# I residenti di Area C invece di difendere il loro fortino dovrebbero aiutare chi abita in periferia
“Milano tira, tira tantissimo. Quindi che cosa c’è da dire? La politica non può frenare il mercato. Non ci riescono i governi, figurarsi se ci riesce un sindaco o una giunta. La politica può solo cercare di tutelare le fasce più deboli e andare a incrementare il gettito da quelle più ricche. Le quali, peraltro, non dovrebbero essere tutelate oltre il normale. Quindi vorrei lanciare una provocazione che sia uno stimolo di riflessione.”
“Ai residenti di Area C si dovrebbe legittimamente chiedere di aiutare chi abita in periferia per migliorare anche i tanti quartieri che ne hanno bisogno. (…). Se questa è una città attrattiva per i ricchi, perché tale è uno che può permettersi di comprare case da milioni di euro con prezzi al metro quadrato a quattro zeri, allora devono contribuire alla vita cittadina.”
# La borghesia milanese invece di prendersela con i “city users” deve tornare a spendere i propri soldi per opere utili per la città
credit: igossip.it
“La borghesia alta deve fare la sua parte, non che frigna se vendono la Casa degli Atellani ai francesi, ma poi non si fa avanti per comprarla. Non che si lamenta se c’è il traffico ma poi non pensa neppure lontanamente di aiutare la pubblica amministrazione SPENDENDO SOLDI PROPRI per fare opere utili per la città.”
“Un tempo, quando c’erano meno social su cui lamentarsi e più gente illuminata, la borghesia di Milano ha fatto grande la città. E adesso? Fin quando non si andrà in questa direzione, viceversa parlando di city users per quei milanesi (sì, milanesi a tutti gli effetti) che abitano fuori dai confini di area C o fuori area B, avremo sempre una città esclusiva, ma anche profondamente ingiusta.”
A due anni esatti dalla bozza di riparto del PNRR arriva la conferma ufficiale: Milano tra le (poche) opere sul TPL approvate con il PNRR ci sarà anche la realizzazione della corsia riservata per la linea 90-91 tra Stuparich e Zavattari. E’ stato infatti pubblicato il bando di gara per la realizzazione. Rimarrebbe escluso così solo un tratto lungo viale Umbria per riuscire a chiudere l’anello della circolare filoviaria. Vediamo quante risorse sono state assegnate alla città e tutti gli interventi previsti.
Il PERCORSO INCOMPIUTO della 90-91 sarà (quasi) COMPLETATO
# Si farà la preferenziale della 90-91 tra Zavattari, Lotto e Stuparich: pubblicato il bando di gara
La circonvallazione esterna della 90-91 ha due “buchi”: viale Umbria, a est, e l’asse da Zavattari a Stuparich, a ovest, che comprende anche il capolinea di piazzale Lotto. Buchi nel senso che in questi due tratti (per un totale di circa 3 chilometri), manca la corsia preferenziale. Finalmente arriva l’ufficialità: uno dei due buchi sarà coperto entro tre anni.
Il Comune di Milano ha pubblicato un bando di gara per il tratto Zavattari-Stuparich. La preferenziale dovrebbe consentire la riduzione di circa un terzo dei tempi di percorrenza del filobus, da nove a sei minuti. Non sarà l’unico intervento: sarà realizzata anche una pista ciclabile e saranno abbattute le barriere architettoniche dai percorsi pedonali.
L’intervento avrà anche impatto sulla mobilità: in piazzale Lotto sarà vietata la svolta a sinistra, tranne che da viale Caprilli in direzione Stuparich, e in piazzale Stuparich ci sarà una rotatoria per gestire i flussi di traffico. Saranno infine piantumati 378 alberi.
I lavori dovrebbero iniziare nel 2024 con una spesa di 23 milioni e 400mila euro, di cui 3 e mezzo coperti dallo Stato, come definito dal PNRR il 3 novembre del 2021.
# Dal Pnrr solo il 10% delle risorse destinate a nuove linee di trasporto
Nell’ambito della mobilità sostenibile, la Conferenza Unificata nella seduta del 3 novembre 2021 ha approvato la bozza di decreto proposta dal MIMS con lo schema di riparto delle risorse che il PNRR assegna al Trasporto rapido di massa.
Il PNRR concentra la grande quantità delle risorse sul comparto ferroviario e su un totale di 38 progetti per complessivi 4,851 miliardi, coperti dal PNRR per3,60 i miliardi. Tra le condizioni per il finanziamento dell’opera c’era la conclusione dei lavori entro il 2026 e pertanto le risorse economiche sono state destinate per 1,4 miliardi a interventi già finanziati a legislazione vigente e per 2,2 miliardi a nuovi interventi. A questo vengono aggiunti 836 milioni di euro per lo sviluppo delle ferrovie regionali. Per le nuove linee di trasporto è stato destinato solo il 10% delle disponibilità assegnate dall’Europa.
# A Milano solo le briciole: appena 47 euro per abitante dell’area urbana al 2025
Credits cityrailways – Ripartizizione investimenti per abitante
Al Centro-Nord essendo il fabbisogno superiore alle disponibilità assegnate, rispetto al Mezzogiorno e alle isole, alcuni interventi sono stati esclusi e verranno valutati successivamente per l’eventuale assegnazione di risorse del Fondo Investimenti. Nella ripartizione dei fondi a livello locale a Milano andranno 47 euro per abitante dell’area urbana, il territorio della Città Metropolitana, sulla popolazione prevista al 2025 di 3.357.284. In assoluto la città in Italia con meno risorse per abitante. In totale sono circa 156 i milioni di euro destinati per il trasporto pubblico locale a Milano.
# I progetti finanziati con lo stanziamento iniziale (poi ridotto) del PNRR
Credits cityrailways – Risorse Pnrr Milano
Tra le poche opere finanziate a Milano con i fondi del PNRR ci sono:
la metrotranvia interquartiere nord Niguarda-Cascina Gobba finanziata con 50,3 milioni;
il prolungamento della linea tranviaria 2 Bausan-Villapizzone per la cifra 36 milioni;
la fornitura di quattordici tram bidirezionali per la linea 7 per un ammontare di 52,3 milioni;
per l’acquisto di 10 nuovi filobus sono stati assegnati 8,8 milioni.
la realizzazione della sede riservata del filobus 90-91 tra piazzale Zavattari e piazzale Stuparich per una somma inizialmente di 9 milioni successivamente ridotta a 3, per completare l’anello mancherebbe all’appello il tratto lungo viale Umbria all’altezza del Mercato Comunale in disuso.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Le classifiche del portale più famoso al mondo per le recensioni turistiche tengono in considerazione qualità, quantità, attualità, costanza delle recensioni e del numero di visite alla pagina nel tempo. Tutte le attrazioni milanesi nella top ten hanno ottenuto infatti un punteggio di 4,5: ma la ponderazione di tutti gli altri parametri ha determinato questa classifica alla data del 2 novembre 2023.
Le 10 ATTRAZIONI TOP di Milano: la classifica fatta dai TURISTI
Ad aprire la top ten ci sono i Navigli, uno dei luoghi principi del divertimento di Milano. Su Tripadvisor ha ricevuto 6.321 recensioni.
“Nei giorni scorsi e di nuovo ieri ho percorso molti degli angoli più caratteristici e suggestivi di questo vasto e antico “quartiere d’acqua”. L’attuale sistema di canali scoperti, complesso e ingegnoso oltre che pittoresco, comprende anche la Martesana, in verità un po’ fuori mano; ma comunemente, dicendo Navigli, ci si riferisce al Naviglio Grande, a quello Pavese, alla Darsena e quindi, per traslato, all’intera zona tra essi compresa.
Oggi evocano soprattutto, specie per i giovani, movida e “apericena”, ma i Navigli sono in realtà molto di più e di meglio, vuoi per la loro storia affascinante, vuoi per la cultura, l’arte e le tradizioni sorte lungo le sponde, vuoi infine per i molti scorci incantevoli e sorprendenti – case, androni, cortili, lavatoi – che appaiono quando meno te l’aspetti e che anche ieri mi hanno allietato il cammino. Da visitare al mattino, quando tutto è calmo e rarefatto.” – Fi_decorso
Credits dimitrisvetsikas1969-pixabay – Teatro alla Scala
Al nono posto il Teatro alla Scala, teatro d’opera più famoso del mondo. Ha ricevuto 7.781 recensioni.
“Finora avevo visto il teatro solo dall’esterno, ma adesso sono riuscito a vederlo anche all’interno andando ad assistere alla Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti. L’attuale edificio venne costruito dal Piermarini nella seconda metà del settecento in conformità a un decreto dell’imperatrice Maria Teresa e prende il nome dalla chiesa di Santa Maria alla Scala che vi sorgeva prima della costruzione del teatro. E’ sicuramente uno dei teatri più famosi ed importanti al mondo dove da quasi 250 anni vengono ospitati i più importanti artisti nel campo dell’opera, del balletto e della musica classica. L’interno è di una ricchezza impressionante e vale sicuramente la visita.” – Dellangelo54
Credits Andrea Cherchi – Vista dalle Terrazze del Duomo
In ottava posizione troviamo le Terrazze del Duomo, un luogo insolito da cui osservare la città dall’alto. Sono 7.126 le recensioni.
“Trovarsi tra le oltre 130 guglie, i vari pinnacoli, le oltre 3400 statue, i gargoyle, è veramente fantastico, come fantastico è camminare sullo spiovente del tetto del Duomo e ammirare lo spettacolare panorama che si gode tutto attorno. Sopra di tutto il tiburio (cui non si può più salire) e, alla sommità, la guglia maggiore, con la Madonnina dorata che protegge Milano e che, vista da qui, sembra piccola, ma che è alta poco più di4 metri. Un vero spettacolo, particolarmente nelle giornate limpide e verso l’ora del tramonto. Imperdibile per chi visita Milano e per i milanesi.” – Stefano91
Credits: Dimitris Vetsikas via Pixabay – Pinacoteca di Brera
Settimo posto per la Pinacoteca di Brera, il museo più importante di Milano. Sono 5.622 le recensioni ottenute su Tripadvisor.
“Se decidi di visitare la Pinacoteca di Brera, devi prepararti a fare un indimenticabile viaggio mozzafiato nel mondo dell’arte. Le sale sono molto ben curate, con i faretti posizionati in modo da esaltare la bellezza delle forme e dei colori di tele dipinte da maestri quali Caravaggio, Raffaello, Tintoretto, Bellini, Mattia Preti, Luca Giordano, Mantegna, Piero Della Francesca, Bramante, Hayez, solo per citarne alcuni. Le tele sono lì, a pochi centimetri da te e tu non puoi che ammirarle e desiderare che il tempo non passi mai.” – calabrisella69
Credits Andrea Cherchi – San Maurizio al Monastero
In sesta posizione c’è la Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore, la “Cappella Sistina” di Milano. Le recensioni sono 4.570.
“Questo splendido complesso del Cinquecento rappresenta un magnifico esempio della pittura milanese del XVI secolo. È affrescato dalla famiglia Luini, il cui membro più celebre è certamente Bernardino. Il complesso è composto dalla Chiesa e dalla splendida aula delle monache. Una delle cripte è ora i globale nel bellissimo museo archeologico diviso in tre parti: la sezione greca, quella romana e quella alto medievale. Vi sono esposti splendidi gioielli di epoca greca e tre figure di personaggi longobardi (una donna incinta, un mercante e un guerriero) ricostruiti nei tratti in base agli scheletri pervenuti.
Il museo è a pagamento mentre San Maurizio è gestito dal FAI e dai suoi splendidi volontari. Non viene richiesto nulla ma un contributo che ci permette di ammirare questa meraviglia è altamente raccomandabile.” – CLAUDIO149
#5 Piazza del Duomo
Credits: Andrea Cherchi – Milano Piazza del Duomo
Il cuore di Milano si ferma al quinto posto. Piazza del Duomo ha ottenuto 13.862 recensioni.
“Meravigliosamente bella, attorniata da meraviglie, raggruppate tutte in un fazzoletto, dalla Galleria, al Duomo, e tanti altri complessi, la visita e d’obbligo.” – Maurizio C.
“Ogni volta che vengo a Milano, la piazza del Duomo è una tappa fissa ed è sempre un nuovo spettacolo, si scoprono sempre nuovi particolari e ci si torna sempre volentieri.” – Riccardo P.
“È sicuramente la piazza più famosa di Milano ed una delle più conosciute d’Italia. Caratterizzata dall’imponente facciata del Duomo, dalla Galleria Vittorio Emanuele II e dal vicino palazzo Reale, è un luogo sempre affollato di gente e turisti che rappresenta un po’ per tutti il punto d’inizio per la scoperta del capoluogo lombardo. Anche rivista per l’ennesima volta, è una piazza che affascina sempre.” – Massimiliano P.
La medaglia di legno la prende il Castello Sforzesco. Le recensioni sono 13.593.
“Fu eretto nel XV secolo da Francesco Sforza, sui resti di precedenti fortificazioni medievali e in epoca romana. Ha subito notevoli trasformazioni nel corso dei secoli, restaurato da Luca Beltrami tra il 1890 e il 1905. Architettura fortificata tutto il complesso è articolato all’interno di un recinto quadrangolare su tre cortili con nuclei e organismi differenti. Alla sua realizzazione parteciparono illustri architettii del tempo il Filarete, Bramante, ecc.. Ingresso al castello gratis ma solo all’esterno e nei cortili.” – Salvatore700
“Accoglie al suo interno una quantità di piccoli musei da perdersi (dopo 2-3 ore ancora dovevamo vederli tutti). Non esteso come i Musei Vaticani o gli Uffizi, ma provante. Il castello stesso è splendido, e il percorso museale lo sfrutta perfettamente, permettendo di esplorarne ogni area, da quelle più intime e raccolte a quelle più aperte. Include la Pietà Rondanini, che da sola merita la visita. Il costo è ridicolo, seriamente: pagherete 5 euro e sarete tentati di lasciarne altri 5 di donazione, alla fine, perché sembra davvero troppo poco.” – Francesco_Finucci
Il gradino più basso del podio è del Cenacolo di Leonardo da Vinci, il capolavoro Patrimonio dell’Unesco. Sono 13.768 le recensioni ottenute.
“Meraviglioso dipinto dell’ultima cena di Leonardo da Vinci nel refettorio dei frati domenicani di Santa Maria delle Grazie. Prenotazione obbligatoria per la visita, consiglio con largo anticipo, poiché si può entrare a scaglioni di 25 persone per 15 minuti per mantenere la temperatura e l’umidità adatta alla conservazione dell’opera nella sala. Nel refettorio di fronte al cenacolo è possibile ammirare l’affresco della crocifissione di Montorfano. ” – Annalisa
“Meraviglioso ed emozionante! Non ci sono parole per descriverlo. Leonardo ha ricreato l’effetto di stare a cena con Gesù e gli Apostoli (i personaggi sono pressoché a grandezza naturale). Tecnica impareggiabile, capolavoro imperdibile (da ammirare almeno una volta nella vita). Consiglio di prenotare con grande anticipo perché è sempre sold out.” – Laura R
A un soffio dalla vittoria la Galleria Vittorio Emanuele II, il salotto di Milano. Le recensioni su Tripadvisor sono 30.162.
“Lo sfarzo è di grande effetto: l’opulenza nella Milano dell’800 che si ritrova nella sontuosità dei grandi marchi di oggi. Oltre ai negozi che godono di una location esclusiva (in cui certamente non comprerò mai nulla!), questa galleria è un monumento architettonico per le vetrate e lo stile barocco. E nonostante la folla, è un luogo molto piacevole per passeggiare. Le 4 entrate portano a diversi punti di interesse: la prima, la più famosa, affaccia su piazza Duomo. La seconda su via Berchet, che ospita il Ferrari Store e la storica pizzeria Spontini. La terza è su Piazza della Scala che prende il nome dall’omonimo teatro. Infine l’entrata su via Silvio Pellico dove c’è il famoso stemma del toro simbolo della città di Torino. Come porta fortuna, bisogna fare un giro di 360° a occhi chiusi sul tallone del piede destro, sui testicoli del toro. L’usanza è talmente sentita che oramai delle povere parti intime dell’animale è rimasto un solco. All’incrocio delle 4 entrate, al centro dell’ottagono c’è il mosaico con lo stemma di Casa Savoia; accanto ad esso gli stemmi delle 4 città che in epoche diverse furono capitali d’Italia (Milano, Firenze, Roma e appunto Torino).” – FrancescaM
Il re delle attrazioni è il Duomo di Milano, che ha ottenuto anche il più alto numero di recensioni: 58.623.
“Il Duomo di Milano è una maestosa cattedrale gotica situata nel cuore della città italiana. È una delle opere architettoniche più belle e importanti d’Italia, che incanta i visitatori con la sua imponenza e la sua bellezza. All’interno del Duomo, la luce filtra attraverso le vetrate colorate e crea un’atmosfera magica e mistica. I marmi policromi delle pareti e del pavimento brillano come gioielli, mentre le sculture e le decorazioni gotiche lasciano senza fiato. La navata centrale è spaziosa e alta, con archi imponenti che sorreggono la volta a crociera. Lungo le pareti laterali, si possono ammirare numerose cappelle e altari, ognuno con opere d’arte di grande valore artistico e religioso. Il transetto, che attraversa la navata centrale, conduce all’abside, dove si trova l’altare maggiore, circondato da statue e decorazioni. Sopra l’altare si erge il grandioso coro ligneo, ornato di sculture e intagli.” – Pierpaolo R.
“Spettacolari le vetrate multicolori che creano un’atmosfera quasi fiabesca.
Altrettanto magnifiche le altissime colonne che sembrano quasi un bosco teso verso l’alto. Per non parlare delle statue, in primis quella di San Bartolomeo, opera di Marco d’Agrate, allievo di Leonardo, nella quale l’Apostolo, martirizzato per scuoiamento, è raffigurato con la propria pelle sulle spalle.” – Stefano91
Si dice che Milano non sia più una città per giovani. Ma è una città per bambini?
Dove portare i BAMBINI a MILANO
#1 Giardini Indro Montanelli: un viaggio tra i dinosauri e le stelle
Quando ero bambina, negli anni ’80, si chiamavano semplicemente “Giardini di Porta Venezia”. All’epoca erano davvero speciali per i bambini:c’era un trenino su cui solo i bambini potevano salire. Era una vera chicca, il percorso era a misura di bambino, le decorazioni molto curate. Ancora oggi è possibile provarlo ma le cose sono decisamente cambiate: il percorso è stato accorciato, le decorazioni sono un po’ logore e i bambini devono essere accompagnati. Però ne vale comunque la pena.
Poco lontano dal trenino ci sono dei giochi sempre presenti:l’autoscontro e la giostra, che da sempre attraggono grandi e piccoli. Da segnalare poi la presenza all’interno del parco del Museo di scienza naturale, dove sono presenti ricostruzioni di dinosauri e del Planetario Hoepli.
#2 Giardini di Parco Sempione, con le sue mille attrazioni
Credits: Andrea Cherchi – Parco Sempione
Anche i giardini del Castello Sforzesco posseggono delle vere attrazioni per bambini: la fontana Bagni Misteriosi per esempio. Essa è un’opera di Giorgio De Chirico colorata e appena restaurata. Il ponte delle sirenette, chiamato dai milanesi ponte delle sorelle Ghislini a causa del materiale con cui sono fatte, la ghisa, che era stato progettato nel 1842 per il Naviglio di San Damiano ma fu spostato nel parco solo nel 1930. I bambini amano molto passeggiare e osservare le famose sorelle così come amano l’opera di Arman‘Accumulazione musicale e seduta’ che consiste in un particolare palco per orchestra sulle cui gradinate sono imprigionate nel cemento sedie di ferro di diverse forme.
#3 Guglie del Duomo, per vedere lo stupore nello sguardo dei più piccoli
Una passeggiata tra le guglie è da sempre una delle mete più divertenti per i piccoli meneghini. Oltre al luogo, con la sua spettacolare vista sulla città la sosta allaMadonnina d’oroè d’obbligo.
#4 Castello Sforzesco, tra percorsi segreti e camminamenti delle merlate
Credits: Andrea Cherchi – Castello Sforzesco
I bambini adorano questo edificio. Un castello vero, con tanto di fossato, torri merlate e cortili. Dentro il castello è possibile visitare la dimora dei duchi, il museo archeologico e la Pietà Rondanini di Michelangelo Buonarroti. Il pezzo forte però è senz’altro la visita guidata dei percorsi segreti e i camminamenti delle merlate. E’ una esperienza unica ed emozionante che consiglio!
#5 Muba, il Museo dei Bambini alla Rotonda della Besana
credit: its4kids.it
Acronimo che sta perMuseo dei Bambini. E’ allestito nella ex chiesa di San Michele, nella Rotonda della Besana. Tutte le mostre che ci sono in catalogo sono proposte in forma di gioco per coinvolgere i più piccoli. Al momento in calendario ci sono due laboratori:Didò lab, destinato ad un pubblico di piccini (2-6 anni) dove la lavorazione del Didò è affiancata ad una sperimentazione sensoriale, e Remida, laboratorio destinato a bambini dai 3 agli 11 anni, in cui il gioco si coniuga con la lavorazione dei materiali di scarto.
#6 Museo della scienza e della tecnica, il più grande d’Italia, con Leonardo da Vinci, il sottomarino e il razzo spaziale
Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci – Via San Vittore, 21
E’ il più grande museo dedicata alla scienza e tecnica in Italia. Vi sono anche modelli di macchinari tratti da disegni di Leonardo Da Vinci. Tutti i bambini curiosi troveranno qui pane per i loro denti: oltre alle macchine citate si possono vedere molti esempi di locomotive e soprattutto si può visitare ilsottomarino Toti e osservare da vicino un razzo spaziale Vega alto 32 metri.
La particolarità di questi giardini, divisi da quelli di Porta Venezia solo da via Palestro, è che l’accesso è consentito solo ai bambini e ai loro accompagnatori. Senza bambini infatti gli adulti non hanno la possibilità di entrare. All’interno è il paradiso del bambino. Ci sono laghetti, ponticelli, grotte e anche un piccolo tempio. Provare per credere.
Stazione francoforte-bockenheimer ((credits: keblog.it)
Le metropolitane non sono solo il mezzo di trasporto pubblico più rapido per viaggiare in città, alcune riservano delle stranezze incredibili. Vediamo quali sono.
Gli ANNUNCI che cambiano SESSO, la linea riservata ai SENATORI e altre cose da PAZZI nelle METRO del MONDO
#1 Sulla metro di Mosca la fermate sono annunciate da una voce femminile o maschile in base alla direzione dei treni
Slavyansky Bulvar Station, Mosca .jpg
Nella metropolitana di Mosca i nomi delle fermate sono annunciate da una voce maschile o femminile in base alla direzione dei treni, per facilitare l’orientamento ai ciechi.
Sulle linee radiali le fermate in direzione centro sono annunciate da una voce maschile, dal centro verso l’esterno della città da una voce femminile. Sulle linea circolari invece una voce maschile fornisce le indicazioni dei nomi delle stazioni in senso orario, una voce femminile per quelle in senso antiorario.
#2 Le mappe nella metro di Londra vi dicono quante calorie si consumano percorrendo a piedi la distanza tra le stazioni
Credits: treated.com – Mappa metro Londra con calorie
Nella mappa della London Underground esistono ormai da qualche anno le indicazioni sul numero di calorie che si possono consumarepercorrendo a piedi le diverse stazioni. Sono stati molti i medici che hanno appoggiato questo progetto, suggerendo ai propri pazienti, per preservare la propria salute, di scendere dalla metro una o due fermate prima rispetto alla destinazione finale e poi proseguire a piedi.
#3 Nella metropolitana di Tokyo ci sono gli specchi anti suicidio
Credits: gyrastyle.com – Metro Tokyo
In alcune stazioni della metropolitana di Tokyo si trovano degli specchi sulla banchina che secondo i funzionari del trasporto locale sono funzionali a limitare il numero di suicidi. L’idea alla base è che se qualcuno si sta per buttare sotto un treno e vede la sua immagine riflessa potrebbe desistere dal terribile gesto.
#4 Nella metro di Pyongyang i nomi delle stazioni non indicano dei luoghi ma provengono dal vocabolario della rivoluzione nordcoreana
Credits: domfell IG – Murale Kim II Sung
Rispetto alle stazioni di tutto il mondo, quelle delle linee metropolitane di Pyongyang, in Corea del nord, non sono identificate dal nome dei luoghi in cui sono ubicate. Sono utilizzati invece concetti pomposi provenienti dal vocabolario della rivoluzione nordcoreana, come camerata di guerra, paradiso o ritorno trionfale.
#5 A Washington c’è una metro riservata ai senatori
Credits elly_88_ IG – Campidoglio Washington
I membri del Congresso e il loro personale hanno una piccola linea della metropolitanadedicata, che non è aperta al pubblico.
Estesa poco meno di 1 km, con 3 linee che corrono avanti e indietro tra gli edifici del Congresso e il Campidoglio. Le tratte sono: edificio Rayburn House – Campidoglio, edificio del Senato Russell – Campidoglio, edificio del senato Hart – edificio del senato di Dirksen – Campidoglio. Il personale deve essere scortato dalla sicurezza. Durante le votazionila metropolitana è riservata ai membri del Congresso, che in meno di un minuto possono recarsi al Campidoglio.
Ho la passione del trekking. E’ un modo per immergersi nella natura, fare sport e sfidare alcune paure ancestrali, come quella delle vertigini. Negli ultimi anni ho provato oltre una ventina di percorsi raggiunti partendo e tornando a Milano in giornata. Tra quelli che ho fatto, mi sento di suggerire questi cinque.
I percorsi di TREKKING da fare in giornata da Milano
#1 Resegone
E’ il monte che domina il panorama di Milano. Con la cresta a forma di sega che quando ti avvicini significa una successione di canaloni. Si arriva alla funivia per i piani d’Erna in un’ora e mezza di auto, poco oltre Lecco. I più arditi possono partire a camminare fin dal piazzale della funivia. Io ho preferito accorciare prendendo la funivia che, tra l’altro, è spettacolare. Ai piani d’Erna si prende il sentiero numero 5 che dopo meno di un’ora di cammino incrocia il numero 1. Si sale alla Beduletta (1320 metri), un balcone naturale da cui si gode un’ottima panoramica su Lecco. Si supera poi il canalone della val Comera e si giunge al Pian Serrada.
Si continua per roccette e tratti in salita fino ad incontrare il sentiero n. 11, lungo il quale si raggiunge il rifugio Azzoni, poco sotto la cima Cermenati, a circa 1.800 metri. Bisognare fare attenzione ai molti bivi, che spesso conducono a ferrate o a sentieri più impegnativi. Come quello che ho sbagliato io, ritrovandomi a dovermi arrampicare sulle rocce nel tratto finale per raggiungere il rifugio.
resegone-ultimo tratto
La salita al monte Resegone è lunga (andata e ritorno in 4/5 ore dai piani d’Erna, 6/7 dalla funivia) e impegnativa, ma una volta in cima si viene ripagati dall’incredibile panorama.
rifugio azzoni
#2 I laghi gemelli
Ci vogliono un paio d’ore di macchina per percorrere i circa cento chilometri che portano al punto di partenza. Si prende l’autostrada Milano-Venezia, si esce a Bergamo e si percorre la strada per la val Brembana, passando per San Pellegrino terme, fino ad arrivare a Carona. Da qui sono partito per il trekking percorrendo a zig zag un sentiero che sale da quota 1105 m dentro un bellissimo bosco di abeti per un lungo tratto, finché si incontra il sentiero 213 (1779 m).
Poco oltre si arriva alla diga del lago Marcio (1840 m) e qui si esce dal bosco. Si costeggia l’intera sponda del lago fino ad incrociare il sentiero 212 che sale da Branzi e il sentiero 250, quindi si scende fino al ponticello che attraversa la val di Gorno e da qui si sale fino al rifugio Laghi Gemelli (1961 m) dove ci si rifocilla alla grande. I laghi gemelli sono nati in seguito alla costruzione di una diga dell’Enel e, nonostante il nome, formano un corpo unico. Secondo una leggenda i laghi si sono formati dopo la morte di due innamorati in fuga. Durata dell’escursione (salita e discesa): 5 ore circa.
#3 Cinque Terre (o variante Camogli-Portofino)
Questo è in assoluto il sentiero che ho percorso più volte. E’ diventata una mia tradizione farlo una volta all’anno, di solito a fine agosto o inizio settembre. Parto in treno dalla Centrale alle 6.10 e arrivo a Riomaggiore alle 9.26. Qui faccio colazione e mi metto in moto. Anni fa il sentiero andava da Riomaggiore a Monterosso senza interruzioni, ma da qualche anno, causa frane e incidenti, il percorso originario lo si può percorrere solo da Corniglia a Monterosso (anche se il prezzo è rimasto lo stesso 😉 ). E’ un vero peccato perchè l’intero sentiero azzurro era un’attrazione mondiale, specie per la via dell’amore da Riomaggiore a Manarola che risulta purtroppo non più percorribile.
Anche se il sentiero è interrotto parto sempre da Riomaggiore e mi piace camminare da est a ovest per seguire il movimento del sole e perchè mi piace di più l’arrivo a Monterosso.
Da Riomaggiore prendo qualche sentiero “non ufficiale” per arrivare a Manarola. E’ facile orientarsi per via del mare e perchè i due paesi sono ai due lati della stessa piccola montagna. Da Manarola si può prendere un lungo sentiero per raggiungere Corniglia oppure farsi un breve tratto di treno (un paio di minuti) fino alla stazione.
Dalla stazione si sale una lunga scalinata per arrivare al paese che è l’unico delle cinque terre a non essere sul mare. Da Corniglia parte il sentiero originario che in un paio d’ore porta a Vernazza, la perla delle cinque terre.
Vernazza di solito mi prendo una pausa, faccio qualche tuffo dalle rocce e mi vizio con la cucina ligure. Nel pomeriggio riparto per l’ultimo tratto che tra strapiombi sul mare e profumi inebrianti conduce a Monterosso.
Chi vuole fermarsi una notte in Liguria e raddoppiare il trekking suggerisco il monte di Portofino. Partenza da Camogli direzione San Rocco, da qui salire sul Monte e scendere per San Fruttuoso. Dopo un bagno col Cristo degli Abissi si riparte e dopo un paio d’ore si arriva a Portofino. Da qui proseguo poi, costeggiando il mare, passando da Paraggi fino a Santa Margherita.
#4 Il sentiero dei Walser (Valsesia)
Un altro percorso bellissimo è quello che in Valsesia porta da Alagna ai villaggi Walser. I Walser (contrazione del tedesco Walliser, cioè abitante del canton Vallese) sono una popolazione di origine germanica che abita alcune aree attorno al Monte Rosa. Definiscono la loro parlata Titsch, imparentato con il tedesco. Durante il XII-XIII secolo, coloni Walser provenienti dall’alto Vallese si sono stabiliti in questa parte del nostro paese dando vita a caratteristici villaggi dalle case pittoresche.
Uno di questi villaggi l’ho raggiunto facendo una lunga scalinata che proprio quando sembrava non terminare più si è aperta su un sentiero che ha attraversato un bosco, con una pendenza più accessibile, fino ad aprirsi su un altipiano nella Val d’Otro popolato da case Walser. Durata salita e discesa tre ore e mezza, anche se una volta sull’altopiano si aprono diversi sentieri che portano alle vette circostanti. Alagna la si raggiunge in un paio d’ore di auto da Milano.
#5 Monte Palanzone (notturna)
Si parte da Colma di Sormano a 70 chilometri da Milano, che si raggiunge percorrendo la Strada Statale 36 del Lago di Como e dello Spluga. Ho fatto il percorso in notturna per la prima volta con una guida (Federico Raiser) e in gruppo, impiegando circa tre ore tra salita e discesa con un dislivello complessivo di 520 metri fino ad arrivare sulla vetta del Monte Palanzone (a 1400 metri) da dove si gode una vista fantastica fino alla Svizzera.
E’ stato il mio unico trekking notturno forse anche per questo si guadagna la posizione nei top 5. Non saprei dire però se si meriterebbe la menzione anche nella versione diurna.
Nel pieno centro di Milano c’è un parco pubblico che ha due caratteristiche che lo rendono unico. La prima è che è anche un parco archeologico. La seconda è che è il parco più inaccessibile del mondo. A questo si aggiunge il mistero: un progetto grandioso che oltre un anno dopo la data in cui doveva essere inaugurato risulta scomparso nel nulla. Ma procediamo con ordine.
Nel cuore di Milano il PARCO più INACCESSIBILE del MONDO: e che fine ha fatto il COLOSSEO VERDE?
Il parco archeologico si trova nei pressi delle Colonne di San Lorenzo. Diciamolo subito: non è una delle mete turistiche principali della città. A dire il vero non rende neppure molto l’idea di quanto monumentale fosse la costruzione che conteneva.
Si trattava di una delle opere pubbliche più importanti della Milano capitale dell’Impero Romano: l’Anfiteatro. Vero richiamo per l’intera popolazione di Mediolanum e vetrina per lo stesso Imperatore.
Quel che resta dell’anfiteatro di Milano
# La storia dell’Anfiteatro romano
Destinato ad ospitare gli spettacoli gladiatori, lotte tra uomini e bestie feroci, ma anche pubbliche esecuzioni, venne edificato nei primi decenni del I secolo d.C.
Si trovava poco fuori le mura, oltre Porta Ticinensis, e poteva contenere 20.000 spettatori. Nel corso del V secolo venne progressivamente demolito per recuperarne i materiali di costruzione, prevalentemente i blocchi di pietra, che confluirono nella basilica di San Lorenzo e nei rinforzi delle mura cittadine.
Com’era, com’è
Le indagini archeologiche iniziate negli anni trenta del novecento ne hanno permesso l’esatto posizionamento (tra l’attuale via Arena, via Conca del Naviglio e via De Amicis), nonchè le sue misure, davvero notevoli: 155 metri x 125 metri.
# Un parco quasi inaccessibile
Quel che resta oggi e che possiamo visitare è purtroppo davvero poco: solamente le fondazioni (parziali) sono visibili entrando nel “Parco archeologico dell’anfiteatro romano“, un parco che oltre ad avere alcuni reperti archeologici, è particolarmente riservato, visto che al suo interno non c’è mai nessuno. Anche perchè la mancanza di ingressi e gli orari di chiusura lo rendono praticamente inaccessibile.
Ci sono due cancelli che darebbero l’accesso diretto al parco. Uno in via De Amicis, l’altro in Via Arena. Ma sono sempre chiusi. Ci sarebbe anche un terzo ingresso teorico, che fino al 2017 era costituito dal Vivaio Riva, ma anche il Vivaio è stato chiuso. Per entrare, l’unico modo è di individuare il portone di un palazzo di via De Amicis 17, un ex monastero femminile.
# L’unico parco pubblico con orari da lavoratore part-time
Attraverso un portone ben mimetizzato, c’è solo una targa che indica la destinazione, si accede nel cortile interno dell’Antiquarium Alda Levi, dedicato alla prima donna sovrintendente ai beni archeologici della Lombardia. Qui bisogna evitare di perdersi visto che un cartello vieta nel cortile l’accesso ad estranei. Bisogna destreggiarsi con perizia, procedere sulla destra fino ad arrivare in fondo dove si trova un cancello che conduce al parco. Sperando di trovarlo aperto. Già, perchè il parco, oltre a vietare praticamente qualunque cosa, è: chiuso la domenica chiuso il lunedì chiuso il sabato pomeriggio
e, da novembre a marzo, negli altri giorni chiude alle 16.30.
In questo caso il Comune non c’entra, anche se sorprende che abbia ceduto alla Sovrintendenza a costo zero anche l’area di sua proprietà dove, dagli anni venti fino a dicembre del 2017 sorgeva il Vivaio Riva. Altra area verde che, oltre ad aver fatto la storia di Milano, almeno era aperta al pubblico. Il Vivaio Riva è stato chiuso per costruire al suo posto un’opera ambiziosa: il Colosseo di Milano.
# Il Colosseo di Milano: “inaugurazione nel 2022”. Chi l’ha visto?
I primi lavori sono iniziati nel 2018 per realizzare il più vasto parco archeologico della città. Il nuovo parco di circa 22.300 mila mq, con i resti antichi lasciati a vista, avrà il nome di PAN, Parco Amphitheatrum Naturae. Il progetto a firma dell’architetto Attilio Stocchi prevede la sistemazione dell’intera area, raddoppiata dopo l’acquisizione da parte del Comune di quasi tre terzi del terreno, di proprietà private fino a qualche anno fa, con la riproduzione dell’impronta del “Colosseo milanese”.
Il progetto prevedeva la realizzazione del Colosseo fatto di 1.700 mq di cespugli sagomati di bosso, ligustro e mirto a raggiera e alberature di cipressi disposti al bordo, dove sorgeva la facciata curvilinea, a completamento dei resti archeologici esposti nell’area. Un progetto di land art che avrebbe dovuto recuperare il tema della simbiosi tra natura e antichità, riportando in vita attraverso la vegetazione un patrimonio antico scomparso. L’inaugurazione annunciata: entro il 2022.
# Il mistero del Colosseo scomparso
Ma quello che accade al progetto di Colosseo Verde e del nuovo parco archeologico è ancora avvolto dal mistero. Se si cerca su Google (vedi immagine sopra), viene ancora annunciata la sua apertura nel 2022. Ma siamo nel 2023 e nulla è ancora successo. In cerca di informazioni proviamo ad andare sul sito web del parco dove si trovano gli orari e qualche interessante informazione sulla Milano imperiale. Anche qui però la nota dolente: il sito risulta aggiornato al 2015.
Il Vivaio RIva
Dopo sei anni dalla chiusura del Vivaio Riva, il gioiello verde nel cuore di Milano, che era aperto e disponibile al pubblico, ancora nulla si vede al suo posto. Nessuna traccia. E scadenze mai rispettate, non solo: neppure vengono comunicate. In una Milano che parla tanto di verde, stupisce la scarsa disponibilità di un parco nel cuore della città e una simile trascuratezza nel rispettare quanto comunicato ai cittadini sulla sua completa riapertura. A meno che non prendano piede le ombre che avevano accompagnato la chiusura del Vivaio Riva: quello che non è un mistero, infatti, è che si tratta di uno spazio parecchio appetibile per i costruttori…
Risulta essere questo il ristorante più economico di Milano. Secondo Tripadvisor la qualità dei piatti è nella media, i prezzi invece sono stracciati. Scopriamo dove si trova e cosa si mangia.
Il RISTORANTE più ECONOMICO di Milano: con POCHI EURO si prende un MENU completo
# Il ristorante più economico in città è “La Pergola”, una trattoria che propone una cucina italo-cinese
Credits Oscar Bettinelli tripadvisor – La Pergola
Secondo tripadvisor la trattoria “La Pergola” è il ristorante di Milano più economico in assoluto. La cucina proposta è italo-cinese e in base alle recensioni la valutazione sulla qualità del cibo e del servizio in generale è nella media. La filosofia dei proprietari è quella di tenere i prezzi più bassi possibili per avere sempre tutti i posti occupati e sfruttare quindi il ricambio rapido dei clienti.
# Per un menu completo bastano solo 8,5 euro
Google Maps – La Pergola
Servono solo 8,5 euro per un menu completo, solo a pranzo, incluso coperto primo, secondo, contorno e 1/2 litro d’acqua o 1/4 di vino. Fino a qualche anno fa di euro ne bastavano 6,80. Con pochi centesimi si possono ordinare inoltre i piatti speciali e con soli altri 2 euro in più si può avere il dolce. Secondo molte recensioni il cestino del pane è sempre pieno e i primi sono abbondanti.
# Il piatto più costoso: 6,5 euro
Credits Oscar Bettinelli tripadvisor – Listino prezzi La Pergola
Anche senza la promozione del menu completo si spende veramente poco. Nel listino il piatto più costoso arriva a 6,5 euro, per un piatto di pasta si spende massimo 4,5 euro se si opta per le tagliatelle alla carne e gamberetti o quelle ai frutti di mari. I secondi di carne o di pesce variano dai 5 ai 6,5 euro. Il ristorante si trova nella periferia nord-ovest della città, nel Gallaratese, nelle vicinanze della metro M1 di San Leonardo e del nuovo quartiere di Cascina Merlata.
La prima stazione ad inaugurare è stata quella di Tibaldi-Bocconi, nel tratto a sud del percorso. Altre si preparano ad entrare in funzione nei prossimi anni. Ecco quali sono.
Le PROSSIME FERMATE in arrivo sulla CIRCLE LINE di Milano: il punto sui lavori
Il progetto prevede la rifunzionalizzazione del tracciato ferroviario su cui transita la linea suburbana S9, che verrebbe ricalcato parzialmente dalla Circle Line, e l’acquisto di 20 treni dedicati a un servizio metropolitana. La frequenza dei treni dovrebbe essere di un passaggio ogni 10 minuti. L’obiettivo è rendere operativo il servizio entro il 2030.
# MIND-Merlata
Rendering stazione Merlata-MIND
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MIND-Merlata-Progetto preliminare stazione altro lato
MIND-Merlata-Progetto preliminare stazione altra vista
MIND-Merlata-Progetto preliminare stazione
Dopo la prima stazione inaugurata nel 2022, Tibaldi-Bocconi tra Porta Romana e Romolo, la prossima a vedere l’avvio dei cantieri è la stazione di MIND-Merlata, anche se manca ancora una data. Pensata per servire l’Università degli Studi e il quartiere di Cascina Merlata, alla stazione sono stati assegnati solo a settembre 2023 i 10 milioni di euro necessari per laprogettazione esecutiva. Il progetto preliminare, curato dallo studio 3TI Progetti, prevede una struttura della stazione in metallo bianco pensata per integrarsi con la vicina passerella ciclopedonale. Nei rendering si può vedere solo la porzione di manufatto che si collega alla passerella, mentre a metà della stessa dovrebbe essere costruito l’edificio della stazione vero e proprio con annesse piattaforme e banchine dei treni.
Nuove stazioni circle line Milano MIND-Merlata e Milano Stephenson
Tra la stazione MIND e Certosa è prevista la stazione di Stephenson, baricentrica rispetto all’area attorno a via Stephenson, anche se ancora non è stato presentato lo studio di fattibilità. Il finanziamento arriva dall’accordo scali e quindi a carico di RFI. Per entrambe la durata dei cantieri è stimata in circa 4 anni.
# Porta Romana
Aoumm – Stazione Porta Romana
In fase di riqualificazione c’è la Stazione di Porta Romana. Il progetto a cura dello studio AOUMM prevede il suo mantenimento nella posizione attuale, rispetto alle ipotesi iniziali, con un sistema integrato di accessibilità ciclopedonale con la stazione metropolitana M3 Lodi.
Sono in rifacimento le pensiline di copertura, altre serviranno per rendere riparato il camminamento tra Piazzale Lodi e la stazione, e in costruzione gli ascensori. Il vecchio edificio viaggiatori in stile modernista decò viene invece rimodernato. L’inaugurazione è prevista per le Olimpiadi Invernali del 2026.
# Le altre stazioni da realizzare ex novo e quelle da rifunzionalizzare
Di Arbalete – openstreetmap.org, CC BY-SA 2.0, httpscommons.wikimedia.orgwindex.phpcurid – Tracciato Circle Line
Ci sono poi altre stazioni da realizzare ex novo e altre ancora da rifunzionalizzare o adeguare grazie ai 97 milioni dell’Accordo di Programma Scali Ferroviari, che serviranno la Circle Line oltre alla linea S9.
Tra le prime ci sono Dergano, a cui sono stati destinati 20 milioni sul totale concordato tra FS e Comune di Milano, a cui si potrebbero aggiungere in futuro le altre immaginate nel PUMS: Istria, Canottieri, Toscana, Puglie, Zama, Ortica, Padova e Bovisasca.
Tra le seconde San Cristoforo, Greco-Pirelli e Romolo.
Milano è deturpata da scritte e scarabocchi sui muri degli edifici. Tra le zone più colpite: Porta Romana, Darsena e Navigli. Molti milanesi però non sanno che esiste un servizio di pulizia dedicato. Che non è neppure caro.
RIPULIRE i GRAFFITI dai PALAZZI: come fare e quanto costa
# Il servizio di A2A dedicato alla pulizia dei muri dagli scarabocchi
Vincenzo Cp Fb – Pulizia graffiti
A Milano quello dei graffiti e degli scarabocchi sui muri dei palazzi è una vera piaga. Alcune zone sono più colpite di altre, ma si può dire che non ci sia un municipio completamente esente, forse nemmeno un quartiere. In pochi però forse sanno che esiste un servizio dedicato per restituire la giusta dignità agli edifici e ridurre in generale il degrado in città. A erogarlo è A2A Recycling, società del Gruppo A2A: a farne richiesta possono essere i proprietari o gli amministratori degli stabili.
# Cosa comprende il servizio
gruppoa2a – Pulizia Graffiti
Il servizio è pagamento e comprende due tipologie di interventi. Il primo consiste nella pulizia del muro interessato da graffiti e sporco atmosferico tramite operazioni di lavaggio, pulizia meccanica o tinteggiatura. A conclusione viene applicato uno specifico prodotto antigraffiti che facilita gli interventi successivi.
Il secondo intervento, o intervento di manutenzione, prevede la pulizia su tutta la superficie pulita nella prima occasione o solo la porzione sporcata di nuovo. Alla fine viene riapplicato prodotto protettivo antigraffiti.
# Quanto costa
A2A Recycling
Il primo intervento ha un costo di 15 euro più iva su superficie intonacata e di 19 euro più iva su superficie lapidea come pietra e marmo. Per chi vuole una manutenzione continuativa sono disponibili degli abbonamenti. Alla sottoscrizione del contratto si può scegliere tra avere 1 intervento mensile di verifica e pulizia al costo della medesima tariffa oppure interventi illimitati a chiamata con garanzia di esecuzione entro 72 ore con le seguenti durate e costi:
Un sentiero inaugurato da poco: il primo cammino che da Milano raggiunge il mare di Sestri Levante. Riscoprendo le origini di Milano.
Dal DUOMO al MARE a PIEDI o in BICICLETTA: il SENTIERO dei CELTI (con “passaporto”)
# Il percorso lungo 220 km
Credits: Facebook – sentiero dei celti e dei liguri
Il percorso lungo 220 km attraversa tre regioni partendo da Milano: prosegue attraverso l’Emilia Romagna per arrivare infine in Liguria, permettendo di scoprire paesaggi mutevoli e ad ogni tappa nuovi che, dalla pianura, alla collina, alla montagna appenninica, giungono fino al Mar Ligure.
Sono previste mappe interattive scaricabili online e che permettono così, o di sostare presso le segnalate strutture ricettive, oppure di visitare luoghi di interesse storico e artistico del pari segnalati in quanto meritevoli di una sosta.
sentierodeicelti.it – Val Trebbia
Parecchie le opportunità previste in ciascuna tappa fra natura, le bellezze dell’Oltrepò Pavese o ancora i borghi appenninici, fino a raggiungere la tappa conclusiva, ovvero il mare di Sestri Levante.
il_tigullio_in_mtb IG – Sentiero dei celti e dei liguri
Interessanti le modalità con cui è strutturato l’intero percorso che è segnalato da frecce azzurre e da un logo sempre di colore azzurro, rappresentante un elmo celtico. Bisogna essere muniti di un apposito documento, ossia una sorta di passaporto del viaggiatore, su cui annotare le tappe percorse via via fino al traguardo, ponendovi sopra un timbro per ogni tappa.
sentierodeicelti.it – Timbri
A Milano per esempio lo si può acquistare presso vari punti sparsi per tutta la città come la sede del Gruppo iCaminantes in via Gustavo Modena, oppure presso ciascuna tappa prevista nella complessiva rete territoriale ricoperta dal cammino.
# Un’avventura che parte dal cuore di Milano
Piazza del Duomo
Questo lungo percorso che ha lo scopo di ricongiungere le aree urbane alla natura ha inizio in Piazza Duomo.
sentierodeicelti.it – Colonne San Lorenzo
L‘acqua l’elemento che funge da filo conduttore a tutto il percorso: dall’acqua dei Navigli, all’acqua del Parco del Ticino a quella del Fiume Po, via via a declinare verso il mare, attraversando territori ricchi di storia, di bellezze naturalistiche e di siti culturali. Un modo insomma di valorizzare il territorio a stretto contatto con la natura.
A Milano la casa si mette a reddito. Ma chi sono i compratori? E che tipo di case si acquistano?
Una CASA a MILANO? 4 su 10 la comprano solo per INVESTIMENTO
# Milano al primo posto in Italia per acquisto di case da mettere a reddito
Credits Andrea Cherchi – Case Milano
Dall’ultimo studio effettuato dal Gruppo Tecnocasa sulle compravendite sui semestri tra il 2019 e il 2023, sono 22mila quelle analizzate nel 2023, Milano risulta la città con la maggior quota di investimenti per acquistiimmobiliari in Italia che non riguarda prime e seconde case: il 39,1%. Le parole di Piero Terranova, Analista dell’ufficio studi del Gruppo Tecnocasa, sulla situazione a livello italiano e della nostra città: “Si tratta della quota più alta registrata negli ultimi 5 anni. Tra le grandi città Milano si piazza sul podio per quanto riguarda gli acquisti per investimento, che nel capoluogo lombardo compongono ben il 39,1% delle compravendite, quota nettamente più alta rispetto a quanto registrato negli anni precedenti quando si oscillava tra il 23 e il 27%.” Ma chi sono gli acquirenti di case a Milano?
# Le categorie di acquirenti: single quarantenni
Milanesi
La quota non riguarda chi investe in città per avere una seconda casa ma per crearsi una rendita mettendo in affitto l’abitazione a studenti, lavoratori o con appartamenti per turisti. Per quanto riguarda in generale l’età media di chi compra emerge che nel 2023 è di 41,4 anni, contro il dato nazionale di 43,8 anni, comprensivo della quota di investitori che solitamente non sono molto giovani. In prevalenza sono single, 50,8% a Milano contro il 33% del dato nazionale, e scelgono l’hinterland nel 30% mentre nel resto d’Italia ci si ferma al 23%. Ma che tipo di casa si compra?
# A Milano si punta sui bilocali, in Italia sui trilocali
Credits jarmoluk-pixabay – Appartamento
Un’altra differenza tra Milano e il resto d’Italia è sulla tipologia di immobile che viene comprato. Nella nostra città viene preferito il bilocale nel 50,5% dei casi, seguito dal trilocale, mentre gli italiani prevalentemente il trilocale e poi soluzioni indipendenti e semindipendenti.
L’architettura milanese ha attraversato più epoche, conferendo alla nostra città e in particolar modo nel XX secolo anche il primato italiano in tema di nuove costruzioni, originali palazzi, edilizia anticonformista e progetti innovativi. Ed è proprio negli ultimi cento anni che la città ha cambiato volto rispetto a epoche moderne non più recenti. Prepariamoci a scattare un sacco di foto e a puntare il naso all’insù: queste sono le architetture più all’avanguardia di tutta Milano, divise per decennio, stile e origine.
Le ARCHITETTURE d’AVANGUARDIA da ammirare a Milano
# Villa Necchi Campiglio (1932)
Villa Necchi – Ph. @kellybehunstudio IG
Capolavoro razionalista di Piero Portaluppi, questa splendida villa fu progettata tra il 1932 e il 1935 per una delle più ricche famiglie dell’imprenditoria lombarda: le sorelle Nedda e Gigina Necchi e il marito di quest’ultima, Angelo Campiglio. Appartata nel verde a due passi dalla centralissima piazza San Babila la Villa divenne subito un modello nell’arte di abitare per i suoi lussi mai visti prima: citofoni interni, ascensore, cinema, palestra, campi da tennis e piscina riscaldata, la prima in assoluto a Milanoper una dimora privata.
Credits: fai.it
Villa Necchi Campiglio si trova in via Mozart 14 ed è visitabile al suo interno e nei suoi eleganti giardini come il più prestigioso fra i musei legati all’edilizia abitativa meneghina, un circuito presto diventato noto come “Case Museo di Milano.” Oggi, fra l’altro, fa parte del FAI (Fondo Ambiente Italiano.)
# Torre Velasca (1957)
Credits: @milanocityitalia IG
Abbandonando il fermento razionalista precedente al 1945, il secondo dopoguerra è il periodo-motore del nostro paese e in particolare a Milano, che come larga parte del paese del nord Italia viaggia incontrastata verso il progresso in svariati settori, non ultimo quello edilizio. Negli anni Cinquanta e Sessanta la città diventa laboratorio della modernità, fucina di sperimentazione con progetti avveniristici che ancora oggi ne caratterizzano il volto. Esempi? La Torre Velasca, soprannominato il “grattacielo con le bretelle” per le travature oblique che sorreggono il corpo aggettante. È un colosso di 27 piani per 106 metri di altezza in calcestruzzo armato con rivestimento in pietra, oggetto dal 2020 di una monumentale operazione di restyling destinata a concludersi nella primavera del 2024 con la novità di un ristorante dalla vista mozzafiato al diciottesimo piano.
# Il Pirellone (1960)
Credits Andrea Cherchi – Pirellone
Assieme ad essa, simbolo indiscusso della rinascita post-bellica di Milano è l’opera razionalista di Gio Ponti (1960), che con i suoi 127 metri di altezza su 31 piani diventa uno degli edifici in calcestruzzo armato più imponenti al mondo: il Pirellone. Costruito in origine per ospitare gli uffici della Pirelli, fu acquistato dalla Regione Lombardia nel 1977. La terrazza all’ultimo piano, dedicata a Enzo Jannacci, è accessibile ogni domenica (ingresso libero) per ammirare un panorama a volo d’uccello dalle Alpi alla Pianura Padana.
# Porta Nuova (2008 – in corso)
diario_dal_mondo IG – Porta Nuova
Per parlare del nuovissimo progetto di Porta Nuova iniziato quasi quindici anni or sono servirebbe un articolo a parte, ma chi come me è già entrato negli -anta ben ricorda il degrado e il quasi abbandono di una zona che, a parte le stazioni ferroviarie e le luci spettrali del vecchio Luna Park Varesine, chiuso definitivamente nel 1998, non aveva granché da offrire in termini di innovazioni. L’ambizioso progetto di riqualificazione urbana dei quartieri Garibaldi, Isola e Varesine è nato nel 2009, e la vasta area pedonale e riqualificata patria della nightlife ha il suo punto di inizio a Porta Garibaldi, dove si trova il Milano Eataly Smeraldo.
Credits pieroor-pixabay – Torre Unicredit
Poco più avanti, l’imponente Samsung District e Piazza Gae Aulenti con la Torre Unicredit di 231 m, centro nevralgico del quartiere opera dell’architetto Cesar Pelli: un podio circolare che si eleva per 6 metri sul livello della strada e ospita uno spettacolo d’acqua, di luci e suoni con il Solar Tree che si illumina di sera sfruttando l’energia solare accumulata durante il giorno.
Credits Andrea Cherchi – Bosco verticale dall’alto
Infine, affacciato sul quartiere Isola quartiere Isola non possiamo non imbatterci nel Bosco Verticale di Boeri completato nel 2014, nuovo modello di sostenibilità urbana formato da due torri che contengono 900 alberi e 2 mila specie vegetali, e il Diamond Tower, struttura in acciaio e vetro di 600.000 mq che ospita uffici direzionali.
Una delle nuove anime verdi della città costruita sull’area un tempo occupata dalla Vecchia Fiera di Milano. Interamente pedonale, si tratta di una zona urbana sostenibile con palazzi moderni dotati di domotica alimentati quasi interamente grazie a energie pulite e rinnovabili. È formata da un vasto shopping e business district, oltre a una serie di locali perfetti per aperitivo o smart working.
Credits Andrea Cherchi – Citylife tra gli alberi
Guardando all’insù si potrà ammirare il trio dei palazzi che hanno cambiato radicalmente lo skyline milanese: le Tre Torri, ribattezzate Isozaki, Hadid e Libeskind, dal nome dei celebri architetti che le hanno concepite e presto soprannominate dai milanesi il Dritto, lo Storto e il Curvo. Per il resto, la zona nuova di zecca comprende edifici residenziali che ospitano 530 appartamenti di lusso e un vasto e curatissimo giardino all’inglese, dentro il quale si snodano viali pedonali, panchine, attrezzi per sport all’aria aperta e molto altro ancora.
L’antica e originale Fondazione nata nel 1949 si occupava principalmente di ricerca sociale e storiografica nonché di eventi culturali con eco e risonanza internazionale, soprattutto per quanto riguardava lo studio delle discipline storiche, politiche e socio-economiche moderne e contemporanee. La nuova Fondazione Feltrinelli ha iniziato a prendere forma dal 2013 ed è nota come la zona delle “piramidi di vetro”. Trattasi infatti di un complesso di edifici realizzato dallo studio di Herzog & de Meuron che ospita le sedi di Fondazione Feltrinelli e Microsoft Italia.
Credits: @alegaz Fondazione Feltrinelli
La struttura, esempio della nuova architettura contemporanea milanese, evoca le dimensioni dell’architettura storica del capoluogo lombardo. Lunga circa 200 metri ricostruisce infatti l’antico limite nord-occidentale della città ed è costituita da una serie di portali inclinati in cemento armato che riprendono la forma stereotipata della casa, con un accentuato tetto che ospita alcuni degli spazi più rappresentativi della Fondazione, svariati uffici e una biblioteca pubblica.
Farsi rivelare un buon posto per trovare funghi da qualcuno che di miceti, specie porcini, ne trova davvero è una impresa quasi impossibile. Partendo da questo presupposto vogliamo indicare 5 zone che da sempre sono meta di cercatori di funghi “dilettanti” ma ai quali può far piacere fare una gita emersi nella natura, dove è possibile avvistare selvaggina e dove è facile raccogliere anche delle ottime castagne. Foto cover: @ale_barny86 IG
I 5 LUOGHI migliori dove andare IN CERCA DI FUNGHI vicino a Milano
#1 Parco delle Groane, tra Saronno e Meda, adatto alle famiglie
Credits: orobie.it – Parco delle Groane
Gli oltre 7.500 ettari del Parco delle Groane, situato al nord di Milano nel territorio compreso tra Saronno e Meda. Adatto per le famiglie, percorribile per la maggior parte anche in bicicletta, offre un ambiente ideale per cercare funghi, prevalentemente chiodini. Non sono rari gli avvistamenti di lepri, scoiattoli e uccelli vari che rendono sempre e comunque piacevole una gita all’interno del parco. Per i più pigri.
#2 Valle Brembana, per scovare il re dei funghi
Valle Brembana
Non ci si avventuri senza una adeguata attrezzatura dato che si tratta di un terreno montuoso, a volte impervio. Ovviamente più ci si addentra in zone poco battute e più si ha la possibilità di trovare il re dei funghi, il PORCINO. Bisogna risalire il fiume Brembo e spingersi oltre Sedrina per trovarsi in una natura meno sfruttata e con minori passaggi da parte di persone, specie i cercatori di funghi più esperti. Senza dover percorrere molta strada con tornanti è sufficiente arrivare alla zona di Selvino, un tempo tra le mete più gettonate per trovare una seconda casa che fosse vicino a Milano e permettesse di respirare aria buona, può regalare delle soddisfazioni. Ultimo suggerimento la zona di San Pellegrino Terme che garantisce un eccellente posto a fine “caccia” per potersi riposare e gustare qualche prelibatezza in una cornice dal fascino incredibile. Per gli Indiana Jones del miceti.
#3 Alta Brianza
Alta Brianza
Tutta la zona a sud del Lago di Como è considerata Alta Brianza, anche se per i milanesi prendiamo in considerazione il parco di Montevecchia. Già meta citata per altri motivi Montevecchia è un ottimo posto per cercare miceti. Come in tutte le zone boschive che annoverano la presenza di castani non è raro imbattersi in qualche esempio di Boletus anche se molto difficilmente si tratta di quello Nero, decisamente il più pregiato. Essendoci un discreto passaggio di persone consigliamo le prime luci dell’alba avendo cura di smuovere delicatamente le foglie nel tentativo di scorgere qualche fungo che ancora deve ergersi per farsi notare e raccogliere da chiunque lo veda. Per chi vuole allenare il gluteo con le ripide salite di Montevecchia.
#4 Sud Milano, a confine con la provincia di Pavia
Certamente non indicata per cercare funghi di pregio ma soprattutto chiodini la zona sud di Milano, ovvero tutta quella confinante con la provincia di Pavia, che grazie ai sistemi di canalizzazione per uso agricolo offre una serie infinita di posti perfetti per “cacciare” l’Armillaria mellea, così il suo nome scientifico. Se di piccole dimensioni può essere decisamente gustoso nel suo insieme mentre se cresciuto oltre i 7-8 centimetri deve essere utilizzata solo la parte della punta in quanto il gambo diventa coriaceo e difficilmente digeribile. Ottimi se cucinati trifolati o conservati sott’olio. Nei pressi dei canali è inoltre molto frequente l’avvistamento di animali e anfibi. Per chi non teme insetti.
#5 Bassa Valtellina, perfetta per la ricerca di funghi pregiati
Bassa Valtellina
Allontanandosi da Milano e percorrendo la strada che porta a Sondrio si attraversano una serie di valli secondarie che morfologicamente sono perfette per la ricerca di funghi, anche quelli pregiati compreso l’Ovulo, rarissimo fungo della famiglia delle amanite e che è eccellente mangiato crudo.
Anche se verrebbe voglia di fermarsi verso i Piani di Resinelli che distano pochi km da Milano consigliamo di proseguire la strada e la serie di gallerie che portano verso Morbegno per poi dirigersi verso Bema o in direzione opposta verso Pioda e la Val Masino. Sempre ricordando di accertarsi riguardo le normative del posto e, ovviamente, rispettare i boschi e la natura in genere, qui vi troverete in ambienti poco frequentati e se aiutati dal momento propizio e dalla buona sorte potrete tornare con dei buoni cesti di funghi. Per il cercatore di livello.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
La rete metropolitana di Milano continua a crescere. Questi sono i nomi delle prossime stazioni da terminare o da mettere in cantiere.
I NOMI delle 32 NUOVE FERMATE in arrivo sulla METRO di Milano
#M1: 5 fermate nei due prolungamenti
L’estensione a nord della linea prevede due nuove fermate per 1,9 km di tracciato:
Sesto Restellone
Cinisello Bettola o Monza Bettola
Atteso il nuovo bando entro l’inizio del 2024 per riattivare il cantiere fermo da tempo e aperto da oltre 13 anni.
Prolungamento M1 Monza-Bettola
L’estensione a ovest prevede tre nuove fermate lungo 3,5 km di percorso:
3. Parri
4. Baggio
5. Quartiere degli Olmi
Il bando per l’avvio dei lavori è programmato per il 2024, l’inaugurazione entro il 2030
Credits: Urbanfile – Prolungamento Bisceglie-Quartiere degli Olmi
# M4: 15 fermate in arrivo di cui 2 nell’hinterland
Nel tratto di M4 in costruzione nel territorio comunale sono ancora 13 le fermate da inaugurare su circa 7,7 km di tracciato:
6. Sforza Policlinico
7. Santa Sofia
8. Vetra
9. De Amicis
10. Sant’Ambrogio
11. Coni Zugna
12. California
13. Bolivar
14. Tolstoj
15. Frattini
16. Gelsomini
17. Segneri
18. San Cristoforo
Fine lavori annunciata per dicembre 2024.
Le nuove denominazioni delle stazioni delle linea blu
A est previsto il prolungamento già finanziato con 2 fermate e un tracciato di 3,1 km:
19. Idroscalo-San Felice
20. Segrate Porta Est
Nel 2024 atteso il bando per l’avvio dei lavori che comprende anche la trasformazione di Segrate in stazione di porta per servire treni suburbani, regionali e dell’Alta Velocità.
Quanto serve per vivere a Milano? Dipende se si sta in centro o in periferia. La cifra esatta l’ha calcolata il blog dei milanesi.
Questo è lo STIPENDIO BASE per VIVERE a MILANO
# Studenti o lavoratori
La vita a Milano costa sempre di più. Per uno studente il costodi una stanza si aggira tra i 400 e i 650 euro. Cifra che si impenna se si vuole abitare da soli: da un minimo di 900 a 1.200 euro al mese per un monolocale. A questo bisogna aggiungere la retta universitaria.
Le cose non cambiano per chi a Milano ci lavora. Lo stipendio medio a Milano è di 1.750 euro: ma è sufficiente? Risposta: dipende da dove si vive. Se si vuole frequentare le zone centrali di Milano quanto servirebbe?
Tutto dipende dalla zona. Quelle che risultano con il costo della vita maggiore sono quelle dei Navigli, di via Tortona e di parco Sempione. Per trovare livelli di spesa più accessibile bisogna allontanarsi dal centro.
Segrate, Sesto San Giovanni, San Donato milanese, Paderno Dugnano, Cernusco sul Naviglio e Brugherio offrono ancora ottime soluzioni anche per chi vuole continuare ad utilizzare l’auto o la metropolitana. Ma per frequentare le zone più centrali quanto ci vuole?
# Lo stipendio base per vivere a Milano: 3.000 euro
Il blog dei milanesi ha calcolato che per vivere bene in una zona centrale a Milano lo stipendio minimo netto deve essere di almeno 3.000 euro al mese, almeno a stare in affitto. Lo stipendio medio della città di 1.700 mesi risulta insufficiente a pagare sia l’affitto che le spese per intrattenersi in città.
Con 3.000 si può vivere anche se sarà molto difficile potere mettere da parte qualche risparmio. Soprattutto se si desidera acquistare casa: Milano, infatti, è la città dove la casa al metro quadrato costa di più che in tutto il resto d’Italia.
Dopo essere stata esposta per 4 mesi davanti all’ingresso della Triennale, la TBM Stefania arriva al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci. Le immagini esclusive del viaggio.
La TBM Stefania “trasloca” al MUSEO Nazionale della SCIENZA e della TECNOLOGIA (FOTOGALLERY)
# La TBM Stefania, una delle 6 che ha scavato le gallerie della M4, cambia “casa”
Webuildgroup – Trasferimento TBM
Dopo avere concluso il suo lavoro di scavo di 5 km a marzo del 2018, rompendo l’ultimo diaframma e facendo ingresso Piazza Tricolore, la TBM Stefania era stata esposta davanti all’ingresso della Triennale di Milano a fine febbraio 2023. In realtà solo la testa, dal diametro di 6,7 metri dal peso di 58 tonnellate, che per 4 mesi i milanesi hanno potuto ammirare nell’ambito della mostra “Costruire il Futuro”, una panoramica su infrastrutture, sostenibilità e innovazione promossa da Webuild.
Il 30 ottobre 2023 “Stefania” ha cambiato casa viaggiando di notte per 1,5 km lungo le strade di Milano, da viale Alemagna a via Olona, per raggiungere il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia dove rimarrà esposta in modo permanente.
Sempre più abitazioni gestite con l’affitto breve. Non solo: un business in mano a pochi soggetti o comunque a chi ha più proprietà immobiliari, e che sta contribuendo ad escludere dalla città i milanesi con redditi medio-bassi e gli studenti. Scopriamo cosa emerge dai dati di questa analisi.
AIRBNB spopola: le CASE di MILANO sempre più SOLO per TURISTI
# Dal 2018 una crescita del 35%
CC-BY-SA Offtopic Lab – Annunci al 2023 su Airbnb
InsideAirbnb ha fatto una fotografia della situazione degli immobili messi a reddito con affitto breve in città tramite Airbnb. Un fenomeno esploso dopo Expo 2015, quando Milano si è aggiunta all’asse del turismo internazionale composto dalla tratta Roma-Firenze-Venezia. Una crescita costante, nel 2023 sono stati battuti i record di turisti pre-pandemia del 2019 con il mese di luglio miglior mese di sempre, seguita da quella degli alloggi su Airbnb.
CC-BY-SA Offtopic Lab – Annuci dal 2018
La crescita degli annunci dal 2018 è stata del 35%, +5.000 rispetto al 2022, a settembre 2023 erano un totale di 24.177.
# Boom degli affitti brevi nelle periferie
CC-BY-SA Offtopic Lab – Differenza percentuale annunci 2018-2023 su Airbnb
Se l’aumento più consistente in numeri assoluti di annunci negli ultimi 5 anni è stato registrato sull’asse che idealmente conduce dal centro a NoLo, passando per Porta Venezia e Centrale, quello in termine percentuale si registra nelle periferie. I maggiori investimenti sono stati realizzati infatti in zone come Giambellino, Corvetto, Viale Monza/Via Padova dove acquistare appartamenti è meno costoso, la rendita garantita tramite affitto breve è più alta e il rischio di morosità è più basso.
# Nell’82% dei casi l’annuncio riguarda case intere
CC-BY-SA Offtopic lab – Tipologia di annunci
Airbnb nasce per consentire al proprietario di una casa di affittare una camera extra per un week end per pagarsi le spese. Negli anni però la situazione è radicalmente cambiata e a settembre 2023 ben l’81,6% degli annunci riguardava interi appartamenti e il prezzo mediano per notte è sempre più simile a quello di un hotel. In 5 anni è aumentato del 50% arrivando a 125 euro.
# Un affare per pochi
CC-BY-SA Offtopic Lab – Host con più annunci su Airbnb
L’ultimo dato interessante, che emerge analizzando i dati di InsideAirbnb, evidenzia come gli affitti brevi stiano diventando un affare per pochi soggetti, soprattutto agenzie e start-up specializzate nell’affitto breve. Il 50% degli annunci è gestito da utenti che hanno almeno due immobili sulla piattaforma e il 20% degli annunci, pari a 4.889, è di host con almeno 10 proprietà, un numero quasi triplicato dal 2018.
Credits viaggiatore_per_hobby - Castello di Malpaga
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#1 La Villa Reale di Monza, costruita per volontà dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria
Instagram: sangiorgi_ivan
La Villa Reale di Monza è stata costruita per volontà dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria tra il 1777 e il 1780 come residenza estiva per il figlio Ferdinando d’Asburgo. Fonte d’ispirazione dell’architetto Piermarini è stata la Reggia di Caserta. La villa passò in mano ai Savoia quando la Lombardia venne annessa allo Stato del Piemonte. Umberto I di Savoia fece ornare la villa con i gusti dell’epoca portandola a un cambiamento radicale. Oggi ospita numerose mostre ed è la casa degli eventi principali che si svolgono nella provincia di Monza e Brianza.
#2 Morimondo, il borgo milanese famoso per la sua abbazia cistercense
Morimondo. Credits: im_lost_in_vacation (INSTG)
Il borgo di Morimondo, a 30 minuti dal centro di Milano èfamoso per la sua abbazia cistercense, la cui costruzione è iniziata alla fine del 1100 e che prende il nome dall’abbazia di Morimond a Digione. Immerso nel Parco Regionale della Valle del Ticino ospita ben 14 cascine, molte delle quali di derivazione diretta dalle grange fondate dai cistercensi, come Fallavecchia, Fiorentina, Monte Oliveto, Coronate, Basiano, Ticinello, altre sono diventate agriturismi.
#3 Crespi d’Adda, il primo villaggio industriale d’Europa
Credits: @latuaitalia Crespi d’Adda
Crespi d’Adda è un piccolo villaggio industriale di 400 anime e 85 ettari perfettamente conservati, il primo in Europa,riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità. Si caratterizza per delle casette a schiera tutte identiche realizzate per ospitare gli operai del cotonificio. L’idea degli imprenditori Cristoforo Benigno Crespi e il figlio Silvio Benigno era di costruire il perfetto borgo operaio nell’epoca della rivoluzione industriale.
#4 Castello di Malpaga, una fortezza immersa nel verde
Credits viaggiatore_per_hobby – Castello di Malpaga
Il Castello di Malpaga, in provincia di Bergamo è una vera e propria fortezza immersa nel verde. Nelle campagne si erge questa imponente struttura in pietra capace di trasportare i visitatori indietro nel tempo, nell’epoca dei signorotti e delle loro abitudini bucoliche. Al suo interno ospita diversi affreschirisalenti all’epoca rinascimentale e tutti gli spazi sono visitabili.
#5 Valganna, con la deliziosa Badia di San Gemolo
Credits glarroux – Badia di San Gemonio
Valganna è piccolo comune della provincia di Varese suddiviso in quattro diversi centri, Ganna, Ghirla e le frazioni più piccole: Boarezzo e Mondonico. La Badia di San Gemolo è la principale attrazione di Valganna, nella località Ganna, edificata nel luogo di uccisione del martire Gemolo. La Chiesa ospita diversi affreschi e numerose opere ed è sede di un museodireperti archeologici antichi di carattere sacro e non solo.
#6 Consonno, la “Las Vegas della Brianza” diventato un paese fantasma
Credits: wikipedia.org – Consonno
Il borgo di Consonno è una frazione del comune di Olginate, conosciuto per essere stato per qualche anno la “Las Vegas della Brianza”. Voluta dal Grande Ufficiale Conte di Villa dell’Olmo Mario Bagno, un eccentrico imprenditore milanese di origini vercellesi, negli anni ’60 Consonno ospitava nei propri locali grandi personaggi della musica. Tra le costruzioni realizzate un castello medievale, il celeberrimo “minareto”, un luna park e un giardino zoologico. L’equilibrio idrogeologico del territorio venne però compromesso a tal punto che le piogge provocarono alcune frane distruggendo la strada di collegamento con la “città dei balocchi”. Da allora Consonno è diventato un paese fantasma.
#7 Santuario della Madonna del Ghisallo, punto di snodo della celebre tappa del giro d’Italia
Credits b.vergani IG – Santuario della Madonna del Ghisallo
Il passo del Ghisallo è famoso per il Santuario della Madonna del Ghisallo, Santa Patrona dei ciclisti, e per essere una celebre tappa del giro d’Italia. Per questo motivo maglie o biciclette di ciclisti vincitori di fare importanti lasciavano qui le loro maglie o biciclette. Per trovare un luogo dove racchiudere questi cimeli fu realizzato il Museo del Ciclismo “Madonna del Ghisallo” che vede ad esempio al suo interno le biciclette con cui Bartali, Coppi e Merkx vinsero il tour de France e la bici con cui Gismondi vinse il giro d’Italia.
#8 Fiore di Pietra, un’opera architettonica a 1.700 metri d’altezza sul Monte Generoso
Credits lele.stampi IG – Fiore di Pietra
Fiore di Pietraè un’opera architettonica a firma di Mario Botta sul Monte Generoso, a confine tra Italia e Svizzera. Posizionata a più di 1.700 metri d’altezza è una struttura dal design contemporaneo raggiungibile dal lato italiano solo a piedi, attraversando un sentiero di montagna non particolarmente difficoltoso. La visita alla struttura e la vista dalla cima, poi, vale tutta la fatica.
Per i più pigri invece si può prendere il trenino dal lato svizzero.
#9 Bellagio, la perla del Lago di Como
Credits: eccolecco.it – Bellagio
Bellagio è la perla del Lago di Como, il più famoso tra i centri affacciati sul bacino lacustre grazie alla sua posizione geografica, i numerosi locali, ristoranti e stabilimenti. Tra le sfarzose ville con immensi giardini di questo borgo pittoresco, Villa Sebrelloni è la più celebre: proprietà della fondazione Rockfeller di New York è stata costruita nel ‘700 del secolo scorso sulle rovine di un antico castello.
#10 Sirmione, il borgo medievale con la rocca scaligera a sfioro sul Lago di Garda
Sirmione. Credits: @paolotrl IG
Sirmione è un borgo quasi senza tempo che si trova una lingua del lago di Garda. Da vedere le Grotte di Catullo di epoca romana, l’antica villa che offre un bellissimo panorama sulla città, le terme virgiliane e quelle catulliane e infine la rocca scaligera di epoca medievale che sembra affiorare proprio dalle acque del Lago.
Non esiste milanese che a nominarla non gli venga da sorridere e non gli venga qualche battuta di cattivo gusto che, giustamente e ingiustamente, hanno dato a questa famosa piazza una brutta nomea. Negli anni Novanta ero solito frequentare questa zona, ma non certo per fare acquisti loschi, ma solamente perché non molto distante si trovava una delle sale prove più importanti del milanese (Malibù Studio). Non nego che attraversando i vialetti abbia visto strani movimenti, loschi passaggi di “mani”, ma alla fine personalmente ne sono sempre stato fuori e col cuore triste per vedere certe cose proseguivo la mia strada. Fortunatamente le cose sono un po’ cambiate o forse no? Entriamo nei segreti di Piazza Vetra.
I SEGRETI della piazza più FUMOSA di Milano
# L’origine del nome: un fiume?
Credits: @postibelliamilano Basilica Piazza Vetra
Milano, si sa, sorge sull’acqua e benché, al giorno d’oggi, la maggior parte sia stata ricoperta dal cemento, già dalla fine dell’Ottocento era stata stilata una mappa dettagliata dello stato idrologico della città. Ne era uscito che la città era attraversata da corsi d’acqua sia naturali che artificiali. Tra questi corsi si possono notare il Grande e il Piccolo Seveso, ma anche, appunto, il Vetra.
Molti sono i dubbi e gli studi fatti per capire la derivazione del nome della piazza omonima. Alcuni sostengono che derivi, molto semplicemente, dal corso d’acqua risalente all’epoca romana. Altri, invece, hanno scoperto che in tempi antichissimi, esisteva una via delle Vetra dei Cittadini e non distante anche Contrada dei Vetraschi. Un’altra ipotesi è che il nome derivi dalla famiglia nobiliare milanese dei Vetra e infine altri ancora sostengono che il nome derivi da castrum vetus che era il nome della più antica fortificazione che difendevano Milano nella sua epoca romana.
# Per tre secoli è stato il luogo dei roghi e delle esecuzioni
Credits: passimilano.com Esecuzione in Piazza Vetra
Al di là delle diverse ipotesi sull’origine del suo nome, una cosa certa è che dalla fine del 1500 fino a tutto il diciannovesimo secolo fu il luogo dove vennero eseguite le condanne a morte e in particolar modo dove centinaia di eretici e presunte streghe furono messe al rogo.
Tra le morti celebri va ricordata la storia di Caterina Medici che, ripudiata dal capitano Vacallo, decise di affidarsi alla magia nera e ad una fattucchiera che le suggerì di introdurre nel letto dell’amato tre nodi d’amore. Scoperta, fu arrestata e rinchiusa in un ospizio. Una volta scontata la sua pena trovò impiego presso il senatore Ludovico Melzi che morì in circostanze misteriose poco dopo. In seguito a questo episodio fu accusata di stregoneria e condannata al rogo in Piazza Vetra. Anche il Manzoni parlò dei roghi della piazza quando nei Promessi Sposi parla di Guglielmo Piazza e Gian Giacomo Mora (gli untori della peste) che vennero torturati e arsi vivi.
Col passare dei secoli, la piazza divenne luogo frequentato da piccoli criminali e bande malavitose che passarono alla storia con il nome ligera. All’inizio del Novecento ci fu il celebre omicidio (o suicidio?) della Rosetta della Vetra, una prostituta che viene ricordata nella celebre ballata La povera Rosetta.
In seguito alla guerra, dopo i pesanti bombardamenti, la piazza fu oggetto di ricostruzione e restauro che però, alla fine, hanno ben poco dell’antico aspetto prebellico della piazza. Nonostante una rivalutazione urbana, con l’allargamento dell’area destinato al verde, la costruzione dell’Esattoria Civica (non più attiva), la piazza divenne luogo di spaccio. E verso la fine degli anni Settanta fu anche teatro di una sparatoria tra la banda Vallanzasca, che stava facendo un sopralluogo per una futura rapina, e le forze dell’ordine, persero la vita sia un bandito, sia un brigadiere.
# La piazza oggi
Credits: @liviar72 Piazza Vetra
Oggi è tutto diverso. Fa sempre un po’ impressione passeggiare per questa piazza e pensare che il suo passato fosse così lugubre. A dire il vero, non è che piazza Vetra abbia chissà cosa da vedere, ma sicuramente al giorno d’oggi è un importante luogo della movida milanese. Un luogo dove poter sorseggiare un calice di vino e ammirare i recenti murales che raccontano Milani attraverso i ritratti di personaggi illustri.