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Aperta la SUPER CICLABILE di corso SEMPIONE: molto bella. Ma è davvero UTILE?

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Dopo lavori che sembravano non finire mai finalmente è stato inaugurato un primo lungo tratto della ciclabile di Corso Sempione. Altra infrastruttura necessaria per la viabilità di Milano o una cattedrale nel deserto utile a pochi o a nessuno? 

Aperta la SUPER CICLABILE di corso SEMPIONE: molto bella. Ma è davvero UTILE?

In una Milano sempre più divisiva appare un altro oggetto di scontro: la ciclabile di corse Sempione. Andiamo subito al punto: che cosa dice chi l’applaude  e quali sono le principali ragioni di chi la critica. 

# I punti a favore: bella, sicura e vivibile

Il primo è che è bella. Non solo: è fatta bene, a differenza di altre, come quella di Corso Buenos Aires, è costruita interamente sopra il marciapiede, non togliendo così spazio alla carreggiata. Altro punto positivo: l’estetica. I marciapiedi alberati smettono così di essere soffocati dalle auto e risultano più gradevoli e vivibili non solo per i ciclisti ma anche per i pedoni. 

# Le critiche: la usano in pochissimi… e le auto dove le mettiamo?

Il nuovo Codice della strada (articolo 158, comma 1) è molto chiaro: vieta la sosta e la fermata sul marciapiede, salvo che non vi sia diversa segnalazione. Quindi la ciclabile serve anche a mettere in atto tale regola. Ma il risultato non piace a molti: è indubbio, infatti, che una delle caratteristiche di Milano è di avere marciapiedi molto ampi che spesso consentono il parcheggio alle auto senza recare intralcio ai pedoni. Da decenni una delle caratteristiche più apprezzate delle zone attorno a corso Sempione era proprio l’accessibilità: facile da raggiungere e, soprattutto, uno degli unici punti di Milano in cui era facile trovare parcheggio. Perfetto, in particolare, per chi arriva da fuori Milano, da tangenziale Ovest o Autostrada dei Laghi, e ha bisogno di lasciare l’auto per circolare in città a piedi, in bici o con i mezzi pubblici. Tutto questo diventa però molto più problematico ora che tutti i posti auto che venivano utilizzati sono stati cancellati dalla ciclabili.

La critica è dunque questa: come si può pensare di risolvere il problema del traffico semplicemente eliminando i parcheggi, invece di crearne di nuovi, soprattutto nelle vicinanze della metro? E tutto questo per cosa? Per una ciclabile su un lungo corso che, basta vedere nelle foto, viene utilizzata solo da qualche raro ciclista, tra cui quasi esclusivamente i rider per le consegne che spesso preferiscono comunque muoversi sulla carreggiata?

E soprattutto: la strategia di voler “imporre” l’uso della bici è sensata per una città come Milano, dove ci sono anche molte persone anziane, dove chi vive in periferia o nei dintorni non ha sempre la possibilità e il tempo di muoversi in bici o con i mezzi pubblici, dove spesso il mezzo viene utilizzato per trasportare anche cose, tipo la spesa, e persone, ad esempio, bambini piccoli?

Continua la lettura con: La pista ciclabile “più bella d’Italia”

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PERIFERIA is the new CENTRO: i VERI AFFARI si fanno QUI

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Credits: @pontir Politecnico Bovisa oggi

Milano va in controtendenza rispetto al resto d’Italia. Nelle aree più esterne della città si registra una crescita dei prezzi delle case da record: i quartieri con le migliori performance e quelli con le case più economiche.

PERIFERIA is the new CENTRO: i VERI AFFARI si fanno QUI

# In 10 anni i prezzi delle case a Milano sono cresciuti in tutte le zone, nel resto d’Italia solo in centro

blackvitoswe IG – Milano dall’aereo

In base a uno studio realizzato da Tecnocasa, visionato in anteprima da Repubblica Milano, è emerso come negli ultimi dieci anni i valori immobiliari in Italia siano cresciuti solo nelle zone centrali, in media del 5,5%. Nei quartieri semiperiferici e periferici è stato registrato invece un calo rispettivamente dell’8,8% e del 12,4%. In controtendenza invece Milano che ha visto un segno più in tutte le zone della città: +22,2% in centro, +31,2% nel semicentro e +36,3% in periferia. Questo significa una rivalutazione in termini nominali del 38,2%, il doppio dell’inflazione del periodo.

La crescita maggiore si è però concentrata negli ultimi cinque anni con i prezzi a Milano saliti del 23,3% in centro, del 31,4% nel semicentro e del 45,8% in periferia. 

# Il boom delle periferie con il record di Bovisa: +90,5% 

Credits: @pontir
Politecnico Bovisa oggi

Il boom delle aree più esterne della città è stato favorito da: prolungamenti e costruzione di linee metropolitane, in particolare la linea M5, riqualificazioni di aree degradate e alla richiesta di abitazioni più ampie e con più disponibilità di verde nel quartiere in seguito alla pandemia. In un raffronto con dieci anni fa troviamo al primo posto per crescita dei prezzi Bovisa, con un +90,5%, per la presenza del Politecnico e del limitrofo Scalo Farini in via di riqualificazione, Sempione-Piazza Firenze con +80,8% grazie all’arrivo della linea M5 e alla sua vicinanza con Citylife, infine Bicocca con +72,7% grazie ancora alla linea M5 e all’università.   

# I quartieri meno costosi: Quarto Oggiaro, Ponte Lambro, Forze Armate

Quarto Oggiaro – Ph. @milanographies IG

I quartieri più esterni rimangono comunque ancora quelli più economici. Per l’acquisto del nuovo si parte da Ponte Seveso- Circonvallazione, dove il prezzo medio per un appartamento è di 2.900 euro al mq, poi Villapizzone con 2.600 euro, Forze Armate con 2.500 euro e Ponte Lambro con 2.100. A Quarto Oggiaro, il meno caro in assoluto con 2.000 euro al mq, un’abitazione viene il 60% in meno rispetto ad una nel centro storico.

In media una casa nuova in periferia costa il 20,9% rispetto al centro, pari a 3.985 euro al mq, con l’usato il divario è del 20,9%, una media di 3.263 euro al mq.

Fonte: Repubblica Milano

Continua la lettura: I TRE QUARTIERI di Milano dove le CASE si sono RIVALUTATE più del 20%

FABIO MARCOMIN

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L’ALTA VELOCITÀ gioca il TRIS: arriva un TERZO OPERATORE a sfidare ITALO e TRENITALIA? Le ultime novità

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arenaways IG

I giudici hanno dato ragione alla famiglia Arena: è il via libera per i suoi treni sui binari dell’alta velocità. Le tratte previste, da quando dovrebbe essere disponibile il servizio e le ultime novità.

L’ALTA VELOCITÀ gioca il TRIS: arriva un TERZO OPERATORE a sfidare ITALO e TRENITALIA? Le ultime novità

# Arena prima di Italo: il tentativo (fallito) di scalfire il monopolio di Trenitalia

arenaways IG

Italo Treno di NTV, Nuovo Trasporto Viaggiatori, doveva ancora entrare sul mercato quando Arenaways aveva provato a scalfire il monopolio di Trenitalia. Fondata nel 2006 da Giuseppe Arena, ex capostazione Fs ed ex dirigente di Trenitalia, aveva debuttato nell’autunno del 2010. Il servizio proposto era sulla direttrice ferroviaria tra Milano e Torino e prevedeva un tracciato ad anello che passasse anche da Vercelli, Novara, Pavia, Asti e altre stazioni sul percorso. La qualità del servizio era assimilabile all’Intercity, con prenotazione obbligatoria. 

# Lo stop del Ministero e il fallimento di Arena

Credits filibertorampiconi IG – Italo treno in viaggio

L’Ufficio per la Regolazione dei Servizi Ferroviari del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti espresse sin da subito un parere contrario perché la presenza di fermate intermedie tra capoluoghi di regione avrebbe compromesso l’equilibrio economico del contratto di servizio di Trenitalia. La nuova società ferroviaria fu costretta a modificare l’offerta, come servizio regionale, escludendo dal percorso le fermate intermedie e usando solo la parte nord dell’anello.

Le prime rilevazioni all’inizio del 2011 sul flusso di utenti, per la tratta Torino-Milano, non furono soddisfacenti e Arenaways alla fine dello stesso anno diede via all’istanza di fallimento. Il triste epilogo fu dovuto, secondo Giuseppe Arena, alle limitazioni imposte dall’URSF e da Trenitalia. 

# La vittoria giudiziaria per Arena

Credits brian_en_tramway IG – Frecciarossa Gare de Lyon

La vicenda non si concluse con i libri i tribunale, ma proseguì comunque nelle aule giudiziarie. Il fondatore di Arenaways partì infatti con un’azione legale, conclusa poi il 13 febbraio 2023 con la sentenza della Corte di Cassazione, che confermando quella del Tar, che a sua volta ribaltava il pronunciamento del Consiglio di Stato. I giudici diedero ragione a Giuseppe Arena sanzionando con 300.000 euro  Trenitalia e Rfi per “abuso di posizione dominante”.

# Nel 2023 la famiglia Arena prova a ritornare sui binari

Longitude srl

Per questo motivo la famiglia Arena si è convinta di fare un altro tentativo per riportare sui binari i loro treni. A settembre 2023 la società Longitude Holding Srl con sede a Torino, con amministratore unico della società il commercialista Guglielmo Pepe e soci Gabriella Longo e Matteo Arena (fonte truenews.it) ha comunicato all’Autorità di regolazione dei trasporti la volontà di operare nuovi servizi ferroviari di trasporto passeggeri su sei tratte nazionali ed una internazionale.

# Le tratte proposte dal nuovo servizio ferroviario e quando è ipotizzato il primo viaggio

Credits quotidianopiemontese – Tratte Arenaways

In base alle intenzioni della neonata società le prime tratte che verrebbero coperte con il servizio alternativo a Trenitalia sarebbero le seguenti:

  • Roma – Reggio Calabria, Torino – Milano – Lecce,
  • Torino – Milano – Reggio Calabria, Roma – Venezia,
  • Torino – Milano -Venezia, Roma – Genova -Milano
  • quella internazionale Milano – Innsbruck – Monaco di Baviera via Brennero.

L’obiettivo è fare partire il primo treno 6.05 da Torino-Porta Nuova il primo dicembre 2025 con treni da 330 posti. La sfida correrà dunque non solo sui binari dell’alta velocità ma anche sulle tratte regionali. 

# A dicembre 2023 l’invio di un’offerta per la riattivazione di due linee locali sospese

bznews24 IG – Arenaways

Il 18 dicembre 2023, come riporta ferrovie.info, è avvenuta inoltre la trasmissione ad AMP da parte Longitude s.r.l. di una “Offerta per la riapertura di servizi ferroviari in Piemonte sotto Obblighi di Servizio Pubblico sulle linee Cuneo – Saluzzo – Savigliano e Ceva – Ormea”. Entrambe le linee sono sospese come servizio passeggeri: la prima dal 2020, usata ora solo per il traffico merci, e la seconda dal 2012, usata saltuariamente da treni turistici/storici. Il progetto prevede l’affidamento del servizio per 10 anni (120 mesi) a partire dal 1/1/2025. Queste le cadenze dei treni per le due linee:

Linea Cuneo – Saluzzo – Savigliano:

  • durante il periodo scolastico, 40 settimane/anno, sono previsti 20 treni/giorno nei giorni feriali, 8 sulla Cuneo-Saluzzo-Savigliano e 12 treni sulla Saluzzo-Savigliano, e 8  nei giorni festivi 8 treni Cuneo-Saluzzo-Savigliano;
  • nel periodo non scolastico, 12 settimane/anno, 10 treni/giorno Saluzzo-Savigliano dalle 5 alle 19. 

Linea Ceva – Ormea:
durante il periodo scolastico, 40 settimane/anno, 10 treni/giorno nei giorni feriali e 8 treni/giorno il sabato dalle 6 alle 19.

Continua la lettura con: MILANO ISTANBUL in TRENO: questo il percorso, la durata e il costo del viaggio

FABIO MARCOMIN

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Così la VECCHIA STAZIONE CENTRALE di Milano è finita alla MALPENSA

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Hotel Villa Malpensa dettaglio

Un bizzarro scherzo del tempo. 

Così la VECCHIA STAZIONE CENTRALE di Milano è finita alla MALPENSA

# La vecchia Stazione Centrale nell’attuale Piazza della Repubblica

malpensanews – La vecchia Stazione Centrale

La vecchia Stazione Centrale di Milano, inaugurata nel 1864 da Re Vittorio Emanuele II giunto in treno da Torino, si trovava nell’attuale Piazza della Repubblica. Rimase in funzione fino al 1931, quando fu smantellata e sostituita da quella attiva ancora in oggi in Piazza Duca d’Aosta. La porzione posta all’estremità ovest della vecchia stazione su via Galilei, dove si attestavano i treni elettrici per Varese, fu riadattata e prese il nome di Porta Nuova. In seguito anche quella parte è stata abbattuta, per arretrare la stazione in Porta Garibaldi, ma alcune parti sono sopravvissute e sono visibili altrove.

# Nell’antica Villa Malpensa si trovano alcune parti del vecchio edificio ferroviario

Hotel Villa Malpensa

L’antica Villa Malpensa in stile liberty di tre piani risalente ai primi del ‘900, oggi elegante hotel 4 stelle a servizio degli utenti dell’aeroporto internazionale, è stata realizzata con alcune parti provenienti dall’ala ovest della vecchia Stazione Centrale.

La parte più visibile e riconoscibile è quella della pensilina in ferro con colonne in ghisa della facciata della villa, avente un tempo funzione di tettoia per i viaggiatori diretti ai treni. Anche nel bar sono presenti riporti in ferro battuto, sulle vetrate della parete principale, che facevano parte del padiglione Reale della stazione.

Interno villa Malpensa

Di fronte all’atrio c’è il “Salone degli Affreschi” che invece riproduce in originale la “sala reale”, ex sala d’aspetto dei Reali d’Italia. Da altri recuperi di importanti edifici di Milano sono stati restaurati, con la tecnica a strappo ed incorniciati, alcune porzioni di affreschi visibili nelle pareti di quasi tutti i piani dell’hotel.

# La storia della villa voluta dal Conte Caproni

Hotel Villa Malpensa dettaglio

In passato la villa è stata la sontuosa residenza di Gianni Caproni Conte di Tailedo. Pensato per essere la sede degli uffici della Industria Costruzioni Aeroplani e della Bonifica Caproni, negli anni a venire diventò in parte magazzino di cereali e Asilo Scuola per i bambini del piccolo centro abitato. Si trova infatti nel cuore del Parco Naturale del Ticino vicino al villaggio di bonifica di Vizzola Ticino e all’area dove un tempo erano presenti gli stabilimenti aeronautici. Abbandonata per anni, la villa è ritornata al suo splendore grazie ai lavori di recupero e restauro della Famiglia Bonini, nuova proprietaria dell’immobile dal 1985.

Leggi anche: Quando la stazione Centrale era nell’odierna piazza della REPUBBLICA

Spunto: malpensanews

Continua la lettura con: La STAZIONE CENTRALE ha un SEGRETO: la SALA d’attesa del RE

FABIO MARCOMIN

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La “PORTA della MERAVIGLIA” nel centro di Milano

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Credits museodeibambinidimilano IG - Porta della Meraviglia

Via Francesco Sforza, all’altezza dei Giardini della Guastalla al civico numero 34 della via: quasi come fosse la cosa più naturale del mondo ci si imbatte nei resti di un meraviglioso portale barocco. Che cos’è e che cosa ci fa nel cuore di Milano?

La “PORTA della MERAVIGLIA” nel centro di Milano

# Così bella da essere chiamata “Porta della Meraviglia”

Credits museodeibambinidimilano IG – Porta della Meraviglia

Camminando lungo via Francesco Sforza, all’altezza dei Giardini della Guastalla al civico numero 34 della via, ci si imbatte nei resti di un meraviglioso portale barocco. Una porta talmente bella da essere chiamata “Porta della Meraviglia“, con la struttura in mattoni, l’arco e i gradoni di accesso in pietra e marmo. Una porta da cui si accedeva all’acqua del Naviglio che un tempo scorreva in questo punto. Ripercorriamo la sua storia. 

Leggi anche: Curiosità e riqualificazione dei PONTI sui NAVIGLI

# Era l’ingresso dell’antico ospedale

Credits nicola_gravante IG – Università Statale Milano

L’Ospedale Maggiore era dotato sin dalla sua nascita nel 1456 di un cimitero all’interno della Ca’ Granda nell’edificio di via Festa del Perdono, l’attuale sede dell’Università Statale, che però già alla fine del 17esimo secolo risultò inadeguato e insufficiente per le esigenze igieniche della struttura ospedaliera.

Credits naviglireloading – Ponte dell’Immacolata

Si decise quindi di costruire nuovo cimitero detto “Cimitero dei Nuovi Sepolcri”, l’odierna Rotonda della Besana, che divenne operativo nel 1697 e rimase in funzione fino al 1792. Da quell’anno infatti la legislazione sanitaria austrica obbligava lo spostamento dei cimiteri fuori dalle mura cittadine. Per poter trasportare le salme al nuovo luogo di sepolture, nel 1691 venne aperta una nuova porta dell’ospedale: la “Porta della Meraviglia“. Non solo: fu anche realizzato un ponte, il Ponte dell’Annunciata, che si estendeva sopra il Naviglio della cerchia interna e conduceva alla nuova strada.

# Quello che resta del ponte: le sponde 

Credits sciurbianchi IG – Sponde Ponte dell’Immacolata

Del ponte non rimane più traccia: fu demolito nel 1930 quando si eseguì la copertura del Naviglio interno. Ma qualcosa venne salvato: le sponde posizionate a fianco della “Porta della Meraviglia” e ancora oggi visibili.

 

Fonte: Navigli Reloading

Continua la lettura con: Il GIARDINO SEGRETO del centro di Milano (Mappa e FotoGallery)

FABIO MARCOMIN

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Il libro in PELLE UMANA in mostra a MILANO

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Un libro in pelle umana. Non è uno scherzo di Fantozzi, l’ esemplare è in vera pelle umana. Si trova all’Ambrosiana. 

Il libro in PELLE UMANA in mostra a MILANO

Biblioteca di Harvard: libro in pelle umana

# All’Ambrosiana il libro fatto con la pelle di un uomo del Belgio

Non è uno scherzo di Fantozzi: si tratta di un testo di anatomia per artisti scritto da Henri van Holsbeék e pubblicato a Bruxelles nel 1861. L’ esemplare è in pelle umana, non si sa di chi, e il rilegatore fu Gustave Bjthers, anch’egli di Bruxelles. L’opera è arrivata all’Ambrosiana nel 1930, come dono di donna Pina Chierichetti. Anche se si tratta di una rarità, esistono altri casi nel mondo.

# Gli altri libri in pelle umana nel mondo: a Parigi e a Chicago. Forse anche una Bibbia

A Parigi in pelle umana c’è perfino un esemplare della Costituzione francese.
A Chicago esiste in pelle umana un esemplare de La capanna dello zio Tom.
C’è notizia di una Bibbia del XIII secolo, di una Justine del marchese de Sade, di un Viaggio sentimentale di Sterne.

biblioteca ambrosiana

# Esistono anche il libro di una strega e un libro “autobiografico”: con la pelle del suo autore

Tra gli altri ci sono anche due volumi legati, all’inizio dell’ 800, con la pelle di Mary Ratman, “strega” dello Yorkshire condannata alla pena capitale per omicidio. E c’è perfino un’opera rilegata con la pelle del suo autore: è Jacques Delille (1738-1813) la cui pelle è finita attorno alle Georgiche di Virgilio da lui tradotte nel 1770. Ma perchè si realizzavano libri usando la pelle degli esseri umani?

# Per eleganza e metafisica: “un libro sull’anima umana meritava una rilegatura umana”

Si tratta della bibliopegia antropodermica: una tecnica di rilegatura di un libro che prevede l’utilizzo di pelle umana, diffusa soprattutto nel diciassettesimo secolo. Una motivazione dell’impiego di questa tecnica macabra è contenuta nell’introduzione del testo Des destinées de l’ame (Dei destini dell’anima), anch’esso realizzato in palle umano, dello scrittore ottocentesco Arsène Houssaye:

“Il volume è rilegato in pergamena ricavata da pelle umana, senza ornamenti per preservarne l’eleganza. A un’attenta osservazione, si possono distinguere i pori della pelle. Un libro sull’anima umana meritava una rilegatura umana. Ho conservato questo pezzo di pelle umana preso dalla schiena di una donna. È interessante vedere le modifiche che questa pelle subisce in base al metodo di preparazione cui è sottoposta”.

Se la pratica di ricavare pergamene dalla pelle umana può apparirci assurda, bisogna tenere conto che nel diciannovesimo secolo donare i corpi di criminali ai medici e le pelli a rilegatori e pellai per le loro attività era piuttosto diffusa

Continua la lettura con: Il BAR più SEGRETO di MILANO

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TUNNEL, linee della METRO, vie d’ACQUA: cosa manca alla MILANO sognata per EXPO?

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Credits Andrea Cherchi - Albero della vita Expo

Il lascito infrastrutturale di Expo2015 è più scarno di quello che avrebbe dovuto e potuto essere secondo il progetto d’origine. Alcune opere sono in fase di realizzazione o progettazione solo ora, altre sono state rimosse dal dibattito pubblico. A che punto siamo e cosa manca ancora?

TUNNEL, linee della METRO, vie d’ACQUA: cosa manca alla MILANO sognata per EXPO?

# L’apertura integrale della M4 è prevista entro la fine del 2024: 9 anni dopo l’evento

Le nuove denominazioni delle stazioni delle linea blu

L’odissea di M4, una delle linee metropolitane previste per Expo2015, ha avuto inizio nel 2005 con l’istruttoria del progetto completata da parte della Giunta Albertini. Il riacquisto da parte della Giunta Moratti delle obbligazioni e del controllo di A2A ha rallentato il finanziamento del progetto. Nonostante le indagini archeologiche partite nel 2008, e l’assegnazione dell’appalto all’inizio del 2011, diversi stop lungo il percorso hanno impedito l’inaugurazione prima di Expo anche della sola tratta Linate-Stazione Forlanini.. 

Ezio Cairoli – Passeggeri in entrata e uscita San Babila M4

I lavori veri e propri per le prime 3 fermate, Stazione Forlanini, Repetti e Linate Aeroporto, sono infatti partiti ufficialmente solo il 19 luglio 2012mentre il restante tracciato tra l’inizio e le fine del 2015. Le prime otto fermate sono state aperte tra novembre 2022 e luglio 2023, da Linate a San Babila. L’attivazione del resto della linea è prevista per la fine del 2024: 9 anni dopo Expo.

Leggi anche: Perché è stata costruita l’M5 PRIMA dell’M4? La MOTIVAZIONE e il CRONOPROGRAMMA dell’APERTURA FINALE

# La linea M5 inaugurata (quasi tutta) in tempo, ma senza deposito

Credits: metroricerche/Comune di Milano

Nel dossier iniziale delle opere previste per Expo2015 il tracciato attuale della linea era stato ipotizzato su due linee separate. La M5 tra Bignami e Garibaldi FS e la M6 da Garibaldi Fs fino allo stadio di San Siro.

Tracciato M5

La lilla o M5, 13km per 19 fermate, è la prima linea driverless di Milano ed è stata l’unica delle tre metropolitane previste nel progetto ad essere completata entro l’Expo, anche perché costruita interamente da privati e i cantieri erano già in fase avanzata. Nonostante questo, cinque stazioni non erano operative all’avvio della manifestazione: Portello è stata aperta il 6 giugno, Cenisio il 20 giugno, Gerusalemme il 26 settembre, Monumentale l’11 ottobre e, infine, Tre Torri il 14 novembre 2015, due settimane dopo la conclusione di Expo. Una delle pecche attuali della linea è la mancanza di un deposito, in quanto non previsto dal progetto, che limita la frequenza ad massimo di un treno ogni 150 secondi invece di 75.

Leggi anche: M5: 7 CURIOSITÀ che forse non sai sulla METRO dell’EXPO

# “Terremotata” la M6: posticipata dopo Expo senza una data certa

Linee previste per Expo2015

Passiamo alla linea M6 che, secondo Sala, dovrebbe essere l’ultima metropolitana della città, e che è ritornata al centro del dibattito pubblico nell’ultimo anno. Il progetto era tra quelli presentati per aggiudicarsi la candidatura di Milano all’Esposizione Universale: prima come tratto ovest dell’attuale M5, come detto in precedenza, poi come sbinamento del ramo sud-ovest della M1. Il terremoto dell’Abruzzo del 2009 ha spento tutto sul nascere: parte dei fondi destinati a quell’opera furono infatti dirottati per la ricostruzione dell’Aquila e l’aiuto ai terremotati.

# Con il vecchio progetto si potrebbe raddoppiare la frequenza dei treni M1 verso MIND e aprire la M6 prima di quanto ipotizzato oggi

Mappa M6

Senza attendere l’esito dello studio di fattibilità presentato dal Comune di Milano, che ha ipotizzato un tracciato che da Ponte Lambro attraversi orizzontalmente il sud della città prima di virare verso nord ovest, si potrebbe ritirare fuori dai cassetti il vecchio M6. Presentato dagli uffici del Ministero dei Trasporti nel 2008, prevedeva appunto lo sbinamento del ramo Bisceglie – Pagano quale prima tratta della nuova linea. In questo modo lasciando M1 completamente dedicata alla tratta Pagano – Rho si potrebbe raddoppiare la frequenza dei treni diretti a MIND, che a pieno regime dovrebbe vedere ogni giorno 80mila persone tra residenti, studenti e lavoratori. 

Il tracciato proseguirebbe verso sud lungo l’asse del Ripamonti e magari spingersi fino ad Opera dove il governo ha intenzione di realizzare un hub metro/treno AV, con fermata a servizio della linea alta velocità Milano-Genova. I lavori potrebbero così partire anche prima del 2030, come messo in conto per il progetto attuale allo studio. 

Leggi anche: Si sale sulla METRO si scende al MARE: il NUOVO HUB METRO-TAV sarà a OPERA

# Il tunnel Linate-Expo di 14,5 km con 13 uscite in città

tunnel
Il progetto per potenziare l’offerta di mobilità tra Linate e la Fiera

Un altro progetto inserito in previsione dell’Esposizione Universale era un tunnel di 14,5 chilometri che dall’aeroporto di Linate avrebbe dovuto portare all’area di Expo, per con uscita a Molino Dorino. Un tracciato principale di 12,5 chilometri e 13 uscite in città. Un’opera proposta dalla Giunta Albertini, congelata da quella Moratti e infine stralciata definitivamente da quella Pisapia. L’investimento stimato era di 2 miliardi di euro, coperto per il 40% da fondi pubblici. 

Leggi anche: I DUE TUNNEL per portare Milano fuori dal traffico

# La “Via d’Acqua”: dal Canale Villoresi al Naviglio Grande passando per il sito di Expo 2015

Vie acqua Expo

Le “Vie d’Acqua” hanno visto la luce solo in minima parte. Il progetto iniziale prevedeva un canale di 20 km complessivi, dal Canale Villoresi a nord fino al Naviglio Grande passando per il sito Expo2015, navigabili tramite battelli. Previsti anche percorsi ciclopedonali tra le alzaie di queste due vie d’ acqua esistenti. Alla fine il progetto fu stralciato quasi per intero: sono state realizzate solamente 8 chilometri di piste ciclabili lungo il corso d’acqua che collega il canale Villoresi al sito dell’esposizione, anche quest’ultimo di larghezza ridotto rispetto alle ipotesi iniziali.

Continua la lettura con: Quello che manca per la M2 fino a VIMERCATE: le ultime novità con le possibili sei fermate

MILANO CITTA’ STATO in collaborazione con MARCO FIGURA

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SLOW FORLANINI: 3 CORSIE senza immissioni a soli 50 all’ORA

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oneoutdoor - Viale Forlanini

Mentre si dibatte di strade a trenta all’ora spicca anche qualche controsenso in direzione contraria. Uno di questi è viale Forlanini dove si fa fatica a rispettare il limite. Il quesito è stato posto nel gruppo facebook: “Cantiere Urbanfile” da Stefano Cardini.

SLOW FORLANINI: 3 CORSIE senza immissioni a soli 50 all’ORA

# L’ “assurdo limite” dei 50 sul super viale a tre corsie

Maps – Viale Forlanini

In un periodo in cui il dibattito pubblico sulla mobilità ruota attorno alla creazione di città a 30 all’ora, Stefano Cardini nel gruppo facebook “Cantiere Urbanfile” pone un quesito sul ridotto limite di velocità di Viale Forlanini. Questa la domanda: “Qualcuno mi sa spiegare il motivo per cui viale Forlanini ha l’assurdo limite a 50 km/h invece dell’ovvio 70 essendo strada a tre corsie per senso di marcia per buona parte della lunghezza, senza immissioni salvo quelle dello svincolo con la tangenziale (se si escludono i primi 500 metri circa), con le due direzioni di marcia perfettamente isolate?”. L’autore della domanda ci tiene a precisare di essere favorevole a strade col limite di 30, ma in questo caso l’esigenza derivante dal buonsenso sembra del tutto opposta. 

# Quasi nessuno lo rispetta

oneoutdoor – Viale Forlanini

Nel lungo viale di 2,5 km, che dal ponte ferroviario conduce all’Aeroporto di Linate, sono molti gli automobilisti che non rispettano i 50 km/h. Non solo: sembra facile anche superare i 70 e i 90 km/h, in un’apparente piena sicurezza. Il motivo è proprio la conformazione della strada che, a tre corsie e senza pericolose immissioni o incroci, spinge ad andare oltre il limite imposto. Avrebbe più senso portarlo almeno a 70 km/h, e nel caso prevedere un controllo mobile o fisso, così come nelle altre arterie cittadine di questo tipo?

# Perché il limite è così basso?

Maps – Viale Forlanini street view

Come fanno notare alcuni utenti, in risposta alla domanda, una motivazione per questa restrizione ci sarebbe: la presenza del marciapiede adiacente, senza alcuna separazione fisica tra veicoli e pedoni e senza alcuna protezione. Il marciapiede potrebbe inoltre essere un ostacolo anche per l’installazione di apparati velox.

Malgrado questa possibile spiegazione, la strada come si presenta ora sembra avere tutte le caratteristiche per avere un limite a 70 o addirittura 90 km/h. Perché non adeguarla agli altri vialoni di ingresso a Milano?

Continua la lettura: MILANO va più VELOCE di BOLOGNA: “No ai 30 all’ora ovunque e più autonomia per la città”

MILANO CITTA’STATO

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I 5 migliori BAR di MILANO da usare come UFFICIO

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Ph. Stefania Micol Ciocca

Lavorare a casa è comodo, non si può negarlo, ma a volte è anche pesante: sempre la stessa location, alzarsi dal letto e mettersi subito sulla scrivania senza neanche fare un viaggio da casa a ufficio. Una moda sempre più diffusa, in arrivo dal Nord Europa, è di lavorare al bar, per vedere altra gente, lavorare e socializzare allo stesso tempo. Questa la selezione di bar milanesi ideali come ufficio.

I 5 migliori BAR di MILANO da usare come UFFICIO

# Gogol and Company (zona Solari)

Ph. Stefania Micol Ciocca

La lista inizia con Gogol and Company, in via Savona 101, per capirci piazza Berlinguer. Il bar è nato nell’estate 2010, ma chiamarlo bar è veramente riduttivo. Gogol è un concept: uno spazio di condivisione, dove poter lasciar viaggiare la mente, inventare, studiare e lavorare. Qui infatti si può fare colazione, bere un caffè, pranzare e fare un aperitivo, un po’ come i classici locali, ma il vero punto forte di Gogol and Company è certamente la sua libreria. Divanetti, poltrone e due piani di libreria dove ogni scaffale è curato ad hoc. “Qui si potrà leggere, pensare, inventare, senza che nessuno ti metta fretta”.

E per chi invece sta cercando proprio un luogo dove lavorare, nel bar c’è uno spazio espressamente dedicato al co-working. Gogol and Company fa anche una promozione apposta per i lavoratori: una postazione sicura, wi-fi e o colazione o aperitivo a un prezzo fisso.

 

# City Life Shopping District

Qui di bar ne abbiamo quanti vogliamo. Al centro c’è uno spazio ormai scelto da tanti freelancer di Milano. Tra l’altro non c’è nessun obbligo di consumazione: questo attira anche molti universitari con i loro computer e libri che usufruiscono del wi-fi libero. In più il City Life Shopping District ha un’intera area dedicata al cibo e alla caffetteria, se quindi si ha bisogno di una ricarica dopo ore di lavoro o di studio, si avrà l’imbarazzo della scelta.

# Babitonga Café (Porta Nuova)

Credits: @tomek.bartkowski
Babitonga Café

Non può certo mancare nella lista il bar della sede di Microsoft, la celebre “piramide” di Porta Nuova. L’edificio di viale Pasubio 21, quasi completamente trasparente progettato dagli archistar Herzog & de Meuron, oltre ad ospitare la sede di Microsoft e la casa editrice di Feltrinelli, è il luogo del Babitonga Café. Un perfetto per il co-working. Così, per i lavoratori che non amano stare a casa, i tavolini si trasformano in scrivanie, il caffè o la spremuta in un momento di pausa dallo smanettare al computer.

 

#  Café Gorille

Un bellissimo caffè affacciato su BAM-Biblioteca degli Alberi a Porta Nuova. Le grandi finestre, gli archi con mattoni a vista e i pavimenti in legno sono ideali per lavorare senza stress. L’unico vincolo è la consumazione obbligatoria e l’invito a liberare il tavolo durante gli orari di ristorazione. In Via Gaetano de Castilla 20. Aperto tutti i giorni tranne lunedì. 

# Upcycle – Milano Bike Cafè (Città Studi)

Credits: @upcyclebikecafe
upcycle bike cafe

In zona Piola si trova un altro locale che è più un concept che un bar: si tratta dell’Upcycle Milano Bike Cafè. Lo storico primo Bike Café Bistrot d’Italia, un luogo dove poter fare le classiche chiacchiere da bar, dove discutere con alcuni campioni del ciclismo, ma anche posto dove rifugiarsi e bere e mangiare a tutte le ore del giorno in un’atmosfera che rimanda ai paesi scandinavi, anche nell’offerta dei dolci. I grandi tavoloni dell’Upcycle Milano Bike Cafè sono poi perfetti per appoggiare il computer, i fogli, le penne e lavorare.

 

Continua la lettura con: Il BAR più SEGRETO di MILANO

BEATRICE BARAZZETTI

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La curiosa storia di PIETRASANTA: la cittadina gioiello fondata dai MILANESI

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Ph. @nadiacattan IG

E’ incredibile come una tranquilla gita fuori porta possa svelare connessioni con la propria città di origine e i progetti che ti stanno più a cuore. E’ quello che è capitato a me durante le ultime festività quando, spinta dal desiderio di scoprire nuovi borghi e godermi il relax tra le Apuane, mi sono spinta fino a Pietrasanta (Lucca), città medievale meno nota e più tranquilla della ben trafficata e modaiola ‘Marina’.

La curiosa storia di PIETRASANTA: la cittadina gioiello fondata dai MILANESI

A Pietrasanta non vai per una ‘svetrinata’ tra le boutique alla moda stile Marina di Pietrasanta. Men che meno ci capiti per il classico struscio un po’ ‘bauscione’, tutti in ghingheri e tacchi alti.

Pietrasanta è il borgo dove un bel negozio di pelletteria toscana è intervallato da una galleria d’arte, e un’altra ancora, e poi un’altra…. ci sono più atelier e studi di arte contemporanea che bar-gelaterie. Ogni angolo profuma di estro creativo: le facciate dei palazzi, le ringhiere di ferro alle finestre, persino i copertoni di rame degli impianti del gas.

Per chi bazzichi un po’ la letteratura e l’arte, Pietrasanta è la città di Castruccio Castracani, il comandante lucchese collega di esilio e cantato da Dante Alighieri nella sua Commedia.
E’ la città dove, passeggiando, ‘inciampi’ in mastodontiche sculture realizzate da artisti internazionali che hanno scelto, per un certo periodo o tutta la vita, questo borgo in collina rinfrescato dalla brezza del mare come seconda casa. Pietrasanta è l’atelier en plein air dell’artista Fernando Botero. 

Fin qui, una storia tipicamente toscana con legami alla cavalleria e alle classiche vicende di guelfi, ghibellini e cenacoli di artisti in stile mediceo.

Eppure, Pietrasanta è una città milanese.

Era il 1255 quando messer Guiscardo Pietrasanta fondava il nucleo del borgo.

Guiscardo era un nobile milanese, eletto podestà di Lucca, e Pietrasanta diventava così una delle prime città toscane di nuova fondazione. Ma Guiscardo non la voleva uguale alle altre.

Pietrasanta fu anche una delle prime città di sperimentazione urbanistica, pienamente Rinascimentale, dove l’uomo e le humanae litterae costituivano il fulcro di infrastrutture e impianti architettonici ispirati alla razionalità e alla proporzione aurea. Tutto doveva riflettere la concezione di una città ideale: le mura a protezione, la piazza con il Duomo realizzato in pietra locale, il campanile un po’ più in là, la Colleggiata, la fontana, i palazzi del potere politico.

Ma questa non è l’unica coincidenza che lega la storia di Pietrasanta con la Milano di oggi.

La tradizione riporta che, quando Guiscardo fondò la sua città, scelse una zona molto precisa: i piedi di una preesistente rocca longobarda. Là c’era un borgo dal nome profetico: Sala. Vi ricorda qualcosa?

Continua la lettura con: I taxi volanti di Milano

PAOLA PERFETTI

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La RINASCITA ARTISTICA del PALAZZO più DEGRADATO nei pressi del CENTRO di Milano

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graziano_senesi IG - Viale Blignu 42

Famoso per decenni come fortino della droga, e di tante altre attività illegali, l’edificio poco alla volta sta rinascendo. Ecco gli interventi realizzati e quelli in corso per toglierlo definitivamente dal degrado e migliorare la qualità della vita dei suoi inquilini.

La RINASCITA ARTISTICA del PALAZZO più DEGRADATO nei pressi del CENTRO di Milano

# L’ex fortino della droga di Milano

chiaracallegari IG – Viale Bligny 42

Il complesso di Viale Bligny 42 era conosciuto dai milanesi come il fortino della droga. Sono stati molti negli anni i tentativi delle forze di polizia di riportare ordine e sicurezza in questo luogo a ridosso nel centro della città dove persino i residenti delle abitazioni vicine aveva paura ad avvicinarsi. Un edificio di 6 piani di fine ‘800 in totale degrado, marcio, con 256 appartamenti nati come monolocali, con bagno esterno al piano, una distribuzione interna su quattro scale e con corridoi interni che conducono ai singoli appartamenti. Un piccolo microcosmo abitato da studenti, anziani, operai, rider e pusher dediti allo spaccio quotidiano. L’illegalità era presente in tante altre forme, non mancava il giro di prostituzione e le risse non erano infrequenti. Il tutto in una zona non lontana dalla prestigiosa Bocconi. Una zona giovane, di prestigio: infatti la vita precedente del palazzo era stata ben altro. Era un punto di riferimento per i giovani artisti. 

# Un quartier generale per artisti, editori, creativi e galleristi

artribune.com – Cortile Viale Bligny 42

L’edificio ha visto negli anni artisti, editori, creativi e galleristi sceglierlo come loro base per vivere o spazi per realizzare progetti culturali. Tra questi ricordiamo Maurizio Cattelan. Per 30 anni la famosa gallerista Emi Fontana ha avuto qui la sua galleria, rilevata ora da Luca Vitone, un grande artista italiano da quasi 20 anni docente di scultura presso la NABA, che ne sta facendo un’atelier.

# Una prima rinascita grazie alle telecamere e alla vigilanza notturna

graziano_senesi IG – Viale Blignu 42

I primi passi per restituire dignità e decoro all’edificio sono stati l’installazione di telecamere di videosorveglianza attive 24 ore al giorno e l’aggiunta di una guardia notturna, pagata dai proprietari, al servizio di portierato diurno. Questo ha portato alla fuga dei pusher e alla quasi totale eliminazione di qualsiasi tipo di attività criminale.

# La riqualificazione prevede l’efficientamento antisismico ed energetico, installazione di ascensori e sistemazione dei cortili interni

milanotoday – Viale Bligny 42

Dopo questi interventi necessari, alla fine del 2023 è partita la bonifica e la riqualificazione vera e propria del “buco nero” di Viale Bligny 42. Nel dettaglio è previsto l’efficientamento antisismico con il rinforzo delle pareti perimetrali, l’installazione di ascensori e di un impianto centralizzato termico a pompa di calore, nuovi infissi con schermature interne e la realizzazione di una nuova facciata con cappotto termico per migliorare l’efficientamento energetico. A questo si aggiunge la ricostruzione degli abbaini, una nuova copertura, nuovi blocchi delle scale e una nuova pavimentazione nei cortili interni e nuove luci. In sintesi, si vuole riportare il palazzo ai fasti di catalizzatore di artisti e studenti. I circa 700 inquilini, per il 95% affittuari, potranno rimanere nelle loro abitazioni. Fine lavori entro la metà del 2024.

Fonti: artribune.com

Continua la lettura: I NUOVI GRATTACIELI in arrivo a MONZA saranno ABBASSATI: il PROGETTO

FABIO MARCOMIN

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La STARLIGHT ROOM: il CIELO in una STANZA tra le MONTAGNE a tre ore da Milano

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Starlight Room. Credits: @anothernati IG

Il fascino delle stelle è un magnete per l’uomo. A Milano è difficile vederle a causa dell’illuminazione artificiale, ma c’è un posto, non troppo lontano, da cui è possibile ammirare il cielo da una stanza di vetro.

La STARLIGHT ROOM: il CIELO in una STANZA tra le MONTAGNE a tre ore da Milano

# L’Astroturismo: dal nord Europa all’Italia

Passare una notte sotto le luci del cielo è un’esperienza che ognuno sogna. Per realizzare questo sogno sono nate numerose strutture che permettono di passare la notte all’interno di spazi trasparenti, potendo godere delle bellezze del cielo e dormire sereni. Attività di questo tipo rientrano nella categoria dell’Astroturismo, praticato nei paesi nordici per guardare la magia di luci dell’Aurora Boreale e in Sudamerica per ammirare le stelle, ma esiste un posto, non lontano da Milano, in cui la pratica dell’Astroturismo è possibile.

Credits: jorjebennington, IG

Leggi anche Una crociera nel cielo: l’AEREO super LUSSO con dentro anche una discoteca 

# Una stanza di vetro

Tra le Dolomiti, a tre ore di viaggio da Milano, ci sono delle camere in legno e con le pareti completamente vetrate che mostrano il cielo stellato in tutta la sua bellezza di notte e la magia delle prime luci del giorno al mattino. La struttura, chiamata Starlight Room, è nata nel 2016 grazie all’invenzione di Raniero Campigotto, che ha dotato queste stanze di una pedana che ne permette la rotazione a 360 gradi per poter godere dell’ambiente montuoso circostante nella sua interezza.

Credits: 823rita, IG

Leggi anche L’HOTEL di MONTAGNA più bello del mondo 

# Le stelle da Milano in un giro di Rolex

Credits: ilariavacci, IG

Starlight Room Dolomites, si trova appunto tra le creste delle Dolomiti, raggiungibili in giornata da Milano, “in un giro di Rolex” come diceva il grande Dogui. Ad ospitare queste stanze trasparenti è lo spazio montuoso presso il Rifugio Col Gallina, posizionato sul Passo Falzarego a un’altezza di 2.109 metri, sopra Cortina d’Ampezzo. La possibilità di vivere un’esperienza stellare sia d’estate che d’inverno, comodamente sdraiati sul letto.

 

 

Continua la lettura con: Il TURISMO del BRIVIDO: dormire nella CITTÀ PIÙ FREDDA del mondo 

SARAH IORI

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I NUOVI GRATTACIELI in arrivo a MONZA saranno ABBASSATI: il PROGETTO

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ilcittadinomb.it - Vecchio rendering torri Monza

La città nell’orbita milanese prova a seguire Milano puntando a cambiare il suo skyline. Un progetto di riqualificazione, modificato di recente, prevedeva due nuovi “grattacieli” nel capoluogo brianzolo. Ma il progetto originario è stato modificato. 

I NUOVI GRATTACIELI in arrivo a MONZA saranno ABBASSATI: il PROGETTO

# Il progetto per riqualificare un’area degradata della città

Credits: seietrenta.com
Quartiere San Fruttuoso prima del progetto

Anche Monza vuole i suoi grattacieli, anche se sarebbe meglio definirle torri in quanto sotto i 100 metri di altezza. Nel 2011 è stato presentato un progetto di riqualificazione dell’area di Via Ticino a San Fruttuoso lungo viale Lombardia, ormai degradata e dismessa da decenni, che prevedeva di costruire: tre nuovi grattacieli, un’area commerciale e una piazza in uno spazio di 44mila mq. A realizzarlo Duccio Battistoni, progettista dello studio AB3 Architettura Battistoni Associati, e Sergio Franzoni, rappresentante della proprietà, la società Doma srl di Milano. L’amministrazione comunale, come riportato da ilcittadinomb.it, ha però chiesto successivamente di ridurre le volumetrie e rimodulare tutto il progetto.

# Si passa da 2 a 3 “grattacieli”, ma con qualche metro di altezza in meno 

Credits: il cittadinomb.it
Vechio Progetto Monza

Il progettista ha recepito le indicazioni e dalle tre torri, una di 20 piani per 68 metri di altezza, una di 16 per 58,30 metri e una di 13 per 43,60 metri, si è passati a due palazzi da 14 piani e uno da 7. Le volumetrie sono scese dai 17.000 mq previsti del PGT vigente, ai 13.350 chiesti dall’amministrazione.

# Sparisce anche la media superficie di vendita

Credits: il cittadinomb.it – Rendering vecchio Progetto

Dal progetto originale sparisce anche la media superficie di vendita, due edifici di uno e tre piani. Al suo posto negozi di quartiere per una superficie occupata di 250 mq invece che 700. Dei totale dell’area oggetto dell’intervento 32.000 verranno ceduti o asserviti ad uso pubblico, con la realizzazione del parco urbano, di piste ciclopedonali, della piazza e dei parcheggi.

# Rimane la piazza di 2.500 mq con più verde

ilcittadinomb.it – Vecchio rendering torri Monza

La piazza pubblica di 2500 metri quadri, attorno alla quale si sviluppano tutti gli edifici, non viene modificate, tranne che per l’aggiunta di ulteriore verde. Una palestra multifunzionale, prevista sul terreno oggi occupato dall’area dismessa di fronte al Castello del Torneamento, sarà realizzata dal privato e ceduta al pubblico.

# Pende una richiesta di tutela paesistica alla Soprintendenza per fermare il progetto

Le modifiche richieste dall’amministrazione comunale di Monza, e recepite dal progettista, potrebbero non bastare a dare il via alla riqualificazione. In attesa della presentazione ufficiale del nuovo progetto con annessi rendering, pende infatti una richiesta di tutela paesistica alla Soprintendenza presentata dai membri del comitato San Fruttuoso bene comune. Niente quindi è ancora deciso.

Continua la lettura con: Il “FARO DI MILANO”: il nuovo GRATTACIELO con GIARDINO PANORAMICO e BELVEDERE sopra Milano

Articolo di BEATRICE BARAZZETTI aggiornato dalla redazione

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Nel PARADISO delle BICICLETTE le CICLABILI sono SENZA cordoli e PROTEZIONI

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pitcap67.wordpress.com - Pista ciclabile a Zurigo

Le polemiche per la realizzazione della pista ciclabile lungo Corso Buenos Aires, con cordolo di 17 cm di altezza, non si sono ancora placate. In uno dei “paradisi” delle biciclette hanno una scelto una strategia molto diversa da Milano. 

Nel PARADISO delle BICICLETTE le CICLABILI sono SENZA cordoli e PROTEZIONI

# A Milano continuano le polemiche per la pista ciclabile con il cordolo in cemento alto 17 centimetri e largo 50

Credits Roberto Lorenzetti FB – Cordoli ciclabile Corso Buenos Aires

A Milano non si sono ancora placate le polemiche per la realizzazione della pista ciclabile lungo Corso Buenos Aires, protetta da un cordolo in cemento alto 17 centimetri e largo 50, che ha già causato problemi con alcune auto danneggiate proprio per la scarsa segnalazione del cordolo stesso. Una pista già criticata quando ancora non aveva le protezioni per i ciclisti. 

Leggi anche: Il “MURETTO” di MILANO: utile, ingombrante o pericoloso?

# A Zurigo non usano protezioni in centro città

pitcap67.wordpress.com – Pista ciclabile a Zurigo

L’incentivo alla mobilità dolce è in atto ormai in tutte le città europee e non solo. Anche Zurigo ha ampliato la sua rete di ciclabili, ma ha scelto una strada differente rispetto a Milano per l’area urbana. Le piste sono infatti semplicemente delimitate da una striscia gialla e colorate di rosso in prossimità degli incroci, oltre al simbolo del ciclista.

# La carreggiata promiscua per veicoli e biciclette

albichiaranda IG – Piste ciclabili Zurigo

Per la svolta a sinistra non è prevista una corsia dedicata. I veicoli e le biciclette si trovano nelle stessa carreggiata con indicazione dello spazio dedicato ai mezzi a due ruote a pedali e la “casa avanzata” per consentire a i mezzi a motore di vedere i ciclisti fermi sulla loro destra.

# Le barriere sulle strade fuori dal centro

pitcap67.wordpress.com – Pista protette accanto strade a scorrimento veloce

Le piste ciclabili protette ci sono anche a Zurigo ma solo nelle strade fuori dal centro. Nella foto in alto si vede quella su un ponte che attraversa il lago della città svizzera, dove il transito dei veicoli è separato da quello dei ciclisti con una sorta di guardrail.

Continua la lettura con: VenTo, la “SUPER-CICLABILE” da Venezia a Torino: Milano già al traguardo, ma il resto?

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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L’UOMO che vive in un AEREO

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Era il suo sogno per quando sarebbe andato in pensione: trasformare un areo di linea, destinato alla demolizione, nella sua dimora. Chiunque può andarlo a trovare: rispettando una sola condizione. 

L’UOMO che vive in un AEREO

# Il sogno di Bruce Campbell di vivere in una casa unica al mondo 

Il sogno di Bruce Campbell, ex ingegnere elettrico americano, era quello di avere una casa davvero unica per andarci a vivere al momento della pensione: un aereo di linea. Un’idea decisamente bizzarra, ma non per lui che viveva già una casa mobile e che ha deciso di fare un step ulteriore seguendo la sua filosofia per cui un aereo non dovrebbe essere mai demolito“. 

Quasi tutti gli aerei non più utilizzabili per il volo vengono infatti smantellati e distrutti, si stima circa tre al giorno. Per questo motivo e per il fatto che, secondo Bruce, questi aerei sono “opere magistrali di scienza aereospaziale” resistenti e durevoli nel tempo, in grado di sopportare tempeste e terremoti, decise di ristrutturane uno e farne la sua dimora.

# Per sei mesi all’anno vive in un vecchio Boeing 727-200

AirplaneHome.com – Casa aereo

Tutto parte nel 1999 quando Bruce decide di comprare un vecchio Boeing 727-200 abbandonato in un aeroporto al prezzo di 100 mila dollari. Altri 92 mila ne spende per farlo trasportare nella foresta in cui decide di abitare, nella zona di Portland, la città più grande dello Stato dell’Oregon. Il terreno è lo stesso, acquistato con quanto guadagnato durante i primi anni di lavoro, in cui ha vissuto con la sua casa mobile. Ci sono poi voluti 15 anni di lavoro costante giorno e notte e circa 220 mila dollari per raggiungere il suo obiettivo. Oggi vive per sei mesi l’anno in questo vecchio aereo, il resto del tempo lo passa in Giappone.

# Nella casa-aereo c’è (quasi) tutto quello che serve per vivere

thepillow – Cucina

L’interno dell’areo è rimasto in linea di massima uguale a come Bruce l’ha trovato, salvo che per alcuni interventi necessari a renderlo abitabile. Si presenta infatti come un unico e lungo ambiente arredato per ricreare tutti gli spazi di una vera casa. C’è la cucina composta da un mobile usato come dispensa, un fornetto, un forno a microonde, un tostapane e frigorifero con freezer. Un divano usato come letto, l’area lavanderia dove è presente lavandino e lavatrice, un tavolo da lavoro dove ripara computer e altri strumenti elettronici.

La carlinga, la parte anteriore della fusoliera, ospita un bagno con box doccia, mentre il WC è quello del velivolo originale. La cabina di guida è invece stata trasformata in una stanza per la lettura, un luogo tranquillo per poter godersi un buon libro.

# Manca il riscaldamento e la spesa la fa ogni 3 mesi

thepillow – Divano letto con coperta riscaldata

Manca solo il riscaldamento. Le temperature interne in inverno oscillano infatti tra lo zero e i cinque gradi centigradi, nonostante l’utilizzo di una stufetta. Per dormire infatti utilizza una coperta riscaldata e nei periodi più freddi ci passa molto del suo tempo.  

Per risparmiare tempo, denaro e sugli spostamenti, Bruce fa la spesa la fa ogni 3 mesi e consiste per la maggior parte in lattine, prodotti in scatola e surgelati.

# Chiunque può andare a trovarlo

adventurerstephyliu.com – L’uomo che vive in un aereo abbandonato

Chiunque lo desideri può andare a trovarlo. Basta mettersi in contatto tramite il suo sito e la sua email per chiedere di incontrarlo e visitare la sua casa. Vige una sola regola: si entra scalzi e si indossa un paio di ciabatte messe a disposizione all’ingresso.

Continua la lettura con: Il BIGLIETTO AEREO UNICO che consente di fare il GIRO del MONDO: tutte le tratte e il prezzo 

Articolo di ARIANNA BOTTINI aggiornato dalla redazione

copyright milanocittastato.it

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Quello che manca per la M2 fino a VIMERCATE: le ultime novità con le possibili sei fermate

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Prolungamento M2

Lo studio di fattibilità era atteso a giugno 2022, ma la scadenza non è stata rispettata. I motivi del ritardo e quale dovrebbe essere la soluzione prescelta per prolungare la M2 a nord est.

Quello che manca per la M2 fino a VIMERCATE: le ultime novità con le possibili sei fermate

# Il tracciato di 12 km da Cologno Nord a Vimercate in metrotranvia veloce o light rail

Prolungamento M2

Come il prolungamento verso Paullo della M3, anche quello della linea M2 verso Vimercate è atteso da decenni ed è stato riconsiderato diverse volte. In base alle ultime indicazioni si dovrebbe virare su una Light Rail o metrotranvia veloce, che mantiene le caratteristiche della metropolitana classica, anche se con un percorso meno intenso di fermate e una velocità commerciale inferiore.

Da Cologno Nord il tracciato di circa 12 km dovrebbe quindi partire con una nuova linea, facendo una rottura di carico dall’attuale capolinea, e rispetto ai treni della metropolitana circolerebbero mezzi di dimensioni più ridotte simili a un tram-treno. In base a questa soluzione tutti i comuni interessati, Brugherio, Carugate, Agrate, Concorezzo e Vimercate, dovrebbero avere almeno una stazione nel loro territorio.

Leggi anche: La LINEA VERDE avanza. Destinazione: Vimercate

# Lo studio di fattibilità doveva essere pronto a giugno 2022

@Atm

In un summit di maggio 2022 a Palazzo Marino con la presenza dei sindaci di tutti i comuni toccati dal prolungamento della M2, l’Assessore alla mobilità Arianna Censi aveva smentito lo stop alla progettazione dell’opera: “Non solo non ci siamo mai fermati, ma contiamo di sollevare i Comuni dai costi di progettazione a loro carico: 2 milioni che speriamo di coprire con l’aiuto del Pirellone“. La presentazione dello studio di fattibilità di MM, chiamato a risolvere alcuni nodi critici come le fermate da individuare e le barriere quale ad esempio il casello della tangenziale, non è però avvenuta entro il mese di giugno dello stesso anno, come programmato. 

# L’appello dei sindaci a Regione Lombardia per coprire il milione di euro necessario a completarlo

Credits: salesianilombardiaemilia.it – Palazzo Regione Lombardia

Il ritardo è dovuto alla mancanza di un milione di euro. Senza quello il Piano di fattibilità tecnico-economica non si può completare e di conseguenza non si può chiedere il finanziamento dell’infrastruttura al governo. Per questo motivo, a seguito dell’audizione di dicembre 2023 in Commissione territorio, infrastrutture e mobilità, i sindaci di Brugherio, Carugate, Agrate, Concorezzo e Vimercate hanno chiesto una nuova riunione insieme anche a MM per superare le criticità del progetto e le risorse mancanti a Regione Lombardia.

Questo un estratto della lettera indirizzato al Pirellone e alla Città Metropolitana di Milano e pubblicato su primamonza.it

Vogliamo ringraziarvi per l’audizione che ci avete concesso il 12 dicembre 2023 in Commissione territorio, infrastrutture e mobilità. […] Come comuni coinvolti nel prolungamento dell’asta metropolitana MM2 da Cologno verso Vimercate abbiamo voluto ribadire come tale infrastruttura sia importante e fondamentale non solo per i cittadini dei nostri territori, ma per tutta l’area circostante e per il ricco tessuto produttivo e commerciale della nostra zona, che non può più fare a meno di avere un collegamento su ferro con la città di Milano, ormai atteso da decenni“.

“Vi confermiamo nuovamente la nostra disponibilità a tornare in audizione da voi, anche con la presenza di MM e della città di Milano, per continuare le interlocuzioni soprattutto sull’importante tema dell’attraversamento dei nodi critici di Brugherio e Carugate, per poter procedere così all’affidamento e alla realizzazione del Pfte dell’opera. Proprio su questo punto vorremmo ricordare che i Comuni di Brugherio, Carugate, Agrate Brianza, Concorezzo e Vimercate hanno già impegnato risorse per la realizzazione del Piano finanziario dell’opera (200mila euro a testa, ndr), ma abbiamo la necessità di reperire i fondi necessari per affrontarne gli elevati e cresciuti costi (all’appello manca un milione di euro, ndr). Per questo chiediamo a Regione Lombardia di sostenere con convinzione la necessità di tale infrastruttura e di contribuire economicamente alla realizzazione del Pfte di un’opera che porterà un importante beneficio a tutto il nostro territorio”.

Continua la lettura con: LINEA GIALLA fino a PAULLO: l’ultimo tracciato e le nuove FERMATE previste

FABIO MARCOMIN

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I 5 TORRENTI di MILANO: dove nascono, dove scorrono, il significato dei loro nomi

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marcovaldo350z IG - Torrente Lura

Scopriamo quali sono.

I 5 TORRENTI di MILANO: dove nascono, dove scorrono, il significato dei loro nomi

#1 Bozzente, il “fiume del piano”

Il torrente Bozzente nasce all’altezza di Olgiate Comasco, nel Parco Pineta. Procede poi verso Lainate sottopassando l’Autostrada dei Laghi e il Canale Villoresi per arrivare a Rho dove, a parte un tratto nei pressi della stazione, viaggia sotto il livello stradale. Dopo 38 km di percorso si immette nel fiume Olona. Nell’antichità raggiungeva il cuore di Milano congiungendosi con altri torrenti. 

Sulle origini della parola ci sono diverse ipotesi. Secondo una certa tradizione popolare deriverebbe dalla capacità del torrente di creare bozze, ristagni, in riferimento alle periodiche esondazioni. Per lo studioso Enrico Lombardi il suo significato sarebbe “fiume del piano”, dal tedesco “boden” (pianura) con l’aggiunta del suffisso -ente (fiume). Altri significati proposti sono “quello color giallo-marrone“ o “quello che scava” oppure “quello ricco di biforcazioni”, i primi due da Luciano Golzi Saporiti, l’ultimo da Matteo Colaone.

#2 Garbogera, da una parte all’altra di Milano 

ricky_bo IG – Garbogera

Il torrente Garbogera inizia a Birago nei pressi di via Gerbino. Lungo il suo percorso attraversa Barlassina, Cesano Maderno, Limbiate, Senago, Bollate e Novate Milanese per poi entrare a Milano dove procede sotto i tombini di Via Bovisasca. Segue quindi i viali della circonvallazione esterna verso est, passando sotto il Naviglio della Martesana all’altezza della confluenza del Seveso. Termina lungo Corso Lodi dove confluisce nel Cavo Redefossi. Oggi rimane in secca per la maggior parte del tempo. Non ci sono notizie sull’origine del suo nome.

#3 Lura, il “fiume dell’acqua bassa”

marcovaldo350z IG – Torrente Lura

Il torrente Lura parte a una quota di 400-450 metri sul livello del mare sulle prealpi comasche, tra i comuni di Bizzarone, Gaggino Faloppio e Uggiate Trevano. Dopo aver toccato diversi centri abitanti delle province di Como e Varese, come il Bozzente finisce la sua corsa nell’Olona a sud di Rho, nei pressi del Canale scolmatore di nord-ovest.

Tra le ipotesi sulle origini del suo nome ce ne sono due. La prima lo fa risalire al nome proprio di persona antico Lurius. La seconda invece ad altri toponimi chiamati Lora il cui nome significa “luogo nel fiume, dove c’è una buca nel fondo e l’acqua assai bassa“, proprio come la parte alta del corso del torrente.

#4 Merlata, interrato alla metà del Novecento

Il torrente Merlata sorge a Baranzate, dall’unione di altri due torrenti Nirone e Guisa, e dà il nome alla celebre Cascina Merlata. Dopo aver attraversato i quartieri Gallaratese e Lampugnano, prosegue a sud del Montestella per poi confluire nell’Olona. Anticamente confluiva nel torrente Bozzente che prendeva anche l’acqua anche del Lura. Come la maggior parte dei corsi d’acqua di Milano, scorre nel sottosuolo in quanto coperto nella metà del secolo scorso. 

Leggi anche: MERLATA BLOOM: la FOTOGALLERY e le ATTRAZIONI principali del più grande MALL di Milano

#5 Pudiga, l’ultimo affluente dell’Olona

Pudiga

Il torrente Pudiga è l’ultimo affluente dell’Olona. Prende avvio all’interno del Parco delle Groane a Senago dall’unione dei torrenti Cisnara e Lombra. Attraversa la Città Metropolitana di Milano, in parte coperto e in parte a cielo aperto. Nel Comune di Milano è interamente tombinato, operazione avvenuta tra il 1955 e il 1967, e scorre sotto Via Espinasse e Piazzale Accursio e la circonvallazione filoviaria prima di terminare in Piazza Carlo Stuparich dove si immette nel fiume Olona. Il tratto milanese è chiamato anche Fugone o Mussa, ma l’origine del nome è sconosciuta.

Continua la lettura con: Milano ha 5 FIUMI: ma da dove nascono i loro NOMI?

FABIO MARCOMIN

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I NIGHTJET e il boom dei VIAGGI di NOTTE: le novità del 2024

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europeansleeper IG

L’ultima novità è la nuova tappa dei Nightjet: Barcellona. Queste le nuove tratte e i nuovi servizi previsti per il 2024.

I NIGHTJET e il boom dei VIAGGI di NOTTE: le novità del 2024

# All’inizio del 2024 si contano 31 linee notturne tra Nightjet e Euronight

Mappa Nightjet

Sono al momento 31 le tratte esercite tra Nightjet, un’iniziativa delle compagnie ferroviarie di Francia (SNCF), Germania (DB), Austria (ÖBB) e Svizzera (CFF), ed Euronight nel 2024. Di queste ce ne sono 6 con fermate in Italia, da Vienna e da Monaco di Baviera, verso Udine, Milano, Venezia, Genova, La Spezia, Bologna e Roma. Tra le direttrici servite anche Vienna-Zurigo-Amsterdam, Zurigo-Basilea-Hannover-Amburgo, Varsavia-Vienna-Graz, Vienna-Linz-Bruxelles e Stoccarda-Rijeka.

# Debutto per le tratte da Berlino a Parigi e Bruxelles: a fine dicembre la linea Barcellona- Milano – Roma

Credits travel_chihuahua IG – Nightjet

Tra le new entry Berlino-Parigi, con servizio tre volte alla settimana e poi giornaliero da ottobre 2024, e Berlino-Bruxelles. Nel corso dell’anno è atteso il debutto anche della Zurigo-Barcellona, mentre per il mese di dicembre è previsto l’avvio del servizio della Barcellona-Roma con fermata a Milano. A partire da quel mese la capitale dovrebbe essere collegate ad altre 10 città europee, tra cui Colonia, Amburgo, Amsterdam e un’altra italiana, Firenze.

Leggi anche: I TRANS-EUROP EXPRESS 2.0: i nuovi treni notturni per viaggiare tra le città europee

# European Sleeper: i “treni della buonanotte” prolungano il servizio fino a Praga

europeansleeper.eu – Tratte 2024

La nuova società belga-olandese European Sleeper, che è partita con il il servizio treni notturni chiamati The Good Night Train a maggio 2023, aggiunge delle nuove destinazioni. I convogli, carrozze moderne e accessibili dotate di ogni comfort, fanno tappa oggi in alcuni delle città più affascinanti nel cuore dell’Europa: Bruxelles e Anversa in Belgio, Rotterdam, Amsterdam e Deventer nei Paesi Bassi, Berlino in Germania. Dal 25 marzo 2024 il treno notturno viene prolungato fino a Praga con fermate intermedie nella romantica Dresda, e in altre due cittadine della Repubblica Ceca: Děčín e Ústí nad Labem.

# L’attesa per la nascita della rete dei treni notturni europei, la Trans-Europ-Express 2.0

Credits touringclubitaliano – Rete TEE

Attorno alla nascita di una rete europea di servizi diurni e notturni di treni veloci, parliamo del programma Trans-Europ-Express 2.0, c’è invece un’enorme attesa per il suo impatto rivoluzionario nei trasporti notturni e diurni. Richiama lo storico network con la sigla TEE che ha messo in connessione i Paesi Europei nel Dopoguerra e in base alle linee guida dovrebbe prevedere:

  • percorsi tra almeno tre Stati, o tra due stati su una distanza di almeno 600 km
  • treni ad almeno a 160 km/h su gran parte del percorso;
  • servizi accessori a bordo quali aria condizionata, wifi e ristorante.

Le prime quattro tratte che dovrebbero essere lanciate nel breve periodo sono le seguenti:

  • TEE 1/2 Parigi-Varsavia passando per il Belgio e la Germania
  • TEE 3/4 Amsterdam-Roma con fermate a Colonia, Basilea e Milano
  • TEE 5/6 Berlino-Barcellona passando per la Francia
  • TEE 7/8 Amsterdam-Barcellona con fermate in Belgio e Francia

Continua la lettura con: 5 linee di TRENI NOTTURNI da far partire di nuovo da Milano

FABIO MARCOMIN

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Una serata al PATUSCINO, dove si vive ancora la BRERA scapigliata e bohémienne

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Credits: @fra_gk8 Il Patuscino

Nel quartiere che è stato prima casa di monaci, poi di intellettuali, prostitute e artisti c’è un locale dove si respira ancora quell’atmosfera bohémienne. Un luogo che riesce a unire le diverse generazioni, dove ci si va per colmare la nostalgia degli anni ’80 o per fare una serata tra amici all’insegna del karaoke o della musica dal vivo.

Una serata al PATUSCINO, dove si vive ancora la BRERA scapigliata e bohémienne

# Un locale storico, specchio dell’atmosfera tipica del quartiere

Credits: @alemorettishow
Il Patuscino

Brera non è solo Pinacoteca e Accademia. Il quartiere è quell’atmosfera suggestiva dei negozietti che costeggiano le vie, delle botteghe di antiquariato, ma è anche i ritrattisti, i giocolieri e le chiromanti che la vivono. Brera è stata la casa degli esuberanti e giovani critici che hanno dato vita alla Scapigliatura Milanese ed è per questo che nei suoi locali si percepisce quel non so ché di bohémien. Tra i bar storici più conosciuti del quartiere, oltre al mitico Jamaica, c’è il Patuscino, piccolo e caloroso ma soprattutto sempre richiesto dai milanesi.

Leggi anche: Il Jamaica: il leggendario ritrovi dei grandi artisti di Milano

# Il miglior karaoke di Milano all’insegna della musica italiana

Credits: @ilpatuscino FB
Il Patuscino

Nella piena atmosfera scapigliata di Brera, al centro del quartiere, precisamente in via Madonnina, 21, c’è il Patuscino. Nelle serate di un tipico weekend, la coda davanti al pub potrebbe invogliare molte persone ad andarsene, invece no, spesso si è disposti ad aspettare ore pur di riuscire ad entrare in questo locale. Tra i posti migliori a Milano dove poter andare a fare karaoke, il Patuscino non sembra molto attrezzato per questo: ha semplicemente un televisore che proietta le parole delle canzoni ma questo basta per far sì che tutto il locale canti insieme le musiche italiane più conosciute di sempre (gli anni ’70, ’80 e ’90 alternati a qualche canzone contemporanea), creando un’atmosfera intima tra i tavoli, come se si fosse tutti insieme al bar.

# O lo si ama o lo si odia

Credits: @_fabio_lugana_
Il Patuscino

Il Patuscino si immedesima quindi perfettamente nello spirito di Brera, alla pari di chi ti legge la mano su un tavolino sul marciapiede della stessa via. E proprio per questo o lo si ama o lo si odia. È l’ideale per serate informali in compagnia di amici all’insegna dell’allegria e della buona musica con dj set, karaoke e pianobar. Non bisogna però aspettarsi il classico locale chic della Milano Bene, altrimenti sarebbe meglio non mettersi neanche in coda per entrarci. Nelle recensioni di “Tripadvisor” si leggono anche pareri negativi: locale buio, troppo affollato e soffocante e personale non particolarmente cortese. Ma i più affezionati parlano di karaoke in cui tutti possono cantare, bella gente che si diverte e drink, combinazione perfetta per una serata in compagnia.

La conclusione? Una volta entrati nel giusto clima, la serata nello storico Patuscino è un’esperienza immancabile da fare a Milano.

 

Continua la lettura con: Il BAR JAMAICA: il leggendario ritrovo dei grandi artisti di Milano

BEATRICE BARAZZETTI

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Le MULTE più ASSURDE che si possono ricevere a MILANO

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Pecore in duomo

A Milano si può essere multati per delle situazioni pazzesche. Scopriamo quali sono.

Le MULTE più STRANE che si possono ricevere a MILANO

#1 Lasciare la bicicletta sui prati

Credits: cittametropolitana.it

I più rispettosi dell’ambiente che sono soliti muoversi in bicicletta potrebbero correre il rischio di essere sanzionati se vengono scoperti a lasciare il proprio mezzo sugli spazi erbosi: l’importo della multa sarà di 15 euro e 49 centesimi.

#2 Stendere il bucato su davanzali esposti alla pubblica vista

Credits: internazionale.it – Casa a ringhiera

Stendere il bucato sul proprio balcone o terrazzo può portare a ricevere una raccomandata. Si rischia di pagare 40 euro se vengono messe ad asciugare mutande, calze e altri panni sui davanzali delle facciate condominiali, in un luogo esposto alla pubblica vista.

#3 Sostare sul marciapiede con oggetti troppo voluminosi e sporchi

Nel regolamento comunale è indicata una sanzione di 40 euro per chi viene sorpreso sul marciapiede con oggetti troppo voluminosi, sporchi o che rischiano di imbrattare i passanti.

#4 Mostrare “deformità ributtanti” 

Il regolamento comunale mette in atto anche il body shaming: anche il mancato rispetto del decoro personale è uno delle situazioni passibili di multe. In particolare mostrare “nudità, piaghe o deformità ributtanti” è sanzionabile con 40 euro.

#5 Uscire da un wc pubblico con gli abiti in disordine

Al pari di sdraiarsi alla pubblica vista, è prevista una sanzione di 40 euro anche per chi viene colto uscire da un gabinetto pubblico con gli abiti in disordine.

#6 Fare pascolare il gregge in città

Pecore in duomo

Una sanzione di 50 euro è prevista per il pastore che porti a pascolare il proprio gregge in città, che sia piazza Duomo o il Parco Sempione poco importa.

Continua la lettura con: Le TASSE più ASSURDE che si pagano in Italia

FABIO MARCOMIN

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