L’iniziativa avrebbe dovuto essere temporanea ma alla fine si è deciso di mantenere questi semafori. Ecco dove sono stati installati e dove si potrebbero mettere a Milano.
I SEMAFORI dell’AMORE: li portiamo a Milano?
# I semafori “inclusivi” nel centro di Vienna
Semafori dell'amore
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stuggiart IG - Semaforo amore
L’iniziativa è stata messa in campo a Vienna in occasione dell’Eurovision Songcontest 2015 per sensibilizzare contro la discriminazione della comunità Lgbt. Nei semafori della capitale austriaca, in aggiunta ai soliti omini rossi e verdi, agli incroci pedonali sono state aggiunte delle coppie etero, gay e lesbiche che si tengono per mano con dei cuori a testimoniare celebrare l’amore in tutto il suo splendore. Da temporanea è diventata definitiva e se ne trovano in 47 incroci della città.
# Da installare a Porta Venezia?
Credits andreaslodewijkschmidt IG – Porta Venezia M1
Porta Venezia è ormai riconosciuto come il quartiere LGBT di Milano, dove si concentrano la maggior parte dei locali più inclusivi. Persino le pareti della fermata metropolitana della M1 sono di colore arcobaleno, a rappresentare la bandiera simbolo della comunità. Perché non partire da qui per installare i primi semafori dell’amore a Milano?
Milano ha in progetto di estendere la sua rete di trasporti sempre più oltre i propri confini. A nord con la M1 e M5 verso Monza, a est con la M4 fino a Segrate e la M3 oltre San Donato, a ovest la M5 fino a Settimo Milanese, mentre a sud una delle ipotesi è la M6 con capolinea ad Opera. Senza contare la circle line e le metrotranvie: la Milano-Seregno, la Milano-Limbiate, quella dal futuro capolinea Peschiera M3 a Paullo e da Cologno Nord M2 fino a Vimercate. Sono coperte quasi tutte le direzioni eccetto un’area strategica, ricca di eccellenze, ma ancora oggi mal collegata a Milano. Questo il testo della lettera ricevuta da Aida La Rosa, Presidente Associazione Futuro sostenibile in Lomellina ODV, con le sue proposte per rilanciare i trasporti nel Sud Ovest di Milano.
Qualcosa si muove a SUD OVEST, la zona d’ombra dei trasporti di Milano
Lettera di Aida La Rosa, Presidente Associazione Futuro sostenibile in Lomellina ODV
“Leggo in questi giorni del passante S9 e dei progetti futuri per collegare Milano al resto della Lombardia. Come sempre si nota un incremento del trasporto pubblico solo a Nord di Milano. Mi preme invece ricordare che a pochi km da Milano, a sud ovest, esiste una delle aree più belle della Lombardia completamente dimenticata.
# Un’area spettacolare, tra castelli, cascine e il Parco del Ticino
cristinanasi68 IG – Lomellina
Una vasta area popolata di innumerevoli castelli, cascine storiche, piazze incantevoli, attraversata dalla via Francigena e percorsa da migliaia di pellegrini. Come dimenticare il paesaggio del mare a scacchi delle risaie, il Parco del Ticino, le zone a protezione speciale, la ricchissima biodiversità, la vera e sempre più diffusa agricoltura biologica, le garzaie più belle d’Europa e una nidificazione importante di tante specie di uccelli.
# Il sogno della metro leggera per Abbiategrasso, Vigevano e la Lomellina occidentale, ancora con binario unico
Ph. Mirko Bozzato – Pixabay
Nonostante ciò non si parla mai della necessità che città come Abbiategrasso, Vigevano e Mortara e l’intera Lomellina occidentale, con un numero considerevole di abitanti che si sposta verso Milano per lavoro e studio, siano degnamente collegate a Milano.
Da sempre invece si è in balia di una ferrovia gestita da TRENORD con un pessimo servizio con la maggior parte del tragitto a binario unico. Eppure non ci vorrebbe molto a prevedere, una volta completata l’opera del ponte sul Ticino che ormai vedrà la luce nei prossimi mesi (è stato terminato alla fine del 2023 ma mancano la rampe di accesso sia da Vigevano che da Abbiategrasso Ndr), una metropolitana leggera fino a Mortara.
Chi ha responsabilità istituzionali la smetta di favorire sempre i collegamenti di Milano con le altre province. È ora di alzare lo sguardo anche da queste parti, la provincia di Pavia.”
# Raddoppio della Milano-Mortara fino ad Abbiategrasso entro il 2026?
Di Arbalete – Opera propria, Background map form Openstreetmap (http://www.openstreetmap.org/)., CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=30977549 – Linea Milano-Mortara
Questa la lettera del 2022. È cambiato qualcosa nel frattempo? Una notizia positiva c’è: il raddoppio dei binari da Milano fino ad Abbiategrasso è stato finanziato tramite i fondi del PNRR. Quella negativa è che Regione Lombardia è ora in cerca delle risorse aggiuntive, rispetto a quelle già stanziate per la sua parte, per sopperire all’incremento del costo delle materie prime dovuto a crisi energetica e inflazione. L’obiettivo è realizzare i lavori entro la prima parte del 2026, per non perdere i fondi europei, per poter poi in futuro raddoppiare il binario fino a Mortara. Sparirà la zona d’ombra dei trasporti della regione?
Prima l’area C, poi la sosta solo temporanea per i non residenti e il divieto di ingresso nel “Quadrilatero allargato”, all’orizzonte il prossimo passo: ticket d’ingresso anche per ibride ed elettriche. Milano sta diventando sempre più una città con diritti differenziati a seconda di quanto distante si viva dal centro. Queste tutte le misure che di fatto trasformano il centro di Milano in un “fortino”.
“FORTINO” AREA C: proposto TICKET anche per ELETTRICHE e IBRIDE. Il CENTRO sta diventando SOLO per i RESIDENTI?
# +50% ticket d’ingresso in centro
30 ottobre 2023: scatta l’aumento del 50% del ticket di Area C, da 5 a 7,5 euro, mentre il ticket per i veicoli di servizio aumenta da 3 a 4,50 euro. Resta inoltre immutato il divieto assoluto all’ingresso in centro dei veicoli più inquinanti, come i Diesel Euro 4.
# Limite di due ore al parcheggio in centro per i non residenti
1 Novembre 2023: Due ore. Non di più. A Milano è la “rivoluzione dei parcheggi”. La novità principale è la possibilità per gli automobilisti che entrano in centro di lasciare l’auto in sosta sulle strisce blu per non più di due ore dalle 8 alle 19 di tutti i giorni della settimana. Di fatto si impedisce di entrare in auto in centro a chi ci studia, ci lavora o si trova a doverci trascorrere più tempo.
# Il Quadrilatero allargato chiuso alle auto private dei non residenti
Foto di Jannis Lucas su Unsplash – Via Montenapoleone Milano
Dal primo semestre del 2024 il Comune di Milano chiude il centro alle auto private dei non residenti. L’area interdetta è il Quadrilatero della Moda allargato a Corso Matteotti, via Case Rotte fino a Via Manzoni. L’accesso è consentito solo ai residenti proprietari di box o garage e a chi parcheggia nelle autorimesse della zona, oltre a mezzi di servizio e di trasporto pubblico e privato, come taxi e Ncc, e fornitori autorizzati. La chiusura del “supercentro” potrebbe essere solo un primo passo: il Sindaco Sala non ha infatti escluso in prossimo futuro di allargare il perimetro dell’area.
# L’ultima proposta in Consiglio Comunale: ticket a 10 euro e fare pagare l’ingresso in centro anche a elettriche e auto ibride
Ztl
I consiglieri della maggioranza Rosario Pantaleo, Enrico Fedrighini e Carlo Monguzzi hanno presentato un ordine del giorno con delle proposte di ulteriore inasprimento delle regole d’accesso alla Cerchia dei Bastioni: le ipotesi spaziano dal “valutare un significativo incremento del ticket” al far pagare qualsiasi automobile, compresi “i 31 mila veicoli, ibridi ed elettrici, che oggi entrano liberamente”. Il rincaro prospettato potrebbe inoltre raggiungere i 10 euro. Non solo: si chiede anche di estendere l’arco temporale di attivazione delle telecamere oltre l’intervallo attuale 7.30-19.30.
Di fronte a queste richieste che aumentano la sproporzione nei diritti e nella libertà di movimento tra cittadini che vivono in centro e chi abita in periferia o, peggio, oltre i confini amministrativi, c’è chi inizia a chiedersi se tutto questo sia coerente con la Costituzione.
Metropolitana a Stoccolma. Credits: Annika Fundin. @
nikkfun IG
Oltre 18.000 like e 6.000 condivisioni in poche ore. Nei giorni in cui si testano i nuovi “tornelli anti salto” di Milano, sta facendo scalpore il post di Piero Marco Pizzi, attivista di Vigevano, sulla metropolitana di Stoccolma. Dove civiltà e solidarietà regnano sovrane.
“Sulla METRO di STOCCOLMA l’accesso è libero per chi non può PAGARE il BIGLIETTO”
La testimonianza di Piero Marco Pizzi, pubblicata sul suo profilo Facebook:
“Un turista italiano è entrato in una stazione della metro a Stoccolma, capitale della Svezia. Lì, notò che, tra i tornelli di accesso normali e comuni, ce n’era uno che dava il libero passaggio. Ha chiesto alla venditrice di biglietti perché questo tornello è libero di passare senza guardia giurata nelle vicinanze.
La signora gli ha spiegato che era destinato a persone che, per qualche motivo, non avevano soldi per pagare il biglietto. Incredibile (…) non ha potuto non fargli la domanda che, per lui, era ovvia:
– E se la persona avesse i soldi ma semplicemente non volesse pagare?
La bigliettaia con un sorriso di sorprendente purezza gli ha risposto:
– Ma perché dovrebbe farlo?
Incapace di rispondere, l’ingegnere ha pagato il biglietto ed è andato al tornello, seguito da una folla che aveva pagato i biglietti. Il lasciapassare è stato lasciato vuoto. L’onestà è uno dei valori più liberatori che un popolo possa avere. Un’azienda che è riuscita a trasformare questo valore in qualcosa di naturale si trova senza dubbio in uno stato di maggiore sviluppo. Questa è educazione… Così e soprattutto! Coltivate questo valore e trasmettetelo ai vostri figli, nipoti, studenti, società. Il tuo mondo cambia quando cambi tu. Non premiamo pratiche fraudolente, misfatti, corruzione.. Facciamo dell’onestà e della buona fede un’abitudine.”
VOLANO i PREZZI delle CASE a Milano: questo il QUARTIERE BOOM che ha segnato quasi +8% nell’ultimo anno
# A Milano prezzi in salita del 1,7%, negli ultimi 5 anni la crescita ha superato il 40%
Credits Andrea Cherchi – Bosco verticale dall’alto
L’ultimo report del portale immobiliare Idealista fa il punto sull’andamento del mercato delle case italiano. Nel 2023 è proseguita la salita dei prezzi, con un +1,7% rispetto al 2022, e un valore medio di 1.843 euro al metro quadro. Identica crescita per Milano, che negli ultimi 5 anni ha segnato un +40%, con un +0,3% nell’ultimo trimestre e una quotazione media attorno ai 5.000 euro al mq. In Lombardia fanno meglio negli ultimi mesi Bergamo, Mantova, Cremona, Brescia, Monza e Varese. A livello di valori assoluti però nessuno batte la nostra città, nemmeno nel resto d’Italia.
# Il boom di Vigentino-Ripamonti (+7,7%) con quasi l’8% di crescita del costo delle case
Credits milanodeimilanesi-ig – Vigentino
L’aumento più consistente è stato registrato nell’area Vigentino-Ripamonti, con +7,7%, a seguire quella limitrofa di Navigli-Bocconi con +7,2%, poi Baggio con +6,9%. Appena sotto il 6% troviamo Corvetto-Rogoredo a +5,8% e Lorenteggio-Bande Nereal 5,5%. Sopra la media milanese l’area Fiera-De Angeli con un +2%. Sotto la media milanese invece Porta Vittoria, Cermenate-Missaglia e San Siro-Trenno-Figino.
# I quartieri più costosi: il centro storico sfonda il muro dei 10.000 euro al mq
pexels-gianluca- Milano dall’alto
Dando un sguardo ai quartieri più costosi della città si ha la conferma del Centro Storico in cima alla classifica con il prezzo medio di 10.110 euro al mq. Con valori sensibilmente sopra la media milanese ci sono anche Garibaldi-Porta Venezia con 7.099 euro al mq, Navigli-Bocconi con 6.848 euro, Fiera-De Angeli con 6.783 euro e Porta Vittoria con 6.408 euro. Città Studi-Lambrate è appena sotto con una quotazione media delle abitazioni di 4.712 euro.
Il motivo della scelta del nome e quando è tornato ad essere quello attuale.
La storia del VECCHIO NOME di PIAZZA PREALPI
# Il quartiere popolare della Ghisolfa
Ghisolfa – antica cascina
Ci troviamo nella zona nord-ovest, nel quartiere della Ghisolfa all’interno del Municipio 8. Il nome dell’area è associato oggi soprattutto al ponte terminato nel 1941 ma in realtà deriva dal toponimo preesistente Ghisulf che dava il nome a due cascine della zona: Ghisolfa e Ghisolfetta. Un quartiere prevalentemente di estrazione popolare con gli edifici ALER, costruiti nella zona circostante Piazza Prealpi, tristemente famosi negli anni ’90 per vicende criminali legate alla cosca ‘ndranghetista dei Di Giovine.
# Quando Piazza Prealpi si chiamava Piazza Mario Asso
prlp_fiction IG
Il nome originale era Piazza Prealpi, in coerenza con gli altri toponimi “montani” della zona: Monte Generoso, Mottarone, Grigna. Nel periodo del ventenniofascista però molti nomi di luoghi furono modificati in onore delle vicende o dei personaggi ispirati a quel periodo. Per questa piazza fu scelto quello di Mario Asso. Sottotenente del Battaglione Ufficiali dell’esercito di “legionari” comandati da Gabriele D’Annunzio, rimase ucciso a Fiume durante un’offensiva militare del Regio Esercito Italiano per porre fine alla Reggenza italiana del Carnaro nel cosiddetto “Natale di Sangue” del 1920. Ritenuto un eroe di guerra, il governo fascista decise di intitolargli la piazza.
# Il nome sulle velette del primo tram delle serie 5000
vecchiamilanio.wordpress.com – Velette tram serie 5000
Piazza Mario Asso era indicata anche sulle velette del primo tram della serie 5000, utilizzato sulla linea 1 e in servizio tra la Stazione Centrale e la piazza nel quartiere della Ghisolfa. L’immagine in alto è stata scattata in occasione della Fiera Campionaria del 1938 alla presenza del Re Vittorio Emanuele III.
# Cosa rimane a memoria della vecchia denominazione
maps – Comando Polizia Stradale Piazza Prealpi
L’intitolazione a Mario Asso rimase fino alla caduta del fascismo. Di quel periodo esiste ancora l’edificio scelto costruito come sede del Gruppo Rionale Fascista “Mario Asso”, ubicato nella piazza all’angolo delle vie Jacopino da Tradate e Michelino da Besozzo. Oggi è sede del Comando Polizia Stradale.
Un progetto ideato oltre 30 anni fa e che si inserisce nella rete delle ciclovie europee. Come si sviluppa e a che punto siamo con i lavori.
La CICLOVIA del SOLE: il PERCORSO del PROGETTO e i TRATTI già completati
# Un percorso cicloturistico di 3.000 km che attraversa tutta l’Italia
gardapost.it – Ciclovie europee
Presentato da FIAB al “VeloCity” di Milano nel 1991, la Ciclovia del Sole o Ciclopista del Sole è un itinerario cicloturistico pensato per svilupparsi lungo circa 3.000 km dal Brennero alla Sicilia. Anche la Sardegna sarebbe compresa. Costituisce la parte del percorso EuroVelo 7, che collegherà Capo Nord in Norvegia con Malta per un totale di 7400 km complessivi, ed è il ramo n. 1 della rete nazionale BicItalia.
# Da Prato alla Drava a Palermo
4starbologna – Ciclovia del Sole
La caratteristica principale di questo percorso è di correre per circa il 65% su strade più o meno trafficate, il rimanente è diviso tra piste ciclabili e greenway, pista o strada ciclabile lontana da strade a traffico motorizzato. Il tracciato parte da Prato alla Drava, località al confine dell’Alto Adige con il Tirolo Orientale, prosegue attraverso la valle dell’Adige, Verona, Mantova, Bologna, arriva in Toscana toccando Pistoia, Prato, Firenze, Arezzo, poi Orvieto, Roma, Latina, Napoli, Salerno, Villa San Giovanni, Messina, Palermo.
# I tratti realizzati o attivi come strade secondarie segnalate
Di Adert – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=10262406
Il percorso è realizzato solo parzialmente e quasi esclusivamente nel tratto tra il confine con l’Austria e il territorio di Modena è strutturato con piste ciclabili e strade secondarie segnalate. La parte realizzata per intero è quella a nord, la ciclopista della valle dell’Adige, con una lunghezza di 400 km dal Brennero a Verona seguendo il corso del fiume e con una diramazione fino a Rosolina in provincia di Rovigo.
Ciclovia Sole Verona-Firenze
Da qui si snoda lungo 686 km fino a Firenze, comprendenti sia l’itinerario principale che le integrazioni anche intermodali. In Lombardia passa da Ponti sul Mincio, Monzambano, Marmirolo, Goito, Porto Mantovano, Mantova, Virgilio Bagnolo, San Vito, San Benedetto Po, Moglia.
Ciclovia Mirandola-Bologna
Una delle porzioni realizzate come pista ciclabile lungo questo tratto è quella inaugurata nel 2021 tra Mirandola, nella frazione di Tramuschio, e Osteria Nuova nel Comune di Sala Bolognese, recuperando il sedime ferroviario del vecchio tracciato della Bologna-Verona. Estesa fina a Calderata di Reno successivamente. I ciclisti possono arrivare fino al centro di Bologna percorrendo un tratto provvisorio di ciclovia.
# Gli interventi in corso e quelli programmati
Tra gli interventi in corso troviamo quelli sul tratto appenninico, tra Sperticano e Riola, di circa 20 km. Tra quelliprevisti ci sono 11 km nella città di Prato e altri 4 km nel suo hinterland tra Montale e Montemurlo.
Il primo grattacielo della zona sud della città e il sesto nella classifica delle altezze, appena dietro a Palazzo Lombardia. Questi i primati attesi per la futura sede di A2A. Prevista anche la riqualificazione di tutta l’area circostante tra Piazza Trento, Viale Toscana e il piazzale antistante la Chiesa di Sant’Andrea in Via Crema, compreso il sagrato.
L’area a sud dello scalo è la più vivace negli ultimi anni in termini di trasformazione con il progetto Symbiosis, la Fondazione Prada, la sede Fastweb, quella di LVMH e i cantieri per le sedi di Snai e Moncler. Dentro lo scalo sono in fase avanzata i lavori per il Villaggio Olimpico delle Olimpiadi 2026. Oltre alla Torre Faro sono però altri i progetti in corso di realizzazione.
Il “FARO DI MILANO”: il nuovo GRATTACIELO con GIARDINO PANORAMICO e BELVEDERE sopra Milano
# Torre Faro: il primo grattacielo per il sud Milano, alto 144 metri per 28 piani
Rendering Acpv – Torre Faro
Sono partiti finalmente a fine 2023 i lavori per il primo grattacielo del sud di Milano: Torre Faro”, futura sede di A2A, multiutility di energia e rifiuti di Milano e Brescia. L’altezza prevista è di circa 144 metri per 28 piani complessivi e viene realizzata con innovativi sistemi di efficienza energetica ed eco sostenibilità.
Credits: Urbanfile - Progetto riqualificazione area
Credits: Urbanfile - Planimetria riqualificazione area
# Una forma tubolare, uno sky garden e un belvedere panoramico a 125 metri d’altezza
Gallery Torre Faro A2A e riqualificazione aree circostante
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Torre Faro A2A
Credits: fanpage.it - Torre Faro A2A
Torre Faro A2A
Veduta Torre Faro da Viale Toscana
Veduta Torre Faro da sud
Veduta bassa Torre Faro
Credits: Urbanfile - Cascata acqua
Il grattacielo progettato dallo studio di architettura Antonio Citterio – Patricia Viel è stato pensato per distinguersi tra gli edifici della città per la sua forma tubolare, con una pianta circolare, e un’originale spaccatura a circa 61 metri di altezza con dei giardini pensili: lo Sky Garden con un’altezza di 3 metri.
Credits acpv – Torre Faro
Sulla sommità della torre invece, a circa 125 metri, un belvedere panoramico accessibile al pubblico.
acpv - A2A
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Hall ingresso
Museo energia
Credits, ACPV - Sezione parziale della torre con il Museo dell’Energia riqualificato
Ad accogliere 1.500 dipendenti la spaziosa hall d’ingresso al piano terra, con una scenografica cascata d’acqua visibile anche all’esterno. Previsto anche un cortile verde che collegherà la nuova sede al Museo dell’Energia, all’interno di un edificio esistente da riqualificare.
# La riqualificazione dell’area da Piazza Trento a Via Crema
acpvarchitects – Sagrato Chiesa di Sant’Andrea
Nell’ambito della costruzione della Torre Faro è contemplata anche la riqualificazione dell’intera Piazza Trento, la piazza antistante parrocchia Sant’Andrea, compreso il sagrato, e le vie Crema, Palladio e Adige. L’area dell’intervento è di 63.000 mq.
acpvarchitects – Nuova piazza tra Via Creama, Salmini e Verona
Nel dettaglio è previsto:
la trasformazione di Piazza Trento in un’area fruibile dai cittadini, un luogo di aggregazione, con completa revisione degli spazi pubblici e creazione di un’area verde accessibile, riqualificazione dei marciapiedi e del parterre centrale
un nuovo sagrato per la chiesa;
pedonalizzazione del tratto sud di via Crema con l’aggiunta di un’area giochi;
creazione di una nuova piazzetta pedonale tra le vie Crema, Salmini e Verona;
allargamento dei marciapiedi fino a 10 metri;
incremento alberature, con aggiunta di un filare di alberi in Via Adige.
Alla fine del 2022 i cantieri preparatori con la bonifica e le operazioni propedeutiche allo scavo delle fondamenta, alla fine del 2023 l’avvio dei lavori veri e propri. L’ultimazione è programmata per la fine del 2025. L’obiettivo è inaugurarla in tempo per le Olimpiadi del 2026 per poi procedere con il graduale ingresso dei dipendenti.
Ci sono però altre novità ad est. In costruzione anche due grattacieli in zona Parco Lambro.
# Entro settembre 2024 attesi in zona Parco Lambro due nuovi grattacieli da 23 e 16 piani
deverocostruzioni – Park Towers
Dopo la partenza dei cantieri per il quarto grattacielo orizzontale denominato “CityWave” in costruzione a Citylife per fare da quinta alle altre tre torri, la prossima inaugurazione della Torre Unipol e tutti i grattacieli che hanno trasformato il quartiere di Porta Nuova, anche a est della città sono in arrivo due nuove torri.
Stiamo parlando del progetto Park Towers Milano affacciato sul Parco Lambro, nel quartiere Feltre. Nel complesso residenziale ci sono due nuovi grattacieli di 23 piani e 16 piani, il primo già arrivato al tetto, e un terzo edificio in linea di 3 piani per un totale di 8mila mq. Un totale di 107 appartamenti di diversi tagli e metrature, 123 box e un’area verde di circa 5.000 mq.
Il progetto è finanziato anche tramite una raccolta di equity crowdfunding immobiliare tramite Concrete Investing e dovrebbe vedere la conclusione dei cantieri a settembre 2024. Un’inchiesta per abusi edilizi sui grattacieli milanesi, simile a quella in corso per la Torre Stresa di Piazza Carbonari già ultimata, potrebbe però rallentare i lavori.
Vorfreude. Una parola tedesca che significa: “la gioia nell’attesa”. Si tratta di quella sensazione di felicità che nasce quando ci prepariamo per qualcosa di bello. In questo mese di gennaio, tra giorni “blu” e quelli della “merla”, ci possiamo rallegrare con un po’ di vorfreude: queste le sette proposte per vivere la gioia dell’attesa.
I 7 VIAGGI più MITICI da fare nel MONDO almeno una volta nella vita
#1 Israele, universi diversi concentrati in un territorio più piccolo della Lombardia
Credits: igrandiviaggi.it
In questo caso l’attesa può rischiare di essere interminabile. Non è il momento migliore per programmare un viaggio in Israele eppure prima o poi va inserito in agenda. Pochi paesi presentano scenari tanto variegati all’interno di confini così ridotti. In un territorio più piccolo della Lombardia si trovano luoghi incredibilmente diversi. La spiaggia infinita di Tel Aviv, una metropoli dall’atmosfera europea ma con sapori antichi come nella città vecchia di Giaffa. A poca distanza dalla capitale finanziaria, si entra in una dimensione mistica conGerusalemme: in un chilometro quadrato della città antica si ritrovano i luoghi sacri delle tre grandi religioni monoteistiche. E a seconda di dove si esce dal centro antico ci si ritrova in Europa o in Medio Oriente, come a Gerusalemme Est. Poi c’è lo spazio desertico in cui si sprofonda per 400 metri sotto il livello del mare nella feritoia del Mar Mortodove si galleggia su un’acqua densa di sale. Se questo non bastasse ci sono da ammirare i Giardini Baha’i a Haifa, le rovine di Gerico o trascorrere una notte in mezzo al deserto del sud del Paese fino ad arrivare a bagnarsi nel Mar Rosso sulle spiagge di Eilat.
#2 Petra in Giordania, una delle nuove 7 meraviglie del mondo
Credits: viaggiogiovani.it
Non molto lontano da Israele si trova uno dei tesori nazionali della Giordania. Con 800 monumenti classificati di cui 500 tombe, Petra è patrimonio dell’umanità dell’UNESCO e una delle nuove Sette Meraviglie del Mondo. Steven Spielberg in questa location ha girato alcune delle scene di “Indiana Jones e l’ultima Crociata”.
Un’altra esperienza da provare almeno una volta nella vita è la traversata atlantica. Era la grande sfida che ha attratto per secoli i grandi viaggiatori europei. Dopo la diffusione dei voli aerei è tornata a essere un’attrazione, specie se affrontata su una barca a vela. Un’esperienza di contemplazione ma anche di costante attenzione. Ci vogliono circa 20 giorni per arrivare dalla sponda europea a quella americana, con la possibilità di scegliere soste tattiche sulle isole dislocate lungo il tragitto, come le Azzorre.
#4 La Transiberiana, il più lungo viaggio in treno del mondo
Inizio della Transiberiana a Mosca
Altra esperienza purtroppo penalizzata dalle vicende internazionale. Ma chi si vuole avventurare in terra russa, può percorrere quasi 10mila chilometri da Mosca all’estremo oriente di Vladivostok passando attraverso i territori sconfinati della Siberia. Presentata per la prima volta all’Esposizione Universale di Parigi del 1900 è ancora oggi la ferrovia più lunga del mondo. Avviata soprattutto per esigenze di trasporto merci si è trasformata in un vero e proprio punto di attrazione per turisti di tutto il mondo. Il tempo medio di viaggio è di una settimana, che può essere esteso fermandosi a visitare i luoghi più iconici, come Niznij Novgorod, Perm, Ekaterinburgo, Novosibirsk, Irkutsk, il lago Bajkal e Vladivostok, capolinea della corsa. Il treno ha una cadenza giornaliera ed effettua 157 fermate e attraversa ben 7 fusi orari.
#5 A Capo Nord in Norvegia per vedere l’aurora boreale
Credits: geoblog.altervista.com
Natura incontaminata, condizioni estreme e le luci dell’artico e dell’aurora boreale che danzano nel cielo. Capo Nord, il vasto altopiano che termina con una scogliera di 307 metri che si tuffa nel mare, è un’esperienza mozzafiato da fare almeno una volta nella vita. Situato sull’isola di Magerøya, per i meni temerari è facile da raggiungere grazie ad un tunnel sottomarino che collega l’isola di Magerøya alla terraferma.
#6 Route 66, il mito del coast to coast americano. Il più classico dei viaggi in macchina da Chicago a Venice Beach
Credits: vivitravels.com
Il classico più classico dei viaggi in macchina negli Stati Uniti, da una costa all’altra del Paese, attraversando alcune città iconiche come St Louis famosa per il Gateway Arch, Santa Fe, Las Vegas e Los Angeles oltre a immense praterie e paesaggi mozzafiato. Da compiere rigorosamente con il gomito fuori dal finestrino e la giusta colonna sonora.
Credits: eaglerider.com
#7 In Sud Africa da Johannesburg a Cape Town: 2.500 km on the road dall’Oceano Indiano all’Oceano Atlantico
Credits: turkishairlines.com
Tra i sette viaggi da fare almeno una volta nella vita non può mancare l’Africa. La scelta ottimale non può che essere il Sud Africa da affrontare in una traversata che consente di spaziare dall’Oceano Atlantico a quello Indiano, scoprendo paesaggi pazzeschi e città straordinariamente ricche di storia e di cultura. Uno dei tragitti classici prevede la partenza dalla capitale economica del Paese Johannesburg verso la costa fino a Durban con la famosa spiaggia ideale per il surf Golden Mile o il Giardino Botanico con piante risalenti alla preistoria. Si prosegue poi verso la Riserva Naturale di Robberg, sito tutelato dall’Unesco con le sue spiagge e le grotte abitate già all’età della pietra.
Dopo la Laguna di Knysna si avanza sempre sulla Garden Route, così chiamata per le sue valli lussureggianti e per le sue foreste e ci si può fermare ad ammirare il panorama di Capo di Buona Speranza, prima del traguardo nella capitale legislativa Cape Town. In tutto sono circa 2.500 km in auto, che con tutte le soste vanno percorsi in un paio di settimane.
Sempre più difficile mantenersi a Milano con i livelli retributivi attuali, dal 1990 al 2020 sono calati di quasi del 3% in Italia, e il costante aumento del costo della vita. Una che negli ultimi tempi sembra essere peggiorata ulteriormente, con dei risvolti preoccupanti e drammatici. Milano è infatti al primo posto per aumento di persone in difficoltà economica.
Per vivere a MILANO uno STIPENDIO non BASTA
# Atm non trova autisti e taglia le corse
Credits mezzi_di_milano IG – Bus Atm
A Milano la vita è cara, più che in qualsiasi altra città d’Italia. Una situazione che negli ultimi tempi sembra essere peggiorata ulteriormente, con dei risvolti preoccupanti e drammatici. Un esempio balzato al centro delle cronache è la difficoltà di ATM nel trovare autisti: ne mancano 300 a cui si aggiunge la ricerca di altri 300 dipendenti con profili amministrativi e gestionali. Gli stipendi non garantiscono una vita dignitosa e per questo c’è anche chi sceglie, una volta assunto, di trasferirsi altrove. L’Azienda Trasporti Milanesi si è vista costretta a ridurre la frequenza di linee bus e tram, tagliando ben 31 corse di superficie.
# La replica di un tranviere: stipendi bassi e costo della vita insostenibile
Credits Andrea Cherchi – Tram a Milano
La lettera di un conducente per descrivere le motivazioni alla base della fatica di ATM nel trovare lavoratori:
«Gentile redazione, sono un autista Atm/net da quasi vent’anni, e nel corso di questo periodo ho visto cambiare tante cose in Atm in primis, e nel contratto nazionale che, già quando sono stato assunto io nel 2000, era abbastanza basso.
Ma adesso chi viene assunto in Atm o comunque col contratto autoferrotranvieri guadagna circa €1200 al mese, considerando il fatto che per poter fare questo lavoro bisogna spendere circa €5000 per fare le patenti, tutte le abilitazioni e tutte le varie visite necessarie per poter svolgere questa tipologia di lavoro.
Quindi chi investe €5000 nelle patenti e poi ha un prospetto di lavoro dove ne guadagna 1200€ al mese e le spese sono tantissime, non va più a fare l’autista o il tramviere o il macchinista ma punta fare qualcos’altro dove ovviamente riesce a lavorare guadagnando il giusto per vivere decorosamente.
Cordiali saluti
Giorgianni BAGLIERI»
Un problema che perdura nonostante gli incentivi e gli aiuti proposti da ATM e che sembra valere per molti altri lavoratori come risulta da una ricerca sulle buste paga dei milanesi..
# In base a un studio della CGIL il milanese guadagna in media 123 euro lordi al giorno: dai 562 euro dei dirigenti ai 47 degli intermittenti
klimkin da Pixabay
In un’indagine del dipartimento politiche del lavoro della CGIL su 1.687.183 buste paga milanesi, tratte dal database di INPS su dati del 2020 escluso il comparto agricolo, è emerso che la paga media giornaliera dei milanesi è pari a 123 euro lordi al giorno. La cifra è il risultato della media tra gli stipendi più alti e quelli più bassi.
Tra quelli più alti troviamo i dirigenti con 562 euro ei quadri con 232 euro. Tra quelli più bassi impiegati, operai e interinali rispettivamente con 109, 74 e 72 Euro. Fanalino di coda i lavoratori interinali intermittenti, 83.000 tra le buste paga prese in considerazione, che guadagnano 47 euro lordi al giorno.
Il divario salariale si conferma anche tra uomini e donne a Milano, come nel resto d’Italia. Dai dati elaborati da CGIL risulta che un operaio guadagna 80 euro al giorno contro i 54 di un’operaia mentre tra gli impiegati il rapporto è 125 a 96 euro. Nelle fasce più alte i quadri uomini hanno una retribuzione media giornaliera di 232 euro, contro i 214 delle colleghe donne, rispettivamente 585 e 478 euro se si tratta di figure dirigenziali.
# Le retribuzione degli italiani sono le uniche ad essersi abbassate in Europa in 30 anni
lylias rocca LN – Variazioni salari Europa 1990-2020
A completare un quadro poco edificante arrivano i dati OCSE che certificano come l’Italia sia l’unico paese in Europa in cui le retribuzioni dei lavoratori dipendenti sono calate nel trentennio 1990-2020. Uno sconsolante -2,9%.
Mentre gli italiani continuano ad impoverirsi, i cittadini delle altre Nazioni europee hanno visto aumentare i loro stipendi con una crescita in doppia cifra, eccetto per la Spagna che ha registrato un +6,2%. Dal Portogallo con +13,70%, passando per l’Austria con +24,90%, sopra il 30 Grecia, Francia, Finlandia e Germania. Oltre il 60% ci sono Svezia e Slovenia, tra il 70 e i l 100% troviamo Ungheria, Irlanda, Polonia. Sopra il 100% Repubblica Ceca e Slovacchia. Il podio è occupato da tre Stati dell’est: Lettonia +200,50%, Estonia +237,20% e Lituania con +276,3%.
# In Italia il 12% della popolazione vive in una condizione di povertà, Milano prima per aumento di persone in difficoltà economica
Infografica corriere
A questi numeri si aggiungono quelli del quarto rapporto sulla povertà alimentare realizzato dalla Ong ActionAid utilizzando l’elaborazione di dati Istat. La fotografia dell’anno successivo allo scoppio della pandemia, il 2021, mostra come almeno 6 milioni di persone al di sopra dei 15 anni, corrispondenti al 12% della popolazione, vivano in condizione di povertà alimentare. Tra questi ci sono, oltre a disoccupati e persone inabili al lavoro, anche giovani adulti tra i 19 e i 35 anni e coloro che pagano un affitto.
Osservando infine i dati forniti dal Ministero delle Politiche Sociali e del Lavoro sul numero di chi riceve aiuti Fead (Fondo di aiuti europei agli indigenti), emerge come la Città Metropolitana di Milano sia seconda dietro quella di Napoli per numero di beneficiari (215mila) e addirittura prima per l’aumento più consistente: una crescita di 115 mila unita e un’incidenza del 6,7% rispetto alla popolazione residente.
In questo articolo di gennaio 2022 raccontavano dei disagi dei pendolari del sud milanese che si muovono da e verso Milano in treno. In particolare, la tratta Milano-Lodi spesso soggetta a interruzioni, ritardi e cancellazioni. Dai pendolari era arrivata una proposta per rendere più efficiente il servizio.
“CONGELATA” la linea S12 come una “METROPOLITANA LEGGERA” tra Milano e Lodi
# La Milano-Lodi una delle più frequentate dai pendolari, ma spesso soggetta a interruzioni
Linea S1
La linea ferroviaria Milano-Lodi S1 è una delle più trafficate e frequentate dai pendolari, ma spesso soggetta a interruzioni, ritardi e cancellazioni. In alcuni casi la causa è stato il guasto di un treno merci sulla linea, altre volte un pantografo incastrato o la rottura della linea di tensione sopraelevata. A questo si aggiunge il fatto che i convogli debbano fermarsi in mezzo alle campagne per lasciare passare treni alta velocità semivuoti negli orari in cui si concentrano i lavoratori, per un discorso di gerarchia ferroviaria.
# La soluzione proposta dai viaggiatori: S12 come metropolitana di superficie e ripensare l’interconnessione “lenta/veloce”
Credits hpgruesen-pixabay – Trenord
Oltre alle legittime proteste, i pendolari si sono dimostrati proattivi nel suggerire alcune proposte da mettere in campo. La prima richiesta, che è anche quella più fattibile, è stata di riportare fino a Melegnano la linea S12 per aumentare il numero di corse e riqualificare la stazione di Lodi. In questo modo con corse ogni 12-15 minuti la linea diventerebbe una “metropolitana leggera” tra Milano e Lodi.
La seconda è invece di ripensare l’interconnessione “lenta/veloce” e fare in modo che il transito di linee regionali, suburbane, treni merci e dell’alta velocità sia il più funzionale possibile. Per fare questo la proposta è stata di anticipare questa interconnessione tra Lodi e Tavazzano, dove un treno merci si era fermato per guasto a gennaio 2022, splittando così la linea lenta ad uso esclusivo della S12 fino a tutta la tratta Lodi-Saronno.
# Reintrodotta la linea S12, ma solo fino a Bovisa e con otto corse al giorno
Credits I.sorry-wikipedia – S12 Milano
La proposta dei pendolari sembrava essere stata ascoltata da Regione Lombardia e il 28 agosto 2023 la linea S12 Melegnano-Cormano è infatti stata riattivata, anche se con attestazione a Milano Bovisa. Inizialmente con otto corse, quattro per direttrice, con la promessa di aggiungernealtre all’inizio del 2024 e arrivare quindi a un servizio di metropolitana di superficie. L’impegno non è stato però mantenuto e i nuovi orari non hanno registrato modifiche.
Per Trenord l’aumento del numero di corse è possibile solo al rilascio infrastrutturale da parte di Ferrovienord del binario per Cormano-Cusano, al momento non ancora disponibile. Il passaggio dei treni ogni 15 minuti si ha per ora solo grazie alla combinazione della linea S1 Lodi-Milanonegli orari di passaggio della linea S12, che dopo San Donato si immette nel passante ferroviario milanese.
Se si osserva Milano da una prospettiva esterna, quasi estranea, e si gira per le sue vie solo per visitare i posti più conosciuti, si noterà sì una Milano degna di essere chiamata una delle città più belle d’Italia e d’Europa, ma non si capirà a pieno la città meneghina. Il bello di Milano è proprio quelli di imbattersi qua e là in posti, edifici, piazze di cui non avevi mai sentito parlare, ma allo stesso tempo affascinanti. Angoli nascosti al pubblico, che forse per questo sono ancora più interessanti.
Il GIARDINO SEGRETO di PORTA MAGENTA: il “magnifico” dono di Ludovico il Moro a Lorenzo de’ Medici
In via Terraggio 5, vicino a Porta Magenta, c’è un Giardino Segreto con una storia gloriosa dietro le spalle.
# Il dono di Ludovico il Moro a Lorenzo de’ Medici
Credits: @milanosecrets IG Giardino via Terraggio 5
Il giardino di via Terraggio ha una storia gloriosa: intorno al 1400 fu donato da Ludovico il Moro a Lorenzo de Medici. Il duca di Milano, infatti, per regalare un soggiorno piacevole ad un personaggio così illustre come Lorenzo de Medici donò al governatore fiorentino il giardino e l’adiacente edificio, tuttora chiamato Casa Medici. Da qui il palazzo assunse diverse funzioni: monastero, cinema (il refettorio del monastero è l’attuale cinema Orchidea chiuso per restauro) e caserma.
Fino a quando, dopo la Seconda Guerra Mondiale, il giardino e il palazzo divennero proprietà del comune, che nel frattempo stava progettando la “racchetta”, una strada che doveva tagliare il centro-città passando da Corso Europa, via Larga, Via Albricci e poi l’area delle Cinque vie.
# La riapertura del giardino
Credits: @megliounpostobello giardino via terraggio 5
Mentre il progetto urbano della racchetta veniva lasciato in disparte, il giardino e il palazzo rimasero ancora di proprietà comunale e così il giardino chiuso per molti anni. Nel 2000 però gli abitanti del quartiere si batterono per aprirlo al pubblico, il giardino sarebbe stato infatti un ottimo posto per rilassarsi. La battaglia degli abitanti fu vinta e il giardino riaperto.
Ma, si è capito bene dov’è il giardino? Se la via e il numero civico non bastano, precisiamo che è dietro un portantino di un vecchio stabile.
# Al mattino e la sera è un’oasi di pace
Credits: @marcobrandonews IG Giardino via terraggio 5
Negli anni il Giardino Segreto di via Terraggio 5 non è più così tanto segreto, tanto che nel pomeriggio è spesso pieno di bambini. La mattina e la sera è invece uno dei posti più tranquilli che si possono trovare, perfetto per rilassarsi e leggere un bel libro.
Come per ogni cosa però c’è un piccolo problema. Gli abitanti del palazzo adiacente non sono molto felici che il giardino sia pubblico, anche se il Comune ha già provveduto ad aggiungere un secondo portone di sicurezza che impedisce alla gente di accedere alle scale della casa. Bisognerà quindi cercare di creare un altro ingresso.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Vocaboli ed espressioni alquanto famose, di cui però non tutti conoscono il significato.
Le PAROLE SIMBOLO simbolo del DIALETTO MILANESE
# I tre cavalieri del dialetto milanese
Cadrega
Fior di letterati, drammaturghi e poeti di Milano hanno dedicato ampie pagine agli studi del dialetto milanese come ad esempio Bonvesin de la Riva (1240-1315), Carlo Maria Maggi (1630-1699) e Carlo Porta (1775-1821) contribuendo in modo determinante all’evoluzione linguistica e letteraria dell’idioma di Milano. Per fortuna ancora oggi, nonostante il lumbard sia un dialetto meno diffuso di altri più utilizzati ci sono una serie di vocaboli ed espressioni alquanto famose, di cui però non tutti conoscono il significato.
# Vada via i ciap
Cominciare con un vaffanon è propriamente scrivere da galantuomini, se non fosse che l’espressione qui sopra è probabilmente la più famosa del dialetto milanese. In soldoni, se siamo stati coinvolti in una discussione o un litigio o più semplicemente vogliamo mostrare la direzione di quel famoso paese al nostro oppositore, vada via i ciap è un modo come un altro per invitare il suddetto a vendersi il posteriore.
# Bauscia
Alias, il tifoso nerazzurro per antonomasia. Il significato originale della parola è sbruffone, spaccone, ma nel XX secolo fu affibbiato prevalentemente ai tifosi dell’Inter anche per corsi e ricorsi storici che partono dal borghese movimento artistico futurista di inizio secolo (infatti il primo logo nerazzurro lo ideò un pittore futuristi, Giorgio Muggiani.) Come contraltare degno di una stracittadina, invece, il tifoso rossonero veniva identificato con i ceti sociali di rango inferiore, da cui l’altrettanto spassoso soprannome casciavit, il cui significato è facilmente intuibile.
credits: milanofree.it
# Tusa
La ragazza. A cui spesso si antepone il vezzeggiativo bela tusa, chiaro tentativo dei milanesi di qualche anno di attaccar bottone con qualsiasi signorina dall’aspetto caruccio che si trovasse a passare vicino a loro. Ricordo inoltre che qualunque u all’interno di una parola in dialetto milanese viene spesso prolungata (es. Bela tuuuuusa!)
# Müchela!
Chiudi il becco! Müchela!, rigorosamente scritta con il punto esclamativo accanto è probabilmente una delle espressioni più simpatiche che stanno sparendo dalla città di Milano. In soldoni serve per zittire il nostro contendente, intento molto probabilmente a raccontare un sacco di baggianate.
La sua particolarità è sicuramente la presenza del doppio puntino sulla ü, a mostrare una chiarissima influenza di stampo teutonico (come dimenticare, infatti il mitico Lothar Matthäus, che da queste parti ha lasciato fra noi interisti grandissimi ricordi.)
# Pirla
L’insulto meneghino per antonomasia, che però più che una parolaccia è un vero e proprio sfottò molto più leggero della maggior parte degli insulti dialettali italiani. Il termine è di origine incerta ma probabilmente deriva da pirlare variante di prillare, ovvero girare su sé stesso, e questo andrebbe a rafforzare la tesi di significato: pirla infatti è un qualcosa che si dice per prendere in giro qualcuno di poco sveglio, e un uomo che gira su se stesso come una trottola non da una grande immagine di sé. PS: di questa parola esiste anche la variante pistola, amatissima da un comico lombardo molto in voga negli anni ’80: Francesco Salvi.
Ti è mai capitato di scegliere una destinazione turistica attirati dalle prelibatezze culinarie del luogo? Ebbene, questa è una tendenza che sta prendendo sempre più piede in Italia. Per quanto riguarda la città di Milano, sono sempre più numerosi gli chef che escono dalle mura dei propri ristoranti stellati e che cercano concretamente il contatto con la terra così da reperire le materie prime di cui hanno bisogno. Ma andiamo con ordine.
Gli CHEF “AGRICOLTORI”: materie prime DOC direttamente dalla CAMPAGNA a MILANO
# Turismo enogastronomico
Credits: pettinaviaggi.it – Langhe e Roero
È un turismo in crescita costante, testimoniato, fra l’altro, da un eccellente esempio costituito dai territori delle Langhe e del Roero, immersi tra meravigliose vigne patrimonio dell’UNESCO. Qui la cultura enogastronomica è fortemente identitaria e profondamente radicata sul territorio grazie alle piccole e medie imprese agricole che portano avanti con fierezza la propria cultura. Un vero successo destinato a crescere ancora di più.
# Cosa cerca il turista enogastronomico?
Credits andrewbono_7 IG – Vendemmia
Cerca vacanze green a contatto con la natura visitando le aziende produttrici. Intraprende percorsi in alpeggio per capire come si produce quel formaggio. Effettua passeggiate a piedi o bike tours, per esplorare vigneti, uliveti, cantine. Predilige visitare aziende che organizzano percorsi o iniziative di gruppo che coinvolgiamo il turista nella propria attività come la potatura, la semina o la mungitura. È sensibile alle tematiche del chilometro zero, della biodiversità e della ecologia.
Siamo messi bene, per fortuna. In una città che è all’avanguardia anche nel campo delle novità enogastronomiche, non poteva essere diversamente.
Ecco dunque alcuni tra i tanti esempi virtuosi, come Davide Longoni che già da tempo è portavoce del movimento “Panificatori agricoli urbani” che attribuisce grande attenzione alla qualità della materia prima e alla selezione meticolosa delle farine più pregiate
E poi Viviana Varese, chef stellata già titolare del ristorante Viva a Milano e che da Milano si è spostata in Sicilia per dedicarsi alla coltivazione di un orto da cui derivano le materie prime a servizio del ristorante siciliano che ha aperto proprio nell’isola.
E ancora Pietro Leemann, titolare del ristorante stellato Joia, pioniere da anni della ristorazione vegetariana e che utilizza prodotti coltivati da una azienda agricola alle porte di Milano
Di esempi ce ne sarebbero molti altri ma già questi, sono funzionali a comprendere che il cibo buono, il mangiare bene, non è più solo andare al ristorante e mangiare, ma è soprattutto ricercare, curiosare e poi scoprire anche ciò che nel piatto non si vede ma esiste.
È, insomma, atto di responsabilità, è contatto veritiero e autentico con chi produce.
Il 2023 ha segnato un nuovo record per il mercato immobiliare milanese. I prezzi continuano a crescere ma la novità sono le periferie dove, grazie soprattutto alla riqualificazione di aree degradate e a progetti di nuove fermate metropolitane, la rivalutazione è maggiore. Non solo: per gli esperti sono proprio le periferie a rappresentare la migliore opportunità d’investimento per il 2024. Scopriamo i sette quartieri su cui scommettere.
Sarà l’anno delle PERIFERIE? Le 7 ZONE di Milano su cui puntare per comprare CASA nel 2024
Credits Andrea Cherchi – Case Milano
In base alle ultime rilevazioni di Immobiliare.it Insights si conferma a Milano la crescita dei prezzi nel settore immobiliare:+4% rispetto al 2022 e una quotazione media di 5.300 euro al mq. Le previsioni stimano un ulteriore rialzo nel 2024, avvicinandosi ai 5.500 euro al mq, confermando il primato assoluto di Milano come più cara d’Italia.
Entrando nel dettaglio dei quartieri più redditizi sono sempre di più le periferie a fare la parte del leone. Queste le 7 zone su cui puntare per acquistare o investire:
#1 Ponte Lambro-Santa Giulia
gengen00 IG – Santa Giulia
A sud-est della città troviamo i quartieri di Ponte Lambro-Santa Giulia a prevedere la crescita maggiore, con stime di un +7,8%. In quell’area è in costruzione il Palaitalia per le Olimpiadi Invernali 2026 e nel prossimo decennio potrebbe arrivare la nuova linea metropolitana M6.
Altra zona che presenta alti margini di crescita è quella di Bisceglie-Baggio-Olmi, stimato un incremento dei valori immobiliari del 5%, grazie alle tre fermate del prolungamento della M1 e al progetto Sei Milano. I lavori potrebbero partire tra la fine del 2024 e la prima parte del 2025.
Appena fuori dalla cerchia filoviaria c’è l’area compresa tra Scalo Romana, dove è in costruzione il Villaggio Olimpico e da poco è partita quella della Torre A2A, e il Vigentino che sull’onda lunga di Fondazione Prada e del progetto Symbiosis sta assistendo a un incredibile rilancio.
Con l’apertura del Merlata Bloom, il più grande mall commerciale di Milano, per il nuovo quartiere di Cascina Merlata e le aree limitrofe a nord-ovest della città si prevede ancora una crescita dei prezzi delle case nel prossimo futuro. Nei prossimi anni attesa anche la costruzione della stazione della Circle Line di MIND-Merlata.
Sull’asse lungo Viale Certosa, dove sono presenti valori immobiliari di molto inferiori rispetto alla media cittadina attorno a 3.605 euro al mq, è previsto un un profondo rinnovo dello stock immobiliare. Nel futuro qui potrebbe arrivare una delle fermate della M6.
#6 Affori-Bovisa
Politecnico – Rpbw – Interno campus Bovisa
Non troppo distante l’area di Affori-Bovisa, a nord-ovest della città. Al centro di una grande trasformazione, con il nuovo campus del Politecnico alla Goccia nei vecchi gasometri, dove già oggi il rendimento medio per un appartamento messo a reddito è del 6,62%.
#7 Bocconi
Foto redazione – Università Bocconi
Ritornando a sud, limitrofa all’area di Scalo Romana, troviamo una delle zone migliori per un investimento immobiliare: quella attorno all’Università Bocconi. L’apertura del nuovo campus con lo sport center e la nuova fermata della S9 e della futura Circle Line hanno contribuito a far salire ulteriormente i prezzi delle case.
Prende forma un pezzettino alla volta la metrotranvia: nel suo sviluppo complessivo collegherà la stazione ferroviaria di Certosa FS con la stazione della metropolitana M2 di Cascina Gobba. La situazione dei cantieri e i numeri dell’infrastruttura.
La METROTRANVIA NORD va AVANTI: i lavori e il percorso da Certosa a Cascina Gobba
# Una “tangenziale Nord” sui binari: da Certosa FS a Cascina Gobba M2
Metrotranvia nord
La metrotranvia nord o interperiferica nord è una linea pensata per collegare la periferia milanese da nord-ovest a nord-est dalla stazione ferroviaria di Certosa FS con la stazione della metropolitana M2 di Cascina Gobba. Attualmente è già in funzione una parte del tracciato, che corrisponde al tram 7, da Piazzale Lagosta a via Anassagora con i mezzi su rotaia che sfruttano il deposito di Precotto per fare inversione. In totale 14 km di nuovi binari.
Le tratte rimanenti, da piazzale Bausan a Villapizzone, da Fulvio Testi a Niguarda e dal Quartiere Adriano a Cascina Gobba M2, sono già state finanziate tramite il PNRR per un importo pari a 86,3 milioni di euro. Lungo il percorso la metrotranvia interscambia anche con la linea M3 ad Affori, utilizzando il canale urbano previsto per il progetto abbandonato della strada interquartiere, il tram 4 a Niguarda, le stazioni ferroviarie di Quarto Oggiaro, Bovisa e Villapizzone, in aggiunta a quelli Precotto M1 e Bicocca M5 già esistenti.
# La tratta Annassagora-Adriano pronta a fine 2024
L’opera è attesa da 20 anni e dopo lo stallo, dovuto alla necessità di potenziare l’intervento di bonifica rispetto a quanto era stato previsto in origine con l’aggiunta di 7,8 milioni di spesa, i lavori dovrebbe proseguire senza ulteriori intoppi. Attualmente i i cantieri, ripartiti il 15 gennaio 2024, sono concentrati nel tratto che da Via Anassagora svolta su Via Adriano dove è previsto il nuovo capolinea. L’inaugurazione è programmata per la fine del 2024.
# Predisposta un’altra area di cantiere con la chiusura dei giardini di Via Santa Monica e Via Racconigi
Urbanfile-Riccardo Mastrapasqua - Recinzioni lavori metrotranvia
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Urbanfile-Riccardo Mastrapasqua - Recinzioni lavori metrotranvia
Urbanfile-Riccardo Mastrapasqua - Recinzioni lavori metrotranvia nord
Urbanfile-Riccardo Mastrapasqua - Recinzioni per lavori metrotranvia nord
Sempre all’inizio di quest’anno, come testimoniano invece le immagini del blog Urbanfile, sono stati chiusi i giardini di Via Santa Monica e Via Racconigi in zona Pratocentenaro/Niguarda. La recinzione si estende lungo Viale Fulvio Testi fino alla rotonda che separa Via Racconigi da Via Majorana, punto in cui è prevista la prosecuzione del tram tra lo spartitraffico già predisposto da tempo.
Duro scontro tra poteri dello Stato che costituisce un pericoloso precedente. Un centinaio di sindaci del Sud scendono in piazza contro la riforma dell’autonomia differenziata che da oggi viene discussa al Senato e che segue, con un ritardo di oltre sei anni, il voto popolare di lombardi e veneti a favore dell’autonomia della loro regione, in coerenza con quanto stabilito dalla Costituzione.
I SINDACI del SUD in rivolta contro l’AUTONOMIA votata dai CITTADINI del NORD
Autonomia differenziata
16 gennaio. La legge sull’autonomia differenziata approda in Aula al Senato. Sono trascorsi oltre sei anni da quando lombardi e veneti hanno votato a grande maggioranza a favore dell’autonomia della loro regione, in coerenza con quanto stabilisce la Costituzione Italiana nell’articolo V: “La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento”. Il disegno di legge sull’autonomia differenziata definisce procedure legislative e amministrative da seguire per giungere ad una intesa tra lo Stato e le Regioni che chiedono ulteriori autonomie. Governo e cittadini per una volta sembrano essere sulla stessa lunghezza d’onda. Ma c’è chi non ci sta.
# I sindaci del Sud scendono in piazza contro l’autonomia
Un centinaio di sindaci del Sud, quasi tutti appartenenti all’area di centro-sinistra, scendono in piazza contro la riforma dell’autonomia differenziata, che approda in Senato. Obbediscono così a un appello proveniente dai senatori dei loro territori annunciando una protesta davanti alle prefetture contro la riforma. «Ogni sindaco che amministra la cosa pubblica nel Mezzogiorno – spiegano dall’associazione “sindaci del Sud” – sa quanto sia difficile garantire quello che chiedono i cittadini e ciò che servirebbe alle future generazioni in un contesto di totale difficoltà socio-economica e di gravi carenze amministrative. Con il regionalismo spinto non si creerebbe quella maggiore efficienza che il ministro Roberto Calderoli sbandiera per giustificare la sua proposta, il cui unico scopo, in realtà, è ridare peso alla Lega. Si determinerebbe, invece, un peggioramento delle condizioni dei municipi del Sud». «Si calcola – spiegano i sindaci – che la proposta di revisione del Pnrr ottenuta dal ministro Raffaele Fitto colpirà soprattutto le regioni del Sud, che subiranno un taglio di 7,6 miliardi, la metà dei 15,9 che si prevede di ridurre. Per non parlare dell’eliminazione delle Zes e dei 4,4 miliardi distratti dal fondo perequativo infrastrutturale in una nazione che sul piano delle ferrovie e delle strade è letteralmente tagliata in due, l’alta velocità al Nord, la grande lentezza al Sud». «L’autonomia differenziata – evidenziano i primi cittadini – rappresenterebbe il colpo di grazia e per questo noi sindaci del Sud chiediamo a tutti i senatori eletti nei nostri collegi di far sentire forte la loro voce di dissenso, in difesa della terra in cui sono nati loro stessi, i loro genitori e i loro nonni, i loro figli. Diversamente faremo conoscere alla popolazione chi si è sottratto a questo dovere morale». Da qui l’invito a tutti i sindaci meridionali «a far riflettere i propri referenti in Senato sulle responsabilità che si stanno assumendo e a scendere in piazza e sostenere le associazioni che stanno organizzando i presidi dinanzi alle Prefetture». (Ansa)
Secondo questa ricerca la città italiana con il più alto costo della vita è una di quelle con più offerta di ristoranti economici, rapportata al numero di residenti. Scopriamo come è stata realizzata e le altre città italiane nella top ten.
MILANO è la TERZA CITTÀ al mondo per RISTORANTI ECONOMICI
# La “Guida di viaggio definitiva per gli amanti del cibo”
Food Travel Guide
Il sito SpinGenie ha realizzato la “Guida di viaggio definitiva per gli amanti del cibo”. Per realizzarla sono stati selezionati un elenco di articoli come Time Out e Luxury Columnist, andando a creare un elenco con le migliori città gastronomiche di tutto il mondo. Di queste è stato poi individuato con Numbeo il costo medio di un ristorante economico e il costo di un pasto di tre portate per due persone in un ristorante di fascia media. Infine utilizzando Trip Advisor è stato raccolto il dato sul numero di ristoranti economici, di fascia media e raffinati utilizzando i filtri pertinenti sul sito. Tutto questo ha generato una serie di classifiche, in una di queste Milano si è presa la terza posizione.
# Milano al terzo posto tra le città per numero di ristoranti economici per abitante
Credits nozomi.cecilia IG – Ravizza 1871
Nella parte di studio condotta sulle città con il maggior numero di ristoranti economici a prendersi lo scettro è stata GeorgeTown in Malesia. Conta un totale di 280 ristoranti economici, pari a 17,7 ogni 10.000 abitanti. Tra questi il Siam Road Charcoal Char Kuey Teow, le bancarelle di New Lane Street Food e il ristorante Tai Tong.
In seconda posizione troviamo Firenze con 563 ristoranti, pari a 15,6 ogni 10.000 abitanti. Il terzo gradino del podio è di Milano con oltre tre volte il numero di ristoranti del capoluogo toscano, 1.684, equivalente a 12,4ogni 10.000 abitanti. Un dato che, almeno nel settore della ristorazione, non rispecchia la sua nomea di città italiana con il più alto costo della vita.
spingenie – Top ten città con ristoranti economici
Scorrendo la top ten, tra le grandi città troviamo: Parigi, con 2.545 ristoranti (10,6 ogni 10.000 abitanti), Praga con 1.177 ristoranti (9 ogni 10.000 abitanti), Lione con 434 (8,3 ogni 10.000 abitanti), Manchester con 338 (6,1 ogni 10.000 abitanti) e infine Romacon 2453 ristoranti, appena meno della capitale francese, pari a 5,8 ogni 10.000 abitanti.
Credits Milano sparita e da ricordare Fb - Vicolo Lavandai
Al contrario di quel che gli stereotipi culturali potrebbero farci credere, un tempo a Milano i panni venivano lavati dagli uomini. Ebbene sì, oltre alle più famose vie dedicate ai mestieri, come via degli Spadari, dei Mercanti e degli Orefici, c’è anche il Vicolo dei Lavandai. Quali curiosità nasconde questo storico vicolo?
Quando i PANNI SPORCHI a Milano li lavavano gli UOMINI: l’origine del VICOLO dei LAVANDAI
# El fosset, el brellin e il palton16
credits: cabela_milano IG
Nel famosissimo Vicolo dei Lavandai, in zona Navigli, si può ammirare un incredibile lavatoio, oggi ristrutturato, risalente ad un’epoca ormai lontana, dove lavatrici e asciugatrici sarebbero apparse come oggetti alieni.
Lungo il vicolo scorre “el fosset”, un ruscello, alimentato dall’acqua del Naviglio Grande. Proprio qui i lavandai, incurvati sul “brellin”, un’asse di legno, insaponavano e sciacquavano i panni sporchi. Per il lavaggio utilizzavano il “palton”, un detersivo d’altri tempi, composto da soda, sapone e cenere. Altro che ammorbidente!
Nella viuzza si trovava anche una vecchia drogheria che vendeva spazzole, sapone e candeggina. Il locale, oggi trasformato in ristorante, ha mantenuto i vecchi soffitti a cassettoni e i camini, elementi che mantengono aperto un piccolo scorcio sulla storia del luogo.
# Un lavoro “da uomini”
credits: naviglireloading.eu
Un tempo fare il bucato era un lavoro estremamente faticoso ed impegnativo: schiene ricurve, mani rovinate e pesantissimi cesti di panni sporchi. Un lavoro duro, “da uomini”, e nel 1700 venne fondata a Milano una vera e propria associazione di mestiere: la Confraternita dei Lavandai. Il loro protettore era Sant’Antonio da Padova, a cui è dedicata la chiesa di Santa Maria delle Grazie al Naviglio, collocata proprio vicino al Vicolo.
In realtà, l’impegno maschile in quest’attività domestica, non durò molto. Già nei primi anni del 1900 il posto venne ceduto alle donne, mentre gli uomini si limitarono a trasportare le gerle piene di panni. Proprio per questo molti milanesi sostengono che la via dovrebbe cambiare nome ed essere intitolata Vicolo delle Lavandaie.
# Il “luogo del cuore dei milanesi”
credits: serena_in_ IG
Questo luogo è sicuramente uno dei più apprezzati da milanesi e turisti. La sua bellezza e particolarità hanno ispirato numerosi scrittori e poeti, tra questi possiamo ricordare Luigi Cazzetta che nel 1964 ha vinto il premio Carlo Porta proprio con una poesia intitolata “Vicol di Lavandèe”.
Un luogo dove l’immaginazione può facilmente volare indietro nel tempo. Nel 2016 il Corriere Milano aveva lanciato un sondaggio per eleggere il posto del cuore dei milanesi e, sbaragliando la concorrenza, il vicolo dei lavandai, con il 22,6% di voti, si è aggiudicato il primo posto, battendo addirittura il Duomo.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.