Dove c’era una carrozzeria oggi c’è una casa per giovani artisti. Scopriamo come è stata trasformata.
VILLA CLEA: la CARROZZERIA di MILANO trasformata in RESIDENZA per ARTISTI
# Villa Clea, un ibrido tra residenza, alloggio e spazio espositivo
bmb.livestudio IG – Villa Clea
L’idea è venuta a Allina e Matteo Corbellini, due architetti milanesi di ritorno da esperienze all’estero che hanno scelto questa zona al confine tra il centro urbano e la prima campagna della Valle della Vettabbia, per dar vita a Villa Cilea. Un ibrido tra residenza, alloggio e spazio espositivo in una zona dove negli ultimi anni sono sorti altri spazi spazi d’arte come Hub/Art, Motelsalieri, Chezplinio e Viafarini.work. Il progetto è sostenuto da Comune di Milano e Fondazione Cariplo.
# Prima era una carrozzeria
Carrozzeria prima della trasformazione
Un tempo questo spazio era una carrozzeria dotata di un grande forno. Ora invece si compone di loft, atelier e aree comuni tutti affacciati sullo stesso cortile condiviso con il resto del vicinato. Un giardino di erbe mediterranee ha preso il posto del forno, un altro giardino è invece sul tetto della struttura per “offrire a tutti i palazzi attorno un punto di vista migliore, prima vedevano solo il tetto di una carrozzeria”, spiegano i due fondatori. Nel complesso c’è anche la loro casa privata e due piccoli appartamenti disponibili per i progetti di residenza. Tutto ruota attorno all’argilla e a una particolare scelta di colori per pareti, tende, pavimenti, arredi.
# A chi si rivolge
ariskonstanto IG
Villa Clea è aperta a giovani artisti emergenti di volta in volta selezionati, alla comunità locale e a normali ospiti tradizionali con possibilità di affitto anche per brevi soggiorni. Le persone che decidono o sono selezionate per vivere qualche giorno in questa residenza devono essere disposte a condividere e soggiornare insieme. Proprio con questa particolarità Villa Clea vuole differenziare la sua proposta rispetto agli altri spazi espositivi a Milano.
# La prima mostra e la prima residenza
villaclea IG
Il debutto artistico e la prima residenza è di Andrea Smith, classe ’92 che vive e lavora New York, che mostra al pubblico “una parte della sua intimità nella casa, invitando i visitatori a passare tra l’infilata longitudinale delle stanze che, con le sue reliquie personali, rievocano l’infanzia.” Il successivo nome per il mese di novembre è quello del ballerino francese Sulian Rios.
La STRADA SOMMERSA dall’OCEANO: può essere PERCORSA solo POCHE ORE al GIORNO
# Due volte al giorno viene sommersa dall’acqua dell’Oceano Atlantico
marie_nancy_nantes IG – Passage du Gois
La strada si chiama Passage du Gois ed è molto conosciuta in Francia per il bizzarro fenomeno naturale che la caratterizza. Due volte al giorno viene infatti inghiottita dalle acque dell’Oceano Atlantico.
jb_fortyeight IG – Passage du gois
Si tratta di una strada naturale rialzata lunga 4,125 km che mette in collegamento il comune di Beauvoir-sur-Mer all’isola di Noirmoutier, in Vandea, che con l’alta marea diventa inaccessibile: l’altezza dell’acqua che la ricopre oscilla tra 1,3 e 4 metri.
# I lavori per renderla transitabile dall’auto
Di Tux-Man – Opera propria, CC BY-SA 3.0 – Passage du Gois
Per consentire il transito alle auto durante il periodo di bassa marea, tra il 1935 e il 1939 è stata realizzata una pavimentazione stradale a copertura del percorso. Si compone di lastre in cemento armato della misura di 40 × 40 × 12 centimetri, posate in diagonale su un letto di sabbia e pietra naturale.
le_gobeur_dhuitres IG – Passage du gois
Il Passage du Gois è diventata una vera e propria meta turistica dato che consente un accesso privilegiato all’isola di Noirmoutier e anche famosa per la pesca di conchiglie e ostriche. Bisogna prestare comunque sempre attenzione a rispettare gli orari in cui è consentito utilizzare il passaggio, indicato da appositi cartelli che segnalano quando è prevista la successiva bassa marea. Un avvertimento necessario dato che anche in anni recenti sono successi incidenti mortali, l’ultimo nel 2020 quando una donna di 66 anni è annegata mentre si trovava alla guida della propria auto nonostante l’alta marea.
# Le gare sportive: Foulées du Gois e Tour de France
procyclinguk.com – Tour de France 1999
Il passaggio viene utilizzato anche per gare sportive. Ogni anno si tiene infatti la Foulées du Gois, una corsa podistica che parte con l’inizio dell’alta marea. In diverse occasioni la strada è stata utilizzata durante il Tour de France, la più famosa gara ciclistica al mondo. Nel 1999 faceva parte della seconda tappa della corsa, quando ci fu una maxi caduta a causa della superficie scivolosa, mentre nel 2011 il passaggio fu scelto come punto di partenza della prima tappa.
Il planetario milanese è uno degli edifici culturali più frequentati in città, dove andare alla scoperta dei segreti della Terra e delle galassie che ci circondano. Ma oltre a essere il più grande d’Italia ci sono altre curiosità che in pochi conoscono. Scopriamole insieme. Foto cover: @lofficina_del_planetario IG
Le 4 curiosità che pochi conoscono sul PLANETARIO di Milano, il più GRANDE D’ITALIA
# Fu donato a Milano dall’editore Hoepli
Credits Barbara Hoepli – Ulrico Hoepli
All’interno dei Giardini Pubblici Indro Montanelli, in Porta Venezia, trova posto il Civico planetario “Ulrico Hoepli” meglio conosciuto come Planetario di Milano, voluto dall’editore italo-svizzero Ulrico Hoepli che volle regalarlo alla città. La progettazione fu ad’opera dell’architetto Piero Portaluppi e l’inaugurazione avvenne il 20 maggio del 1930 alla presenza tra gli altri di Benito Mussolini e dello lo stesso Hoepli. Fu in quell’occasione che l’editore comunicò ufficialmente la donazione del planetario alla città.
# La sua struttura è da record: la sala di proiezione misura quasi 20 metri di diametro
Credits ilenia.montiglio IG – Planetario Hoepli
L’edificio del planetario, disegnato in forme classicheggianti, è dotato di una grande cupola, e attrezzato al suo interno con uno strumento chiamato anch’esso planetario che proietta e rappresenta l’immagine degli astri e i loro movimenti sulla volta celeste. La sua struttura a forma ottagonale è stata costruita in muratura continua, con solaio e cupola emisferica in calcestruzzo. La sala di proiezione misura 19,6 metri di diametro per una capienza complessiva di 375 posti facendo del planetario di Milano il più grande in Italia.
I punti cardinali del planetario non combaciano con quelli terrestri e infatti il nord virtuale nella sala di proiezione è in direzione sud-est e coincide con la direzione di uscita dal planetario. Il motivo? La posizione migliore per il relatore è al nord, vicino all’ingresso, perché consente in modo più agevole di illustrare la parte più interessante e variegata della volta celeste, quella a sud per chi vive nell’emisfero boreale.
# All’interno della cupola è rappresentato il profilo della città
credits wikipedia.org – Profilo Duomo
Un’altra curiosità del planetario di Milano è ildisegno raffigurante il profilo della città, all’epoca dell’inaugurazione, posto alla base della cupola. Il Duomo è l’elemento più visibile mentre sono assenti per ovvi motivi le costruzioni successive al 1930 e dei giorni nostri come il grattacielo Pirelli, il palazzo Lombardia o la torre Unicredit.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Viviamo in una delle poche metropoli europee vicina a così tante spiagge balneabili. Ne abbiamo selezionate alcune raggiungibili entro un massimo di un paio d’ore di auto.
Le migliori SPIAGGE raggiungibili in poco tempo da Milano (in ordine di vicinanza)
#1 Idroscalo
idroscalo
Nato nel 1926 per far atterrare gli idrovolanti, negli anni Sessanta era la stazione balneare di Milano. Oggi si estende su 1,6 chilometri quadrati ed è sede di eventi e manifestazioni sportive. Si possono infatti praticare 22 discipline tra cu : rugby, vela, canoa, pallamano, surf. E’ balneabile solo nelle due piccole isolette, microaree di venti metri quadrati sul lato est con wakeboard, verso l’aeroporto.
surf all’idroscalo
A 10 chilometri dal centro, raggiungibile in meno di mezzora di auto (in caso di traffico).
L’Adda è uno dei due grandi fiumi che costeggiano Milano. A 41 chilometri (46′ in auto), Medolago sull’Adda è tra le 10 spiagge di Lombardia più amate dagli utenti di Tripadvisor.
Per gli indomiti della tintarella integrale, invece, la meta di riferimento è Cornate d’Adda. Area boschiva ben fronzuta e coperta da occhi indiscreti, per anni è stato il lido preferito da nudisti e naturisti. Leggi anche: le 10 meraviglie dell’Adda
#3 Spiaggia di Pusiano (CO)
pusiano
Il lago più vicino a Milano, molto sottovalutato. A 45 chilometri (49 minuti di auto). Nel lago si trova la piccola e incantevole Isola dei Cipressi, di proprietà privata.
#4 Spiagge sul Ticino (Melissa)
Melissa Beach
58 chilometri (50′): in località Golasecca (Sesto Calende) c’è Melissa Beach oasi di pace e di divertimento. Struttura attrezzata con bar, spiaggia ad ingresso libero con campo da beach volley. In alternativa, c’è anche il ponte di Vigevano, storica spiaggia sul fiume.
Quello del Ticino è il più grande parco fluviale d’Europa, già inserito nella lista del Patrimonio dell’Unesco. Leggi anche: I percorsi più belli nel parco del Ticino
#5 Castelletto Ticino (NO- Lago Maggiore)
castelleto ticino (cigognola)
A 60Km (1h 2′) sulla sponda piemontese del lago Maggiore c’è la Cicognola a Castelletto Ticino. Altre belle spiagge sul lago sono: Dormelletto, il lido di Cannobio e quello di Arona, sul lato piemontese. Sul lato lombardo ci sono Angera, Ispra, Ceresolo, Germignaga e Laveno.
#6 Iseo (BG)
iseo (spiaggetta)
A 87Km (1h 16′) si trova Iseo sull’omonimo lago reso celebre nel mondo dall’installazione galleggiante di Christo. Tra le spiagge la spiaggetta in erba di Iseo oppure la spiaggia detta Thaiti a Marone.
#7 Dervio (LC)
dervio (spiaggia bianca di onno)
83 chilometri (1h 12′ in auto). Sulla sponda orientale del lago di Como (si fa anche Kite surf). Sul lago di Como ci sono anche altre spiagge, più vicine a Milano, tra cui Bellagio, il lido di Menaggio, Argegno.
#8 Orta San Giulio (NO)
Orta (Lido di Gozzano)
85 chilometri (1h 11′ in auto). Una delle spiagge dell’incantevole lago d’Orta, il “lago dell’amore” del nord Italia.
#9 Colico (LC)
colico
A 89 km (1h 15′). Ultima spiaggia del lago di Como. Colico, punto di incontro di tre province, è adagiata ai piedi del Legnone, sull’estremità più settentrionale del lago, immersa nel verde, circondata da montagne. Si possono praticare diverse attività, dal wind surf, al kit surfing, al trekking. Leggi anche: Colico, la località più vivace del “lago più bello del mondo”.
#10 Desenzano del Garda (BS)
desenzano (spiaggia desenzanino)
A 119Km (1h 31′) il comune più popoloso del lago di Garda. Le spiagge principali sono quattro, tutte sassose: la spiaggia del Desenzanino, la spiaggia Feltrinelli, la Spiaggia d’Oro e la spiaggia di Rivoltella.
#11 Gardone Riviera (Salò – BS)
gardone riviera
A 130 chilometri (1h 50′) si trova una delle principali località turistiche del lago di Garda, caratterizzata dalla sua tipicità “mitteleuropea”. Famoso nel territorio il Vittoriale degli Italiani, dimora di Gabriele D’Annunzio visitata da circa 210.000 visitatori ogni anno.
La spiaggia di Gardone è anche l’unica tra le spiagge della Lombardia ad avere ottenuto la “bandiera blu”. E’ capace di competere con le migliori spiagge d’Italia.
Indicatissimo per chi non ama la folla. Con i suoi ciottolini bianchi e le numerose discese al fiume, offre un ambiente sufficientemente ampio (ben 50 km). Il non plus ultra del Trebbia è rappresentato da Brugnello, minuscolo borgo del VI secolo distante 110 Km da Milano. Siamo in provincia di Piacenza e qui i residenti sono appena 11. Altra possibilità è la spiaggia di San Salvatore sul Trebbia a 125 chilometri (1h 45′).
#13 Varazze- Riviera di Ponente (SV)
varazze
Entro le due ore da Milano si arriva anche al mare. A162 chilometri (1h 51′ in auto) sulla riviera di Ponente. Per chi vuole fare qualche chilometro in più meritano Laigueglia e Varigotti.
#14 Recco- Riviera di Levante (GE)
recco
Per arrivare sulla riviera di Levante ci vuole qualche minuto in più, ma se si è fortunati si riesce ad arrivare entro le due ore sulla spiaggia sassosa di Recco (165 chilometri). Tra i benefits l’ineguagliabile focaccia al formaggio. Per chi vuole sforare le due ore in ci sono, nell’ordine, Camogli, Santa Margherita (Paraggi), Cavi di Lavagna (più comoda per i parcheggi) e Sestri Levante (Baia del Silenzio).
Siamo nei primi anni del 1500. Sulla gloriosa Milano di Ludovico e di Leonardo è calato il sipario per opera dei francesi, aprendo un lungo periodo di dominazioni straniere che si chiuderà solo con la nascita dell’Italia. Solo un miracolo può salvare Milano.
Gli “Undici Zampilli”: la FONTANA più antica di Milano. Era la nostra acqua di LOURDES
La città era nelle mani del francese Carlo II d’Amboise che secondo la leggenda soffriva di un male cronico che non riusciva a curare in alcun modo. Il governatore venne a sapere che a Milano esisteva una sorgente da cui usciva acqua miracolosa che guariva ogni male. Si mascherò così da mendicante e si recò in mezzo a tanti pellegrini che riempivano brocche da questa sorgente che zampillava nei pressi della porta Comasina. Il duca bevve l’acqua e si sentì risanato. Per celebrare il miracolo e dimostrare la sua riconoscenza alla Madonna il 29 settembre 1507 decise di edificare una cappella attorno alla fonte.
Da allora esiste una costruzione porticata che sorge in un avvallamento del terreno dietro l’abside della chiesa di S. Maria alla Fontana in via Thaon de Revel. In uno dei due ambienti che la compone, con le pareti rivestite da affreschi del cinquecento, un’ampia breccia custodisce, al riparo di una ringhiera, una rude pietra medievale da cui sgorgano gli “undici zampilli” dell’acqua miracolosa.
Nell’Ottocento la falda venne inquinata e la fonte venne chiusa salvo poi riaprire la fontana che è però collegata alla normale rete idrica della città. Non più miracolosa ma pur sempre la fontana più antica della città.
Fonte: A Milano c’è di Bruno Pellegrino – De Ferrari Editore
Dopo lunga attesa è stato inaugurato il primo tratto della M4 con le prime sei stazioni che conducono da Linate in pieno centro. Entro la fine del 2024 è prevista l’apertura dell’intera linea. Una metro che ci fa simpatia, soprattutto perché una linea 4 che viene costruita anni dopo la linea 5 dà un tocco di follia alla nostra città così sobria e razionale.
Tutto procede per il meglio. Anche se restano ancora delle questioni ancora irrisolte che potrebbero compromettere la soddisfazione di chi la utilizza.
METRO 4, una CIAMBELLA ancora senza BUCO: le QUESTIONI IRRISOLTE
#1 Fermate mancanti: Saini, Idroscalo e Tribunale
Ezio Cairoli – Aereo M4 frontale
Tra le richieste più disattese dai cittadini: il collegamento con il centro sportivo Saini. Così rimarrà in funzione il bus che fa da pendolo con piazzale Susa.
Il collegamento all’Idroscalo è piuttosto virtuale, anche se camminando un po’, si dovrebbe riuscire ad arrivarci dalla fermata di Linate.
Altre perplessità nascono per la mancata fermata al Tribunale che avrebbe potuto portare i passeggeri in prossimità di Largo Augusto, snodo cardine per i tram. La linea passa sotto la piazza ma senza fermata.
#2 Progetti di estensione: Buccinasco e Segrate
Non è ancora finita ma già si parla di un suo prolungamento. E’ in fase avanzata il progetto di estensione a sud ovest da San Cristoforo a Buccinasco. Ancora niente di ufficiale invece sull’estensione a est, anche se pare probabile che si prolungherà fino a Segrate.
Come denunciato da tempo dal blog Urban File la questione più controversa della linea blu sono i collegamenti o, meglio, i non collegamenti con le altre linee della metro. Rispetto agli interscambi delle linee attuali, quelli della linea 4 non consentono ai passeggeri di passare direttamente dalla linea blu ad altre linee della metropolitane: si deve invece uscire e rientrare dai tornelli. Nel progetto attuale lo scambio con la linea 2 a Sant’Ambrogio obbligherà i passeggeri a uscire sulla strada. Meglio va con lo scambio con la linea M1 a San Babila, anche se comporta anch’esso l’uscita e il rientro dai tornelli. La ragione ufficiale di questo disservizio è la necessità da parte degli enti che gestiscono in project financing la nuova linea di conteggiare esattamente i flussi e quindi il diritto monetario sui biglietti.
Altra anomalia rilevata è l’assenza di un interscambio con la linea 3. Anche se le due linee si incrociano sottoterra, non stata prevista una fermata di scambio. Si poteva forse creare una fermata comune tra Policlinico e Crocetta o, almeno, creare un collegamento pedonale tra le due fermate.
Questo il soprannome che già circola per definire la mancanza di estetica della M4, soprattutto per le sgraziate uscite delle varie fermate. In un mondo in cui le città fanno a gara per realizzare metro sempre più belle spiace che Milano resti così indietro.
L’ultimo scandalo in ordine di tempo è Arte4. Forse per rispondere alle critiche sulla cattiva estetica, il gestore ha lanciato nel 2020 un bando rivolto a street artist per decorare le stazioni della metro. Ma anche questo si è rivelato un boomerang: gli interventi artistici selezionati erano previsti a “totale carico dei proponenti”. Questo ha generato una ondata di critiche a cui i gestori hanno risposto promettendo: troveremo degli sponsor per pagare gli artisti. A tre anni dal bando del progetto di galleria d’arte non si ha più traccia. Vedremo che accadrà.
A confronto Milano sembra prussiana. Nei giorni in cui sono entrati in vigore a Milano i nuovi divieti alla circolazione, nella capitale nell’imminenza dell’entrata in funzione della ZTL vengono fatte slittare le nuove regole di un anno. Suscitando la protesta dei romani che si erano messi in regola.
La ZTL alla “ROMANA”: il giorno prima dell’entrata in vigore viene RIMANDATA di un anno
# La decisione della giunta capitolina: rinviata la ZTL
Ztl Fascia Verde
Mercoledì 1 novembre 2023: il giorno dell’entrata in vigore a Roma delle nuove regole della Fascia Verde. Si tratta della tanto discussa Ztl sorvegliata da 51 varchi elettronici e attiva dal lunedì al sabato 24 ore su 24 salvo festivi infrasettimanali che include l’intera area delimitata dal Grande Raccordo Anulare, compreso il centro storico e l’anello ferroviario, eccetto quattro zone periferiche denominate Zona A, B, C e D.
Ma arriva una sorpresa. Proprio il giorno prima viene emessa l’ordinanza n. 115 del 31 ottobre 2023 firmata dal Sindaco Gualtieri che posticipa il divieto di circolazione degli Euro 4 diesel di un anno, a novembre 2024. Rimangono quindi in essere i divieti attuali, per auto a benzina fino a Euro 2, diesel fino a Euro 3 e moto e motorini fino a Euro 1, mentre via libera veicoli a Gpl, mono e bi-fuel.
Così il primo cittadino romano spiega il provvedimento: “La nuova normativa non introduce limiti alla circolazione di veicoli che non fossero già limitati dal 2019. Saranno introdotti dei meccanismi che permetteranno ai divieti di essere sostenibili”. Le telecamere inoltre al momento fungono solo da monitoraggio, per l‘attivazione a fini sanzionatori bisogna attendere almeno il primo trimestre 2024.
# “Ci hanno imbrogliato”: le proteste di chi si era messo in regola
ZTL
Non sono tardate ad arrivare le protestedi chi si era messo in regola per rispettare la scadenza prevista, acquistando un nuovo veicolo meno inquinante, e garantirsi la libertà di circolare in città. Come Furio Capozzi che così scrive sulla pagina facebook “Roma Fa Schifo“: “Io ho rottamato il furgone a gasolio per prenderne uno a metano per lo stesso motivo. Che barzelletta questo sindaco senza alcun peso specifico. L’inquinamento è invisibile ma ammazza i cittadini ed io speravo che finalmente il sindaco lo avesse capito….”. Concetto ribadito da un altro lettore romano: “Io sapendo di questa novità ho fatto sacrifici enormi e ho cambiato l’auto. Come me tanti. E invece il giorno prima dell’entrata in vigore hanno prorogato la Ztl di un anno. Non mi fiderò mai più di questa mia città che mi ha solo imbrogliato, preso in giro, ridicolizzato e umiliato.”
È innegabile che la magia, l’illusione…affascini tutti! Io non sono da meno: questa la mia avventura al Museo delle Illusioni in via Settembrini 11.
La mia avventura al MUSEO delle ILLUSIONI di Milano
# Un museo non museo
moimilano – Tavolo dei cloni
Contrariamente a quanto succede nei musei a cui siamo abituati, il Museo delle Illusioni nasce con lo scopo di non limitarsi a mostrare qualcosa, ma di interagire in maniera attiva con essa. Una nuova concezione di museo che già nelle location scelte si differenzia completamente. L’idea nasce nel 2015 dagli architetti Sven Franc e Jasmina Frinčić che per il loro nuovo spazio espositivo decidono, come prima cosa, di non appoggiarsi alle classiche sale da museo, ma di adibire palazzi e strutture abbandonate a luoghi dove mettere in scena le imperfezioni che il nostro cervello produce se stimolato da immagini e impulsi esterni.
# La sala degli specchi
Foto redazione – Museo delle illusioni
Incuriosito da mesi, mi sono ritrovato sabato sera a guardare il sito del museo, scoprendo che il giorno successivo c’era la possibilità di prenotare la visita e complice l’entusiasmo di moglie e figlio, ho fermato il posto per le quattro e mezza del pomeriggio.
Arrivato a destinazione e dopo qualche minuto di fila, sono entrato: il primo luogo visitato è stata una classica sala degli specchi chiamata Infinity Room. Non nego che questo tipo di attrattiva (tipica dei luna park) mi ha sempre un po’ inquietato, ma questa volta era diverso, si entra davvero in un mondo e in una realtà completamente nuova dove la tua immagine è ripetuta all’infinito e dove lo spazio perde tutto il suo significato e valore.
# Il cilindro che fa girare la mente
credits: milan.museodelleillusioni.it
Una volta uscito, si trova non distante, il Vortix Tunnel dove i visitatori entrano dentro un cilindro attraverso una pedana, all’improvviso il cilindro comincia a girare vorticosamente dando la sensazione di cadere o perdere l’equilibrio, ma è tutto un’illusione: la pedana resta sempre immobile e chi ci fa cadere è solo la nostra mente.
# Le stanze antigravità
Foto redazione – Stanze antigravità Museo delle Illusioni
Le stanze antigravità sfidano ogni logica, attraverso una scenografia inverosimile e giocando con i nostri smartphone si possono ottenere immagini dove la realtà viene osservata sottosopra e viene completamente stravolta. Stanze con il pavimento in pendenza ci fa sentire novelli Michael Jackson, stanze con arredamenti posizionati in maniera tale che le persone fotografate assumono dimensioni diverse, stanze dove sembra di cadere verso un pozzo infinito nonostante in realtà tu sia perfettamente fermo.
# Moltiplicarsi all’infinito
Foto redazione – Specchi Museo delle illusioni
Specchi stroboscopici riflettono la nostra immagine all’infinito, un Vero Specchio che mostra come gli altri davvero ci vedono (ma per questo vi invito ad andarci e provare), per poi terminare il percorso in un corridoio dove quattro monitor proiettano quattro immagini che osservate da una certa angolazione sembrano fuoriuscire dallo schermo e venirti incontro.
Prima di uscire troviamo il classico shop dove si possono acquistare interessanti puzzle e rompicapo, oltre al classico merchandising di cappelli, magliette e felpe.
# Il mondo non è come lo vedi
credits: milan.museodelleillusioni.it
Ogni opera è studiata nei minimi particolari per mettere in dubbio la realtà che ci circonda. Per questa ragione al visitatore viene lasciata totale libertà di muoversi attraverso le varie stanze, trovare l’angolazione giusta per ingannare il nostro cervello. Un museo dove il visitatore interagisce passivamente guardando, ammirando e giocando con le “opere” esposte.
Insomma, è stata un’esperienza nuova, mai vista prima, che vale la pena, almeno una volta nella vita, visitarlo e accettare una volta per tutte che la realtà che ci circonda è completamente diversa da come abbiamo imparato a conoscerla.
Un passato romano, un ruolo chiave nella storia Longobarda, una secolare impronta veneta, a cui è legata per storia e tradizioni. Tre grandi tradizioni storiche da respirare passeggiando per il centro storico a una mezz’ora di treno da Milano.
BRESCIA: 10 attrazioni nella città leonessa a mezz’ora di treno da Milano
#1 Piazza del foro, la Brixia romana
Una piazza che lascia a bocca aperta chiunque vi metta piede. Con i resti quasi intatti del maestoso Tempio Capitolino, il Capitulum costruito da Vespasiano nel I sec. D.C..
Non solo. Brescia vanta il più importante complesso di età romanameglio conservatodel nord Italia: un vanto che l’ha portata a diventare Patrimonio Mondiale dell’Umanità secondo l’UNESCO.
#2 Complesso Museale di Santa Giulia
Anticamente era un monastero longobardo, celebre teatro della manzoniana storia della principessa Ermengarda: oggi è un vasto complesso museale di 14000 metri quadri, in cui sono conservati numerosi capolavori artisticidall’epoca romana a quella rinascimentale.
#3 Piazza Duomo
Oggi dedicata a papa Paolo VI, il più celebre figlio di questa città, questa piazza medioevale è uno dei ritrovi ideali dove rilassarsi in uno dei numerosi locali all’ombra delle facciate di tre importanti monumenti cittadini: il Duomo Vecchio, quello Nuovo e il palazzo del Broletto.
Il Duomo vecchio è un esempio di arte romanica di forma circolare, ben diverso dall’imponente e barocca Cattedrale nuova che vanta la terza cupola più grande d’Italia.
#4 Piazza della Loggia
Brescia
L’impressione di essere finiti in Veneto per lo stile architettonico degli edifici che ci circondano: infatti la piazza venne costruita in epoca rinascimentale proprio dalla Serenissima.
E’ la piazzapiù scenografica della città, con il bianco Palazzo della Loggia realizzato da celebri architetti come Jacopo Sansovino ed Andrea Palladio.
In epoca veneta questo era un luogo di ritrovo ma anche il punto in cui assistere alle esecuzioni capitali, mentre oggi qui è possibile fermarsi per sorseggiare un buon calice di Franciacorta.
#5 Piazza Vittoria con il primo grattacielo d’Italia
Marmorea piazza dallo stile totalitario realizzata nel 1927 da Mussolini, che qui fece edificare il primo grattacielo d’italia: il Torrione INA.
In questa piazza si trova anche una delle 17 stazioni della metropolitana cittadina, inaugurata nel 2013.
#6 Castello di Brescia
Ph. Manuel-H – pixabay
Dall’alto di quest’antica fortezza medievale, simbolo del potere visconteo prima e veneziano poi, si gode di una vista imperdibile su tutta la città.
Il castello ospita numerosi giardini e alcune esposizioni museali.
#7 Polittico Averoldi di Tiziano
Per gli amanti dell’arte tappa obbligatoria è la chiesa dei SS. Nazaro e Celso in cui è custodito il celebre Polittico Averoldi di Tiziano.
Capolavoro del grande artista veneto, che lo realizzò nel 1520/22, in cui un vittorioso Cristo Risorto si eleva irradiato di una luce folgorante in un fantastico cielo mattutino.
#8 Tomba del cane
Punto panoramico sulla città e il suo territorio, questo mausoleo dal gusto neogotico venne costruito nel 1860 sul colle della Maddalena in onore di Angelo Bonomini, benefattore dell’ospedale di Brescia che qui doveva essere sepolto.
Varie leggende narrano che il monumento prenda il nome di “tomba del cane” per tre possibili motivi:
Uno, che vi sia sepolto il cane del Bonomini.
Due, che vi abbia trovato sepoltura l’eroico cane di una giovane ragazza bresciana aggredita da un soldato austriaco e difesa dal suo compagno a quattro zampe.
Tre, che in quel monumento non vi sia sepolto nemmeno un cane.
#9 Museo delle Mille Miglia
Per gli amanti dei motori, tappa obbligatoria è il Museo delle Mille Miglie, fondato nel 2004 all’interno degli storici locali dell’ex monastero di St.Eufemia.
All’interno di queste sale è possibile ripercorrere l’avventurosa storia di quest’affascinante gara automobilistica attiva dal 1927 che, lungo un percorso di circa mille miglia da Brescia a Roma e viceversa, attira l’attenzione di tantissimi appassionati d’auto d’epoca e motori da tutto il mondo.
#10 Brescia Underground
Per scoprire cosa si nasconda nel sottosuolo di Brescia è possibile partecipare ad alcune escursioni guidate alla scoperta del sottosuolo della città.
Attraverso antichi canali sotterranei, fiumi e corsi d’acqua si potranno scoprire i segreti sepolti di una città magica e misteriosa. Un percorso adatto a tutti.
Si dice che Milano sia molto cambiata. Qui la trasformazione è ancora più evidente.
Le PIAZZE di Milano un tempo ORRENDE e oggi diventate BELLISSIME
# Piazza San Luigi (Corso Lodi): da “parcheggio” a pedonale
Piazza San Luigi
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Credits alessandro.merlini IG - Piazza San Luigi prima della riqualificazione
Credit mascheronirita IG - Piazza San Luigi riqualificata
Nel 2021 piazza San Luigi, nel Municipio 4, si è trasformata da parcheggio disordinato a una elegante piazza pedonale con sanpietrini, pietra, panchine, aiuole e alberi. Il traffico veicolare e i parcheggi sono ora limitati alle due vie laterali.
# I “cerchi” di Piazza Beccaria
Piazza Beccaria
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Credits hotel nuovo Milano - Piazza Beccaria pre intervento
Una trasformazione simile è avvenuto in pieno centro: in piazza Beccaria, su cui affaccia il Comando di Polizia Locale di Milano. Da parcheggio per auto e motorini a piazza pedonale con aiuole a creare un cerchio attorno alla statua di Cesare Beccaria, panchine e pavimentazione in pietra. I lavori iniziati nel 2012 e conclusi nel 2017 hanno riguardato anche largo Corsia dei Servi.
# Via Giacosa, da slargo a piazzetta
Credits Urbanfile - Piazzetta via Giacosa
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Credits Urbanfile - Piazzetta via Giacosa
Credits Urbanfile - Piazzetta via Giacosa riqualificata
In zona Rovereto-Nolo lo slargo adibito a posteggio davanti all’ingresso del Parco Ex Trotter, su via Giacosa, è diventata una piazzetta fruibile dai milanesi. Per la riqualificazione è stato usato il porfido e la pietra, sono stati realizzati marciapiedi larghi, aiuole e posate delle alberature.
# I nuovi giochi di Piazzale Archinto
Piazzale Archinto
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Credits Urbanfile - Piazzale Archinto pre riqualificazione
Nel 2020 piazzale Archinto all’Isola ha visto sparire auto e motorini in sosta per diventare pedonale. Al suo interno un’area giochi 180 mq con superficie antitrauma, panchine, alberi e aiuole che ricoprono 880 mq di verde.
# Piazza Olivetti diventa Symbiosis
Piazza Olivetti
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Google maps - Piazza Olivetti
Cresits: Andrea Cherchi - Piazza Olivetti
L’ex area manifatturiera a sud dello Scalo Romana si è letteralmente trasformata con il progetto Symbiosis. Manca ancora qualche tassello, con la realizzazione di un gruppo di edifici vetrati e la nuova piazza Olivetti in pietra con panchine, aiuole, arbusti e specchi d’acqua tra la sede Fastweb e quella di Fondazione Prada. Quest’ultima è frutto invece della riconversione e della riqualificazione di un’ex distilleria, il primo intervento della zona, nel nuovo polo della maison con anche museo, cinema e ristorante.
# Porta Nuova, la nuova City sulle ceneri del Luna Park
Porta Nuova
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Credits: pinteresti.it
le Varesine
Credits: pinteresti.it
le Varesine
Credits Andrea Cherchi - Porta nuova dall'alto
Non può mancare infine la riqualificazione più grande realizzata negli ultimi anni a Milano, quella di Porta Nuova, per un valore complessivo di oltre 2 miliardi di euro. Dove un tempo c’era un ampio e anonimo spiazzo su cui si ergeva la collinetta con il Luna Park delle Varesine oggi c’è una delle due nuove zone più visitate della città, insieme a City Life. In pochi anni su questo deserto urbano sono sorti il grattacielo più alto d’Italia, la nuova piazza con i giochi d’acqua intitolata a Gae Aulenti, altri grattacieli iconici come il Bosco Verticale, il Nido Verticale in fase di ultimazione, la Torre Solaria, il più alto edificio residenziale d’Italia, e il Diamantone lungo viale della Liberazione con il “mini” boulevard verde che conduce alla Biblioteca degli Alberi che rappresenta la nuova veste del vasto slargo di un tempo che si apriva davanti alla Stazione Garibaldi fino a piazza della Repubblica.
La mia prima volta in Area C a pagamento. Sono entrato in centro il 31 ottobre: a distanza di due giorni ho pagato il ticket di 7,50 euro ma sono ancora in attesa di capire come evitare la multa. La cronaca kafkiana.
AREA C: anche se PAGHI rischi di pagare di più
Credits Giovanni Citarda FB – Area B
Area C kafkiana. Ecco cosa mi è successo al mio primo tentativo di entrare in centro a pagamento.
#1 La mia prima volta in area C: pago il ticket… ma c’è una “sorpresa”
Premessa. A causa delle nuove regole in vigore, per poter entrare in area B e area C ho dovuto acquistare una Smart di seconda mano, alimentata a benzina euro5.
Martedì 31 ottobre. Per la prima volta accedo in area C.
Lo stesso giorno procedo al pagamento online sul sito del Comune :il pagamento di 7,50 euro è agile. Ma c’è un ma.
#2 Dopo aver acquistato il ticket bisogna “attivarlo”
Si effettua il pagamento del ticket ma senza inserire il numero di targa. In pratica si sta pagando senza avere nulla in cambio. Perché una volta acquistato il ticket va attivato. Inserendo appunto il numero di targa. Ma qui la faccenda inizia a complicarsi.
#3 “Classe non rilevata”: impossibile attivare il ticket acquistato
Provo ad attivare il ticket inserendo i dati dell’auto. Ma una volta inseriti, mi esce la dicitura: “CLASSE NON RILEVATA”. A quel punto appaiono un paio di autodichiarazioni relative a condizioni speciali che non si possono applicare alla mia auto. Quindi ho acquistato il ticket ma non riesco ad abbinarlo alla targa.
#4 Telefono, mail: the sound of silence
A questo punto telefono allo 02.02.02 ma dicono che gli uffici sono già chiusi. Comunque sul sito c’è scritto che ho tempo fino alla sera del giorno successivo per attivare il ticket.
Riprovo a telefonare il giorno dopo. Ma è festa: l’1 novembre. Gli uffici sono chiusi.
Mando una mail a mta.ufficioareac@comune.milano.it. Ma non mi risponde nessuno. Penso che, data la festività, la scadenza del termine della sera dopo si estenda automaticamente al primo giorno feriale.
#5 Terzo giorno: devo pagare altri 22,5 euro
Si arriva a oggi, 2 novembre. Ancora non ho ricevuto risposta alla mail quindi in tarda mattinata provo a telefonare allo 02.02.02. Dopo oltre 20 minuti di attesa mi rispondono dicendo che sì con l’Euro 5 benzina posso entrare ma ormai è tardi per attivare il ticket.
Spiego che il giorno prima era festa ma mi dicono che queste sono le regole. Dico anche che sul portale se inserisco i dati dall’auto mi appare la dicitura: “CLASSE NON RILEVATA” che mi blocca l’attivazione. Mi risponde che devo rientrare nel portale e abilitarmi su myareaC per acquistare il ticket differito per regolarizzare l’accesso entro 7 giorni dall’ingresso acquistando e attivando un ticket da 22.5 €. Oltre a quello già acquistato. Gli dico quindi devo pagare 30 euro per un accesso in centro? Mi dicono di fatto di sì.
#6 Prima di pagare questi ulteriori 22 e passa euro pria di attivare il ticket, riprovo a registrarmi in myareaC
Respiro zen e mi dico che è inutile discutere con uno che alle mie obiezioni mi ripete sempre la stessa cosa con crescente aggressività e a quel punto seguo le sue indicazioni. Vado su myareaCma mi accorgo che è la stessa schermata di quando avevo provato ad attivare il ticket. Infatti inserendo i dati dell’auto mi esce di nuovo la dicitura: “classe non rilevata”. E ancora una volta mi blocca ogni possibile attivazione.
La gallery con le schermate:
Inserendo i dati dell’auto (euro B) appare la dicitura CLASSE NON RILEVATA
L’unica possibilità di proseguire è l’autodichiarazione di due tipi di esenzione. Che non si applicano alla mia auto
Provando a proseguire esce la dicitura in giallo. Non si può attivare il ticket
#7 Ritorno dal via: inviare mail
Ritelefono allo 02.02.02. Ripeto tutta la storia a un operatore che mi risponde da una linea molto disturbata. L’unica cosa che riesco a capire è che devo mandare una mail a mta.ufficioareac@comune.milano.it. Ossia la mail a cui avevo scritto in precedenza senza avere risposta.
# I residenti di Area C invece di difendere il loro fortino dovrebbero aiutare chi abita in periferia
“Milano tira, tira tantissimo. Quindi che cosa c’è da dire? La politica non può frenare il mercato. Non ci riescono i governi, figurarsi se ci riesce un sindaco o una giunta. La politica può solo cercare di tutelare le fasce più deboli e andare a incrementare il gettito da quelle più ricche. Le quali, peraltro, non dovrebbero essere tutelate oltre il normale. Quindi vorrei lanciare una provocazione che sia uno stimolo di riflessione.”
“Ai residenti di Area C si dovrebbe legittimamente chiedere di aiutare chi abita in periferia per migliorare anche i tanti quartieri che ne hanno bisogno. (…). Se questa è una città attrattiva per i ricchi, perché tale è uno che può permettersi di comprare case da milioni di euro con prezzi al metro quadrato a quattro zeri, allora devono contribuire alla vita cittadina.”
# La borghesia milanese invece di prendersela con i “city users” deve tornare a spendere i propri soldi per opere utili per la città
credit: igossip.it
“La borghesia alta deve fare la sua parte, non che frigna se vendono la Casa degli Atellani ai francesi, ma poi non si fa avanti per comprarla. Non che si lamenta se c’è il traffico ma poi non pensa neppure lontanamente di aiutare la pubblica amministrazione SPENDENDO SOLDI PROPRI per fare opere utili per la città.”
“Un tempo, quando c’erano meno social su cui lamentarsi e più gente illuminata, la borghesia di Milano ha fatto grande la città. E adesso? Fin quando non si andrà in questa direzione, viceversa parlando di city users per quei milanesi (sì, milanesi a tutti gli effetti) che abitano fuori dai confini di area C o fuori area B, avremo sempre una città esclusiva, ma anche profondamente ingiusta.”
A due anni esatti dalla bozza di riparto del PNRR arriva la conferma ufficiale: Milano tra le (poche) opere sul TPL approvate con il PNRR ci sarà anche la realizzazione della corsia riservata per la linea 90-91 tra Stuparich e Zavattari. E’ stato infatti pubblicato il bando di gara per la realizzazione. Rimarrebbe escluso così solo un tratto lungo viale Umbria per riuscire a chiudere l’anello della circolare filoviaria. Vediamo quante risorse sono state assegnate alla città e tutti gli interventi previsti.
Il PERCORSO INCOMPIUTO della 90-91 sarà (quasi) COMPLETATO
# Si farà la preferenziale della 90-91 tra Zavattari, Lotto e Stuparich: pubblicato il bando di gara
La circonvallazione esterna della 90-91 ha due “buchi”: viale Umbria, a est, e l’asse da Zavattari a Stuparich, a ovest, che comprende anche il capolinea di piazzale Lotto. Buchi nel senso che in questi due tratti (per un totale di circa 3 chilometri), manca la corsia preferenziale. Finalmente arriva l’ufficialità: uno dei due buchi sarà coperto entro tre anni.
Il Comune di Milano ha pubblicato un bando di gara per il tratto Zavattari-Stuparich. La preferenziale dovrebbe consentire la riduzione di circa un terzo dei tempi di percorrenza del filobus, da nove a sei minuti. Non sarà l’unico intervento: sarà realizzata anche una pista ciclabile e saranno abbattute le barriere architettoniche dai percorsi pedonali.
L’intervento avrà anche impatto sulla mobilità: in piazzale Lotto sarà vietata la svolta a sinistra, tranne che da viale Caprilli in direzione Stuparich, e in piazzale Stuparich ci sarà una rotatoria per gestire i flussi di traffico. Saranno infine piantumati 378 alberi.
I lavori dovrebbero iniziare nel 2024 con una spesa di 23 milioni e 400mila euro, di cui 3 e mezzo coperti dallo Stato, come definito dal PNRR il 3 novembre del 2021.
# Dal Pnrr solo il 10% delle risorse destinate a nuove linee di trasporto
Nell’ambito della mobilità sostenibile, la Conferenza Unificata nella seduta del 3 novembre 2021 ha approvato la bozza di decreto proposta dal MIMS con lo schema di riparto delle risorse che il PNRR assegna al Trasporto rapido di massa.
Il PNRR concentra la grande quantità delle risorse sul comparto ferroviario e su un totale di 38 progetti per complessivi 4,851 miliardi, coperti dal PNRR per3,60 i miliardi. Tra le condizioni per il finanziamento dell’opera c’era la conclusione dei lavori entro il 2026 e pertanto le risorse economiche sono state destinate per 1,4 miliardi a interventi già finanziati a legislazione vigente e per 2,2 miliardi a nuovi interventi. A questo vengono aggiunti 836 milioni di euro per lo sviluppo delle ferrovie regionali. Per le nuove linee di trasporto è stato destinato solo il 10% delle disponibilità assegnate dall’Europa.
# A Milano solo le briciole: appena 47 euro per abitante dell’area urbana al 2025
Credits cityrailways – Ripartizizione investimenti per abitante
Al Centro-Nord essendo il fabbisogno superiore alle disponibilità assegnate, rispetto al Mezzogiorno e alle isole, alcuni interventi sono stati esclusi e verranno valutati successivamente per l’eventuale assegnazione di risorse del Fondo Investimenti. Nella ripartizione dei fondi a livello locale a Milano andranno 47 euro per abitante dell’area urbana, il territorio della Città Metropolitana, sulla popolazione prevista al 2025 di 3.357.284. In assoluto la città in Italia con meno risorse per abitante. In totale sono circa 156 i milioni di euro destinati per il trasporto pubblico locale a Milano.
# I progetti finanziati con lo stanziamento iniziale (poi ridotto) del PNRR
Credits cityrailways – Risorse Pnrr Milano
Tra le poche opere finanziate a Milano con i fondi del PNRR ci sono:
la metrotranvia interquartiere nord Niguarda-Cascina Gobba finanziata con 50,3 milioni;
il prolungamento della linea tranviaria 2 Bausan-Villapizzone per la cifra 36 milioni;
la fornitura di quattordici tram bidirezionali per la linea 7 per un ammontare di 52,3 milioni;
per l’acquisto di 10 nuovi filobus sono stati assegnati 8,8 milioni.
la realizzazione della sede riservata del filobus 90-91 tra piazzale Zavattari e piazzale Stuparich per una somma inizialmente di 9 milioni successivamente ridotta a 3, per completare l’anello mancherebbe all’appello il tratto lungo viale Umbria all’altezza del Mercato Comunale in disuso.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Le classifiche del portale più famoso al mondo per le recensioni turistiche tengono in considerazione qualità, quantità, attualità, costanza delle recensioni e del numero di visite alla pagina nel tempo. Tutte le attrazioni milanesi nella top ten hanno ottenuto infatti un punteggio di 4,5: ma la ponderazione di tutti gli altri parametri ha determinato questa classifica alla data del 2 novembre 2023.
Le 10 ATTRAZIONI TOP di Milano: la classifica fatta dai TURISTI
Ad aprire la top ten ci sono i Navigli, uno dei luoghi principi del divertimento di Milano. Su Tripadvisor ha ricevuto 6.321 recensioni.
“Nei giorni scorsi e di nuovo ieri ho percorso molti degli angoli più caratteristici e suggestivi di questo vasto e antico “quartiere d’acqua”. L’attuale sistema di canali scoperti, complesso e ingegnoso oltre che pittoresco, comprende anche la Martesana, in verità un po’ fuori mano; ma comunemente, dicendo Navigli, ci si riferisce al Naviglio Grande, a quello Pavese, alla Darsena e quindi, per traslato, all’intera zona tra essi compresa.
Oggi evocano soprattutto, specie per i giovani, movida e “apericena”, ma i Navigli sono in realtà molto di più e di meglio, vuoi per la loro storia affascinante, vuoi per la cultura, l’arte e le tradizioni sorte lungo le sponde, vuoi infine per i molti scorci incantevoli e sorprendenti – case, androni, cortili, lavatoi – che appaiono quando meno te l’aspetti e che anche ieri mi hanno allietato il cammino. Da visitare al mattino, quando tutto è calmo e rarefatto.” – Fi_decorso
Credits dimitrisvetsikas1969-pixabay – Teatro alla Scala
Al nono posto il Teatro alla Scala, teatro d’opera più famoso del mondo. Ha ricevuto 7.781 recensioni.
“Finora avevo visto il teatro solo dall’esterno, ma adesso sono riuscito a vederlo anche all’interno andando ad assistere alla Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti. L’attuale edificio venne costruito dal Piermarini nella seconda metà del settecento in conformità a un decreto dell’imperatrice Maria Teresa e prende il nome dalla chiesa di Santa Maria alla Scala che vi sorgeva prima della costruzione del teatro. E’ sicuramente uno dei teatri più famosi ed importanti al mondo dove da quasi 250 anni vengono ospitati i più importanti artisti nel campo dell’opera, del balletto e della musica classica. L’interno è di una ricchezza impressionante e vale sicuramente la visita.” – Dellangelo54
Credits Andrea Cherchi – Vista dalle Terrazze del Duomo
In ottava posizione troviamo le Terrazze del Duomo, un luogo insolito da cui osservare la città dall’alto. Sono 7.126 le recensioni.
“Trovarsi tra le oltre 130 guglie, i vari pinnacoli, le oltre 3400 statue, i gargoyle, è veramente fantastico, come fantastico è camminare sullo spiovente del tetto del Duomo e ammirare lo spettacolare panorama che si gode tutto attorno. Sopra di tutto il tiburio (cui non si può più salire) e, alla sommità, la guglia maggiore, con la Madonnina dorata che protegge Milano e che, vista da qui, sembra piccola, ma che è alta poco più di4 metri. Un vero spettacolo, particolarmente nelle giornate limpide e verso l’ora del tramonto. Imperdibile per chi visita Milano e per i milanesi.” – Stefano91
Credits: Dimitris Vetsikas via Pixabay – Pinacoteca di Brera
Settimo posto per la Pinacoteca di Brera, il museo più importante di Milano. Sono 5.622 le recensioni ottenute su Tripadvisor.
“Se decidi di visitare la Pinacoteca di Brera, devi prepararti a fare un indimenticabile viaggio mozzafiato nel mondo dell’arte. Le sale sono molto ben curate, con i faretti posizionati in modo da esaltare la bellezza delle forme e dei colori di tele dipinte da maestri quali Caravaggio, Raffaello, Tintoretto, Bellini, Mattia Preti, Luca Giordano, Mantegna, Piero Della Francesca, Bramante, Hayez, solo per citarne alcuni. Le tele sono lì, a pochi centimetri da te e tu non puoi che ammirarle e desiderare che il tempo non passi mai.” – calabrisella69
Credits Andrea Cherchi – San Maurizio al Monastero
In sesta posizione c’è la Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore, la “Cappella Sistina” di Milano. Le recensioni sono 4.570.
“Questo splendido complesso del Cinquecento rappresenta un magnifico esempio della pittura milanese del XVI secolo. È affrescato dalla famiglia Luini, il cui membro più celebre è certamente Bernardino. Il complesso è composto dalla Chiesa e dalla splendida aula delle monache. Una delle cripte è ora i globale nel bellissimo museo archeologico diviso in tre parti: la sezione greca, quella romana e quella alto medievale. Vi sono esposti splendidi gioielli di epoca greca e tre figure di personaggi longobardi (una donna incinta, un mercante e un guerriero) ricostruiti nei tratti in base agli scheletri pervenuti.
Il museo è a pagamento mentre San Maurizio è gestito dal FAI e dai suoi splendidi volontari. Non viene richiesto nulla ma un contributo che ci permette di ammirare questa meraviglia è altamente raccomandabile.” – CLAUDIO149
#5 Piazza del Duomo
Credits: Andrea Cherchi – Milano Piazza del Duomo
Il cuore di Milano si ferma al quinto posto. Piazza del Duomo ha ottenuto 13.862 recensioni.
“Meravigliosamente bella, attorniata da meraviglie, raggruppate tutte in un fazzoletto, dalla Galleria, al Duomo, e tanti altri complessi, la visita e d’obbligo.” – Maurizio C.
“Ogni volta che vengo a Milano, la piazza del Duomo è una tappa fissa ed è sempre un nuovo spettacolo, si scoprono sempre nuovi particolari e ci si torna sempre volentieri.” – Riccardo P.
“È sicuramente la piazza più famosa di Milano ed una delle più conosciute d’Italia. Caratterizzata dall’imponente facciata del Duomo, dalla Galleria Vittorio Emanuele II e dal vicino palazzo Reale, è un luogo sempre affollato di gente e turisti che rappresenta un po’ per tutti il punto d’inizio per la scoperta del capoluogo lombardo. Anche rivista per l’ennesima volta, è una piazza che affascina sempre.” – Massimiliano P.
La medaglia di legno la prende il Castello Sforzesco. Le recensioni sono 13.593.
“Fu eretto nel XV secolo da Francesco Sforza, sui resti di precedenti fortificazioni medievali e in epoca romana. Ha subito notevoli trasformazioni nel corso dei secoli, restaurato da Luca Beltrami tra il 1890 e il 1905. Architettura fortificata tutto il complesso è articolato all’interno di un recinto quadrangolare su tre cortili con nuclei e organismi differenti. Alla sua realizzazione parteciparono illustri architettii del tempo il Filarete, Bramante, ecc.. Ingresso al castello gratis ma solo all’esterno e nei cortili.” – Salvatore700
“Accoglie al suo interno una quantità di piccoli musei da perdersi (dopo 2-3 ore ancora dovevamo vederli tutti). Non esteso come i Musei Vaticani o gli Uffizi, ma provante. Il castello stesso è splendido, e il percorso museale lo sfrutta perfettamente, permettendo di esplorarne ogni area, da quelle più intime e raccolte a quelle più aperte. Include la Pietà Rondanini, che da sola merita la visita. Il costo è ridicolo, seriamente: pagherete 5 euro e sarete tentati di lasciarne altri 5 di donazione, alla fine, perché sembra davvero troppo poco.” – Francesco_Finucci
Il gradino più basso del podio è del Cenacolo di Leonardo da Vinci, il capolavoro Patrimonio dell’Unesco. Sono 13.768 le recensioni ottenute.
“Meraviglioso dipinto dell’ultima cena di Leonardo da Vinci nel refettorio dei frati domenicani di Santa Maria delle Grazie. Prenotazione obbligatoria per la visita, consiglio con largo anticipo, poiché si può entrare a scaglioni di 25 persone per 15 minuti per mantenere la temperatura e l’umidità adatta alla conservazione dell’opera nella sala. Nel refettorio di fronte al cenacolo è possibile ammirare l’affresco della crocifissione di Montorfano. ” – Annalisa
“Meraviglioso ed emozionante! Non ci sono parole per descriverlo. Leonardo ha ricreato l’effetto di stare a cena con Gesù e gli Apostoli (i personaggi sono pressoché a grandezza naturale). Tecnica impareggiabile, capolavoro imperdibile (da ammirare almeno una volta nella vita). Consiglio di prenotare con grande anticipo perché è sempre sold out.” – Laura R
A un soffio dalla vittoria la Galleria Vittorio Emanuele II, il salotto di Milano. Le recensioni su Tripadvisor sono 30.162.
“Lo sfarzo è di grande effetto: l’opulenza nella Milano dell’800 che si ritrova nella sontuosità dei grandi marchi di oggi. Oltre ai negozi che godono di una location esclusiva (in cui certamente non comprerò mai nulla!), questa galleria è un monumento architettonico per le vetrate e lo stile barocco. E nonostante la folla, è un luogo molto piacevole per passeggiare. Le 4 entrate portano a diversi punti di interesse: la prima, la più famosa, affaccia su piazza Duomo. La seconda su via Berchet, che ospita il Ferrari Store e la storica pizzeria Spontini. La terza è su Piazza della Scala che prende il nome dall’omonimo teatro. Infine l’entrata su via Silvio Pellico dove c’è il famoso stemma del toro simbolo della città di Torino. Come porta fortuna, bisogna fare un giro di 360° a occhi chiusi sul tallone del piede destro, sui testicoli del toro. L’usanza è talmente sentita che oramai delle povere parti intime dell’animale è rimasto un solco. All’incrocio delle 4 entrate, al centro dell’ottagono c’è il mosaico con lo stemma di Casa Savoia; accanto ad esso gli stemmi delle 4 città che in epoche diverse furono capitali d’Italia (Milano, Firenze, Roma e appunto Torino).” – FrancescaM
Il re delle attrazioni è il Duomo di Milano, che ha ottenuto anche il più alto numero di recensioni: 58.623.
“Il Duomo di Milano è una maestosa cattedrale gotica situata nel cuore della città italiana. È una delle opere architettoniche più belle e importanti d’Italia, che incanta i visitatori con la sua imponenza e la sua bellezza. All’interno del Duomo, la luce filtra attraverso le vetrate colorate e crea un’atmosfera magica e mistica. I marmi policromi delle pareti e del pavimento brillano come gioielli, mentre le sculture e le decorazioni gotiche lasciano senza fiato. La navata centrale è spaziosa e alta, con archi imponenti che sorreggono la volta a crociera. Lungo le pareti laterali, si possono ammirare numerose cappelle e altari, ognuno con opere d’arte di grande valore artistico e religioso. Il transetto, che attraversa la navata centrale, conduce all’abside, dove si trova l’altare maggiore, circondato da statue e decorazioni. Sopra l’altare si erge il grandioso coro ligneo, ornato di sculture e intagli.” – Pierpaolo R.
“Spettacolari le vetrate multicolori che creano un’atmosfera quasi fiabesca.
Altrettanto magnifiche le altissime colonne che sembrano quasi un bosco teso verso l’alto. Per non parlare delle statue, in primis quella di San Bartolomeo, opera di Marco d’Agrate, allievo di Leonardo, nella quale l’Apostolo, martirizzato per scuoiamento, è raffigurato con la propria pelle sulle spalle.” – Stefano91
Si dice che Milano non sia più una città per giovani. Ma è una città per bambini?
Dove portare i BAMBINI a MILANO
#1 Giardini Indro Montanelli: un viaggio tra i dinosauri e le stelle
Quando ero bambina, negli anni ’80, si chiamavano semplicemente “Giardini di Porta Venezia”. All’epoca erano davvero speciali per i bambini:c’era un trenino su cui solo i bambini potevano salire. Era una vera chicca, il percorso era a misura di bambino, le decorazioni molto curate. Ancora oggi è possibile provarlo ma le cose sono decisamente cambiate: il percorso è stato accorciato, le decorazioni sono un po’ logore e i bambini devono essere accompagnati. Però ne vale comunque la pena.
Poco lontano dal trenino ci sono dei giochi sempre presenti:l’autoscontro e la giostra, che da sempre attraggono grandi e piccoli. Da segnalare poi la presenza all’interno del parco del Museo di scienza naturale, dove sono presenti ricostruzioni di dinosauri e del Planetario Hoepli.
#2 Giardini di Parco Sempione, con le sue mille attrazioni
Credits: Andrea Cherchi – Parco Sempione
Anche i giardini del Castello Sforzesco posseggono delle vere attrazioni per bambini: la fontana Bagni Misteriosi per esempio. Essa è un’opera di Giorgio De Chirico colorata e appena restaurata. Il ponte delle sirenette, chiamato dai milanesi ponte delle sorelle Ghislini a causa del materiale con cui sono fatte, la ghisa, che era stato progettato nel 1842 per il Naviglio di San Damiano ma fu spostato nel parco solo nel 1930. I bambini amano molto passeggiare e osservare le famose sorelle così come amano l’opera di Arman‘Accumulazione musicale e seduta’ che consiste in un particolare palco per orchestra sulle cui gradinate sono imprigionate nel cemento sedie di ferro di diverse forme.
#3 Guglie del Duomo, per vedere lo stupore nello sguardo dei più piccoli
Una passeggiata tra le guglie è da sempre una delle mete più divertenti per i piccoli meneghini. Oltre al luogo, con la sua spettacolare vista sulla città la sosta allaMadonnina d’oroè d’obbligo.
#4 Castello Sforzesco, tra percorsi segreti e camminamenti delle merlate
Credits: Andrea Cherchi – Castello Sforzesco
I bambini adorano questo edificio. Un castello vero, con tanto di fossato, torri merlate e cortili. Dentro il castello è possibile visitare la dimora dei duchi, il museo archeologico e la Pietà Rondanini di Michelangelo Buonarroti. Il pezzo forte però è senz’altro la visita guidata dei percorsi segreti e i camminamenti delle merlate. E’ una esperienza unica ed emozionante che consiglio!
#5 Muba, il Museo dei Bambini alla Rotonda della Besana
credit: its4kids.it
Acronimo che sta perMuseo dei Bambini. E’ allestito nella ex chiesa di San Michele, nella Rotonda della Besana. Tutte le mostre che ci sono in catalogo sono proposte in forma di gioco per coinvolgere i più piccoli. Al momento in calendario ci sono due laboratori:Didò lab, destinato ad un pubblico di piccini (2-6 anni) dove la lavorazione del Didò è affiancata ad una sperimentazione sensoriale, e Remida, laboratorio destinato a bambini dai 3 agli 11 anni, in cui il gioco si coniuga con la lavorazione dei materiali di scarto.
#6 Museo della scienza e della tecnica, il più grande d’Italia, con Leonardo da Vinci, il sottomarino e il razzo spaziale
Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci – Via San Vittore, 21
E’ il più grande museo dedicata alla scienza e tecnica in Italia. Vi sono anche modelli di macchinari tratti da disegni di Leonardo Da Vinci. Tutti i bambini curiosi troveranno qui pane per i loro denti: oltre alle macchine citate si possono vedere molti esempi di locomotive e soprattutto si può visitare ilsottomarino Toti e osservare da vicino un razzo spaziale Vega alto 32 metri.
La particolarità di questi giardini, divisi da quelli di Porta Venezia solo da via Palestro, è che l’accesso è consentito solo ai bambini e ai loro accompagnatori. Senza bambini infatti gli adulti non hanno la possibilità di entrare. All’interno è il paradiso del bambino. Ci sono laghetti, ponticelli, grotte e anche un piccolo tempio. Provare per credere.
Stazione francoforte-bockenheimer ((credits: keblog.it)
Le metropolitane non sono solo il mezzo di trasporto pubblico più rapido per viaggiare in città, alcune riservano delle stranezze incredibili. Vediamo quali sono.
Gli ANNUNCI che cambiano SESSO, la linea riservata ai SENATORI e altre cose da PAZZI nelle METRO del MONDO
#1 Sulla metro di Mosca la fermate sono annunciate da una voce femminile o maschile in base alla direzione dei treni
Slavyansky Bulvar Station, Mosca .jpg
Nella metropolitana di Mosca i nomi delle fermate sono annunciate da una voce maschile o femminile in base alla direzione dei treni, per facilitare l’orientamento ai ciechi.
Sulle linee radiali le fermate in direzione centro sono annunciate da una voce maschile, dal centro verso l’esterno della città da una voce femminile. Sulle linea circolari invece una voce maschile fornisce le indicazioni dei nomi delle stazioni in senso orario, una voce femminile per quelle in senso antiorario.
#2 Le mappe nella metro di Londra vi dicono quante calorie si consumano percorrendo a piedi la distanza tra le stazioni
Credits: treated.com – Mappa metro Londra con calorie
Nella mappa della London Underground esistono ormai da qualche anno le indicazioni sul numero di calorie che si possono consumarepercorrendo a piedi le diverse stazioni. Sono stati molti i medici che hanno appoggiato questo progetto, suggerendo ai propri pazienti, per preservare la propria salute, di scendere dalla metro una o due fermate prima rispetto alla destinazione finale e poi proseguire a piedi.
#3 Nella metropolitana di Tokyo ci sono gli specchi anti suicidio
Credits: gyrastyle.com – Metro Tokyo
In alcune stazioni della metropolitana di Tokyo si trovano degli specchi sulla banchina che secondo i funzionari del trasporto locale sono funzionali a limitare il numero di suicidi. L’idea alla base è che se qualcuno si sta per buttare sotto un treno e vede la sua immagine riflessa potrebbe desistere dal terribile gesto.
#4 Nella metro di Pyongyang i nomi delle stazioni non indicano dei luoghi ma provengono dal vocabolario della rivoluzione nordcoreana
Credits: domfell IG – Murale Kim II Sung
Rispetto alle stazioni di tutto il mondo, quelle delle linee metropolitane di Pyongyang, in Corea del nord, non sono identificate dal nome dei luoghi in cui sono ubicate. Sono utilizzati invece concetti pomposi provenienti dal vocabolario della rivoluzione nordcoreana, come camerata di guerra, paradiso o ritorno trionfale.
#5 A Washington c’è una metro riservata ai senatori
Credits elly_88_ IG – Campidoglio Washington
I membri del Congresso e il loro personale hanno una piccola linea della metropolitanadedicata, che non è aperta al pubblico.
Estesa poco meno di 1 km, con 3 linee che corrono avanti e indietro tra gli edifici del Congresso e il Campidoglio. Le tratte sono: edificio Rayburn House – Campidoglio, edificio del Senato Russell – Campidoglio, edificio del senato Hart – edificio del senato di Dirksen – Campidoglio. Il personale deve essere scortato dalla sicurezza. Durante le votazionila metropolitana è riservata ai membri del Congresso, che in meno di un minuto possono recarsi al Campidoglio.
Ho la passione del trekking. E’ un modo per immergersi nella natura, fare sport e sfidare alcune paure ancestrali, come quella delle vertigini. Negli ultimi anni ho provato oltre una ventina di percorsi raggiunti partendo e tornando a Milano in giornata. Tra quelli che ho fatto, mi sento di suggerire questi cinque.
I percorsi di TREKKING da fare in giornata da Milano
#1 Resegone
E’ il monte che domina il panorama di Milano. Con la cresta a forma di sega che quando ti avvicini significa una successione di canaloni. Si arriva alla funivia per i piani d’Erna in un’ora e mezza di auto, poco oltre Lecco. I più arditi possono partire a camminare fin dal piazzale della funivia. Io ho preferito accorciare prendendo la funivia che, tra l’altro, è spettacolare. Ai piani d’Erna si prende il sentiero numero 5 che dopo meno di un’ora di cammino incrocia il numero 1. Si sale alla Beduletta (1320 metri), un balcone naturale da cui si gode un’ottima panoramica su Lecco. Si supera poi il canalone della val Comera e si giunge al Pian Serrada.
Si continua per roccette e tratti in salita fino ad incontrare il sentiero n. 11, lungo il quale si raggiunge il rifugio Azzoni, poco sotto la cima Cermenati, a circa 1.800 metri. Bisognare fare attenzione ai molti bivi, che spesso conducono a ferrate o a sentieri più impegnativi. Come quello che ho sbagliato io, ritrovandomi a dovermi arrampicare sulle rocce nel tratto finale per raggiungere il rifugio.
resegone-ultimo tratto
La salita al monte Resegone è lunga (andata e ritorno in 4/5 ore dai piani d’Erna, 6/7 dalla funivia) e impegnativa, ma una volta in cima si viene ripagati dall’incredibile panorama.
rifugio azzoni
#2 I laghi gemelli
Ci vogliono un paio d’ore di macchina per percorrere i circa cento chilometri che portano al punto di partenza. Si prende l’autostrada Milano-Venezia, si esce a Bergamo e si percorre la strada per la val Brembana, passando per San Pellegrino terme, fino ad arrivare a Carona. Da qui sono partito per il trekking percorrendo a zig zag un sentiero che sale da quota 1105 m dentro un bellissimo bosco di abeti per un lungo tratto, finché si incontra il sentiero 213 (1779 m).
Poco oltre si arriva alla diga del lago Marcio (1840 m) e qui si esce dal bosco. Si costeggia l’intera sponda del lago fino ad incrociare il sentiero 212 che sale da Branzi e il sentiero 250, quindi si scende fino al ponticello che attraversa la val di Gorno e da qui si sale fino al rifugio Laghi Gemelli (1961 m) dove ci si rifocilla alla grande. I laghi gemelli sono nati in seguito alla costruzione di una diga dell’Enel e, nonostante il nome, formano un corpo unico. Secondo una leggenda i laghi si sono formati dopo la morte di due innamorati in fuga. Durata dell’escursione (salita e discesa): 5 ore circa.
#3 Cinque Terre (o variante Camogli-Portofino)
Questo è in assoluto il sentiero che ho percorso più volte. E’ diventata una mia tradizione farlo una volta all’anno, di solito a fine agosto o inizio settembre. Parto in treno dalla Centrale alle 6.10 e arrivo a Riomaggiore alle 9.26. Qui faccio colazione e mi metto in moto. Anni fa il sentiero andava da Riomaggiore a Monterosso senza interruzioni, ma da qualche anno, causa frane e incidenti, il percorso originario lo si può percorrere solo da Corniglia a Monterosso (anche se il prezzo è rimasto lo stesso 😉 ). E’ un vero peccato perchè l’intero sentiero azzurro era un’attrazione mondiale, specie per la via dell’amore da Riomaggiore a Manarola che risulta purtroppo non più percorribile.
Anche se il sentiero è interrotto parto sempre da Riomaggiore e mi piace camminare da est a ovest per seguire il movimento del sole e perchè mi piace di più l’arrivo a Monterosso.
Da Riomaggiore prendo qualche sentiero “non ufficiale” per arrivare a Manarola. E’ facile orientarsi per via del mare e perchè i due paesi sono ai due lati della stessa piccola montagna. Da Manarola si può prendere un lungo sentiero per raggiungere Corniglia oppure farsi un breve tratto di treno (un paio di minuti) fino alla stazione.
Dalla stazione si sale una lunga scalinata per arrivare al paese che è l’unico delle cinque terre a non essere sul mare. Da Corniglia parte il sentiero originario che in un paio d’ore porta a Vernazza, la perla delle cinque terre.
Vernazza di solito mi prendo una pausa, faccio qualche tuffo dalle rocce e mi vizio con la cucina ligure. Nel pomeriggio riparto per l’ultimo tratto che tra strapiombi sul mare e profumi inebrianti conduce a Monterosso.
Chi vuole fermarsi una notte in Liguria e raddoppiare il trekking suggerisco il monte di Portofino. Partenza da Camogli direzione San Rocco, da qui salire sul Monte e scendere per San Fruttuoso. Dopo un bagno col Cristo degli Abissi si riparte e dopo un paio d’ore si arriva a Portofino. Da qui proseguo poi, costeggiando il mare, passando da Paraggi fino a Santa Margherita.
#4 Il sentiero dei Walser (Valsesia)
Un altro percorso bellissimo è quello che in Valsesia porta da Alagna ai villaggi Walser. I Walser (contrazione del tedesco Walliser, cioè abitante del canton Vallese) sono una popolazione di origine germanica che abita alcune aree attorno al Monte Rosa. Definiscono la loro parlata Titsch, imparentato con il tedesco. Durante il XII-XIII secolo, coloni Walser provenienti dall’alto Vallese si sono stabiliti in questa parte del nostro paese dando vita a caratteristici villaggi dalle case pittoresche.
Uno di questi villaggi l’ho raggiunto facendo una lunga scalinata che proprio quando sembrava non terminare più si è aperta su un sentiero che ha attraversato un bosco, con una pendenza più accessibile, fino ad aprirsi su un altipiano nella Val d’Otro popolato da case Walser. Durata salita e discesa tre ore e mezza, anche se una volta sull’altopiano si aprono diversi sentieri che portano alle vette circostanti. Alagna la si raggiunge in un paio d’ore di auto da Milano.
#5 Monte Palanzone (notturna)
Si parte da Colma di Sormano a 70 chilometri da Milano, che si raggiunge percorrendo la Strada Statale 36 del Lago di Como e dello Spluga. Ho fatto il percorso in notturna per la prima volta con una guida (Federico Raiser) e in gruppo, impiegando circa tre ore tra salita e discesa con un dislivello complessivo di 520 metri fino ad arrivare sulla vetta del Monte Palanzone (a 1400 metri) da dove si gode una vista fantastica fino alla Svizzera.
E’ stato il mio unico trekking notturno forse anche per questo si guadagna la posizione nei top 5. Non saprei dire però se si meriterebbe la menzione anche nella versione diurna.
Nel pieno centro di Milano c’è un parco pubblico che ha due caratteristiche che lo rendono unico. La prima è che è anche un parco archeologico. La seconda è che è il parco più inaccessibile del mondo. A questo si aggiunge il mistero: un progetto grandioso che oltre un anno dopo la data in cui doveva essere inaugurato risulta scomparso nel nulla. Ma procediamo con ordine.
Nel cuore di Milano il PARCO più INACCESSIBILE del MONDO: e che fine ha fatto il COLOSSEO VERDE?
Il parco archeologico si trova nei pressi delle Colonne di San Lorenzo. Diciamolo subito: non è una delle mete turistiche principali della città. A dire il vero non rende neppure molto l’idea di quanto monumentale fosse la costruzione che conteneva.
Si trattava di una delle opere pubbliche più importanti della Milano capitale dell’Impero Romano: l’Anfiteatro. Vero richiamo per l’intera popolazione di Mediolanum e vetrina per lo stesso Imperatore.
Quel che resta dell’anfiteatro di Milano
# La storia dell’Anfiteatro romano
Destinato ad ospitare gli spettacoli gladiatori, lotte tra uomini e bestie feroci, ma anche pubbliche esecuzioni, venne edificato nei primi decenni del I secolo d.C.
Si trovava poco fuori le mura, oltre Porta Ticinensis, e poteva contenere 20.000 spettatori. Nel corso del V secolo venne progressivamente demolito per recuperarne i materiali di costruzione, prevalentemente i blocchi di pietra, che confluirono nella basilica di San Lorenzo e nei rinforzi delle mura cittadine.
Com’era, com’è
Le indagini archeologiche iniziate negli anni trenta del novecento ne hanno permesso l’esatto posizionamento (tra l’attuale via Arena, via Conca del Naviglio e via De Amicis), nonchè le sue misure, davvero notevoli: 155 metri x 125 metri.
# Un parco quasi inaccessibile
Quel che resta oggi e che possiamo visitare è purtroppo davvero poco: solamente le fondazioni (parziali) sono visibili entrando nel “Parco archeologico dell’anfiteatro romano“, un parco che oltre ad avere alcuni reperti archeologici, è particolarmente riservato, visto che al suo interno non c’è mai nessuno. Anche perchè la mancanza di ingressi e gli orari di chiusura lo rendono praticamente inaccessibile.
Ci sono due cancelli che darebbero l’accesso diretto al parco. Uno in via De Amicis, l’altro in Via Arena. Ma sono sempre chiusi. Ci sarebbe anche un terzo ingresso teorico, che fino al 2017 era costituito dal Vivaio Riva, ma anche il Vivaio è stato chiuso. Per entrare, l’unico modo è di individuare il portone di un palazzo di via De Amicis 17, un ex monastero femminile.
# L’unico parco pubblico con orari da lavoratore part-time
Attraverso un portone ben mimetizzato, c’è solo una targa che indica la destinazione, si accede nel cortile interno dell’Antiquarium Alda Levi, dedicato alla prima donna sovrintendente ai beni archeologici della Lombardia. Qui bisogna evitare di perdersi visto che un cartello vieta nel cortile l’accesso ad estranei. Bisogna destreggiarsi con perizia, procedere sulla destra fino ad arrivare in fondo dove si trova un cancello che conduce al parco. Sperando di trovarlo aperto. Già, perchè il parco, oltre a vietare praticamente qualunque cosa, è: chiuso la domenica chiuso il lunedì chiuso il sabato pomeriggio
e, da novembre a marzo, negli altri giorni chiude alle 16.30.
In questo caso il Comune non c’entra, anche se sorprende che abbia ceduto alla Sovrintendenza a costo zero anche l’area di sua proprietà dove, dagli anni venti fino a dicembre del 2017 sorgeva il Vivaio Riva. Altra area verde che, oltre ad aver fatto la storia di Milano, almeno era aperta al pubblico. Il Vivaio Riva è stato chiuso per costruire al suo posto un’opera ambiziosa: il Colosseo di Milano.
# Il Colosseo di Milano: “inaugurazione nel 2022”. Chi l’ha visto?
I primi lavori sono iniziati nel 2018 per realizzare il più vasto parco archeologico della città. Il nuovo parco di circa 22.300 mila mq, con i resti antichi lasciati a vista, avrà il nome di PAN, Parco Amphitheatrum Naturae. Il progetto a firma dell’architetto Attilio Stocchi prevede la sistemazione dell’intera area, raddoppiata dopo l’acquisizione da parte del Comune di quasi tre terzi del terreno, di proprietà private fino a qualche anno fa, con la riproduzione dell’impronta del “Colosseo milanese”.
Il progetto prevedeva la realizzazione del Colosseo fatto di 1.700 mq di cespugli sagomati di bosso, ligustro e mirto a raggiera e alberature di cipressi disposti al bordo, dove sorgeva la facciata curvilinea, a completamento dei resti archeologici esposti nell’area. Un progetto di land art che avrebbe dovuto recuperare il tema della simbiosi tra natura e antichità, riportando in vita attraverso la vegetazione un patrimonio antico scomparso. L’inaugurazione annunciata: entro il 2022.
# Il mistero del Colosseo scomparso
Ma quello che accade al progetto di Colosseo Verde e del nuovo parco archeologico è ancora avvolto dal mistero. Se si cerca su Google (vedi immagine sopra), viene ancora annunciata la sua apertura nel 2022. Ma siamo nel 2023 e nulla è ancora successo. In cerca di informazioni proviamo ad andare sul sito web del parco dove si trovano gli orari e qualche interessante informazione sulla Milano imperiale. Anche qui però la nota dolente: il sito risulta aggiornato al 2015.
Il Vivaio RIva
Dopo sei anni dalla chiusura del Vivaio Riva, il gioiello verde nel cuore di Milano, che era aperto e disponibile al pubblico, ancora nulla si vede al suo posto. Nessuna traccia. E scadenze mai rispettate, non solo: neppure vengono comunicate. In una Milano che parla tanto di verde, stupisce la scarsa disponibilità di un parco nel cuore della città e una simile trascuratezza nel rispettare quanto comunicato ai cittadini sulla sua completa riapertura. A meno che non prendano piede le ombre che avevano accompagnato la chiusura del Vivaio Riva: quello che non è un mistero, infatti, è che si tratta di uno spazio parecchio appetibile per i costruttori…
Risulta essere questo il ristorante più economico di Milano. Secondo Tripadvisor la qualità dei piatti è nella media, i prezzi invece sono stracciati. Scopriamo dove si trova e cosa si mangia.
Il RISTORANTE più ECONOMICO di Milano: con POCHI EURO si prende un MENU completo
# Il ristorante più economico in città è “La Pergola”, una trattoria che propone una cucina italo-cinese
Credits Oscar Bettinelli tripadvisor – La Pergola
Secondo tripadvisor la trattoria “La Pergola” è il ristorante di Milano più economico in assoluto. La cucina proposta è italo-cinese e in base alle recensioni la valutazione sulla qualità del cibo e del servizio in generale è nella media. La filosofia dei proprietari è quella di tenere i prezzi più bassi possibili per avere sempre tutti i posti occupati e sfruttare quindi il ricambio rapido dei clienti.
# Per un menu completo bastano solo 8,5 euro
Google Maps – La Pergola
Servono solo 8,5 euro per un menu completo, solo a pranzo, incluso coperto primo, secondo, contorno e 1/2 litro d’acqua o 1/4 di vino. Fino a qualche anno fa di euro ne bastavano 6,80. Con pochi centesimi si possono ordinare inoltre i piatti speciali e con soli altri 2 euro in più si può avere il dolce. Secondo molte recensioni il cestino del pane è sempre pieno e i primi sono abbondanti.
# Il piatto più costoso: 6,5 euro
Credits Oscar Bettinelli tripadvisor – Listino prezzi La Pergola
Anche senza la promozione del menu completo si spende veramente poco. Nel listino il piatto più costoso arriva a 6,5 euro, per un piatto di pasta si spende massimo 4,5 euro se si opta per le tagliatelle alla carne e gamberetti o quelle ai frutti di mari. I secondi di carne o di pesce variano dai 5 ai 6,5 euro. Il ristorante si trova nella periferia nord-ovest della città, nel Gallaratese, nelle vicinanze della metro M1 di San Leonardo e del nuovo quartiere di Cascina Merlata.
La prima stazione ad inaugurare è stata quella di Tibaldi-Bocconi, nel tratto a sud del percorso. Altre si preparano ad entrare in funzione nei prossimi anni. Ecco quali sono.
Le PROSSIME FERMATE in arrivo sulla CIRCLE LINE di Milano: il punto sui lavori
Il progetto prevede la rifunzionalizzazione del tracciato ferroviario su cui transita la linea suburbana S9, che verrebbe ricalcato parzialmente dalla Circle Line, e l’acquisto di 20 treni dedicati a un servizio metropolitana. La frequenza dei treni dovrebbe essere di un passaggio ogni 10 minuti. L’obiettivo è rendere operativo il servizio entro il 2030.
# MIND-Merlata
Rendering stazione Merlata-MIND
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MIND-Merlata-Progetto preliminare stazione altro lato
MIND-Merlata-Progetto preliminare stazione altra vista
MIND-Merlata-Progetto preliminare stazione
Dopo la prima stazione inaugurata nel 2022, Tibaldi-Bocconi tra Porta Romana e Romolo, la prossima a vedere l’avvio dei cantieri è la stazione di MIND-Merlata, anche se manca ancora una data. Pensata per servire l’Università degli Studi e il quartiere di Cascina Merlata, alla stazione sono stati assegnati solo a settembre 2023 i 10 milioni di euro necessari per laprogettazione esecutiva. Il progetto preliminare, curato dallo studio 3TI Progetti, prevede una struttura della stazione in metallo bianco pensata per integrarsi con la vicina passerella ciclopedonale. Nei rendering si può vedere solo la porzione di manufatto che si collega alla passerella, mentre a metà della stessa dovrebbe essere costruito l’edificio della stazione vero e proprio con annesse piattaforme e banchine dei treni.
Nuove stazioni circle line Milano MIND-Merlata e Milano Stephenson
Tra la stazione MIND e Certosa è prevista la stazione di Stephenson, baricentrica rispetto all’area attorno a via Stephenson, anche se ancora non è stato presentato lo studio di fattibilità. Il finanziamento arriva dall’accordo scali e quindi a carico di RFI. Per entrambe la durata dei cantieri è stimata in circa 4 anni.
# Porta Romana
Aoumm – Stazione Porta Romana
In fase di riqualificazione c’è la Stazione di Porta Romana. Il progetto a cura dello studio AOUMM prevede il suo mantenimento nella posizione attuale, rispetto alle ipotesi iniziali, con un sistema integrato di accessibilità ciclopedonale con la stazione metropolitana M3 Lodi.
Sono in rifacimento le pensiline di copertura, altre serviranno per rendere riparato il camminamento tra Piazzale Lodi e la stazione, e in costruzione gli ascensori. Il vecchio edificio viaggiatori in stile modernista decò viene invece rimodernato. L’inaugurazione è prevista per le Olimpiadi Invernali del 2026.
# Le altre stazioni da realizzare ex novo e quelle da rifunzionalizzare
Di Arbalete – openstreetmap.org, CC BY-SA 2.0, httpscommons.wikimedia.orgwindex.phpcurid – Tracciato Circle Line
Ci sono poi altre stazioni da realizzare ex novo e altre ancora da rifunzionalizzare o adeguare grazie ai 97 milioni dell’Accordo di Programma Scali Ferroviari, che serviranno la Circle Line oltre alla linea S9.
Tra le prime ci sono Dergano, a cui sono stati destinati 20 milioni sul totale concordato tra FS e Comune di Milano, a cui si potrebbero aggiungere in futuro le altre immaginate nel PUMS: Istria, Canottieri, Toscana, Puglie, Zama, Ortica, Padova e Bovisasca.
Tra le seconde San Cristoforo, Greco-Pirelli e Romolo.