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La GALLERIA VITTORIO EMANUELE va SOTTOTERRA: ci sarà anche un TEATRO CABARET

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Credits Andrea Cherchi - Galleria dall'alto

La trasformazione sotterranea del Salotto di Milano. Questi gli interventi previsti.

La GALLERIA VITTORIO EMANUELE va SOTTOTERRA: ci sarà anche un TEATRO CABARET

# Approvata una delibera in giunta per ampliare sottoterra la Galleria Vittorio Emanuele II

Credits Andrea Cherchi – Galleria dall’alto

Il Comune di Milano punta a valorizzare anche gli spazi interrati del Salotto di Milano, oggi occupati da impianti di servizio o interclusi al passaggio, dopo i contratti milionari sottoscritti da nuovi brand per quelli in superficie. I progetti approvati dalla Giunta di Palazzo Marino, con una delibera proposta dall’assessore al Bilancio e Patrimonio, Emmanuel Conte, vanno in quella direzione. Contestualmente sono stati modificati i contratti dei soggetti che hanno espresso interesse nella riqualificazione dei locali sotterranei: Prada e Savini.

# Un collegamento tra i negozi Prada Donna e Uomo sotto l’Ottagono

Prada

La delibera ha alla base un manifestazione di interesse presentata da Prada che ha proposto al Comune di Milano di annettere ai propri negozi 349,5 mq di spazi interrati. La finalità è quella di realizzare un collegamento sotterraneo che attraversi l’Ottagono e che metta in connessione i due punti vendita, Prada Donna e Prada Uomo, che si fronteggiano sotto la cupola. La casa di moda ha già ottenuto un’approvazione di massima da parte della Sovrintendenza ai Beni Culturali. I costi per i lavori di riqualificazione e bonifica sono stati stimati in circa 3 milioni di euro, mentre il canone proposto per gli spazi è di 1.410 euro al mq.

# Un teatro cabaret sotto il ristorante Savini

Savini

Il Ristorante Savini, in seguito a una manifestazione d’interesse per circa 150 mq interrati in uso a Feltrinelli e riconsegnati dalla stessa al Comune di Milano nel 2023, prevede di aprire un teatro cabaret con accesso diretto dal locale. Per gli spazi annessi al ristorante previsto un nuovo contratto di concessione della durata di 12 anni. In questo caso l’investimento previsto per le opere di adeguamento è di oltre 930mila euro.

Fonte: Comune di Milano

Continua la lettura con: I GRANDI BRAND della GALLERIA: i MARCHI STORICI e le due NOVITÀ da 3 MILIONI di EURO

FABIO MARCOMIN

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ISTANTANEE di un MILANESE in TUNISIA

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Rientrato da un viaggio in Tunisia vorrei condividere con voi queste istantanee, frammenti curiosi di un Paese distante pochi chilometri dalle nostre coste, tra i più sottovalutati.

ISTANTANEE di un MILANESE in TUNISIA

  • In linea d’aria tra Milano e Tunisi sono meno di 1000 chilometri.
  • Scopri subito che non c’è nulla di certo. Prendi un volo diretto ma quando arrivi in aeroporto scopri che hanno aggiunto uno scalo. Entri in aereo e ci trovi persone che partite da Tunisi pensavano di arrivare a Venezia ma si sono ritrovate a Malpensa. Alla fine si arriva con quattro ore e mezza di ritardo. 
  • Ed è proprio lo scorrere del tempo la prima differenza che ti colpisce: tutto è più tranquillo, ritmi blandi, ci si ritrova immersi in una corrente che si muove ma sembra ferma, infonde un senso di dormiveglia.

  • Sarà banale ma l’altra cosa che colpisce subito è il clima. A inizio gennaio è come da noi in tarda primavera. Spettacolari i tramonti che incendiano il cielo. 
Tramonto a Tunisi
  • Fa caldo. Voglia di spiaggia. Ma il mare è da turisti. I tunisini vivono sulle strade. Parlano seduti guardando le auto. Uomini con uomini. Le donne le vedi a far compere.
    Mare Hammamet
    • La lotta al caldo è la logica dominante nelle costruzioni. Soffitti alti a cupola per portare sopra il calore. Finestre piccole per non far entrare la luce. Mura bianche per rimbalzare il sole. D’altra parte, fa caldo già a inizio gennaio.
    • Ogni gabinetto pubblico o privato, grande o piccolo, è provvisto di doccino attaccato al muro. Ottima alternativa al bidet oppure da ausilio per tenere pulito il water. Ingegnoso.
    • Qualcosa di unico sono le medine. Ogni centro città è un concentrato di negozi tipici senza alcuna intromissione di supermercati o centri commerciali o catene che non riflettono l’identità locale.
    Medina
    • Ma le medine sono magiche anche dentro i negozi. Entri, ti offrono il tè, delizioso, con foglie di menta fresca accompagnato da pinoli o con le mandorle, parlano italiano, dicono frasi a caso, tipo “la pubblicità è l’anima del commercio”, se mostri segni d’interesse è la fine, sai che non ne uscirai, quanto costa? Fai tu il prezzo, si parte, 15 dinari, ti faccio 4.500, alla fine si chiude a 1.050, più regali vari da portare in Italia perché “la pubblicità è l’anima del commercio”. Più che una vendita è una sit-com, si viene trattati da piccoli re.

      Té alla menta
    • I tappeti sono meravigliosi, con ogni tipo di lana, anche di cammello. Ci sono negozi governativi per promuovere l’artigianato locale. Non solo i prodotti, anche le tecniche di produzione: ti mostrano dal vivo come si realizzano i tappeti.
    • Ogni luogo pubblico si trasforma in un bazar. C’è la barriera di caselli autostradali dove vendono fazzoletti di carta e quella dei palloncini già gonfiati. Ogni autogrill (qualcosa che gli assomiglia) è attorniato da un suk ambulante, vendono sedie, tappeti, tante cose curiose.
    • Tanti pensionati italiani in cerca di una vita dignitosa anche con una pensione minima.
    • In effetti, ti senti ricco con poco. Una villa di diversi piani con giardino interno può costare di affitto l’equivalente di 200-300 euro. Per telefonare col tuo numero italiano paghi 35 euro al giorno se accetti l’offerta del tuo operatore, ma se prendi una scheda locale con 3 euro vai avanti 5-7 giorni. Al ristorante più esclusivo, “l’unico da masterchef world” assicura il titolare, con 50 euro si mangia in 4. Mezzo serbatoio con 20 dinari (6 euro).
    Casa a forma di nave
    • Lungo le strade per limitare la velocità ci sono dossi improvvisi, non segnalati. Molto alti. Pericolosi.
    • Tra i negozi moltissimi meccanici.
    • La tomba di Craxi è nel cimitero a bordo mare in pieno centro di Hammamet. La si riconosce per i garofani lasciati da chi gli ha voluto bene. Dicono che abbia costruito una specie di Hammamet 2: Berlusconi è finito facendo quello che faceva Craxi e viceversa.
    Tomba di Craxi
    • Polizia ovunque. Controlli continui sulle strade. Si accaniscono sui concittadini. Se vedono che sei straniero ti guardano come un fantasma, senti che non sono lì per te. Si dice che il presidente eletto come baluardo della democrazia abbia progressivamente accentrato il potere, annullato le elezioni, messo in gattabuia il dissenso. Quelli a cui ho chiesto lumi mi dicono che fa bene.
    • I canti dei muezzin dai minareti cinque volte al giorno. Ma le persone in strada sembrano non curarsene.
    • L’Islam vieta l’alcol ma producono vino.
    • Stonano i rifiuti di plastica ovunque. Sui prati, in spiaggia, anche lontano dalle città. La cosa che mette più tristezza.
    • Distese sconfinate di ulivi.
    • Frutta e verdura sono molto gustose, si sente che qui non si usano fertilizzanti o sostanze chimiche. Si assaporano i gusti di quando eravamo bambini. Lo stesso per i dolci, con le uova di galline che mangiano quello che trovano in natura o con il miele che sostituisce lo zucchero raffinato. Che peraltro non si trova.
    Arance
    • La storia di Tunisia è una stratificazione di culture. Fenici, cartaginesi, romani, berberi, arabi, francesi hanno prodotto ingredienti ancora visibili nella vita quotidiana.
    • Quando capiscono che sei italiano sorridono. “Siamo cugini”, dicono. In generale, si illuminano felici quando sentono la parola Italia. Come spesso succede stando all’estero, l’Italia da lontano sembra ancora più bella.

    Un ringraziamento speciale a Candida, Rossana e Francesco per l’ospitalità e le esperienze

    Continua la lettura con: Un milanese a Parigi

    ANDREA ZOPPOLATO

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    I BAR di MILANO dove il CAFFÈ costa UN EURO (in un caso può essere pure GRATIS)

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    michel.manzi IG - Bar Atlantic

    Una tazzina di caffè a un euro a Milano? Qui è possibile. Non solo: in un caso si può perfino prenderla gratis. 

    I BAR di MILANO dove il CAFFÈ costa UN EURO (in un caso può essere pure GRATIS)

    # Dove bere un espresso a un euro a Milano

    Credits sonerkose-pixabay – Caffè al bar

    Coffee Break a un euro? Non è un ricordo del passato. Almeno in questi posti. 

    michel.manzi IG – Bar Atlantic

    Il caffè costa un euro Dal Siciliano di Salvatore Curto all’Isola in Via Volturno e in tutti i Bar Atlantic presenti nei supermercati dell’Esselunga, dalla periferia al centro.

    chloe.friuli IG

    Anche in zona Porta Romana si prende il caffé a un euro: all’Art Rock cafè in Via Giulio Romano Romana e, poco più di 1 chilometro ad est, c’è il Chloè Caffè in Via Friuli 46.

    Passando nella zona Ovest il caffé costa un euro alla Torrefazione di via Buonarroti e, più in periferia, vince lo scettro di caffé più a buon prezzo quello del Glitter Bar, in Via Forze Armate angolo Via Alunno. Il caffè si può trovare a un euro anche in pieno centro: al Battilardo, in via Paolo da Cannobio, 4. Ma sempre in centro c’è chi va perfino oltre: il caffé lo può pure offrire

    # Al Bar Domm di via San Marco è gratis se si conosce il milanese

    Credits Andrea Cherchi – Bar Domm

    In pieno centro, a Brera, si trova un bar dove non solo si beve una tazzina di caffè con un solo euro, ma si può farlo anche gratis. Stiamo parlando del Domm di via San Marco, rilevato da Roberto Vavassori nel 2013. Per gustarsi un buon espresso senza pagare basta stare al gioco, letteralmente.

    Ogni mattina infatti il proprietario lancia una sfida ai clienti che entrano nel suo locale. Scrive alcune parole e proverbi in dialetto milanese su delle lavagnette dietro il bancone e invita chiunque a indovinarli. Chi risponde in modo corretto ha diritto a un caffè gratis. 

    Continua la lettura con: Sai il dialetto? In questo bar di Brera il CAFFÈ È GRATIS. Non lo sai? Paghi solo UN EURO

    FABIO MARCOMIN

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    La SPLENDIDA VILLETTA LIBERTY sarà ABBATTUTA: ma molti MILANESI non ci stanno (la PETIZIONE PER SALVARLA)

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    Ph. Alessandro Guardalà

    Un altro gioiellino di Milano sembra avere la sorte segnata. Una delle villette più belle di uno dei quartieri liberty di Milano sta per essere abbattuta. Ma molti milanesi non ci stanno. Questa la testimonianza di Alessandro Guardalà.

    La SPLENDIDA VILLETTA LIBERTY sarà ABBATTUTA: ma molti MILANESI non ci stanno (la PETIZIONE PER SALVARLA)

    Forse non c’è speranza. Ma c’è chi prova a salvarla. Come Alessandro Guardalà che ci scrive:

    “Dovreste venire in via Lucano, è una zona stile liberty bellissima! Di fronte, invece, in via Comelico c’è un’altra villa stile liberty che però stanno sostituendo con un condominio! Un peccato non tutelare la Milano.”

     

    Si tratta della villetta di via Comelico 7 che sembra sfuggire dal vincolo ambientale di piazzale Libia: la si vuole abbattere per costruirci al suo posto un palazzo. Più appartamenti al posto di uno solo. Un classico per i costruttori. 
    C’è da dire che si tratta di una villa che già era precipitata nel disagio: fino a qualche mese fa era diventata un dormitorio per senzatetto e disperati. 
     
    Cosa verrà fatto al suo posto? Questo il rendering del progetto: 
     
     
    La sorte sembra segnata ma c’è chi prova ad opporsi. 

    # La petizione: Salviamo la villetta d’epoca di via Comelico 7

    La petizione è stata lanciata da Simone Guzzardi

    Così si motiva la petizione che si può FIRMARE QUI:

    A Porta Romana, nella zona di piazzale Libia, si trovano diverse villette del primo Novecento sparse un po’ ovunque, soprattutto nei pressi di via Cadore, via Angelo Maj e via Comelico. Tutte realizzate nei primi decenni del Novecento. Nulla di particolarmente eclatante dal punto di vista architettonico: le forme scelte e09 di moda all’epoca erano quelle eclettiche del Neo-Rinascimento, oggi poco considerato, ma decisamente graziose e ben inserite nel contesto.

    Su una di queste “graziose” villette, forse una delle più belle, incombe il martello demolitore, soprattutto da quando è stata concessa l’edificazione di un nuovo immobile lo scorso giugno. Si tratta dell’edificio di un piano al 7 di via Comelico, villetta familiare in seguito trasformata in ufficio per uno studio professionale e ormai da un paio d’anni vuota, dopo la sua vendita a una società immobiliare. Una palazzina con piccolo giardino realizzata negli anni Venti del Novecento e appunto in stile neo-rinascimentale, coperta nei mesi estivi da una grande e folta robinia e da un glicine che in primavera fiorisce in maniera spumeggiante. E’ dotata di una piccola loggia sorretta da colonnine, da un grazioso balconcino e da un bel portale riccamente decorato.

    La notizia del suo destino circola da diverso tempo ormai, anche perché l’adiacente condominio al civico 3, tramite un esposto al Comune di Milano, ha manifestato nel dicembre dello scorso anno (2021) le proprie preoccupazioni sia per la distruzione di una testimonianza storica di valore architettonico e paesaggistico, sia perché il nuovo edificio a quanto pare, sarà aderente al muro pertinente dell’edificio di via Comelico 3 (una palazzina del 1963) completamente rifinito e dotato di aperture. L’esposto, che è stato trasmesso anche al Presidente del nostro Consiglio di Municipio, chiedeva quindi di prendere in considerazione i rilievi fatti e confidava che l’Amministrazione si attivasse per tutelare il pregevole edificio.

    L’intenzione dell’attuale proprietà è quella di abbattere la palazzina e al suo posto costruire un nuovo fabbricato residenziale di sei piani e quindi un significativo aumento volumetrico.

    Inizialmente è sembrato che le preoccupazioni delle proprietà confinanti avessero trovato ascolto come viene raccontato su Quattro, la rivista del municipio. Preoccupazioni peraltro condivise anche dalla proprietà del civico 9, che ha appena terminato un bel restauro della propria facciata, e da numerosi residenti della via, caratterizzata da numerose costruzioni e palazzine dei primi decenni del secolo scorso.

    La Commissione per il Paesaggio, infatti, aveva espresso parere contrario all’intervento programmato.
    Purtroppo non è finita cosi. Risulta, infatti, che successivamente l’immobiliare proprietaria della palazzina abbia presentato al Comune una nuova pratica edilizia avente ad oggetto la realizzazione di una nuova costruzione con ampliamento, che attualmente, per quanto appare sul sito del Comune, risulta “ammissibile”. Staremo a vedere il seguito.

    Auspichiamo quindi che prevalga anche dalla parte pubblica la salvaguardia delle vestigia dell’edilizia milanese dei primi decenni del Novecento che costituiscono la peculiarità architettonica dell’intera zona di piazzale Libia e vie limitrofe.”

    (Rif:sito Urban File Milano)

    Continua la lettura con: Il palazzo riscaldato con la pupù

    MILANO CITTA’ STATO

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    Grandi eventi, sport, concerti: gli APPUNTAMENTI 2024 a MILANO da segnare in AGENDA

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    Tra le novità del rientro c’è sicuramente un’agenda per il nuovo anno. Ognuno di noi quindi ne avrà ricevuta una e ora è giunto il momento di cominciare a fissare qualche appuntamento imperdibile per il 2024. Come ogni anno, a Milano non ci si annoia, infatti sono già numerosi gli eventi in programma. Ecco i più attesi.

    Grandi eventi, sport, concerti: gli APPUNTAMENTI 2024 a MILANO da segnare in AGENDA

    # Gli eventi imperdibili

    Partiamo con la Milano Fashion Week che, come tutti i milanesi ormai sanno bene, si divide tra moda uomo e moda donna: dal 20 al 26 febbraio sarà presentata la nuova collezione Autunno/Inverno donna, mentre dal 17 al 23 settembre la collezione Primavera/Estate; guardando all’uomo, invece, dal 12 al 16 gennaio sarà protagonista la nuova collezione Autunno/Inverno, mentre dal 17 al 23 settembre quella Primavera/Estate.

    Dall’1 al 5 marzo torna uno degli appuntamenti più attesi dell’agenda culturale milanese, Milano MuseoCity, che vede la città trasformarsi in un grande museo diffuso con aperture straordinarie, mostre e laboratori.

    Ad aprile, precisamente dal 15 al 21 aprile, si riaccendono i riflettori sul mondo del design e della creatività con la Milano Design Week e il Salone del Mobile.

    Giugno è il mese del Pride dedicato alla celebrazione della comunità LGBTQIA+ e anche quest’anno, dal 27 al 29 giugno, Milano Pride organizzerà eventi, iniziative di sensibilizzazione e la consueta parata.

    Per gli amanti della cosmesi dal 25 al 29 settembre ci sarà la Milano Beauty Week, ovvero la settimana dedicata alla cultura della bellezza e del benessere.

    Dal 30 novembre all’8 dicembre 2024 è in programma la ventottesima edizione di Artigiano in Fiera, evento che ogni anno ha il potere di radunare tanti artigiani di prodotti unici e di qualità.

    # Le manifestazioni sportive

     

    Anche quest’anno il calendario della città meneghina si conferma ricco di eventi dedicati allo sport. Tra questi ritroviamo la corsa di ciclismo su strada professionistico Milano-Sanremo prevista per il 16 marzo, la manifestazione podistica Stramilano programmata per il 24 marzo, la Deejay Ten per il 13 ottobre e tanti altri.

    # I concerti a cui non puoi mancare

    Milano è pronta per un 2024 a ritmo di musica. Anche quest’anno saranno molto numerosi gli artisti ospiti in città, da quelli italiani a quelli internazionali. Da Laura Pausini che canterà al Forum di Assago il 17, 18, 23 e 24 gennaio a James Blunt che si esibirà anche lui al Mediolanum Forum il 2 marzo. Ancora, dai Negramaro che il 22 giugno si esibiranno allo Stadio di San Siro all’attesissima Taylor Swift che arriverà in città il 13 e il 14 luglio cantare davanti ai suoi fan anche lei a San Siro.

    Continua la lettura con: Le 30 cose da fare a Milano nel 2024

    FRANCESCA MONTERISI

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    Il nuovo FRECCIAROSSA ITALIA – GERMANIA

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    Treno alta velocità tra Italia e Germania

    Dopo l’entrata in servizio nel 2021 del collegamento veloce tra Milano e Parigi, la compagnia ferroviaria italiana è al lavoro per collegare con l’alta velocità anche Italia e Germania. Ecco cosa prevede l’accordo preliminare firmato tra Trenitalia e Deutsche Bahn, quando i primi viaggi e le tratte previste.

    Il nuovo FRECCIAROSSA ITALIA – GERMANIA

    # Firmato l’accordo preliminare tra Trenitalia e Deutsche Bahn

    Trenitalia e DB

    Dall’Italia alla Germania a bordo del Frecciarossa. L’accordo preliminare firmato tra Trenitalia, società capofila del Polo Passeggeri del Gruppo FS, e la compagnia ferroviaria tedesca Deutsche Bahn è il primo passo per aumentare l’offerta internazionale e un servizio sempre più affidabile e competitivo con l’alta velocità. Il tutto fa parte del progetto pilota Italia_Germania, presentato congiuntamente dalle due società ferroviarie e selezionato dalla Commissione Europea nell’ambito del Commission Action Plan che ha come obiettivo lo sviluppo di servizi internazionali di lunga percorrenza nell’ambito di una cooperazione a lungo termine.

    # Primi viaggi per la fine del 2026

    Credits sierraalpha_ita IG – Frecciarossa 1000

    Questo ulteriore collegamento diretto tra Italia e Germania con il Frecciarossa significa tempi ridotti per viaggiare all’estero, con un minore impatto ambientale, e un’alternativa sia per gli italiani che per i tedeschi per muoversi tra le due Nazioni. In futuro grazie al posizionamento della Germania in Europa e all’estese rete ferroviaria tedesca i Frecciarossa potrebbe avere collegamenti ferroviari verso altri Stati europei. I primi viaggi sono previsti per la fine del 2026.

    # Da Milano a Monaco di Baviera in meno di 6 ore: nel mirino anche Berlino

    Milano-Monaco treno

    Si parte con i collegamenti tra Milano e Monaco e tra Roma e Monaco. Oltre a lavorare sui collegamenti si guarda anche ai tempi di percorrenza. Grazie alla futura apertura del Tunnel di Base del Brennero e all’eliminazione del cambio treno dovrebbero ridursi di circa un’ora. Dalla Stazione Centrale di Milano si arriverebbe a quella di Monaco di Baviera in poco meno di 6 ore. Tra le ipotesi future l’estensione del servizio con collegamenti da e per altre destinazioni in Germania, in primis Berlino.

    Leggi anche: MILANO-BERLINO col FRECCIAROSSA? Ecco da quando

    Fonte: FsNews

    Continua la lettura con: Col FRECCIAROSSA a LUBIANA? In PARTENZA il primo TRENO di PROVA

    FABIO MARCOMIN

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    ATTIVATI i PRIMI CHILOMETRI sulla nuova MILANO GENOVA a 250 km/h

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    Terzo Valico tracciato

    E’ entrato in funzione il primo tratto della futura linea AV/AC tra Milano e Genova. Il punto sul progetto e quando è previsto il debutto dei treni sull’intera linea.

    ATTIVATI i PRIMI CHILOMETRI sulla nuova MILANO GENOVA a 250 km/h

    # In funzione i primi 8,5 km di binari tra Rivalta Scrivia e Tortona

    terzovalico.it – Stazione Rivalta Scrivia

    Nell’ambito del Progetto Unico Terzo Valico dei Giovi-Nodo di Genova il 23 dicembre 2023 sono stati attivati i primi 8,5 chilometri della nuova linea AV/AC tra Milano e Genova nel tratto tra Rivalta Scrivia e Tortona.

    terzovalico.it – Rivalta Scrivia-Tortona

    I binari sono il tratto finale verso nord della futura linea che il Gruppo Webuild sta realizzando per conto di Rete Ferroviaria Italiana. Per ora la stazione di Rivalta Scrivia funziona solo come servizio merci: l’attivazione di quello passeggeri è previsto entro il primo semestre 2024.

    Leggi anche: Si sale sulla METRO si scende al MARE: il NUOVO HUB METRO-TAV sarà a OPERA

    # Da Milano a Genova in meno di un’ora grazie alla Galleria del Valico, la più lunga d’Italia

    Terzo valico

    Il progetto unificato, che comprende Terzo Valico, Nodo ferroviario e scalo merci Campasso, vede un investimento di 7,4 miliardi di euro in parte coperto dal PNRR. L’opera principale è la Galleria di Valico che, con una lunghezza di 27 chilometri, è la più lunga d’Italia. Sono previsti in tutto 90,7 km di tunnel, 53 km da Genova a Tortona di cui 37 in sotterraneo. La nuova linea AV/AC attraversa le province di Genova e Alessandria e con i treni in grado di viaggiare ad una velocità massima di 250 km/h garantirà un collegamento tra Milano e il capoluogo ligure in meno di un’ora.

    # 12 grandi cantieri operativi. Il primo viaggio nel 2026

    Credits webuildgroup IG – Terzo Valico

    Tra i benefici dell’infrastruttura ferroviaria anche il potenziamento del traffico merci e una significativa riduzione delle emissioni di CO2. Attualmente sono 12 i grandi cantieri operativi. Il primo viaggio, pur se su una canna sola, è previsto per il 2026.

    Fonte: terzovalico.it

    Continua la lettura con: MILANO – GENOVA in meno di UN’ORA: come si costruisce l’ALTA VELOCITÀ tra le MONTAGNE

    FABIO MARCOMIN

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    Addio alla STORICA PASTICCERIA di Città Studi

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    Ph. @pasticceriamigliavacca IG

    Vi è mai capitato di entrare in un locale o in un negozio e notare un adesivo che ci segnala di trovarci in un locale storico? Si tratta di un riconoscimento che il comune di Milano ha deciso, da qualche anno, di dare a quei luoghi che sono dei veri e propri pilastri della tradizione meneghina. Per ottenere questo riconoscimento, l’attività commerciale deve esistere da almeno cinquant’anni mantenendo intatto lo stile e l’architettura originale. Dei veri e propri conservatori di una tradizione in nome del sapore enogastronomico più autentico. Si conta che a Milano si trovino più di seicento “botteghe” iscritte al registro ufficiale, ma purtroppo c’è qualcuno che nei prossimi mesi chiuderà battenti e per quanto mi riguarda è un grosso dispiacere. Per anni sono stato un cliente fisso della pasticceria Migliavacca in via Ajaccio.

    Addio alla STORICA PASTICCERIA di Città Studi

    Pasticceria Migliavacca Ph. @cacciro IG

    # Fondata nel 1920

    La storia della pasticceria Migliavacca ha radici antiche che si perdono nel tempo. Fondata nel 1920 da Alberto e Maria Laura Migliavacca nel 1958, la pasticceria è diventata nel corso degli anni un punto di riferimento per gli amanti della dolcezza.

    I figli Alessandro e Luigi ne hanno poi preso la completa gestione. Dopo aver appreso le tecniche e i segreti di famiglia, hanno deciso di aprire la sua pasticceria nel cuore della città, con l’obiettivo di offrire dolci di alta qualità e tradizione.

    La pasticceria Migliavacca si è affermata grazie alla maestria di Alessandro e Luigi nel creare dolci irresistibili. I suoi panettoni, le torte di compleanno e i biscotti artigianali erano famosi in tutta la regione. Ogni dolce era realizzato con ingredienti selezionati e con una cura artigianale che si poteva percepire al primo assaggio.

    Negli anni successivi, la pasticceria è stata gestita dalla famiglia Migliavacca. I figli di Luigi, Alberto e Maria, hanno portato avanti l’eredità del padre, mantenendo intatta la tradizione e l’amore per la pasticceria.

    # Gli investimenti: il nuovo laboratorio

    Negli ultimi anni, la pasticceria Migliavacca si è modernizzata, pur mantenendo intatte le ricette e le tecniche tradizionali. L’apertura di un laboratorio di produzione più grande ha permesso di soddisfare la crescente domanda dei clienti e di ampliare la gamma dei prodotti offerti.

    Oggi, la pasticceria Migliavacca è ancora un punto di riferimento per gli amanti dei dolci. La qualità, l’attenzione per i dettagli e l’amore per la tradizione sono ancora i pilastri su cui si basa l’attività. Ogni dolce è realizzato con cura e passione, per offrire un’esperienza gustativa unica.

    La storia della pasticceria Migliavacca è una testimonianza dell’importanza della tradizione e dell’artigianalità nella produzione di dolci. La passione e l’impegno della famiglia Migliavacca hanno reso questa pasticceria un vero e proprio tesoro culinario, apprezzato da generazioni di clienti.

    Ph. @pasticceriamigliavacca IG

    # La fine della storia

    Le prime avvisaglie di un eventuale chiusura si sono fatte sentire già nel 2022 quando tra gli abitanti del quartiere Città Studi iniziava a circolare la notizia che la famosa pasticceria avrebbe chiuso quell’anno stesso. Incredulità e stupore hanno pervaso i clienti che non fidandosi si sono recati, soprattutto nei giorni di Natale, ordinando i soliti numerosi panettoni e pandori, mantenendo anche un certo timore a chiedere alle commesse se fosse vera o meno quello che molti dicevano in giro. Poi il 2022 è finito e dopo la Befana 2023, la pasticceria ha riaperto coi suoi soliti orari e i suoi unici dolciumi. Pericolo scampato? Erano solo dicerie? Purtroppo, no!

    Facciamo un salto temporale e arriviamo al settembre 2023 quando si ritorna a parlare della chiusura imminente. Questa volta si fa fatica a crederci, memori dell’anno precedente, si preferisce pensare che alla solita diceria. Eppure, giorno dopo giorno, sempre più persone confermano la notizia, spuntano le ragioni più fantasiose: non hanno più clientela, non hanno eredi interessati a proseguire la tradizione di famiglia, hanno problemi eccomici, sono stanchi. Le ragioni non si sapranno mai ed io, come tutti gli anni, sono andato fiducioso a ordinare i miei tre panettoni e due pandori. A dire il vero mi sono guardato in giro e non ho mai visto un cartello o un qualunque segnale che facesse presagire e confermare l’imminente fine di un dolce sogno.

    Purtroppo, qualche giorno fa è arrivata la notizia ufficiale: la storia di Migliavacca è giunta al capolinea.

    # Gli ultimi sei mesi

    La motivazione ufficiale della famiglia è questa: “la nostra attività non chiude ma la cediamo semplicemente perché ormai Luigi e Alessandro sono in pensione e al giorno d’oggi è davvero faticoso se non impossibile trovare persone con la voglia di lavorare nei we e durante le feste. Non chiudiamo assolutamente per motivi economici”

    L’unica piccola bella notizia è che la chiusura di Migliavacca non sarà immediata, notizie recenti hanno confermato che le mura sono state già vendute al nuovo proprietario che si dice voglia aprire una nuova pasticceria. La permanenza dei Migliavacca dovrebbe durare fino e non oltre a giugno 2024, giusto il tempo di vendere macchinari e la merce invenduta, poi le saracinesche chiuderanno definitivamente.

    Migliavacca è considerata un’azienda di successo e un punto di riferimento nel settore. La chiusura di Migliavacca avrà sicuramente un impatto significativo sull’industria e sulla comunità locale, anche se per i dipendenti la famiglia assicura che: “i dipendenti attuali non saranno in alcun modo licenziati ma è stata data loro la possibilità di scegliere se continuare a lavorare con la nuova gestione (quando si troverà) o prendere una nuova strada”. Nonostante la triste notizia, si spera che la cessione riesca e continui sui solchi della tradizione di prodotti di qualità che hanno soddisfatto i clienti per molti anni. Me compreso.

     

    Continua la lettura con: Chiude un altro ristorante storico di Milano

    MICHELE LAROTONDA

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    I nuovi BIGLIETTI ATM “RICARICABILI”: perché non portare gli abbonamenti (sia ATM sia Trenord) su smartphone?

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    Credits Ufficio Stampa Atm - Tornello metrò contactless tessera

    Dopo Trenord, anche ATM crea i propri biglietti ricaricabili. L’obiettivo è di diminuire i rifiuti collegati al trasporto pubblico locale: questo è possibile grazie a RicaricaMI, una tessera che contiene al suo interno un chip capace di memorizzare i nostri biglietti. Ma è quello di cui avevamo bisogno? 

    I nuovi BIGLIETTI ATM “RICARICABILI”: perché non portare gli abbonamenti (sia ATM sia Trenord) su smartphone?

    # Trenord e ATM, due realtà che non si parlano

    credits: Yuri De Letteriis nella pagina Facebook “Sporchi Cattivi & Pendolari”

    Il via a questa innovazione è stato dato da Trenord che ha creato le proprie tessere ricaricabili a settembre. Questo ha comportato un investimento rilevante da parte di Trenord che è dovuta intervenire sull’intera rete di obliteratrici, andandole a sostituire al di fuori delle aree STIBM. 

    ATM ha deciso di fare lo stesso, andando in qualche modo a creare un unico sistema che possa effettivamente interfacciarsi con Trenord e con gli altri operatori del TPL. Però su RicaricaMI è possibile caricare solo biglietti dell’area MI1-MI3, andando così a limitare fortemente l’utilizzo di questa tessera e impedendo che possano essere rimossi i ticket cartacei.

    Inoltre si ripropone lo storico problema incoerenza tra Trenord e ATM: nelle aree STIBM i biglietti erogati da Trenord sono ancora cartacei. Quindi possiamo ipotizzare di acquistare un biglietto MI1-MI3 cartaceo alla stazione ferroviaria, fare qualche metro e acquistarlo in formato elettronico nel mezzanino della metropolitana. Questo sicuramente crea molta confusione.

    # L’innovazione più utile sarebbe un’altra

    Credits Ufficio Stampa Atm – Tornello metrò contactless tessera

    La verità è che non è quello di cui i cittadini lombardi avevano bisogno, né tantomeno quello di cui il trasporto pubblico lombardo aveva bisogno. Infatti questo sistema non fa altro che creare un disservizio per chi usa il TPL saltuariamente, che si deve preoccupare di avere sempre con sé la scheda ricaricabile o di avere installata l’app di Trenord o di acquistare continuamente queste tessere, non diminuendo affatto l’impatto ambientale. 

    La regione dovrebbe indirizzare meglio l’evoluzione dei titoli di viaggio, andando verso una digitalizzazione e non verso un titolo elettronico. Oggi i sistemi di tornelleria della metropolitana sono ancora inutilizzabili con i biglietti digitali, i QR funzionano poco, i biglietti IVOL non possono essere utilizzati. 

    In più è ancora impossibile inserire il proprio abbonamento nel proprio portafoglio digitale presente su tutti gli smartphone, costringendo i pendolari ad acquistare continuamente schede che scadono, si smagnetizzano e si rovinano con i continui passaggi sui tornelli. 

    Milano e la Lombardia hanno bisogno di una digitalizzazione dei propri titoli di viaggio, per rendere più semplice l’utilizzo del trasporto pubblico in modo tale da incentivarlo nuovamente, invece che una tessera elettronica che crea poi un’infinità di problemi. 

    Continua la lettura con: Mezzi pubblici gratis: un’idea da testare a Milano?

    SAMUELE GALBIATI

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    VIVERE MILANO al MASSIMO: 30 cose DA FARE nel 2024

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    Tram sauna

    Pronti a vivere il 2024 al massimo? Queste sono le trenta cose da fare a Milano quest’anno, se ancora non le avete fatte. 

    VIVERE MILANO al MASSIMO: 30 cose DA FARE nel 2024

    #30 Visitare la Milano sotterranea

    Sotto Milano è nascosto un mondo.  Antichi passaggi sotterranei, opere dimenticate, una vera e propria città perduta. Per un 2024 da Indiana Jones

    #29 Vedere un film nella sala Nobel del Palazzo del Cinema

    In una città dove sempre più sale chiudono per l’assalto di Netflix e dei centri commerciali c’è chi resiste: l’Anteo. L’occasione giusta per godersi un film nella sala Nobel all’Anteo mettendo insieme cinema e buona cucina. Per un 2024 con effetti speciali.

    #28 Andare nel quartiere Arcobaleno di via Lincoln

    Milano Est- via Lincoln
    Milano Est- via Lincoln

    Uno dei luoghi di Milano dove si respira aria straniera. La nostra Notting Hill, la Burano di Milano, da quartiere operaio a zona unica, tra le più sorprendenti della città. Per un 2024 in multicolor.

    Leggi anche: Il quartiere Arcobaleno, la Notting Hill di Milano

    #27 Visitare l’Hangar Pirelli alla Bicocca

    Museo gratuito che sorprende con una delle opere indoor più impressionanti del mondo: i palazzi celesti di Kiefer. Per un 2024 metafisico.

    Leggi anche: I palazzi celesti

    #26 Fare una Stramilano partendo dal fondo (dribblando tutti quelli che la fanno camminando)

    stramilano 2018
    L’Half Marathon dell’anno scorso

    Una vera istituzione a Milano. Se ancora non l’hai fatto, rimetti ai piedi le scarpe da corsa e inizia ad allenarti che a primavera arrivano le grandi classiche. Tonifica corpo e spirito partire in fondo e superare più concorrenti possibile. Un’emozione da provare. Per un 2024 in recupero.

    Leggi anche: Stramilano: a Milano corriamo anche la domenica

    #25 Incontrare Armani nell’Armani store

    O almeno provarci entrando nel suo celebre club. Per un 2024 stiloso. 

    #24 Amoreggiare all’aperto in una sera d’estate 

    Certe sere di tarda primavera o d’estate Milano è da baciare. Basta passeggiare con la giusta compagnia e si rischia di essere travolti da un’insostenibile passione. Per un 2024 appassionato. 

    #23 Riuscire a trovare un posto nel bar più piccolo del mondo (Backdoor43)

    Se vuoi farlo prima che finisca il 2024 affrettati a prenotare. Per un 2024 intimo. 

    Leggi anche: il bar più piccolo del mondo a Milano

    #22 Mangiare cibo tipico in una trattoria storica

    amilanopuoi IG – Trattoria milanese

    L’Italia gode di fama mondiale per quanto riguarda il cibo. Eppure Milano risulta un po’ sottovalutata. Purtroppo stanno chiudendo molti locali storici, ma tanti altri resistono. Da provare. Per un 2024 tipico. 

    #21 Assaporare una cucina straniera mai provata

    Si dice che il tipico cibo di Milano sia il sushi. La verità è che poche città al mondo offrono così tante cucine internazionali di standard così elevato. Cingalese, Nepalese, Belga, l’importante è provarne una nuova. Per un 2024 internazionale. 

    Leggi anche: 10 ristoranti stranieri di Milano da provare almeno una volta nella vita

    #20 Farsi la sauna nel tram delle Terme

    A Porta Romana ci sono le grandi terme di Milano. Tra vasche di acqua calda e percorsi benessere in stile scandinavo, emerge un unicum nelle Spa del mondo: la sauna sul tram. Se non l’hai provata il 2024 è l’anno buono. Per un 2024 caliente. 

    #19 Esagerare nella settimana del Fuorisalone

    Si dice che sarà l’edizione più entusiasmante di sempre: il Fuorisalone di quest’anno si supererà un’altra volta? Per un 2024 al centro del mondo. 

    Leggi anche: Fuorisalone: le 10 installazioni più belle di sempre

    #18 Bere un cocktail al Nottingham Forest

    Incoronato tra i locali top del mondo, se non l’hai mai provato, devi bere un cocktail in questo piccolo locali di culto in zona Porta Venezia. Per un 4 col friccico nel cuore.

    Leggi anche: i locali di Milano dove andare a bere almeno una volta nella vita

    #17 Guardare Milano dall’ultimo piano del Palazzo Lombardia

    Palazzo Lombardia

    Si apre e si chiude a intermittenza. Speriamo che nel 2024 rimanga aperto al pubblico in modo permanente. Perché da lassù Milano è bella da togliere il fiato. Per un 2024 da vertigini.

    #16 Sfidare la Serravalle Genova per fare colazione a Santa Margherita

    Un tempo era una prova di iniziazione per i neo patentati. Un po’ come le prove del fuoco degli indigeni della Nuova Guinea. Poi è un po’ decaduto, anche per l’introduzione dei limiti e dei tutor. Però, anche senza mirare ai 180, resta l’autostrada più adrenalinica della nostra rete. E poi giunti al mare ci aspetta una colazione da capogiro a Santa Margherita. Per un 2024 iniziatico.

    Leggi anche: 7 curiosità sulla Milano – Genova

    #15 Assistere a un derby o una partita di Champions a San Siro 

    Con la vittoria del City Milano non è più l’unica città al mondo ad aver vinto la Champions con due squadre diverse. Però rimane l’unica dove due vincitrici della Champions giocano nello stesso stadio. Quest’anno si possono vivere serate di coppa con entrambe le squadre: Champions con l’Inter, Europa League con il Milan che ambisce a vincerla per la sua prima volta. In attesa che lo abbattano, muoviamoci ad ammirare lo spettacolo di San Siro con le luci accese e gli spalti esauriti. Per un 2024 da campioni.

    Leggi anche: Milano è l’unica città ad aver vinto la Champions con due squadre divers

    #14 Girare per la città in monopattino o in motorino

    Comunque la si pensi, è indubbio che Milano non sia una città per automobili. Circolare a quattro ruote può trasformarsi in un inferno. Invece passare su due ruote può rivelarsi davvero intrigante. Agile ma al tempo stesso rischioso. Un’esperienza da brividi. Per un 2024 scattante.

    #13 Un giro in elicottero sopra la città in una giornata di sole

    E farlo assieme ad Andrea Cherchi che fa le foto è ancora più elettrizzante. Contattatelo. Per un 2024 panoramico.

    #12 Nuotare nei navigli

    Sarebbe vietato, a parte occasioni speciali. Ma dai, chi non ha mai sognato di farlo? Per un 2024 temerario.

    #11 Godersi la vista di Milano (e di tutte le Alpi) in cima al Montevecchia in una giornata di sole

    E’ il “Monte di Milano”: se non hai mai visto Milano dalla sua vetta non puoi dire di conoscere Milano davvero. Per un 2024 elevato.

    Leggi anche: 7 motivi per andare a Montevecchia

    #10 Mangiare un panzerotto di Luini

    Almeno una volta all’anno è doverosa per ogni milanese una sosta qui. Per un 2024 gustoso.

    Leggi anche: Il segreto del successo di Luini

    #9 Fare shopping in via Montenapoleone

    La verità? Pochi milanesi lo hanno fatto. Che il 2024 sia l’occasione per acquistare qualcosa nella strada più cara d’Europa? Per un 2024 con le mani bucate.

    #8 Visitare San Maurizio

    San Maurizio

    La “Cappella Sistina” di Milano, uno dei luoghi più belli ma più sottovalutati della città. C’è anche il liocorno. Per un 2024 rinascimentale. 

    #7 Passeggiare da Corso Garibaldi al Bosco Verticale

    Milano, Milano
    Milano, Milano

    La superpedonale di Milano. Il grande classico. Da Brera al Bosco Verticale, passando per corso Garibaldi, Porta Nuova, Corso Como, Gae Aulenti e il Bosco Verticale. Per un 2024 dal passato al futuro. 

    #6 Visita al Cenacolo

    caso cenacolo
    Ammirando il Cenacolo: foto tratta dal profilo Instagram @museitaliani

    Non lo hai mai visto dal vivo? Fiondati. Già visto? Ritorna. Sempre uno spettacolo incredibile. Per un 2024 geniale. 

    Leggi anche: 7 motivi che rendono l’Ultima Cena un’opera unica al mondo

    #5 Fondare una start up

    come aprire una start up milano

    Fonda un’azienda, lanciati con un nuovo progetto, fai qualcosa, liberati dalla dipendenza. Lo dicono le stelle. Per un 2024 autonomo. 

    #4 Prendere un vero aperitivo milanese, chiedendoti la sostenibilità economica di quello che ti offre il locale

    Altro mantra del 2024: abbuffarsi agli aperitivi come non ci fosse un domani. Per un 2024 bulimico.

    #3 Una sera alla Scala (meglio se alla prima)

    La Scala

    Il grande miraggio di noi poveri mortali di Milano: la prima alla Scala (non a tirare gli ortaggi). Che sia l’anno buono? Per un 2024 regale.

    #2 Salire sul Duomo, a piedi, e guardare il monte Rosa con le vertigini degli scalini

    Concerto tra le guglie del Duomo

    Vale lo stesso scritto sotto al Cenacolo. Per un 2024 col cuore in gola.

    #1 Andarsene (e rimpiangerla)

    A Milano si progetta di andare via. Per l’estate, per i ponti, per Natale, per il week end. Sapendo che una volta via, Milano ti manca da morire. Comunque sia, progettiamo grandi viaggi quest’anno, ok? Per un 2024 da non rimpiangere.

    Continua la lettura con: 10 cose che rivogliamo a Milano

    ANDREA ZOPPOLATO

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    D’ANZI, il papà della “bela Madunina”

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    Con l’arrivo del 2024 siamo entrati nell’anno che fa da 90° anniversario della canzone milanese per antonomasia. Naturalmente parliamo di “O mia bela Madunina”.

    D’ANZI, il papà della “bela Madunina”

    # Un ironico e bonario sfottò

    Fu scritta da Giovanni D’Anzi nel 1934, depositata e ufficializzata poi nel 1935. Luogo strategico di questo brano fu il Pavillon Dorè, un tabarin che si trovava nel piano sotterraneo del popolare Teatro Trianon, di Corso Vittorio Emanuele II.In origine, “O mia bela Madunina” venne considerata una sorta di ironico e bonario sfottò a coloro che, emigrati a Milano dal Sud d’Italia, nei locali meneghini chiedevano sempre che il cantante di turno intrepretasse canzoni napoletane. Pure i brani in romanesco venivano richiesti. E anche il Pavillon Dorè non si sottraeva a queste aliene istanze, quindi il Maestro D’Anzi conosceva bene tali abitudini e le assecondava.    

    Il nostro musicista era nato a Milano il 1 gennaio 1906, da genitori pugliesi, quindi pure lui era un po’ “terun”. La sua era una famiglia di appassionati di musica, per esempio la sorella, sin da bambina, era considerata un’ottima pianista. Fu il Maestro Giulio Rusconi ad insegnare i primi rudimenti del pianoforte al giovanissimo Giovanni, che dimostrò grande passione oltre chè bravura nell’imparare rapidamente anche i brani più impegnativi. Tra il 1932 e il ‘34 D’Anzi aveva scritto le musiche di diverse canzoni di successo, tra cui “Rumba paesana”, “Nustalgia de Milan” e “Cinemà frenetica passion”, brano, quest’ultimo, che venne riesumato dalle primissime trasmissioni di RaiTre, all’inizio degli anni ottanta. Il paroliere di questi brani era Alfredo Bracchi, milanese pure lui, espressione anche del mondo della sceneggiatura del cinema e del teatro.

    # “… e allora perchè sono venuti a Milano?”

    Ma torniamo al locale in cui tanti anni fa nacque la canzone simbolo meneghina: una sera Giovanni D’Anzi, per l’ennesima volta, ricevette le richieste di cantare canzoni di Piedigrotta, con il nome di questa località partenopea venivano definiti infatti i pezzi musicali napoletani, in quanto a Piedigrotta, dalla fine dell’ 800, si teneva un festival della canzone e quelle più gettonate di ogni anno facevano il giro del mondo. 

    D’Anzi, ma non solo lui, ebbe un pensiero che più o meno, sarcasticamente, faceva così: “queste persone che giungono dal Sud dichiarano di avere tanta nostalgia per la loro terra d’origine, la descrivono come fosse un paradiso, chiedono le canzoni di Piedigrotta per sentire meno la pressione della lontananza … e allora perchè sono venuti a Milano? ”.

    # Nasce oh mia bela Madunina

    Credits: @andreacherchi_foto
    Madonnina

    Dopo una solita serata al pianoforte, esce dal Pavillon Dorè a notte fonda, si reca a casa e mette giù questi versi, senza neppure aver bisogno del paroliere:

    A diesen la canzon la nass a Napuli; e certa g’han minga tutti i tortSurriento, Margellina tutt’i popoli i avran cantà on milion de volt. Mi speri che se offendera nissun, se parlom un cicin anca de num……O mia bela Madunina che te brillet de lontan, tuta d’ora e piscinina, ti te dominet Milan, Sota a ti se viv la vita, se sta mai coi man in man. Canten tucc “lontan de Napoli se moeur”, Ma po’ i vegnen chi a Milan (…)”.

    D’Anzi punzecchia pure i romani, con quel: Ades ghè la canzon de Roma magica,  de Nina er Cupolone e Rugantin,  se sbaten in del tever, roba tragica …  esageren, me par on cicinin. Sperem che vegna minga la mania  de metes a cantà “Milano mia” (…).

    Però, a voler sottolineare che la sua è solo una bonaria provocazione, il maestro lombardo-pugliese chiude con una frase d’apertura al mondo: “ Si vegni senza paura, num ve songaremm la man,
    tucc el mond a l’è paes e semm d’accord …..”
    ,

    Però …”ma Milan, l’è on gran Milan!”

    A metà degli anni sessanta una rivista intervistò D’Anzi, il quale ricostruì la storia de “O mia bela Madunina” in questo modo: “a Milano si esibiva una compagnia di elementi napoletani e romani, che comprendeva grossi nomi del varietà. Volevano lanciare il repertorio della Piedigrotta napoletana e del San Giovanni Romano. Così alternavano canzoni napoletane e romane. Una sera a casa mi venne in mente di comporne una in milanese come per scherzare con quel raduno. Per la prima volta scrissi una canzone con musica e parole in milanese”.

    FABIO BUFFA 

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    GASPARE, ZUZZURRO e la brioche più celebre della TV

    LUISELLA VISCONTI, la voce più bella del CINEMA

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    MONTICELLI e MARCHESI, i due grandi “cantori evirati” della storia milanese

    MARIA GAETANA AGNESI, la “donna più intelligente del Settecento”

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    Fabio CONCATO: il lato romantico e “bestiale” della musica milanese

    Dina GALLI, l’eccentrica monella: la prima attrice COMICA italiana

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    Quando a Milano c’erano i BEATLES

    UGO BOLOGNA, il grande BAUSCIA del cinema e del teatro italiano

    ENRICO RUGGERI: contro corrente da sempre

    FRANCA VALERI: la signorina snob dello spettacolo

    Nuto NAVARRINI: il grande attore milanese ormai dimenticato

    Liliana FELDMANN: la VOCE di Milano

    VALENTINA CORTESE: la stella milanese di Hollywood

     ERMINIO SPALLA, il PUGILE ARTISTA adottato da Milano

    EDOARDO FERRAVILLA: uno degli ATTORI del teatro DIALETTALE più importanti di sempre

    MARIA MONTI, la prima “CANTAUTRICE” della storia

    ENZO JANNACCI, il cardiologo chansonnier

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    Quando, a Milano, VISCONTI girava “ROCCO E I SUOI FRATELLI”

    MARCELLO MARCHESI, un ciclone di ironia

    NANNI SVAMPA, l’ironico artista della canzone milanese

    ADRIANO CELENTANO, il “molleggiato” nato a due passi dalla CENTRALE

    GINO BRAMIERI, il RE delle BARZELLETTE

    CLAUDIO ABBADO, il GENIO eternamente insoddisfatto

    Quelli di VIA OSOPPO: la STANGATA di Milano

    GIORGIO GABER, l’inventore del TEATRO CANZONE

    ADRIANA ASTI, l’artista ribelle amata dai grandi del cinema e del teatro

    GIANLUIGI BONELLI, il creatore di TEX WILLER, sempre in lotta contro il POTERE

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    LUCIANO LUTRING: il bandito più popolare di Milano

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    MARIANGELA MELATO, da “ranocchietta” a mito del cinema

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    GIANNI MAGNI: il re del cabaret milanese

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    MARIA CALLAS, la Scala e BIKI, quel legame che ha fatto la storia dell’arte

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    I 18 GRANDI PROGETTI di RIGENERAZIONE che TRASFORMERANNO MILANO e il suo hinterland

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    Politecnico - Renderging Goccia Bovisa

    Milano punta alla rigenerazione di aree e al recupero di edifici dismessi per la sua trasformazione. Il suolo edificabile è ormai esaurito. Nell’ultimo report di Scenari immobiliari e Unipol sulla rigenerazione urbana in Italia sono stati censiti 18 grandi progetti per la città e l’hinterland, di questi ce ne sono 7 già avviati e 11 che attendono la partenza dei cantieri. Scopriamo quali sono.

    Iniziamo con i progetti di rigenerazione in corso:

    # Scalo Farini: in costruzione il Campus di Brera

    Masterplan OMA Scalo Farini

    Lo Scalo Farini è il progetto di trasformazione più grande tra tutti quelli che verranno rigenerati nei prossimi anni. Si sviluppa su una superficie 468.000 mq, di cui 300.000 mq destinati a parco: e al suo interno sono previste anche aree verdi diffuse, residenziale, commerciale e uffici e il campus dell’Accademia di Brera. Quest’ultimo, i cui lavori sono partiti nell’estate del 2022 per concludersi nel 2025, è al momento l’unica parte che sarà realizzata nei prossimi anni.

    # Scalo Romana: il Villaggio Olimpico

    Credits: Skidmore, Owings & Merrill Vista aerea lato Ripamonti

    A sud della città troviamo lo Scalo Romana, quello nella fase più avanzata con i lavori tra i 7 scali ferroviari in disuso in città, anzi in anticipo per quanto riguarda la costruzione del Villaggio Olimpico tra via Lorenzini e via Ripamonti che sarà pronto nel 2025.

    Foto redazione – Cantiere Villaggio Olimpico

    Nella nostra visita in cantiere abbiamo documentato la costruzione degli edifici destinati ad ospitare gli atletici olimpici. Tra il 2026 e il 2027 lo sviluppo completo con il parco al centro, 70.000 mq tra uffici e retail nel lato verso piazzale Lodi e la riconversione del Villaggio Olimpico in residenze.

    Leggi anche: Il CANTIERE del VILLAGGIO OLIMPICO: le IMMAGINI dall’interno

    # MIND: il Parco Tecnologico con il nuovo Campus della Statale

    Nuovo campus Statale al MIND

    Il destino di MIND, nell’area che fu sede di Expo2015è diventare Parco tematico scientifico tecnologico di 650mila metri quadrati, con tre importanti funzioni pubbliche prevalenti: il nuovo polo ospedaliero IRCCS Galeazzi già aperto nel 2022, il polo di ricerca per le Scienze della vita Human Technopole che ruota intorno al grande edificio accanto a Palazzo Italia e in fase di completamento, il Campus dell’Università Statale con la posa della prima pietra nella prima del 2023 e primi studenti previsti nell’anno accademico 2025/2026 o al più tardi in quello 2026/2027. Partiti anche i lavori nell’area di West Gate di 300.000 mq che prevede uffici, residenze e un Mobility Hub.

    # SeiMilano: il parco residenziale occidentale

    Seimilano residenze e parco

    In fase avanzata il progetto di rigenerazione urbana di Sei Milano, nelle ex aree inquinate delle cave Calchi Taeggi. Un’area di oltre 300.000 mq in prossimità della metro Bisceglie, disegnata dall’archistar Cucinella. Un nuovo quartiere multifunzionale con uffici, spazi commerciali e residenze, immerse in un parco di oltre 16 ettari. La realizzazione del primo e lotto residenziale è prossimo alla conclusione, così come le torri ad uffici Park West. Inaugurazione completa tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026.

    Leggi anche: Atmosfere nord americane nel nuovo parco di SEIMILANO

    # Symbiosis: la “Spirale Verde”

    Masterplan Symbiosis

    L’area di Symbiosis prosegue nel suo sviluppo che dovrebbe concludersi entro un paio di anni. In costruzione il progetto “Vitae” caratterizzato da una “Spirale verde”, un sentiero con una pergola di vite che sale in cima all’edificio, filari sui tetti che si alternano a terrazze e orti e serre stagionali, la nuova sede di Snam con un edificio tre volumi sovrapposti articolati in 14 piani, un grande parco con specchi d’acqua e persino un “Teatro Verde” e il nuovo Hq di Moncler, nell’area retrostante la scuola internazionale. 

    # Unione Zero: la rivoluzione del Nord di Milano

    Credits sestosg.net – Unione zero

    Unione Zero, il primo lotto di Milano Sesto. Uno studentato da 700 posti letto progettato da Park Associati, spazi direzionali e di un hotel dello studio di architettura e interior design ACPV ARCHITECTS Antonio Citterio Patricia Viel, residenze in edilizia convenzionata di Barreca & La Varra, residenze libere di Scandurra Studio Architettura e una prima porzione del parco, pari a 13 ettari su 45 ettari complessivi, sviluppato da LAND. 

    Leggi anche: Il progetto di UNIONE ZERO si SVELA alla COMUNITÀ MILANESE

    # Santa Giulia Nord: PalaItalia e “metro” 13

    Credits impreselavoro.com – Pala Italia Santa Giulia

    Nel quadrante di Santa Giulia-Rogoredo è in costruzione in PalaItalia, l’arena olimpica dell’hockey maschile a Milano Cortina 2026, a cui seguirà la realizzazione dell’ultima parte residenziale, Santa Giulia Nord. Prevista anche una nuova metrotranvia, la 13, a collegare M4 Repetti alla stazione di Rogoredo M3 FS servendo tutto il quartiere.

    Leggi anche: Le AVANGUARDIE del nuovo BUSINESS DISTRICT di Milano

    Tra gli interventi in corso anche quelli allo Scalo Greco-Breda con Innesto, il primo quartiere di housing sociale totalmente green d’Italia, e quello di “Lambrate Streaming” allo scalo di Lambrate.

    Questi invece i progetti in attesa di partire:

    # Piazzale Loreto: l’agorà verde

    Loc Piazzale Loreto vista aerea

    Posticipato ai primi mesi del 2024 l’avvio dei lavori per la trasformazione di Piazzale Loreto da attuale vuoto urbano e congestionato snodo di traffico, in un nuovo spazio di vita, un polo di aggregazione restituito alla comunità. Il progetto da 80 milioni di euro è gestito da Nhood e prevede che il piazzale diventi in parte pedonale e soprattutto ecosostenibile, un’agorà verde in connessione NoLo e l’asse corso Buenos Aires/viale Monza/viale Padova. L’inaugurazione è programmata per il 2026.

    Leggi anche: Piazzale LORETO si TRASFORMA: i RENDERING di come diventerà

    # Progetto Aria al posto dell’ex Macello: il quartiere Low-Cost

    Credits Wolf visualizing architecture – Aria ex-macello residenze

    Atteso ai nastri di partenza “Aria”, il progetto di riqualificazione proposto dall’operatore immobiliare Redo e uscito vincitore nell’ambito della seconda edizione di Reinventing Cities nel 2021.  Nell’area dell’ex-macello, in abbandono da anni, che si estende per 15 ettari si prevede un “quartiere low cost” per 1.200 residenti con canoni a partire da 500 euro, il nuovo campus IED, un nuovo polo museale scientifico, un grande parco e servizi per residenti. La prima parte sarà inaugurata nel 2026.

    # Goccia alla Bovisa: la Fabbrica dello Sport

    Politecnico – Renderging Goccia Bovisa

    Il Masterplan Bovisa-Goccia firmato Renzo Piano prevede che la Goccia diventi un grande parco scientifico-tecnologico, con un polmone di 40.000 mq con 1.000 alberi che ruoterà attorno ai due gasometri recuperati. Uno destinato ad ospitare lo “Smart city innovation hub“, l’altro la “Fabbrica dello sport“, ampliando l’attuale campus della Bovisa. Previste residenze universitarie, 3 edifici per aule, una sala ipogea e un edificio sperimentale a zero emissioni per il dipartimento di Energia. Entro il 2026 la conclusione di tutti i lavori.

    Leggi anche: La MAXI TRASFORMAZIONE della “GOCCIA”, il più grande bosco spontaneo di Milano

    # MoLeCola: con l’Headquarter delle Ferrovie Nord

    Progetto Molecola Bovisa. Rendering

    A poca distanza, sempre in zona Bovisa, il progetto MoLeCoLa “Mobility, Learning, Community Lab” che prevede la realizzazione di un distretto tecnologico innovativo e sostenibile fondato su tre elementi: abitare, produrre e interagire. Al suo interno, oltre all’ headquarter di Ferrovie Nord, residenze, uno studentato, attività commerciali, coworking e aree verdi attrezzate.

    # La Magnifica Fabbrica al Rubattino

    Credits Comune di Milano – Magnifica Fabbrica dall’alto

    Al Rubattino l’area ex Innocenti rinasce grazie alla “Magnifica Fabbrica” del Teatro alla Scala con i laboratori oggi ospitati nell’edificio dell’ex Ansaldo in Tortona. L’edificio si compone di un’unica enorme costruzione di acciaio e legno di 66.000 mq di superficie scandito da 4 campate di 28,8 metri di lunghezza, 34.000 occupati dai laboratori, con sale prove, le sartorie, i depositi con oltre 2.500 posti container su 4 livelli con 4 linee carroponte, oggi tenuti in alcuni capannoni in affitto nel comune di Pero. Cantiere al via nel 2024 per una durata di circa 3-4 anni.

    Leggi anche: La MAGNIFICA FABBRICA: nuova vita per la SCALA

    # Il Campus della Musica

    Rendering Bosco della Musica

    Dopo la costruzione di Spark One e Spark Two, a pochi passi dal quartier generale di Sky si attende la partenza dei cantieri per il Campus del Conservatorio Giuseppe Verdi che riqualifica anche la Palazzina ex-Chimici, con uno studentato, un’arena all’aperto, un auditorium tecnologico da 400 posti, due sale prove e aree verdi. Una superficie di oltre 13mila mq, concessa in diritto di superficie gratuito per 90 anni al Conservatorio. 

    # La BEIC all’ex scalo Vittoria

    Credits Comune di Milano – BEIC vista esterna

    Inaugurato il Parco 8 Marzo, nell’ex scalo di Porta Vittoria è attesa l’avvio dei cantieri nel 2024 per la Biblioteca Europea. Sviluppata su un’area di 30.000 mq e formata da un complesso di due strutture affiancate fra loro e identiche, due “navate” trapezoidali, entrambe in vetro e metallo, grazie a 101,574 milioni di finanziamento dal PNRR. Previsto un deposito robotizzato ipogeo, un forum, un auditorium e una piazza verde pubblica. Inaugurazione programmata per il 2026.

    Leggi anche: Svelato il PROGETTO per la nuova BEIC: la BIBLIOTECA EUROPEA di Milano

    # Riqualificazione via Stephenson

    In via Stephenson è prevista la riqualificazione di 47mila metri quadrati da destinare a funzione terziaria e commerciale, servita nel futuro dalla nuova stazione della Circle Line.

    # Progetto Up Green a Bruzzano

    Nel quartiere di Bruzzano un progetto misto residenziale, terziario e struttura sanitaria su un’area di 135mila quadrati dal nome Up Green.

    # MilanoSesto al posto delle ex acciaierie Falck 

    MilanoSesto masterplan

    Avviato Unione Zero rimane da far partire il resto del “più grande progetto di rigenerazione urbana in Europa” con una superficie trasformata di 1,5 milioni di metri quadrati, quella occupata dagli scheletri delle ex acciaierie Falck dismesse nel 1996. Stiamo parlano di MilanoSesto, dove sono previsti la “Città della salute della ricerca”, un centro direzionale immerso nel parco, un quartiere residenziale e i campi per lo sport all’aria aperta, uno shopping center al posto del vecchio edificio industriale Concordia T5, una torre piezometrica che diventa una fontana panoramica, la stazione ferroviaria sopraelevata interconnessa con la M1 e l’università e campus del San Raffele 2. La fine lavori non prima del 2030.

    # Il recupero dell’ex area Alfa Romeo tra Arese, Garbagnate e Lainate

    Credits lmblog.it – Interventi programmati area ex-Alfa Romeo

    Previsto il completamento del recupero dell’ex area Alfa Romeo, 700mila metri quadrati di superficie tra Arese, Garbagnate e Lainate, con un mix di funzioni residenziali, uffici e commerciali. L’iniziativa e promossa dai tre comuni e dalla Città Metropolitana di Milano.

    Leggi anche: Dall’EX-ALFA alla FORESTA URBANA: come sarà TRASFORMATO il versante NORD OVEST di Milano

    Continua la lettura con: Gli ULTIMI COLPI ad effetto di CITYLIFE: il tempio del PADEL e il grattacielo SDRAIATO con rooftop bar con piscina

    FABIO MARCOMIN

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    Una delle RIFORME più ATTESE: i MUNICIPI di Milano

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    Le grandi città d’Europa danno grande importanza ai loro quartieri. Chelsea, Kensington, Greenwich, Kreuzberg, Friedrichshain, Christiania… Più identità e autonomia si concede ai quartieri, più si rende attrattiva l’intera città. Questo lo sanno tutti, tranne… a Milano. 

    Ogni municipio di Milano è grande quanto una delle principali città della Lombardia, eppure soffre di tre problemi fondamentali, non all’altezza di una città che deve mirare al cuore d’Europa. Vediamoli. 

    Una delle RIFORME più ATTESE: i MUNICIPI di Milano

    Simili a una media città italiana per numero di abitanti ma privi di identità, di autonomia e di fondi. Questa in sintesi la caratteristica dei 9 municipi di Milano che soffrono di tre problemi principali che zavorrano l’intera città.

    #1 Vittime del centralismo

    Una delle caratteristiche degli amministratori in Italia è di essere autonomisti contro chi sta sopra e centralisti contro chi sta sotto. Un esempio è la Regione Lombardia. Rivendica poteri e risorse in autonomia dal governo di Roma ma se si parla di dare più autonomia alle città, in particolare a Milano, si tappa entrambe le orecchie. Classico caso di doppiopesismo italico che riguarda anche l’amministrazione comunale. Spesso rivendica più potere dalla regione ma poi tiene in suoi municipi al guinzaglio. Anche se hanno abitanti simili a Bergamo, i municipi hanno a disposizione uno spazio di libertà da amministratore di un condominio. E il budget è di pochi spiccioli. Cosa ridicola e senza alcun paragone se si guarda al di là delle Alpi. E pensare che dare una maggiore autonomia ai municipi potrebbe innescare una sana competizione oltre a consentire che ognuno possa valorizzare le sue diversità distintive. Ma, come detto, la vera rivoluzione per la politica italiana sarebbe la coerenza: chiedere e dare più autonomia, sopra e sotto. Caro Comune, vogliamo dare un segnale concedendo potere ai singoli Municipi?

    #2 Confini confusi

    Ogni municipio a Milano è uno spicchio che parte dal centro e arriva ai confini della città, per cui nella stessa zona fanno parte aree centrali e zone periferiche. Non si capisce dove ci si trovi e in base a quale principio siano state messe assieme parti della città così diverse tra di loro: la Bocconi con il Gratosoglio, Porta Venezia con Lambrate, Porta Nuova con Dergano, Citylife con Quarto Oggiaro. L’unica con una certa omogeneità è il Municipio 1 che per molti coincide con l’intera Milano. Almeno per politiche attivate. Perché non provare a ridisegnare i confini dei municipi per aree omogenee? Così si potrebbe rispondere in modo più adeguato ed efficace ai bisogni dei propri cittadini. 

    #3 Senza nome

    Il terzo problema è il naming: a Milano i nomi dei municipi non ci sono. Sono dei numeri a identificarle.
    Quello della scarsa identificazione delle zone di Milano non è un tema marginale, anzi. Dalla maggiore identità delle singole parti della città ne può derivare un miglioramento per l’immagine dell’intera città oltre che stimolare una concorrenza al rialzo sulla qualità della vita nei diversi quartieri. Ecco allora qualche proposta per rendere un po’ meno anonime le zone di Milano. In attesa che si traccino dei confini più sensati.

    1: Centro Storico

    Il municipio zona 1 di Milano comprende tutto il Centro storico, partendo dal centro geografico di Milano di Piazza Duomo sino alla Cerchia dei Bastioni.
    Principali luoghi di interesse: Duomo, Brera, Parco Sempione, Giardini di Porta Venezia, Castello Sforzesco, Quadrilatero della Moda, Ticinese.
    Proposta di nome: Centro Storico

    2: Martesana

    Il municipio zona 2 va da piazza della Repubblica fino a Crescenzago, Turro, Greco e Precotto. Principali luoghi di interesse: Stazione Centrale, Villaggio dei Giornalisti, Naviglio Martesana.
    Proposta di nome: Martesana

    3: Lambrate – Città Studi


    Il municipio zona 3 va da Porta Venezia a Lambrate, passando per Città Studi.
    Principali luoghi di interesse: Politecnico, Ortica, Parco Lambro, Corso Buenos Aires, Lambrate.
    Proposta di nome: Lambrate – Città Studi

    4: East Side (o Distretto Orientale)

    Il municipio zona 4 va da Porta Vittoria al parco Forlanini, comprendendo anche porta Romana, Corvetto e Santa Giulia. Principali luoghi di interesse: Parco Forlanini, Porta Romana, Porta Vittoria, piazza cinque giornate.
    Proposta di nome: Distretto Orientale 

    5: Parco Sud

    Il municipio zona 5 va da Porta Ticinese fino al parco Agricolo, passando per Chiesa Rossa e il Gratosoglio. Luoghi di interesse: Abbazia di Chiaravalle, Parco Sud, Bocconi.
    Proposta di nome: Parco Sud

    6: Naviglio Grande

    Il municipio zona 6 va dalla Darsena, fino a Barona, Lorenteggio e Giambellino.
    Luoghi di interesse: Darsena, Porta Genova, Naviglio Grande, Iulm, San Cristoforo, Solari
    Proposta di nome: Naviglio Grande.

    7: Green District

    Il municipio zona 7 va da Porta Magenta a Baggio e Figino passando per San Siro.
    Luoghi di interesse: San Carlo, Stadio, Parco delle Cave, Trenno, Bosco in Città.
    Proposta di nome: Il distretto verde.

    8: Sempione

    Il municipio zona 8 va da Porta Volta a Quarto Oggiaro, passando per QT8 e il Gallaratese.
    Luoghi di interesse: Montagnetta, CityLife, Portello, Chinatown, Lampugnano, Certosa.
    Proposta di nome: Sempione.

    9: Isola Post Industriale


    Il municipio zona 9 va da Porta Nuova a Niguarda e alla Bovisa.
    Luoghi di interesse: Porta Nuova, Isola, Parco Nord, Bicocca, Niguarda
    Proposta di nome: Isola post industriale 

    Continua la lettura con: I 7 quartieri più sorprendenti di Milano

    ANDREA ZOPPOLATO

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    Questo è il PROGETTO più ATTESO a MILANO

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    Qual è il progetto del futuro più atteso secondo i milanesi?

    Il PROGETTO più ATTESO: LA CLASSIFICA secondo i MILANESI (MILANO CITTA’ STATO AWARDS)

    (Percentuali arrotondate all’intero più prossimo)

    #10 Arena Santa Giulia: 2%

    Ph. @Onirism IG – PalaItalia

    #9 Metro 13 da Repetti M4 a Rogoredo M3 : 3%

    Progetto Metrotranvia 13

    #8 Torre Faro A2A: 3%

    Rendering Acpv – Torre Faro

    #7 Lo Sdraiato di Citylife: 7%

    Citywave

    #6 Nuovo stadio a San Siro: 7%

    Credits dpstadiomilano.it – Masterplan Nuovo stadio

    #5 Terme al posto delle ex scuderie De Montel a San Siro: 8% 

    sporteimpianti – Altra vista rendering riqualificazione ex scuderie de Montel

    #4 Hub Opera metro-alta velocità per Genova: 13%

    Stazione Av

    #3 Metro arriva a Monza: 14%

    Credits: Urbanfile – M5 fino a Monza

    #2 Completamento M4: 18%

    Credits milano.corriere – Metro M4

    #1 La linea metropolitana M6: 25%

    Credits Urbanfile – M6 lato ovest

     

    Continua la lettura con: Milano città stato awards

    MILANO CITTA’ STATO

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    Via da Milano? Le 10 CITTÀ del mondo dove si VIVE MEGLIO

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    Credits: Kate Baucherel

    Difficilmente i milanesi vorrebbero spostarsi dalla loro amata città: si va via ma poi si torna sempre. Se invece non ci fossero alternative e che bisogna per forza lasciare Milano, dove andreste? Queste le 10 città migliori dove trasferirsi per provare a vivere in giro per il mondo secondo uno studio internazionale che ha stilato la classifica sulla base di questi parametri: clima, costo della vita, spazi verdi, aspettativa di vita, stipendio medio e velocità Internet. Una sorpresa? L’Europa non si piazza bene. 

    Via da Milano? Le 10 CITTÀ del mondo dove si VIVE MEGLIO

    #10 Las Vegas

    Credits: @vegas
    Las Vegas

    Al decimo posto nello studio, troviamo la città che non dorme mai, quella dei casinò, del divertimento, della vita mondana. Stiamo parlando di Las Vegas. Si potrebbe non sapere che qui, rispetto a molte altre città degli Stati Uniti, il costo della vita è contenuto e si hanno molte opportunità di lavoro. In più, pur essendo quasi in mezzo al deserto, il clima è ideale e poi si vivrebbe comunque nella città dove non ci si annoia mai. Come una Milano nel Nevada. 

    #9 San Francisco

    Credits: @san_francisco_live
    San Francisco

    Con il nono posto siamo ancora nell’Est degli Stati Uniti, questa volta però a San Francisco. Qui le aspettative professionali sono parecchio alte e la qualità della vita è ottima. Il clima di San Francisco è definito uno dei migliori al mondo e anche qua il divertimento non manca. Nel proprio tempo libero si potranno visitare i luoghi culturali della città e la notte vivere una serata tipica americana.

    #8 Muscat

    Credits: @mopane.and.maple
    Muscat

    Ci trasferiamo in un luogo forse inaspettato. Molto esotico. Dove le aspettative di carriera sono molto alte: in Oman, precisamente nella capitale Muscat. Grazie alla buona qualità della vita e dell’ambiente, la città si posiziona in ottava posizione. Muscat è l’ideale per chi si trasferisce con a carico la famiglia, in più qui ormai comunità da tutto il mondo si mescolano alla popolazione locale.

    #7 Miami

    Credits: @lifemiamibeach
    Miami

    Al settimo posto si torna negli States, ma dal lato opposto: Miami, la città delle spiagge, dell’oceano, del surf e del divertimento. Per le strade si trovano locali, discoteche e pub, ma il costo della vita qui non è così proibitivo come si potrebbe pensare.

    #6 Abu Dhabi

    Credits: @visitabudhabi
    Abu Dhabi

    Prosegue l’alternanza tra USA e paesi arabi. Negli Emirati Arabi, non lontano da Dubai, si trova la sesta città dove converrebbe trasferirsi se si volesse lasciare Milano. Abu Dhabi è una città con una lunga tradizione, circa 5000 anni di storia che le regalano tutto il fascino che ha oggi. Dune di sabbia, edifici vertiginosi e oasi come la città giardino di Al Ain, la rendono una città veramente bella, ma Abu Dhabi è anche proiettata verso il futuro, per questo si possono trovare molte opportunità.

    #5 Los Angeles

    Credits: @losangelesworld
    Los Angeles

    Per il quinto posto torniamo in America e precisamente a Los Angeles. Un clima mediterraneo, mare, sole e divertimento, ma soprattutto è una città con ampie offerte di lavoro, nei settori più disparati. E poi è la città del cinema, delle star e della “Walk of Fame”. Forse non si sa ma Los Angeles ha la più forte base sociale di welfare di tutti gli Stati Uniti.

    #4 Dubai

    Credits: @visit.dubai
    Dubai

    Rieccoci con il mondo aravo. Dove arriva finalmente Dubai, una delle città più ricche al mondo. Ristorazione, turismo, informatica, banking, finanza, qui le offerte sul mercato del lavoro sono tantissime. Il costo della vita è abbastanza alto, ma lo stipendio medio perfettamente proporzionato, sono infatti 2600 euro al mese.

    #3 Charleston

    Credits: @charleston
    Charleston

    Vorreste andare in una città dove Internet viaggia con una media 106,5 Mbps e gli stipendi medi mensili sono di circa 3.147 dollari? In questo caso bisognerebbe trasferirsi nella terza città migliore al mondo, Charleston, in California. Una città proiettata verso il futuro, ma le cui strade acciottolate e carrozze con cavalli le danno un fascino retrò.

    #2 Tokyo

    Credits: @discovertokyo
    Tokyo

    Al secondo posto l’unica intrusa tra paesi arabi e Stati Uniti. Siamo nell’estremo oriente: Tokyo. I ristoranti, gli spazi verdi e l’aspettativa di vita che si aggira intorno agli 84 anni la rendono la prima dei perdenti, come si suol dire. Se si vuole respirare quel fascino orientale e vivere al meglio, bisognerebbe trasferirsi proprio qua. E poi è comunque una bella cosa dire di vivere nella città più grande al mondo e essere parte dei 37 milioni di abitanti.

    #1 Austin

    Credits: Kate Baucherel

    E ad aggiudicarsi il primo posto sono gli Stati Uniti, precisamente il Texas con la sua capitale Austin. I suoi incredibili paesaggi con i parchi e i laghi, la possibilità di fare escursioni e tour in barca, nonché la famosa musica della città, rendono Austin un posto perfetto dove abitare. In più lo stipendio medio si aggira intorno ai 3984 dollari al mese, internet viaggia con 87,5 Mbps e il clima è mite e piacevole.

    Continua la lettura con: Le 7 CITTÀ più RICCHE d’Italia: Milano è in classifica?

    BEATRICE BARAZZETTI

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    Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

    Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

    Questo è il QUARTIERE dell’ANNO per i MILANESI

    0
    Credit Andrea Cherchi - Porta Romana

    Qual è il quartiere dell’anno secondo i milanesi?

    Il QUARTIERE dell’ANNO: LA CLASSIFICA secondo i MILANESI (MILANO CITTA’ STATO AWARDS)

    (Percentuali arrotondate all’intero più prossimo)

    #10 SAN SIRO: al centro delle cronache per l’eterno dilemma sullo stadio – 5%

    Credits Andrea Cherchi – Area San Siro dall’alto

    #9 BUENOS AIRES: per la ciclabile più celebre di Milano – 6%

    Credits Roberto Lorenzetti FB – Cordoli ciclabile Corso Buenos Aires

    #8 CASCINA MERLATA: inaugurato il più grande centro commerciale di Milano – 6%

    Credits Andrea Cherchi – Merlata Bloom alla fasi finali di costruzione

    #7 AREA C: per la trasformazione di fatto in semipedonale (aumento ticket e divieto di parcheggio per più di due ore ai non residenti) – 7%

    Credits cheautocompro.it IG – Area C

    #6 CHINATOWN: perché è diventato uno dei luoghi top per le serate milanesi – 7%

    Credits Andrea Cherchi – Chinatown

    #5 NAPA NOCE NOLO: il boom dei quartieri acronimo – 8%

    Basta NoLo – Credits: touringmagazine.it

    #4 CITYLIFE: il più desiderato dai milanesi nella scelta di una casa e il più amato dai giovani per la sera – 9%

    Credits Andrea Cherchi – Citylife e fiori

    #3 NAVIGLI: per la via pedonale nominata tra le più belle d’Europa – 13%

    Credits boubaker87 IG – Navigli di notte

    #2 ISOLA: eletto tra i più cool del mondo – 15%

    Credits Andrea Cherchi – Isola

    #1 PORTA ROMANA: il rilancio del quartiere con la riqualificazione e i lavori per le Olimpiadi – 24%

    Foto redazione – Cantiere Villaggio Olimpico

    Continua la lettura con: Milano città stato awards

    MILANO CITTA’ STATO

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    Questo è il PAESE dell’HINTERLAND dell’ANNO (secondo i milanesi)

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    Biopiattaforma Sesto San Giovanni

    I 10 paesi dell’hinterland al centro dell’attenzione: ma qual è il numero uno secondo i milanesi?

    Il PAESE dell’ANNO: LA CLASSIFICA secondo i MILANESI (MILANO CITTA’ STATO AWARDS)

    (Percentuali arrotondate all’intero più prossimo)

    #10 Opera per progetto di costruzione hub metro- TAV per Genova: 1%

    Stazione Av

    #9 Basiglio, sceso al secondo posto nella classifica dei paesi più ricchi d’Italia: 2%

    Credits paola.sabatini IG – Basiglio

    #8 Paullo, al centro del progetto di estensione della M3: 6%

    Tracciato M3 fino a Paullo

    #7 Cinisello Balsamo tra i paesi dove i milanesi si trasferiscono di più: 7%

    Cinisello Balsamo

    #6 Rozzano per ipotesi nuovo stadio Inter: 7%

    Stadio Inter

    #5 San Donato stadio per ipotesi nuovo stadio Milan: 10% 

    Rendering Stadio Milan San Donato

    #4 Monza per estensione metro da Milano: 13%

    Metro fino a Monza

    #3 Cusago, il paese nei dintorni di Milano che ha aumentato di più gli abitanti negli ultimi anni: 15%

    credits: @zanna991 – Cusago

    #2 Rho per la Fiera e MIND: 18%

    MIND

    #1 Sesto San Giovanni per il grande progetto di riqualificazione dell’ex area Falck: 21%

    MilanoSesto masterplan

    Continua la lettura con: Milano città stato awards

     

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    Questa è la FERMATA della METRO più DESIDERATA dai MILANESI

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    Ph. Angelo_Giordano - Pixabay

    La fermata che ancora non c’è ma che i milanesi desiderano di più. Questi i risultati. 

    La FERMATA che non c’è: LA CLASSIFICA secondo i MILANESI (MILANO CITTA’ STATO AWARDS)

    (Percentuali arrotondate all’intero più prossimo)

    #10 Bocconi: 4%

    Bocconi

    #9 Opera: 4%

    Localizzazione della possibile stazione AV Opera

    #8 Quarto Oggiaro: 5% 

    Quarto Oggiaro

    #7 Magenta: 6%

    Milano-Magenta M5

    #6 Rozzano: 7%

    M2 a Rozzano

    #5 Paullo: 11%

    Tracciato M3 fino a Paullo

    #4 Baggio: 12%

    Credits Comune di Milano – Estensione M1 Quartiere degli Olmi

    #3 Genova: 15% 

     

    #2 Arco della Pace: 17%

    Fermata Arco della Pace

    #1 Monza: 19%

    Credits ascuoladiopencoesione.it – Tracciato M5

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    Il futuro del “PONTE VECCHIO” di Porta Nuova

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    Ponte vecchio firenze milano
    Ponte vecchio firenze milano

    La scintillante Porta Nuova è diventata ormai è uno dei nuovi centri di Milano, il mosaico di grattacieli si sta ampliando a macchia d’olio, accanto a nuove aree verdi come la super fotografata Biblitoteca degli Alberi. Rimane però ancora un parallelepipedo di acciaio, ferro, vetro, grigio, lasciato a se stesso, sopra la fiumana di mezzi che lo solca da sotto in via Melchiorre Gioia. E pensare che immaginando il Naviglio che un tempo passava lungo la via, quella costruzione potrebbe rappresentare il nostro Ponte Vecchio. Con le debite differenze, si intende. Ma quale è la storia di questo edificio che fa da ponte su via Melchiorre Gioia e cosa ne sarà del suo futuro?

    Il futuro del “PONTE VECCHIO” di Porta Nuova

    # Il colosso in disuso sopra via Melchiorre Gioia

    Ponte vecchio firenze milano
    Ponte vecchio firenze milano

    Ogni giorno migliaia di automobili passano sotto questo colosso caduto in disuso per tanto tempo e che si staglia come un ponte sopra Melchiorre Gioia, il lungo viale dedicato al sacerdote, patriota e martire, studioso, esperto di scienze economiche, autore, tra gli altri scritti, del “Nuovo Galateo”, 1838. Si potrebbe ribattezzare “il Ponte Vecchio di Milano”, un po’ per prenderlo in giro, un po’ per tornare con l’immaginazione agli inizi del ‘900, quando la via era solcata dai battelli e dall’acqua. 

    Su questo punto di via Melchiorre Gioia, fino agli ’60 scorreva il Naviglio della Martesana, così come il canale artificiale era stato voluto in età sforzesca attorno al 1460. Il fratello più moderno, e più brutto, del Ponte Vecchio, è stato costruito come Centro Direzionale di Milano con gli uffici comunali, ovvero era una emanazione di Palazzo Marino, seguendo il piano regolatore del 1953. Peccato che non sia mai stato completato. 

    Qualche irriducibile e fautore della riapertura dei Navigli l’ha immaginato come un palazzo-ponte sotto cui far tornare a scorrere l’acqua. Prima di sognare però è lecito chiedersi come mai questo edificio così in vista sia stato per anni in abbandono.

    # A cosa doveva servire il “Ponte Vecchio” di Milano?

    Credits Jorjoson-pixabay – Milano

    L’obiettivo del palazzo, conosciuto oggi anche come Pirellino, era farne un polo terziario posto a nord del centro cittadino, fra le due importanti stazioni ferroviarie Centrale e Garibaldi, più agevole da raggiungere considerata la congestione del centro cittadino con il traffico delle auto. Un posizione strategica tra la Stazione Centrale e la vecchia stazione di Porta Nuova, oggi hotel di lusso e di eventi by Maison Moschino.

    Inoltre si sarebbe trovato all’incrocio tra due autostrade urbane mai realizzate, la M2, la nuova stazione ferroviaria collegata alle linee regionali delle Ferrovie dello Stato (attuale Porta Garibaldi FS), le Linee celeri della Brianza mai realizzate e poi incluse nella linea M2. A questo si sarebbe dovuto arretrare stazioni e sventrare quartieri e palazzi, da Corso Como a via Borsieri, ma i lavori si interruppero agli inizi degli anni ’60 per la mancanza di normative “che limitassero l’ulteriore espansione del terziario nel centro storico, che proseguì inesorabilmente per tutti i decenni successivi” e “l’ostilità al progetto degli abitanti dei vari quartieri” e al costo degli espropri.

    Tutto intorno, un’anarchia architettonica. Se da una parte sorgevano i grattacieli come il Pirellone, le aree rimaste vuote e inedificate per decenni venivano parzialmente occupate dal Luna Park delle Varesine.

    # Il nuovo distretto di Porta Nuova nato dalle ceneri del centro direzionale rimasto sulla carta

    Credits Andrea Cherchi – Skyline Milano 2022

    Il progetto venne definitivamente abbandonato nel 1978, con la variante al “piano regolatore che sancì il definitivo abbandono del progetto, definendo genericamente le aree “di interesse pubblico”, sostanzialmente impedendo qualsiasi edificazione o sviluppo della zona”. 

    E così rimase abbandonato e ignorato fino al 2004, quando il progetto di riqualificazione “Progetto Porta Nuova“, fece dell’area delle ex-Varesine e dell’attiguo quartiere isola un po’ come accadde alla Fenice: risorse dalle sue ceneri.

    Neppure la riqualificazione dell’area lo ha sottratto dal suo degrado. Il Pirellino, occupato fino a qualche anno dagli uffici tecnici comunali, è stato venduto a Coima ed è in fase di bonifica prima della sua riqualificazione. E il “Ponte Vecchio” di Milano?

    # Il futuro del “ponte vecchio”

    Credits Urbanfile – Serra in Porta Nuova

    Nel 2021 Coima Sgr, proprietaria del “Pirellino” ha assegnato a Diller Scofidio + Renfro (DS+R) e Stefano Boeri Architetti il concorso internazionale di architettura per l’edificio di Via Pirelli 39 in una competizione che vedeva 70 raggruppamenti composti da 359 studi di archittettura provenienti da 15 Paesi. 

    La sua riqualificazione si inserisce nel processo di rigenerazione dell’area su scala di quartiere iniziato con Gioia 22 e che si completerà nei prossimi anni con lo sviluppo dei progetti di Pirelli 35 e Gioia 20. Nel progetto era previsto in origine:

    • la “Torre botanica”, un grattacielo di 110 metri con 1.700 metri quadrati di vegetazione;
    • il restyling del Pirellino con una terrazza panoramica che lo porterà ad un’altezza di 95 metri;
    • la trasformazione del ponte a scavalco su via Melchiorre Gioia in un nuovo hub a servizio della città con all’interno una serra delle biodiversità.

    Purtroppo la riduzione dell’indice volumetrico al 10% da parte del Comune di Milano non consentirà di mantenere il progetto originale per quanto riguarda il ponte, che verrà quindi demolito o riqualificato senza serra e spazi culturali. Ancora una volta il destino del “ponte vecchio” rimane senza certezze.

    Continua la lettura con: Entro il 2026 arriverà la TORRE BOTANICA: il nuovo grattacielo che cambia COLORE in ogni stagione

    FABIO MARCOMIN

    copyright milanocittastato.it

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    La “METRO 13” di MILANO: arriverà in tempo?

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    Metrotranvia Olimpica

    Ribattezzata pomposamente “Metro 13” la metrotranvia è stata interamente finanziata. Ma forse non farà in tempo a portare gli spettatori al PalaItalia per le gare olimpiche del 2026. Ma perchè questo numero? E come si sviluppa il tracciato e quali sono i mezzi utilizzati.

    La “METRO 13” di MILANO: arriverà in tempo?

    # La nuova metrotranvia ha un tracciato di 4,7 km, da Repetti M4 a Rogoredo M3, con una fermata nei pressi del futuro PalaItalia

    Credits: artecna.it – Tracciato e fermate

    La linea è stata pensata per essere una delle opere utili agli spettatori delle gare olimpiche invernali del PalaItalia oltre che un lascito dell’evento. Il tracciato, che si sviluppa nel quadrante est della città, prevede un capolinea alla fermata della M4 Repetti che serve il quartiere Forlanini e uno alla stazione M3 di Rogoredo e relativo hub ferroviario dei treni regionali, suburbani e alta velocità.

    4,7 chilometri di percorso e 17 fermate, 9 delle quali già presenti e in condivisione con il 27 e 8 da realizzare da zero, queste ultime su tracciato integralmente a doppio binario. Oltre a collegare l’Alta Velocità ferroviaria, le ferrovie regionali e suburbane e la M3 alla stazione di Rogoredo, dove ci sarà il capolinea sud, con Santa Giulia, sono previste fermate nei pressi della costruenda arena sportiva, via Mecenate, Ovidio, Marco Bruto, Repetti per fare capolinea nord al quartiere Forlanini dove è presente la stazione di Repetti M4.

    # Pensata per trasportare i tifosi all’arena olimpica

    Ph. requadro.com

    Secondo le intenzioni del Comune di Milano la nuova linea è stata prevista proprio e anche per trasportare i tifosi alle gare, per questo viene soprannominata la “metrotranvia olimpica”, nel nuovo palazzetto in costruzione a Santa Giulia. Nella struttura sportiva sono programmate le partite di hockey maschile durante le Olimpiadi Invernali del 2026 e la cerimonia di apertura delle Paralimpiadi.

    Leggi anche: Avanza il CANTIERE del PALAITALIA: un capolavoro di architettura per lo sport milanese

    # La scelta del numero 13 richiama quello della “vecchia” zona amministrativa di Milano attraversata dalla linea

    ufficio stampa ATM

    Ma perchè Metro 13? Per la nuova linea è stato scelto il numero che richiama la precedente numerazione della “zona” di Milano che attraversa: la scelta di assegnare il numero 13 alla futura metrotranvia è infatti da ricollegare al fatto che lo stesso progetto risale agli anni in cui era in vigore la suddivisione amministrativa precedente, quando a Milano c’erano 20 zone, e che alcuni dei quartieri attraversati dalla nuova linea ricadevano sotto la numero 13. I tram utilizzati saranno quelli bidirezionali prodotti dall’azienda svizzera Stadler e già acquistati in parte dal comune di Milano.

    Leggi anche: Il nuovo TRAMLINK: le prime immagini del tram di nuova generazione di Milano

    # A che punto siamo con il progetto

    Credits architecna.it – Metrotranvia Milano

    Purtroppo la futura metrotranvia rischia di non essere realizzata in tempo per le prossime Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026. Sono passati cinque anni dal progetto preliminare elaborato da Architecna Engineering s.r.l., commissionato da Milano Santa Giulia S.p.a e Risanamento S.p.a, ma di cantieri nemmeno l’ombra.

    Progetto Metrotranvia 13

    L’opera ha già la copertura finanziaria, a costruirla come scomputo oneri l’operatore del nuovo quartiere di Santa Giulia nord, ma con molta probabilità l’inaugurazione slitterà a dopo l’evento. Dall’ultimo sopralluogo della commissione Olimpiadi e Paralimpiadi non sono infatti emerse certezze sull’opera, probabile l’utilizzo di navette e bus sostitutivi in caso di ritardi.

    Leggi anche: Per le OLIMPIADI Milano diventa più SVIZZERA

    Continua la lettura con: La nuova FRONTIERA per Milano: la METROTRANVIA ad IDROGENO?

    FABIO MARCOMIN

    copyright milanocittastato.it

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