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#8 – Le storie curiose dei QUARTIERI di Milano che nessuno sa DOVE SONO

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quartieri milano fonte: Urban File (c)

In altre città del mondo i quartieri sono un’icona identitaria. Kreuzberg, Chelsea, Bronx, Assiano. Assiano? Chi sa dove si trovi alzi la mano.

Highlight picture credits: Urbanfile.org

Le storie curiose dei QUARTIERI di Milano che nessuno sa DOVE SONO

# Mirabello: il quartiere sanzionato

quartiere Mirabello
quartiere Mirabello

Forse più noto come quartiere Rodolfo Carabelli come veniva denominato in passato. Quartiere di epoca fascista (fu costruito nel 1939) è costituito da 12 palazzine e si ricollega in parte al vicino Villaggio dei Giornalisti. Una curiosità: costruito nel periodo delle sanzioni inflitte al governo fascista utilizza materiali in economia, escludendo ad esempio l’uso del calcestruzzo.

# Rottole: il villaggio degli spazzini

rottole - spazzini
rottole – spazzini

Le Rottole erano un borgo rurale annesso a Milano nel 1873 che sorgeva lungo la strada che dalla città conduceva fino a Bergamo. Il paese si sviluppava attorno alla chiesa medievale di San Carlo alle Rottole ed è rimasto agricolo fino alla prima metà del XX secolo.
Successivamente la zona è stata trasformata dalla decisione del Comune di creare in quest’area il deposito dell’immondizia milanese. Da allora, nel giro di poco tempo, l’area ha attratto centinaia di persone, specialmente brianzoli, che hanno cominciato a costruire delle baracche, creando il cosiddetto “Villaggio degli Spazzini” che si trovava tra le attuali Vie Pordenone, Plezzo, Palmanova e Tolmezzo.
In passato, le Rottole erano interessate al passaggio delle linee celeri dell’Adda, sostituite negli anni ottanta della metropolitana.

# Casoretto: il quartiere partigiano

casoretto (piazza Aspromonte) Fonte: Urban File (c)
casoretto (piazza Aspromonte) Fonte: Urban File (c)

Il Casoretto (il Casorett, in dialetto), è stato staccato da Lambrate e, successivamente, da città studi di cui rappresenta una versione più popolare. E’ un quartiere che è stato al centro della cronaca nera, soprattutto per l’uccisione nel marzo 1978 in via Mancinelli di Fausto e Iaio, frequentatori del Leoncavallo, mentre in una traversa di via Casoretto, sempre negli anni di piombo, fu ucciso l’avvocato Enrico Pedenovi, consigliere provinciale dell’MSI. Una delle scuole del quartiere, l’odierno Istituto tecnico Caterina da Siena, venne requisita dai partigiani nei giorni della liberazione e nei suoi locali furono prese importanti decisioni che segnarono la storia del Paese.

# Taliedo: il quartiere volante

taliedo (via Mecenate)
taliedo (via Mecenate)

Fino ai primi del Novecento Taliedo era una zona di campagna ricca di orti e cascine. Il nome deriva dalla Cascina Taliedo, la più grossa della zona, che a sua volta prese il nome dalla presenza di numerosi alberi di tiglio.
Nel 1910 Taliedo venne scelta per svolgere il Circuito Aereo Internazionale, gara di velocità aperta a piloti e apparecchi stranieri. L’area venne attrezzata con hangar e officine di manutenzione, e nell’Aerodromo d’Italia venne ricavato un percorso di gara chiuso di forma triangolare. Vennero requisite ed abbattute tutte le cascine della zona.
Ai bordi del campo, lungo la via Mecenate, nel 1915 la Società per lo Sviluppo dell’Aviazione in Italia costruì lo stabilimento per la produzione degli aerei progettati dall’ing. Gianni Caproni. Taliedo fu uno dei primi aeroporti d’Italia e l’unico Aeroporto di Milano fino alla costruzione di Linate.
Oggi nella zona lungo la Via Mecenate ci sono molti studi per la televisione e centri di produzione.

# Calvairate: il quartiere dell’agri-business

calvairate - fonte: Urban File (c)
calvairate 

Calvairate prende il nome dal monte Calvario, a cui è dedicata la cappella dedicata a Santa Maria Nascente fatta costruire da alcuni crociati di ritorno dalla Terra Santa probabilmente nel XII o XIII secolo. Attorno all’odierno piazzale Ferdinando Martini si sviluppava l’antico borgo agricolo che fino al 1873 faceva parte dei Corpi Santi attorno a Milano.
La struttura del quartiere è formata da due grandi piazze, Martini ed Insubria, collegate da un viale alberato (via Laura Ciceri Visconti).
Fino alla fine dell’ottocento il quartiere ospitava la Giazzera de Calvairaa, la ghiacciaia più grande di Milano. Nel 1912 fu costruito nella zona est del quartiere il nuovo macello della città. L’area ha molte zone verdi e dal 1965 in via Cesare Lombroso è presente il mercato ortofrutticolo più grande d’Italia.

# Morivione: il quartiere dei banditi

Il quartiere di Morivione (Morivion in dialetto) era anch’esso un antico borgo agricolo nell’estremità sud della città. In passato era celebre perchè era la zona in cui i milanesi andavano a festeggiare San Giorgio, bevendo latte e mangiando il pan meino (pane di miglio dolce). Era una zona infestata dai banditi, tra cui il terribile Vione che in questa zona venne ucciso nel 1335 dai lancieri del duca di Milano. Nel luogo in cui si riteneva che questi fosse deceduto, sarebbe stata posta una pietra, sulla quale era scritto «Qui morì Vione», da cui sarebbe poi derivato il nome della località.
I confini del quartiere sono a nord la circonvallazione esterna (della 90/91) e a sud il tratto iniziale della strada provinciale 412 della Val Tidone. L’asse portante del quartiere corre da nord a sud con Via Bazzi-Via Ferrari.

# Macconago: il quartiere dell’altro castello

castello di maccognago
castello di maccognago

Il quartiere entra a fare parte del Comune di Milano dal 1923. E’ il quartiere agricolo della città, in gran parte occupato dal parco agricolo Sud. Noto soprattutto per la presenza del Castello di Macconago, costruito tra il 1330 e il 1340, a pianta quadrata, con torri d’avvistamento e camminamenti merlati, con una struttura tipicamente viscontea, di proprietà della famiglia Pusterla. Caduta in disgrazia anche il castello finì in rovina finché è stato interamente restaurato dalla famiglia Ferrario Gavana. Viene ora utilizzato per cerimonie, ricevimenti e altri eventi.
Data la natura rurale e la bassa urbanizzazione dell’area, Macconago non è servito da linee metropolitane o ferroviarie.

# Conca Fallata: il quartiere dei naviganti

conca fallata
conca fallata

Il quartiere prende il nome dalla conca di navigazione che si trova lungo il Naviglio Pavese. È la seconda chiusa dopo la Conchetta e copre un salto di 4,80 metri.
Realizzata a fine del XVI secolo, fu chiamata dai milanesi “fallata”, cioè “sbagliata“, perché, a loro dire, venne pensata e realizzata inutilmente. Secondo i milanesi un’altra conca non serviva, dato che erano sufficienti quelle già presenti. Il motivo principale dello sdegno dei milanesi erano gli sghei: erano infatti contrari alle tasse necessarie per finanziare l’opera.
Il termine “Conca Fallata” diventò poi anche il nome del quartiere circostante.
A partire dagli anni quaranta del XIX secolo, il salto d’acqua della Conca Fallata iniziò a essere sfruttato per produrre energia idroelettrica, energia che era utilizzata dalle Cartiere Ambrogio Binda, che sorgevano nei pressi.

# Villaggio dei fiori: il quartiere scandinavo

villaggio dei fiori
villaggio dei fiori

Roma ha il Campo, Milano ha il villaggio dei fiori. La parte ovest della città un tempo era tutta campagna attraversata dal fiume Olona, specie attorno a due cascine Arzaga e Corba che ancora danno il nome alle strade che le fiancheggiavano.
Nel dopoguerra il piano urbano procedette con la realizzazione di una griglia di nuove strade e la costruzione dei nuovi quartieri, tra cui il Villaggio Finlandese, chiamato poi il Villaggio dei Fiori, completato nel 1953.
Il villaggio dei fiori si chiama così perchè è attraversato da tutte strade con nomi floreali, comprese tra via Primaticcio e via Lorenteggio. Inizialmente si chiamava villaggio finlandese perchè le prime costruzioni erano delle casette in legno donate dalla Finlandia, per ospitare gli sfollati dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, che furono prese a riferimento anche per le costruzioni successive.
Il quartiere è ancora caratterizzato da lotti piccoli, con case unifamiliari di un solo piano, circondate da un giardino privato.
Le Casette Finlandesi sono quasi tutte al loro posto, dopo 65 anni.

Leggi anche: Villaggio dei fiori di Urban File

# Sella Nuova: il quartiere di Creta e Assisi

sella nuova
sella nuova

Il nome, già attestato nel 1346, trae origine da Sala Nuova, dove sala stava per “abitazione signorile e deposito di derrate alimentari” e indicava un antico complesso appartenente alla famiglia Torriani, poi divenuto dei Visconti, ed era comune autonomo fino al 1869 quando fu annesso a Baggio.
Posizionato nella parte ovest della città, confina con Quarto Cagnino a nord, col Lorenteggio a sud e con Baggio ad ovest.
Al giorno d’oggi il nome resta legato alla cascina e alla via sulla quale questa sorge mentre il quartiere è popolarmente conosciuto come la zona orientale di Baggio. Ospita il capolinea di Bisceglie della linea 1 della metropolitana di Milano e l’ospedale militare.
All’interno del quartiere ci sono due “enclave”, quartieri ancora meno noti di Sella Nuova:
Creta (Cassina Crea in dialetto locale) che si sviluppa tra Via Saint Bon e Via Beltrami, e che prende il nome da due antiche cascine, Cascina Creta Vecchia e Cascina Creta Nuova;
Assisi che comprende diverse vie, come Via del Passero, Via dell’Allodola o Via dell’Usignolo, quasi tutte chiamate con il nome di volatili. Il nome del quartiere deriva quindi dal fatto che San Francesco d’Assisi era un amante di questi animali. La chiesa principale del quartiere è la parrocchiale di San Giovanni Battista alla Creta.

# Assiano: il quartiere che è ancora campagna

assiano
assiano

Quartiere ignoto anche per i distretti che lo contengono: San Siro e Baggio. E’ posto nella estremità occidentale al di là della tangenziale. Di tutte le comunità aggregate nel tempo a Milano, è l’unica a non aver subito il benché minimo segno di espansione edilizia, rimanendo niente più che una cascina di campagna.
L’origine del quartiere è di epoca romana: nel museo archeologico del Castello Sforzesco di Milano è presente una lapide con la scritta AXILIANUM accompagnata da una targhetta riportante “Trovata nel territorio di Baggio”.
Nel Medioevo Assiano ospitava terreni di proprietà della Chiesa e fino alla fine del settecento contava meno di 20 abitanti. Il borgo di Assiano, costituito essenzialmente dalla cascina omonima e dai terreni ad essa annessi, passò nel 1946 alla famiglia Feltrinelli ed oggi è proprietà dell’ALER. Il principale luogo di attrazione è l’Oratorio di San Martino,insieme alla Cascina Malandra e alla Cascina Moirano. E’ abitato da meno di 200 persone.

# Altri quartieri di Milano praticamente ignoti:

-Cavriano (tra Forlanini e città studi),
– Acquabella,
– Ponte Lambro (case bianche) dove è stato il Papa,
– Triulzio Superiore (Tra Metanopoli e Santa Giulia), Macconago (sotto il Vigentino),
– Val di Sole,
– Quintosole (abitata dagli elfi),
– Ronchetto delle rane (citata da Alberto Sordi),
– Cantalupa,
– Boffalora (in città, non il paese),
– Muggiano (il Baggio di Baggio),
– Roserio (tra Mind e Quarto Oggiaro),
– Segnano (l’ex Greco milanese),
– La Fontana,
– Quartiere Lodovico il Moro
– Quartiere Teramo,
– Montalbino,
– Quartiere Basmetto,
– Castagnedo,
– Gamboloita,
– Pratocentenaro,
– Cagnola,
– Vialba,
– Montinasco,
– Quartiere Campo dei Fiori (ebbene sì, c’è anche a Milano)

Continua la lettura con: Luogo nascosto #9 – La CASA più ANTICA di MILANO

ANDREA ZOPPOLATO

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

VOTA l’AVVENIMENTO dell’ANNO a Milano: i 10 più importanti del 2023 (Milano Città Stato AWARDS)

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Avvenimento dell'anno

Per i Milano Città Stato Awards vota l’avvenimento dell’anno tra le 10 nominations in elenco. La più votata sarà regina di Milano Città Stato e riceverà il Milano Città Stato Award 2023.

VOTA l’AVVENIMENTO dell’anno a Milano: i 10 più importanti del 2023 (Milano Città Stato AWARDS)

LE 10 NOMINATIONS (Puoi VOTARE in fondo all’ARTICOLO):

#1 Inaugurazione San Babila M4

Credits Andrea Cherchi – Cerimonia di presentazione M4 San Babila

#2 Prima in Italia: apre la corsia dinamica su un tratto di tangenziale

Quarta corsia dinamica in funzione

#3 Derby Milan Inter di semifinale di Champions

Euroderby – Credits: Il Giornale

#4 La terza stella: 30esimo scudetto Olimpia

Terza stella Olimpia

#5 A Milano i 69esimi Campionati Mondiali di Scherma

mantovascherma IG – Mondiali scherma 2023

#6 Inaugura la Ciclabile di Corso Buenos Aires

Credits Roberto Lorenzetti FB – Cordoli ciclabile Corso Buenos Aires

#7 Studenti in tenda per protestare contro il caro affitti

Credits gev_milano IG – Protesta contro caro affitti

#8 La nuova Area C chiusa ai non residenti (aumento ticket di ingresso e massimo due ore di parcheggio per non residenti)

Area C

#9 Merlata bloom: inaugurato il centro commerciale più grande di Milano

Credits Andrea Cherchi – Merlata Bloom interno

#10 Record turisti: il 2023 è l’anno con il più alto tasso di visitatori nella storia della città

Credits Maxim Klimashin-unsplah – Turisti Milano

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Le regioni dove si mangia meglio al mondo: 7 italiane nella top 10

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100 Best food regions in the world

Perdiamo quota in molti settori ma c’è un ambito dove non c’è partita. La cucina. L’Italia domina piazzando sette regioni tra le prime 10 dove si mangia meglio al mondo. Lo rivela la guida gastronomica digitale TasteAtlas.

Le regioni dove si mangia meglio al mondo: 7 italiane nella top 10

# Campania ed Emilia Romagna ai primi due posti, anche la Lombardia tra le prime dieci

100 Best food regions in the world

La guida gastronomica digitale TasteAtlas premia l’Italia. Dopo che il nostro Paese è risultato essere quello con la migliore cucina al mondo con una valutazione di 4,72 e il Paese con i migliori formaggi, con 8 posizioni occupate nella top ten, anche le singole regioni italiane battono la concorrenza estera: nei primi dieci posti 7 sono italiane.

Credits danilo-d-agostino-unsplash – Napoli

Al primo posto si piazza la Campania con un punteggio di 4,60. Segue l’Emilia Romagna con 4,57, chiude il podio Java con 4,51. Appena fuori dalle medaglie c’è Creta con 4,49, poi la Sicilia con 4,48, la regione di Guangdong in Cina con 4,44 e poi un filotto italiano dal settimo al decimo posto: Lazio, Toscana, Lombardia e Liguria. 

# Francia sconfitta 

Rhône-Alpes – Prima regione francese in classifica, fuori dalla top ten

La prima regione francese in classifica è Rhône-Alpes all’undicesimo posto, uno smacco per i cugini che nella top 50 di questa classifica possono contare in tutto sei regioni. Nelle prime venti posizioni troviamo la Tessaglia in Grecia, la Dalmazia in Croazia, l’Andalusia in Spagna e il Bejs District in Portogallo.

# In totale 12 regioni italiane nella top 50

trattoriafaveefogghje IG – Piatti pugliesi

Il nostro Paese ne mette altre 5 nella top 50, con un totale di 12 nessuno fa meglio, e nell’ordine sono: Puglia 12esima posizione con un punteggio di 4,39, Piemonte alla 15esima con un punteggio di 4,35, Veneto alla 27esima con 4,27, la provincia di Parma alla 35esima con 4,24 e la Sardegna alla 48esima con 4,16.

Continua la lettura con: Il NUOVO TREND di Milano: MANGIARE MALISSIMO

FABIO MARCOMIN

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Novità a Milano: la SALA dell’EVOLUZIONE UMANA. VISITABILE GRATIS (ma solo per pochi giorni)

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Comune di Milano - Sala dell'evoluzione umana

Il nuovo allestimento dell’esposizione permanente dedicata alle origini della nostra specie. 

Novità a Milano: la SALA dell’EVOLUZIONE UMANA. VISITABILE GRATIS (ma solo per pochi giorni)

# La sala dedicata alle origini della nostra specie: visitabile gratis per i primi due giorni

Tracce – Comune di Milano

Si presenta in una veste tutta nuova la sala dedicata all’esposizione permanente riguardante la storia dell’evoluzione umana. Riapre il 19 dicembre 2023 con un nuovo allestimento a firma Migliore+Servetto, vincitore di un concorso nazionale nel 2018, che ha coinvolto i conservatori e il personale del Museo, progettisti, tecnici, grafici e artisti. Per due giorni, quello di riapertura e il 20 dicembre, l’accesso al pubblico è gratuito fino a esaurimento posti. Dopo i saluti istituzionali e una lectio magistralis, alle ore 12 del 19 dicembre l’inaugurazione ufficiale.

Lo spazio espositivo distribuito su 400 mq è suddiviso in 4 macro-aree:

  • Chi siamo?: la posizione dell’uomo nella natura e all’interno dell’ordine dei Primati;
  • Un cespuglio africano: tra 6 e 2 milioni di anni fa in Africa si sono originate e hanno convissuto numerose specie di ominidi bipedi, tra cui le più antiche del genere Homo;
  • Fuori dall’Africa: nel corso degli ultimi 2 milioni di anni circa, rappresentanti del genere Homo hanno a più riprese ampliato il proprio areale diffondendosi al di fuori dell’Africa;
  • Homo sapiens: la comparsa dei più antichi appartenenti alla nostra specie.

Ogni area presenta al centro una torre scenica, pensata come ambientazione di una narrazione tra il fisico e il digitale, mentre ai lati bauli e allestimenti free standing che aprono i loro tesori alla scoperta dell’utente. Esposti più di 400 esemplari tra reperti zoologici in scheletro e preparati tassidermici, reperti fossili originali e strumenti litici in calco e in originale, oltre a riproduzioni in calco e 3D di resti fossili.

# La prima architettura museale italiana, realizzata in stile neogotico

dailygentile IG – Museo di Storia Naturale di Milano

Il Museo di Storia Naturale di Milano nasce nel 1838 grazie a una donazione del collezionista milanese Giuseppe De Cristoforis e del botanico di origine ungherese Giorgio Jan. La sede è cambiata nel corso dei decenni passando dall’ex convento di via Santa Marta alla villa settecentesca di Palazzo Dugnani nel 1863, fino all’attuale edificio appositamente edificato, in seguito alla grande Esposizione Nazionale di Milano del 1881, tra il 1888 e il 1893. Si tratta infatti della prima architettura museale italiana, invece della trasformazione di edifici monumentali in musei come sempre avvenuto.

Realizzato all’interno dei Giardini Pubblici di Porta Venezia, su progetto dell’architetto Giovanni Ceruti, si caratterizza per uno stile neogotico che prende a riferimento il British Museum Natural History di Londra. Del Naturhistorisches Museum di Vienna riproduce invece fedelmente la pianta ad anello. 

# Una superficie di 5.500 mq con 23 saloni d’esposizione

Credits: @fbertelloni IG 

Il museo si sviluppa su una superficie di circa 5.500 mq, suddivisa su due piani e un sottotetto, con 23 saloni d’esposizione e quasi tre milioni di pezzi. Al suo interno anche la maggiore esposizione in Italia di diorami, se ne contano un centinaio. 

Oltre alla sala sulla storia dell’evoluzione umana sono altre quattro quelle con un’esposizione permanente: animali invertebrati, animali vertebrati, dinosauri e altri fossili, minerali. Presente anche una sala con scheletri di dinosauri, come quelli originali di un allosauro e di un griposauro, la ricostruzione in grandezza naturale di un triceratopo e il calco di un tirannosauro.

Continua la lettura con: Le meravigliose CASE MUSEO STORICHE di Milano

FABIO MARCOMIN

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HOTEL di LUSSO con RISTORANTI GLAMOUR che si sono TRASFORMATI per NATALE e CAPODANNO

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kate_in_milano IG - 10_11

Sono parecchi gli hotels e i ristoranti milanesi che sotto le feste si sono trasformati regalando ambientazioni suggestive. Vediamo 5 imperdibili proposte.

HOTEL di LUSSO con RISTORANTI GLAMOUR che si sono TRASFORMATI per NATALE e CAPODANNO

# Park Hyatt con la slitta di Babbo Natale

Lussuoso hotel che da sabato 16 dicembre accoglie anche la slitta di Babbo Natale per consentire a tutti i bambini che vogliono di incontrare Babbo Natale. All’interno dell’hotel un maestoso albero di Natale, sontuose decorazioni e mille illuminazioni. In via Tommaso Grossi.

# Excelsior Hotel Gallia con la merenda di Natale

Credits excelsiorhotelgallia IG – Terrazza Gallia

Non poteva certo mancare all’appuntamento natalizio l’iconico hotel di piazza Duca d Aosta. Illuminato a festa, anche quest’anno offrirà la merenda di NataleFino al 6 gennaio è possibile degustare le prelibatezze culinarie italiane e non manca l’opportunità di cenare in terrazza per il Cenone del 24, il pranzo del 25 o il Cenone di capodanno. 

# Portrait Milano con le decorazioni glamour

kate_in_milano IG – 10_11

Hotel 5 stelle lusso che si veste a festa con decorazioni glamour specie nel cortile interno. Fino al 6 gennaio il ristorante 10_11 offre un menù tipicamente natalizio anche per il Cenone di fine anno. Per il pranzo di inizio anno è poi possibile degustare un brunch accompagnato da musica classica dal vivo. In corso Venezia. 

# Mandarin Oriental con la foresta incantata

Credits: flawless.life – Mandatin Hotel Ristorante Seta

In via Andegari il lussuoso hotel si trasforma in una vera e propria foresta incantata dove degustare la merenda natalizia a base di prelibatezze dolci o salate accompagnate da una selezione di pregiati the. Presso il ristorante Seta é possibile pranzare fino alla fine di dicembre con un menù due portate più dessert, mentre per il Cenone di capodanno il menù si arricchisce con una proposta di otto portate.

# Hyatt Centric Milano Centrale e il giardino d’inverno 

Credits hyattcentricmilancentrale IG – Organic Sky Garden

Il lussuoso hotel vicino alla stazione centrale per le festività natalizie si trasforma in un meraviglioso giardino invernale con tanto di plaid in pelo, tappeti e una cascata di luci, dove sorseggiare un cocktail in pieno stile après-ski, accompagnato dai piatti proposti dal ristorante Rivington.

Continua la lettura con: Le 4 COSE da fare a NATALE a MILANO

ALESSANDRA GURRIERI

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La CHRISTMAS PARADE: gli ALBERI di NATALE che vale la pena VEDERE a MILANO

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Credits @natipervivereamilano]

Con il Natale 2023 Milano segna un nuovo record: si festeggia il Natale con più alberi in città, che arrivano a essere ben 22. Ma quali vale la pena vedere?

La CHRISTMAS PARADE: gli ALBERI di NATALE che vale la pena VEDERE a MILANO

Gli alberi di Milano risplendono grazie alla collaborazione tra pubblico e privato, valorizzando le zone della città più frequentate da cittadini e turisti. Tutti gli alberi sono realizzati con luci a led a basso consumo energetico e con materiali riutilizzabili. Dall’albero più alto al più colorato, non sono mancati né i consensi né le polemiche. Ecco quelli più apprezzati e quelli più discussi.

# La piramide di pacchi in Galleria: il più criticato

Sotto la cupola della Galleria Vittorio Emanuele una montagna di valigie impilate che arrivano a formare un abete. Si tratta dell’Albero di Natale allestito da Gucci e, a chi era abituato all’albero luminoso con migliaia di cristalli griffati Swarovski, appena lo ha visto gli si è alzato un sopracciglio o ha storto il naso. L’installazione, indubbiamente, sta facendo discutere molti, soprattutto quelli che non mancano di sottolineare la cifra costata all’azienda per illuminare uno dei salotti bene del capoluogo lombardo: circa un milione di euro.

Credits @natipervivereamilano

# L’abete giramondo in Cordusio: il più apprezzato

L’albero allestito in piazza Cordusio da Boscolo è uno di quelli più apprezzati dai milanesi. Colorato e decorato con addobbi che celebrano l’importanza di viaggiare con consapevolezza e nel massimo rispetto delle culture e dei luoghi che si visitano. Un albero di Natale inclusivo che riporta l’augurio di “Buone Feste” tradotto in tutte le lingue del mondo.

Credits @natipervivereamilano

# L’albero a sei stanze in Gae Aulenti: il più interattivo

Seppure non è un vero e proprio albero, l’installazione creata da Warner Music Italy in piazza Gae Aulenti attira grandi e piccini. Si tratta di un albero interattivo con tante stanze in cui è possibile entrare e lasciarsi trasportare dall’atmosfera natalizia. Il percorso all’interno dell’installazione, infatti, si articola in sei diverse ambientazioni, dall’ufficio postale di Babbo Natale a un tunnel con pareti specchiate e cristalli di ghiaccio. Ovviamente, il tutto è accompagnato da una playlist composta dalle canzoni più belle del Natale.

Credits fanpage.it

 

# Il trittico in San Carlo: il più freddo

In piazza San Carlo è possibile ammirare un trittico di alberi realizzato da IG (azienda nel settore del trading online). L’installazione, composta da tre abeti creati con delle luci, è una metafora visiva dell’ascesa e della crescita. Il trittico, però, è spesso al centro di riflessioni poco edificanti poiché ritenuto troppo “freddo” e poco in linea con l’atmosfera accogliente del Natale.

Credits mondomilano.it

 

# L’abete di San Babila: il più tradizionale

E a proposito di atmosfera natalizia, l’abete in piazza San Babila quest’anno ha colto nel segno. Si tratta dell’albero realizzato da Dils alto ben 13 metri e decorato con oltre 36 mila luci led bianche e più di 200 palline di Natale. Non solo: a contribuire alla magia del Natale c’è anche una pista di pattinaggio che resterà aperta al pubblico fino al 7 gennaio.

Credits mondomilano.it

 

# L’Albero del Duomo: il più olimpionico

A illuminare la piazza più importante di Milano, piazza Duomo, c’è l’Albero dei Giochi di Milano Cortina 2026. Alla basa dell’abete è presente una hall of fame per omaggiare i 221 vincitori italiani di medaglie nella storia delle olimpiadi e delle paraolimpiadi invernali.

I ben 28 metri di altezza dell’albero sono decorati con circa 300 sfere natalizie rosse e argento che si intrecciano con medaglie decorative d’oro, d’argento e di bronzo. A tutto questo si aggiungono oltre 100 mila luci led che culminano nel brillante fiocco di neve posto in cima.

Credits @natipervivereamilano

E per chi volesse addentrarsi in un tour dei 22 alberi di Natale milanesi, ecco dove è possibile trovarli:

Credits: YesMilano

Continua la lettura con: La Ballerina Gigante sulla Scala

FRANCESCA MONTERISI

copyright milanocittastato.it

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#9 – La piccola “MONT SAINT MICHEL” italiana a 2 ORE da MILANO

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Credits: Valter Joannas

Situata sulla via francigena che la collegava all’omonima abbazia francese in Normandia, si trova la “gemella piemontese” a quasi 1.000 metri di altezza. Nelle giornate nebbiose pare fluttuare nell’aria. Ecco la sua storia e alcune incredibili curiosità.

La piccola “MONT SAINT MICHEL” italiana a 2 ORE da MILANO

# L’abbazia della Sacra di San Michele si trova a quasi 1.000 metri d’altezza. Nelle giornate di nebbia sembra sospesa nel vuoto

Credits: wikipedia.org Elio Pallard – Sacra di San Michele

L’elemento particolare della Sacra di San Michele è la sua posizione alla sommità del monte Pirchiriano, uno sperone roccioso appartenente al gruppo del Rocciavré nelle Alpi Cozie a 962 metri s.l.m.: nelle giornate di nebbia sembra essere sospesa nel vuoto proprio come la celebre Mont Saint Michel in Francia rimane isolata in mezzo al mare quando ci sono le alte maree. Il complesso architettonico si trova in una posizione a dir poco panoramica, regalando una vista unica sul verde della val di Susa.

# La linea sacra di San Michele Arcangelo

È uno dei monumenti simbolo del Piemonte, a sole 2 ore di macchina da Milano, la costruzione sacra è dedicata al culto dell’Arcangelo Michele e all’interno della chiesa sono sepolti i membri della famiglia reale di Casa Savoia. L’abbazia ha una valenza storica importante, in quanto da qui iniziavano o passavano alcuni dei percorsi storici più famosi, come il sentiero dei Franchi, la via Francigena che conduceva fino a Mont-Saint-Michel, sulle coste della Normandia francese partendo dal santuario pugliese di San Michele Arcangelo.

Uno dei misteri della storia è proprio questo: i santuari intitolati all’Arcangelo Michele sono perfettamente allineati, si possono unire con una linea retta immaginaria, la “linea sacra di San Michele Arcangelo”. Non solo: i tre siti più importanti, Mont Saint Michel in Francia, la Sacra di San Michele e il santuario di Monte Sant’Angelo nel Gargano sono tutti alla stessa distanza. Secondo la leggenda, la linea sacra rappresenta il colpo di spada che il Santo inflisse al Diavolo per rimandarlo all’inferno.

# Realizzata tra il 983 e il 987, l’abbazia ha ispirato Umberto Eco per la trasposizione cinematografica de “Il nome della Rosa”

Credits: unioneproloco.it

L’edificazione di questo luogo sacro è fatto risalire agli anni tra il 983 e il 987. Un colosso in pietra grigia con una facciata alta circa 40 metri, dal cui ingresso si raggiunge la chiesa attraverso un ripido e ampio scalone. Questa scala è soprannominata lo “Scalone dei Morti” poiché in passato vi erano custoditi gli scheletri di monaci.

Credits: wikipedia.org – Lo “Scalone dei Morti”

C’è una curiosità che riguarda l’abbazia: lo scrittore Umberto Eco si è parzialmente ispirato a questa abbazia benedettina per ambientare il riadattamento cinematografico del suo celebre romanzo “Il nome della rosa”.

# Meta prediletta dagli appassionati del turismo d’alta quota

Credits: ferrate365.it

Famosa come metà di pellegrinaggio, da anni è stata scelta dagli appassionati del turismo d’alta quota che hanno a disposizione alcuni percorsi per fare escursionismo. I più importanti sono quello che parte dall’abitato di Chiusa di San Michele e l’altro da quello di Sant’Ambrogio. Per gli appassionati di ascensioni c’è la via ferrata Carlo Giorda, un percorso attrezzato che parte da Sant’Ambrogio di Torino e raggiunge la cima del monte Pirchiriano: maggiori informazioni su come percorrere in sicurezza la ferrata sono disponibili a questo link.

Continua la lettura con: La gita più bella #10 – Il BORGO più BELLO d’Italia si trova a UN’ORA da Milano

BEATRICE BARAZZETTI

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#9 – La CASA più ANTICA di MILANO

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Credits: wikiwand.it - Casa Fontana Silvestri

Tra affreschi spariti del Bramante, colonne degne della Certosa di Pavia, questo gioiello in pieno centro città è presente già dal XII secolo ed è uno dei pochissimi palazzi rinascimentali che sono stati risparmiati dalle demolizioni per far posto a nuove architetture. Scopriamolo in tutte le sue particolarità.

La CASA più ANTICA di MILANO

# Chiamata anche “Ca’ del Guardian” è uno dei pochissimi palazzi rinascimentali rimasti in città

Casa Fontana-Silvestri è uno dei pochissimi palazzi rinascimentali che sono stati risparmiati dalla distruzione per far spazio ad altre architetture in città. Si trova in Corso Venezia 10 dove fu costruita nel XII secolo.

Il suo aspetto misto gotico-rinascimentale lo si deve però ai lavori eseguiti alla fine del 1300. Ha avuto numerosi inquilini. Tra i più famosi Angelo Fontana custode della scomparsa Porta Orientale, attigua all’abitazione, che vi ha vissuto quasi fino alla fine del 1400 e motivo per cui la Casa Fontana-Silvestri era chiamata anche “Ca’ del Guardian” e Francesco Fontana, senatore degli Sforza. Tra i proprietari i Pirovano, gli Stampa i Castiglioni e il senatore Silvestri.

# La facciata era coperta da affreschi del Bramante fino all’800

Credits: tripadvisor – Affreschi Bramante

Fino alla fine dell’800 era possibile vedere gli affreschi del Bramante o Bramantino, a seconda delle fonti, ora non rimane che qualche testimonianza nel fregio sotto il cornicione dove si possono scorgere: le vestigia di un baccanale di putti, sirene, tritoni, capre e agnelli alternati tondi con all’interno dei busti virili.

Aperture gotiche

Tra la metà dell’800 e del ‘900 l’edificio venne restaurato per ripristinare l’aspetto rinascimentale ed è così che furono scoperte delle aperture datate a una precedente costruzione gotica, ancora oggi visibili.

# Il cortile interno con le colonne che rimandano alla Certosa di Pavia

La casa si sviluppa attorno a cortile porticato su tre lati perchè il quarto lato è costituito da un semplice muro di confine. I capitelli presenti sulla sommità delle colonne che riportano targhe araldiche dei Fontana e le snelle candelabre con base classica, fusto a bulbo decorato, capitellino a foglie e volute, che reggono arcate a tutto sesto del loggiato al primo piano, sono tra i manufatti più belli del rinascimento lombardo e rimandano ad esempi presenti nella Certosa di Pavia.

Cortile interno

Continua la lettura con: Luogo nascosto #10 – Gli ATTICI da SOGNO di Milano: le FOTO

FABIO MARCOMIN

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FOCACCIA LIGURE e PESTO GENOVESE GRATIS a MILANO

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Ph. @focacciadirecco_igp IG

Ma non erano tirchi? E ostili ai milanesi? Si sfatano tutti i luoghi comuni oggi a Milano: alle ore 13 di lunedì 18 Dicembre, in piazza Città di Lombardia, tra i grattacieli della Regione, vengono regalati assaggi di focaccia ligure e di pesto genovese, fino a esaurimento scorte.

FOCACCIA LIGURE e PESTO GENOVESE GRATIS a MILANO

Credits @ricetta.it IG – Focaccia di Recco

L’evento si chiama “Dalla Liguria alla Lombardia, la focaccia di Natale”. Per l’occasione a chiunque è presente vengono regalati assaggi di focaccia genovese e pesto, fino a esaurimento scorte. Siglano l’appuntamento i due presidenti di regione, Attilio Fontana e Giovanni Toti, che si incontrano per suggellare il “patto di amicizia” tra le due regioni nell’igloo allestito in occasione delle festività natalizie.

Come da tradizione, la Lombardia offre alla Liguria l’albero di Natale proveniente da Ponte di Legno che si trova in Piazza De Ferrari a Genova. E la Liguria ricambia con ciò che i milanesi amano di più della regione, insieme al mare: i suoi prodotti tipici. 

Continua la lettura con: La sala dell’evoluzione umana è visitabile GRATIS

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MILANO – LONDRA in 5 ore e mezza in TRENO: un sogno che si realizzerà?

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Frecciarossa - Eurostare Parigi Londra

Il treno batterà l’aereo? Nel prossimo futuro si potrebbe andare da Milano a Londra a bordo di treni veloci. Il piano allo studio e i passi che sono stati compiuti.

MILANO – LONDRA in 5 ore e mezza in TRENO: un sogno che si realizzerà?

# Da Milano a Londra con l’alta velocità per battere l’aereo 

Credits frecciarossaofficial IG – Frecciarossa a Parigi

Colazione a Brera e pranzo a Notting Hill? Tutto parte nell’estate del 2020 con l’annuncio del progetto Green Speed di Eurostar per collegare con l’alta velocità la capitale britannica con altre grandi città del continente europeo. Il servizio connette al momento Londra a Amsterdam, Parigi, Bruxelles, Lione, Marsiglia, Avignone e Rotterdam, attraverso il tunnel della Manica.  

Grant Shapps, l’allora Segretario ai trasporti del Regno Unito, apriva la strada al progetto  confermando il pieno appoggio del Parlamento di Londra:  “Tra le destinazioni da aggiungere in futuro ci sono Bordeaux, la Spagna, il Portogallo, Ginevra e Svizzera, l’Italia, l’Austria e Francoforte. In definitiva, vogliamo vedere connessioni senza soluzione di continuità con reti continentali ad alta velocità verso moltissime destinazioni europee”. 

# Nel 2022 l’annuncio della fusione tra Eurostar e AV Thalys

Credits jolienvgaalen IG – Eurostar

Una delle premesse fondamentali per raggiungere l’obiettivo era la fusione di Eurostar con la società ferroviaria AV Thalys, cosa che è avvenuta nei primi mesi del 2022 in seguito all’approvazione da parte della Commissione Europea. Nello specifico Thalys è entrata a far parte nel gruppo Eurostar. Ad oggi una data di lancio effettiva per i nuovi collegamenti rapidi non è stata ipotizzata, anche perché mancano ancora lunghi tratti di binari adatti all’alta velocità in direzione di Francia e Svizzera dopo Torino e Milano e tra Lione e Lilla, ma il progetto non si è fermato.

Non c’è però solo Eurostar nella gara per il futuro servizio di alta velocità ferroviaria. Potrebbero infatti entrare in gioco anche altri operatori, visto che E Getlink precedentemente noto come Eurotunnel ha aperto ad altre aziende: Trenitalia si è già dimostrata interessata e quanto pare anche Renfe, la compagnia spagnola, potrebbe farsi avanti.

# Questi sarebbero i tempi di percorrenza 

Frecciarossa – Eurostar Parigi Londra

Nel caso il progetto diventasse realtà questi sarebbero i tempi di viaggio previsti per arrivare a Londra da:

  • Roma: 11 h e 30’
  • Lisbona: 9 h e 30’
  • Barcellona: 6 h e 30’
  • Milano: 5 h e 30’
  • Marsiglia: 5 h e 30’
  • Bordeaux: 4 h e 30’
  • Ginevra: 4 h e 20’
  • Francoforte: 3 h 20’
  • Colonia: 2 h e 30’

Continua la lettura: I TRENI LOWCOST stanno conquistando l’EUROPA

FABIO MARCOMIN

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La GRONDA NORD e le altre METROTRANVIE: i 5 PROGETTI che rivoluzioneranno la mobilità fuori Milano

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Ipotesi Linee T Pums

Una rete di metrotranvie accerchieranno Milano, un sistema veloce di trasporto su rotaia che può beneficiare di corsie riservate e dell’asservimento semaforico.

Tra cantieri in corso, progetti previsti nel prossimo futuro e altri allo studio, vediamo come si trasformerà la mobilità intorno alla città e quali altre linee potrebbero essere realizzate per completare il piano dei trasporti dell’area metropolitana.

La GRONDA NORD e le altre METROTRANVIE: i 5 PROGETTI che rivoluzioneranno la mobilità fuori Milano

I cantieri in corso e quelli previsti

#1 La metrotranvia nord (o Gronda Nord) dovrebbe inaugurare per intero nel 2030: sarà una “tangenziale Nord” sui binari

Metrotranvia nord
Metrotranvia nord

La prima linea già in funzione in una parte del tracciato è la metrotranvia nord, soprannominata anche “Gronda Nord”, che corrisponde all’odierno tram 7 da Precotto a Piazzale Lagosta. I lavori in corso riguardano il tratto dal capolinea ad est fino all’interno del quartiere Adriano, operativo secondo le previsioni tra le fine del 2023 e l’inizio del 2024.  

Gli 86,3 milioni di euro necessari per costruire le altre tratte, da piazzale Bausan a Villapizzone, da Fulvio Testi a Niguarda e dal Quartiere Adriano a Cascina Gobba M2, sono stati messi a disposizione tramite il PNRR. Al termine dei lavori la Gronda Nord costituirà un collegamento tangenziale nel nord milanese tra Cascina Gobba M2 e Certosa FS, intercettando quindi anche la linea M3, utilizzando il canale urbano già previsto per il progetto, ora abbandonato, della strada interquartiere. La conclusione dei cantieri è programmata per il 2030.

#2 A marzo 2023 l’avvio dei primi cantieri per la metrotranvia Milano-Seregno

Metrotranvia Milano Seregno
Credits: MM – Metrotranvia Milano Seregno

Il 10 gennaio 2023 è stato sottoscritto l’atto integrativo tra la Città Metropolitana e l’appaltatore, l’impresa di costruzioni Cmc di Ravenna, per l’avvio dei cantieri della metrotranvia tra Milano e Seregno. Entro il 15 marzo 2023 è prevista la consegna complessiva dei lavori su tutta la linea. La linea sostituirà la dismessa tranvia extraurbana Milano-Desio prolungando il suo percorso con interventi sulle vie di corsa, la tecnologia impiantistica, la tipologia dei treni e i criteri di esercizio.

Sarà lunga 14 km, avrà 25 fermate e attraverserà 8 comuni:  Milano, Bresso, Cormano, Cusano Milanino, Paderno Dugnano, Nova Milanese, Desio e Seregno fino alla stazione per i collegamenti con Saronno, Como, Carnate e Monza. La prima parte fino a Paderno Dugnano (loc. Calderara) sarà a doppio binario e la seconda (da Calderara a Seregno) a binario singolo con raddoppi per gli incroci. L’investimento complessivo è di circa 264 milioni di euro e l’inaugurazione è prevista nel 2026.

Leggi anche: La nuova METROTRANVIA MILANO-BRIANZA: gli otto comuni del percorso

#3 Approvato il progetto definitivo per la metrotranvia Milano-Limbiate. Fine lavori prevista per il 2028 al netto di ulteriori intoppi

Milano-Limbiate

La storica linea tranviaria che ha collegato da fine ‘800 alla fine del 2022 il quartiere Comasina a Limbiate, e che ha corso seriamente il rischio di essere smantellata per via dell’obsolescenza dell’infrastruttura e dei mezzi di trasporto che la percorrono, si prepara ad a rinascere come metrotranvia.

Dopo i problemi burocratici e finanziari, la scadenza per l’affidamento dei lavori e infine lo stop al servizio avvenuto nel settembre del 2022, dopo 140 anni di servizio, a dicembre dello stesso anno è stato dato via libera al progetto definitivo per la riqualificazione della metrotranvia Milano-Limbiate. Il costo dell’opera è di circa 180 milioni di euro, e fatto salvo il reperimento dei fondi mancanti, i cantieri potrebbero partire nel 2024 e terminare nel 2028.

Leggi anche: Anche il MONDO si STUPISCE: perché Milano CHIUDE le METROTRANVIE?

I progetti futuri

#1 La metrotranvia 13 pronta per le Olimpiadi del 2026

Credits: artecna.it – Tracciato e fermate

La metrotranvia 13, che collegherà la stazione di Repetti M4 e quella di Rogoredo M3/FS , si estenderà per 4,7 km e avrà complessivamente 17 fermate, di cui 9 già esistenti e in condivisione con il tram 27. La linea sarà uno dei lasciti delle Olimpiadi Invernali Milano-Cortina, servirà infatti anche l’area del nuovo nuovo Palitalia. Partendo da viale Forlanini proseguirà sullo stesso percorso del tram 27, poi verso le vie Monlué e Bonfaldini, attraverserà il quartiere nuovo di Santa Giulia fino alla nuova piazza davanti a Sky Italia e terminerà al capolinea nel piazzale dinanzi all’entrata delle Stazioni FS e Metropolitana linea 3 di Rogoredo. Il 2026 è l’anno previsto per l’entrata in funzione con l’utilizzo dei nuovi tram bidirezionali.

Leggi anche: OLIMPIADI: ci sarà anche la METRO 13

#2 Linea E o T Sud: l’attuale 24 prima fino allo IEO e poi a Locate Triulzi

Ipotesi Linee T Pums

Le cosiddette linee T sono quelle linee previste dal PUMS che beneficeranno di: asservimento semaforico, adeguamento delle banchine e fermate (in parte già realizzato) e impiego di mezzi ad alta efficienza. La linea 24, pur non diventando una metrotranvia, rientrerebbe tra la linee di forza programmate e infatti tra le ipotesi allo studio c’è il suo prolungamento fino a Locate Triulzi passando per Noverasco e Opera.

In previsione di questo tracciato viale Ripamonti è stata riqualificata attraverso uno spartitraffico centrale alberato ai lati e adatto ad ospitare i binari, oltre a piste ciclabili e messa in sicurezza degli incroci tramite realizzazione di rotatorie.

Comune di Milano – Tram 24 IEO

Intanto a fine dicembre 2022 è stato finanziato il progetto di fattibilità tecnico-economica con fondi complementari al PNRR, per un importo pari a 25,82 milioni di euro, per realizzarne un primo tratto: la lunghezza sarà di 1,3 km e ci sarà una sola fermata in prossimità dello IEO e un anello di inversione a Selvanesco. Il percorso sarà tutto in sede protetta, il parterre centrale manca solo nel primo tratto mentre nel secondo è stato appunto realizzato in seguito alla riqualificazione di viale Ripamonti. La programmazione della gara d’appalto è prevista nel 2023 e i primi tram dovrebbero iniziare a viaggiare dal 2026.

# Le altre metrotranvie che servirebbero a Milano

Tutte le linee in cantiere, in programma e allo studio dovrebbero apportare benefici a tutta la mobilità interna ed esterna alla città e ai cittadini dell’area metropolitana, favorendo una riduzione del traffico veicolare e di conseguenza dell’inquinamento atmosferico.

Pensando in modo un po’ più ambizioso si potrebbero per immaginare altri tracciati utili a completare il lavoro di programmazione trasportistica. Questi potrebbero essere alcuni:

  • Metrotranvia Est tra Cascina Gobba M2/futuro capolinea Metrotranvia Nord e il capolinea a Quartiere Forlanini della metrotranvia sud-est;
  • Metrotranvia Sud che colleghi l’altro capolinea della metrotranvia sud-est a Rogoredo M3/FS e intercetti le linee tranviarie 24, 15 e 5 oltre alla linea metropolitana M2 e la futura M4;
  • Metrotranvia Ovest che partendo dalla metrotranvia sud intersechi le linee metropolitane M1 e M5, ai limiti dei confini comunali, per poi ricongiungersi a Certosa FS, capolinea della futura metrotranvia nord per realizzare così una “metrotranvia circolare”, anticipo di una futura circle line sul tipo della S-bahn berlinese.Queste ultime due ipotesi di metrotranvie potrebbero diventare realtà come linea metropolitana, la numero 6 o linea rosa, in base a a quanto immaginato dall’attuale amministrazione del Comune di Milano.

Il progetto potrà non essere magari realizzabile così come sommariamente ipotizzato, ma è una visione d’insieme che dovrebbe portare a dei seri ragionamenti per il futuro dei trasporti circolari di superficie a Milano.

Leggi anche: METRO ROSA: come immaginare il LATO NORD

Continua la lettura con: 5 progetti di NUOVE LINEE della METRO più d’AVANGUARDIA nel mondo

FABIO MARCOMIN

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VOTA: la FERMATA che NON C’E’ (Milano Città Stato AWARDS)

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La rete metropolitana di Milano è la più estesa in Italia e continua ad espandersi. Ci sono però ancora molte fermate che mancano all’appello. Vota quella di cui ci sarebbe più bisogno: la vincitrice verrà comunicata a sondaggio concluso. 

VOTA: la FERMATA che NON C’E’ (Milano Città Stato AWARDS)

LE 10 NOMINATIONS (In fondo puoi votare):

#1 Monza

Credits ascuoladiopencoesione.it – Tracciato M5

#2 Baggio 

Credits Comune di Milano – Estensione M1 Quartiere degli Olmi

#3 Rozzano

M2 a Rozzano

#4 Opera 

Localizzazione della possibile stazione AV Opera

#5 Arco della Pace 

Fermata Arco della Pace

#6 Bocconi

Bocconi

#7 Quarto Oggiaro 

Quarto Oggiaro

#8 Paullo

Tracciato M3 fino a Paullo

#9 Magenta

Milano-Magenta M5

#10 Genova 

SONDAGGIO CHIUSO

Continua la lettura con: Vota il Quartiere dell’anno di Milano 

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La prima GREENWAY METROPOLITANA al mondo potrebbe essere a Milano

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Credits: bikeitalia.it Rendering Mi-Mo

Sarebbe un’infrastruttura unica nel suo genere. Scopriamo quali sono le sue caratteristiche, quando potrebbe essere realizzata e i possibili benefici ambientali ed economici per i territori coinvolti.

La prima GREENWAY METROPOLITANA al mondo potrebbe essere a Milano

# Un corridoio verde di 15km tra Milano e Monza con 5.000 alberi

Si chiama Mi-Mo, il progetto di riqualificazione urbana proposto da Bikenomist, una società di consulenza e comunicazione specializzata sui temi della bicicletta. Un corridoio verde di 15km pensato per collegare Milano a Monza passando per Sesto San Giovanni. A Milano il percorso si snoderebbe su Viale Sarca, in base alla proposta realizzata da Bikenomist in collaborazione con lo studio Montieri-Macchi, oggi utilizzato principalmente come bypass dagli automobilisti che vogliono evitare gli autovelox su Viale Fulvio Testi. Si tratta di un intervento a lungo termine, non si realizzerebbe infatti prima del 2030, che prevede una pista ciclabile e alcune corsie preferenziali per il trasporto pubblico circondate da 5.000 alberi e prati fioriti.

# I benefici ambientali ed economici

Credits: unimib.it
progetto Bicocca

La realizzazione dell’opera avrebbe ricadute positive sia ambientali che economiche. Per il primo aspetto le analisi hanno stimato una riduzione delle emissioni di CO2 di 1.000 tonnellate, della temperatura degli edifici lungo il percorso di 3 gradi e di circa 20mila veicoli in meno al giorno sull’asse Milano-Sesto S. Giovanni-Monza.

Per il secondo è stato ipotizzato una crescita del 12-13% il valore del patrimonio immobiliare di Milano e, nel tempo, anche del giro di affari delle attività commerciali tra il 35 e il 55%. Si presumono quindi effetti positivi nell’economia della città, nonché una maggiore visibilità di quelle zone, ora marginali, che attraverserebbe.

# Pirelli pronta a finanziare l’iniziativa che potrebbe migliorare la vita di 75mila persone

Credits: bikeitalia.it
Rendering Mi-Mo

L’infrastruttura prende ispirazione dal Parco lineare Turia di Valencia e potrebbe migliorare la vita di 75mila persone, coloro che vivono e lavorano nei territori coinvolti nel progetto. Avrebbe già come finanziatore Pirelli oltre al supporto di altre aziende di Bicocca e del polo universitario stesso. La multinazionale dei pneumatici ha infatti il suo quartier generale nella zona e vuole promuovere, coinvolgendo anche i suoi dipendenti, iniziative innovative atte a realizzare un polo per la mobilità green. 

Non rimane che attendere i prossimi sviluppi per capire se la greenway metropolitana diventerà realtà.

Continua la lettura con: La “PISTA CICLABILE più BELLA D’ITALIA” pedala verso il TRAGUARDO : si completa l’anello sospeso sull’ACQUA

Articolo di BEATRICE BARAZZETTI aggiornato dalla redazione

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La BALLERINA di LUCE alta 10 METRI in centro a MILANO

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17 dicembre. Viene installata la Big Ballerina per inaugurare la stagione del balletto.

La BALLERINA di LUCE alta 10 METRI in centro a MILANO

Fino al 7 gennaio è possibile ammirare una straordinaria istallazione luminosa: con più di 1200 luci a led e una altezza di 10 metri illumina il teatro e la piazza esaltando un bel connubio tra arte e tecnologia, grazie a una collaborazione tra La Scala e a2a energia 

L’idea nasce da Angelo Bonello, già direttore artistico di Italia’s got talent e The voice: big ballerina ha già visitato la città di Brescia sulla torre dei francesi del castello della città e il lago di Iseo dove sul monte Isola l’istallazione è stata battezzata col nome di floating ballerina

Sbarca ora alla Scala e vuole essere simbolo di bellezza ma anche di tenacia e impegno, del lavoro e del sacrificio che sta dietro alla danza classica e che vuole omaggiare un teatro storico che dal 1778 ha ospitato artisti e opere di fama mondiale contribuendo a diffondere arte, musica e spettacolo in tutto il mondo.

Continua la lettura con: Le 9 ESTENSIONI METRO a Milano: cosa MANCA per COMPLETARLE

ALESSANDRA GURRIERI

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ANNA CARENA, la signora Marta in “Miracolo a Milano”

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Anna Carena

Qualcuno la definì l’Eleonora Duse del teatro dialettale milanese, in realtà Anna Carena, attrice meneghina, diventò celebre per una sua esclusiva ed unica personalità artistica, poco paragonabile ad altre figure della recitazione. La sua popolarità, a livello nazionale, avvenne con “Miracolo a Milano”, il leggendario film di Vittorio De Sica ambientato tra le baraccopoli insediate (allora) nella zona che (oggi) individuiamo tra Città Studi e Lambrate.

ANNA CARENA, la signora Marta in “Miracolo a Milano”

# Il nome d’arte forse ispirato al romanzo di Lev Tolstoj “Anna Karenina”

wikipedia.org – Anna Carena in Miracolo a Milano

 Nacque a Milano il 30 gennaio 1899. Abitava in via Plinio quando, nel 1916, entra nella compagnia di Annibale Bertone, un attore e regista torinese che si era fatto le ossa con Ermete Novelli. Il vero nome della Carena era Giuseppa Galimberti, probabilmente scelse il nome d’arte ispirandosi al romanzo di Lev Tolstoj, “Anna Karenina”. Dopo l’esperienza con Bertone, passa alla compagnia dell’impresario teatrale Pio Campa e dell’attore Uberto Palmarini: qui Anna ha la possibilità di lavorare con attori di grande calibro e può fare esperienza, in attesa di diventare prima attrice con il gruppo di recitazione guidato da Leo Garavaglia e Franco Schirato (quest’ultimo diventerà l’addetto al doppiaggio in italiano di “Via col vento”). Entra poi nella grande famiglia del teatro dialettale milanese, recita al Principe e crea una propria compagnia proponendo, tra gli altri, spettacoli come  “One famiglia de cilapponi”.

# Il debutto al cinema con il ruolo di domestica in “Piccolo Mondo Antico”

Nel dopoguerra la Carena recita con Annibale Ninchi, cugino della popolare Ave, uno dei belli del cinema muto e protagonista (col sonoro) di “Scipione l’Africano”. Nel 1941 è Carlotta la domestica in “Piccolo mondo antico” di Mario Soldati, questo sarà il suo debutto sul grande schermo per una carriera cinematografica che per lei durerà circa trent’anni.

Nello stesso anno è la signora Tilde ne “La fuggitiva”, nel 1942 è la maestra sulla corriera nella commedia “4 passi tra le nuvole”, mentre nel 1951 è la signora Marta in “Miracolo a Milano” di Vittorio De Sica, che le regalerà tanti consensi a livello nazionale.

Mario Landi nel 1953 dirige “Siamo tutti milanesi” e non poteva certo trascurare Anna Carena nella scelta degli attori, le fa ricoprire la parte della Marchesa. La Carena, nel 1963, recita nel film drammatico “Il maestro di Vigevano”, di Elio Petri,  mentre l’ultimo suo film sarà “Bianco rosso e…”di Alberto Lattuada nel 1972.

# Ha recitato in 27 film per il grande schermo, le è stato intitolato un giardino di Milano

Anna Carena

In tutto ha recitato in 27 film per il cinema, in due sceneggiati televisivi, due radiofonici, oltre alle numerose opere teatrali. Ha lavorato nel dramma teatrale “La monaca di Monza” con il debutto avvenuto a Cesena nel 1967, sotto la regia di Luchino Visconti. E’ diretta anche da Giorgio Strehler ne “L’anima buona di Sezuan”.

Morì a Milano il 15 aprile 1988. In zona Città Studio il 20 giugno 2023 le è stato dedicato lo spiazzo di via Golgi 36, titolato “Giardino Anna Carena (al secolo Giuseppa Galimberti)”. Un tributo dalla città verso un’ attrice talentuosa che ha lasciato un’eredità artistica pesantissima.

FABIO BUFFA 

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I 10 COGNOMI PIÙ DIFFUSI in Italia. E in LOMBARDIA?

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credits: viaggiarealverde.it

La ricerca sul proprio cognome può rivelare sorprese e spunti di orgoglio. 

I 10 COGNOMI PIÙ DIFFUSI in Italia. E in LOMBARDIA?

# Da dove viene il mio cognome?

credits: Quotidiano Piemontese

Alzi la mano chi non si è mai posto questa domanda, o non ha mai avuto qualcuno che gliela rivolgesse. Impossibile, vero? A parte chi è troppo piccolo di età, o chi ha già fatto le proprie ricerche sul tema, l’albero genealogico è un argomento appassionante e che si affaccia, ciclicamente, nelle vite di ciascuno.
Facciamo un giro per l’Italia a scoprire i cognomi più diffusi.

# I più diffusi in Italia

credits: @
_cognomi_italiani_
IG

In tempi moderni, la stima viene fatta a fini statistici e di curiosità. Non siamo più nel medioevo quando il cognome era segno di appartenenza a certi mestieri o caste privilegiate. La top ten dei cognomi più diffusi in Italia, per numero di famiglie è composta, dal decimo al quarto posto, da
10° – Greco,
9° – Marino,
8° – Ricci,
7° – Colombo,
Romano,
Bianchi,
Esposito.
Il podio assoluto è occupato dal classico dei cognomi italiani: al 3° Ferrari, 2° Russo e al 1° Rossi.

Alcuni di questi cognomi hanno una derivazione da antichi soprannomi, oppure arrivano da tradizioni legate ai mestieri. Ognuna delle 20 regioni presenta cognomi più diffusi, ovvero che l’origine del cognome diventa anche una caratteristica territoriale, senza dimenticare i flussi migratori interni del ‘900, che hanno stravolto quella che poteva essere una vera e propria geografia dei cognomi.

# Regione per regione

credits: viaggiarealverde.it

Per trovare l’origine vera del proprio cognome, quindi, bisogna risalire alle radici dell’albero genealogico. Da dove venivano i miei nonni? E i nonni dei miei nonni? Sebbene con il tempo certi riti familiari si sono (forse) persi, è indubbio che nelle fredde sere d’inverno più o meno tutti ci siamo fatti raccontare le storie della famiglia, perché ognuna ha delle storie da raccontare. Ed ecco come sono stati ricostruiti interi alberi genealogici, legando saldamente – e con orgoglio – il proprio cognome ad una specifica regione d’Italia. Del podio assoluto appena mostrato, Rossi vince perché le famiglie con questo cognome sono le più numerose in molte zone. Rossi è infatti il cognome più ricorrente in Veneto, Umbria, Toscana, Marche e Lazio, cioè alcune delle regioni più popolose del paese. Il secondo classificato in assoluto, Russo, è il più diffuso nelle regioni del Sud, mantenendo il primato in Calabria e Sicilia. Ferrari, cognome di bronzo in questo podio ideale, è primo in Emilia-Romagna, come in Trentino, secondo in quasi tutte le altre regioni del centronord.

# In Lombardia

Credits: cognomix.it

Facendo lo stesso esercizio con i cognomi lombardi, scopriamo che Rossi ricopre il primo posto solo nella Città Metropolitana di Milano, ma risulta il secondo in tante altre province.

Nelle province di Mantova, Cremona, Lodi e Brescia, trionfa il cognome Ferrari, molto comune in ognuna delle altre province lombarde.

Le caratteristiche più uniche arrivano dalla provincia di Sondrio, dove i cognomi più diffusi sono Bordoni, Moroni e Scherini: senza questo focus sul territorio, nella top ten dei cognomi italiani, questi ultimi 3 non compaiono mai (nella storia).

Bianchi e Colombo, invece, spiccano rispettivamente a Como, Varese e Lecco.

Il cognome bergamasco dominante in provincia orobica è Rota, seguito da Locatelli e Rossi.

Infine Villa, il cognome brianzolo per eccellenza, ricopre il gradino più alto del podio a Monza e Brianza, seguito da Colombo e Sala.

# Solo cognomi di origine italiana?

Credits: Focus

Scendendo ancora più nel dettaglio, infine, scopriamo che nelle città lombarde i cognomi più numerosi risultano essere di origine straniera. A Brescia il pakistano Singh e a Milano il cinese Hu, sono i cognomi più ricorrenti in elenco. Flussi migratori di altra natura stanno per stravolgere nuovamente la geografia genealogica.

Cosa fare se il nostro cognome non è reperibile nelle classifiche nazionali? Niente paura, a volte è divertente rimanere unici e lontani dai temi generalizzanti. Basteranno dei semplici gesti come le ricerche su internet, o una bella riunione familiare davanti alle caldarroste e un buon bicchiere di vino rosso.

Continua a leggere con: I 7 COGNOMI più diffusi a MILANO: quali sono e qual è il loro SIGNIFICATO?

LAURA LIONTI

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

#10 – Il BORGO più BELLO d’Italia si trova a UN’ORA da Milano

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diariotricolore_emiliaromagna (INSTG)

Primo classificato nella competizione “Borgo dei Borghi” scopriamo insieme qual è “il borgo più bello d’Italia” e che cosa lo rende così speciale.

Il BORGO più BELLO d’Italia si trova a UN’ORA da Milano

# 20 paesi finalisti al “Borgo dei Borghi”

Credits: siviaggia.it

Bobbio, cittadina nella provincia di Piacenza che raggiunge poco più di 3 mila abitanti è stata eletta in diretta nazionale come il borgo più bello d’Italia. La competizione, andata in onda su Rai3, ha visto selezionati 20 paesini come più belli d’Italia, uno per ogni regione. A scegliere il vincitore sono stati i telespettatori e una giuria di esperti tra cui composta anche dal compianto Philippe Daverio, Margherita Grambassi e il geologo Mario Tozzi. 

# Bobbio batte tutti e viene eletto il borgo più bello d’Italia

Credits: repubblica.it

Giunta nel quartetto finale ha lottato con Palazzolo Acreide, contendente siciliana, Laigueglia, borgo ligure e infine la località della Basilicata Rotondella. Ma ad aggiudicarsi il rinomato premio è stata proprio Bobbio che, grazie al mix di storia, bellezze naturali e enogastronomiche può così fregiarsi del titolo “il borgo più bello d’Italia”. Ma quali sono le 5 cose da vedere e da provare che hanno permesso a Bobbio di trionfare nella competizione?

#1 Il Ponte Gobbo ei suoi 11 archi

credits: @loves_united_emiliaromagna (INSTG)

Il simbolo della cittadina piacentina è senza alcun ombra di dubbio il famoso Ponte Gobbo o per molto conosciuto anche con i nomi di Ponte Vecchio o Ponte del Diavolo. Il ponte è lungo circa 273 metri e attraversa il fiume Trebbia ma ciò che lo caratterizza particolarmente sono gli 11 archi non uguali tra loro che, nonostante lo rendano imperfetto e fuori dagli schemi, lo differenzia dagli altri.

#2 Una passeggiata in Piazza Duomo

Twitter: atlante turismo

Anche Bobbio ha il suo Duomo e la sua piazza. La cattedrale di Santa Maria Assunta è una costruzione in stile romanico che risale al XI secolo. A circondare la piazza sono gli antichi palazzi nobiliari che sorgono attorno ai giardini del palazzo vescovile.

#3 Alla scoperta dell’Abbazia di San Colombano

Credits: sulleormedisancolombano.it

Al centro di Bobbio possiamo trovare una famosa abbazia che durante l’era medioevale fu tra i centri monastici più famosi di tutta Europa. La sua edificazione si intreccia con la storia di San Colombano, un monaco irlandese vissuto tra il 500 e il 600 che trascorse nella Bobbio di altri tempi gli ultimi anni della sua vita.

#4 Le tradizioni a tavola

Credits: merlochicago.com

Uno dei punti forti di Bobbio, come del resto un po’ in tutta Italia, sono le tradizioni culinarie. Le tradizioni piacentine si fondono a quelle emiliane dando vita a numerose pietanze da leccarsi i baffi. Si possono assaggiare salumi e piatti tipici come i Pisarei e faśö o gli anolini in brodo. Inoltre si possono deliziare pietanze come i maccheroni bobbiesi, la pasta realizzata con l’utilizzo di ferri da calza condita con lumache in umido.

#5 Bobbiowood – la città da cinema

Credits: italybyevents.com

Bobbio ha dato i natali a Marco Bellocchio, uno dei grandi maestri del cinema nazionale. Proprio dove è nato, il regista dal 1995 ha organizzato una ricca serie di eventi dedicati al grande schermo tra cui corsi di alta formazione o il Bobbio Film Festival dove ogni anno vede la presenza di prestigiosi attori e registi.

Continua la lettura con: La gita più bella #11 – Il “LAGO ALPINO più bello del mondo”

MARCO ABATE

copyright milanocittastato.it

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Ci stiamo perdendo TORINO: NESSUNO ci vuole più andare a VIVERE

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giacomodenittis IG - Torino Porta Susa

L’ultima mazzata per Torino la rivela l’inserto piemontese del Corriere della Sera: “A Torino per lavoro? No Grazie.” Ormai “il capoluogo torinese è quello che fatica di più nel Nord Italia a trovare lavoratori disposti a traslocare in città“.

Ci stiamo perdendo TORINO: NESSUNO ci vuole più andare a VIVERE

# I lavoratori preferiscono Milano, Bologna e Roma

Credits Andrea Cherchi – Milano vista skyline

A Torino non vuole andarci più nessuno. Questo è il quadro che emerge dall’analisi dell’Osservatorio sul mercato del lavoro della città di Torino elaborato da Ires Piemonte, come riportato dall’edizione torinese del Corriere della Sera: il capoluogo piemontese è la città del Nord che ha perso di più in termini di attrattività dalla trasformazione da città industriale a città che punta su turismo, servizi e innovazione. 

Il saldo anagrafico dei trasferimenti di residenza registrato a Torino è di appena lo 0,2% in rapporto alla popolazione: appena 2 mila persone l’anno, contro lo 0,8% di Bologna con 3.400 lavoratori e Milano con oltre 10 mila. Anche Roma e Genova hanno dati migliori.

Leggi anche: “Il FUTURO di TORINO è MILANO”

# Cresce il turismo e la ristorazione, ma crolla l’industria

laurentbenetton IG – Fiat Lingotto

Il paradosso è che i lavoratori non scelgono Torino anche se il lavoro non manca. Sono cresciute infatti dell’1,6% le imprese operanti nei servizi, del 6,4% quelle operanti nel turismo e nella ristorazione, del 18,3% quelle che si occupano di salute, istruzione e servizi sociali, dalla logistica e i poliambulatori. Crolla invece l’industria, che ha perso il 17% delle società manifatturiere. Dal 2008 sono calate sia le nuove posizioni attivate nelle industria che nel settore delle costruzioni, rispettivamente scese al 4% e al 6%. Il 70% dei nuovi posti di lavoro è infatti nel settore dei servizi anche se di basso valore aggiunto vista la difficoltà ad attrarre talenti. 

# La testimonianza di una pendolare torinese che lavora a Milano: “Quando arrivo a Torino Porta Susa mi sembra di arrivare in un paese di provincia”

giacomodenittis IG – Torino Porta Susa

Su Repubblica Angiola Maria Gili, una pendolare torinese che lavora a Milano come responsabile della comunicazione della Pirelli HangarBicocca, racconta la sua sensazione quando arriva nella stazione di Torino Porta Susa: «Quando arrivo a Torino Porta Susa mi sembra di arrivare in un paese di provincia. Non ci si deve mai fare largo tra la folla, mai confusione ma una calma tranquilla».  […] «C’è sempre pochissima gente. Milano centrale, ma anche Porta Garibaldi, sono brulicanti. Alle volte la gente si trova gomito a gomito con altre persone per via dell’affollamento. A Porta Susa sembra di essere approdati in una stazione marginale.»

Non aiuta il fatto che la stazione, seconda per passeggeri dopo Porta Nuova e inaugurata oltre 10 anni fa, sia uno spazio desolante vista la carenza di bar, ristoranti e altri tipologie di attività commerciali.

# Persi quasi 50.000 residenti nell’ultimo decennio

A certificare il cattivo stato di salute di Torino anche la curva demografica. Lontani i tempi in cui si era superato il milione di abitanti, non troppo vicini nemmeno quelli i cui si era sopra i 900.000. Nel 2011 i torinesi erano 906.874, nel 2022 se ne sono contati meno di 860.000 con una perdita superiore alle 46.000 unità. Riuscirà la Città della Mole a fermare questa emorragia di residenti? 

Fonti: Repubblica, Corriere.Torino

Continua la lettura con: MILANO-TORINO: “ALTA VELOCITÀ come una METRO”

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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Arriva il diretto MILANO-TOKYO

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credits: @un.anno.a.tokyo su IG

All Nippon Airways apre gli uffici a Malpensa. L’antipasto del piatto più ghiotto: l’attivazione del volo diretto Milano-Tokyo.

Arriva il diretto MILANO-TOKYO

# Il trasloco di All Nippon Airways da Roma a Milano

credits: @un.anno.a.tokyo su IG

Era stato annunciato per la primavera del 2020 ma poi è stato sospeso a causa di annessi e connessi della pandemia. Finalmente però è riapparso all’orizzonte: il diretto Milano – Tokyo. 

Il primo tassello è il trasloco da Roma a Milano di All Nippon Airways: dal 18 dicembre si trasferisce infatti alla Malpensa chiudendo, dopo quasi tre decenni, gli uffici di Roma. La più grande compagnia aerea giapponese cambia sede in attesa dell’arrivo – per ora anticipato solo dal sito malpensa24.it – del volo diretto Milano-Tokyo. «Si tratta di una grande novità dopo i tanti anni passati nella Capitale, ma ogni cambiamento porta nuovo entusiasmo e nuove sfide che non vediamo l’ora di cogliere – commenta  Viviana Realicountry manager di Ana, al sito malpensa24.it – E ci tengo anche rassicurare i tanti contatti e partner presenti a Roma che nulla cambierà nelle nostre relazioni perché saremo spesso in visita nella città».

# La più grande compagnia aerea giapponese “sostituisce” Ita Airways

Milano – Tokyo Ph: malpensa24.it

In attesa del volo diretto, al momento i viaggiatori italiani possono raggiungere l’aeroporto di Tokyo Haneda via Francoforte o Monaco di Baviera. Manca infatti un volo diretto dopo che Ita Airways ha tolto la tratta che in passato era gestita da Alitalia, così come sta per fare con il diretto per New York. 

Non è un mistero che la nuova compagnia aerea italiana stia smobilitando il suo impegno a Malpensa, come peraltro anticipato dalla nostra testata in questo articolo: Mamma, Malpensa ha perso l’aereo.

# Ita Airways dopo Tokyo cancella il diretto Milano – New York

Credits: pixabay.com

Dopo aver eliminato il diretto decennale da Milano a Tokyo l’ex Alitalia ora sta per cancellare un altro storico volo: il collegamento Malpensa-New York di Ita Airways verrà cancellato dal prossimo 8 gennaio. L’ultimo volo acquistabile con destinazione Jfk è previsto per domenica 7 gennaio. L’aereo tornerà a Malpensa il giorno seguente, poi la rotta sarà cancellata. Per il diretto dall’Italia rimane così solo lo scalo di Roma Fiumicino. 

Nonostante sia per Malpensa la rotta intercontinentale più redditizia, secondo il Corriere della Sera il vettore romano riusciva persino a perderci circa 1,8 milioni euro all’anno.

La cancellazione del volo su New York ha inoltre un significato importante: dopo settant’anni l’ex Alitalia abbandona Malpensa

Fonte: Malpensa24.it

Continua la lettura con: Mamma, Malpensa ha perso l’aereo

MILANO CITTA’ STATO

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Il NIDO VERTICALE è quasi pronto: ci sarà anche uno SKY RESTAURANT

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Credits Andrea Cherchi - Nido Verticale da Melchiorre Gioia

Il completamento delle nuova icona dello skyline milanese è alle battute finali. Vediamo cosa manca ancora, le ultimi immagini del cantiere del blog Urbanfile e quando dovrebbe inaugurare.

Il NIDO VERTICALE è quasi pronto: ci sarà anche uno SKY RESTAURANT

# 125 metri di altezza per un design unico firmato Cucinella 

domusweb.it-Interno-Torre-Unipol

125 metri per 23 piani fuori terra, 3 piani interrati, una superficie totale di 31.000 mq e la forma di un Nido Verticale. La nuova torre progettata dallo studio Mario Cucinella Architects già dai primi rendering si presentava come uno degli edifici più iconici della città. 

Credits simplemax71 IG – Torre Unipol

Una struttura ellittica, perfettamente inserita nel contesto circostante, con una facciata caratterizzata da una geometria a rete a simboleggiare le relazioni e la società contemporanea. Per realizzarla sono stati utilizzati pilastri curvilinei che incontrandosi in un determinato punto vanno a formare uno scenografico nido verticale. 

# Un monumentale atrio di 75 metri di altezza

Credits Andrea Cherchi – Atrio Unipol Tower

Per costruire l’ultimo grattacielo del masterplan di Porta Nuova sono stati utilizzati vetro, legno e cemento. L’intercapedine della facciata ventilata che avvolge l’edificio, con vetro singolo all’esterno e doppio all’interno, riesce ad isolare l’ambiente dal freddo invernale e a limitare il surriscaldamento estivo. Lo sviluppo dell’ingresso verso l’alto crea un monumentale atrio di 75 metri di altezza

Un’alta efficienza energetica è favorita, oltre che dalla “pelle esterna”, anche dai pannelli solari installati sull’edificio e dall’integrazione di sistemi di raccolta dell’acqua piovana. Tutto questo dovrebbe garantire l’ottenimento di una certificazione LEED Platinum.

# Gli ultimi ritocchi prima dell’inaugurazione in questa primavera: ci sarà anche uno Sky Restaurant

Urbanfile – Torre Unipol

Sono ormai passati sei anni dall’avvio dei lavori, un cantiere complesso anche per la particolare struttura dell’edificio, ma siamo ormai arrivati alle battute finali. Installata anche la struttura “reticolare” che fa da tettoia “a sbuffo” all’ingresso, rimangono gli ultimi ritocchi all’interno e alcune sistemazioni sull’area pedonale che affaccia su Via Melchiorre Gioia.

Urbanfile – Torre Unipol lavori esterni

Al suo interno uffici per ospitare circa 2.000 persone, una sala congressi di oltre 220 posti, diversi giardini pensili interni e uno sky restaurant all’interno della serra-giardino panoramica aperto anche per eventi pubblici e culturali. 

Credits: www.mcarchitects.it

L’inaugurazione è prevista per la primavera 2024 ed entro l’estate dovrebbe essere occupato dalla società di assicurazioni UnipolSai con circa 650 dipendenti sparsi oggi in altre edifici a Milano.

Continua la lettura con: Il CAPOLAVORO di DESIGN alle porte di Milano: l’ “OSPEDALE ASTRONAVE”

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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