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Il progetto di «treno più veloce di un aereo»: in quali città d’Europa si potrebbe arrivare da Milano in meno di due ore

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Designer-microsoft Ai

La tecnologia nel settore del trasporto ferroviario sta compiendo passi da gigante. Siamo ormai abituati da tempo a muoverci con l’alta velocità, anche se non si sono raggiunte le vette che ha toccato in Asia. Prima il Giappone, poi la Cina hanno abbattuto il muro dei 600 km/h, ma l’obiettivo è spingersi ancora più in là: superare i 1000 km/h. I primi test in scala hanno avuto successo: quali destinazioni si potrebbero raggiungere da Milano in meno di due ore se il treno super veloce diventasse realtà?

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Il progetto di «treno più veloce di un aereo»: in quali città d’Europa si potrebbe arrivare da Milano in meno di due ore

# Abbattuto il muro dei 600 km/h con i treni a lievitazione magnetica

Ph. sharingtravel

Siamo ormai abituati a viaggiare in alta velocità da anni e in Italia non ci può lamentare per le velocità raggiunte da Frecciarossa e Italo, in meno di un’ora da Milano si arriva a Bologna e in meno di tre a Roma. All’estero, e in particolare in Asia, sono decisamente più avanti. In Giappone è infatti già in costruzione una linea veloce dove si prevede di far correre i treni Maglev, a lievitazione magnetica, a una velocità media di esercizio di circa 430 km/h, con punte di 505 km/h. Il Maglev L0 Series, sviluppato dalla Central Japan Railway Co, nel 2016 ha raggiunto e mantenuto per 11 secondi la velocità record di 603 km/h. Più di recente sempre un Maglev, questa volta in Cina, ha ritoccato il primato mondiale arrivando ai 623 km/h.

# In futuro si viaggerà a 1000 km/h?

businessmobility.travel – Test treno veloce Cina

Lo Stato del Dragone punta ad orizzonti ancora più lontani. Anche se alcune fonti abbiano riportato in modo errato che un treno durante un test abbia già raggiunto i 1.000 km/h, l’obiettivo finale della tecnologia in fase di studio è proprio quella di riuscire a viaggiare a quella velocità. Le prime prove in scala, con un prototipo di treno a lievitazione magnetica all’interno di un tunnel a vuoto di 2 km, sulla falsariga del progetto Hyperloop, sono state portate a termine con successo da parte della China Aerospace Science and Industry Corp. Procedendo per step si vuole estendere il test su un percorso di 60km e poi sui 161 km che separano Hangzhou e Shanghai: correndo sui binari a 1.000 km/h la distanza sarebbe percorsa in meno di un quarto d’ora. 

Ma se il treno super veloce venisse introdotto in Italia, quali destinazioni si potrebbe raggiungere da Milano in meno di due ore?

# Da Milano a Stoccolma, Oslo o Helsinki in meno di due ore

Andando verso nord in un’ora e mezza si arriverebbe a Stoccolma, e in poco meno di 2 ore a Helsinki. La distanza è rispettivamente 1,6 mila km, 1,9 mila.

# Fino all’estremità nord della Scozia

Maps – Milano-Thurso in Scozia

Puntando a nord-ovest si potrebbe scendere a Thurso, nell’estrema propaggine settentrionale della Scozia, con stop a Londra dopo un’ora di viaggio da Milano e a Glasgow dopo più di un’ora mezza. La distanza massima sarebbe in questo caso di circa 1,8 mila km.

# Tutte le capitali dell’Est fino alla stazione di Istanbul 

Maps – Milano-Istanbul

Verso est in meno di due ore si potrebbero raggiungere tutte le capitali delle nazioni che precedono il blocco russo, dagli Stati Baltici alla Polonia, dalla Lettonia all’Ucraina. Rimanendo ad est ma virando leggermente a sud in circa 1 ora 40 minuti si potrebbe salire sul treno alla Stazione Centrale di Milano e scendere alla Haydarpasa Train Station di Istanbul.

# Fino all’Oceano Atlantico attraversando Francia, Spagna e Portogallo

Maps – Milano-Lisbona

In circa 1 ora e 40 minuti si potrebbero percorre i circa 1.600 km di distanza da Milano a Lisbona, la capitale del Portogallo, passando attraverso la Francia del Sud e la Spagna. Si potrebbe prevedere fermate a Marsiglia, Barcellona e Madrid.

# Il sogno di collegare Mosca: poco più di due ore

Maps – Milano-Mosca in 2 ore

La distanza in linea d’aria tra Milano e Mosca e poco più di 2mila km, circa 2.200. Servirebbero in questo caso quindi poco più di due ore per collegare le due città.

# Il collegamento Europa-Africa in meno di un’ora con tre tunnel sottomarini

Maps – Milano-Tunisi

Per ultimo, ci potrebbe essere anche un collegamento longitudinale tra Europa e Africa. Oltre al treno superveloce occorrerebbe realizzare un’incredibile opera ingegneristica con tre tunnel sottomarini: uno tra la Liguria e la Corsica, un altro tra quest’ultima e la Sardegna e infine il più lungo diretto a Tunisi. In meno di un’ora si andrebbe dai binari di piazza Duca d’Aosta alle spiagge africane.

Continua la lettura con: Il “Night Jet” dimezzato a Milano: treno notturno solo per Vienna. Stop alle corse per Monaco

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I progetti di Milano finanziati con i fondi europei: quelli in progress e quelli ancora da avviare

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Credits Comune di Milano - Interno Magnifica Fabbrica

Sono 68 i progetti finanziati dal PON Metro React-EU e dal POC Metro, di cui 35 nuovi. Alcuni sono stati già portati a termine, altri sono in attesa di essere arrivare a conclusione. O di partire.

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I progetti di Milano finanziati con i fondi europei: quelli in progress e quelli ancora da avviare

# Piazza Castello in total white e i nuovi bus: i progetti già portati a termine

piazzacastellomilano.it – Vista frontale

In occasione di due eventi dedicati allo sviluppo urbano sostenibile e al ruolo cruciale della Politica di Coesione Europea nei territori, che si sono tenuti a Roma il 28 e 29, il Comune di Milano ha presentato il quadro sui progetti finanziati da fondi europei. Partiamo da quelli che sono stati portati a termine grazie al PON Metro 2014-2020, il Programma Operativo Città Metropolitane. Tra i più importanti troviamo: 

  • la riqualificazione di spazi pubblici come piazza Castello e via Beltrami, per un valore di 7,37 milioni di euro, con l’aggiunta di oltre 186 nuovi alberi, 14mila essenze arbustive e fiori e 16mila mq di pavimentazione naturale;
  • 117 nuovi autobus ibridi diesel-elettrici Euro VI progettati per ridurre emissioni di CO2, consumi e inquinamento acustico.

Sono in totale 35 i nuovi progetti finanziati dai fondi europei: 23 già in fase di realizzazione da aggiungere a quelli completati, grazie anche al nuovo programma PN Metro Plus 2021-2027. Tra le novità più rilevanti troviamo:

#1 Biblioteca Europea di Informazione e Cultura (BEIC): in arrivo nel 2027

Credits Comune di Milano – BEIC vista esterna

Nell’ex scalo di Porta Vittoria è in costruzione un centro culturale di eccellenza: la Biblioteca Europea di Informazione e Cultura (BEIC). Il progetto è stato finanziato con 101,574 milioni di euro tramite il PNRR e si sviluppa su un’area di 30.000 mq e si caratterizza per due strutture affiancate fra loro e identiche, due “navate” trapezoidali, entrambe in vetro e metallo. Al loro interno deposito robotizzato ipogeo, un forum, un auditorium e una piazza verde pubblica. La consegna del complesso e l’inaugurazione dovrebbe avvenire nella prima parte del 2027.

Leggi anche: I 18 grandi progetti di rigenerazione che cambieranno Milano e il suo hinterland

#2 La “Magnifica Fabbrica” del Teatro alla Scala: completata per l’estate 2025

Credits Comune di Milano – Magnifica Fabbrica dall’alto

Nelle aree dismesse di Rubattino-Lambrate dell’ex Innocenti si prevede la costruzione della “Magnifica Fabbrica” del Teatro alla Scala, con i laboratori oggi ospitati nell’edificio dell’ex Ansaldo in Tortona. La struttura consiste un’unica enorme costruzione di acciaio e legno di 66.000 mq di superficie scandito da 4 campate di 28,8 metri di lunghezza, 34.000 occupati dai laboratori, con sale prove, le sartorie, i depositi con oltre 2.500 posti container su 4 livelli con 4 linee carroponte, oggi tenuti in alcuni capannoni in affitto nel comune di Pero. La durata dei cantieri è stata stimata in 3-4 anni, con data ultima il 4 settembre 2026. Il Consorzio Cadel, l’azienda esclusa dal bando nonostante la proposta migliore, ha fatto però ricorso al Tar ottenendo l’annullamento degli atti compresi quelli di assegnazione alla seconda classificata. Ora il Comune di Milano deve rivalutare il bando, ripartendo dalla fase di valutazione di affidabilità dell’offerta della ricorrente, o rivolgersi al Consiglio di Stato. A prescindere dalla scelta i tempi per realizzare l’opera sono destinati a dilatarsi.

Nel progetto è previsto anche il raddoppio del contiguo Parco della Lambretta, che ricoprirà un’area di 100mila mq, nuovo verde e prati, anche sopraelevati, a costeggiare gli argini dei canali. I lavori in questo caso sono già in corso e dovrebbero concludersi nell’estate del 2025.

Leggi anche: La MAGNIFICA FABBRICA: nuova vita per la SCALA

#3 “900 +100 Punti di vista“, il raddoppio del Museo del Novecento con o senza la celebre passerella: lavori ancora da avviare

Credits professionarchitetto – Raddoppio museo del novecento.jpg

Un altro grande intervento in ambito culturale riguarda il raddoppio del Museo del Novecento con la riqualificazione del Secondo Arengario. Il polo museale avrà a disposizione oltre 1.000 mq di nuovi spazi espositivi grazie alla riqualificazione del palazzo gemello. L’investimento per il progetto è pari circa 27 milioni di euro, 5 milioni donati da Giuseppina Antognini. Attesa la decisione finale da parte della Soprintendenza per capire se vedrà la luce anche la passerella trasparente a 20 metri d’altezza tra i due edifici o se il collegamento sarà possibile passando dai sotterranei. Entro la fine del 2024 è prevista la pubblicazione della gara d’appalto, per avviare i lavori entro l’estate 2025 e concluderli entro la fine del 2027. 

Leggi anche: La passerella trasparente a 20 metri con vista Duomo: che cosa succede al progetto?

# Altri interventi in programma: 150 alloggi e due tratte della 92

Tra gli altri interventi che rientrano in una visione integrata di rigenerazione urbana ci sono:

  • 150 alloggi in via San Romanello, a Quinto Romano;
  • nuove infrastrutture per la mobilità sostenibile con due tratte dedicate alla circolare filoviaria 92;
  • una nuova Control Room per il monitoraggio della mobilità e della sicurezza urbana;
  • investimenti in ambito welfare per contrastare la povertà minorile, in un quadro complessivo di interventi per un valore di 149,3 milioni di euro.

Fonte: Comune di Milano

Continua la lettura con: I 4 progetti più attesi nel futuro di Citylife

FABIO MARCOMIN

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L’abbonamento ATM diventa digitale: la tessera “sparisce” nella nuova app

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dday.it - Abbonamento digitale

Un nuovo importante passo nel processo di digitalizzazione e dematerializzazione voluto da ATM. Dopo il biglietto magnetico “RicaricaMi”, che consente di caricare più titoli di viaggio e mette in pensione il biglietto cartaceo, ma non lo spreco di carta, anche la tessera per l’abbonamento diventa virtuale. Ecco come si usa per timbrare ai tornelli e le ultime novità dell’app ATM.

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L’abbonamento ATM diventa digitale: la tessera “sparisce” nella nuova app

# Avanti tutta con la dematerializzazione, anche se con qualche pecca

Prosegue il processo digitalizzazione e dematerializzazione di ATM. Il primo step concreto è stato l’introduzione del biglietto ricaricabile “RicaricaMi”, pensato per eliminare l’utilizzo del biglietto cartaceo. Si rifà alla vecchia tessera di plastica “RicaricaMi” di colore verde, che come il nuovo strumento era personale seppur senza fototessera e le generalità, ma rispetto alla precedente consente di caricare più biglietti e nello specifico: fino a 30 biglietti ordinari, con la stessa tariffa, fino a 5 carnet con tariffa Mi1-Mi3 e al massimo un biglietto giornaliero o un tri-giornaliero.

L’obiettivo di azzerare la carta non è però riuscito. Primo perchè lo stesso biglietto è di fatto in carta plastificata, che lo rende più simile a un ticket cartaceo che a una tessera, e anche l’utente lo vede in questo modo: basta andare ad esempio nei pressi delle fermate di Rho Fiera o San Siro Stadio, in occasione degli eventi, per vedere centinaia di “RicaricaMi” gettati a terra. All’atto dell’acquisto vengono inoltre prodotte ricevute (da conservare in caso di controlli) e scontrini che aumentano lo spreco e l’inquinamento generato da carta chimica.

Leggi anche: GreenwashMI: il biglietto ricaricabile produce una montagna di carta (tra ricevute e scontrini)

# Tutto in un’unica app: arriva la tessera digitale per gli abbonamenti

dday.it – Abbonamento digitale

Passiamo però all’ultima innovazione messa in campo da ATM con il recente aggiornamento dell’app: la dematerializzazione della tessera dove vengono caricati abbonamenti settimanali, mensili e annuali, urbani e interurbani. Ora è possibile lasciare a casa la tessera plastificata e usare unicamente l’app per passare ai tornelli. Nell wallet digitale sono disponibili tutti i titoli di viaggio. Non solo, non serve nemmeno più attivare l’abbonamento ai totem quando lo si ricarica online o da app.

# Come si effettua la timbratura

Credits Ufficio Stampa Atm – Tornello metrò contactless tessera

Per varcare i tornelli in metropolitana o convalidare il viaggio sui mezzi di superficie basta avvicinare lo smartphone ai lettori, con l’app aperta e in primo piano per evitare che il lettore legga una carta di credito nel wallet come Apple Pay o Google Pay, per i modelli dotati della tecnologia NFC. Per i telefonini sprovvisti è disponibile il QR Code sotto Wallet > Tessere > Codice QR, da avvicinare al lettore ad almeno 5 centimetri di distanza. Durante i controlli basta mostrare l’abbonamento sull’app.

# Le due strade per avere la tessera in formato digitale

Tessere

Le possibilità per avere la tessera in app sono due: digitalizzare una tessera esistente o crearne una nuova. 

Tessera da digitalizzare

Nel primo caso si procede dal menu “Acquista”, si ritrova la tessera nel menu “Profilo”, si seleziona e poi si tocca il tasto per passare all’abbonamento digitale. In questo modo l’abbonamento compare sull’app nel menu “Wallet” e la tessera fisica si disattiva automaticamente. 

Tessera digitale

Nel secondo caso si accede sempre con il proprio account, per chi non ce l’ha occorre crearlo, si compra il primo abbonamento dal menu “Acquista” seguendo questi passaggi: si compila il modulo con le proprie generalità, si aggiunge una foto, da scattare al momento o da caricare dalla galleria dello smartphone.

Pagamento

Poi si paga con carta di credito, PayPal (anche in 3 rate) o Satispay, le stesse modalità sono disponibili per tutti i titoli di viaggio. A quel punto l’abbonamento appare menu “Wallet” della app.

# Pro e contro della tessera digitale 

Pro:

  • La tessera digitale rispetto a quella cartacea non ha una scadenza, ma durata illimitata.
  • Non si deteriora
  • Non si corre il rischio di perderla 

Contro:

  • Al momento non è consigliata per chi deve detrarre il costo dell’acquisto della abbonamento come spesa, nel caso di una partita iva, perchè non viene rilasciata la fattura elettronica. Nessun problema per chi deve scaricare i costi nella dichiarazione dei redditi perchè basta il riepilogo dei costi.  
  • Se si passa a un abbonamento digitale, non si può più tornare alla tessera fisica
  • Per ora gli abbonamenti urbani digitali non possono essere integrati con le tariffe per viaggiare fuori Milano.

# Le altre novità 

La nuova app porta con sé anche un rinnovamento dell’interfaccia che ora si apre direttamente sulla cartina della città a pieno schermo, lasciando in alto una barra con le indicazioni dello stato delle cinque linee metropolitane.

Sopra quest’ultima lo spazio per pianificare il viaggio o cercare linee e fermate. In basso un grande pulsante orizzontale “biglietto” che porta alla schermata dove si può scegliere tra biglietti urbani, extraurbani e abbonamenti. Nella barra orizzontale dei pulsanti spicca al centro il “Wallet” che conduce alla pagina dove sono presenti tutti i titoli di viaggio, compresi gli abbonamenti, già acquistati e utilizzabili. 

Altri pulsanti rimandano ai servizi, quali ad esempio “Radiobus di quartiere”, “ATM Point” e “BikeMi”, all’acquisto dei titoli di viaggio e alle informazioni sulla mobilità.

Fermate, parcheggi e bikemi

Scorrendo sullo schermo dal basso vengono mostrate le fermate dei mezzi ordinate per distanza dalla zona in cui si è localizzati, lo stesso per i parcheggi e per la disponibilità delle biciclette in condivisione.

Continua la lettura con: I 3 rischi a pagare contactless sui mezzi pubblici di Milano

FABIO MARCOMIN

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Le 5 «botteghe cult» che hanno fatto la storia di Milano

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Ph. @sarpifoodtour IG

Il vestito della Milano che fu, quella delle piccole compere quotidiane, della ricerca della qualità, del consiglio del bottegaio, che i suoi prodotti li cercava, e non il contrario. Insomma, l’anima commerciale della città che ha reso Milano grande, umana e bella.

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Le 5 «botteghe cult» che hanno fatto la storia di Milano

Anche le Botteghe Storiche hanno il loro albo

Milano è una città che non dimentica la sua storia e, allo stesso tempo, sa valorizzare la sua cultura. Proprio per questo, nel 2004, il Comune ha istituito un vero e proprio albo che tutela le Botteghe Storiche in città e, con delibera del 5/10/2004 n. 2220, ha approvato le linee guida per la sua istituzione, con lo scopo, appunto, di difendere le attività commerciali e artigiane dal forte radicamento nel tessuto sociale ed economico. Questo conferisce alle botteghe una sorta di riconoscimento che le equipara a beni culturali a rischio d’estinzione.

Per essere riconosciuta bottega storica vanno rispettati alcuni criteri: il negozio deve avere almeno 50 anni di attività nello stesso settore merceologico (anche se si sono succeduti diversi titolari) e deve conservare in tutto o in parte i caratteri costruttivi, decorativi e di interesse storico o architettonico.
Ad oggi l’albo raccoglie poco meno di 600 Botteghe Storiche ma la speranza è che questo numero non debba scendere a causa della grave crisi economica che stiamo vivendo.

#1 Il Re della Baita  – Chinatown

Dal 1939, formaggi, salumi e rarità: una missione chiara e raccolta in pieno quella che troneggia sotto il nome dell’attività. La bottega del Signor Fabio Re in via Paolo Sarpi, è straripante e odorosa, fatta di ricerca meticolosa e passione per il suo lavoro. Al suo interno si possono trovare davvero delle rarità come il cusié, una toma d’alpeggio stagionata e affinata con foglie di tabacco, e la toma veneta stagionata nel fieno.

#2 Drogheria Radrizzani – Porta Venezia

Ph. credits: Drogheria Radrizzani

Altra bottega più che storica. Presente in viale Piave dal 1910 fu, prima, di una tale signor Robbiani, e dal settembre 1940 di Gaspare Radrizzani e di sua moglie Maria, gli storici proprietari. Coppia che non si arrende, nemmeno quando nel 1943 il palazzo al civico 20 viene distrutto dai bombardamenti: nel maggio del 1945, sulle macerie, Gaspare ricostruisce e torna a vendere prodotti di drogheria e coloniali. Qui si scovano prodotti spesso introvabili: al fianco dei più conosciuti prodotti di marca, è possibile gustare pezzi sfiziosi di provenienza ricercata come cioccolati, sott’olii, risi e paste, tartufi di Alba, confetture artigianali, formaggi di malga, caviale fresco, saponette…

 

#3 Torrefazione Hodeidah – Sempione

Ph. credits: milanodavedere.it

Nata nel 1946, la torrefazione la si trova in via Pier della Francesca e la si percepisce, decine di metri prima, anche senza sapere esattamente dov’è. Il profumo della tostatura non inganna, non per niente è considerata tra le migliori botteghe storiche di Milano. Hodeidah conserva l’eleganza sobria delle antiche torrefazioni d’altri tempi e offre tantissime varietà, provenienti dalle coltivazioni di tutto il mondo, tostate in bottega per ottenere miscele inconfondibili. Altro fiore all’occhiello di Hodeidah è “Il giardino del The”: oltre cento varietà da assaporare assieme alla raffinata selezione di biscotti.

 


#4 Pregiate Carni Piemontesi – Loreto

Negli anni d’oro erano circa 1300 le macellerie a Milano, ma oggi ne sopravvivono meno di un quarto. Una di queste è la Pregiate Carni Piemontesi che dal 1959 si trova in via Montepulciano e che fino al 2009 era gestita dal suo patron, Ercole Villa, pioniere della vera carne piemontese e riconosciuto da tutti come esperto assoluto. Oggi a proseguire è un degno erede, storico allievo che da lui ha imparato tutto, il signor Bruno. Nel suo bancone si possono trovare la Fassona, il vero sanato piemontese, la Scottona, il castrato e la Pezzata Rossa Bavarese.

 


#5 Enoteca Il Grifo d’Oro – Lambrate

Di anni ne ha 83 e come si legge nel sito dell’enoteca storica: “L’attività di commercio di vini “da trasportarsi in recipienti chiusi” fu avviata in qualità di fondatore da Guarneschelli Carlo di origine pavese, il quale con denuncia del 28 dicembre 1937 comunicava alla Camera di Commercio l’apertura di un esercizio per la vendita di vini e liquori, acque minerali, olio, birra, con sede in Via Porpora, 157 a Milano.” Parole che fanno comprende quanta acqua, e quanto vino, siano passati di qua. Sui suoi scaffali di legno originali oltre, a centinaia di bottiglie, si possono trovare prodotti sfiziosi come il patè, i pecorini, i dolci di Pienza.

 

# L’ultima ad andarsene: Drogheria La Casa del Miele – Istria

Ph. credits: thefashionpolitan.com

Era una piccola bottega, con i suoi begli arredi su misura in noce massello e frassino, nata nell’anno della grande crisi del 1929 e purtroppo chiusa con la crisi del Covid nel 2021. Passate le enormi difficoltà della seconda guerra mondiale, in cui la bottega distribuiva cibo come pasta, riso, zucchero nero, sapone nero a pezzi con le tessere, si susseguirono nella gestione sempre mani e cuori esperti, fino ad arrivare alla signora Simona.
La Casa del Miele in viale Zara, oltre ad essere una drogheria di quasi un secolo di vita, è diventata anche caffetteria e meta di aperitivi, grazie ai suoi taglieri di formaggi e miele e al suo piccolo menù di piatti tradizionali milanesi. Dove si potevano acquistare a peso spezie, erbe, liquirizia e le ginevrine, le caramelline tonde di zucchero colorato.  

Continua la lettura con: Il BAR SEGRETO di Milano dove si torna indietro nel tempo tra BOTTIGLIE d’ORO e monete speciali

BARBARA VOLPINI

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Il nuovo vialone scenografico della Centrale: che fine ha fatto il progetto di restyling?

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Ph. Andrea Cherchi

La strada che conduce da piazza della Repubblica alla monumentale Stazione Centrale in qualsiasi metropoli internazionale sarebbe un viale scenografico, un adeguato biglietto da visita per i tanti turisti che arrivano in treno. A Milano manca. Al suo posto c’è via Vittor Pisani, un viale anonimo, non sempre ben mantenuto. Per riqualificarlo è stato presentato un progetto di riqualificazione intrigante. Sembrava fatta. Ma poi è calato il silenzio. 

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Il nuovo vialone scenografico della Centrale: che fine ha fatto il progetto di restyling?

# La tristezza e la sciatteria di una delle strade potenzialmente più scenografiche di Milano

Credits Andrea Cherchi – Via Vittor Pisani dall’alto

Via Vittor Pisani potrebbe essere una delle strade più scenografiche della città. Il mezzo chilometro di ampio rettilineo che da Piazza della Repubblica conduce in Centrale potrebbe essere un vero fiore all’occhiello. Invece, fatto salvo la parte iniziale con un filare di alberi, è solo una larga strada in asfalto e pietra. Le uniche piante in vaso messe verso Piazza Duca d’Aosta sono tristemente morte per assenza di cura e manutenzione. Un vero peccato visto i tanti turisti che arrivano a Milano in treno costretti purtroppo a vedere uno spettacolo desolante appena usciti su piazza Duca d’Aosta.

A questo, come già segnalato dal blog Urbanfile, si aggiunge la sciatteria e il degrado causato dalle tag su muri e accessi delle scale che portano alla stazione del passante di Repubblica, dai paletti divelti, dalle pietre dei marciapiedi rotte e dalle piastre staccate di sedute e manufatti.

Leggi anche: La CATTEDRALE del MOVIMENTO: la STAZIONE CENTRALE fu progettata in stile “ASSIRO MILANESE”

# Il progetto di restyling: si farà o rimarrà solo un sogno?

Credits Urbanfile – Ciclabile Vittor Pisani

Eppure degli interventi di miglioramento erano stati ipotizzati. Nel 2017 era arrivata una proposta di realizzazione una ciclabile anche sul lato pari della via, della quale dopo 7 anni non se ne sa più nulla.

Credits Milano Today – Progetto restyling via Vittor Pisani

Nel 2019 il Comune di Milano aveva poi illustrato un progetto di restyling che prevedeva il restringimento della carreggiata con la creazione di una grande aiuola nello spartitraffico centrale, per dare più ordine e consentire una maggiore protezione per l’attraversamento dei pedoni. Non solo: dove lo spazio sotto la strada risulta più ridotto a causa della metropolitana erano state ipotizzate anche aiuole ai lati e alberature e piante in vaso. Per definire il progetto in ogni dettaglio era previsto un workshop aperto ai cittadini. I lavori si sarebbero dovuti realizzare nell’arco di due-tre anni con investimento a scomputo oneri di tutti gli interventi edilizi e urbanistici della zona. Ma l’entusiasmo iniziale è caduto nel dimenticatoio. Si tornerà a pensarci oppure avere uno spettacolare vialone di ingresso alla stazione rimarrà solo un sogno?

 

Leggi anche: Il RESTYLING del “PALAZZO ORRIBILE” di Porta Garibaldi è in STALLO?

Fonte: Urbanfile

Continua la lettura con: I PROGETTI STRATOSFERICI che sconvolgerebbero ogni milanese

FABIO MARCOMIN

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Le notti più calde di Milano: i «locali hot»

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Ph. @superclub FB

Gli Hot Club di Milano, dove la notte è sempre giovane. Riproponiamo la selezione di Lorenzo Tiezzi per MilanoDaBere.it

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Le notti più calde di Milano: i «locali hot»

Hot club: la definizione per un locale dove non ci si limita a ballare e ad ascoltare musica. Ma l’atmosfera è più sfrenata e porta a osare oltre ogni limite. Quali sono gli Hot Club di Milano? 

# Super Club

Ph. @superclub FB

Il Super Club, in zona Tortona. Una delle case dello scatenato collettivo Le Cannibale. Spesso ospita artisti internazionali, di nicchia, o eventi “up” come Club Inferno, quando la location si colora di rosso e fiamme.

# Rocket

Ph. https://zero.eu/

Altro locale che invita ad osare è il Rocket, in zona Navigli. Frequentato soprattutto da chi ama sonorità black ed elettroniche in stile underground berlinese. 

# Plastic

Credits: foto-divertente.blogspot.com

Non può certo mancare l’iconico Plastic. il trasferimento da Viale Umbria a via Gargano non ha cambiato l’anima del club restando uno degli spazi più creativi e folli della città . “L’unico forse a poter proporre un Capodanno che inizia alle 1, non prima.”, sottolinea Tiezzi. 

# Play

Si vira a uno stile più fashion. Nei pressi di Corso Como si trova il Play, l’ ex Luminal. Una volta la settimana ospita il sound scatenato di Mamacita, festa urban da Ibiza. Aperto dal mercoledì alla domenica. 

# Gate

Ph. @gatemilano IG

Il Gate che i più grandicelli se lo ricordano prima come De Sade e poi diventato Club Haus 80’s è sempre l’anima dark e più elettronica del vicino Alcatraz di via Valtellina. O

Fonti: Hot Club Milano, dove la notte è sempre giovane

Continua la lettura con: I locali di Milano con i nomi più curiosi

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Le «Maldive al coperto» alle porte di Milano: le aperture e i prezzi tra Natale e Befana

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Screenshot

Un parco acquatico da record, a poca distanza da Milano, dove ci si ritrova nei mari delle isole tropicali. Il più grande, il primo in ordine di tempo e l’unico a stare aperto 12 mesi all’anno. Dove si trova e cosa si può fare al suo interno durante le festività di fine anno. 

Milano-Acquaworld

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Le «Maldive al coperto» alle porte di Milano: le aperture e i prezzi tra Natale e Befana

# Acquaworld: il primo parco acquatico coperto d’Italia 

Ph. @acquaworld_ufficiale IG

Le Maldive al coperto si trovano da Acquaworld: a Concorrezzo, a 30 minuti di Milano. Si tratta del primo grande parco acquatico al coperto a essere realizzato in Italia. Per anni è stato anche l’unico. La struttura è aperta 12 mesi all’anno, tutti i giorni in estate e con limitazioni nei mesi rimanenti, e fruibile con qualsiasi condizione atmosferica. 

Si sviluppa su una superficie di circa 20.000 mq con 12 vasche e piscine interne ed esterne, tutte con acqua fra i 32° e i 35°C. La temperatura dell’acqua negli spazi interni è costante a circa 30°C. Difendono da freddo e dalle intemperie tre cupole trasparenti realizzate con l’Etfe, un elemento artificiale ricavato dal fluoro, utilizzato anche per l’Allianz Arena di Monaco e il Water Cube di Pechino

# Le due aree del divertimento: Area Scivoli e Area Fun. Attenzione al Black Mamba

Credits acquaworld_ufficiale IG – Scivoli Acquaworld

All’interno del parco sono presenti due aree distinte dedicate al divertimento.  

Quella più dinamica è l’Area Scivoli. L’attrazione principale è una torre di 18 metri di altezza dotata di 8 scivoli acquatici, che prevede l’arrivo sempre al coperto e pendenze  tra il 7% il del 35%, per una lunghezza complessiva di ben 1.100 metri lineari. In tre di questi scivoli si può scegliere di scendere con con gommoni singoli e/o doppi. Troviamo poi Tra tutti il multipista Baby Slide, riservato ai più piccoli, gli spettacolari Turbo Slide e Ice Express, e per finire il Black Mamba, il più temibile di tutti e adrenalinico. 

campermaro IG – Acquaworld

A prendersi la scena nell’Area Fun è invece la Vasca Onde, un enorme specchio d’acqua di 1.000 mq con giochi acquatici. A questo si aggiunge il divertentissimo River, uno spazio giochi e scivoli per bambini dal nome di Area Miniworld, l’area idromassaggi, cascate. Le zone per il relax e per rigenerarsi ci sono anche all’esterno, con la piscina di 200 mq con giochi d’acqua e idromassaggi, con temperatura costante di 32°C, per le famiglie. 

# Nell’area benessere di oltre 2.000 mq è disponibile una vera e propria spa 

Credits babina994 IG – Area Benessere Acqua world

Su una superficie totale di oltre 2.000 mq, metà della quale occupata da vasche interne ed esterne, trova spazio l’Area benessere. Si tratta di una spa a tutti gli effetti con:

  • la Grotta del Temporale Monsonico;
  • vasche di reazione calda (Calidarium) e fredda (Frigidarium);
  • idromassaggi plantari, cervicali e lettini massaggianti;
  • una sauna;
  • una stanza del sale;
  • le stanze del vapore.

# Le aperture e i prezzi delle festività tra Natale e Befana

Ph. @acquaworld_ufficiale IG
Ph. @acquaworld_ufficiale IG

Tra Natale e Befana, Acquaworld è sempre aperto dalle 10 alle 20 dal 26 dicembre al 6 gennaio. Orari diversi per il 31 dicembre (si chiude alle 17) e il primo gennaio (si apre alle 14). 

I prezzi partono da 19,90 euro, i bambini sotto il metro di altezza non pagano: qui per l’acquisto online.

Continua la lettura con: Più grande di DisneyLand Paris: in Italia il parco tematico più grande d’Europa resterà solo un sogno?

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Queste sono le 4 superstar lombarde dell’inverno

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nirolfix - Livigno by night

Quale è la località preferita dagli italiani per una vacanza sulle neve? 

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Queste sono le 4 superstar lombarde dell’inverno

# La classifica delle destinazioni sciistiche preferite dagli italiani

Credits: Duepertrefacinque – Neve in Lombardia

Quale è la località preferita dagli italiani per fare una vacanza sulle neve? A dircelo è la classifica con le top 40 destinazioni sciistiche più amate dagli italiani nella stagione 2024-2025 redatta da Holidu, portale di prenotazione di case e appartamenti vacanza. Per realizzarla sono stati selezionati gli impianti e le località sciistiche italiane o poco oltre il confine più amate e poi ordinati sulla base delle ricerche effettuate sul portale per soggiorni tra il giorno 1 novembre 2024 e il giorno 31 marzo 2025.

# Prima la “Regina delle Nevi” della Lombardia

credits Max Kukurudziak – Unsplash – Livigno

In testa alla graduatoria troviamo anche quest’anno Livigno, la “Regina delle Nevi” lombarde, con un equilibrio tra qualità e convenienza grazie a un costo medio giornaliero tra soggiorno e skypass pari a 67 euro. In seconda posizione c’è Madonna di Campiglio, in Trentino Alto Adige, dove si spendonomediamente 104 euro, e infine a chiudere il podio Alto Sangro – Roccaraso/Rivisondoli in Abruzzo, la più economica tra le tre, punto di riferimento per lo sci nell’Italia centrale.

# Nella top ten cinque destinazioni del Trentino Alto Adige, due della Lombardia

Top ten mete sciistiche Holidu

La top ten è dominata dal Trentino Alto Adige, con cinque piazzamenti, seguita dalla Lombardia con due: a Livigno aggiunge Bormio in settima posizione, sempre in Valtellina con un costo medio giornaliero di 68 euro. La località è famosa oltre che per le sue piste da sci anche per lo storico centro termale aperto dal 1920.

Cortina d’Ampezzo credits Betty Subrizi via Unsplash

Tra i primi dieci posti ci sono due tra le mete più amate dai milanesi: Courmayeur in Valle d’Aosta in sesta piazza e Cortina d’Ampezzo in Veneto, in nona, prossima compagna di avventura di Milano alle Olimpiadi Invernali 2026. 

# In classifica anche Madesimo e Valmalenco – Alpe Palù

Credits: siviaggia.it – Madesimo

Allargando lo sguardo a tutta la classifica è ancora più evidente il predominio del Trentino Alto Adige con 16 località su 40, poi la Lombardia con 4, aggiungendo Madesimo e Valmalenco – Alpe Palù dove si spendono in media rispettivamente 46 e 57 euro al giorno, Valle d’Aosta e Abruzzo con 3, Piemonte con 2.

# Italia batte estero con 34 destinazioni su 40

Credits yaechanpapydaisuki IG – Cabinovia Chamonix Francia

Sono invece solo 6 le località straniere in graduatoria. Troviamo infatti al 17esimo posto Chamonix-Mont-Blanc in Francia, appena oltre il confine provenendo dalla Valle d’Aosta, al 20esimo Innsbruck – Ghiacciaio dello Stubai in Austria, Zermatt e St. Moritz – Corviglia in Svizzera rispettivamente alla 31esima e 33esima, in 35esima Megève/Saint-Gervais in Francia e ancora in Svizzera First – Grindelwald alla 40esima posizione.

Leggi anche: La FUNIVIA più ALTA (e più lussuosa) del mondo sta per raggiungere l’Italia

Leggi anche: 5 RIFUGI in mezzo alla NEVE a POCA STRADA da MILANO

Continua la lettura con: Arrivata la prima neve: perché non creare il «quartiere del ghiaccio», il distretto invernale di Milano?

FABIO MARCOMIN

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I ricordi degli «anni Duemila»: il decennio magico della Milano che mirava al cielo

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Credits: upload.wikimedia.org cantieri porta nuova 2010

Il nuovo millennio si apre con la paura del Millenium Bug, poi scoppia la bolla tecnologica e crollano le torri Gemelle aprendo la strada ad anni di paure e paranoie per il terrorismo islamico. E mentre sugli aerei non si fanno entrare le boccette di shampoo, Milano sfida il cielo disegnando un nuovo skyline. Nel frattempo anche a Milano arrivano le nuove tecnologie destinate a rivoluzionare il nuovo secolo: sono gli anni in cui nascono YouTube e Facebook, mentre in California Steve Jobs realizza il telefonino che si posizionerà al centro di ogni persona: l’IPhone. Ritorniamo a rivivere la Milano del primo decennio degli anni 2000.

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I ricordi degli «anni Duemila»: il decennio magico della Milano che mirava al cielo

# “Nasce” lo skyline milanese

Credits: blog.urbanfile.org
2004 progetto vincitore Varesine-Garibaldi-Porta Nuova

La Milano degli anni 2000 è la Milano che cambia volto. Soprattutto se la si guarda alzando gli occhi al cielo. Con l’arrivo del nuovo millennio, l’area delle ex-Varesine che da anni poteva essere chiamata come terra di nessuno inizia a vedere la luce in fondo al tunnel. L’intuizione di trasformare l’area nella “city” di Milano è dell’architetto Pierluigi Nicolin, che rivede nel 2001 il Programma Integrato di Intervento (PII) Garibaldi-Repubblica. Siamo sempre all’inizio degli anni 2000 quando arriva il fondo immobiliare americano Hines che trasforma la speranza di una riqualificazione dell’area in realtà. Il progetto della riqualifica viene affidato all’architetto argentino César Pelli che ipotizza una piazza circolare sopraelevata circondata da tre alte torri, quella che sarà piazza Gae Aulenti. E intanto a Stefano Boeri viene affidata l’area che insiste sul quartiere Isola, dove comparirà il Bosco Verticale. Nasce la nuova Porta Nuova.

# La Bicocca che non c’era: l’Università, l’Arcimboldi, l’Hangar

Credits: unimib.it
progetto BicoccaMa non è solo Porta Nuova la grande novità. Un quartiere industriale e periferico com’era il quartiere Pirelli-Bicocca aveva appena inaugurato la sua università, la Bicocca apre infatti solo due anni prima l’inizio del nuovo millennio, ma non si accontenta dell’università e inaugura altri due luoghi culturali. Il 19 gennaio 2002, infatti, dato che il teatro alla Scala era chiuso per ristrutturazione, apre in zona Bicocca il teatro Arcimboldi. E nel 2004 inizia a essere costruito anche l’Hangar, un nuovo spazio espositivo d’arte contemporanea.

# La Fiera si sposta a Pero per lasciare posto a CityLife

Credits: @pontir
Politecnico Bovisa oggi

Nel frattempo il Politecnico riqualifica l’ex area industriale della Bovisa e, mentre il complesso fieristico viene spostato a Pero, per lasciar posto al progetto di City Life. A sud di Milano, invece, al confine con Rogoredo nell’area dismessa che era chiamata Montecity, nasce il nuovo quartiere di Santa Giulia. Viene inaugurata anche la statua ago e filo in piazza Cadorna. Sono gli anni dove Milano rinasce. Dopo uno stop durato più di dieci anni, riparte l’attività edilizia. Alla fine del decennio inaugura anche il Museo del Novecento in piazza Duomo. Milano si fa più bella, più moderna e progetta in grande il suo nuovo skyline. Ma la città vola alto non solo con i suoi grattacieli. 

# Gli ultimi anni sul trono del mondo del calcio: le due Champions del Milan, il triplete dell’Inter e il Mondiale a Berlino

Credits: acmilan.com che risuona in tutta la nazione. 
Vittoria champions 2007

Per certi aspetti è come se con la fine del primo decennio del Duemila per il calcio italiano si chiudesse una stagione magica iniziata nel 1982. Da Mondiale a Mondiale con le notti magiche di Berlino del 2006 rilanciate dai maxi schermi e dal “Poo po po po po poo po” tratto da “Seven nation army” dei “White Stripes” che risuona in tutta la nazione. Tra i due mondiali l’Italia sale sul trono del calcio mondiale internazionale, dominando con le sue squadre di club tutte le maggiori competizioni. Ma è Milano a fare la padrona tra le italiane, l’unica città al mondo in grado di portare due sue squadre a vincere il trofeo più prestigioso, la Champions League. Due squadre che giocano nello stesso stadio, cosa atipica nel panorama internazionale. I Duemila sono per le milanesi un decennio dei grandi trionfi: il Milan è sul tetto d’Europa nel 2003 (contro la Juventus) e nel 2007 (contro il Liverpool), anche se ricorderà per sempre l’incubo della notte di Istanbul quando nella finale del 2005 il Milan riesce nell’impresa di farsi rimontare un vantaggio di 3 a zero. A queste vittorie si aggiungono anche due Supercoppe europee e due scudetti. Non è da meno l’Inter, anzi. Dopo aver spadroneggiato in Italia vincendo cinque scudetti di fila conclude come meglio non avrebbe potuto, aggiudicandosi il “triplete” (scudetto, coppa Italia e Champions League) nel 2010 sotto la guida di Mourinho. Un trionfo unico per la storia segna però la sigla di coda su quasi tre decenni di dominio del calcio italiano nel mondo. 

# Milano si aggiudica Expo 2015

postexpo

 

E Milano vola alto non solo per le nuove costruzioni. L’idea di organizzare in città la Grande Esposizione Universale prende forma nel 2007 quando viene presentata la candidatura di Milano. Come? Letizia Moratti, prima donna a ricoprire la carica di sindaco di Milano, viene nominata Commissario delegato per la predisposizione degli interventi necessari alla migliore presentazione della candidatura della città quale sede di Expo 2015. L’anno dopo, l’Assemblea Generale EXPO premia Milano con 86 voti (contro i 61 della sua sfidante turca Smirne) e la rende sede della manifestazione che avrebbe segnato il decennio successivo. E che avrebbe rappresentato l’àncora di rilancio in un decennio segnato da una crisi profonda. 

# Dal più grande disastro aereo d’Italia alla grande crisi di fine decennio

Credits: @porrino_francesco07
disastro di Linate

Per certi aspetti così come si è aperto il decennio si chiude. Era iniziato con lo scoppio della bolla finanziaria delle “Dot Com” in Borsa e con il crollo delle Torri Gemelle, in un incubo che sembrò contagiare Milano. Prima con il disastro di Linate: l’8 ottobre 2001, un jet privato entra per sbaglio nella pista di decollo principale, viene investito da un aereo della SAS in fase di partenza, che, per l’impatto, si schianta poco dopo e si incendia. Ancora oggi è il più grande disastro aereo avvenuto in Italia per il numero di vittime: 118 le persone che persero la vita. Pochi mesi dopo il disastro di Linate, ad aprile 2002, si rivive per qualche ora a Milano l’incubo delle Torri Gemelle, quando un aereo turistico si schianta contro il Pirellone. Il pilota Fasulo, per motivazioni ancora non del tutto chiarite, si sfracella contro il grattacielo simbolo della storia di Milano. Che, per fortuna, resta in piedi. 

Seguono anni più sereni, di un decennio in cui la città preme sul gas, in cui si trasformano i mezzi di comunicazione, con il boom dei cellulari, la nascita di YouTube e di Facebook, con l’introduzione del mercato dell’IPhone. Ma come era iniziato così finisce: con la più grande crisi della finanza mondiale degli ultimi 40 anni. Una crisi che a differenza di quelle di inizio decennio colpirà profondamente Milano trascinandola insieme a tutta la nazione in un periodo economicamente più complicato da cui, per certi aspetti, non siamo mai usciti. 

Continua la lettura con: Le foto della Milano degli anni Ottanta

BEATRICE BARAZZETTI

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Le «case fungo» di Milano? Sono “fuggite” nell’hinterland

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Case fungo Novate - ph. @giuppyguida IG

La Maggiolina, quartiere del Municipio 2, che deve il suo nome alla omonima cascina demolita nel 1920, è conosciuta per essere caratterizzata da abitazioni bizzarre e perché confina con il noto Villaggio dei giornalisti.

Nel quartiere resistono 8 delle famose “case a igloo” in via Lepanto, realizzate dell’ingegnere Mario Cavallè, che tutti conoscono. Ma un tempo c’erano anche le “case a fungo”, ormai dimenticate. Pochi conoscono la loro storia.

Leggi anche:
10 cose da vedere nella MAGGIOLINA, il quartiere dell’architettura sperimentale
Nel Villaggio dei Giornalisti c’è VILLA FIGINI, la villa in stile Le Corbusier

Le «case fungo» di Milano? Sono “fuggite” nell’hinterland

# Le «case fungo» scomparse

Le «case fungo» erano state costruite in due esemplari e, insieme, alle “case igloo” avevano contribuito a rendere il quartiere della Maggiolina fiabesco e a tratti onirico.
La caratteristica di queste costruzioni, oltre alla peculiare forma a fungo, era lo sviluppo su due livelli sovrapposti: il gambo al piano inferiore, più stretto, la cappella al piano superiore, più ampio. Sembra che l’ingegnere abbia tratto ispirazione dall’Amanita Muscaria, uno dei funghi psicoattivi più appariscenti del bosco.

Purtroppo chi è giovane non può averne memoria, poichè il nipote stesso dell’ingegnere decise di demolirle nel 1965, per realizzarci una costruzione tuttora abusiva.

# Le 3 copie rinate a Novate Milanese

Case fungo a Novate Milanese

Per i nostalgici e per chi non ha potuto vederle dal vivo, a Novate Milanese ne hanno riprodotte tre unità, non corrispondenti al 100% alla forma e a i colori degli originali, ma in grado comunque di richiamarne la memoria. Lanciamo la proposta: e se le ricostruissimo anche a Milano, nel loro luogo natale?

Continua la lettura con: 10 cose da vedere alla Maggiolina

FABIO MARCOMIN

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I quartieri di Milano dove si vive meglio (e quelli da cui si vorrebbe scappare)

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Credits: ordinearchitetti.mi.it - Gratosoglio Gratosoglio, Milano

In uno studio effettuato dall’Università Statale sulla qualità della vita a Milano è emersa una città a due velocità. Scopriamo i quartieri dove si vive meglio e quelli da cui i milanesi vorrebbero scappare.

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I quartieri di Milano dove si vive meglio (e quelli da cui si vorrebbe scappare)

# Il giudizio dei milanesi: il centro è il più amato, la meno amata è la periferia Sud 

Quanto COSTA salire sul DUOMO di Milano?
Credits Andrea Cherchi – Vista dalle Terrazze del Duomo

In una ricerca effettuata dall’Università Statale di Milano sulla qualità della vita nel capoluogo lombardo, basata su un campione di 1.600 intervistati, è emersa ancora una volta una città spaccata in due. Da un lato troviamo il centro che risulta amato dal 94% dei milanesi che hanno risposto al sondaggio, dall’altro la periferia sud che registra 12 punti percentuali in meno fermandosi all’82%

# Il giudizio dei residenti: la zona dove si è più felici di vivere è quella tra De Angeli, Monte Rosa, Pagano e Washington

I grattacieli di Piazza Piemonte

Rispetto alla classifica degli anni passati ci sono poco variazioni. In cima, con il 99% del gradimento dei suoi residenti, troviamo la zona De Angeli, Monte Rosa, Pagano, Washington.

Al secondo posto con il 98% c’è il centro. Al terzo a pari merito l’area di Citylife e quella che comprende Figino, Trenno e Bosco in Città, grazie al verde e alla vivibilità, con il 97%. Al quarto posto si trova Buenos Aires-Venezia e al quinto Isola-Garibaldi. 

# All’ultimo posto della classifica il quartiere Gratosoglio-Ticinello. 1 su 3 vuole andarsene

Credits: ordinearchitetti.mi.it – Gratosoglio
Gratosoglio, Milano

Nella parte bassa della graduatoria c’è ancora la zona Centrale-Loreto, mentre il quartiere meno amato in assoluto è quello di Gratosoglio-Ticinello. Risulta infatti proprio la periferia sud l’area della città da cui cui gli abitanti avrebbero maggior desiderio ad andarsene, per il 31% degli intervistati, oltre il doppio rispetto al dato registrato da chi vive in centro.

Continua la lettura con: Qualità della Vita: la CADUTA di MILANO

FABIO MARCOMIN

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Le 10 migliori pasticcerie di Milano

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credit: comunicaffe.it

Milano è conosciuta per la sua tradizione dolciaria, in primis per il panetùn ma non solo. Ecco le 10 pasticcerie migliori di Milano che assolutamente non potete perdervi. Nota: classifica realizzata mettendo insieme i giudizi della redazione, le opinioni dei fans della fan page di Milano città stato e i risultati di alcune classifiche e siti di recensioni (es. tripadvisor, milano.pinkitalia.it)

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Le 10 migliori pasticcerie di Milano

#10 Pasticceria Viscontea

credit: Visconteamilano.it

La pasticceria Viscontea si trova in via Edmondo de Amicis e rappresenta un punto di riferimento per i milanesi più golosi. Ad occuparsi di farciture e impasti c’è Michele Mastrorilli, uno dei più noti pasticceri di Milano. Michele ha iniziato la sua formazione professionale quando aveva solo 11 anni e da allora ha sempre mantenuto il suo stampo tradizionale e di classe. Oltre a preparare ottimi panettoni, dicono che faccia le brioches più buone di Milano.

#9 Sant Ambroeus 

credit: lettera43.it

In pieno centro città, la pasticceria e cioccolateria Sant Ambroeus offre dolci di altissima qualità e una location veramente elegante e chic. Dal 1936 soddisfa i palati più esigenti e non si può fare a meno di notare il meraviglioso palazzo in cui è incastonata, uno dei più belli di Corso Matteotti. A Milano rappresenta un’istituzione per la tradizione dolciaria meneghina: passione, professionalità e soprattutto ottimi ingredienti.

#8 Pasticceria Martesana

credit: martesanamilano.com

Nonostante sia una delle pasticcerie storiche di Milano, fondata appunto nel 1966 quando ancora le acque dei navigli scorrevano a vista, il segreto della pasticceria Martesana è la ricerca continua di innovazione. Dalla fondazione sono cresciuti molto e hanno aperto 3 punti vendita in città, tutti contraddistinti dalla creatività dei Maestri. Nel 1986 è stata creata la famosa Torta a forma di Duomo di Milano per accogliere una delegazione di pasticcieri spagnoli. Tratti distintivi: artigianalità, innovazione e storicità senza però dimenticare la qualità delle materie prime.

#7 Ernst Knam

credit: eknam.com – creazioni “Kane moderno”, Pasqua 2020

La pasticceria del Maestro Ernst Knam in Via Augusto Anfossi 10 rappresenta una certezza per gli amanti dei dolci ma soprattutto per gli amanti del cioccolato. L’offerta di torte e monoporzioni è variegata e ogni morso è un’esplosione di sapori attentamente studiata, nulla è lasciato al caso. Ma non lasciatevi ingannare dalla sua fama di “Re del cioccolato” perché da Knam potrete trovare dolce, salato oppure mix di sapori innovativi come ad esempio la monoporzione alle mele e rosmarino. Insomma, ce n’è per tutti i gusti.

#6 Marchesi

credit: comunicaffe.it

I dolci di Marchesi in via Santa Maria alla Porta 11 hanno origine nel 1824 e ancora oggi sono sinonimo di eccellenza, non solo in Italia, infatti i punti vendita a Milano sono 3 ma ne è stato aperto anche uno a Londra. La pasticceria Marchesi è un paradiso per il palato ma anche anche per gli occhi: il locale storico ha mantenuto il suo fascino in stile art déco. Dopo quasi due secoli di esperienza, la selezione tradizionale è stata affiancata da proposte innovative sempre caratterizzate da packaging colorati che contraddistinguono la storica pasticceria meneghina.

#5 Malìa

Credits: @stemari87 IG

Il termine napoletano “malìa” significa proprio magia e seduzione ed è questo il motivo per cui la pasticceria milanese di stampo partenopeo è stata chiamata così. Non si può non lasciarsi trasportare dai sapori e dai profumi dei dolci di Malìa, legati alla tradizione napoletana ma sempre rivisitati in chiave moderna. Il locale di Viale Legioni Romane 55 è divenuto in poco tempo uno dei più apprezzati di Milano non solo nel campo della pasticceria, è possibile infatti assaggiare anche piatti salati tradizionali ma pur sempre innovativi.

#4 Pasticceria Migliavacca

La pasticceria Migliavacca si trova in via Ajaccio all’Ortica ed è un locale non eccessivamente elegante, nonostante ciò saranno i loro dolci a fare da padroni. Lo storico locale aprì nel 1958 e da allora la famiglia Migliavacca ha portato avanti con passione e dedizione l’attività, facendosi conoscere pian piano in tutta la città. Oggi sono famosissimi e in particolare i loro panettoni artigianali sono ritenuti da molti i più buoni della città.

#3 Pasticceria Castelnuovo

credit: pasticceriacastelnuovo.it

Al terzo posto della classifica troviamo un’altra pasticceria tradizionale meneghina: la pasticceria Castelnuovo. Questo storico locale si trova in zona Lorenteggio, in via dei Tulipani, ma l’attività di famiglia era iniziata a Lecco, nel lontano 1927. Le ricette sono semplici ma curate con passione e sempre in costante miglioramento. La proposta più celebre della pasticceria è la Torta Enrico, chiamata così in memoria del nonno.

#2 Leccornie

credit: Facebook – @leccornievegan

Leccornie in via Camillo Ugoni 1 a Dergano si aggiudica il secondo posto sul podio. Una pasticceria moderna e innovativa ma che richiama la tradizione e i suoi sapori, proponendo squisite alternative interamente vegetali. La caratteristica che gli ha fatto conquistare la seconda posizione è sicuramente lo studio e la magia con cui il pasticcere riesce ad emulare perfettamente la tradizione pasticciera italiana, utilizzando solo materie prime vegetali. Molti definiscono i suoi dolci dei veri e propri gioielli e coccole per il palato. Provare per credere.

#1 Pasticceria Angelo Polenghi

credit: polenghi-angelo.business.site

Il proprietario, il signor Polenghi, ha ereditato la storica pasticceria dalla mamma Elisabetta. Da più di settant’anni delizia i palati dei milanesi ed è diventato il migliore della città in tantissime preparazioni, a iniziare dai cannoncini sempre freschi e croccanti che possono essere farciti al momento. Non possiamo poi non nominare anche le colombe pasquali e i panettoni artigianali che alcuni ritengono i più buoni del mondo, non solo di Milano. Insomma una pasticceria storica sempre a disposizione della clientela con prodotti freschi, legati alla tradizione ereditata dalla mamma ma in costante evoluzione insieme alla città che la ospita. In Via Lamarmora 31 (Porta Romana). 

Continua la lettura con: I 7 DOLCI più BUONI del Nord Italia

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A Milano «il più grande parco termale metropolitano d’Europa»: i nuovi rendering delle vasche, la data ufficiale e i prezzi dei servizi

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Piscine De Montel

Nella primavera di quest’anno avevamo mostrato in anteprima le immagini del futuro maxi parco termale di Milano in zona San Siro. Ora è arrivata la data ufficiale di apertura e i prezzi per l’accesso e i servizi disponibili. Vediamo tutto nel dettaglio insieme ai nuovi rendering di come sarà alla conclusione dei cantieri.

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A Milano «il più grande parco termale metropolitano d’Europa»: i nuovi rendering delle vasche, la data ufficiale e i prezzi dei servizi

# Le storiche scuderie De Montel si trasformano in un maxi centro termale

Credits alesabi54 IG – Scuderie de Montel

Il primo centro termale di Milano dove un tempo c’erano i cavalli. Rispetto a quelle di Porta Romana, queste terme sono infatti alimentate dall’unica fonte termale della città a 396 metri di profondità, si caratterizza per essere oligominerale e riconosciuta terapeutica per la balneoterapia nel trattamento delle affezioni dermatologiche. È stata ripristinata nel 2007 e ha portato all’idea di riqualificare il complesso degradato per convertirlo in polo termale. Il delizioso complesso in stile Liberty delle ex scuderie De Montel in zona San Siro realizzato nel 1921 su progetto dell’archistar dei tempi Vietti Violi, all’angolo tra via Achille e via Fetonte vicino allo Stadio Meazza, si trasforma in uno spazio dove rigenerarsi tra saune, hammam, bagno turco e massaggi. 

# Quando inaugura il «più grande parco termale metropolitano d’Europa»

Terrazza de Montel

La comunicazione ufficiale è arrivata nella giornata del 17 dicembre 2024, quando è stato messo online il sito del parco termale demontel.it: il 1 aprile 2025 apre De Montel – Terme Milano. Anche se visto il giorno si spera non sia un scherzo…

Insieme alle Terme di Saturnia, conosciuta per la sua sorgente naturale millenaria, la struttura fa parte del gruppo Terme & SPA Italia e di Saturnia sono disponibili nel centro i prodotti di estetica e cura e anche il personale è formato direttamente dai dipendenti dalla storica laziale. Il “più grande parco termale urbano d’Italia”, forse d’Europa, con i suoi 16mila metri quadri di struttura, di cui di 6mila al coperto e 10mila tra corte e aree verdi attrezzate, interamente dedicati al relax e al benessere, si caratterizza per:

5.450 mq di spazi interni
10.000 mq di spazi esterni, di cui 8.000 di parco
• 1 corte esterna
• 1 sorgente di acqua termale
10 vasche
16 sale massaggi
• 9 aree relax
4 saune
• 1 bagno di vapore
1 hammam
• 1 ristorante bistrot
• 1 caffetteria
• 1 bar lounge
• 1 garden bar
• 3500 nuovi alberi piantati nella corte e nel parco interno

# Le due piscine: della Sorgente e dell’Eclisse

Sono due le piscine all’interno della struttura: 

  • la Piscina della Sorgente con una temperatura 34° è il punto di partenza di questa esperienza di benessere. Si trova all’aperto, abbracciata dall’edificio delle Terme e formata da due vasche simmetriche attrezzate con chaises longue e getti idromassaggio ad aria e ad acqua;
  • la Piscina dell’Eclisse, sempre con acqua a 34°, è un’infinity pool esterna riscaldata, sul prato, con una vista suggestiva e un percorso completo di idromassaggi dalla pianta dei piedi all’intera colonna vertebrale.

# Le vasche

Tra le vasche troviamo invece:

  • la Vasca della Pioggia con temperatura di 34°, caratterizzata da una pioggia che cade leggera dal soffitto;
  • la Vasca Velo d’Acqua offre un massaggio naturale intenso e localizzato;
  • la Vasca della Leggerezza, con idromassaggi studiati per stimolare il sistema linfatico e circolatorio da alternare con il fresco delle Vasche del Freddo;
  • le Vasche del Freddo e le docce svedesi con una temperatura di 22°, piccole vasche circolari di reazione vicino alle saune e studiate per riequilibrare la temperatura del corpo e tonificarlo;
  • la Vasca della Sospensione con acqua a 38°, con un effetto zero-gravity che consente di galleggiare in acqua ipersalina ad alta densità, con impianto subacqueo di musica rilassante;
  • la Vasca del Refrigerio con una temperatura di 22° dove nuotare liberamente, per rinfrescarsi e defaticare. 

# Le saune e le zone umide

Tra le saune e le zone umide ci sono:

  • la Sauna dei Rituali con temperatura di 80-90° e umidità del 10-20%, ampia e panoramica, con un’immensa vetrata che dà sulla corte interna, sedute comode e profonde, luci, musica, una grande stufa e fuori le docce di reazione;
  • la Sauna dei Cristalli con temperatura di 60-90°e umidità 0%, dentro un cubo di vetro con il pavimento riscaldato con una stufa da sauna;
  • la Sauna del Respiro con temperatura di 40-50° e umidità del 10-20%, inondata da profumi rilassanti di legno alpino grazie al rivestimento di pino cembro e all’azione dei suoi olii essenziali;
  • la Banja Russa con temperatura di 80-90° e umidità del 10-20%, nata in climi gelidi e tempi antichi, estremamente energizzante, stimolante e detossinante;
  • il Bagno di Vapore e l’Hammam con temperatura di 40-45° e umidità 98%,  esperienze purificanti e rilassanti che favoriscono la sudorazione e la depurazione dell’organismo;ù
  • il Tepidarium Salino con Temperatura di 45° e il pavimento ricoperto di sale, da preparazione alla successiva immersione nella vasca ipersalina.

# I prezzi per accedere alle terme e ai servizi

Credits: Montel Terme, modellino

Ma quanto costa provare l’esperienza delle nuove terme milanesi? Si parte dall’accesso alla SPA per tre ore a 60 euro, a quella di 8 ore da 89 euro a persona. I pacchetti benessere, che comprendono 5 ore di SPA, buffett, trattamenti e massaggi in base all’opzione scelta, vanno dai 118 euro ai 209. La prenotazione e l’acquisto è già possibile online sul sito ufficiale o tramite contatto telefonico.

Continua la lettura con: A Milano “il più grande parco termale metropolitano d’Europa”: le prime immagini dai cantieri e la nuova data d’inaugurazione

FABIO MARCOMIN

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Dove si potrebbe mettere Via Roma a Milano? Questa la strada da “correggere”

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Fotomontaggio su foto ph@anticaglia IG

Milano è l’unica città italiana a non avere una via Roma. E pensare che di Roma Milano è stata anche capitale. Potrebbe essere il momento di dedicare una strada alla Città Eterna per rispettare una promessa di qualche anno fa. Anche perché potrebbe essere il nome più azzeccato per “correggere” questa celebre via del centro. 

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Dove si potrebbe mettere Via Roma a Milano? Questa la strada da “correggere”

# Mille difetti, ma pur sempre Città Eterna

Credits Kookay-pixabay – Roma

L’immagine di Roma a Milano non è delle migliori, è vero. Il capoluogo laziale da tempo immemore viene visto da Milano come simbolo di esasperante burocrazia, di asfissiante centralismo statalista, di radicata corruzione e di dilagante lassismo. Non solo: è sede di una classe politica sempre più imbarazzante e incapace di risolvere i problemi del paese, restando al contempo serva in ogni caso di poteri superiori. Nazionali e stranieri. 

Se si pensa strettamente alla città, a ogni milanese vengono in mente la spazzatura, il traffico soffocante, una rete di trasporti totalmente inadeguata, ostaggio delle più svariate lobby da quella dei tassisti a quella degli abusivi di ogni sorta. Una megalopoli invasa da ratti e da cinghiali con aree dismesse che, fatto salve alcune rare eccezioni, da lungo tempo e chissà per quanto ancora attendono un progetto di rigenerazione. E ancora: sterminate periferie degradate abitate dalla umanità più disperata, cantieri infiniti, manutenzione e cura dell’arredo urbano spesso inesistenti.

Roma però resta la “città eterna”, quella con il più grande patrimonio storico artistico del mondo, centro della cristianità e culla dell’Impero Romano. L‘Urbe riesce sempre a stupire ed emozionare nonostante gli schiamazzi dei suoi abitanti e il chiasso di un turimo sciatto da pochi spiccioli. In breve, è pur sempre la città dove tutte le strade portano. E allora perchè non portare una via Roma anche a Milano? Già, perchè a Milano manca. Un caso più unico che raro. 

# Milano l’unica a non averle dedicato una via

Credits: @ghepensimi.it – porta Romana

Tutte le città italiane le hanno dedicato una via, solitamente le più importanti, tranne una: Milano. Se non per un breve nefasto periodo: durante il ventennio si pensò frettolosamente di dedicarle una via centrale. Per il resto del tempo, Milano non ha mai avuto una via intitolata a Roma. Fortunatamente il fascismo finì morto sepolto assieme alla Via Roma presto rinominata Corso di Porta Romana. Ci siamo sempre giustificati dicendo che in fondo la via a Roma non fosse necessaria poiché appunto esiste già da tempo Corso di Porta Romana che però, parliamoci chiaro, è un omaggio a una porta cittadina e non alla città dei Papi.

# La promessa non mantenuta

pexels-skitterphoto – Roma

Non è certo una priorità e non ne sentiamo particolarmente il bisogno, ma forse sarebbe il caso di porre rimedio una volta per tutte per rendere omaggio a una città che ha pure sempre contribuito a rendere Milano quella che è adesso facendola diventare persino capitale e sede imperiale? La polemica non è certo nuova, anzi, va avanti da tempo. L’ultima volta fu portata avanti dall’ex Sindaco Veltroni che, rinfacciando al Sindaco di Milano Gabriele Albertini il fatto che a Roma invece esista una Via Milano tra l’altro molto centrale, riuscì a strappare la promessa che anche il capoluogo lombardo avrebbe avuto una Via Roma, promessa in ogni caso mai mantenuta. Ma allora quale strada si potrebbe rinominare come via Roma? 

# La strada da “correggere”

Maps – Fermata Duomo M1-M3 via Torino

La strada da intitolare alla Capitale l’abbiamo già. Via Torino. Per diverse ragioni. La prima è di eredità storica. Rispetto a Roma, da Torino di cose buone a Milano non ne sono arrivate, a parte una misera campana. Anzi, Milano ha ricevuto da Torino solo disastri e ruberie, dai poteri amministrativi all’industria automobilistica. La seconda ragione è strettamente geografica: di solito le strade di Milano intitolate a località indicano la loro direzione. Come Corso Sempione, Via Novara o Corso Venezia, solo per citarne alcune. Ma tra le eccezioni c’è proprio via Torino, che dal centro punta in direzione opposta rispetto alla città sabauda. Una direzione che porta invece proprio verso la Capitale. 

Pertanto la centralissima via che parte da Piazza Duomo anziché via Torino dovrebbe diventare Via Roma. Dedica più prestigiosa e sensata rispetto a quella della città piemontese a cui possono bastare e avanzare gli omaggi presenti in piazza Duomo con la statua, il corso e la Galleria intitolati a un personaggio discutibile di casa Savoia. 

Maps – Via Torino, Milano

Continua la lettura con: Torino farà la fine di Detroit?

ANDREA URBANO

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Se ripensi a quando bigiavi per andare all’Astragames

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“Non riesco a guardare un tramonto senza pensare a lei”.

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Continua con: La visione mistica dei pendolari sulla Milano – Mortara

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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La stazione dei treni più spettacolare di un aeroporto internazionale

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bimportale.com - Stazione Hangzhou Ovest dall'alto

Un complesso nodo di interscambio con un design avveniristico da fare invidia agli aeroporti internazionali, con una “sala d’attesa a forma di nuvola”. Da poco inaugurata, è dotata di tecnologie all’avanguardia che la rendono sostenibile e autosufficiente. Scopriamo nel dettaglio come è stata realizzata.

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La stazione dei treni più spettacolare di un aeroporto internazionale

# Un’enorme infrastruttura ferroviaria su un’area di 510mila mq

bimportale.com – Stazione Hangzhou Ovest dall’alto

Nella città di Hangzhou, provincia dello Zhejiang in Cina, ha inaugurato nel 2022 la stazione ferroviaria di Hangzhou West. Non si tratta però di una banale stazione, ma di un complesso nodo di interscambio di: ferrovie nazionali, dell’alta velocità, due linee metropolitane, di cui una collega direttamente l’aeroporto internazionale di Hangzhou Xiaoshan, e bus su un’area di 510mila mq. La stazione ne occupa 100mila, il resto dell’intervento ha compreso la realizzazione di un comparto edilizio ad uso uffici.

Leggi anche: La stazione dei treni più alta d’Europa

# Un corpo principale di 7 piani, con 11 piattaforme e 20 binari

 
bimportale.it – Livelli stazione

La stazione si sviluppa con un corpo principale di 7 piani, di cui 2 sottoterra. All’interno ci sono: la hall della stazione della metropolitana, il livello intermedio del parcheggio sotterraneo, la piazza di superficie, il livello di ingresso/uscita rapida, quello dei binari, quello di attesa e un livello destinato ai servizi ai viaggiatori. Ci sono invece 11 piattaforme e 20 binari nell’area della partenza con 19 coppie di treni passeggeri ogni giorno. 

# Un design da far impallidire gli aeroporti internazionali con la “sala d’attesa a forma di nuvola”

dope.china IG – Stazione Hangzhou Ovest

L’aspetto che colpisce di più è certamente il design. In particolare la “sala d’attesa a forma di nuvola”, con i lucernari a croce sul tetto fluttuano come nuvole e la luce si diffonde nell’intera sala come se provenisse dalle nuvole. Ha una lunghezza di circa 310 metri da nord a sud e di 230 metri da est a ovest. Concettualmente è stata pensata per essere un unico spazio dove muoversi con agilità da un punto a un altro.

chinatrainbooking.jpg – Stazione

C’è anche un’area dedicata all’intrattenimento dei bambini, caratterizzata da un colore caramella con piccole scrivanie, piccole panche, blocchi da costruzione, scivoli, e una sala per mamme e bambini con culle, tavoli per pannolini e lavandini.

# Le tecnologie utilizzate per renderla sostenibile e autosufficiente

 

 
 
 
 
 
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Una stazione all’avanguardia ricoperta da 15.000 moduli fotovoltaici in silicio monocristallino capaci di generare 2,31 milioni di kWh all’anno di energia elettrica dal sole, risparmiare oltre 830 tonnellate di carbone standard e ridurre oltre 2.300 tonnellate di emissioni di anidride carbonica ogni anno. Degli elettroventilatori intelligenti riescono invece a rilevare la potenza del vento, la temperatura, l’umidità e i dati relativi al rumore, facendo aprire automaticamente i vetri esterni della facciata continua per fornire aria fresca ai passeggeri.

Continua la lettura con: La stazione metropolitana ispirata alla dune del deserto nella rete driverless più lunga del mondo 

FABIO MARCOMIN

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Le 7 migliori SPA del benessere a Milano (con mappa)

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Palazzo Parigi

Chi lo dice che Milano è solo lavoro, ritmi incessanti e stress. Oggi vogliamo smentire questo stereotipo facendovi rilassare nelle migliori SPA della città. Abbiamo solo l’imbarazzo della scelta: la nostra selezione in ordine sparso.

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Le 7 migliori SPA del benessere a Milano (con mappa)

 

# Grand Spa a Palazzo Parigi, una delle più lussuose al mondo

Palazzo Parigi

Letteralmente una delle più lussuose Spa del mondo. Oltre alla piscina ha un Royal Hammam Privé, la Grand Spa di Palazzo Parigi in Porta Nuova, offre 7 sale tematiche dove fare trattamenti ispirati alle atmosfere balinesi, marocchine, polinesiane.

# Shiseido Spa, la più grande di Milano

Credits: allure.it – Shiseido Spa

Al sesto piano dell’Excelsior Hotel Gallia in Stazione Centrale è l’unica presente in Italia a portare il celebre nome Shiseido e, con la sua superficie di oltre 1000 mq, è la più grande Spa di Milano. Anche qui il lusso non manca, dove tutto ruota attorno al concetto giapponese di Omotenashi, che esprime la volontà di coinvolgere i propri ospiti in un’esperienza sensoriale rigenerante, unica e indimenticabile.

# Armani/SPA, la semplicità del lusso di Re Giorgio

Credits: madtrip.co – Armani Spa

Sulla cima del 5 stele Armani Hotel ci si può rilassare nella Spa disegnata da Re Giorgio, con il suo stile inconfondibile, minimal e elegante al tempo stesso. Dall’interno della vasca idromassaggio si può ammirare Milano dall’alto in tutta la sua bellezza.

# QC Terme Porta Romana, l’unica sauna al mondo dentro a un tram

Credits: Tirpadvisor – QC Terme Porta Romana

Inserite in un palazzo in stile liberty e nella cornice esterna delle antiche mure spagnole, o meglio in un bastione, le Terme di Porta Romana regalano un’atmosfera sospesa nel tempo, un’oasi di relax nella storia in pieno centro città. Suggestiva anche la biosauna, un unicum mondiale, in un vecchio tram dell’ATM.

# Aspria Harbour Club, per chi a Milano cerca la natura

Credits: aisopos.it – Aspria Harbour Club

L’Aspria Harbour Club è in zona San Siro e ha piscine, campi da tennis, palestra indoor dove si tengono corsi di yoga, zumba, pilates. Un club completamente nella natura, per goderti una bella giornata all’aperto, lontana dal caos urbano dove godersi anche l’idromassaggio tra i verdi prati.

# La Spa del Bulgari Hotel, la più richiesta dai VIP

Spa Bulgari Hotel

Una delle più ricercate, sopratutto dai VIP essendo in uno degli hotel più lussuosi e centrali della città, la Spa del Bulgari dispone sauna, jacuzzi esterna, quattro sale private e una suite esclusiva per la coppia sono adibite ai trattamenti personalizzati. 

# L’esperienza olistica della Spa al Mandarin Oriental

Credits: justmeandthecities.com – Spa Mandarin Oriental Milano

Per la Spa del Mandarin Oriental di Milano sono stati creati dei trattamenti speciali ed esclusivi come l’Opera of the Soul: un massaggio ideato per omaggiare il Teatro alla Scala, ce l’opera lirica italiana, che si pone come obiettivo quello di aprire i chakra della gola migliorando le nostre doti canore. La Spa del Mandarin Oriental è una vera esperienza olistica: l’ingresso è limitato e dal momento in cui ci sente trasportati in un’ altra dimensione.

Continua la lettura con: Una delle SPA più belle del mondo è a due ore da Milano

FABIO MARCOMIN

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Il tunnel sottomarino tra i ghiacci del Nord Europa: costruito a 200 metri sui fondali dell’oceano

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Credits: siviaggia.it

Il primo ad essere costruito a quasi duecento metri sotto il livello del mare. Curato nei dettagli, fa vivere a chi percorre il tratto, un’esperienza tra i ghiacci del Nord.

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Il tunnel sottomarino tra i ghiacci del Nord Europa: costruito a 200 metri sui fondali dell’oceano

# Il tunnel sottomarino, innovazione delle isole Faroe

Credits: meteoweb.eu

Appartenenti a un arcipelago, al largo tra Scozia e Islanda, composto da 18 isole vulcaniche nell’oceano Atlantico, le isole Faroe hanno attirato l’attenzione internazionale anche grazie alla costruzione di questo tunnel sottomarino. Dal 19 Dicembre 2020 è possibile percorrere in auto il tratto che collega l’isola di Eysturoy con la capitale Tórshvan.

# 11,24 km di strada a quasi 190 metri sotto il livello del male

Credits: siviaggia.it

Il tunnel è lungo 11,24 km, circa quattro volte lo stretto di Messina. Ha una strada a tre corsie ed è posta alla profondità record di quasi 190 metri sotto il livello del mare. Se inizialmente per passare dalla capitale ai piccoli centri bisognava percorrere 55km in oltre un’ora, grazie al tunnel le distanze e il tempo è stato ridotto drasticamente. Solo 15 minuti e per un totale di 17km, di cui 11 sotto il mare, sono i tempi di percorrenza per passare dalla capitale ai paesini e viceversa.

# Coreografie e sculture per rendere più eccitante l’esperienza

Credits: siviaggia.it

Sono 6 mila i veicoli giornalmente che possono percorrere il tratto sottomarino alla modica cifra di 13 euro a tratta. Grazie al designer locale Trondur Patursson, il tunnel è stato ornato di una patina sulle pareti, con delle illuminazioni che ricordano molto il classico viaggio tra i ghiacci del Nord ma soprattutto con delle sculture in grado di calmare le paure dei più impressionabili che proprio in quel momento stanno attraversando un tunnel sotto l’Oceano Atlantico del Nord.

Continua la lettura con: Il tunnel sottomarino più lungo del mondo porterà Milano in Scandinavia

MARCO ABATE

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Anche la «pasticceria dei Vip» dice addio a Milano

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matteoareni IG - Pasticceria San Gregorio

Negli ultimi anni sono state diverse le attività storiche della città che hanno abbassato per sempre la saracinesca. Tra i motivi principali: l’aumento degli affitti e il mancato cambio generazionale. 

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Anche la «pasticceria dei Vip» dice addio a Milano

# Lo stop dopo 62 anni di onorata attività

pasticceriasangregorio IG

Anche la storica e pluripremiata pasticceria San Gregorio dice basta. Dopo 62 anni di onorata attività Angelo Bernasconi ha deciso a malincuore di chiudere un locale che nel corso dei decenni si è ingrandito fino a raggiungere gli attuali 600 mq. Aveva infatti acquisito il vicino bar, allargato la sala e aggiunto l’organizzazione di eventi privati e la preparazione di piatti caldi per pranzi e cene. Un’avventura iniziata nel 1945, quando Angelo aveva rilevato la pasticceria dopo il pensionamento del precedente proprietario, Tacchini, di cui era dipendente.

# Definita la «pasticceria dei Vip»

pasticceriasangregorio IG – Bernasconi

Angelo Bernasconi aveva iniziato a lavorare nelle pasticcerie dall’età di 12 anni, nel pasticceria Bologna sempre del signor Tacchini, per diventare un punto di riferimento per vip milanesi e non solo. Fernanda Pivano andava alla San Gregorio per le caramelle al rosolio, Carla Fracci per i marron glacés, Cesare Maldini, Lukaku quando era all’Inter faceva scorta di croissant al cioccolato, e ancora Martina Colombari e Filippa Lagerbäck. Un successo costruito nel tempo.

# I motivi che hanno portato alla decisione definitiva di chiudere la saracinesca

matteoareni IG – Pasticceria San Gregorio

La decisione di chiudere, che potrebbe avvenire già a gennaio 2025 anche se più probabilmente sarà per la fine di giugno 2025, è dovuta alla somma di due fattori. Il primo è l’aumento del costo del canone di locazione al momento del rinnovo del contratto, salito a 200mila euro, e che Angelo Bernasconi, nonostante i buoni rapporti con la proprietà del locale, non è riuscito a rivedere. Il secondo è la differenza di vedute sulla gestione e sull’organizzazione della pasticceria tra lui, suo figlio Davide, sua nuora e l’ex moglie. Angelo avrebbe voluto mantenere orari di apertura più ampi: lui inizia tutti i giorni alle 2.30 per aprire alle 5 e servire anche i milanesi meno sfortunati con in alcuni casi episodi spiacevoli di danneggiamento alle vetrine. Il figlio ha invece puntato a orari “più umani” e sull’ecommerce che ha consentito alla San Gregorio di allargare il business in tutto il mondo, vendendo panettoni dalla Francia alla USA.

# Le altre attività milanesi che hanno chiuso per sempre

Bar Rattazzo

Negli ultimi anni sono stati diversi i locali storici che hanno chiuso. Possiamo ricordare la pasticceria Vecchia Milano in zona Acquabella-Argonne, il mitico Bar Rattazzo con le sue polpette, il Mariposa in Porta Romana prima negozio discografico e poi bar, “Le Trottoir”, il locale a due passi dalla Darsena diventato famoso per essere diventato uno spazio per scrittori e artisti illustri, su tutti Andrea Pinketts. Ancora la discoteca Old Fashion alla Triennale, un simbolo della cultura enogastronomica meneghina come il Pont de Ferr e la Pizzeria napoletana Sibilla, dopo 79 anni di storia. L’ultimo grande simbolo di Milano in procinto di chiudere e l’Hotel Diana in Porta Venezia, dal 25 settembre 2025 Marriott International e Marriott Bonvoy termineranno il contratto in essere con la struttura alberghiera. 

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# La possibilità di una nuova ripartenza altrove

pasticceriasangregorio IG – Angelo Bernasconi

Bernasconi però non si da per vinto e alla veneranda età di 80 anni vuole rimettersi in gioco, suo figlio Davide invece sta ancora ragionando sul futuro. Seguendo l’insegnamento del suo maestro Tacchini, che rilevò la pasticceria San Gregorio dopo due anni che era andato in pensione prima di cederla ad Angelo, è pronto a ripartire con un’altra attività. È infatti proprietario di un piccolo locale in galleria Puccini che attualmente è chiuso, dato che non può seguirlo. Dopo il “lieto fine” della riapertura della Latteria di San Marco, rivedremo di nuovo i panettoni di Bernasconi a Milano?

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FABIO MARCOMIN

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