più CORTA d’Italia ALLUNGA il suo tracciato

# I cantieri in corso per aprire 2 nuove fermate

wikipedia.org – Metro Genova

Il capoluogo ligure detiene ancora oggi il poco invidiabile primato della metropolitana più corta d’Italia: collega il centro storico con la parte iniziale del quartiere di Rivarolo ed è costituita da 8 fermate per 7 km. In confronto con altre reti nel mondo si piazza al settimo posto. Negli ultimi anni sta però cercando poco alla volta di recuperare il terreno perduto: previste nuove stazioni e chilometri di tracciato aggiuntivi alla sua rete composta da una sola linea, compreso il tracciato sopraelevato dello skytram.

Procedono nonostante qualche stop, a causa del ritrovamento di un’antica fornace romana che sarà esposta nella Certosa di San Bartolomeo, i cantieri per estendere la linea a nord. Un percorso di 550 metri verso la Valpolcevera e il quartiere di San Fruttuoso con una nuova stazione: Canepari. L’inaugurazione prevista prima a febbraio e poi a luglio 2024, slitta alla fine dello stesso anno. Verso est è stato completato il primo tratto in uscita dalla stazione di Brignole verso la futura stazione Martinez/Terralba, la cui apertura è stata posticipata alla fine del 2024. Previsto all’esterno un parco alberato, un piazzetta coperta con tettoie metalliche, un parcheggio d’interscambio da 135 posti e l’accesso dal ponte di Terralba.

Nel progetto esecutivo redatto da Hypro, Ferrotramviaria, Ets e Atp, e approvato da determina comunale, è stato stimato un investimento complessivo aggiornato di 96,3 milioni di euro.

# Consegnate le aree di cantiere per completare la stazione Corvetto

Rendering stazione Corvetto Genova

Dopo la conclusione della progettazione esecutiva per il completamento della stazione di Corvetto, mai terminata sino ad oggi, il 2 ottobre 2023 sono state consegnate le aree di cantiere all’azienda esecutrice. La stazione posizionata a metà percorso tra quelle esistenti di De Ferrari e l’attuale capolinea di Brignole, prevede un investimento di oltre 56 milioni di euro di cui 43,8 provenienti dal Pnrr, e dovrebbe inaugurare nel 2026. Secondo gli studi dovrebbe servire oltre 1,4 milioni di passeggeri all’anno, Castelletto, Manin, Portoria e parte di Carignano.

# Finanziata estensione fino a Rivarolo, allo studio quella fino all’Ospedale San Martino

@genova_metropoli_italy
IG

Oltre ai cantieri in corso sono possibili altre estensioni in futuro. La più probabile è verso nord con una fermata successiva a Canepari, in piazza Pallavicini a Rivarolo. Qui è previsto l’interscambio con i treni locali della linea dei Giovi e con le linee bus. Le stanziamento delle risorse necessarie, 74,5 milioni di euro a copertura anche del secondo lotto della tratta Martinez-Terralba, è diventato ufficiale. Affidato a gennaio 2024 il bando di gara per l’aggiornamento del progetto di fattibilità tecnico-economica. Si sta però già pensando di allungarla ulteriormente fino a Mira Lanza o addirittura Bolzaneto.

Verso est è stato ci si vuole spingere fino all’ospedale di San Martino, con due fermate: una sotto viale Benedetto XV e una in corrispondenza di via Mosso. Il finanziamento richiesto è pari a 240 milioni di euro. Un prolungamento ancora più importante rispetto al passato dato che nelle stesse aree è prevista la realizzazione della nuova stazione ferroviaria di Terralba, il capolinea per i treni metropolitani

# Attesi i fondi per la realizzazione di 4 nuove stazioni verso ovest

Prolungamento metropolitana di Genova

Verso Ponente si ipotizza invece una biforcazione con un nuovo tracciato di un chilometro e 4 nuove stazioni. Redatto lo studio di fattibilità, sono necessari circa 556 milioni di euro.  per realizzarla. 

La nuova tratta per Sampierdarena prevede queste fermate dopo la stazione di Dinegro:

  • la prima sotto via Dino Col a servizio del Matitone, del casello di Genova Ovest e dei numerosi uffici della zona;
  • la seconda sotto Villa Scassi a beneficio dell’ospedale;
  • la terza in piazza Montano con l’interscambio con la ferrovia;
  • l’ultima a Fiumara, a servizio del centro commerciale e di importanti luoghi di lavoro tra cui Arpal e la Asl.

Anche in questo caso si attende l’assegnazione dei fondi da parte del governo. 

Leggi anche: Curiosità e record delle 7 METROPOLITANE delle città ITALIANE

# Il progetto Skymetro: la metropolitana sopraelevata di 7 km nella Valbisagno

Interno stazione Skymetro

Anche Skymetro, già finanziato con 398 milioni, farà parte della metropolitana di Genova. Si tratta di una metropolitana aperta e sopraelevata di cinque metri da terra attualmente in fase di progettazione definitiva. Un tracciato di 6,9 km e 7 fermate da Brignole, con interscambio con la metropolitana classica, a Molassana. La linea, che avrà due binari, prevede queste stazioni intermedie: Romagnosi. Parenzo, Staglieno, Guglielmetti, San Gottardo. Terminato l’iter autorizzativo i cantieri dovrebbero avviarsi a luglio 2024, per la metà del 2027 è programmata invece la consegna dell’opera. 

Skymetro estensione Prato

L’avvio dei cantieri è previsto , al termine dell’iter autorizzativo. Il Comune di Genova sta studiando già la sua estensione di 3,3 km e 3 fermate fino a Prato, che ha costo stimato di 212 milioni di euro, per servire anche i comuni della città metropolitana.

Leggi anche: Lo SKYTRAM: il nuovo “TRAM VOLANTE” di Genova. Perché non portarlo anche a Milano? Si potrebbe fare qui

Continua la lettura con: Via libera ai nuovi MAXI CANTIERI di MILANO: METRO M1, METROTRANVIE e “PREFERENZIALE FANTASMA”

FABIO MARCOMIN

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La “FORTEZZA del DESERTO”: in arrivo l’HOTEL più GRANDE del mondo?

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dar.com - Rendering hotel

Se venisse completato diventerebbe la struttura alberghiera più imponente e lussuosa del mondo. Riusciranno a terminarla?

La “FORTEZZA del DESERTO”: in arrivo l’HOTEL più GRANDE del mondo?

# Un hotel di 1,4 milioni di metri quadrati, 10.000 camere e 70 ristoranti

dar.com – Rendering hotel La Mecca

Abraj Kudai, questo è il nome dell’hotel in costruzione a La Mecca in Arabia Saudita, è stato progettato per essere il più grande del mondo. Il disegno è stato curato dal gruppo Dar Al Handasah, architetti che hanno già realizzato il Terminal 3 dell’aeroporto di Dubai, e ricorderà una fortezza nel deserto

I numeri dicono questo: una superficie occupata pari a 1,4 milioni di mq, 10 mila camere, 45 piani, 4 eliporti e 70 ristoranti. Il complesso prevede 12 torri, 10 delle quali con sistemazioni a 4 stelle e le due rimanenti con comfort di un albergo a 5 stelle. All’Abraj Kudai potrà soggiornare anche la famiglia reale, è stata infatti progettata un’area dell’hotel, ben 5 piani, accessibile in modo esclusivo a loro.

# Stoppato da una serie di problematiche: finanziarie e di cronaca nera

Credits: worldreligonnews.com
Abraj Kudai in costruzione

La realizzazione di questo hotel super esclusivo è partita nel 2015, la prima data prevista di inaugurazione avrebbe dovuto essere il 2017, ma diversi problemi hanno bloccato i cantieri. In primis quelli finanziari. Il futuro hotel ha un costo di 3,5 miliardi di dollari e il Ministero delle finanze del Regno dell’Arabia Saudita in qualità di proprietario del progetto si è visto costretto a ritardare pagamenti di questo e altri progetti a causa del ribasso delle quotazioni del greggio. The Saudi Binladin Group (SBL), una delle più grandi società di costruzioni del paese oltre che uno dei clienti principali dello stato arabo e incaricata della costruzione, ha avuto di conseguenza gravi perdite di fatturato.

A questo si è aggiunta la morte di 107 persone per la caduta di una gru del SBL sulla Grande Moschea della Mecca, che ha portato lo stato arabo a vietare alla società “di ricevere nuovi contratti statali”.

# I lavori sono ancora fermi

businessmobility.travel – Abraj Kudai

La società di costruzioni ha quindi licenziato migliaia di dipendenti e fermato i lavori per il mega hotel. Ad oggi non ci sono segnali che possano riprendere e pertanto l’apertura della struttura alberghiera destinata a rivoluzionare il mondo del lusso dovrà attendere ancora.

Continua la lettura con: A TORINO il RISTORANTE più ALTO d’ITALIA, in cima a un GRATTACIELO. DOVE lo si potrebbe COSTRUIRE a MILANO?

Articolo di BEATRICE BARAZZETTI aggiornato dalla redazione

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Quando si è chiuso il GRANDE CERCHIO delle TANGENZIALI di Milano

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Rho-Monza trasformata in Tangenziale Nord

Dopo 7 anni di ritardo, l’apertura era prevista entro l’Expo 2015, a metà novembre del 2022 è stato inaugurato l’ultimo tratto della tangenziale nord andando a completare tuto l’anello. Ecco come è stato realizzato e i vantaggi per i milanesi.

Quando si è chiuso il GRANDE CERCHIO delle TANGENZIALI di Milano

# Completato l’ultimo tassello dell’A52 con il prolungamento fino a Novate Milanese

Mappa A52

Un’opera attesa da Expo2015. Il taglio del nastro è avvenuto il 14 novembre 2022, il giorno successivo l’apertura al traffico veicolare. Il completamento del prolungamento dell’A52 fino a Novate Milanese, attraverso la riqualificazione della Rho-Monza, è stato commentato così in una nota di Milano Serravalle: “Il tratto inaugurato completa il collegamento tra la A52 Tangenziale Nord di Milano e la A50 Tangenziale Ovest di Milano, attraverso la riqualifica della vecchia SP46 (Rho-Monza), chiudendo così l’anello delle Tangenziali milanesi e offrendo un percorso alternativo, per gli spostamenti est-ovest e viceversa, al congestionato tratto urbano della A4“. 

# Chiuso l’anello delle tangenziali milanesi rimasto monco per anni

Tangenziali di Milano

Il più esteso sistema italiano di tangenziali intorno ad una città. Con la chiusura dell’anello, composto da Tangenziale Ovest, Tangenziale Est, Nord e l’ultima Tangenziale Est, si arriva a una lunghezza complessiva di 107,3 km. Ciascuna tratta misura rispettivamente 33, 29,4, 12,9 e 32 km.

# Le opere di mitigazione e compensazione realizzate e da portare a termine

Credits serravalle.it – Galleria Fonica A52

La Tangenziale Nord è stata realizzata mettendo in campo diversi accorgimenti oltre ad opere di mitigazione e compensazione, per l’impatto dell’inquinamento acustico e atmosferico, già implementati e da implementare in seguito. Ecco gli interventi eseguiti:

  • la Galleria Fonica di circa 270 metri a di Paderno Dugnano, composta da archi in carpenteria metallica a sostegno di un involucro fonoassorbente laterale e trasparente in cristallo sulla sommità. La parte sud è stata rivestita per intero da pannelli fotovoltaici per soddisfare l’intero fabbisogno energetico dell’opera stessa;
  • il tratto tra Bollate e Novate realizzato in trincea con interramento integrale e ha visto la costruzione di 4 gallerie, ricucendo il territorio sia dal punto di vista viabilistico che dal punto di vista ambientale con la creazione di corridoi ecologici prima inesistenti;
  • barriere antirumore;
  • pavimentazioni drenanti e fonoassorbenti;
  • un sistema di collettamento e trattamento delle acque di piattaforma che rende l’autostrada un sistema “chiuso” ed autosufficiente dal punto di vista idraulico;
  • come intervento di compensazione da realizzare in favore dei quattro comuni attraversati dall’opera rimane un sistema di viabilità ciclo-pedonale.

Continua la lettura con: 7 cose che forse non sapevi delle TANGENZIALI di Milano

FABIO MARCOMIN

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“La verità è diversa da come ce la raccontano: la mia ESPERIENZA con un’AUTO ELETTRICA”

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Ph. @Cadu.cassano IG

La video testimonianza di una esperienza con l’auto elettrica. Il messaggio è: la verità è molto diversa da quello che ci dipingono. Non solo: potrebbe essere questa parte di una strategia inquietante?

“La verità è diversa da come ce la raccontano: la mia ESPERIENZA con un’AUTO ELETTRICA”

@aresmorelli

Questa la testimonianza video postata su TiKTok da @aresmorelli:

# Le tre informazioni ingannevoli sull’auto elettrica

Ph. Joenomias

“Allora, provo a raccontare la mia esperienza con l’auto elettrica e perché non è assolutamente da comprare. Ho avuto questa possibilità di utilizzare questa macchina aziendale. L’ho scelta perché era una macchina molto bella e perché le informazioni che mi erano state date erano informazioni fondamentalmente sbagliate. Avevo letto che poteva raggiungere 450km di autonomia e che si sarebbe ricaricata in 10 minuti all’80 per cento con il cosiddetto hyper charge. Inoltre avevo la convinzione errata che hanno moltissime persone che fare il pieno con la macchina elettrica sarebbe stato molto più economico che con una macchina a combustibili fossili. 

# L’autonomia è minore 

La prima brutta sorpresa è stata che i 450km di autonomia erano un’informazione del consumo fornito dalla casa: esattamente i chilometri non erano 450 ma appena 330, 340. 

Ph. andreas160578

# Un’ora e mezzo per una ricarica

L’altra sorpresa è stata che il cosiddetto hyper charge che avrebbe dovuto ricaricare l’auto in 10 minuti per l’80 per cento praticamente non esiste. In tutto il Centro Nord non ne ho trovati. C’è il fast charge che però una macchina come quella che ho utilizzato io impiega un’ora e mezzo per essere ricaricata. Ed è già un tempo molto breve perché si tratta di una macchina di alto valore. Soltanto che, a parte che è complicato ricaricare la macchina, molto spesso l’app segnali un punto di ricarica come libero e poi si arrivi e il punto di ricarica è occupato oppure peggio, succede che il punto di ricarica non funziona. Quelli che non funzionano sono tantissimi. A volte c’è anche la bella sorpresa che qualcuno te la ricarica gratis però è estremamente raro, sempre più raro. Quindi diventa estremamente faticoso ricaricare la macchina perché se si ha urgenza di andare da qualche parte, anche perché magari si conta su un punto di ricarica che poi non si riesce a trovare. 

# Impossibile ricaricarla in casa

Passiamo alla questione costi. Il fast charge ovviamente costa molto di più. Il costo per un pieno è molto più elevato. Altra informazione errata è quella che praticamente la si può ricaricare in casa. Ricaricarla in casa è impossibile. Non è possibile perché attaccata alla presa di casa impiega 2 giorni per arrivare al 2-3 per cento di ricarica. Occorrerebbe mettere la colonnina  o mettere un altro dispositivo che costa ovviamente dei soldi. 

# Sembra una strategia per non farci utilizzare l’auto

Credits doanme-pixabay – Limite 30 km orari

La macchina elettrica, ripeto di alto profilo, può essere utile solo per muoversi in un raggio di 200km, 100 andare, 100 a tornare. Puntare sulle macchine elettriche oggi, con questi servizi e queste batterie, che danno poca autonomia e si ricaricano in troppo tempo, per macchine che costano tantissimi soldi significa far smettere alle persone di utilizzare la macchina. E sembra che si vada in questa direzione perché anche il limite di 30km orari sembra che serva a non fare utilizzare la macchina. Sembra una strategia per tenerci in casa. 

Qui il video: https://x.com/Mario24782775/status/1760417769223287194?s=20

Continua la lettura con: “La mia Odissea con l’auto elettrica a Milano”

MILANO CITTA’ STATO

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Il TRENO veloce come un AEREO: via al progetto del secolo

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Ph. Sharingtravel

La Cina ha testato con successo il super-treno da 623 km orari. Ma non ha intenzione di fermarsi: ora punta a quota 1000 km/h. Non è solo un sogno: è stata costruita una linea sperimentale per i primi test.

Il TRENO veloce come un AEREO: via al progetto del secolo

# Nuovo record mondiale per un treno

Ph. sharingtravel

Raggiunto un traguardo storico in Cina per la storia dei treni ad alta velocità: il treno a levitazione magnetica Maglev ha raggiunto i 623 km/h, battendo il record mondiale di velocità

# Già fissato il prossimo obiettivo: 1.000 chilometri all’ora

 

Secondo gli esperti del settore ferroviario, questo risultato potrebbe rivoluzionare il modo in cui le persone viaggeranno in futuro. Infatti la linea per il test di due chilometri verrà presto estesa fino a 60 chilometri, consentendo così di effettuare test a velocità fino a 1.000 chilometri all’ora.

Il progetto precede che, in caso di successo, i primi treni correranno a 1.000 chilometri all’ora tra Hangzhou e Shanghai. Una distanza di 161 chilometri che potrebbe essere percorsa in meno di un quarto d’ora. 

Continua la lettura con: La linea con il treno più veloce del mondo

MILANO CITTA’ STATO

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A TORINO il RISTORANTE più ALTO d’ITALIA, in cima a un GRATTACIELO. DOVE lo si potrebbe COSTRUIRE a MILANO?

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marco_invernizzimd IG - Piano35

Ben sette dei grattacieli più alti d’Italia sono a Milano: due di questi occupano le prime due posizioni nella classifica delle altezze. Eppure è la Città della Mole l’unica ad avere un ristorante panoramico all’ultimo piano. Non solo, Milano non ha nemmeno un bar in vetta, cosa che invece esiste in tutte le metropoli internazionali. Ecco dove si potrebbe realizzare.

A TORINO il RISTORANTE più ALTO d’ITALIA, in cima a un GRATTACIELO. DOVE lo si potrebbe COSTRUIRE a MILANO?

# Torino batte Milano 1 a 0: è suo il ristorante più alto in Italia in un grattacielo ed è pure stellato

marco_invernizzimd IG – Piano35

In questo caso non ci sono dubbi, Torino supera Milano alla grande. La Città della Mole vanta infatti il ristorante più alto d’Italia: Piano 35, tra il 35esimo e il 37esimo piano del grattacielo di Intesa San Paolo che con 167,25 metri di altezza è sesto in assoluto nella classifica del nostro Paese. Un ristorante agli ultimi piani all’interno di una meravigliosa serra bioclimatica, in un rooftop panoramico da dove ammirare la città dall’alto e le Alpi sullo sfondo. Non solo, è pure stellato oltre ad avere due forchette Gambero Rosso grazie alla guida dello chef Christian Balzo e alla consulenza di Marco Sacco del Piccolo Lago di Mergozzo. L’ultimissimo piano ospita un lounge bar. Milano come è messa?

# Il ristorante mancato in vetta alla Torre Galfa

Credits gamberosso.it – Spazio previsto per il ristorante sulla Torre Galfa

A dire la verità un lounge-bar-ristorante in vetta a un grattacielo era previsto al 29° e 30° piano della riqualificata Torre Galfa, 109 metri di altezza, ma l’apertura era prevista pochi mesi dopo l’arrivo della pandemia e non se ne è fatto più nulla. Non sarebbe stato comunque il più alto d’Italia, ma sarebbe stato un buon inizio. All’interno del grattacielo è presente un ristorante, ma si trova al pian terreno, il resto è occupato da un albergo del brand Melià per i primi 13 pianiappartamenti in affitto all inclusive in quelli rimanenti.

Leggi anche: TORRE GALFA: c’è una cosa che la rende la più INNOVATIVA del MONDO

# Sette dei più alti grattacieli d’Italia sono all’ombra della Madonnina, ma nessuno di questi ha nemmeno un bar sul rooftop

Credits pieroor-pixabay – Torre Unicredit

Una mancanza non da poco per Milano: dei sette grattacieli nella top ten italiana per altezze non ne esiste uno che abbia almeno un bar sul rooftop. Ricordiamo infatti che la nostra città piazza al primo posto la Torre Unicredit di Milano con 231 metri, al secondo la Torre Isozaki o “Dritto”, che con i suoi 209 metri è anche l’edificio al tetto più alto in assoluto, al quarto la Torre Hadid con 177 metri, al quinto la Torre Libeskind con 175 metri, al settimo Palazzo Lombardia con 161,3, all’ottavo e nono rispettivamente la Torre Solaria di 143 metri e la Torre Diamante di 140 metri.

# La Torre Isozaki potrebbe scippare il primato a Torino

Credits Andrea Cherchi – Madonnina Torre Allianz

Tra i più adatti ad ospitare un ristorante all’ultimo piano potrebbe esserci la Torre Isozaki, per la sua conformazione classica a parallelepipedo, che scipperebbe così il primato a Torino. Presenta ampi spazi e una vista a 360 gradi sulla città, sarebbe il luogo perfetto. Altre opzioni sono la Torre Libeskind sempre a Citlylife, e la Torre Diamante sede di Bnl. In alternativa Palazzo Lombardia potrebbe realizzarne uno a servizio dei suoi dipendenti, da aprire nei weekend anche al pubblico, negli spazi del Belvedere al 39esimo piano.

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# La piccola consolazione con il MiView a 78 metri d’altezza, in attesa della Torre Unipol

Credits: Andrea Cherchi - Vista da Miview Restaurant
Credits: Andrea Cherchi – Vista da Miview Restaurant

A cercare di limitare i danni ci prova il MiView Restaurant, posto al ventesimo piano del World Join Center al numero 30 di Viale Achille Papa a Milano, zona Portello. La vista è  incredibile, verso CityLife, Porta Nuova, San Siro e le montagne, ma con i suoi 78 metri di altezza non si può considerare un grattacielo, tale definizione spetta solo agli edifici alti almeno 100 metri. Inoltre non è certamente iconico come i veri grattacieli presenti a Milano, per di più è fuori dal centro e in una posizione poco felice, proprio sopra il viale che conduce verso l’Autostrada dei Laghi.

Credits: www.mcarchitects.it

Una sorpresa potrebbe arrivare dalla Torre Unipol, meglio conosciuta come Nido Verticale per via dalla sua forma e struttura, alta 125 metri e che all’ultimo piano prevede una serra-giardino panoramica aperta anche per eventi pubblici e culturali. Secondo i piani originari negli stessi spazi dovrebbe esserci anche un ristorante: Milano avrà così il suo primo ristorante “tra le nuvole”?

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FABIO MARCOMIN

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Restyling di via GOLA: il “BUCO NERO dei Navigli” sistemato a metà

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caterinadesole IG - Murale Via Gola

Il progetto annunciato nella primavera 2021 è stato portato a termine solo in parte, mentre i problemi legati alla criminalità e al degrado del “buco nero dei Navigli” rimangono. Ecco la situazione attuale e cosa è stato fatto.

Restyling di via GOLA: il “BUCO NERO dei Navigli” sistemato a metà

# La “casa” dei murales e degli spacciatori

clowngirl_rednose IG – Murale Via Gola

Via Gola è conosciuta per i suoi murales. Ma è anche tristemente nota alle cronache per essere la “casa” degli spacciatori, una terra di nessuno o meglio della microcriminalità. Una strada non adatta per passeggiare tranquilli e andare a giocare con i bambini: non sono infatti infrequenti scippi, furti e liti violente. Il degrado è diffuso ed è un vero peccato visto che si collega al Naviglio Pavese, uno degli angoli più suggestivi di Milano. Il duo Coma Cose in uno dei loro testi canta “Questa notte la mia gola è messa peggio di via Gola”, questo fa capire come non si tratti solo di percezione ma di una amara realtà.

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# Il progetto di riqualificazione, realizzato solo in parte, per togliere la strada dal degrado

Credits Urbanfile – Riqualificazione Via Gola

Per dare una possibilità di riscatto alla via, a marzo 2021 sono partiti i lavori per la sua riqualificazione con risorse destinate attraverso il Bilancio Partecipativo 2017-2018. La prima parte del progetto, denominata “Colleghiamo via Gola” con cantieri principalmente tra le vie Pichi e Segantini, si è conclusa a settembre dello stesso anno e ha visto nel dettaglio:

  • due passaggi pedonali rialzati, uno all’incrocio tra via Gola e via Segantini, consentendo la limitazione della velocità dei veicoli e un attraversamento più sicuro connettendo il quartiere e il Parco Segantini;
  • l’allargamento dei marciapiedi, per migliorare l’accessibilità alla scuola da parte delle famiglie e dei bambini;
  • un’area verde;
  • un parcheggio per 38 auto.

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# Cosa è rimasto da fare

Maps – Tratto Via Gola da riqualificare

L’intervento partito con buoni propositi è stato realizzato però solo in parte, manca ancora il tratto da via Pichi fino all’Alzaia del Naviglio previsto a scomputo oneri per interventi edilizi da parte della società privata Parco Solari srl.

Credits Urbanfile – Rendering restyling seconda parte di Via Gola

Nello specifico si prevede la riqualificazione della strada con:

  • pietra al posto dell’asfalto;
  • aiuole verdi lungo la via con alberi, piante aromatiche e cespugli e impianto di irrigazione;
  • panchine;
  • rastrelliere per biciclette;
  • pannelli espositivi;
  • nuova illuminazione.

Al completamento di tutto il progetto Via Gola dovrebbe diventare un collegamento ciclopedonale tra il Naviglio, il parco Segantini e Romolo M2.

# Ancora da risolvere i problemi endemici del quartiere

caterinadesole IG – Murale Via Gola

Quello che però manca con più urgenza è la risoluzione dei problemi endemici del quartiere, dalle occupazioni abusive e relativo racket delle case alla riqualificazione degli immobili e degli spazi comuni, dallo spaccio di droga alla microcriminalità. Per tutto questo la strada pare ancora molto lunga e non basterà riqualificare una o più vie. Serve l’intervento deciso di Regione Lombardia, per la sistemazione degli alloggi ALER, un intervento congiunto anche il Comune di Milano per il rafforzamento dei presìdi sociali e con prefettura e forze di polizia un controllo più frequente e mirato. 

 

Continua la lettura con: Una PENNELLATA contro il DEGRADO: il quadrilatero dell’illegalità riprenderà COLORE?

Articolo di BEATRICE BARAZZETTI aggiornato dalla redazione

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Il BOSCHETTO di MONTAGNA in PIAZZA DUOMO

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Ph. Piazza del Duomo di Milano Dino Buzzati 1957. Olio su tela

Addio alle palme. In piazza Duomo sta per arrivare un boschetto di montagna. 

Il BOSCHETTO di MONTAGNA in PIAZZA DUOMO

Via ai lavori in piazza Duomo Ph. Andrea Cherchi

Via ai lavori per dare un nuovo volto a Piazza Duomo. Dopo 7 anni vengono smantellate le palme di Starbucks: al loro posto arriva aria di montagna, quella dell’Oasi Zegna sulle Alpi Biellesi. La “riforestazione” di Piazza Duomo è infatti opera di Ermenegildo Zegna che si ispira a uno dei boschi della loro area del Piemonte. La consegna ufficiale è prevista per il Salone del Mobile e durerà per almeno tre anni. 

Credits: @50sfumaturedibiella
Oasi Zegna

Il progetto è ispirato a un dipinto di Buzzati, “Piazza del Duomo di Milano”, che raffigura la cattedrale come una montagna delle Dolomiti. La base sarà composta da cespugli di canfore sempreverdi, a cui verranno aggiunti a rotazione piante e fiori colorati. 

Le palme saranno trasferite nelle serre comunali dove saranno curate dal parassita che le infesta. In seguito, dovrebbero essere piantumate nelle aiuole della città. 

Credits: ilportaledeitreni.it – Palme in Piazza del Duomo

Continua la lettura con: Addio alle palme

 

MILANO CITTA’ STATO

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Perché il MEZZANINO della FERMATA M1 in PORTA VENEZIA è così GRANDE?

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fashionmagazine.it - Sfilata nel mezzanino M1

La storia di una delle stazioni più famose della linea rossa e il motivo della struttura del suo mezzanino.

Perché il MEZZANINO della FERMATA M1 in PORTA VENEZIA è così GRANDE?

# La storia della stazione dall’apertura alla bandiera arcobaleno

Credits andreaslodewijkschmidt IG – Porta Venezia M1

La stazione di Porta Venezia sulla linea M1 è una delle più vecchie di Milano. La sua apertura risale al primo novembre 1964, quando è entrata in funzione la prima tratta della metropolitana di Milano da Sesto Marelli a Lotto. Nel 1997 con l’apertura del passante ferroviario è diventata un nodo di interscambio per i treni suburbani. Dal 2018 invece, con la decorazione con i colori della bandiera arcobaleno in sostegno del Gay Pride, che avrebbe dovuto essere temporanea, è diventata un simbolo del movimento LGBT, che ha in Porta Venezia il suo quartiere di riferimento.

# Si sarebbe dovuta chiamare Oberdan M1

Credits: @ housesolutionmilano IG

Quando la rete metropolitana milanese prevedeva le sole M1 e M2 nell’odierna configurazione il nome prescelto inizialmente fu quello di Oberban. Questa denominazione faceva riferimento al piazzale soprastante il corpo stazione e relativi accessi.  

# Perché il mezzanino è così ampio

fashionmagazine.it – Sfilata nel mezzanino M1

La stazione, come tutte quelle della linea M1, presenta un binario per senso di marcia e due banchine laterali. A differenza delle altre presenta però una peculiarità: ha un mezzanino molto ampio. Non è perché interscambia con il passante ferroviario, come molti potrebbero pensare, o almeno non è quella la ragione originaria.    

Credits arbalete-wikipedia – Progetti originali metropolitana di Milano

Nelle prime ipotesi di rete metropolitana milanese solo la linea M1 e linea M2 seguivano i percorsi attuali. La linea M3 avrebbe dovuto proseguire verso sud ovest dopo la Stazione di Duomo, mentre la linea M4 avrebbe dovuto ricalcare, pur se non in modo esatto, parte del percorso dell’attuale passante ferroviario.

Il mezzanino ampio è stato quindi realizzato per agevolare il flusso di passeggeri tra la linea M1 e la versione della M4 immaginata negli anni ’50, che poi è stata costruita con un altro percorso. Oggi svolge la funzione di collegamento per chi arriva da o è diretto verso la stazione del passante.

Leggi anche: La MAPPA della METRO con i NOMI delle FERMATE come erano nel PROGETTO ORIGINALE

Continua la lettura con: Perché c’è la TERZA ROTAIA sulla M1

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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DINNER SHOW, I locali milanesi dove si CENA… e poi ci si SCATENA

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Credits: @alessandro_romenti La Balera Dell'ortica

Locali che dopo cena si trasformano in live show.

DINNER SHOW, I locali milanesi dove si CENA… e poi ci si SCATENA

#1 Pyt, un originale momento di evasione in via Pacinotti

alex_amicabile IG – Pyt

Qui ogni settimana vanno in scena spettacoli diversi in base al giorno, con tanto di ballerini e danze acrobatiche. Il menù è mediterraneo, prevalentemente a base di pesce e assai raffinato. Dopo cena é possibile evadere grazie a incredibili spettacoli di intrattenimento, musica e balli, ogni sera dedicati a temi differenti.

Indirizzo: Via Pacinotti, 6

#2 Spirit de Milan, una vera e propria istituzione milanese 

Credits: @d.parisio
Spirit de Milan

Una location cult per chi cerca un posto genuino ed informale, in cui sostare per un buon aperitivo o dove cenare presso il ristorante la Fabbrica della Sgagnosa, che propone pietanze tipiche della tradizione lombarda a chilometro zero. Serate con musica milanese come quella delle vecchie osterie di una volta, oppure di jazz e blues

Indirizzo: Via Bovisasca, 57/59

#3 Balera dell’Ortica per ballare in atmosfera familiare

Credits: @alessandro_romenti – La Balera Dell’ortica

In via Giovanni Antonio si trova questo locale con atmosfera familiare ed informale. Qui le pietanze sono ispirate alla tradizione culinaria italiana attraverso cibi caratteristici di diverse regioni come lo gnocco fritto romagnolo o gli arrosticini abruzzesi. E poi si balla o si impara a ballare, qui infatti si organizzano corsi di ballo proprio per chi è inesperto. Insomma come dice il sito, qui, se si scorda il sorriso a casa, lo si ritrova senza dubbio in questo locale.

Indirizzo: Via Giovanni Antonio Amadeo, 78

Leggi anche: Una serata al PATUSCINO, dove si vive ancora la BRERA scapigliata e bohémienne

#4 La Bullona dove ballare in una location elegante e raffinata

lucarenis IG – Bullona

In una ex stazione ferroviaria in via Piero della Francesca si trova questo locale elegante e raffinato con altrettanto raffinate proposte culinarie ed opere d’arte sparse qua e là, come Arnaldo Pomodoro o Lucio Fontana. Ampia selezione di vini e distillati e non manca la musica, cuore pulsante del locale ad allietare un dopo cena che non si dimentica.

Indirizzo: Via Piero della Francesca, 64

#5 Apollo club, il cocktail bar e bistrot ai Navigli 

jadesjumbo IG – Apollo

Chi ama la spumeggiante vita notturna milanese amerà senza dubbio questo posto caratterizzato da una location elegante e un po’ retro, dove sorseggiare ottimi drink e squisite prelibatezze culinarie con uno sguardo particolare alla cucina siciliana. In Via Borsi, il locale ospita spesso eventi musicali con dj set, cantanti e musica dal vivo.

Indirizzo: Via Borsi, 9/2

Leggi anche: Il locale più “DIRTY” di Milano: dove si può MANGIARE e BERE fino alle 5 di MATTINA

Continua la lettura con: I LOCALI per una CENA VIP a Milano

ALESSANDRA GURRIERI

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Il mistero dei “BINARI COMPENETRATI” al marciapiede a Milano

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Credits: @ItramdiMilano FB Binari compenetrati

Come farà il tram a passare da qui? 

Il mistero dei “BINARI COMPENETRATI” al marciapiede a Milano

# Il doppio binario così strano

Credits: @i tram di Milano FB
Binari compenetrati

Passeggiando in Via Vico verso Via Degli Olivetani, oppure da Via Ausonio girando in Via Cesare da Sesto, si può incontrare una vera e propria chicca di Milano: una strana doppia rotaia del tram, dei binari leggermente sfasati uno dall’altro. Da dove derivano?

# Fatti apposta per il Ventotto

Sono i cosiddetti binari compenetrati, un artificio utilizzato per adattare la vecchia viabilità di Milano ai tram milanesi. Quando sono arrivati, i tram Ventotto si sono rivelati più larghi degli Edison utilizzati fino a quel momento. Nei tratti dove i carrelli dovevano affrontare delle curve troppo strette, in mancanza di spazio nella sede stradale, le vetture che transitavano in un senso o nell’altro si alternavano su questo doppio binario.

# I binari compenetrati: l’unica soluzione per permettere ai tram di transitare nelle vie strette

Credits: @i tram di Milano FB
Binari

L’espressione tecnica cela semplicemente l’unica soluzione, trovata da ATM e dagli ingegneri comunali, per permettere il transito dei tram nelle strade strette: i sensi di marcia si compenetrano, così il transito delle vetture in senso opposto è stato spesso regolato da un semaforo con due soli colori, rosso e verde. Compenetrati non solo i binari paralleli, che definiscono le corsie di viaggio del tram in entrambi i sensi di marcia, si definiscono così anche tutti gli scambi presenti nei nodi tramviari più complessi, come a Porta Volta, in fondo a Via Luigi Nono. Questi snodi sono quelli che fanno sobbalzare le Ventotto, o che producono il caratteristico sibilo facendo sferragliare i carrelli.

# Il binario unico alle Colonne

E’ un binario compenetrato anche il binario unico delle Colonne di San Lorenzo. Anche a San Lorenzo il traffico è regolato da un semaforo, ma non è sempre stato così. In occasione dei lavori di restauro delle rovine romane, si è reso necessario lo spostamento di una corsia dei binari, che inevitabilmente è confluito sull’altro, creando il binario unico. In passato, senza regolazione del traffico tramviario automatizzato, conquistava la precedenza la vettura che semplicemente impegnava per prima la tratta.

# Ecco dove sono i binari compenetrati

Credits:google.it (maps)
Confluenza via degli Olivetani

I caratteristici binari paralleli sono ancora visibili, come detto, in Via Ausonio angolo con Via Cesare da Sesto, binari per la linea 8 prima della costruzione della M2, o in via Vico (dietro al carcere di San Vittore) ad angolo con Via degli Olivetani, che era la linea 9 prima della metà degli anni ’50. Non esistono, perché ormai rimossi, ma una tratta di binari compenetrati erano presenti per una svolta stretta in Via Pestalozzi per la svolta della linea 12 da e per Via Ludovico il Moro. Un breve tratto di binari compenetrati si trovava, infine, in Piazza Amendola, percorso dalle linee 5 e 11. Queste due linee venivano deviate in Via Monte Rosa prima della costruzione della M1, per arrivare in Piazzale Lotto. In Amendola un anello simile allo snodo di Porta Volta serviva da capolinea e per l’inversione di marcia delle carrelli.

# Il mistero di Via Borghetto

Credits: google.it (maps)
da Sesto Via Ausonio

Foto storiche di una Ventotto della linea 38, nei pressi di Via Borghetto, mostrano una vettura che si affaccia sui lavori di realizzazione della M1. La strettoia è evidente, per quella via poteva passare una vettura per volta. Molti storici e appassionati dei tram sono molto divisi su questo tema. In Via Borghetto erano binari compenetrati? Le scuole di pensiero sono due, completamente polarizzate: c’è chi giura di sì, quanto meno con l’arrivo delle Ventotto, più larghe delle vecchie Edison in servizio all’epoca, oppure c’è chi lo esclude a priori. Sul doppio binario alle estremità non può esserci comunque alcun dubbio, così come l’apertura verso Viale Majno, dove la via Borghetto è più larga, abbastanza per ospitare una soluzione tramviaria come quella di Via Vico.

# Il marciapiede si è allargato?

Credits: littorina.net
Tram San Lorenzo

In effetti appare proprio come se i marciapiedi si fossero allargati, se la città si fosse in qualche modo ingrandita e fosse andata a rubare spazio ai binari del tram. La verità è soltanto che le esigenze urbane e di traffico sono variate, così come si sono ammodernati i tram, pertanto si sono dovute trovare soluzioni di viabilità per far passare due tram laddove una volta passavano pedoni, cavalli e al massimo un piccolo omnibus. I binari paralleli di Vico e Cesare da Sesto sono ormai dismessi e fanno parte del piano per i quali è prevista la rimozione. Un altro pezzo di storia destinato a lasciare il passo alla golosità che Milano mostra nei confronti del progresso.

Continua la lettura con: 🛑 Iniziati i lavori di RINNOVO BINARI del TRAM: le linee interessate all’intervento

LAURA LIONTI

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Il POZZO più PROFONDO del mondo: oltre una volta e mezzo l’EVEREST

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Scende nel cuore della Terra per oltre 12 chilometri, pari a una volta e mezzo la lunghezza dell’Everest. Scopriamo dove si trova il pozzo più profondo del mondo e le leggende che gli ruotano attorno.

Il POZZO più PROFONDO del mondo: l’accesso al CENTRO DELLA TERRA o agli INFERI?

Pronti per un viaggio con la fantasia, passando dai racconti di Jules Verne all’inferno dantesco, per scoprire il realissimo pozzo di Kola, il più profondo del mondo, attorno al quale riecheggiano numerose leggende?

# Il viaggio per il pozzo più profondo al mondo ci conduce nel nord della Russia

credit: it.rbth.com

Fino a dove ci si deve spingere per trovare il pozzo super profondo di Kola? Il viaggio ci porta nel nord della Russia, poco distante dalla cittadina di Zapoljarnyj, vicino alla gelida Norvegia. Pertanto sono necessari guanti, sciarpa e cappello perché il freddo si fa sentire sul serio. La storia del pozzo ha inizio nel 1970, nella penisola di Kola. Qui una squadra di scienziati decise di realizzare uno studio degli strati della crosta terrestre e l’unica possibilità per farlo era scavare un pozzo profondissimo. La zona fu scelta per la presenza nel sottosuolo dello scudo baltico, uno dei territori più antichi geologicamente del continente e quindi ideale per il loro scopo.

# Una profondità di ben 12.226 metri

credit: nonsapeviche.it

L’operazione non andò esattamente come previsto, dato che le temperature raddoppiarono toccando i 180 gradi, ma gli scienziati riuscirono a scavare un pozzo di ben 12.226 metri e con un diametro di soli 23 centimetri, ancora oggi il più più profondo del mondo. Furono comunque raccolti importanti dati geologici. Oltre al suo record, una delle peculiarità di questo pozzo è di non essere stato costruito per la ricerca di combustili fossili.

Il pozzo Z-44 Chayvo sull’isola di Sachalin, con i suoi 12.376 metri è quello con la lunghezza totale maggiore, ma quello di Kola rimane il primatista assoluto per via non solo della sua profondità, ma per il fatto di essere stretto e perfettamente verticale.

# Due famose leggende attorno al pozzo: è la porta d’accesso all’inferno o al centro della Terra?

Pozzo profondo

Ci sono alcune leggende attorno a questo pozzo. La prima, terrificante e oscura, secondo la quale lo scavo avesse aperto la porta dell’inferno. Tutto nasce dal fatto che degli scavatori iniziarono a far girare la voce che un loro microfono avesse registrato voci di anime in pena agonizzanti.

Quella più romantica, o affascinante, riporta al romanzo di Jules Verne dal titolo “Viaggio al centro della Terra”. Nel resto lo scrittore francese raccontò di un viaggio favoloso all’interno del nucleo terrestre e tanti sono convinti che il punto di accesso a quel mondo sotterraneo, popolato da piante e animali creduti estinti da migliaia di anni, sia proprio il pozzo di Kola.

La prima leggenda è facilmente smontabile dato che microfoni in grado di resistere a tali temperature non esistevano a quell’epoca. La seconda rimase quella viva perché basava sul manoscritto di un uomo visionario e nonostante la scienza ha confermato che il centro della Terra sia solo una massa gassosa e infuocata, molti appassionati dei racconti dello scrittore francese credono che sia l’entrata per raggiungere un mondo ancora inesplorato.

Tra record e leggende che resistono alla razionalità scientifica, il pozzo di Kola continua ad attirare l’attenzione del mondo intero. A venirci in soccorso per sognare che tutto può essere possibile c’è Pirandello con queste parole: la realtà spesso supera la fantasia.

Leggi anche: “Sono tornato dall’ANNO 3906”: l’uomo che visse nel futuro. Ecco COSA VIDE nei prossimi 2000 anni

ROSITA GIULIANO

copyright milanocittastato.it

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Una delle “VALLI più SELVAGGE e INOSPITALI d’Europa” è a un’ora da MILANO

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Credits alicrespi IG - Parco Nazionale del Val Grande

Un’area di 150kmq dove il silenzio e la natura regnano sovrani e dove perdersi non è affatto difficile. Ecco dove si trova e perché è così inospitale.

Una delle “VALLI più SELVAGGE e INOSPITALI d’Europa” è a un’ora da MILANO

# La Val Grande è l’area selvaggia più vasta d’Italia e tra le più inospitali d’Europa

Credits alicrespi IG – Parco nazionale della Val Grande 1

Il Parco Nazionale della Val Grande si estende per circa 150 kmq: viene considerata l’area selvaggia e inospitale più vasta d’Italia. Caratterizzata da un’unica vallata, dove il silenzio e la natura regnano sovrani, ci sono boschi di latifoglie, conifere e faggeti a fare da cornice e popolato da una ricca fauna tra cui camosci, caprioli, cervi e l’aquila reale. Il parco si trova a meno di 100 km di Milano, poco distante dal Lago Maggiore, e si estende sul territorio di 13 comuni piemontesi ricompresi fra l’Ossola, il Verbano, la Val Vigezzo, la Valle Intrasca e la Cannobina.

# Le montagne aspre garantiscono la protezione e il mantenimento di un ambiente incontaminato

Credits tialtngoneverdie IG – Parco Nazionale della Val Grande

A garantire la protezione e la preservazione di questo ambiente incontaminato ci pensano le montagne aspre e rocciose che la circondano. Il Monte Togano con i suoi 2.301 metri d’altezza è la cima più alta e si trova nell’estremità nord del parco, ma la caratteristica principale di questo luogo è quella di essere un susseguirsi di vallette e cime.

La difficoltà maggiore per chi si addentra nel Parco della Val Grande è infatti dettata dai dislivelli che si possono incontrare durante le escursioni, anche superiori ai 1.300 metri, e dall’assenza di insediamento umani ad eccezione di alcuni alpeggi abbandonati da anni. Perdere l’orientamento in simili condizioni è abbastanza facile, quindi è sempre bene seguire i sentieri tracciati e segnalati evitando di avventurarsi su percorsi poco conosciuti.

 

Continua la lettura con: Le 7 MERAVIGLIE del mondo che MAI VISITEREMO

FABIO MARCOMIN

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Il “SENTIERO degli ALBERI”: in ITALIA la CICLABILE SOSPESA a 6 METRI di altezza. Sarà la più spettacolare del mondo?

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Credits: rinnovabili.it the tree path

Un progetto ambizioso che ricorda la pista sospesa nel bosco nei dintorni di Bruxelles. Scopriamo dove si vuole costruire questa incredibile infrastruttura che potrebbe battere in bellezza la Garda by bike, in costruzione a mezz’aria sopra l’acqua del Lago di Garda.

Il “SENTIERO degli ALBERI”: in ITALIA la CICLABILE SOSPESA a 6 METRI di altezza. Sarà la più spettacolare del mondo?

# The Tree Path: gli alberi saranno i pilastri della pista

Credits: carloratti.com – the tree path

Un concept ad alto contenuto tecnologico pensato per un percorso multimodale, da utilizzare anche come pista ciclabile, a tratti sopraelevato, che utilizza gli alberi come elementi costitutivi della struttura: The Tree Path firmato da Carlo Associati. Presentata insieme alla Onlus GAL Terre, si presenta come un percorso nella natura e tra le cime degli alberi. 

# Pensato per collegare la Ciclovia del VENTO con la “città ideale” di Sabbioneta

Lotti cantieri VenTo

Il Sentiero degli Alberi è stato progetto per collegare la Ciclovia del VENTO, passare da Casalmaggiore e concludersi a Sabbioneta, la “città ideale” nei pressi di Mantova,    costeggiando il fiume Po in tutto il nord Italia. La città, già patrimonio mondiale dell’UNESCO, potrebbe aggiungere un tassello alla sua bellezza e alla sua forza turistica: questa pista sarebbe infatti una vera rivoluzione.

Il progetto è frutto della collaborazione con OLA (Office for Living Architecture). Alla base  l’idea che gli alberi fungano da elementi architettonici strutturali. Per farlo è stata scelta la tecnica costruttiva del Baubotanik, che consente la creazione di strutture architettoniche tramite l’interazione di giunti tecnici e crescita delle piante. La pista ciclabile sopraelevata poggerà su due file parallele di alberi, come se questi fossero dei pilastri.

Leggi anche: VenTo, la “SUPER-CICLABILE” da Venezia a Torino: Milano già al traguardo, ma il resto?

# Si potrà correre su tre piani diversi fino a sei metri di altezza

Credits: rinnovabili.it
the tree path

Un esempio simile lo troviamo in Belgio, in un bosco nell’area metropolitana di Bruxelles. La Dream Route italiana dovrebbe avere queste caratteristiche:

  • tre piani, l’ultimo sopraelevato dal terreno fino a 6 metri di altezza;
  • aggiramento del traffico e corsi d’acqua della città;
  • 1000 nuove piante perché queste crescano attorno ad un filo di acciaio inossidabile e diventino pilastri portanti della ciclabile.

# Il primo esempio di “Internet of Trees”

Pista sospesa sul fiume

L’alto contenuto tecnologico previsto per questa infrastruttura consentirà di analizzare lo stato di salute delle piante e i livelli di inquinamento atmosferico, sfruttando dei sensori inseriti tra le sue componenti, e con il supporto della realtà aumentata di far vivere un’esperienza immersiva nel territorio e nella cultura dei posti. Potrebbe essere il primo esempio di “Internet of Trees”.  

Da concept diventerà realtà?

Continua la lettura con: La PISTA CICLABILE a 10 metri tra gli ALBERI: dove si potrebbe fare a Milano?

Articolo di BEATRICE BARAZZETTI aggiornato dalla redazione

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Un MONOLOCALE in AFFITTO: dove COSTA di più al MONDO?

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stats_feed X - Costo medio affitto monolocali città nel mondo

World of Statistics ha realizzato una classifica sulle città più care del mondo dove prendere un monolocale in affitto in centro. Dove si piazza Milano?

Un MONOLOCALE in AFFITTO: dove COSTA di più al MONDO?

# Il podio tutto a stelle e strisce, nella top ten solo due città europee

stats_feed X – Costo medio affitto monolocali città nel mondo

World of Statistics estrapolando i dati da Numbeo, “il più grande database mondiale sul costo della vita”, ha stilato una classifica sulle città con il costo dell’affitto più alto in centro per un monolocale. Dominano le città americane: al primo posto New York dove per una locazione si spende mensilmente in media 4.074 dollari (3.780 euro), al secondo San Francisco con 3.344 dollari (3.102 euro) e al terzo Boston con 3.101 dollari (2.877 euro).

Proseguendo troviamo la prima città asiatica, Singapore con 3.002 dollari (2.785 euro), la prima europea, Zurigo con 2.869 dollari (2.662 euro) e anche la seconda e ultima del Vecchio Continente in top ten, Londra con 2.854 dollari (2.648 euro). Poi altre due città americane, Miami e Los Angeles rispettivamente con un costo medio per l’affitto di un monolocale di 2.811 dollari (2.608 euro) e 2.662 dollari (2.470 euro), infine Hong Kong con 2.252 dollari (2.089 euro) e Sidney, l’unica dell’Oceania, con 2.181 dollari (2.023 euro). Ma tutti ci chiediamo: Milano rientra in questa classifica?

# Milano in 17esima posizione, più cara di Monaco, Parigi, Madrid, Shanghai e Mosca. A Roma si spende 340 euro in meno 

stats_feed X – Costo medio affitto monolocali città nel mondo oltre la decima posizione

Andando oltre la decima posizione c’è Dublino, dove per prendere in affitto un monolocale in centro città si spende in media 2.180 dollari (2.022 euro), Vancouver dove il costo è di 2.103 dollari (1.951 euro) poi Dubai, Amsterdam, Tel Aviv e Copenaghen rispettivamente con 2.015 dollari (1.869 euro), 1.937 dollari (1.797 euro), 1.744 dollari (1.618 euro) e 1.732 dollari (1.607 euro). Alla diciassettesima posizione ecco Milano che con 1.538 dollari (1.427 euro) è la prima città italiana in classifica, la seconda è Roma alla ventiquattresima con 1.174 dollari di spesa mensile (1.089 euro), quasi 340 euro in meno. 

Milano risulta più cara anche di: Monaco, Parigi, Stoccolma, Oslo, Barcellona, Madrid, Vienna, Tokyo, Shanghai e Mosca.

Fonte: stats_feed X

Continua la lettura con: SOPRESA! A MILANO crollano gli AFFITTI BREVI: -40% di presenze

FABIO MARCOMIN

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“RICCHI in collina, POVERI in pianura”: si arriverà a questo anche da noi?

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Quello che sta succedendo nel Canton Ticino è un preludio di cosa accadrà anche dalle nostre parti? Nei giorni in cui Milano boccheggia per lo smog, sempre più milanesi sognano di respirare in collina. 

“RICCHI in collina, POVERI in pianura”: si arriverà a questo anche da noi?

Estratti da Ricchi in collina, poveri in pianura del Corriere del Ticino

# Il fenomeno nel Canton Ticino: ricchi in collina, poveri in pianura

credit: medium.com

“Forse è eccessivo parlare di «segregazione», come ha fatto il Tages Anzeiger. Ma è pur vero che ricchi e poveri non condividono gli stessi quartieri, come dimostra l’ampia analisi realizzata dall’Istituto di medicina sociale e preventiva dell’Università di Berna. (…) 

“Un lavoro mastodontico che permette di far emergere le disuguaglianze a livello nazionale ma anche all’interno dei singoli comuni. Per esempio si nota come a Lugano le persone più benestanti siano adagiate sulle pendici del Monte Brè, in pieno centro o direttamente sulle rive del lago, mentre le classi popolari occupano i quartieri di Molino Nuovo, Viganello e Pregassona, soprattutto quella bassa. (…)

“Soprattutto emerge che anche all’interno di un singolo comune i ricchi e i poveri vivono raramente fianco a fianco. Ognuno tende ad avere come vicino di casa qualcuno della medesima classe socio-economica. (…)
 

“«Oggi il Ticino cresce solo grazie all’immigrazione – sottolinea Dandrea -, perché il saldo naturale è pesantemente negativo da anni. Però la Svizzera è un paese caro in cui vivere e quindi i nuovi arrivati sono solitamente persone abbienti, con un buon reddito. Queste persone vogliono tutte andare ad abitare nelle zone collinari del Luganese. L’americano o l’europeo del nord cercano casa a Montagnola o magari a Castagnola, non gli si può proporre Mezzovico o Tesserete, sebbene questi siano posti comodi e ben serviti dove un ticinese può vivere benissimo».”

Fonte: Il Corriere del Ticino

# Succederà anche nella Grande Milano?

Credits Federica Abbinante-unsplash – Montevecchia

Smog, prezzi, qualità della vita: secondo una recente ricerca la maggioranza dei milanesi sta pensando di trasferirsi fuori dalla città. In particolare risultano proprio le zone collinari non lontane dalla città ad attrarre di più i milanesi in fuga: l’Oltrepò, la Brianza, le Prealpi comasche, bergamasche e lecchesi. La tendenza in atto nel Canton Ticino si estenderà anche da noi?

Continua la lettura con: Gli Student Districts di Milano 

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“I NAVIGLI non verranno RIAPERTI”: la FOTOGALLERY di come sarebbe stata la MILANO delle ACQUE

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Arriva la sigla di chiusura sui progetti di riapertura dei Navigli a Milano. E’ il sindaco di persona a mettere la parola fine a margine di un evento al Centro Svizzero, come commento alla presentazione del progetto del Comitato per la riapertura dei Navigli avvenuta in Commissione.

“Se facciamo una valutazione di circa mezzo miliardo di euro prima del Covid e degli aumenti inflazionistici”, ha detto Sala, “oggi il costo sarà ancora di più e non credo che possiamo affrontare un investimento del genere“. Amarezza per i molti che confidavano la messa in atto di un progetto che era stato uno dei punti di forza del suo programma per l’elezione a sindaco. Rivediamo qui sotto alcune immagini tratte dai progetti di riapertura.

“I NAVIGLI non verranno RIAPERTI”: la FOTOGALLERY di come sarebbe stata la MILANO delle ACQUE

# Milano con i Navigli riaperti

Credits: blog.urbanfile.org
Credits: blog.urbanfile.org
Vecchia Milano Credits: Wikipedia
Rinavigli – Molino delle Armi con Naviglio riaperto
Rinavigli – Altra vista Laghetto di San Marco
Milano per sempre – Navigli riaperti
Credits: blog.urbanfile.org
Riapertura Navigli

Continua la lettura con: INFRASTRUTTURE, i 5 GRANDIOSI PROGETTI in arrivo in Italia

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Gli STUDENT DISTRICTS: i QUARTIERI per STUDENTI dove AFFITTARE casa a Milano

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Credits: @dadelmi Murale Porta Romana

Dura per uno studente vivere a Milano. Però esistono dei quartieri che sembrano ideali dove abitare per chi frequenta l’università. 

Gli STUDENT DISTRICTS: i QUARTIERI per STUDENTI dove AFFITTARE casa a Milano

# Bicocca: il quartiere più a buon mercato nelle vicinanze di una università 

Università Bicocca

Alla Bicocca i prezzi per prendere in affitto un appartamento sono ancora abbordabili. C’è una vasta offerta e la zona è ideale per i giovani, oltre a essere piuttosto sicura rispetto ad altre zone periferiche. E’ anche molto ben servita dai mezzi e il grande numero di studenti che ci vivono ha alimentato molti locali a misura di under 30. 

 

# Porta Genova: posizione strategica, vita notturna e prezzi quasi abbordabili

Credits paolavignelli IG – Piazzale Stazione Porta Genova

Il quartiere Porta Genova offre soluzioni per ogni esigenza e risulta uno dei più ricercati dagli universitari. Il principale punto di forza è la posizione: vicina a IULM, Cattolica e Bocconi, ma non solo. Ha il Naviglio a due passi.

 

# Porta Romana: perfetta per chi studia in Bocconi o alla Statale, anche i prezzi sono già stellari

Credits: @kavalaomer
Murale Porta Romana

La zona di Porta Romana è perfetta soprattutto per gli studenti di Bocconi e Statale, raggiungibili comodamente a piedi. Inoltre è ricca di servizi, locali e negozi. Nonostante sia una zona mediamente poco economica, per la vicinanza al centro storico della città e per la presenza della metro, sono molti gli studenti che vengono a vivere in questa zona.

 

# Città Studi: il quartiere universitario per antonomasia

https://fondoambiente.it/luoghi/citta-studi-le-sedi-storiche-dell-universita-statale?ldc

Il quartiere di Città Studi, a nord-est della città, è il quartiere universitario per antonomasia. Decentrata rispetto agli altri quartieri è comunque ben servita e collegata dal rete di trasporto pubblico e un’offerta di appartamenti con prezzi sotto la media cittadina anche se tra quelli in maggiore crescita a Milano. Questa zona è ricca di strutture e negozi ad hoc per gli studenti ed è la scelta ideale per gli iscritti al Politecnico e al dipartimento scientifico della Statale. 

 

Continua la lettura con: La casa più COSTOSA venduta quest’anno a Milano. E i 5 quartieri con PREZZI STELLARI

FABIO MARCOMIN

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