Il Labirinto di Arnaldo Pomodoro è uno tra i più affascinanti e segreti luoghi di Milano. Scopriamo come è stato realizzato e da cosa prende ispirazione.
Il LABIRINTO DI MILANO, il capolavoro nascosto di Arnaldo Pomodoro
# 170 mq di opere d’arte dedicate all’opera di Gilgamesh
Credits silvia_sr_ IG – Ingresso nel labirinto
Il Labirinto di Arnaldo Pomodoro è uno tra i più affascinanti e segreti luoghi di Milano oltre ad essere una delle opere più importanti dell’artista romagnolo.
Dedicato all’opera di Gilgamesh, il primo poema epico della storia dell’umanità, si snoda attraverso opere del maestro in stanze in successione disposte su una superficie complessiva di 170 mq. Realizzato in bronzo, rame, e fiberglass colorato e patinato.
Credits milanesando IG – Labirinto di Arnaldo Pomodoro
Al centro dell’opera c’è una sorta di riproduzione della cella di Cagliostro, l’alchimista palermitano, morto presso la rocca di san Leo. Per realizzarlo ci sono voluti 16 anni, dal 1995 al 2011, quando l’opera fu inaugurata in via Solari 35 dopo esser stata trasferita da via Tadino. Nell’edificio, al posto della Fondazione di Arnaldo Pomodoro, si trova oggi lo showroom Fendi che continua a far conoscere al pubblico questa meraviglia artistica.
# L’installazione rimanda al tema del viaggio e del labirinto come metafora della vita
Arnaldo Pomodoro, nato a Morciano di Romagna nel 1926, è uno tra i più noti scultori contemporanei italiani e tra i più famosi anche all’estero. Tra le sue opere si ricorda il “Sole” di piazza Meda a Milano, la “Sfera Grande” nel piazzale della Farnesina a Roma o quella sul lungomare di Pesaro.
Credits barbara_vellucci IG – Labiritno di Arnaldo Pomodoro
Il suo materiale preferito sono le sfere di bronzo, che si scompongono quasi a rompersi davanti allo spettatore per portarlo alla scoperta del meccanismo interno.
Credits cinzia_travelgirl IG – Dettaglio opere Labirinto di Arnaldo Pomodoro
Il Labirinto consente al visitatore di poter entrare in sintonia con la misteriosa e magica mente del maestro, attraverso un percorso caratterizzato da rielaborazioni di sculture già note e forme che sono ancora in divenire. Lo scultore decise infatti di realizzarlo proprio come sintesi e riflessione del suo percorso artistico. Tutta l’installazione rimanda al tema del viaggio e del labirinto come metafora della vita e vuole essere un omaggio alla scrittura e alla comunicazione.
Dopo Parigi si potrà andare da Milano con il Frecciarossa in una nuova capitale europea. Parte il primo treno in prova sulla tratta Venezia – Lubiana.
Col FRECCIAROSSA a LUBIANA: in PARTENZA il primo TRENO di PROVA
L’ETR.700-08 a Venezia, da poco rientrato in servizio dopo l’attrezzaggio con ERTMS BL3. (Foto Andrea Fava, 08 novembre 2023, Fonte: Ferrovie.it)
Si fa sempre più probabile l’istituzione del nuovo collegamento diretto Frecciarossa Italia-Slovenia. Come annunciato dal sito di Ferrovie.it, nella mattinata di lunedì 11 dicembre è in partenza da Mestre verso Sesana in Slovenia l’ETR.700-08, il primo ed al momento unico convoglio di questo gruppo attrezzato con ERTMS BL3 a cui seguirà il treno 10 attualmente in lavorazione.
# Le finalità del viaggio test
Lubiana car free
Il Frecciarossa di prova per raggiungere la Slovenia passerà da Portogruaro, Monfalcone, Bivio Aurisina e infine Villa Opicina, la stazione di confine dove salirà sul treno il personale delle ferrovie slovene per proseguire fino a Sesana.
Durante il tragitto vengono effettuate alcune prove di funzionamento del sistema ETCS dell’ETR.700 sulla rete ferroviaria slovena, che è attrezzata con sistema di segnalamento ERTMS ed alimentata a 3000 Volt in corrente continua come in Italia.
Il collegamento diretto Trieste-Lubiana era stato annunciato nel febbraio 2021, in occasione della corsa prova di un ETR.1000 da Venezia Mestre a Villa Opicina.
I tempi sembrano ora maturi per il ripristino e l’estensione a Venezia e Milano di un servizio transfontraliero tra i due Paesi, già esistente fino al 2008 ed allora operato dal Pendolino sloveno di costruzione FIAT ETR.310. Ma non solo: all’orizzonte si vedono già nuove destinazioni.
# Il primo passo per altre destinazioni a Est?
Budapest @pixabay
La speranza di molti è che questo sia il primo passo per un’ulteriore spinta a Est. In particolare sarebbe una vera e propria rivoluzione collegare via Frecciarossa anche Austria, Croazia e Ungheria che registrano una crescita esponenziale nei rapporti con il Nord Est italiano, ma che risultano ancora penalizzate nei tempi di percorrenza.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Una città stato è una zona che gode di autonomia. Le città stato si possono classificare in due categorie: città stato che appartengono a stati sovrani (es. Berlino) e città stato che sono stati indipendenti (es. Singapore). Il modello a cui Milano si riferisce è il primo. Prendendo spunto dall’elenco diWikipedia, ecco la nostra selezione di 10 città stato a cui Milano potrebbe ispirarsi.
10 città stato del MONDO che possono ispirare Milano
#1 Londra, la città stato voluta dai cittadini
Credits londraitalia – Freedom Day
Se Londra è città stato lo deve ai suoi cittadini: è stato infatti il referendum del 1998 a stabilire che la città dovesse essere gestita in modo autonomo rispetto al governo centrale. Una vittoria schiacciante (oltre il 70% dei voti) che ha portato Londra nel giro di un decennio a diventare la prima città europea per attrazione di persone e capitali. È forse proprio questa, la mobilitazione del popolo londinese, il migliore stimolo per l’azione di Milano: non si può sempre attendere che la soluzione arrivi dai politici, esistono dei momenti in cui sono i cittadini che devono prendere in mano il destino della loro comunità.
#2 Madrid, una città spagnola a godere di un’autonomia regionale
Madrid – Calle Toledo – 05/04/2020 (Fonte: INSTG madrid_monumental)
La Spagna è un paese che concede una grande autonomia alle sue regioni. Tra le diverse regioni, chiamate “comunità autonome”, c’è anche una città: Madrid. La capitale spagnola ha infatti le stesse competenze delle altre comunità autonome. Può decidere quali funzioni gestire e quali lasciare allo stato centrale, mentre da noi succede l’opposto: è lo Stato a stabilire le funzione da esercitare direttamente e quali lasciare agli enti locali. E Madrid può trattenere sul suo territorio circa il 50% di tutte le imposte, dirette e indirette, che si originano dal territorio. Anche in questo caso in Italia è l’opposto: praticamente tutte le tasse vanno allo stato che le ridistribuisce agli enti locali.
La comunità autonoma di Madrid è forse l’esempio di città stato più semplice da realizzare per Milano, per motivi culturali e per coerenza con quanto stabilito dalla nostra Costituzione, che nell’articolo 132 consente la possibilità per ogni comunità di almeno 1 milione di persone di costituirsi come una regione.
#3 Berlino, l’autonomia di godere di una sua Costituzione
Credits @im_an10 IG – Berlino
Berlino è anche di nome una Stadtstaat (città stato). La capitale tedesca è un Land autonomo: ha una sua propria Costituzione, ha potere di rappresentanza nel Parlamento tedesco e nel Comitato delle Regioni dell’Unione Europea, e soprattutto ha la facoltà di dotarsi del sistema di amministrazione che reputa più opportuno. Particolare è il tipo di rapporti tra la città stato e il governo centrale che per legge devono essere regolamentati attraverso “accordi contrattuali” (art. 5, comma 3). Questo consente di gestirli in modo più agile che se invece dovessero essere definiti da specifiche leggi.
La scelta del governo tedesco di concederle la massima autonomia ha premiato una città che non solo è stata in grado di risollevarsi dal suo passato ma è diventata una vera capitale europea, motore di iniziativa e di imprenditorialità.Una trasformazione fulminea che ha prodotto grandi benefici per tutta la Germania, segno ancora una volta che l’autonomia a una singola parte è la via per dare più forza a una intera nazione.
#4 Amburgo: la città libera della Germania
Credits andreazambelli__ IG – Amburgo
Finora si è trattato solo di capitali. Ma le città stato possono essere anche altre città. In Germania oltre a Berlino sono Stadtstaat anche Amburgo e Brema.
Amburgo è una delle città della Germania che per molti aspetti risulta più simile a Milano. E’ la seconda città più popolosa della Germania, è città borghese, tradizionale capitale dei media e del commercio del paese. A questo si aggiunge un atteggiamento un po’ snob verso il resto del paese che ricorda molto quello milanese.
E’ città stato in gran parte per la sua tradizione di capitale anseatica come sottolinea il titolo di cui si fregia: Freie und Hansestadt Hamburg (“Città libera ed anseatica di Amburgo”).
Dal punto di vista amministrativo vale lo stesso Berlino: Amburgo ha le stesse competenze di un Land federale. Effetto più evidente dell’autonomia è quello economico: Amburgo ha il più alto reddito pro capite della Germania, quasi il doppio della media europea.
#5 Vienna: dove l’autonomia consente la migliore qualità della vita al mondo
Parlando di città stato a cui Milano si può ispirare sarebbe un affronto storico non parlare di Vienna. Anch’essa è una Stadtstaat, forma che riprende la tradizione della cultura germanica, con il Sacro Romano Impero e con l’Impero Asburgico, che lasciavano grande libertà alle città più influenti.
Anche a Vienna l’autonomia non pare fare male: dal 2009 per un totale di cinque anni è risultata al primo posto come città con la migliore qualità della vita al mondo, secondo la più importante classifica di questo tipo (Mercer).
#6 Bruxelles: un decentramento spinto a livello di singolo municipio
Credits: thisbelgium IG – Bruxelles
Quella che molti definiscono la capitale fasulla dell’Europa rappresenta comunque un modello di autonomia, in uno stato in cui nonostante le ridotte dimensioni esistono forti differenze tra valloni e fiamminghi. Una situazione che può ricordare quella italiana ancora molto divisa tra settentrione e meridione. In più, il fatto di risultare formalmente come capitale d’Europa incrementa la delicatezza amministrativa. La via maestra per gestire questa complessità è sempre la stessa: l’autonomia.
Bruxelles è di fatto una regione, un’enclave nella regione fiamminga. Della regione oltre Bruxelles fanno parte altri 19 comuni dell’area confinante. Rispetto ad altre città stato si caratterizza per una elevata complessità amministrativa: ci sono infatti 19 autorità municipali, 6 diverse zone di polizia, 1 livello di amministrazione territoriale, 2 autorità pubbliche specifiche per ognuna delle due comunità linguistiche e un’autorità pubblica bi-comunitaria. Forse alcuni cortocircuiti burocratici dell’Unione Europea sono conseguenza di questa complessità. Altro motivo per rilanciare Milano come capitale morale d’Europa.
#7 San Pietroburgo: la città federale dal cuore europeo
Credits islandworks -pixabay – San Pietroburgo
Discorso molto simile ad Amburgo, ma ambientato nel contesto russo è San Pietroburgo. Affine a Milano sotto diversi aspetti: è la seconda città del paese, la capitale morale che vive in modo forte la competizione con la capitale che è considerata dai suoi cittadini una città barbara e un po’ ignorante. San Pietroburgo è la città intellettuale, sede delle migliori università, un centro di cultura che si sente molto più europeo di qualunque altra grande città del paese.
Formalmente è una città federale, divisa in 18 distretti, di cui fanno parte altri 9 comuni confinanti. Con Milano è stata gemellata fino al 2012, anno in cui il gemellaggio è stato sospeso. Un errore storico a cui si dovrebbe porre rimedio.
#8 Basilea: la città cantone capitale culturale internazionale
basilea
La Svizzera è il paese delle città stato. Anzi, per molti aspetti si può dire che è il paese a cui si ispirano le città stato del mondo. Paese piccolo che basa tutta la sua forza sulla libertà delle sue singole aree che spesso coincidono con una città o con un piccolo paese.
Basilea è un semi cantone, che significa che invia un solo rappresentante nel Consiglio degli Stati della Confederazione Elvetica. Ha un suo parlamento che legifera con un’autonomia impensabile per i nostri enti locali.
Tra le diverse città stato della Svizzera ci piace prendere Basilea per una ragione fondamentale: per la sua capacità di diventare una capitale internazionale dell’arte contemporanea. Basilea nella cultura svolge un ruolo che dovrebbe essere Milano ad avere. Anzi, si potrebbe dire che Basilea occupa il ruolo che Milano ha avuto negli anni sessanta e settanta, quando era considerata un centro fondamentale per artisti e mercanti d’arte di tutto il mondo. La fiera d’arte contemporanea di Basilea è oggi una delle più importanti del mondo, un’autentica umiliazione per Milano che oggi in questo settore deve rincorrere non più le altre città europee ma perfino quelle italiane, come Torino e Bologna.
#9 Singapore: la città stato dei milionari
Credit: @singaporeworld
In questo elenco di città stato Singapore si distingue per essere l’unica a costituire anche uno stato indipendente, in questo simile al Principato di Monaco, Andorra o la Città del Vaticano.
Pur essendo uno stato costituito da una sola città, la piccola dimensione non le impedisce di svolgere un ruolo di primo piano sullo scenario internazionale. Singapore infatti è oggi la quarta piazza finanziaria più importante del mondo, è una delle città al mondo che attira più talenti (il 42% della sua popolazione è straniera e di altissima qualità) e dal 2009 risulta la città al mondo con più alta densità di milionari, davanti a un’altra città stato: Hong Kong.
#10 Hong Kong: il coraggio di difendere l’autonomia
Credits MarciMarc105-pixabay – Hong Kong
Concludiamo con quello che secondo molti risulta il modello più riuscito di città stato al mondo.
Rispetto allo stato centrale, può decidere liberamente leggi, moneta (dollaro di Hong Kong), politiche d’immigrazione, corti d’appello, dogana, estradizione e non fa uso della struttura amministrativa della Repubblica Popolare Cinese. La magistratura funziona sul modello del Common Law britannico, le elezioni sono a suffragio universale, il sistema è multipartitico e garantisce un alto livello di libertà civili e di salvaguardia dei diritti umani. Ci sono solo due competenze che lo stato cinese non ha concesso ad Hong Kong: relazioni estere e difesa nazionale.
La scelta di consentire a Hong Kong di percorrere la sua strada in piena autonomia dallo stato centrale ha condotto a risultati di grande spessore. È uno dei centri finanziari più importanti con una valuta che è tra le prime dieci più scambiate del mondo. È ai primi posti per reddito pro capite e in numerose classifiche come quelle della libertà economica, nello sviluppo umano e nella qualità della vita. Oltre il 90% dei trasporti urbani avviene tramite mezzi pubblici, la più alta percentuale al mondo,ed è ai vertici mondiali per aspettativa di vita.
Oggi la Cina sta volando ed è diventata la seconda economia del mondo, ma vent’anni fa non era così. Al momento in cui Hong Kong ha smesso di essere una colonia inglese, la Cina era ancora una economia sottosviluppata. Erano gli anni di Tienanmen, in cui sembrava che anche lei fosse destinata a crollare così come era successo ai paesi di economia socialista. Uno stato con una burocrazia inefficiente e centralista si poneva dunque a che fare con una delle più alte espressioni del libero mercato.
A quel punto si potevano scegliere infinite strade. Si poteva procedere a uniformare l’ex colonia al resto del paese, oppure contrattare tutte le diverse ipotesi di autonomia. Ciò che è stato alla fine deciso è di lasciare alla città ogni libertà, con la sola esclusione dell’appartenere allo stato nazionale, che mantiene come ultime deleghe la rappresentanza all’estero e la difesa.
Questa è la decisione coraggiosa che il governo cinese ha preso, rischiando di minare le fondamenta ideologiche dello stato, ma che a distanza di vent’anni ha prodotto straordinari vantaggi per Hong Kong e per la Cina intera.
È proprio questo che serve al nostro paese per risollevarsi. Il coraggio. Di lasciare a Milano la massima autonomia, per consentirle di concepire un modello di amministrazione che rilanci la città e che contagi positivamente tutto il paese. Senza paura di andare contro pregiudizi, rigidità e logiche su cui si fonda l’amministrazione pubblica ma che grande danno stanno arrecando al paese.
Può sembrare un assurdo ma è da Hong Kong che può ripartire Milano. Dal suo pragmatismo illuminato e dalla sua utopia che si è fatta realtà.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
A un’ora da Milano, percorrendo la strada statale 36 del Lago di Como e dello Spluga e imboccando l’uscita di Annone, si giunge in uno dei laghi più puliti d’Italia e d’Europa, ma che pochi conoscono.
#16 Il LAGO quasi sconosciuto, tra i più PULITI d’Europa, a un’ORA da Milano
# Il lago tra i più limpidi d’Europa si trova nella Brianza comasca
Credits: @dani.castelnuovo Lago del Segrino
Non lontano da Milano, situato nella Brianza comasca tra i paesi di Eupilio, Canzo e Longone al Segrino, c’è uno dei laghi più puliti della Lombardia. Si tratta del lago del Segrino, il bacino d’acqua incastonato tra il Monte Scioscia, a ovest, e il Monte Cornizzolo, a est. Il lago, molto suggestivo, è circondato da una pista ciclopedonale che permette di circumnavigarlo interamente. Non ci sono vere e proprie spiagge, ma comunque non mancano distese dove sedersi e, perché no, fare un pic-nic o rilassarsi dopo un bel bagno. Il lago è infatti pulitissimo, tanto da essere considerato uno dei più puliti d’Europa, e questo sorprende se si pensa che fino agli anni ’80 era uno dei bacini d’acqua più inquinati d’Italia a causa degli scarichi fognari industriali e civili e della navigazione a motore.
Oggi il lago del Segrino, dalla forma stretta e allungata, è invece uno dei luoghi ideali dove trascorrere una giornata di relax. In più, sulla sponda sud del lago, c’è il Lido del Segrino, una struttura super attrezzata e dagli innumerevoli servizi che fa sentire i propri ospiti in vacanza.
# Il Lido del lago
Credits: @terragnidavide Lago di Segrino
Il Lido del Segrino è una struttura moderna che si trova in via Panigatti 3 a Eupilio. Qui si possono noleggiare canoe e pedalò, ma anche biciclette normali e a pedalata assistita, per potersi godere il lago facendo sport. Il lido poi è attrezzato come una qualsiasi spiaggia di mare o lacustre e per questo si può anche noleggiare un ombrellone e usufruire di docce, spogliatoi e armadietti. Punto forte della struttura è poi la sua vasca idromassaggio!
Inoltre, grazie alla propria vocazione glamour, il Lido del Segrino è location ideale per organizzare eventi, cerimonie, feste private e meeting business, nonché diventa spazio per mostre d’arte e di cultura.
Fra tanti i locali alla moda di Milano si nascondono piccole meraviglie. Luoghi che raccontano la vecchia Milano, che hanno voglia di restare ancorati alla tradizione, che non seguono i trend, che se ne fregano di luci di design e cibi finger food. Scopriamone insieme uno.
La “Bottega del Vino”, alla scoperta di uno dei locali più ANTICHI di MILANO
# L’enoteca in Corso Genova gestita dal scior Pogliani
credits: petia raicheva
Uno di questi è La Coloniale di Milano, enoteca storica in Corso Genova, dove si può bere un bicchiere di champagne mangiando i nervetti preparati secondo la tradizione. È un posto dove il tempo sembra essersi fermato, il proprietario, il scior Pogliani, Milanese DOC, amante della sua città, apre il “negozio” come fosse casa sua e tutti sono i benvenuti.
# Un ritrovo per chiunque
credits: Valeria Squillante
Il locale è un crocevia di età e culture: si trova il ragazzo giovane modaiolo, l’avvocato appena uscito da lavoro, il pensionato che lì ritrova un ambiente famigliare. Potrebbe essere un luogo da studiare come spaccato della società.
# Bottiglie appese al muro e vino preso al bancone: ecco come iniziare la perfetta serata meneghina
credits: Daria Gato
La cosa che colpisce, entrando è la quantità di bottiglie, anche molto ricercate che si trova sugli scaffali e l’arredamento che riporta indietro nel tempo. Quella che resta nel cuore uscendo è la sensazione di aver fatto un’esperienza unica in un posto che sa di passato e che ospita il futuro, un posto sospeso, dove il vino si va a prendere al bancone, dove la lista è appesa al muro, dove la parola “apericena” è vietata! Qui si beve, fino alle 21:30, restrizioni permettendo, poi si va a cena: il vino serve per aprire lo stomaco.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
La sua gioventù fu particolarmente impetuosa, visto che a sedici anni aveva già lasciato la propria città natale, Milano, si era trasferito a Roma con la famiglia e si era arruolato nella Legione Cacciatori del Tevere: quest’ultimo era uno dei gruppi armati che combattevano il cosiddetto brigantaggio postunitario nello Stato Pontificio, una forma di banditismo che spadroneggiava sul territorio papale a partire dagli ultimi mesi del 1860, fino al 1870, spalleggiato (anzi foraggiato) dalle forze antiunitarie, che avevano in Papa Pio IX un fervente sostenitore.
GAETANO SBODIO: il guerrigliero del dialetto
# Gli inizi: la parte dell’amoroso
Parliamo di Gaetano Sbodio che, con la presentazione che gli abbiamo riservato, parrebbe un guerrigliero, senza macchia e senza paura, al servizio della legalità. In realtà fu uno degli attori del teatro dialettale milanese più apprezzato.
Nacque a Milano il 10 dicembre 1844. Dopo le peripezie sopra descritte, da Roma si sposta a Torino, dove si guadagna da vivere svolgendo lavori saltuari. Decide di tornare nella sua città natale, dove fa l’orefice. Ma il richiamo dell’arte è troppo forte così, la sera, viene chiamato in vari teatri milanesi per recitare la parte dell’amoroso, ovvero il ruolo classico nel teatro comico, che nella commedia diventa il ruolo di primo attore giovane.
# Fonda una compagnia teatrale
Nel 1867 decide di dedicarsi solo alla recitazione, entra nella compagnia Codognola, dove esordisce nella commedia di Paolo Giacometti “La donna”. I primi anni di lavoro in teatro per Sbodio sono difficili, caratterizzati da scarso successo e da miseri guadagni. A 25 anni viene scritturato nella compagnia di Cletto Arrighi, uno scrittore nonchè giornalista milanese, che nel 1848 aveva partecipato alla Cinque giornate e alla Prima Guerra d’Indipendenza.
Arrighi (all’anagrafe Carlo Righetti), prende Sbodio nel proprio gruppo teatrale, che aveva già ingaggiato gli attori meneghini Edorado Ferravilla, Emma Ivon, Edoardo Giraud e Giuseppina Giovannelli. Sbodio, con Arrighi, recita le opere principali di quest’ultimo, come la “El Barchett de Buffalora”, “Milaneis in mar” e “Sabat gras”. Nel 1890 Sborio fonderà una propria compagnia, con Davide Carnaghi, altro significativo rappresentante del teatro dialettale milanese, tornerà poi con Edoardo Ferravilla, per chiudere la propria carriera nel 1907.
# L’ultimo periodo in via Cerva
Alcune tra le opere recitate da Gaetano Sbodio sono state “Ona s’cenna del la vita”, On cereghett del ’48”, “El sur Galbusera”, “In Viarenna”, “La balia” e “La collana della Mamin”. In zona Lambrate è presente via privata Gaetano Sbodio, mentre la casa dove il nostro artista ha trascorso gli ultimi anni della sua vita, si trova in via Cerva n. 20, ed è indicata da una lapide in cui troviamo scritto: “in questa casa Gaetano Sbodio, sommo sulle scene dialettali, visse in cecità gli ultimi giorni e vi spense a 76 anni, il 31 maggio 1920″.
Continua la corsa al rialzo tra le imprese in Svizzera sui compensi ai collaboratori. L’ultima mossa è dei supermercati ALDI (tedeschi) che hanno alzato il salario minimo dei loro cassieri: lo stipendio minimo è ora pari a 4.646 franchi svizzeri (pari a circa 5.000 euro) per 13 mensilità e una settimana lavorativa di 42 ore. “Praticamente in Svizzera guadagna di più un commesso che un programmatore senior (o un manager) in Italia”, commenta il trader Roberto Lorenzetti. Senza contare i benefits. Questa la nuova proposta di Aldi.
SVIZZERA, i supermercati Aldi portano il SALARIO MINIMO a 5000 euro: “Vogliamo che i nostri dipendenti non abbiano problemi economici”
Lago di Zurigo (Da: instagram – @gr8l)
# La nuova offerta dei supermercati Aldi (e relativi benefits)
I collaboratori di vendita (cassieri) ricevono ora lo stipendio minimo pari a 4’646 CHF (circa 5.000 euro) per 13 mensilità per una settimana lavorativa di 42 ore.
Questo si aggiunge ai benefits già esistenti per i collaboratori di ALDI Suisse, quali:
Il pieno di benzina a prezzo scontato.
Abbonamenti gratuiti a palestre e a corsi sportivi.
Tutti i collaboratori hanno a disposizione gratuitamente nei supermercati frutta e verdura fresca, oltre a caffè, tè e acqua minerale nelle sale comuni.
ALDI SUISSE copre 2/3 dei contributi alla Cassa pensione di tutti i collaboratori senza funzioni direttive.
Gli apprendisti fino ai 20 anni e i collaboratori sopra i 50 anni hanno 6 settimane di ferie, quelli over 60 ben 7 settimane.
ALDI SUISSE offre ai collaboratori di lunga data la possibilità di prendersi un periodo sabbatico di diversi mesi.
I neopapà godono di 4 settimane di congedo retribuito. Le mamme hanno 18 settimane di congedo retribuito, con la possibilità di allungare a 36 settimane di congedo non retribuito.
Se un collaboratore raccomanda a qualcuno ALDI come datore di lavoro gli/le spetta un premio pari a 500 Franchi svizzeri, circa 550 euro.
Il commento di un imprenditore: “Per distruggere la Svizzera basterebbe farle adottare il sistema fiscale italiano”.
A meno di un’ora da Milano sembra di ritrovarsi tra le atmosfere raccontate dal Carducci. Di quale luoghi stiamo parlando e quale è la loro storia.
Milano-Inverigo
La MINI TOSCANA della BRIANZA
# Inverigo e il suo Viale dei Cipressi
Credits turripiercarlo IG – Inverigo
Il piccolo borgo di Inverigo ha una storia antica che risale all’epoca romana ed è passato di mano diverse volte tra alcune delle più importanti famiglie lombarde: Sforza, Visconti, Giussani fino ai Crivelli nel 1683. Il suo patrimonio storico e artistico include chiese, ville e palazzi antichi ma l’attrazione principale è il Viale dei Cipressi, una strada panoramica lunga 2 km con 47 alberi di cipresso. Voluta dalla famiglia Crivelli, si sviluppa sulla collina che separa Inverigo da Erba. Secondo una leggenda questa strada sarebbe stata creata per collegare il castello di Inverigo con la villa della famiglia ad Erba.
Credits ni.co4882 IG – Viale dei Cipressi
Una doppia fila di cipressi che intersecandosi forma una sorte di volta naturale, contribuendo a creare un’atmosfera romantica e suggestiva, da cui godere di una vista spettacolare sulla Brianza e che ricorda i paesaggi toscani citati da Giosuè Carducci nella poesia “Davanti San Guido”.
# La Chiesetta Rossa nella Tenuta di Pomelasca
Credits alicemarkk IG – Direzione Pomelasca
A contribuire a rendere questa zona della Lombardia una mini Toscana c’è anche la Tenuta di Pomelasca, a pochi minuti a piedi dal viale alberato, con la Chiesetta Rossa quale elemento centrale e che richiama la più conosciuta Cappella della Madonna di Vitaleta anch’essa circondata da cipressi e da una natura bucolica.
Credits mirkoreda76 IG – Pomelasca
Voluta dal conte Ferdinando Sormani a metà del ‘900, a poca distanza dalla sua imponente villa in cui soggiornava, la Chiesetta è inserita all’interno di un parco di cui fa parte anche un complesso di cascine e altre ville signorili.
Il Parco Delle Cave di Baggio, Municipio 7, è il terzo parco di Milano per dimensioni: si sviluppa su 135 ettari di terreno. Uno dei primi parchi urbani della città inaugurato nel 2002 che fa parte del Parco Agricolo Sud Milano. La sua storia è caratterizzata da degrado e riqualificazione.
La RINASCITA del PARCO DELLE CAVE: quattro bacini artificiali, boschi, orti e la cascina del Petrarca
# Dove si estraevano ghiaia e sabbia
Negli anni Venti del Novecento, quando non si parlava ancora di Parco, la zona era adibita a estrazioni di ghiaia e sabbia, operazione che diede vita a quattro cave: Cabassi, Casati, Ongari-Cerruti e Aurora. A partire dagli anni Sessanta questa attività venne abbandonata, così come l’intera area.
# Vengono immesse le acque del Ticino
Parco delle Cave
Le Associazioni del Parco decisero allora di prendere in mano la situazione: in un primo momento promuovendo l’attività di pesca sportiva, e poi, con l’aiuto del Comune di Milano e dell’Assessore all’Ambiente, si decise di dare attuazione al piano regolatore del 1976 che destinava l’area delle cave a diventare un parco. Si inizia quindi la progettazione e la pianificazione del territorio, con il risanamento dello spazio attraverso l’immissione delle acque del Ticino, ma il parco rimane ancora trascurato e incompleto.
Grazie a Italia Nostra che prese in carico la riqualificazione nel 1997, il Parco rinacque dopo cinque anni, ma i casi di degrado, lo spaccio, gli arresti prima del risanamento erano parecchi.
# L’anarchia di inizio Duemila: sfasciacarrozze, residenze abusive, attività illecite
Credits: @milano_segreta Parco delle Cave
Le Associazioni sollecitavano l’attenzione della città sul futuro del parco, ma, nonostante le proposte di attività di sport e il coinvolgimento delle scuole sul territorio, il deterioramento avanzava sempre di più.
Si insediarono sfasciacarrozze sulle sponde della Cava Cabassi, sorsero orti spontanei, venne edificata una residenza abusiva, mentre continuavano le attività di estrazione, di caccia e di pesca in modo illecito.
Questa situazione di invivibilità provocò una reazione profonda da parte di cittadini e istituzioni: reagì la gente del quartiere, i comitati di Baggio, e si impegnarono in prima persona gli assessori De Corato, Lupi e Del Debbio.
# La sua nuova vita: 4 bacini artificiali, boschi, la Cascina Linterno
Credits danbruco IG – Cascina Linterno
Nel 2009 viene inaugurato il nuovo Parco, oggi gestito dalla facoltà di Biologia dell’Università degli Studi di Milano. Nonostante anche ai nostri giorni presenti alcuni problemi, restano sue principali caratteristiche i quattro bacini artificiali, il prato erboso solcato da percorsi equestri e ciclabili, i boschi, gli orti urbani e la cascina Linterno.
Le Associazioni del territorio promuovono iniziative e forniscono servizi attraverso varie attività sportive, culturali e sociali, consentendo la promozione della cultura del verde e permettendo un continuo sviluppo contribuendo a formare sempre maggiore consapevolezza dell’importanza delle aree verdi nel contesto urbano.
Dopo il grande successo dell’edizione 2022, ritorna per le festività natalizie 2023 il percorso ghiacciato all’aperto da record, che supera se stesso. Scopriamo tutte le attrazioni disponibili, gli eventi a cui partecipare, quando si può andare e come poter vivere quest’esperienza gratis. In fondo all’articolo trovi il codice per pattinare gratis (fino ad esaurimento delle prenotazioni).
Dal 7 Dicembre il più GRANDE PERCORSO di GHIACCIO all’aperto di MILANO
# Un percorso ghiacciato da record per Milano: 1.500 mq per pattinare
Locandina Senstation 2023-2024
Il progetto voluto e sostenuto da Grandi Stazioni Retail ritorna anche nel 2023 dal 7 dicembre al 6 gennaio 2024, dopo il successo dell’anno precedente, con Plenitude (Eni) in qualità di partner e Radio Italia solomusicaitaliana come emittente radiofonica ufficiale. Il villaggio di Plenitude Senstation On Ice in Piazza Duca d’Aosta, davanti alla Stazione Centrale, rientra nel Format “Il Natale degli Alberi” del Comune di Milano e punta a sostenere la rigenerazione urbana e sociale di uno dei luoghi più cruciali e importanti di Milano con l’obiettivo di restituirlo alla collettività e alle famiglie.
Pensato per essere uno dei luoghi di riferimento per il Natale dei milanesi, offre sport e divertimento a costo zero. L’attrazione principale è un enorme circuito ghiacciato di 1.500 mq che ricopre tutta la piazza, battuto il record del 2022 di 1.300 mq, confermandosi il più grande percorso ghiacciato all’aperto mai allestito a Milano.
La prenotazione per il noleggio dei pattini è disponibile su www.senstation.it, e per i primi 300 nostri lettori che prenotano dal 4 dicembre con il codice “MILANOCITTASTATO” è completamente gratuito. NOTA (DEL 6 DICEMBRE): IL CODICE “MILANOCITTASTATO” è ESAURITO. NOTA (DEL 22 DICEMBRE): ESAURITO ANCHE IL CODICE “SENSTATION23”.
# Davanti alla Stazione Centrale un albero di 14 metri e 130.000 luci led a basso consumo attorno al percorso di ghiaccio
Mappa
Al centro di villaggio c’è l’albero di Natale, alto 14 metri, progettato in rispetto della tradizione natalizia e decorato con 15.000 luci led. Ci sono inoltre 1.500 mq di allestimenti e 130.000 luci led a basso consumo ad adornare il percorso. Presente anche un’Area Food, dove potersi rifocillarsi tra una pattinata e l’altra, con proposte a metà tra street food e specialità natalizie.
# Un villaggio sostenibile
Foto Senstation 2022
Il villaggio è pensato per essere completamente sostenibile sia dal punto di vista energetico che delle strutture. Plenitude mette infatti a disposizione l’alimentazione dell’installazione fornendo energia elettrica certificata, tramite garanzie d’origine di provenienza europea, come immessa in rete e prodotta da impianti alimentati al 100% da fonti rinnovabili.
I visitatori inoltre, camminando su speciali piastrelle Pavegen che producono energia elettrica in base ai movimenti compiuti su di essa, possono contribuire ad alimentare l’illuminazione del grande albero di Natale.
Le strutture del villaggio invece non saranno dismesse e smaltite a conclusione dell’iniziativa ma custodite per essere riutilizzate per occasioni future. Oltre a questo i motori che alimentano la pista di pattinaggio consentono di ottimizzare il risparmio energetico e le personalizzazioni vengono realizzate con materiale riciclato o riciclabile e vernici ad acqua prive di solventi.
# L’iniziativa si solidarietà per i bambini dell’ospedale pediatrico Buzzi
Plenitude Senstation On Ice è anche l’occasione per fare del bene agli altri. Prevista infatti un’iniziativa di recupero e riuso di giochi e libri per bambini in buono stato da donare alle sale gioco dell’Ospedale pediatrico Vittore Buzzi di Milano. Un punto di riferimento a Milano da più di 100 anni per l’assistenza specialistica in campo materno infantile. Ad occuparsi del concepimento e della realizzazione del progetto è AADV Entertainment, realtà italiana consolidata nell’ideazione e produzione di format originali di live entertainment, in collaborazione con OBM Onlus e Blauer USA quale partner tecnico.
# Il calendario degli eventi: il codice per pattinare gratis
Esibizioni Senstation 2022
Il villaggio di Natale apre il 7 dicembre 2023 è chiude il 7 gennaio 2024, aperto nei giorni feriali dalle 11:00 alle 22:00 e nei festivi dalle 10:00 alle 23:00. Il 24 e 31 dicembre chiusura anticipata alle ore 18:00. Questo il calendario degli eventi:
7 dicembre ore 17.30 Opening: taglio del nastro con accensione del grande albero scenografico e show del coro gospel tutto al femminile di The Women Of God, per scoprire un genere musicale che ha rivoluzionato e ispirato il mondo;
Radio Italia solomusicaitaliana, emittente radiofonica ufficiale, è presente con la sua musica e con 2 speciali appuntamenti: il 20/12 dj set “Radio Italia Party” a cura della conduttrice Paoletta, il 27/12 animazione a cura di Sergio Labruna;
6 gennaio dalle 16.00 alle 19.00: Show delle Befane sui pattini. Un gruppo di pattinatrici professioniste vestite da befane danzano distribuendo caramelle ai più piccini e facendo evoluzioni scenografiche sui pattini.
Per poter pattinare gratis dal 7 dicembre si può usufruire del codice promo “MILANOCITTASTATO“ previa prenotazione sul sito www.senstation.it. Il codice è valido fino a esaurimento scorte. NOTA (DEL 6 DICEMBRE): IL CODICE “MILANOCITTASTATO” è ESAURITO. CODICE ANCORA DISPONIBILE: “SENSTATION23”
Le migliori STAZIONI d’Europa: Napoli e Roma meglio della CENTRALE
Stazione di Zurigo
# La ricerca
Nella classifica si valutano cinquanta delle stazioni ferroviarie più grandi d’Europa (misurate in termini di volume di passeggeri) per aiutare i consumatori a scegliere la stazione migliore per il loro prossimo viaggio. I parametri sono: biglietteria, il numero di servizi in stazione, le opzioni di accessibilità, i collegamenti di trasporto, i tempi di attesa, la percentuale di ritardi, la connessione Wi-Fi gratuita, la copertura ferroviaria e il ride-sharing. Questi i risultati.
# Le stazioni migliori
Ai primi posti tutte stazioni di lingua tedesca. Zurigo si conferma al primo posto mentre la stazione centrale di Berlino è al terzo posto, superata da Vienna in grande crescita rispetto all’anno precedente. Al quarto posto un’altra stazione elvetica: Berna, davanti all’olandese Utrecht. Nella top 10 entrano anche Amsterdam, Francoforte, Oslo, Parigi (Gare du Lyon) e Napoli. Zurigo Haupbahnhof, indica il Consumer Choice Center, “spicca per i tanti negozi e chioschi (100), oltre che per i ristoranti e i take-away (59)”. Ma nell’insieme sono valutati positivamente anche i tempi di attesa più brevi per i treni, gli orari di apertura delle biglietterie più favorevoli, l’accesso facilitato agli ingressi, alle banchine e ai servizi igienici.
# Le peggiori
Precipita Monaco di Baviera: dal secondo al ventiduesimo posto. Altre stazioni secondarie tedesche sono tra le peggiori: all’ultimo posto ci sono tre stazioni decentrate di Berlino a causa di “enormi ritardi dei convogli” e dei “lunghi tempi di attesa per i viaggiatori”.
# Le italiane: Napoli e Roma meglio di Bologna e Milano
Senstation on Ice vista Stazione Centrale
Entra nella top 10 Napoli Centrale, in settima posizione con 86 punti. Nella top 20 anche Roma Termini, al 16° posto con 78 punti. Peggio fanno invece Bologna Centrale, al 26° posto (71 punti), e soprattutto Milano Centrale, che scivola al 29° posto (68 punti), davanti a Roma Tiburtina al 31° posto (66 punti) e a Torino Porta Nuova al 35° posto (61 punti). Tra le peggiori 10 d’Europa c’è Firenze Santa Maria Novella al 40° posto (58 punti).
E’ ritornata in funzione la storica funicolare liberty che conduce fino al borgo patrimonio dell’Unesco in provincia di Varese. A gestirla anche l’azienda dei trasporti milanesi.
La FUNICOLARE LIBERTY ripartita con ATM
# Rimessa a nuovo per raggiungere il Sacro Monte di Varese, patrimonio Unesco
Credits: @malpensa24.it Sacro Monte di Varese
La storica funicolare liberty è stata inaugurata nel 1909, chiusa nel 1953 e poi ricostruita e riaperta nel 2000. Dopo essere stata rimessa a nuovo in seguito all’intervento di manutenzione ventennale è ritornata in funzione. La linea collega la valle del Vellone con il borgo di Santa Maria del Monte di Varese, fino alle pendici del Parco dei Fiori, inserito nell’elenco dei siti patrimoni dell’Unesco.
È uno dei 9 sacri monti prealpini che si trovano nel nord Italia, distribuiti tra Lombardia e Piemonte: una volta arrivati in cima si può ammirare all’orizzonte la Pianura Padanae le montagne lombarde fino a quelle della bergamasca e della Valtellina. Anche se è nella zona di Varese, la funicolare ha anche qualcosa di milanese.
La linea è attiva da agosto 2023. A gestirla l’ATM, l’Azienda Trasporti Milanese, insieme ad AVT Varese. L’affidamento è stato individuato dall’Agenzia del Trasporto Pubblico Locale di Varese, Como e Lecco. Il sindaco Davide Galimberti ha spiegato come questa nuova gestione “permette di inserire l’impianto a fune varesino in un contesto territoriale ben più ampio favorendone la promozione turistica, grazie alla collaborazione delle due società di trasporto locale di Varese e Milano”. L’amministratore delegato di Atm, Arrigo Giana, ha dichiarato invece che è “un’opportunità di creare connessioni tra i territori mettendo a disposizione tutta l’esperienza di Atm“.
# L’obiettivo del progetto: il pieno sviluppo delle potenzialità turistiche dei territori
Credits fanfy3.0 IG – Monteviasco
La riattivazione della linea e la sinergia tra territori e società di trasporto differenti rientra in un progetto più ampio di sviluppo delle piene potenzialità turistiche dei territori. In futuro saranno altri gli impianti lombardi coinvolti: uno di questi è la funiviada Curiglia alla frazione montana di Monteviasco, ferma dal novembre 2018 in seguito a un incidente mortale dello storico manutentore, che attende in questi giorni l’aggiudicazione dell’appalto.
# Le funicolari chiuse o abbandonate
Funicolare Lanzo
Tra le funicolari non più in funzione ricordiamo invece quella liberty che collegava Lanzo d’Intelvi con Santa Margherita. Costruita nei primi del ‘900 e rimasta operativa fino al 1977 prima di essere abbandonata, percorreva il tragitto in 18 minuti colmando un dislivello di circa 600 metri dalla riva del lago sottostante al bellissimo belvedere di Lanzo da cui ammirare un magnifico panorama sul lago di Lugano. Al momento non c’è nessun progetto di ripristino anche se basterebbero 10 milioni di euro, secondo le stime del Comitato che promuove la sua riattivazione.
Un’altra suggestiva funicolare, ferma in questo caso dal 2022, è quella che portava dal lago di Como da Argegno a Pigra. Composta da due cabine da 12 posti, viene considerata la più ripida d’Italia viste le sue pendenze tra il 71% e il 95%. Permetteva di raggiungere in solo 4 minuti, superando un dislivello di 648 metri, il più bel terrazzo nelle prealpi Comasche. Sarebbe dovuta ripartire entro l’estate del 2023, ma il suo futuro è ancora avvolto nel silenzio.
Scopriamo da quando e quanto tempo ci si mette. Record anche nel numero di Frecciarossa: nell’ora di punta la frequenza è da metropolitana.
Da MILANO a ROMA in tempo RECORD: le due nuove corse FRECCIAROSSA SUPERRAPIDE
# Con l’orario invernale salgono a 100 i Frecciarossa al giorno tra Milano e Roma
Credits Mood101-pixabay – Frecciarossa in Stazione Centrale Milano
Con l’introduzione del nuovo orario invernale, a partire dal 10 dicembre, cambia l’offerta dei treni dell’alta velocità proposta da Trenitalia. Salgono infatti a 100i Frecciarossa giornalieri tra Milano e Roma. In totale oltre 50.000 posti a sedere disponibili.
# Due treni da record: in sole 2 ore 50 minuti dalla Stazione Centrale a Roma Termini, 10 minuti in meno dei più veloci
Credits trenomania80 IG – Frecciarossa
La notizia più importante riguarda l’introduzione di una coppia di Frecciarossa no-stop da Milano alla capitale in un tempo record: 2 ore e 50 minuti. Gli orari sono i seguenti: il treno numero 9681 con partenza dalla Stazione Centrale alle 20:35 e arrivo a Roma Termini alle 23:25, il treno 9682 con partenza da Roma Termini alle 5:38 e arrivo a Milano Centrale alle 8:30.
Abbandonate quindi le due stazioni di porta, Milano Rogoredo e Roma Tiburtina, per il servizio no-stop. A questi due viaggi vanno aggiunti i 7 già presenti con una durata di 2 ore e 59 minuti.
# Altri sei Frecciarossa con fermate intermedie trasformano la Milano-Roma in una metropolitana
Credits silvyghi IG – Frecciarossa Roma Termini
Oltre a questi altri 6 Frecciarossa aggiuntivi con tempi di viaggio a partire da 3 ore e 10 minuti, con numero di fermate intermedie variabili in base alla corsa, trasformando il collegamento Milano-Roma in una metropolitana: previsto un treno ogni 15 minuti nelle ora di punta.
Iniziato il conto alla rovescia per Natale. Se per molti la corsa ai regali è già iniziata, altri non hanno la minima idea di cosa regalare ad amici e parenti. Abbiamo chiesto ai milanesi cosa regaleranno quest’anno e dove andranno a prendere il regalo perfetto.
Vediamo cosa ci hanno risposto. In coda al video le risposte alla domanda “Che cosa ami di Milano?”
Il nuovo video di Milano Città Stato di Silvia Arosio e Sabrina Falanga. Iscriviti al canale su YouTubeper i video esclusivi.
Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)
Un primo tassello del nuovo Mercato Agroalimentare del futuro si prepara ad inaugurare. Come sarà e quando è previsto il completamento di tutto il progetto.
Il PRIMO PADIGLIONE del NUOVO ORTOMERCATO è in arrivo: come sarà
# Il primo Padiglione Ortofrutta 1 pronto nella primavera del 2024
Inaugurate a febbraio 2023 le prime piattaforme logistiche, a fine aprile 2024 è prevista appunto l’inaugurazione del Padiglione Ortofrutta 1, il primo tassello del Nuovo Mercato Ortofrutticolo.
I numeri della struttura: 450 metri di lunghezza, 91,60 metri di larghezza, superficie costruita di 47.800 mq, 22.000 mq di aree di vendita, per 102 punti vendita e 160 baie di carico. Il nuovo padiglione si sviluppa parallelamente alla ferrovia.
# Il Padiglione 2 pronto a marzo 2025
Padiglione Orto 2
I lavori per il Padiglione Ortofrutta 2 sono invece alle fasi iniziali e insieme al primo in costruzione è chiamato a sostituire le strutture ormai obsolete del 1965. Anche in questo caso la superficie costruita è di 47.800 mq, con termine del cantiere a marzo 2025.
# “Foody 2025”, l’eredità di Expo 2015 grazie a 300 milioni di euro di investimento
Masterplan Foody 2025 con cronoprogramma
Le strutture rientrano nel più grande progetto del nuovo Mercato Agroalimentare di Milano “Foody 2025”, che si pone come obiettivo la creazione del più importante city hub agroalimentare italiano e uno tra i primi in Europa. Il progetto è stato approvato dal Consiglio Comunale di Milano nel 2018 ed è un esempio di come l’eredità di Expo 2015 sia ancora tangibile e concreta: stiamo parlando di un investimento pari a 300 milioni di euro. L’area dell’intervento è di 700.000 mq, 350.000 mq sono di superficie da realizzare, 27.000 mq sono stati realizzati nel 2022 mentre 47.000 mq nel 2023.
Previsto anche il rinnovo di Palazzo Affarie servizi di supporto quali laboratori e centri di formazione alimentare e un impianto di produzione-raffreddamento dell’acqua di condensazione e produzione di energia da fonti rinnovabili per una gestione più sostenibile e in linea con i Sustainable Development Goals.
# Il cambio nel nome del polo logistico nel 2025
Logo foody
Il 2025 è anche l’anno in cui è programmato il cambio ufficiale del nome del polo logistico in Foody, la mascotte di Expo acquisita per 50.000 euro da So.Ge.Mi qualche anno fa e la cui immagine è destinata a diventare il logo distintivo di tutta la struttura
La più grande riserva naturale della regione. Il motivo del suo soprannome e le bellezze naturali da scoprire.
Milano-Val di Mello
La YOSEMITE della LOMBARDIA
# La più grande riserva naturale della regione
chiara_mountainheart IG – Val di Mello
Siamo a circa 130 km da Milano, un paio di ore di auto dalla più grande riserva naturale della Lombardia: la Val di Mello in provincia di Sondrio, una valle laterale della Val Masino, a sua volta parte della più conosciuta Valtellina.
dario.colombo 72 IG – Val di Mello
La valle è amata dagli scalatori per le sue pareti rocciose lisce e lucenti che circondano bellissimi ruscelli e cascate ed è costellata di massi granitici e laghi cristallini. Un insieme di elementi naturali che l’ha portata ad essere conosciuta come la “piccola Yosemite della Lombardia“.
# Il “Bidet della Contessa”
Ph. credits: valmasino.info – Bidet della Contessa
Il “Bidet della Contessa“ è il punto più famoso della valle ed è proprio qui si iniziano a vedere i grandi massi di granito della Yosemite lombarda. Si tratta di un meraviglioso lago verde smeraldo, con la sua acqua cristallina che riflette i monti circostanti, uno dei primi luoghi suggestivi che si raggiungono lungo il facile percorso di trekking della valle. Il dislivello è infatti di circa 450 metri, nella seconda parte del tracciato, ed è classificato come moderato. Il sentiero quasi tutto lineare si sviluppa lungo circa 5 km a tratta.
# Una foresta incantata
Proseguendo oltre lungo il sentiero ci si spinge all’interno di quello che sembra una foresta incantata, con pietre e tronchi ricoperti di muschio e vegetazione. Salendo tra i massi e gli alberi, seguendo il Torrente Torrone, si arriva al ponticello in legno sopra le Cascate della Chiusa. Da qui partono un serie di tornanti nel cuore della foresta che conducono al punto più panoramico della valle.
# Il belvedere panoramico su tutta la valle
m4rc0.89 IG – Belvedere Val di Mello
Superando infatti la grossa placca in granito e proseguendo la salita, si arriva al belvedere panoramico con una splendida vista sulla Val di Mello. Basta prendere la deviazione a destra per giungere ad ammirare uno spettacolo naturale, appena dieci minuti a piedi prima del Rifugio Alpe Pioda a 1.569 metri, il punto più alto del percorso.
# Come arrivarci
Da Milano si prende la Milano-Lecco fino in cima al Lago di Como, nei pressi di Colico. Arrivati qui si esce sulla SS38 che conduce a Sondrio per 20 km circa e ad Ardenno si prosegue sulla SP9 fino alla frazione di San Martino.
Per visitare la Val di Mello bisogna lasciare l’auto in un parcheggio a pagamento un paio di km più avanti, l’accesso diretto è vietato ai veicoli, per poi proseguire a piedi o con una navetta fino all’imbocco della valle.
Un’esperienza indimenticabile. Dalla Stazione Centrale di Milano ai più estremi fiordi norvegesi. Questo il tragitto e quale biglietto occorre per risparmiare e non impazzire con l’organizzazione del viaggio.
Da MILANO in TRENO fino al CIRCOLO POLARE ARTICO con un UNICO BIGLIETTO
# Un viaggio irripetibile
Credits marci.woanders1435 IG – Narvik
Un’esperienza incredibile da provare almeno una volta nella vita. Non si sale a bordo di un unico convoglio però è possibile farlo con un unico biglietto come vedremo in seguito. Bisogna armarsi di tanta pazienza e essere molto curiosi per scegliere questa avventura. Per viaggiare in treno da Milano al Circolo Polare Artico il percorso principale è quello che attraversa Svizzera, Germania, Danimarca, Svezia per poi arrivare in Norvegia. Vediamo il tragitto nel dettaglio.
# Le tappe: al circolo polare in due giorni
Da Milano al Circolo Polare Artico
La prima tappa è la Svizzera. Dalla Stazione di Milano Centrale ci si può fermare a Zurigo, poco più di 3 ore di percorrenza, o in alternativa a Basilea, con una durata del tragitto di circa un’ora in più. La destinazione successiva è Amburgo: si può optare per il treno notturno ÖBB nightjet, quello diurno ICE o i servizi svizzeri SBB con una durata che varia tra le 6 e 30 minuti da Basilea alle 7 ore e 30 minuti da Zurigo. Da Amburgo a Copenaghen c’è il treno IC diretto che percorre il tragitto in circa 5 ore, poi si può proseguire a bordo dei treni diretti SJ X2000 / Snabbtåg fino a Stoccolma per un viaggio di circa 5 ore. In alternativa c’è un treno diretto della durata di circa 14 ore dalla città portuale tedesca alla capitale danese.
Credits marci.woanders1435 IG – Arrivo a Narvik
A questo punto rimane l’ultimo treno da prendere che conduce fino a Narvik, all’estremità del fiordo Ofot a nord del Circolo Polare Artico, per un viaggio che dura addirittura oltre 18 ore. Se tutto va nel verso giusto, senza ritardi o disservizi con i treni, si arriva al Circolo Polare Artico dopo circa 2 giorni.
# Il pass Interrail
Credits interrail – Logo anniversario 50 anni
Ritorniamo al biglietto. Come visto prima non ne esiste uno specifico ma è possibile utilizzare un pass, che consente di utilizzare i treni notturni e diurni in Europa, da configurare con il numero di giorni necessari a questa “impresa”: il pass Interrail. Il servizio, che ha festeggiato i 50 anni nel 2022 e che è stato molto in voga negli anni ’80 e ’90 prima dell’avvento dei voli low cost, è ritornato in auge e dal 1998 è disponibile per qualsiasi fascia età anche se per gli under 27 il prezzo è scontato. Per un viaggio di questo tipo si può utilizzare il Global Pass, dal costo di circa 260 euro.
Credits: @pa.ola5096
Varenna Passeggiata Degli Innamorati
Viste magnifiche di cui si può godere solo se prima si fa un po’ di fatica, ecco quali sono i 6 sentieri scenografici più belli della Lombardia. Raggiungibili facilmente da Milano.
I SENTIERI più SCENOGRAFICI da percorrere a PIEDI in Lombardia
#1 Il Sentiero del Sole sul lago di Garda
@lorenzoamistadi74 Sentiero Del Sole
Il Sentiero del Sole è uno dei più facili ma anche più affascinanti percorsi di trekking che si può fare in Lombardia. Partendo da Limone sul Garda, raggiungibile da Milano in circa 2 ore e mezza, si prende un sentiero che attraversa una pineta e sale leggermente attraversando il versante della montagna.
Importanti sono le testimonianze storiche che si incontrano lungo il percorso: una trincea, rifugi antiaereo e una postazione militare. Ma il punto forte del Sentiero del Sole è la vista di cui si può godere camminando per quasi tutto il percorso: uno scenario spettacolare sul lago di Garda e il paese di Limone.
#2 La Greenway del Lago di Como
@lauramacauda Greenway del Lago di Como
Per circa 10 km il sentiero, principalmente in piano, porta da Colonno a Cedenabbia e attraversa alcuni borghi caratteristici. La Greenway del Lago di Como può essere divisa in sette piccole tappe, solitamente viene percorsa tutta in poco meno di 3 ore, ma a volte si sceglie di farne anche solo un pezzo.
Mentre si cammina sulla Greenway si incontrano antichi borghi, ville, giardini, chiese romantiche e barocche nonché un paesaggio naturale e una vista sul Lago di Como imperdibili. Prendendosela con comodo, camminando sulla greenway, si potrebbe anche fare una piccola deviazione che porta all’Isola Comacina, una delle aree archeologiche della Lombardia più interessanti, nonché un isolotto dalla vegetazione lussureggiante.
#3 Sentiero delle Trincee nella val d’Intelvi
@mirkofavero Monte Generoso
Con il Sentiero delle Trincee la difficoltà si alza. È anche questo un sentiero percorribile da tutti ma il livello inizia ad essere intermedio. Oltre ad una vista spettacolare, il Sentiero delle Trincee regala a chi lo percorre un pezzo di storia. Lungo la camminata si trovano infatti fortificazioni e trincee accompagnate da panorami sul lago di Como e su quello di Lugano. Per percorrere il sentiero bisogna andare quasi fino al confine con la Svizzera, a circa un’ora e mezza da Milano. Il percorso si svolge in val d’Intelvi, nella Foresta del Monte Generoso, e per farlo è consigliabile partire dalla Dogana di Valmara in località Lanzo (a 840 metri sul livello del mare).
Siamo ancora sul lago ma questa volta quello di Iseo. L’Antica Strada Valeriana, come dice il nome, è una strada di origini remote che per millenni era passaggio obbligatorio per andare verso la Valle Camonica. Diventata inagibile, fu poi recuperata e riportata all’uso turistico.
L’Antica Strada Valeriana parte da Pilzone d’Iseo e arriva a Pisogne ed è sempre accompagnata dalla vista sul Lago d’Iseo e dai monti circostanti. Lungo il percorso si incontrano numerose chiesette, santuari, eremi e cappelle tanto che viene classificato come “sentiero di devozione”. Ma la strada è ricca di storia: lungo la camminata ad esempio si incontrano le Piramidi di Erosione, una testimonianza del passaggio del ghiacciaio durante la glaciazione wurmiana.
#5 La mini Passeggiata degli Innamorati a Varenna
@pa.ola5096 Varenna Passeggiata Degli Innamorati
La passeggiata degli innamorati è una delle camminate più conosciute della Lombardia in quanto una delle più belle. Si parte da Varenna ed è in realtà un percorso molto breve: inizia all’imbarcadero del paese e arriva fino al centro di esso. Si tratta di una semplice passerella a sbalzo sul mare di qualche centinaia di metri ma che regala una vista sul borgo e sul lago imperdibile.
#6 Il Sentiero del Viandante, il più lungo
@orobie_4_you Sentiero del Viandante
Il Sentiero del Viandante è il percorso più lungo: per farlo tutto bisogna camminare ben 45km. Si tratta infatti di uno dei cammini brevi della Lombardia che gira intorno al Lago di Como, diviso solitamente in 3 o 4 tappe e parte da Lecco e arriva a Colico, anche se esistono alcune varianti. Il Sentiero del Viandante è una camminata fatta dai nostri antenati nel loro quotidiano, una strada percorsa da chi ha costruito i paesi sul lago. La vista? Le sponde lecchesi di quel ramo del Lago di Como che volge a mezzogiorno.
Milano è una città archeologica con un sacco di reperti di fattura romana che pochi conoscono. Non è di certo paragonabile a quel museo a cielo aperto che è Roma, lo sappiamo bene, ma anche la città della Madonnina ha i suoi bei perché in fatto di vestigia romane.
Non sono così palesi come nella Città Eterna, perciò abbiamo pensato di elencarvele: potreste aggiungerle al vostro tour tra le cose da far scoprire a chi vi verrà a trovare. No, Porta Romana non vale.
Il grande palazzo costruito negli anni Sessanta l’hanno nascosta ai più. Il degrado delle vecchie case di ringhiera su via Conca del Naviglio hanno messo la ciliegina sulla torta. Comunque, si deve sapere che esattamente dietro alle Colonne di San Lorenzo esiste quel che rimane – poco a dire il vero – dell’anfiteatro romano del I secolo d.C.
Allora quella era la zona extra urbana, fuori dalle mura cittadine.
Sembra difficile credere che in questi pochi ruderi, oggi visitabili dall’ingresso del parco Santa Maria della Vittoria, si disputassero lotte di gladiatori, tra uomini e animali feroci, battaglie navali e ogni genere di atrocità. La struttura era enorme, eretta almeno su quattro ordini, grande quanto l’Arena di Verona.
#2. Corso Magenta 15
E’ uno dei lasciti di Expo: la riemersione dalle nebbie e la riapertura al pubblico della Torre delle mura romane nel chiostro interno del Museo Archeologico di Milano. E’ una torre poligonale, risalente alla fine del III secolo, ovvero della cinta muraria di età massimianea, che reca affreschi medioevali del XIII secolo e può essere tuttora percorsa. Completano la visita la torre poligonale “di Ansperto”, anch’essa di IV secolo d.C, i sotterranei, e ovviamente la visita al Museo Archeologico.
#3. La basilica di San Lorenzo
Era la chiesa di culto ariano, per questo fuori dalle mura urbane per lungo tempo. La sua costruzione di età paleocristiana è ancora in gran parte visibile. Al suo interno è interessante visitare la cappella di Sant’Aquilino risalente al 400 circa d. C.: con corpo ottagonale e un atrio articolato in nicchie decorate è dedicato a San Lorenzo, e da solo vale una visita.
#4. Il sacello di Sant’Aquilino (in San Lorenzo)
Una delle cappelle più antiche e preziose di Milano. Recenti indagini la datano tra 390 e 430 d.C.. Per la sua forma – un atrio a forcipe e un corpo ottagonale all’esterno; un alternarsi di nicchie semicircolari e ottagonali all’interno – e la ricchezza delle decorazioni, per lungo tempo è stato considerato un mausoleo imperiale. Attualmente, nel sotterraneo, è possibile visitare anche la platea di fondazione su cui l’edificio poggia: è formata da blocchi di pietra squadrati, provenienti in gran parte dalla demolizione del vicino anfiteatro. Non ha nulla da invidiare ai mosaici paleocristiani ravennati a cui tutto il mondo guarda, a ragione, estasiato.
#5. Colonne di San Lorenzo
Colonne di San Lorenzo
E’ il luogo più conosciuto della Milano Romana ma forse meno “avvertito” come tale. Parliamo delle colonne di San Lorenzo, oggi centro della movida di Porta Ticinese. Il famoso colonnato fu recuperato da un ignoto edificio pubblico risalente al II sec d.C. Si dice che di queste colonne ne manchi una, perché il Diavolo l’avrebbe nascosta. Molti la cercano negli atri dei palazzi vicini.
#6. Tra via S. Vittore e piazza Affari
Se non ve ne siete accorti non preoccupatevi: siamo sotto la Camera di Commercio e solo su prenotazione si trovano le rovine dell’antico teatro romano di età imperiale (I sec a.C).
#7. Largo Carrobbio 4
L’hanno trovata qui, Porta Ticinensis, unico lacerto rimasto delle otto porte su cui
si apriva la cinta muraria del I sec a.C. Ticinensis perché la direzione era quella di Ticinum, Pavia. Quello che è vero è che per visualizzarla bisogna fare un bello sforzo: incastonata allo sbocco tra via Medici e sul Carrobbio, riuniva “i due tratti di muro augusteo e massimianeo che si erano separati alla porta Vercellina per abbracciare il Circo”. Allora era composta da un doppio fornice (due aperture) con a fianco due massicci torrioni di otto lati ciascuno.
Quello che vediamo oggi non è che uno sperone di muro (nascosto da una bassa costruzione al n.4), parte di una delle torri, e tutta la parte entro terra per m.2,70 sotto il livello strada.
Veniva chiamata la “torre dei malsani”, perché annessa a un lebbrosario, dicono.
#8. Via Morigi 2
E’ un indirizzo che vale da esempio, perché nascosti per Milano con ottime probabilità se ne trovano molte di più. Parliamo degli originali di pavimento romano con tessere di marmo. Nel I secolo a.C. andavano alla moda molto colorate: questa di via Morigi è un prodigio, soprattutto perché risalente a una delle domus più antiche dell’antica Mediolanum.
#9. Largo Corsia dei Servi
Anche in questo caso potreste esserci passati davanti mille volte, ma senza accorgervene.
Il modo migliore per accorgersi che qui ci sono le Terme Erculee di età romana è restare in coda davanti alla Pizzeria Sorbillo.
Solo con un po’ di pazienza, infatti, si vedrà il cartello indicare un muro di pietra in un’aiuola non curata fuori da un parcheggio sotterraneo.
Qualcosa di più si può intravedere dentro la Chiesa di San Vito in Pasquirolo, nascosta dai palazzoni tra Galleria Vittorio Emanuele e Corso Europa.
#10. Via Circo
La toponomastica aiuta: non c’è che dire. Via Circo, tra l’attuale Porta Vercellina e Porta Ticinesea Milano, si chiama così perché qui c’era il Circo con i giochi. Scriveva Ausonio nel suo Ordo urbium nobilium, VII., poeta romano del IV secolo: “A Mediolanum ogni cosa è degna di ammirazione, vi sono grandi ricchezze e numerose sono le case nobili. […] La città si è ingrandita ed è circondata da una duplice cerchia di mura. Vi sono il circo, dove il popolo gode degli spettacoli, il teatro con le gradinate a cuneo, i templi, la rocca del palazzo imperiale, la zecca, il quartiere che prende il nome dalle terme Erculee. I cortili colonnati sono adornati di statue di marmo, le mura sono circondate da una cinta di argini fortificati. Le sue costruzioni sono una più imponente dell’altra, come se fossero tra loro rivali, e non ne diminuisce la loro grandezza neppure la vicinanza a Roma”.
Collocata vicino al decumano massimo (S.Maria alla Porta e S.Maria Fulcorina) ed il cardo massimo (Via Torino), con le imponenti murature del Palazzo imperiale rinvenute nell’attuale piazza Mentanavia Brisa. Proprio qui insiste una struttura e semiciclo: le fondamenta delle terme imperiali. Il foro romano? Sin dall’età repubblicana era a poche centinaia di metri da qui.
#11. Piazza Santo Sepolcro
credits: milanosguardiinediti.com – Cripta di San Sepolcro
Ma anche piazza San Sepolcro, via Cardinale Federico, piazza Pio XI e parte di via Moneta. Il forumdiMediolanum, eccolo è stato recentemente trovato nei sotterranei della Biblioteca Ambrosiana ed aperto al pubblico, ma solo in particolari date.
#12. Piazza S. Nazaro in Brolo 5
Partiamo da qui per un giro delle chiese romane per eccellenza: Sant’Ambrogio, San Simpliciano, e, appunto, la Basilica di San Nazaro in Brolo. Si trova esattamente alle spalle della Università Statale; affacciata sull’inizio di Corso di Porta Romana con la Cappella Trivulzio e la galleria delle spoglie dei Trivulzio e dei Colleoni.
Questa resta una delle chiese fondate dal vescovo Ambrogio, oggi patrono della città, nel IV secolo, ed è probabilmente la più antica chiesa a croce latina dell’arte occidentale. Pesantemente modificata in età romanica e cinquecentesca, conserva oggi importanti opere a partire dall’età paleocristiana.
#13. Dentro la Basilica di Sant’Ambrogio
La seconda chiesa di Milano, la prima “romana”, intitolata al nostro patrono. Lungo la navata centrale a sinistra, si nota il Sarcofago di Stilicone atto a reggere il pulpito. Stilicone era un generale romano di origine germanica: il luogo e il modo in cui fu ucciso non si sa, ed il nome di questa tomba si deve probabilmente a tradizione popolare.
Ciononostante, questo molosso di marmo riccamente decorato con le storie della Natività risalente IV secolo è una delle poche testimonianze rimaste della basilica così come fu voluta da Sant’Ambrogio.
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www.comune.milano.it
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Torre_poligonale_museo_archeologico_di_milano
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terme-romane-milano-manoxmano.it
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terme erculee ph www.tripadvisor.co.uk
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sant'aquilino
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quel che resta di porta ticinensis
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pavimenti romani milano
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Milano-romana-archeologia
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Foro Romano di Mediolanum www.leonardo-ambrosiana.it
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cerchia di massimiano
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Basilica di San Nazaro in Brolo
Basilica di San Nazaro in Brolo
Anfiteatro Romano Milano-Ph. urbanfilemilano.blogspot.com
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L’argomento è comunque sotto l’attenzione di molti: non è dunque un caso se 4 università ed enti milanesi hanno lavorato in team per dare vita a Milano Archeologia: la app – tour che propone percorsi virtuali e itinerari per recuperare “il paesaggio culturale di una città che non c’è più”. Ma che piace molto ancora a tanti.
Da qualche settimana si può prendere un volo diretto per andare a trovare Babbo Natale. Scopriamo da quando e in quali giorni della settimana.
Da MILANO il VOLO DIRETTO per il CIRCOLO POLARE ARTICO
# Due voli settimanali: in meno di 4 ore si arriva da Babbo Natale
Credits Visit Rovaniemi – the Official Hometown of Santa Claus fb – Ryanair
Nella nuova offerta di voli della compagnia irlandese Ryanair si aggiunge quello diretto con destinazione Circolo Polare Artico. Partendo dall’Aeroporto di Orio al Serio, il terzo aeroporto del bacino milanese, si atterra dopo poco meno di 4 ore all’Aeroporto di Rovaniemi-Lapponia. Appena a nord della cittadina di Rovaniemi, capoluogo amministrativo della regione lappone, passa infatti il Circolo Polare Artico. Il servizio di Ryanair prevede due voli settimanali il martedì e il sabato, con debutto il 4 novembre 2023.
# Si può incontrare Babbo Natale
Credits visitrovaniemi IG
Rovaniemi è conosciuta da tutti per essere la “residenza ufficiale” di Babbo Natale. Nella cittadina troviamo il grande parco tematico del Santa Park, chiamato anche “The Home cavern of Santa Clauscon”, con un ingresso incredibilmente suggestivo e che costituisce forse il punto di interesse principale: un lungo tunnel che scende verso le profondità della Terra, buio e popolato di grida di lupi. All’interno del parco ci sono: la galleria dei negozi, la mostra delle sculture in ghiaccio, il laboratorio segreto degli elfi di Babbo Natale, il laboratorio segreto di Babbo Natale, la cucina di pan di zenzero, il ristorante, il parco giochi per i bambini, gli spettacoli degli elfi, l’ufficio postale e la stanza dove viene conservata la slitta di Babbo Natale.
Rovaniemi
A circa 8 km di distanza c’è il Santa Clause Village dove è possibile incontrare personalmente Babbo Natale e visitare il suo studio o l’ufficio postale dove ogni anno arrivano le lettere dai bambini di tutto il mondo. Ci sono altre numerose attrazioni da vedere e sul pavimento è simbolicamente contraddistinto il punto esatto in cui secondo le coordinate di latitudine è situato il Circolo Polare Artico.
# Ci si può fare trainare dalle renne e godere della meraviglia dell’Aurora Boreale
Credits lucas.feng2 IG – Ivalo aurora
Per gli amanti dell’avventura è possibile immergersi nel paesaggio innevato e incantato della Lapponia, dormendo in alberghi a forma di igloo, nell’hotel di ghiaccio che da 20 anni viene realizzato a Kemi nel Golfo di Botnia, partecipare a escursioni in motoslitta trainate da husky e renne attorno al passaggio del Circolo Polare Artico e per i più fortunati assistere al magico spettacolo naturale di luci dell’Aurora Boreale.