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Quando PARMA aveva un grande SOGNO: la METROPOLITANA

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Parma è una delle città più regali d’Italia. Raffinata, nobile, con un grande passato quando volava in alto tra i salotti che contano in Europa. Ci fu un tempo, nei primi anni del nuovo millennio, in cui la vecchia grandeur di Parma volle rimettere la testa fuori dalla sabbia. La città arrivava da una stagione fortunata, supportata da un decennio di grandi risultati calcistici del miracolo di provincia Parma FC. Qualcosa, però, non andò per il verso giusto.

Quando PARMA aveva un grande SOGNO: la METROPOLITANA

Credits: @vivoparma
Parma 2021

La prima bozza del progetto del 2004 prevedeva tre linee e nel 2005 quello definitivo, prima di essere accantonato, aveva ottenuto anche parte del finanziamento. Vediamo il grande sogno sfumato di Parma per una rete di trasporto europea.

# Il primo progetto con 3 linee, di cui una diretta all’aeroporto

Credits ParmaItaly – Primo progetto metropolitana di Milano

La prima bozza del progetto del 2004 prevedeva tre linee. La terza avrebbe dovuto servire l’aeroporto e la fiera, con un collegamento diretto fino alla stazione ferroviaria, un piccolo hub che negli anni è stata oggetto di una riqualifica a metà, avendo perso l’alta velocità a favore della nuova fermata Mediopadana in prossimità di Reggio Emilia, disegnata dall’archistar Santiago Calatrava.

Il Giuseppe Verdi, piccolo scalo aeroportuale di Parma, ha avuto a sua volta una vita travagliata. Inaugurato nel 1991, attualmente rimane uno scalo secondario, non essendo riuscito a convogliare sufficiente traffico dal bacino d’utenza dei dintorni, penalizzato indubbiamente dalla relativa vicinanza di altri aeroporti più importanti (Linate, Bologna, Orio al Serio).

Anche la Fiera, trainata negli anni d’oro dal Cibus, il salone internazionale dell’alimentazione, ha visto nel nuovo secolo perdere ingressi in maniera sostanziale. Nessuna sorpresa che a sparire dal grande sogno di Parma per prima sia stata la linea 3, verde come i bellissimi viali alberati che bordano il centro storico di Parma.

# Senza il tre rimane il due (linee)

Credits ParmaItaly – La revisione del progetto metropolitana Parma

Una versione riveduta del progetto prevedeva solo le due linee superstiti. La linea 1, da nord a sud, avrebbe dovuto collegare il parcheggio posto in prossimità dell’uscita autostradale di Parma con il Campus universitario situato nella periferia ai margini della città.

La linea 2, si sarebbe dovuta intersecare con la prima per servire altre zone popolate della città a ovest e a est. La lunghezza delle tratte doveva essere simile: 12 chilometri per la linea 1 (blu), 10 per la 2 (rossa).

Erano previste solo alcune fermate interrate, in corrispondenza del centro cittadino, mentre la maggior parte del tracciato avrebbe dovuto scorrere in superficie. Cruciali in questo senso, per la linea 1 che a regime avrebbe dovuto trasportare circa 50mila passeggeri al giorno, si prevedevano essere le stazioni di Pace (in prossimità del complesso museale della Pilotta) e di Garibaldi, salotto cittadino, oltre a un paio di soste per servire il pittoresco quartiere dell’Oltretorrente, che come il nome suggerisce costituisce la porzione antica della città posta dall’altra parte del Torrente Parma.

La linea 2, destinata a un bacino di passeggeri inferiore per più della metà, avrebbe avuto, tra le altre, le stazioni interrate dell’Ospedale (Gramsci e Abbeveratoia) e del Parco Ducale (Giardino).

# L’ultimo progetto con 1 sola linea

Credits ParmaItaly – Progetto definitivo

Ma anche la linea 2, i cui lavori avrebbero dovuto iniziare solo al completamento della prima linea, fu eliminata dal progetto. Si arrivò dunque al progetto di una sola linea, la fatidica 1 dal tragitto particolarmente sinuoso, che oggi definiremmo quasi una M5 milanese ante litteram.

Grazie alla sponsorizzazione del ministro per le infrastrutture Pietro Lunardi, originario di Parma, nel maggio del 2005 fu deliberato il finanziamento di 210 milioni a fondo perduto. Ma per il grande sogno di Parma servivano molti altri soldi. Di conseguenza ben 96 milioni di euro avrebbe dovuto metterli il Comune di Parma, con la giunta di centrodestra di Ubaldi e Vignali, favorevolissima al progetto, in linea con le ambizioni cittadine dell’epoca. Una società costituita ex novo, la Metro Parma Spa, avrebbe avuto il compito di coinvolgere altri capitali privati. Sembrava proprio una di quelle storie a cui la politica italiana ci ha abituato da sempre: lo sperpero dei soldi pubblici.

# La revoca dei finanziamenti

Credits: barby_nous
IG – Cattedrale di Parma

I conti non tornano, però, praticamente da subito, una volta archiviati i brindisi commemorativi nei saloni degli hotel. Mentre i costi cominciano inevitabilmente a lievitare dalle prime ottimistiche previsioni, si fa finalmente largo l’idea che non sia la metropolitana il progetto adatto per la città di Parma. Il problema del traffico, naturalmente, esiste anche qui. La rete di autobus è particolarmente vecchia e lenta, e la maggior parte della gente si muove con l’auto privata.

Ma i costi di gestione di una rete metropolitana hanno bisogno di essere sostenuti dai numeri dei passeggeri, e a Parma ogni destinazione si può raggiungere facilmente in meno di mezz’ora, anche dall’altra parte della città. Prima del tramonto definitivo di un’idea epocale, qualcuno prova a rilanciare il progetto convertendolo in una tramvia di superficie, una soluzione che verrà attuata di lì a poco in città di dimensioni paragonabili a quelle di Parma (Padova, Cagliari), ma chi la propone ormai è sfiduciato, non ci crede più. Di comune accordo tra comune e governo, il finanziamento viene revocato definitivamente nel 2008, e con esso scompare forse per sempre l’ambizione di Parma di fregiarsi del titolo di città metropolitana.

Continua la lettura con: Progetti di METROPOLITANE abbozzate ma MAI REALIZZATE in altre città italiane

LORENZO ZUCCHI

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Semaforo VERDE per la METROTRANVIA 7, la “rivoluzione urbana” che collega tutte le METRO di MILANO

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Tratta Niguarda-Fulvio Testi

Una metrotranvia tangenziale che collega l’Università Bicocca e il polo ospedaliero del Niguarda. Non solo: collega tutte le linee metropolitane, eccetto la M4. Quando è prevista l’inaugurazione delle tratte attese dai cantieri e la parte di tracciato in fase di progettazione.

Semaforo VERDE per la METROTRANVIA 7, la “rivoluzione urbana” che collega tutte le METRO di MILANO

# La Metrotranvia Interquartiere Nord che collega tutte le metropolitane

Metrotranvia Interquartiere Nord

Un’opera attesa da anni che si prepara a rivoluzionare i trasporti del nord Milano. La Metrotranvia Interquartiere Nord, finanziata con fondi PNRR per 86,3 milioni e lunga circa 14 chilometri, andrà infatti a collegare tutti i quartieri situati ben oltre la circonvallazione. Utile anche in ottica di riduzione del traffico veicolare proveniente da fuori città, grazie al suo capolinea est a Cascina Gobba M2 posto allo svincolo della Tangenziale Est, che porta alla Tangenziale Nord e all’A4, e della Strada Provinciale Padana Superiore. In futuro intercetterà anche i flussi di pendolari in arrivo da Monza tramite M1 e M5.

Un tracciato tangenziale in prevalenza in sede protetta che mette in collegamento tutte le metropolitane: oltre alla citata M2 anche la M3 ad Affori, la M5 a Bicocca e la M1 a Precotto, a cui si aggiungono la tranvia 4 verso Seregno e le stazioni dei treni regionali e suburbani a Greco Pirelli, Villapizzone Fs e Certosa Fs. La linea connette anche diversi punti nevralgici per i servizi dei cittadini come l’Università Bicocca e l’Ospedale Niguarda. 

# Due tratte subito in cantiere: Adriano-Cascina Gobba M2 e Fulvio Testi-Niguarda

In totale sono tre le tratte finanziate tramite il PNRR, sulle cinque previste, con tutti i relativi i cantieri operativi entro l’estate. Eccoli nel dettaglio:

# Adriano-Cascina Gobba M2: 1,3 km per 3 fermate

Tratta Adriano-Cascina Gobba

I primi cantieri a partire sono quelli della tratta tra il Quartiere Adriano e la stazione di Cascina Gobba M2, già in fase avanzata la tratta precedente che parte da Via Anassagora, di 1,3 chilometri con 3 fermate. Prevista anche una passerella di collegamento tra la fermata metropolitana e una ciclabile che affianca la metrotranvia, un tratto di strada che mette in collegamento la rotonda in uscita dalla tangenziale est con via San Mamete e infine la ricostruzione di una parte della rampa che da via Palmanova porta in tangenziale Est, direzione nord, per consentire di allargare il sottopasso di via Padova-via Rizzoli. La durata dei lavori è stimata in circa un anno e prevedono alcune modifiche alla viabilità e interventi temporanei per ridurre il più possibile i problemi di circolazione.

# Fulvio Testi-Pronto Soccorso di Niguarda: 1,7 km per 3 fermate

Tratta Niguarda-Fulvio Testi

La seconda tratta a vedere l’avvio dei lavori è quella tra Viale Fulvio Testi e il Pronto Soccorso di Niguarda, altri 1,7 chilometri e 3 fermate. Attualmente sono in corso le attività di cantierizzazione e a seguire l’esecuzione della bonifica ordigni bellici. Nel progetto si prevede la messa a dimora di oltre 300 nuovi alberi e la sistemazione ad area verde di oltre quattro ettari di terreni.

# Piazza Bausan a Villapizzone

Attesi invece entro l’estate l’inizio dei lavori per la tratta Piazza Bausan-Villapizzone passando per Bovisa FS, l’appalto è stato appena aggiudicato. Il completamento delle opere per tutti i cantieri è programmato per giugno 2026, con le tratte subito pienamente funzionali. 

# Altre due tratte in fase di progettazione

Fonte ufficio stampa Atm – Prove in linea notturne Tramlink

Rimangono poi altre due tratte da realizzare e al momento in fase di progettazione: dall’ospedale di Niguarda e via Durando e tra Villapizzone e Stazione Certosa FS, che mettono il collegamento la parte di tracciato tra Piazza Bausan-Villapizzone. A servire la linea 14 tram bidirezionali Tramlink della della Stadler, acquistati tramite il PNRR. 

Leggi anche: I TRAMLINK BIDIREZIONALI: la grande novità sui binari di Milano

Continua la lettura con: BOLOGNA apre ai TRAM ma sceglie un’ALTRA STRADA: a Milano le FERMATE sono TROPPO VICINE?

FABIO MARCOMIN

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Il PALAZZO SQUARCIATO del centro di Milano sta venendo demolito: cosa sorgerà al suo posto?

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Credits caroline_of_milan IG - Via Santa Marta Milano

Il cantiere avviato nella seconda metà del 2022 sta poco alla volta sanando una delle ferite al cuore della città causate dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Ecco il progetto di rinascita per questo luogo simbolo della devastazione e cosa si sarebbe potuto costruire in alternativa.

Il PALAZZO SQUARCIATO del centro di Milano sta venendo demolito: cosa sorgerà al suo posto?

# La memoria degli orrori dei bombardamenti all’incrocio delle 5 vie

Credits caroline_of_milan IG – Via Santa Marta Milano

Un luogo rimasto abbandonato a se stesso, con la sua aria desolata e a tratti inquietante, mantenendo viva nella memoria dei milanesi gli orrori della Seconda Guerra Mondiale. Ci troviamo nel quartiere delle 5 vie, il più antico di Milano. Qui ancora oggi è presente un palazzo sventrato dai bombardamenti e una voragine al posto di un altro palazzo andato totalmente distrutto. 

L’area in questione è all’incrocio delle 5 vie, nel punto in cui si incontrano formando una sorta di stella, al civico 1 di via Santa Marta. A questa si aggiungono le vie Santa Maria Podone, Santa Maria Fulcorina, Bocchetto e via del Bollo. Il tempo qui sembra essersi fermato e turisti e milanesi di passaggio camminando velocemente distogliendo lo sguardo, ma fra poco tempo avrà volto completamente diverso.

 

Leggi anche: La storia delle 5 vie, il quartiere a forma di stella

# Il progetto di un nuovo edificio di 5 piani firmato Arassociati

Progetto via Santa Marta – Ara Associati

La rinascita di questo luogo, dopo anni di attese, è sviluppato da FCMA con un progetto firmato Arassociati Studio di Architettura. Si prevede un edificio su un lotto di 247 mq, al posto della voragine, con 5 livelli fuori terra e al piano terra un locale commerciale di 118 mq. A caratterizzarlo un’alternanza tra intonaci e parti lapidee nelle tonalità chiare con serramenti in legno a tutt’altezza. L’estetica dell’edificio è stata studiata per rispettare lotti e volumi preesistenti adeguandosi alle altezze originali. Al suo interno appartamenti di di medie e grandi dimensioni. 

Maps – Via Santa Marta 1

Il cantiere è stato avviato nella seconda metà del 2022. L’immagine in alto si riferisce alla situazione dei lavori nella tarda primavera 2023, dove si può vedere la messa in sicurezza della parete cieca del palazzo di via del Bollo 7. La conclusione e la consegna del nuovo palazzo è prevista entro la fine del 2025.

# Si è persa l’occasione per trasformare il luogo in un museo della memoria a cielo aperto?

GedachtnisKirche, Berlino

Ora che il progetto di rinascita è diventato concreto, con l’avvio dei cantieri, non sarà possibile ipotizzare qualcosa di alternativo al suo posto. In seguito alla conclusione del conflitto mondiale erano state avanzate diverse proposte per ridare vita alla zona devastata. Una di queste prevedeva la messa in sicurezza gli edifici che portano i segni dei bombardamenti per trasformarli in solidi musei della memoria a cielo aperto.

Come successo invece per la Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche di Berlino, sarebbe potuto diventare un monumento. La scelta per questo edificio religioso tedesco, in parte distrutto dalle bombe e in predicato di essere demolito per una successiva ricostruzione, fu quella di mantenerne le rovine e valorizzarle costruendo attorno 4 nuovi edifici. La Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche è oggi sotto tutela monumentale e si trova al centro di Breitscheidplatz, per non far dimenticare a chiunque vi transiti vicino la tragedia della guerra.

Continua la lettura con: Porta Vittoria: al posto del CINEMA ABBANDONATO sorgerà il 5 GIORNATE BUILDING

FABIO MARCOMIN

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Sapessi come è bello BACIARSI a MILANO: i 10 luoghi che scatenano la PASSIONE

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credits: pixabay

Senza niente invidiare alla romantica Parigi o alla modaiola Londra, alla tantrica Singapore o alla fiabesca Stoccolma, anche girare per Milano può suscitare improvvise passioni. D’altra parte non può essere certo un caso se il Bacio più famoso del mondo, quello del pittore Hayez, si trova alla Pinacoteca di Brera...

Sapessi come è bello BACIARSI a MILANO: i 10 luoghi che scatenano la PASSIONE

# L’Orto Botanico di Brera

orto botanico di brera
L’orto botanico di Brera

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Una chicca, un giardino segreto nel cuore della città. Per un bacio bucolico.

# I Giardini di Palestro

Giardini_Pubblici_Indro_Montanelli_-_Palazzo_Dugnani_-_Milano
I Giardini di via Palestro

 

 

 

 

 

 

 

 

Basta varcare i suoi cancelli e lo stress svanisce. Da abbinare al Planetario per vedere insieme così da vicino cielo e stelle. Per un bacio stellare.

# Sul tetto del Duomo

Gugliatramonto
Una guglia al tramonto

 

 

 

 

 

 

 

 

È una vera emozione perdersi tra le guglie. Con un po’ di fortuna e il cielo terso, ci si può abbracciare davanti alle Alpi. Per un bacio da vertigini.

# Davanti al Bacio di Hayez

El_Beso_(Pinacoteca_de_Brera,_Milán,_1859)
Il Bacio di Hayez

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Anche se il significato del dipinto è politico, la scena è molto romantica e sensuale. Per un bacio artistico.

# Sui Navigli

Milano_Naviglio_(Emanuele_Pinna)
Il Naviglio Grande

 

 

 

 

 

 

 

 

Romantici i Navigli? Sì, se ci si arriva lontano dall’ora dell’aperitivo, magari in una serata d’inverno con la scighera e le lucine a festa. Per un bacio da notte insonne.

# Un vecchio tram

Tram milano
Il Tram Milano

 

 

 

 

 

 

 

 

Per fare un tour del centro storico o gustare una cena romantica a bordo di ATMosfera, il tram ristorante. Per un bacio in stile meneghino.

# Il Castello Sforzesco

Il Castello Sforzesco
Il Castello Sforzesco

 

 

 

 

 

 

 

 

Regala escursioni suggestive, come la scoperta dei sotterranei e delle merlate tra le torri, e un parco in cui perdersi tra fiori e laghetti. Per un bacio rinascimentale.

# Il Ponte delle Sirene (Parco Sempione)

Ponte delle Sirene
Il Ponte delle Sirene

 

 

 

 

 

 

 

 

Si dice che baciarsi su questo ponte allontana ogni tradimento. Per un bacio che sancisce un PER SEMPRE.

# La Torre Branca

Torre Branca
La Torre Branca

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ecco un altro punto “d’avvistamento” del panorama meneghino, lo spazio è piccolo e dunque abbastanza intimo.
In alternativa valgono anche i punti panoramici della città: Palazzo Lombardia, Ceresio 7, Terrazza Martini… Per un bacio ad alta quota.

# Via Mozart

Via Mozart - villa necchi
Via Mozart – Villa Necchi

 

 

 

 

 

 

 

 

E le sue belle ville da ammirare in una delle strade più silenziose e intime della città, appena alle spalle del signorile, ma trafficato corso Venezia. Per un bacio liberty.

Continua la lettura con: 10 LOCALI a Milano dove MANGIARE BENE… SPENDENDO POCO

PAOLA PERFETTI

copyright milanocittastato.it

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Il PRIMO PARCO ACQUATICO al COPERTO d’ITALIA è alle porte di Milano

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acquaworld_ufficiale IG

Un parco acquatico da record a poco distanza. Accessibile tutto l’anno, sempre aperto in estate, con attrazioni per grandi e piccoli dedicate al divertimento e relax. Dove si trova e cosa si può fare.

Milano-Acquaworld

Il PRIMO PARCO ACQUATICO al COPERTO d’ITALIA è alle porte di Milano

# Un parco da record con una superficie di 20.000 mq e 12 vasche e piscine 

Mappa Acquaworld

Il primo grande parco acquatico al coperto ad essere stato realizzato in Italia , per anni anche l’unico, si trova a 30 minuti di Milano, a Concorrezzo. Si chiama Acquaworld e si estende su una superficie di circa 20.000 mq con 12 vasche e piscine interne ed esterne, tutte con acqua fra i 32° e i 35°C, per una superficie d’acqua totale di circa 3.000 metri quadrati. All’interno c’è una temperatura costante di circa 30°C. La copertura è composta da 3 cupole trasparenti di Etfe, un elemento artificiale ricavato dal fluoro, utilizzato anche per l’Allianz Arena di Monaco e il Water Cube di Pechino. La struttura è aperta 12 mesi all’anno, tutti i giorni in estate e con limitazioni nei mesi rimanenti, e fruibile con qualsiasi condizione atmosferica.

# Le due aree del divertimento: Area Scivoli e Area Fun. Attenzione al Black Mamba

Credits acquaworld_ufficiale IG – Scivoli Acquaworld

Il parco propone due aree distinte dedicate al divertimento.  

Nell’Area Scivoli il fulcro è una torre di 18 metri di altezza dotata di 8 scivoli acquatici, l’arrivo sempre al coperto, con pendenze comprese tra il 7% il del 35%: una lunghezza complessiva di ben 1.100 metri lineari. Tra tutti gli scivoli ce ne sono tre da utilizzare con gommoni singoli e/o doppi, uno per i più piccoli dal nome multipista Baby Slide, gli spettacolari Turbo Slide e Ice Express, e infine il più temibile di tutti, l’adrenalinico Black Mamba. 

Credits babina994 IG – Vasca Onde e idromassaggi nel parco Acquaworld

Nell’Area Fun è la Vasca Onde a prendersi la scena: un enorme specchio d’acqua di 1.000 mq con giochi acquatici. Accanto a questa il divertentissimo River, l’Area Miniworld con giochi e scivoli per bambini, l’area idromassaggi, cascate. Anche all’aperto non mancano le zone dove rilassarsi e rigenerarsi con la piscina di 200 mq con giochi d’acqua e idromassaggi, con temperatura costante di 32°C, per le famiglie. 

# Una vera e propria spa nell’area benessere di oltre 2.000 mq 

Credits babina994 IG – Area Benessere Acqua world

L’Area benessere si estende su una superficie totale di oltre 2.000 mq, metà della quale occupata da vasche interne ed esterne. una vera e propria spa con:

  • la Grotta del Temporale Monsonico;
  • vasche di reazione calda (Calidarium) e fredda (Frigidarium);
  • idromassaggi plantari, cervicali e lettini massaggianti;
  • una sauna;
  • una stanza del sale;
  • le stanze del vapore.

I prezzi partono da 19,90 euro, i bambini sotto il metro di altezza entrano gratis.

Continua la lettura con: Il PARCO GIOCHI più bello della Lombardia è a Milano

FABIO MARCOMIN

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È questa la PIZZERIA più ECONOMICA di Milano?

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Credits Pizza e Mozzarella Fb - Entrata pizza e mozzarella

Milano sa essere anche alla portata di tutti come nel caso di questa pizzeria. Ecco dove si trova e quanto si spende.

È questa la PIZZERIA più ECONOMICA di Milano?

# La pizzeria low-cost di Milano

Credits Pizza e Mozzarella Fb – Entrata pizza e mozzarella

Molti sono ancora a bocca aperta quando hanno scoperto il costo esorbitante della pizza margherita a 22 euro del ristorante stellato di Carlo Cracco in Galleria Vittorio Emanuele, a conferma della fama di Milano come città cara d’Italia. Ma non è sempre così, anzi.

Milano sa essere anche alla portata di tutti come nel caso della pizzeria “Pizza e mozzarella” non lontana dai Navigli, in via Carlo Torre 22, a quanto pare la più economica della città oltre a offrire una pizza di ottima qualità.

Leggi anche: L’HOTEL più ECONOMICO di MILANO: 26 euro per una camera

# La pizza più economica: 3,5 euro (anche se si può mangiare con 1,5 euro)

Tutto il menu è low-cost, partendo dal coperto a 50 centesimi. In questa pizzeria si possono provare gli antipasti, come le montanare (strisce di zeppole fritte con pomodoro, parmigiano reggiano e basilico) a soli 1,5 euro, il cuoppo (frittini misti con zeppole di pasta cresciuta, crocchette di patate e scagliozzi) a 2,5 euro. Per una pizza marinara bastano 3,5 euro, appena 4 euro per una margherita, tutte rigorosamente con il cornicione alto come vuole la tradizione napoletana, aggiungendo 2 euro potete accompagnarla con delle patatine fritte. Per chi vuole concludere con il dolce c’è il Tiramisù o la pastiera napoletana a 2,5 euro, a 2 euro gli struffoli al miele e a 1,5 euro delle frittelle calde alla nutella. 

Leggi anche: Il RISTORANTE più ECONOMICO di Milano: MENU completo a soli 8 EURO

 

Continua la lettura con: 10 locali dove mangiare a Milano spendendo poco

FABIO MARCOMIN

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Le 10 CITTÀ più BELLE del NORD Italia: la CLASSIFICA delle CLASSIFICHE

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Credit: @caffeavenezia

Tutto è iniziato per scherzo. Ci siamo detti, per che cosa possiamo essere felici di vivere in Italia? Una delle risposte è stata: perché qui c’è una concentrazione di città bellissime, unica al mondo. A quel punto abbiamo rilanciato: ma se dovessimo stilare una classifica delle 10 città più belle del Nord Italia, quali metteremo? Così abbiamo deciso di mettere insieme i risultati di alcune classifiche esistenti per arrivare a una superclassifica della bellezza. 

Le 10 CITTÀ più BELLE del NORD Italia: la CLASSIFICA delle CLASSIFICHE

Punteggi elaborati dalle classifiche dei seguenti siti: skyscanner, travel365, unesco, expedia, tripadvisor, walksofitaly, tripssavvy, govisity, thetelegraph

#10 Genova (8 punti)

Ph. dexmac – pixabay

#9 Bologna (13 punti)

Credits: @rosarifoggia
Bologna campanile

#8 Parma (14 punti)

Credits: @vivoparma
Parma 2021

#7 Bergamo (16 punti)

Credits: milanoguida.it – Bergamo

#5 Trieste (18 punti)

Credits sovoque-pixabay – Trieste

#5 Mantova (18 punti)

Credit marcobenedettiph IG – Mantova

#4 Torino (19 punti)

Torino

#3 Verona (28 punti)

#2 Milano (42 punti)

Credits Andrea Cherchi – Vista aerea di Milano al tramonto

#1 Venezia (68 punti)

Credit: @caffeavenezia

Note di merito per: Padova, Ravenna e Ferrara.

Continua la lettura con: I 7 piccoli BORGHI più BELLI del NORD Italia

MILANO CITTA’ STATO

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FRECCIAROSSA sempre più a NORD: le due CAPITALI EUROPEE nel mirino

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Skitterphoto-pixabay - Amsterdam centrale

Prima Parigi nel 2021, nel 2026 dovrebbe essere il turno di Monaco di Baviera e poi forse Berlino. Ma l’appetito vien mangiando: Trenitalia vuole estendere ancora di più la propria rete ipotizzando nuovi collegamenti internazionali. Ecco le tratte in valutazione.

FRECCIAROSSA sempre più a NORD: le due CAPITALI EUROPEE nel mirino

# Prima Parigi nel 2021, nel 2026 forse Monaco di Baviera e poi Berlino

MavericksBastelstube-pixabay – Stazione Monaco di Baviera

Il debutto con la tratta Milano-Parigi nel 2021, fra qualche anno la Germania. A marzo 2023 Deutsche Bahn, ÖBB e Ferrovie dello Stato italiane FS hanno annunciato l’ipotesi di un nuovo collegamento con treni veloci e diretti verso Monaco di Baviera da Milano e anche da Roma entro il 2026. L’obiettivo è ridurre i tempi di percorrenza: oggi il viaggio da Milano a Monaco può superare le 7 ore. Con i Frecciarossa la durata potrebbe scendere a poco più di 4 ore. Il passo successivo sarebbe quello di estendere il collegamento fino a Berlino. Ma Trenitalia punta ad espandere ulteriormente la sua rete.

Leggi anche: MILANO-BERLINO col FRECCIAROSSA? Ecco da quando

# Due nuove tratte internazionali per Trenitalia France: Amsterdam e Bruxelles

Amsterdam @pixabay

I piani del Gruppo FS guardano però ancora più a nord. In un’intervista su Il Sole 24ore di Celestina Dominelli a Carlo Palasciano, il chief international officer della società ferroviaria, viene fatto il punto sulle strategie future della compagnia italiana. Dopo la Germania potrebbe toccare a Belgio e Olanda.

Credits frecciarossaofficial IG – Frecciarossa a Parigi

In seguito all’attivazione del collegamento con l’Alta Velocità tra Milano e Parigi avvenuta nel 2021, è infatti in corso la valutazione per espandere la rete di Trenitalia France e aggiungere due nuove tratte internazionali verso Bruxelles e Amsterdam. Rimangono al momento solo alcune verifiche tecniche da ultimare per dare il via libera al progetto.

Continua la lettura con: Col FRECCIAROSSA a SANREMO non solo per il FESTIVAL. Anche da Milano?

FABIO MARCOMIN

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La MAXI TRASFORMAZIONE della “GOCCIA”, il più grande bosco spontaneo di Milano

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Credits polimi - Goccia Bovisa

La Goccia della Bovisa, un’area enorme degradata da tempo e dove un tempo c’era l’officina del gas, si è avviata a una pesante riqualificazione. Questa la sua storia e come sta venendo rivoluzionata. 

La MAXI TRASFORMAZIONE della “GOCCIA”, il più grande bosco spontaneo di Milano

# La rinascita dei terreni dei gasometri: 33 ettari di bosco e ruderi 

Goccia Bovisa

Un’area abbandonata nella zona nord ovest della città di 33 ettari di bosco e ruderi a forma di goccia pronta a una pesante riqualificazione. La Goccia della Bovisa, dove un tempo sorgeva l’Union des Gaz con i suoi gasometri che consentivano ai milanesi di avere luce e acqua calda, verrà completamente trasformata.

# Il nome “goccia” viene dal sistema di binari 

Gasometro

Le officine, avviate nel 1908 e terminate di essere utilizzate nel 1994 con il definitivo svuotamento dei giganteschi gasometri, producevano una grande quantità di gas ricavato dalla distillazione del carbon fossile, diventando uno degli impianti di produzione del gas più grandi d’Europa soppiantando il precedente impianto di Porta Ludovica. Per trasportare le materie prime veniva utilizzato il treno e per questo attorno all’area fu costruito da l’Union des Gaz un sistema di binari a forma di goccia. Di tutto il complesso sono rimasto oggi solo degli scheletri immersi nella vegetazione.

# Nasce un grande parco scientifico-tecnologico

parco della bovisa
Progetto riqualificazione Goccia della Bovisa

Il futuro della Goccia è quello di un grande parco scientifico-tecnologico, con un grande parco che ruoterà attorno ai due gasometri recuperati: uno diventa “Smart city innovation hub“, l’altro la “Fabbrica dello sport“, ampliando l’attuale campus della Bovisa. Il primo gasometro può ospitare circa 1.000 startup, oltre ad aziende come Luxottica e i suoi laboratori e una sede della “Fondazione per il futuro delle città” dell’architetto Stefano Boeri. 

Politecnico – Renderging Goccia Bovisa

Il Comune e il Politecnico di Milano sono i principali proprietari del futuro parco, 23,4 ettari del primo e 9,1 del secondo, che già oggi vanta oltre 420.000 mq e oltre 2000 piante.

Leggi anche: Nuova SEDE del POLITECNICO a Bovisa: il progetto di Renzo Piano

# Il nuovo masterplan: un’area verde pubblica di 40.000 mq, residenze universitarie e laboratori

Politecnico – Rpbw – Masterplan Goccia-Bovisa

La presentazione ufficiale del Masterplan Bovisa-Goccia firmato Renzo Piano, in collaborazione con il paesaggista Andrea Kipar per la parte del campus, è avvenuta il 25 novembre 2022 al Politecnico di Milano. Pensato per ricucire la Goccia alla città e alla regione attraverso interventi sulla mobilità, il progetto estende i suoi orizzonti completando quello del Politecnico per l’area dei gasometri. Gli scheletri dell’ex officina del gas sono stati progettati da un team coordinato dall’architetto Paolo Bodega, del Polo di Lecco, secondo il concept dello studio Renzo Piano Building Workshop. Ecco cosa è previsto all’interno dell’area:

  • 2 residenze universitarie da circa 500 posti oltre alla riqualificazione di un edificio industriale storico per il food and beverage a servizio degli ospiti del Campus;
  • 3 edifici per aule e una sala ipogea per conferenze;
  • un edificio sperimentale a zero emissioni per il dipartimento di Energia, già nominato “la Piramide” e il cui nome ufficiale è En: Lab, alto circa 20 metri e rivestito da pannelli solari, ormai terminato;
  • lo smart city innovation hub su un’area di 35.000 mq e 5 edifici;
  • la fabbrica dello sport con quattro piani dedicati a diverse discipline sportive e al benessere;
  • un Polo delle Scuole Civiche milanesi.
  • un’area verde pubblica di circa 40.000 mq che circonda i gasometri;
  • circa 1000 alberi che si uniranno ai 2000 cresciuti spontaneamente.

L’investimento è di 50 milioni di euro, 30 in capo al Politecnico e 20 alla Regione Lombardia, per la sola area dei due gasometri. Per la seconda fase sono in corso i progetti per andare in gara d’appalto, accedere ai bandi, trovare finanziamenti, e l’importo non è stato ancora definito.

# Una nuova mobilità anche per connettere le stazioni ferroviarie della zona e un campus a consumo zero

Politecnico – Rpbw – Interno campus Bovisa

Il progetto punta all’indipendenza energetica e all’azzeramento delle emissioni di CO2, previsto un tetto fotovoltaico che richiama la storia dell’area e fa filtrare la luce. Grandi alberi si faranno spazio tra i nuovi volumi, il livello a terra degli edifici sarà invece totalmente trasparente per far percepire la presenza della natura alle persone. In totale sono previsti 20 nuovi edifici di 4 piani, di 16 metri di altezza, per un totale di circa 105.000 mq.

Per la mobilità è stato progettato grande asse ciclo pedonale a sud, tra i gasometri e il campus Lambruschini, che collega le 2 stazioni di Bovisa e Villapizzone interessate da un rinnovo per poi essere interconnesse all’intero Campus

# Il cronoprogramma e il punto sui cantieri

Urbanfile – Cantiere En-Lab

I primi lavori sono già partiti nella primavera del 2022 con la costruzione dell‘edificio En:Lab. Il cantiere è quasi giunto al termine, come si vede nella foto in alto scattata alla fine del 2023 da Urbanfile. A settembre dello stesso anno è partito anche quello riguardante l’area degli ex gasometri con la messa a dimora la prima pianta, il primo di 16.600 alberi accanto a una foresta di 24 ettari, il cui termine è programmato per la fine del 2025. Il completamento di tutto il progetto entro il 2026

Continua la lettura con: I 18 GRANDI PROGETTI di RIGENERAZIONE che TRASFORMERANNO MILANO e il suo hinterland

FABIO MARCOMIN

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Lo SKYMETRO: la nuova “METRO VOLANTE” di Genova. DOVE si potrebbe fare a MILANO

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Finanziato con circa 400 milioni di euro il progetto per un servizio innovativo di collegamento che unirà la zona di Brignole a Molassana e farà parte della rete metropolitana genovese. Lo skytram della Valbisagno prevede una linea sopraelevata di 6,9 km. I dettagli del progetto e dove si potrebbe realizzare a Milano.

Lo SKYMETRO: la nuova “METRO VOLANTE” di Genova. DOVE si potrebbe fare a MILANO

# Il progetto Skymetro: la metropolitana sopraelevata nella Valbisagno

Stazione Skytram

La conferma dell’avanzamento del progetto Skymetro è arrivata alla fine del 2023 durante la Conferenza dei servizi, con l’annuncio del finanziamento dei 398 milioni di euro necessari alla sua costruzione da parte del Ministero dei Trasporti. Attualmente in fase di progettazione definitiva, farà parte della rete metropolitana del capoluogo ligure: sarà una metropolitana aperta e sopraelevata a un’altezza media dal suolo di cinque metri.

# Un tracciato di 7 km e 7 fermate

Skymetro tracciato aggiornato

Previsto un tracciato di 6,9 km e 7 fermate da Brignole, con interscambio con la metropolitana classica, a Molassana. La linea, che avrà due binari, correrà in gran parte in sopraelevata rispetto alla strada e non ci sarà nessun ingombro di cavi elettrici in sospensione perché l’alimentazione del convoglio avverrà tramite la cosiddetta “terza rotaia”.

Credits genova24 – Stazione Staglieno Skymetro

Il primo tratto è lungo la sponda sinistra del Bisagno, poi prosegue sulla sponda destra grazie a un’opera di scavalco del torrente e arriva alla prima stazione di Romagnosi. Il ritorno a sinistra avviene all’altezza dello stadio Luigi Ferraris fino alla stazione terminale di Molassana, con altre quattro stazioni intermedie: Parenzo, Staglieno, Guglielmetti, San Gottardo.

# Un convoglio ogni 6 minuti e oltre 20 milioni di passeggeri trasportati ogni anno

Credits genova24 – Interno stazione Skymetro

Il servizio prevede un funzionamento della linea di 19 ore, una frequenza di un convoglio ogni 6 minuti e un tempo di percorrenza tra i due capolinea di 10,50 minuti. Ogni treno ha una capacità massima di 442 passeggeri e una velocità commerciale di 36 km/h.

Interno stazione Skymetro

A regime è previsto che vengono trasportati 60mila passeggeri al giorno, oltre 20 milioni l’anno, con un consumo di energia ridotto del 50% grazie anche alla copertura di tutto il tracciato con pannelli fotovoltaici.

# La fine dei lavori è prevista nel 2027

Skymetro estensione Prato

L’avvio dei cantieri è previsto a luglio 2024, al termine dell’iter autorizzativo. La consegna dell’opera è programmata per la metà del 2027. Allo studio l’estensione futura del tracciato fino a Prato, per servire anche i comuni della città metropolitana, con tracciato di 3,3km, 3 fermate e un costo stimato di 212 milioni di euro.

# A Milano lo “SkyMetro” potrebbe costituire la nuova CIRCLE LINE: sostituendo la circolare 90-91 o seguendo il percorso delle tangenziali

Ipotesi delle 3 Circle line
Ipotesi delle 3 Circle line

Lo Skytram potrebbe essere una soluzione efficiente da valutare anche per decongestionare il traffico milanese. 

Perché non implementare una linea sopraelevata come lo “SkyTram” di Genova? Si potrebbero costruire fino a 3 linee e per giunta con un costo più contenuto, in questo modo:

#1 facendo diventare la circolare filoviaria 90-91 una vera linea di forza senza dover intervenire sull’asservimento semaforico e garantendo al contempo la fluidità del traffico veicolare;

#2 affiancando al percorso delle tangenziali una linea sopraelevata (sul modello di Genova):

  • Interna: nord, est e ovest 
  • Esterna: TEEM e la superstrada che sostituisce il progetto della TOEM.

Introducendo anche a Milano questo metodo di trasporto alternativo proposto per Genova, meno impattante a livello strutturale e più economico, il grande sogno di una circle line potrebbe trasformarsi in realtà.

Leggi anche: STAZIONI ed ESTENSIONE: quello che MANCA per una METRO CIRCOLARE da grande città

Continua la lettura con: BOLOGNA apre ai TRAM ma sceglie un’ALTRA STRADA: a Milano le FERMATE sono TROPPO VICINE?

MILANO CITTA’ STATO

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Perché è così BELLO VIVERE a MILANO!?!

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Il sondaggio dei sondaggi: perché è così bello vivere a Milano? Abbiamo ordinato le risposte dei milanesi in una classifica. 

Perché è così BELLO VIVERE a MILANO!?!

#10 Perché Milano non ti fa sentire solo

Credit: @milanocityitalia

“E’ una città che mi da positività e non ti senti mai solo” Stefano D.

#9 Perché non ci sono solo milanesi

“Il fatto che ci abitino italiani di ogni regione” Gian Ettore G.

#8 Perché si può trovare ogni cosa

Credits Andrea Cherchi – Meta-Verso

“C’è tutto o quasi” Viviana L. M.

#7 Per i suoi ristoranti

https://www.thefork.it/ristorante/oficina-do-sabor-r51408

“Poter cenare in un ristorante diverso, ogni sera per 10 anni, e mangiare sempre bene!” Massimo P.

#6 Per i concerti

Credit: @anita.righetto

“La vivacità. Per chi, come me, ama i concerti, Milano è il paradiso.” Andrea C.

#5 Per le mille esperienze

“Fare moltissime esperienze” Andrea D.T.

#4 Perché è vicina a mare e montagne

Milano Panoramica – Il mare a Porta Nuova

“L’atmosfera di continua novità! La vicinanza ai laghi alle montagne al mare” Andrea U.

#3 Perché puoi ottenere quello che vuoi

Credits: acmilan.com
Vittoria champions 2007

“La cosa più bella di vivere a Milano è che ogni cosa che pensi, desideri o progetti ce l’hai a portata di mano. TAC”  Giovanna L.

#2 Per le sue bellezze artistiche (e i mezzi che funzionano)

Credit: @pillole_darte_

“I mezzi che funzionano, la pulizia generale della città, il Duomo, la Pinacoteca, Il Cenacolo..” Sabri S.

#1 Per la mentalità dei milanesi

foto di Andrea Cherchi (c)

“La mentalità dei milanesi.” Marisa A.

A vincere questa classifica non sono le mille possibilità, lo stile di vita o i ristoranti della nostra città ma i milanesi stessi, che ogni giorno danno a tutto il mondo nuovi motivi per cui è bello vivere a Milano.

Continua la lettura con: Se avessi la BACCHETTA MAGICA che cosa faresti per Milano? Le 10 proposte TOP

ARIANNA BOTTINI

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo#Madrid#Berlino#Ginevra#Basilea#SanPietroburgo#Bruxelles #Budapest#Amsterdam#Praga#Londra#Mosca#Vienna#Tokyo#Seoul#Manila #KualaLumpur#Washington#NuovaDelhi#HongKong #CittàDelMessico#BuenosAires#Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità. 

La “VIA dei GELATI” sarà PEDONALE? Questo il PROGETTO

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Maps - Via Marghera oggi

A Milano sempre più spazio ai pedoni e meno ai mezzi a motore a due e quattro ruote. Dal Municipio 7 arriva la proposta per la pedonalizzazione della “via dei gelati”. 

La “VIA dei GELATI” sarà PEDONALE? Questo il PROGETTO

# Approvata la delibera per la richiesta di uno studio di fattibilità

Maps – Via Marghera oggi

Una nuova strada pedonale a Milano? Il Municipio 7 ha approvato nei primi giorni di febbraio una delibera, rivolta all’assessorato alla mobilità, per far richiedere ad Amat uno studio di fattibilità per la trasformazione di Via Marghera. Questo le motivazioni così come riportate nell’atto: “Via Marghera è una via commerciale, ideale proseguimento di corso Vercelli e via Belfiore, in cui si trovano numerosi spazi commerciali di ogni genere che la rendono animata tutti i giorni dell’anno; nelle immediate vicinanze si trovano numerosi ristornati e locali serali che ne fanno luogo di passeggio serale”. 

In passato la via era stata già individuata, dall’Assessore Arianna Censi, tra quelle da portare al limite di 30 km/h in abbinamento a una pista ciclabile. L’obiettivo è garantire la sicurezza dei pedoni e a ridurre il traffico in una strada, secondo il Municipio 7, non adatta al traffico dei veicoli a motore.

Leggi anche: 7 STRADE FUORI dal CENTRO che sono AMATE dai milanesi (Mappa)

# I tratti oggetto della possibile pedonalizzazione

Credits Urbanfile – Suggestione Via Marghera pedonale

La richiesta riguarda la pedonalizzazione totale o parziale per entrambi i tratti della via lunga circa 500 metri, da Piazza Wagner a Via Ravizza e da Via Ravizza a Piazza de angeli. Quello più papabile potrebbe essere il secondo e non è escluso l’inserimento di una pista ciclabile, come parte di un tracciato più lungo. La proposta ha trovato già l’apertura da parte dell’assessore Censi. Nel rendering elaborato da Urbanfile, che propone la suggestione di una possibile futura pedonalizzazione anche di Via Belfiore (immagine sotto), si può immaginare come potrebbe essere a seguito della trasformazione. 

Credits Urbanfile – Via Belfiore riqualificata

# “Diventerà come Paolo Sarpi”, “Una proposta che distrugge il commercio”

Maps – Via Marghera

La proposta non mette però tutti d’accordo. Accanto ad alcuni residenti, come Antonella, convinti che la via possa diventare una nuova Paolo Sarpi, “Potrebbe nascere una strada viva come Chinatown”, c’è chi crede che la pedonalizzazione possa causare problemi di traffico e danneggiare i commercianti. Le parole del proprietario del bar all’angolo con Via Cuneo “È una via di passaggio. Mi chiedo quanti problemi causerà al traffico. Per non parlare del flusso di clienti che raggiunge via Marghera in auto e che altrimenti non riuscirebbe ad arrivare fin qui”. Sebastiano Alviggi, commercialista con lo studio nella strada, teme per la cancellazione di posti auto: “Come potrei raggiungere il mio studio? Ci saranno almeno un centinaio di posti auto. Dove finiranno?”. 

Contrario anche Gabriel Meghnagi, presidente della rete associativa vie di Confcommercio Milano, queste le sue parole: “È una via costellata di piccoli negozi a conduzione familiare. È una proposta che distrugge il commercio. Non c’è stato per ora nessun coinvolgimento della categoria”.

Fonti: Urbanfile, La Repubblica

Continua la lettura con: “FORTINO” AREA C: proposto TICKET anche per ELETTRICHE e IBRIDE. Il CENTRO sta diventando SOLO per i RESIDENTI?

FABIO MARCOMIN

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Il CAPOLAVORO ORIENTALE di Renzo Piano: la CATTEDRALE di LUCE

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Ph. @dragozhilov IG

GES 2: il tempio dell’arte contemporanea che fa luce su Mosca. Progettato da Renzo Piano. Dove si trova questa incredibile struttura e come è stata trasformata. Foto cover: Ph. @dragozhilov IG

Il CAPOLAVORO ORIENTALE di Renzo Piano: la CATTEDRALE di LUCE

# La “Casa della cultura” nel centro di Mosca a firma Renzo Piano

Credits eugenykorolev IG – Ges-2

Renzo Piano sfonda anche a Est. Con il “Renzo Piano Building Workshop” ha firmato il progetto della “Casa della cultura GES-2” nel centro di Mosca. Definita “la cattedrale di luce” anche perché rappresenta la riqualificazione di una centrale elettrica del 1907 in disuso, nel frequentato quartiere Ottobre Rosso sul Bolotnaya Embankment.

Si tratta di una reinterpretazione delle case popolari russe di partecipazione creativa attiva, dove ogni gerarchia veniva abolita e si intrecciavano le diverse discipline artistiche. 

Questo polo della cultura è diventato uno spazio accessibile a tutti grazie a: cinema, sala concerti, biblioteca, negozi, ristorante, alla caffetteria, parco giochi, laboratori, atelier e una zona dedicata alle residenze per artisti, alle sale espositive e all’auditorium che ospiteranno performance ed eventi pubblici. La mission di questo immenso spazio, acquistato nel 2015 dalla Fondazione V-A-C creata dal magnate russo Leonid Mikhelson (Ceo di Novatek), è di reimmaginare le tradizionali “case della cultura” russe, centri ricreativi nati sul finire dell’Ottocento e ancora oggi molto popolari.

# La “Cattedrale di Luce” si sviluppa su un’area di due ettari

Credits arquitectturavica.com – Progetto Ges-2

Gli interni dell’ex centrale elettrica sono strutturati come prosecuzione dello spazio pubblico e fanno sembrare la Casa della Cultura come una cattedrale di vetro, inondata dalla luce. Tutto il polo culturale si estende su una superficie complessiva di due ettari.

All’esterno è stata realizzata una collinetta artificiale con un bosco di oltre 600 betulle e 80.000 cespugli e un sentiero che conduce alla piattaforma d’osservazione esterna.

# Gli edifici e gli spazi principali del polo culturale della capitale russa

Credits eugenykorolev IG – Ges-2 laterale

L’edificio del GES 2 è composto da cinque parti: l’edificio frontale, l’edificio principale, l’ala destra, l’ala sinistra e l’auditorium:

  • la parte anteriore dell’edificio ospita la Piazza, sopra la quale trova spazio una biblioteca, uno degli ingressi principali del complesso;
  • l’ala destra ospita alloggi e spazi per il lavoro collettivo e collaborativo;
  • nell’ala sinistra ci sono il ristorante e alcuni uffici;
  • l’edificio principale ospita il Prospekt e la passerella principale del GES-2 al livello 1, mentre attorno sono disposti gli spazi dedicati ai programmi artistici e didattici, la caffetteria, diversi negozi e dall’Auditorium;
  • al livello -1, ricco di luce naturale, si trovano i principali luoghi espositivi.

All’interno di un edificio ottocentesco, appartenuto in passato all’importante imprenditore Petr Smirnov, sorge il “Vaults Art Production Centre” con laboratori dotati di attrezzature all’avanguardia a disposizione dei creativi di vari ambiti artistici, per lavorare legno, metallo, ceramica e tessili, oltre a un laboratorio di fotografia, atelier per la serigrafia e la stampa 3D e uno studio di registrazione audio-video.

Nella parte posteriore del complesso si sviluppa il cortile, che in estate sarà luogo di concerti e proiezioni cinematografiche, mentre al di sotto un parcheggio a due livelli che può ospitare fino a duecento auto. Al di sopra, un’area che può essere utilizzata per concerti e rave. Al di sotto del parcheggio, un archivio di 2000 mq.

# L’Auditorium ospita un cinema cittadino e una sala concerti con 10 possibili configurazioni di allestimento

Credits che_eireen IG – GeS- 2 interni

L’Auditorium è l’elemento centrale del progetto. Si tratta di una struttura modificabile, il cinema cittadino GES-2 Kino e una sala concerti che dispone di dieci possibili configurazioni di allestimento e che può accogliere fino a 420 persone. Lo spazio è stato studiato per ospitare conferenze, produzioni teatrali, concerti e proiezioni. 

 

Continua la lettura con: La passerella di vetro di Renzo Piano a Milano

FABIO MARCOMIN

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Una PENNELLATA contro il DEGRADO: il quadrilatero dell’illegalità riprenderà COLORE?

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Piazza Selinunte

Respect San Siro: una pennellata di colore su una delle zone simbolo di degrado, anche soprannominata il “Quadrilatero dell’illegalità”. 

Una PENNELLATA contro il DEGRADO: il quadrilatero dell’illegalità riprenderà COLORE?

# Respect San Siro: “rendiamolo più bello”

Così descrive l’intervento l’assessore Maron sul suo profilo: 

“Respect San Siro
Un nuovo volto per il palazzo dei servizi sociali nel quartiere di San Siro con un progetto sviluppato dal Municipio 7, dall’assessorato di Lamberto Bertolè e dalle scuole Negri e Galilei/Luxembourg, realizzato dal collettivo Boa Mistura.
Stiamo rinnovando i servizi di quartiere (son partiti anche i lavori per rendere nuovamente agibile l’ex mercato di Selinunte che tornerà a esser spazio per giovani), rendiamoli anche più belli.”
 

# I commenti dei cittadini

Se si leggono i commenti, sono praticamente tutti a favore dell’intervento. Come scriveAnna Maria VolontéCome edificio era proprio brutto e triste. Lo avete fatto ridipingere con una fantasia multicolore, e di primo impatto colpisce per la novità. Senza dubbio il risultato è migliore della versione precedente. Con il ritorno della primavera e delle belle giornate non più tetre, si convinceranno anche i più perplessi.

Tra chi richiede qualcosa in più si conferma la necessità di procedere con la riqualificazione dell’ex mercato di Selinunte. 

Continua la lettura con: Il LATO OSCURO di CITYLIFE: gli STUDENTI IMBRATTATORI di ARDUINO

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Il LATO OSCURO di CITYLIFE: gli STUDENTI IMBRATTATORI di ARDUINO

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Ph. carlo grignaschi

Ai piedi dei colossi scintillanti di CityLife appare qualcosa che dagli appartamenti di superlusso molti cercano di evitare di guardare. Si fa finta di niente eppure piazza Arduino rappresenta quasi una porta d’accesso per il nuovo quartiere dei sogni di Milano. Una porta d’ingresso che assomiglia al passaggio dal paradiso all’inferno. Tutto questo per l’opera di alcuni studenti di un istituto d’arte. Colti in flagrante da un nostro lettore. Pubblichiamo la segnalazione e la fotogallery. 

Il LATO OSCURO di CITYLIFE: gli STUDENTI IMBRATTATORI di ARDUINO

“Buongiorno,
 
Stavo attraversando Piazzale Arduino per recarmi presso un cliente quando ho visto una quarantina di studenti (avevano appoggiati a terra  zaini e cartelle) dell’Istituto Artistico Statale Umberto Boccioni che stavano imbrattando alberi, panchine ed arredo urbano.
Mi sono fermato per curiosità e con parolone e atteggiamenti corporali aggressivi sono stato gentilmente invitato ad allontanarmi. Nel frattempo non ho potuto fare a meno di notare anche un piccolo banco da scuola ed una sedia dove stavano vendendo alcolici e presumo spinelli. Lontano dal volere ostacolare l’attività imprenditoriale giovanile non credo che sia eticamente accettabile e salubre per gli studenti che presumo siano stati tutti maggiorenni.
Altrettanto ho visto tutti i muri dell’istituto completamente imbrattati.
 
Mi sorgono spontaneamente alcune domande. Essendo un istituto artistico quindi con studenti teoricamente più sensibili all’arte, deturpare alberi e infissi  è quello che gli insegnano a scuola come nuova avanguardia artistica? Avere tutti i muri imbrattati dell’ istituto serve ad aumentare la loro sensibilità verso il bello? Aumenta la loro creatività? La loro autostima e l’orgoglio di appartenenza?
Spero almeno per coerenza che alla prossima manifestazione per il degrado ambientale non partecipino.
Le foto sono state prese alcuni giorni dopo per salvaguardare l’integrità fisica.
 
CARLO GRIGNASCHI”

 

Continua la lettura con: gli altri MILANO NON FA SCHIFO MA…

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7+1 IMPRESCINDIBILI CAPI MUST del look della vera milanese del 2024

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Credits Andrea Cherchi - Donna alla moda

Qual è il guardaroba perfetto della vera milanese del 2024?

7+1 IMPRESCINDIBILI CAPI MUST del look della vera milanese del 2024

#1 Palette di colori: linee pulite e portamento regale

Credits Andrea Cherchi – Roberta Armani

Lo stile di una vera milanese é tendenzialmente classico, con colori neutri, regole di moda semplici, quasi elementari. Via quindi alle linee pulite, scarpe comode, preferibilmente mocassini o sneakers. Gli accessori sempre appena accennati, e mai logo vistosi. Viso un po’ imbronciato e portamento regale: a spasso, in bicicletta o sui mezzi, la vera milanese si distingue sempre per il portamento regale. Nessuna entra ed esce dalla metro come lei.

#2 Blazer: con abbigliamento casual e accessori minimal

Un passepartout eterno per un look che non passa mai di moda. Sulla camicia o sul maglioncino, conferisce un tono chic e glamour anche nelle forme over che ultimamente vanno molto di moda. Da abbinare ad un abbigliamento casual, mai scontato ed arricchito da accessori minimal, mai pacchiani.

#3 Camicetta: a righe e con fiocco

Bianca o a righe sottili, preferibilmente abbinata a pantaloni palazzo comodi e versatili, adatti per il lavoro ma eleganti anche di sera. Anche qui si prediligono colori neutri e anche in questo caso, niente logo in vista perché non è per niente elegante. Indossata da sola o abbinata a gilet o giacche, é un capo che non passa mai di moda. Adorabile la versione con fiocco da annodare sul collo.

#4 Borsa: occhio alla pelle

Credits Andrea Cherchi – Donna fashion in Duomo

Parola d’ordine qualità del pellame. Non ha rilevanza la griffe, non ha alcuna importanza se acquistata nei mercatini o in un negozio di lusso, ciò che conta è la qualità del materiale, che sia capiente e possibilmente di un modello non troppo riconoscibile, rigorosamente appesa all’avambraccio. Très chic anche i borsoni in tela con le scritte più disparate, colorate o con motivi in fantasia.

#5 Jeans: a palazzo e con cardiganino

Di qualsiasi foggia o prezzo essi siano, sono senza dubbio un capo ineliminabile. Possibilmente a palazzo, ma anche aderenti purché non volgari e mai a vita bassa. Si anche ai colori purché non troppo esagerati. Abbinamento? Camicia, maglioncino cachemire ma soprattutto il “cardiganino”, un capo, questo, assai rischioso da indossare perché très chic addosso a una milanese, effetto sacco di patate per tutto il resto del mondo.

#6 Occhiali da sole: extra large

Credits Andrea Cherchi – Donna occhiali grandi

Come rinunciarci? Effetto diva assicurato e per di più nasconde occhiaie ed imperfezioni. Questo è l’unico accessorio in cui è lecito esagerare quindi via libera ai formati extra large da indossare sempre con qualunque clima: esiste qualcosa di più chic di un occhiale XXL indossato anche quando non c’è il sole e il grigiume avvolge la città? 

#7 Tacchi: alti e colorati

Credits Andrea Cherchi – Donna tacchi alti Duomo

Obbligatorio indossarli dal tramonto in poi, preferibilmente a tinte neutre e preferibilmente décolleté. Sì anche ai modelli in pelle metallizzata specie per le serate più glamour a un party esclusivo o a un ristorante di lusso: in questo caso via libera dunque ai colori anche sgargianti e audaci.

#7+1: onde perfette ai capelli, cappottino, sneakers. Tutto in colori naturali, nulla di artefatto e poco trucco

A tracolla la borsa gialla dell’Esselunga, ma non quella rigida, portata con nonchalance, come se si stesse andando alla scala ma invece si sta andando effettivamente a fare la spesa. In sintesi, less is more.

Continua la lettura con: MARANZA, TAMARRO e SCIURA GLAM: cosa li distingue dai MILANESI alla MODA

ALESSANDRA GURRIERI

copyright milanocittastato.it

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SANDRA RAVEL, l’attrice-soubrette madre di Maurizio Gucci

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Ravel

L’omicidio di Maurizio Gucci, avvenuto il 27 marzo 1995, fu uno degli episodi più sconvolgenti vissuti dalla nostra città nel dopoguerra. Via Palestro n. 20, sede della società di moda e luogo del delitto, diventò presto l’anfratto iconico di una Milano ricca, arrivista e spietata.

Non vogliamo entrare nel merito di quella triste vicenda di “nera”. Siamo partiti dall’omicidio dell’imprenditore di moda per raccontare una delle personalità più affascinanti ed intriganti nate e vissute all’ombra della Madonnina, ovvero la madre di Maurizio Gucci, Alessandra Winkelhauser Ratti, in arte Sandra Ravel.

SANDRA RAVEL, l’attrice-soubrette madre di Maurizio Gucci

# Il debutto nelle pellicole straniere

Di ignoto – foto di scena film, Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=5212428 – Sandra Ravel

Fu soubrette e attrice, nata a Milano il 16 gennaio 1910. Intorno ai diciotto anni entra nel mondo del teatro e del varietà, i suoi sono ruoli brillanti e sensuali, è bellissima e gli organizzatori degli spettacoli fanno di tutto per enfatizzare questa sua fortuna fisica. La Ravel è anche carismatica, così attira l’attenzione di diversi registi, soprattutto non italiani. Tra il 1930 e il 1931 Sandra recita in cinque film stranieri, uno diretto dal regista francese Gasnier e quattro diretti rispettivamente dagli statunitensi Beaumont, Selwyn, Nigh e Grinde.

# Il successo americano con la Metro Goldwyn Mayer

Facendo un passo indietro c’è da dire che nel 1927 Sandra Ravel viene scoperta da un impresario americano di teatro, che la vuole interprete delle commedie musicali “Sunny day” e “The girl on the taxi”. A causa di un infortunio subito dall’attrice, la compagnia decide di rescindere il contratto con lei, ma la giovane non si perde d’animo e si propone subito per il cinema, con la Paramount Pictures, fondata pochi anni prima, che la volle per alcune pellicole, ma la notorietà americana le giunge con la Metro Goldwyn Mayer, nata anch’essa da poco, in particolare con il film “Those three french girls” (“Quelle tre ragazze francesi”).

# Il cinema italiano

Ravel

In Italia, tra gli addetti ai lavori, c’è malcontento, perché la Ravel aveva successo negli Usa mentre in patria viene pressoché ignorata. Nel 1931 fa poi il proprio debutto in un film italiano, dove interpreta la Diva Vera Albadur, in “Stella del Cinema”, di Mario Almirante.

Nel 1932 è Eva in “Paradiso”, pellicola diretta da un altro illustre milanese, Guido Brignone, fratello dell’attrice Mercedes e regista di leggendari film muti, come la trilogia di Maciste.

# L’incontro e il matrimonio con Rodolfo Gucci

Di ignoto – Volume Ma l’amore no, Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=5162270 – Rodolfo Gucci

Durante le scene di “Al buio insieme”, del 1933, La Ravel conosce un affascinate collega attore: quest’ultimo è noto col nome d’arte Maurizio D’Ancora, ma all’anagrafe fa Rodolfo Gucci, figlio di Guccio, fondatore dell’omonima azienda di moda.

Nel 1944 Sandra Ravel lo sposa e quattro anni dopo nasce Maurizio, che diventerà, tra il 1983 e il 1993, l’azionista di maggioranza di Gucci. Sandra Ravel, in concomitanza con la gravidanza, lascerà il mondo dello spettacolo per dedicarsi alla famiglia. Morirà giovane, a soli 44 anni.

FABIO BUFFA 

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Si farà lo SKI DOME sulle Alpi per SCIARE anche d’ESTATE? Sarebbe una delle PISTE INDOOR più LUNGHE del MONDO

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Potrebbe nascere in Italia uno Ski Dome da record. Cosa prevede lo studio di fattibilità e le ultime novità sul progetto.

Si farà lo SKI DOME sulle Alpi per SCIARE anche d’ESTATE? Sarebbe una delle PISTE INDOOR più LUNGHE del MONDO

# Tramontato il ripristino per le Olimpiadi di Milano-Cortina, la pista di bob dell’edizione torinese del 2006 potrebbe diventare uno Ski Dome da record

Credits fernfahren IG – Pista Bob Torino 2006

Le ipotesi di sistemazione e ripristino della pista di bob di Cesana Torinese, costruita per le Olimpiadi Invernali di Torino 2006 e che vide la vittoria dell’italiano Armin Zoeggeler, sono definitivamente tramontate. Avrebbe potuto prendere il posto di quella prevista a Cortina, sede di gara inserita nel dossier olimpico per l’evento del 2026, ma la conferma dell’avvio dei lavori per quest’ultima ha tolto le ultime residue speranze. 

Un fatto che potrebbe dare un’accelerata al progetto dello Ski Dome, al posto proprio della struttura ora in abbandono, per il quale l’amministrazione comunale ha commissionato una prima bozza di fattibilità. Previsto lo smantellamento del serpentone, il suo interramento e la realizzazione di una delle piste indoor più lunghe del mondo: 870 metri di lunghezza, 60 di larghezza e due piste per la discesa. A restare sarebbero solo il pistino di spinta in alto e le strutture di servizio in basso con il rilancio degli spazi per la ristorazione. 

Leggi anche: SCIARE a Milano? Il progetto della prima PISTA INDOOR d’Italia

# Un investimento di 50 milioni di euro per 870 metri di pista

Credits gypsiequeen1 IG – Sky Dome Dubai

Il progetto dell’impianto dell’impianto di sci indoor prevede un copertura rivestita con pannelli fotovoltaici in silicio amorfo, non riflettente, per la produzione di energia necessaria a garantire il condizionamento della struttura, la messa in servizio di un impianto di risalita e di un tapis roulant e la produzione della neve artificiale

L’investimento, pari a circa 50 milioni di euro, sarebbe a carico di privati che contano di recuperare l’investimento grazie alle squadre agonistiche e delle nazionali che si serviranno dell’impianto, non esistendone uno simile in Italia, oltre che dal flusso di appassionati che lo utilizzerebbe tutti i giorni dell’anno. Servirebbero poi altre risorse per lo smantellamento e interramento.

 

Fonte: La Stampa

# Accantonato, per ora, il progetto milanese della prima pista indoor d’Italia

Credits credits: 4actionsport.it – Rendering progetto bocciato dello Skidome Arese

Proprio a Milano si sarebbe potuto realizzare il primo impianto indoor in Italia per lo sci. Il legame tra la città e il più classico degli sport invernali è sempre stato forte: dalle gare ospitate nel lontano Natale del 1984 sulla Montagnetta di San Siro, alla prova del campionato del mondo di sci di fondo nel Parco Sempione, fino alla piccola pista artificiale realizzata in Gae Aulenti nel 2022. Mancava quindi solo una pista da sci indoor per sciare tutto l’anno. Un progetto era stato proposto nel 2016, ma poi accantonato nel 2019 per mancanza di investitori.

Nello specifico era stato ipotizzato uno Ski Dome, a fianco del centro commerciale Il Centro di Arese con: tre piste da sci, la principale lunga 350 metri, larga 60 metri e con un dislivello di 65 metri e a lato altre due da 100 metri, un ristorante con vetrate con affaccio sulla zona dell’arrivo, un’area commerciale con negozi legati agli sport invernali e un albergo a quattro stelle. Un impianto simile a quello esistente a Dubai. Ora che Cesana punta tutto su questo progetto, Milano proverà a rispondere con l’alternativa urbana?

Continua la lettura con: Le BELLISSIME LOCALITÀ sulle ALPI dove NON esistono IMPIANTI di RISALITA

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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Uno dei “TREKKING più BELLI d’ITALIA” (con inclusa altalena sul vuoto) a un’ora da Milano

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Credits meri.stella IG - Monte Berlinghera

In una delle perle meno considerate del lago di Como si trova il percorso di trekking più  suggestivo e uno dei balconi panoramici più spettacolari del nostro Paese. Ecco come ci si arriva e le bellezze naturali da ammirare.

Uno dei “TREKKING più BELLI d’ITALIA” (con inclusa altalena sul vuoto) a un’ora da Milano

# Gera Lario, una delle perle meno considerate del lago di Como

Credits valeteo93 IG – Gera Lario

Al confine tra la Provincia di Como e la Provincia di Sondrio, sulla punta estrema del lago di Como, c’è un piccolo Comune poco considerato rispetto ai borghi più famosi ma altrettanto suggestivo: Gera Lario. È uno degli angoli più belli d’Italia, da dove si può godere di un panorama mozzafiato che dà direttamente sul lago, e dove parte uno dei percorsi di trekking più spettacolari del nostro Paese.

# Il percorso di trekking con uno dei balconi panoramici più spettacolari d’Italia

Il sentiero è adatto ad ogni età e ha un dislivello di 700 metri arrivando sul Monte Berlinghera a 1.930 metri di quota, uno dei balconi panoramici più belli che esistano nel nostro Paese. Dalla vetta delle Alpi Lepontine, dove sono visibili i resti di una cappella dedicata agli alpini, si possono ammirare infatti: la spettacolare vista del Lario, le acque color smeraldo del piccolo lago di Mezzola, separato dal lago di Como dal fiume Mera, la Valchiavenna, il Pian di Spagna, il maestoso Monte Legnone, che è la cima più alta della provincia di Lecco con i suoi 2.609 metri, e tutte le vette che circondano il lago di Como.

Credits hrdc91 IG – Alpe di Mezzo

Il percorso è fatto di sterrati e mulattiere, attraversa boschi di querce, abeti e faggi e altipiani, incrocia piccole pievi e baite di pietra, l’Alpe di Mezzo e l’Alpe Pescedo, e ci vogliono circa 2 ore per giungere alla fine. 

Leggi anche: Dopo mezzo secolo riapre il “SENTIERO più BELLO del MONDO”

# L’altalena panoramica gigante con vista lago

Credits roxy.kd – Altalena gigante Bocchetta di Chiaro

Uno degli scorci più belli di questo trekking è sicuramente quello che si può ammirare seduti a dondolarsi sopra un’altalena panoramica gigantesca fatta di legno posizionata a 1.600 metri d’altezza. Per provare questa esperienza bisogna seguire le indicazioni verso Bocchetta di Chiaro e sarà facile trovarla.

Leggi anche: In ITALIA c’è un’ALTALENA che ti porta in una CASCATA

# La strada per arrivarci

Gera Lario – Monte Berlinghera

Dopo aver percorso la strada statale 340 fino a Gera Lario, arrivati all’altezza del ponte sul torrente San Vincenzo, si seguono le indicazioni per Bugiallo. A questo punto si prosegue per 3 km in salita fino a un bivio, dove svoltare a destra e proseguire sulla strada stretta ma asfaltata che porta fino a San Bartolomeo. Qui, a circa 12 km da Gera Lario, si trova l’omonima chiesa di San Bartolomeo e il parcheggio dove lasciare l’auto per continuare a piedi lungo questo emozionante sentiero nella natura.

Continua la lettura con: Il SENTIERO dell’INFINITO: il nuovo percorso di trekking a picco sul mar ligure

FABIO MARCOMIN

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La PISTA CICLABILE a 10 metri tra gli ALBERI: dove si potrebbe fare a Milano?

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Credits visitlimburg.be - Percorso ciclabile sopraelevato

Pedalare tra le cime degli alberi per immergersi nella natura e osservare la foresta da un punto di osservazione privilegiato. Ecco come è stata realizzata, dove si trova e dove si potrebbe rifare a Milano. 

La PISTA CICLABILE a 10 metri tra gli ALBERI: dove si potrebbe fare a Milano?

# La “rotonda” ciclabile sopraelevata tra gli alberi

Credits visitlimburg.be – Percorso ciclabile sopraelevato

Giugno 2019: viene inaugurata “Cycling Through the Trees“, una pista ciclabile circolare sopraelevata che si snoda attraverso la foresta belga a circa un’ora da Bruxelles.

Fa parte della pista ciclabile del Limburgo: si tratta di un doppio cerchio del diametro di 100 metri, per una lunghezza complessiva di 700 metri, che sale gradualmente con una pendenza del 3-4% fino all’altezza di 10 metri. Si può letteralmente pedalare tra le cime degli alberi, ma non solo: si può anche camminare e fare jogging,  ammirando lo spettacolo naturale della riserva naturale e della foresta di Pijnven, nel Bosland. 

# Come è stata realizzata

Credits visitlimburg.be – Fietsen door de bomen in bosland

Per realizzare la pista ciclabile sono stati utilizzati pilastri in acciaio Corten posti ad intervalli variabili di 1, 2 e 3 metri l’uno dall’altro, per simboleggiare i tronchi diritti degli abeti, assicurando che la struttura si inserisca perfettamente nell’ambiente circostante.

# L’ingresso di tronchi

Credits visitlimburg.be – Punto di ristoro e accesso alla pista

All’ingresso di Cycling Through the Trees è stato costruito un padiglione ciclabile, come punto di ristoro e informativo per ciclisti ed escursionisti, composto da due telai in acciaio corten e da dei tronchi accatastati che provengono dagli alberi abbattuti per fare spazio al ponte ciclabile. I boschi di Pijnven, in gran parte costituiti da alberi di conifere, sono stati piantati all’inizio del secolo scorso per produrre legname per l’industria mineraria, ma a seguito della chiusura delle miniere non sono mai stati abbattuti e per questo è in atto un piano di gestione forestale ad hoc. E se facessimo una cosa simile a Milano?

Leggi anche: PASSEGGEREMO tra le cime degli ALBERI

# Dove farla a Milano: Sempione, Idroscalo, Hinterland oppure…?

credit: idroscalo.org

Una ciclabile tra gli alberi. Sarebbe non solo una grande attrazione ma un modo di alleggerire le polemiche delle ciclabili che ostacolano il traffico in città. Ma dove si potrebbe fare a Milano?

L’ipotesi più suggestiva sarebbe quella di crearla nel nostro Central Park, al Sempione, ma francamente sembra troppo limitata la presenza di alberi. Più fattibile puntare sui parci periferici: l‘Idroscalo sembrerebbe il luogo perfetto per qualcosa del genere. Ancora più agevole sarebbe individuare un’area entro un’oretta da Milano anche per valorizzare i dintorni di Milano. Ma forse l’ipotesi più ambiziosa sarebbe quella di realizzarla nel “parco orbitale”, la nuova creatura che potrebbe sorgere attorno a Milano. Così sarebbe non solo una ciclabile sospesa ma, probabilmente, la più lunga del mondo a livello urbano. 

Continua la lettura con: “Solo il cielo sopra di noi”: dalla Norvegia gli ALLOGGI immersi tra gli ALBERI

FABIO MARCOMIN

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