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La 92: CURIOSITÀ e STORIA dell’ ”altro” FILOBUS di Milano

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Radio Lombardia FB - Linea 92

Come era la linea in origine e le differenze con la più conosciuta 90-91.

La 92: CURIOSITÀ e STORIA dell’ ”altro” FILOBUS di Milano

# La linea filobus semicircolare di Milano

Percorso linea 92

Quando si parla di filobus a tutti viene in mente la linea 90-91, con il suo percorso circolare lungo la circonvallazione. Anche se meno appariscente, è comunque importante anche quella che segue come numerazione: la 92 con una lunghezza di 10 km è seconda per estensione e ha un percorso semicircolare. In totale conta 34 fermate da Via Durando in zona Bovisa, con uno stop anche a servizio della stazione di Bovisa FN, a Piazzale Lodi, e 33 fermate in direzione opposta. 

# Per alcuni tratti viaggia insieme alla 90-91

Percorsi 90-91 e 92

La linea è stata istituita nel 1951 insieme alla 90-91 e proprio con quest’ultima condivide parte del percorso, il tratto iniziale a sud e buona parte di quello a nord. Dopo la fermata di Viale Umbria-Via Muratori la 90-91 svolta infatti su Via Tertulliano per dirigersi su Viale Molise, mentre la 92 prosegue lungo la circonvallazione su Viale Umbria. 

La 90-91 poi svolta a sinistra da Piazzale Piola e si innesta su Via Tonale all’altezza di Piazza Caiazzo dove ritorna a percorrere il tragitto insieme alla 92, che arriva invece da Via Pergolesi dopo essere uscita dalla circonvallazione. Le linee si dividono poi all’incrocio tra Via Resegone e Via Lancetti, salvo incontrarsi per la fermata di Piazzale Nigra pur se in due strade diverse, per poi proseguire rispettivamente verso Piazzale Lotto e il capolinea in Bovisa.

Leggi anche: 90/91: le 7 CURIOSITÀ sulla LINEA più LEGGENDARIA di Milano

# Cinque cambi di percorso dalla sua istituzione

Radio Lombardia FB – Linea 92

Rispetto alla linea circolare della 90-91, che dalla sua istituzione non ha mai cambiato percorso o aggiunto nuove fermate, la linea 92 ha subito modifiche in cinque occasioni. Il percorso iniziale del 1951 andava da Viale Umbria a Viale Monte Ceneri, angolo Viale Certosa. Il 17 aprile 1953 il primo cambiamento con il capolinea sud a Piazza Trento, il 5 novembre 1958 l’arretramento del capolinea nord a Piazzale Lugano, mentre l’11 gennaio 1959 la deviazione del tracciato verso la Bovisa con ultima fermata in Via Varè. Nell’aprile del 1963 le ultime fermate aggiunte, con nuovo capolinea prima in Via Cosenz e poi in Via Durando.

Continua la lettura con: La 90-91 sarà a GUIDA AUTONOMA: dove si faranno i PRIMI TEST

FABIO MARCOMIN

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Le TERME FIABESCHE di Milano: la rinascita delle ex SCUDERIE DE MONTEL

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sporteimpianti - Altra vista rendering riqualificazione ex scuderie de Montel

Dopo oltre 100 anni di storia, e diversi decenni di abbandono e degrado, il complesso in stile Liberty delle scuderie avanza verso la sua rinascita. I dettagli del progetto e il punto sul cantiere.

Le TERME FIABESCHE di Milano: la rinascita delle ex SCUDERIE DE MONTEL

# La nuova vita del gioiello Liberty in zona San Siro

Credits alesabi54 IG – Scuderie de Montel

Si avvicina il momento della trasformazione dello straordinario complesso in stile Liberty delle ex scuderie De Montel, all’angolo tra via Achille e via Fetonte vicino allo Stadio Meazza, nelle prime “vere” terme di Milano. Delle “vere” terme in quanto alimentate dall’ “acqua marcia” che scorre sotto la città. Si tratta di un’acqua emunta a 250 metri di profondità grazie a un pozzo già esistente profondo 350 metri, e successivamente riscaldata, caratterizzata da un elevato contenuto di solfuri. 

# La storia delle scuderie di lusso e gli altri progetti di riqualificazione 

scuderie de montel
Credits: fondoambiente.it

Il complesso di scuderie di lusso, nascosto sotto gli edifici fatiscenti in fase di riqualificazione, fu costruito tra il 1915 e il 1917-18 per volere del banchiere Giuseppe De Montel. Prima della Seconda Guerra Mondiale in tutta l’area di San Siro erano presenti scuderie e allevamenti di cavalli pensati sul modello “ippico” di Chantilly in Francia e Newmarket in Inghilterra. 

Passata di mano alla società Ilaria del Gruppo Ligresti, ceduta poi dalla stessa al Comune di Milano nel 1983 per far quadrare i conti con gli oneri di urbanizzazione di una lottizzazione in via Fetonte. Sono diversi i progetti mai andati in porto per il recupero delle ex Scuderie de Montel:

  • una club house per gli inquilini dei palazzi costruiti dal Gruppo Ligresti. La società immobiliare nel 1987 chiese infatti di rientrare in possesso delle ex scuderie ma non ottenne i permessi per la trasformazione; 
  • il restauro per farne un centro culturale aperto alla cittadinanza da parte del Gruppo Verde San Siro;
  • un centro di ippoterapia da parte del WWF;
  • infine nel 2018 un disegno che prevedeva scuderie, pista di allenamento, museo dell’ippica e del cavallo, centro medico, ristorante e pet therapy risultato come progetto vincitore del Torneo del Paesaggio del Fai.

Tutto le strutture hanno quindi subito un progressivo abbandono e degrado, per diventare un rifugio per senzatetto e sbandati.

# Il più grande complesso termale italiano in una grande città

sporteimpianti – Pianta progetto ex scuderie de Montel

Il più grande complesso termale italiano in una grande città e le prime terme green d’Europa, a zero emissioni di CO2. Questo si preparano a diventare le ex scuderie De Montel grazie al progetto “Teatro delle Terme” dello Studio Marzorati Architettura – S+J srl che nel 2021 ha vinto il bando per la trasformazione dello storico centro ippico.

Sono previste:

  • 800 mq di vasche interne ed esterne di acqua sulfurea con capienza fino a 600 persone contemporaneamente;
  • un nuovo parco urbano di 8.000 mq con saune, piscine, aree relax.
  • 2.400 metri quadrati di cortili interni.

Una struttura autosufficiente grazie alla produzione di energia con il fotovoltaico, i pannelli solari termici e la creazione di un collegamento alla rete di teleriscaldamento utilizzando così il recupero energetico da termovalorizzazione.

# Rispetto del patrimonio storico-artistico ed effetti suggestivi

Il progetto prevede che vengano preservate con piccoli adattamenti le architetture originarie degli edifici storici con dettagli artistici dell’epoca ancora visibili, tutte le strutture sono infatti tutelate dal vincolo monumentale, e di utilizzare usare il parco assieme all’edificio principale a forma trapezoidale per realizzare un anfiteatro dove l’acqua scorrerà sulla cavea, attraversi dislivello dei gradoni, in modo da creare un effetto di grande suggestione.

# Il punto sui cantieri e quando potrebbe aprire al pubblico

Credits Valter Repossi-Urbanfile – Cantiere Ex Scuderie

Dopo la firma alla fine del 2020 del contratto preliminare di vendita da parte del Comune di Milano, con la società incaricata di sviluppare il progetto, nel 2021 è arrivato il via libera della Soprintendenza a cui sono seguiti la pulizia dell’area, i rilievi necessari e le bonifiche con la demolizione di porzioni pericolanti dell’edificio e la rimozione delle macerie. I lavori veri e propri sono partiti nell’estate del 2022 con la realizzazione delle fondamenta e del piano interrato, ancora oggi in corso, e proseguiti con quelli di restauro e riqualificazione delle strutture di pregio che si sono riuscite a salvare. Nelle ultime immagini di Urbanfile si può vedere la situazione del cantiere.  

L’apertura al pubblico del centro termale era stata programmata per l’inizio del 2024, ma in base allo stato attuale dei cantieri bisognerà attendere diversi mesi in più.

Continua la lettura con: VILLA CLEA: la CARROZZERIA di MILANO trasformata in RESIDENZA per ARTISTI

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Quando MILANO fece le SCARPE a NAPOLEONE

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rotaty club Milano - Napoleone a Milano

Quando il più famoso calzolaio di Milano conquistò il generale francese.

Le SCARPE MILANESI di NAPOLEONE

# Il più famoso calzolaio di Milano

divinamilano.it – Il calzolaio storico

Vicenda descritta nella biografia di Lugi Medici dal titolo “Un calzolaio storico (Anselmo Ronchetti)“ con prefazione di Ettore Verga. Quello che poi è diventato il più famoso calzolaio di Milano nacque nel 1773 a Pogliano da Carlo Ronchetti, falegname, e Lucrezia Gianni, entrambi originari di Busto Arsizio. Frequentati i primi anni di studi al collegio Rotondi di Gorla Minore, in seguito alla morte del padre fu costretto a lasciare gli studi e a trovare lavoro. Iniziò come garzone di un ciabattino al Carrobbio, poi si fece assumere da un altro calzolaio con un negozio più grande in Via Larga e nel giro di qualche anno riuscì a prendere un affitto una piccola bottega alle Cinque Vie per far partire la sua attività in proprio.

# L’incontro con Napoleone

Napoleone in Duomo

Secondo la versione della biografia l’incontro tra Napoleone e Rocchetti avvenne nel 1796 in occasione dell’ingresso trionfale a Milano dell’imperatore dopo le vittorie di Mondovì e di Lodi. Il generale francese circondato dai militari della sua Guardia si muoveva tra la folla accorsa ad applaudirlo e anche il calzolaio era tra i presenti ma volse lo sguardo ai suoi stivali, invece che al suo volto, memorizzandone tutti i dettagli.

# Gli stivali portati a Palazzo Serbelloni

Credits iviaggidimeryterry IG – Palazzo Serbelloni

Tornato alla sua bottega, con l’immagine stampata nella mente, si adoperò subito per realizzare un paio di stivali “alla Dragona” in pelle morbidissima da regalare a Napoleone. Il giorno seguente si recò a Palazzo Serbelloni, la dimora milanese del generale francese, con le calzature confezionate. Lasciato passare dopo un po’ di attesa il calzolaio si trovò di fronte a Napoleone che, incuriosito dalla visita, decise di provare gli stivali pensando fossero di una taglia sbagliata. Rimase invece piacevolmente stupito dalla pelle morbida, dalla qualità estetica e della comodità delle calzature che ringraziò Anselmo Rocchetti pagandolo 40 Luigi e addirittura nominandolo calzolaio personale. 

Oltre a questo si prodigò per indirizzare clienti i più alti dignitari del proprio seguito alla bottega, tra cui principi e ufficiali francesi. Una clima di amicizia e un rapporto di stima a tal punto che un giorno Napoleone gli avrebbe confessato: “vorrei avere intorno a me tanti uomini che ti somigliassero”.

Leggi anche: La MILANO di NAPOLEONE

# La bottega trasformata in un ritrovo di scienziati, poeti, artisti

milanoneisecoli.blogspot.com – Anselmo Rocchetti

Tutta questa fama portò anche numerosi intellettuali nella bottega, soprattutto quando questa fu trasferita in spazi più grandi in Via Durini, trasformandola in un ritrovo di scienziati, poeti, artisti. Tra questi Massimo D’Azeglio, Vincenzo Alfieri, Ugo Foscolo, Carlo Porta, Giuseppe Parini, Vincenzo Monti, Andrea Appiani e pure Leopardi che nella sua visita a Milano si fece realizzare degli stivaletti su misura a chiusura elastica, i cosiddetti “ronchettin”, l’unica tra le sue creazioni portate a conoscenza ai giorni nostri.

# L’altra versione “ribelle” della storia

Un’altra versione della storia, meno romantica, racconta come Napoleone abbia incontrato il calzolaio milanese al rientro trionfale in città e gli abbia chiesto di preparargli uno stivale in sostituzione di un altro perduto, altre fonti parlano di entrambi. Realizzato il primo Anselmo Rocchetti chiese al generale francese se fosse comodo. Quest’ultimo rispose di sì ma, pare, aggiungendo che in Francia gli stivali li sapevano fare meglio. La risposta di Rocchetti non si fece attendere: “L’altro stivale se lo faccia fare dai calzolai francesi!”.

Continua la lettura con: NAPOLEONE è stato a Milano ma MAI a Roma

FABIO MARCOMIN

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#42 – GENOVA, con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così che hanno solo loro

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Ph. dexmac - pixabay

La città di mare probabilmente più importante che abbiamo nel Nord Italia, per tutta una serie di fattori, soprattutto storici. Sede del più grande porto italiano, simbolo indiscusso del commercio marittimo in epoca medioevale e fulcro decisivo nello sviluppo di tutta la Penisola fin dagli albori, la città ai piedi della lanterna, con i suoi stretti vicoli, il carattere degli abitanti e i suoi tanti segreti è certamente un posto di cui non ha senso parlare o scrivere se non ci si è mai stati e non ne si conosce la vera essenza. Andiamo a conoscerla assieme.

GENOVA, con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così che hanno solo loro

# La grande storia di Genova: il dominio sui mari

credit: siviaggia.it

La città fu fondata dai Liguri e si originò dal più antico insediamento dell’oppidum detto “di Castello” (Sarzano), sul colle che domina l’antico porto (oggi piazza Cavour), fondato agli inizi del V secolo a.C.. In questo periodo l‘oppidum genovese, abitato dai Liguri “Genuati”, era considerato “l’emporio dei Liguri”, per il suo forte carattere commerciale. Legname per la costruzione navale, bestiame, pelli, miele, tessuti erano alcuni dei prodotti liguri di scambio commerciale.

L’intuito tipico dei genovesi sembrava essere rappresentato, già in antichità, da personaggi che sarebbero diventati illustri proprio grazie all’abilità di individuare per primi sentieri mai percorsi prima. Su tutti ovviamente Cristoforo Colombo, la cui avventura per i mari alla scoperta delle Americhe (seppur lui credeva fossero le Indie) è la capostipite di una lunga serie di imprese con protagonisti genovesi. La Repubblica di Genova governò per otto secoli sulle molte colonie d’oltremare, il primo istituto di deposito statale conosciuto al mondo fu il genovese Banco di San Giorgio e il suo storico simbolo (la croce di San Giorgio) fu dapprima preso in prestito, poi letteralmente adottato da moltissimi altri stati, imperi e città: su tutti l’Inghilterra, che non si fece scrupolo alcuno ad utilizzarlo anche per le bandiere del Commonwealth. Nonché dalla Chiesa Cattolica per le Crociate.

Leggi anche: la bandiera di Milano deriva da Genova

# Eventi e attrazioni contemporanee

 

Ancora oggi l’economia genovese ruota compatta attorno al porto, che ha conosciuto una notevole estensione nel 1950 grazie alla richiesta proveniente dalle zone industriali di Milano e Torino, per cui si prospettò la necessità di un incremento di container di spedizione. La città è anche un centro nevralgico per quanto riguarda l’uscita di oleodotti verso la Svizzera e la Germania. Le zone di Sampierdarena, Cornigliano e Multedo, sono importanti centri industriali. Altri significativi settori sono la produzione della carta, il settore tessile e i trasporti.

Lo sviluppo economico qui nel capoluogo ligure ha subito negli ultimi decenni notevoli mutamenti, passando da una connotazione prettamente industriale a una più moderna basata sui servizi come turismo, eventi fieristici e terziario avanzato. In questo senso vanno considerati i recuperi di aree degradate nelle valli dei due principali torrenti cittadini, il Bisagno e il Polcevera. Genova è anche sede del Salone Nautico che si svolge nella nuova area del porto: la principale esposizione europea di nautica da diporto. Sul turismo, poi, polo di attrazione è il famoso Acquario che attira ogni anno milioni di visitatori. Dal 2017 in avanti il turismo a Genova è cresciuto in maniera significativa. E questo è un altro dei tanti vanti odierni, soprattutto considerando che i genovesi non sono propriamente famosi per essere persone molto accoglienti, per dirla alla Bruno Lauzi, “con quella faccia un po’ così e quell’espressione un po’ così.” Fra i tanti primati genovesi, annoveriamo anche la prima squadra di calcio italiana, il Genoa, fondato nel lontano 1893.

# Cose da vedere o da fare a Genova

Immaginiamo un itinerario da percorrere a piedi. Scendendo alla Stazione Brignole la prima tappa sarà: 

  • Piazza della Vittoria 

    Al suo centro si trova l’Arco di Trionfo, monumento dedicato ai genovesi caduti nel corso della Prima guerra mondiale. Sullo sfondo si trova la Scalinata delle Caravelle, in cui sono raffigurate, con decorazioni floreali, le tre Caravelle di Cristoforo Colombo.

  • Via XX Settembre: la via dello shopping

    Ph. dexmac – Pixabay

    La via principale di Genova: congiunge piazza della Vittoria con piazza De Ferrari, il centro della città. Salendo per via XX Settembre si costeggiano alcune dei migliori negozi e bar di Genova, e si passa sotto al famoso Ponte Monumentale.

  • Piazza De Ferrari: la piazza simbolo di Genova

Ph. Kreactiva – pixabay

La piazza centrale e il cuore di Genova, riconoscibile dalla grande fontana circolare. Sulla piazza si affacciano il Palazzo Ducale e il famoso teatro Carlo Felice.

  • La cattedrale di San Lorenzo

Cattedrale in marmo bianco e nero con due grossi leoni davanti all’entrata, costruita tra il 1100 e la fine del 1300. Durante la Seconda Guerra Mondiale è stata bombardata dalla flotta Inglese: la bomba ha sfondato il soffitto della chiesa ma non è esplosa, e riposa ancora oggi all’interno della cattedrale.

  • I vicoli del centro storico

Credit: @lestradedigenova

in Liguria i vicoli si chiamano Caruggi. La città vecchia è composta da centinaia di caruggi. Tra i più celebri ci sono piazza Banchi, dove si trova la Loggia della Mercanzia, bellissimo edificio eretto nel Medioevo che ospitava le contrattazioni dei mercanti, via San Luca, uno dei più affascinanti e pittoreschi, fino a via del Campo, la famosa strada lastricata conosciuta per essere stata cantata e abitata da Fabrizio De Andrè.

  • Via Garibaldi, Patrimonio dell’umanità

Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. È un viale lungo 250 metri e largo 7,5. Completamente chiuso al traffico. Entrando in via Garibaldi, si entra nella storia di Genova. Ai lati della strada ci sono eleganti e sfarzosi palazzi che appartenevano all’antica signoria Genovese (la terrazza di Palazzo Rosso è eccezionale). Tre volte l’anno, il Comune di Genova organizza i Rolli Days, due week-end in cui gli interni dei palazzi sono aperti al pubblico e visitabili.

  • Genova dall’alto: Spianata Castelletto

Non può mancare l’incantevole vista dei tetti di Genova da Spianata Castelletto. Per arrivarci da piazza Portello si prende prendi un ascensore che in pochi minuti porta in Spianata Castelletto, una piazza da cui puoi godere di una vista incantevole di Centro Storico, Porto Antico e Lanterna.

  • Boccadasse: la Genova da cartolina

Ph. dexmac – pixabay

Percorrendo il lungo e ampio lungomare di Corso Italia si arriva nell’angolo più pittoresco di Genova: Boccadasse. Come un borgo di mare ma in piena città. Con i suoi vicoli, i suoi caratteristici locali e gli angoli da cui godere il silenzio del mare. 

  • La deliziosa cucina di Genova

Una città che rappresenta una delle culture gastronomiche più esportate nel mondo. Il pesto, la focaccia (con o senza formaggio), la farinata e tanti altri piatti che solo qui si possono godere nel loro gusto più genuino. Per acquistare ingredienti unici, imperdibile è il Mercato Orientale che si tiene su una via laterale di via XX Settembre.

# La Genova del futuro

Ph. dexmac – pixabay

Anche grazie ai fondi del Pnrr, che secondo il sindaco di Genova Marco Bucci può essere definito un piano Marshall 2.0, la città ligure può cambiare volto e il modo di vivere. Restando propriamente sul territorio urbano, particolarmente importanti sono i 70 milioni per la riqualificazione dei forti genovesi, gli oltre 100 milioni destinati alla qualità dell’abitare del centro storico e la riqualificazione di Sampierdarena con 130 milioni, oltre a piccoli progetti su asili, palestre e mense delle scuole cittadine che saranno completamente riqualificati.

Guardando fuori, invece, l’obiettivo principe resta sempre quello del progetto Terzo Valico dei Giovi – Nodo di Genova, con il quale la lanterna sarà collegata a Milano in modo più rapido. Un progetto ambizioso anche in termini di sostenibilità (favorirà una riduzione del 33% dei tempi di percorrenza della tratta, con il conseguente calo del 55% delle emissioni di Co2 rispetto al trasporto su gomma). In treno da Milano a Genova in meno di un’ora: chiunque da qui volesse visitarla è avvisato. Ricordatevi solo una cosa, anzi due. Non chiedete mai lo sconto ai genovesi. E soprattutto, se indossate l’ultimo paio di jeans nuovo di zecca non menatevela più di tanto. Perchè il jeans è stato inventato proprio a Genova, e dovreste sorbirvi un altro sermone ligure sui primati cittadini…

Continua la lettura con: La gita più bella #43 – La GRANDE MURAGLIA CINESE D’ITALIA è a due ore di macchina da Milano

CARLO CHIODO

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#42 – La STRETTA BAGNERA: la via più stretta di Milano nasconde un tragico passato

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Via_Bagnera_at_night
Via_Bagnera_at_night

È la via più stretta e ‘nera’ di Milano, Vicolo Bagnera. È così piccola e lugubre da essere teatro di noir meneghini veri, oltre che candidarsi a set cinematografico.

La STRETTA BAGNERA: la via più stretta di Milano nasconde un tragico passato

L’ex Stretta oggi Vicolo è così ridotta in larghezza da non assurgere nemmeno al rango di via, e dunque che cosa c’è di così importante in una strada così piccola?

C’è un mostro, ‘il’ mostro di Milano, il primo serial killer italiano è passato di qui. 

Antonio_Boggia

Si chiamava Antonio Boggia (Urio, Como, 23 dicembre 1799 – Milano, 8 aprile 1862), identificato dalla Letteratura nera come primo assassino seriale italiano.

Un uomo insospettabile: “Di modi calmi, con un’esteriore quasi di bonarietà, esatto osservatore delle pratiche religiose, estraneo, almeno apparentemente, da viziose tendenze” lo descrisse la Sentenza del Tribunale di Milano.

Poliglotta: “grazie alle sue conoscenze della lingua tedesca, trovò lavoro a Palazzo Cusani, sede del comando militare austriaco, in veste di fochista e trovando un’abitazione in via Gesù” si trova scritto su Wikipedia.

Si sposò nel 1831 e con la sua sposa andò a vivere in via Nerino 2. Proprietaria dello stabile era Ester Maria Perrocchio, una delle sue vittime. Aveva 76 anni quando il figlio Giovanni Murier, decoratore presso la Richard ceramiche, ne denunciò la scomparsa all’istituzione dei Carabinieri Reali, con sede a Palazzo Cattaneo in via Moscova, a Milano. Spiega MilanoPlatinum: “Maurier dichiara che, preoccupato dall’improvvisa sparizione della madre, ha indagato presso i custodi, scoprendo che la vedova ultrasettantenne si sarebbe ritirata sul lago di Como delegando amministratore unico del suo stabile in via Nerino Antonio Boggia, muratore e capomastro già suo inquilino e con il quale da tempo era entrata in confidenza. Da quando Ester è scomparsa, Boggia si comporta come se il palazzo fosse suo: aumenta gli affitti, esegue lavori di manutenzione, fa sparire dal cortile la colonia di felini che la signora amava tanto. Interrogato da Maurier, Boggia esibisce delle lettere scritte da Ester dal suo buen retiro sul Lario, nelle quali gli vengono fornite istruzioni sull’amministrazione del condominio. Inizialmente Maurier, abituato alle stranezze della madre con la quale, peraltro, non è in buoni rapporti, crede alla storia, ma in seguito scopre che la procura con la quale Ester ha delegato Boggia è un falso e che un notaio scrupoloso si era infatti rifiutato di rilasciarla. È a questo punto che decide di sporgere denuncia.”

boggia
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Antonio Boggia primo serial killer d’Italia, ultimo giustiziato.

Boggia cominciò a uccidere nell’aprile del 1849, e la sua prima vittima fu Angelo Ribbone, derubato di 1.400 svanziche, “il cadavere quindi venne smembrato e nascosto nel suo scantinato nella Stretta Bagnera”, usato dal Boggia come magazzino e ufficio. bagnera

Ecco entrare in scena, e nell’immaginario dei milanesi, la Stretta Bagnera, oggi Vicolo. 

Il passo falso del Boggia.

Giovanni Comi è un anziano contabile. Attratto nel magazzino di via Bagnera, lì viene colpito con una scure. Comi riesce a fuggire e Boggia, arrestato, viene giudicato folle e rinchiuso nel manicomio della Senavra, dal quale esce dopo pochi anni.

La Stretta in Via Bagnera.

Denunce, uomini scomparsi o donne divenute irrintracciabili, procure e atti legali per vendite e utilizzo di immobili, compresa una cantina sempre in via Bagnera, le testimonianze dei vicini che avevano visto Antonio Boggia armeggiare con sacchi da muratore, mattoni e sabbia in un magazzino di Stretta Bagnera nei pressi di via Torino nel pieno centro di Milano tra la Basilica di Sant’Ambrogio e il Duomo: a poco a poco la maschera del Boggia cade. La fine della sua delinquenza arriva dopo una prima perquisizione nella quale, murato in una nicchia, viene trovato il cadavere dell’anziana Ester Maria Perrocchio.

Una nuova ispezione nella cantina dello stabile fa emergere altri tre cadaveri, tre morti ammazzati brutalmente dal Boggia e lasciati a decomporre sotto il pavimento. In totale: quattro vittime abbandonate a imputridire in cantina. Quattro persone di cui aveva conquistato la fiducia e dalle quali si era fatto lasciare le deleghe per gestirne il patrimonio.

Inutile dire che durante il processo il Boggia si finse pazzo.

boggia
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Molto meno bastava per sentenziare la condanna a morte, per impiccagione, eseguita l’8 aprile 1862 – sebbene alcuni riportino la data del 18 novembre 1861 – nei pressi dei bastioni di Porta Ludovica e di Porta Vigentina, ed è curioso notare come quella, così piena di sangue, fu l’ultima condanna a morte di un civile eseguita a Milano fino alla Seconda Guerra Mondiale. Milano, infatti, era così poco propensa alle pubbliche esecuzioni da non avere nemmeno un boia suo: dovette chiederlo in prestito a Torino e Parma.

Non stupisce che la sua testa fu oggetto degli studi di Cesare Lombroso, il padre della criminologia, che ne confermò la fisiologica natura delinquenziale, e poi portata al cimitero di Musocco, nel 1949.

Il corpo del primo serial killer italiano finì sepolto nel cimitero del Gentilino, presso il Bastione di Porta Ludovica (oggi, Corso Italia), e solo nel 2009 dal mercato collezionistico emerse una mannaia da macelleria, già di proprietà dell’Ospedale Maggiore, oggi conservata al Museo di Arte Criminologica di Olevano di Lomellina, in provincia di Pavia.

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Cosa resta oggi di questa storia, nella Stretta Bagnera?

La sensazione di claustrofobica piccolezza dell’ambiente, quasi un tunnel per chi lo avverta passando da via Torino o avventurandosi per il distretto oggi noto come le 5Vie (stentano a passare persino le utilitarie).

Restano diverse pubblicazioni, la più famosa di tutte è quella di Giovanni Luzzi, 1972, “Il giallo della Stretta Bagnera”, Libreria Milanese, che ripercorre le ore più truci di questa storia.

Rimane un modo di dire, oggi in uso solo ai più in là con gli anni: “fa minga el bogia”, ovvero di chi è falsamente gentile, così come lo era il Boggia pur di accattivarsi la fiducia delle sue vittime, o un’altra di chi vorrebbe definire così chi è già un poco di buono.

Nonostante l’efferatezza dei suoi crimini, infatti, il ‘Jack lo Squartatore di Milano’, come fu poi definito, riusciva a farsi accettare come persona per bene, “frequentava con assiduità la chiesa di San Giorgio al Palazzo, era un bravo cristiano timorato di Dio, sempre pronto a darsi da fare per il prossimo”, riportano le fonti del web.

Oggi Vicolo Bagnera è un budello che, con una curva, collega Via Santa Marta a Via Nerino, nei pressi di Via Torino, e per quanto nefasto e tetro è sempre troppo spesso imbrattato dai vandali con scritte e spray.

Bagnera
Bagnera

La leggenda narra che quando l’incauto passante venga avvolto da un soffio di aria gelida nella Stretta Bagnera è come fosse assalito dallo spirito dell’assassino di Milano, rimasto nel luogo del crimine. Per sempre.

 

Continua la lettura con: Luogo nascosto #43 – Il riscatto del GIAMBELLINO, dove il Cerutti Gino e la MALA erano di casa

PAOLA PERFETTI

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Perché è stata costruita l’M5 PRIMA dell’M4? La MOTIVAZIONE e il CRONOPROGRAMMA dell’APERTURA FINALE

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Linee previste per Expo2015

La due linee avrebbero dovuto inaugurare entrambe entro Expo2015. Ma se nel caso della M5 i tempi sono stati pressoché rispettati, le prime stazioni della linea M4 sono entrate in funzione solo alla fine del 2022. Ricordiamo le motivazioni e l’unico altro caso simile in Europa.

Perché è stata costruita l’M5 PRIMA dell’M4? La MOTIVAZIONE e il CRONOPROGRAMMA dell’APERTURA FINALE

# M4, M5 e perfino M6 erano state inserite nel pacchetto di opere per aggiudicarsi Expo2015

Linee previste entro Expo 2015

La realizzazione delle linee M4 e M5 erano state inserite nel dossier Expo2015 e sarebbero dovute essere realizzate entrambe entro l’inaugurazione della manifestazione. Per la quarta linea metropolitana l’istruttoria del progetto era stata già completata dalla giunta Albertini nel 2005 e per questo era già stata numerata.

Nei documenti presentati per aggiudicarsi la candidatura di Milano all’Esposizione Universale era stata inserita anche la linea M6, prima come tratto ovest dell’attuale M5, poi come sbinamento del ramo sud-ovest della M1 verso Ripamonti. Ma a causa del terremoto dell’Abruzzo del 2009 la parte dei fondi destinati a quell’opera furono dirottati per la ricostruzione dell’Aquila e l’aiuto ai terremotati. Torniamo però alla vicenda della linea M4.

Leggi anche: M6: la favola della metropolitana ROSA

# Giunta Moratti, in carica tra il 2006 e il 2011: assegnato l’appalto per la costruzione della M4

Benché l’istruttoria del progetto della linea 4 fosse già pronta nel 2005, il riacquisto da parte della Giunta Moratti delle obbligazioni e del controllo di A2A ha rallentato il finanziamento del progetto, che è stato rimandato a più riprese. Nell’agosto 2008 erano comunque iniziati gli scavi per le indagini archeologiche preliminari alla stesura del progetto esecutivo, su alcune vie della cerchia dei navigli, in piazza San Babila e largo Augusto.

A fine mandato due azioni sembravano poter consentire all’opera di partire. Infatti il 19 novembre 2010 la giunta del comune di Milano aveva approvato lo stanziamento di 400 milioni di euro, su un importo complessivo di 1.699 milioni, mentre la quota restante a carico dello Stato per 786 milioni e di privati per 513 milioni. A inizio del 2011, poco prima delle successive elezioni, con la formula del project financing, fu assegnato l’appalto per la costruzione delle linea alla cordata di imprese guidata da Impregilo.

# Giunta Pisapia: prima l’ipotesi di apertura di una breve tratta prima di Expo, poi il rinvio definitivo al 2022

Ma la strada si fece ancora più in salita: con il verbale firmato 6 marzo 2012 la Giunta Pisapia sanciva l’obiettivo, dopo l’ipotesi di apertura della linea nel 2017 slittata poi a inizio 2018, di una prima tratta di tre stazioni da aprire entro l’Expo 2015 grazie ai 172 milioni di euro deliberati dal Ministero Infrastrutture.

Anche questa data non fu rispettata a causa di un braccio di ferro tra le imprese di costruzione, che chiedevano 70 milioni di euro extra per la tratta, e il Comune, che arrivò a finanziarne 50. Non servì nemmeno l’idea di “sacrificare” la stazione “Quartiere Forlanini” oggi “Repetti”, aprendola successivamente, perché il 28 dicembre 2014 la giunta escluse ogni ipotesi di apertura nel 2015 ripianificando l’apertura dell’intera linea nel 2022.

I lavori veri e propri per le prime 3 fermate, Forlanini FS, Repetti e Linate Aeroporto, partirono ufficialmente il 19 luglio 2012, mentre il restante tracciato tra l’inizio e le fine del 2015, quando inaugurò l’intera linea M5 che nonostante alcuni ritardi non ha mai subito stop significativi.

Leggi anche: Scoppia lo SCANDALO M4: 100 milioni di euro extra ma zero interscambi tra M3 e M4

# Il cronoprogramma definitivo: nel 2024 l’inaugurazione completa

Il 20 luglio 2019 è stato calato in galleria il primo convoglio della M4 alla stazione di Linate Aeroporto con la presenza del sindaco Giuseppe Sala, a seguito sono state fatte delle corse prova tra Linate e Forlanini FS.

Nel frattempo la Giunta attuale ha rivisto le date di apertura, fino alla prima inaugurazione con le prime tre fermate il 26 novembre 2022, il collegamento fino a San Babila a luglio 2023, mentre il 2024 dovrebbe essere l’anno dell’apertura dell’intera linea di 21 fermate per 15 km da Linate Aeroporto a San Cristoforo Fs.

Questo ha tolto l’anomalia della presenza di una linea 5 senza però avere una linea 4. Come si è visto questo è stato determinato dalla serie di intoppi e di decisioni politiche che hanno portato al rinvio della M4 nonostante che fosse un progetto precedente a quello della M5. Si tratta di un’anomalia che però vanta un altro caso simile. 

# Anche a Vienna è arrivata prima la U6. I lavori di scavo della U5 devono ancora essere conclusi

Credits: wikipedia.org – U6

Il caso milanese non è infatti il solo. Anche a Vienna infatti la linea U6, la più lunga del sistema delle U-Bahn viennese inaugurata il 7 ottobre 1989, precede la U5 che ancora deve vedere conclusi gli scavi delle gallerie.

Credits: wikipedia.org

Nel 2014 è stato confermato il nuovo progetto della U5 per il quale sono iniziati i lavori nel 2018. Era infatti un progetto in costruzione dal 1976 fino al 1980 ma per motivi economici si decise di annullare la linea in corso d’opera. Dal 1991, ricominciati i lavori, la linea è stata completata, ma identificata oggi con U3.

Credits: metroricerche.it Linienkreuz U2xU5 – Linea U5 in verde

Dal 2018 verrà riutilizzata la stessa denominazione U5 per la linea da Elterleinplatz a Karlsplatz utilizzando il tratto della U2 tra Rathaus e Karlsplatz.

Continua la lettura: Il FAVOLOSO progetto della METROPOLITANA SUBACQUEA di Venezia

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🔴 Ripartono i LAVORI per il PROLUNGAMENTO della M1 verso MONZA

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Roberto di Milano FB - Cantiere Bettola

Una nuova puntata nell’annosa vicenda riguardante il prolungamento della linea rossa di altre due fermate a nord. Dopo oltre 12 anni dall’avvio dei lavori, intervallati da diversi stop, il cantiere è tornato operativo. Sarà la volta buona?

Ripartono i LAVORI per il PROLUNGAMENTO della M1 verso MONZA

# Tornato operativo il cantiere per la stazione di testa

Roberto di Milano FB – Cantiere Bettola

Un cantiere eterno, una piccola Salerno-Reggio Calabria del nord. I lavori per il prolungamento della linea M1 sono stati avviati oltre 12 anni fa, il tratto avrebbe dovuto aprire per Expo 2015, ma a causa di diversi stop per fallimenti delle aziende incaricate, Covid e altri intoppi burocratici è ancora lontano da essere terminato. Nei giorni scorsi è finalmente tornato operativo, sperando sia la volta buona, con le prime gru posizionate nell’area. A sbloccarsi è stata la partita con la società privata, una delle proprietà dell’area ex Auchan, che avrebbe dovuto costruire il nuovo mega centro commerciale e le opere propedeutiche della stazione di testa.

Leggi anche: Il CENTRO COMMERCIALE FANTASMA sopra la futura stazione della METRO di Milano

# Potrebbe rientrare l’azienda incaricata di costruire la linea

Credits: urbanfile.org – Prolungamento M1 Monza-Bettola

Proprio a causa dell’eccessiva onerosità dell’appalto, a causa delle lungaggini che non dipendevano dalla società ma dal fermo dei lavori alla stazione di testa, l’azienda De Sanctis, incaricata per la costruzione della linea, aveva risolto anticipatamente il contratto. Ora potrebbe rientrare e, come spiega l’assessore all’Urbanistica e alla Mobilità Antonio Lamiranda, evitare così di dover ricorrere ad un nuovo appalto allungando i tempi almeno di ulteriori 6 mesi.

Hub m1-m5 a Monza Bettola

Il contratto di appalto per l’intero cantiere dovrebbe essere firmato a breve. Una notizia positiva anche per i lavori di prolungamento della linea lilla dato che proprio alla futura stazione capolinea della M1 è previsto l’interscambio con la M5 diretta al Polo Istituzionale di Monza Brianza. Il prolungamento, ricordiamo, ha una lunghezza di 1,9 km e prevede due fermate: Sesto Restellone e Cinisello/Monza Bettola al confine tra il Comune di Cinisello Balsamo e Monza. 

Leggi anche: METRO Kafkiana: la M1 a MONZA slitta al 2026

# Il nodo extra costi: mancano 30 milioni di euro

Credits stedase IG – Sesto Restellone

Rimane però ancora una questione da risolvere, quella degli extra costi causati dall’adeguamento dei prezzi acuito dalla recente crisi energetica: mancherebbero all’appello 30 milioni di euro in base alle stime dell’amministrazione di Sesto San Giovanni. L’assessore all’Urbanistica e alla Mobilità Antonio Lamiranda ha chiesto quindi al Comune di Milano un tavolo di aggiornamento per fare il punto sulle risorse e sul cronoprogramma. L’ultima previsione diceva estate 2027 per i primi viaggi fino al nuovo capolinea. Si riuscirà ad anticipare o almeno non andare oltre questa data?

Fonte: Il Giorno

Continua la lettura con: M1 a BAGGIO e METROTRANVIA Milano-limbiate: incontro Sala-Salvini. Ecco cosa accadrà

FABIO MARCOMIN

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I 100 SIMBOLI di MILANO

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Simboli di Milano

Oltre al Duomo cosa c’è? Ecco altri 100 simboli che identificano Milano.

I 100 SIMBOLI di MILANO

#1 Il Cenacolo di Leonardo da Vinci

Cenacolo Vinciano – Credits: Cenacolo Vinciano

#2 Via Montenapoleone

Credits andrealevy_777 IG – Via Montenapoleone

#3 Corso Buenos Aires

Credits Roberto Lorenzetti FB – Cordoli ciclabile Corso Buenos Aires

#4 La Basilica di Sant’Ambrogio

Credits Andrea Cherchi – Basilica di Sant’Ambrogio

#5 Sant’Ambrogio (il santo)

Sant’Ambrogio

#6 Il Castello Sforzesco

Credits Andrea Cherchi – Castello Sforzesco vista laterale

#7 Il panettone

Credits altromercato IG – Panettone Don Bosco

#8 La Torre Velasca

Credits: @milanocityitalia IG

#9 Lo Stadio San Siro

Credits: @san.siro_stadium IG

#10 L’Arco della Pace

Credits dimitrisvetsikas1969-pixabay – Arco della Pace

#11 Il Palazzo Mezzanotte in Piazza Affari

Palazzo Mezzanotte

#12 Via Paolo Sarpi

credits: @visit_milano IG

#13 L’Olimpia

Olimpia-BdS – Credits Olimpia Milano

#14 Il risotto allo zafferano 

Credits gatti9983 IG – Risotto

#15 La Galleria Vittorio Emanuele II

Credits giuppe_13 IG – Galleria Vik

#16 Il Panzerotto di Luini

credits: IG @luini_panzerotti

#17 La Stazione Centrale

Credits: Andrea Cherchi – Stazione Centrale

#18 Il Teatro alla Scala

Credits dimitrisvetsikas1969-pixabay – Teatro alla Scala

#19 Il biscione

Credits: milanobiz.it – Il Biscione

#20 Il tram 28

Tram 1503 – Credits: MilanoGuida

#21 I Navigli

Credits Andrea Cherchi – Navigli al tramonto

#22 La Darsena

Credits Andrea Cherchi – Darsena

#23 Il drago verde

Vedovella

#24 Citylife

Credits lylaintheskywithdiamonds IG – Gud Citylife

#25 La Basilica di Santa Maria delle Grazie

Chiesa di Santa Maria delle Grazie

#26 La Chiesa di San Bernardino alle Ossa

Chiesa di San Bernardino alle Ossa. Credits: @lavy.92 IG

#27 Il ghisa

Ghisa degli anni ’30

#28 Il Vicolo Lavandai

Vicolo Lavandai – Alzaia Naviglio Grande 14

#29 Il Bar Basso

Credits: @albi_albis
Bar Basso

#30 La mela di Pistoletto

monumenti da abbattere
Credits: panorama.it

#31 Il toro in Galleria

Credits: @laura.nascimbene
toro galleria

#32 Il Bosco Verticale

Credits Andrea Cherchi – Bosco verticale dall’alto

#33 Brera

Via Fiori Chiari

#34 Il Pirellone

Credits Andrea Cherchi – Pirellone

#35 La Torre Unicredit

Credits pieroor-pixabay – Torre Unicredit

#36 L’Ospedale San Raffaele

Credits: UniSR, IG

#37 L’AMSA

Amsa

#38 La cotoletta 

Credits: milanopost.info Trattoria San Filippo Neri

#39 Le Colonne di San Lorenzo

Credits Lgraniczny-pixabay – Colonne di San Lorenzo

#40 La metropolitana

Webuild – Metro M4

#41 Il Quadrilatero della Moda

credits: Pinterest.it – Via della Spiga

#42 La cassoəula

Credits: lacucinaitaliana.it – Cassoeula maiale e verza

#43 Piazza Mercanti

Piazza Mercanti Andrea Cherchi

#44 Il Bar Magenta

Credits Andrea Cherchi – Bar Magenta

#45 L‘aperitivo

Credits valeriananni IG – Aperitivo Navigli

#46 La michetta

Credits: PH Profumo di Broccoli

#47 I Giardini Indro Montanelli

Giardini Indro Montanelli

#48 La Fiera

Credits: comocity.it – Artigiano in fiera

#49 Porta Venezia

Credits Andrea Cherchi – Porta Venezia

#50 La Torre Branca

Torre Branca by night – Credits: Arrival Guides

#51 La scrofa semilanuta

Credits: @arkeios1983 IG – Scrofa semilanuta

#52 Il Politecnico

Politecnico

#53 L’Idroscalo

Credits fabiodettofabrizio IG – Idroscalo

#54 L.O.V.E. di Cattelan

Credits: @francescobarbieri – Dito Cattelan

#55 La nebbia

credits: Andrea Cherchi (c)

#56 Piazza Gae Aulenti

Credits Andrea Cherchi – Gae Aulenti dall’alto di notte

#57 L’Atm

Credits: it.blastingnews.com

#58 La Pinacoteca di Brera

Credits: inexhibit – Pinacoteca di Brera, Tour Virtuale

#59 La statua di Leonardo Da Vinci in Piazza della Scala

Piazza della Scala

#60 Piazza San Babila

Credits vitogambelli0337 IG – Piazza San Babila

#61 Via Manzoni

Credits Andrea Cherchi – Via Manzoni

#62 La Torre Breda

Credits enzobollani IG – Torre Breda

#63 La pasticceria Cova

Cova

#64 Porta Nuova

Credits Andrea Cherchi – Porta nuova dall’alto

#65 Il Cavallo di Leonardo da Vinci

Ph. davidlouisii
IG

#66 Il Bacio di Francesco Hayez

credits: pixabay

#67 La Pietà Rondanini di Michelangelo Buonarroti

credits: IG @belcaro54

#68 La schiscetta

Credits: @cr_eative – schiscetta

#69 Il monumento Ago e filo di Cadorna

https://www.milanopocket.it/ago-filo-nodo-milano/ – Ago e filo

#70 Il carcere di San Vittore

Credits: radiolombardia.it

#71 Piazza Fontana

Credits Andrea Cherchi – Piazza Fontana

#72 Il Museo del Novecento

Passerella museo del Novecento

#73 Il Diamantone

Credits francesco ungaro-unsplash – Diamantone Porta Nuova

#74 L’Università Bocconi

Bocconi. Credits: @milano_pictures IG

#75 La fashion week

Credits Andrea Cherchi – Chiara Ferragni alla Fashion Week

#76 Il Salone del Mobile

Credits: isaloniofficial IG

#77 Il Fuori Salone

Credits Andrea Cherchi – Meta-Verso

#78 La Madonnina

Quanto è GRANDE la MADONNINA del DUOMO di Milano?
Credits Andrea Cherchi – Madonnina sul Duomo di Milano

#79 Il business

Credits: it.freepik.com

#80 La chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore, la Cappella Sistina di Milano

Credits Andrea Cherchi – San Maurizio al Monastero

#81 La Rinascente

Credits Andrea Cherchi – Rinascente

#82 I “primi grattacieli” in Piazza Piemonte

Credits: @milano.dei.milanesi
Piazza Piemonte

#83 Il Museo di Storia Naturale

https://fondoambiente.it/luoghi/museo-di-storia-naturale-milano?fxm=museo-di-storia-naturale-milano-mi

#84 La Triennale

Triennale Milano – Credits: arte.it

#85 I bagni misteriosi di De Chirico

Bagni Misteriosi Triennale – Parco Semprione

#86 Il compasso d’oro

Credits maart_milano IG – ADI, Museo del design

#87 Le case a ringhiera

Credits rentingmilan IG – Casa a ringhiera sui Navigli

#88 La Torre Allianz

L’EDIFICIO più ALTO in ogni MUNICIPIO di Milano
Credits Andrea Cherchi – Grattacielo Allianz

#89 La montagnetta

Monte Stella – Andrea Cherchi

#90 Il Palazzo Reale

Credits: @unamilaneseaparigi
palazzo reale

#91 Piazzale Loreto

Credits lefotografiechehannosegnatolastoria.it – Mussolini, Piazzale Loreto 1945

#92 Piazza Cinque Giornate

Credits lucaroveta___ IG – Piazza Cinque Giornate

#93 Peck

Credits peck_milano IG – Peck via Spadari

#94 La pasticceria Marchesi

Pasticceria Marchesi

#95 Il ristorante Savini 1867

Savini

#96 La libreria Bocca 

Credits: @eostre.23
Libreria Bocca

#97 La statua di Vittorio Emanuele

credits: touring club

#98 La Porta Romana

Credits: @ghepensimi.it – porta Romana

#99 Lo scudo crociato

Credits: wikipedia.org

#100 Il Quarto Stato

credits: IG @1000quadri

Continua la lettura con: Le 10 ATTRAZIONI TOP di Milano: la classifica fatta dai TURISTI

FABIO MARCOMIN

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La RICARICA WIRELESS di AUTO ELETTRICHE: si potrà fare? I DUE PROBLEMI da risolvere

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macitynet.it - Ricarica wireless

Accanto alla normale ricarica alle colonnine elettriche in città o alla rete domestica, si stanno provando altri sistemi. Uno di questi è quello a induzione. Come funziona e cosa serve perché possa diventare un’alternativa alla ricarica con cavo.

La RICARICA WIRELESS di AUTO ELETTRICHE: si potrà fare? I DUE PROBLEMI da risolvere

# Il primo esperimento su un anello stradale collegato alla BreBeMi

autoelettrica101 – Ricarica wireless

Le auto elettriche si ricaricano alle colonnine elettriche distribuite lungo le strade delle città, nelle aree di servizio in autostrada o alla rete domestica. Allo studio ci sono però altri sistemi. Uno di questi è la ricarica a induzione. Un primo test nell’ambito del progetto “Arena del Futuro”, del gruppo Stellantis, è partito nel dicembre del 2022 lungo un anello di un chilometro circa collegato all’autostrada A35 Milano-Brescia. I tecnici hanno istallato sotto l’asfalto un sistema a induzione con potenza massima di 1 MW, la quale può essere ricevuta da veicoli dotati di un particolare ricevitore e che si ricaricano senza doversi fermare a riempire il pacco batteria di energia. 

Leggi anche: Elettricità a costo zero da STRADE e BINARI: le tecnologie per rendere Milano leader dell’energia pulita

# I due problemi da risolvere per renderla un’alternativa alla ricarica con cavo 

macitynet.it – Ricarica wireless

Un’idea potenzialmente rivoluzionaria. Gianluca Bertazzoli, direttore di E-mob, ha spiegato però nel podcast “Processo alle auto elettriche” su Corriere.it come la ricarica wireless presenti al momento due grandi problemi da risolvere, prima di diventare un concreta alternativa a quella effettuata tramite cavo. Un estratto dell’intervista: «anche in Italia è stato varato il progetto “Arena del Futuro” al cui centro si posiziona la tecnologia di ricarica a induzione per auto elettriche, che consente di ricaricare una vettura a batteria in marcia. Questa tecnologia presenta però due problemi. Il primo è che l’installazione costa un milione di euro al chilometro, e siccome un’auto assorbe poca elettricità, occorrerebbe infrastrutturare praticamente l’intera rete stradale».

Il secondo problema è di tipo salutare: «L’altro problema è collegato all’assorbimento di onde elettromagnetiche da parte dei passanti, soprattutto nelle aree urbane densamente popolate».

Fonte: everyeye.it

Continua la lettura con: In Italia la PRIMA AREA di SERVIZIO al mondo ALIMENTATA dalle FRENATE delle auto

FABIO MARCOMIN

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YES MILANO CITY PASS: totale libertà per tre giorni. Come funziona

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Yes Milano City Pass

Un unico abbonamento per viaggiare su bus, tram e metro e visitare le principali attrazioni della città. Quanto costa, dove si acquista e come si utilizza.

YES MILANO CITY PASS: totale libertà per tre giorni. Come funziona

# Il pass della durata di 72 ore: per viaggiare su bus, tram e metro e visitare le principali attrazioni della città

Yes Milano City Pass

Lo stesso biglietto da usare per 72 ore nei principali musei e viaggiare sui bus, tram e metro. Il city pass ufficiale di Milano si può acquistare direttamente nell’app YesMilano City Pass, disponibile sia per iOS che Android, sui principali portali turistici, sul sito ufficiale di YesMilano e attraverso tour operator e agenzie. Le persone che lo comprano online ricevono via mail un voucher da riscattare all’interno dell’app entro un anno dall’acquisto.   

# Due opzioni: “Standard” e “All Inclusive”

Attività disponibili con Yes Milano City pass

Il pass nasce per fornire un servizio dedicato ai visitatori, semplificando l’accesso ai prodotti e ai servizi turistici grazie a una promozione integrata dell’offerta che consente di accedere anche al trasporto pubblico di ATM. Sono due le opzioni disponibili:

  • Standard, 8 attrazioni e mezzi gratis al costo di 60 euro. Comprende accesso ai mezzi pubblici per 3 giorni, al Duomo (Terrazze, Museo, Basilica), alle collezioni permanenti di 6 Musei Civici – Galleria d’Arte Moderna, Musei del Castello Sforzesco, Museo Archeologico, Museo del Novecento, Museo di Storia Naturale e Acquario Civico – e alle collezioni permanenti di uno a scelta fra 7 musei convenzionati: Pinacoteca Ambrosiana, Triennale Design Museum, Museo Scienza Tecnologia, Poldi Pezzoli, Villa Necchi Campiglio, Museo Bagatti Valsecchi e Museo Teatro alla Scala. 
  • All Inclusive, 14 attrazioni e mezzi gratis al costo di 90 euro. Comprende l’accesso ai mezzi pubblici per 3 giorni, al Duomo (Terrazze, Museo, Basilica), e ai 6 Musei Civici inclusi nello Standard Pass. Inoltre permette di accedere anche a tutti e 7 i musei convenzionati: Pinacoteca Ambrosiana, Triennale Design Museum, Museo Scienza Tecnologia, Poldi Pezzoli, Villa Necchi Campiglio, Museo Bagatti Valsecchi e Museo Teatro alla Scala, per un totale di 14 attrazioni anziché 8 dello standard Pass. Visitando tutte le attrazioni incluse si ha un risparmio complessivo dei biglietti del 60%. 

# Come attivare e usare il pass

Yes Milano City Pass, come funziona

Lo YesMilano City Pass si attiva facendo login nel’app e selezionando la data da cui far partire l’abbonamento, riscattando nel caso anche il voucher se l’acquisto è avvenuto fuori app. Il voucher ha una durata di 365 mentre il city pass non è rimborsabile se inutilizzato dopo l’attivazione. 

Le attrazioni si possono prenotare tramite l’app, dalla scheda Attività. Il biglietto ATM va invece stampato direttamente alle macchinette automatiche all’interno delle stazioni della metropolitana seguendo questi passaggi: 

  1. Selezionare la Lingua e arrivare alla pagina con l’elenco dei biglietti disponibili
  2. Selezionare “ALTRE FERMATE ATM”.
  3. Scegliere “Biglietti ATM con codice PIN/PRN”.
  4. A seguire l’opzione “Biglietto con App/SMS”.
  5. Digitare il codice alfanumerico di 9 cifre in alto a destra sul voucher o nella sezione Trasporti del City Pass.
  6. Confermare con “OK”.
  7. Stampare il biglietto della durata di 72 ore dall’attivazione dell’abbonamento.

Il biglietto può essere stampato una volta sola e non si può chiederne una copia.

Fonte: qualitytravel.it

Continua la lettura con: Aumenta il PREZZO per un tipo di BIGLIETTI ATM

FABIO MARCOMIN

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#43 – La GRANDE MURAGLIA CINESE D’ITALIA è a due ore di macchina da Milano

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Forse non sapevate che a poco più di un’ora di macchina da Milano si trova la Grande Muraglia Cinese d’Italia. È la più grande struttura fortificata in muratura d’Europa e nel mondo seconda solo alla celeberrima Grande Muraglia Cinese.

Il forte di Fenestrelle

In un comune poco abitato della Val Chisone, Fenestrelle, in provincia di Torino, si trova “uno dei più straordinari edifizi che possa aver mai immaginato un pittore di paesaggi fantastici: una sorta di gradinata titanica, come una cascata enorme di muraglie a scaglioni, un ammasso gigantesco e triste di costruzioni, che offriva non so che aspetto misto di sacro e di barbarico, come una necropoli guerresca o una rocca mostruosa, innalzata per arrestare un’invasione di popoli, o per contener col terrore milioni di ribelli. Una cosa strana, grande, bella davvero. Era la fortezza di Fenestrelle” come scriveva Edmondo de Amicis.

grande muraglia cinese d'italia

Storia

Fatto edificare da Vittorio Amedeo II nel 1727 (la costruzione impiegò 122 anni) a scopo difensivo, il forte di Fenestrelle era stato eretto proprio sull’antico confine tra Italia e Francia. Si sviluppa su un’area immensa di ben 1.350.000 metri quadrati, con una lunghezza di 3 chilometri e su un dislivello di 635 metri. Nel corso della sua storia non fu mai assediato, ma sempre utilizzato come carcere: penitenziario di stato, prigione comune e luogo di detenzione militare.

Struttura

Il forte è articolato in un complesso di tre edifici: il San Carlo, il Tre Denti, Il Forte Tre Valli. Ci sono poi 7 ridotte, 28 risalti, polveriere, cannoniere e tante altre strutture, tutte collegate tra loro attraverso un labirinto di scale di eccezionale particolarità: la “Scala Coperta”, lunga 2 chilometri e formata da 4000 gradini, si trova all’interno di una galleria artificiale coperta con mura spesse due metri, e poi la “Scala Reale” a cielo aperto con 2500 gradini e una vista spettacolare sulla valle.

Durante la Seconda Guerra Mondiale il forte fu protagonista di alcune battaglie minori, ma alla fine del conflitto venne completamente abbandonato. Riaprì al pubblico nel 1990, dopo essere stato bonificato e riqualificato. Oggi è aperto tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 17, eccetto i giorni di alcune festività.

Continua la lettura con: La gita più bella #44 – L’orrido di Nesso: il CANYON e le CASCATE a un’ora da Milano

LETIZIA DEHÒ

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

#43 – Il riscatto del GIAMBELLINO, dove il Cerutti Gino e la MALA erano di casa

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Via Giambellino - Ph. @stefanomassaron IG

Al civico 50 di via Giambellino, un tempo estrema periferia ovest di Milano e oggi, grazie anche alla vicinanza con le nuove zone della movida, via Savona e via Tortona, area destinata ad essere rapidamente riqualificata, c’è ancora il bar Gino (dai locali detto anche “delle due palle”, a causa delle grosse lampade sferiche che ne illuminano l’ingresso).  Che si ricollega al mitico personaggio di fantasia che Giorgio Gaber ha reso immortale con la sua celebre ballata del Cerutti Gino, composta nel 1964. (Foto cover: Via Giambellino – Ph. @stefanomassaron IG)

Il riscatto del GIAMBELLINO, dove il Cerutti Gino e la MALA erano di casa

# Il quartiere della lìgera, la mala milanese

Il Giambellino, cinquantamila residenti, nasce nel 1925, attorno alle cascine. Prima area urbanizzata quella delle fabbriche, poi si cominciano a costruire le case di ringhiera. La crescita consistente avviene nell’ultimo dopoguerra, con l’espansione urbanistica e porta nuovi accenti in una realtà profondamente locale. Una storia sfaccettata quella del Giambellino, scritta dagli emigranti italiani di ritorno dalla Francia (e alloggiati da Mussolini nel quartiere), ma anche percorsa dai moti della Resistenza; dalle collaborazioniste del fascismo rasate per vendetta in piazza Tirana (le ciocche di capelli sono riemerse con i lavori per il tram), fino al dopoguerra e alla ligera, la piccola malavita di una volta. Passando per il gangsterismo, quando in piazza Tirana si giocava a dadi sotto la protezione di Francis Turatello.  Dall’esperienza del Centro culturale Crud (Centro rionale di unità democratica), inaugurato alla presenza di Paolo Grassi e Giorgio Strehler alla scuola sperimentale Rinascita.  Qui, tra gli anni 60 e 70 è cresciuto Renato Vallanzasca. Ma qui hanno abitato anche Richi Maiocchi dei Camaleonti, Lucio Battisti, Diego Abatantuono.

giambellino

# Le due anime del “quartiere delle nebbie”

Un quartiere popolare di nebbie (ricordate Nebbia al Giambellino di Giovanni Testori?) e casermoni, in cui si mescolano idiomi d’immigrati e di milanesi autentici un po’ “bauscia”. Ma anche socialmente molto vario, con case d’epoca signorili che nascondono giardini inaspettati (fino al civico 56, in cui erano ubicate le famose Cantine Paracchini, una sorta di Scoffone di periferia, molto quotate in zona), ed edifici scolastici all’avanguardia per l’epoca, come la Scuola elementare Nazario Sauro, in via Vespri Siciliani angolo via Bellini, che vanta una bellissima piscina…  che convivono con nuovissime residenze in Classe A molto appetite, tenuto conto del fatto che presto la zona sarà servita dalla linea 4 della Metropolitana.

giambellino

# La via Giambellino “felliniana”

Dal Bar Gino, dal suo bancone in radica di noce e ottone, prodotto dalla Zanchi e Angeloni e dal suo biliardo (che ora non c’è più…) sono passati in tanti. Dai famosi Duilio Loi, campione del mondo di boxe e Giorgio Gaber, alla meno famosa Tosca, elegantissima ed esile signora che si nutriva con il Bianco Sarti. Personaggi quasi felliniani, come la “trippaia” che gestiva il negozio di trippe vicino al bar, dotato di una vasca di marmo bianco in cui decantavano allegramente foiolo e riccia, la merciaia Astolfi al civico 56, o il fornitissimo Foderami Gnocchi, al civico 41 riferimento indiscusso per la vendita di stoffe, bottoni e fodere alle sarte della zona.

giambellinoAll’inizio della via, il Cinema Ducale, in piazza Napoli 7, che apre i battenti nel 1938. Probabile che – in pieno delirio imperiale-  il nome derivi da quello di dux; lo confermerebbe anche la scelta dei caratteri della scritta, tra i più emblematici dell’era fascista. Durante i bombardamenti del 16 agosto 1943 il cinema venne raso al suolo per riaprire nella seconda metà del 1947. Nella prima metà degli anni cinquanta, durante la stagione estiva, il locale disponeva di un’arena all’aperto denominata Ducale Giardino, situata dietro all’edificio, con ingresso su viale Troya al civico 5. Spazio in seguito occupato (purtroppo) da degli anonimi condomini.

# Le fabbriche di via Savona

La parte di case popolari più vicina al Bar Gino è quella che inizia al civico 58 di via Giambellino e copre il quadrilatero Giambellino/Gentile Bellini/Vespri Siciliani/Giacinto Bruzzesi. Strutture ora in preda a un degrado che quasi cancella i passati fasti costruttivi. Tra cui giardini attrezzati per i giochi (una volta frequentatissimi) e oggi disertati dai più piccoli. Le case popolari dei civici 144-142 si affacciavano nel 1939 su una strada sterrata su cui non c’erano ancora i binari del tram. Appena finite di costruire, ospitarono gli italiani rimpatriati dalla Francia con la dichiarazione di guerra del giugno 1940. Tutto intorno le fabbriche che insistevano sulla parte finale di via Savona, come la Siry Shamon, lampade per l’Orient Express e scaldabagni. Della Osram, storico marchio di lampadine, rimane la palazzina degli uffici. E sempre in via Savona, uno sciagurato intervento ha sepolto gli stabilimenti metalmeccanici Loro Parisini, progettati nel 1956 dall’architetto Caccia Dominioni, sotto le tre, assurde, torri di un complesso residenziale. Prossima vittima illustre il deposito dell’Atm, l’azienda dei trasporti urbani, via Giambellino 121, destinato a trasformarsi in macerie.

giambellino

# L’ora del riscatto

Il G124 (il numero della stanza a Palazzo Giustiniani assegnata all’archistar Renzo Piano quando è stato nominato senatore a vita) è il gruppo di lavoro di giovani architetti, retribuiti con lo stipendio di senatore di Renzo Piano che hanno il compito di produrre studi di “rammendo” su una periferia urbana. Nel 2015 è stato scelto il quartiere del Giambellino. Quel progetto è diventato un libro, edito da Skira, Diario delle periferie / 1 Giambellino Milano 2015. Attraverso le foto, i racconti, le interviste vediamo trasformarsi le case fatiscenti dell’edilizia popolare in un progetto di recupero e riqualificazione che trasforma i luoghi senza stravolgerne l’anima. Qualcosa di quel progetto è visibile nel parco già esistente di via Odazio, su cui si apre il nuovo ingresso sul mercato rionale. Ed è in fondo al parco che ci sono anche la biblioteca comunale e la “Casetta Verde” in cui si svolgono tutte le attività comuni del quartiere, dai centri d’ascolto all’orto collettivo. Piccoli interventi di “rammendo” con cantieri leggeri e poco costosi che ci auguriamo possano dare il via a un più sostanzioso recupero dell’intera zona. Perché, come ha affermato lo stesso Piano, “le periferie devono essere fecondate con luoghi di condivisione: mercati, piazze, musei, auditorium, scuole”. E quel processo di fecondazione per il Giambellino sembra essere avviato.

E questo è il testo della Ballata del Cerutti:

giambellinoIl suo nome era
Cerutti Gino
ma lo chiamavan drago
gli amici al bar del Giambellino
dicevan che era un mago
vent’anni biondo mai una lira
per non passare guai
fiutava intorno che aria tira
e non sgobbava mai
il suo nome era
Cerutti Gino
ma lo chiamavan drago
gli amici al bar del Giambellino
dicevan che era un mago
una sera in una strada scura
occhio c’e’ una lambretta
fingendo di non aver paura
il Cerutti monta in fretta
ma che rogna nera quella sera
qualcuno vede e chiama
veloce arriva la pantera
e lo vede la madama
il suo nome era
Cerutti Gino
ma lo chiamavan drago
gli amici al bar del Giambellino
dicevan che era un mago
ora è triste e un poco manomesso
si trova al terzo raggio
e’ lì che attende il suo processo
forse vien fuori a Maggio
s’e’ beccato un bel tre mesi il Gino
ma il giudice è stato buono
gli ha fatto un lungo verborino
è uscito col condono
il suo nome era
Cerutti Gino
ma lo chiamavan drago
gli amici al bar del Giambellino
dicevan che era un mago
è tornato al bar Cerutti Gino
e gli amici nel futuro
quando parleran del Gino
diran che è un tipo duro

Continua la lettura con: Luogo nascosto #44 – I 10 LUOGHI più ESOTERICI di Milano

DANIELA GRANCINI

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In LOMBARDIA DIMISSIONI da RECORD: l’anno scorso 1 su 10 ha MOLLATO il posto di lavoro

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La CISL lancia l’allarme: nel 2022 più di mezzo milione di persone hanno lasciato il posto di lavoro in Lombardia.  Un tasso di crescita di oltre tre volte maggiore del resto del Paese. 

In LOMBARDIA DIMISSIONI da RECORD: l’anno scorso 1 su 10 ha MOLLATO il posto di lavoro

Nuovo record di dimissioni volontarie in Lombardia: in crescita del 35% in un solo anno. Si tratta di oltre 566mila dipendenti che nel 2022 hanno lasciato il loro posto di lavoro. Una cifra impressionante: sono il 12% di tutti gli occupati nella regione. Cifra da record anche se confrontata con il resto del paese che presenta una crescita del 10%. Ma quali sono le cause?

# Cresce l’importanza dell’equilibrio lavoro-tempo libero

Le motivazioni sono state individuate in oltre 2 mila risposte date agli sportelli della CISL. Questi i risultati illustrati dal curatore della ricerca e direttore di Bibliolavoro, Francesco Girolimento.

Altre motivazioni superano il tradizionale problema della retribuzione. Al primo posto c’è lo stress correlato all’equilibrio tra lavoro e vita personale. Come attesta la dichiarazione dei lavoratori che mettono al primo posto come importanza per un impiego “il clima aziendale” (65% degli intervistati) che supera per importanza la retribuzione (56%). Poco sotto un altro aspetto collegato al primo: un “adeguato equilibrio tra lavoro e tempo libero” (52%), in poderosa crescita rispetto agli anni pre Covid. Ma dove va chi lascia il posto di lavoro?

# Per 4 su 10 si tratta di “un salto nel vuoto”

4 persone su 10 che abbandonano il posto di lavoro fanno un salto nel vuoto: dichiarano infatti di non avere nessuna alternativa. Come settori, quello più toccato dalle dimissioni è il terziario, in particolare il commercio e la ristorazione, dove i fattori di stress risultano più accentuati. 

Continua la lettura con: Il lavoro dei sogni

MILANO CITTA’ STATO

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La NUOVA MUSIC WEEK di MILANO curata da Francesca Michielin: questi i PROTAGONISTI in scena

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milanomusicweek.it - Angelina Mango

Un’edizione completamente rinnovata e diffusa in tutta la città. Ecco cosa si può vedere, fare e ascoltare.

La NUOVA MUSIC WEEK di MILANO curata da Francesca Michielin: questi i PROTAGONISTI in scena

# Una Milano Music Week completamente rinnovata e diffusa in tutta la città

Milano Music Week

Torna a Milano dal 20 al 26 novembre la Milano Music Week promossa da Comune di Milano, FIMI – Federazione Industria Musicale Italiana, NUOVO IMAIE e SIAE, con il patrocinio del Ministero della Cultura. Un evento completamente rinnovato: Torneria Tortona è il quartier generale e punto punto di riferimento per il pubblico e gli addetti al settore. Oltre a uno spazio di coworking ospita panel sull’attualità e il futuro del music business, incontri con gli artisti, workshop, percorsi tematici, party, djset e showcase tutti giorni. Ma la Music Week non è di scena solo in Tortona: in tutta la città ci sono proiezioni, presentazioni di libri, party, dj set, tanti live e meeting internazionali con i delegati delle maggiori realtà musicali europee. La grande novità è anche la curatrice.

# La curatela speciale affidata alla cantante Francesca Michielin: tra i protagonisti Neffa, Paradiso e i CCCP

vivoconcerti – Francesca Michielin

La direzione artistica è affidata a Nur Al Habash, direttrice della Fondazione Italia Music Lab, con la curatela speciale della cantante veneta Francesca Michielin. Tra gli artisti presenti nei tanti incontri tematici dell’edizione 2023 troviamo oltre alla stessa Michielin con 3 appuntamenti: Manuel Agnelli, Ariete, Alfa, Angelina Mango, Tommaso Paradiso, Neffa, Ele A, Thru Collected, Devendra Banhart, Cccp – Fedeli Alla Linea, Yendry, Motta, Paola Iezzi, Guinevere.

# Il programma dell’edizione 2023

artisti Music Week

Sette giorni all’insegna della musica: a questo link il programma con anche gli eventi sparsi in città. Alla Torneria Tortona si apre il 20 novembre con il panel dal titolo “Musica & intelligenza artificiale: cosa cambierà con il primo AI Act europeo?”. A chiudere la giornata “MMW23 Opening Party: Angelina Mango in concerto”.

Tra i cantanti intervistati il 23 novembre tocca a Neffa con “50 anni di hip hop: Neffa in conversazione con Ele A”, il 25 novembre è il turno di Angelina Mango e Manuel Agnelli e il 26 novembre a Tommaso Paradiso, ex frontman dei “Thegiornalisti”.

Francesca Michielin presenta il suo podcast “Maschiacci” al Teatro dei Filodrammatici il 21 novembre, un panel alla Torneria Tortona il 24 novembre e infine si esibisce in una live + jam session all’Arca Milano. Sempre il 24 novembre Amadeus fa il punto sul prossimo Sanremo. A conclusione della week “MMW23 Closing Party: Le Vibrazioni in concerto”.

Continua la lettura con: CONCERTO nel CARCERE: la musica della libertà alle porte di Milano

FABIO MARCOMIN

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A Milano il VILLAGGIO delle MERAVIGLIE

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Torna con grandi sorprese in città il parco tematico del Natale: quando inaugura e quali attrazioni si possono provare.

In arrivo a Milano il VILLAGGIO delle MERAVIGLIE 

# Il Christmas Village a Porta Venezia: la superstar è Geronimo Stilton

Geronimo Stilton

Il Villaggio delle Meraviglie arriva alla sua 17esima edizione. Sono i Giardini Indro Montanelli a Porta Venezia ad ospitare il Christmas Village a Milano. Tra le attrazioni del parco a tema natalizio la novità più attesa del 2023 è la presenza fissa del topo più famoso tra i giovani lettori, oltre 180 milioni di copie di libri vendute nel mondo, Geronimo Stilton. Prevista una casetta dedicata di fronte a quella di Babbo Natale per momenti di divertimento, firma copie per i fan e incontri didattici.

# La Casa di Babbo Natale e la pista di pattinaggio da record: 80 metri di lunghezza

Credits villaggiodellemeraviglie IG – Casa di Babbo Natale

All’interno del villaggio c’è anche la Casa di Babbo Natale, con prenotazione online e dove i bambini possono lasciare le proprie letterine, un palco centrale dove gli Elfi e tutti i personaggi propongono momenti di gioco come la celebre baby dance, svariate giostre e la grande pista sul ghiaccio, una doppia pista di pattinaggio in parte coperta e riscaldata e in parte all’aperto adatta a tutti, lunga 80 metri e con una superficie di 1.000 mq, a cui se ne affiancherà una dedicata ai più piccoli. Confermate anche le casette dello street food.

# Ingresso libero e attrazioni gratuite

credits: @grenny_elena IG

L’ingresso al Villaggio delle Meraviglie è libero e tutti i momenti di intrattenimento sono gratuiti. Inaugurazione il 18 novembre e conclusione dell’evento il 7 gennaio 2024. Ogni attrazione prevede orari differenti visionabili sul sito della manifestazione.

Continua la lettura con: Il “VILLAGGIO più BELLO della Svizzera” è a un’ORA da Milano

FABIO MARCOMIN

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Il GOVERNO: 20% di LICENZE TAXI in più per le città più GRANDI. Ora la palla passa al Comune

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radiotaxi_024040 IG

7 Novembre. Arriva la circolare ministeriale che spiega la modalità con cui i comuni italiani possono aumentare le licenze taxi, con regole specifiche per le grandi città. 

Il GOVERNO: 20% di LICENZE TAXI in più per le città più GRANDI. Ora la palla passa al Comune

# La richiesta del Comune di Milano di 1.000 nuove licenze

ph. Affaritaliani – aula consiliare Palazzo Marino

Tutto parte delle richieste dei comuni italiani, in particolare i capoluoghi di regione, che da tempo chiedono di poter aver più licenze taxi per migliorare un servizio spesso carente in alcuni momenti della giornata. Da uno studio del Comune di Milano, presentato all’inizio dell’estate 2023, è emerso infatti che il numero di chiamate inevase in città durante le ore notturne del weekend non scende mai sotto il 40% del totale, nei giorni feriali è invece la fascia 18-20 quella più sguarnita. Per questo motivo, al termine della riunione della commissione di monitoraggio con i sindacati di categoria, l’Assessore alla Mobilità Arianna Censi aveva annunciato di portare in giunta la richiesta di ulteriori 1.000 licenze. 

# L’indagine dell’Antitrust

Coda per i taxi in Centrale – ph. @giannirivieccio IG

A questo si è aggiunta un’attività di indagine da parte dell’Antitrust sul settore dei taxi, in seguito ai problemi riscontrati nel servizio offerto a Milano, Roma e Napoli con sollecitazione ai tre Comuni di adeguare il numero delle licenze alla domanda. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha ipotizzato un cartello tra otto compagnie con extra-costi per 2 miliardi di euro.

# La circolare ministeriale che chiarisce le nuove normative introdotte dal Decreto Asset

Per migliorare la situazione il 10 agosto 2023 il governo ha approvato il Decreto Asset, convertito successivamente in legge il 9 ottobre, che introduce nuove normative e procedure semplificate per consentire ai comuni italiani di incrementare il numero di licenze taxi. La circolare emessa il 7 novembre dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, insieme a quello delle Infrastrutture e dei Trasporti, fornisce invece i chiarimenti sulle norme introdotte. 

# Cosa deve fare il Comune di Milano per aumentare il numero di licenze

radiotaxi_024040 IG

Per i capoluoghi di regione, le sedi di città metropolitana e di aeroporti è prevista la possibilità di aumentare il numero delle licenze taxi in misura al massimo del 20% di quelle già rilasciate. Per farlo sono state semplificate le regole. I comuni interessati, tra cui Milano, possono indire concorsi straordinari in 15 giorni senza ulteriori interventi normativi, richieste o autorizzazioni e l’Autorità di regolazione dei trasporti avrà altri 15 giorni per dare l’ok alle tariffe. Il Comune di Milano punta ad avere fino a 971 licenze in più rispetto alle circa 4.900 attuali e sta portando avanti uno studio per capire quante doppie guide autorizzare, per non avere troppi tassisti nei periodi in cui scenderà la domanda dei clienti. 

Previsti anche incentivi raddoppiati per l’acquisto di auto sostenibili. I tassisti che ne fanno domanda potranno anche avere la doppia guida sulla stessa auto con una semplice comunicazione ai comuni, la concessione sarà automatica.

Continua la lettura con: I TAXI VOLANTI nel cielo di Milano entro le OLIMPIADI: le 4 FERMATE della “METRO del CIELO”

FABIO MARCOMIN

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#44 – L’orrido di Nesso: il CANYON e le CASCATE a un’ora da Milano

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orrido di nesso
Foto Credit: David Nicholls

Nel Codice Atlantico, il grande Leonardo da Vinci appose questa citazione: “Nesso, terra dove cade per una grandissima fessura di monte”

In effetti, l’Orrido di Nesso é il punto terminale di un canyon fra gole naturali strette e profonde, modellate dallo scorrere incessante delle acque, dove confluiscono due torrenti: il Tuf e il Nosè, che precipitando tra le rocce, formano una ripida cascata. Il dislivello, dall’inizio della cascata alle acque del Lario, è di circa 200 metri.

L’orrido di Nesso: il CANYON e le CASCATE a un’ora da Milano

# Le Cascate di Nesso

orrido di nesso
Foto Credit: Wikiloc

L’attrazione più emozionante e spettacolare sono le cascate. Ma da dove si possono ammirare?

L’orrido di Nesso è visibile:

  • dall’alto da Piazza Castello o dal ponte medievale detto anche ponte della Civera, sulla riva del lago di Como, per usufruire di angolature differenti
  • dal basso scendendo lungo gli oltre 340 scalini che conducono fino sulle rive del Lago, dove ammirare spettacolari e caratteristici scorci

Per tutta la passeggiata si viene accompagnati dallo scroscio delle acque della cascata amplificato dalle pareti del canyon. 

orrido di nesso
Foto Credit: David Nicholls

 

 

 

 

 

 

 

 

L’Orrido è stato di importanza vitale per lo sviluppo, nel paese di Nesso, dell’industria manifatturiera, mulini, cartiere, filatoi, oleifici, tutti alimentati dall’energia idraulica della cascata.

Come arrivarci?

 

Il piccolo e pittoresco borgo di Nesso, di circa 1200 abitanti, si trova percorrendo la tortuosa strada (Sp 583 Lariana) che fiancheggia il lago di Como, in direzione Bellagio venendo dal capoluogo, a circa un’ora in auto da Milano.

Continua la lettura con: La gita più bella #45 – OSTERIA ROMANTICA con VISTA LAGO (non di Como) a un’ora da Milano

FABIO MARCOMIN

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#44 – I 10 LUOGHI più ESOTERICI di Milano

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I luoghi esoterici suscitano un grande fascino tra i più appassionati e un po’ di timore per i meno esperti. Secondo l’esoterismo, elementi naturali, piante, forme e animali, ma anche elementi costruiti dall’uomo come fontane, piazze, statue e strutture architettoniche possono essere, per alcuni iniziati, una via d’accesso ad un mondo invisibile.

Diversi sono i posti a Milano carichi di un simbolismo potente quanto quello esoterico, dove l’invisibile diventa visibile e dove la storia si fonde alla leggenda. Ecco la nostra proposta dei 10 luoghi più esoterici di Milano.

I 10 LUOGHI più ESOTERICI di Milano

#1 La sede del Grande Oriente d’Italia

In via Gian Battista Pirelli 5 si trova la grande casa del Grande Oriente d’Italia, uno dei più celebri gruppi massonici in Italia. Un luogo molto particolare in cui i membri, dopo aver professato giuramento, si ritrovano per “operare per l’elevazione morale e spirituale dell’uomo e dell’umana famiglia”.

Leggi anche: A Milano è nato il Grande Oriente d’Italia: la casa della MASSONERIA è accanto alla Regione

#2 Via del Progresso

Ancora una volta, in questa via del municipio 2, si trova un edificio destinato ad un gruppo massonico. Si tratta della sede principale della Regione massonica Lombardia della Gran Loggia d’Italia. Qui si celebrano riti e pratiche ignote ai più di noi.

#3 Chiesa di San Bernardino alle Ossa

A due passi dal Duomo c’è uno dei luoghi più esoterici di Milano: la Chiesa di San Bernardino alle Ossa che custodisce centinaia di teschi e scheletri umani esposti in bella vista. Qui il contatto con il mondo invisibile, in particolare con il mondo dei defunti, è inevitabile anche per i meno esperti alle pratiche esoteriche.

#4 La fontana dagli “Undici zampilli”

Secondo alcune leggende sulla storia di Milano, la fontana “dagli undici zampilli” sgorgava acqua con effetti miracolosi: aveva cioè il potere di curare ogni male. Una sorta di acqua di Lourdes a Milano. Oggi la fontana è stata collegata alla normale rete idrica della città e ha perso questo effetto soprannaturale.

#5 La colonna del diavolo

sculture

La colonna romana a sinistra della Chiesa di Sant’Ambrogio è nota ai milanesi come Colonna del Diavolo. Si narra che, dopo un’accesa discussione, il diavolo fosse stato cacciato da Sant’Ambrogio con un forte calcio tanto che quest’ultimo fosse finito conficcato con le sue due corna nella colonna nella quale formò i due buchi che ancora oggi si vedono.

#6 Piazza Vetra

Quando passerete da quelle parti, riflettete su quanto accaduto lì qualche secolo fa e la vostra allegra serata da movida milanese sarà sicuramente meno allegra. Per decenni, in Piazza Vetra, si misero al rogo streghe ed eretici. Non a caso la sede dell’Inquisizione era poco distante, presso la Basilica Sant’Eustorgio.

#7 La casa del Diavolo di Porta Romana

Al civico 3 di Corso di Porta Romana si dice ci sia la “Casa del Diavolo”. Troppe coincidenze storiche continuano a far pensare ancora oggi che questa casa non sia stata immune a qualche influenza soprannaturale.

#8 Il fantasma vagante di Porta Nuova

Una delle storie più angoscianti che ha a che vedere con il mondo dell’aldilà è legata alla figura di Bernardina Visconti. O meglio, al suo fantasma. Nata dalla relazione del celebre padre con una cortigiana, la nobile Bernardina si innamorò a sua volta di un cortigiano. Il padre dopo aver scoperta l’oltraggiosa passione, la rinchiuse in una torre di Porta Nuova dove la giovane fanciulla innamorata morì di fame e stenti. Da quel momento il suo fantasma vaga nella zona, facendo qualche saltuaria apparizione con l’abitudine di prendere sotto braccio i passanti.

#9 Stretta Bagnera

Stretta Bagnera è la via più stretta di Milano e una delle più strette di tutta Europa. Ma ciò che davvero la contraddistingue è il lato oscuro della sua storia. Si narra che in questa minuscola via fosse passato e avesse agito per la prima volta il “mostro” di Milano, cioè il primo serial killer italiano. Diversi furono i cadaveri trovati nelle cantine e lasciati decomporre sotto il pavimento.

Leggi anche: La Stretta Bagnera: la via più stretta di Milano nasconde un tragico passato

#10 Cimitero Monumentale

I cimiteri sono per eccellenza i luoghi preferiti dagli amanti dell’esoterismo. Non solo perchè le tombe rappresentano il punto di passaggio verso un mondo dell’aldilà dove regna la vita eterna, ma anche perchè queste sono ricche di figure e simboli che rimandano a usanze e rituali della tradizione esoterica. 

Continua la lettura con: Luogo nascosto #45 – La TORRE delle SIRENE: il luogo abbandonato più strano di Milano?

VALENTINA PETRACCA

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Il TOUR di MILANO sul TRAM 1503

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living_in_milan IG - Tram 1503

I mezzi pubblici di Milano sono una parte importante della nostra vita di tutti i giorni. Li usiamo a qualsiasi ora per andare a lavoro, per raggiungere gli amici per un aperitivo, insomma sono un mezzo fondamentale e particolarmente green per vivere la città. Se proprio vogliamo trovare una cosa negativa è che spesso, anzi direi sempre, quando prendiamo i mezzi pubblici, lo facciamo con tanta fretta e velocità che non ci permette di osservare la nostra città attraverso un vetro di un pullman o di un tram e vi assicuro che è un’esperienza unica nel suo genere.

Il TOUR di MILANO sul TRAM 1503

# Un tram storico

Credits Andrea Cherchi – Cavi, tram e castello

Ancora oggi dopo tanti anni e dopo l’introduzione di nuovi autobus, nuovi filobus, nuovi tram e soprattutto dopo l’inaugurazione della metro blu, capita di vedere e di utilizzare i celebri tram 1928, un mezzo completamente diverso dagli altri perché ancora orgogliosamente conserva gli interni degli anni Venti, decennio in cui sono nati. Talmente celebri e insostituibili perché motivo di vanto dei milanesi, alla stregua di essere un vero e proprio emblema meneghino.

Quando sono comparsi per la prima volta sulle strade della città erano molto diversi da come li conosciamo oggi. Ad esempio, all’inizio avevano solo due porte (centrale ed anteriore) e solo verso la fine degli anni trenta è stata aggiunta una porta posteriore a discapito dell’allora elegante salottino in stile liberty con divanetti imbottiti e ricoperti di velluto rosso.

Anche il loro colore è mutato nel tempo. All’inizio erano di color nocciola, per poi diventare verdi comunale e infine arancione ministeriale.

Tra quelli che girano per la città, uno è particolarmente importante: il 1503.

# Il tour di Milano

Tram 1503 – Credits: MilanoGuida

Da qualche anno a questa parte il 1503 è diventato una vera e propria attrazione per i turisti che arrivano a Milano. L’associazione Neiade in collaborazione con ATM organizza in determinati periodi dell’anno dei e propri tour guidati a bordo di un tram che ha conservato tutto il suo fascino e l’eleganza degli anni Venti.

Neiade – Interno tram

Un viaggio per attraversare la città attraverso affascinanti scorci, vecchie porte romane, viali di platani e antiche insegne di botteghe storiche, infine ammirarla stando seduti comodamente su comode poltroncine in velluto, un modo come un altro per rivivere l’atmosfera retrò degli anni del Liberty. Sicuramente un’esperienza unica nel suo genere e adatta non solo ai turisti, ma anche ai cittadini milanesi che potrebbero, in quest’occasione, riscoprire e rivalutare cose che durante ilo giorno sfuggono per troppa frenesia. Per assaporare meglio il percorso, la velocità del tram è molto più lenta dei suoi “colleghi” e ci sono due opzioni di viaggio: uno pomeridiano oppure quello serale dove Milano si “veste” di un fascino mai visto in altre occasioni.

# Il tragitto e il costo

pablo.amicone IG – Tram 1503

Il prezzo per vivere una serata diversa dal solito è di circa trenta euro (ma ne vale la pena), si parte da Piazza Castello e in due ore si attraversa il Centro storico, il Quartiere Ticinese, zona Repubblica e il Sempione.

Continua la lettura con: Lo SKYWAY, il TRAM-TRENO per andare a sciare sul MONTE BIANCO: il progetto

MICHELE LAROTONDA

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La 90-91 sarà a GUIDA AUTONOMA: dove si faranno i PRIMI TEST

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Guida autonoma filobus

Nell’attesa che partano i lavori per realizzare uno dei tratti di preferenziale mancante, la linea circolare 90-91 guarda al futuro. In quale tratto si sperimenterà la guida autonoma.

La 90-91 sarà a GUIDA AUTONOMA: dove si faranno i PRIMI TEST

# La circolare filoviaria guarda al futuro

Percorso linea 90-91

La linea più lunga della città, con 40 chilometri suddivisi in 65 fermate, si prepara a diventare anche la più tecnologica. Il progetto Living Lab Milano è finanziato con 7 milioni di euro del Pnrr per lo sviluppo della tecnologia Maas (Mobility as a service): consentirà di sperimentare la guida autonoma sulla linea 90-91.

Leggi anche: 90/91: le 7 CURIOSITÀ sulla LINEA più LEGGENDARIA di Milano

# Il tratto oggetto della sperimentazione: tra Città Studi e Bovisa

Percorso test guida autonoma linea 90-91

Per i test della guida assistita avanzata, così viene definita, è stato selezionato un tratto della linea circolare filoviaria: tra Piazzale Piola in Città Studi e Piazzale Lugano alla Bovisa. Si tratta di 5 km, 20 fermate, 19 incroci e 13 semafori. Il sistema utilizza telecamere, sensori e antenne capaci di vedere l’intero tragitto percorso dal filobus e dialogare in tempo reale con i conducenti degli autobus, tramite il 5G, per fornire loro indicazioni sullo stato del traffico e su potenziali ostacoli. Il 5G consente già oggi di pagare il biglietto a bordo in modalità contactless appoggiando carta o bancomat sullo stesso totem dove si passa la tessera ATM.

# Entro quando sono previsti i primi test (senza passeggeri)

mezzi_atm_milano IG – Linea 90-91

La sperimentazione prevede l’assenza di passeggeri all’interno del mezzo. L’obiettivo è avviarla entro il 2026. Per far partire ufficialmente il servizio serviranno poi ancora diversi anni e pesanti modifiche al codice della strada.

Continua la lettura con: UFFICIALE: il PERCORSO INCOMPIUTO della 90-91 sarà (quasi) COMPLETATO

FABIO MARCOMIN

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